Quaestio perpetua de repetundis: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
perfezionamento
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: aggiungo template per citazione fonti online (v. richiesta)
 
(10 versioni intermedie di 8 utenti non mostrate)
Riga 1:
[[File:Maccari-Cicero Denounces Catiline in the Roman Senate by Cesare Maccari.jpgpng|thumb|''[[Cicerone denuncia Catilina]]'', [[1880]], [[affresco]] di [[Cesare Maccari]]; [[Roma]], [[Palazzo Madama (Roma)|Palazzo Madama]], ''Sala Maccari'']]
La '''quaestio perpetua [[de repetundis]]''' o '''quaestio de repetundis'''<ref>Le ''quaestiones'' erano dette anche, per estensione, con riferimento all'accusa (''crimen repetundàrum'') ''res repetundae'' o ''res [[de repetundis]]''</ref>, costituiva uno dei [[tribunale|tribunali]] permanenti istituiti a partire dal [[II sec.secolo a.C.]] e rimasti in vigore fino alla fine del II secolo per giudicare vari reati specifici (''repetundae'', ''[[iniuria]]'', ''[[Lesa maestà|maiestas]]'').
==Funzione==
Quello ''de repetundis'', istituito per primo, era chiamato a giudicare dei reati di [[concussione]] dei [[Magistratura (storia romana)|magistrati]], di rango [[senato]]rio, o dei semplici [[Cittadinanza romana|cittadini]] (i [[Pubblicano|pubblicani]] ad esempio) commessi nelle [[Provincia romana|province]] governate da [[Roma (città antica)|Roma]]. Gli imputati potevano essersi resi colpevoli di casi di [[furto]] o [[malversazione]] (spoliazione dei beni dei nativi oppure furti ai danni dello stesso [[Aerarium|erario]] imperiale) durante l'esercizio del loro incarico.
==Composizione==
 
Il collegio, che giudicava la causa che poteva essere intentata da un qualsiasi cittadino, era composto da senatori (ma la composizione variò nel tempo), presieduti da un [[pretore (storia romana)|pretore]] (oppure, su sua delega da un ''quaesìtor''),<ref>{{cita web|url=http://www.simone.it/newdiz/newdiz.php?id=2472&action=view&dizionario=3|titolo=Dizionario Storico-Giuridico Romano - Quæstiònes perpètuæ |3=22 mar 2013|dataarchivio=26 ottobre 2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131026132435/http://www.simone.it/newdiz/newdiz.php?action=view&id=2472&dizionario=3|urlmorto=sì}}</ref> che decidevano a [[maggioranza]]. Caso celebre fu quello che riguardò l'allora [[propretore]] della [[Sicilia]] dal [[73 a.C.]] al [[71 a.C.]] [[Gaio Licinio Verre|Verre]], contro il quale [[Cicerone]] durante il processo pronunciò le sette famose orazioni dette ''[[Verrine]]''. Celebre è anche il caso di [[Sallustio]], che fu sottoposto al medesimo tribunale, accusato per il suo malgoverno della provincia d'''[[Africa (provincia romana)|Africa]]''.
==Storia==
Il tribunale fu istituito con la ''[[lex Calpurnia]]'' del [[149 a.C.]] e, abolito dopo il ''[[senatus consultum ultimum'']] ai danni di [[Gaio Sempronio Gracco]], fu reintrodotto nel [[106 a.C.]] con la ''[[lex Servilia Caepioiudiciaria]]''. La composizione dell'assemblea variò nel tempo: affidata originariamente all'ordine senatorio, fu assegnata all'[[ordine equestre]] da Gaio Gracco (nel [[123 a.C.]]) e nel [[106 a.C.]] (''[[lex Servilia Glaucia]]''), poi restituita al ceto senatorio da [[Lucio Cornelio Silla|Silla]], e infine ripartita nel [[70 a.C.]] (''[[lex Aurelia iudiciaria]]'') tra senatori, cavalieri e ''tribuni erarii'', questi ultimi successivamente eliminati dal collegio da una legge di [[Gaio Giulio Cesare|Cesare]] (''lex Iulia iudiciària''). In virtù della ripartizione dei componenti, i processi diventavano spesso occasione di conflitto fra ceto senatorio e [[Ordine equestre|equestre]]. Le ''quaestiones'' continuarono a essere discusse fino al [[II secolo|II sec.]], venendo abolite nel [[205]] e soppiantate dalla '' [[cognitio extra ordinem]] ''. Gran parte delle sue funzioni furono assorbite nella carica del ''[[praefectus urbi]]'', che esercitava anche [[giurisdizione civile]] straordinaria per delega [[Imperatore romano|imperiale]].<ref>[{{Cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/prefetto_(Enciclopedia_Italiana)/ |PREFETTO Enciclopedia Italiana (1935) di P. F., T. M., Lu. Gi.]}}</ref>
 
===Pene===
Le pene che il tribunale infliggeva erano il più delle volte di tipo [[pena pecuniaria|pecuniario]], mentre in quasi nessun caso si comminarono [[pena di morte|pene di morte]], per le quali era necessario il ''iudicium'' [[comizi centuriati|centuriato]] (''[[provocatio ad populum]]''). La pena più rilevante in ogni caso consisteva nel danno d'immagine dell'accusato, che vedeva conclusa praticamente la propria [[Cursus honorum|carriera]]. Non erano rari poi i casi di insabbiamento delle accuse, o di corruzione dei giudici stessi della corte.
 
Non erano rari poi i casi di insabbiamento delle accuse, o di corruzione dei giudici stessi della corte.
===Pene===
Le pene che il tribunale infliggeva erano il più delle volte di tipo [[pena pecuniaria|pecuniario]], mentre in quasi nessun caso si comminarono [[pena di morte|pene di morte]], per le quali era necessario il ''iudicium'' [[comizi centuriati|centuriato]] (''[[provocatio ad populum]]''). La pena più rilevante in ogni caso consisteva nel danno d'immagine dell'accusato, che vedeva conclusa praticamente la propria [[Cursus honorum|carriera]]. Non erano rari poi i casi di insabbiamento delle accuse, o di corruzione dei giudici stessi della corte.
 
==Note==
Riga 15 ⟶ 19:
* [[Diritto romano]]
* [[Habeas corpus]]
* [[Lex Calpurnia|Lex Calpurnia de repetundis]]
* [[Senatus consultum ultimum]]
* [[Lex Servilia iudiciaria]]
* [[Lex Servilia Glaucia]]
 
{{portale|Antica Roma|diritto}}