Ariano Irpino: differenze tra le versioni

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{{Avvisounicode}}
{{Divisione amministrativa
|Grado amministrativo = 3
|Nome = Ariano Irpino
|Stato = ITA
|StemmaBandiera = Ariano Irpino-StemmaGonfalone.png
|Voce stemma =
|Bandiera=Ariano Irpino-Gonfalone.png
|Voce stemmabandiera =
|Divisione amm grado 1 = Campania
|Voce bandiera=
|Divisione amm grado 2 = Avellino
|Panorama=Ariano Irpino full view.jpg
|Amministratore locale = Enrico Franza
|Didascalia=
|Partito = [[Partito Socialista Italiano (2007)|PSI]]
|Divisione amm grado 1=Campania
|Data elezione = 5-10-2020
|Divisione amm grado 2=Avellino
|Divisioni confinanti = [[Apice (Italia)|Apice]] ([[provincia di Benevento|BN]]), [[Castelfranco in Miscano]] (BN), [[Flumeri]], [[Greci (Italia)|Greci]], [[Grottaminarda]], [[Melito Irpino]], [[Montecalvo Irpino]], [[Monteleone di Puglia]] ([[provincia di Foggia|FG]]), [[Savignano Irpino]], [[Villanova del Battista]], [[Zungoli]]
|Amministratore locale=Domenico Gambacorta
|Zona sismica = 1
|Partito=[[Forza Italia (2013)|FI]]
|Gradi giorno = 2410
|Data elezione=9-6-2014
|Nome abitanti = arianesi
|Data istituzione=
|Patrono = [[Ottone Frangipane|sant'Ottone]]<ref name=comuniit>{{cita web|http://www.comuni-italiani.it/064/005|Ariano Irpino|sito=Comuni Italiani|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170912144523/http://www.comuni-italiani.it/064/005|urlmorto=no}}</ref>
|Superficie=186.74
|Festivo = 23 marzo
|Note superficie=
|PIL =
|Abitanti=22700
|PIL procapite =
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2015gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2015.
|Soprannome = ''la Città del Tricolle''<ref name=TR>{{cita libro|Kevin|Madigan|The Popes against the Protestants|Yale University Press|2021|lingua=en|p=1|isbn=9780300262889}}</ref>
|Aggiornamento abitanti=31-12-2015
|Mappa = Ariano Irpino 2016.png
|Sottodivisioni=([[#Frazioni e località|Vedi sezione]])
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Ariano Irpino all'interno della provincia di Avellino
|Divisioni confinanti=[[Apice (Italia)|Apice]] (BN), [[Castelfranco in Miscano]] (BN), [[Flumeri]], [[Greci (Italia)|Greci]], [[Grottaminarda]], [[Melito Irpino]], [[Montecalvo Irpino]], [[Monteleone di Puglia]] (FG), [[Savignano Irpino]], [[Villanova del Battista]], [[Zungoli]]
|Zona sismica=1
|Gradi giorno=2410
|Nome abitanti=arianesi
|Patrono=[[Ottone Frangipane|sant'Ottone]], san Liberatore, [[Elzearo da Sabrano|sant'Elzeario]], beata Delfina
|Festivo=23 marzo
|PIL=
|PIL procapite=
}}
 
'''Ariano Irpino''' ([[Alfabetogià fonetico''Ariano internazionale|IPA]]:di {{IPA|[aPuglia''rjano ir'pino]}}fino al 1930, semplicemente ''Ariano'' nelle fonti storiche e in [[dialetto irpinoarianese]])<ref>{{cita libro| AA. Giuliano|Gasca VV. Queirazza| Dizionario di toponomastica.; Storiastoria e significato dei nomi geografici italiani |UTET|1990|p=38|isbn=9788802043845}} 1996Vedi anche {{Cita|N. GARZANTIFlammia}} |e Milano{{cita|p=G. 38Grasso}}.</ref>) è un [[comuni d'Italia|comune italiano]] di {{formatnum:22700Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Avellino]] in [[Campania]]. La cittadina costituisce il secondo centro demografico della provincia dopo il capoluogo (da cui dista circa 50&nbsp;km) mentre I suoi 186,74&nbsp;km² di ampiezza ne fanno il comune più esteso dell'intera [[Campania|regione]]. [[Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia|Sede episcopale]] fin dall'[[Alto Medioevo]], si fregia oggi del titolo di [[Città d'Italia|Città]] e del ruolo di [[Ente]] capofila nell'ambito di un'[[area urbana]] vasta<ref>https://www.campaniaeuropa.it/documentazione/ambiti_territoriali_campania.xls&sa=U&ved=2ahUKEwipqurhsuPVAhUGuBoKHftoAacQFnoECBQQAA&usg=AFQjCNHwiV_lPDRnBRf-3LnPNKp2ki5J5A</ref> che abbraccia l'intero settore Nord del territorio provinciale.
 
Sorta in altura a cavallo degli [[Appennini]] e dotata di un vasto tenimento al crocevia di antichi itinerari, la cittadina acquisì presto rilevanza strategica elevandosi fin dall'[[alto Medioevo]] a sede di [[Diocesi di Ariano|diocesi]] e di [[Contea di Ariano|contea]].
 
Prescelta da re [[Ruggero II il Normanno]] che vi tenne le celebri [[Assise di Ariano|assise]], rinomata per l'arte della [[maiolica arianese|maiolica]], si fregia del [[Città d'Italia|titolo di città]] nell'ambito dell'estremo entroterra regionale, a diretto contatto con la [[Puglia]].
 
== Geografia fisica ==
{{Mappa OSM|didascalia=Mappa digitale interattiva|altezza=160|larghezza=250|centro_lat=41.15291|centro_lon=15.08897|zoom=13|allinea=left}}
 
==Geografia fisica ==
===Territorio===
{{Citazione|Il Paese di Ariano di Puglia siede in cima all'{{sic|Apennino}}; il suo territorio estendesi sui due fianchi della catena.|[[William Paget Jervis]], ''I tesori dell'Italia sotterranea''<ref>{{Cita libro|Guglielmo|Jervis|I tesori dell'Italia sotterranea|1874|Ermanno Loescher|p=539|url=https://books.google.it/books?id=iHmu0CaMLsQC&pg=PA539}}</ref>}}
Ariano Irpino si trova nell'[[Appennini#Appennino campano|Appennino campano]], a cavallo tra le regioni [[Campania]] e [[Puglia]] ed in posizione pressoché equidistante tra i mari [[Mar Tirreno|Tirreno]] e [[Mare Adriatico|Adriatico]], tanto che la linea spartiacque attraversa per decine di chilometri l'agro comunale al cui centro è ubicato un importante valico appenninico denominato appunto "[[sella di Ariano]]". Il territorio, riconosciuto per legge come "interamente montano", rivela nel complesso una natura assai impervia con un'altitudine variabile dai 179 agli 811&nbsp;m [[Livello del mare|s.l.m.]] tra valli incassate e rilievi scoscesi ove non mancano i dirupi. Fanno eccezione l'area nord-orientale, che assume una conformazione abbastanza regolare con ampi altipiani ondulati, e le ristrette piane alluvionali localizzate sull'opposto versante lungo il corso del fiume [[Ufita]].
 
La città sorge nel settore nord dell'[[Irpinia]], in posizione baricentrica tra i mari [[Tirreno]] e [[Adriatico]]; la linea [[spartiacque]] interseca infatti per decine di chilometri il suo territorio<ref>{{cita testo|autore=Filippo Gelormini|titolo=[[:File:Ariano di Puglia - Topographical map.jpeg|Carta topografica schematica del Comune di Ariano]]|anno=1908|città=Ariano di Puglia}}</ref>, attraversato anche dal principale valico dell'[[Appennino campano]]: la [[sella di Ariano]]. L'agro rurale, ricco di sorgenti<ref>{{cita web|http://www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it/allegato%203b%20-%20caratterizzazione%20geologica%20e%20idrogeologica.pdf|Caratterizzazione geologica e idrogeologica|sito=Il distretto idrografico dell'Appennino Meridionale|p=14|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200704112945/http://www.ildistrettoidrograficodellappenninomeridionale.it/allegato%203b%20-%20caratterizzazione%20geologica%20e%20idrogeologica.pdf}}</ref>, è lambito dai fiumi [[Ufita]] e [[Miscano]] (subaffluenti del [[Volturno]], sul versante tirrenico) e solcato dall'alto corso del [[Cervaro (fiume)|Cervaro]] (tributario del [[lago Salso]] e del litorale adriatico). Grazie ai suoi {{M|186,74|ul=kmq}} è il comune più esteso della Campania<ref name=sup>{{cita web|https://www.tuttitalia.it/campania/96-comuni/superficie|Comuni della Campania per superficie territoriale|sito=Tuttitalia|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230624215327/https://www.tuttitalia.it/campania/96-comuni/superficie}}</ref>.
In particolare il centro cittadino sorge su tre alti colli, Calvario, Castello e San Bartolomeo, i quali vanno a formare un compatto rilievo montuoso che tocca la massima altitudine proprio al mastio del castello. Per via di tale conformazione orografica Ariano è anche conosciuta col nome di ''Città del Tricolle''. Il centro storico si sviluppa dunque in una posizione sopraelevata rispetto alle valli circostanti, tanto che dai punti più panoramici del centro (e in particolare dal castello, ubicato all'interno della villa comunale), è possibile ammirare ad ovest i massicci del [[Taburno Camposauro|Taburno]] e del Partenio, a sud la Baronia di Vico, il [[Vulture]] e l'altopiano del Formicoso, ad est il [[Subappennino Dauno]] e a nord i [[Matese|monti del Matese]], i [[monti della Meta]] e la vetta della [[Maiella]], sicché sono visibili alcune parti di 6 delle 20 [[Regione (Italia)|regioni italiane]].
 
Riconosciuto per legge come interamente montano<ref>{{cita|Statuto comunale|art. 2, comma 2.}}</ref>, il suo tenimento si sviluppa tra i 179 e gli {{M|811|ul=m slm}}<ref>{{Cita web|http://www.comuni-italiani.it/064/005/clima.html|Ariano Irpino: Clima e Dati geografici|sito=Comuni italiani|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220128114623/http://www.comuni-italiani.it/064/005/clima.html}}</ref>. Il sottosuolo è composto da stratificazioni [[rocce detritiche|detritiche]] (spesso [[fossili]]fere) a elevato tenore in [[carbonato di calcio]]; la formazione più diffusa è la tipica [[unità di Ariano]], costituita da depositi [[pliocene|pliocenici]] di origine [[delta fluviale|deltizia]] o marina. Nel complesso i terreni hanno un buon grado di fertilità e di copertura arborea, ma sono poco coesi e dunque profondamente incisi dall'[[erosione]]; fanno tuttavia eccezione gli ampi altipiani ondulati degli estremi settori nord-orientali (tra la [[valle del Miscano]] e il [[valle del Cervaro|bacino del Cervaro]]), poggianti su rocce relativamente più antiche e compatte, nonché le ristrette piane alluvionali localizzate all'opposto margine, presso lo sbocco del torrente [[Fiumarelle]] nella [[valle dell'Ufita]]<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Sedimentology, stratigraphy and tectonics of evolving wedge-top depozone: Ariano Basin, southern Apennines, Italy|lingua=en|autore=Sabatino Ciarcia|autore2=Stefano Vitale|url=https://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S0037073813000572-gr3.jpg|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230526163946/https://ars.els-cdn.com/content/image/1-s2.0-S0037073813000572-gr3.jpg}}</ref>. Degna di nota è inoltre una fonte di [[acqua sulfurea]] tra le contrade ''Pignatale'' e ''Santa Regina'', mentre una piccola [[salsa (geologia)|salsa]] sgorga alle falde del [[santuario di San Liberatore]], in località ''Acquasalza''<ref>{{cita|T. Vitale|p. 43}}.</ref>.
Il territorio rurale è attraversato dai torrenti [[Cervaro (fiume)|Cervaro]] e Fiumarella, mentre i fiumi [[Ufita]] e [[Miscano]] lo lambiscono.
La superficie del comune si attesta sui 186,74&nbsp;km², facendone il più ampio dell'intera regione (maggiore anche del capoluogo [[Napoli]] che dista circa 100 km).
* [[Classificazione sismica dell'Italia|Classificazione sismica]]: zona 1 (alta sismicità).<ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.it/cms/attach/editor/Classificazione.jpg|titolo=Classificazione sismica dei comuni italiani|accesso=20 luglio 2009}}</ref>
 
==== Tricolle ====
[[File:Ariano Irpino 2016.png|thumb|Il comune all'interno della provincia di Avellino]]
{|align=right
|[[File:Ariano Irpino - Rione Sambuco.jpg|thumb|Uno spicchio della città storica (veduta dal colle ''Castello'')]]
|}
Il centro cittadino si sviluppa in posizione dominante su tre alti colli (''Castello'', ''Calvario'' e ''San Bartolomeo''), da cui il soprannome di ''Città del Tricolle''<ref name=TR/>. La sua visuale è assai aperta in ogni direzione: dai punti più panoramici (e in particolare dalla sommità del [[castello normanno (Ariano Irpino)|castello normanno]]) si ammirano a ovest i massicci del [[Taburno]] e del [[Monti del Partenio|Partenio]], a sud il [[Terminio]]-[[Cervialto]] e l'[[Appennino lucano]], a est il [[monte Vulture|Vulture]] con i [[monti della Daunia]] e a nord l'[[Appennino sannita]] con il massiccio del [[Matese]] e, più in lontananza, le alte vette dell'[[Appennino abruzzese]] e le più modeste cime dei [[monti Volsci]], sicché sono visibili alcuni scorci di 6 delle 20 [[regioni italiane]]<ref>Le 6 regioni sono: Abruzzo, Basilicata, Campania, Lazio, Molise e Puglia.<br />{{cita libro|Mario|D'Antuono|Vieni ad Ariano - Città d'arte|1998|Grafiche Lucarelli|Ariano Irpino|p=14}}</ref>. Il Tricolle figura anche nello [[#Simboli|stemma municipale]] ideato, secondo la tradizione, dal santo patrono [[Ottone Frangipane]] (vissuto in Ariano nel XII secolo)<ref>{{cita|G. Stanco|p. 2 (nota in calce).}}</ref>.
 
===Sismicità===
{{vedi anche|Terremoti in Irpinia}}
Situata presso il margine settentrionale del [[distretto sismico]] dell'[[Irpinia#Sismologia|Irpinia]], la città ha risentito inoltre dei movimenti tellurici avvenuti nel limitrofo [[Sannio#Terremoti|Sannio]], quali il [[terremoto del 1349]] e il [[terremoto del Sannio del 1688|sisma del 1688]]. Viceversa gli eventi con epicentri localizzati nel settore meridionale dell'Irpinia sono risultati relativamente meno disastrosi: un esempio è dato dal [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] che provocò una sola vittima in ambito cittadino<ref>{{cita web|http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html|Catalogue of strong earthquakes in Italy|sito=INGV|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180107061807/http://storing.ingv.it/cfti4med/quakes/41752.html}}</ref>.
 
Tra il 1300 e il 2000 si sono verificati 10 terremoti rilevanti (nel 1349, 1456, 1517, 1688, 1694, 1702, 1732, 1930, 1962, 1980), in media uno ogni 70 anni ma con intervalli variabili da un minimo di 6 a un massimo di 198 anni<ref>{{cita libro|||Giornale di storia contemporanea|2004|Gruppo Periodici Pellegrini|vol=7|p=47|issn=2037-7975}}</ref>. Scarse sono invece le informazioni relative ai secoli precedenti, con un unico sisma attestato (quello del 988, che causò molti danni); le indagini archeologiche nel sito di ''[[Aequum Tuticum]]'' hanno però permesso di individuare le tracce di due gravi terremoti avvenuti nel IV secolo, mentre l'analisi documentale fa desumere che anche i sismi dell'847 e del 1125 siano stati intensi.<ref>Vedi sezione [[#Storia]].</ref>
 
La stazione sismica di riferimento, gestita dall'[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia]], è ubicata
in corrispondenza della [[sella di Ariano]] presso il centro di ricerche [[Biogem]] (sigla: {{smallcaps|Biog}}, quota: {{m|623|ul=m slm}}).
 
* [[Classificazione sismica dell'Italia|Classificazione sismica]]: zona 1 (alta sismicità).
 
===Clima===
[[File:Ariano Irpino castello innevato.jpeg|thumb|left|Uno scorcio del [[castello di Ariano]] in veste invernale]]
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Ariano Irpino}}
Trovandosi nell'entroterra campano, Ariano è caratterizzato da un [[clima]] di tipo [[Clima temperato|temperato freddo]] in cui, come attestato dalla classificazione climatica ufficiale<ref name="erg7118.casaccia.enea.it">{{cita web|url=http://erg7118.casaccia.enea.it/profili/tabelle/508%20%5BAriano%20Irpino%5D%20capoluogo.Txt|titolo=Profilo Climatico (Archivio climatico DBT dell'ENEA)|accesso=1º luglio 2009}}</ref>, ad [[inverno|inverni]] piuttosto rigidi si alternano [[estate|estati]] non eccessivamente calde.
 
Le condizioni climatiche locali sono complessivamente piuttosto variabili, mostrando caratteri di transizione tra il [[clima temperato umido]], proprio delle alte montagne appenniniche, e il [[clima mediterraneo]] tipico delle fasce costiere.
Le [[precipitazione (meteorologia)|precipitazioni]] non sono molto abbondanti, mediamente non superiori agli 800&nbsp;mm<ref>Dato basato sulle rilevazioni della vicina [[stazione meteorologica di Trevico]] distante 15 km ca. in linea d'aria.</ref> annui, mentre nella parte occidentale della provincia superano i 1200&nbsp;mm<ref>Si veda [[Stazione meteorologica di Avellino]].</ref>. Le precipitazioni massime si registrano di solito fra Novembre e Dicembre, le minime tra Luglio e Agosto. Nel corso del semestre freddo (fine ottobre - fine aprile) si verificano sporadiche nevicate, mentre occasionali sono le grandinate estive.
 
Le [[precipitazioni]] sono moderate (di norma non eccedenti gli {{M|800|ul=mm}} annui)<ref>{{cita web|http://www.sito.regione.campania.it/burc/pdf06/burcsp28_07_06/del834_06all.pdf|Piano regionale di programmazione delle attività per la prevenzione, la previsione e la lotta attiva contro gli incendi boschivi|sito=Regione Campania|p=8|anno=2006|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200816152818/http://www.sito.regione.campania.it/burc/pdf06/burcsp28_07_06/del834_06all.pdf}}</ref>, generalmente concentrate per circa {{frazione|2|3}} tra l'autunno e l'inverno (con massimi intorno novembre-dicembre) mentre in primavera e ancor più in estate tendono a divenire occasionali (la piovosità minima si registra di solito in luglio-agosto)<ref>{{cita libro|Franco|Ravelli|La sperimentazione irrigua della Cassa per il Mezzogiorno|capitolo=4. Il clima del Mezzogiorno|p=32|url=http://www.francoravelli.it/et/articolo1994/cap-4.pdf|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180802162943/http://www.francoravelli.it/et/articolo1994/cap-4.pdf}}</ref>. In ogni periodo dell'anno la forma prevalente di precipitazione è la [[pioggia]], tuttavia nel corso del semestre freddo non mancano [[nevicate]] più o meno consistenti; durante la stagione calda possono invece verificarsi sporadiche [[grandinate]]. Le [[nebbia|nebbie]] sono poco frequenti, mentre tra i [[vento|venti]] prevalgono quelli occidentali.<ref>{{cita libro|Cristofaro|Mennella|Il clima d'Italia. I climi compartimentali della regione italiana|1967|Fratelli Conte Editori|vol=3|pp=438-504}}</ref>
In base alla media trentennale di riferimento [[1961]]-[[1990]], la [[temperatura]] media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +3,8&nbsp;°C; quella del mese più caldo, agosto, è di +21,6&nbsp;°C (si consideri che la stazione meteorologica è ubicata nell'estrema parte alta della città a quota 794 m.). Più nel dettaglio, dall'analisi matematica delle medie termiche mensili si evince che i valori minimi di temperatura si registrano mediamente nell'ultima decade di Gennaio mentre quelli massimi agli inizi di Agosto. <ref name="erg7118.casaccia.enea.it"/>
 
La [[stazione meteorologica di Ariano Irpino]] è ubicata nella parte alta della città, a quota {{M|794|ul=m slm}} Dall'analisi matematica delle medie termiche nel trentennio di riferimento 1961-1990 si evince che i valori minimi di [[temperatura]] si raggiungono mediamente nell'ultima decade di gennaio (mese più freddo con una media di +3,8&nbsp;°C), quelli massimi agli inizi di agosto (mese più caldo con una media di +21,6&nbsp;°C); in tale ultima fase si registra anche la massima [[escursione termica]] giornaliera, laddove il divario minimo si riscontra invece a metà dicembre. Ai primi di maggio e nell'ultima decade di ottobre si registrano infine i valori più prossimi alla temperatura media annua (pari a +12,3&nbsp;°C).<ref>{{Meteo DBT|508%20%5BAriano%20Irpino%5D%20capoluogo.Txt}}</ref>
 
{{ClimaAnnuale
| nome = ARIANOAriano IRPINOIrpino
|tempmax01 = 7.1
<!-- Temperature massime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmax01tempmax02 = 7.18
| tempmax02tempmax03 = 710.84
| tempmax03tempmax04 = 1014.45
| tempmax04tempmax05 = 1418.56
| tempmax05tempmax06 = 1823.6
| tempmax06tempmax07 = 2327.61
| tempmax07tempmax08 = 27.12
| tempmax08tempmax09 = 2723.2
| tempmax09tempmax10 = 2317.24
| tempmax10tempmax11 = 1712.40
| tempmax11tempmax12 = 128.08
| tempmax12tempmin01 = 80.86
|tempmin02 = 0.9
<!-- Temperature minime mensili (numero anche con cifre decimali, misurato in °C), da gennaio (01) a dicembre (12) -->
| tempmin01tempmin03 = 3.0.6
| tempmin02tempmin04 = 06.91
| tempmin03tempmin05 = 39.07
| tempmin04tempmin06 = 613.17
| tempmin05tempmin07 = 916.70
| tempmin06tempmin08 = 1316.70
| tempmin07tempmin09 = 1613.09
| tempmin08tempmin10 = 169.06
| tempmin09tempmin11 = 135.96
| tempmin10tempmin12 = 92.67
| tempmin11 = 5.6
| tempmin12 = 2.7
}}
* [[Classificazione climatica dei comuni italiani|Classificazione climatica]] di Ariano Irpino:<ref>{{cita web|url= http://clisun.casaccia.enea.it/Dati/FilesCSV/GraGioWb.txt|titolo= Classificazioni climatiche dei comuni italiani|accesso=19 luglio 2009}}</ref>
** [[Zona climatica]] E;
** [[Grado giorno|Gradi giorno]] 2410.
 
==Origini del nome==
{{Citazione|O Ariano, che fosti la nostra roccaforte;<br />adesso, divenuta nemica, hai eluso le nostre direttive.&nbsp;[...]<br />Credo perché ti senti sicura, adagiata sull'alto del monte;&nbsp;[...]<br />te lo mostrerà il nostro ritorno, cosa sia un'offesa grande.|[[Federico II di Svevia]], ''Itinerarium''<ref name=f2>{{cita libro|Fulvio|Delle Donne|Federico II: la condanna della memoria. Metamorfosi di un mito|2016|Viella Libreria Editrice|p=89|isbn=9788867287109}}</ref>|''Ara Dei Iani, quæ camera nostra fuisti;<br />nunc, hostis effecta, nostra legata fugisti.&nbsp;[...]<br />Credo quod confidis, montis stabilita per altum;&nbsp;[...]<br />monstrabit reditus, quod sit offensio grandis.''|lingua=la}}
L'etimologia del nome "Ariano" deriverebbe, secondo la tradizione, dal latino ''Ara Iani'', un altare realizzato in onore del dio [[Giano]]. Piú verosimilmente l'origine risale al nome di persona latino medievale ''[[Ario (nome)|Arius]]'' cui è legato il suffisso -''anus'' che indica appartenenza. La formulazione "Ariano Irpino" (con riferimento alla regione storico-geografica dell'[[Irpinia]]) ha sostituito nel 1930 l'impropria denominazione di "Ariano di Puglia", la quale in realtà traeva origine dal [[Ducato di Puglia e Calabria]] che in epoca [[Normanni|normanna]] gravitava su [[Salerno]] (tale città era considerata all'epoca la "capitale della Puglia" mentre il suo dialetto era il "volgare pugliese"). In ogni caso l'aggiunta di un epiteto al nome "Ariano" era giustificata dalla necessità di distinguere il comune dall'omonimo centro nel [[Ariano nel Polesine|Polèsine]].
 
Sulla base di un'astiosa citazione basso-medievale, attribuita non senza riserve all'imperatore [[Federico II di Svevia|Federico II]]<ref name=f2/>, si è ritenuto per secoli che il [[toponimo]] "Ariano" risalisse al [[lingua latina|latino]] ''Ara Dei Iani'' ("altare del Dio [[Giano]]"), o più semplicemente ''Ara Iani'' ("altare di Giano"), con riferimento a un ipotetico [[sacello]] pagano svettante sul [[#Tricolle|Tricolle]] nella remota antichità; le vestigia di tale sacrario, secondo la tradizione, sarebbero venute alla luce già nel XII secolo<ref>{{cita|G. Stanco|p. 1}}.</ref>. La stessa sigla ''AI'', che fin dal tardo Settecento<ref name=ill>{{cita libro|Francesco Antonio|Vitale|Memorie istoriche degli uomini illustri della regia città di Ariano|1788||Roma|p=3|url=https://books.google.it/books?id=oCthAAAAcAAJ&printsec=frontcover}}</ref> sostituì l'originaria lettera ''A'' nello [[#Simboli|stemma municipale]], sta appunto per ''Ara Iani''<ref name=sc32>{{cita|Statuto comunale|art. 3, comma 2.}}</ref>. Il poeta [[Pietro Paolo Parzanese]], vissuto nell'Ottocento, supportava però tiepidamente tali congetture<ref>{{Cita web|https://www.comune.ariano-irpino.av.it/pagina2221_arte-e-cultura.html|Arte e cultura|sito=Comune di Ariano Irpino|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20231210104316/https://www.comune.ariano-irpino.av.it/pagina2221_arte-e-cultura.html}}</ref>, poi definitivamente smentite da un accurato studio condotto dal geografo [[Gabriele Grasso]] sul finire dello stesso secolo<ref>{{cita|G. Grasso|pp. 79-141}}.</ref>.
 
[[File:Ariano – Regno di Napoli in prospettiva.jpg|thumb|upright=1.2|Stampa del 1703; all'epoca la città era denominata semplicemente ''Ariano'' e nel suo stemma compariva unicamente la lettera ''A'']]
 
Benché nelle fondamenta del [[Duomo di Ariano|duomo]] si rinvengano effettivamente reperti fittili riferibili a un antico tempio<ref name=busin>{{cita libro|Nicola|Busino|L’alta valle del Cervaro fra tarda antichità e alto medioevo: dati preliminari per una ricerca topografica|2009|pp=138-146|isbn=978-88-90432-30-9|url=http://www.rmoa.unina.it/3111/1/busino2008.pdf|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201105063919/http://www.rmoa.unina.it/3111/1/busino2008.pdf}}</ref>, gli studiosi contemporanei ritengono infatti più verosimile che il lemma "Ariano" (attestato in tale forma fin dal lontano 782)<ref>Un ''"casale(m) in Ariano [an(no) 782 Apr(ile)]"'' è infatti citato nel ''[[Chronicon casinense]]''.<br />{{cita|G. Stanco|p. 2}}.</ref> costituisca invece un attributo [[prediale]] correlato al nome personale [[Ario (nome)|Ario]] (corrispondente a un [[gentilizio]] ''*Arius''<ref>{{cita pubblicazione|autore=Luigi Chiappinelli|titolo=Note sui nomi di luogo dell'Avellinese|anno=1988|rivista=Samnium|numero=1-4|url=https://docplayer.it/8815942-Note-sui-nomi-di-luogo-dell-avellinese-samnium.html|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201108060732/https://docplayer.it/8815942-Note-sui-nomi-di-luogo-dell-avellinese-samnium.html}}</ref>, probabile variante di ''[[Arrius]]''<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Studi italiani di filologia classica|editore=Felice le Monnier|città=Firenze|issn=0039-2987|anno=1980|p=236}}</ref>). È dunque presumibile che il reale significato [[etimo]]logico fosse "terra di Ario" (in latino ''*praedium Arianum'') o "castello di Ario" (''castellum Arianum'', forma quest'ultima effettivamente documentata nel IX secolo)<ref>{{cita|P. Massa|p. 5}}.</ref>, ammettendo che tale Ario fosse un possidente della tarda antichità o un condottiero del primo medioevo. In alternativa, il toponimo potrebbe direttamente discendere da un nome personale [[Ariano (nome)|Ariano]] (in latino ''*Arianus''), oppure da un analogo cognome [[Ariano (cognome)|Ariano]]<ref>{{cita|T. Vitale|p. 24}}.</ref>, quantunque sia ugualmente possibile l'inverso (ossia che il cognome derivi invece dal toponimo)<ref>{{cita libro|Mario|Alinei|Dizionario etimologico-semantico dei cognomi italiani|PM edizioni|2017|autore2=Francesco Benozzo|isbn=9788899565442|p=79}}</ref>.
 
La formulazione "Ariano Irpino" (riferita al distretto storico-geografico dell'[[Irpinia]]) sostituì nel 1930 la vecchia denominazione "Ariano di Puglia", quest'ultima divenuta ufficiale dal 1868<ref>{{cita testo|ente=Direzione generale della statistica|titolo=Popolazione. Movimento dello stato civile|autore=Ministero di agricoltura, industria e commercio|anno=1880|città=Roma|p=232|url=https://books.google.it/books?id=LysoAAAAYAAJ&pg=RA2-PA232}}</ref> ma comunemente usata anche nelle epoche precedenti<ref name=ill/>. Nel XIV secolo il nome [[latino medievale]] era infatti ''Arianum in Apulia''<ref>{{cita libro|||Canonizzazione di sant'Elzeario da Sabrano|lingua=la|pp=147-150|url=https://books.google.it/books?id=r-FIAAAAcAAJ&pg=PA147}}</ref>, poiché a quei tempi per "Puglia" ''(Apulia)'' si intendeva l'intero settore peninsulare del [[regno di Sicilia]]<ref>{{Treccani|puglia_(Enciclopedia-Dantesca)|Puglia}}</ref>, con particolare riferimento al vasto [[ducato di Puglia]] ''(ducatus Apuliæ)'' cui la [[grancontea di Ariano]] era stata assoggettata fin dall'XI secolo<ref>{{cita|G. Stanco|p. 15}}; vedi inoltre {{Cita|T. Vitale|pp. 61-62}}.</ref>. La primitiva appartenenza alla terra degli antichi [[Irpini]] era però ben nota al ristretto ceto colto locale, tanto che già nel 1512 il poeta neolatino [[Girolamo Angeriano]] scriveva: ''est urbs Hirpinis Arianum in collibus'' ("la città di Ariano negl'Irpini è sui colli")<ref>{{cita libro|Girolamo|Angeriano|Erotopaignion||P. Giunta|Firenze|lingua=la|url=https://books.google.it/books?id=HttoAAAAcAAJ&q=arianum#v=snippet&q=arianum&f=false}}</ref>. L'aggiunta di un [[epiteto]] al lemma "Ariano" era comunque finalizzata a evitare confusioni con altre località così denominate, in particolare con l'omonimo centro situato [[Ariano nel Polesine|nel Polesine]] (anticamente ricompreso [[Transpadana ferrarese|nel Ferrarese]])<ref name=ill/>.
 
==Storia==
[[File:Ariano Irpino - La Starza.jpg|thumb|left|La rupe de [[La Starza (Ariano Irpino)|La Starza]], popolata per millenni in epoca preistorica]]
 
===Preistoria===
Le prime tracce umane si rinvengono nel settore nord del territorio comunale. In particolare lungo la [[sella di Camporeale]] emergono, in superficie o a poca profondità, numerosi e svariati strumenti di [[selce]] scheggiata ascrivibili all'industria [[musteriana]]<ref name=pit>{{cita|La Valle del Miscano|pp. 13-28 (a cura di [[Claude Albore Livadie]]).}}</ref> praticata nel [[paleolitico medio]] da [[cacciatori-raccoglitori]] di stirpe [[neandertal]]iana.
 
Il primo stabile insediamento agro-pastorale, il più antico della regione<ref name=arc>{{cita web|http://www.archemail.it/arche9/0ariano1.htm|L'abitato neolitico de La Starza|sito=Archemail|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150919080126/http://www.archemail.it/arche9/0ariano1.htm}}</ref>, compare invece sulla rupe gessosa de [[La Starza (Ariano Irpino)|La Starza]], alle cui falde vi è una fonte sorgiva perenne; ivi si rinvengono le vestigia di un intero villaggio di capanne risalente al [[neolitico inferiore]] e popolato poi fino alle soglie dell'[[età del ferro]]. Testimonianze del neolitico medio-superiore emergono poi anche altrove (alle località ''Acquazzuolo, Santa Maria a Tuori, Trimonti''), fin nel settore meridionale dell'agro (sul poggio ''San Marco'' a ridosso del torrente [[Fiumarelle]])<ref name=pit/><ref>{{cita libro|Giampiero|Galasso|Storia dell'Irpinia antica|2005|De Angelis|p=27|isbn=9788886218863}}</ref>.
Le prime tracce di insediamenti umani nella zona sono stati rinvenuti a seguito di scavi archeologici nell'area Nord del territorio cittadino, in località Starza<ref>{{cita conferenza |autore= C. Albore Livadie |titolo= Considerazione sui nuovi scavi a La Starza (Ariano Irpino) e sulle comunità pastorali appenniniche | conferenza= Civiltà della Transumanza|wkautore=Claude Albore Livadie |mese= novembre|anno= 1988 |città= Santa Croce del Sannio |pagine= 32-45 }}</ref>. I reperti, provenienti da un villaggio di capanne preistorico risalente al [[Neolitico]] inferiore, sono datati a partire dal [[VII millennio a.C.]] fino al [[900 a.C.]], quando il sito viene presumibilmente abbandonato.
 
===Protostoria===
Alle prime popolazioni [[cultura appenninica|appenniniche]] seguirono gli [[Irpini]], una bellicosa tribù dei [[Sanniti]] della quale però non rimangono (in Ariano come nel resto d'[[Irpinia]]) che scarsissime tracce, probabilmente perché le semplici fortezze che essi costruirono nei punti strategici vennero poi, in epoca [[alto medioevo|alto-medioevale]], sistematicamente riconvertite in ben più imponenti strutture fortificate (torri, rocche, castelli). Pertanto l'eventuale presenza di una roccaforte irpina in cima al "Tricolle" di Ariano (con l'obiettivo strategico di controllare e contrastare le due [[colonia romana|colonie romane]] di [[Benevento]] e [[Lucera]]) rimane un'ipotesi suggestiva ma ad oggi non suffragata da prove.
Alle prime [[cultura appenninica|genti appenniniche]] subentrano gli [[Irpini]] ''(Hirpini)'', una bellicosa tribù [[Italici|italica]] di etnia [[sanniti]]ca e di [[lingua osca]] stanziatasi sul territorio in epoca preromana. A tale civiltà appartiene infatti il variegato vasellame artistico (anche del tipo ''[[kántharos]]'') racchiuso nei corredi delle piccole necropoli locali e ascrivibile alla cosiddetta ''cultura di Casalbore-Castelbaronia'' (secoli VI-V a.C.), tipica dell'area nord-irpina<ref name=pit/>.
 
Non si rinvengono comunque tracce di fortificazioni sannitiche, forse perché inglobate nei profondi basamenti del [[castello di Ariano|castello medievale]]; tuttavia alcuni materiali fittili reperiti nelle fondamenta della [[cattedrale di Ariano|basilica cattedrale]] sembrerebbero attestare quantomeno la presenza di un edificio di culto (verosimilmente un tempio italico) sul crinale del [[#Tricolle|Tricolle]]<ref name=busin/>.
===Dominazione romana===
 
===Epoca romana===
Di epoca romana è invece il borgo di ''[[Aequum Tuticum]]'', sorto su di un vasto altipiano (in localitã Sant'Eleuterio) a non grande distanza dall'antico insediamento della Starza. Eretto dai [[Roma antica|Romani]] a municipio, Aequum Tuticum si trovava in effetti in una posizione strategica rispetto alle vie di comunicazione dell'antichità in uno snodo tra [[Sannio]], [[Campania]], [[Puglia|Apulia]] e [[Lucania]], al centro dei traffici tra [[Mar Tirreno|Tirreno]] ed [[Mare Adriatico|Adriatico]].
[[File:Aequum Tuticum cardo viarum.jpg|upright=1.3|thumb|''[[Aequum Tuticum]]'' all'incrocio tra le vie ''Aemilia'' (in giallo), ''Herculia'' (in blu) e ''Traiana'' (già ''Minucia'', in rosso), in relazione alla più antica e decentrata via ''Appia'' (in bianco).]]
 
Fin dal periodo [[Repubblica romana|repubblicano]] tre [[strade consolari]] attraversano l'area: la ''[[Via Aemilia in Hirpinis|via Aemilia]]'' (attestata unicamente da due [[miliario|miliari]], entrambi rinvenuti nel territorio comunale), la ''[[via Minucia]]'' (poi rettificata per volere dell'imperatore [[Traiano]] e pertanto ribattezzata ''[[via Traiana]]'') e una terza di cui si ignora il nome ma non il tracciato, ben delineato nell'''[[itinerarium Antonini]]''; quest'ultima alle soglie del [[tardo impero]] sarà totalmente rimodernata e inclusa nella ''[[via Herculia]]'', una grande arteria percorrente l'Appennino in senso longitudinale.
Il periodo di massimo splendore arriva comunque in epoca [[Impero Romano|imperiale]], quando il centro diventa un punto di passaggio obbligato poiché all'antica via ''Aemilia'' si aggiungono l'[[Via Traiana|Appia Traiana]] tra il I ed il [[II secolo]] e la successiva [[via Herculea]] nel [[III secolo]], che proprio qui s'incrociano. La città viene citata per la prima volta da [[Marco Tullio Cicerone|Cicerone]] che in una sua missiva a [[Tito Pomponio Attico]], scriveva proprio da ''Aequum Tuticum'' così dicendo: "sosta obbligata verso l'Apulia e città di elevata condizione sociale in quanto fornita di ogni comodità".<ref>Cicerone, Epistulae ad Atticum.</ref>
 
All'incrocio delle tre strade, sul vasto altipiano di Sant'Eleuterio presso i margini settentrionali dell'agro, sorge il ''[[vicus]]'' di ''[[Aequum Tuticum]]'', la cui seconda parte del nome ha peraltro origini pre-latine (in [[lingua osca]] ''tuticum'' significava infatti "pubblico", "pertinente al ''[[touto]]''"). Citato per la prima volta da [[Cicerone]] nel 50&nbsp;a.C., ''Aequum Tuticum'' raggiunge poi il suo massimo splendore in [[età traianea e adrianea]]; danneggiato però ripetutamente dai terremoti fra il 346 e il 375 d.C. il ''vicus'' si riduce infine a una semplice ''[[villa romana|villa]]'', una delle tante sparse nelle campagne tardo-imperiali<ref name=rur>{{cita libro|Autori vari||Settlement change across Medieval Europe: old paradigms and new vistas|2019|Sidestone Press|serie=Ruralia|curatore=Niall Brady, Claudia Theune|lingua=en|pp=58-60|isbn=9789088908088}}</ref>.
[[File:Via Appia map.jpg|left|upright=1.4|thumb|Tracciato delle vie Appia e Traiana.]]
Per meglio chiarire la posizione strategica di [[Aequum Tuticum]] durante l'[[Storia antica|età antica]] si forniscono di seguito ragguagli sulle arterie che vi passavano.
* La ''via Æmilia'' era una strada consolare di [[Repubblica romana|età repubblicana]] la quale, staccatasi dalla [[via Appia antica]] all'altezza di [[Flumeri]], si dirigeva ad ''[[Aequum Tuticum]]'' e ''[[Luceria]]''. La sua esistenza è stata accertata dal ritrovamento di due cippi miliari risalenti al [[II secolo a.C.]] con sopra l'iscrizione ''[[Marco Emilio Lepido|Marcus Aemilius Lepidus]]'' nelle località Manna e S. Lucia di Camporeale ad Ariano Irpino.
* La [[via Traiana]] era un'altra diramazione dell'Appia, da cui si staccava a [[Benevento]] in direzione di [[Brindisi]]. Voluta dall'omonimo imperatore, fu costruita tra il [[108]] e il [[110|110 d.C.]] con l'obiettivo di creare un collegamento veloce tra [[Roma]] ed il principale imbarco per l'Oriente, evitando l'impervio percorso [[appennini]]co dell'[[Via Appia Antica|Appia]]. Essa, proprio dopo l'Appia, rappresenta la seconda grande [[Via Romana]] di penetrazione nell'[[Irpinia]]. Nel territorio irpino toccava i comuni di [[Casalbore]], [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]], Ariano e [[Greci]]. Il tracciato, che qui seguiva vie naturali, coincideva parzialmente col regio [[tratturo]] fino ad [[Aequum Tuticum]], dove il tratturo virava in direzione di [[Venosa|Venusia]], mentre la strada verso Aecae nei pressi dell'odierna [[Troia (Italia)|Troia]]. La [[via Traiana]], a differenza dell'Appia che viene abbandonata dopo la [[Impero romano|caduta di Roma]], continua ad essere percorsa anche durante il [[Medioevo]] sotto [[Goti]], [[Longobardi]] e [[Normanni]], finché non viene sostituita dalla Strada Regia delle Puglie sotto gli [[Angioini]].
* La [[via Herculea]], realizzata da [[Massimiano|Valerio Massimiano]] "l'Erculio" tra il [[286]] ed il [[305]], si staccava dalla [[Traiana]] ad ''[[Aequum Tuticum]]'' per proseguire a sud verso la [[Lucania]] sovrapponendosi in parte al percorso del [[tratturo]].
 
===Alto Medioevo===
[[File:Veduta della città di Ariano.jpg|thumb|left|upright=1.2|Veduta prospettica dal ''piano della Croce'', alle falde del [[castello di Ariano]]; in primo piano si nota la medievale ''Croce longobarda''.]]
 
Le ripetute [[invasioni barbariche]] dei secoli V-VI determinano la rapida decadenza delle antiche ''villæ'' e degli altri insediamenti sparsi<ref name=rur/>. Le sanguinose guerre che l'[[Impero bizantino]] scatena contro [[Ostrogoti]] e [[Longobardi]] inducono infatti soldatesche e popolazione civile a rifugiarsi sul [[#Tricolle|Tricolle]], luogo più elevato e dunque meglio difendibile; in particolare, con l'affermarsi dei Longobardi nel [[ducato di Benevento]] (secoli VII-VIII) vengono erette le prime strutture fortificate del [[castello di Ariano]] a difesa dai domini bizantini<ref>{{cita libro|Marcello|Rotili|Ricerche archeologiche nel castello di Ariano Irpino (1988-94 e 2008)|2017|Edipuglia|autore2=Nicola Busino|p=5|isbn=9788872288283}}</ref>.
===Medioevo===
La decadenza di ''[[Aequum Tuticum]]'' inizia in concomitanza delle prime [[invasioni barbariche]] nel [[IV secolo]], finché nel [[VI secolo|VI]]-[[VII secolo|VII]] se ne perde ogni traccia. È a quest'epoca che si fa risalire il primo insediamento sul Tricolle, luogo rialzato e facilmente difendibile. Con l'arrivo dei [[Longobardi]], la conquista di [[Benevento]], sottratta ai [[Impero bizantino|Greci-Bizantini]] da [[Zottone]], e la nascita del [[Ducato di Benevento|Ducato Longobardo]] nel [[571]], il territorio arianese (e, più in generale, irpino) rientra in quella sfera di influenza politica e religiosa, seguendone le alterne vicende fino al suo declino nell'[[XI secolo]]. In particolare alla fine del [[secolo VIII]] vengono erette le primissime strutture fortificate del Castello a difesa dai domini Greci e a quello stesso periodo risale anche la prima attestazione scritta del nome "Ariano".<ref>Leone Marsicano Ostiense, Chronicon con antiquum Sacri Monasterii Casinensis</ref>
 
A partire dalla metà del IX secolo il principato di Benevento entra però in crisi, subendo dapprima gli effetti del sisma dell'847 (rovinoso anche per il primitivo [[duomo di Ariano]])<ref>{{cita libro|Aldo|Marturano|Contributi per la storia dei terremoti nel bacino del Mediterraneo: secc. V-XVIII|2002|Laveglia|vol=5|serie=Storia e scienze della terra|p=37|isbn=9788888773292}}</ref>, poi la scissione di [[Principato di Salerno|Salerno]] e le susseguenti incursioni [[Saraceni|saracene]] (che nell'858 raggiungono l'agro arianese)<ref>{{cita|G. Stanco|p. 3}}.</ref> e infine la sottomissione a [[principato di Capua|Capua]] preceduta da una fase di occupazione bizantina (che pure deve aver coinvolto il [[gastaldato di Ariano]] nell'891-895)<ref>{{cita|P. Massa|p. 4}}.</ref>; perdipiù intorno al 988 un altro terremoto devasta tanto la [[contea di Ariano]] (sorta in sostituzione del gastaldato) quanto la stessa Benevento<ref>{{cita|T. Vitale|pp. 51-52}}.</ref>.
Dopo l'anno [[1000]], in un contesto politico frammentato e di continua belligeranza, viene costituita la [[contea (suddivisione amministrativa)|contea]] d'Ariano ad opera di un gruppo di [[normanni|cavalieri normanni]] capeggiato da [[Gilberto Buatère]] ed assoldati da [[Melo di Bari]], un nobile di origine longobarda, ribelle al dominio bizantino e alleato coi principi longobardi. La contea, che può essere considerata il primo organismo politico posto in essere dai [[Normanni]] nel [[Mezzogiorno (Italia)|Mezzogiorno]], soppianta il guastaldato tra il [[1016]] ed [[1024]].<ref>[http://www.cesn.it/mezzogiorno.htm CESN].</ref>.
Con i [[Normanni]], che nel giro di pochi anni cancellarono dall'[[Italia Meridionale]] [[Longobardi]] e [[Impero bizantino|Bizantini]], Ariano assunse un ruolo di primaria importanza; venne potenziato il castello e la città divenne uno dei centri più importanti del tempo con una contea che comprendeva anche una parte del [[Sannio]].
Proprio nel castello della città appena ristrutturato nel [[1140]] [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II d'Altavilla]] detto [[Ruggero II di Sicilia|Il Normanno]], vi tenne il suo primo parlamento nella parte continentale del [[Regno di Sicilia]]. Qui emanò le [[Assise di Ariano]], la nuova costituzione del [[Regno di Sicilia|Regno]]. Questo corpus legislativo, una sintesi di tradizioni giuridiche diverse, ispirate al [[diritto romano]], al [[Corpus iuris civilis|Codice Giustinianeo]], all'[[Editto di Rotari]], al [[diritto canonico]], alle testimonianze bibliche e cristiane, verrà adottato quasi integralmente e con poche variazioni nelle [[Costituzioni di Melfi]] di [[Federico II di Svevia]]. Nello stesso anno viene battuto il [[Ducato (moneta)|Ducato]]. Le fonti antiche affermano poi che nel [[1180]] Ariano venne "inghiottita" (con evidente riferimento ai burroni che ancora oggi circondano l'abitato) da un terremoto; in realtà altre fonti coeve<ref>http://www.palazzotenta39.it/files/pdf/I%20TERREMOTI%20DELL'IRPINIA.pdf Terremoto dubbio</ref> non parlano affatto di questo sisma, il quale pertanto potrebbe anche essere stato l'effetto (e non la causa) dell'immane sprofondamento, determinato probabilmente dal [[dissesto idrogeologico]].
 
Tra il 1016 e il 1022, in un contesto sociopolitico ormai instabile, la contea è quindi usurpata da un gruppo di cavalieri [[normanni]] capeggiati da [[Gilberto Buatère]] e assoldati da [[Melo da Bari]]<ref name=Norm>{{cita libro||[[Centro Europeo di Studi Normanni]]|I Normanni - Popolo d'Europa 1030-1200|1994|Marsilio Editori|Venezia|curatore=Mario D'Onofrio|isbn=9788831758550}}</ref>, un nobile di stirpe longobarda da poco nominato [[duca di Puglia]] (in funzione anti-bizantina) dall'imperatore [[Enrico II il Santo|Enrico II]]; nasce così il primo dominio normanno in terra italiana<ref>{{cita libro|||Cavalieri alla conquista del Sud. Studi sull'Italia normanna in memoria di Léon-Robert Ménager|1998|Laterza|Roma-Bari|curatore=Errico Cuozzo e Jean Marie Martin|capitolo=Intorno alla prima contea normanna nell'Italia meridionale|pp=171-193|isbn=88-420-5395-3}}</ref>.
[[File:Sud Italia nel 1112.jpg|left|upright=1.4|thumb|L'Italia meridionale nell'XI secolo.]]
Con la fine della dinastia [[normanni|normanna]] e l'avvento della [[Hohenstaufen|casa di Svevia]] sul trono del [[regno di Sicilia]], inizia per la città un periodo infelice fatto di guerre saccheggi e devastazioni. In particolare nel [[1255]] [[Manfredi di Sicilia|Manfredi di Svevia]] - figlio di [[Federico II di Svevia|Federico II]] - assedia la città, che aveva appoggiato l'esercito papale contro di lui. Ariano resiste duramente all'assedio grazie alle mura ed alla natura combattiva degli abitanti, finché un gruppo di lucerini, fingendosi disertori dell'esercito di [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]], viene accolto nella città. Nella notte, in realtà, essi rivelano la loro doppia faccia, saccheggiandola e distruggendola col fuoco, oltre a farne strage degli abitanti. A ricordo del tragico evento c'è ancora una via chiamata per tale motivo "La Carnale".
 
[[File:Ariano nel Sud Italia (1112).jpg|upright=1.1|thumb|L'Italia meridionale nel XII secolo, l'epoca di massimo splendore per la città di Ariano]]
Più di dieci anni più tardi, nel [[1269]], [[Carlo I d'Angiò]], dopo aver sconfitto [[Manfredi di Sicilia]] nella [[battaglia di Benevento (1266)|battaglia di Benevento]] e conquistato il regno, decide di ricostruire la città. In quell'occasione dona in segno di riconoscenza per la fedeltà dimostrata al papato, due [[Sacra Spina|spine]] della corona di [[Cristo]] (donategli dal fratello [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]] [[re di Francia]] detto [[Luigi IX di Francia|Il Santo]]), ancora conservate in un [[reliquiario]] all'interno della Cattedrale [[Architettura romanica|romanica]] della città.
Durante il regno degli [[Angioini]], la città viene governata da esponenti della famiglia provenzale dei [[de Sabran]] dal [[1294]] al [[1413]]. Tra i vari conti di questo periodo è da ricordare [[Elzearo da Sabrano|S. Elzeario]], figlio di Ermengao, e la moglie Beata [[Delfina di Signe]], due dei quattro patroni di Ariano. Ai primi del Quattrocento la città risente delle alterne vicende della lotta tra [[Angioini]] ed [[Corona d'Aragona|Aragonesi]] per il possesso del [[regno di Napoli]].
Nel [[1417]] tutta la contea passa a [[Francesco Sforza]], condottiero e futuro [[Governanti di Milano|duca di Milano]]. Nel [[1440]] viene concessa da [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso d'Aragona]] nelle mani del [[Siniscalco|Gran Siniscalco]] Inigo de Guevara che si era distinto come uno dei suoi migliori generali durante la conquista del [[Regno di Napoli]]. Nel [[1456]] Ariano, così come gran parte del centro-sud peninsulare, venne distrutta da quello che viene talvolta considerato come il [[terremoto del 1456|terremoto]] piú disastroso registrato in Italia nel corso del [[II millennio]]; ciò accadde quasi nel mezzo del dominio [[Corona d'Aragona|aragonese]] che durerà fino al [[1485]], quando Pietro, figlio di Inigo, perderà la città, a seguito della sua partecipazione alla [[Congiura dei baroni]] contro il Re [[Ferdinando I di Aragona]] ed in favore di [[papa Innocenzo VIII]]. Nell'anno successivo la città rientra nel [[Demanio]] e vi resta fino al [[1495]].
[[File:ariano irpino via russo anzani.jpg|thumb|Veduta della via Russo-Anzani]]
 
Nei decenni successivi, grazie alla vittoriosa [[conquista normanna dell'Italia meridionale]], Ariano assume un ruolo di primaria rilevanza: il castello viene potenziato e la città è posta a capo di una vasta [[Grancontea di Ariano|grancontea]]<ref>{{cita|P. Massa|p. 8}}.</ref>; nemmeno il sisma del 1125 sembra causare grossi danni, se non in qualche località del contado<ref>In particolare [[Bonito (Italia)|Bonito]] è devastata dal sisma.<br />{{cita|T. Vitale|p. 305}}.</ref>. In tale fase storica vive e opera [[Ottone Frangipane]] (morto nel 1127), poi santificato e prescelto come protettore<ref>{{cita libro|||Santi e patroni||De Agostini|p=326|isbn=9788851115708}}</ref>.
Il [[1493]] è un altro anno funesto per Ariano a causa di un'epidemia di [[peste]] che sconvolse [[Napoli]], danneggiando pesantemente l'economia locale, visto che rimase interdetto il transito da e per il capoluogo partenopeo, mentre furono fortemente limitati gli spostamenti all'interno del regno.
 
Nel 1140 re [[Ruggero II]] in persona, dopo aver estromesso l'ultimo dei granconti, si insedia nella piazzaforte e prontamente convoca le [[assise di Ariano]]: dinanzi all'assemblea generale ''(curia procerum)'' del [[ducato di Puglia e Calabria]] il sovrano delibera il conio di una nuova moneta (il ''[[Ducale (moneta)|ducale]]'', meglio noto come ''ducato''), promulga una lunga serie di atti legislativi e, secondo una consolidata tradizione storiografica<ref>{{Federiciana|assise-di-ariano|Assise di Ariano}}</ref>, emana gli stessi [[Statuto (Medioevo)|statuti]] ''(constitutiones)'' del [[Regno di Sicilia]]; tale ''corpus'' legislativo, una sintesi di diverse insigni tradizioni giuridiche, sarà poi adottato con poche modifiche nelle [[costituzioni di Melfi]]<ref name=Norm/>.
===Età moderna===
Nel [[1495]] la città sarà comprata da [[Carafa (famiglia)|Alberico Carafa]], il quale riceverà dal re [[Ferdinando II di Napoli]], il titolo di “duca di Ariano” nel [[1498]]. I [[Carafa (famiglia)|Carafa]] la conserveranno fino al [[1532]], quando [[Carlo V d'Asburgo|Carlo V]] la concederà ai [[Gonzaga]], per poi passare ai [[Gesualdo (famiglia)|Gesualdo]] nel [[1577]]. Sono questi gli ultimi anni del [[Feudalesimo|regime feudale]]. Il 2 agosto [[1585]], infatti, Ariano si riscatta, viene reintegrata nel [[demanio]] e diventa [[Città regia (Italia)|Città regia]], andando a dipendere direttamente dal [[Viceré]] del [[Regno di Napoli]].
Questo status la porterà nei secoli successivi a rimanere fedele alla corona e ad opporsi energicamente ai moti di [[Masaniello]] tra il [[1647]]-[[1648|48]], fino a subire l'assedio ed il saccheggio ad opera dei ribelli napoletani, per aver bloccato il transito del grano a loro destinato dalla [[Puglia]]. Nel [[1732]] Ariano venne rasa al suolo da un terremoto che sconvolse tutto il settore Nord dell'Irpinia.
Nel [[XIX secolo]] si registrò invece una crescita demografica della popolazione, la quale si mantenne in maggioranza fedele ai [[Borbone]] opponendosi ai moti del [[Risorgimento]] e ricadendo poi nella piaga del [[brigantaggio]].
 
[[File:Memorie di S. Ottone Eremita, protettor principale della città e diocesi di Ariano (1780) (14777069002).jpg|thumb|left|upright|Il santo protettore Ottone Frangipane, eremita in Ariano in epoca medievale]]
===Dopo l'unità d'Italia===
In epoca post-unitaria fu sede del [[circondario di Ariano di Puglia]], fino alla soppressione dei circondari del [[1926]]. Nel [[1868]] il comune aveva infatti ufficialmente acquisito la denominazione (tradizionale ma approssimativa) di '''Ariano di Puglia''' che poi nel [[1930]] venne rettificata in '''Ariano Irpino'''<ref>{{cita libro|cognome= AA. VV.|nome= |titolo=Puglia|annooriginale= 1978|edizione=4|data= |anno= |editore=Touring Club Italiano|città= |ISBN=88-365-0020-X|pagine= 11}}</ref>.
Proprio nel 1930 la cittadina viene violentemente colpita dal [[terremoto del Vulture del 1930|terremoto del Vulture]]. Nei successivi decenni si ebbero altri gravi danni, dapprima nel corso della [[Seconda Guerra Mondiale]], poi ancora a seguito del [[Terremoto dell'Irpinia del 1962|terremoto del 1962]] quando molti edifici risultarono danneggiati<ref>{{cita web|url=http://www.flanet.org/aseva/evento.asp?WHERE=ID_Evento%20=%2022|titolo=Terremoto dell'Irpinia del 1962.|accesso=10 luglio 2009}}</ref>. Meno cruenti furono invece gli effetti dovuti al [[Terremoto dell'Irpinia del 1980|sisma]] del [[1980]], il quale provocò danni solo alle strutture più fatiscenti, oltre che ad alcuni monumenti tra
cui il campanile del duomo crollato nella centrale piazza Plebiscito.
Una conseguenza indiretta di tali eventi infausti è stata la notevole espansione urbana verso le aree periferiche mentre la ricostruzione nel centro storico è stata solo parziale.
 
===Basso Medioevo===
[[File:Ariano Irpino-Stemma.png|150px|right]]
Con l'avvento al trono della dinastia [[Hohenstaufen|sveva]] ha inizio una fase decisamente infelice. In particolare nel 1255 [[Manfredi di Sicilia|Manfredi]] (figlio di [[Federico II di Svevia]]) assedia la città, colpevole di aver appoggiato l'esercito papale contro di lui<ref>{{Cita|G. Stanco|pp. 35-39}}.</ref>. Dotata di possenti mura e di un grosso arsenale ''("camera reale")''<ref>{{Federiciana|organizzazione-militare|Organizzazione militare}}</ref>, Ariano resiste strenuamente finché un folto gruppo di soldati [[insediamento musulmano di Lucera|lucerini]], fingendosi disertori dell'esercito di Manfredi, è accolto nella roccaforte; durante la notte essi rivelano però le loro vere intenzioni saccheggiando e bruciando gli edifici, oltre a far strage degli abitanti<ref>{{cita|T. Vitale|pp. 66-73}}.</ref> nel cosiddetto eccidio della ''Carnale''<ref name=tf>Vedi sezione [[#Tradizioni e folclore]].</ref>.
 
Nel 1269 [[Carlo I d'Angiò]], dopo aver sconfitto Manfredi nella [[battaglia di Benevento (1266)|battaglia di Benevento]] e conquistato il regno, decide però di ricostruire la città, considerata ormai rilevante ''("famosa")''<ref>{{cita|G. Stanco|pp. 56-57}}.</ref>. Nell'occasione, quale riconoscimento per la fedeltà dimostrata al papato, dona alla [[diocesi di Ariano]] due [[Sacre Spine]]<ref name=spin>{{cita|T. Vitale|pp. 239-240}}.</ref> (dategli dal fratello [[Luigi IX di Francia]] detto "il Santo"), tuttora custodite nel [[Museo degli argenti (Ariano Irpino)|museo degli argenti]].<ref name=tf/>
===Simboli===
Lo Statuto comunale della Città di Ariano Irpino<ref>{{cita web|url=http://www.comunediariano.it/regolamenti/statuto.htm|titolo=Statuto comunale all'art.4,comma 2.|accesso=10 maggio 2009}}</ref> afferma che
{{citazione|Lo stemma del Comune di Ariano Irpino è d'argento ha i tre monti di verde, al naturale, sormontati dalla scritta d'azzurro A I (''Ara Iani'').}}
 
Sotto gli [[Angioini]] il territorio cittadino incorpora gli ex-feudi baronali di ''Amando'', ''San Donato'', ''Sant'Eleuterio'' (questi due ultimi affidati in gestione al vescovado fino all'[[eversione dell'asse ecclesiastico|eversione del XIX secolo]]<ref>{{cita|N. Flammia|pp. 185-190}}.</ref>) e forse altri ancora<ref>Incerto è infatti il destino degli ex-feudi ''Prosoleno/Trasolone'' e ''(Valle) Fuscoli'', in quanto mai localizzati.<br />{{cita|T. Vitale|pp. 351-366}}.</ref>; per lunghi periodi anche [[Monteleone di Puglia|Monteleone]] è casale di Ariano<ref>{{cita|T. Vitale|p. 331}}.</ref>. Dal 1294 al 1413 la contea è retta da esponenti della famiglia provenzale [[de Sabran]]; tra i vari conti di quel periodo spiccano le figure di [[sant'Elzeario]] e di sua moglie [[beata Delfina]], poi assurti a compatroni.
=== Onorificenze ===
{{Onorificenze
| immagine = Corona di città.svg
| nome_onorificenza = Titolo di Città
| collegamento_onorificenza = Città dell'Italia
| motivazione = Decreto del Presidente della Repubblica<ref name=ACSFascCom>{{Cita web|http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/|ACS - Ufficio araldico - Fascicoli comunali}}</ref>
| data = [[26 ottobre]] [[1952]]
}}
 
[[File:Tableau Puimichel 2.jpg|thumb|Sant'Elzeario e Beata Delfina, conti e compatroni di Ariano, venerati anche nella natia [[Provenza]]]]
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
 
Dopo aver patito gravi danni a causa del [[terremoto del 1349]], ai primi del Quattrocento la città risente della dura lotta tra Angioini e [[Aragonesi]] per il possesso del [[regno di Napoli]]. Nel 1417 la contea passa a [[Francesco Sforza]], condottiero e futuro [[duca di Milano]], mentre nel 1440 è concessa da re [[Alfonso V d'Aragona|Alfonso]] al gran [[siniscalco]] [[Innico de Guevara]], distintosi come uno dei suoi migliori generali durante la conquista del regno.<ref name=innico>{{cita|T. Vitale|pp. 88-92 e 309-334}}.</ref>
===Architetture religiose===
Nel centro storico di Ariano Irpino si trovano diversi edifici religiosi (tra cui numerose chiese), molti dei quali di antica origine. Quasi tutti però sono andati incontro nel corso dei secoli ad opere di restauro o ricostruzione, più o meno fedele, a causa dei terremoti che non di rado hanno scosso il Tricolle.
 
Unitamente al resto del reame la città è poi devastata dal [[terremoto del 1456]] e dalla peste del 1458; ciò accade quasi nel mezzo del dominio aragonese che durerà fino al 1485 quando Pietro, figlio di Innico, perde la contea a seguito della sua partecipazione alla [[congiura dei baroni]]. La città rientra quindi nel [[demanio]] rimanendovi per un decennio.<ref name=innico/>
;Cattedrale:
{{vedi anche|Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)}}
[[File:Basilica Cattedrale di Ariano Irpino.jpg|thumb|La Basilica Cattedrale]]
[[File:ariano irpino cattedrale romanica.jpg|thumb|Cattedrale Romanica (X sec)]]
 
===Età moderna===
La chiesa cattedrale di Ariano si presenta in stile [[Architettura romanica|romanico]] con la classica pianta a [[croce latina]]. Le tre [[Navata|navate]] dell'edificio, sormontate da [[Volta a crociera|volte a crociera]], si intersecano con il [[transetto]] posto in una posizione rialzata, andando a terminare nel [[presbiterio]]. La [[cattedrale]] è intitolata all'Assunzione di Maria Ss. in Cielo ed a [[Ottone Frangipane|Sant'Ottone Frangipane]], principale protettore della città. Nel 1984 ha ottenuto da [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]] il titolo di [[Basilica]] Minore<ref>{{cita web|url=http://www2.diocesiarianolacedonia.it/site/sito%2008-09/Storia_della_Cattedrale/Storia_della_Cattedrale.html|titolo=Diocesi Ariano Irpino - Lacedonia|accesso=15 luglio 2009}}</ref>.
[[File:Ariano (Kingdom of the Two Sicilies) 1844-1845.jpg|thumb|upright=1.1|left|Antica raffigurazione della città; in primo piano la [[strada regia delle Puglie]] proveniente dall'allora capitale Napoli.]]
 
Nel 1495 la contea è acquisita da Alberico Carafa, il quale tre anni più tardi otterrà da re [[Ferdinando II di Napoli]] il titolo ducale. La congiuntura è però sfavorevole poiché la città, a causa della sua posizione strategica, si ritrova coinvolta nelle [[grandi guerre d'Italia]] tra [[Francia]], [[Spagna]] e [[Sacro Romano Impero]]. Sia pur intervallate da fragili tregue (funestate peraltro dal [[terremoto del 1517|sisma del 1517]] e dalla peste del 1528<ref>{{cita|T. Vitale|pp. 216-267}}.</ref>), le varie battaglie si protrarranno per vari decenni con danni immensi sia nella cinta urbana (ove perfino le campane delle chiese vengono fuse per ricavarne armi) sia nelle campagne (laddove si abbattono olivi e altri alberi per ricavare il legname necessario ad alimentare le fonderie); perdipiù nel 1528 la cittadinanza è punita dagli imperiali per la sua presunta indole filo-francese e costretta a subire un saccheggio. A seguito di tali eventi infausti la città ottiene, quale forma di ristoro, il ''real privilegio''<ref name=fier>{{cita|T. Vitale|p. 129}}.</ref> dell'istituzione di diverse fiere annuali da tenersi ''in perpetuo''<ref name=tf/>.
;Chiesa di S. Michele Arcangelo:
 
Fin dal 1532 il [[ducato di Ariano]] era intanto passato dai [[Carafa]] ai [[Gonzaga]] e da costoro (nel 1577) ai [[Gesualdo (famiglia)|Gesualdo]]<ref name=feu>{{cita|T. Vitale|pp. 120-132}}.</ref>. Ma il [[Feudalesimo|regime feudale]] volge ormai al termine: seppur a prezzo di gravi sacrifici, il 2 agosto 1585 Ariano si riscatta, è reintegrata nel [[demanio]] e diventa [[Città regia (Italia)|città regia]] (l'unica in tutto il [[Principato Ultra]]<ref>{{cita libro|Raffaele|Mastriani|Dizionario geografico-storico-civile del regno delle Due Sicilie|1838|vol=3º tomo|p=79|url=https://books.google.it/books?id=_gcCOFInlW4C&dq}}</ref>) venendo così a dipendere direttamente dai [[viceré di Napoli]]<ref name=feu/>. La crescita demografica, assai intensa già al tempo dei Gonzaga, si protrae ancora per molti lustri: nel 1622 Ariano è di gran lunga la più popolosa tra le comunità del Principato Ultra con i suoi 1.899 [[fuoco (demografia)|fuochi]] (a quel tempo [[Avellino]], non ancora capoluogo, contava soltanto 516 fuochi)<ref>{{cita libro|Enrico|Bacco Alemanno|Il Regno di Napoli diviso in dodici provincie|1622||Napoli|curatore=Cesare d'Engenio|p=30|url=https://books.google.it/books?redir_esc=y&id=1dGxg4AawDgC&pg=PA30}}</ref>.
È stata eretta originariamente nell'[[XI secolo]], per poi essere rivista nel [[XVI secolo]] e infine ricostruita nel [[1742]]. Il portale d'ingresso in pietra è del [[1747]]. All'interno si possono ammirare una statua lignea di S. Michele ed il seggio vescovile di stile tardo-catalano del [[1563]].
 
[[File:Distretto di Ariano.png|thumb|upright=0.9|Il [[distretto di Ariano]] all'interno della provincia di [[Principato Ultra]], nel [[regno delle Due Sicilie]]]]
;Chiesa di S.Agostino:
 
Nel 1639 si apre una lunga vertenza giudiziaria poiché la città, benché [[città demaniale|demaniale]], è infeudata al duca Carlo Antonio [[Guevara (famiglia)|Guevara]] di [[Bovino (Italia)|Bovino]]; il verdetto del [[supremo consiglio d'Italia]], favorevole alla cittadinanza, giungerà solo ventitré anni più tardi<ref>{{cita|T. Vitale|pp. 144-162}}.</ref>. Nel 1647-48 la popolazione si oppone energicamente ai moti di [[Masaniello]], ma finisce per subire l'assedio<ref>{{cita web|http://giornalelirpinia.it/index.php/cultura/cultura2/4980-la-battaglia-e-la-caduta-di-ariano-al-tempo-della-rivolta-di-masaniello|La battaglia e la caduta di Ariano al tempo della rivolta di Masaniello|sito=L'Irpinia|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171009041903/http://giornalelirpinia.it/index.php/cultura/cultura2/4980-la-battaglia-e-la-caduta-di-ariano-al-tempo-della-rivolta-di-masaniello|urlmorto=no}}</ref> e il saccheggio ad opera dei ribelli napoletani per aver bloccato il transito del grano a loro destinato dalla Puglia<ref>{{cita|T. Vitale|pp. 148-160}}.</ref>.
Sita in piazza Garibaldi, custodisce l'altare della Consolazione del [[XVI secolo]], sovrastato da un arco in pietra grigia di [[Roseto Valfortore|Roseto]], adornato da fregi e sculture simboliche.
 
Una tragedia ben più devastante si profila però all'orizzonte: è la [[peste del 1656]], che decima la popolazione con la scomparsa di interi villaggi (tra cui il borgo di [[Corsano (Montecalvo Irpino)|Corsano]], ricompreso nella [[diocesi di Ariano]]); come se non bastasse, nel volgere di pochi decenni si innesca una grave crisi sismica: al [[terremoto del Sannio del 1688]] fanno seguito il [[terremoto della Basilicata del 1694]], il [[terremoto di Benevento del 1702]] e il disastroso [[terremoto dell'Irpinia del 1732]]. Tuttavia la città, situata sul punto di valico dell'appena rimodernata [[strada regia delle Puglie]], riassume presto un ruolo nodale divenendo sede nel 1743-46 del [[regio consolato di commercio]] (la cui giurisdizione si estende su 64 comuni<ref>{{cita|T. Vitale|pp. 173-174}}.</ref>) e dal 1806 del [[distretto di Ariano]]; ha inizio così una nuova fase di lento ma progressivo incremento demografico. Larga parte della popolazione rimane comunque fedele ai [[Borbone delle Due Sicilie|Borbone]], opponendosi ai moti del [[risorgimento]] ma ricadendo poi nella piaga del [[Brigantaggio postunitario italiano|brigantaggio]].<ref>{{cita|N. Flammia|pp. 256-258}}.</ref>
;Chiesa di San Pietro alla Guardia:
 
===Età contemporanea===
È ubicata nell'antico Rione Guardia e risale al [[1459]]. Sulla facciata presenta un portale tardo-gotico, mentre al suo interno si può trovare un altare [[XV secolo|quattrocentesco]].
[[File:Ariano di Puglia - Piano dei Preti.jpg|thumb|upright=1.2|left|Una foto d'epoca ritraente l'antico ''borgo della Guardia'' osservato dal ''piano dei Preti'' (in [[Villa comunale di Ariano Irpino|villa comunale]], alle falde settentrionali del [[Castello normanno (Ariano Irpino)|castello normanno]]). Sullo sfondo, il ''colle del Calvario'' sormontato dall'omonima chiesetta (distrutta dal sisma del 1962 e sostituita dal moderno palazzo di Giustizia).]]
 
In epoca post-unitaria la città è sede del [[circondario di Ariano di Puglia]], poi soppresso nel 1926<ref>{{Cita legge italiana|tipo=RD|anno=1926|mese=10|giorno=21|numero=1890|titolo=Soppressione di 94 circondari e ricostituzione di quello di Tolmino|originale=y}}</ref>; pochi anni più tardi, nel 1930, il territorio è colpito dal [[terremoto del Vulture del 1930|terremoto del Vulture]]. Durante la [[seconda guerra mondiale]], allorquando in periferia è allestito un [[campo d'internamento fascista]], i bombardamenti [[Alleati (seconda guerra mondiale)|alleati]] martellano finanche la [[stazione di Ariano Irpino|stazione ferroviaria]]; ma nel dopoguerra la popolazione raggiunge il suo massimo storico<ref name=dem>vedi sezione [[#Evoluzione demografica]]</ref>. Danneggiata poi dal [[terremoto dell'Irpinia del 1962|sisma del 1962]] (fortunatamente preceduto da una scossa premonitrice), la città risente infine del [[Terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto del 1980]] che provoca, tra l'altro, il crollo del campanile della [[cattedrale di Ariano Irpino|cattedrale]] nella piazza antistante (benché nessuno tra i numerosi passanti rimanga travolto)<ref>{{cita web|http://www.ottopagine.it/av/attualita/102999/correte-in-piazza-ci-sono-i-morti-ma-avvenne-il-miracolo.shtml|"Correte, in piazza ci sono i morti": ma avvenne il miracolo|sito=Ottopagine|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170828231803/http://www.ottopagine.it/av/attualita/102999/correte-in-piazza-ci-sono-i-morti-ma-avvenne-il-miracolo.shtml|urlmorto=no}}</ref>. In risposta a tali eventi infausti si registra una progressiva espansione urbana lungo i versanti periferici<ref>vedi sezione [[#Urbanistica]]</ref>, non accompagnata però da una ricrescita demografica<ref name=dem/>.
;Chiesa del Carmine:
 
===Simboli===
Situata lungo corso Vittorio Emanuele ai piedi del rione Tranesi, fu edificata nel [[XVII secolo]].
[[File:Ariano Irpino-Stemma.svg|130px|right]]
 
Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati riconosciuti con decreto del presidente della Repubblica del 12 giugno 1984.
;Chiesa di S. Giovanni Battista:
{{citazione|Lo stemma del Comune di Ariano Irpino è d'argento ai tre monti di verde, al naturale, sormontati dalla scritta d'azzurro A I (''Ara Iani'')<ref name=sc32 />}}
Il gonfalone è un drappo partito di verde e di bianco.
 
=== Onorificenze ===
La struttura risale al [[XVIII secolo]], sebbene sulla facciata presenti un portale del [[XIII secolo]].
{{Onorificenze|immagine=Corona di Città Italiana.svg|nome_onorificenza=Titolo di città|collegamento_onorificenza=Titolo di città in Italia|motivazione=Decreto del Presidente della Repubblica<ref>{{Cita web|http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.detail.html?3480|Ariano Irpino|sito=Archivio centrale dello Stato, Ufficio araldico - Fascicoli comunali}}</ref>|data=26 ottobre 1952}}
 
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
;Chiesetta di S. Andrea:
[[File:Basilica Cattedrale di Ariano Irpino.jpg|thumb|left|La facciata cinquecentesca della basilica cattedrale]]
 
===Architetture religiose===
Si trova di fianco al Palazzo della Duchessa, non lontana dalla Piazza del Plebiscito. Risale al [[XV secolo]].
 
;[[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)|Cattedrale di Santa Maria Assunta]]:
;Chiesa di S. Anna:
Edificata sui ruderi di un antico tempio pagano, la basilica cattedrale è dedicata alla [[Madonna dell'Assunta]] (titolare), a sant'[[Ottone Frangipane]] (protettore) e a sant'[[Elzeario da Sabrano]] (compatrono), le cui statue troneggiano sui portali, mentre gli interni sono ricchi di opere d'arte di varia epoca. Riconosciuta fin dal 1940 quale [[monumenti nazionali (Italia)|monumento nazionale]], nel 1984 ottenne da papa [[Giovanni Paolo II]] il titolo di [[basilica minore]].
 
;Chiesa di San Michele Arcangelo:
Situata in via Mancini alle spalle del Municipio, presenta due altari del [[XVII secolo|Seicento]].
Di fondazione [[longobarda]] (attestata fin dal X secolo)<ref>{{cita|P. Massa|p. 71}}.</ref>, fu danneggiata dal [[terremoto del 1456]] e infine ricostruita dopo il [[terremoto dell'Irpinia del 1732|sisma del 1732]]; il portale d'ingresso in pietra è infatti del 1747. All'interno si ammira una statua lignea dell'[[arcangelo Michele]].<ref name=dio>{{cita testo|autore=Ufficio Diocesano Beni Culturali|ente=Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia|curatore=Ottaviano D'Antuono|titolo=Ariano Sacra - Itinerario alla scoperta dei principali edifici di culto cittadini|anno=2011|editore=Grafiche Lucarelli|città=Ariano Irpino}}</ref>
 
;Chiesa e convento di San Francesco Saverio:
;Chiesetta di S. Maria del Loreto:
Sorta nel sito dell'[[ospedale per i pellegrini e gli infermi]] (trasferito fin dal 1731 in un edificio adiacente), è curata dalle [[suore oblate di San Francesco Saverio]]. All'interno si ammirano un bassorilievo del protettore [[Ottone Frangipane|sant'Ottone]] e una statua del patrono dei pellegrini [[Giacomo il Maggiore|san Giacomo]]; il portale del convento era una delle antiche porte cittadine.<ref name=map/>
 
;Chiesa e convento di Sant'Anna:
Si trova al di fuori del centro storico, su di una rupe a valle del castello. Venne eretta alla fine del [[XV secolo|Quattrocento]], tanto che la si trova ricompresa nell'inventario del [[1517]] presentato al vescovo [[Diomede Carafa]], in cui la si cita con annessa una camera e un “horto". La sua struttura originaria venne gravemente danneggiata dai terremoti del [[1930]] e del [[1962]].
Situata a tergo del municipio e custodita dalle [[Suore dello Spirito Santo (Ariano Irpino)|suore dello Spirito Santo]], conserva due altari del Seicento<ref name=dio/> nonché il sepolcro di [[Giuseppina Arcucci]], fondatrice della congregazione.
 
;Chiesetta di Sant'Andrea:
;Chiesa di S. Pietro de' Reclusis:
Adiacente al palazzo della Duchessa, a breve distanza dalla centrale piazza Plebiscito, risale al Quattrocento.<ref name=dio/>
 
;Chiesa di Sant'Agostino:
Sita nel rione omonimo ai piedi del centro storico, custodisce affreschi del [[XVI secolo|Cinquecento]]. A lato della costruzione si trova un [[eremo]] in cui passò gli ultimi anni della sua vita [[Ottone Frangipane|Sant'Ottone Frangipane]], patrono della città e della diocesi.
Sorta presso l'antico [[Sedile (architettura)|seggio]] di Piazza Ferrara, custodisce un altare della Consolazione del Cinquecento, sovrastato da un arco in pietra grigia di [[Roseto Valfortore|Roseto]] adornato da fregi e sculture simboliche.<ref name=dio/>
 
;Croce longobarda:
;Santuario di Valleluogo:
Collocata alle falde meridionali del [[castello di Ariano]], consiste in un'austera croce lapidea in [[Arte longobarda|stile longobardo]] infissa su una colonna in [[marmo cipollino]] di epoca classica. Sia pur nella sua semplicità costituisce il più antico monumento cittadino conservatosi intatto.<ref name=map>{{cita testo|autore=Carmine Iuorio|titolo=Ariano Irpino|tipo=mappa turistica|città=Ariano Irpino|data=1996}}</ref>
 
;Chiesa di San Pietro alla Guardia:
Si trova a pochi chilometri dal centro nell'omonima vallata tra Ariano e [[Montecalvo Irpino]], nel luogo di un'antica [[Apparizioni e altre manifestazioni mariane|apparizione mariana]]. Situata in un'area ricchissima di acque e di verde, divenne meta di pellegrinaggi fin dal [[basso Medioevo]]; la festa viene celebrata il giorno della [[Pentecoste]]. Al suo interno viene custodita una statua della Madonna risalente al [[XV secolo]]. Nell'area contigua alla chiesetta è stato realizzato un centro di riabilitazione psico-motoria per disabili.
[[File:Ariano Irpino S.Pietro la Guardia.jpeg|thumb|upright|San Pietro alla Guardia]]
 
Ubicata nello storico rione Guardia, è attestata fin dal 1270<ref name=map/> ma fu riedificata dopo il [[terremoto del 1456]]; i suoi portali risalgono infatti al 1459. Notevoli soprattutto la facciata in stile tardo-gotico e l'altare quattrocentesco.<ref name=dio/>
;Santuario di San Liberatore:
Situato nella contrada omonima a
3 km dal centro storico, ha origini assai antiche ed è dedicato ad uno dei Santi compatroni della città. E` meta di pellegrinaggi soprattutto in occasione del 15 Maggio.
 
;Chiesa di San Giovanni Battista:
===Architetture militari===
Sorta sul punto di valico della [[strada regia delle Puglie]] (poi [[via nazionale delle Puglie]]), fu ricostruita dopo il [[terremoto dell'Irpinia del 1732|terremoto del 1732]] ma conserva un antico fonte battesimale a forma di calice.<ref name=map/>
====Il Castello Normanno====
{{D|Castello Normanno (Ariano Irpino)}}
[[File:Castello normanno ariano.jpg|thumb|Il Castello Normanno]]
Il [[castello]] sorge sulla sommità dell'omonimo colle, nella zone più alta e panoramica del territorio cittadino. Edificata in una posizione strategica e di difficile accesso, crocevia tra l'Irpinia, il Sannio e la Puglia, la fortezza domina infatti le valli dell'Ufita, del Miscano e del Cervaro. Come risulta dai documenti pervenuti fino ai giorni nostri, la sua funzione non è stata tanto quella di proteggere la città da eventuali attacchi provenienti dalle zone limitrofe, quanto quella di ergersi a baluardo per sostenere un assedio in caso di guerra, di modo da frenare l'invasione del regno<ref name=Antuono >{{cita|D'Antuono M. e D'Antuono O.|}}</ref>.
 
;Chiesa della Madonna del Carmine:
La struttura presenta le caratteristiche peculiari dell'architettura aragonese e può essere datata per il profilo costruttivo tra i secoli [[XI secolo|XI]] e [[XII secolo|XII]]. Di forma pressoché trapezoidale, presenta lati di dimensione diversa e torri disposte ai quattro angoli. Ogni torre è articolata al suo interno con alcuni vani di varia dimensione, più grandi in basso e più piccoli in alto. Il loro diametro varia da 13 fino a 16 metri. I muri di cortina sono muniti di contrafforti ora interrati. I lati più corti sono quelli nord e sud, rispettivamente di 40 e 56 metri circa. I lati est ed ovest, invece, corrono per circa 72 ed 81 metri.
Edificata nel 1688 lungo la stessa strada regia, grazie alla pregevolezza delle sue finiture poté fregiarsi del regio patrocinio fin dal 1696.<ref>{{cita|T. Vitale|pp. 240-241}}.</ref>
 
;Chiesa di San Pietro de' Reclusis:
Assedi, incuria e terremoti ne hanno accentuato il degrado a partire dal [[XVI secolo]], tanto che nell'[[XIX secolo|Ottocento]] della costruzione originaria non rimangono che i Torrioni, parte della cinta muraria e poche altre costruzioni oggi immerse nel verde della villa comunale. "Da i terremoti fu molto rovinato, di modo che al presente ([[1794]]) non vi esistono, che quattro ben grandi quasi intieri Baloardi, o siano Torrioni, ed alcune altre fabbriche"<ref>{{cita|Vitale T.|}}</ref>.
Sita nel rione omonimo alle falde del centro storico, custodisce affreschi del Cinquecento. In adiacenza, all'ombra di un tiglio secolare, vi è l'eremo in cui trascorse gli ultimi anni della sua vita [[Ottone Frangipane]]<ref name=dio/>, il santo patrono cui è intitolato il vicino [[ospedale Sant'Ottone Frangipane|Ospedale civile]].
Il complesso è stato oggetto di un lungo periodo di restauro.
 
;Chiesetta del Crocifisso:
====Le torrette====
Ubicata lungo il sentiero che conduceva all'eremo di sant'Ottone, fu edificata a seguito di un evento miracoloso attribuito a tale santo.<ref name=map/>
Nel settore nord-orientale del territorio di Ariano, lungo la valle del [[Cervaro (fiume)|Cervaro]], si trovano alcune fortificazioni d'epoca medievale, tre torri di avvistamento poste a presidio dei vasti altipiani che si estendono in quelle aree: la '''Torre delle Ciavole''', la '''Torre de li Pizzi''' e la '''Torretta di Camporeale'''. Le costruzioni sono state utilizzate in epoca successiva come [[masseria|masserie]] ed oggi, soprattutto le ultime due, si presentano in condizioni alquanto precarie. Di altre torrette localizzate sull'opposto versante, attorno alle valli del [[Miscano]] e dell'[[Ufita]], restano solo scarse tracce e qualche toponimo (ad es. "Serro della Torre" in località Cristina e "Torre d'Amandi" nella contrada omonima).
 
;Grotta di Santa Maria di Lourdes:
===Architetture civili===
Fedele imitazione della celebre [[grotta di Massabielle]], si apre direttamente sulla [[strada nazionale delle Puglie]]. Venne consacrata nel 1922.<ref name=usdA>{{cita libro|Antonio|Grasso|Un saluto da Ariano, viaggio attraverso la cartolina d'epoca|1991||Avellino|autore2=Tullio Tiso}}</ref>
====I Palazzi storici====
* Palazzo [[Anzani (famiglia)|Anzani]], [[XVII secolo]], sito in Via [[Donato Anzani]] a poca distanza dalla centralissima Piazza del Plebiscito. La struttura è adibita a sede del Museo Archeologico.
* Palazzo Forte del [[XV secolo]] e restaurato nel [[1990]], già sede della [[Sottoprefettura]] di Ariano di Puglia fino al [[1926]]. Ospita oggi il Museo Civico ed il Centro Europeo di Studi Normanni.
* Palazzo Gambacorta, risalente agli inizi del [[XVIII secolo|Settecento]].
* Palazzo De Miranda, del [[XVIII secolo]].
* Palazzo de Piano-d'Afflitto, noto come Palazzo della Duchessa, dei secoli [[XVI secolo|XVI]]-[[XVIII secolo|XVIII]].
* Palazzo Vitale-Pisapia, dei secoli [[XV secolo|XV]]-[[XVI secolo|XVI]].
* Palazzo Vitoli-Cozzo, in via Tribunali, risalente al [[XVIII secolo]].
 
;Chiesetta di Santa Maria del Loreto:
[[File:Ariano Irpino S.M.Loreto.jpeg|thumb|left|La chiesetta del Loreto]]
 
Occupa un ampio terrazzo naturale a valle del Castello. Più volte rimaneggiata, la si trova già citata (con annessi una ''camera'' e un ''horto'') in un inventario consegnato nel 1517 all'allora vescovo [[Diomede Carafa]].<ref name=map/>
====Le fontane====
Un patrimonio della città di Ariano è rappresentato dai cosiddetti "càrpini", le fontane che i viandanti incontravano lungo la Strada Regia delle Puglie, la lunga arteria che collegava Napoli alla [[Capitanata|Terra di Capitanata]]. È tuttora possibile ammirare le seguenti fontane, che mostrano una combinazione di arte, storia e ingegno dell'antica società rurale: il Càrpino della Pila, la Fontana della Maddalena, il Càrpino della Tetta e la Fontana di Camporeale,
Quest'ultima, oggi meglio nota come "Fontana di Ponte Gonnella", fu realizzata per espressa volontà di [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]] nel [[1757]]. Successivamente, nel [[1858]], fu restaurata e abbellita per ordine di [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]].
 
;Chiesetta dei Martiri:
===Aree naturali===
Edificata nel Cinquecento nell'omonima località periferica, mostra sul portale l'effigie del suddetto vescovo (poi cardinale) Carafa.<ref name=map/>
[[File:Villa Comunale di Ariano Irpino.jpg|thumb|La Villa Comunale]]
====La villa comunale====
La villa comunale è ubicata sul colle più alto della città, estendendosi tutt'attorno al Castello. La sua realizzazione risale al [[1876]], quando cominciò l'ampliamento di quelli che allora erano i giardini del maniero. Il parco oggi si estende su 10.000 [[metro quadrato|m²]] circa ed è ricoperto da una vegetazione lussureggiante tra prati, fiori, arbusti ed alberi d'alto fusto. Tra questi meritano una menzione i secolari [[Cedrus libani|Cedri del Libano]].<ref>{{cita web|url=http://irpiniacom.it/citta_di_ariano/la_villa_comunale.php|titolo=Irpiniacom|accesso=10 agosto 2008}}</ref> Notevole anche l'ombroso viale degli [[ippocastano|Ippocastani]] nei cui pressi si trovano un campo da tennis, un centro di ritrovo per anziani e un parco giochi mentre più oltre sono collocati il monumento a [[Pietro Paolo Parzanese|P. P. Parzanese]], l'antica Croce longobarda e il monumento ai Caduti. Sovente innevata d'inverno, per via delle sue ampie vedute panoramiche è soprannominata ''"il belvedere d'Irpinia"''.
 
;[[Santuario di Valleluogo]]:
====Boschetto Pasteni====
Sorge sul luogo di un'antica [[apparizione mariana]], presso uno storico mulino. Immerso in una vallata ricca di acque e di alberi secolari, divenne meta di pellegrinaggi già nel tardo medioevo.
Si tratta in realtà di un vero e proprio bosco d'alto fusto con fitta vegetazione mista ([[Conifere]] e [[Latifoglie]]), localizzato a poca distanza dall'omonimo piazzale. Situato lungo un versante assai fresco e ventilato, dispone di un'area attrezzata per escursionisti. Tra gli alberi presenti spicca un raro esemplare di [[olmo]] plurisecolare, probabilmente immune alla [[grafiosi]].
 
;[[Santuario di San Liberatore]]:
====Panoramica Russo-Anzani====
Ubicato su un poggio rivestito da oliveti, è da molti secoli frequentato da fedeli devoti a [[san Liberatore]], come si evince dalla mole di [[ex-voto]] stipati nei suoi locali. Ricostruito dopo il [[terremoto dell'Irpinia del 1962|sisma del 1962]], è sormontato da un'alta torre campanaria.
Questa strada percorre il perimetro delle antiche mura cittadine, parte delle quali sono tuttora visibili. Situata in posizione assai panoramica e soleggiata con esposizione a levante, sovrasta l'unica selva di [[abete|abeti]] presente nel territorio cittadino.
 
====MuraglioniArchitetture dei Tranesi=militari===
[[File:Castello Normanno di Ariano Irpino, torrione Ovest.jpeg|thumb|upright=1.1|Veduta parziale del maniero]]
Questi contrafforti si trovano lungo la via omonima e costituiscono l'area delle antiche fornaci dei ceramisti.<ref>([[#Economia#Artigianato|vedi sezione Artigianato]])</ref>
Situati su di una rupe a strapiombo esposta a ponente, rappresentano oggi uno dei punti più arieggiati e panoramici della città.
 
;[[Castello normanno (Ariano Irpino)|Castello]]:
====Regio [[Tratturo Pescasseroli-Candela]]====
Sorge sulla vetta dell'omonimo colle, nel punto più alto e panoramico del territorio cittadino. Già esistente in [[Longobardi|epoca longobarda]], fu riedificato dai [[Normanni]] e quindi ristrutturato dagli [[Angioini]] e, successivamente, dagli [[Aragonesi]]. Abbandonato definitivamente al termine delle grandi [[guerre d'Italia del XVI secolo]], fu poi parzialmente restaurato all'alba del III millennio. Intorno al complesso si estende l'ampia [[villa comunale di Ariano Irpino|villa comunale]].
Questo antico tracciato erboso, che attraversa i vasti altipiani situati nel settore nord-orientale del territorio comunale, è legato fin dall'antichità alla transumanza di armenti dall'Abruzzo alla Puglia. Lungo in tutto 114 miglia per una larghezza originaria di 111,60 metri, era anche denominato la “via della lana”. Il tratto che si è meglio conservato fino ai giorni nostri, quello che attraversa la contrada Camporeale, è oggi meta di escursionisti a piedi, in bici o a cavallo. Oltre al Tratturo vero e proprio vi è anche un'interessante diramazione per [[Foggia]], il cosiddetto [[Tratturello]], che ricalca in gran parte l'antica [[via Traiana]] lungo un itinerario costellato da vecchie [[masseria|masserie]] e storici [[casale|casali]].
 
;Torrette:
===Siti Archeologici===
Nel settore nord-est dell'agro comunale, lungo l'alta [[valle del Cervaro]], si ergono tre [[torri d'avvistamento]] di epoca medievale<ref name=map/>:
Nel territorio di Ariano Irpino sono presenti due siti archeologici, entrambi localizzati a circa 10 km a nord del centro cittadino; si tratta dell'abitato [[neolitico]] della Starza e del centro romano di [[Aequum Tuticum]]. Molti dei reperti rinvenuti in queste aree a seguito degli scavi, attualmente sospesi, sono esposti nel locale Museo Archeologico in quanto entrambi i siti non sono visitabili dal pubblico.<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/tutela5.htm|titolo=Archemail - Gli scavi di Aequum Tuticum e della Starza, l'archeologia dimenticata|accesso=25 agosto 2009}}</ref>.
* la ''Torre delle Ciàvole'', a mezza costa tra il pianoro della ''Difesa'' e la [[stazione di Pianerottolo]], è quella meglio conservata in quanto riutilizzata a lungo come [[masseria]] (''ciàvola'' in [[dialetto arianese]] significa "corvo");
* la ''Torretta di Camporeale'', ubicata sull'omonimo altipiano ai margini orientali della [[sella di Ariano]], venne pure trasformata in masseria ma presto fu abbandonata;
* la ''Torre de li Pizzi'', situata presso il [[tratturo Pescasseroli-Candela]], lungo la direttrice che conduce al borgo medievale di [[Zungoli]], si conserva in forma di rudere su una duplice altura boscosa a strapiombo sul [[Cervaro (fiume)|fiume Cervaro]] (''pizzo'' equivale a "cocuzzolo").
 
Una quarta torretta (la ''Torre d'Amandi'') era posta a controllo della [[valle dell'Ufita]], ma fu rasa al suolo nel 1767 su ordine di re [[Ferdinando IV di Napoli]] in quanto divenuta covo di briganti che assalivano la sottostante [[strada regia delle Puglie]], frequentata dallo stesso sovrano quando si recava a caccia nel [[vallo di Bovino]].<ref>{{cita|N. Flammia|pp. 37-38}}.</ref>
====La Starza====
Il sito archeologico della Starza si trova su di una collina gessosa (in passato sfruttata come cava) situata tra il fiume [[Miscano]] ed i torrenti Cupido e Starza.
Gli scavi sono.stati avviati dalla Scuola Britannica di Roma tra il 1957 ed il 1962 e poi proseguiti fra il 1988 al 2000 dalla locale [[Soprintendenze|Soprintendenza archeologica]] sotto la direzione dell'archeologa Claude Albore Livadie.
 
===Architetture civili===
È stato rinvenuto un antichissimo insediamento preistorico risalente al [[Neolitico|Neolitico Inferiore]] (VI millennio a.C.), sicuramente il più antico in [[Campania]].<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/arche9/0ariano1.htm|titolo=Archemail - L'abitato neolitico de La Starza|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
[[File:Ariano Irpino Palazzo Bevere.jpeg|thumb|upright=1.1|left|Palazzo Bevere-Gambacorta]]
I reperti rinvenuti testimoniano un'occupazione lunghissima (pluri-millenaria) e ininterrotta durante tutto il Neolitico e l'[[età del bronzo]] fino all'abbandono avvenuto a ridosso dell'[[età del ferro]] ([[900 a.C.]]) e preceduto dalla fortificazione dell'insediamento attraverso l'erezione di una cinta muraria.
====Palazzi storici====
 
;Palazzo Bevere-Gambacorta:
Tra i rinvenimenti più importanti si possono citare numerosi reperti in ceramica risalenti soprattutto all'età del Bronzo medio ([[XVI secolo a.C.|XVI]]-[[XIV secolo a.C.]]), dapprima non ornati e successivamente incisi ed intagliati. A ciò si aggiunge un quartiere artigianale specializzato nella lavorazione dei metalli.<ref>{{cita web|url=http://www.eptavellino.it/archeologia_2.php|titolo=Ente Provinciale per il Turismo di Avellino - L'abitato neolitico de La Starza|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
Situato presso il Centro pastorale diocesano San Francesco d'Assisi, risale agli inizi del Settecento<ref name=map/>. Sede accademica del consorzio universitario [[Biogem]], dal 2023 accoglie inoltre il [[Museo della civiltà normanna]].
 
;Palazzo San Giacomo:
A non molta distanza, nell'area PIP di Camporeale, lungo il [[Regio tratturo pescasseroli candela|Regio Tratturo]], sono venuti alla luce resti sporadici dell'età del bronzo.nell'ambito di un recinto adibito a [[necropoli]]<ref>{{Cita libro|autore=Claude Albore Livadie|titolo=Storia illustrata di Avellino e dell'Irpinia|anno=1996|editore=Sellino & Barra|città=|pp=17-32|volume=I|capitolo=La Starza di Ariano Irpino}}</ref>.
Ubicato nello storico rione ''Tranesi'' che per secoli ha ospitato le fornaci della [[maiolica arianese]], fu sede dell'[[Ospedale Sant'Ottone Frangipane|Ospedale civile]] tra il Settecento e il Novecento; dal 2015 costituisce il polo didattico-scientifico del [[Museo civico della ceramica]].<ref name=crbc>{{cita web|1=https://www.campaniacrbc.it/portal/generaDettaglio.do?idPagina=20H31802&tipoScheda=LC|2=Polo didattico del Museo civico e della ceramica|sito=Campania CRBC|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201032037/https://www.campaniacrbc.it/portalAv/generaDettaglio.do?idPagina=20H31802&tipoScheda=LC}}</ref>
 
;Palazzo Forte:
====Aequum Tuticum====
Di antica origine, ma poi ampliato e rimodernato tra il Seicento e il Settecento, accolse la [[sottoprefettura]] di Ariano di Puglia fino al 1926<ref name=map/>. A partire dal 1991 è adibito a sede del [[Museo civico della ceramica]], mentre il livello inferiore custodisce i reperti del [[Museo archeologico di Ariano Irpino|Museo archeologico]].
{{vedi anche|Aequum Tuticum}}
Il sito archeologico di [[Aequum Tuticum]] si trova su di un altipiano in località S. Eleuterio, non lontano dal sito della Starza. Scavi compiuti nel corso degli [[Anni 1990|anni novanta]] hanno rivelato un'occupazione compresa tra il [[I|I secolo]] ed [[V secolo]] ed una successiva rioccupazione in [[Medioevo|età medievale]] nel corso del [[XII secolo]]. Le tracce rinvenute mostrano un abitato sviluppatosi sulla direttrice nord-sud, attraversato dalla [[via Traiana]], dall'''Aurelia Aeclanensis'', che collegava quest'ultima all'[[via Appia antica|Appia]] e, successivamente, dalla [[via Herculea]]. Proprio a nord dell'area nei pressi del fiume [[Miscano]], è stato individuato un tratto della [[via Traiana]]. Due aree sepolcrali, invece, sono venute alla luce a sud e ad ovest del sito.<ref>{{cita web|url=http://www.archeosa.beniculturali.it/?center=luogo&id_provincia=1&id_luogo=19|titolo=Soprintendenza per i Beni Archeologici di Salerno e Avellino - Il centro di Aequum Tuticum|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
 
;Palazzo de Piano-Aliperta:
Gli scavi hanno riportato in superficie strutture murarie e testimonianze di epoca romana come ceramiche, iscrizioni, steli funerarie e monete. Il complesso più antico risulta essere una struttura termale risalente al [[I secolo]]. L'ambiente centrale, il ''frigidarium'', presenta un [[mosaico]] in tessere bianche e nere. A questo si aggiungono una serie di ambienti disposti a schiera del [[II secolo]], probabilmente locali adibiti a magazzino o a bottega, al di sopra dei quali venne forse eretta una villa nel corso del [[IV secolo]], come testimonia il rinvenimento di un mosaico policromo.<ref>{{cita web|url=http://www.archemail.it/arche9/0ariano.htm|titolo=Archemail - Il centro di Aequum Tuticum|accesso=25 agosto 2009}}</ref>
[[File:Ariano Irpino S.Andrea.jpeg|thumb|Uno scorcio del palazzo della Duchessa con l'attigua chiesetta di Sant'Andrea]]
 
Noto come Palazzo della Duchessa, sorse lungo via [[Rodolfo d'Afflitto]] probabilmente nel medioevo come [[casa-torre]]; ristrutturato nel Cinquecento, fu poi ampliato nel Settecento.<ref name=map/>
Il sito fu abbandonato alla fine dell'età antica, presumibilmente in concomitanza con le [[invasioni barbariche]]. Esistono, tuttavia, tracce di una sua rioccupazione in [[Medioevo|epoca medievale]], quando le vecchie mura romane vennero inglobate in quelle di un edificio facente parte del nuovo nucleo abitato denominato "Sant'Eleuterio", poi anch'esso decaduto.
 
;Palazzo Vitoli-Cozzo:
==Società==
Attiguo all'auditorium comunale, risale al Settecento. In adiacenza vi è la cappella di Sant'Antonio di Padova, eretta nel 1731.<ref name=map/>
===Evoluzione demografica===
{{Demografia/Ariano Irpino}}
 
;Palazzo Anzani-Renzulli:
===Etnie e minoranze straniere ===
Sorto nel Seicento lungo via [[Donato Anzani]], tale edificio fortificato ingloba un tratto delle antiche mura cittadine.<ref name=map/>
Al 31 dicembre [[2008]] gli stranieri residenti sul territorio comunale risultavano essere 268 (1,2% del totale), di cui 98 maschi e 170 femmine.<ref>{{cita web|url=http://demo.istat.it/str2008/query.php?lingua=ita&Rip=S4&Reg=R15&Pro=P064&Com=5&paese=A9999&submit=Tavola|titolo= Dati Istat al 31 dicembre 2008|accesso= 7 agosto 2010}}</ref>
 
====Fontane====
Le comunità più numerose sono le seguenti:
{{Doppia immagine verticale|sinistra|Ariano Irpino, fontana Maddalena.jpeg|Ariano Irpino, fontana Brecceto.jpeg|200|Raffronto tra la règia fontana della Maddalena (in alto) e la fontana rurale del Brecceto (in basso)}}
* [[Romania]] 105
Monumentali sono le ''règie fontane'', edificate nel 1608 a beneficio dei viandanti lungo la [[strada regia delle Puglie]] e poi restaurate e abbellite nel 1757 per volontà di re [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]]. Nell'ambito del territorio comunale se ne ammirano quattro: il ''càrpino della Pila'' (''càrpino'' in [[dialetto arianese]] significa "abbeveratoio"), la ''fontana della Maddalena'', il ''càrpino della Tetta'' (prossimo alla più antica ''fontana della Tetta'') e la ''fontana di Camporeale-Pontegonnella''.<ref name=map/>
* [[Albania]] 49
* [[Polonia]] 28
* [[Ucraina]] 26
 
Ben diverso è invece lo stile architettonico delle antiche fontane rurali, spesso in pietra grezza, meno elevate e solitamente coperte; un esempio tra i tanti è dato dalla cinquecentesca ''fontana del Brecceto''<ref name=map/>, situata lungo la via che conduce al [[santuario di San Liberatore]].
 
=== Religione =Masserie====
Tali maestose strutture architettoniche rurali furono edificate in epoca [[rinascimentale]] utilizzando il pietrame estratto dalle cave locali o recuperato dai ruderi dei preesistenti [[casale (architettura)|casali]] medievali<ref name=eleut>{{cita|N. Flammia|pp. 35-37 e 130-131}}.</ref>. Le [[masserie]] più imponenti sorgono sugli altipiani che si estendono nel settore nord dell'agro comunale:
La città è sede della [[Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia]], suffraganea dell'[[Arcidiocesi di Benevento]]. In particolare nell'ambito cittadino si contano 15 [[parrocchia|parrocchie]] e 4 [[santuario|santuari]] diocesani.<ref>http://www.diocesiarianolacedonia.it/</ref>
* ''Falceta'', a prevalente destinazione zootecnica, presso il [[tratturello Camporeale-Foggia]]<ref name=map/>;
* ''Montefalco'', lungo il medesimo tratturello, alle falde di un'antica cava di pietre<ref name=eleut/>;
* ''Chiuppo de Bruno'', prese il posto del casale ''San Donato'' la cui cappella è tuttora visibile<ref>{{cita|N. Flammia|p. 162}}.</ref>;
* ''La Sprinia'', lungo la medievale [[via Francigena]] che conduceva ai porti d'imbarco verso la [[Terrasanta]]<ref name=map/>;
* ''Sant'Eleuterio'', sorta al posto di un casale omonimo che, a sua volta, era situato presso il ''[[vicus]]'' romano di ''[[Aequum Tuticum]]''<ref name=eleut/>.
 
Agli inizi del III millennio l'intera area, già in parte vincolata dalla [[soprintendenza]] archeologica di Salerno-Avellino, è stata posta definitivamente sotto tutela<ref>{{Cita web|https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/08/27/13A07142/sg|Decreto del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo del 31 luglio 2013|sito=Gazzetta Ufficiale|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201106162301/https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/08/27/13A07142/sg|urlmorto=no}}</ref>.
Sul territorio comunale sono presenti inoltre piccole comunità di membri dell'[[Esercito della Salvezza]] e dei [[Testimoni di Geova]].
 
===Tradizioni e folklore=Taverne====
In quanto collocata lungo la [[strada regia delle Puglie]], la città contava in passato un gran numero di taverne. Le strutture tuttora riconoscibili, ubicate appunto lungo la direttrice per la Puglia, sono la taverna del ''Turco'', la taverna ''Vitoli'' e la taverna delle ''Monache''<ref name=map/>.
Gli elementi tradizionali e folkloristici tuttora vivi condividono un'evidente matrice contadina a sfondo religioso. Gli eventi più rilevanti sono due e simboleggiano l'inizio e la fine dell'annata agraria.
 
===Parchi e spazi aperti===
Il ''"faóne'' (=grande falò) ''di San Giuseppe"'' consiste nell'accensione simultanea, al crepuscolo del 19 Marzo,.di molti falò (uno per ciascuna contrada cittadina) e dall'allestimento di altrettanti bivacchi.
[[File:Villa Comunale di Ariano Irpino.jpg|thumb|upright=1.1|La villa comunale, il giardino del castello]]
 
;[[Villa comunale di Ariano Irpino|Villa comunale]]:
La ''"giornata del Ringraziamento"'' si svolge invece in una domenica del tardo autunno al termine dell'ultimo raccolto dell'annata, quello delle olive (la data precisa varia quindi di anno in anno). Da ciascuna contrada tanti carri agricoli addobbati con i prodotti della terra confluiscono nella piazza del [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)|Duomo]] ove il carro più originale viene prescelto e premiato.
Realizzata nel 1876 tutt'attorno al [[castello normanno (Ariano Irpino)|castello normanno]], tale area verde si estende in altura su circa {{M|40000|ul=m2}} tra prati, fiori, siepi e alberi d'alto fusto. Sovente innevata d'inverno, si caratterizza per le sue ampie vedute panoramiche.
 
;Boschetto Pàsteni:
===Lingue e dialetti===
Trattasi di un bosco d'alto fusto a vegetazione mista ([[conifere]] e [[latifoglie]]) situato sul versante nord del centro storico e dotato di tavoli per pic-nic e di un'area attrezzata per sgambamento cani<ref>{{cita web|https://www.ottopagine.it/av/daicomuni/367460/ariano-inaugurata-l-area-sgambamento-cani-nel-boschetto-pasteni.shtml|Inaugurata l'area sgambamento cani nel boschetto Pasteni|sito=Ottopagine|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240914124039/https://www.ottopagine.it/amp/367460/ariano-inaugurata-l-area-sgambamento-cani-nel-boschetto-pasteni.shtml}}</ref>.
Nell'ambito del territorio comunale accanto alla [[lingua Italiana]] si parla il dialetto arianese, il quale costituisce una forma peculiare del [[Dialetto irpino|vernacolo irpino]], appartenente a sua volta alla grande famiglia dei [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]].
Le caratteristiche della parlata arianese sono in effetti piuttosto atipiche rispetto ai dialetti del resto della provincia per via della posizione geografica del comune. Ariano, infatti, si trova in prossimità del margine settentrionale del [[Irpinia|Sannio irpino]], a ridosso dei territorio [[Daunia|dauno]]-[[Puglia|pugliese]]; di conseguenza, se da un lato la parlata arianese ha potuto così resistere relativamente meglio all'invadente contaminazione [[dialetti campani|campana]] in generale e [[dialetto napoletano|napoletana]] in particolare ([[Napoli]] divenne capitale del [[Regno di Napoli|Regno]] fin dal [[secolo XIII]]), dall'altro lato è rimasta esposta in qualche misura alle influenze [[dialetti della Puglia|dialettali pugliesi]] (e più precisamente [[dialetti della Puglia#gruppo dei dialetti alto-maridionali|daune]]), piuttosto evidenti soprattutto a livello [[fonetica|fonetico]].
 
;Viale Russo-Anzani:
In effetti fra i tratti salienti della parlata locale c'è la '''pronuncia''' delle vocali "e" ed "o" che sono tendenzialmente chiuse, mentre nel resto dell'[[Irpinia]] prevale ovunque il timbro aperto.
Tale tracciato percorre il perimetro delle antiche mura cittadine, parte delle quali sono tuttora visibili<ref name=busin/>. Già dimora del poeta [[Girolamo Angeriano]], il viale si dilunga in zona aperta e soleggiata con esposizione a levante.
Diverso anche il modo di pronunciare la vocale "a" che ad Ariano tende parzialmente verso la "e" mentre altrove in [[Campania]] tende piuttosto verso la "o".
Si consideri poi l'anomala alternanza tra gli ''''ausiliari "avere" ed "essere" ''' nei tempi composti:
* ''à ritto'': hai detto;
* ''è `dditto'': ha detto.
In realtà quest'ultimo costrutto potrebbe essere derivato da un più antico "à `dditto" ove il successivo passaggio da "à" a "è" sarebbe dovuto a un influsso pugliese. In effetti nel resto dell'[[Irpinia]] si dice ovunque "à `dditt".
 
;Costone Tranesi:
Del resto sono ben evidenti la differenze che contraddistinguono la parlata arianese dai dialetti limitrofi e comunque anche questi appaiono diversi gli uni dagli altri. Addirittura qualche differenza si avverte perfino tra una zona e l'altra dello stesso comune; così ad esempio la parola "dietro" viene tradotta in dialetto come ''"addréto"'' nel settore Nord del territorio di Ariano, mentre ''"arrét"'' lungo il versante Sud della medesima città (da notare però come entrambe le forme presentino la tipica "e" tonica chiusa).
Contornato da muraglioni in pietra viva lungo una rupe esposta a ponente, il costone conserva i resti delle antiche fornaci della [[ceramica arianese]]<ref name=map/> ed offre inoltre una vasta veduta incentrata sulla "Dormiente" del [[Taburno]], una dorsale appenninica detta così per il suo caratteristico profilo muliebre.
 
;Belvedere Calvario:
Condiviso invece almeno da tutti i comuni del comprensorio arianese (ma non dal resto dell'[[Irpinia]]) e con analogie anche in talune altre aree [[Appennini|appenniniche]] è il modo d'uso degli '''articoli determinativi'''.
Esteso sull'omonimo colle in adiacenza al palazzo di Giustizia, tale terrazzo consente una profonda visuale estesa fino al lontano [[Appennino centrale]]. Anticamente vi sorgeva una chiesa<ref>{{cita|T. Vitale|p. 233}}.</ref>, distrutta dal [[terremoto dell'Irpinia del 1962]].
Infatti gli articoli "il", "lo" vengono tradotti ''"lu"''; tuttavia quando si tratta di cose non numerabili ne consegue il raddoppiamento della consonante successiva. Esempi:
* ''Lu cuccio'': il coniglio;
* ''Lu viccio'': il tacchino;
* ''Lu razzo'': il braccio;
* ''Lu zuóppo'': lo zoppo;
* ''Lu zinno'': l'angolo;
* ''Lu squiccio'': lo schizzo;
* ''Lu `ffierro'': il ferro;
* ''Lu `llardo'': il lardo;
* ''Lu `fforte'': il piccante.
.
Gli articoli "i", "gli", "le" vengono tradotti tutti ''li''; tuttavia quando "li" deriva da ''"le"'' ne consegue il raddoppiamento della consonante successiva. Esempi:
* ''Li ciucci'': i somari;
* ''Li zappielli'': i sarchielli;
* ''Li ualani'': i villani;
* ''Li mbriachi'': gli ubriaconi;
* ''Li strazzati'': gli straccioni;
* ''Li zuócculi'': gli zoccoli;
* ''Li `ccàsire'': le case;
* ''Li `ccosse'': le gambe;
* ''Li `qquatrare'': le ragazze.
 
===Itinerari storico-culturali===
[[File:Via Francigena - Ariano Irpino, località Sprinia.jpeg|thumb|upright=1.1|left|La via Francigena in direzione Puglia sull'altipiano de ''La Sprinia'']]
;[[Via Francigena]]:
Già in uso presso i [[Longobardi]] per recarsi al [[santuario di San Michele Arcangelo]] sul [[Gargano]], ripercorre il tracciato dell'antica [[via Traiana]] che, a differenza di altre strade romane (quali la [[via Appia]], la [[via Aemilia in Hirpinis|via Aemilia]] e la [[via Herculia]]), rimase in esercizio fino alle soglie dell'era moderna. Attestata come ''via Francigena'' fin dal 1024, era percorsa da frotte di pellegrini e crociati europei diretti in [[Terrasanta]]. Il tracciato interseca l'agro arianese nel tratto compreso tra il fiume [[Miscano]] (ove emergono pochi resti del ponte romano della ''[[Malvizza]]''<ref>{{cita web|https://www.academia.edu/2500796/Due_nuove_lastre_iscritte_dei_ponti_della_Via_Traiana|Due nuove lastre iscritte dei ponti sulla Via Traiana|sito=Accademia|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180806105841/http://www.academia.edu/2500796/Due_nuove_lastre_iscritte_dei_ponti_della_Via_Traiana}}</ref>, detto ''[[ponte del Diavolo]]'' nell'[[atlante geografico del regno di Napoli]]) e la linea spartiacque appenninica oltre la quale vi era il [[castello di Crepacuore]], presidio dei [[cavalieri gerosolimitani]]. Il tragitto è in gran parte ripreso dall'itinerario ciclistico [[EuroVelo 5]].
 
;[[Strada regia delle Puglie]]:
Vi sono poi altri elementi che accomunano il dialetto arianese non solo a tutta l'Irpinia ma anche a diverse regioni circostanti, come ad esempio il fatto che i '''verbi''' all'infinito subiscono il '''troncamento''' dell'ultima sillaba, fenomeno questo diffuso dall'[[dialetti abruzzesi|Abruzzo]] alla [[dialetti lucani|Lucania]]. Alcuni esempi sono:
Ideata nel Cinquecento da re [[Filippo II d'Asburgo]], collegava [[Napoli]] (capitale del [[Regno di Napoli|regno]]) alle province di [[Capitanata]] e [[Terra di Bari (provincia)|Terra di Bari]]. Buona parte del suo tracciato corrisponde al percorso della moderna [[strada statale 90 delle Puglie]], tuttavia la strada règia lambiva direttamente il centro storico, passando dinanzi alle chiese della Madonna del Carmine e di San Giovanni Battista; quest'ultima sorge anzi in corrispondenza del ''passo di Ariano'', il punto più elevato in altitudine dell'intera strada (ribattezzata [[via nazionale delle Puglie|via Nazionale]] in epoca post-unitaria). Lungo il tragitto si ammirano diverse cappelle, taverne e fontane<ref name=map/>.
* ''fatià'' (lavorare), ''sparagnà'' (risparmiare), ''rancicà'' (graffiare), ''struppià'' (massacrare);
* ''tiné'' (possedere), ''caré'' (cadere), ''ascì'' (uscire), ''mpaccì'' (impazzire);
* ''accìre'' (uccidere), ''strùre'' (distruggere), ''sàglie'' (salire), ''fùie'' (fuggire).
 
;[[Tratturo Pescasseroli-Candela]]
Tale pista erbosa attraversa le vaste lande a nord-est del centro abitato ed è legata fin dall'antichità alla [[transumanza]] di greggi dall'[[Abruzzo]] alla [[Puglia]], tanto da essere soprannominata la “via della lana”. Il tratto meglio conservato, nel mezzo dell'altipiano di Camporeale, è meta di escursionisti a piedi, in bici e a cavallo.
 
;[[Tratturello Camporeale-Foggia]]
Sono comunque numerosi i fenomeni linguistici che, almeno a grandi linee, sono condivisi dalla generalità dei [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]]: a puro titolo di esempio si possono citare l''''[[accusativo alla greca]]''' (ad es. ''"lu faccistuort"'': "chi ha il viso torvo") e l''''[[accusativo preposizionale|accusativo con preposizione]]''' (ad es. ''"mica aviss vist`a Ppashcale?"'': "per caso hai visto Pasquale?"), quest'ultimo diffuso anche nel [[lingua siciliana|siciliano]].
Una diramazione del tratturo dal pianoro di Camporeale si dirige dapprima alle [[Tre Fontane di Greci]] (ove sorge la prima di una serie di [[taverna (pubblico esercizio)|taverne)]] per poi varcare i [[monti della Daunia]] e penetrare quindi nel [[Tavoliere delle Puglie]] fino a raggiungere [[Foggia]], sede della [[regia dogana della mena delle pecore]].
 
===Siti archeologici===
A livello sintattico troviamo poi il fenomeno della '''[[metafonesi]]''', comune, oltre che a gran parte dei [[dialetti meridionali|dialetti centro-meridionali]], anche a quelli di talune zone interne della [[Sicilia]]. Tale fenomeno consiste nel cambiamento di una vocale nella parola a causa dell'influsso di altra vocale nel passaggio dal genere maschile a quello femminile, dal singolare al plurale oppure tra le varie persone dei verbi. Di seguito alcuni esempi:
[[File:Contrada Sant'Eleuterio and Miscano Valley seen from Aequum Tuticum.jpg|thumb|upright=1.1|La valle del Miscano, ricca di eminenze archeologiche. In primo piano la contrada Sant'Eleuterio.]]
* ''vaglione'' (ragazzo) opposto a ''vagliuni'' (ragazzi);
* ''prèvete'' (prete) opposto a ''priéviti'' (preti);
* ''róssa'' (rossa) opposto a ''russo'' (rosso).
* ''ròssa'' (grande, al femminile) opposto ''ruóssu'' (grande, al maschile)
* ''accòglio'' (raccolgo) opposto a ''accuógli'' (raccogli)
* ''vuléss'' (vorrei, oppure vorrebbe) opposto a ''vulìss'' (vorresti).
 
Il territorio comunale vanta due siti archeologici, entrambi ubicati nella [[valle del Miscano]] circa {{M|10|u=km}} a nord del centro cittadino. Gran parte dei reperti rinvenuti sono esposti nel [[Museo archeologico di Ariano Irpino|Museo archeologico]].<ref>{{cita web|http://www.archemail.it/tutela5.htm|Gli scavi di Aequum Tuticum e della Starza, l'archeologia dimenticata|sito=Archemail|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150918213626/http://www.archemail.it/tutela5.htm}}</ref>
La metafonesi rappresenta del resto un tratto assai antico mentre altri mutamenti fonetici sono sopravvenuti in epoche successive. Ne è una dimostrazione la parola ''"vosco"'' (="bosco d'alto fusto"), di probabile origine [[Ostrogoti|ostrogota]] (''bôsk'' nell`[[Lingue germaniche|antico germanico]]), la quale mostra sì il passaggio da "b" a "v" (tipico dei [[dialetti italiani meridionali|dialetti meridionali]] e del [[Lingua siciliana|siciliano]]) ma non la metafonesi, il che ci garantisce che a quell'epoca tale fenomeno si era già interamente compiuto e dunque non poteva produrre più alcun effetto sulle parole sopraggiunte tardivamente. Una conferma in tal senso ci è data dalla contrapposizione fra ''"Sant'Antuono"'' (="[[Sant'Antonio Abate]]", morto nel [[IV secolo]]) e ''"Sant'Antonio"'' (="[[Sant'Antonio di Padova]]", morto nel [[XIII secolo]]).
 
;[[La Starza (Ariano Irpino)|La Starza]]:
Naturalmente anche il passaggio da "b"a "v" deve essere avvenuto in una determinata fase storica oltre la quale ha cessato di produrre ogni effetto. Ad esempio possiamo certamente affermare che tale trasformazione è avvenuta dopo che nel dialetto arianese era penetrata la parola ''"vrénna"'' (significante "crusca" e derivante dall'[[lingua francese antica|antico-francese]] ''bren'', a sua volta di origine [[lingue celtiche|celtica]] ossia pre-latina) ma prima che vi si introducesse la parola ''"buttéglia"'' (la quale, parallalamente all'italiano "bottiglia", deriva dal [[lingua francese|francese moderno]] ''bouteille'' che a sua volta trae origine dal latino ''butticula'' ossia "piccola bótte").
Sorta presso una rupe gessosa, consiste nel più antico insediamento preistorico [[neolitico]] in Campania<ref name=arc/>. I resti stratificati attestano un'occupazione plurimillenaria, dal [[neolitico inferiore]] (VI millennio a.C.) all'[[età del bronzo]] (in tale fase il sito fu anche fortificato), fino all'abbandono avvenuto a ridosso dell'[[età del ferro]] (900 a.C.).
 
;[[Aequum Tuticum]]:
Altre trasformazioni fonetiche sono poi avvenute in [[epoca moderna]]. Ne è prova il fatto che ad esempio la parola ''"nnóglia"'' (derivante dal francese ''andouille'' alla fine del [[medioevo]] e indicante un particolare tipo di insaccato) ha subìto l'assimilazione da <nd> a <nn>, segno che tale fenomeno si è compiuto non prima che il termine entrasse a far parte del lessico dialettale; del resto ancora nel [[secolo XV]] il toponimo de "La Manna" era attestato come "Amando" o "Amandi" (lo stesso accadeva per Il vicino comune di [[Panni]], citato come "Pandi" o "Panda"). Ciò significa che ad esempio il termine dialettale ''"tanno"'' (che significa "allora", dal latino "tam") in origine non doveva rimare con ''"quanno"'' (="quando", dal latino ''quando'') poiché quest'ultima parola deve essere stata pronunciata ''[quando]'' o ''[quand]'' fino al momento dell'avvenuta assimilazione del gruppo consonantico <nd>. Si sottolinea però che ormai anche tale fenomeno ha già cessato di produrre effetti, tanto che i termini penetrati nel dialetto in epoche ancora posteriori non ne hanno più risentito (ad es. ''"nduvinà"'' dall'italiano "indovinare").
Le vestigia di tale
''[[vicus]]'', risalente al tempo degli [[antichi Romani]], emergono dal vasto pianoro di ''Sant'Eleuterio''. Gli scavi hanno portato alla luce un abitato sviluppatosi entro il I secolo a.C. e divenuto poi, in [[epoca imperiale]], un rilevante snodo viario, quindi progressivamente decaduto sul finire dell'[[età antica]].
 
==Società==
Tuttavia proprio nell'epoca attuale si stanno verificando alcune altre modifiche fonetiche, le quali perdipiù non sono ancora giunte a compimento: un esempio è costituito dal passaggio da <nt> a <nd>, tant`è vero che la frase italiana "quanti ne siete?" può essere trascritta in dialetto sia ''"quanti ni site?"'' sia ''"quandi ni site?"''. Ad oggi la pronuncia fluttua liberamente fra le due forme in quanto l'innovazione ''"quandi"'' non si è ancora definitivamente affermata mentre la vecchia forma ''"quanti"'' è considerata ancora accettabile (in alternativa si potrebbe congetturare che nel dialetto esiste una consonante del tutto particolare, la quale avrebbe un suono intermedio tra la "t" e la "d").
 
===Evoluzione demografica===
In quanto al lessico, occorre innanzitutto chiarire che le parole derivanti dall'antico sostrato [[Lingua osco-umbra|osco]], ossia dalla lingua pre-latina parlata dalle antiche popolazioni [[Italici|italiche]] ([[Sanniti]], [[Irpini]], ecc.), non sono molto numerose. Vi sono comunque alcuni vocaboli associati fin dalla piú remota antichità alla tecnica agro-pastorale, come ad esempio la parola ''"stiero"'' (="letame"), che non può essere derivata dal latino ''stercus'' altrimenti si sarebbe dovuto avere ''[stierco]'' (così come da ''porcus'' è derivato ''"puorco"''); ciò fa presupporre l'esistenza di una forma osca (pre-latina) ''sterux'' da cui forse anche il latino "stercus" ha tratto origine (in alternativa si potrebbe ipotizzare una comune matrice [[Lingue indoeuropee|indoeuropea]]).
{{Demografia/Ariano Irpino}}
Altri nomi di origine pre-latina sono rimasti in uso perché adoperati principalmente dal volgo nel linguaggio osceno; in effetti una buona metà delle parole dialettali indicanti le parti anatomiche dell'apparato genitale femminile o maschile sono di derivazione osca. Altri termini ancora sono sopravvissuti perché utilizzati spesso come toponimi: un esempio è dato dalla parola ''"pishcóne"'' (="macigno") derivato da una radice osca ''peskl'' che si ritrova in numerosissimi toponimi in area sannitica come ad esempio Pescolamazza (oggi [[Pesco Sannita]]), [[Pescocostanzo]], [[Pescopagano]], [[Pescosolido]], [[Pescolanciano]], [[Pescorocchiano]] e tanti altri ancora.
Ed infatti taluni nomi di origine osca sopravvivono solo come toponimi: è il caso di (S.Maria a)''"Tuoro"'', analogo a tanti altri nomi simili diffusi sia in [[Irpinia]] (ad. es. [[Montoro]]) che nel [[Sannio]] (ad es. [[Toro (Italia)|Toro]]).
 
=== Etnie e minoranze straniere ===
In effetti la stragrande maggioranza del lessico dialettale attuale è costituito da [[latinismo|latinismi]], il che è normale per un [[lingue romanze|idioma romanzo]]. Alcuni di essi sono andati perduti nel corso dei secoli, ma tantissimi si conservano, specialmente negli ambiti più tradizionalisti come quello contadino. Ecco alcuni esempi:
L'[[Istituto nazionale di statistica]] rilevava, al 31 dicembre 2023, una popolazione straniera residente di 398 unità<ref>{{Cita web|https://demo.istat.it/str2023/index.html|Cittadini Stranieri. Popolazione residente e bilancio demografico al 31 dicembre 2023|sito=Istat}}</ref>, pari all'1,9% del totale. Di seguito si elencano le nazionalità maggiormente rappresentate:
* ''«lóta»'' ([[fango]]) da ''luta'';
* ''«fungi»'' ([[funghi]]) da ''fungi'';
* ''«accio»'' ([[Apium graveolens|sedano]]) da ''apium'';
* ''«ciraso»'' ([[Prunus avium|ciliegio]]) da ''cerasus'';
* ''«cucózza»'' ([[Cucurbita maxima|zucca]]) da ''cucutia'';
* ''«jéta»'' ([[Beta vulgaris|bietola]]) da ''bleta'';
* ''«làssina»'' ([[senape]] selvatica) da ''lapsana'';
* ''«fràscino»'' ([[Fraxinus ornus|frassino]]) da ''fraxinus'' (da cui il toponimo ''"Frascineta"'');
* ''«cuorno»'' ([[Cornus mas|corniolo]]) da ''cornus'' (da cui il toponimo ''"Curneta"'', erroneamente trascritto "Orneta");
* ''«saúco»'' ([[Sambucus nigra|sambuco]]) da ''sabucus'', esso stesso toponimo.
* ''«milogna»'' ([[Meles meles|tasso]]) da ''meles'';
* ''«pica»'' ([[Pica pica|gazza]]) da ''pica'';
* ''«tàuro»'' ([[Bos taurus|toro]]) da ''taurus'';
* ''«àino»'' ([[agnello]]) da ''agnus'' (evidentemente in latino la "g" e la "n" venivano pronunciate separatamente, non essendosi ancora realizzata l'assimilazione che si ritrova invece nella parola italiana "agnello").
 
{{div col}}
Sporadici e remoti sono invece i termini di origine [[Lingua greca|greca]], peraltro non tutti pervenuti contemporaneamente: la fonologia consente infatti di distinguere fra parole [[Lingua greca antica|greco-antiche]] (ad esempio ''"cìcino"'' che significa "orcio", nonostante che derivi dalla stessa radice del termine italiano "cigno", in greco ''kŷknos'') e parole [[Lingua greca bizantina|greco-bizantine]] (ad esempio ''"chìchilo"'' che significa "fusillo elicoidale" dalla cui radice greca ''kŷklos'' è stata poi coniata la parola italiana moderna "ciclo"). In effetti alla fine del [[secolo IX]] i [[Impero bizantino|Bizantini]], partiti dalla [[Puglia]], erano riusciti a occupare [[Benevento]] che poi tennero per diversi anni; dovette essere proprio allora che si affermò il toponimo "Sant'Eleuterio", chiaramente bizantino e sinonimo di "San Liberatore" (toponimo anch`esso ma appioppato a tutt'altra zona del territorio comunale).
# [[Romania]]: 100
# [[Ucraina]]: 53
# [[Albania]]: 30
# [[Marocco]]: 23
{{div col end}}
 
=== Lingue e dialetti ===
Non manca qualche termine di origine [[Lingua araba|araba]] giunto attraverso le incursioni [[Saraceni|saracene]], ad esempio ''"taùto"'' che vuol dire "bara" (dall'arabo ''tabút'') oppure ''"zirro"'' che significa "barile per olio" (dall'arabo ''zir'').
{{vedi anche|Dialetto arianese}}
Nell'ambito del territorio comunale accanto alla [[lingua italiana]] è in uso una particolare varietà del [[dialetto irpino]].
 
=== Religione ===
Frequenti invece le parole [[Lingue germaniche|germaniche]], apportate dapprima dagli [[Ostrogoti]] e poi anche dai [[Longobardi]]; un esempio davvero significativo è rappresentato da ''"La Wardia"'' (="la Guardia"), nome del più antico quartiere cittadino situato proprio ai piedi del Castello; un altro toponimo è costituito da ''"Gaudiciello"'', derivante dalla parola longobarda ''waud'' avente il significato di "bosco" con l'aggiunta però di un diminutivo tipicamente latino (quindi Gaudiciello = boschetto). Rare e posteriori invece le parole di origine [[lingua inglese|inglese]], come ''"fenza"'' (="recinzione"), da ''fence''.
[[File:Ariano_Irpino_-_bishop%27s_palace_%26_library.jpeg|thumb|Il palazzo episcopale dominato dal campanile della cattedrale]]
 
La città è sede della [[diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia]] nell'ambito della [[regione ecclesiastica Campania]]. Il territorio comunale è ricompreso nella [[forania di Ariano]].
Sono presenti inoltre molte influenze della [[lingua francese]], compresi diversi vocaboli come ad esempio ''"ciambata"'' ("calcio", da ''jambe'' che a sua volta deriva dal latino ''gamba'') o ''"sciarabballo"'' ("calesse", da ''char-à-bancs'' ossia "carro a banchi").
Notevole è stato poi l'influsso [[lingua spagnola|spagnolo]], che si può riscontrare non solo in alcune strutture sintattiche, quali l'uso del verbo ''"stà"'' (=stare) che ricalca quello di ''estar'', ma anche nel lessico. Sono comuni, infatti, termini come ''"rubbricà"'' (=seppellire, dal verbo ''lobregar'' a sua volta risalente al termine latino ''lugubris'') oppure ''"abbushcà"'', che può significare secondo i casi “guadagnare” o “prendere schiaffi” e che deriva dallo spagnolo ''buscar''.
 
===Tradizioni e folclore===
Si sarà notato come la parola ''"abbushcà"'' mostri un'inflessione fonetica chiaramente napoletana. In effetti quasi tutte le parole derivate da idiomi stranieri sono pervenute non direttamente dalle rispettive lingue madri, ma per tramite di altre parlate regionali di piú alto rango, soprattutto il [[dialetto napoletano|napoletano]], ma anche il [[dialetto beneventano|beneventano]], il capuano e il salernitano (Ariano è stata soggetta per tre secoli al [[Ducato di Benevento]] e per ben cinque secoli al [[Regno di Napoli]], tuttavia in una fase intermedia si imposero anche i Principati di [[principato di Capua|Capua]] e [[principato di Salerno|Salerno]]).
;Le Sacre Spine:
{{Vedi anche|#Basso Medioevo}}
Una lunga tradizione storica tramanda che nella seconda metà del XIII secolo re [[Carlo I d'Angiò]] donò due [[Sacre Spine]] della [[corona di Cristo]] ai superstiti della strage a tradimento compiuta dai [[Saraceni]] nel 1255, quale riconoscimento alle vittime del martirio<ref name=spin/>; le reliquie sono tuttora custodite nel [[Museo degli argenti (Ariano Irpino)|museo degli argenti]]. In ricordo di quegli eventi memorabili si tiene annualmente (nei giorni 11-12-13 agosto) una rievocazione storica del dono delle Sacre Spine, inserita nell'ampio programma agostano ''"Estate Arianese"''<ref name=CC>{{cita libro|Claudio|Corvino|Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Campania|2002|Newton & Compton|p=30|isbn=9788882896409}}</ref>.
 
;Le Grandi Fiere:
Del resto le stesse considerazioni valgono anche per i termini latini pervenuti a posteriori: si noti ad esempio la differenza tra ''"scopa"'' nel significato di "arnese per spazzare" e ''"shcopa"'' nel senso di "gioco di carte", il quale ultimo mostra nella fonetica la chiara derivazione napoletana.
{{vedi anche|#Età moderna}}
Tuttavia, nel periodo storico di massimo splendore della storia di Ariano (epoca [[Normanni|normanna]]), è anche accaduto che qualche parola penetrasse nel dialetto arianese direttamente dalla lingua d'origine; è il caso di ''"pàccio"'' (="pazzo") che deriva non dal salernitano ''pazz'' (che è invece all'origine della parola italiana "pazzo"), ma direttamente dall'antico-francese ''page'' ossia "paggio" (i paggi avevano una pessima nomea, da cui il detto "être effronté comme un page"). Diverso è invece il caso di ''"pazzià"'' (=scherzare) che deriva, questo sì, dalla parlata napoletana.
Nel 1567, al termine delle devastanti [[guerre d'Italia del XVI secolo]], la cittadinanza presentò una supplica al re [[Filippo II di Spagna]] affinché concedesse l'istituzione di diverse [[fiere]] popolari<ref name=fier/>. A seguito di numerose istanze la domanda fu infine accolta, ma il numero e le date delle fiere subirono alcune variazioni nel corso del tempo. Tra il Seicento e l'Ottocento se ne svolgevano cinque, in occasione di varie ricorrenze religiose (una delle cinque, la fiera patronale di [[sant'Oto]], aveva origini ancor più antiche e godeva di speciali prerogative)<ref>{{cita|T. Vitale|pp. 46-47}}.</ref><ref>{{cita|N. Flammia|p. 99}}.</ref>. Tale cadenza si rivelò presto inadeguata, anche perché in certe annate la concomitanza della [[settimana santa]] impediva lo svolgimento della fiera patronale (poi definitivamente soppressa)<ref>{{cita testo|autore=Gianfranco Stanco|titolo=Magnifica città di Ariano: dal castrum alla fiera|collana=Studi veneziani|anno=2006|p=91|issn=0392-0437}}</ref>. Pertanto nel corso del Novecento il numero delle fiere annuali fu elevato a sette, da tenersi nelle seguenti giornate: [[domenica delle Palme]], [[domenica in Albis]], seconda domenica di maggio ([[Madonna di Fatima]]), 13 giugno ([[sant'Antonio di Padova]]), 16 luglio ([[Madonna del Carmine]]), ultima domenica di luglio o prima domenica di agosto ([[santa Maria dei Martiri]]), 1º novembre ([[Ognissanti]]), cui si aggiunge il tradizionale mercato settimanale del [[mercoledì]]<ref>{{cita web|http://old.comunediariano.it/regolamenti/regolamento_commercio-ambulante.pdf|Regolamento per il commercio su aree pubbliche|sito=Comune di Ariano Irpino|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220419175110/http://old.comunediariano.it/regolamenti/regolamento_commercio-ambulante.pdf}}</ref> (anch'esso già operativo nel XVI secolo)<ref>{{cita|G. Stanco|p. 400}}.</ref>.
 
===Istituzioni, enti e associazioni===
A partire dalla seconda metà del [[XIX secolo]], il dialetto è stato poi contaminato (ma al tempo stesso arricchito) da moltissime parole di origine [[Lingua italiana|italiana]], le quali comunque sono anch'esse banalmente distinguibili da quelle derivate direttamente dal [[Lingua latina|Latino]] (ad es. ''"lu cerchio"'', che significa "il cerchione", rispetto a ''"lu circhio"'' che invece significa "il cerchio").
[[File:Ospedale Ariano-Irpino.jpeg|thumb|left|Veduta parziale dell'area ospedaliera. In primo piano, l'elisuperficie.]]
D'altra parte vi è anche un influsso inverso, ossia del dialetto sull'italiano parlato localmente, il quale pertanto mostra caratteri differenziati rispetto all'italiano standard.
 
;[[Ospedale Sant'Ottone Frangipane]]:
==Cultura==
L'ospedale civile fu fondato nel 1410 e, come tutte le analoghe strutture dell'epoca, accoglieva inizialmente sia gli infermi che i pellegrini. Trasferito in una sede attigua nel 1731, il nosocomio nel corso del Novecento fu interamente ricostruito poco più a valle, in prossimità dell'eremo del santo patrono [[Ottone Frangipane]].<ref>vedi sezione [[#Architetture religiose]], chiesa di San Pietro de' Reclusis.</ref>
===Istruzione===
 
;Istituto di Assistenza Capezzuto:
====Università====
Tale struttura, specializzata nell'assistenza [[geriatria|geriatrica]] e realizzata grazie ai lasciti raccolti da [[Francesco Capezzuto]] (vescovo di Ariano dal 1838 al 1855) cui è intitolata, sorse nel 1873 e fin dal 1891 occupa la sede attuale, nel centro storico.<ref>{{cita|N. Flammia|pp. 72-74}}.</ref>
 
;Fondazione Mainieri:
Biogem Campus<ref>[http://www.biogemcampus.com/index.php?option=com_content&view=article&id=19&Itemid=145 Life &amp; Mind Science School]</ref> promuove l'alta formazione e la diffusione della cultura scientifica. L'offerta didattica prevede:
Sorta come orfanotrofio grazie ai lasciti del benefattore Vincenzo Mainieri (nato in Ariano nel 1853), l'istituzione si occupa della formazione alle persone diversabili. È ente morale fin dal 1950.<ref>{{Cita legge italiana|tipo=DPR|anno=1950|mese=10|giorno=25|numero=1241}}</ref>
a) Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Genetiche;
b) Dottorati di Ricerca;
c) Master Internazionale di II livello in Biogiuridica;
d) Master Post Universitario UIIP<ref>[http://www.uiip.it]</ref>.
 
;Centro Minerva:
====Ricerca====
Fondata nel 1982 in un'area verde alle porte della città, tale struttura sanitaria è specializzata nel settore riabilitativo.<ref name=asi>{{Cita testo|titolo=Annuario Sanità Italia, parti 1-2|editore=Publiaci|anno=2001|p=256}}</ref>
 
;[[Silenziosi operai della Croce]]:
Ariano è sede del Centro Europeo di Studi Normanni (CESN). L'istituto è sorto il 7 ottobre 1991 per iniziativa di un gruppo di studiosi italiani, francesi e inglesi, al fine di promuovere attività di ricerca sulla [[Normanni|Civiltà Normanna]] nell'[[Medioevo|Europa medievale]].
Si tratta di un'associazione internazionale di fedeli la cui casa madre è sita presso il [[santuario della Madonna di Valleluogo]]. All'interno della struttura vi è un centro di rieducazione psicomotoria.<ref name=asi/>
 
;[[Suore oblate di San Francesco Saverio]]:
Nell'area PIP ha sede il Centro di Ricerche Biogem<ref>http://www.biogem.it/pillolebiogem.pdf</ref> (Biologia e genetica Molecolare). Inaugurato il 14 luglio 2006 alla presenza del premio Nobel [[Rita Levi-Montalcini]], ha la missione di contribuire all'avanzamento della ricerca scientifica, al trasferimento delle conoscenze al mondo della salute e dell'industria, all'offerta di formazione e divulgazione scientifica, alla realizzazione di servizi avanzati nelle discipline collegate alle Life and Mind Sciences ([[Biologia]], [[Medicina]], [[Biotecnologia|Biotecnologie]], [[Bioetica]], [[Biogiuridica]], [[Bioinformatica]], Gestione dell'innovazione e della conoscenza).
Istituto religioso femminile eretto nel 1732 per volontà dell'allora vescovo di Ariano [[Filippo Tipaldi]]. Il convento occupa i locali dell'antico [[ospedale per i pellegrini e gli infermi]], trasferito in altra sede fin dal dicembre 1731. Le suore operano in ambito educativo in Italia e, a decorrere dal 1996, anche in Estremo Oriente.
Biogem, che ha ospitato diversi premi Nobel ([[Rita Levi-Montalcini]], [[Torsten Wiesel]], [[Renato Dulbecco]], [[Mario Capecchi]]) ottenendo importanti riconoscimenti, ospita annualmente il Meeting "[http://www.biogem.it/l2c_2014.pdf Le Due Culture]". La struttura promuove l'alta formazione e la diffusione della cultura scientifica. L'offerta didattica prevede:
a) ''Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Genetiche'';
b) ''Dottorati di Ricerca'';
c) ''Master Internazionale di II livello in Biogiuridica''; d) "Master Post Universitario UIIP"<ref>http://www.uiip.it/home/</ref>. Biogem ospita il ''[http://www.biogem.it/DOCUMENTI/biogeo.pdf Museo di Storia della Terra e della Vita]''. Il 18 ottobre 2013 è stato inaugurato il ''Laboratorio di genetica forense'' distinto in quattro aree intercomunicanti, ciascuna con una sua specificità funzionale: “Foto documentazione e campionamento”; “Estrazione del DNA”; “Amplificazione del DNA”; “Post Amplificazione del DNA”.
 
;[[Suore dello Spirito Santo (Ariano Irpino)|Suore dello Spirito Santo]]:
====Scuole====
Tale congregazione, fondata in Ariano di Puglia nel 1896 dalla giovane [[Giuseppina Arcucci]], svolge la sua opera nel campo socio-assistenziale e, a partire dal 1986, anche all'estero in ambito missionario. La casa madre è situata nel cuore del centro storico, alle spalle del municipio.
 
==Cultura==
In ambito cittadino sono fruibili i seguenti indirizzi didattici:
[[File:Ariano Irpino - a bust of Pietro Paolo Parzanese.jpg|thumb|Il busto bronzeo del "poeta del villaggio" [[Pietro Paolo Parzanese]] all'interno della [[Villa comunale di Ariano Irpino|Villa comunale]]]]
* Liceo Classico
* Liceo Scientifico
* Liceo Linguistico
* Liceo delle Scienze Umane
* Liceo Artistico
* Istituto Tecnico per Amministrazione, Finanza e Marketing
* Istituto Tecnico per i Sistemi Informativi Aziendali
* Istituto Tecnico per Costruzioni, Ambiente e Territorio
* Istituto Tecnico per la Chimica, i Materiali e le Biotecnologie
* Istituto Tecnico per la Meccanica, la Meccatronica e le Energie
* Istituto Tecnico per l'Elettronica e l'Elettrotecnica
* Istituto Professionale dei Servizi per l'Agricoltura e lo sviluppo rurale
* Istituto Professionale dei Servizi per l'Enogastronomia e l'Ospitalità alberghiera
* Istituto Professionale dell'Industria e dell'Artigianato per le produzioni industriali
* Istituto Professionale dell'Industria e dell'Artigianato per la manutenzione tecnica.
 
===Scuole===
Sede di [[distretto scolastico]], il territorio comunale ospita ventiquattro plessi didattici pubblici<ref name=pcariano>{{cita web|1=http://pcariano.servizigis.it/ClientArea.aspx?page=19&data=29|2=Piano di emergenza comunale|sito=Protezione Civile Ariano|pp=7-14|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190828130620/http://pcariano.servizigis.it/ClientArea.aspx?page=19&data=29}}</ref>, cinque dei quali riservati agli istituti superiori. Questi ultimi fanno capo a tre grandi poli scolastici: il liceo classico-scientifico "Pietro Paolo Parzanese"<ref>{{Cita web|http://www.liceoparzanese.it|Liceo Classico con annesso Liceo Scientifico Pietro Paolo Parzanese|sito=Liceo Parzanese|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170829202514/http://www.liceoparzanese.it}}</ref>, l'istituto d'istruzione secondaria superiore "Ruggero II"<ref>{{Cita web|https://www.istitutosuperioreruggerosecondo.edu.it|Istituto Istruzione Secondaria Superiore Ruggero II|sito=IISS Ruggero II|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170829175906/http://www.istitutosuperioreruggerosecondo.gov.it}}</ref> e l'istituto d'istruzione superiore "Giuseppe De Gruttola"<ref>{{Cita web|https://iisgdegruttola.edu.it|Istituto d'Istruzione Superiore Giuseppe De Gruttola|sito=IISG De Gruttola|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170829202750/http://www.iisgdegruttola.gov.it}}</ref>.
 
====Biblioteche=Università===
La città è sede d'esami dell'[[università telematica Pegaso]]<ref>{{Cita web|https://www.unipegaso.it/sedi/campania/ariano-irpino|Sede di Ariano Irpino|sito=Università telematica Pegaso|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240501173527/https://www.unipegaso.it/sedi/campania/ariano-irpino}}</ref> mentre l'[[ospedale Sant'Ottone Frangipane]] ospita un polo didattico dell'[[università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli]]<ref>{{cita web|https://www.aslavellino.it/index.php/it/azienda/attivita-istituzionali/formazione/corsi-universitari|Corsi universitari|sito=ASL Avellino|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201011072154/https://www.aslavellino.it/index.php/it/azienda/attivita-istituzionali/formazione/corsi-universitari}}</ref>. Il campus interuniversitario [[Biogem]] promuove infine l'alta formazione scientifica e magistrale negli ambiti biomedico, biochimico e biogiuridico<ref>{{cita web|https://biogem.it/index.php/it/formazione/dottorati-di-ricerca|Dottorati di ricerca|sito=Biogem|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240725003708/https://biogem.it/index.php/it/formazione/dottorati-di-ricerca}}</ref>.
 
===Ricerca===
===== Biblioteca Comunale P.S. Mancini =====
Fin dal 1991 la città è sede del [[Centro europeo di studi normanni]], sorto per iniziativa di un gruppo di studiosi francesi, inglesi e italiani e finalizzato alla ricerca storica sulla civiltà [[normanna]] nell'Europa medievale.
Si trova nel centro storico della città e comprende 20.000 volumi circa, nonché stampe che vanno dal [[XVI secolo|Cinquecento]] al [[XVIII secolo|Settecento]]. La raccolta venne costituita nel [[1870]] grazie all'acquisizione delle opere custodite nei Conventi Francescani e Scolopi di Ariano, nella Biblioteca dei Francescani di S. Giovanni del Palco a [[Lauro (Italia)|Lauro]], dai Francescani di [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]] e [[Casalbore]] e dagli Alcantarini di [[Mirabella Eclano]].
 
Inoltre nel 2006, alla presenza del premio Nobel [[Rita Levi-Montalcini]], è stato inaugurato il centro di ricerche [[BioGeM]] (Biologia e Genetica Molecolare), operante in ambito biogenetico e farmacologico.
Nel [[1866]], infatti, vennero soppressi gli Ordini e le Corporazioni Religiose, mentre i relativi bene furono [[Secolarizzazione dei beni ecclesiastici|secolarizzati]]. A seguito dell'atto di eversione ecclesiastica compiuto dal nascente Stato unitario, tutti i manoscritti che si trovavano negli edifici loro appartenenti vennero devoluti ad istituzioni pubbliche e musei delle rispettive provincie. Per la costituzione della biblioteca arianese fu determinante l'azione di [[Pasquale Stanislao Mancini]], cui la collezione è intitolata.
 
===Biblioteche===
===== Biblioteca Diocesana =====
;[[Biblioteca civica Pasquale Stanislao Mancini|Biblioteca civica]]:
Conta circa 10.000 opere e l'archivio della curia vescovile. La sua ubicazione è all'interno dell'omonimo museo.
Sita nel centro della città, possiede {{formatnum:60000}} volumi e opuscoli tra cui diverse migliaia di fondi antichi; i documenti multimediali ammontano a {{formatnum:20000}}. Per la sua costituzione fu determinante l'impegno del deputato [[Pasquale Stanislao Mancini]], cui la collezione è intitolata.
 
;[[Biblioteca diocesana (Ariano Irpino)|Biblioteca diocesana]]:
====Musei====
Ubicata all'interno del palazzo episcopale, conta {{formatnum:37340}} testi oltre all'archivio storico della curia vescovile e alla raccolta completa delle opere del sacerdote-poeta [[Pietro Paolo Parzanese]].
 
;[[Biblioteca Tipaldi]]:
=====Museo della Civiltà Normanna=====
Istituita nel 1731 dall'allora vescovo [[Filippo Tipaldi]], è custodita nel monastero delle [[suore oblate di San Francesco Saverio]]. Contiene {{formatnum:15480}} volumi e opuscoli, oltre a [[incunaboli]] e numerose edizioni antiche.
Situato all'interno del Castello e costituito da un'importante raccolta di monete normanno-sveve e da un fondo di altre monete medievali. Fanno inoltre parte del patrimonio museale: pergamene, cinquecentine, incisioni, un piatto argenteo di evangelario e materiali lapidei. Importanti le riproduzioni tra le quali, di gran pregio per qualità e dimensioni, quella del mantello di Re [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II]], indossato nell'incoronazione.
 
;[[Biblioteca Biogem]]:
Nella sala delle armi, intitolata all'ing. Mario Troso, sono in mostra 220 esemplari autentici di armi che coprono 2000 anni di storia. Le armi sono organizzate secondo le famiglie tipologiche di appartenenza: [[alabarda|alabarde]], picche, corsesche, falcioni, lance, ronconi, brandistocchi, scure, buttafuoco, alighieri, quadrelloni, forche, tridenti, spiedi. La sala accoglie, inoltre, da fondi diversi, rari esemplari di armi da taglio pre-romane e longobarde tra queste un rarissimo [[pilum]] romano, esemplare forse unico nel panorama museale italiano. Oltre al grande plastico della [[battaglia di Hastings]], recentemente restaurato, che ricostruisce quanto avvenuto nel 1066 quando prese avvio l'epopea normanna in Europa, spiccano un'armatura cinquecentesca autentica, una scure da decapitazione del XII secolo e un manichino che riproduce, in dimensioni naturali e con accurata ricercatezza filologica, un guerriero normanno a piedi, armato di tutto punto.
Collocata nel centro di ricerche [[Biogem]], si compone di circa {{formatnum:9000}} libri ed è comprensiva di tutte le pubblicazioni [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana|Treccani]].
 
;[[Biblioteca CESN]]:
===== Museo Civico e della Ceramica =====
Allestita nella sede del [[Centro europeo di studi normanni]], annovera circa {{formatnum:4000}} testi storici con un fondo antico di 75 libri.
Si trova a Palazzo Forte, in via D'Afflitto. All'interno si possono ammirare una raccolta di ceramica locale risalente al [[XVII secolo|XVII]] e [[XVIII secolo]] ad uso domestico o ornamentale ed una donazione privata di ceramiche meridionali-adriatiche risalente al IV-V secolo a.C. Alle ceramiche si sommano rare edizioni a stampa dei secoli [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo|XVII]] provenienti dalle librerie di conventi che sorgevano sul territorio e che furono soppressi nel corso dell'[[XIX secolo|Ottocento]], nonché la fototeca civica dal [[1865]] al [[1955]].
 
===== MuseoArte Archeologico =====
L'intero nucleo urbano è riconosciuto quale [[città d'arte]]<ref>{{cita web|https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/campania/media/fissi/pdf/musei.pdf|Musei|sito=Corriere del Mezzogiorno|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20221224043437/https://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/campania/media/fissi/pdf/musei.pdf}}</ref>. La sua più antica e tipica produzione artistica è la [[maiolica arianese]], ossia ceramica smaltata e decorata secondo canoni e stili differenti a seconda delle varie epoche.
Ospitato dal Palazzo Anzani, vi si trovano reperti archeologici rinvenuti nell'insediamento sulla collina della Starza, corredi funebri ritrovati nelle tombe a tumulo di un insediamento sannitico di [[Casalbore]], reperti romani provenienti da [[Aequum Tuticum]] ed altri oggetti d'interesse storico rinvenuti nel comprensorio.
 
===Musei===
===== Museo Degli Argenti =====
[[File:Weltliche Schatzkammer Wienc.jpg|thumb|upright=1.1|left|Riproduzione del [[mantello dell'incoronazione di Ruggero II]], il sovrano delle [[Assise di Ariano]], esposto nel Museo della civiltà normanna]]
Ha sede nell'ex Tesoreria della Cattedrale dell'Assunta. Conserva tra l'altro un ostensorio d'argento di Pietro Vannini, il reliquario contenente le [[Sacra Spina|Sacre Spine]] della corona di [[Cristo]], donate da [[Carlo I d'Angiò]] al Vescovo di Ariano, e la statua in argento del Santo Patrono della città, risalente al [[XVII secolo]].
 
;[[Museo della civiltà normanna]]:
===== Museo Diocesano =====
Collocato nel palazzo Bevere-Gambacorta, presso l'ex chiesa di San Francesco d'Assisi, custodisce reperti storici, scritti, armi e monete di epoca alto-medievale.
Ospita pitture del [[XVII secolo|Seicento]] e [[XVIII secolo|Settecento]] napoletano, tra cui "l'Annunciazione" del pittore fiammingo Wenzel Cobergher, altre opere lignee e marmoree oltre ad un gran numero di oggetti ed arredi sacri. Al suo interno è ubicata la Biblioteca Diocesana che conta circa 10.000 opere e l'archivio storico della Curia Vescovile.
 
;[[Museo archeologico di Ariano Irpino|Museo archeologico]]:
===== Museo Arcucci =====
Allestito in uno storico edificio alla via [[Donato Anzani]], vi si trovano reperti di epoca [[neolitico|neolitica]], [[sanniti]]ca e [[civiltà romana|romana]] provenienti dai siti archeologici della [[valle del Miscano]].
Custodito dalle [[Suore dello Spirito Santo]], conserva documenti di archivio delle monache Benedettine Cassinesi di Ariano risalenti al periodo tra il 1565 ed il 1877, volumi della biblioteca, arredi e oggetti sacri.
 
===== ;[[Museo dicivico Storiae della Vitaceramica e(Ariano dellaIrpino)|Museo Terracivico "Biogeo"e della =====ceramica]]:
Situato lungo via [[Rodolfo d'Afflitto]], espone la fototeca civica, stampe di epoca rinascimentale e una vasta collezione di antiche maioliche locali.
Sito all'interno del centro di ricerca e campus "Biogem". Biogeo ha lo scopo di illustrare l'origine e l'evoluzione della vita sulla Terra. Al suo interno sono esposti numerosi fossili ed è possibile ammirare i resti di un [[allosaurus|allosauro]]. Infine, è da poco stata inaugurata la Quadrisfera, una struttura ideata dal fisico italiano [[Paco Lanciano]], che consente di assistere ad una multiproiezione di quattro filmati sincronizzati in un caleidoscopio tecnologico, grazie ad un complesso gioco di monitor e specchi, come nel centro di una sfera. L'allestimento multimediale racconta, in pochi suggestivi minuti e con suoni ed immagini di grande forza comunicativa, gli eventi legati all'origine e all'evoluzione della terra e della vita.
 
;[[Museo degli argenti (Ariano Irpino)|Museo degli argenti]]:
=== Media ===
Ha sede nell'ex tesoreria della [[cattedrale di Ariano]]. Custodisce numerosi cimeli artistici nonché un reliquiario contenente due [[Sacre Spine]] della [[corona di Cristo]].
 
;[[Museo diocesano (Ariano Irpino)|Museo diocesano]]:
==== Radio ====
[[File:ArianoIrpino MuDi salaespositiva.jpg|thumb|Paramenti liturgici nel Museo diocesano]]
''Radio Canale 4'' è stata un'emittente radiofonica fondata negli anni '90. Modulava su 102,7 sulle province di Avellino e Benevento e in streaming su www.radiocanale4.it. La radio ha spento le sue frequenze a seguito della conversione in Ai Radio.
 
Ubicato nell'ex chiesa di Santa Lucia, espone pitture di [[pittura napoletana|scuola napoletana]] risalenti al Seicento e al Settecento oltre a svariate opere tessili, lignee e marmoree.
''Ai Radio'' emittente radiofonica che nasce dalle ceneri di Radio Canale 4 e modula in Fm sulle province e città di Avellino e Benevento con la 107,7. Ha iniziato i programmi il 10 novembre 2014 dopo aver apportato una serie di cambiamenti alla struttura sia tecnica che artistica.
 
Si occupa principalmente di informazione locale condotta in diretta con aggiornamenti riguardanti le notizie del territorio su cui si estende la copertura, ovvero le province di Avellino e Benevento. Durante il giorno si susseguono le dirette con professionisti dell'intrattenimento radiofonico.
;[[Museo Giuseppina Arcucci]]:
Custodito dalle [[Suore dello Spirito Santo (Ariano Irpino)|suore dello Spirito Santo]], è dedicato alla fondatrice della congregazione ma conserva opere e documenti di epoca anteriore.
 
;[[Biogeo]]:
Sorto all'interno del centro di ricerca [[Biogem]] con il supporto dell'[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia]], tale museo illustra l'origine e l'evoluzione della [[Terra]] e della [[vita]].
 
=== Media ===
''Canale 58'' è l'emittente televisiva cittadina, fondata nel 1994; dal 2013 si è dotata di un proprio sito web. Trasmette sul canale 85 del digitale terrestre.<ref>{{cita web|https://www.tvdream.net/web-tv/canale58|Canale 58|sito=Tv Dream|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201127132211/https://www.tvdream.net/web-tv/canale58}}</ref>
 
==== TelevisioneMusica ====
Nella [[cattedrale di Ariano]] è attivo un coro polifonico. Le principali rassegne concertistiche in ambito cittadino sono ''ClassicAriano'' (a cura della Società italiana musica da camera)<ref>{{cita web|https://www.comunediariano.it/archivio6_eventi-in-agenda_0_159.html|ClassicAriano|sito=Comune di Ariano Irpino|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20241209161248/https://www.comunediariano.it/archivio6_eventi-in-agenda_0_159.html}}</ref> e ''BiogemMusica'', quest'ultima istituita su diretta iniziativa del centro di ricerche [[Biogem]].
''Canale 58'' è l'emittente televisiva cittadina, fondata da Pietro Puopolo (presidente) e Amleto Bevere (amministratore delegato e responsabile di rete) unitamente ad un gruppo di imprenditori soci, diretta da Gianni Raviele, ex vicedirettore del [[TG1]]. Nata alla fine degli [[anni 1990|anni novanta]], si caratterizza per un palinsesto focalizzato sull'informazione regionale. Infatti nel 2013 l'emittente televisiva, oltre ad ampliare la copertura territoriale estendendola a tutte le province campane, si è dotata di un sito web: www.canale58.com con servizi rubriche ed altro.
 
===Cucina===
[[File:Irpinia - Colline dell'Ufita.jpeg|thumb|left|L'olio extravergine d'oliva [[Irpinia - Colline dell'Ufita]], un prodotto legato intimamente al territorio]]
 
L'arte culinaria locale rispecchia fedelmente le tradizioni contadine e pastorali, tanto che molte delle pietanze conservano le caratteristiche denominazioni vernacolari<ref name=Vmn>{{cita|La Valle del Miscano|pp. 63-100 (a cura di Giovanni Bosco Maria Cavalletti).}}</ref>.
La cucina arianese rispecchia le tradizioni contadine e pastorali del luogo. I piatti principali si preparano con prodotti “poveri”, soprattutto verdure; la carne più utilizzata è quella di [[Sus scrofa domesticus|maiale]], di cui praticamente viene sfruttato ogni scarto per gli usi più vari, dal [[lardo]] all'osso del [[prosciutto]], mentre le poche pietanze di pesce sono a base di [[baccalà]]. I condimenti per eccellenza sono [[Irpinia - Colline dell'Ufita|olio d'oliva locale]], cui è stato accordata la [[Denominazione di Origine Protetta - Protezione Transitoria Nazionale|Protezione Nazionale Transitoria]] in vista del [[Denominazione di origine protetta|DOP]], e la [[strutto|sugna]].
 
Oltre al rinomato pane casereccio cotto in [[forno a legna]] sotto vari formati, anche alcuni tagli di pasta e certe forme di latticini e insaccati sono peculiari di questa terra ad alta vocazione agro-zootecnica<ref>vedi sezione [[#Agricoltura]]</ref>, mentre fra le carni prevalgono piuttosto quelle bianche degli animali da cortile, spesso farcite e aromatizzate con erbe selvatiche locali<ref name=cdA>{{cita web|http://www.cittadiariano.it/pagina/ricette-arianesi/235|Ricette arianesi|sito=Città di Ariano|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170909142903/http://www.cittadiariano.it/pagina/ricette-arianesi/235}}</ref>. Nonostante la relativa lontananza dai due mari [[Tirreno]] e [[Adriatico]] (distanti comunque meno di {{M|100|u=km}}), non manca qualche portata a base di pesce come ad esempio la tipica pizza con le alici.<ref name=Vmn/>
Tipica dell'arianese è la pasta casereccia cucinata con verdure o [[ragù]]. I formati più tradizionali sono i ''Cicatielli'', di forma allungata con un'incavatura all'interno ed i ''Cavaiuóli'', ravioli con ricotta di forma circolare.
 
Gli ortaggi costituiscono poi una quota rilevante degli ingredienti in uso, tanto che già nell'Ottocento veniva ad esempio rimarcata<ref>{{cita|N. Flammia|p. 106}}.</ref> la produzione in "quantità immensa di peperoni, detti ''pipilli''" (denominazione quest'ultima tuttora in auge nel [[dialetto arianese]]).
Tra i '''primi piatti''' caratteristici di questa parte dell'Appennino si possono citare:
Larghissimo è anche l'utilizzo di legumi e verdure (ivi compreso il ''cardone'' di Natale), la cui cottura richiede comunque un particolare tipo di pentola chiusa in terracotta, la ''pignata''.<ref name=Vmn/><ref name=cdA/>
* ''minesta mmaritata'', verdura bollita con pollo e prosciutto;
[[File:Ariano Irpino cherries.jpeg|thumb|"Ciliegie della Signora", una tipica varietà locale con frutti colorati a forma di cuore]]
* ''làjne 'e fasùli'', fettuccine all'uovo con fagioli;
* ''cardone'', cardo a pezzetti cotto in brodo di gallina con polpettine di carne ed uova. Si tratta di una pietanza tipica delle festività;
* ''ciambòtta'', uno stufato a base di verdure stagione come patate, pomodori, fagiolini aglio sedano ecc.
 
Assai caratteristica è la frutta, tanto che alcune cultivar, soprattutto di ciliegie, sono autoctone<ref>{{cita web|http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/tradizionali/ciliegia-maiatica.html|Ciliegia maiatica, Melella, di San Pasquale|sito=Assessorato all'Agricoltura della Regione Campania|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171010041241/http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/tradizionali/ciliegia-maiatica.html}}</ref>. Tradizionale nelle stagioni intermedie è inoltre la ricerca di tipici prodotti del sottobosco: così in primavera si raccolgono i cosiddetti ''spàlici'' (l'essenza ''[[Asparagus acutifolius]]'', una varietà di asparago più piccola ma più aromatica di quella coltivata), in autunno invece i ''cardariélli'' (la prelibata specie fungina ''[[Pleurotus eryngii]]'').<ref name=Vmn/>
Tra i '''secondi piatti''' si possono ricordare:
* ''pipilli e patane cu lu salisicchio'', salsiccia di maiale a tocchetti, fritta con patate e peperoni;
* ''mugliatiélli'', involtini di interiora e frattaglie di agnello, avvolti con l'intestino;
* ''spizzatino Arianese'', carne di vitello a tocchetti con salsa di pomodoro;
* ''pizza cu li ccécule'', una pizza di pane con pezzettini di lardo di maiale disciolto;
* ''fritticiello'', soffritto con interiora di maiale, o agnello, patate e peperoni all'aceto. In passato era un tipico piatto invernale, quando tra dicembre e gennaio si macellavano i suini;
* ''cime e baccalà'', baccalà cotto con cime di rapa;
* ''pipilli chjini'', peperoni all'aceto ripieni con un impasto di mollica di pane sbriciolata, pinoli, noci, uva passa, aglio, prezzemolo, olio ed altri condimenti. L'accoppiata ''pipilli chjini'' – ''cime e baccalà'' è tipica della vigilia di natale.
 
Alcuni piatti decisamente più elaborati sono invece esclusivi di certe ricorrenze: ''strùffoli'' a Carnevale, ''casatiélli'' e ''pizzpanàro'' a Pasqua, ''pipilli chjini'' e ''zéppule'' alla vigilia di Natale, ''malàti'' alla vendemmia, ''pizza cu li ccécule'' alla mattanza del maiale.<ref name=Vmn/><ref name=cdA/>
Per quanto riguarda i '''dolci''', infine:
* ''casatiello'', una focaccia dolce farcita di riso. È tipica del periodo pasquale;
* ''malati'', tarallucci di pasta bolliti nel vino cotto.
 
Per tutte le pietanze il condimento immancabile è l'olio extravergine d'oliva [[denominazione di origine protetta|DOP]]
''[[Irpinia - Colline dell'Ufita]]'' ricavato da piante della tipica cultivar ''[[Ravece]]''<ref name=oli>{{cita libro|||La definizione identitaria di un territorio rurale - Benessere e antichi mestieri nell'Alta Irpinia|curatore=Gianpaolo Basile, Paolo Diana, Maria Prosperina Vitale|p=152|isbn=9788891738189}}</ref>, mentre il marchio [[prodotto agroalimentare tradizionale|PAT]] spetta al [[caciocchiato]], un formaggio da dessert di produzione esclusivamente locale; notevole anche la tradizione vitivinicola, grazie alla presenza di diversi vitigni autoctoni<ref name=vsdi>{{cita testo|titolo=Vitigni storici d'Irpinia|url=http://www.agricoltura.regione.campania.it/pubblicazioni/pdf/vitigni-storici-irpinia.pdf|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210917034837/http://www.agricoltura.regione.campania.it/pubblicazioni/pdf/vitigni-storici-irpinia.pdf|isbn=978-88-95230-21-4}}</ref>.
 
===Eventi===
''Ariano International Film Festival'' è un concorso cinematografico<ref>{{cita web|https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/08/01/news/successo_per_l_ariano_international_film_festival_serata_finale_con_salvatore_esposito-312546197/amp|Successo per l'Ariano International Film Festival|sito=La Repubblica|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211105141706/https://napoli.repubblica.it/cronaca/2021/08/01/news/successo_per_l_ariano_international_film_festival_serata_finale_con_salvatore_esposito-312546197/amp}}</ref>; si svolge annualmente tra i mesi di luglio e agosto.
 
''Ariano Folk Festival'' costituisce una rassegna di musica etno-folk<ref>{{cita libro|||Guida ai festival 08-09. Un anno di eventi culturali in Italia|Morellini Editore|2008|p=98|isbn=9788889550304}}</ref>; si tiene nella seconda metà di agosto.
Ciascuno degli eventi qui riportati può seguire una cadenza trimestrale o annuale:
* Fiere della Campania<ref>http://www.corsoitalianews.it/fiera-caccia-pesca-ad-ariano-irpino-numerose-le-adesioni-020317/</ref>
* Ariano Film Festival<ref>https://www.comingsoon.it/cinema/news/al-via-la-v-edizione-dell-ariano-film-festival-in-programma-dal-29-luglio/n68637/</ref>
* Vicoli ed Arte<ref>http://www.ecampania.it/avellino/eventi/vicoli-ed-arte-ad-ariano-irpino</ref>
* Rievocazione storica del dono delle Sacre Spine<ref>http://napoli.repubblica.it/cronaca/2016/08/01/news/storia_folklore_e_fede_ad_ariano_irpino-145187038/</ref>
* Ariano Folk Festival<ref>http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/spettacoli/17_agosto_17/ariano-folkfestival-irpinia-band-russia-africa-america-latina-952b4326-8350-11e7-ab10-ace68caae8fb.shtml</ref>
* ClassicAriano, rassegna di musica classica curata dalla Società italiana della musica da camera<ref>http://www.quotidianodelsud.it/campania/societa-cultura/2016/07/29/basilica-cattedrale-apre-porte-classicariano</ref>
 
''Le due culture'' è un meeting organizzato in settembre dal centro di ricerche [[Biogem]]; vi prendono parte insigni studiosi e premi Nobel<ref>{{cita web|1=https://st.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2016-08-30/i-nobel-tornano-biogem-festival-due-culture-173527.shtml?uuid=ADuFvMCB|2=I Nobel tornano a Biogem al Festival delle due culture|sito=Il Sole 24 ore|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190824054936/https://st.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2016-08-30/i-nobel-tornano-biogem-festival-due-culture-173527.shtml?uuid=ADuFvMCB}}</ref>.
==Persone legate ad Ariano Irpino==
*
* [[Girolamo Angeriano]] ([[1470]] - [[1535]]), poeta e umanista
* [[Diomede Carafa]] ([[1492]] - [[1560]]), cardinale
* [[Donato Anzani]] ([[1658]] - [[1732]]), vescovo
* [[Giovanni Angelo Anzani]] ([[1701]] - [[1770]]), vescovo
* [[Filippo Maria Pirelli]] ([[1708]] - [[1771]]), cardinale
* [[Nicola Intonti]] ([[1775]] - [[1839]]), ministro borbonico
* [[Pietro Paolo Parzanese]] ([[1809]] - [[1852]]), poeta
* [[Pasquale Stanislao Mancini]] ([[1817]] - [[1888]]), giurista e politico
* [[Aurelio Covotti]] ([[1871]] - [[1956]]), storico della filosofia
* [[Ireneo Vinciguerra]] ([[1887]] - [[1954]]), deputato dell'Assemblea Costituente
* [[Italo Sgobbo]] ([[1901]] - [[1993]]), medico, archeologo, ispettore onorario per i beni archeologici
* [[Enea Franza]] ([[1907]] - [[1986]]), senatore della repubblica
* [[Francesco Cusano]] ([[1925]] - [[1976]]), poliziotto, medaglia d'oro al [[valor civile]]
* [[Luigi Franza]] ([[1939]]), senatore della repubblica e avvocato penalista
* [[Giovanni Grasso (politico)|Giovanni Grasso]] ([[1940]] - [[1999]]), politico
* [[Ortensio Zecchino]] ([[1943]]), politico e storico
* [[Leonardo Surro]] ([[1962]]), calciatore
*[[Lorenzo Zecchino]] ([[1963]]), cantautore
* [[Alfredo Cardinale]] ([[1976]]), calciatore
 
==Geografia antropica==
[[File:ariano irpino via russo anzani.jpg|thumb|left|Viale Russo-Anzani, lungo gli spalti delle antiche mura]]
 
===Urbanistica===
Il centro storico cittadino, situatoarroccato sul crinale del "[[#Tricolle|Tricolle"]] e di impianto [[Alto Medioevo|alto-medioevale]]medievale, avevaebbe fin dall'origine una forma piuttosto allungata. Esso infatti si disponeva infatti lungo unla antico''via tracciato (probabilmentevecchia'', una semplice [[mulattiera]] non pavimentata)militare che dadalla [[Benevento]]Puglia (capitale dellall'omonimoepoca [[Ducatoduramente dicontesa Benevento|Ducato]]ai [[Longobardi|longobardoBizantini]]) conduceva verso laal [[Pugliaducato di Benevento]], all'epocapossesso duramente contesa aidei [[BizantiniLongobardi]]<ref>{{cita|N. TaleFlammia|pp. tracciato20 èe tuttora riconoscibile nelle vie Conservatorio, Strada (oggi Capezzuti), Annunziata, D'Afflitto, Piazza Ferrara (oggi Garibaldi), Guardia (oggi Umberto I), Pasteni126}}. Da</ref>; tale percorso siè staccavanoben poi altre mulattiere (dirette verso alcuni paesi limitrofi) lungo le qualiriconoscibile sorseronei diversitre rioni: èin ilsequenza caso''Guardia, delPiazza "Sambuco"Ferrara, (vie SStrada''.Stefano-Anzani) lungoFin unadal direttriceIX persecolo [[Villanovala delcerchia Battista|Villanova]]-[[Zungoli]]urbana maera anchemunita di "San Nicola" (vie Parzanese-Intonti) lungo un tracciato per [[Montecalvoporte<ref>{{cita|T. IrpinoVitale|Montecalvo]]p. La31}}.</ref> cerchia urbana erae cinta da mura<ref>{{Cita|G. Stanco|p. 5}}.</ref>, alcuni tratti delle quali sonosormontano tuttoral'odierno visibili in viaviale Russo-Anzani.<ref Invecename=busin/>; ill'imponente [[castello, estremodi baluardo,Ariano]] sorgevaera nel punto più elevato ed erainvece staccato dal resto dell'abitato, attorno al quale vi erano piuttosto alcune distese di pascoli pubblici<ref>{{cita|N. L'agroFlammia|p. rurale,27}}.</ref>. sebbeneNella assai''[[Tabula vasto,rogeriana]]'' risultavadel poco1154 popolatola incittà, quantodenominata vi erano solo rari gruppi di case fortificate (iin [[casale|casalilingua araba]]), destinati''ʼAryānah'' comunque(erroneamente atrascritto soccombere''ʼArnānah''), agliera attacchiposta continuilungo cuiun erano sottoposti. Di contro i burroniitinerario che attualmente circondano il centro storico non esistevano in origine; essi si sono formati a seguito di profondicollegava [[erosione|fenomeni erosiviOrdona]] (e conseguentio [[franaTroia (Italia)|franeTroia]]) provocatiad dell'erronea[[Apice regimentazione(Italia)|Apice]], dellecon acquesuccessivo piovaneproseguimento lungoverso iBenevento, ripidissimi pendiiAvellino e, nelSalerno<ref>{{cita corsolibro|Celestino|Schiaparelli|L'Italia deidescritta secoli,nel hanno"Libro inghiottito diversi rioni risultandodel cosìre non meno dannosi dei terremotiRuggero"|1883|p=125|url=https://books.google.it/books?id=FYQpAAAAYAAJ&pg=PA125}}<br Tuttavia/>Il nelpunto complessoiniziale ladel conformazionetragitto urbanaè subìincerto: sostanzialmenteil pochenome modifichearabo durante'''Atrunah'' ilsembra suoriecheggiare primoOrdona, millennioma dila vita,distanza nonostante(appena leXVI guerremiglia) continueappare emeglio ilriferibile succedersia delle dominazioniTroia.</ref>.
 
A partire dal tardo Duecento diversi quartieri urbani o extramurali iniziarono a svilupparsi presso antiche diramazioni della ''via vecchia'': è il caso di ''Santo Stefano'' e ''Sambuco'' (lungo un viottolo per [[Villanova del Battista|Pulcarino]]-[[Zungoli]]), ma anche di ''San Nicola'' e ''San Giovanni Valle'' (lungo un duplice sentiero per [[Montecalvo Irpino|Montecalvo]]). Non mancavano gli insediamenti di fortuna, spesso rupestri, i quali conservano talora l'[[etnonimo]] dei loro primi abitatori (è il caso del costone ''Tranesi'', popolato da profughi giunti da [[Trani]]). Le numerose grotte esistenti fuori e dentro le mura hanno infatti origine antica ma artificiale; esse fungevano da rifugi o da vie di fuga e soltanto in un secondo momento furono adibite a botteghe o cantine. Anche i molti burroni che circondano il centro storico non esistevano in origine, ma si formarono a seguito di profondi fenomeni erosivi (e conseguenti frane) provocati dell'erronea regimentazione delle acque piovane lungo i ripidissimi pendii, con la conseguente rovina di diversi rioni<ref>{{cita|N. Flammia|pp. 17-18}}.</ref>.
La situazione mutò radicalmente solo nel [[XVIII secolo]], quando Re [[Carlo III di Spagna]] fece costruire la "Via Regia delle Puglie", ossia la prima grande strada carreggiabile che, per ragioni di spazio, si limitava a rasentare il centro storico (attuali Corso Vittorio Emanuele - Via Nazionale). Fu in quel periodo che bottegai e tavernai si stabilirono in massa lungo la nuova strada, fondando così i rioni S.Rocco, S.Domenico, S.Giovanni, Valle e Pagliare. Nel frattempo, grazie all'accresciuta sicurezza (garantita dal potente esercito spagnolo), in tutte le zone rurali si edificavano numerose [[masseria|masserie]], molte delle quali erano comunque fortificate.
[[File:Ariano Irpino, Madonna del Carmelo.jpeg|thumb|upright=0.8|La chiesa della Madonna del Carmine nel seicentesco rione San Rocco]]
 
La conformazione urbana mutò notevolmente tra il Seicento e il Settecento, quando fu ultimata la cosiddetta ''via nova'', ossia la [[strada regia delle Puglie]] (poi ridenominata [[via nazionale delle Puglie]]), la prima grande arteria che, per ragioni di spazio, si limitava a rasentare il nucleo antico e le sue vetuste mura. Fu in tale periodo che bottegai e tavernai abbandonarono le loro vecchie dimore (devastate peraltro dalla serie di eventi sismici susseguitisi tra il 1688 e il 1732) e si stabilirono in massa lungo la ''via nova'', fondando così i rioni ''San Rocco, San Domenico, Ariella, Pagliare''<ref>{{cita|N. Flammia|p. 19}}.</ref>.
Un secondo rivoluzionamento urbanistico si ebbe poi nel [[XX secolo]], determinato non solo dagli eventi bellici della [[Seconda Guerra Mondiale]] ma anche dal susseguirsi di ben tre terremoti nell'arco di soli 50 anni (dal 1930 al 1980). Si determinò allora, oltre all'ampliamento del centro storico a scapito degli antichi pascoli pubblici (rioni Calvario, Pallottini, Pasteni, Fontananuova), anche la costruzione di nuovi quartieri periferici (Cardito, S.Pietro, S.Antonio, Martiri) situati a mezza costa lungo l'attuale tracciato in variante della [[Strada Statale 90 delle Puglie]]. L'intero centro abitato ha assunto così una conformazione conico-elicoidale di cui però il centro antico continua a rappresentare il vertice. Si è inoltre registrata un'intensa attività edilizia nelle zone rurali con la creazione di numerosissime villette spesso allineate (le quali ospitano in effetti una buona metà della popolazione attuale), mentre il centro storico è stato solo parzialmente ricostruito. Tuttavia l'attuale piano urbanistico comunale ed il relativo regolamento edilizio, in vigore dal 29 Aprile 2010<ref>http://old.comunediariano.it/SUE/index.html</ref>, assegnano particolare tutela proprio alla città storica nell'ambito delle aree urbane, mentre la stragrande maggioranza del circostante territorio comunale è riconosciuta quale paesaggio rurale.
 
Un altro rivoluzionamento urbanistico si ebbe poi nel Novecento, innescato non soltanto dai danni bellici della [[seconda guerra mondiale]] ma anche da una nuova serie di terremoti verificatisi tra il 1930 e il 1980. Si determinò allora, oltre all'ampliamento del centro antico a scapito dei primitivi pascoli pubblici (rioni ''Calvario, San Leonardo, Pàsteni-Fontananuova, Pallottini-Piano della Croce''), anche la costruzione di nuovi quartieri periferici (''Cardito, San Pietro, Sant'Antonio, Martiri'') realizzati a mezza costa presso il moderno tracciato in variante della [[strada statale 90 delle Puglie]]. L'intero centro abitato, intervallato da pendii e aree verdi, ha così assunto una conformazione conico-elicoidale di cui però il centro storico continua a rappresentare il vertice. Infatti il piano urbanistico comunale e il relativo regolamento edilizio (in vigore dal 2010) stabiliscono norme volte a salvaguardare la città antica, mentre gran parte dell'agro è tutelato quale paesaggio rurale<ref name=PRG>{{cita web|http://old.comunediariano.it/SUE/PUC-NTA.pdf|Piano urbanistico comunale|sito=Comune di Ariano Irpino|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170829121157/http://old.comunediariano.it/SUE/PUC-NTA.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita web|http://old.comunediariano.it/SUE/RUEC.pdf|Regolamento urbanistico edilizio comunale|pp=92-99|sito=Comune di Ariano Irpino|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220419172651/http://old.comunediariano.it/SUE/RUEC.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
=== Frazioni e località ===
Nell'ambito del territorio comunale non vi sono altri [[centro abitato|centri abitati]] oltre a quello di Ariano.
 
=== Contrade ===
Numerosi sono invece i [[località abitata#nucleo abitato|nuclei abitati]] rurali, detti localmente "contrade":
[[File:Ariano Irpino - Contrada San-Liberatore.jpg|thumb|left|Tipico paesaggio agreste, tra colline e oliveti. Al centro si scorge il [[santuario di San Liberatore]], nell'omonima contrada.]]
* ''Àccoli'' (alt. 640 m. s.l.m.), il nome deriva da "àcquole" (=piccole sorgenti d'acqua), stessa etimologia della città de [[L'Aquila]];
 
* ''Acqua di Tauro'' (alt. 530 m. s.l.m.), vi si trova un'antica fontana ben conservata;
Una parte cospicua della comunità cittadina risiede nelle zone rurali<ref>{{cita|Statuto comunale|art. 2, comma 3.}}</ref>, tradizionalmente dette contrade<ref>{{Cita|N. Flammia|p. 41}}.</ref>. Già abitate nel [[basso medioevo]] (lo si deduce dal gran numero di chiese rurali attestate fin dal Trecento)<ref>{{cita|T. Vitale|pp. 200-205}}.</ref>, le contrade ebbero per lunghi secoli vita difficile a causa della diffusa insalubrità e insicurezza. A partire dal [[rinascimento]] sorsero comunque diverse nuove [[masserie]]<ref>vedi sezione [[#Le masserie]]</ref>, ma il grosso sviluppo dell'edilizia rurale si è registrato soltanto in epoca contemporanea, dopo che la [[malaria]] e il [[brigantaggio]] erano stati finalmente debellati; fino all'Ottocento la stragrande maggioranza della popolazione risiedeva infatti nel centro storico<ref>{{cita libro|Gerolamo|Boccardo|Nuova enciclopedia italiana|1876|Unione tipografico-editrice torinese|ed=6|vol=2|p=687|url=https://books.google.it/books?id=gxBGAQAAIAAJ&pg=PA687}}</ref>.
* ''Acquasalza'' (alt. 380 m. s.l.m.), detta così per la presenza di sorgenti d'acqua salata. Più a valle vi è invece una conca assai fertile, chiamata ''Codelonga'';
 
* ''Acquazzuolo'' (alt. 460 m. s.l.m.), nei cui pressi sono stati rinvenuti sporadici resti risalenti al [[Neolitico]];
Le contrade conservano solitamente le denominazioni tradizionali in [[dialetto arianese]], con frequenti riferimenti toponomastici non soltanto all'ambiente naturale ma anche al feudalesimo e alla religione<ref>{{cita libro|Nicola|d'Antuono|Locorum nomina - Ariano et contorni - Cenni di toponomastica rurale|ottobre 2002||Ariano Irpino}}</ref>. Dall'analisi delle mappe topografiche si evince che, ad eccezione della borgata sorta nell'Ottocento presso la [[stazione di Ariano Irpino|stazione ferroviaria]], le aree vallive sono generalmente evitate dagli insediamenti abitativi. In effetti molte contrade si sviluppano su aree collinari, in prossimità di fonti sorgive, ad altitudini comprese tra 200 e {{M|800|ul=m slm}}<ref>{{cita testo|autore=[[Istituto Geografico Militare]]|titolo=Carta topografica d'Italia|posizione=foglio 174 Ariano Irpino|città=Firenze}}</ref>
* ''Anselìce'' (alt. 300 m. s.l.m.), situata nel punto climaticamente più caldo del territorio comunale, ove raramente nevica;
* ''Arnola'' (alt. 535 m. s.l.m.);
* ''Bagnara'' (alt. 510 m. s.l.m.);
* ''Bassiello'' (alt. 585 m. s.l.m.), situata lungo un antica mulattiera per [[Montecalvo Irpino]];
* ''Bosco'' (alt. 620 m. s.l.m.), in questa grande area verde si tiene la tradizionale festa della pizza;
* ''Brecceto'' (alt. 630 m. s.l.m.), nella parte bassa vi è un'antica fontana;
* ''Caccarone'' (alt. 650 m. s.l.m.), vi si trovano diversi profondi laghetti che erano antiche cave di gesso;
* ''Camporeale'' (alt. 630 m. s.l.m.), situata lungo la linea spartiacque su di un vasto altipiano erboso, all'intersezione fra il Regio [[Tratturo Pescasseroli-Candela]] e il [[Tratturello]] per [[Foggia]]. Ricca di antiche [[masseria|masserie]] (notevoli soprattutto quelle di''San Giovanni'' e ''Santa Lucia''), ospita oggi diversi insediamenti produttivi e il centro di ricerche Biogem<ref>([[#Cultura#Ricerca|vedi sezione Ricerca]])</ref>
* ''Cannelle'' (alt. 615 m. s.l.m.), anticamente era sede di una villa della nobile famiglia Caracciolo-Cannelle. Attualmente al suo posto sorgono un centro sociale e l'arena "Pietro Mennea";
* ''Cardito'' (alt. 600 m. s.l.m.), vi è una chiesetta dedicata a [[San Francesco di Paola]], Divenuta oggi assai popolosa, ospita la zona commerciale della città;
* ''Cariello'' (alt. 600 m. s.l.m.), il nome deriva forse da ''lucariello'' (=piccolo podere, in dialetto ''luoco''), in seguito interpretato come ''lu cariello'';
* ''Carpiniello'' (alt. 600 m. s.l.m.), il nome dialettale significa letteralmente "fontanella". Situato in una valle amena, ospita oggi un importante centro sportivo;
* ''Casavetere'' (alt. 580 m. s.l.m.);
* ''Casone'' (alt. 370 m. s.l.m.), ospita l'area fieristica;
* ''Castaglione'' (alt. 650 m. s.l.m.), vi è un rilievo roccioso ma non vi sono prove dell'esistenza di un castello;
* ''Centovie'' (alt. 390 m. s.l.m.);
* ''Cerreto'' (alt. 575 m. s.l.m.), ospita la stazione ferroviaria (nella frazione ''Scalo'', situata nel fondovalle a soli 480 m. s.l.m.) e la chiesa di San Giovanni Evangelista. In passato vi erano anche alcune fornaci per la produzione di laterizi (ora abbandonate);
* ''Cervo'' (alt. 375 m. s.l.m.), vi è una chiesa dedicata alla Madonna di Pompei;
* ''Cesine'' (alt. 620 m. s.l.m.), si estende a valle del santuario della Madonna del Carmine;
* ''Cippone'' (alt. 575 m. s.l.m.), da cui si gode un'ampia veduta panoramica sulla valle del [[Miscano]];
* ''Consini'' (alt. 685 m. s.l.m.);
* ''Contessa'' (alt. 250 m. s.l.m.), situata in prossimità del fiume [[Ufita]] sul confine di [[Apice]], tra tutte le contrade è quella situata alla minore altitudine;
* ''Costa San Paolo'' (alt. 500 m. s.l.m.), detta anche ''Cupre'' o ''Cùpido'';
* ''Costavaccaro'' (alt. 720 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Zungoli]], è quasi spopolata. Vi sorge, su di una rupe boscosa a strapiombo sul fiume [[Cervaro (fiume)|Cervaro]], l'antica Torre de li Pizzi<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture militari|vedi sezione Monumenti]])</ref>; vi erano anche numerose cave di pietra;
* ''Creta'' (alt. 460 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Melito Irpino]], vi si trova oggi la cappella del Purgatorio;
* ''Cristina'' (alt. 375 m. s.l.m.), ubicata lungo la linea ferroviaria a ridosso del fiume [[Miscano]] e pressoché spopolata, ospitava uno stabilimento per la produzione di materiali per edilizia le cui materie prime erano tratte da alcune cave presenti in loco, ora abbandonate;
* ''Cupamorte'' (alt. 640 m. s.l.m.), pare che fosse così denominata poiché in tempi antichi vi era un covo di briganti e assassini;
* ''Difesa Grande'' (alt. 700 m. s.l.m.), situata su di un vasto altipiano al confine con [[Monteleone di Puglia]], è una fra le più estese contrade arianesi. Vi passava la [[via Herculea]], come attestato da un reperto rinvenuto in loco. Vi si trovano diverse cave (gesso, argilla e pietra da costruzione, ora tutte in disuso), molte [[masseria|masserie]], l'antica ''Torre delle Ciàvole'' (in dialetto ''ciàvola''=cornacchia) e la piccola chiesa del Calvario.
* ''Falceta'' (alt. 600 m. s.l.m.), il nome non deriva da "falce", ma dalle [[felci]] che vi crescevano in abbondanza. Conserva un'antica masseria;
* ''Festola'' (alt. 660 m. s.l.m.);
* ''Ficucelle'' (alt. 600 m. s.l.m.);
* ''Fiumarelle'' (alt. 430 m. s.l.m.), situata a monte della confluenza del torrente omonimo nel fiume [[Ufita]];
* ''Foresta'' (alt. 500 m. s.l.m.), il toponimo deriverebbe da un cognome;
* ''Frascineta'' (alt. 600 m. s.l.m.);
* ''Frolice'' (alt. 635 m. s.l.m.) vi è la chiesa del Buon Consiglio;
* ''Gaudiciello'' (alt. 500 m. s.l.m.), di origine antica<ref>([[#Società#Lingue e dialetti|vedi sezione Dialetti]])</ref>, il nucleo originario è detto ''le Caselle'';
* ''Grignano'' (alt. 535 m. s.l.m.), pure di antica origine, attestato in epoca medioevale come "Grimianus";
* ''Loreto'' (alt. 650 m. s.l.m.), trae il nome dall'antica chiesetta della Madonna di Loreto, tuttora esistente;
* ''Macchiacupa'' (alt. 540 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Castelfranco in Miscano]] conserva diverse masserie, alcune delle quali trasformate a scopo turistico. Non vi è invece più traccia della "selva scura" a cui sembra riferirsi il toponimo;
* ''Maddalena'' (da non confondere con San Pietro Maddalena, alt. 570 m. s.l.m.), vi si trova la chiesetta di Sant'Agostino;
* ''Marchetto'' (alt. 525 m. s.l.m.), nei pressi vi è una profonda forra, il ''Canalone'';
* ''Martiri'' (alt. 635 m. s.l.m.), conserva l'antica chiesa di S.Stefano (anticamente S.Maria). Ospita oggi uno dei quartieri più popolosi della città;
* ''Masciano'' (in realtà la "s" non viene pronunciata, alt. 575 m. s.l.m.), di probabile antica origine, è situata sul confine di [[Villanova del Battista]];
* ''Masserie'' (alt. 525 m. s.l.m.);
* ''Mogna'' (alt. 660 m. s.l.m.), ospita il cimitero con una chiesetta;
* ''Montagna'' (alt. 725 m. s.l.m.);
* ''Montecifo'' (alt. 635 m. s.l.m.) detta anche ''Municivio'';
* ''Monte dell'Asino'' (alt. 550 m. s.l.m.);
* ''Montefalco'' (alt. 625 m. s.l.m.), è presente un'antica masseria. In passato vi erano grandi cave di pietra;
* ''Montetrecalli'' (alt. 690 m. s.l.m.);
* ''Monticchio'' (alt. 535 m. s.l.m.);
* ''Orneta'' (alt. 570 m. s.l.m.), la denominazione in effetti è errata poiché il nome non deriva dalla pianta dell'[[orniello|orno]] ma da quella del [[corniolo]]<ref>([[#Società#Lingue e dialetti|vedi sezione Dialetti]])</ref>. Vi sono una scuola e la chiesa delle Grazie;
* ''Ottaggio'' (alt. 585 m. s.l.m.), forse il nome deriva dal personale Octavius (cfr. [[Foggia]] da fovea);
* ''Palazzisi'' (alt. 440 m. s.l.m.);
* ''Paragano'' (alt. 670 m. s.l.m.);
* ''Parzano'' (alt. 470 m. s.l.m.), di probabile antica origine, ospita una scuola e qualche ufficio pubblico;
* ''Patierno'' (alt. 600 m. s.l.m.);
* ''Perazzo'' (alt. 660 m. s.l.m.), in dialetto significa "pero selvatico";
* ''Petrara'' (alt. 650 m. s.l.m.), situata a valle della fontana Nuova;
* ''Pianerottolo'' (alt. 555 m. s.l.m.), situata lungo il fiume [[Cervaro]] e quasi spopolata, ospita però una stazione ferroviaria disabilitata che è ubicata nel punto altimetricamente più elevato della linea [[ferrovia Napoli-Foggia|Roma-Bari]]. Si trattava in effetti di uno scalo tecnico, necessario soprattutto all'epoca dei treni a vapore;
* ''Piano del Nuzzo'' (alt. 535 m. s.l.m.), interessata da vasti rimboschimenti;
* ''Pianotaverna'' (alt. 490 m. s.l.m.) situata lungo l'antica mulattiera che collegava Ariano con [[Villanova del Battista]], il che spiega il motivo della presenza in loco di una taverna (oggi scomparsa);
* ''Pignatale'' (alt. 630 m. s.l.m.), il nome dialettale fa riferimento ai ''pignatari'', ossia produttori di ''pignate'' (=pentole di terracotta);
* ''Pisciriello'' (alt. 550 m. s.l.m.), in dialetto significa "fontanino". Vi si trova la chiesa della Madonna delke Grazie;
* ''Ponnola'' (alt. 600 m. s.l.m.), anticamente detta ''Vitone'';
* ''Pontegonnella'' (alt. 565 m. s.l.m.), situata presso il confine con [[Savignano Irpino]], conserva l'antica Masseria delle Monache e una grande fontana settecentesca<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture civili#Le fontane|vedi sezione Monumenti]])</ref>;
* ''Pontelusbergo'' (alt. 350 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Grottaminarda]];
* ''San Donato'' (alt. 585 m. s.l.m.), antico casale, conserva i ruderi della chiesetta omonima e la masseria ''Chiuppo di Bruno'';
* ''San Felice'' (alt. 550 m. s.l.m.), vi si trova la chiesa omonima.
* ''San Giovanni Manna'' (alt. 500 m. s.l.m.), detta semplicemente ''Manna'', ospita un ufficio pubblico;
* ''San Liberatore'' (alt. 510 m. s.l.m.), vi si trova l'omonimo antico santuario<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture religiose|vedi sezione Monumenti]])</ref> dedicato a uno dei compatroni della città;
* ''San Nicola Trignano'' (alt. 450 m. s.l.m.), la più occidentale fra le contrade arianesi, situata a cavallo del 15° [[meridiano]] (su cui è basata l'ora solare [[UTC+1]] dell'Europa centro-occidentale). Vi si trova la chiesa omonima; nella parte bassa vi è un'enorme rupe a strapiombo sul fiume [[Ufita]], detta ''Cannacamera'', in voga tra gli appassionati di deltaplano;
* ''San Pietro Maddalena'' (alt. 650 m. s.l.m.), vi è la chiesa con l'eremo ove visse [[Sant'Ottone Frangipane]], patrono della città, cui è dedicato il complesso ospedaliero (con annessa elisuperficie) situato in zona. Nella stessa area vi è inoltre la settecentesca Fontana della Maddalena. Oggi San Pietro ospita un quartiere alquanto popoloso;
* ''San Potito'' (alt. 605 m. s.l.m.);
* ''Sant'Antonio'' (alt. 680 m. s.l.m.), poco al di sotto della settecentesca fontana omonima vi è anche un'altra sorgente chiamata fontana Tetta;
* ''Santa Barbara'' (alt. 530 m. s.l.m.) vi è la chiesa omonima e, poco più a valle, un'antica fontana;
* ''Santa Croce'' (alt. 650 m. s.l.m.), trae il suo nome dalla cappella del Crocifisso, tuttora ben conservata;
* ''Santa Maria Tuori'' (alt. 545 m. s.l.m.);
* ''Sant'Angelo Torricelli'' (alt. 720 m. s.l.m.), in dialetto detta ''Capocastagno'';
* ''Santa Regina'' (alt. 600 m. s.l.m.), vi sono fonti di acqua solfurea;
* ''Sant'Eleuterio'' (alt. 575 m. s.l.m.), il toponimo risale all'epoca della breve dominazione [[Bizantini|bizantina]] (fine del [[IX secolo]]); oggi quasi spopolata, ospita però l'importante area archeologica del fiorente borgo romano di [[Aequum Tuticum]];
* ''San Tommaso'' (alt. 640 m. s.l.m.), situata a valle dell'antico convento dei Cappuccini, tuttora visibile. Ospita oggi un campo sportivo polivalente;
* ''San Vito'' (alt. 585 m. s.l.m.), situata sul confine di [[Montecalvo Irpino]], trae il nome da un'antica chiesa, oggi distrutta. In quest'area fu rinvenuta un reperto di epoca romana riportante, fra l'altro, la parola "mefite", il quale sembra attestare l'importanza religiosa che le [[Rocca San Felice#Monumenti e luoghi di interesse#Area archeologica della Valle d'Ansanto|Mofete di Ansanto]] assumevano per gli antichi [[Irpini]];
* ''Scannaturo'' (alt. 625 m. s.l.m.), ospita un'antica [[masseria]] situata lungo la [[via Traiana]]. Oggi pressoché spopolata, è la più settentrionale fra le contrade arianesi, trovandosi anche più a nord del monte [[Circeo]] situato nel [[Lazio]];
* ''Scarnecchia'' (alt. 465 m. s.l.m.), il toponimo deriva da un antico soprannome. Vi è la fontana del ''Càrpino della Pila''
* ''Serra'' (alt. 575 m. s.l.m.), nella parte più alta vi è la zona alberghiera;
* ''Serralonga'' (alt. 675 m. s.l.m.), situata a cavallo della linea spartiacque, forma la cosiddetta [[sella di Ariano]]; in profondità vi passa la galleria ferroviaria di valico;
* ''Sprinia'' (alt. 595 m. s.l.m.), ospita un'antica masseria situata lungo la [[via Traiana]];
* ''Starza'' (alt. 500 m. s.l.m.), oltre ad un'antica masseria vi è un'importantissima area archeologica con i resti di un villaggio preistorico popolato ininterrottamente per diverse migliaia di anni (il più antico villaggio [[neolitico]] della [[Campania]])<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Aree archeologiche|vedi sezione Archeologia]])</ref>;
* ''Sterda'' (alt. 670 m. s.l.m.), in realtà è divisa in due settori, ''Sterda di Sopra'' e ''Sterda di Sotto'', separati da un'altura boscosa;
* ''Stillo'' (alt. 440 m. s.l.m.), vi è la chiesa di San Gerardo;
* ''Stratola'' (alt. 575 m. s.l.m.);
* ''Tesoro'' (alt. 620 m. s.l.m.), vi è la chiesa di San Giuseppe, situata esattamente sulla linea spartiacque. Lungo il vicino fiume [[Cervaro (fiume)]] vi era una fabbrica di laterizi che sfruttava l'argilla estratta da una cava vicina, ora in disuso;
* ''Torana'' (alt. 575 m. s.l.m.), assai popolosa, ricca di antichi querceti. Nei pressi vi è la fontana ''Angelica'', chiamata così perché considerata miracolosa;
* ''Torreamando'' (alt. 495 m. s.l.m.), di antica origine; un reperto archeologico ivi rinvenuto attesta il passaggio della via ''Aemilia''. In epoca medioevale costituì un casale denominato ''Amando'' o ''Amandi'', da cui l'attuale nome dialettale '' la Manna''. Oggi vi sono due chiese (dedicate alla Madonna dell'Assunta) e una scuola;
* ''Tranzano'' (alt. 615 m. s.l.m.), di probabile antica origine (il nome deriva da "Terentius");
* ''Trave'' (alt. 670 m. s.l.m.), vi era uno stabilimento per la lavorazione del gesso estratto dalle cave situate nei dintorni, ora abbandonate;
* ''Tre Lupi'' (alt. 620 m. s.l.m.), situata lungo il [[Tratturello]] Camporeale-[[Foggia]] ma quasi spopolata;
* ''Tressanti'' (alt. 560 m. s.l.m.), detta così perché vi è la chiesa dei Santi Apostoli;
* ''Trimonti'' (alt. 650 m. s.l.m.), vi è effettivamente una triplice altura;
* ''Turchiciello'' (alt. 600 m. s.l.m.);
* ''Turco'' (alt. 635 m. s.l.m.), il nome deriva da un antico soprannome. Vi è la chiesa di San Michele;
* ''Valdugliano'' (alt. 465 m. s.l.m.), di probabile antica origine (il nome deriva da Vallis Tulliana). È detta anche ''Piano di Via'' o ''Piano di Vico'';
* ''Valleluogo'' (alt. 530 m. s.l.m.), situata in una valle ricca di verde e di acque, ospita un interessante santuario mariano<ref>([[#Monumenti e luoghi di interesse#Architetture religiose|vedi sezione Monumenti]])</ref>;
* ''Vallone di Valle'' (alt. 500 m. s.l.m.), presso una conca ricca di verde e di acque;
* ''Vascavino'' (alt. 565 m. s.l.m.), vi è la chiesa del Sacro Cuore;
* ''Viggiano'' (alt. 550 m. s.l.m.), è situata a valle del santuario della Madonna di Fatima. Ospita oggi il Palazzetto dello Sport.
 
==Economia==
===Agricoltura===
[[File:Olive trees in Italy.jpg|thumb|Un oliveto in autunno, con le reti distese al suolo per la raccolta]]
Il settore agro-zootecnico ha assunto da sempre grande rilevanza, come attestato sia dall'ampiezza del territorio comunale (il più esteso della [[Campania]]) che dalla predominanza degli insediamenti rurali sparsi.<ref>{{cita web|url=http://www.comunediariano.it/regolamenti/statuto.htm|titolo=Statuto comunale all'art.2, commi 2 e 3.|accesso=10 maggio 2009}}</ref>
 
La rilevanza del settore agro-zootecnico è ben documentata dall'ampiezza dell'agro comunale (il più esteso della Campania<ref name=sup/>) e dalla predominanza degli insediamenti rurali sparsi<ref>{{cita|Statuto comunale|art. 2, commi 2 e 3.}}</ref>. La città, inclusa nella [[regione agraria]] nº 1 "Alto Cervaro"<ref name=comuniit/> e aggregata all'[[Associazione nazionale città dell'olio]]<ref>{{cita web|https://www.cittadellolio.it/citta/ariano-irpino|Ariano Irpino (AV)|sito=Associazione Nazionale Città dell'Olio|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190811053622/https://www.cittadellolio.it/citta/ariano-irpino|urlmorto=no}}</ref>, annovera il più alto numero di aziende agricole e la più ampia [[superficie agraria utilizzata]] dell'intera provincia<ref>{{cita web|http://www.statistica.regione.campania.it/tematiche/10agricoltura/inf11_03.pdf|V Censimento Agricoltura|sito=Istat|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131215070029/http://www.statistica.regione.campania.it/tematiche/10agricoltura/inf11_03.pdf|urlmorto=no}}</ref>. Notevole è anche la diffusione dell'[[agricoltura biologica]]: il biodistretto d'[[Irpinia]], avente sede in ambito cittadino, è infatti incluso nel registro nazionale dei distretti biologici<ref>{{Cita web|https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/20837|Registro Nazionale Distretti Biologici|sito=Ministero dell'agricoltura,
Questi ultimi presero forma dapprima nel [[Medioevo]] sotto il nome di [[casale|casali]] che però successivamente vennero distrutti e abbandonati. In epoca [[Rinascimento|rinascimentale]] sorsero poi le [[masseria|masserie]], molte delle quali tuttora esistenti (alcune trasformate in aziende agrituristiche). Al giorno d'oggi però la gran parte della popolazione risiede in [[nucleo abitato|nuclei]] moderni di case o villette allineate, detti "contrade".
della sovranità alimentare e delle foreste|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240416054654/https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/20837}}</ref>.
 
TraIn iparticolare, prodottil'[[olivicoltura]] tipiciha piùradici rinomatiassai siantiche: annoveranoun ''"olivetum in Ariano"'' è infatti citato in un atto di donazione datato 797 e così riportato nel ''[[Chronicon casinense]]''<ref>{{Cita|P. Massa|pp. 3-4}}.</ref>; rinomate sono principalmente le olive (della cultivar autoctona ''[[Ravece]]'', destinate all`estrazione di olio extravergine [[Denominazione di origine protetta|DOP]] extravergine "[[Irpinia - Colline dell'Ufita]]"<ref name=oli/>https://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/pdf/disciplinare-olio-irpinia-ufita.pdf&sa=U&ved=0ahUKEwiDnvX6zufVAhUGPFAKHfCiAwIQFggvMAM&usg=AFQjCNHsKmPOIc_u5vGBFlLxvPPmFhyyig Tra le altre tipicità del territorio si segnalano diversi vitigni storici</ref name=vsdi/>), i cereali (utilizzati localmente sia per la produzione di pane e pasta che per l'alimentazione animalesfarinati), la frutta, i legumi, nonché le carni e i latticini<ref>{{cita|N. (questiFlammia|pp. due47-48}}.</ref>; tra questi ultimi ricavatispicca principalmenteil da[[caciocchiato]], allevamentiun bovini)prodotto esclusivamente locale fregiantesi del marchio [[prodotti agroalimentari tradizionali italiani|PAT]].
 
===Artigianato===
[[File:Ariano irpino, saliere, XVII-XVIII sec. 02.JPG|thumb|left|Antiche ceramiche arianesi]]
 
La [[ceramica arianese]] costituisce la produzione artigianale più caratteristica della città, attestata fin dal [[Medioevo]]. Le fornaci erano ubicate dapprima presso il [[castello normanno (Ariano Irpino)|castello normanno]], poi nelle grotte del quartiere extramurale ''Tranesi'', detto così poiché nel Quattrocento era stato popolato da rifugiati provenienti da [[Trani]]<ref>{{cita|N. Flammia|pp. 129-136}}.</ref>.
La città si caratterizza per un peculiare prodotto artistico: la maiolica.
 
Vaste collezioni di antiche ceramiche decorate (ossia ''maioliche'') sono custodite nel [[Museo civico della ceramica]], ma la tradizione artigiana perdura in epoca contemporanea, potendosi fregiare del marchio ''CAT (Ceramica Artistica Tradizionale)'' rilasciato dal [[Consiglio nazionale ceramico]]<ref name=mise>{{cita web|https://www.mise.gov.it/index.php/it/impresa/competitivita-e-nuove-imprese/ceramica|Ceramica Tradizionale e Artistica – Ceramica di Qualità|sito=Ministero dello sviluppo economico|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20211006203519/https://www.mise.gov.it/index.php/it/impresa/competitivita-e-nuove-imprese/ceramica}}</ref>. Il comune, riconosciuto quale centro di affermata tradizione ceramica dal [[Ministero dello sviluppo economico]]<ref name=mise/>, è parte integrante dell{{'}}''Associazione italiana città della ceramica''<ref name=comuniit/>.
Della maiolica arianese si hanno esemplari risalenti già al [[XIII secolo]]. Da documenti angioini si apprende che nel [[1200]] era attiva ad Ariano una vera e propria corporazione di ceramisti che venivano tassati per la loro attività: "''cives laborantes in creta-extranea vendentes vasa terrea vel vitrea''"<ref> nome=Antuono </ref>. In quel periodo maestri artigiani islamici avevano attivato in Ariano le proprie fornaci. Gli [[Arabi]] erano giunti in città a seguito di [[Ruggero II di Sicilia|Ruggero II il Normanno]], sovrano che seppe convivere con i vinti, utilizzando al meglio le loro conoscenze e la loro vasta cultura. Ceramica italo-araba era quella prodotta inizialmente in Ariano, decorata secondo una concezione della vita e del mondo tipicamente orientale e che ci riconduce alla maestria degli artigiani islamici che avevano le proprie fornaci nelle terre conquistate della Sicilia. Testimoniano in tal senso i reperti provenienti dal castello, dal centro cittadino e dalle discariche storiche.
 
=== Industria ===
Fino a tutto il [[XVI secolo]] le maioliche si presenteranno tutte smaltate in bianco e decorate con sintetici elementi in azzurro. Nel [[XV secolo]] le opere dei maestri ceramisti risentiranno dell'influenza esercitata dai maestri di [[Faenza]], portati in città, intorno al [[1421]], dal conte di Ariano, [[Francesco Sforza]], futuro Duca di [[Milano]]. I bianchi faentini, che incontreranno notevole fortuna e verranno prodotti in quasi tutte le botteghe di maiolica italiane del secolo [[XVII secolo|XVII]], prenderanno vita in Ariano come a [[Faenza]] già nel secolo XVI.
[[File:Ariano Irpino ZI.jpeg|thumb|Insediamenti produttivi sul pianoro di Camporeale]]
 
Il settore industriale, erede delle antiche [[manifatture]] locali (molitoria, gessaiola, bottegaia, lanaiola), annovera un buon numero di imprese di piccole o medie dimensioni attive principalmente nei comparti agro-alimentare, edilizio, metalmeccanico e dell'abbigliamento<ref>{{cita web|http://old.comunediariano.it/sap/pip/convegno_26giugno2008/Analisi_del_contesto_territoriale.pdf|Analisi del contesto territoriale|sito=Comune di Ariano Irpino|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201042006/http://old.comunediariano.it/sap/pip/convegno_26giugno2008/Analisi_del_contesto_territoriale.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Molte delle aziende, unitamente al consorzio biotecnologico [[Biogem]], sorgono in un'idonea area attrezzata di 100&nbsp;ettari<ref>{{cita web|http://old.comunediariano.it/sap/pip/caratteristiche.htm|Le caratteristiche|sito=Comune di Ariano Irpino|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201043559/http://old.comunediariano.it/sap/pip/caratteristiche.htm|urlmorto=sì}}</ref>
Se di questa tradizione secolare sono testimonianza i repenti rinvenuti sul territori ed i resti di diverse fornaci in località Tranesi, oggi la produzione è più che mai vasta, toccando fiasche, borracce, busti, coppe, targhe, figure, anfore. Tutti pezzi ottimamente decorati dagli artigiani arianesi, sovente di forma assai fine ed elaborata. Un vasto repertorio di antiche maioliche arianesi è conservato nel Museo Civico della città.
sull'altipiano di Camporeale, in posizione baricentrica tra Campania e Puglia.
 
In forte crescita è inoltre la produzione di [[energie rinnovabili]] mediante l'implementazione di [[parchi eolici]] e [[fotovoltaico|fotovoltaici]], secondo l'ottica innovativa dello [[sviluppo sostenibile]].<ref>{{cita libro|||Report Energia (1ª-2ª edizione 2022)|editore=Gruppo 24 Ore|p=247|isbn=9791254830390}}</ref>
 
===Turismo===
[[File:Campanile Cattedrale - panoramio.jpg|thumb|left|Piazza Plebiscito, il cuore del centro storico]]
La città vanta un'antica tradizione sia nel campo della ristorazione che per quanto attiene alle strutture recettive. Infatti, trovandosi all'altezza dell'unico importante [[sella di Ariano|valico appenninico]] fra Campania e Puglia, ha sempre contato su di un intenso traffico di viaggiatori e viandanti ai cui bisogni provvedeva una numerosa classe locale di bottegai e tavernai. Tuttavia, a seguito della costruzione della [[ferrovia Napoli-Foggia|ferrovia]] nel XIX secolo e dell'[[autostrada dei due mari|autostrada]] nel secolo successivo, si è assistito a un drammatico calo dei transiti interregionali giornalieri lungo la vecchia [[strada statale 90 delle Puglie|strada nazionale delle Puglie]]. Si è determinata allora l'impellente necessità di trasformare quella gran mole di strutture e di competenze in modo tale da riuscire a intercettare i moderni flussi turistici. Molte sono state le strategie adottate non solo dai singoli operatori, ma anche dalle amministrazioni locali. Innanzitutto si è ritenuto opportuno vitalizzare l'estate arianese e, in una seconda fase, anche le festività natalizie, con una serie di manifestazioni a cadenza settimanale o perfino (nel mese di agosto) giornaliera, allo scopo di indurre i tanti emigranti di ritorno a trattenersi il più a lungo possibile nel paese natio. Sono state poi organizzate iniziative di alto spessore (festival musicali e cinematografici, rassegne artistiche, eventi sportivi, rievocazioni storiche, fiere tematiche <ref>([[#Cultura#Eventi|vedi sezione Eventi]])</ref>) la cui eco si è riverberata talvolta a livello nazionale. Molte tradizioni antiche, ormai in decadenza, sono state inoltre riscoperte e valorizzate; ad esempio si è provveduto a riqualificare le cinque antiche Fiere (ridotte ormai a mercati di bestiame) della domenica delle Palme, della domenica in Albis, della Madonna del Carmine, di Sant'Antonio e di Ognissanti evitando ogni commistione con il mercato settimanale che è stato invece differito al mercoledì. Determinante è stata poi la fattiva collaborazione di agricoltori, allevatori e artigiani che sono stati convinti a puntare su di un numero limitato di prodotti ma di prima qualità, talché i canoni della vecchia economia contadina sono risultati capovolti; davvero esemplare è stato, al riguardo, lo sviluppo registrato dalle aziende agrituristiche. Si è infine riusciti a coinvolgere le associazioni e gli altri enti locali al fine di creare dei consorzi che, oltre alla gestione consociata dei servizi, si occupassero anche dell'organizzazione di iniziative comuni con l'obiettivo precipuo di evitare i campanilismi e le sovrapposizioni tra eventi. Tuttavia, nonostante gli sforzi profusi e le evidenti potenzialità, Ariano Irpino rappresenta oggi una meta turistica nota in un ambito essenzialmente interregionale ma non ancora a livello internazionale.
 
In base alla classificazione [[ISTAT]] il territorio ha una vocazione "montana e culturale, storica, artistica e paesaggistica", mentre la densità turistica raggiunge un livello medio<ref>{{cita web|https://www.ministeroturismo.gov.it/wp-content/uploads/2021/07/Classificazione-territori-Istat-citta-darte.pdf|Classificazione dei Comuni in base alla densità turistica|sito=ISTAT|url=https://www.ministeroturismo.gov.it/wp-content/uploads/2021/07/Classificazione-territori-Istat-citta-darte.pdf|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230921101532/https://www.ministeroturismo.gov.it/wp-content/uploads/2021/07/Classificazione-territori-Istat-citta-darte.pdf}}</ref>.
 
La città vanta una lunga tradizione nel comparto della ricettività: trovandosi infatti all'altezza della [[sella di Ariano]] (il valico più importante tra Campania e Puglia), ha sempre contato su un intenso traffico di viaggiatori e viandanti, ai cui bisogni provvedeva un gran numero di mercanti e tavernai. A seguito però dell'apertura al transito della [[ferrovia Napoli-Foggia|ferrovia]] nella seconda metà dell'Ottocento (e dell'[[autostrada A16 (Italia)|autostrada]] un secolo più tardi) si verificò un sensibile calo dei transiti interregionali lungo la vecchia [[strada nazionale delle Puglie]].<ref>{{cita|N. Flammia|p. 35}}.</ref>
 
Tuttavia le favorevoli caratteristiche climatico-ambientali del territorio iniziarono a richiamare molti visitatori fin dall'[[epoca fascista]], quando fu istituita una [[colonia montana]]<ref name=usdA/>, mentre nella seconda metà del Novecento la cittadina era ormai divenuta una frequentata meta di [[villeggiatura]]<ref>{{cita libro||Touring Club Italiano|Guida rapida d'Italia|2002||Milano|vol=5|p=69|isbn=9788836523894}}</ref>. Inoltre, a decorrere dal grande [[giubileo del 2000]] si è assistito a un significativo sviluppo del turismo religioso e storico-culturale, sicché il comune aderisce al distretto turistico ''Viaticus''<ref>{{cita testo|titolo=Istituzione del distretto turistico Viaticus|sito=Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo|url=
https://storico.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/feed/pdf/D.M.%2011%20GENNAIO%202018%20REP.%2020-imported-75421.pdf|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201127133600/https://www.turismo.beniculturali.it/wp-content/uploads/2017/05/Distretto-Turistico-Viaticus-D.M.-11-GENNAIO-2018-REP.-20.pdf}}</ref> e all{{'}}''Associazione europea delle Vie Francigene''<ref>{{cita web|https://www.tuttitalia.it/campania/18-ariano-irpino|Ariano Irpino|sito=Tuttitalia|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240713183830/https://www.tuttitalia.it/campania/18-ariano-irpino/}}</ref>.
 
Rinomato è infine il comparto enogastronomico<ref>{{cita libro|Luigi|Cremona|Alberghi e ristoranti d'Italia|Touring Editore|2004|posizione=tavola 11|isbn=9788836530694}}</ref>, con ampia disponibilità di [[strutture ricettive]]; queste ultime infatti, considerate nel loro insieme (alberghi, affittacamere, agriturismi, case-vacanza, bed-and-breakfast), superano abbondantemente la trentina<ref>{{cita testo|titolo=Strutture recettive della Campania|url=https://www.regione.campania.it/assets/documents/elenco-delle-strutture-ricettive-della-campania.pdf
|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240306115518/https://www.regione.campania.it/assets/documents/elenco-delle-strutture-ricettive-della-campania.pdf}}</ref>.
 
==Infrastrutture e trasporti==
[[File:Ariano Irpino – Autostrada A16.png|upright=2.3|thumb|La città a metà strada tra i due mari [[Tirreno]] e [[Adriatico]], adiacente all'[[autostrada dei due mari|A16 Napoli-Canosa]]]]
===Strade===
L'asse portante di tutta la viabilità cittadina è costituito dalla [[Strada Statale 90 delle Puglie]] che, unitamente alle sue varianti (la [[Strada statale 90 delle Puglie#Strada statale 90 bis delle Puglie|S.S. 90bis]] e la [[Strada statale 90 delle Puglie#Strada statale 90 dir delle Puglie|S.S. 90dir]]), attraversa il territorio comunale in tutta la sua lunghezza nel tratto compreso fra il casello [[Autostrada dei due mari|A16]] di [[Grottaminarda]] (situato lungo la direttrice per [[Avellino]]-[[Benevento]]) e lo scalo [[Ferrovia Napoli-Foggia|RFI]] di [[stazione di Savignano Greci|Savignano-Greci]] (sulla direttrice per [[Foggia]]).
 
=== Strade ===
Vi sono poi numerose [[strada provinciale|strade provinciali]], le quali si dispongono a formare una rete a maglie larghe che consente i collegamenti con tutti i comuni limitrofi e anche con alcune sedi suburbane di rilevante interesse, quali la [[Stazione di Ariano Irpino|stazione ferroviaria]] e l'area fieristica.
L'asse portante della viabilità cittadina è costituito dalla [[strada statale 90 delle Puglie]] che, unitamente alle sue varianti [[strada statale 90 bis|90&nbsp;bis]] e [[Strada statale 90 dir|90&nbsp;dir]], attraversa l'intero territorio comunale consentendo collegamenti interregionali tra Campania e Puglia mediante percorsi complementari o alternativi all'[[Autostrada A16 (Italia)|autostrada A16]].<ref name=map2>{{cita web|https://www.viamichelin.it/web/Mappe-Piantine/Mappa_Piantina-Ariano_Irpino-83031-Avellino-Italia|Piantina di Ariano Irpino|sito=Michelin|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210120064626/https://www.viamichelin.it/web/Mappe-Piantine/Mappa_Piantina-Ariano_Irpino-83031-Avellino-Italia}}</ref>
 
ParticolarmentePiuttosto numerose sono le [[Strade provinciali della provincia di Avellino|strade provinciali]], le quali si dispongono a formare una rete a maglie larghe che permette di raggiungere i singoli centri abitati limitrofi. Assai fitto e articolato è infine il reticolo formato dalle [[strada comunale|strade comunali]], non tutte.<ref però agevolmente percorribili.name=map2/>
 
=== Ferrovie ===
La [[stazione di Ariano Irpino]], posta lungo la tratta Benevento-Foggia della linea Roma-Bari<ref>{{cita web|http://m.e656.net/orario/stazione/ariano_irpino.html|Orario treni|sito=Stazione di Ariano Irpino|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190825115201/http://m.e656.net/orario/stazione/ariano_irpino.html}}</ref>, sorge in una piccola valle a circa 5&nbsp;km dal centro urbano. Sul culmine della linea vi è inoltre lo scalo tecnico di [[Pianerottolo d'Ariano]].
{{vedi anche|Stazione di Ariano Irpino}}
Ariano Irpino dispone di una propria [[stazione ferroviaria]] situata sulla tratta Benevento-Foggia della linea [[Ferrovia Napoli-Foggia|Roma-Bari]] e ubicata in una piccola valle a circa 6&nbsp;km dal centro cittadino.
 
LaIn cittàvirtù eddel i comuni limitrofi sono inoltre interessati dal progettomoderno [[Ferrovia Napoli-Foggia#Storia#Il progetto di raddoppio|progetto Alta Capacità]] cheuna prevede l'ammodernamento ed il raddoppio dellanuova lineainfrastruttura ferroviaria esistenteè conin la costruzionefase di una nuova stazione [[Rete Ferroviaria Italiana|RFI]] (denominata "Irpinia")costruzione nell'ampia [[valle dell'Ufita]], in posizione baricentrica rispetto a tutta lall'areaintero comprensorio<ref>{{cita web|https://va.minambiente.it/File/Documento/210962|Progetto definitivo – urbanaItinerario vastaNapoli-Bari|sito=Rete Ferroviaria Italiana|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200331201124/https://va.minambiente.it/File/Documento/210962}}</ref>.
 
=== Mobilità urbana ===
[[File:AMU public bus - Ariano Irpino.jpg|thumb|left|Bus del trasporto pubblico urbano]]
 
La gestione dei parcheggi multipiano e di prossimità, nonché il servizio pubblico di trasporto urbano (esteso anche alle zone rurali) sono interamente curati dall'azienda municipalizzata AMU.<ref>{{cita web|http://www.amutrasporti.it|AMU SpA|sito=AMU Trasporti|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170829115254/http://www.amutrasporti.it/servizi}}</ref>
Diverse aziende di trasporto su gomma effettuano collegamenti a medio-lunga percorrenza, in special modo con [[Roma Capitale]] (distante oltre 250 km).
 
La società partecipata regionale [[AIR Campania|AIR]] garantisce invece le relazioni interurbane nel territorio della Campania, con estensione alle regioni Lazio, Molise e Puglia.<ref>{{cita web|https://aircampania.it|AIR SpA|sito=AIR Campania|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230403154140/https://aircampania.it}}</ref>
I trasporti pubblici interurbani sono invece gestiti dalla società partecipata regionale [[Autoservizi Irpini|AIR]] che garantisce le relazioni con le città di [[Avellino]], [[Benevento]], [[Foggia]], [[Napoli]] oltre che con i singoli comuni limitrofi
 
I collegamenti a spola con i centri viciniori della Puglia sono inoltre assicurati da autolinee afferenti al consorzio [[COTRAP]].<ref>{{cita web|https://biglietteria.cotrap.it/#/ricerca|Consorzio Trasporti Aziende Pugliesi|sito=COTRAP|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210810071349/https://biglietteria.cotrap.it}}</ref>
Il servizio di mobilità urbana è curato infine da un'azienda municipalizzata, l'AMU.
 
== Amministrazione ==
{{Vedi anche|Sindaci di Ariano Irpino}}
{{ComuniAmminPrecTitolo}}
[[File:Ariano Irpino municipio.jpg|thumb|Il municipio]]
{{ComuniAmminPrec
|25 maggio [[2014]]
|-
|Domenico Gambacorta
|[[Forza Italia (2013)|Forza Italia]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|26 giugno [[2009]]
|25 maggio [[2014]]
|Antonio Mainiero
|Popolari per Ariano ([[Lista civica]])
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|28 giugno [[2004]]
|22 giugno [[2009]]
|Domenico Gambacorta
|Popolari per Ariano ([[Lista civica]])
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|30 ottobre [[2003]]
|28 giugno [[2004]]
|Pasquale Napoletano
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[2000]]
|30 ottobre [[2003]]
|Domenico Covotta
|[[Partito Popolare Italiano (1994)|PPI]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1996]]
|[[2000]]
|Vittorio Melito
|[[Partito Democratico della Sinistra]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1995]]
|[[1996]]
|Erminio Grasso
|L'Orologio ([[Lista civica]])
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1994]]
|[[1995]]
|Antonio Napolitano
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1990]]
|[[1994]]
|Domenico Covotta
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1985]]
|[[1990]]
|Domenico Covotta
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1984]]
|[[1985]]
|Pasquale Giovannelli
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1980]]
|[[1984]]
|Romolo De Furia
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1975]]
|[[1980]]
|Vincenzo Aliperta
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1974]]
|[[1975]]
|Fedele Gizzi
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1971]]
|[[1974]]
|Antonio Manganiello
|[[Partito Liberale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1970]]
|[[1971]]
|Antonio Dotolo
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1965]]
|[[1970]]
|Fedele Gizzi
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1961]]
|[[1965]]
|Antonio Manganiello
|[[Partito Liberale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1960]]
|[[1961]]
|Mario Ortu
|[[Partito Socialista Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1959]]
|[[1960]]
|Cherubino Cindolo
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1958]]
|[[1959]]
|Giovanni Scrivano
|
|[[Commissario prefettizio|Comm. pref.]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1956]]
|[[1958]]
|Antonio Maresca
|[[Democrazia Cristiana]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1952]]
|[[1956]]
|[[Enea Franza]]
|[[Movimento Sociale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1950]]
|[[1952]]
|Michelangelo Nicoletti
|[[Movimento Sociale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrec
|[[1946]]
|[[1950]]
|[[Enea Franza]]
|Democrazia e Lavoro, poi [[Movimento Sociale Italiano]]
|[[Sindaco]]
|
}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
 
Attestata fin dal XIII secolo<ref>{{cita|T. Vitale|p. 73}}.</ref>, l{{'}}''[[universitas]]'' (municipalità) di Ariano era inclusa dapprima nel [[giustizierato]] di [[Principato e Terra Beneventana]] e poi nel [[Principato Ultra]]. Eletta anticamente su base [[parrocchia]]le e presieduta da un [[sindaco]] coadiuvato da una giunta, l{{'}}''universitas'' era inizialmente soggetta al [[regime feudale]] della [[contea di Ariano]], ma a partire dal 1585 venne a dipendere direttamente dalla [[corona di Napoli]]; il ruolo di ufficiale del governo non spettava comunque al sindaco bensì a un [[governatore]], nominato dapprima dal conte (o duca) di Ariano e poi dal [[viceré di Napoli]] o dal sovrano in persona<ref>{{cita|N. Flammia|pp. 197-200}}.</ref>. Speciali prerogative spettavano al ceto nobiliare<ref>{{cita|T. Vitale|pp. 470-474}}.</ref>, riunito nei due [[Sedile (architettura)|seggi]] di piazza Ferrara (presso Sant'Agostino) e piazza Grande (dirimpetto alla Cattedrale)<ref>{{cita|N. Flammia|p. 23}}.</ref>. In [[età napoleonica]] –e poi ancora in [[epoca fascista]]– le funzioni di sindaco furono temporaneamente svolte da un [[podestà (fascismo)|podestà]] di nomina governativa, mentre la figura del governatore e i privilegi nobiliari furono aboliti. Il moderno palazzo di città risale al [[secondo dopoguerra]]; in base allo statuto vigente, la sede municipale deve essere comunque ubicata nel centro storico<ref>{{Cita|Statuto comunale|art. 4, comma 1}}.</ref>.
 
===Altre informazioni amministrative===
Quale ente capofila dell'intero ambito territoriale A01<ref>http://primaveradelwelfare.regione.campania.it/wp-content/uploads/2017/03/Le-dimensioni-antropiche-degli-Ambiti-Territoriali.pdf&sa=U&ved=2ahUKEwjn6LCH2u3VAhWNblAKHcYPCxMQFnoECAgQAA&usg=AFQjCNG1_heHWID-7FnlPAzyY-hi7EcUVw</ref> la città è inoltre sede di [[Servizio sanitario nazionale (Italia)#Distretto sanitario|Distretto Sanitario]], [[Genio Civile]], [[Distretto scolastico|Distretto Scolastico]], [[Agenzia delle Entrate]], [[Comunità Montana dell'Ufita|Comunità Montana]], [[Istituto Nazionale della Previdenza Sociale|Agenzia INPS]] e [[Giudice di Pace]].
 
Pur appartenendo alla [[Provincia di Avellino]], Ariano Irpino (unitamente ai comuni del circondario) soggiace alla competenza territoriale del [[Corte d'appello di Napoli#Tribunale di Benevento|Tribunale di Benevento]].
Il comune, ricompreso nella [[zona di allerta]] "Alta Irpinia-Sannio"<ref>{{Cita web|https://polaris.irpi.cnr.it/elenco-zone-allerta|Elenco Zone di Allerta|sito=Polaris|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220815223722/https://polaris.irpi.cnr.it/elenco-zone-allerta}}</ref>, è dotato di un proprio presidio di [[Servizio nazionale della protezione civile|protezione civile]]<ref>{{cita web|1=https://www.indicepa.gov.it/ipa-portale/consultazione/responsabile-transizione-digitale/ricerca-responsabile-transizione-digitale/scheda-ente/22000/elenco-unita-organizzative/JQCG6C/uo/scheda-unita-organizzativa/XE49VK|2=Genio Civile di Ariano Irpino. Presidio di Protezione Civile|sito=Indice Pubblica Amministrazione|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170908154202/http://www.indicepa.gov.it/ricerca/n-dettagliouffici.php?prg_ou=79861|urlmorto=no}}</ref> coordinato dal sindaco<ref name=pcariano/>.
Centro pilota dell'ambito territoriale A1 (cui aderiscono 29 comuni contermini)<ref>{{cita web|http://www.sito.regione.campania.it/politichesociali/ambiti_territoriali/comuni_capofilaAV.pdf|Comuni capofila|sito=Regione Campania|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200602191011/http://www.sito.regione.campania.it/politichesociali/ambiti_territoriali/comuni_capofilaAV.pdf}}</ref><ref>{{cita web|http://primaveradelwelfare.regione.campania.it/wp-content/uploads/2017/03/Le-dimensioni-antropiche-degli-Ambiti-Territoriali.pdf|Le dimensioni antropiche degli Ambiti Territoriali|sito=Primavera del welfare|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170830153206/http://primaveradelwelfare.regione.campania.it/wp-content/uploads/2017/03/Le-dimensioni-antropiche-degli-Ambiti-Territoriali.pdf}}</ref>, la città è sede comprensoriale di [[distretto sanitario]], [[distretto scolastico]], [[agenzia delle entrate]], [[INPS|agenzia INPS]], [[casa circondariale]], [[centro per l'impiego]], [[Comunità montana dell'Ufita|comunità montana]], [[genio civile]] e [[Corte d'appello di Napoli#Giudice di pace di Ariano Irpino|giudice di pace]]. Pur appartenendo alla provincia di Avellino, soggiace (unitamente ai comuni del circondario) alla giurisdizione del [[Corte d'appello di Napoli#Tribunale di Benevento|tribunale di Benevento]].<ref>{{Cita legge italiana|tipo=DLGS|anno=2012|mese=9|giorno=7|numero=155}}</ref>
 
==Sport==
{{Vedi categoria|Sport ad Ariano Irpino}}
'''Calcio'''
[[File:Ariano Irpino arena-stadio.jpeg|thumb|left|upright=1.1|Panoramica dell'arena-stadio]]
 
Diverse decine di associazioni sportive sono operanti sul territorio cittadino, impegnate in svariate discipline agonistiche e affiliate ai rispettivi [[enti di promozione sportiva]]<ref>{{cita web|https://www.coni.it/it/registro-societa-sportive.html|Società sportive|sito=[[CONI]]|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230930064732/https://www.coni.it/it/registro-societa-sportive.html}}</ref>.
La principale compagine calcistica della città è oggi la [[Unione Sportiva Ariano Irpino|USD Vis Ariano 1946]], che milita nel campionato regionale di [[Promozione Campania 2016-2017|Promozione]]. Questa società ha raccolto l'eredità lasciata da quella che è stata per anni la principale realtà del calcio arianese: l'[[Unione Sportiva Ariano Irpino]], fondata nel 1946. Quest'ultima squadra ottenne i massimi risultati nei suoi primi anni di storia, quando nel [[Promozione 1948-1949 (Lega Interregionale Sud)|1948/49]] sfiorò la Serie C perdendo gli spareggi per il primo posto nel girone M della Promozione Interregionale (attuale Serie D), che avrebbero a loro volta dato l'accesso ai play off nazionali per il salto di categoria. In effetti l'Ariano conta 13 partecipazioni in Serie D (3 come Promozione Interregionale tra il 1948/49 e il 1950/51; 6 come Interregionale tra il 1981/82 e il 1986/87; 4 come Serie D tra il 2002/03 e il 2005/06). L'US Ariano è scomparso nell'estate del 2006 con la cessione del titolo sportivo a una società di un altro comune irpino. Fin da subito l'eredità è stata raccolta dalla società [[Unione Sportiva Ariano Irpino|USD Vis Ariano 1946]], che oggi milita nel campionato di Promozione dopo aver disputato due stagioni di Eccellenza.
 
=== Impianti sportivi ===
'''Basket (femminile)'''
 
Lo storico stadio "Silvio Renzulli", costruito nella prima metà del Novecento, sorge su un pendio alle falde della [[villa comunale di Ariano Irpino|Villa comunale]]; oltre al campo di calcio in erba sintetica con spalti per 700 posti<ref>{{cita web|https://www.ottopagine.it/av/daicomuni/368738/ariano-lo-stadio-silvio-renzulli-torna-alla-sua-capienza-senza-piu-limiti.shtml|Lo stadio Renzulli torna alla sua capienza|sito=Ottopagine|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240930191632/https://www.ottopagine.it/amp/368738/ariano-lo-stadio-silvio-renzulli-torna-alla-sua-capienza-senza-piu-limiti.shtml|urlmorto=no}}</ref>, vi è un campo da tennis (coperto nella stagione fredda) ubicato più a monte, all'interno del perimetro della Villa.
La squadra di pallacanestro locale femminile è la [[Basket Ariano Irpino|Centro Medico Athena Ariano Basket]] (in passato nota col nome di Aloha Ariano, LPA Ariano o MCS Ariano). Il club è stato protagonista di una rapida scalata, che ha visto il suo epilogo in quattro stagioni nel campionato nazionale di Serie A2, sfiorando sempre la promozione nella massima serie. Ha, infatti, sempre raggiunto la fase dei play-off, perdendo le prime due volte in semifinale, venendo sconfitta nel turno unico del 2014/15 e venendo eliminata ai quarti l'anno dopo. Senza essere retrocessa sul campo, ha dovuto rinunciare a iscriversi alla serie cadetta nazionale nell'estate 2016. Oggi milita nel campionato regionale di Serie B.
 
Il palazzetto dello sport, omologato per uso professionistico con 2000 posti, ha ospitato nel 2019 alcuni eventi della [[XXX Universiade]] estiva<ref>{{cita web|https://www.universiade2019napoli.it/en/luoghi-competizioni-universiade|Competition venues SU 2019 Napoli|sito=Universiade 2019 Napoli|lingua=en|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190715093344/https://www.universiade2019napoli.it/en/luoghi-competizioni-universiade}}</ref>.
'''Altre realtà minori'''
 
L'arena-stadio in erba naturale, omologata per uso agonistico e intitolata al velocista [[Pietro Mennea]], dispone a sua volta di spalti per 2000 posti<ref>{{cita web|https://www.fidal.it/content/CdS-Master-tricolore-alle-donne-di-Romatletica/124108|CdS Master: tricolore alle donne di Romatletica|sito=FIDAL|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20241206164506/https://www.fidal.it/content/CdS-Master-tricolore-alle-donne-di-Romatletica/124108}}</ref>.
- Sporting Ariano (calcio, Prima Categoria)
 
Degni di nota sono anche il campo polivalente coperto "La Maddalena" e l'ampio complesso "La Tartaruga". In totale, gli impianti sportivi cittadini ammontano a oltre una trentina<ref>{{cita testo|url=https://agricoltura.regione.campania.it/CSR_2023-2027/GAL/SSL_IRPINIA.pdf|titolo=Formulario progettuale per la strategia di sviluppo locale|autore=GAL Irpinia|p=29|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240814043238/https://agricoltura.regione.campania.it/CSR_2023-2027/GAL/SSL_IRPINIA.pdf}}</ref>.
- GSA Ariano (volley, Prima Divisione sia maschile che femminile)
 
== Note ==
- Ariano Rugby (rugby, incorporata all'interno del IV Circolo Benevento, Serie C2)
{{Note strette}}
 
==Bibliografia==
===Impianti sportivi===
 
* {{cita libro|Tommaso|Vitale|Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi|1794|Salomoni|Roma|url=https://books.google.it/books?id=vW2YUtbHbH0C&printsec=frontcover|cid=T. Vitale}}
* Stadio di calcio "Silvio Renzulli";
* {{cita libro|Nicola|Flammia|Storia della città di Ariano|1893|G. Marino|Ariano|oclc=886285390|cid=N. Flammia}}
* Palazzetto dello sport;
* {{cita libro|[[Gabriele Grasso]]||Studi di storia antica e di topografia storica|1893|Stabilimento Appulo-Irpino|Ariano|oclc=560107952|cid=G. Grasso}}
* Campo sportivo polivalente;
* {{cita libro||Regione Campania, Centro di Servizi Culturali di Ariano Irpino|Progetto itinerari turistici Campania interna - La Valle del Miscano|1995|Ruggiero|Avellino|vol=2|url=https://books.google.it/books?id=KN09MwEACAAJ&dq|cid=La Valle del Miscano}}
* Arena "Pietro Mennea".
* {{cita libro|Gianfranco|Stanco|Gli statuti di Ariano|2012|[[Centro europeo di studi normanni]]|Ariano Irpino|isbn=978-88-98028-08-5|cid=G. Stanco}}
 
* {{cita testo|editore=Firenze University Press|autore=Paola Massa|titolo=Vivere "secundum Langobardorum legem" ad Ariano Irpino tra X e XII secolo|anno=2014|url=http://www.rmoa.unina.it/4868/1/15369-30638-2-PB.pdf|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201220134352/http://www.rmoa.unina.it/4868/1/15369-30638-2-PB.pdf|cid=P. Massa}}
==Note==
* {{cita testo|titolo=Statuto comunale|sito=Comune di Ariano Irpino|url=http://old.comunediariano.it/regolamenti/statuto.htm|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181111215323/http://old.comunediariano.it/regolamenti/statuto.htm|cid=Statuto comunale}}
<references/>
 
==Bibliografia==
* {{cita libro||Domenico Cambria|Ariano nella storia dai Normanni all'unità d'Italia|2008|Grafiche Lucarelli|Ariano Irpino|cid=D. Cambria, 2008}}
* {{cita libro||Domenico Cambria|Ariano dalle origini ai Longobardi|2005|Grafiche Lucarelli|Ariano Irpino|cid=D. Cambria, 2005}}
* {{cita libro||Mario D'Antuono, Ottaviano D'Antuono|Guida Turistica di Ariano Città Capitale|2001|Tipografia Impara|Ariano Irpino|cid=M. D'Antuono, O. D'Antuono}}
* {{cita libro||Ottaviano D'Antuono|La Maiolica delle Antiche Fabbriche di Ariano nel Museo Civico|2008|Grafiche Lucarelli|Ariano Irpino|cid=O. D'Antuono}}
* {{cita libro||Cesare De Padua, Pasquale Giardino, Vol. I|Ariano. Storia e assetto urbano|2008|Associazione Culturale Arnanah|Ariano Irpino|cid=C. De Padua e P. Giardino}}
* {{cita libro||Nicola Flammia|Storia della città di Ariano|1893|Tipografia Marino|Ariano Irpino|cid=N. Flammia}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dall'Unità d'Italia alla Liberazione - Libro Primo: 1860-1900|1994|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, I}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dall'Unità d'Italia alla Liberazione - Libro Secondo: dall'inizio del secolo al 1945|1994|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, II}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dalle origini alla fine del '700|2007|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, 2007}}
* {{cita libro||Gaetano Grasso|Ariano dalla fine del '700 al 1860|2009|Edizioni La Ginestra|Avellino|cid=G. Grasso, 2007}}
* {{cita libro||Tommaso Vitale|Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi|1794|Salomoni|Roma|cid=T. Vitale}}
* {{cita libro||Ortensio Zecchino|Le Assise di Ariano: testo critico|1984|Di Mauro|Cava dei Tirreni|cid=O. Zecchino}}
 
==Voci correlate==
* [[Assise di Ariano]]
* [[Biblioteca civica Pasquale Stanislao Mancini]]
* [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)|Cattedrale di Ariano]]
* [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)]]
* [[Castello normanno (Ariano Irpino)]]
* [[Comunità montana dell'Ufita]]
* [[DiocesiContea di Ariano Irpino-Lacedonia|Diocesi di Ariano-Lacedonia]]
* [[Dialetto arianese]]
* [[Ferrovia Napoli-Foggia|Ferrovia Roma-Bari]]
* [[Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia]]
* [[Irpinia]]
* [[Maiolica arianese]]
* [[Irpinia - Colline dell'Ufita|Olio DOP Colline dell'Ufita]]
* [[Museo civico e della ceramica (Ariano Irpino)]]
* [[Principato Ultra]]
* [[Ospedale Sant'Ottone Frangipane]]
* [[Sella di Ariano]]
* [[Stazione di Ariano Irpino|Stazione ferroviaria di Ariano]]
* [[Stazione meteorologica di Ariano Irpino|Stazione meteorologica di Ariano]]
* [[Strada statale 90 delle Puglie]]
* [[Villa comunale di Ariano Irpino]]
* [[Terremoto dell'Italia centro-meridionale del 1456|Terremoto del 1456]]
* [[Terremoto dell'Irpinia del 1962|Terremoto del 1962]]
* [[Tratturo Pescasseroli-Candela]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Ariano Irpino|voy}}
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.comunediariano.it/|Sito comunale}}
* {{citaCita web|httphttps://wwwariano.cittadiarianoservizigis.it/Index.aspx|CittàSistema diinformativo Arianoterritoriale}}
* {{Cita web|https://www.facebook.com/comunediarianoirpinopaginaufficiale|Pagina ufficiale}}
 
{{Comuni della provincia di Avellino}}
{{Città italiane della Ceramicaceramica}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Due Sicilie|Provincia di Avellino}}
 
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