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{{Edificio civile
|nome edificio = Palazzo Frizzoni
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|proprietario storicocommittente = famigliaFamiglia Frizzoni
}}
 
'''Palazzo Frizzoni''' è un edificio [[neoclassicismo|neoclassico]] che ospita la sede del Municipio di [[Bergamo]].<br/>
Venne costruito da Antonio Frizzoni su progetto di [[Rodolfo Vantini]] tra il [[1836]] e il [[1841]] come residenza della famiglia [[Frizzoni (famiglia)|Frizzoni]].<br />
Nel [[1927]] Enrico Frizzoni destinò per [[testamento]] l'edificio a sede del Comune.
 
== Storia - le origini ==
Palazzo Frizzoni si trova nella parte bassa della città di Bergamo, in quello che è stato dal [[XII secolo]] un centro ricco di storia, per interessi commerciali con la [[Fiera di Sant'Alessandro]] e religiosi grazie ai suoi tanti monasteri.
La storia del palazzo si lega a quella del territorio che occupa e che subì nel tempo molti cambiamenti.
 
La città di Bergamo ha documentata l'importante ''[[fiera]] di [[Fiera di Sant'Alessandro|sant'Alessandro]]'' nella zona che veniva chiamata ''Prato di sant'Alessandro'' o ''prato rasulo'' (rasato-incolto), localizzato da via Bortufo alla [[Chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano (Bergamo)|chiesa dei Santi Bartolomeo e Stefano]] fin dal [[899]]<ref>{{cita web|url=http://www.bergamoestoria.it/fiera_s_alessandro.aspx|titolo=La fiera di sant'Alessandro|editore=Fondazione Bergamo nella storia|accesso=31 luglio 2017|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170801032150/http://www.bergamoestoria.it/fiera_s_alessandro.aspx|dataarchivio=1º agosto 2017}}</ref>. Su questo prato nel [[1171]] risultano presenti due nuclei religiosi degli [[Umiliati]] maschile e femminile di sant'Agata che avevano ''magiorni'' in comune per la lavorazione della lana<ref name="Carullo p 9">{{cita|Carullo|p 9}}.</ref>.
 
ILIl [[1353]] vide la separazione dei due conventi come da decreto di [[Papa Innocenzo VI]], e nel [[1371]] Francesco de Gischis - frate di Novara - fece costruiirecostruire un ospedale dedicato a sant'[[Antonio da Padova|sant'Antonio]] che doveva curare dal [[Herpes zoster|fuoco di sant'Antonio]], costruendo anche un altro piccolo monastero chiamato ''sant'Antonio al prato'' gestito da suore provenienti da [[Vienne (Francia)|Vienne]] in Francia<ref>{{cita|Carullo|p 10}}.</ref><ref>{{cita web|url=http://www.bergamosera.com/cms/2017/04/07/bergamo-scomparsa-lospedale-di-santantonio/|titolo=L'ospedale di sant'Antonio|editore=Bergamo sera|accesso=6 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170807021741/http://www.bergamosera.com/cms/2017/04/07/bergamo-scomparsa-lospedale-di-santantonio/|dataarchivio=7 agosto 2017|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita libro|titolo=A volo d'uccello. Bergamo nelle vedute di Alvise Cima|autore=Tosca Rossi|editore=Litostampa istituto grafico|città=Bergamo|anno=2012|p=210|isbn= 978-88-900957-7-1}}.</ref>
 
Nel [[1458]] vennero unificati gli undici ospedali della città in quello detto ''[[Chiesa di San Marco (Bergamo)|Ospedale Grande di San Marco]]'' riunendo solo nel [[1497]] quello di san'Antonio anche seche per poter mantenere la raccolta di elemosine rimaselasciò una presenza di persone e animali nel monastero<ref>{{cita|Carullo|p 11}}.</ref>. Le monache di [[Chiesa di Santa Lucia (Bergamo)#Chiesa di Santa Lucia e Santissimo Nome di Gesù|Santa Lucia e Santa Lucia Vecchia]] compraronoacquisirono il complesso monastico nel [[1586]] e ospitarono le persone che dovevano recarsi alla fiera eraccogliendo chele lasciavanoloro abbondanteabbondanti offerte.
 
Ma nelNel [[XVII secolo]] i due monasteri, quello delle Umiliate di sant'Agata e di Santa Lucia Vecchia, ormai carenti di vocazioni, vennero acquisiti dal convento di [[Chiesa di Santa Lucia (Bergamo)|Santa Lucia]], che si trovava fuori dalle ''[[Torre del Galgario#Muraine|muraine]]'', fondato nel [[1337]] da [[CirprianoCipriano degli Alessandri]], e che motivi di sicurezza preferiva spostarsi all'interno della mura cittadine nel 1556, acquisendo nel 1586 tutte le proprietà dei due conventi e anche parte dell'ospedale,; risulta molto efficiente durante la visita di san [[Carlo Borromeo]] che lilo citerà come ''ecclesia et monasterio monialium Sancta Lucia et sancta Agata ordinis sancto Augustini''<ref name="Carullo p 9" />. Sarà la visita pastorale del vescovo [[Federico Corner (1579-1653)|Federico Corner]] chea obbligheràobbligare il convento ad avereacquisire le reliquie che mancavano, fu così che ottennero le reliquie di santa Lucia provenienti dagli scavi del cimitero [[paleocristiano]] di san Callisto in [[Roma]],. cheLe spoglie verrannofurono portateporte nella chiesa nel [[1632]] rimanendovi fino al [[1798]] quando il convento vennevfu sopressosoppresso e adibito a caserma per ordine della [[Repubblica Cisalpina]] instaurata l'anno precedente.
[[File:Palazzo Frizzoni-Sala Consiliare.jpg|thumb|Palazzo Frizzoni-Sala Consiliare]].
Le relique sono reliquie dal 15 dicembre 1807 sono conservate nella chiesa delledella [[Madonna dello Spasimo]] dettaper anchequesto detta di Santa Lucia perchè il monastero venne definitivamente chiuso nel 1798<ref>{{cita|Carullo|p 16}}.</ref>, e il 30 novembre Francesco Maria Blonder acquistò l'intero complesso con le proprietà vicine e tutti i palazzi appartenenti alla Curia vescovile, con la sola esclusione di quelli presenti nella parte alta della città, in un unico solo atto notarile<ref>{{cita|Carullo|p 17}}.</ref>. Ma lo svizzero Blonder già il 21 marzo 1799 vendette le proprietà a Giovanni Beltrami, commerciante in seta e fratello di don Antonio che celebrava le funzioni negli anni precedenti nella chiesa del monastero. Le politiche cambiano, conCon l'arrrivoarrivo degli austriciaustriaci-russi i francesi dovettero lasciare la città e i nuovi amministatoriamministratori comunali non vollero dare il permesso per un grosso intervento di restauro dei locali sia del convento, che dell'ospedale e delle chiese<ref>{{cita|Carullo|p 20}}.</ref>.
 
I francesi andandoandandosene avevano lasciato la città in grave difficoltà, le famiglie erano in povertà e le suore che erano state scacciate dai monasteri rivolevanovolevano rientrare nei propri locali per aver la possibilità di sopravvivere, così avvenne anche per il monastero di santa Lucia e santa Marta che gli era confinante, questo contro la volontà degli eredi di Beltrami che ormai era deceduto<ref group=nota>Le monache chiesero il rientro nei monasteri ilcon un documento è firmato da ''D.a Cattrina Monaca del Suaccennato Convento a nome anche di tutte le altre religiose''{{cita|Carullo|21}}</ref>.
 
== Storia della famiglia Frizzoni ==
=== Antonio Frizzoni (1754-1835) ===
La [[Fiera di Sant'Alessandro|fiera di sant'Allessandro]] aveva una valenza economica non indifferente, tanto da attirare comercianticommercianti anche dall'estero,. Bergamo inoltre nella sua posizione strategica tra Milano e Venezia era un luogo di intersiintensi commerci, principalmente di tessuti.
 
Nell'anno [[1770]], il giovane Antonio Frizzoni, proveniente dal [[Cantone dei Grigioni]] e appartenente alla [[Chiesa evangelica riformata in Svizzera|chiesa evangelica svizzera]]<ref>{{cita web|url=http://servizi.ct2.it/ssl/wiki/index.php?title=Frizzoni|titolo=Frizzoni EFL-Società storica lombarda|editore=Enciclopedia delle famiglie lombarde|accesso=3 agosto 2017|dataarchivio=3 agosto 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170803131651/http://servizi.ct2.it/ssl/wiki/index.php?title=Frizzoni|urlmorto=sì}}</ref>, arrivò in Bergamo per lavorare accompagnato dal fratello Tomaso (1760-1835) [[Sordomutismo|sordomuto]]<ref group=nota>Antonio seguirà sempre il fratello e lo manderà a studiare pittura da [[Luigi Deleidi]], a Brera e fino a Roma</ref> e malgradobenché avesse una un'istruzione minima conosceva bene tre lingue, questo gli permise di trovare lavoro presso una caffetteria e poi come contabile. Aprì nel 1790 la sua prima attività in Bergamo, commerciando in stoffe di seta e lana ma in particolare in penne di struzzo che andavano molto di moda sugli abiti e cappelli delle signore<ref name=Carullo_25>{{cita|Carullo|p 25}}.</ref>.
 
Affittò nel 1793 uno stabile nella contrada di san Bernardino, e nel 1800 si mise in società con il più importante commerciante svizzero presente in città: Ambrogio Zavaritt, sposando nel 1802 Catterina Irmel anche lei svizzera dalla quale ebbe tre figli: Antonio, Giovanni Leonardo e Federico. Nel medesimo anno lasciò l'immobile in affitto per acquistarne uno da un certo Scandolera -anche lui svizzero - in centralissima contrada sant'Orsola<ref>{{cita|Carullo|p 25}}<name="Carullo_25" /ref>. La sua vicinanza alla politica della città lo fece integrare bene nelle comunità tanto da venire eletto consigliere comunale nel primo consiglio cittadino il 13 ottobre 1802, carica che richiedeva l'essere di buona posizione economica ed appartenere alle classi alte della città<ref>{{cita|Carullo|p 26}}.</ref>.
 
Frizzoni, come di tanti altri commercianti in stoffe, si arricchì attraverso il contrabbando con L'Inghilterra che Napoleone nel 1806 aveva bloccato ed escluso, ma che era una delle piazza più ricche d'Europa. Nel 1809 morì la giovane moglie; nel 1812 venne eletto membro della camera di commercio nel 1816 venne rieletto consigliere comunale. Ma nel 1814 i francesi lasciarono abbandonarono la città in mano agli austriaci, il medesimo anno il 22 settembre, Antonio Frizzoni firmò un atto di acquisto con Egidio Beltrani figlio di quel Giovanni che aveva acquistato i [[Chiostro di Santa Marta|monasteri di santa Marta]] e santa Lucia nel 1799<ref>{{cita testo|autore=Luigi Santini|titolo=La comunità evangelica di Bergamo|editore=Claudine|annpoanno=1960}}</ref> per l'acquisto di terreni in [[Valle Imagna]] dando a garanzia i due monasteri abbandonati in Bergamo diventando questo il primo contatto importante dei Frizzoni con il palazzo<ref>{{cita|Carullo|p 26|}}.</ref>. Tre anianni dopo, il 26 febbraio 1817 risulta l'acquisto degli immobili, in fabbricati e terreni da parte di Antonio Frizzoni, ma dovette subito fare i conti con il governo di [[Francesco II d'Asburgo-Lorena]] che voleva urbanizzare questa parte della città, acquistando nel 1823 i terreni vicini a casa Frizzoni e urbanizzando il ''prato di sant'AlesandroAlessandro'' costruendo quello che poi divenne il [[Sentierone]], una delle vie più importanti della città. Antonio Frizzoni morì il 20 gennaio [[1835]] nella sua casa nella contrada del Prato, non essendoci ancora una chiesa evangelica in Bergamo, vennero celebrate le esequie con retorito ocattolicocattolico nella [[Basilica di Sant'Alessandro in Colonna|chiesa di sant'Alessandro]]<ref>{{cita|Carullo|p 29|}}.</ref>.
[[File:Palazzo Frizzoni-soffitto scalone interno.jpg|thumb|Palazzo Frizzoni-soffitto scalone interno]]
 
=== Antonio Frizzoni (1804-1876) ===
Il primogenito, Antonio junior, ottemperando ai desideri testamentari del padre, chiese la licenza di costruzione per un nuovo palazzo mentre Bergamo aveva incaricato [[Giuseppe Cusi]] alladella realizzazione dello studio per un nuovo piano [[Urbano|urbanistico]] con la l'edificazione di una nuova porta, alle l'abbattimento di vecchie case in legno,. laLa richiesta del Frizzoni venne vista in modo favorevole dalle autorità cittadine, ma il Frizzoni non trovava soddisfacenti i progetti e i bozzetti che gli venivano proposti, tanto che l'amico [[Venceslao Albani]] contattò l'architetto [[Rodolfo Vantini]] per la realizzazione di un nuovo progetto<ref>{{cita|Carullo|p 36}}.</ref>.
 
Il progetto di riedificazione e ristrutturazione di questi immobili, presentato da Rodolfo Vantini, venne accolto favorevolmente dal Frizzoni,. iI lavori iniziarono nel [[1836]] con la distruzione delle due chiese di Santa Lucia e Sant'Agata delle quali rimanerimangono un dipinto ad acquarello e una stampa conservati nella [[Biblioteca Angelo Mai]]. Il palazzo verrà terminato nel 1841<ref>{{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/BG020-00724/|titolo =Palazzo Frizzoni Bergamo|editore =Lombardia Beni culturali|accesso =5 luglio 2016}}</ref> e un documento descrive l'immobile e il giardino stimandone il valore in 329.924,00{{Formatnum:329924}} [[Lira del Lombardo Venetoaustriaca|lire austriache]] e indicandone come unico proprietario Antonio Frizzoni junior che aveva avuto solo l'anno precedente il grave lutto della morte del quarto figlio e della giovane moglie, Ursula Ganzoni, di parto<ref>{{cita|Carullo|p 37}}.</ref>. Il Vantini seguì non solo la costruzione ma anche gli arredi interni del palazzo, arredi che richiesero un intervento di dieci anni con pitture e stucchi di Simone Quirino Salvatoni con ile del figlio Giovanni Battista<ref>{{cita|Carullo|p 39}}.</ref>.
 
Durante i moti [[Cinque giornate di Milano|moti antiaustriaci]] il palazzo venne occupato dai feriti e dai combattenti, e quando gli austriaci minacciarono di bombardare la città dopo essersi ritirati alla [[Rocca di Bergamo|Rocca]], fu Giovanni Leonardo Frizzoni, che parlava il tedesco, a trattare un accordo ma venne preso in ostaggio, rimanendo prigioniero fino al 23 marzo quando le truppe occupanti lasciarono la città. Giovanni Leonardo morì l'anno successivo.
 
Con il formarsi del Regno d'Italia, Antonio Frizzoni junior venne eletto nel primo consiglio comunale e rimanerimase fino alla sua morte occorsa l'anno seguente, ma un membro della famiglia Frizzoni fece sempre parte del consiglio comunale di Bergamo<ref>{{cita|Carullo|p 40}}.</ref>.
Aveva sposato in seconde nozze Amalia Heinselmann nipote di Enrichetta Blondel nipote di [[Alessandro Manzoni|Manzoni]] che gli darà cinque figli: Rosa-Orsolina, Giulietta, GuglielomoGuglielmo, EnericoEnrico ed Emilia-Matilde. Antonio morì il 3 marzo 1876 lasciando in eredità alla comunità della chiesa Evangelicaevangelica parte del suo giardino, dove venne costruito il primo Tempio Evangelicoevangelico. Il resto delle proprietà passò ai figli.
 
=== Enrico Frizzoni ===
La famiglia , negli anni successivi la morte di Antonio, ebbe alcune disgrazie, che obbligarono a passaggi di proprietà e successione tra i nipoti,. ilIl figlio Enrico, unico erede maschio rimasto, nel [[1927]] ritiròrilevò dagli eredi del fratello la loro parte del palazzo divenendo l'unico proprietario, e il 3 marzo del medesimo anno redasse il suo testamento che dava la possibilità all'amministrazione comunale di comperare il palazzo ad un prezzo favorevole perché divenisse la residenza del podestà. Enrico morì quindi giorni dopo aver espresso le sue volontà<ref>{{cita|Carullo|p 43}}.</ref>.
 
== La sede del comune ==
L'amministrazione, che occupava locali non suffficientisufficienti in via Torquato Tasso, trovò la proposta favorevole. Venne stimato il valore dell'immobile con il giardino in tre milioni di lire, e dopo alcuni contatti con gli eredi e incontri il 13 marzo [[1928]] in loro presenza e del notaio Francesco Finardi, il podestà Guido Mazza De' Piccioli firmò l'atto di acquisto, diventando così il comune il solo proprietario di palazzo Frizzoni. [[File:Palazzo Frizzoni.Sala Consiliare-Gonfalone.jpg|sinistra|thumb|Gonfalone presente nella sala consiliare di palazzo Frizzoni]]
 
Si succedettero anni di problemi burocratici e economici, le tasse di successione, le modifiche da fare al palazzo, serviva anche liberare la parte dell'immobile ancora abitato da Giulia Frizzoni che aveva mantenuto l'usufrutto in vita. Sembrava non si riuscisse a trovare una soluzione adeguata per gli uffici e per le diverse sale pubbliche, situazione che portò alla dimissione del podestà e ad unaa un'amministrazione commissariata. FiuFu il podestà Eernesto[[Ernesto Suardo]], eletto nel giugno del 1932, a risolvere la questione, invitando la Frizzoni a rinunciare al suo diritto di abitazione, con l'impegno che l'immobile mantenesse sempre il nome della famiglia Frizzoni che lo aveva costruito, e una cifra di buonauscitabuonuscita<ref>{{cita|Carullo|p 49}}.</ref>. Nel [[1933]] il Suardo si dimise e gli subentrò Grisogono Traineri che, vistovista l'enorme spesa già costatasostenuta per ristruturazioniristrutturazioni e arredi, sospese i lavori,; ma era programmata l'inauguraizoneinaugurazione il 28 ottobre, ricorrenza della [[Marcia su Roma]]., quindi si decise di accedere ada un ulteriore mutuo bancario, e nei tempi destinatiprevisti l'amministrazione comunale si trasferì da Via Torquato Tasso alla nuova sede <ref>{{cita web|url =http://www.comune.bergamo.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=3786&idArea=1181&idCat=1190&ID=3197&TipoElemento=categoria|titolo =Palazzo Frizzoni|editore =Comune di Bergamo|accesso =5 luglio 2016}}</ref>.
 
I lavori di adeguamento proseguirono negli anni succesivisuccessivi all'insediamento, e nel 1942 vennefu incaricatoaffidato l'incarico a [[Giancarlo Eynard]] per ladella realizzazione di quella che era ladella ''Sala della Consulta'' che risultava ancora vuota, e che dopo il [[1945|'45]] serviva per ospitare il nuovo Consiglio Comunale che dovette provvisoriamente essere ospitato nella vecchia sede in via Torquato Tasso il 3 aprile 1946, avendo tra i suoi rappresentanti anche Ugo Frizzoni, erede della famiglia<ref>{{cita|Carullo|p 57}}</ref>. Vennero esaminati i primi progetti, e ad [[Achinne Funi]], pittore presente in Bergamo comee insegnante dell'[[Accademia Carrara]], vennefu commissionata la realizzazione delle pitture nella nuova sala diconsiliare del palazzo Frizzoni in cambio di un contributo economico chea sostenessesostegno ldell'accademia. cheLe sipitture trovavafurono ineseguite situazionenel economica1950 fallimentare, cosa che fecedall'artista con la collaborazione dei suoi allievi, furonoe eseguitiil nel26 [[1950]] eluglio la sala venne inaugurata il 26 luglio<ref>{{cita|Carullo|p 61}}.</ref>.
 
L'immobile venne ampliato per rispondere alle esigenze di spazi dell'amministrazione con i progetti dell'architetto [[Nestorio Sacchi]] a partire dal 1960, ; successivi interventi vennerofurono effettuati neglinel annibiennio 2002-2003<ref>{{cita|Carullo|p 63}}.</ref>.
 
L'immobile venne ampliato per rispondere alle esigenze di spazi dell'amministrazione con i progetti dell'architetto [[Nestorio Sacchi]] a partire dal 1960, successivi interventi vennero effettuati negli anni 2002-2003<ref>{{cita|Carullo|p 63}}</ref>.
== Architettura ==
=== Esterno ===
L'edificio neoclassico si presenta di forma quadrata con un cortile interno e con la [[facciata]] principale su via Matteotti all'inizio deldi [[Sentierone]],via XX settembre. unaLa facciata in [[granito]] bugnato con una serie di 10 finestre ad [[arco (architettura)|arco]] al piano terra, mentre il secondo e terzo piano hanno [[lesena|lesene]] [[Ordine corinzio|corinzie]] intervallate da finestre [[rettangolo|rettangolari]], alcune delle quali con [[timpano (architettura)|timpano]] [[triangolo|triangolare]], e porte finestre con tre balconi.<br>
Al centro un grande portone ad [[Arco (architettura)|arco]] a tutto sesto conduce ad un [[Portico|porticato]] con colonne [[Ordine ionico|ioniche]] e soffitto a [[Cassettone|cassettoni]], oltre il quale vi è una [[loggia]] a due piani architravata in stile [[Bramante|bramantescobramante]]sco che conduce all'antico [[giardino]], oggi adibito a parco pubblico<ref>{{cita web|url =http://guide.travelitalia.com/it/guide/bergamo/palazzo-frizzoni/|titolo =Palazzo Frizzoni Bergamo|editore =traverl Italia|accesso = 5 luglio 2016}}</ref>.
 
[[File:Palazzo Frizzoni.Sala Consiliare-Gonfalone.jpg|sinistra|thumb|Gonfalone presente nella sala consiliare di palazzo Frizzoni]]
=== Interno ===
Nell'Aula Consiliare è dipinta la ''"Battaglia di Legnano"'' e vi sono ritratti personaggi illustri della [[storia di Bergamo]], entrambe opere eseguite dagli allievi della Scuola di Pittura dell'[[Accademia Carrara]] tra il [[1948]] e il [[1949]].<br />
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Da qui si accede alla sala della Giunta, un tempo ufficio di Antonio Frizzoni.
Il Palazzo conserva un ottimo ''ritratto di Angelo Mai'' di [[Francesco Podesti]].
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== Note ==
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==Altri progetti==
{{interprogetto|commons=Category:Palazzo Frizzoni}}
== Voci correlate ==
* [[Frizzoni (famiglia)]]
 
==Collegamenti esterni==
* {{cita web|url=http://www.comune.bergamo.it/servizi/Menu/dinamica.aspx?idSezione=3786&idArea=1181&idCat=1190&ID=3197&TipoElemento=categoria|titolo=Storia di Palazzo Frizzoni}}
{{Palazzi di Bergamo}}
{{Portale|Bergamo}}
 
[[Categoria:Municipi della LombardiaProvincia di Bergamo|Bergamo]]
[[Categoria:Palazzi di Bergamo|Frizzoni]]