Cavallo Pazzo: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|altri significati per il termine l''Crazyattivista Horse''italiano|Mario o ''Appignani|Cavallo Pazzo''|titolo=Crazy Horsepazzo}}
{{nota disambigua||Crazy Horse}}
{{Carica pubblica
|nome = Cavallo Pazzo
|immagine = The picture for the year 1845 in Oglala Lakota Cloud Shield's winter count shows Crazy Horse on a raid.png
|didascalia= Cavallo Pazzo raffigurato durante un'incursione sul calendario invernale lakota di Cloud Shield per l'anno 1845.
|carica= [[Oglala|Capo Oglala]]
|mandatoinizio= 1865 circa
|mandatofine = 5 settembre 1877
}}
{{Bio
|Nome = Cavallo Pazzo
|Cognome =
|PostCognomeVirgola = in [[lingua inglese|inglese]] '''Crazy Horse''', in [[lingua lakota]] '''Tashunka Uitko''' o '''Tashunka Witko''' o '''Tȟašúŋke Witkó''' a seconda delle traslitterazioni, letteralmente "Il suo cavallo è pazzo"<ref> Bright, William (2004). Native American Place Names in the United States. Norman, OK: University of Oklahoma Press, p. 125</ref>, comunemente tradotto come "Cavallo Pazzo",
|Sesso = M
|Immagine =
|Didascalia =
|Cognome =
|PreData = in [[lingua inglese|inglese]] '''''Crazy Horse'''''; in [[lingua lakota|lakota]] '''''Tashunka Uitko''''', '''''Tashunka Witko''''' o '''''Tȟašúŋke Witkó''''' a seconda delle traslitterazioni, letteralmente "Il suo cavallo è pazzo"<ref>William Bright, ''Native American Place Names in the United States'', University of Oklahoma Press, 2004, pg. 125</ref> comunemente tradotto come "Cavallo Pazzo"), nato nella regione del [[Bear Butte]]<ref>Stephen E. Ambrose, ''Cavallo Pazzo e Custer'', Rizzoli, 1978, pg. 47-48</ref> a nord-est delle [[Black Hills]] nell'attuale stato del [[Dakota del Sud]]
|LuogoNascita =
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = (data di nascita sconosciuta, probabilmente nei primi [[anni 1840]]
|NoteNascita = <ref>Si veda la nota numero 1 del primo capitolo del testo di Kingsley M. Bray, "''Cavallo Pazzo. Il grande condottiero del Little Bighorn"'', Mondadori, 2008, pppg. 434</ref>
|LuogoMorte = Fort Robinson
|GiornoMeseMorte = 5 settembre
|AnnoMorte = 1877
|AttivitàEpoca = 1800
|Attività = condottiero
|Nazionalità =
|Nazionalità = nativo americano
|Categorie = no
|FineIncipitPostNazionalità = èdella statotribù undegli [[Nativi americani|nativo americanoOglala]] della tribù degli Oglala [[Lakota]] ([[Sioux]])
|Immagine = Crazy Horse 1877.jpg
|Didascalia = Immagine di Cavallo Pazzo del 1877. L'autenticità della foto è tuttavia dubbia.
}}
 
Personaggio leggendario, gli sono state attribuite imprese memorabili e fantastiche, come quella che lo voleva invulnerabile ai [[proiettile|proiettili]] o che narrava che il suo [[anima|spirito]] aleggiasse ancora tra le [[tribù]] dei [[pellerossa]].
Personaggio leggendario, gli sono state attribuite imprese memorabili e fantastiche come quella che lo voleva invulnerabile ai [[proiettile|proiettili]] o che narrava che il suo [[anima|spirito]] aleggiasse ancora tra le [[tribù]] dei [[pellerossa]].
 
== Il nome ==
In [[lingua lakota]], ''TašunkaTȟašúŋke WitkoWitkó'' significa letteralmente "Cavallo Pazzo", (da intendersi come "imbizzarrito", ma anche come "folle" o, meglio, "posseduto," essendo, la follia, per i [[Dakota (gruppo etnico)|DakotaLakota]], segno o frutto di un particolare rapporto colcon il [[Grande Spirito]]. La parola ''WitkoWitkó'' infatti, in lingua lakota sta a significare la condizione di alterazione tipica del contatto colcon il sacro, oltre che la follia in senso lato. ''TašunkaTȟašúŋke'', invece indica il cavallo, utilizzandoaggiungendo il prefisso ''tatha-'' che significa "grande" al nome ''šúŋke'' cioè "cane".<ref>Jan F. Ullrich - Lakota Language Consortium, ''New Lakota Dictionary: Lakhotiyapi-English/English-Lakhotiyapi & Incorporating the Dakota Dialects of Santee-Sisseton Yankton-Yanktonai'', Lakota Language Consortium Inc., 2008</ref> Cavallo quindi letteralmente sarebbesignifica "grande cane", nome che fu il nome dato ala questo [[quadrupede]] dai [[nativi americani]] alla prima vista dei [[mustang (cavallo)|cavalli]] diportati originein spagnola)[[America]] dai [[conquistadores]] agli inizi del [[XVI secolo]].
 
== I primi anni ==
Negli anni giovanili era conosciuto anche come ''ricciuto'' a causa dei capelli particolarmente ricci e di colore castano chiaro (cosa rarissima tra i nativi americani).
 
=== BiografiaInfanzia ===
Cavallo Pazzo nacque nella regione del [[Bear Butte]] (Matȟó Pahá per i [[Lakota]]), nell'attuale [[Dakota del Sud]], intorno al 1840<ref name="DVD">''The Authorized Biography of Crazy Horse and His Family Part One: Creation, Spirituality, and the Family Tree'', DVD - Directorː William Matson, Reel Contact Productions, 2006</ref> durante uno dei periodici raduni che i Lakota tenevano in quella zona. I genitori appartenevano a due diversi sottogruppi di Sioux. Il padre, Tȟašúŋke Witkó (Cavallo Pazzo), era un [[Oglala]], mentre la madre, Tȟašína Ȟlaȟlá Wiŋ (Donna dalla coperta tintinnante), secondo alcune fonti apparteneva alla famiglia dei [[Minneconjou]]<ref name="DVD"/><ref>Rafaele D'Aniello, ''Dizionario degli Indiani d'America'', Newton & Compton Editori, 1999, pg. 427</ref>, secondo altre era una donna della tribù dei [[Sichangu|Brulè]]<ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg. 48</ref> ed era sorella di Siŋté Glešká ([[Coda Chiazzata]]).<ref>Mari Sandoz, ''Crazy Horse, the Strange Man of the Oglalas, a Biography'', University of Nebraska Press, 1961, pg. 18</ref> Alla nascita gli fu dato il nome Čháŋ Óhaŋ (In mezzo agli alberi), ma fu presto chiamato dalla madre in modo affettuoso Pȟehíŋ Yuȟáȟa ("Curly" ovvero "Ricciuto")<ref>Mari Sandoz, op. cit., pg. 17</ref> a causa dei suoi capelli particolarmente ricci o anche Žiží ("Light Hair" ovvero "Capelli chiari")<ref>Mari Sandoz, op. cit., pg. 20</ref> per il loro colore castano chiaro (cosa, questa, rarissima tra i nativi americani). Seguendo le tradizioni, Ricciuto fu allevato secondo le usanze tribali: intenso allenamento fisico e molto tempo trascorso in preghiera e solitudine, come era consuetudine per i giovani della tribù. Imparò presto ad andare a cavallo, ad usare arco e frecce, a cacciare piccoli animali e dimostrò subito grande abilità in tutte queste attività. Quando raggiunse la maturità e dimostrò di esserne degno, suo padre gli cedette il suo nome, Cavallo Pazzo appunto,<ref>Mari Sandoz, op. cit., pg. 118</ref> e lui ne prese uno nuovo, Waglúla (Verme).
[[File:Ftrob ch.JPG|thumb|Memoriale per Cavallo Pazzo, giugno 2008]]
Nato nelle [[Colline Nere|Black Hills]] (''Paha Sapa'' in [[lingua lakota]]), presumibilmente intorno a metà [[anni 1840|anni '40]], in giovanissima età si salvò dalla distruzione del proprio [[villaggio]] ad opera dei soldati federali. Probabilmente a causa di questo [[trauma psicologico|trauma]], da adulto, assurto al ruolo di capo di guerra fra i Sioux Oglala, fu molto attivo nella resistenza allo sterminio dei nativi d'America da parte degli statunitensi, diventando uno fra i principali esponenti della fazione irriducibile dei [[Lakota|Teton]] nel periodo del tramonto della loro libertà e proseguendo la lotta, insieme al quasi coetaneo [[Fiele (condottiero hunkpapa)|Fiele]] (in lingua inglese "Gall", in lingua lakota "[[Piji]]") e al più anziano [[Toro Seduto]], anche dopo la rinuncia alla rivolta armata da parte dei grandi capi [[Nuvola Rossa]] e [[Coda Chiazzata]], le cui imprese avevano caratterizzato il ventennio precedente.
 
=== La visione ===
Cavallo Pazzo e [[Fiele (condottiero hunkpapa)|Fiele]] guidarono, quali principali capi guerrieri della coalizione capeggiata da [[Toro Seduto]], i forse 1.200 guerrieri che nella [[Battaglia del Little Bighorn|battaglia di Little Bighorn]], il 25 giugno [[1876]], sconfissero il 7º Reggimento Cavalleria dell'esercito USA, guidato dal ten. col. [[George Armstrong Custer|George A. Custer]], riportando pochissime perdite a fronte di 211 cavalleggeri degli squadroni di Custer e 57 cavalleggeri degli squadroni di Reno e Benteen.
Per i giovani Lakota la spiritualità, il contatto con il mondo degli Spiriti, si manifestava attraverso la visione che veniva raggiunta seguendo un preciso rituale tribale che includeva la solitudine, il digiuno e spesso anche ferite autoinflitte. Ricciuto aveva una profonda spiritualità che lo portava a vivere in armonia con tutto ciò che fa parte del Cerchio della vita:<ref>Secondo il simbolismo dei nativi americani tutte le cose sono collegate nel '''Sacro Cerchio della vita''' che racchiude ogni cosa e dal cui interno nasce ogni cosa. Un cerchio non ha né inizio né fine, quindi rappresenta l'infinito, l'unità di tutte le cose e insegna che tutte le cose sono correlate tra loro. Esso fornisce agli uomini il mezzo per comprendere l'universo, i misteri della vita e della morte, il fluire del tempo, i cicli delle stagioni. La sua forma circolare rappresenta in maniera perfetta il percorso in cielo del Sole e della Luna e sulla Madre Terra la forma del [[tipì|''tepee'']], la forma del tamburo, quella della [[ruota di medicina]] e di altri oggetti che hanno un ruolo significativo nella cultura, nelle credenze e nelle tradizioni dei Lakota.</ref><ref>James David Audlin, ''The Circle of Life: A Memoir of Traditional Native American Teachings'', Create Space Independent Publishing Platform, 2012</ref> la Terra, il Sole, il cielo, gli alberi e gli animali. Tutto riportava a [[Grande Spirito|Wakan Tanka]], il Grande Spirito, creatore di tutto e presente in ogni cosa.<ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg. 139</ref> Ma la sua spiritualità si esprimeva soprattutto attraverso il sogno che alimentava con il suo sconfinato potere fantastico. Egli sognava di diventare un guerriero coraggioso e un capo autorevole e rispettato dalla sua gente. Si raccoglieva spesso in se stesso, nel silenzio e nella solitudine, alla ricerca di una visione che potesse aprirgli un squarcio sul futuro. Un giorno Ricciuto si ritirò da solo nella zona dei laghi nelle Sand Hills ([[Nebraska]]) e per due giorni di veglia ininterrotta e senza cibo invocò il Grande Spirito di avere un sogno che gli fosse da guida sul sentiero della vita.<ref>Mari Sandoz, op. cit., pg. 104-105</ref> E quella visione tanto cercata e destinata ad influenzare profondamente il suo futuro, alla fine arrivò.
 
Nella sua visione Ricciuto vedeva il Sacro Cerchio della vita chiudersi intorno a un guerriero che, fluttuando nell'aria, cavalcava contro i nemici in un turbinio di pallottole e di frecce che lo sfioravano senza tuttavia colpire né lui, né il suo cavallo. Quel guerriero portava una sola penna tra i capelli sciolti, il segno di un fulmine impresso su una guancia e gocce bianche come chicchi di grandine sul corpo. Quando la visione svanì Verme, suo padre, la interpretò e disse a Ricciuto che quel guerriero era lui e che la penna, il segno del fulmine e i chicchi di grandine dovevano diventare la sua abituale pittura di guerra.<ref>Mari Sandoz, op. cit., pg. 105</ref>
Il successo indiano fu però di breve durata: i federali si ripresero subito dal colpo e nello stesso anno, il 6 maggio [[1877]], Cavallo Pazzo alla testa di 900 [[Oglala Sioux|Oglala]] stremati dalla fame, si consegnò al tenente [[Philo Clark]] comandante di [[Fort Robinson]]. Morì poco prima della mezzanotte del 5 settembre [[1877]], pugnalato con una [[baionetta]], alla presumibile età di trentasette anni.
 
La profezia espressa dalla visione doveva incredibilmente dimostrarsi vera nel corso degli anni. Cavallo Pazzo non fu mai sconfitto in battaglia e non venne mai ferito dai nemici. L'unica ferita la subí quando venne colpito accidentalmente da una freccia mentre stava prelevando uno [[scalpo]].<ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg.94</ref>
La vita di Cavallo Pazzo acquistò presto contorni mitici. Sulla sua morte ci sono diverse versioni: alcune fonti indicano che sarebbe stato ucciso dalla baionetta di un [[soldato]] dopo essersi arreso con la sua tribù, altre riferiscono che Cavallo Pazzo, nel settembre del [[1877]], aveva lasciato la riserva senza autorizzazione per accompagnare la moglie malata dai genitori e il Generale [[George Crook]], temendo che tentasse un ritorno alla lotta, ne avrebbe ordinato l'arresto. Cavallo Pazzo inizialmente non avrebbe opposto resistenza ma, resosi conto che lo stavano conducendo in [[prigione]], cominciò a lottare con le guardie: mentre era trattenuto da Piccolo Grande Uomo, suo vecchio conoscente passato alla polizia indiana che lo stava scortando, Cavallo Pazzo fu pugnalato da un soldato semplice di nome William Gentiles, che lo colpì alla schiena con una baionetta.
 
=== L'uomo e il guerriero ===
Cavallo Pazzo oggi riposa nel cimitero di [[Fort Robinson]], a [[Crawford (Nebraska)|Crawford]], [[Nebraska]].
Di Cavallo Pazzo non si hanno documenti fotografici. Quello che sappiamo di lui ci viene dalla descrizione di individui che lo hanno conosciuto. Cavallo Pazzo era di statura superiore alla media, aveva corporatura snella, occhi scuri e pelle di colore più chiaro rispetto a quella degli altri Oglala.<ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg.69</ref> Nei lunghi capelli di solito portava una sola penna di [[falco]] e dietro l'orecchio metteva, a mo' di [[amuleto]], una pietruzza datagli da un "[[uomo di medicina]]".<ref name="DVD"/>
 
Malgrado fosse il guerriero più famoso della sua tribù e uno dei [[Portatore di casacca|Portatori di casacca]], aveva conservato il suo carattere schivo e riflessivo.<ref>Peter Guttmacher, ''Crazy Horse: Sioux War Chief (North American Indians of Achievement)'', Chelsea House Publishers, 1994, pg. 65–67</ref> Parlava poco, anche quando partecipava al Gran Consiglio Tribale, ma le sue parole erano sempre ascoltate con grande attenzione e rispetto dagli altri membri del Consiglio. Gelido il modo con cui liquidò la richiesta del [[Governo federale degli Stati Uniti d'America|governo di Washington]] di acquistare le [[Black Hills]] «''Non si vende la terra su cui la gente camminaǃ''».<ref>Dee Brown, ''Seppellite il mio cuore a Wounded Knee'', Arnoldo Mondadori Editore, 1972, pg. 290</ref> Questo era l’uomo.
A Cavallo Pazzo è dedicato il [[Crazy Horse Memorial]], scolpito, anche se al 2017 non ancora terminato, nelle rocce delle [[Colline Nere|Black Hills]], nel [[Dakota del Sud]].
 
Poi c'era il guerriero ed era tutt'altra cosa. Se il primo era calmo e riflessivo, il secondo era scaltro e audace. Era capace di cavalcare [[monta a pelo|a pelo]] e, aggrappato alla criniera del cavallo, di scomparire di lato per nascondersi alla vista degli avversari. Si inebriava quando si lanciava a galoppo sfrenato nelle praterie, provava un sacro furore quando si avventava contro i nemici e, forte del ricordo della visione, prese parte in maniera temeraria a molteplici scontri contro le storiche tribù nemiche di [[Crow]], [[Pawnee]] e [[Scioscioni|Shoshoni]]. Questi scontri, tuttavia, erano spesso poco più che schermaglie generate dal predominio sul territorio, dal possesso di cavalli o da questioni di caccia. Poi cominciarono quelli con i primi coloni e con i soldati e allora fu guerra vera. L'attrito tra gli indiani e i bianchi diventò crescente, le battaglie con i coloni e le Giacche Blu per il dominio delle pianure sempre più frequenti e fu allora che Cavallo Pazzo cominciò a battersi per un ideale più nobile: la libertà del suo popolo.
 
== Il capo di guerra ==
Cavallo Pazzo si era già distinto nel gruppo degli uomini-esca che, con la loro tattica spericolata, erano stati determinanti nella [[battaglia del Platte Bridge]] (luglio 1865) e, subito dopo, in [[battaglia del Platte Bridge#Battaglia di Red Buttes|quella delle Red Buttes]] nell'allora [[Territorio del Wyoming]].<ref name="DVD"/> Gli attacchi erano stati portati da forze congiunte di indiani Lakota Sioux e [[Cheyenne]] del Nord contro postazioni dell'[[United States Army|esercito degli Stati Uniti]].<ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg. 179-182</ref> L'audacia e la temerarietà dimostrate in entrambe le battaglie e soprattutto l'entusiasmo e la voglia di combattere che riusciva a infondere negli altri guerrieri gli valsero il titolo di [[Portatore di casacca|Ogle Tanka Un]] ("Portatore di Casacca" ovvero "Capo di guerra").<ref>Royal B. Hassrick - Dorothy Maxwell - Cile M. Bach, ''The Sioux: Life and Customs of a Warrior Society'', University of Oklahoma Press, 1964, pg. 27</ref>
 
Una volta assurto al ruolo di capo di guerra degli Oglala Sioux, Cavallo Pazzo divenne uno dei grandi protagonisti nella lotta intrapresa contro lo sterminio degli indiani delle [[Grandi pianure]]. Anche dopo la rinuncia alla rivolta armata da parte dei grandi capi [[Nuvola Rossa]] e [[Coda Chiazzata]], le cui imprese avevano caratterizzato il ventennio precedente, egli proseguì nell'offensiva insieme con il quasi coetaneo [[Fiele (condottiero hunkpapa)|Fiele]] (''Gall'' in inglese, ''Piji'' in lingua lakota) e il più anziano [[Toro Seduto]].
 
=== Massacro di Fetterman ===
{{vedi anche|Battaglia di Fetterman}}
È questa una vicenda terribile che si inquadra in quella che gli storici chiamano la "[[guerra di Nuvola Rossa]]" combattuta tra il 1866 e il 1868 per il controllo del [[regione del Powder River|territorio del fiume Powder]] e per contrastare il transito delle carovane di coloni che percorrevano la [[pista Bozeman]] (Bozeman Trail) per raggiungere il [[Montana]].
 
[[File:Capt. William J. Fetterman.jpg|thumb|left|210px|Il capitano [[William J. Fetterman]]]]
Dicembre del 1866: Oglala Sioux, Cheyenne ed [[Arapaho]] si erano accampati a una decina di chilometri a nord di [[Fort Phil Kearny]], lungo il Bozeman Trail. Il loro scopo era quello di attirare i soldati in una trappola non sentendosi in grado di attaccare direttamente il forte che sorgeva in posizione elevata ed era ben protetto. Mentre il grosso degli indiani si nascose nel punto dove doveva scattare l'agguato, Cavallo Pazzo insieme a [[Pioggia in Faccia]] e ad altri sei uomini-esca raggiunse il forte. Gridando e correndo tutt'intorno con i loro cavalli essi riuscirono ad attirare un contingente di ottanta soldati comandati dal capitano [[William J. Fetterman|William Judd Fetterman]] fuori dal forte.<ref>Michael G. Miller, ''Red Cloud’s War: An Insurgency Case Study For Modern Times'', U.S. Army War College, 2011, pg. 31</ref>
 
Fetterman era un giovane ufficiale che si era ben distinto nella [[guerra di secessione americana]],<ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg. 258</ref> ma che non aveva nessuna esperienza nella lotta contro gli indiani. Per giunta era uno spaccone che usava dire «''Datemi un'ottantina di soldati e spazzerò via tutta la nazione Sioux''».<ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg. 251</ref>
 
Era la mattina del 21 dicembre e quell'occasione sembrava fosse arrivata. Malgrado avesse ricevuto ordini precisi dal colonnello [[Henry B. Carrington|Carrington]], comandante del forte, di essere cauto e di non allontanarsi troppo dal presidio, Fetterman ignorò tutto e, spinto dalla sua presunzione, andò a cacciarsi dritto dritto nel luogo dell’imboscata. La battaglia fu violentissima. In meno di mezz'ora tutti i soldati furono uccisi e poi i loro corpi orrendamente mutilati,<ref>Evan S. Connell, ''Son Of The Morning Star'', North Point Press, 1984, pg. 129-132</ref> probabilmente come rivalsa per l'analogo, terribile eccidio compiuto dai soldati del colonnello [[John Chivington|Chivington]] in quello che è noto come il [[massacro di Sand Creek]] di due anni prima.
 
La nazione, sgomenta, apprese l'orribile notizia dai giornali che la diffusero definendola il "[[battaglia di Fetterman|massacro di Fetterman]]", mentre per gli indiani, che pure in quell'azione avevano subito pesanti perdite, quella era stata la "battaglia dei Cento Morti".<ref>John Stands In Timber - Margot Liberty, ''Cheyenne Memories'', Yale University, 1967, pg.172</ref>
 
=== Battaglia dei cassoni dei carri ===
{{vedi anche|Battaglia dei cassoni dei carri}}
Il 2 agosto 1867, sempre nell'ambito della Guerra di Nuvola Rossa, Cavallo Pazzo partecipò con i suoi Oglala alla '[[battaglia dei cassoni dei carri]]' ('''Wagon Box Fight''' in inglese) anche questa volta nei pressi di Fort Phil Kearny.<ref>Mari Sandoz, op. cit., pg. 212-214</ref>
 
[[File:Wagonbox1.jpg|miniatura|sinistra|Illustrazione della Wagon Box Fight (2 agosto 1867)]]Utilizzando la loro solita tattica, gli uomini-esca di Cavallo Pazzo attaccarono un gruppo di soldati-boscaioli che stavano raccogliendo legna a qualche chilometro dal forte e ciò nel tentativo di far uscire gli altri soldati allo scoperto. Cavallo Pazzo svolse il suo compito con l'abituale audacia, ma la smania di combattere indusse un centinaio di giovani guerrieri ad uscire prematuramente dai loro nascondigli e la sorpresa fallì. La maggior parte dei soldati riuscì a mettersi al riparo dietro ai cassoni dei carri disposti a forma di cerchio rinforzati con tronchi d'albero.
 
Gli indiani continuarono a lungo a galoppare in tondo intorno a quella improvvisata fortificazione, ma furono investiti da un fuoco micidiale e continuo che impedì loro di avvicinarsi troppo al cerchio dei carri. I soldati infatti erano dotati dei nuovi [[Springfield Modello 1873 Trapdoor|fucili Springfield]] a retrocarica che erogavano un volume di fuoco di tre volte superiore quello dei [[avancarica|fucili ad avancarica]]. Ciò provocò perdite consistenti tra le file degli Oglala che alla fine desistettero e si ritirarono.<ref>Hamilton Charles, ''Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianze degli indiani d'America'', Feltrinelli/Loescher, 1972, pg. 217</ref> Come esito dello scontro, i soldati subirono solo cinque morti e alcuni feriti mentre gli indiani lasciarono sul terreno una sessantina di morti.
 
=== La guerra contro i Sioux del 1876 ===
Giugno 1876. La campagna militare contro gli indiani "ostili"<ref>Furono considerati '''ostili''' quelle tribù o gruppi di indiani del Wyoming e del Montana che si rifiutarono di ottemperare all'ultimatum del presidente [[Ulysses S. Grant]] di trasferirsi nelle riserve entro il termine del 31 gennaio 1876</ref> che si erano rifiutati di rientrare nelle riserve era in pieno svolgimento e aveva come teatro il territorio del Powder River abitualmente praticato dai Sioux e dai loro alleati. La regione è quella delle pianure del nord-ovest dove scorrono i fiumi [[fiume Powder|Powder]], [[Tongue (fiume)|Tongue]], [[Rosebud (torrente)|Rosebud]] e [[Bighorn (fiume)|Bighorn]].
 
In quegli ultimi anni Cavallo Pazzo aveva imparato a conoscere le strategie militari e i comportamenti dei soldati e, mostrando grande capacità tattica, era sempre riuscito ad adeguare le sue azioni sul campo di battaglia contrastando efficacemente un nemico meglio equipaggiato e meglio armato.
 
Ne è prova ulteriore la [[battaglia del Rosebud|battaglia combattuta sulle rive del torrente Rosebud]] (17 giugno) contro le Giacche Blu del generale [[George Crook]]. Alla carica ordinata da Crook, Cavallo Pazzo, evitando lo scontro frontale, rispose con una ritirata strategica disperdendo i suoi guerrieri sul campo per poi colpire i soldati sui fianchi. La battaglia che ne seguì durò diverse ore, con tutta una serie di azioni disconnesse combattute tra i diversi gruppi in cui si era spezzata la colonna di soldati.<ref>Dee Brown, op. cit., pg. 305</ref>
 
Gli Oglala di Cavallo Pazzo e i Cheyenne, con veloci ritirate e fulminei dietro-front, riuscirono nel loro intento di tenere separati i soldati per poi metterli in seria difficoltà anche a causa di un campo di battaglia estremamente accidentato. Al tramonto gli indiani si ritirarono e la battaglia cessò. Malgrado le forti perdite subite (38 morti e 55 feriti) e l'enorme dispendio di munizioni, nel suo rapporto Crook sostenne di aver vinto la battaglia.<ref>Robert M. Utley, ''Frontier Regulars: The United States Army and the Indian, 1866-1891'' , Bison Books, 1984, pg. 256</ref>
 
In realtà dopo la battaglia, Crook ripiegò fino al campo di Goose Creek in [[Wyoming]], cinquanta chilometri a sud del Rosebud.<ref>Philippe Jacquin, ''Storia degli Indiani d’America'', Arnoldo Mondatori Editore, 1988, pg. 185</ref> Inoltre Crook, in maniera sconsiderata, non informò gli altri generali impegnati nella campagna di quanto accaduto ponendo, in tal modo, le basi per la disfatta di [[George Armstrong Custer]] al [[Little Bighorn]].
 
=== Battaglia del Little Bighorn ===
{{vedi anche|Battaglia del Little Bighorn}}
Una settimana dopo, il 25 giugno nelle prime ore del pomeriggio, Custer con il [[7th Cavalry Regiment|7º Reggimento di cavalleria]] attaccò l'enorme accampamento che Sioux, Cheyenne e Arapaho avevano posto sulla sponda occidentale del fiume Little Bighorn. La coalizione indiana, capeggiata da Cavallo Pazzo, Fiele e Toro Seduto (per gli Hunkpapa) e da [[Due Lune]] (per i Cheyenne), poteva contare su una forza di circa 3000 guerrieri.<ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg. 377</ref>
 
Sul ruolo che Cavallo Pazzo ebbe nella battaglia i pareri degli storici sono contrastanti. Ciò che sappiamo lo abbiamo appreso dalle testimonianze che alcuni partecipanti alla battaglia hanno rilasciato in seguito. Tutti sono concordi nell'affermare che Cavallo Pazzo combatté con grande impeto e sprezzo del pericolo e fu uno dei grandi protagonisti di quella giornata.
 
[[File:Edgar Samuel Paxson - Custer's Last Stand.jpg|miniatura|upright=1.4|''L'ultima resistenza di Custer'', dipinto di Edgar Samuel Paxson del 1899. Il quadro è conservato nel [[Centro dell'ovest Buffalo Bill|Buffalo Bill Center of the West]], a [[Cody (Wyoming)|Cody]], [[Wyoming]]]] Dopo aver contrastato l'avanzata dei soldati del maggiore [[Marcus Reno]] che aveva attaccato a sud, Cavallo Pazzo si diresse con i suoi guerrieri a nord nella zona dove stavano operando gli squadroni di Custer. Questi, resosi conto che l'attacco a sorpresa contro il villaggio indiano era ormai fallito, cercò una posizione difensiva in un luogo elevato, in cima al colle che oggi porta il suo nome. <ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg. 485</ref>
 
Gli indiani salirono sul colle dal versante opposto e si disposero in un'ampia formazione a ventaglio. I guerrieri, un migliaio circa, erano dipinti con vivaci colori di guerra, portavano copricapo variopinti e le loro armi scintillavano sotto il sole. Davanti a loro c'era Cavallo Pazzo con i consueti ornamenti di combattimento: una penna di falco tra i capelli, la pietruzza-amuleto dietro l’orecchio e i segni del fulmine dipinti sul volto.<ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg. 486-487</ref> Uno spettacolo bello e terribile al tempo stesso.
 
Anticipando le mosse di Custer, Cavallo Pazzo ancora una volta evitò lo scontro frontale e con una manovra ardita e rapida colpì i soldati sul fianco disgregandone subito la compattezza. I guerrieri, lanciando urli di guerra, si abbatterono con furia incontenibile sui soldati annientando ogni loro tentativo di resistenza. Il Sioux Hunkpapa Little Soldier, testimone dello scontro, tempo dopo dichiarò «''il più grande combattente dell'intera battaglia è stato Crazy Horse''».<ref>Richard G. Hardorff, ''Indian Views of the Custer Fight: A Source Book'', The Arthur Clark Co., 2004, pg. 173-178</ref> In meno di venti minuti l'intero contingente di ''troopers''<ref>'''Troopers''' è un termine generico con cui venivano chiamati i soldati di cavalleria.</ref> venne sterminato e sul terreno restarono i corpi di Custer e dei suoi 225 uomini. Tra questi c'erano anche i fratelli di Custer, [[Thomas Custer|Tom]] e [[Boston Custer|Boston]], il nipote [[Henry Armstrong Reed|Autie Reed]] e il cognato [[James Calhoun]].<ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg 488</ref> L'ufficiale uscito da [[United States Military Academy|West Point]], il fiero protagonista di tante battaglie della [[guerra di secessione]], prima, e delle campagne contro gli indiani, dopo, era stato battuto sul campo dal Figlio delle [[Grandi Pianure]].
 
=== Morte di Cavallo Pazzo ===
Il successo indiano fu però di breve durata: i federali si ripresero subito dal colpo e l'anno successivo, il 6 maggio [[1877]], Cavallo Pazzo, alla testa di 900 [[Oglala Sioux|Oglala]] stremati dalla fame, si consegnò al tenente Philo Clark comandante di [[Fort Robinson]] ([[Nebraska]]). A causa della gelosia di Nuvola Rossa, capo Oglala e responsabile della riserva, e di Coda Chiazzata, capo dei [[Sichangu]], Cavallo Pazzo fu tradito e condotto con l'inganno davanti alla baracca dove poi sarebbe stato accoltellato, con la falsa promessa che sarebbe andato a parlare con il presidente degli Stati Uniti. Morì poco prima della mezzanotte del 5 settembre 1877, trafitto da una [[baionetta]]<ref>Richard H. Dillon, ''North American Indian Wars'', Facts on File Inc., 1983, pg. 222</ref>, alla presumibile età di trentasette anni. Il cadavere di Cavallo Pazzo fu prelevato dai genitori e portato a nord di [[Pine Ridge (Dakota del Sud)|Pine Ridge]], nella valle del torrente [[Wounded Knee]].
[[File:Ftrob ch.JPG|miniatura|sinistra|La lapide che segna il posto dove Cavallo Pazzo fu ucciso a [[Fort Robinson]] - [[Crawford (Nebraska)|Crawford]] (Nebraska). Dal 1955 la struttura militare è stata inglobata nel Fort Robinson State Park.]]Da qualche parte laggiù, ma non si sa precisamente dove, essi ne avvolsero il corpo in una pelle di bisonte e lo collocarono su un catafalco per il rito funebre.<ref>Stephen E. Ambrose, op. cit., pg. 525</ref> Il luogo della sua sepoltura non è mai stato individuato.
 
La vita di Cavallo Pazzo acquistò presto contorni mitici e perfino sulle circostanze della sua morte esistono versioni discordanti. Alcune fonti indicano che sarebbe stato ucciso dalla baionetta di un [[soldato]] dopo essersi arreso con la sua tribù, altre riferiscono che Cavallo Pazzo, nel settembre del [[1877]], aveva lasciato la riserva senza autorizzazione per accompagnare la moglie malata dai genitori e il Generale [[George Crook]], temendo che tentasse un ritorno alla lotta, ne avrebbe ordinato l'arresto. Cavallo Pazzo inizialmente non avrebbe opposto resistenza ma, resosi conto che lo stavano conducendo in prigione, cominciò a lottare con i soldati. Mentre era trattenuto da Piccolo Grande Uomo, suo vecchio conoscente passato alla polizia indiana che lo stava scortando, Cavallo Pazzo fu pugnalato da un soldato semplice di nome William Gentles,<ref>''Crazy Horse: Who Really Wielded the Bayonet that Killed The Oglala Leader'', Greasy Grass Journal, May 12, 1996, pg. 2-10</ref>, che gli conficcò una baionetta nella pancia<ref>Dee Brown, op. cit., pg. 325</ref> o, secondo altre fonti, nella schiena.<ref>Edward Kadlecek, ''To Kill an Eagle: Indian Views on the Last Days of Crazy Horse'', Johnson Books, 1982, pg. 133</ref><ref>Vittorio Zucconi, ''Gli spiriti non dimenticano'', Mondadori, 1996, pg. 370</ref><ref>Thomas Powers, ''The Killing of Crazy Horse'', Knopf, 2010, pg. 415–16</ref>
 
A Cavallo Pazzo è dedicato il [[Crazy Horse Memorial]], un ciclopico progetto iniziato nel lontano 1948 dallo scultore [[Korczak Ziolkowski]] sulla [[Thunderhead Mountain]] nelle Black Hills ([[Dakota del Sud]]) e che è ancora ben lontano dall'essere terminato.
 
Nel 1982 il Servizio Postale degli Stati Uniti [[United States Postal Service|(USPS)]], nell'ambito della serie ”Grandi Americani”, ha dedicato a Cavallo Pazzo un [https://artsandculture.google.com/asset/13c-crazy-horse-stamp-united-states-postal-service/qwFHO2nNfyBnfw francobollo con nominale da 13 cent]. Dopo [[Sequoyah]], esponente della nazione [[Cherokee]], il grande capo Oglala è stato il secondo nativo americano ad essere ricordato in quella serie. Poiché non esistono documenti fotografici di Cavallo Pazzo,<ref>J. W. Vaughn, ''With Crook at the Rosebud'', Stackpole Company, 1956, pg.42</ref> le fattezze del suo viso riprodotte sul francobollo sono state disegnate dall'artista [[Brad Holland (disegnatore)|Brad Holland]] sulla base dei bozzetti elaborati da Korczak Ziolkowski per la costruzione del [[Crazy Horse Memorial]] in Sud Dakota.
 
== Cavallo Pazzo nella filmografia ==
La figura di Cavallo Pazzo è stata proposta dal cinema sotto varie sfaccettature, ma non sempre è stata trattata con obiettività. Qui di seguito un elenco dei film nei quali compare il grande guerriero oglala con indicato anche il nome dell'attore che ne ha interpretato il ruolo:
* ''[[General Custer at Little Big Horn]]''<ref>Nel film la realtà storica viene palesemente distorta in quanto Cavallo Pazzo è presentato come capo dei guerrieri Cheyenne</ref> - USA - Regia di [[Harry L. Fraser]] (1926) - Black Hawk
* ''[[La storia del generale Custer]]'' (''They Died with Their Boots on'') - USA - Regia di [[Raoul Walsh]] (1941) - [[Anthony Quinn]]
* ''[[La strage del 7º Cavalleggeri]]'' (''Sitting Bull'') - USA Regia di [[Sidney Salkow]] (1954) - [[Iron Eyes Cody]]
* ''[[Furia indiana]]'' (''Chief Crazy Horse'')<ref>Nel doppiaggio italiano ''Crazy Horse'' viene chiamato "Cavallo Folle"</ref> - USA - Regia di [[George Sherman]] (1955) - [[Victor Mature]]
* ''[[Il massacro dei Sioux]]'' (''The Great Sioux Massacres'') - USA - Regia di [[Sidney Salkow]] (1965) - [[Iron Eyes Cody]]
* ''[[Sfida a White Buffalo]]'' (''The White Buffalo'')<ref>È questo un western atipico di carattere fantastico con elementi caratteristici del genere horror</ref> - USA - Regia di [[J. Lee Thompson]] (1977) - [[Will Sampson]]
* ''Cavallo Pazzo'' (''Crazy Horse'') - USA - Regia di [[John Irvin]] (1996) - [[Michael Greyeyes]]
 
== "Hoka Hey!" ==
Il grido di guerra di Cavallo Pazzo era comune nella tribù Oglala ed era ''Hoka Hey! È un buon giorno per morire!'', che suona come ''"AndiamoVa bene uomini! È un buon giorno per morire!"''. A causa di ciò il motto ''Hoka Hey'' è impropriamente utilizzato, come traduzione della seconda parte della frase, addall'associazione esempiodei dallveterani dell'esercito americanodegli Stati Uniti<ref>{{en}}[http://www.native-languages.org/iaq21.htm</ref>. IlSetting mottothe èRecord statoStraight: inWhat seguitoDoes utilizzato"Opahey" inReally [[Star Trek]Mean?]</ref> comeoltre proverbioche [[Klingon]], acquisendo notorietà, ed è in seguito comparso inda diversi film tra cui ''[[Linea mortale]]'' con [[Kevin Bacon]]club e insocietà ''[[Piccolo Grande Uomo (film)|Piccolo Grande Uomo]]'' con [[Dustin Hoffman]]. Inoltre è usato come citazione in diversi videogiochi su Star Trek e [[Starcraft]]sportive.
 
Il motto è stato in seguito utilizzato in ''[[Star Trek]]'' come proverbio [[Klingon]], acquisendo notorietà, ed è in seguito comparso in diversi film tra cui ''[[Linea mortale]]'' con [[Kevin Bacon]] e in ''[[Il piccolo grande uomo (film)|Piccolo grande uomo]]'' con [[Dustin Hoffman]]. Inoltre è usato come citazione in diversi videogiochi legati a Star Trek e a [[Starcraft]].
Il cantautore [[Davide Van De Sfroos]], nell'album ''[[Brèva e Tivàn]]'', del [[1999]], ha inserito una canzone sullo sterminio delle [[nativi americani|popolazioni nativo americane]].
 
''"Hoka Hey"'' è indicato anche come una delle possibili etimologie del ben più conosciuto modo di dire americano [[okay]], la cui pronuncia inglese è molto simile all'originale Oglala.
== Curiosità ==
{{Curiosità}}
* [[Crazy Horse (gruppo musicale)|Crazy Horse]] è il nome dato a una band nata nel 1969 di musicisti scelti da [[Neil Young]] come supporto nella realizzazione di album in studio e nelle varie tournée; la collaborazione, molto stretta, continua tuttora. Il nome del gruppo testimonia la vicinanza che il cantautore canadese ha mostrato da sempre nei confronti della storia e della cultura delle popolazioni degli Indiani d'America.
* ''Crazy Horse'' è una canzone scritta da [[John Trudell]] e Milton Sahme (Quiltman) nel 1995 e inclusa nell'album ''Bone Days'' (2001)
* ''Cavallo Pazzo'' è il titolo di un album del 2007 e di una canzone del cantautore italiano [[Sergio Bassi]] dedicata al grande guerriero Oglala Lakota.
* Cavallo Pazzo è il soprannome di uno dei soldati descritti da [[Oriana Fallaci]] nel suo libro ''[[Insciallah]]''.
* Cavallo Pazzo era lo pseudonimo di [[Mario Appignani]], noto "disturbatore seriale" di eventi pubblici, dello sport e dello spettacolo.
* ''Crazy Horse'' è una canzone del gruppo heavy metal statunitense [[Black Label Society]] contenuta nell'album ''Order of the Black''.
 
== Note ==
 
<references />
 
== Bibliografia ==
* Stephen E. Ambrose., ''Cavallo Pazzo e Custer''., BURRizzoli, 20001978.
* Mario Monti, ''Passarono di qui'', Bompiani, 1981.
* Kingsley m. Bray. ''Cavallo Pazzo. Il grande condottiero del Little Bighorn''. Mondadori, 2008
* Mari Sandoz, ''Cavallo Pazzo, lo "Strano Uomo" degli Oglala'', Rusconi, 1999.
* Dee Brown. ''Seppellite il mio cuore a Wounded Knee''. Mondadori, 2003
* Piero Pieroni, ''La vera storia di Cavallo Pazzo'', Giunti Editore, 1996.
* William Matson e Mark Frethem. "The Authroized Biography of Crazy Horse and His Family Part
* Kingsley M. Bray, ''Cavallo Pazzo. Il grande condottiero del Little Bighorn'', Mondadori, 2008.
* One; Creation, Spirituality, and the Family Tree". Crazy Horse family oral history. Reelcontact.com, 2006.
* MariLarry Sandoz.McMurtry, ''Cavallo Pazzo,. loStoria "Stranodel Uomo"capo degliSioux Oglalache vinse a Little Bighorn''., RusconiMondatori, 19992003.
* Peter Matthiessen, ''Nello spirito di Cavallo Pazzo'', Frassinelli Editore, 1994.
* [[Vittorio Zucconi]]. ''Gli Spiriti non dimenticano''. Mondadori, 1998. ISBN 88-04-45824-0
* Marco Massignan, ''I Sioux. Il popolo di Cavallo Pazzo'', Xenia, 1996.
* Andrea Bosco, Domenico Rizzi, "I cavalieri del West", Le Mani (Recco Genova) 2011 ISBN 978-88-8012-604-1
* Raffaele D'Aniello, ''La battaglia di Little Big Horn. Toro Seduto e Cavallo Pazzo contro Custer'', Newton & Compton, 2001.
* Domenico Rizzi, "Le guerre indiane nelle Grandi Pianure", Edizioni Chillemi (Roma) 2010, ISBN 978-88-96522-29-5
* Dee Brown, ''Seppellite il mio cuore a Wounded Knee'', Mondadori, 2003.
* Vittorio Zucconi, ''Gli Spiriti non dimenticano'', Mondadori, 1998, ISBN 88-04-45824-0.
* Maria Grazia Linares, ''Lo chiamavano Cavallo Pazzo'', Florence Art Edizioni, 2008.
* Pino Olivieri, ''I sette fuochi di Tashunka Witko. Cavallo Pazzo'', Croce Libreria, 2015.
* Eleuteri Serpieri Ambrosio, ''Storie del West. Cavallo Pazzo'', L'Isola Trovata, 1983.
* Ettore De Parentela, ''Erba gialla e Cavallo Pazzo'', Mondolibro Editore, 1990.
* Giovanni Pellegrino, ''Cavallo Pazzo'', Lupetti /Pietro Manni ed., 1995.
* Andrea Bosco e Domenico Rizzi, ''I cavalieri del West'', Genova, Le Mani, 2011, ISBN 978-88-8012-604-1.
* Domenico Rizzi, ''Le guerre indiane nelle Grandi Pianure'', Roma, Edizioni Chillemi Warpath, 2010, ISBN 978-88-96522-29-5.
* Peter Cozzens ''La terra sta piangendo. La grande epopea delle guerre indiane per la frontiera americana'', Mondadori, 2018.
* Cyrus Townsend Brady, ''Indian Fights and Fighters'', 1971.
* Earl A. Brininstool, ''Crazy Horse: The Invincible Ogalalla Sioux Chief'', Borodino Books, 2017.
* Joseph Bruchac, ''Crazy Horse's Vision'', Lee & Low Books, 2000.
* Robert Clark, ''The Killing of Chief Crazy Horse: Three Eyewitness Views by the Indian, Chief He Dog the Indian White, William Garnett the White Doctor'', Valentine McGillycuddy, 1988.
* Charles Eastman, ''Indian Heroes and Great Chieftains'', Little, Brown and Company, 1919.
* Frederick J. Finerty, ''On the Trail of Crazy Horse'', Independently published, 2017.
* Russell Freedman, ''The Life and Death of Crazy Horse'', Holiday House, 1996.
* Gregory O. Gagnon, ''Culture and Customs of the Sioux Indians'', Bison Books, 2012.
* Guy E. Gibbon, ''The Sioux: The Dakota and Lakota Nations'', Blackwell Publishing, 2002.
* Chris Hedges, ''Time to Get Crazy'', articolo su Truthdig, 2 luglio 2012.
* Jerry Keenan, ''The Terrible Indian Wars of the West: A History from the Whitman Massacre to Wounded Knee, 1846-1890'', McFarland & Company, 2016.
* Robert H. Lowie, ''Indians of the Plains'', Bison Books, 1982.
* Joseph M. Marshall III, ''The Journey of Crazy Horse: A Lakota History'', Penguin Books, 2005.
* Joseph M. Marshall III, ''In the Footsteps of Crazy Horse'', Amulet Books. 2015.
* William B. Matson, ''Crazy Horse: The Lakota Warrior's Life & Legacy'', Gibbs Smith, 2016.
* William B. Matson e Mark Frethem, ''The Authroized Biography of Crazy Horse and His Family Part One; Creation, Spirituality and the Family Tree''. Crazy Horse Family Oral History, Reelcontact.com, 2006.
* Larry McMurtry, ''Crazy Horseː A Life'', Penguin Books, 1999.
* Enid L. Meadowcroft, ''Crazy Horse: Sioux Warrior'', Garrard Pub. Co., 1965.
* Thomas Powers, ''The Killing of Crazy Horse'', Random House Inc., 2010.
* Eugene Rachilis, ''Indians of the Plains'', American Heritage Publishing Co., 1960.
* Doane Robinson, ''A History of the Dakota or Sioux Indians'', Ross & Haines, 1956.
* Stanley Vestal, ''Warpath: The True Story of the Fighting Sioux'', University of Nebraska Press, 1984.
* Frederic C. Wagner III, ''Participants in the Battle of the Little Big Horn: A Biographical Dictionary of Sioux, Cheyenne and United States Military Personnel'', McFarland, 2015.
 
== Voci correlate ==
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* [[Coda Chiazzata]]
* [[Nuvola Rossa]]
* [[Cavallo Americano]]
* [[Guerra di Coda Chiazzata]]
* [[Guerra di Nuvola Rossa]]
* [[Presidenza di Ulysses S. Grant]]
* [[Lakota]]
** [[Oglala]]
** [[Sichangu]]
** [[Oohenonpa]]
** [[Minneconjou]]
** [[Itazipcho]]
** [[Sihasapa]]
** [[Hunkpapa]]
* [[Sioux]]
* [[Nativi americani]]
 
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== Collegamenti esterni ==
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