Architettura barocca: differenze tra le versioni
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Infatti, caratteristiche fondamentali dell'architettura barocca sono le forme plastiche, con la predilezione delle linee [[Curva (matematica)|curve]], dagli andamenti sinuosi, come [[ellisse|ellissi]], [[spirale|spirali]] o curve a costruzione policentrica, talvolta con motivi che si intrecciano tra di loro, tanto
▲Infatti, caratteristiche fondamentali dell'architettura barocca sono le linee [[Curva (matematica)|curve]], dagli andamenti sinuosi, come [[ellisse|ellissi]], [[spirale|spirali]] o curve a costruzione policentrica, talvolta con motivi che si intrecciano tra di loro, tanto da risultare quasi indecifrabili. Tutto doveva destare [[meraviglia]] e il forte senso della teatralità spinse l'artista all'esuberanza decorativa, unendo pittura, scultura e stucco nella composizione spaziale e sottolineando il tutto mediante suggestivi giochi di luce ed ombre.
Tuttavia questa definizione non è applicabile a tutti i paesi europei; in [[Francia]], in [[Inghilterra]], in diverse regioni dell'[[Europa settentrionale]] e, successivamente, persino in [[Italia]], il Barocco fu ripreso attraverso forme derivanti dal Rinascimento e dall'architettura antica, in quello che viene definito come ''classicismo barocco''.<ref name="Dizionario voce Barocco"/>
▲|[[File:Sant Ivo Sapienza.jpg|thumb|[[Chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza]]]]
== Contesto storico ==
{{Vedi anche|Barocco}}
[[File:Lazio Roma Gesu1 tango7174.jpg|thumb|La [[chiesa del Gesù]] a [[Roma]], punto di partenza dell'[[arte della Controriforma]]]]
Il Seicento fu un periodo caratterizzato da una varietà di tendenze mai sperimentate prima. La concezione del [[cosmo]] era stata completamente rivoluzionata durante il secolo precedente, mentre le divisioni maturate all'interno della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] erano divenute il simbolo di una disintegrazione di un mondo unificato e assoluto. In campo artistico, il senso di dubbio e la conseguente alienazione dell'individuo avevano trovato espressione nel [[Manierismo]].<ref name="Schulz, p. 5">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', Milano, 1998, p. 5</ref>
Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento si possono notare mutamenti nell'atteggiamento umano.
[[Cartesio]], avendo scoperto che di tutto si poteva dubitare, arrivò alla conclusione che il dubbio rappresentava l'unica certezza; separando l'atto di dubitare da qualsiasi elemento estraneo, egli eliminava i fondamenti dello [[scetticismo filosofico|scetticismo]]. L'uomo tornò così a perseguire la sicurezza, scegliendo tra le alternative offerte dall'epoca; il nuovo mondo divenne "pluralistico", offrendo all'uomo una varietà di scelte e alternative, sia di carattere religioso che filosofico, economico e politico.<ref
Mentre l'universo [[Rinascimento|rinascimentale]] era chiuso e statico, l'atteggiamento fondamentale dell'età barocca divenne pertanto quello di appartenere ad un sistema assoluto e integrato, ma nello stesso tempo aperto e dinamico.
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La distruzione del vecchio mondo culminò con la [[guerra dei trent'anni]], che all'inizio del Seicento paralizzò buona parte dell'[[Europa centrale|Europa Centrale]].
In questo periodo la [[riforma protestante]] si diffuse in numerose regioni d'[[Europa]], dando inizio allo sviluppo di diverse [[chiese riformate]].
La conseguente [[Controriforma]], avviata dalla Chiesa cattolica col [[Concilio di Trento]], ebbe notevoli ripercussioni anche in campo artistico: fu promossa l'importanza didascalica delle immagini e furono fissate una serie di norme nelle arti per sottolineare la distinzione tra il clero ed i fedeli.<ref name="Fusco, p. 339">R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', Bari, 1999, p. 339.</ref>
Questo atteggiamento raggiunse tutte le regioni del mondo cattolico grazie all'opera dei [[Compagnia di Gesù|Gesuiti]] e, malgrado il suo carattere rigido e difensivo, favorì lo sviluppo dell'arte barocca. Infatti, nel XVII secolo la Chiesa cattolica si avviò alla ricerca di un compromesso col potere politico, cessando di combattere contro le intromissioni della realtà storica<ref>A. Hauser, ''Storia sociale dell'arte'', Torino 1956, volume II, p. 283.</ref> e cercando di conciliare le questioni di fede con quelle inerenti alla vita mondana; proprio per questo il Barocco divenne uno stile atto ad esprimere sia i dogmi della fede che le frivolezze della mondanità.<ref name="Fusco, p. 339"/>
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L'architettura barocca, che si preannunzia già alla metà del [[XVI secolo|Cinquecento]] in alcune opere di [[Michelangelo Buonarroti|Michelangelo]], si sviluppò a [[Roma]] e raggiunse i suoi massimi risultati tra il [[1630]] ed il [[1670]]; da qui si diffuse nel resto della [[penisola italiana|penisola]] e nel mondo occidentale, mentre nel [[XVIII secolo]] Roma volse di nuovo al classicismo sull'esempio di [[Parigi]].<ref name="Pevsner p. 154"/>
In [[Italia]], il primo periodo barocco corrisponde all'attività di artisti e architetti quali [[Carlo Maderno]], [[Annibale Carracci]], [[
Il secondo periodo può essere ascritto a partire dal terzo decennio del Seicento, con le opere di [[Gian Lorenzo Bernini]], [[Pietro da Cortona]] e [[Francesco Borromini]], che resero Roma il maggior centro di attrazione artistica di tutta Europa. Più precisamente, sotto i pontificati di [[papa Urbano VIII|Urbano VIII]] [[Barberini]], di [[papa Innocenzo X|Innocenzo X]] [[Pamphili]] e [[Papa Alessandro
Il termine conclusivo è legato alla decadenza della [[Santa Sede]] dopo la metà del secolo, in particolar modo dopo la morte di [[papa Alessandro VII]], nel [[1667]];<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., pp. 337-338.</ref> l'estromissione di Gian Lorenzo Bernini dal progetto di ampliamento del [[Museo del Louvre|Louvre]] coincise con l'inizio del declino di Roma come città-guida e l'affermazione di Parigi in questo ruolo.<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 341.</ref>
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L'influenza del Barocco non si limitò al solo XVII secolo; infatti, all'inizio del Settecento si affermò il [[Rococò]], che pur non essendo una semplice continuazione del primo,<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 409.</ref> può essere inteso come l'ultima fase del Barocco.<ref name="Dizionario voce Rococò">N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Rococò''.</ref>
== Caratteristiche
{{Vedi anche|Arte della Controriforma|Arte barocca}}
[[File:SCarloQuattroFontaneRome6.jpg|thumb|Interpenetrazione dello spazio nella [[Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane|chiesa di San Carlino]], Roma]]
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Caratteristiche fondamentali del Barocco sono le forme plastiche, la predilezione per le linee ricurve, anche in pianta, le composizioni spaziali complesse, l'impiego di pittura, scultura e stucco nella composizione architettonica, il sapiente uso della luce naturale, l'accentuazione scenografica, e l'uso di specchi e materiali preziosi.<ref name="Dizionario voce Barocco"/>
Il Barocco, tuttavia, non si limitò a rivedere con nuovo gusto schemi antichi, ma creò una nuova concezione spaziale, con l'interpenetrazione tra le parti derivante da una visione spaziale unitaria, di cui sono esempi significativi la [[chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane]] e [[chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza|Sant'Ivo alla Sapienza]] del [[Francesco Borromini|Borromini]], o, ancora, il [[Santuario dei Quattordici Santi]] di [[Johann Balthasar Neumann]].<ref>B. Zevi, ''Saper vedere l'architettura'', Torino 2012, pp. 88-89.</ref> In proposito, lo storico dell'arte [[Bruno Zevi]] ha definito il Barocco come ''liberazione spaziale, liberazione mentale dalle regole dei trattatisti, dalle convenzioni, dalla geometria elementare e dalla staticità, è liberazione dalla simmetria e dall'antitesi tra spazio interno e spazio esterno''.<ref>B. Zevi, ''Saper vedere l'architettura'', cit., p. 86.</ref>
[[File:Piazza San Pietro, Citta del Vaticano.jpg|thumb|[[Piazza San Pietro]], Roma]]
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== Temi dell'architettura barocca ==
=== Urbanistica ===
Nel [[1585]] [[papa Sisto V]] avviò i lavori per la trasformazione urbana di [[Roma]], dando incarico a [[Domenico Fontana]] di collegare i principali edifici religiosi della città per mezzo di grandi assi stradali rettilinei. Il piano, che aveva il compito di enfatizzare il ruolo di Roma come ''città santa'', gettò le premesse per una serie di analoghe trasformazioni in diversi centri europei.<ref>W. Muller, G. Vogel, ''Atlante d'architettura. Storia dell'architettura dalle origini all'età contemporanea. Tavole e testi'', Rozzano (Milano), 1997, p. 403.</ref>
Pertanto, alle planimetrie centralizzate e chiuse delle [[Città ideale|città ideali]] [[Rinascimento|rinascimentali]],<ref>W. Muller, G. Vogel, ''Atlante d'architettura'', cit., p. 399.</ref> si contrappose la concezione barocca della ''città capitale'', più dinamica e aperta verso i propri confini, ma al contempo punto di riferimento per l'intero territorio.
A Roma, i centri focali del panorama urbano vennero sottolineati mediante l'uso di antichi [[Obelisco|obelischi]] [[Antico Egitto|egizi]] e alte [[Cupola|cupole]]; a [[Parigi]] invece i nodi del sistema viario furono definiti per mezzo di piazze simmetriche, incentrate attorno alla statua del sovrano.▼
È nel disegno della città<ref>Questo capitolo deve molto alle tesi sviluppate da [[Christian Norberg-Schulz]] in ''Architecture du Baroque tardif et rococo'', Berger-Levrault, Parigi, 1983, pagine da 28 a 54: ''La cité''.</ref> che l'arte barocca innova davvero. Il Rinascimento italiano iniziò con una riconsiderazione della pianificazione urbanistica, ma lo fece entro i margini della città medievale "chiusa". Il barocco, a sua volta, “apre”. Esse apre la città concepita come spazio sistematizzato, avanza su infinite [[Prospettiva|prospettive]], concepisce la capitale come un centro di [[forza|forze]] che si irradiano ben oltre i suoi limiti. Non è escluso che la [[rivoluzione copernicana]] e poi quella [[Isaac Newton|newtoniana]] che poi si imposero, abbiano influenzato le menti dei governanti<ref>Se [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]], il monarca più potente del Rinascimento, afferma che il sole non tramonta mai sui suoi Stati, si trova in un sistema di pensiero precopernicano: il sole gravita attorno ai suoi Stati. Quando [[Luigi XIV di Francia]] adottò il sole come suo emblema, aveva accettato, consapevolmente o meno (le tesi di Copernico non erano ancora convalidate dalla Chiesa), la validità del modello copernicano in cui il sole è una stella attorno alla quale gravitano i pianeti, che dovrebbe essere imitato nella costruzione degli edifici e nella pianificazione urbana.</ref>, così come degli architetti e urbanisti.<ref>Hersey, George L. {{cita testo|url=http://books.google.pt?id=PIm3FGMLtgIC&pg=PA4&dq=%22baroque+architecture%22&lr=&cd=8|titolo=''Architettura e geometria nell'età del Barocco''|postscript=nessuno}}. University of Chicago Press, 2000. pp. 1-21</ref>
In generale, la piazza barocca cessò la sua tradizionale funzione civica e pubblica, per divenire mezzo di esaltazione dell'ideologia politica o religiosa, come nel caso delle cosiddette ''place-royale'' francesi (ad esempio la [[Place Dauphine]] e la [[Place des Vosges]]) e di [[piazza San Pietro]] a Roma.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 12.</ref>▼
▲A Roma, i centri focali del panorama urbano vennero sottolineati mediante l'uso di antichi [[Obelisco|obelischi]] [[Antico Egitto|egizi]] e alte [[Cupola|cupole]]; a [[Parigi]] invece i nodi del sistema viario furono definiti per mezzo di piazze simmetriche, incentrate attorno alla statua del sovrano.<ref name="Schulz, p. 12">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 12</ref>
▲In generale, la piazza barocca cessò la sua tradizionale funzione civica e pubblica, per divenire mezzo di esaltazione dell'ideologia politica o religiosa, come nel caso delle cosiddette ''
[[File:Panorama place stanislas nancy 2005-06-15.jpg|thumb|upright=3.5|center|La [[place Stanislas]] di Nancy]]
Più modesta, ma non meno rappresentativa, la [[place Stanislas]] di [[Nancy]] testimonia la fedeltà al re di Francia, la cui statua fu inizialmente eretta al centro, di fronte a un arco di trionfo in sua gloria. La piazza che unisce le due città sviluppa un nuovo asse strutturante della città, ciascuna estremità del quale è ornata da un arco in onore del duca-re e di sua moglie. La piazza era destinata a diventare cuore e centro della città, dove sarebbero stati raccolti tutti gli uffici amministrativi, e luogo di cerimonie e feste popolari<ref name="monginot">{{cita web|lingua=fr|url=http://monginot.com/ |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110920073535/http://monginot.com/ |urlmorto=sì|titolo=La Lorraibe et son historie}}</ref> all'incrocio dei due assi principali cittadini.<ref name="unesco-229-pdf">{{cita testo|url=http://whc.unesco.org/archive/advisory_body_evaluation/229.pdf|titolo=''UNESCO:Évaluation des Organisations consultatives 1983''}} {{pdf}}</ref>
=== Chiese ===
Il punto di partenza dell'architettura legata alla [[Controriforma]] può essere ricercato nella [[chiesa del Gesù]] in Roma, costruita a partire dal [[1568]] su progetto del [[Jacopo Barozzi da Vignola|Vignola]].
L'edificio, che rappresenta una sintesi tra [[architettura rinascimentale]], [[Architettura manierista|manierista]] e, naturalmente, barocca, soddisfaceva pienamente le esigenze controriformistiche: infatti, la disposizione longitudinale della pianta, con una sola grande navata, permetteva di accogliere il maggior numero di fedeli, mentre la pianta a [[croce latina]] con numerose cappelle laterali rappresentava un ritorno a quella tradizione auspicata durante il [[Concilio di Trento]].<ref name="Schulz, p. 13">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 13.</ref>
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Nella chiesa del Gesù la presenza di una [[cupola]] sottolinea la centralità dello spazio verso il fondo della [[navata]] e lascia presagire la ricerca di un'integrazione tra gli schemi longitudinali e quelli centralizzati derivati da [[Basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro in Vaticano]].<ref>D. Gioseffi, ''La cupola vaticana'', Trieste 1960, pp. 95-96.</ref> Anche la [[facciata]], costruita su progetto di [[Giacomo Della Porta|Giacomo della Porta]], sembra anticipare i temi più marcatamente barocchi, riscontrabili ad esempio nei prospetti di [[Chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano|Santa Susanna]] e [[Basilica di Sant'Andrea della Valle|Sant'Andrea della Valle]].<ref name="Fusco, p. 351">R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 351.</ref>
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Lo sviluppo dell'architettura della chiesa barocca è basato sugli stessi principi di integrazione tra gli schemi longitudinali e quelli centralizzati, nonché sul desiderio di rendere la chiesa parte dello spazio urbano circostante.
Se gli architetti manieristi alterano l'impaginazione rigorosa delle facciate rinascimentali aggiungendovi temi e [[decorazione|decorazioni]] caratterizzati da un raffinato e oscuro [[intellettualismo]], senza modificare la logica [[planimetria|planimetrica]] e strutturale delle facciate negli edifici, gli architetti barocchi modificano quell'architettura sia nelle piante, sia nelle partiture di facciata, in funzione di una concezione spaziale nuova. Le facciate delle chiese non costituiscono più la terminazione logica della sezione interna, ma divengono un organismo plastico che segna il passaggio dallo spazio interno alla scena urbana.
Pertanto, lo spazio interno, spesso definito da ellissi, viene continuamente modellato attraverso il movimento degli elementi spaziali, differenziandosi totalmente dalla concezione rinascimentale, che invece prevedeva un susseguirsi uniforme di elementi disposti in simmetria tra loro.<ref name="Schulz, p. 13"/>
Per quanto concerne gli schemi planimetrici, oltre agli impianti derivati dal tradizionale schema basilicale, l'età barocca prevede due tipologie fondamentali di schemi centralizzati: le chiese longitudinali centralizzate e le chiese a pianta centrale allungata.<ref name="Schulz, p. 13"/>
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[[File:Palazzocarignano.JPG|thumb|left|[[Palazzo Carignano]], a [[Torino]]]]
Nell'[[architettura civile]] occorre distinguere due tipi di abitazione nobiliare: il palazzo di città e la villa di campagna.<ref name="Schulz, p. 13"/>
Il palazzo italiano, seppur con alcune varianti regionali, rimase fedele alla tipologia residenziale del Rinascimento, con un corpo edilizio chiuso attorno
Generalmente i prospetti principali furono dotati di [[Avancorpo|avancorpi]] e decorati mediante l'impiego di colonne [[ordine gigante|giganti]].<ref name="Atlante p. 423">W. Muller, G. Vogel, ''Atlante d'architettura'', cit., p. 423.</ref> Si registra inoltre l'estensione dell'asse di simmetria anche all'interno dell'edificio, dove si aprono il vestibolo e la corte centrale; ad esempio, l'asse longitudinale introdotto in [[palazzo Barberini]], a Roma, contribuisce alla definizione della pianta e ne sottolinea il rapporto con l'ambiente esterno.
Peraltro, questo palazzo costituisce un punto di svolta nella tipologia delle residenze all'italiana: la pianta è ad H, con un profondo atrio che si riduce costantemente in larghezza fino ad immettere in una sala ellittica, centro nodale dell'intera costruzione.<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 380.</ref>
[[File:Luxembourg Palace.JPG|thumb|[[Palazzo del Lussemburgo]], a [[Parigi]]]]
Invece, l'abitazione urbana della nobiltà francese, denominata ''hôtel'', si richiamava allo schema delle corti medioevali;<ref name="Atlante p. 423"/> infatti, il clima rigido richiedeva una maggiore esposizione al sole degli ambienti ed impose l'adozione di planimetrie più articolate, definite mediante la costruzione di pronunciate ali laterali.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 144.</ref>
Il corpo principale è arretrato rispetto alla strada ed è preceduto dalla ''[[cour d'honneur]]'', uno spazio aperto verso l'esterno, ma che al contempo separa la residenza dalla città.
Riconducibile a questo schema è il [[palazzo del Lussemburgo]], realizzato da [[Salomon de Brosse]] a partire dal [[1617]]; qui, a differenza di altri edifici, i padiglioni angolari non furono destinati ad ospitare locali di servizio, ma contenevano appartamenti veri e propri ad ogni piano.<ref name="Schulz, p. 164">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 164.</ref>
In Francia notevole fu pure lo sviluppo delle dimore di campagna (i ''castelli''), che portò alla realizzazione di complessi assai estesi, verso i quali convergevano le principali direttrici viarie.<ref>W. Muller, G. Vogel, ''Atlante d'architettura'', cit., p. 431.</ref> Tra questi si ricordano il [[Castello di Maisons-Laffitte]] ([[1642]]-[[1646]]), opera di [[François Mansart]], quello di [[Castello di Vaux-le-Vicomte|Vaux-le-Vicomte]] ([[1656]]-[[1661]]), progettato da [[Louis Le Vau]] e, naturalmente, il [[Reggia di Versailles|Castello di Versailles]], simbolo dell'[[Assolutismo monarchico|assolutismo francese]], i cui lavori di ricostruzione furono avviati dallo stesso Le Vau per volontà di [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]].<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., pp. 165-174.</ref>
==
=== Italia ===
==== Roma ====
{{Citazione|È a Roma che il barocco primariamente appare.(...) Qui non abbiamo a che fare con lo stile di inetti imitatori, che appare là dove manca il genio; si deve al contrario affermare che furono proprio i grandi maestri del Rinascimento a far nascere il barocco. Esso scaturì dal massimo splendore del Rinascimento. E Roma rimase alla testa dell'evoluzione dell'arte. Infine, il barocco romano è la più completa, la più radicale trasformazione del Rinascimento. Mentre altrove il precedente stile traspare ancora qua e là e il nuovo spesso non consiste se non in espressioni ampollose per significare quello che sino allora si era detto con semplicità, a Roma scompare ogni traccia del sentimento anteriore.|[[Heinrich Wölfflin]], ''Rinascimento e barocco'', Milano<ref>[[Heinrich Wölfflin]], Renaissance und Barock: eine Untersuchung über Wesen und Entstehung des Barockstils in Italien, 1888 ora in it. ''Rinascimento e barocco'', Aesthetica Edizioni, Milano, p.14</ref>.}}
===== Chiese =====
Alla fine del [[XVI secolo]] Roma divenne il centro di sviluppo dell'architettura legata alla [[Controriforma]] ed esercitò la sua influenza in tutto il mondo cattolico.
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[[File:Bernini Baldachino.jpg|thumb|left|[[Baldacchino di San Pietro]]]]
Pochi anni dopo, nel [[1603]], fu ultimata la facciata della [[chiesa di Santa Susanna alle Terme di Diocleziano|chiesa di Santa Susanna]], progettata da [[Carlo Maderno]] ([[1556]]-[[1629]]) e solitamente ritenuta il "primo esempio pienamente realizzato di architettura barocca";<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 175.</ref> malgrado l'impianto spaziale risulti ancora [[Architettura manierista|manieristico]],<ref>C. Brandi, ''Disegno dell'architettura italiana'', Roma 2013, p. 284.</ref> L'esordio come architetto del Maderno va ricercato nelle opere eseguite per il cardinale [[Anton Maria Salviati]], come il compimento della [[chiesa di San Giacomo in Augusta]], la cui cupola con contrafforti mostra il rigore tecnico acquisito nel tirocinio a fianco dello zio [[Domenico Fontana]].<ref>P. Portoghesi, ''Roma Barocca", Roma 2011, p. 153.</ref> Santa Susanna fu invece il primo grande impegno della sua carriera. Qui Maderno rafforzò l'asse centrale mediante l'uso graduale di pilastri, semicolonne e colonne verso la parte centrale dell'edificio, accentuando così la [[plasticità (arte)|plasticità]] già emersa nell'opera del Della Porta. Rispetto al Della Porta e alla facciata della chiesa del Gesù, la novità sostanziale sta nell'aver esteso l'uso delle colonne al primo ordine di tutta la zona centrale e di averlo sostituito, al livello superiore, con una serie di [[parasta|paraste]].<ref>P. Portoghesi, ''Roma barocca'',
In questo contesto, numerose facciate furono innalzate con il medesimo fine propagandistico,<ref name="Schulz p. 177">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 177.</ref> alcune con risultati assai particolari, come nel caso della [[Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi|chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio]], di [[Martino Longhi il Giovane]] (1602-[[1660]]), dove numerose colonne si concentrano nella parte centrale del prospetto.
Lo stesso Maderno fu incaricato di prolungare un braccio della [[Basilica di San Pietro in Vaticano|Basilica di San Pietro]], al fine di rendere la chiesa idonea ad accogliere un maggior numero di fedeli; anche in questo caso, la facciata ([[1608]]-[[1612]]), una delle opere più discusse della storia dell'architettura,<ref>Le Corbusier, ''Vers une Architecture'', Parigi 1934, p. 137.</ref> mostra una maggiore intensità plastica verso il centro.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 66.</ref>
Una nuova impostazione, basata sulla trasformazione delle forme piuttosto che sull'applicazione di elementi decorativi, si ebbe con l'affermazione di [[Gian Lorenzo Bernini]] ([[1598]]-[[1680]]), [[Francesco Borromini]] ([[1599]]-1667) e [[Pietro da Cortona]] ([[1596]]-[[1669]]).<ref name="Schulz p. 177"/>
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Il [[Baldacchino di San Pietro]] ([[1624]]-[[1633]]), dopo i limiti e le incertezze emersi nel restauro della [[chiesa di Santa Bibiana]], costituisce il vero inizio della sua carriera. Esso, tuttavia, non rappresenta un improvviso punto di svolta, ma un graduale percorso autocritico che si prolunga in quasi un decennio di lavori.
Bernini definì i sostegni del Baldacchino con quattro [[Colonna tortile|colonne tortili]] le quali, pur non essendo una novità assoluta nel panorama architettonico romano, si differenziavano nettamente dal disegno dei pilastri della basilica vaticana, facendo del [[ciborio]] il punto focale dell'intera costruzione. La novità principale sta comunque nel coronamento, alla cui definizione è documentato anche l'apporto del Borromini, con quel leggero groviglio di volute che, a buon diritto, può considerarsi il manifesto dell'architettura barocca.<ref>P. Portoghesi, ''Roma Barocca'', cit., p. 197.</ref>
Alcuni decenni più tardi, a partire dal [[1658]], il medesimo architetto realizzò la piccola [[chiesa di Sant'Andrea al Quirinale]], con una pianta ovale fortemente dilatata e caratterizzata dalla presenza di numerose cappelle ricavate nel muro perimetrale; una [[cupola]], poco evidente all'esterno, poggia sulla [[trabeazione]] che si snoda al di sopra degli invasi laterali.<ref name="Fusco, p. 353">R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 353.</ref>
Il tema dell'[[ovale]], adottato da Bernini anche nella scomparsa cappella dei [[Magi (Bibbia)|Re Magi]] ([[1634]]) e nella [[piazza San Pietro]] (conclusa nel 1667), avrebbe dovuto essere ripreso pure da [[Carlo Rainaldi]] ([[1611]]-[[1691]]) nella [[chiesa di Santa Maria in Portico in Campitelli]], ma, al momento della costruzione, la [[navata]] ellittica fu mutata in uno spazio biassiale, privo di curve, con una serie di cappelle che si restringono fino alla zona absidale. In particolare, al corpo anteriore della chiesa fu unito un santuario coperto da cupola circolare, secondo uno schema in uso nell'Italia settentrionale che, tuttavia, non ebbe seguito a Roma.<ref>R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., pp. 235-236.</ref> L'andamento frastagliato della navata, evidenziato dalla presenza di colonne e pilastri sui quali è impostata la trabeazione, si ripete anche nella facciata principale, dove emergono ancora, in una successione di edicole, colonne addossate a pilastri.<ref name="Fusco, p. 358">R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 358.</ref>
La ricerca di spazi ricavati all'interno della muratura perimetrale è evidente nella [[Collegiata di Santa Maria Assunta (Ariccia)|chiesa dell'Assunta]], ad [[Ariccia]], una cittadina ubicata nei dintorni di [[Roma]].<ref name="Fusco, p. 358"
[[File:Borromini Drawing 03.jpg|thumb|left|Planimetria della [[chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane]] con il convento e il chiostro]]
Tuttavia, è nella [[chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane]] del Borromini che il tema degli spazi ricavati nel perimetro dell'edificio raggiunge il suo apice.<ref name="Fusco, p. 358"/>
Nella facciata, iniziata solo negli ultimi anni di vita del Borromini, si evidenzia ancora la ricerca di un intenso dinamismo, con superfici sinuose disposte su due ordini: la parte inferiore è caratterizzata da una successione di superfici concava - convessa - concava; quella superiore si articola su tre parti concave, di cui la centrale ospita un'edicola convessa.<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 362.</ref>
[[File:Lazio Roma SGiovanni1 tango7174.jpg|thumb|Interno di [[Basilica di San Giovanni in Laterano|San Giovanni in Laterano]]]]
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Borromini fu impegnato in diversi cantieri di Roma: realizzò l'[[Oratorio dei Filippini]] (la cui facciata, ricca di concavità e convessità, è una felice fusione tra un palazzo e una chiesa<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 386.</ref>), la [[chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori]] (incompleta) e, a partire dal [[1642]] iniziò quello che può essere considerato il suo capolavoro,<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., pp. 122</ref> la [[chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza]]. Direttamente collegata a San Carlo alle Quattro Fontane, la chiesa della Sapienza fu posta a chiusura di un cortile preesistente progettato dal Della Porta. La pianta, generata essenzialmente dall'intersezione di due triangoli equilateri contrapposti, è coronata in alzato da una cupola con una lanterna conclusa a spirale; l'impianto di Sant'Ivo, ancora una volta plasmato attraverso l'uso di concavità e convessità, è uno dei più unitari della storia dell'architettura, anche se, proprio per la sua audacia, non trovò analoghe applicazioni nelle opere dei contemporanei.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., pp. 122-125.</ref>
Il medesimo architetto, su incarico di [[papa Innocenzo X]], intervenne anche nel restauro della grande [[Basilica di San Giovanni in Laterano]]; Borromini mantenne la struttura originaria, inglobando le colonne delle navate all'interno di larghi pilastri, mentre la prevista copertura a [[Volta (architettura)|volta]] non fu realizzata. Secondo la critica, malgrado il progetto non sia stato eseguito per intero, "San Giovanni in Laterano possiede una delle più belle navate che esistano":<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 125.</ref> l'integrazione degli spazi è accentuata dalle larghe aperture che corrono lungo la navata, mentre le navate laterali sono costituite da piccole unità centralizzate, con angoli concavi che proseguono anche nelle volte.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 126.</ref>
Pochi anni dopo lavorò alla [[chiesa di Sant'Agnese in Agone]], cominciata da [[Girolamo Rainaldi]] ([[1570]]-[[1655]]) e dal figlio Carlo nel [[1652]], realizzando uno dei prospetti più classicheggianti della sua produzione artistica; l'edificio, alla cui costruzione subentrò nuovamente Carlo Rainaldi, risulta una delle opere più significative dell'epoca poiché ebbe una notevole influenza in ambito internazionale.<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 367.</ref> La pianta è una [[croce greca]] che si fonde con l'invaso circolare sormontato da una grande cupola; si tratta di una revisione barocca della pianta centrale per San Pietro.<ref>R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., p. 182.</ref> L'invenzione del Borromini risiede nella facciata, dove arretrò il fronte principale al fine di ottenere un andamento concavo saldamente connesso al tamburo convesso della cupola; estese quindi il prospetto ai palazzi laterali, in modo da edificare due torri campanarie caratterizzate da un progressivo andamento frastagliato verso la sommità. Analoghe invenzioni si ritrovano peraltro nel campanile di [[Basilica di Sant'Andrea delle Fratte|Sant'Andrea delle Fratte]] (opera incompiuta sempre del Borromini), che si conclude con una sorta di lanterna a pianta circolare.
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La sua [[chiesa dei Santi Luca e Martina]] ([[1635]]), articolata su una pianta a [[croce greca]], richiama alla mente gli schemi [[Architettura rinascimentale|rinascimentali]] di [[Tempio di Santa Maria della Consolazione|Santa Maria della Consolazione]] a [[Todi]], seppur con significative differenze: infatti, un braccio della navata è allungato, riportando la chiesa alla tipologia delle piante longitudinali, mentre la facciata, pur essendo convessa, non riflette la curvatura delle [[abside|absidi]] interne. Vi è poi il rifiuto dell'uso del colore: l'interno della chiesa è completamente bianco, mentre le volte delle absidi sono riccamente decorate. Inoltre, le colonne isolate inserite all'interno delle pareti costituiscono un tema tipicamente [[Firenze|fiorentino]] (dal [[Battistero di San Giovanni (Firenze)|Battistero di San Giovanni]] alla [[Biblioteca Medicea Laurenziana]]) che ricorre in altre opere del Cortona, come il tamburo della cupola di [[Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso|San Carlo al Corso]].<ref>R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., pp. 197-199.</ref>
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Lo stile di Pietro da Cortona emerge con maggior vigore nella sistemazione della [[Chiesa di Santa Maria della Pace (Roma)|chiesa di Santa Maria della Pace]], dove, tra il [[1656]] ed il [[1657]], fu impegnato nella costruzione di un nuovo prospetto. L'intervento non si limitò alla sola facciata dell'edificio religioso, ma si estese anche ai fabbricati laterali, con la realizzazione di una scenografica piazzetta dominata al centro dal colonnato a pianta semicircolare della chiesa; peraltro, la soluzione dell'esedra in facciata influenzò profondamente il Bernini nella concezione della citata Sant'Andrea al Quirinale<ref
Tra le chiese a pianta longitudinale derivate dallo schema de [[Chiesa del Gesù|Il Gesù]], occorre innanzitutto ricordare quella di [[Chiesa di Santa Maria ai Monti|Santa Maria ai Monti]] ([[1580]]), di Giacomo della Porta; la chiesa ha dimensioni modeste e un [[transetto]] poco sviluppato, con una cupola all'incrocio con la navata principale.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 60.</ref>
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===== Palazzi =====
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I principali architetti del Barocco romano lasciarono tracce importanti anche nell'architettura civile. Nel [[1625]] Carlo Maderno avviò i lavori del citato [[palazzo Barberini]] con la collaborazione del Borromini, cui è attribuita la scala elicoidale; alla morte del Maderno, quattro anni dopo, l'opera venne portata avanti da Bernini. È certo, comunque, che la pianta sia stata decisa prima del gennaio del 1629. In precedenza è stato evidenziato come lo schema dell'edificio, privo della classica corte interna, si differenzi dalla tradizione del palazzo all'italiana; trovandosi alla periferia della città vera e propria, il Maderno mutò l'originaria concezione del palazzo cittadino in una sorta di villa suburbana. Anche la facciata, la parte più classicheggiante dell'opera, presenta elementi innovativi negli archi strombati dell'ultimo ordine.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., pp. 147-148.</ref>
Dal [[1650]] Bernini eseguì pure il [[palazzo Montecitorio]], successivamente terminato da Carlo Fontana. La facciata, nella quale fu mantenuta sostanzialmente l'impronta del progetto iniziale, ha un andamento convesso e mostra, ai lati del piano terreno, alcuni massi in pietra rustica.
Sempre del Bernini è il [[palazzo Chigi-Odescalchi]] ([[1665]]-1667), costruito attorno ad un cortile ideato dal Maderno. Malgrado le alterazioni subite nel corso del [[XVIII secolo]], la facciata aggiunta dal Bernini può essere considerata un vero e proprio modello per i prospetti dei palazzi barocchi:
Un altro importante cantiere seguito dal Bernini fu quello della costruzione della [[Scala Regia]] in [[Città del Vaticano|Vaticano]].
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Un altro spazio di rilievo è costituito da [[piazza Navona]], sorta sulle rovine dell'antico stadio voluto dall'imperatore [[Domiziano]] e che, nel XVII secolo, assunse i caratteri di una piazza tipicamente barocca, tanto da poter essere identificata con il vero e proprio centro della Roma seicentesca. Qui furono poste le fondamenta della chiesa di Sant'Agnese in Agone, elemento di spicco di una cortina muraria pressoché unitaria, la cui cupola è messa in evidenza dall'andamento leggermente concavo della facciata; il centro della piazza è sottolineato dalla [[Fontana dei Quattro Fiumi|Fontana dei Fiumi]] (il [[Nilo]], il [[Gange]], il [[Danubio]] ed il [[Río de la Plata]]), nella quale è possibile leggere un'allusione al potere della [[Chiesa cattolica|Chiesa]] nel mondo allora conosciuto.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., pp. 24-25.</ref>
Questa serie di piazze barocche trova il suo apice nella celeberrima piazza San Pietro, compiuta da Bernini sotto [[papa Alessandro VII|Alessandro VII]] tra il 1657 ed il 1667. La soluzione finale tenne conto di problemi liturgici, simbolici e delle emergenze architettoniche preesistenti: lo spazio venne articolato per mezzo di una piazza ovale collegata alla facciata della basilica vaticana con due bracci obliqui, posti ai margini di un'area di forma [[Trapezio
La piazza ovale, delimitata da imponenti colonne disposte su più file, avrebbe dovuto essere chiusa con un terzo braccio, che però non fu mai eseguito; malgrado ciò, Bernini realizzò uno spazio ben definito, ma al contempo aperto verso l'esterno ed integrato con il resto della città grazie alla permeabilità offerta dai grandi colonnati.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 29.</ref>
Inoltre Bernini pose in asse con la via di Borgo Nuovo (scomparsa con la realizzazione di [[via della Conciliazione]]) il portone in bronzo che conduceva alla Scala Regia, all'interno della cittadella vaticana; creò così un sorprendente percorso che accompagnava lo spettatore dalle anguste e articolate strade della "[[Spina di Borgo]]" alla grandiosità della piazza San Pietro, tagliandola però in maniera asimmetrica, sul lato nord, così da offrire suggestivi e sempre nuovi scorci verso la facciata della basilica e verso la cupola michelangiolesca.<ref>L. Benevolo, ''San Pietro e la città di Roma'', Bari, 2004, pp. 54-60.</ref>
==== Torino ====
[[File:Turin piazza san carlo 2009.JPG|thumb|left|[[Piazza San Carlo]]]]
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Verso la fine del [[XVI secolo]], [[Torino]] era ancora racchiusa all'interno dell'antico impianto romano del ''[[castrum]]''; pochi anni dopo, durante il regno di [[Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele I]], la città divenne un importante centro barocco, punto di incontro delle tendenze [[roma]]ne e [[Francia|francesi]],<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 405.</ref> in una singolare sintesi tra aspetti controriformistici e laici.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 46.</ref>
[[Ascanio Vittozzi|Ascanio Vitozzi]] ([[1539]]-[[1615]]) fu incaricato della sistemazione di [[Piazza Castello (Torino)|piazza Castello]], intorno alla quale si svilupparono i nuovi quartieri della città; i lavori furono portati avanti da [[Carlo di Castellamonte]] ([[1560]]-[[1641]]), che dal [[1621]] continuò lo sviluppo verso sud dell'abitato secondo un sistema di assi tra loro ortogonali. Al medesimo architetto si deve la formazione della vasta [[piazza San Carlo]] (all'epoca ''Piazza Reale''), uno spazio derivato dalla ''place royale'' francese ed incentrato attorno ad una statua equestre; tuttavia, ai lati della direttrice principale furono poste due chiese gemelle, in una soluzione in quale modo simile a quella attuata nella [[Piazza del Popolo (Roma)|piazza del Popolo]] a Roma. Questa duplice valenza, frutto dell'unione tra elementi sacri ed elementi laici, si ritrova anche nel [[Palazzo Reale
Il piano di ampliamento di Torino fu continuato da [[Amedeo di Castellamonte]] ([[1610]]-[[1683]]), figlio di Carlo, che pianificò lo sviluppo della città verso est. Nel [[1673]], secondo il progetto dell'architetto, fu iniziata la realizzazione di una strada per unire piazza Castello alla [[via Po|porta di Po]]; lungo la via vennero eretti palazzi porticati dal disegno uniforme, mentre verso il fiume la strada fu conclusa con un'esedra (portico in luogo aperto, spesso con sedili per sedersi a conversare), simbolico riferimento all'apertura della città verso il territorio circostante.<ref name="Schulz, p. 48"/>
Lo stesso Amedeo di Castellamonte lavorò a diverse residenze sabaude; prestò la sua opera nel Palazzo Ducale e intorno agli [[anni 1660|anni sessanta]] del [[XVII secolo|Seicento]] fu incaricato da [[Carlo Emanuele II di Savoia]] di progettare la [[Reggia di Venaria Reale|Reggia]] ed il borgo di [[Venaria Reale]], nei dintorni di Torino.<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Castellamonte, Amedeo''.</ref>
Nei medesimi anni, [[Guarino Guarini]] ([[1624]]-1683) portò a terminare la [[cappella della Sacra Sindone]], iniziata proprio dal Castellamonte sul retro della cattedrale torinese. La cappella doveva avere tre entrate (due dal duomo e una dall'adiacente Palazzo Ducale) e questo condizionò la planimetria dell'edificio. L'invaso, a pianta circolare, è diviso in nove parti ed in corrispondenza degli ingressi si aprono tre arcate, al di sopra delle quali è impostato il [[Tamburo (architettura)|tamburo]] della cupola; la stessa cupola è definita da uno straordinario gioco di [[Costolone|costoloni]], enfatizzato dalla luce diffusa per mezzo di numerose finestre che emergono curiosamente all'esterno della struttura.<ref>R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., pp. 357-358.</ref>
Ancora Guarini, tra il [[1668]] ed il [[1680]], costruì la [[Chiesa di San Lorenzo (Torino)|chiesa di San Lorenzo]]. La pianta è riconducibile all'ottagono, con i lati di forma convessa, ma un presbiterio ellittico posto trasversalmente introduce un asse principale nella composizione; lo spazio, al livello inferiore, è definito dalla presenza di ampie [[Serliana|serliane]] che delimitano le cappelle laterali, mentre, alla sommità, una serie di costoloni si intrecciano fino a formare l'ottagono sul quale poggia la lanterna.<ref>R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., p. 359.</ref> Guarini utilizza una configurazione [[Sfera armillare|armillare]] nella cupola, come un reticolo, come un'armatura in continua rotazione che crea numerosi cerchi, nervature che sono segmenti degli anelli o armillari.<ref>{{Cita libro|autore=George L. Hersey |titolo=Architecture and Geometry in the Age of the Baroque |anno=2001 |editore=University of Chicago Press |isbn=9780226327839 |url=https://books.google.pt/books?id=F1Tl9ok-7_IC&hl=pt-PT&source=gbs_navlinks_s|p=73}}</ref>
Le straordinarie invenzioni del Guarini trovarono applicazione anche ai temi dell'architettura civile: il suo [[palazzo Carignano]], basato su una pianta ad U, presenta una monumentale [[facciata]] convessa che sporge su entrambi i lati dell'edificio. Questa configurazione, pur essendo in qualche modo riconducibile ai progetti di [[Gian Lorenzo Bernini]] per il palazzo del [[Museo del Louvre|Louvre]] e al [[Castello di Vaux-le-Vicomte]], fa del palazzo Carignano una delle più interessanti residenze del XVII secolo.<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 390.</ref>
[[File:5254MilanoSGiuseppe.JPG|thumb|[[Chiesa di San Giuseppe (Milano)|Chiesa di San Giuseppe]], Milano]]▼
==== Milano ====
{{vedi anche|Barocco a Milano}}
▲[[File:
Nei primi anni del Seicento, se per molti anni perdurò una produzione architettonica di "transizione" dove gli elementi tardo-manieristi venivano timidamente contaminati, come nel caso della [[biblioteca Ambrosiana]] e del cortile palladiano del [[collegio Elvetico]] di [[Fabio Mangone]], il progetto che introdusse il barocco a Milano fu la [[chiesa di Sant'Alessandro in Zebedia]] dell'architetto barnabita [[Lorenzo Binago]]. La pianta consiste nella combinazione tra una pianta centrale ispirata al progetto della [[basilica di San Pietro in Vaticano]] bramantesca ed una longitudinale, con gli archi della [[Crociera (architettura)|crociera]] poggianti su coppie di colonne giganti isolate dalle mura perimetrali, soluzione che sarebbe stata ripresa in molti progetti successivi, come il [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Brescia)|duomo nuovo]] di [[Brescia]].<ref>Giovanni Denti, ''Architettura a Milano tra controriforma e barocco'', Firenze, 1988, p. 128.</ref><ref>R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., p. 98.</ref>
Il Sant'Alessandro del Binago fu quindi la base per la realizzazione della [[Chiesa di San Giuseppe (Milano)|chiesa di San Giuseppe]] da parte di [[Francesco Maria Richini]] ([[1584]]-[[1658]]), considerato il maggiore architetto del Barocco milanese:<ref name="Dizionario voce Richini">N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Richini, Francesco Maria''</ref> la chiesa segnò il superamento dell'architettura manierista in area milanese.<ref name="Dizionario voce Richini"/> Il Richini introdusse una pianta combinata, composta da due spazi a pianta centrale a dare una pianta longitudinali: il primo spazio presenta una struttura ottagonale, ispirato alla crociera del Sant'Alessandro, dove l'ottagono è ottenuto dal taglio degli spigoli della pianta quadrata grazie alle colonne perimetrali isolate. Per quanto riguarda il fronte, il Richini provò a dare un'unità tra la facciata, fino ad allora considerato un abbellimento indipendente rispetto alla struttura retrostante, ed il corpo della chiesa, disegnando una facciata dall'altezza pari a quella della cupola ottagonale retrostante e con l'ordine inferiore con l'altezza pari al corpo posteriore della chiesa: la decorazione fu impostata "ad edicole sovrapposte", inaugurando una tipologia di facciata ampiamente utilizzata negli anni a venire.<ref>R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., p. 101.</ref>
Alla sua morte, a Milano non rimase nessuno del suo calibro:<ref name="Wittkower, 102"/> il principale cantiere del secondo Seicento in città fu la costruzione della [[chiesa di Santa Maria alla Porta]] portata avanti dal suo allievo [[Francesco Castelli]]:<ref name="Wittkower, 102"/> la facciata, modellata su un precedente disegno del maestro, ripropone in chiave non originale la facciata "ad edicole sovrapposte" con decorazioni più abbondanti e complesse. Altro importante cantiere coevo fu quello per la facciata di [[Chiesa di Santa Maria della Passione|Santa Maria della Passione]] realizzata dal romano di formazione [[Giuseppe Rusnati]].<ref>E. Bianchi, S. Buganza, ''Il Seicento e il Settecento - Itinerari di Milano e provincia'', Milano 1999, p. 30.</ref>
▲Successivamente, nel [[1627]] si dedicò alla facciata del [[Palazzo del Senato (Milano)|Collegio Elvetico]] (oggi sede dell'[[Archivio di Stato]]), dove mirò ad una integrazione tra interno ed esterno mediante un prospetto concavo, forse la prima facciata di palazzo ricurva dell'età barocca;<ref name="Wittkower, 102">R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., p. 102.</ref> l'interessante soluzione, anticipatrice di certi temi espressi da [[Francesco Borromini|Borromini]], conferma Richini come uno dei maggiori architetti del primo Barocco.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 147.</ref>
==== Venezia ====
[[File:Venice city scenes - on the Grand Canal - Polizia! (11002248065).jpg|thumb|left|[[Basilica di Santa Maria della Salute]], Venezia]]
Il Barocco [[Repubblica di Venezia|veneziano]] si conformò agli usi locali<ref name="C. Norberg - Schulz, Architettura Barocca, p. 183">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 183.</ref> e vide in [[Baldassare
Egli, dopo la [[peste del 1630]] cominciò la costruzione della [[Basilica di Santa Maria della Salute|chiesa di Santa Maria della Salute]], ricorrendo
Il carattere barocco del tempio è evidente nella conformazione della massa esterna, posta scenograficamente lungo il [[Canal Grande]]: al corpo ottagonale, coperto da una grande [[cupola]] (a doppia volta, quella esterna in piombo su legno secondo l'uso veneziano), si affiancano la calotta del santuario e due torri campanarie. Inoltre, l'imponente arco in [[facciata]], che trova corrispondenza nella conformazione degli spazi interni, ribadisce la presenza dell'asse longitudinale.<ref name="Fusco, p. 376">R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit. p. 376.</ref>
Le altre opere del Longhena non possono competere con la chiesa della Salute.
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==== Genova ====
{{Vedi anche|Barocco genovese}}
A [[Genova]] l'architettura barocca si tradusse, sin dalla fine del [[XVI secolo]], in una serie di grandi palazzi che la critica ha annoverato tra i più importanti del panorama italiano.<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Italia''.</ref>
Tra questi si ricorda il [[palazzo Doria-Tursi]], che può essere considerato un'interessante combinazione di palazzo e villa; il fronte sulla via pubblica, infatti, offre l'immagine di un tipico palazzo di città, mentre il giardino interno, rialzato e otticamente separato dalla viabilità esterna, crea una proporzione più intima. La configurazione planimetrica del vestibolo, unito al più alto giardino interno per mezzo di una vasta scalinata, denuncia inoltre la presenza di un movimento in profondità.<ref name="Schulz, 146">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 146.</ref>
Questa soluzione fu ripresa da [[Bartolomeo Bianco]] ([[1590]]–[[1657]]), il massimo architetto del Barocco genovese,<ref>R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., p. 104.</ref> in quello che può essere considerato il suo capolavoro:<ref name="Schulz, 146"/> il [[Palazzo dell'Università di Genova|collegio dei Gesuiti]], in seguito divenuto sede dell'[[Università degli Studi di Genova|Università di Genova]] ([[1634]] circa). Il palazzo ha una pianta ad U, ma, rispetto al precedente, mostra una maggiore permeabilità tra l'interno ed il cortile; infatti, sfruttando la conformazione assai scoscesa del terreno, Bianco realizzò una straordinaria scenografia urbana, con un vestibolo largo quanto il cortile rialzato
==== Napoli ====
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L'architettura barocca nell'Italia meridionale produsse i suoi risultati più significativi solo nel [[XVIII secolo]].<ref name="C. Norberg - Schulz, Architettura Barocca, p. 183"/>
Ciononostante, dal [[1610]] e nei decenni a venire a [[Napoli]] si costruirono numerose chiese barocche, spesso ornate con ricche decorazioni marmoree o a [[stucco]] (confrontabili con gli interni berniniani), ma prive di quelle invenzioni spaziali e della fusione tra architettura tipiche del Barocco romano.<ref>A. Blunt, C. de Seta, ''Architettura e città barocca'', Napoli, 1978.</ref>
Le premesse vanno ricercate nell'attività di architetti quali [[Francesco Grimaldi]] ([[1543]]-[[1613]]), autore di alcuni importanti edifici sacri (come la [[basilica di Santa Maria degli Angeli a Pizzofalcone]] e la [[reale cappella del Tesoro di san Gennaro|cappella di San Gennaro]]) nei quali la decorazione barocca fu applicata su impianti ancora classicheggianti.<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Grimaldi, Francesco''.</ref>
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Il palazzo Donn'Anna (mai completato) e la Guglia di San Gennaro rappresentano invece due strane creazioni composite, che testimoniano la versatilità di Fanzago nel padroneggiare l'ampia gamma di possibilità offerta dall'architettura secentesca: dalla reinterpretazione di motivi tradizionali, al miscuglio di elementi [[architettura manierista|manieristici]] e barocchi.<ref name="Wittkower, 253"/>
Soltanto agli inizi del XVIII secolo con [[Ferdinando Sanfelice]] ([[1675]]-[[1748]]) l'architettura napoletana si indirizzò verso una vera sensibilità barocca per forme spaziali complesse.<ref>A. Blunt, C. de Seta, ''Architettura e città barocca'', cit.</ref> Il Sanfelice fu soprattutto artefice di un'architettura civile dall'eleganza impareggiabile, basata sulla compenetrazione di spazi interni ed esterni, che raggiunse i massimi livelli nei grandiosi doppi scaloni voltati, come quelli del [[palazzo dello Spagnolo]] e del [[Palazzo Sanfelice|palazzo che l'architetto costruì per sé]] e per la sua famiglia nel [[Rione Sanità]].<ref>C. Brandi, ''Disegno dell'architettura italiana'', cit., p. 430.</ref>
==== Sicilia ====
{{Vedi anche|Barocco siciliano}}
[[File:Francesco Sicuro The church of S.Annunziata dei teatini built by Guarino Guarini.jpg|thumb
In [[Sicilia]] gli interventi più interessanti furono attuati a seguito del [[Terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto che investì]] la parte orientale dell'isola nel [[1693]], lasciando particolarmente sconvolte varie città e paesi del [[Val di Noto]] (si veda il paragrafo sull'[[
Tuttavia, tra il [[1660]] al [[1662]], fu attivo a [[Messina]] [[Guarino Guarini]], che realizzò la [[Chiesa della Santissima Annunziata (Messina)|chiesa della Santissima Annunziata]], introducendo, di fatto, il Barocco in Sicilia, fra le molte perplessità dei contemporanei.<ref>F. Abbate, ''Storia dell'arte nell'Italia meridionale: il secolo d'oro'',
Poiché le città orientali furono devastate dal terremoto del 1693, solo a [[Palermo]] è possibile seguire un'evoluzione continua per tutto il Seicento.
Ne sono testimonianza, ad esempio, i [[Quattro Canti (Palermo)|Quattro Canti]] e l'[[Arsenale di Palermo - Museo del mare|Arsenale]].<ref name="Wittkower, 343">R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., p. 343.</ref>
I primi, realizzati a partire dal [[1609]], sono edifici monumentali a tre piani, che, in analogia con le [[Quattro Fontane]] di Roma, definiscono l'intersezione tra le due principali arterie della città.
L'Arsenale, costruito su progetto del palermitano [[Mariano Smiriglio]] intorno al [[1630]], risulta invece piuttosto severo.<ref name="Wittkower, 343"/>
Nella seconda metà del Seicento fu attivo il frate gesuita [[Angelo Italia]], influenzato da Guarini, che introdusse elementi pienamente barocchi sia nelle piante e nella concezione spaziale ([[chiesa di San Francesco Saverio (Palermo)|chiesa di San Francesco Saverio
Alla fine del XVII secolo troviamo composizioni derivate dal Barocco romano, anche nelle facciate delle chiese disegnate da [[Giacomo Amato]].<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Amato, Giacomo''.</ref> Suo capolavoro è la facciata della [[Chiesa di Santa Maria della Pietà (Palermo)|chiesa di Santa Maria della Pietà]], a Palermo.<ref>R. Wittkower, ''Arte e architettura in Italia'', cit., p. 344.</ref>
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==== Puglia ====
{{Vedi anche|Barocco leccese}}
[[File:
A [[Lecce]] a metà del Seicento, si registra un'intensa attività, in uno stile molto distante dal Barocco romano, che si diffuse nel [[Salento]] grazie all'opera di architetti come [[Giuseppe Zimbalo]] ([[1617]]-[[1710]]) e [[Giuseppe Cino]] ([[1644]]-[[1722]]).<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voci ''Zimbalo, Giuseppe'' e ''Cino, Giuseppe''.</ref>
Il Barocco leccese, in stretto rapporto con il Barocco [[Spagna|spagnolo]] [[plateresco]] e [[
Tali decorazioni furono rese possibili dall'uso di una pietra locale di color giallo detta [[pietra leccese]]: questo materiale appena cavato possiede una grande facilità di intaglio, per poi indurire all'aria dopo la posa in opera.
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[[File:3851ParigiPlaceVendome.JPG|thumb|left|Palazzi della [[Place Vendôme]]]]
Nei primi anni del [[XVII secolo]] fu iniziata la costruzione della [[Place des Vosges]] (anticamente nota proprio come Place Royale), una piazza quadrata chiusa su tre lati e circondata da palazzi destinati ad ospitare abitazioni per il ceto borghese; pur mostrando porticati derivati dalla [[piazza Grande (Livorno)|piazza Grande]] di [[Livorno]],<ref>{{en}} D. Watkin, ''A History of Western Architecture'', 2005, p. 282.</ref> gli edifici, dal disegno unitario, mostrano ancora un accentuato verticalismo [[Architettura gotica|goticizzante]].<ref name="Schulz, p. 38">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 38.</ref>
Sempre per volontà di Enrico IV fu progettata un'ulteriore piazza, che però non fu portata a compimento a causa della morte del re; essa avrebbe dovuto avere una pianta radiale, la prima del genere nell'urbanistica barocca, il cui modello ebbe però notevole fortuna nelle successive trasformazioni della città.<ref name="Schulz, p. 38"/>
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Infatti, queste tendenze trovarono la definitiva consacrazione sotto [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]], quando [[Jules Hardouin Mansart]] ([[1646]]-[[1708]]) realizzò la [[Place des Victoires]], non più come spazio chiuso, ma come punto di snodo all'interno del sistema urbano.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 44.</ref>
Gli edifici lungo la piazza persero i caratteri ancora vagamente goticizzanti delle prime realizzazioni di Enrico IV; sul perimetro di Place des Victoires sorsero palazzi dall'aspetto uniforme, con un [[bugnato]] al piano terra e un [[ordine gigante]] al livello superiore.<ref name="De Fusco, p. 402">R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 402.</ref>
Questa impostazione è riscontrabile anche nella seconda piazza fatta costruire durante il regno di Luigi XIV, ancora su progetto di Hardouin Mansart: la [[Place Vendôme]].
Il primo progetto, databile al [[1685]], prevedeva la formazione di uno spazio delimitato da importanti edifici rappresentativi, ma in seguito il piano venne disatteso. Curiosamente, intorno al [[1696]] fu tracciato il perimetro della piazza per mezzo delle sole [[Facciata|facciate]] dei palazzi: gli edifici veri e propri furono innalzati in seguito, con la vendita dei singoli lotti di terreno. La piazza assunse una forma rettangolare, con angoli smussati al fine di aumentare la superficie edificabile; sugli angoli e al centro dei lati lunghi dei palazzi furono realizzati dei [[Avancorpo|risalti]], la cui presenza venne sottolineata mediante dei [[frontone|frontoni]] classicheggianti.<ref name="De Fusco, p. 402"/>
Il Barocco delle trasformazioni parigine risiede pertanto in una "forte aspirazione all'integrazione, alla continuità e all'apertura. Mentre Roma è la tipica ''città santa'' del Barocco, Parigi è la sua controparte ''laica''".<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 45.</ref>
Non a caso l'[[architettura francese]] del Seicento trovò i suoi massimi risultati nelle residenze urbane e nei suggestivi castelli di campagna
[[File:Église du Val-de-Grâce - Paris - View from Rue Saint-Jacques.jpg|thumb|[[Chiesa del Val-de-Grâce]]]]
In ogni caso, anche nell'architettura sacra furono prodotte opere di indubbia originalità.
Nel [[1616]] Salomon De Brosse innalzò la svettante facciata della [[Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio (Parigi)|chiesa di Saint-Gervais-Saint-Protais de Paris]], facendo ancora ricorso alla tradizionale sovrapposizione degli ordini classici. De Brosse attinse al verticalismo gotico, ma con la profondità derivante dal Barocco, gettando le basi dell'architettura francese del Seicento.<ref name="C. Norberg - Schulz, Architettura Barocca, p. 183"/>
Più tardi, negli [[anni 1630|anni trenta]] del XVII secolo, François Mansart eresse la [[Temple du Marais|chiesa della Visitation]] con una [[pianta centrale]] e cappelle di forma ellittica accostate all'invaso circolare principale tanto da compenetrarsi con esso.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', p. 66.</ref>
Nel medesimo periodo [[Jacques Lemercier]] ([[1585]]-[[1654]]) costruì la chiesa della [[Sorbona]], su modello di [[Chiesa di San Carlo ai Catinari|San Carlo ai Catinari]] a Roma.
L'impianto è riconducibile ad una [[croce greca]] allungata, con cappelle laterali che si affacciano sulla [[navata]] attraverso due aperture per ciascuna, conferendo all'edificio i caratteri di una
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Tra le chiese a pianta longitudinale è doveroso ricordare quella del [[chiesa del Val-de-Grâce|Val-de-Grâce]], opera di François Mansart ([[1645]]). Così come nelle chiese romane, la pianta è articolata con tre campate che si concludono nella [[cupola]]; nei pilastri che sostengono la calotta si trovano quattro cappelle che però non si aprono lungo la navata, ma direttamente verso l'invaso della cupola, rafforzandone la centralità.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit. p. 74.</ref>
Successivamente, negli ultimi decenni del Seicento, Jules Hardouin Mansart progettò [[Hôtel des Invalides|Dôme des Invalides]], la più importante chiesa francese a pianta centrale del periodo.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 78.</ref>
L'edificio presenta diverse analogie con la [[Basilica di Santa Maria della Salute|chiesa della Salute]] di [[Venezia]]: entrambe, malgrado le differenze formali della pianta (un quadrato nel caso della chiesa degli Invalidi e un ottagono in Santa Maria della Salute), mostrano l'aggiunta di un corpo posteriore dotato di una seconda cupola.
Mansart si ispirò al progetto [[Michelangelo Buonarroti|michelangiolesco]] di [[Basilica di San Pietro in Vaticano|San Pietro]], ma, oltre ad allungare un braccio verso il [[presbiterio]], creò dei passaggi diagonali tra l'[[Deambulatorio|ambulacro]] ed il centro della chiesa. All'esterno il tutto fu celato con delle superfici molto semplici e la facciata fu ornata con due ordini di colonne classiche liberamente spaziate. La cupola, caratterizzata da robusti contrafforti lungo il [[Tamburo (architettura)|tamburo]], termina in una svettante guglia dal verticalismo gotico. All'interno, la struttura della medesima cupola è composta da ben tre calotte sovrapposte: una più esterna rivestita in piombo, una intermedia [[affresco|affrescata]]
[[File:Rennes - Parlement de Bretagne - 20080706.jpg|thumb|[[Palazzo del Parlamento di Bretagna]] a [[Rennes]]]]
[[File:Château de Maisons-Laffitte 001.jpg|thumb|[[Castello di Maisons-Laffitte]]]]
Nella tipologia dei castelli e dei palazzi il punto di partenza dell'architettura barocca è nelle opere del citato Salomon de Brosse, che nei primi decenni del Seicento costruì alcune importanti residenze, tra cui il [[palazzo del Lussemburgo]] a Parigi ([[1617]]).
L'edificio fu innalzato per volontà di [[Maria de' Medici]] e nella planimetria non si discosta dalla tipologia dell
Tuttavia, la prima vera opera del classicismo francese è da ricercare nella facciata del palazzo di Giustizia di [[Rennes]] (noto come [[palazzo del Parlamento di Bretagna]]), innalzata sempre da Salomon de Brosse nel [[1618]].
Qui le ali laterali assumono minore importanza, mentre il centro della facciata è sottolineato da due coppie di colonne binate sulle quali poggia un frontone rotondo.<ref name="Schulz, p. 164"/>
L'architettura di de Brosse influenzò l'opera di François Mansart; nella sua ala d'Orléans del [[Castello di Blois]] ([[1635]]-[[1638]]) ideò una ''cour d'honneur'' di profondità contenuta, raccordando le ali all'edificio principale per mezzo di elementi curvi.<ref name="Dizionario voce Mansart François">N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Mansart, François''.</ref>
L'opera principale di Mansart resta la casa di campagna di [[Castello di Maisons-Laffitte|Maisons-Laffitte]].<ref name="Dizionario voce Mansart François"/> In pianta presenta una forma rettangolare, chiusa ai lati da due ali non molto pronunciate e che sul retro dell'edificio vengono ridotte a dei semplici risalti; in alzato, la parte centrale è sottolineata da un avancorpo su tre piani, che riprende il tema degli ordini sovrapposti (già riscontrato in alcune realizzazioni di de Brosse)
[[File:Le chateau de Vaux le Vicomte.jpg|thumb|left|[[Castello di Vaux-le-Vicomte|Vaux-le-Vicomte]]]]
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All'esterno emergono chiaramente le conformazioni degli ambienti interni ed in particolare è evidente il volume del grande salone ellittico coperto da una cupola; inoltre le ali laterali perdono la loro autonomia e divengono parte integrante del corpo principale del palazzo.
L'importanza di Vaux-le-Vicomte non risiede solo nella composizione spaziale, ma anche nell'organizzazione degli spazi interni in appartamenti indipendenti (''appartement double'').
Infatti, sino ad allora, le stanze dei prestigiosi complessi residenziali erano collegate l'una all'altra direttamente o mediante un corridoio laterale avente la funzione di disimpegno; a Vaux-le-Vicomte gli appartamenti furono disposti in maniera più funzionale attorno al corpo centrale dell'edificio.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 169.</ref>
[[File:Plan de Versailles - Gesamtplan von Delagrife 1746.jpg|thumb|[[Reggia di Versailles|Reggia]] e giardini di Versailles]]
Direttamente collegata a Vaux-Le-Vicomte è la [[Reggia di Versailles]], commissionata da Luigi XIV a Le Vau, Le Nôtre e [[Charles Le Brun]] ([[1619]]-[[1690]]). I lavori cominciarono nel [[1664]] con la ristrutturazione e l'ampliamento di un padiglione di caccia preesistente voluto da Luigi XIII; la Reggia assunse una conformazione ad U e nel [[1668]] fu ulteriormente ingrandita con l'aggiunta di due ali che accentuarono la profondità della ''cour d'honneur''. Dieci anni dopo, Hardouin Mansart innalzò due blocchi posti trasversalmente alle ali e chiuse la terrazza del corpo centrale del palazzo con la Galerie des Glaces (la Galleria degli Specchi); allo stesso Mansart si deve anche il progetto della cappella, iniziata nel [[1689]] e terminata solo nel [[1710]], nella quale si fondono elementi barocchi, classici e gotici.
La monumentalità del complesso è sottolineata mediante una piazza rivolta verso la città di [[Versailles]], in cui converge un tridente di strade diretto verso Parigi; sul fronte opposto si estende un vastissimo parco che, con i suoi viali ortogonali e radiali, le sue fontane e le sue vasche cruciformi, rende la Reggia il simbolico punto focale dell'intera Nazione.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., pp. 172-173.</ref>
Il classicismo francese raggiunse il suo apice nella facciata del [[Museo del Louvre|Louvre]] di [[Claude Perrault]] (1613-[[1688]]),
=== Inghilterra ===
{{vedi anche|Barocco inglese}}
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Fino al principio del [[XVII secolo]], l'architettura inglese fu lontana dalle tendenze maturate nel resto d'Europa.<ref name="Schulz, p. 187">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 187.</ref>
Intorno al [[1616]] [[Inigo Jones]] ([[1573]]-[[1652]]) introdusse in [[Inghilterra]] lo stile [[Palladianesimo|palladiano]], destinato ad avere un'enorme fortuna oltre [[La Manica]] e nelle [[storia degli Stati Uniti d'America (periodo coloniale)|colonie americane]]: tra le sue prime opere si ricorda la [[Queen's House]] a [[Greenwich]], un edificio dall'aspetto italiano, ma dotato di numerose grandi aperture di stampo nordico.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 190.</ref>
Nella seconda metà del secolo, complice una forte immigrazione di [[Protestantesimo|protestanti]] [[Francia|francesi]], l'architettura inglese volse verso il gusto barocco.<ref name="De Fusco, 338"/>
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La figura di maggior rilievo dell'ultima fase del Seicento fu [[Christopher Wren]] ([[1632]]-[[1723]]),<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 191.</ref> protagonista della ricostruzione di [[Londra]] dopo l'incendio del [[1666]].
In particolare, nel [[1673]] presentò un primo progetto per la ricostruzione della [[cattedrale di San Paolo (Londra)|cattedrale di Saint Paul]], basato su una pianta a [[croce greca]] evidentemente influenzata dai disegni di [[Michelangelo Buonarroti]] per la [[Basilica di San Pietro in Vaticano]], ma che presentava delle cappelle laterali aperte sulle diagonali direttamente verso la [[cupola]].
Il clero [[Chiesa anglicana|anglicano]] rifiutò la proposta e Wren fu costretto ad apportare notevoli cambiamenti al progetto, facendo assumere al complesso una forma [[basilica (architettura cristiana)|basilica]]le.<ref>C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., pp. 192-194.</ref>
L'elemento più Barocco della cattedrale divenne la facciata principale, schermata con due ordini di colonne di derivazione francese ed affiancata da due campanili ispirati allo stile del [[Francesco Borromini|Borromini]]. All'intersezione della [[navata]] con il [[transetto]] si innalza una grande [[Cupola della cattedrale di San Paolo|cupola]], definita come "una espressione piuttosto banale degli ideali dell'architettura inglese";<ref name="Schulz, p. 194">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 194.</ref> vista dall'esterno appare decisamente classicheggiante, mentre all'interno è strutturata con un'artificiosa serie di calotte sovrapposte tipiche dell'architettura barocca.<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 378.</ref>
[[File:Greenwich Hospital from Thames.jpg|thumb|[[Royal Naval College
Tra le altre opere di Christopher Wren si ricorda il [[Royal Naval College
Invece, l'architettura civile fu condizionata da [[Roger Pratt (architetto)|Roger Pratt]] ([[1620]]-[[1684]]), che dalla Francia importò l
=== Fiandre ===
Il Barocco nelle [[Contea delle Fiandre|Fiandre]] venne introdotto dai Gesuiti, atti a contrastare la Riforma protestante che aveva già conquistato le [[Diciassette Province]]. I primi Gesuiti arrivarono direttamente da Parigi a [[Lovanio]] nel [[1542]], appena due anni dopo la fondazione dell'ordine, e costruirono una residenza per gli studenti nell'università cattolica cittadina. In seguito si irradiarono nella regione e nel [[1562]] arrivarono ad [[Anversa]], ove nel [[1574]] fondarono un piccolo collegio. Ben presto accrebbero d'importanza, tanto che, su progetto dei gesuiti [[Pieter Huyssens]] e [[François d'Aguilon]], tra il 1615 e il 1621 costruirono la [[Chiesa di San Carlo Borromeo (Anversa)|chiesa di San Carlo Borromeo]], una delle prime chiese delle Fiandre in cui è riscontrabile l'influenza barocca,<ref name="treccani.it">{{cita web|autore=www.treccani.it|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/arte-barocca_(Enciclopedia-Italiana)|titolo=Arte barocca|accesso=2 novembre 2012}}</ref> seppur con chiari rimandi al Manierismo.<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Belgio''.</ref>
[[File:Bruxelles, Église Saint-Jean-Baptiste au Béguinage.jpg|thumb|[[Chiesa di San Giovanni Battista al Beghinaggio]], [[Bruxelles]]]]
Da quest'opera ben presto ne seguirono altre; a [[Gand
Il Barocco iniziò a diffondersi in tutte le altre città mescolandosi a quella forte vocazione gotica della regione volta al verticalismo. Infatti gli edifici, pur presentando caratteristiche provenienti dalla chiesa del Gesù di Roma, adottarono forme allungate e mantennero
=== Paesi Bassi ===
[[File:Koninklijk Paleis Amsterdam.jpg|thumb|left|[[Palazzo Reale (Amsterdam)|Municipio]], Amsterdam]]
Il Barocco olandese fu influenzato dalla sobrietà [[Calvinismo|calvinista]] e si sviluppò soprattutto tra il [[1648]], con la [[pace di Vestfalia]], ed il [[1685]], anno in cui numerosi [[Ugonotti]] si
Proprio nel 1648, con l'indipendenza
L'architettura civile fu influenzata anche da un classicismo derivato dallo stile di [[Andrea Palladio]], riscontrabile ad esempio nella [[Mauritshuis]] di [[Jacob van Campen]] ([[1596]]-[[1657]]).<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Campen, Jacob van''.</ref> Sulla scia di Van Campen, si inserisce l'opera di [[Pieter Post]]
Di grande rilevanza fu lo sviluppo dell'architettura sacra. Le prime chiese, legate al culto [[Protestantesimo|protestante]], avevano una pianta basilicale piuttosto tradizionale; alcune innovazioni si ebbero nella [[Noorderkerk]] ([[1620]]-[[1623]]), un edificio a [[croce greca]] con gli angoli smussati, dove confluiscono anche elementi della tradizione [[Architettura gotica|gotica]].<ref name="C. Norberg - Schulz Architettura Barocca p. 195"/>
Le piante centralizzate sono alla base di numerose chiese olandesi; tra le soluzioni più interessanti ed originali occorre ricordare la [[Marekerk]] di [[Leida]], di forma ottagonale, la [[Nieuwe Kerk (L'Aia)|Nieuwe Kerk]] de [[L'Aia]] ([[1649]]), formata da due quadrati con [[Abside|absidi]] e sormontata da un campanile centrale, ed infine la [[Ronde Lutherse Kerk]] di Amsterdam ([[1668]]), a pianta circolare con un [[Deambulatorio|ambulacro]] che si sviluppa solo per metà del perimetro.<ref name="C. Norberg - Schulz Architettura Barocca p. 196">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 196.</ref>
[[File:Kalmar cathedral Kalmar Sweden 001.JPG|thumb|[[Cattedrale di Kalmar]]]]
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=== Europa del Nord ===
L'architettura dell'[[Europa settentrionale]] fu influenzata da un insieme di tendenze francesi, olandesi ed italiane.<ref name="C. Norberg - Schulz Architettura Barocca p. 196"/>
In [[Danimarca]]
==== Svezia ====
L'architettura danese del primo Seicento condizionò anche la produzione [[Impero svedese|svedese]], ma la nomina del francese [[Jean de la Vallée]] ([[1620]]-[[1696]]) come architetto reale favorì l'affermazione del gusto barocco;<ref name="Schulz, 198"/> su modello del palazzo italiano, eresse a [[Stoccolma]] il [[palazzo Axel Oxenstiernas]] (posteriore al 1650) e nel [[1656]] costruì la [[Chiesa di Caterina]]
Dal [[1649]] la carica di architetto reale fu ricoperta da [[Nicodemus Tessin il Vecchio]] (1615-[[1681]]), al quale si deve ad esempio la [[Cattedrale di Kalmar]] ([[1660]]), il Mausoleo Carolino presso la [[Chiesa di Riddarholmen|Riddarholmskyrkan]] di Stoccolma (dove sono presenti angoli convessi) ed il [[Castello di Drottningholm]].<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Tessin il Vecchio, Nicodemus''.</ref>
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[[File:Passauer Dom.jpg|thumb|left|[[Duomo di Passavia|Cattedrale di Passavia]]]]
In [[Germania]], una delle prime architetture legate alla [[Controriforma]] fu la [[chiesa di San Michele (Monaco di Baviera)|chiesa di San Michele]] a [[Monaco di Baviera]],
Questa soluzione fu ripresa da [[Hans Alberthal]] ([[1575]]-[[1657]]) in altre chiese costruite in diverse aree del paese.<ref
Questo processo di penetrazione del linguaggio classicista e del primo barocco si interruppe con la [[guerra dei trent'anni]]. Dopo la guerra, che impoverì enormemente le regioni del [[Sacro Romano Impero]], numerosi architetti italiani e svizzeri furono attivi in buona parte dell'[[Europa centrale]] e gettarono le premesse per l'affermazione dell'architettura tardobarocca (soprattutto nelle regioni di religione cattolica: Austria e Baviera) tra la fine del Seicento e del [[XVIII secolo|Settecento]]; tra questi si ricordano [[Carlo Lurago]] ([[1615]]-[[1684]]), [[Francesco Caratti]], [[Carlo Antonio Carlone]], [[Domenico Martinelli]] ([[1650]]-[[1718]]), [[Agostino Barelli]] ([[1627]]-[[1679]]) ed [[Enrico Zuccalli]] ([[1642]]-[[1724]]).<ref name="C. Norberg - Schulz Architettura Barocca p. 200"/>
[[File:Kirche am Hof Wien2.jpg|thumb|[[Chiesa am Hof]], [[Vienna]]]]
[[File:
Lurago lavorò soprattutto in [[Boemia]], realizzando inizialmente opere di stampo [[Manierismo|manierista]]; più tardi innalzò la [[duomo di Passavia|cattedrale di Passavia]], con una [[navata]] squisitamente barocca, definita mediante una successione di volte ellittiche.<ref name="C. Norberg - Schulz Architettura Barocca p. 200"/>
A Francesco Caratti, morto nel [[1679]], si devono alcuni dei più imponenti palazzi di [[Praga]], ma l'arrivo del francese [[Jean Baptiste Mathey]] ([[1630]]-[[1695]]) introdusse uno stile più raffinato, riscontrabile ad esempio nel [[Castello di Troja]].<ref name="C. Norberg - Schulz Architettura Barocca p. 200"/>
A [[Vienna]] il Barocco giunse nella seconda metà del [[XVII secolo|Seicento]] e la prima opera di rilievo fu la [[facciata]] della [[chiesa am Hof]],<ref name="C. Norberg - Schulz Architettura Barocca p. 202">C. Norberg - Schulz, ''Architettura Barocca'', cit., p. 202.</ref> di [[Carlo Antonio Carlone]], edificata nel [[1662]] e caratterizzata da ali laterali che la raccordano ai palazzi adiacenti.
L'architettura viennese raggiunse la pienezza solo con l'arrivo, nel [[1690]], del [[Lucca|lucchese]] [[Domenico Martinelli]], che realizzò il [[palazzo Liechtenstein]] ispirandosi al [[palazzo Chigi-Odescalchi]] di [[Gian Lorenzo Bernini|Bernini]].<ref name="C. Norberg - Schulz Architettura Barocca p. 202"/>
Il bolognese [[
A Monaco disegnò la [[Chiesa di San Gaetano (Monaco di Baviera)|Theatinerkirche]], iniziata nel [[1663]] ispirandosi alla [[Basilica di Sant'Andrea della Valle|chiesa di Sant'Andrea della Valle]]; nella medesima città avviò la costruzione del [[Castello di Nymphenburg|palazzo di Nymphenburg]], poi continuato da [[Enrico Zuccalli]].<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Barelli, Agostino''.</ref>
Anche in [[Polonia]] l'architettura sacra fu influenzata da Roma
I castelli invece risentirono dell'influenza francese: ad esempio il grande [[palazzo di Wilanów]], iniziato nel [[1681]], si articola attorno
=== Impero russo ===
{{vedi anche|Barocco russo}}
[[File:Знаменская церковь... (Дубровицы).jpg|left|thumb|[[Chiesa della Madonna del Segno (Dubrovicy)]]Podolsk, Mosca]]
Ancor prima del regno di [[Pietro I di Russia|Pietro il Grande]] l'architettura russa si avvicinò alle tendenze europee con l'adozione di motivi rinascimentali e barocchi seppure episodica. Allo stesso tempo, la riconquista delle zone occidentali
Solo nel corso del Settecento la Russia accolse, con maggior vigore, i canoni stilistici del mondo occidentale (si rimanda al paragrafo sull'architettura tardobarocca).<ref name="Dizionario voce Russia" /> Infatti una più decisa transizione verso l'architettura occidentale coincise col [[Barocco moscovita|Barocco di Mosca]], all'inizio del XVIII secolo, che già mostra un consapevole utilizzo degli ordini architettonici. Un esempio considerevole di questa corrente si ha nel [[monastero di Novodevičij]] di Mosca.<ref name="Dizionario voce Russia">N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Russia''.</ref>
Un ruolo decisivo nello sviluppo di questo tardobarocco russo lo ebbero i progettisti di origine italiana, primo tra tutti [[Bartolomeo Rastrelli]].
===
[[File:Valladolid - Catedral.jpg|thumb|left|[[Cattedrale di Valladolid]]]]
In [[Spagna]], l'affermazione dello stile barocco si scontrò con le difficoltà legate alla decadenza economica del regno di [[Filippo III di Spagna|Filippo III]].<ref name="Schulz, p. 186"/>
Fino ad allora, sotto [[Filippo II di Spagna|Filippo II]], erano sorti importanti complessi fortemente influenzati dal manierismo italiano, come il [[Monastero dell'Escorial]] (seconda metà del [[XVI secolo]]), costruito in buona parte da [[Juan de Herrera]] ([[1530]]-[[1597]]); allo stesso Herrera si deve il progetto della [[cattedrale di Valladolid]], in cui si avverte un rafforzamento dell'asse centrale e che fu modello per quella di [[Cattedrale di Città del Messico|Città del Messico]].<ref name="Schulz, p. 187"/>
Successivamente l'[[architettura spagnola]] del [[XVII secolo]] volse verso il Barocco,
Ciò nonostante, tra gli edifici sacri più interessanti della Spagna seicentesca, si ricordano la [[collegiata di Sant'Isidoro
<!--Il paragrafo tratta il Seicento. Ma dalla descrizione non si capisce perché sia considerata un'opera paradigmatica per lo stile barocco nel suo sviluppo Settecentesco: la descrizione parla di elementi generici e descrizioni "turistiche". In [[Andalusia]], [[José de Bada]] ha edificato la [[Basilica di San Giovanni di Dio]] tra il 1737 e il 1759. La chiesa si eleva su una struttura in pietra e mattoni. La facciata è incorniciata da due torri campanarie con tetto in ardesia. L'edificio presenta una pianta a [[croce latina]], sviluppata su un'unica ampia navata, affiancata su entrambi i fianchi da una serie di cappelle laterali, e su un [[transetto]], coronato sulla [[Crociera (architettura)|crociera]] da una [[cupola]]. Dietro all'altare del [[presbiterio]] un arco dà accesso alla cappella sepolcrale, suddivisa in tre ambienti riccamente decorati; la stanza principale accoglie un'urna in argento massiccio contenente le [[Reliquia|reliquie]] di san Giovanni di Dio.<ref>{{Cita web|url=https://basilicasanjuandedios.es/retablo-mayor/|titolo=Retablo Mayor|sito=Basílica San Juan de Dios|data=2019-09-02|lingua=es|accesso=2024-02-01}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://basilicasanjuandedios.es/camarin/|titolo=El Camarín|sito=Basílica San Juan de Dios|data=2019-08-28|lingua=es|accesso=2024-02-01}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://rinconesdegranada.com/basilica-de-san-juan-de-dios|titolo=BASÍLICA DE SAN JUAN DE DIOS - RINCONES DE GRANADA|autore=Rincones de Granada|sito=RINCONES DE GRANADA|data=2019-04-23|lingua=es|accesso=2024-02-01}}</ref> -->
=== Portogallo ===
[[File:Sta. Maria da Providência.jpg|thumb|Santa Maria della Provvidenza progettata da [[Guarino Guarini]] (1651), distrutta nel [[terremoto di Lisbona del 1755]]]]
In [[Portogallo]] il Barocco, che giunse solo nell'ultimo scorcio del XVII secolo con chiese a pianta ottagonale o circolare, convisse con lo [[stile chão]] una forma estremamente semplificata di architettura classicista, caratterizzata da volumi netti e da pochi elementi decorativi nei punti focali. Tale stile, che prevaleva nei centri minori, influenzò notevolmente anche l'architettura [[Brasile|brasiliana.]]<ref>{{cita web|url=https://www.academia.edu/12054969/Barocco_brasiliano|titolo=Barocco brasiliano|accesso=10 febbraio 2020}}</ref> Il Barocco si inserì soprattutto come apparato decorativo e si affermo pienamente solo nel [[XVIII secolo|Settecento]] durante il regno di [[Giovanni V del Portogallo|Giovanni V]] quando, soprattutto nelle aree di [[Porto (Portogallo)|Porto]] e [[Braga]],<ref>{{cita web|url=https://whc.unesco.org/en/list/1590/|titolo=Sanctuary of Bom Jesus do Monte in Braga|accesso=10 febbraio 2020}}</ref> si assistette a un rinnovamento architettonico, anche grazie all'opera di [[Niccolò Nasoni]].<ref>{{cita web|url=https://sigarra.up.pt/up/en/web_base.gera_pagina?p_pagina=edif%C3%ADcio%20da%20reitoria%20-%20enquadramento%20-%20obras%20de%20referência%20-%20nicolau%20nasoni|titolo=Niccolò Nasoni|accesso=10 febbraio 2020}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.jstor.org/stable/988958?seq=1|titolo=Review: Recent Studies in Portuguese Post-Mediaeval Architecture|accesso=10 febbraio 2020}}</ref>
Inoltre, a [[Lisbona]] operò il celebre [[Guarino Guarini]], che intorno al 1650 costruì la chiesa della Santa Maria della Divina Misericordia, oggi scomparsa,<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Portogallo''.</ref> o forse mai costruita, ma che ebbe un grande influsso sull'architettura tardobarocca anche per l'uso dell'[[Colonna tortile|ordine salomonico]] che tanto successo ebbe soprattutto in area iberica soprattutto negli interni degli edifici religiosi.
=== America latina e Asia ===▼
{{Vedi anche|Barocco in Brasile}}
[[File:Mexico Metropolitan Cathedral.jpg|thumb|[[Cattedrale di Città del Messico]]]]
Influenzata dalle tendenze spagnole, l'architettura delle colonie in America e in particolare del Messico, si avvicinò al Barocco tra la fine del [[XVI secolo|XVI]] e l'inizio del [[XVII secolo]], sfociando nel [[Churriguera|Churriguerismo]], uno stile tardobarocco caratterizzato dalla decorazione esuberante, concentrata nelle facciate, che si diffuse soprattutto nel [[XVIII secolo|Settecento]] in [[Spagna]] e nell'[[America Latina|America latina]], dove non mancò l'influsso di elementi simbolici di origine indigeno.
▲=== America latina ===
In [[Brasile]], dipendente dalla cultura portoghese, i primi a introdurre l'architettura europea furono i gesuiti che nel Nord Est costruirono chiese secondo i modelli controriformisti messi a punto a Roma e i francescani.
Nella seconda metà del XVII secolo furono introdotti modelli barocchi a [[Rio de Janeiro]], a [[Salvador (Brasile)|São Salvador da Bahia]] e a [[Minas Gerais]].<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''Brasile''.</ref> Quest'ultimo stato, di popolamento recente e vicino a giacimenti d'oro, vide costruire molte nuove chiese anche a inizio XVIII secolo, ormai in uno stile [[rococò]] molto innovativo.
Con il colonialismo, le forme dell'architettura europea furono introdotte anche in [[India]], nelle [[Filippine]], a [[Macao]].
In particolare, con la conquista dell'India da parte dei portoghesi, l'architettura dello stato di [[Goa]] risentì del riflesso del Barocco portoghese.<ref>N. Pevsner, J. Fleming, H. Honour, ''Dizionario di architettura'', cit., voce ''India''.</ref>
Nelle Filippine le principali [[Chiese barocche delle Filippine|chiese barocche]] sono state recentemente incluse tra i beni artistici tutelati dall'Unesco per il loro valore storico e il loro carattere sincretico.
== Architettura tardobarocca e rococò ==
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Benché il Barocco sia essenzialmente legato al [[XVII secolo]], nella prima metà del [[XVIII secolo|Settecento]] si registra la costruzione di numerosi edifici in stile tardobarocco e [[rococò]].
Questa ultima fase si differenzia dal passato per l'adozione di una più ricca decorazione, per la leggerezza delle superfici murarie, per
[[File:Stift melk 001 2004.jpg|thumb|left|[[Abbazia di Melk]], in Austria]]
Muta il contesto storico: se il Barocco aveva avuto la funzione di esaltare il ruolo della monarchia e della [[Chiesa cattolica|Chiesa]], il Rococò aprì un secolo nel quale si verificarono rivoluzioni culturali tali da mettere in discussione gli ideali ed i valori maturati sino ad allora.<ref name="De Fusco, p. 411">R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 411.</ref>
In Francia [[Reggia di Versailles|Versailles]] cessò di essere il punto focale della nazione e la corte reale si trasferì di nuovo a [[Parigi]], anche se solo per pochi anni; il fascino di Versailles resistette però in gran parte d'[[Europa]], dove sorsero numerose residenze ispirate al modello francese.<ref name="De Fusco, p. 411"/>▼
Fu proprio in [[Francia]] che il Rococò (chiamato ''Rocaille'' in francese) si sviluppò e si diffuse nel resto del continente. ▼
▲[[Reggia di Versailles|Versailles]] cessò di essere il punto focale della nazione e la corte reale si trasferì di nuovo a [[Parigi]]; il fascino di Versailles resistette però in gran parte d'[[Europa]], dove sorsero numerose residenze ispirate al modello francese.
Lo stile interessò soprattutto le arti decorativi e l'arredamento; in architettura fu accentuata la differenza tra ambienti interni ed esterni, con una distinzione dei locali in base al loro uso, mentre le strutture portanti vennero alleggerite
In architettura la più grande riuscita barocca dell'epoca in Francia avvenne in Lorena, ducato semi indipendente all'est del paese dove nella capitale [[Nancy]] il duca [[Stanislao Leszczyński]], ex re di Polonia, volle creare una grande piazza reale in onore del genero Luigi XV di Francia, sul modello delle piazze reali parigine. La cosiddetta [[Piazza Stanislao]] venne costruita fra il [[1751]] e il [[1755]] dall'architetto [[Emmanuel Héré de Corny|Emmanuel Héré]]. Il classicismo vi è temperato da eleganti apporti Rococò: su tre lati della piazza Héré disegna le facciate in uno stile classico d'ordine corinzio ma con leggiadre balconate e coronamenti come balaustre reggenti putti e vasi floreali. Sull'ultimo lato, sfarzose cancellate rococò in ferro battuto e dorato di Jean Lamour uniscono l'uno all'altro edifici più bassi. Infine, negli angoli settentrionali sono incastonate le due fontane di Nettuno e Anfitrite, anch'esse di gusto rococò, opere di Barthélemy Guibal, creando uno scenario teatrale che rompe con il rigore delle piazze parigine.<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 474.</ref>
▲Fu proprio in [[Francia]] che il Rococò si sviluppò e si diffuse nel resto del continente.
▲Lo stile interessò soprattutto le arti decorativi e l'arredamento; in architettura fu accentuata la differenza tra ambienti interni ed esterni, con una distinzione dei locali in base al loro uso, mentre le strutture portanti vennero alleggerite e la [[Plasticità (arte)|plasticità]] delle superfici venne affidata al solo movimento ondulatorio delle pareti.
[[File:Malostranské náměstí, kostel svatého Mikuláše od jihozápadu.jpg|thumb|[[Chiesa di San Nicola in Malá
Tuttavia, l'opera che può considerarsi il punto di svolta tra Barocco e Rococò è l'[[Abbazia di Melk]],<ref name="De Fusco p. 425">R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 425.</ref> ampiamente rimaneggiata tra il [[1702]] ed il [[1736]] ad opera di [[Jakob Prandtauer]] ([[1660]]-[[1726]])
Una fusione tra i temi del Barocco italiano e quelli Rococò si riscontra nella [[Kollegienkirche]]
[[File:St. Johann Nepomuk - Inside (München).jpg|thumb|left|[[Asamkirche]], [[Monaco di Baviera]]]]
Significativa è pure la [[chiesa di San Nicola in Malá Strana
Esternamente l'edificio ha una volumetria compatta; l'interno è a pianta longitudinale, con cappelle laterali separate l'una dall'altra da pilastri ruotati di 45 gradi, dai quali partivano, prima di essere ricoperti da una decorazione pittorica, archi a doppia curvatura.
Le cappelle di San Nicola sono sormontate da una sorta di [[matroneo]], tipico delle [[Architettura romanica|architetture medioevali]], ma conformato da una plasticità tutta barocca.<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., p. 429.</ref>
Quindi, sulla scia dell'affermazione dei nuovi gusti, numerose altre chiese rococò sorsero in gran parte dell'[[Europa centrale|Europa Centrale]], tra le quali si ricordano la [[chiesa di San Carlo Borromeo (Vienna)|chiesa di San Carlo]] a [[Vienna]] ([[1716]]-[[1740]]), la [[chiesa di San Giovanni sulla Roccia]] a Praga ([[1727]]-[[1739]]), la [[Santuario dei Quattordici Santi|basilica di Vierzehnheiligen]] ([[1743]]-[[1772]]) e la [[Asamkirche]] di [[Monaco di Baviera]] ([[1733]]-[[1746]]).<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., pp. 425-436.</ref>
Nella regione della [[Slesia]], già facente parte del [[Sacro Romano Impero]] e passata dal [[1741]]-[[1742|42]] alla [[Prussia]], fu marcata l'influenza [[Boemia|boemo]]-[[Germania|tedesca]]; notevole esempio della regione è il complesso dell'[[Abbazia di Krzeszów]], vicino allo stile di [[Kilian Ignaz Dientzenhofer|Dientzenhofer]] e dove
[[File:Blenheim Palace - North (6911855954).jpg|thumb|[[Blenheim Palace]], [[Woodstock (Oxfordshire)|Woodstock]]]]
Nelle stesse regioni furono innalzati imponenti palazzi, il primo dei quali fu il [[
Poco dopo, sempre nella capitale austriaca, fu costruito il [[Castello del Belvedere]], di [[Johann Lucas von Hildebrandt]]; altri esempi notevoli si ebbero a [[Dresda]] ([[Zwinger (Dresda)|Zwinger]], di [[Matthäus Daniel Pöppelmann]]), in [[Inghilterra]] ([[Blenheim Palace]], di [[John Vanbrugh]], con la collaborazione di [[Nicholas Hawksmoor]]) e a [[San Pietroburgo]] ([[palazzo d'Inverno]], di [[Bartolomeo Rastrelli]]).<ref>R. De Fusco, ''Mille anni d'architettura in Europa'', cit., pp. 439-448.</ref>
Nell'[[Impero russo]] questo stile fu importato dall'Europa Centrale attraverso il [[Barocco ucraino]] e dette origine, con la [[san Pietroburgo#Fondazione della città|fondazione di San Pietroburgo]], al sobrio ed equilibrato [[Barocco petrino]], nel quale furono sostanzialmente recepiti i canoni stilistici del mondo occidentale ([[Monastero di Aleksandr Nevskij]]). Una fase più esuberante si ebbe durante il regno di [[Elisabetta di Russia]], con il cosiddetto [[Barocco elisabettiano]].
Il capolavoro del Rococò è comunque la [[Residenza di Würzburg]]
[[File:
Nell'[[
Di Juvarra si ricorda la [[Basilica di Superga]] e la [[Palazzina di caccia di Stupinigi]], due opere costruite nell'area [[Torino|torinese]] nella prima metà del Settecento. In particolare, la residenza di Stupinigi è considerata l'opera più originale di tutta l'architettura
[[File:Interno Reggia Caserta.jpg|thumb|left|Scalone della [[Reggia di Caserta]]]]
Invece, tra la vasta produzione di Bernardo Vittone si ricordano la [[Santuario del Valinotto|cappella della Visitazione del Valinotto]], presso [[Carignano]] e la [[Chiesa di Santa Maria Assunta (Grignasco)|chiesa
Tra la fine del Seicento e l'inizio del Settecento, prima dell'affermazione dei gusti [[Neoclassicismo|neoclassici]], il [[Granducato di Toscana]] si distaccò dai modelli dell'[[architettura manierista|architettura tardo-manierista]], in voga fino ad allora (unica eccezione pienamente barocca e di rilievo erano state alcune opere di [[Gherardo Silvani]]),<ref>C. Bertelli, G. Briganti, ''Storia dell'arte italiana'', Milano, 1991, p. 357.</ref> indirizzandosi con maggior vigore verso un misurato stile barocco.<ref>{{cita web|autore=www.turismo.intoscana.it|url=http://www.turismo.intoscana.it/intoscana2/export/TurismoRT/sito-TurismoRT/Contenuti/Itinerari/visualizza_asset.html_894823325.html|titolo=Il Barocco in Toscana|accesso=17 settembre 2009}}</ref>
Accanto
Nello stesso periodo, a [[Roma]] la cultura settecentesca portò
Dopo la costruzione della facciata di [[Basilica di San Giovanni in Laterano|San Giovanni in
A [[Napoli]], la corte [[
Ad esempio, Ferdinando Fuga, allievo di Giovan Battista Foggini e autore della facciata di [[Basilica di Santa Maria Maggiore|Santa Maria Maggiore]] e del [[palazzo della Consulta]] a Roma, innalzò il prospetto della [[chiesa dei Girolamini]] e il [[Real Albergo dei Poveri]] a Napoli.
L'opera più celebre del Vanvitelli è invece la [[Reggia di Caserta]], definita come l'ultima grande realizzazione del Barocco italiano;<ref name="Dizionario voce Vanvitelli Luigi"/> tuttavia, se all'interno è evidente la ricerca di sfarzose scenografie di stampo barocco, l'esterno appare più misurato, anticipando pertanto i temi dell'[[architettura neoclassica]].<ref name="Dizionario voce Vanvitelli Luigi"/>
Il cammino attraverso le opere tardobarocche dell'Italia settecentesca si conclude in [[Sicilia]], e in particolare con le [[Città tardo barocche del Val di Noto|città del Val di Noto]].
Qui, [[Giovanni Battista Vaccarini]], che si era formato a Roma sulle opere di Bernini e Borromini, contribuì alla riedificazione di [[Catania]] dopo il [[terremoto del Val di Noto del 1693|terremoto del 1693]], restaurò la [[cattedrale di Sant'Agata]]
Lo stesso terremoto comportò la ricostruzione di [[Noto (Italia)|Noto]],
== Elenco dei principali architetti barocchi e tardobarocchi per zona di attività ==
{{vedi categoria|Architetti barocchi}}
=== Penisola italiana ===
[[File:Sant'Ivo
* [[Carlo Maderno]] (1556-1629)
* [[Girolamo Rainaldi]] (1570-1655)
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File:Oratorio_dei_Filippini_01.jpg|[[Oratorio dei Filippini]], Roma
File:SCarloQuattroFontaneRome2.jpg|[[Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane]], Roma
File:
File:Palazzo Montecitorio Rom 2009.jpg|[[Palazzo Montecitorio]], Roma
File:Roma436te.jpg|Scala elicoidale di [[Palazzo Barberini]], Roma
File:Ariccia sta maria assunta.jpg|[[Collegiata di Santa Maria Assunta (Ariccia)|Chiesa dell'Assunta]], [[Ariccia]]
File:
File:Napoli s Martino chiesa 1040974.JPG|La chiesa
File:Cathedral Ragusa Ibla.JPG|[[Duomo di San Giorgio (Ragusa)|Duomo di San Giorgio]], [[Ragusa]]
File:College des quatre nations cupola.jpg|La cupola ellittica del [[Collège des Quatre-Nations]], [[Parigi]]
File:Parc chateau versailles.jpg|[[Reggia di Versailles]]
File:Nancy, Place Stanislas, E.Héré, 1752-60.jpg|[[Place Stanislas]], [[Nancy]]
File:
File:Vista de la basílica de Nuestra Señora del Pilar, en Zaragoza.jpg|[[Basilica di Nostra Signora del Pilar]], [[Saragozza]]
File:Santiago Cathedral 200408.jpg|[[Cattedrale di Santiago di Compostela|Cattedrale di San Giacomo]], [[Santiago di Compostela]]
File:
File:Belvedere605010.JPG|Il [[Castello del Belvedere|Belvedere]], [[Vienna]]
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File:Kateřinský palác (3).jpg|[[Palazzo di Caterina]], [[Russia]]
File:Peterhof Fountains 01 - Big Cascade 02.jpg|[[
File:Basilica di Superga (Turin).jpg|[[Basilica di Superga]], Torino
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* Werner Müller, Gunther Vogel, ''Atlante d'architettura. Storia dell'architettura dalle origini all'età contemporanea. Tavole e testi'', Rozzano (Milano), Hoepli, 1997. ISBN 88-203-1977-2
* Augusto Cavallari Murat, ''Forma urbana e architettura nella Torino barocca'', Torino, 1966.
* [[Christian Norberg-Schulz]], ''Architettura Barocca'',
* Christian Norberg-Schulz, ''Architettura Tardobarocca'', Milano, 1980.
* [[Roberto Pane]], ''Architettura dell'età barocca in Napoli'', Napoli, 1939.
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* [[David Watkin (storico dell'architettura)|David Watkin]], ''A History of Western Architecture'', 2005.
* [[Rudolf Wittkower]], ''Arte e architettura in Italia, 1600-1750'', Torino, Einaudi, 2012. ISBN 978-88-06-17708-9
*[[Heinrich Wölfflin]], ''Renaissance und Barock: eine Untersuchung über Wesen und Entstehung des Barockstils in Italien'', 1888 ora in trad. it. ''Rinascimento e barocco'', [[Aesthetica Edizioni]], Milano 2010-2017 ISBN 978-88-8416-776-7
== Voci correlate ==
* [[Barocco]]
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