Etere (elemento classico): differenze tra le versioni

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{{Nota disambigua||Quintessenza (disambigua)|Quintessenza}}
{{Nota disambigua||Etere|Etere}}
[[File:Dodecaeder made of glass.JPG|thumb|Un [[dodecaedro]] di [[cristallo]], con dodici [[pentagono|pentagoni]] regolari per ogni faccia, che per gli antichi Greci rappresentava la perfezione dell'etere.]]
[[File:Sylva Philosophorum 04 Quinta Essentia.png|thumb|upright=1.3|Le relazioni tra i [[quattro elementi]] classici, con al centro la quinta essenza (illustrazione dal ''Sylva Philosophorum'' di Cornelius Petraeus, XVII secolo).]]
L{{'}}'''etere''' (in [[lingua greca|greco antico]] αἰθήρ, confluito in [[Lingua latina|latino]] come ''aether''), sinonimo di '''quintessenza''' (dal [[Lingua latina|latino medievale]] ''quinta essentia'', a sua volta variazione[[calco del(linguistica)|calco]] dal greco ''pémpton stoichêion'', «[[cinque5 (numero)|quinto]] elemento»), era un [[elementoElemento (filosofia)|elemento]] che, secondo [[Aristotele]], si andava a sommare agli altri quattro già noti: il fuoco, l'acqua, la terra, l'aria. Oggetto di indagine spirituale da parte di diverse tradizioni filosofiche ed [[esoterismoFuoco (elemento)|esoterichefuoco]], l'etere sarebbe secondo gli [[alchimiaAcqua (elemento)|alchimistiacqua]], il composto principale dellala [[pietraTerra filosofale(elemento)|terra]].<ref name=magee>Glenn Alexander Magee, l''Hegel[[Aria e la tradizione ermetica'', § 4.4, Mediterranee, 2013(elemento)|aria]].</ref>
 
Oggetto di indagine spirituale da parte di diverse tradizioni filosofiche ed [[esoterismo|esoteriche]], l'etere sarebbe secondo gli [[alchimia|alchimisti]] il composto principale della [[pietra filosofale]].<ref name=magee>Glenn Alexander Magee, ''Hegel e la tradizione ermetica'', § 4.4, Mediterranee, 2013.</ref>
==Dai Greci all'età moderna==
 
La storia dell'etere inizia con gli [[antichi Greci]], per i quali esso era l'elemento cristallino con cui era fatto l'universo. [[Platone]], che nel ''[[Fedone]]'' parlava di terre perfette abitate da [[angelo|esseri superiori]], situate al di sopra della terra a noi conosciuta, sosteneva che l'etere avesse la forma di un [[dodecaedro]], [[solido platonico]] composto da dodici facce, il cui significato [[numerologia|numerologico]] implicava una corrispondenza con i [[12 (numero)|12]] segni dello [[zodiaco]].
==Storia==
{{citazione|La terra vera e propria, la terra pura si libra nel cielo limpido, dove son gli astri, in quella parte chiamata ''etere'' da coloro che sogliono discutere di queste questioni; ciò che confluisce continuamente nelle cavità terrestri non è che un suo sedimento. Noi che viviamo in queste fosse non ce ne accorgiamo e crediamo di essere alti sulla terra, come uno che stando in fondo al mare credesse di essere alla superficie e vedendo il sole e le altre stelle attraverso l'acqua, scambiasse il mare per il cielo.|Platone, ''Fedone'', LVIII <ref>[http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiHTML/Platone/Fedone.htm ''Fedone'', trad. it. dal sito ''Ousia''].</ref>}}
===La dottrina greca antica===
[[File:Cieli - De Sphaera.png|thumb|upright=1.4|La concezione aristotelica dell'universo, che vede al centro i quattro cerchi sublunari corrispondenti a terra, acqua, aria, e fuoco, al di sopra dei quali ruotano le sfere planetarie di sostanza eterica.<ref>Come illustrato anche da [[Cicerone]], al di sotto delle orbite eteriche «non c'è ormai più nulla, se non mortale e caduco, eccetto le anime, assegnate per dono degli dèi al genere umano; al di sopra della [[Luna (astrologia)|Luna]] tutto è eterno» (Cicerone, ''[[Somnium Scipionis]]'', ''[[De re publica]]'', VI, 17).</ref>]]
[[File:Dodecaeder made of glassDodecahedron.JPGsvg|thumb|UnIl [[dodecaedro]] di [[cristallo]], connella dodiciconcezione [[pentagono|pentagoni]] regolari per ogni faccia, che per glidegli antichi Greci, rappresentava la perfezione dell'etere.]]
[[Aristotele]] ne diede una trattazione sistematica, rimasta prevalente in Occidente, sostenendo che l'etere costituiva l'essenza del mondo celeste, e distinguendolo così dalle [[quattro]] essenze (o elementi) di cui riteneva composto il mondo terrestre, stratificato dall'alto in basso in [[fuoco (elemento)|fuoco]], [[aria (elemento)|aria]], [[acqua (elemento)|acqua]] ed infine [[terra (elemento)|terra]]. Aristotele riteneva che l'etere fosse eterno, immutabile, senza peso e trasparente; proprio per l'eternità e staticità dell'etere, il cosmo era un luogo immutabile, o quantomeno soggetto a mutamenti regolari, in contrapposizione alla [[Terra]], luogo di continuo cambiamento.<ref>Aristotele, ''[[De caelo]]'', libro I, capp. 1-12.</ref> All'etere, infatti, egli attribuiva per natura il [[moto circolare]], che entrando poi in contatto con gli altri quattro elementi giungeva a corrompersi diventando [[moto rettilineo|rettilineo]].<ref>Aristotele, ''De cealo'', I, 2, 268b, 11-270 a 12.</ref> Mentre così le [[stelle fisse]], incastonate nel cielo del [[firmamento]], realizzavano il loro fine con un solo movimento, appunto attraverso il moto circolare uniforme, gli altri [[pianeti (astrologia)|pianeti]] più vicini alla Terra lo realizzavano progressivamente per mezzo di più movimenti.<ref>Aristotele, ''De caelo'', II, 12.</ref>
La storia dell'etere inizia con gli [[antichi Greci]], per i quali esso era l'elemento cristallino con cui era fatto l'universo. [[Platone]], che nel ''[[Fedone]]'' parlava di terre perfette abitate da [[angelo|esseri superiori]], e situate al di sopra della terra a noi conosciuta, sosteneva che l'etere avesse la forma di un [[dodecaedro]], [[solido platonicoregolare]] composto da dodici facce, il cui significato [[numerologia|numerologico]] implicava una corrispondenza con i [[12 (numero)|12]]dodici segni dello [[zodiaco]].
{{citazione|La terra vera e propria, la terra pura si libra nel cielo limpido, dove son gli astri, in quella parte chiamata ''etere'' da coloro che sogliono discutere di queste questioni; ciò che confluisce continuamente nelle cavità terrestri non è che un suo sedimento. Noi che viviamo in queste fosse non ce ne accorgiamo e crediamo di essere alti sulla terra, come uno che stando in fondo al mare credesse di essere alla superficie e vedendo il sole e le altre stelle attraverso l'acqua, scambiasse il mare per il cielo.|Platone, ''Fedone'', LVIII LVII<ref>[http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiHTML/Platone/Fedone.htm ''Fedone'', trad. it. dal sito ''Ousia''].</ref>}}
 
[[File:Cieli - De Sphaera.png|thumb|upright=1.4|left|La concezione aristotelica dell'universo, che vede al centro i quattro [[sfere sublunari|cerchi sublunari]] corrispondenti a terra, acqua, aria, e fuoco, al di sopra dei quali ruotano le [[sfere celesti|sfere planetarie]] di sostanza eterica.<ref>Come illustrato anche da [[Cicerone]], al di sotto delle orbite eteriche «non c'è ormai più nulla, se non mortale e caduco, eccetto le anime, assegnate per dono degli dèi al genere umano; al di sopra della [[Luna (astrologia)|Luna]] tutto è eterno» (Cicerone, ''[[Somnium Scipionis]]'', ''[[De re publica]]'', VI, 17).</ref>]]
[[Aristotele]] ne diede una trattazione sistematica, rimasta prevalente in Occidente, sostenendo che l'etere costituiva l'essenza del mondo celeste, e distinguendolo così dalle [[4 (numero)|quattro]] essenze (o elementi) di cui riteneva composto il mondo terrestre, stratificato dall'alto in basso in [[fuoco (elemento)|fuoco]], [[aria (elemento)|aria]], [[acqua (elemento)|acqua]] ed infine [[terra (elemento)|terra]]. Aristotele riteneva che l'etere fosse eterno, immutabile, senza peso e trasparente; proprio per l'eternità e staticità dell'etere, il cosmo era un luogo immutabile, o quantomeno soggetto a mutamenti regolari, in contrapposizione alla [[Terra]], luogo di continuo cambiamento.<ref>Aristotele, ''[[De caelo]]'', libro I, capp. 1-12.</ref> All'etere, infatti, egli attribuiva per natura il [[moto circolare]], che entrando poi in contatto con gli altri quattro elementi giungeva a corrompersi diventando [[moto rettilineo|rettilineo]].<ref>Aristotele, ''De cealocaelo'', I, 2, 268b, 11-270 a 12.</ref> Mentre così le [[stelle fisse]], incastonate nel cielo del [[firmamento]], realizzavano il loro fine con un solo movimento, appunto attraverso il moto circolare uniforme, gli altri [[pianeti (astrologia)|pianeti]] più vicini alla Terra lo realizzavano progressivamente per mezzo di più movimenti.<ref>Aristotele, ''De caelo'', II, 12.</ref>
 
Il [[Sole (astrologia)|Sole]] e i diversi [[astri]] risultavano anch'essi fatti di etere, e ritenuti da Aristotele veri e propri esseri viventi dotati di [[anima]], coincidenti con gli [[divinità|dèi]] della [[mitologia greca]].<ref>Aristotele, ''Metaphysica'', XII, 8.</ref> L'etere inoltre era per lui qualcosa di denso che permeava tutti i luoghi celesti, nei quali perciò non esisteva nessuno spazio vuoto.<ref>Aristotele, ''Fisica'', IV, 7-8.</ref>
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Analoghi concetti vennero espressi in età [[Rinascimento|rinascimentale]] da [[Luca Pacioli]], neoplatonico del [[XVI secolo]], per il quale l'etere coinvolge anche le strutture [[matematica|matematiche]] e [[geometria|geometriche]] dell'universo: secondo il Pacioli, che si rifaceva in tal modo a Platone, il [[cielo (religione)|cielo]], ossia il quinto elemento, aveva la forma di un [[dodecaedro]], struttura perfetta secondo lo studioso.
 
===ProprietàTradizione alchemichealchemica===
[[File:Pouring liquid mercury bionerd.jpg|thumb|left|Nel [[mercurio (alchimia)|mercurio]] gli alchimisti vedevano espresse le proprietà liquide e [[Luna (astrologia)|lunari]] dell'etere, che unite a quelle complementari dello [[zolfo (alchimia)|zolfo]],<ref name=magee /> avrebbero conferito il potere trasmutativo e conoscitivo della [[pietra filosofale]].<ref>Cfr. anche Luciana Pedirota, ''Tarocchi & Kabbalah'', nota 109, Mediterranee, 2013.</ref>]]
[[File:Plaster cast of sign. Wellcome M0003440.jpg|upright=0.7|thumb|Il [[caduceo]], o bastone di [[Mercurio (divinità)|Mercurio]], che con i due sperpentiserpenti avvolti simboleggiava l'opera di riunificazione alchemica delle opposte [[polarità (filosofia)|polarità]] dell'etere.<ref name=magee />]]
 
{{Citazione|Successivamente gli alchimisti medievali indicarono con l'etere o quintessenza la [[forza vitale]] dei corpi, una sorta di [[elisir di lunga vita]].
Quella cosa che muta i [[metalli]] in [[oro]] possiede altre virtù straordinarie: come, ad esempio, conservare la salute umana integra sino alla morte e di non lasciar passare la morte (se non dopo due o trecento anni). Anzi, ''chi la sapesse usare potrebbe rendersi immortale''. Questo ''lapis'' non è certamente nient'altro che seme di vita, gheriglio e quintessenza dell'intero universo, da cui gli animali, le piante, i metalli e gli stessi elementi traggono sostanza.|[[Comenius|Jan Amos KomenskyComenio]], da ''[[Labirinto del mondo e paradiso del cuore]]'' del, [[1631]]}}
 
Almeno fino al [[XVII secolo]], le proprietà [[alchimia|alchemiche]] dell'etere furono oggetto di studio anche ai fini della ricerca della [[pietra filosofale]], per produrre la quale era necessaria la disponibilità del grande Agente universale, cioè la stessa [[Anima del mondo]], altrimenti detta «[[Azoth|Azoto]]»,<ref>''[[Azoth|Azoto]]'' era un [[acronimo]] [[cabbala|cabbalistico]] di 4 lettere (''A-Z-Ω-Th''), simbolizzante il [[Mercurio (elemento chimico)|mercurio]]: ''"[[A]]"'' in quanto inizio dell'[[alfabeto]], ''"[[Z]]"'' in quanto fine, ''"[[O]]"'' come fine dell'[[alfabeto greco]] ([[Omega (lettera)|omega]]), ''"[[Taw (lettera)|TO]]"'' come fine dell'[[alfabeto ebraico]]. Le caratteristiche di contenere in sé l'inizio e la fine di tutto erano quelle attribuite appunto al mercurio (cfr. ''[http://www.zen-it.com/symbol/mylius/Mylmercurio.htm L'anello del mercurio] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140306122729/http://www.zen-it.com/symbol/mylius/Mylmercurio.htm |data=6 marzo 2014 }}'').</ref> acronimo cabalistico che indicava appunto l'Etere divino di cui ogni elemento della realtà si riteneva fosse permeato:<ref>Georges Ranque, ''La pietra filosofale'', Edizioni Mediterranee, 1989.</ref> il ''lapis philosophorum'', analogamente detto «quintessenza»,<ref>[[{{cita libro|nome= Carl Gustav Jung|C.G. cognome=Jung]], ''|titolo=Psychology and Alchemy'',|città= pag.Londra|editore=Routledge|anno= 243,1964|lingua= Princeton, 1968.en|isbn=978-0-415-03452-4|p=243}}</ref> sarebbe risultato dalla sintesi di due realtà contrapposte, quali il [[mercurio (elemento chimicoalchimia)|mercurio]], associato all'aspetto passivo dell'etere, e lo [[zolfo (alchimia)|zolfo]], associato al lato attivo e solare dell'[[intelletto]].<ref>David Walsh, ''The esoteric origins of modern ideological thougth: Boehme and Hegel'', pag. 49, Università della Virginia, 1978.</ref>
 
Per il fatto che in ambito [[chimico]] la quintessenza fosse ritenuta un [[elisir (soluzione)|elisir]] ottenuto dalla quinta [[distillazione]] degli elementi, il termine «quintessenza» ha anche assunto un significato più ampio, quello di caratteristica fondamentale di una [[sostanza (filosofia)|sostanza]] o, più in generale, di una branca del sapere.
 
===L'etere luminiferoTeorie moderne ===
[[File:Bernoulli - De gravitate aetheris, 1683 - 1216514.jpg|thumb|upright=0.7|[[Jakob Bernoulli]], ''De gravitate aetheris'', 1683]]
{{vedi anche|Etere luminifero}}
Tra l'autunno e l'inverno del [[1609]], il fisico pisano [[Galileo Galilei]] (1564-1642) perfezionò nuovi strumenti ottici in grado di effettuare rilevanti ingrandimenti astronomici, i cui risultati furono pubblicati nel ''[[Sidereus Nuncius]]'' (1610), dove dava conto della morfologia della [[Luna]], della [[Via Lattea]], dell'esistenza dei cosiddetti [[satelliti medicei]] di Giove, e di numerose stelle non visibili a occhio nudo. I corpi celesti si dimostravano composti di elementi analoghi al [[mondo sublunare|mondo sub-lunare]] e cadeva così la necessità di attribuire loro una materia perfetta (o quintessenza).<ref>{{cita libro |curatore=[[Marco Ciardi]]|titolo=Esplorazioni e viaggi scientifici nel Settecento |editore=Rizzoli |città=Milano |anno=2008 |isbn=978-88-17-02334-4 |pp=7-8}}</ref>
L'antico concetto di etere, come sostanza permeante il cosmo, fu riproposto agli inizi dell'Ottocento con l'affermarsi della [[teoria ondulatoria della luce]] di [[Thomas Young|Young]] e [[Augustin-Jean Fresnel|Fresnel]], in contrapposizione a quella [[Teoria corpuscolare della luce|corpuscolare]] di [[Isaac Newton|Newton]], per l'esigenza di postulare un mezzo materiale in cui la [[luce]] potesse propagarsi, così come il [[suono]] si propaga attraverso l'[[aria]]. Venendo ora infatti concepita come [[onda]], anziché come un corpo, la [[luce]] non avrebbe potuto diffondersi nel [[vuoto (fisica)|vuoto]]. In seguito, [[Albert Einstein]], con la sua [[teoria della relatività]], eliminerà dalla [[storia della scienza|scienza]] questa concezione dell'etere, almeno nel suo aspetto grossolano, sostituendolo però di fatto con una nuova considerazione dello [[spazio (fisica)|spazio]] dotato di specifiche proprietà fisiche che escludono la possibilità del vuoto assoluto.<ref>Come egli stesso ebbe modo di precisare, «a favore dell'ipotesi dell'etere gioca un argomento molto importante. Negare l'etere significa, in ultima istanza, supporre che lo spazio vuoto non possieda alcuna proprietà fisica, il che è in disaccordo con le esperienze fondamentali della meccanica» (A. Einstein, ''Opere scelte'', a cura di E. Bellone, Bollati Boringhieri, Torino 1988).</ref>
 
L'antico concetto di etere continuò tuttavia ad essere inteso come una sostanza permeante il cosmo, sebbene le nuove teorie [[meccanicismo|meccanicistiche]] presero a concepirlo come un ''medium'' sempre più grossolano. [[Cartesio]] ad esempio spiegava il fenomeno della [[interazione gravitazionale|gravità]] sulla base di [[vortice|vortici]] di etere.<ref>{{cita web|url=http://www.nuovafisica.it/teoria-dei-vortici/|titolo=Teoria dei vortici|accesso=21 settembre 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180921153448/http://www.nuovafisica.it/teoria-dei-vortici/|dataarchivio=21 settembre 2018|urlmorto=sì}}</ref>
 
Così [[Jakob Bernoulli]] nel 1682 formulò la teoria che la durezza dei corpi dipendesse dalla pressione dell'etere,<ref>{{treccani|bernoulli|Bernoulli|accesso=13 gennaio 2020}}</ref> mentre pochi anni dopo [[Isaac Newton]] nei suoi ''[[Philosophiæ Naturalis Principia Mathematica]]'' lo definì un «mezzo intermedio» per descrivere le interazioni dinamiche dei moti planetari, da lui poste alla base della legge di [[gravitazione universale]].<ref name = "Rosenfeld1969">{{cita pubblicazione | autore= L. Rosenfeld | titolo= Newton's views on aether and gravitation | pubblicazione = Archive for History of Exact Sciences | data = 1969 | volume = 6 | numero = 1 | pp = 29-37 | doi = 10.1007/BF00327261}} Nel suo modello eterico, Newton descrive l'etere come un mezzo che "scorre" continuamente verso il basso verso la superficie terrestre ed è parzialmente assorbito e parzialmente diffuso. Questa "circolazione" dell'etere è ciò a cui ha associato la forza di gravità per aiutare a spiegare l'azione della gravità in modo non meccanico. Questa teoria ha descritto diverse densità di etere, creando un gradiente di densità eterica. La sua teoria spiega anche che l'etere era denso negli oggetti e rarefatto senza di essi. Quando particelle di etere più denso interagivano con l'etere rarefatto, venivano attratte dall'etere denso proprio come i vapori di raffreddamento dell'acqua vengono attratti l'uno verso l'altro per formare l'acqua.</ref> Egli spiegava cioè l'azione a distanza tra i corpi celesti, priva di contatto materiale, ricorrendo all'etere come ad un modello statico di fluidi.<ref name = "newton1679">Newton, Isaac. [http://www.orgonelab.org/newtonletter.htm ''Isaac Newton to Robert Boyle, 1679''], 28 febbraio 1679. Questa interazione elastica è ciò che ha causato l'attrazione della gravità, secondo questa teoria iniziale, permettendo una spiegazione dell'azione a distanza invece dell'azione attraverso il contatto diretto. Newton spiegò anche questa mutevole rarità e densità di etere nella sua lettera a [[Robert Boyle]] nel 1679. In questa lettera illustrò anche l'etere e il suo campo attorno agli oggetti e lo utilizzò come modo per informare Robert Boyle della sua teoria (cfr. {{cita web | url = http://www.orgonelab.org/newtonletter.htm | titolo= Isaac Newton's Letter to Robert Boyle, on the Cosmic Ether of Space - 1679 | autore = James DeMeo | anno = 2009 | accesso = 20 dicembre 2016 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20161220231449/http://www.orgonelab.org/newtonletter.htm |dataarchivio= 20 dicembre 2016}}) Sebbene Newton alla fine abbia cambiato la sua teoria della gravitazione in una forza coinvolgente e le leggi del moto, il suo punto di partenza per la moderna comprensione e spiegazione della gravità derivava dal suo modello eterico originale sulla gravitazione.</ref>
 
====L'etere luminifero====
{{vedi anche|Etere luminifero(fisica)}}
Ancora agli inizi dell'Ottocento una simile visione dell'etere fu riproposta con l'affermarsi della [[teoria ondulatoria della luce]], da parte dell'inglese [[Thomas Young]] (1773-1829) e del francese [[Augustin-Jean Fresnel]] (1788-1827), in contrapposizione a quella [[Teoria corpuscolare della luce|corpuscolare]] di [[Isaac Newton]], per l'esigenza di postulare un mezzo materiale in cui la [[luce]] potesse propagarsi, così come il [[suono]] si propaga attraverso l'[[aria]]. Venendo ora infatti concepita come [[onda]], anziché come un corpo, la luce non avrebbe potuto diffondersi nel [[vuoto (fisica)|vuoto]].
 
L'antico concetto di etere, come sostanza permeante il cosmo, fu riproposto agli inizi dell'Ottocento con l'affermarsi della [[teoria ondulatoria della luce]] di [[Thomas Young|Young]] e [[Augustin-Jean Fresnel|Fresnel]], in contrapposizione a quella [[Teoria corpuscolare della luce|corpuscolare]] di [[Isaac Newton|Newton]], per l'esigenza di postulare un mezzo materiale in cui la [[luce]] potesse propagarsi, così come il [[suono]] si propaga attraverso l'[[aria]]. Venendo ora infatti concepita come [[onda]], anziché come un corpo, la [[luce]] non avrebbe potuto diffondersi nel [[vuoto (fisica)|vuoto]]. In seguito, [[Albert Einstein]], con la sua [[teoria della relatività]], eliminerà dalla [[storia della scienza|scienza]]supererà questa concezione dell'etere, almeno nel suo aspetto grossolano, sostituendolo però di fatto con una nuova considerazione dello [[spazio (fisica)|spazio]] dotato di specifiche proprietà fisiche che escludono la possibilità del vuoto assoluto.<ref>Come egli stesso ebbe modo di precisare, «a favore dell'ipotesi dell'etere gioca un argomento molto importante. Negare l'etere significa, in ultima istanza, supporre che lo spazio vuoto non possieda alcuna proprietà fisica, il che è in disaccordo con le esperienze fondamentali della meccanica» (A. Einstein, ''Opere scelte'', a cura di E. Bellone, Bollati Boringhieri, Torino 1988).</ref>
 
==La dimensione eterica nell'esoterismo==
[[File:Pentacle from Heptameron 1565 edition.jpg|thumb|upright=1.3|L'[[esagramma]], che assomma in sé i simboli degli altri quattro elementi: fuoco ({{simbolo|Fire symbol (alchemical).svg|16}}), aria ({{simbolo|Air symbol (alchemical).svg|16}}), acqua ({{simbolo|Water symbol (alchemical).svg|16}}), terra ({{simbolo|Alchemical earth symbol (fixed width).svg|16}}).<ref>Immagine dal [[grimorio]] ''Heptameron'' attribuito a [[Pietro d'Abano]] (1565).</ref>]]
L'etere è tornato ad essere oggetto di indagine filosofica ed [[esoterismo|esoterica]] sia da parte degli ambienti [[teosofia|teosofici]] fondati da [[Madame Blavatsky]], che lo identificò con i concetti [[filosofia orientale|orientali]] di [[akasha (elemento)Ākāśa|akasha]] a livello cosmico e di ''[[prana]]'' a livello vitalistico individuale (costitutivo del [[corpo eterico]]),<ref>H.P. Blavatsky, ''La chiave della teosofia'' (1889).</ref> sia negli scritti [[rosacroce|rosacrociani]] di [[Max Heindel]].<ref>M. Heindel, ''La Cosmogonia dei Rosacroce'', cap. I-2 (1909).</ref>
 
===I quattro eteri secondo Steiner===
Se[[Rudolf ne occupò dettagliatamente anche ilSteiner]], fondatore dell'[[antroposofia]], [[Rudolf Steiner]], il quale lo mise invece in relazione con i [[quattro elementi]] della [[filosofia occidentale|tradizione occidentale]]. InEgli epochesostenne remoteche, egliin sostieneepoche remote, l'etere di cui era fatto il mondo esisteva come [[calore]], dal quale prese in seguito a differenziarsi, condensandosi progressivamente attraverso quattro epoche planetarie, e giungendo attualmente a scindersi in quattro coppie, governate dalla legge universale della [[polarità (filosofia)|polarità]]: fuoco, aria, acqua e terra hanno cioè ognuno una controparte eterica, dotata di caratteristiche opposte e complementari.<ref name=tompkins>[[Peter Tompkins]], ''[[La vita segreta della natura]]'', pp. 120-122, Mediterranee, 2009.</ref>
 
L{{'}}'''etere-calore''', da cui si è originato l'elemento [[fuoco (elemento)|fuoco]], è nella [[cosmogonia]] steineriana la prima sostanza con cui fu plasmato il mondo, emanazione della sostanza stessa dei [[Troni]], gli angeli di [[Saturno (astrologia)|Saturno]] così descritti dallo [[Pseudo-Dionigi l'Areopagita]].<ref>Dionigi, ''[[De coelesti hierarchia]]'', VII.</ref> Mentre il fuoco si espande verso l'alto, l'etere-calore ha la caratteristica opposta di discendere giù dal Sole, concentrandosi negli esseri viventi e favorendo il loro sviluppo. Di esso sono intessuti gli [[spiriti della natura]] conosciuti come [[Salamandra (mitologia)|salamandre]].<ref name=tompkins />
===Etere-calore===
L''''etere-calore''', da cui si è originato l'elemento [[fuoco (elemento)|fuoco]], è nella [[cosmogonia]] steineriana la prima sostanza con cui fu plasmato il mondo, emanazione della sostanza stessa dei [[Troni]], gli angeli di [[Saturno (astrologia)|Saturno]] così descritti dallo [[Pseudo-Dionigi l'Areopagita]].<ref>Dionigi, ''[[De coelesti hierarchia]]'', VII.</ref> Mentre il fuoco si espande verso l'alto, l'etere-calore ha la caratteristica opposta di discendere giù dal Sole, concentrandosi negli esseri viventi e favorendo il loro sviluppo. Di esso sono intessuti gli [[spiriti della natura]] conosciuti come [[Salamandra (mitologia)|salamandre]].<ref name=tompkins />
 
L{{'}}'''etere-luce''' è la controparte dell'elemento [[aria (elemento)|aria]], cioè dello stato [[gas]]soso: mentre l'aria appare caotica, disordinata, capace di penetrare ovunque e di collegare in maniera fluida ogni cosa, l'etere ad essa complementare si posa soltanto sulla superficie degli oggetti, ed è dotato di direzione, ordine e capacità di dividersi nettamente. L'etere-luce, inoltre, illuminando gli oggetti, li rende distinguibili creando le dimensioni della distanza e dello [[spazio (fisica)|spazio]]. Ad esso appartengono gli spiriti della natura chiamate [[Silfide (mitologia)|silfidi]], che infondono luce alle piante.<ref name=tompkins />
===Etere-luce===
L''''etere-luce''' è la controparte dell'elemento [[aria (elemento)|aria]], cioè dello stato [[gas]]soso: mentre l'aria appare caotica, disordinata, capace di penetrare ovunque e di collegare in maniera fluida ogni cosa, l'etere ad essa complementare si posa soltanto sulla superficie degli oggetti, ed è dotato di direzione, ordine e capacità di dividersi nettamente. L'etere-luce, inoltre, illuminando gli oggetti, li rende distinguibili creando le dimensioni della distanza e dello [[spazio (fisica)|spazio]]. Ad esso appartengono gli spiriti della natura chiamate [[Silfide (mitologia)|silfidi]], che infondono luce alle piante.<ref name=tompkins />
 
L<nowiki>{{'</nowiki>}}'''etere-chimico''' si contrappone in maniera complementare agli stati [[liquido|liquidi]] appartenenti all'elemento [[acqua (elemento)|acqua]]. A differenza di quest'ultima, fluida, densa, e compatta, tendente a restringersi nell'aspetto di [[sfera|sfere]], l'etere-chimico è discontinuo, separatore, e perciò produttore di [[forma (filosofia)|forme]]. Steiner fa derivare da esso fenomeni come la [[chimica]] e la [[musica]], chiamandolo perciò anche ''etere del suono'',<ref>[http://www.rudolfsteiner.it/articolo/191/esseri-elementari Gli esseri elementari secondo Rudolf Steiner] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20151029091805/http://www.rudolfsteiner.it/articolo/191/esseri-elementari |date=29 ottobre 2015 }}.</ref> per la sua capacità di strutturare la materia secondo rapporti numerici [[acustica|acustici]], riflessi dell'armonia cosmica conosciuta sin dalla [[scuola pitagorica]] come «[[musica delle sfere]]».<ref>Massimo Scaligero, ''L'uomo Interiore'', pag. 165, Mediterranee, 1988.</ref> Nell'etere-chimico vivono le [[ondina (mitologia)|ondine]], spiriti della natura che estraggono dalle piante e dagli alberi le diverse parti di cui sono composti, come rami, fronde, foglie, pur mantenendo tra queste una relazione d'insieme.<ref name=tompkins />
===Etere-chimico===
L<nowiki>'</nowiki>'''etere-chimico''' si contrappone in maniera complementare agli stati [[liquido|liquidi]] appartenenti all'elemento [[acqua (elemento)|acqua]]. A differenza di quest'ultima, fluida, densa, e compatta, tendente a restringersi nell'aspetto di [[sfera|sfere]], l'etere-chimico è discontinuo, separatore, e perciò produttore di [[forma (filosofia)|forme]]. Steiner fa derivare da esso fenomeni come la [[chimica]] e la [[musica]], chiamandolo perciò anche ''etere del suono'',<ref>[http://www.rudolfsteiner.it/articolo/191/esseri-elementari Gli esseri elementari secondo Rudolf Steiner].</ref> per la sua capacità di strutturare la materia secondo rapporti numerici [[acustica|acustici]], riflessi dell'armonia cosmica conosciuta sin dalla [[scuola pitagorica]] come «[[musica delle sfere]]».<ref>Massimo Scaligero, ''L'uomo Interiore'', pag. 165, Mediterranee, 1988.</ref> Nell'etere-chimico vivono le [[ondina (mitologia)|ondine]], spiriti della natura che estraggono dalle piante e dagli alberi le diverse parti di cui sono composti, come rami, fronde, foglie, pur mantenendo tra queste una relazione d'insieme.<ref name=tompkins />
 
L{{'}}'''etere-vitale''' è in rapporto di polarità con l'elemento [[terra (elemento)|terra]], ossia con tutto ciò che si trova in uno stato [[solido]]. Mentre la terra è dura e rigida, inerte e inanimata, l'etere-vitale possiede mobilità interiore, ed è capace di dare [[vita]] alla materia. In esso consiste il principio dell'[[io (filosofia)|io]], ossia la forza in grado di conferire l'[[individuo|individualità]] ad un corpo.<ref name=tompkins /> Nell'etere-vitale agiscono gli [[gnomi]], spiriti della terra che in esso veicolano le [[idee]] archetipe del [[cosmo]] ricevute dagli [[alberi]], trasmettendole ai [[minerali]] di cui si nutrono a loro volta le [[radice (botanica)|radici]] delle piante.<ref>Peter Tompkins, ''La vita segreta della natura'', pag. 123, op. cit.</ref>
===Etere-vitale===
L''''etere-vitale''' è in rapporto di polarità con l'elemento [[terra (elemento)|terra]], ossia con tutto ciò che si trova in uno stato [[solido]]. Mentre la terra è dura e rigida, inerte e inanimata, l'etere-vitale possiede mobilità interiore, ed è capace di dare [[vita]] alla materia. In esso consiste il principio dell'[[io (filosofia)|io]], ossia la forza in grado di conferire l'[[individuo|individualità]] ad un corpo.<ref name=tompkins /> Nell'etere-vitale agiscono gli [[gnomi]], spiriti della terra che in esso veicolano le [[idee]] archetipe del [[cosmo]] ricevute dagli [[alberi]], trasmettendole ai [[minerali]] di cui si nutrono a loro volta le [[radice (botanica)|radici]] delle piante.<ref>Peter Tompkins, ''La vita segreta della natura'', pag. 123, op. cit.</ref>
 
==Note==
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== Voci correlate ==
*[[Ākāśa]]
{{MultiCol}}
*[[Akasha (elemento)]]
*[[Anima del mondo]]
*[[Avir]]
*[[Corpo eterico]]
{{ColBreak}}
*[[Elisir di lunga vita]]
*[[Etere luminifero]]
*[[Pietra filosofale]]
*[[ElementiQuattro (filosofia)elementi]]
*[[Prana]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|etichettawikt=etere|wiktpreposizione=eteresull'}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*[http://www.sapere.it/gr/ArticleViewServletOriginal?otid=GEDEA_quintessenza&orid=GEDEA_quintessenza&todo=LinkToFree ''Quintessenza'' su Sapere.it] - etimologia
*{{cita web|url=http://www.sapere.it/gr/ArticleViewServletOriginal?otid=GEDEA_quintessenza&orid=GEDEA_quintessenza&todo=LinkToFree|titolo=Etimologia di ''Quintessenza''|editore=''sapere.it''|accesso=24 gennaio 2005|dataarchivio=14 aprile 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050414185321/http://www.sapere.it/gr/ArticleViewServletOriginal?otid=GEDEA_quintessenza&orid=GEDEA_quintessenza&todo=LinkToFree|urlmorto=sì}}
*[http://matematica-old.unibocconi.it/interventi/diogene-parmigianino.htm Il ''Diogene'' del Parmigianino] (sezione '''La quintessenza cosmica''')
*{{cita web|url=http://matematica-old.unibocconi.it/interventi/diogene-parmigianino.htm|titolo=Il ''Diogene'' del Parmigianino, sezione '''La quintessenza cosmica'''|accesso=29 gennaio 2016|dataarchivio=25 settembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150925005051/http://matematica-old.unibocconi.it/interventi/diogene-parmigianino.htm|urlmorto=sì}}
*[{{cita web|url=http://www.agribionotizie.it/wp-content/uploads/gli-eteri-questi-sconosciuti.pdf |titolo=I quattro eteri]}}
 
{{Alchimia}}