Utente:Roberto Bertini/Sandbox/Osvaldo Pesce: differenze tra le versioni

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| Attività = politico
| Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , Segretario generale del [[Partito Comunista Unificato d'Italia]] e direttore del periodico [[Linea proletaria]]
 
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Nato da padre, tecnico delle ferrovie, di cultura [[Laico|laica]], e da madre cattolica, coniugato nel 1964 con tre figli. fino da giovanissimo percepisce come ingiusti diversi aspetti della [[società]] e per questo entra, nel [[1956]], nella [[Federazione Giovanile Comunista Italiana|FGCI,]] e pochi mesi dopo nel [[Partito Comunista Italiano|PCI]]; in quell'anno fatti di grande rilievo, quali il [[XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica|XX Congresso del PCUS,]] con la denuncia da parte di Krusciov, dei "cosiddetti crimini di Stalin" e i  [[Rivoluzione ungherese del 1956|Fatti d'Ungheria]], crearono una crisi all'intero del Campo socialista e nel Partiti comunisti di tutto il mondo.
 
NelEgli mesisi successivipose al [[XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica|XX del congresso PCUS]] del 1956, matura nel PCI lall'opposizione alladella [[Destalinizzazione|destalinizzazone]] ed alladelle teoria della [[via pacifica al socialismo, cui anche lui aderì]]; nel 1962 favorì la presa di posizione critica della FGCI di Milano controalla lelinea posizioni togliattianetogliattiana di riavvicinamento versoa [[Tito]]. Nel dicembre1962, quando la relazione del delegato cinese al X congresso del PCI, che contestava le dichiarazioni ufficiali deldi PCIquesto partito sulla coesistenza pacifica e sulla destalizzazione, non fu pubblicata sull'Unità, Pesce, insieme ad altri, ne fece una pubblicazione che distribuì, al teatro Smeraldo nell'in occasione di un discorso di [[Palmiro Togliatti,]]. eNel tra[[1963]] gli iscritti al partito. Fufu invitato, nel 1963, dal [[Partito comunistaComunista cineseCinese]], per i festeggiamenti del 1° ottobre, anniversario della fondazione della [[Repubblica popolare Cinese|Repubblica Popolare Cinese]], in quanto espressione del dissenso nascente nel PCI<ref>{{Cita libro|titolo=Roberto Niccolai, Parlando di rivoluzioni. Citato pag. 99}}</ref>. Queste sue posizioni ebbero delle reazioni all'interno della federazione comunista di [[Milano]] e "gli fu imposto un aut-aut<ref>Pesce scrive: "il centralismo democraticoin sinome basadel su[[centralismo unademocratico]], lineaed correttaal esuo nonrifiuto sudi unacambiare lineaposizioni errata,fu conradiato variedal promessePCI anchepoche disettimane carriera"{{Citadopo libro|titolo=|p=99|cid=Robertoil Niccolaisuo Parlando}}</ref>"ritorno in nome deldalla [[centralismo democraticoCina]]<ref>{{Cita libro|autore=Roberto Niccolai|titolo=Parlando di rivoluzioni|anno=1998|editore=Centro di Documentazione Pistoia Editrice|città=pistoia|p=99|pp=|cid=Roberto Niccolai, Parlando|ISBN=8885641709}}</ref>, ed al suo rifiuto di cambiare posizioni fu radiato dal PCI poche settimane dopo il suo ritorno dalla Cina.
 
A questo punto O. Pesceegli cercò di stabilire relazioni con i vari gruppi o singoli che, critici verso le posizione del partito comunista italiano, volevano affermare la persistente legittimità storica di un percorso di Rivoluzione Socialista per l'Italia e denunciavano lale naturaposizioni borgheserevisioniste del revisionismo dei varidi Togliatti, [[Luigi Longo]], [[Berlinguer Enrico|Enrico Berlinguer]], [[Giorgio Amendola]], [[Giorgio Napolitano]], [[Pietro Ingrao]], [[Giancarlo Pajetta]], ecc.
Nato da padre, tecnico delle ferrovie, di cultura [[Laico|laica]], e da madre cattolica, fino da giovanissimo percepisce come ingiusti diversi aspetti della [[società]] e per questo entra, nel 1956, nella [[Federazione Giovanile Comunista Italiana|FGCI,]] e pochi mesi dopo nel [[Partito Comunista Italiano|PCI]]; in quell'anno fatti di grande rilievo, quali il [[XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica|XX Congresso del PCUS,]] con la denuncia da parte di Krusciov, dei "cosiddetti crimini di Stalin" e i  [[Rivoluzione ungherese del 1956|Fatti d'Ungheria]], crearono una crisi all'intero del Campo socialista e nel Partiti comunisti di tutto il mondo.
 
Per contrastare l'opposizione interna in quegli anni (1962-1964) si verificò il fenomeno delle "lettere anonime": lettere inviate da dirigenti del PCI a militanti che erano su posizioni critiche verso la politica revisionista del PCI, ed in cui venivano ventilata l'illusione che la linea politica sarebbe stata mantenuta grazie a [[Pietro Secchia]] ed altri nell'ambito del marxismo-leninismo<ref>{{Cita libro|autore=Walter Tobagi|titolo=storia del movimento studentesco e dei marxisti-leninisti in Italia|editore=Sugar Editore|anno=1970|città=milano|p=30}}</ref>.
== la rottura ==
 
Nel mesi successivi al [[XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica|XX del congresso PCUS]] del 1956, matura nel PCI l'opposizione alla [[Destalinizzazione|destalinizzazone]] ed alla teoria della via pacifica al socialismo, cui anche lui aderì; nel 1962 favorì la presa di posizione critica della FGCI di Milano contro le posizioni togliattiane di riavvicinamento verso Tito. Nel dicembre1962 quando la relazione del delegato cinese al X congresso del PCI, che contestava le dichiarazioni ufficiali del PCI sulla coesistenza pacifica e sulla destalizzazione, non fu pubblicata sull'Unità, Pesce, insieme ad altri, ne fece una pubblicazione che distribuì, al teatro Smeraldo nell'occasione di un discorso di Togliatti, e tra gli iscritti al partito. Fu invitato, nel 1963, dal Partito comunista cinese, per i festeggiamenti del 1° ottobre, in quanto espressione del dissenso nascente nel PCI<ref>{{Cita libro|titolo=Roberto Niccolai, Parlando di rivoluzioni. Citato pag. 99}}</ref>. Queste sue posizioni ebbero delle reazioni all'interno della federazione comunista di [[Milano]] e "gli fu imposto un aut-aut<ref>Pesce scrive: "il centralismo democratico si basa su una linea corretta e non su una linea errata, con varie promesse anche di carriera"{{Cita libro|titolo=|p=99|cid=Roberto Niccolai Parlando}}</ref>" in nome del [[centralismo democratico]]<ref>{{Cita libro|autore=Roberto Niccolai|titolo=Parlando di rivoluzioni|anno=1998|editore=Centro di Documentazione Pistoia Editrice|città=pistoia|p=99|pp=|cid=Roberto Niccolai, Parlando|ISBN=8885641709}}</ref>, ed al suo rifiuto di cambiare posizioni fu radiato dal PCI poche settimane dopo il suo ritorno dalla Cina.
 
A questo punto O. Pesce cercò di stabilire relazioni con i vari gruppi o singoli che, critici verso le posizione del partito comunista italiano, volevano affermare la persistente legittimità storica di un percorso di Rivoluzione Socialista per l'Italia e denunciavano la natura borghese del revisionismo dei vari Togliatti, [[Luigi Longo]], [[Berlinguer Enrico|Enrico Berlinguer]], [[Giorgio Amendola]], [[Giorgio Napolitano]], [[Pietro Ingrao]], [[Giancarlo Pajetta]], ecc.
 
Secondo O. Pesce questo revisionismo si basava e si basa sull'egoismo individuale.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Osvaldo Pesce|data=22/10/1968|titolo=|rivista=Nuova Unità|volume=|numero=}}</ref>
 
Tra il 1962 e il 1964 si verifica il fenomeno delle "lettere anonime.".
 
Queste lettere sono inviate da dirigenti del PCI, a quanti si sono posti su posizioni critiche verso il Partito, per dare l'impressione che sia possibile, lavorando dall'interno, riportarlo su posizioni rivoluzionarie.
 
Soprattutto si cerca di dare questa sensazione in relazione alla figura di Pietro Secchia, che sarebbe stato in procinto di prendere una iniziativa per una svolta a sinistra.<ref>{{Cita libro|autore=Walter Tobagi|titolo=storia del movimento studentesco e dei marxisti-leninisti in Italia|edizione=Sugar Editore|collana=problemi e documenti|annooriginale=1970|città=milano|p=30}}</ref>
 
== il nuovo partito ==
Il periodo "63 - "66 fu per lui particolarmente impegnativo e travagliato Nel marzo del 1964, insieme a Duse, [[Geymonat]], Balestri, [[Fosco Dinucci]], [[Enzo Misefari|Vincenzo Misefari]], [[Giuseppe Regis]], Risaliti, Frangioni, sipromuove rese promotore delil mensile "[[Nuova Unità|"Nuova Unità]]"; dove l<ref>L'aggettivo "Nuova" mirava ad evidenziare la volontà di avere un nuovo giornale per i comunisti italiani poiché consideravano oramai "revisionista", cioè non più recuperabile ad una prospettiva di rivoluzione sociale, quello del PCI.(citare</ref>, ilcui, librosuccessivamente, diaderirono Roberto[[Herman|Gustavo Hermann]], Dino Dini, [[Angelo Gracci]], [[Alberto Sartori|Alberto Sartor]]<nowiki/>i, Scavi ed altri ancora interni al Partito Comunista Italiano. Niccolai)
 
A Nuova Unità, successivamente, aderirono [[Herman|Gustavo Hermann]], Dino Dini, [[Angelo Gracci]], [[Alberto Sartori|Alberto Sartor]]<nowiki/>i, Scavi ed altri ancora interni al Partito Comunista Italiano.
 
Lo sforzo di O. Pesce e dei marxisti - leninisti si indirizza, quindi, verso la ricostruzione del Partito. Secondo lui "la classe operaia non può rimanere senza il suo partito e i comunisti non possono rimanere come cani sciolti; si devono mettere insieme cercando di costruire una linea e fissare bene gli elementi di principio".<ref>{{Cita libro|titolo=Roberto Niccolai, Parlando di rivoluzioni, citato pag. 99}}</ref>
 
Il 14 e 16 ottobre 1966, a Livorno venne costituto il [[Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista))]], con Nuova Unità come suo organo di stampa. La segreteria fu composta da [[Fosco Dinucci]], Osvaldo Pesce, Livio Risaliti, con Dinucci segretario<ref>La stampa da notizia dell'evento con cronache stringate e poco significative. Dura fu invece la reazione dell'[[Unità]] - organo del PCI - che titolò "Sconcia provocazione anticomunista a Livorno".</ref>.
 
Il 15 ottobre 1966 segna una data decisiva per il marxismo-leninismo e per la classe operaia in Italia in quanto da quel momento, i marxisti-leninisti, pur con i loro errori e le loro insufficienze, potranno sempre fare riferimento al congresso di Livorno.
 
Da quel momento è esistito, in Italia, un polo politico organizzato, oltre che un orientamento ideale, alternativo al revisionismo del PCI; è esistito un partito che si è posto come avanguardia rivoluzionaria per la classe operaia e per il popolo italiano.<ref>{{Cita libro|autore=Renzo del Carria|nome=Renzo del Carria|titolo=Proletari senza rivoluzione. vol. V (1950-1975)|ed=Savelli|collana=cultura politica|annooriginale=1977|anno=1977|città=roma}}</ref>
 
O. Pesce sostiene che quel partito si basava sulla classe operaia; a Milano aveva una presenza alla Magneti Marelli e si è subito messo alla direzione delle lotte.
 
Il PCdI riusciva a stravolgere e a riorientare i contenuti e le forme delle lotte organizzate dal PCI e dalle CGIL ottenendo che i lavoratori facessero propri i suoi slogan e le sue parole d'ordine; fu anche il primo partito capace di mobilitare il movimento studentesco alla Statale di Milano.
 
Due anni dopo venne un importante riconoscimento da parte del Partito comunista cinese che ricevette una delegazione del Partito formata dal Osvaldo Pesce, membro dell'Ufficio Politico e della segreteria del CC, e da Dino Dini, membro dell'Ufficio Politico e del CC. All'incontro erano presenti oltre a [[Mao tse tung]], [[Chou En-lai]], [[Chen Po-ta]], [[Kang Sheng]], [[Chiang Ching]] (moglie di Mao) e [[Yao Wen-yuan]].<ref>Il 13 agosto 1968, il [[Quotidiano del Popolo]], organo del [[Partito Comunista Cinese]], da notizia che "Il compagno Mao tse tung ha ricevuto la delecazione italiana </ref>
 
Anni dopo (1998), nell'intervista concessa a [[Roberto Niccolai]], per il suo lavoro "Parlando di Rivoluzioni" (interviste a 21 protagonisti dei gruppi, dei movimenti e delle riviste degli anni "60 e "70 che descrivono la loro idea del mutamento sociale), O. Pesce si è interrogato sul perché Mao tse tung ha voluto incontrare la delegazione che lui guidava e perché, sulla prima pagina del Quotidiano del Popolo, hanno voluto dare tutto quel risalto all'evento. La risposta che si è data è stata nel senso che il presidente Mao probabilmente ha capito che il PC(ml)d'I rappresentava una cosa nuova che però nasceva nella continuità della storia dei comunisti italiani e si contrapponeva alla deviazione revisionista del PCI; ed, inoltre, era un partito che già aveva saputo inserirsi nelle lotte in Italia e egli voleva incoraggiare la nascita di nuove forze comuniste.
 
Nella stessa intervista O. Pesce ricorda ancora che nel corso dell'incontro, al quale non era presente Lin Piao, Mao gli ha fatto delle domande relative all'Italia, poi ha parlato della situazione interna della Cina ed ha espresso delle opinioni sul [[marxismo-leninismo]] e sulla [[concezione materialistica della storia]].
 
Nel complesso il presidente Mao dette a O. Pesce l'impressione di una persona di intelligenza acuta, di vaste conoscenze, ma che sapeva mettere a loro agio gli interlocutori.
 
All'incontro che O. Pesce ebbe con Mao tse tung era presente un interprete; ma di esso, pur se gli fu dato molto risalto, non è mai stato pubblicato il testo dei discorsi pronunciati.
 
Di questo ci sarebbero delle ragioni specifiche. Gli appunti venivano presi da Chou En Lai in quanto non vi erano registratori, e Mao espresse dei giudizi riferendosi ai partiti comunisti di altri paesi; egli, tuttavia era attento a non intervenire sulla situazione interna di altre realtà nazionali in specifico di quella italiana e di quella sovietica.
 
Successivamente egli ritiene necessario puntare alla ricostruzione di un Partito dato che a suo parere "la classe operaia non può rimanere senza il suo partito e i comunisti non possono rimanere come cani sciolti; si devono mettere insieme cercando di costruire una linea e fissare bene gli elementi di principio".<ref>{{Cita libro|titolo=Roberto Niccolai, Parlando di rivoluzioni, citato pag. 99}}</ref> Nel 14 e 16 ottobre 1966, a Livorno venne quindi costituto il [[Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista)|Partito Comunista (marxista-leninista) d'Italia]], con [[Nuova Unità]] come suo organo di stampa. La segreteria fu composta da [[Fosco Dinucci]], Osvaldo Pesce, Livio Risaliti, con Fosco Dinucci segretario<ref>La stampa da notizia dell'evento con cronache stringate e poco significative. Dura fu invece la reazione dell'[[Unità]] - organo del PCI - che titolò "Sconcia provocazione anticomunista a Livorno" {{cita libro!titolo0Storia del movimento studentesco e dei marxisti - leninisti in Italia|Tobagi||editore_Sugar Editore|nome=Walter|citt=Milano|anno=1970|pp=48-49}}.</ref>. Il nuovo partito intercetta i nuovi movimenti delle lotte operaie, contedine e studentesche di quegli anni<ref>{{Cita libro|autore=Renzo del Carria|nome=Renzo del Carria|titolo=Proletari senza rivoluzione. vol. V (1950-1975)|ed=Savelli|collana=cultura politica|annooriginale=1977|anno=1977|città=roma}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Comitato politico nazionale per la convocazione del 2° congresso del PC(ml) d'I|titolo=La lotta dei marxisti-leninisti per il partito|accesso=dicembre 1976|edizione=Supplemento a Linea Proletaria, anno 1°, n. 3|p=pag. 33}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Storia del movimento studentesco e dei marxisti-leninisti in Italia|edizione=Sugar|collana=Problemi e Documenti|dataoriginale=|annooriginale=1970|città=milano|p=|pp=48}}</ref>; a Milano aveva una presenza alla [[Magneti Marelli]] e riuscì a riorientare i contenuti e le forme delle lotte organizzate dal PCI e dalle [[CGIL]] ottenendo che i lavoratori facessero propri i suoi slogan e le sue parole d'ordine; fu anche il primo partito capace di mobilitare il [[movimento studentesco]] alla [[Statale di Milano.]]<ref>{{Cita libro|autore=Roberto Niccolai|titolo=Parlando di Rivoluzioni|edizione=Centro di documentazione di Pistoia - Editrice|collana=per il "68|dataoriginale=dicembre 1998|città=Pistoia|p=101}}</ref>; nel sud seppe mettersi alla testa dei contadini di [[Cutro]], di [[Fondi]], di [[Battipaglia]], di [[Crotone]] e di altre realtà esprimeva il malcontento per una riforma agraria fallita<ref>{{Cita libro|autore=Renzo del Carria|titolo=Proletari senza Rivoluzione, vol. V|edizione=Savelli|dataoriginale=dicembre 1977|città=Roma|p=126}}</ref>.<ref>{{Cita libro|autore=roberto niccolai|titolo=parlando di rivoluzioni|p=cit. pag. 101}}</ref>
Un giorno, forse, saranno pubblicati in Cina nelle Opere Complete.
 
O. Pesce ricorda che in quell'incontro, a parte qualche parola, parlò quasi soltanto il presidente Mao ed una delle cose che più gli erano rimaste impresse è che questi sostenne, contrariamente a quanto si pensava in Occidente, in Cina era esistita la socialdemocrazia; ma che questa era una corrente del Partito Comunista Cinese.
 
In importante riconoscimento internazionale al nuovo partito viene dato Il 13 agosto del 1968 quando una delegazione del PC(m-l)d'I composta da lui, Dino Dini, in membri dell'Ufficio Politico e del CC incontra [[Mao tse tung]], [[Chou En-lai]], [[Chen Po-ta]], [[Kang Sheng]], [[Chiang Ching]] (moglie di Mao) e [[Yao Wen-yuan]]<ref>Il 13 agosto 1968, il [[Quotidiano del Popolo]], organo del [[Partito Comunista Cinese]], da notizia che "Il compagno Mao tse tung ha ricevuto la delegazione italiana </ref><ref>O. Pesce ricorda che in quell'incontro parlò prevalentemente il presidente Mao ed una delle cose che più gli erano rimaste impresse è che questi sostenne, contrariamente a quanto si pensava in [[Occidente]], che in Cina era esistita la socialdemocrazia; ma che questa era una corrente del Partito Comunista Cinese. cita libro|titolo=Parlando di rivoluzioni|nome=Roberto |cognome=Niccolai|editore=Centro di documentazione Pistoia Editrice |città=Pistoia |anno=1998 |p=100</ref>. Pochi giorni dopo il 21 agosto le truppe del Patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia; la reazione del Partito fu durissima accusando l'URSS di socialimperialismo e criticando di Dubcek<ref>{{Cita libro|titolo=storia del movimento studentesco e dei marxisti-leninisti in Italia.}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Gianni Cervetti|altri=|titolo=L'oro di Mosca|edizione=Baldini&Castoldi|dataoriginale=1999|editore=Baldini&Castoldi|città=Milano}}</ref>.
Solo 2 settimane dopo quell'incontro in Cina, che per il PC(ml)d'I significò prestigio e adesioni, si scateno in Italia la battaglia della cosiddetta "Linea Rossa". Pesce ritiene, ed il concetto lo esprime nell'intervista a Roberto Niccolai, che quelli erano anni di grande confusione e che il partito che si era formato a Livorno nel 1966 doveva fare conto sulle proprie forze. L'anarchia e la confusione ideologica che erano nella società e nel movimento comunista si rifletteva nel suo partito.
 
.<ref>{{Cita libro|autore=Ugo Finetti|titolo=Botteghe Oscure|edizione=ARES|collana=Faretra|data=2016|pp=75-77}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Ugo Finetti, idem, pag. 82, n.|titolo=Botteghe Oscure}}</ref>
Alcuni, addirittura, negavano la necessità del Partito.
 
Alcune settimane dopo quell'incontro in Cina, si scateno nel Partito la scissione di quella che si autodefinì "[[Linea rossa (disambigua)|Linea Rossa]]", la cui posizione era di considerare come forze antipopolari solo quelle legate alla destra [[DC]], alla destra socialdemocratica e al [[Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale|MSI]] e ammetteva alleanza con il PCI in situazioni specifiche quali le elezioni politiche. La suo linea politica si sostanziava nello slogan "uniti si, ma contro la DC". e negava la posizione di Pesce che riteneva funzionali al capitale le posioni del PCI e della triplice sindacale<ref>{{Cita libro|autore=Renzo del Carrio. Op. cit. pag. 32|titolo=Proletari senza rivoluzione}}</ref><ref>{{Cita libro|titolo=Proletari senza rivoluzione}}</ref><ref>{{ Sono estremamente significative, per una comprensione non superficiale, della realtà politica italiana a cavallo tra gli anni "60 e "70 le affermazioni di di Federico Umberto D'Amato, capo indiscusso dell'Ufficio Affari Riservati del Viminale (ministero degl interni), che auspica il "Compromesso Storico" promosso da BerlinguerCita libro|autore=Giacomo Pacini|titolo=il cuore occulto del Potere|edizione=Nutrimenti|collana=igloo/inchiesta|dataoriginale=maggio 2010|p=96}}</ref>
Ricorda la figura di Angelo Gracci, secondo lui quello con le idee più "bislacche"; un nazionalista di ritorno che andava in giro portandosi sempre appresso il tricolore.
 
<ref>{{Cita libro|autore=Roberto Niccolai, op. cit. pag. 103|titolo=Parlando di Rivoluzioni}}</ref>
Secondo O. Pesce le persone che avevano fatto la Resistenza, come Gracci, hanno fatto una insurrezione e non una battaglia politica e ideologica sulla base delle quali si formano i quadri comunisti.
 
In quello stesso periodo [[Giovanni Ventura]] si consulta con Alberto Sartori, promotore della scissione della "linea rossa", e con Antonio Massari circa l'opportunità di far uccidere O. Pesce o di eliminarlo politicamente facendo trovare a casa sua dei documenti segreti della [[Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord|NATO]] e così farlo arrestare.<ref>{{Cita libro|autore=Odoardo Ascari|titolo=ACCUSA: Reato di strage. "la storia di Piazza Fontana"|edizione=Editoriale Nuova|dataoriginale=1979|p=285}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Paolo Cucchiarelli|titolo=Il segreto di Piazza Fontana|edizione=Ponte alle Grazie|collana=inchieste|annooriginale=2009|p=344}}</ref>.<ref>{{Cita libro|autore=Comitato Politico Nazionale per la convocazione del 2° congresso del PC(m-l)dI|curatore=Supplemento a Linea Proletaria, anno 1 n. 3|titolo=La lotta dei Marxisti-Leninisti per il Partito|accesso=dicembre 1976}}</ref>
Ad ogni buon conto Pesce non si è mai lasciato andare agli insulti pubblici verso gli avversari; questo è stato un triste fenomeno che ha segnato l'esperienza dei marxisti-leninisti con alcune punte grottesce. Secondo lui esistono certamente le spie, i provocatori, gli infiltrati, ecc; ma questi non possono mai spiegare fino in fondo i fatti storici i quali trovano le ragioni del loro essere nelle contraddizioni interne alle nazioni; contraddizioni sociali ed anche i riflessi della storia e della cultura.(queste ultime affermazioni sono da documentare)
 
(in ogni caso per completare la voce sarà necessario aspettare la prossima settimana quando potro avere accesso all'archivio della Biblioteca san Giorgio a Pistoia che adesso stanno risistemando)
 
==Note==
<references group="pag. 71" />
 
domande:[http://lavoropolitico.it/nu.htm]