Attilio Prevost (ingegnere): differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Pulizia degli spazi intorno ai segni di punteggiatura., replaced: , , → , (2), ,L → , L, , → , , P.1 → p. 1 |
|||
(48 versioni intermedie di 13 utenti non mostrate) | |||
Riga 14:
|Attività2 = imprenditore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , famoso per le innovazioni apportate alle [[moviola|moviole]] e ai [[Proiettore cinematografico|proiettori]] delle [[Officine Prevost]] Milano ([[1913]]-[[1991]]) e della Prevost Italy S.r.l., fondata nel [[1991]]
|Immagine = Attilio-Prevost-Jr.jpg
|Didascalia = Attilio Prevost nel 1958
}}
== Biografia ==
Attilio Prevost nasce a Torino da Augusto Prevosto e Carolina Goffi (nel [[1956]] cambia il cognome nell'originaria versione francese).
Riga 26:
== Vita professionale ==
=== Gli inizi con lo zio
Il padre di Attilio, già socio dell'orologeria “Rocca” di Torino, era stato convinto dal fratello [[Attilio Prevost (1890-1954)|Attilio Prevost]], a vendere le sue quote e la sua abitazione di Torino e trasferirsi con la famiglia a Milano per acquistare
I due fratelli con [[Elena Lanzoni Prevost|Elena Prevost]], moglie e alter ego imprenditoriale di [[Attilio Prevost (1890-1954)|Attilio Prevost]]<ref name="Documento_depositato">Cfr. Mandato Generale di Attilio Prevost in favore di Elena Lanzoni. Atto notarile depositato presso il tribunale di Milano, il 10/05/1915, n.5200 di repertorio - n.2224 di registro, firmato dal notaio Giuseppe Ghislanzoni e da Attilio Prevost.</ref>), comprano nel 1937<ref>
Attilio Jr. entra in azienda nell'ottobre del 1945 e comincia a seguire lo zio sia nella parte tecnologica che in quella inventiva dei prodotti.
Attilio Prevost Jr. si dimostra un ingegnere particolare, capace di unire alla conoscenza della tecnologia e per l'ottica di precisione, quella per la poesia e la musica, un mix raro che, unito a una profonda umiltà e generosità portava sentimenti di stima e ammirazione in tutti quello che lo incontravano.
Nel 1953 Attilio Jr. diventa direttore delle Officine Prevost.
Il 26 agosto del 1954, dopo la scomparsa dello zio Attilio, entra a far parte della società insieme alla zia Elena (Presidente dell'azienda fino al 1965) ed alla cugina Annamaria Lari Prevost, nipote abiatica di [[Elena Lanzoni Prevost|Elena Prevost]], che Attilio Prevost aveva adottato come figlia nel 1953, e che sarà titolare e Presidente dell’azienda dal 1965 alla cessazione della stessa nel 1991.
{{vedi anche|Attilio Prevost (1890-1954)}}
=== Il fotocoagulatore Raverdino ===
Nel 1952 Attilio Sr. incarica Attilio Jr. di realizzare un prodotto lontano dal cinema ma sempre nell'ambito dell'[[ottica]] di precisione. Si tratta di un fotocoagulatore per la retina dell'occhio che trae spunto da quello che era stato inventato dal medico tedesco [[Gerhard Meyer-Schwickerath]]. Con la consulenza del professor Emilio Raverdino e anni di prove e sperimentazioni condotte da Attilio Jr., nell'agosto del 1957<ref>
=== Il successo della moviola e dei proiettori 16/35mm ===
La vocazione alla progettazione di modelli sempre più perfezionati, unita all'impostazione più propriamente industriale degli studi d'ingegneria, porta Attilio Jr. ad imprimere una forte diversificazione ed accelerazione della produzione.
Dal 1952 iniziano ad essere progressivamente sostituiti tutti i precedenti modelli denominati “Fulgor“
Si susseguono i modelli P10, P30 e P40; nel 1959 entra in produzione il modello P55<ref>
Alla fine degli anni Cinquanta, Attilio Prevost Jr. progetta una nuova [[moviola]] combinata 16/35mm, a 4 o a 6 piatti, capace di sopperire alle nuove necessità di montaggio derivate dalla diffusione della televisione in Italia. La nuova moviola, consente di cambiare il formato in pochi secondi con teste scorrevoli e rulli a doppio passo 16mm e 35 mm insieme. Anche i proiettori, come per esempio il P. 70, saranno in seguito migliorati con quei dispositivi.
Si tratta di una vera rivoluzione, capace di diventare in breve marchio distintivo dell'azienda, e di far guadagnare a [[Cinecittà]] ad Attilio Prevost Jr. l'appellativo di “re delle moviole”<ref>
=== Il P.70 “la Ferrari dei proiettori” ===
Alla fine degli anni Cinquanta dall'America arriva il nuovo sistema di proiezione [[Todd-AO]]<ref>
=== La croce di malta per il proiettore P.16 ===
I proiettori Prevost caratterizzati dalla lettera P seguita da un numero (ad esempio P/10, P/30, P/55 ecc.) furono introdotti a partire dal 1953: i modelli precedenti erano identificati da un nome dedicato (Alfa, Fulgor, Magnus, Impero ecc.) in particolare il proiettore 16mm a “ Croce di Malta “ Mod P/16 entrò in produzione nel 1960.
La collaborazione tra la Prevost e la soc. Zeiss Ernemann inizio dalla collaborazione tra l’Ing Gruber della Zeiss Ernemann e l’Ing Attilio Prevost Jr nei primi anni ’60.
Quella collaborazione, che si protrasse per oltre 20 anni, portò alla commercializzazione da parte Zeiss Ernemann dei proiettori Prevost 16 e 70 mm marcati dalla Zeiss Ernemann P/16 E P/70 Favorit in alcune aree geografiche mondiali.
Queste informazioni sono rilevabili dai registri di produzione della Prevost spa conservati presso la Prevost srl.
▲Tra l'ingegner Gruber della Zeiss e l'Ingegner Attilio Jr. si instaurò rapidamente un forte rapporto di reciproca stima professionale e di amicizia. Ne seguirono anni di collaborazione e reciproca soddisfazione che culminarono con la selezione da parte della Zeiss del proiettore Prevost P70, che completava la loro gamma di produzione allora mancante di un proiettore 70mm. Il proiettore Prevost P70, marcato Zeiss Favorit, venne distribuito dalla Zeiss in grande numero in tutto il mondo, compreso, nel 1969, nel rinnovato [[Ziegfield Theatre]] di [[New York]]<ref> Kurt Michel, Herbert Tümmel, Die Wissenschaftliche und Angewandte Photographie - ISBN 978-3-7091-8312-0 (Print) 978-3-7091-8311-3 (Online)</ref>, con i suoi 1100 posti uno dei cinema più grandi d'America, poi utilizzato per molte prime mondiali fra le quali, nel novembre del 77, quella di ''[[Incontri ravvicinati del terzo tipo]]'' di [[Steven Spielberg]].
=== La Camera a bolle ===
Dal 1960 Attilio jr. progetta e mette in produzione una nuova apparecchiatura nell'ambito della ricerca scientifica. Si tratta di un'evoluzione della [[camera a nebbia]], un complesso di proiezione simultanea di tre e quattro pellicole impressionate da camera a bolle per effettuare lo scanning delle immagini relative agli eventi nucleari verificatesi nella camera stessa. Il dispositivo viene messo in produzione dal 1960 al 1965 e viene venduto ai laboratori di ricerca di fisica di tutto il mondo, dal [[CERN]] di [[Ginevra]]<ref>
Nel 1965, alla morte di [[Elena Lanzoni Prevost]], Presidente dell'azienda, si costituirono le "Officine Prevost s.a.s. di Annamaria Lari Prevost & C.".<ref>Atto registrato presso Camera di Commercio di Milano il 22 giugno 1965 al n.20855</ref> Annamaria Lari Prevost, nipote di Elena e [[Attilio Prevost (1890-1954)|Attilio Prevost]], fu
=== Gli anni d'oro del cinema ===
Negli [[anni 1970|anni settanta]] Attilio Prevost Jr. progetta modelli sempre più sofisticati delle ormai note moviole combinate 16/35mm, che iniziano ad essere prodotte anche in una versione ad otto piatti e in un'altra, particolarmente destinata al mercato estero, con dieci piatti e [[schermo]] in trasparenza verticale. Sempre negli anni Settanta si arriva alla produzione di una moviola che consente di registrare direttamente le [[piste sonore]]. Di questo periodo l'attività di progettazione di Attilio Prevost Jr. porta anche alla registrazione di alcuni brevetti internazionali<ref>
Nel decennio 1970/1980 in Italia la quota di mercato dell'azienda nel settore dei proiettori è del 20 per cento, in quello delle moviole dell'80 per cento. Il personale delle Officine Prevost, subito dopo la Seconda Guerra Mondiale composto da
La [[Rai]] utilizza quasi esclusivamente moviole Prevost: solo nella [[sede Rai di Milano]] sono più di sessanta, fra queste la famosa moviola utilizzata con regolarità a partire dal 1967 nella trasmissione la [[Domenica Sportiva]] su [[RaiUno]]. L'International Recording, principale [[studio di doppiaggio]] e registrazione romano frequentato da attori come [[Fred Astaire]], [[Richard Burton]], [[Ava Gardner]], [[Richard Johnson (attore)|Richard Johnson]], [[Elizabeth Taylor]], [[Raquel Welch]] e, tra gli altri, da registi come [[John Huston]], [[Bob Fosse]], [[Vincente Minnelli]], [[Orson Welles]] e [[Pier Paolo Pasolini]], [[Mario Monicelli]] e [[Sergio Leone]], a metà degli [[anni 1960|anni sessanta]] ha 23 moviole Prevost.
Il professor Brandolini, docente di Storia, teoria e tecnica del montaggio all'[[Università Cattolica del Sacro Cuore|Università Cattolica di Milano]] e responsabile del settore lavorazioni cinematografiche ed elettroniche della Rai fino al 1993, sostiene che: "Le moviole Prevost erano estremamente affidabili e assomigliavano a carri armati tedeschi”. Del resto, in tutti i suoi modelli di proiettori, le [[Officine Prevost]] hanno da sempre privilegiato un sistema di costruzione molto robusta, con organi sovradimensionati e materiali altamente selezionati dalla durata praticamente illimitata e con necessità di assistenza veramente esigua.
=== Da Orson Welles ai Beatles ===
Le innovazioni tecnologiche introdotte da Attilio Prevost Jr, “degno prosecutore della tradizione di creatività applicata all'industria caratteristica della famiglia”<ref>
In quel periodo con i clienti, siano essi proprietari di cinema, montatori, registi o capi di Stato, si instaurano rapporti molto personali, anche grazie al fatto che quasi ogni modello venduto dall'azienda viene fatto su misura per soddisfare le richieste di ciascuno e ciò richiedeva lunghi studi di Attilio Jr. con gli utilizzatori finali degli apparecchi.
Il Re del [[Marocco]] e lo Scià di Persia se le facevano fare tutte personalizzate, un'azienda di [[Damasco]] ne ordinò una color rosa violetto, [[Orson Welles]] ogni volta che iniziava la lavorazione di un film ne voleva una nuova e ne discuteva le caratteristiche preferibilmente al tavolo di un ristorante. L'ultima, uno speciale modello di moviola con registrazione magnetica, gli venne consegnata pochi mesi prima della sua scomparsa, avvenuta nel 1985, direttamente nella sua casa a [[Beverly Hills]], in [[Hollywood Boulevard]], dove la inaugurò insieme al montatore [[Jonathan Daniel Brown]].
I [[Beatles]] a [[Londra]] nel [[1964]], aiutarono personalmente
[[Herbert Von Karajan]] era un altro cliente molto esigente ed affezionato. "Apportare i tagli – diceva il Maestro Von Karajan riferendosi alla fase di montaggio del film- è importante, come dirigere un'orchestra"<ref name="Vaughan-Karajan-Longanesi 264">
=== I collaboratori della progettazione ===
E poi [[Federico Fellini]], [[Luchino Visconti]], [[Ermanno Olmi]], [[Ingmar Bergman]], e tanti altri registi e montatori, come [[Roberto Perpignani]] o [[Nino Baragli]], evocati anche nei ricordi dei più fedeli collaboratori di Attilio Prevost Jr., fra i quali si annoverano i rappresentanti, anche amici e collaboratori nella progettazione: Pesciarelli, Palladino, Tinuper, Rinaldi, Violante, Pasquali, Cerri, Cassiani, Burlando e il tecnico delle grandi installazioni all'estero, Pajola.
=== L'ingresso del figlio Paolo Prevost ===
Nel
=== La fine delle moviole ===
Riga 88 ⟶ 91:
Alla fine degli anni Ottanta l'introduzione delle nuove apparecchiature digitali porta a un veloce crollo del mercato delle moviole. Attilio Prevost Jr. comprende che si tratta di un'evoluzione inarrestabile e che un'intera officina specializzata in uomini e macchine di meccanica non può essere trasformata in elettronica.
Il cinema italiano, evocato nel 1988 nel film [[Nuovo Cinema Paradiso]] di [[Giuseppe Tornatore]], in cui nella sequenza del proiettore inventato che va a fuoco a lungo viene inquadrato il marchio Prevost fra le fiamme, entra in crisi.
L'organico delle Officine Prevost SPA si riduce a un centinaio di unità, con un'ulteriore diminuzione quando in tutto il mondo, nel giro di pochi anni, il mercato delle moviole cessa di esistere facendo concentrare la produzione della Prevost SPA unicamente sui proiettori.
=== La crisi dopo la Guerra del Golfo ===
La situazione, aggravata dalla [[Guerra del Golfo]], con il conseguente blocco del forte mercato medio orientale, porta la società, nel 1991
=== La Prevost Italy S.r.l. ===
Il magazzino e parte delle apparecchiature tecniche vengono rilevate da Paolo Prevost che insieme a nuovi soci apre a Settimo Milanese la Prevost Italy Srl, azienda tuttora attiva nel settore delle
Sino a due anni prima della sua scomparsa, avvenuta il 15 marzo 2010, all'età di 91 anni, Attilio Prevost Jr. collabora alla Prevost Italy srl, restando non solo memoria storica di un'epoca e della tradizione di una fabbrica di famiglia, ma anche continuo punto di riferimento per il mondo della cinematografia.
== Note ==
Riga 101 ⟶ 104:
== Bibliografia ==
* AA.VV, ''Television measuring projector for bubble chamber photographs - Nuclear Instruments and Methods'' – Vol. 58 - Issue 2, Elsevier Science, 1968, pp.
* M. Bocciolini, G. Di Caporiacco, A. Landi, G. Parrini, ''A method for digitizing projected bubble chamber pictures -Nuclear, Instruments and Methods'' - Vol.161 - Issue 3
* Giuseppina Bock Berti, Alessandro Porro, ''Raverdino's Photocoagulator, in Moergeli C. (ed.) Actes du 7e colloque des conservateurs des musées d'histoire des sciences médicales'', Zurigo, Svizzera, «Les objets médicaux et leurs textes», Lyon, Fondation Mérieux, 8-10 settembre 1994 1996, pp.
* Vincenzo Buccheri, Luca Malavasi, ''La materia dei sogni. L'impresa cinematografica in Italia'', Carocci, 2005
* Gian Piero Brunetta, ''Cent'anni di cinema italiano'', Roma-Bari, Laterza, 1995.
* [[Gianni Canova]] e Luisella Farinotti, ''Atlante del cinema italiano Corpi, paesaggi, figure del contemporaneo'', Marsilio, 2009
* Roger Crittenden, Fine Cuts, ''The arts of European Film Company'', CRC Press, 2012
* [[Franca Faldini]], [[Goffredo Fofi]], (a cura di), ''L'avventurosa storia del cinema italiano: 1933 1959'', Milano, Feltrinelli, 1979.
* [[Franca Faldini]], [[Goffredo Fofi]], ''Il cinema italiano d'oggi: 1970-1984'', Milano, Mondadori, 1984
* Renée Gatignol, Roger Prud'homme, ''Mechanical and Thermodynamical Modeling of Fluid Interfaces (Université Pierre et Marie Curie & CNRS, France) - Series on Advances in Mathematics for Applied Sciences: Volume 58'', World Scientific Publishing Co, 2001
Riga 115 ⟶ 118:
* Michela Greco, ''Il digitale nel cinema italiano'', Lindau, 2002
* Thomas Hauerslev, ''70mm Projectors Today in Cinema Technology Magazine, numero 5'', 4 luglio 1992
* Lorenzo Lorusso, Giuseppina Bock Berti, Antonia Francesca Franchini, Alessandro Porro, ''Raverdino and Meyer-Schwickerath's photocoagulators: cinematography apparatus for neuro-ophthalmology diseases, Journal of the History of the Neurosciences - Basic and Clinical perspectives, vol. 17, n. 2'', April-June 2008, ISSN 0964-704X, pp.
* Stefano Masi, ''Nel buio della moviola'', Lanterna Magica cooperativa cinematografica L'Aquila
* Ilario Meandri, ''International Recording (1959-1969) - Indagine sulle memorie orali'', Kaplan, 2013 ISBN 978-88-89908-82-2
Riga 122 ⟶ 125:
* [[Roberto Perpignani]], ''Dare Forma alle emozioni'', Falsopiano, 2006
* [[Roberto Perpignani]], ''Il montaggio cinematografico, in Storia del cinema mondiale, vol. 5'', Giulio Einaudi Editore, 2001
* Alessandro Porro, ''Considerazioni sul fotocoagulatore di Raverdino, speciale Cuore, Anno IX, nº 3-4 Dicembre 1994, supplemento'', ISSN 0394-4352, pp.
* Alessandro Porro, ''Un sole che distrugge, un sole che risana: industria cinematografica e strumentazione oftelmologica, in Medicina cinema e teatro'', a cura di Carlo Cristini e Alessandro Porro, Rudiano, GAM editrice, 2009, ISBN 978-88-89044-60-5
* Karel Reisz, Gavin Millar, ''The Technique of Film Editing, 2nd Edition'', Focal Press, 2009
* Roberto Schiavone, ''Montare un film, Dino Audino'', 2002 ISBN 978-88-7527-144-2
* Roger Vaughan, ''Herbert Von Karajan'', Longanesi & c., 1986
* Peter Voswinckel, ''Meyer-Schwickerath, Gerhard in Neue Deutsche Biographie (NDB'') - Band 17, Berlin, Duncker & Humblot, 1994, ISBN 3-428-00198-2, S. 384 f.
|