Blaise Pascal: differenze tra le versioni
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{{Bio
|Nome = Blaise
|Cognome = Pascal
|Sesso = M
|LuogoNascita = Clermont
|LuogoNascitaLink = Clermont-Ferrand
|GiornoMeseNascita = 19 giugno
|AnnoNascita = 1623
|NoteNascita = <ref name="EI">{{cita|Enciclopedia Italiana}}.</ref>
|LuogoMorte = Parigi
|GiornoMeseMorte = 19 agosto
|AnnoMorte = 1662
|Epoca = 1600
|Attività = matematico
|Attività2 = fisico
|Attività3 = filosofo
|AttivitàAltre = e [[teologo]]
|Nazionalità = francese
|Immagine = Blaise Pascal Versailles.JPG
|Didascalia = Ritratto di Pascal, 1690 circa
|Didascalia2 = [[File:Blaise Pascal signature.svg|210px]]
}}
Ampiamente riconosciuto come uno dei più geniali e [[Uomo universale|poliedrici]] uomini del suo tempo, Pascal si interessò a numerosi campi della [[scienza]], della [[matematica]] e della [[religione]].<ref>{{Cita web|lingua=it|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/pascal-blaise_(Enciclopedia-della-Matematica)/|titolo=Pascal blaise - Enciclopedia|sito=Treccani|accesso=2025-05-27}}</ref>
[[Bambino prodigio]], fu istruito dal padre. I primi lavori di Pascal sono relativi alle [[scienze naturali]] e alle [[scienze applicate]], contribuendo in modo significativo alla costruzione di [[Calcolatore meccanico|calcolatori meccanici]] e allo studio dei [[fluidi]]: ha chiarito i concetti di [[pressione]] e di [[Vuoto (fisica)|vuoto]] ampliando il lavoro di [[Evangelista Torricelli|Torricelli]]; scrisse inoltre importanti testi sul [[metodo scientifico]].<ref>{{Cita libro|lingua=it|nome=Associazione|cognome=Culturale "L'Alveare"|titolo=Res Cogitans: Blaise Pascal, un genio multiforme|url=http://www.fedoabooks.unina.it/index.php/fedoapress/catalog/book/623|accesso=2025-05-27|data=2025-04-01|editore=SHARE Libri|ISBN=978-88-6887-332-5}}</ref>
All'età di sedici anni scrisse un trattato di [[geometria proiettiva]] e dal 1654 lavorò con [[Pierre de Fermat]] sulla [[teoria delle probabilità]]<ref>Sandro Petruccioli, ''Storia della scienza'', vol. 5, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004, p. 314.</ref> che influenzò fortemente le moderne discipline economiche nonché le [[scienze sociali]]<ref>Tony Crilly, ''Cinquanta grandi idee di matematica'', Bari, Edizioni Dedalo, 2009, p. 125.</ref>. Successivamente ad una esperienza mistica seguita a un incidente in cui aveva rischiato la vita<ref>Mario Bonfantini, ''Disegno storico della letteratura francese'', Catania, ed. La Goliardica, 1966 p. 95.</ref>, nel 1654, abbandonò la [[matematica]] e la [[fisica]] per dedicarsi alle riflessioni [[Cristianesimo|religiose]], [[Teologia|teologiche]] e filosofiche. Morì esattamente due mesi dopo il suo 39º compleanno, nell'agosto del 1662, a causa di una patologia che lo affliggeva sin dal periodo dalla fanciullezza.
Il suo [[quoziente d'intelligenza]] è stato stimato, secondo alcuni studiosi moderni, in un punteggio di 195<ref>Richard Lynn, ''Eugenics: A Reassessment'', Santa Barbra (California), Greenwood Publishing Group, 2001, p. 153.</ref>, mentre il suo [[pensiero filosofico]] ebbe un successo immediato e caratterizzò molti filosofi e scrittori aderenti a correnti di pensiero successive, come [[Giacomo Leopardi]] e [[Arthur Schopenhauer]].
== Biografia ==
Nato a Clermont-Ferrand nell'[[Alvernia]], Pascal all'età di tre anni perse la madre Antoinette Begon, che non si era più ripresa dopo il parto della figlia [[Jacqueline Pascal]] (1625-1662). A causa di questo il padre, [[Étienne Pascal]] (1588 - 1651), [[Magistratura (diritto)|magistrato]] e matematico<ref>Nei suoi "Mémoires", [[Louis de Rouvroy de Saint-Simon|Saint-Simon]] racconta che nel 1626, dopo la morte della moglie, Étienne assunse in casa una cameriera, la Delfaut. Questa, già amica e probabilmente anche amante di [[Jean de La Fontaine]], il compositore delle celebri "Fables", sposò Étienne, e dopo la morte di questi, avvenuta nel 1651, riceverà da Blaise una parte dell'eredità paterna.</ref>, si occupò personalmente della sua educazione e di quella delle sorelle Jacqueline e Gilberte. Il giovane Blaise si rivelò assai precoce nello studio e nella comprensione della [[matematica]] e della [[fisica]], tanto che fu ammesso alle riunioni scientifiche del circolo intorno a [[Marin Mersenne]], che era in corrispondenza con i più grandi ricercatori del tempo, tra cui [[Girard Desargues]], [[Galileo Galilei]], [[Pierre de Fermat]], [[René Descartes]] ed [[Evangelista Torricelli]]<ref name=Pensieri7>{{Cita|Pensieri|p. 7}}.</ref>.
Dal 1639 al 1647 fu a [[Rouen]], dove suo padre aveva avuto un incarico da parte del [[cardinale]] [[Armand-Jean du Plessis de Richelieu|Richelieu]]. Qui, nel 1640, Blaise Pascal compose la sua prima opera scientifica "Sulle sezioni coniche" (''Essai pour les coniques'')<ref name=Pensieri7/>, basata sul lavoro di Desargues, e nel 1644 costruì la sua prima macchina [[calcolatrice]], la [[Pascalina]]<ref name=Pensieri7/>. Nel 1646, inoltre, suo padre, che si era ferito in una caduta, fu curato da due gentiluomini della corrente dei [[giansenismo|giansenisti]], Adrien Deschamps de la Boutellerie e Jean Deschamps des Landes<ref name="EI" />, che in breve convinsero sia lui che i figli ad abbracciare le idee religiose e morali gianseniste<ref>Battista Mondin, ''Storia dell'antropologia filosofica'', vol. 1, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 2002 p. 475 e sgg.</ref>. In particolare, dopo alcuni colloqui con i due, Blaise Pascal si avvicinò alla lettura dei testi religiosi dell'[[Jean Duvergier de Hauranne|abate di Saint-Cyran]]<ref name="Esposito">{{cita libro|titolo = Filosofia|pp = 228-229|autore = Costantino Esposito|autore2 = Pasquale Porro|edizione = 1|anno = 2009|editore = Gius. Laterza & Figli|città = Roma-Bari|ISBN = 978-88-421-0913-6|volume = 2}}</ref>, che aveva precedentemente iniziato i due alla dottrina giansenista<ref name="EI" />.
[[File:Abbaye de Port-Royal des Champs en-octobre 2011 - 49.jpg|thumb|Abbazia di Port-Royal des Champs]]
Nel 1650, a causa della sua salute cagionevole, Pascal lasciò temporaneamente lo studio della matematica. Nel 1653, quando la salute migliorò, scrisse il ''Traité du triangle arithmétique'', nel quale descrisse il [[Triangolo di Tartaglia|triangolo aritmetico]] che porta appunto il suo nome.
A seguito di un incidente avvenuto nel 1654 sul ponte di Neuilly, nel quale i cavalli finirono oltre il parapetto ma la carrozza si salvò miracolosamente, Pascal abbandonò definitivamente lo studio della [[matematica]] e della [[fisica]] per dedicarsi alla [[filosofia]] e alla [[teologia]]<ref>M. Bonfantini, ''op. cit.'', ''ibidem'': «Il pericolo mortale in cui Pascal si trovò per un incidente di carrozza e, circa un anno dopo, la famosa notte di crisi ed estasi…».</ref>. Da quel momento, Pascal entrò a fare parte dei "solitari", dell'[[Port-Royal des Champs|abbazia di Port-Royal]], laici dediti alla meditazione e allo studio, fra i quali vi era già sua sorella, e qui diventò membro del movimento dei [[Giansenismo|giansenisti]], fondato dal vescovo [[Giansenio]]. Proprio in quel periodo si era accesa un'aspra controversia tra i giansenisti e i teologi dell'Università della [[Sorbona]] di [[Parigi]], ed egli intervenne in tale disputa in difesa del Giansenismo.
[[File:Epitaph Blaise Pascal Saint-Etienne.jpg|left|thumb|Epitaffio di Pascal]]
Il 23 gennaio 1656 pubblicò le sue prime lettere, con lo pseudonimo di ''Louis de Montalte'', scritte da un provinciale a uno dei suoi amici, sulle dispute della Sorbona. A queste seguirono altre 17 lettere (l'ultima è datata 24 marzo 1657). Nel 1660 il re [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]] ordinò però la distruzione delle ''[[Lettere provinciali]]'' di Pascal, scritte in difesa del giansenista [[Antoine Arnauld (teologo)|Antoine Arnauld]].
[[File:Saint-etienne-du-mont 01.JPG|thumb|La chiesa di Saint-Étienne-du-Mont dov'è sepolto Pascal]]
Proprio mentre pubblicava le sue ''Lettere'', Pascal aveva concepito l'intenzione di scrivere una grande opera apologetica del [[Cristianesimo]] (oltre che del giansenismo). La sua salute già malferma, era divenuta ancor più fragile: morì il 19 agosto 1662, a soli trentanove anni; nei mesi successivi sua sorella Gilberte scrive ''La vie de Monsieur Pascal''.
Il giorno della sua morte, nella fodera della giacca furono rinvenuti un foglio e una pergamena che riportavano la scritta: ''Dio d’Abramo, Dio d’Isacco, Dio di Giacobbe. Non dei filosofi e dei dotti...Dio di Gesù Cristo.''<ref>{{cita web|autore=[[Romano Guardini]]|url=https://disf.org/guardini-fede-ragione-pascal|titolo=Fede e ragione nel Memoriale di Blaise Pascal}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.robertosedda.it/?p=15572|titolo=Dio dei nostri padri|data=13 agosto 2018}}</ref> Essa è nota come ''Memoriale'' di Blaise Pascal.<ref>{{cita web|url=https://www.gliscritti.it/preg_lett/antologia/pascal_blaise.htm|titolo=Pascal Blaise }}</ref>
L'[[autopsia]] a cui fu sottoposto rivelò gravi disturbi a carico dello stomaco e dell'addome, nonché danni al tessuto [[Cervello|cerebrale]]<ref>Introd. a Blaise Pascal. ''Pensées'' a cura di Ernest Havet, ed. Dezobry et E. Magdeleine, 1852 p. XXVIII.</ref>, tuttavia la causa della morte e della salute cronicamente malferma non furono mai del tutto chiarite. Si pensa alla [[tubercolosi]], a un [[tumore]] allo stomaco o addirittura ad una combinazione delle due malattie. Egli seguiva comunque, per ragioni etiche e morali, una dieta leggera, di tipo [[vegetarismo|vegetariano]]<ref>{{Cita testo |autore=Autori varî |titolo=La grande cucina - Vegetariana |editore=RCS |città=Milano |anno=2005 |p=140 |ISSN=1824-5692}}</ref>. Le emicranie che afflissero Pascal furono molto probabilmente causate dai danni al cervello. Fu sepolto nella [[chiesa di Saint-Étienne-du-Mont]].
Le bozze e gli appunti delle sue lettere furono raccolte da familiari e amici nei suoi celebri ''Pensieri'', una profonda opera filosofica, morale e teologica dove è già tracciata la linea apologetica in favore del cristianesimo. Per riassumere la sua vita e il suo pensiero, lo scrittore e pensatore francese [[François-René de Chateaubriand]] scrisse: {{citazione|Ci fu un uomo che a 12 anni, con aste e cerchi, creò la matematica; che a 16 compose il più dotto trattato sulle coniche dall'antichità in poi; che a 19 condensò in una macchina una scienza che è dell'intelletto; che a 23 dimostrò i fenomeni del peso dell'aria ed eliminò uno dei grandi errori della fisica antica; che nell'età in cui gli altri cominciano appena a vivere, avendo già percorso tutto l'itinerario delle scienze umane, si accorge della loro vanità e volge la mente alla religione; […] che, infine, […] risolse quasi distrattamente uno dei maggiori problemi della geometria e scrisse dei pensieri che hanno sia del divino che dell'umano. Il nome di questo genio è Blaise Pascal.|François-René de Chateaubriand, ''[[Genio del Cristianesimo]]'', Terza parte, Libro II, Capitolo VI<ref>in Ernesto Riva, ''Manuale di filosofia. Dalle origini a oggi'', p. 153.</ref>}}
== Il pensiero scientifico ==
=== Il triangolo, i fluidi, la probabilità, le invenzioni ===
Tra i suoi apporti matematici vi è il [[triangolo di Pascal]] (noto in [[Italia]] come ''[[Triangolo di Tartaglia]]''), che è un modo di presentare i [[coefficiente binomiale|coefficienti binomiali]], e porta appunto il suo nome, anche se i matematici conoscevano tali coefficienti già da tempo.
[[File:Arts et Metiers Pascaline dsc03869.jpg|thumb|La Pascalina (1652)]]
Inoltre, il suo notevole contributo nello studio dei fluidi ([[fluidodinamica|idrodinamica]] e [[idrostatica]]); in particolare si incentrò sul principio di [[idraulica|fluido idraulico]]. Le sue invenzioni comprendono la [[pressa idraulica]] (che usa la pressione per moltiplicare la forza) e la [[Siringa (attrezzo medico)|siringa]]. Pascal chiarificò anche concetti quali "[[pressione]]" (la cui unità di misura porta il suo nome) e "[[vuoto (fisica)|vuoto]]": riguardo alla pressione, formulò il cosiddetto [[principio di Pascal]], ovvero il principio secondo il quale la pressione esercitata in un punto qualunque di un liquido incomprimibile, si trasmette inalterata in tutti gli altri punti di tale liquido<ref>{{Cita|Turchetti|p. 73}}.</ref>; riguardo al vuoto, invece, riuscì a dimostrarne l'esistenza, confutando quindi il pensiero della fisica antica, che lo negava. Fece inoltre delle brillanti considerazioni sulla [[teoria della probabilità]], e all'età di sedici anni elaborò anche un trattato sulle [[sezione conica|sezioni coniche]]. Nel 1654, spinto dall'interesse di un amico in problemi legati alle scommesse, avviò una corrispondenza con [[Pierre de Fermat|Fermat]] e stese un piccolo saggio sulle [[probabilità]].
Pascal è anche considerato uno dei precursori dell'[[informatica]] poiché, appena diciottenne, progettò e costruì circa cinquanta esemplari di un [[Calcolo meccanico|calcolatore meccanico]], detto [[Pascalina]], capace di eseguire addizioni e sottrazioni<ref>{{Cita libro |autore=Autori varî |capitolo=L'autorità della ragione nel Pascal scienziato |titolo=L'incerto potere della ragione |curatore=G. Pezzino |città=Catania |editore=CUECM |anno=2005 |pp=109-138}}</ref>.
=== Il Teorema di Pascal ===
{{vedi anche|Teorema di Pascal}}
[[File:Pascal's theorem.png|thumb|Teorema di Pascal]]
Un altro suo importante apporto alla matematica è il [[Teorema di Pascal]], che è uno dei teoremi-base della [[Sezione conica|teoria delle coniche]]. Premesso che sei punti ordinati A1, A2, A3, A4, A5, A6 di una conica individuano un [[esagono]] inscritto in essa, il teorema di Pascal fornisce una condizione grafica caratteristica affinché un dato esagono sia inscrivibile in una conica.
Poiché una conica è individuata da 5 suoi punti, tale teorema fornisce una condizione affinché un sesto vertice dell'esagono appartenga alla conica individuata dagli altri 5 vertici di tale poligono. La condizione è la seguente: siano A1, A2, A3, A4, A5, A6 sei punti dati ordinatamente nel piano e siano B1, B2, B3 i punti comuni, rispettivamente, alle rette A1-A2 e A4-A5, alle rette A2-A3 e A5-A6, alle rette A3-A4 e A6-A1; i sei punti appartengono
== Il pensiero filosofico ==
=== I ''Pensieri'' ===
{{vedi anche|Pensieri
[[File:Pascal Pajou Louvre RF2981.jpg|thumb|Scultura di [[Augustin Pajou]] (1730–1809) - [[Museo del Louvre]]. Pascal che studia la [[cicloide]]: ai suoi piedi le pagine sparse dei ''Pensieri'', a destra il libro aperto delle ''Lettere provinciali''.]]
Secondo alcuni autori Pascal progettava di scrivere un'immensa opera in cui riversare tutto il suo genio: una ''[[Apologetica|Apologia]] del [[Cristianesimo]]'', una difesa contro i libertini e gli atei che, a suo dire, chiunque l'avesse letta per intero avrebbe dovuto infine confessare la sua fede cristiana o ammettere la sua completa follia{{sf}}. Secondo altri, invece, il progetto di una grande opera non fu mai nelle intenzioni di Pascal{{sf}}. In realtà di questo ambizioso progetto, incompleto a causa della sua morte prematura a soli trentanove anni, restano dei frammenti sparsi, intitolati ''[[Pensieri (Pascal)|Pensieri]]'' (in francese, ''Les pensées''), pubblicati postumi, nel 1670<ref name="Esposito" />.
Pascal infatti aveva l'abitudine, quando aveva un qualche progetto letterario, di elaborare e revisionare le frasi e i vari capitoli tenendo tutto a mente, avendo una [[memoria (psicologia)|memoria]] prodigiosa, e di scriverli su carta solo quando fosse convinto della loro forma definitiva. Perciò iniziò a scrivere i ''Pensieri'', almeno come appunti sparsi, solo quando capì che la malattia non gli avrebbe permesso di portare a compimento l'opera. Alcuni di essi furono scritti (dai suoi familiari e amici fidati) sotto sua dettatura, perché alla fine non era più nemmeno in grado di scrivere<ref>{{Cita testo |url=https://books.google.it/books?id=wChHAwAAQBAJ&pg=PT15&dq=Pascal+apologia+del+Cristianesimo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj395aynaDkAhXMpYsKHfyyCdAQ6AEIMDAB#v=onepage&q=Pascal%20apologia%20del%20Cristianesimo&f=false |autore=Alberto Peratoner |titolo=Pascal |editore=Corriere della Sera |anno=2014}}</ref>.
==== L'uomo fra due abissi ====
La filosofia di Pascal ha come centro la profonda analisi della condizione umana, in rapporto alla verità divina rivelata dal [[Gesù|Cristo]]. Egli scrive:{{citazione|[…] Noi navighiamo in un vasto mare, sempre incerti e instabili, sballottati da un capo all'altro. Qualunque scoglio, a cui pensiamo di attaccarci e restare saldi, vien meno e ci abbandona e, se l'inseguiamo, sguscia alla nostra presa, ci scivola di mano e fugge in una fuga eterna. Per noi nulla si ferma. […]|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 72}}
Dunque, per Pascal la condizione umana è nient'altro che estrema precarietà, impossibilità di raggiungere punti fermi, insanabile contraddizione fra il volere e l'ottenere, volubilità e continuo movimento nell'avere e nel volere stesso. L'uomo è una pura contraddizione in sé, posto tra ''i due abissi dell'infinito e del nulla'', fra l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo, fra l'essere spirituale (eterno) e l'essere corporeo (temporale). L'uomo non può sapere né ignorare totalmente. In sostanza: {{citazione|[…] che cos'è l'uomo nella natura? Un nulla in confronto all'infinito, un tutto in confronto al nulla, un qualcosa di mezzo fra nulla e tutto. […]|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 72}}
Per descrivere la natura umana, Pascal ha preso come maestri [[Epitteto]] e [[Michel de Montaigne]], oltre a rimandarsi a [[Pico della Mirandola]]<ref>B. Pascal, ''Colloquio con il Signore di Sacy su Epitteto e Montagne'' in B. Pascal, ''Pensieri'', a cura di [[Paolo Serini]], Einaudi, Torino, 1967, pagg. 423–439</ref>; il primo infatti ha evidenziato la grandezza e la dignità dell'uomo, che, pur essendo un essere infinitamente piccolo e debole, può ritrovare il suo valore nella propria coscienza e nel proprio pensiero. Montaigne, invece, ne ha evidenziato soprattutto la debolezza, tracciando un limite al suo conoscere e al suo vivere, pur sostenendo anch'egli la duplice natura (misera e dignitosa) dell'uomo. Infine, Pico della Mirandola ha espressamente parlato della dignità dell'uomo, che, unico fra le creature, può scegliere che creatura essere. Pascal scrive ancora<ref>{{Cita|Pensieri|p. 27}}.</ref>: {{
In sostanza, Pascal vuole dare all'uomo l'autentica misura della sua condizione, ché è un intreccio di ''"angelo"'' e di ''"bestia"''. Inoltre, secondo Pascal, l'uomo vive perennemente nell'illusione e nell'errore, indotti soprattutto dall'immaginazione, lasciandosi ingannare persino dai principi etici e morali, che mutano in realtà da luogo a luogo, da tempo a tempo, dimostrandone la relatività; quest'ultimo pensiero, che era stato usato dagli stessi libertini per sostenere la loro posizione, viene rivoltato da Pascal contro la limitatezza della ragione umana, che non basta mai a ==== Il ''divertissement'' ====
Un punto molto importante della filosofia pascaliana è la critica al ''divertissement'', inteso da lui nel senso originale di ''deviazione'' e ''allontanamento'' (dal latino ''devertere'', cioè ''deviare'', ''allontanarsi''). Tale divertimento non è dunque la festa o il gioco, ma è ogni azione e attività che conduce l'uomo "lontano" dal pensare a se stesso e dal considerare la propria interiorità<ref>Ernesto Riva, ''Manuale di filosofia. Dalle origini a oggi'', ed.Lulu.com p.153 e sgg.</ref>.
L'uomo ricerca cioè ogni forma di divertimento (e anche di impegno in un'attività o un'occupazione più gratificante) come uno strumento di distrazione, un diversivo che è in realtà un risibile tentativo di sottrarsi a ciò che genera infelicità nella sua misera vita: l'ignoranza, il pensiero della morte, la propria pochezza ecc<ref>Blaise Pascal, ''Della necessità della scommessa'', Roma, Edizioni Studio Tesi, 1994, p. 59.</ref>.
Egli scrive infatti: {{citazione|[…] ho scoperto che tutta l'infelicità degli uomini proviene da una cosa sola: dal non saper restare tranquilli in una camera. […] ho voluto scoprirne la ragione, ho scoperto che ce n'è una effettiva, che consiste nella infelicità naturale della nostra condizione, debole, mortale e così miserabile che nulla ci può consolare quando la consideriamo seriamente.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 139}}
Il divertimento, per Pascal, è dunque la peggiore e la più vasta piaga del mondo, in quanto ogni uomo cerca di "distrarsi" dalla propria condizione ''debole, mortale e così miserabile'', per questo si disperde in infinite attività che lo illudono e, al contempo, si impegna egli stesso a illudere gli altri. L'uomo è sempre in movimento, ma, se si ferma, sente il nulla; ma stare sempre in movimento è dannoso, poiché l'uomo è vero solo nella ''stasi''; lo ''stare tranquillo in una camera'' non sarebbe dunque la causa dell'infelicità, ma solo la rivelazione di tale infelicità, che in realtà è sempre presente.
Quindi, per la vita di un cristiano, dice Pascal, il ''divertissement'' è una cosa ignobile e assai pericolosa, in quanto solo nella meditazione (una sorta di ''otium'' latino) l'uomo può, riconoscendo la propria miseria, accostarsi a Dio Gesù attraverso la preghiera e il pensiero. In altri suoi pensieri, poi, dice: {{citazione|Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno deciso di non pensarci per rendersi felici.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 168}} {{citazione|L'unica cosa che ci consola dalle nostre miserie è il divertimento, e intanto questa è la maggiore tra le nostre miserie.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 171}}
Il divertimento è la nostra più grande miseria poiché, per Pascal, ci distoglie dalla nostra unica dignità e ricchezza, cioè il pensiero, con l'illusione della dignità stessa (cioè lo svago). Infatti, l'uomo non ha dignità se non nel riconoscere che è senza dignità, e questo lo rende più di una ''bestia'', anche se egli continua a esser meno di un ''angelo''. Nel divertimento non ci si può dunque accostare a Dio, perché tale accostamento dev'essere l'umiliazione (e quindi il riconoscimento) di se stessi e della propria infinita miseria di fronte all'Onnipotente, per riceverne così la Sua misericordia e la Sua Grazia.
=== La critica alla "casistica" ===
[[File:Blaise Pascal 1423.jpg|thumb|Ritratto]]
Pascal ottenne fama anche per il suo forte attacco alla "[[casistica (teologia)|casistica]]"<ref>Michele Federico Sciacca, ''Opere complete: Pascal'', Marzorati, 1962, p. 103 e sgg.</ref>, ovvero un metodo [[etica|etico]] usato dai pensatori cattolici dell'inizio dell'era moderna (specialmente i [[Gesuiti]]); esso era un sistema di interpretazione accomodante verso le debolezze umane, che riconduceva tali atti (cioè i peccati) a una casistica che li classificava e li valutava in modo tale da ridurre la colpa (e quindi la penitenza) del peccatore.
Pascal, nelle sue ''Lettres provinciales'' (''Lettere provinciali''), denunciò la casistica come un mero utilizzo di ragionamenti vuoti e complessi per giustificare il [[lassismo]] morale dell'epoca e ridurre
Lo stesso [[Papa Alessandro VII]], spinto anche dalle ''Lettere provinciali'' di Pascal, condannò diverse proposizioni e tesi dei gesuiti casisti.
=== Il Dio dei filosofi e quello dei cristiani ===
Dunque, la miseria dell'uomo, secondo Pascal, è di essere senza Dio; la sua natura è decaduta dalla natura immortale e divina in cui era nato, a causa del [[peccato originale]]:
{{citazione|Dio ha creato l'uomo con due amori, l'uno per Dio, l'altro per se stesso; ma con questa legge: che l'amore di Dio doveva essere infinito, cioè senza altro limite che Dio stesso, e l'amore di se stesso doveva essere limitato, e riferito a Dio. L'uomo, in questa condizione, non solo si amava senza peccato, ma non poteva amarsi che senza peccato. Poi, venuto il peccato, l'uomo perdette il primo di questi due amori, ed essendo rimasto solo l'amore di sé in quella grande anima capace di un amore infinito, l'amor proprio si è esteso e diffuso nel vuoto che l'amore di Dio ha lasciato; e così ha amato solo se stesso, e tutte le cose per se stesso, cioè infinitamente. Ecco l'origine dell'amor proprio, il quale era naturale in Adamo, e giusto nella sua innocenza; ma è diventato colpevole e smodato, in seguito al peccato.|Blaise Pascal, lettera inviata alla sorella in occasione della morte del padre, 17 ottobre 1651}}
L'uomo, abbandonato con il peccato l'amore per Dio, ha nell'anima uno spazio vuoto di dimensione infinita (prima occupato dall'amore per Dio), che tenta di riempire con l'amore proprio e verso i beni terreni, che vengono quindi investiti di amore infinito che non sono in grado di soddisfare, essendo finiti. Da ciò deriva il senso di finitezza e incompletezza che, secondo Pascal, fa parte della natura umana<ref>M. Schoepflin, ''La felicità secondo i filosofi'', Roma, Città Nuova, 2003, p. 97 e sgg.</ref>.
Con queste parole rimarcava la differenza fra un Dio che è pensato solamente come Architetto dell'universo, come Ente meccanico e non come Essere libero, Padre degli uomini e nostro Salvatore, che opera nella storia per amore; in Pascal vi è anche un riferimento ==== Le critiche al
Pascal ebbe anche modo di scontrarsi
Seguendo il percorso razionale di Cartesio, Pascal critica ciò a cui giunge il filosofo con la sua ragione, ovvero la dimostrazione dell'esistenza di Dio attraverso il ''metodo del dubbio''. Quando infatti Pascal nega il mero "Dio dei filosofi", si riferisce soprattutto al Dio pensato da Cartesio come ''motore dell'universo''.
Dice, infatti: {{citazione|Non posso perdonarla a Cartesio, il quale in tutta la sua filosofia avrebbe voluto poter fare a meno di Dio, ma non ha potuto evitare di fargli dare un colpetto al mondo per metterlo in moto; dopo di che non sa più che farne di Dio.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 77}}
Pascal si riferisce al pensiero di Cartesio secondo cui noi abbiamo certezza del mondo fisico solo perché vi è un Dio a darne garanzia; tuttavia, critica Pascal, tale divinità non sarebbe affatto utile, ma una semplice idea usata per dare ragione di altre cose. Cartesio, dunque, secondo Pascal si dimentica che Dio non è una semplice ''macchina'' che serve a muovere ogni altra macchina, ma è il Dio di infinito amore e misericordia di cui scrive poi nel ''Memoriale''.
Altre due critiche precise mosse da Pascal contro il pensiero di Cartesio sono la negazione del ''conatus recedendi'' (la forza centrifuga che animerebbe tutti i corpi) e degli ''spiriti vitali'' (cause delle passioni), e la critica alla spiegazione dell'[[Eucaristia]] data dallo stesso Cartesio (''unione dell'[[anima]] di Gesù Cristo alla materia dell'[[Ostia (liturgia)|ostia]], e dunque l'ostia sarebbe l'intero [[corpo umano|corpo]] di Cristo'').
Riguardo
Ciò richiederebbe
=== La scommessa di Pascal ===
{{vedi anche|Scommessa di Pascal}}
Pascal afferma che bisogna, dopotutto, "scommettere" sull'esistenza di Dio. Bisogna, cioè, decidere di vivere come se Dio ci fosse o come se Dio non ci fosse; non si può non scegliere, poiché il non scegliere è già una scelta. In realtà, come dice il commentatore pascaliano [[Jacques Chevalier]], la scommessa è meno banale e superficiale di quanto sembri: infatti, egli dice: {{
Ovvero, "scommettendo" che Dio non esiste, non si vince nulla, ma si perde tutto (cioè il bene finito); al contrario, "scommettendo" che Dio esiste si vince tutto (cioè la beatitudine eterna ==== Esteriorità
Inoltre, per coloro che mancassero totalmente di fede, dice che, essendo
Quest'espressione ''vous abêtira'' (traducibile anche "vi abbruttirà", "vi istupidirà", "vi umilierà"), apparentemente sconcertante, si riferisce alla tesi secondo cui la fede deve investire non soltanto lo spirito dell'uomo, ma anche l'automa che è nell'individuo, cioè il complesso delle abitudini che fissano la fede stessa e contribuiscono a sottrarla al dubbio. Pertanto, assumendo cartesianamente che le bestie siano solo macchine, Pascal propone di farsi meccanismo in nome del bene.
In quest'ultima frase Pascal si riallaccia soprattutto al [[Vangelo]], dove è scritto, per esempio: {{citazione|Allora Gesù li fece venire avanti e disse: “Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il Regno dei Cieli. In verità vi dico: chi non accoglie il Regno di Dio come un bambino, non vi entrerà.”|Lc, 18,16-17}}
A tale proposito è utile ricordare anche la predicazione di [[San Giovanni Battista]], che cita il [[profeta Isaia]]: {{citazione|[…] Preparate la via del Signore,<br />raddrizzate i suoi sentieri!<br />Ogni burrone sia riempito,<br />ogni monte e ogni colle sia abbassato;<br />i passi tortuosi siano diritti;<br />i luoghi impervi spianati.|Lc, 3,4-5}}
Dunque, Pascal afferma che la sottomissione alle formalità religiose non ha valore di per sé, ma ha valore in quanto umilia i superbi, rendendoli ''come bambini'', pronti a ricevere la Grazia divina. Come dice in un suo altro pensiero: {{citazione|Significa proprio essere superstizioso voler fondare la propria speranza nelle formalità; ma significa essere superbo non volersi sottomettere a esse.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 249}}
Questo concetto apologetico della religione cristiana<ref>Battista Mondin, ''Storia della metafisica'', vol. 3, Bologna, Edizioni Studio Domenicano, 1998, p. 203.</ref> è spiegato ancor meglio in un suo altro pensiero, dove dice: {{citazione|Le altre religioni, come per esempio le pagane, sono più popolari, perché si fondano sull'esteriore; ma non sono fatte per le persone intelligenti. Una religione puramente intellettuale sarebbe più adatta per gli intellettuali, ma non servirebbe al popolo. Soltanto la religione cristiana è proporzionata a tutti, perché fatta di esteriore e di interiore. Essa eleva il popolo all'interiorità e abbassa i superbi all'esteriorità, e non è perfetta senza questi due aspetti, perché il popolo deve sentire lo spirito della lettera e le persone intelligenti devono sottomettere il loro intelletto alla lettera.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 251}}
Per Pascal è altresì vero che, proprio perché la vera cristianità si trova in un punto mediano tra esteriorità e interiorità, allora: {{citazione|Esistono pochi veri cristiani, intendo dire di fede. Ce ne sono tanti che credono, ma per superstizione; ce ne sono tanti che non credono, ma per dissolutezza; pochi stanno tra gli uni e gli altri. Non includo tra costoro quelli che sono di costumi veramente e profondamente pii e tutti coloro che credono per un sentimento del cuore.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 256}}
=== Spirito di geometria e spirito di finezza ===
Infine, Pascal, attraverso la sua filosofia, si accosta anche alle discipline [[scienza|scientifiche]], facendo delle importanti considerazioni. Infatti, secondo lui, la conoscenza umana è limitata sempre dai due abissi dell'infinito e del nulla, dai quali nessun uomo (e quindi nessuna scienza) può prescindere. Il pensiero è infatti ovviamente finito, e coloro che hanno indagato la [[natura]] hanno invece pensato di poterne scoprire i principi primi e ultimi (cioè il tutto), che però si trovano proprio al "limite" di tali abissi infiniti (infinitamente grande e infinitamente piccolo). Pascal, dunque, afferma che del mondo si può avere solo una conoscenza limitata, parziale, ma comunque valida. Detto ciò, fa una differenza sostanziale nel campo della conoscenza, cioè, afferma che ci sono due possibili forme di conoscenza, che partono da fondamenti diversi: la prima è data dal cosiddetto "spirito di [[geometria]]" (''esprit géométrique)''<ref>B. Pascal, ''De l'Esprit géométrique et de l'Art de persuader''.</ref>, ed è appunto la conoscenza scientifica e analitica, ottenuta con procedimenti perfettamente geometrici e razionali, seppur lontani dall'uso comune. L'altra forma di conoscenza è quella data dallo "spirito di finezza" (''esprit de finesse''), ed è la conoscenza [[esistenzialismo|esistenziale]] dell'uomo, dei moti della sua [[anima]], dei principi che governano la sua sfera spirituale; inoltre è di tipo sintetico, questo tipo di conoscenza si rivolge ai principi e fenomeni di "uso comune" e riesce a cogliere tali fenomeni nella loro interezza e complessità. Pascal dice che lo "spirito di geometria" non è sufficiente per comprendere la realtà, poiché non arriva a capire i fondamenti dell'esistenza umana, ed è così limitato; infatti, ogni scienza che non consideri l'uomo è una scienza inutile, se non addirittura dannosa. Per comprendere i temi esistenziali dell'uomo si ha invece bisogno del ''"cuore"'', che per Pascal non è nulla di [[romanticismo|romantico]] o irrazionale, ma è il centro pulsante dell'interiorità umana, lo strumento dello "spirito di finezza"<ref>Hans U. von Balthasar, ''Gloria. Una estetica teologica'', vol. 3, Milano, Editoriale Jaca Book, 1986, p. 166.</ref>. Famosa è la sua frase: {{citazione|Il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce […]. Io dico che il cuore ama l'Essere universale naturalmente, e ama se stesso naturalmente, […] e si indurisce contro l'uno o l'altro, a sua scelta. […]|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 277}}
Dunque, il cuore non agisce irrazionalmente, ma ha dei precisi procedimenti che seguono un'altra specie di "ragione", differente dalla "ragione scientifica". Egli dice anche, in tre pensieri: {{citazione|È il cuore che sente Dio, e non la ragione. Ed ecco che cos'è la fede: Dio sensibile al cuore, e non alla ragione.|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 278}} {{citazione|Quanta distanza c'è tra la nostra conoscenza di Dio e l'amarlo!|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 280}} {{citazione|Conosciamo la verità non solo con la ragione, ma anche con il cuore; ed è in questo secondo modo che conosciamo i principi primi, e inutilmente il ragionamento, che non vi ha parte, si industria di combatterli. […]|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 282}}
{{Vedi anche|Inabitazione}}
Tuttavia, Pascal non approva lo "spirito di finezza" senza lo "spirito di geometria", poiché, se lo "spirito di geometria" senza lo "spirito di finezza" è sterile e vano, lo "spirito di finezza" senza lo "spirito di geometria" è debole, e non potrà discendere fino ai principi più profondi e più veri dell'uomo. In sostanza, per Pascal la scienza e la filosofia non hanno due direzioni totalmente differenti, né tanto meno si avversano l'un l'altra, ma sono l'una il completamento dell'altra. Pascal è dunque uno dei primi pensatori che hanno tentato di conciliare la scienza (che si fonda sullo "spirito di geometria") e la fede (che si fonda sullo "spirito di finezza"), ponendo i due campi complementari e necessari l'uno all'altro. Infine, Pascal conclude così il suo pensiero: {{citazione|[…] Sappiamo di non sognare; per quanto siamo impotenti a darne le prove con la ragione, questa impotenza ci porta a concludere per la debolezza della nostra ragione, ma non per l'incertezza di tutte le nostre conoscenze […]. Infatti la conoscenza dei principi primi […] è più salda di qualunque altra che ci viene dai nostri ragionamenti. E proprio su tali conoscenze del cuore e dell'istinto la ragione deve appoggiarsi, e su di esse fondare tutto il suo ragionamento. […] Questa impotenza non deve dunque servire ad altro che a rendere umile la ragione -la quale vorrebbe giudicare di tutto-, ma non già a combatter la nostra certezza […].|Blaise Pascal, ''Pensieri'', 282}}
== Proposta di beatificazione ==
In un articolo del 2012, il direttore di ''Repubblica'' [[Eugenio Scalfari]], che era dichiaratamente ateo, scrisse una lettera aperta all'allora Pontefice [[Papa Benedetto XVI|Benedetto XVI]], che si concludeva con la proposta di beatificazione:
{{citazione|Agostino fu molte cose insieme arrivando fino a Calvino, a Giansenio e a Pascal. Se volesse dire qualche cosa di veramente attuale Papa Ratzinger dovrebbe dare inizio alla beatificazione di Pascal ma mi rendo conto che nel mondo dei Bertone, della Curia romana e delle attuali Congregazioni, questo sì, sarebbe un gesto radicale verso la modernità. Non lo faranno mai.
Il pontificato lezioso andrà avanti finché potrà, poi non ci sarà il diluvio ma una pioggia da palude piena di rane, zanzare e qualche anitra selvatica. Quanto di peggio per tutti.|Eugenio Scalfari, "Da Pacelli a Ratzinger la lunga crisi della chiesa", su ''[[la Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', 27 maggio 2012<ref>Citato integralmente da {{cita web | curatore = on. [[Manuela Ghizzoni]] | url = https://www.manuelaghizzoni.it/2012/05/27/da-pacelli-a-ratzinger-la-lunga-crisi-della-chiesa-di-eugenio-scalfari/ | titolo = Da Pacelli a Ratzinger la lunga crisi della chiesa }}</ref><ref>{{cita web | autore = Mauretta Capuano | url = http://www.ansa.it/web/notizie/unlibroalgiorno/news/2012/09/21/-passione-etica-_7508339.html | titolo = 'La passione dell'etica' di Eugenio Scalfari - Recensione | editore = [[ANSA]].it | urlarchivio = https://archive.is/20200110001036/http://www.ansa.it/web/notizie/unlibroalgiorno/news/2012/09/21/-passione-etica-_7508339.html | urlmorto = no | accesso = 10 gennaio 2020 }}</ref><ref name="scalfari_8lug2017" /><ref>{{cita web | autore = [[Piergiorgio Odifreddi]] | url = http://odifreddi.blogautore.repubblica.it/2017/07/13/santo-pascal-ora-pro-nobis/ | titolo = Santo Pascal, ora pro nobis | data = 13 luglio 2017 | sito = La Repubblica }}</ref>}}
Pascal fu l'autore delle ''Lettere a un provinciale'' e un temuto critico dei gesuiti nel XVII secolo<ref>{{cita web | curatore = Roberta Sciamplicotti | url = https://it.aleteia.org/2017/07/12/filosofo-blaise-pascal-beatificato-da-papa-francesco/ | titolo = Il filosofo Blaise Pascal verrà presto beatificato da Papa Francesco? | data = 12 luglio 2017 | urlarchivio = https://archive.is/20200110001637/https://it.aleteia.org/2017/07/12/filosofo-blaise-pascal-beatificato-da-papa-francesco/ | urlmorto = no | accesso = 10 gennaio 2020 }}</ref>. Ciononostante, la proposta fu ripresa nel 2017 con [[papa Francesco]]<ref name="scalfari_8lug2017">{{cita web | autore = [[Eugenio Scalfari]] | url = http://www.repubblica.it/vaticano/2017/07/08/news/scalfari_intervista_francesco_il_mio_grido_al_g20_sui_migranti_-170253225/?ref=search | titolo = Scalfari intervista Francesco: "Il mio grido al G20 sui migranti" | data = 8 luglio 2017 | editore = [[la Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] | urlarchivio = https://archive.is/20200110001806/https://www.repubblica.it/vaticano/2017/07/08/news/scalfari_intervista_francesco_il_mio_grido_al_g20_sui_migranti_-170253225/?ref=search&refresh_ce | urlmorto = no | accesso = 10 gennaio 2020 |citazione=Santità, se me lo consente ora vorrei io porle due domande. Le ho già prospettate un paio di volte nei miei recenti articoli, ma non so come Lei la pensa in proposito. “Ho capito, lei parla di Spinoza e di Pascal. Vuole riproporre questi suoi due temi?”.}}</ref><ref>{{cita web | url = https://www.ilsussidiario.net/news/cronaca/2017/8/21/blaise-pascal-beato-le-randellate-di-scalfari-a-le-monde-ma-che-articoli-pubblicate/778920/ | titolo = Le randellate di Scalfari a Le Monde: “ma che articoli pubblicate?” | data = 21 agosto 2017 }}</ref>, ma non ha avuto un seguito dal punto di vista canonico. La biografia di Blaise Pascal e i ''Pensieri'' sono stati oggetto di citazioni da parte del papa in occasione di visite pastorali e udienze pubbliche<ref>{{cita web | url = http://gsearch.vatican.va/search?as_q=%22blaise+pascal%22&q=%22blaise+pascal%22&btnG=Cerca+in&site=default_collection&client=default_frontend&output=xml_no_dtd&proxystylesheet=default_frontend&sort=date:D:L:d1&entsp=a__policy_documenti&wc=200&wc_mc=1&oe=UTF-8&ie=UTF-8&ud=1&exclude_apps=1&filter=0&ulang=it&ip=84.223.69.107&access=p&entqr=3&entqrm=0&start=0 | titolo = Citazioni della vita e delle opere di Blaise Pascal | urlmorto = sì }}</ref>. Il 19 giugno [[2023]] papa Francesco ha scritto una [[lettera apostolica]], ''Sublimitas et miseria hominis'', nel quarto centenario della nascita del filosofo<ref>{{cita web|url=https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2023/06/19/0451/01010.html|titolo=Lettera Apostolica Sublimitas et miseria hominis del Santo Padre Francesco nel IV centenario della nascita di Blaise Pascal|sito=vatican.va|data=19 giugno 2023|accesso=19 giugno 2023}}</ref>.
== Fortuna ==
La fortuna del pensiero di Pascal, specialmente la riflessione sull'esprit de finesse contrapposto allo spirito di geometria, si ritrova, per esempio, in [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], nel filosofo statunitense [[Ralph Waldo Emerson]], in [[Martin Heidegger]] e altri. La sua influenza teologica e [[mistica]] è poi evidente in [[Søren Kierkegaard]] e [[Arthur Schopenhauer]] per quanto riguarda la filosofia e in [[Alessandro Manzoni]], [[Fëdor Dostoevskij]] e [[François-René de Chateaubriand]] per quanto riguarda la [[letteratura]].
== Opere ==
* ''Essai pour les coniques'' (''Saggio sulle coniche''), 1640
* ''Expériences nouvelles touchant le vide'' (''Nuove esperienze riguardanti il vuoto''), 1647
* ''Récit de la grande expérience de l'équilibre des liqueurs'' 1648
* ''Préface sur le Traité du vide (Prefazione al Trattato del vuoto),'' 1651
* ''Traité de la pesanteur de la masse de l’air'', 1651-1653
* ''Traité du triangle arithmétique'' (''Trattato del triangolo aritmetico''), 1654
* ''Mémorial'' (''Memoriale''), 1654
* ''[[Le provinciali|Les Provinciales (Correspondances)]]'' (''Le lettere provinciali''), 1656-1657
* ''Élément de géométrie'' (''Elementi di geometria''), 1657
* ''De l'Esprit géométrique et de l’Art de persuader'' (''Dello spirito di geometria''), 1657
* ''L'art de persuader'' (''L'arte di persuadere''), 1657
* ''Histoire de la roulette'', 1658
* ''L’Art de persuader'', 1660
* ''De l'équilibre des liqueurs'' (''Dell'equilibrio dei liquidi''), 1663 (postuma)
* ''De la pesanteur de l'air'' (''Della pesantezza dell'aria''), 1663 (postuma)
* ''[[Pensieri (Pascal)|Pensées]]'' (''Pensieri''), 1670 (postuma)
* ''Abrégé de la vie de Jésus-Christ'' (testo ritrovato verso il 1840, pubblicato nel 1846)
* {{Cita libro|titolo=Compendio della vita di Gesù Cristo|altri=A cura di [[Michele Ranchetti]]|editore=Quodlibet|città=Macerata|anno=1995}}
== Filmografia ==
* ''[[Blaise Pascal (miniserie televisiva)|Blaise Pascal]]'', miniserie televisiva per la regia di [[Roberto Rossellini]] (1972)
== Note ==
<references/>
== Bibliografia ==
* {{cita libro | cognome= Pascal| nome= Blaise | titolo=Pensées, opuscules et lettres| curatore =Philippe Sellier| città = Parigi | editore = Garnier| anno = 2010}} (edizione critica)
* {{cita libro | cognome= Pascal| nome= Blaise | titolo= Opere complete. Testi francesi e latini a fronte| curatore= Maria Vita Romeo | editore= Bompiani |città=Milano | anno= 2020 |ISBN=978-88-301-0105-0}}
* {{cita libro | cognome= Pascal| nome= Blaise | titolo= Pensées| curatore= Léon Brunschvicg | anno= 1897 |città=Parigi}} (la numerazione dei ''Pensieri'' nelle citazioni si riferisce a questa edizione).
* {{cita libro | cognome= Pascal| nome= Blaise | titolo= Pensieri| curatore= C. Vozza | editore= Guaraldi | anno= 1995 |ISBN= 88-8049-041-9 |cid= Pensieri |url= https://books.google.it/books?id=u6YaYs_--GoC&source=gbs_navlinks_s}}
* Blaise Pascal, ''Œuvres complètes'', texte établi, présenté et annoté par Jacques Chevalier, Bibliothèque de la Pléiade, Parigi, Gallimard, 1936-1998.
* Madame Périer (Gilberte Pascal, 1620-1687), ''Vita di Pascal'' (1670), Edizioni della Normale, Pisa, 2013 (biografia di Pascal scritta dalla sorella).
* [[Donald Adamson]], ''Blaise Pascal: mathematician, physicist and thinker about God'', St. Martin's Press, Londra, 1995, ISBN 0-333-55036-6.
* [[Adriano Bausola]], ''Introduzione a Pascal'', Laterza, Bari, 1996.
* Simone Fermi Berto, ''Dio esiste, me lo ha detto Kant'', capitolo 3 (Pascal: Dio di Abramo, non dei filosofi), Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo 2013, ISBN 978-88-215-7918-9.
* Francis Coleman, ''Neither angel nor beast: the life and work of Blaise Pascal'', Routledge & Kegan Paul, New York, 1986, ISBN 0-7102-0693-3.
* [[Thomas Stearns Eliot]], ''Introduzione alle Pensées di Blaise Pascal'', in ''Opere'', RCS libri, Milano, 1971.
* {{cita libro | cognome= Turchetti | nome= Enrico | coautori= Romana Fasi | titolo= Elementi di Fisica | editore= Zanichelli | città=Bologna | edizione= 1 | anno= 1998 | ISBN= 88-08-09755-2 | cid= Turchetti | url= https://books.google.it/books?id=17cjPQAACAAJ}}
* Magda Fontanella, ''Buon compleanno Pascal'', Cargeghe, Editoriale Documenta, 2023, Isbn 978-88-6454-479-3 (include ''Vita di Pascal scritta dalla sorella Gilberte Périer'', ''Dalle memorie del Padre Beurrier sulla morte di Pascal'', ''Il testamento di Pascal'').
* "Pascal" in AA.VV., ''Dialoghi oltre il tempo e lo spazio. Il convivio impossibile dei grandi della filosofia'', Edizioni Giuseppe Laterza, 2024, pp. 25-34 e 99-102.
== Voci correlate ==
* [[Apologetica]]
* [[Chiesa
* [[Cratere Pascal]]
* [[Cristianesimo]]
* [[Fluidodinamica]]
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* ''[[Pascal (linguaggio)|Linguaggio di programmazione Pascal]]''
* [[Pascal (unità di misura)]]
* [[Pascalina]]
* [[Pascalizzazione]]
* [[Pensieri (Pascal)]]
* [[Pressione]]
* [[René Descartes]]
* [[Scommessa di Pascal]]
* [[Vuoto (fisica)]]
* [[Carrosse à cinq sols]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{SEP|pascal|Blaise Pascal|Desmond Clarke}}
* {{cita web|url=http://www.penseesdepascal.fr/|titolo=L’édizione elettronica dei ''Pensieri'' di Blaise Pascal|lingua=fr}}
* {{cita web|url=http://oregonstate.edu/instruct/phl201/modules/Philosophers/Pascal/pascal.html|titolo=Pascal: biografia e opere dal sito dell'Università dell'Oregon|lingua=en|accesso=20 settembre 2015|dataarchivio=28 settembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150928013051/http://oregonstate.edu/instruct/phl201/modules/Philosophers/Pascal/pascal.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=https://www.maths.tcd.ie/pub/HistMath/People/Pascal/RouseBall/RB_Pascal.html|titolo=Analisi delle opere matematiche di Pascal|lingua=en}}
* {{cita web|url=http://www.disf.org/Blaise-Pascal|titolo=Pascal - Voce enciclopedica del Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede (DISF)}}
* {{cita web|url=http://erewhon.ticonuno.it/arch/rivi/campus/rovatti.htm|titolo=Commento e riflessione storico-filosofica sulla ''scommessa'' pascaliana|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20060610051606/http://erewhon.ticonuno.it/arch/rivi/campus/rovatti.htm}}
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