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|siglaStato = ITA
|città = {{simbolo|Turin coat of arms.svg}} [[Torino]]
|circoscrizione = {{simbolo|Circoscrizione 1.png}} [[Circoscrizioni e quartieri di Torino|ICircoscrizione Circoscrizione1]]
|distretto =
|quartiere = [[Centro storico di Torino|Centro]]
|cap = 10122
|tipo = piazza
|lunghezza =
|superficie = 3600 m²
|pavimentazione = selciato
|intitolazione = [[Savoia (regione storica)|La regione storica della Savoia]]
|costruzione = 1714
|progettista = [[Michelangelo Garove]]
|intersezioni = Viavia della Consolata (nordN-sudS)<br />via Corte d'Appello /e via del Carmine (estE-ovestO)
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|intersezioni = Via della Consolata (nord-sud)<br />via Corte d'Appello / via del Carmine (est-ovest)
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|coordinate regione =
}}
'''Piazza Savoia''' (comunemente detta "Piazza obelisco") è una delle piazze[[piazza]] del [[Torino centro|centro storico di Torino]], dinel [[TorinoQuadrilatero Romano]]. SitaSi trova tra Viavia Corte d'Appello e Viavia della Consolata, e rappresenta uno degli scorci più curiosi della città, per via dell'imponente [[obelisco]] che troneggia al suo centro. Mantenne il suo nome anche dopo la caduta della monarchia nel [[1946]] perché{{cn|È intitolata alla regione, oggi francese, della [[Savoia (regione storica)|Savoia]], eun nontempo allapossedimento [[Casadel Savoia|Casaregno Reale]].di SeparaSardegna, sull'assesebbene est-ovest,comunemente viasi Cortepensi dsia dedicata all'Appelloomonima dadinastia viaregnante del[[Casa CarmineSavoia]].}}
 
'''Piazza Savoia''' è una delle piazze del [[Torino centro|centro storico]] di [[Torino]]. Sita tra Via Corte d'Appello e Via della Consolata, rappresenta uno degli scorci più curiosi della città, per via dell'imponente obelisco che troneggia al suo centro. Mantenne il suo nome anche dopo la caduta della monarchia nel [[1946]] perché intitolata alla regione, oggi francese, della [[Savoia (regione storica)|Savoia]] e non alla [[Casa Savoia|Casa Reale]]. Separa, sull'asse est-ovest, via Corte d'Appello da via del Carmine.
 
==Storia==
Anticamente fu la [[Porta cittadina|porta]] occidentale (per molti storici la "Decumana") al fondo del [[decumano]] maximo (attuale [[Via Garibaldi (Torino)|via Garibaldi]]), che portava direttamente alla strada delle Gallie, e appartenente alla primitiva [[castrum romano|cinta romana]] della città romana [[III secolo]].
===Il nome===
Progettata nel Settecento da [[Michelangelo Garove]], a seguito dell'ampliamento cittadino voluto da [[Vittorio Amedeo II di Savoia]], essa era nota come "Piazza Susina", per via della sua prossimità alla "Porta Susina", presso le attuali [[Via Garibaldi (Torino)|via Garibaldi]] e via della Consolata. Quando lo stato sabaudo vacillò nel [[1796]] e il re [[Carlo Emanuele IV di Savoia]] venne costretto all'esilio (8 dicembre [[1798]]), i francesi giunsero in città e, tra i primi provvedimenti, vi fu anche quello di mutare i nomi delle strade e delle piazze; Piazza Susina non fece eccezione e, negli anni dell'occupazione prima giacobina e poi napoleonica, si chiamò ''Place de France''.<ref>{{cita libro|Alberto|Viriglio|Torino Napoleonica|editore=Viglongo|città=Torino|anno=1905|p=22|isbn=no}}</ref>
Restaurata la monarchia e cancellata la denominazione imposta dai francesi, la piazza mutò nome in Piazza Paesana, per la vicinanza con l'omonimo [[Palazzo Saluzzo di Paesana]] di via della Consolata. Nel [[1860]], infine, prese il nome attuale.<ref>{{cita libro|Giuseppe|Torricella|Torino e le sue vie|città=Torino|anno=1868|p=247|isbn=no}}</ref>
 
===Piazza Segusina===
===Il Monumento alle leggi Siccardi===
Nel [[VI secolo]], l'antica porta romana prese poi il nome di ''Secusina'', ''Segusina'' o ''Susina'', poiché da lì si usciva verso la via per la [[Val di Susa]]. Intorno al [[X secolo]], la Porta Segusina ospitò un piccolo castello-fortificazione per i nobili [[arduinici]]<ref>{{cita web|https://giuseppeallamano.consolata.org/index.php/in-relazione-con/allamano-e-consolata/1614-la-chiesa-di-s-andrea-di-torino-ora-santuario-della-consolata|La chiesa di S. Andrea di Torino, ora santuario della Consolata}}</ref>, dei quali la più famosa fu la contessa [[Adelaide di Susa]], ma, ormai in disuso, il conte [[Pietro II di Savoia]] la fece abbattere intorno al [[1250]], per riedificarne nuova. Fra il [[XII secolo]] e il [[XIII secolo]] fu quindi utilizzata come frequente passaggio della diramazione meridionale della [[Via Francigena]], il percorso dei pellegrini cristiani europei diretti alla sede dell'impero romano e passanti per il [[Colle del Moncenisio]], in questo caso attraverso le strade ''Rippolarum'' e ''Collegii'', [[Rivoli]] e [[Collegno]], località situate entrambe a ovest della capitale sabauda. In previsione dei nuovi ampliamenti della città (che avverranno però solo nel [[1620]]), la fortificazione della Porta Segusina fu definitivamente abbattuta nel [[1585]], per dare vita alla semplice Piazzetta Segusina (o Susina).
[[File:Monumento alla legge Siccardi.jpg|thumb|Antica fotografia del monumento di Piazza Savoia]]
 
La piazza è celebre oggi per l'imponente obelisco in granito di [[Baveno]], alto ventun metri, che vi venne eretto nel [[1853]], a ricordo delle [[leggi Siccardi]] del [[1850]]. L'idea di erigere un nomumento celebrativo per le discusse leggi Siccardi (che abolivano il foro ecclesiastico) fu già del [[1851]], su iniziativa della torinese ''Gazzetta del Popolo''. L'obelisco venne progettato dal pittore [[Luigi Quarenghi]] ed i sostenitori del progetto (tra cui il direttore della Gazzetta del Popolo, [[Giovanni Battista Bottero]]) proposero di sistemarlo in [[Piazza Carignano]].<br />Non senza aspre discussioni con il clero torinese, nella persona dell'arcivescovo [[Luigi Fransoni]], il 4 marzo [[1853]] venne inaugurato il monumento in Piazza Paesana, come ricorda una delle frasi incise sull'obelisco:
Nel [[1713]], con il terzo ampliamento della città da parte dei Savoia, [[Michelangelo Garove]] disegnò la pianta quadrata di quella che diventerà l'attuale piazzetta. Essa doveva essere circondata da eleganti palazzi, di cui i due più importanti sono:
* a nord, un'ala del Palazzo Martini di Cigala, elegante edificio attribuito al celebre architetto [[Filippo Juvarra|Juvarra]] (il quale prese in mano il progetto del [[Michelangelo Garove|Garove]], nel frattempo deceduto) e lo fece erigere nel [[1716]] per conto del presidente del Senato Carlo Francesco Martini Cortesia, Conte di Cigala.
* a sud un'ala del [[Palazzo Saluzzo di Paesana|Palazzo Baldassarre Saluzzo di Paesana]], senatore del [[Regno di Sardegna]] che lo fece erigere dall'architetto [[Gian Giacomo Planteri|Giacomo Plantery]] nel [[1717]], lungo via della Consolata fino a via Dora Grossa (attuale [[Via Garibaldi (Torino)|via Garibaldi]]), in direzione dei Giardini della [[Cittadella di Torino|Cittadella militare]] (oggi attuale Piazza Arbarello). Il palazzo, oltre che a conferire uno stile signorile all'isolato, fu dotato di misteriosi cunicoli sotterranei e passaggi segreti, in collegamento con le altre corti e chiese.
 
===Il nome francese===
ProgettataQuando nel Settecento da [[Michelangelo Garove1796]], a seguito dell'ampliamento cittadino voluto da [[Vittorio Amedeo II di Savoia]], essa era nota come "Piazza Susina", per via della sua prossimità alla "Porta Susina", presso le attuali [[Via Garibaldi (Torino)|via Garibaldi]] e via della Consolata. Quando lo stato sabaudo vacillò nel [[1796]] e il re [[Carlo Emanuele IV di Savoia]] venne costretto all'esilio (8 dicembre [[1798]]), i francesi giunsero in città e, tra i primi provvedimenti, vi fu anche quello di mutare i nomi delle strade e delle piazze; Piazza Susina non fece eccezione e, negli anni dell'occupazione prima giacobina e poi napoleonica, si chiamò ''Place de France''.<ref>{{cita libro|Alberto|Viriglio|Torino Napoleonica|editore=Viglongo|città=Torino|anno=1905|p=22|isbn=no}}</ref>
Restaurata la monarchia sabauda e cancellata la denominazione imposta dai francesifrancese, la piazza mutò nome in "Piazza Paesana," (per la vicinanza con l'omonimocol [[Palazzo Saluzzo di Paesana]]) dialmeno via della Consolata.fino Nelal [[1860]], infine,quando prese ill'attuale nome attuale.<ref>{{cita libro|Giuseppe|Torricella|Torino e le sue vie|città=Torino|anno=1868|p=247|isbn=no}}</ref>. In questo periodo la piazzetta fu adibita altresì ad area mercatale col nome [[Lingua piemontese|piemontese]] di ''mercà dij busiard'', ossia mercato dei rigattieri.
 
===Il Monumento alle leggi Siccardi===
[[File:Monumento alla legge Siccardi.jpg|thumb|Antica fotografia del monumento di Piazza Savoia]]
La piazzapiazzetta è celebre oggi per l'imponente obelisco in granito di [[Baveno]], alto ventun21 metri, che vi venne eretto nel [[1853]], a ricordo delle [[leggi Siccardi]] del [[1850]]. L'idea di erigere un nomumentomonumento celebrativo per le discusse leggi del ministro di giustizia e senatore conte [[Giuseppe Siccardi]] (che abolivano il foro ecclesiastico) fu già del [[1851]], su iniziativa della torinese ''[[Gazzetta del Popolo]]''. L'obelisco venne progettato dal pittore e scultore [[Luigi Quarenghi]] ede i sostenitori del progetto (tra cui il direttore della Gazzetta del Popolo, [[Giovanni Battista Bottero]]) proposero di sistemarlo in [[Piazza Carignano]].<br />Non senza aspre discussioni con ilcol clero torinese, nella persona dell'arcivescovo [[Luigi Fransoni]], il 423 marzonovembre [[1853]] venne inaugurato il monumento invenne Piazzaqui Paesanainaugurato, come ricorda una delle frasi incise sull'obelisco:
{{citazione|Abolito da Legge IX Aprile MDCCCL il Foro ecclesiastico, popolo e municipio posero IV Marzo MDCCCLIII|Epigrafe sul monumento}}
Il monumento contiene inoltre i nomi degli 800 comuni che sostennero entusiasti l'opera, scolpiti su tutti i lati.
Il giorno della posa della prima pietra, il 17 giugno [[1852]], furono murati nel basamento i numeri 141 e 142 della ''Gazzetta del Popolo'', una copia della legge Siccardi, [[Moneta|monete]], semi di [[Riso (alimento)|riso]], [[Grissino|grissini]] e una bottiglia di [[Barbera]]<ref>{{cita web|https://www.piemontetopnews.it/il-ghersino-le-petit-baton-de-turin-che-tanto-piaceva-a-napoleone/|Il ghersino, "le petit bâton de Turin" che tanto piaceva a Napoleone}}</ref>. Frutto dell'ideologia [[anticlericalismo|anticlericale]], esso fu volutamente collocato in una piazza prossima al [[Santuario della Consolata]], sede della principale devozione cittadina, e a [[Palazzo Barolo]], dove risiedeva la cattolica [[Giulia Falletti di Barolo]].
 
Significativamente esso fu collocato in una piazza prossima al Santuario della Consolata, sede della principale devozione cittadina, ed a Palazzo Barolo, dove risiedeva la cattolica [[Giulia Falletti di Barolo]]. Durante la [[seconda guerra mondiale]], i combattimenti per le strade cittadine rischiarono di abbattere l'obelisco: combattenti appostati in corso Siccardi, in direzione di [[via Cernaia]], spararono alcuni colpi di mortaio in direzione di piazza Savoia, danneggiando il monumento e facendolo vacillare; rimasto in piedi, esso venne restaurato a guerra terminata.<ref>{{cita libro|Renzo|Rossotti|Le Strade di Torino|editore=Newton Compton Editori|anno=1995|città=Roma|p=580}}</ref><br />Un secondo restauro, nel [[1993]], ne ripulì la superficie e l'ampia gradinata.
 
==Note==
<references/>
 
== Voci correlate ==
==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Category:Piazza Savoia (Turin)}}
 
* [[Luoghi d'interesse a Torino]]
{{Portale|Torino}}
 
==Altri progetti==
{{interprogetto}}
{{Portale|Torino}}
[[Categoria:Piazze di Torino|Savoia]]