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{{Divisione amministrativa
|Nome=Allai
|Nome ufficiale={{lingue|it|sc}}Àllai
|Panorama=
|Didascalia=
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|Partito=[[lista civica]]
|Data elezione=31-5-2015
|Data rielezione=26-10-2020
|Data istituzione=
|Sottodivisioni=
|Divisioni confinanti=[[Busachi]], [[Fordongianus]], [[Ruinas]], [[Samugheo]], [[Siamanna]], [[Siapiccia]], [[Villaurbana]]
|Zona sismica=4
|Gradi giorno=969
|Nome abitanti={{it}}allaesi<br/>{{sc}}''allaesus''▼
▲|Nome abitanti=allaesi
|Patrono=[[Spirito santo]]
|Festivo=16 maggio
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|PIL procapite=
|Mappa=Map of comune of Allai (province of Oristano, region Sardinia, Italy) - 2016.svg
|Didascalia mappa=Posizione del comune di Allai all'interno della provincia di Oristano
}}
'''Allai''' (
== Geografia fisica ==
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== Storia ==
{{NN|storia|ottobre 2019}}
Il territorio fu abitato fin dalla preistoria, rimangono del periodo varie tombe dei giganti e menhir oltre ai numerosi e successivi [[nuraghi]].
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In epoca romana era un punto di passaggio tra [[Forum Traiani]] e l'interno, resta del periodo un ponte romano (Ponti Ecciu) in trachite rossa locale, a poche centinaia di metri dall'abitato. Il ponte venne poi restaurato nel periodo giudicale nel 1157 regnante il giudice dell'Arborea Barisone I di Lacon-Serra.
Le prime notizie storiche del paese risalgono al 1341 quando viene citato nelle Rationes Decimarum per un versamento alla Chiesa per conto del “presbitero Dominico Loche rectore ecclesiarum S. Marie de villa Allay et S. Marie de villa Barbagiani”.
Nei documenti dei secoli successivi, sotto la dominazione prima aragonese-catalana e poi spagnola il nome diventa Alay e Alai per diventare l'attuale nei primi dell'Ottocento.
Nella
Tra i dieci firmatari locali figurano il majore ville Petro Pistis oltre a quattro giurati per cui doveva trattarsi di un piccolo villaggio in quanto nel capitolo XVI della Carta de Logu viene stabilito che la “villa manna” debba avere dieci giurati e la “villa picinna” cinque.
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Alla sua morte del 1427 il Barigadu spettò con altri territori al secondogenito Salvatore mentre il marchesato andò al primogenito Antonio che morì nel 1463 consentendo al fratello di diventare marchese e riunendo il Barigadu al marchesato.
Salvatore Cubello
Dopo alcuni anni, smembrato il marchesato, il Barigadu fu concesso in feudo con diploma del re Ferdinando il 10 febbraio 1481 al catalano Gaspare Fabra per la fedeltà e i servizi resi nel soffocare la rivolta di alcune città castigliane negli anni precedenti.
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La causa per il possesso del feudo durò molti anni per la crisi dovuta alla guerra di successione spagnola dal 1700 al 1708 e si concluse solo nel 1715, con la Sardegna che nel frattempo era passata prima agli Austriaci dal 1708 al 1717, nuovamente agli Spagnoli dal 1717 al 1720 e infine ai Savoia.
Rientrata in possesso del feudo, Isabella morì nel 1718 lasciando erede il figlio [[Guiso (famiglia)|Pietro Manca Guiso]]. Gli succedette, nel 1721, il primogenito Antonio Giuseppe, confermato con diploma del re Vittorio Amedeo II di Savoia, e che dispose in testamento in favore del figlio Francesco de Paola Guiso che subentrò nel 1738 sotto la tutela della madre.
Nel 1728 erano presenti 123 famiglie con 419 abitanti mentre nel 1751 le famiglie erano rimaste 123 con 427 abitanti di cui 227 maschi e 200 femmine.
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Alla morte di Giovanni Guiso, avvenuta nel 1776, succedette il figlio Raffaele Manca Guiso fino al 1788 quando il fisco si impossessò dei feudi da lui lasciati.
Ne seguì una trattativa con [[Guiso (famiglia)|Maddalena Manca Guiso]] sorellastra di Raffaele che rinunziò al feudo del Barigadu de Josso che nel 1790 diventò patrimonio demaniale.
Sembrava finita la secolare oppressione feudale che appena l'anno seguente terminarono le trattative da parte di Teresa Delipari di Sassari per l'acquisto del feudo che diventò marchesato di Busachi. Il prezzo d'acquisto fu stabilito in 264
Nel 1798 il fisco citò in giudizio la marchesa per il mancato versamento degli interessi pattuiti e la stessa si difese sostenendo che i vassalli avevano rifiutato di versarle i diritti dei quali era investita e il fisco non l'aveva difesa contro i medesimi vassalli davanti alla [[Reale Udienza di Sardegna|Reale Udienza]].
Successivamente la marchesa ricorse al re Vittorio Emanuele per accettare la restituzione di Fordongianus e Villanova Truschedu in cambio dei debiti ancora pendenti, la restituzione fu perfezionata con carta reale del 29 aprile 1810.
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La situazione per gli ex vassalli non migliorò di molto.
In quegli anni la popolazione passò dai 536 abitanti del 1838 ai 577 del 1844 e ai 580 del 1848. "Nascevano ordinariamente dai 25 ai trenta bambini all'anno mentre i morti erano da 15 a 20. La speranza di vita era compresa tra i cinquanta e i sessanta anni. La pastorizia e l'agricoltura erano le principali attività. Si potevano contare circa 2.600 capi di bestiame di cui 300 manze e vacche, 50 cavalle, 1.000 pecore, 1.000 capre, 100 porci e 150 [[Animale da soma|giumenti]]. Venivano seminati: grano (l. 29.520), orzo (l.14.760), fave (l. 9.840) lino (l. 19.680) cicerchie (l. 2.460) mentre negli orti si producevano meloni, zucche, pomodori, piselli, fagioli, lattughe cipolle e cardi. I vini prodotti erano di poca quantità ma di gran bontà e per colmare il fabbisogno si ricorreva agli atzaresi. Una dozzina di persone si dedicava professionalmente alla pesca di anguille, muggini, trote e saboghe nel vicino fiume. Le donne, assai laboriose, si occupavano di filare e tessere e dei tessuti ne fanno smercio con i rivenditori erranti. Era attivo oltre al Consiglio Comunitativo, anche il Monte di soccorso e la scuola normale con alcuni alunni".(Angius).
Con la fusione perfetta della Sardegna al resto del regno del 1848 la provincia di Oristano fu abolita e Allai entrò a far parte della divisione amministrativa di Cagliari e dal 1859 con la ricostituzione delle province, di quella di Cagliari, per rimanervi per oltre un secolo, fino al 1974 quando venne istituita nuovamente la provincia di Oristano.
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Nel secondo dopoguerra la popolazione dopo aver raggiunto i 783 abitanti nel censimento del 1961 diminuì rapidamente a causa dell'emigrazione in cerca di lavoro e della scarsa natalità, per arrivare a meno dei quattrocento abitanti attuali, tornando ai numeri di tre secoli fa.
=== Simboli ===
Lo stemma e il gonfalone del comune di Allai sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 15 novembre 2006.<ref>{{cita web|titolo= Allai (Oristano) D.P.R. 15.11.2006 concessione di stemma e gonfalone |url= https://presidenza.governo.it/onorificenze_araldica/araldica/emblemi/2006/comuni/Allai.html |accesso= 23 luglio 2022 }}</ref>
{{citazione|Stemma [[semipartito troncato]], con la fascia in filetto di rosso sulla troncatura: il primo, di verde, alle cinque [[Spiga di grano|spighe di grano]], impugnate, d'oro, legate di argento; il secondo, d'oro, al [[Uva (araldica)|grappolo]], di porpora, unito al tralcio di verde, in fascia, pampinoso di due, dello stesso; il terzo, di azzurro, al ponte di tre archi, d'oro, murato di nero, uscente dai fianchi, con l'impalcato convesso, l'arco centrale maggiore. Ornamenti esteriori da Comune.}}
Il gonfalone è un drappo di bianco fiancheggiato a destra e a sinistra di rosso.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
=== Architetture religiose ===
*
* [[Chiesa della Madonna del Rimedio (Allai)|Chiesa della Madonna del Rimedio]]
*La casa sull'albero▼
=== Altri monumenti ===
==Società==
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{{Demografia/Allai}}
==
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
{{ComuniAmminPrec
|31 maggio 2015
|26 ottobre 2020
|Antonio Pili
|Lista civica "Sempre uniti con Allai"
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|26 ottobre 2020
|in carica
|Antonio Pili
|Lista civica "Ancora insieme per Allai"
|Sindaco
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
== Sport ==
=== Calcio ===
La squadra di calcio della città è la ''Società Polisportiva Allai 1980'' che milita nel girone
== Note ==
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* Riparto dei diritti feudali da corrispondersi dai vassalli del Villaggio d'Allai al Marchese di Busachi (1830) (Archivio di Stato di Cagliari).
* Registri dello Stato Civile (Comune di Allai).
* [[Pasquale Tola]], ''Codex Diplomaticus Sardiniae'', Torino, 1861-
** {{Cita libro|titolo=Codex diplomaticus Sardiniae|volume=1|editore=Stamperia reale|città=Torino|anno=1861|lingua=la|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=10406883}}
** {{Cita libro|titolo=Codex diplomaticus Sardiniae|volume=2|editore=Stamperia reale|città=Torino|anno=1868|lingua=la|url=https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=10415610}}
* Goffredo Casalis - Vittorio Angius, Dizionario Geografico – Storico – Statistico –Commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, Torino 1833-1856.
* Francesco Corridore, Storia documentata della popolazione di Sardegna (1479-1901), Torino 1902.
* {{cita libro|||Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna|2006|Carlo Delfino editore|Sassari|curatore=[[Manlio Brigaglia]], Salvatore Tola|url=http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4463&id=589019|isbn=88-7138-430-X}}
* {{cita libro|1=|2=|3=Grande Enciclopedia della Sardegna|4=2007|5=Newton&ComptonEditori|6=Sassari|curatore=Francesco Floris|url=http://www.sardegnacultura.it/j/v/321?s=7&v=9&c=2475&c1=28430&o=1&na=1&n=10|accesso=5 dicembre 2012|dataarchivio=11 giugno 2012|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120611055129/http://www.sardegnacultura.it/j/v/321?s=7&v=9&c=2475&c1=28430&o=1&na=1&n=10|urlmorto=sì}}
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
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* {{cita web|http://www.comunas.it/allai/|La scheda del comune nel portale ''Comunas'' della Regione Sardegna}}
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