Antonio Ligabue: differenze tra le versioni

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|Nome = Antonio
|Cognome = Ligabue
|PostCognomeVirgolaPreData = natogià '''Antonio Laccabue'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Zurigo
|GiornoMeseNascita = 1218 dicembre
|AnnoNascita = 1899
|NoteNascita = <ref name="AL">{{Treccani|antonio-laccabue_(Dizionario-Biografico)|LACCABUE (Ligabue), Antonio|autore=Paola Pietrini|accesso=16 settembre 2019}}</ref>
|NoteNascita = <ref>[http://www.raistoria.rai.it/articoli/ligabue-maestro-naif/11606/default.aspx Filmato in cui viene mostrato il documento d'identità dell'artista]</ref>
|LuogoMorte = Gualtieri
|GiornoMeseMorte = 27 maggio
|AnnoMorte = 1965
|NoteMorte = <ref name="AL"/>
|Epoca = 1900
|Epoca = 1800
|Attività = pittore
|Epoca2 = 1900
|Attività = pittore
|Attività2 = scultore
|Nazionalità = italiano
|PostNazionalità = , tra i più importanti del [[XX secolo]]
|FineIncipit = è stato un [[pittore]] italiano la cui arte è generalmente classificata come [[arte naïf|naïf]]
|Immagine = Antonio Ligabue.jpg
|Didascalia = Antonio Ligabue negli [[Anni 1950|anni cinquanta]]
}}
 
== Biografia ==
Antonio Ligabue nacque a [[Zurigo]], in [[Svizzera]], il 1218 dicembre [[1899]] da Maria Elisabetta Costa, originaria di [[Cencenighe Agordino]], e da ([[Nomenprovincia nescio|padredi ignotoBelluno]]:, [[Italia]]), e venne registrato anagraficamenteall'anagrafe comecon ''Antonioil Costa''cognome della madre. Il 18 gennaio [[1901]] Bonfigliola Laccabue,madre emigratosi insposò [[Svizzera]]con dalBonfiglio comune di [[Gualtieri]]Laccabue, sposò Elisabetta eche il 10 marzo successivo riconobbe il bambino che assunse cosìdandogli il cognomeproprio del patrignocognome.<ref name="AL"/> Antonio, però, divenuto adulto, preferì, nel [[1942]], essere chiamato ''Ligabue'' (presumibilmente per l'odio che nutriva verso Bonfiglio, da lui considerato come l'[[Uxoricidio|uxoricida]] della madre Elisabetta, morta tragicamente nel [[1913]] insieme a tre fratelli in seguito a un'[[intossicazione alimentare]]<ref>Cesare{{cita Zavattiniweb|https://www.docsity.com/it/ligabue-antonio-pittura-novecento/1993627/|titolo=Ligabue citAntonio, pittura novecento, Prove d'esame di Arte|opera=[[Docsity]]|accesso=16 settembre 2019}}</ref><ref>{{cita web|autore = [[Marzio Dall'Acqua]]|https://archive.is/20220714190431/http://www.archimagazine.com/rdallaligabue.htm|titolo=Antonio Ligabue uomo ed artista|opera=archimagazine.com|accesso=14 luglio 2022}}</ref>). Già da piccolo Ligabue non visse mai con la sua famiglia d'origine: sin dal settembre del 1900, venne affidato a Johannes Valentin Göbel ed Elise Hanselmann, una coppia senza figli di svizzeri tedeschi, che l'artista considerò sempre come i propri genitori; in particolare, con Elise l'artista ebbe un legame profondo, sebbene travagliato.<ref name="AL" />
 
NelA settembrecausa deldelle [[1900]]disagiate vennecondizioni affidatoeconomiche aglie svizzericulturali Johannesdella Valentinfamiglia Göbeladottiva, edfu Elisecostretto Hanselmanna checontinui lospostamenti denuncerannodovuti variealla volteprecarietà perdel ilavoro. suoiL'infanzia stranidel comportamenti.giovane AAntonio causafu dellequindi disagiatecaratterizzata condizionida economichegrandi edisagi, culturaliai sonoquali costrettisi aunivano continuile spostamenti:malattie Ligabuedi rimarràcui conera iaffetto Göbel(il fino[[rachitismo]] ale il [[1919Struma (endocrinologia)|gozzo]]), condizioni che risultarono nella compromissione dello sviluppo fisico, mentale e psichico del futuro artista.<ref name="AL" /> Il carattere difficile e le problematicitàdifficoltà dinegli apprendimentostudi lo portarono a cambiare scuola varie volte: prima a [[San Gallo]], poi a [[Tablat (San Gallo)|Tablat]] e infine a [[Marbach (Svizzera)|Marbach]]. daDa dovequest'ultimo istituto, tuttavia, venne allontanatoespulso dopo soli due anni, nel maggio del [[1915]], per cattiva condotta.<ref Siname="AL" trasferì/> quindiNell'istituto, in ogni caso, Ligabue impara a leggere con launa suacerta velocità, e pur non essendo capace in matematica e in ortografia, trova costante sollievo nel disegno. Ritornato nuovamente dalla famiglia adottiva, si trasferirono successivamente a [[Staad]], dove condusse una vita piuttosto errabonda, lavorando saltuariamente come bracciante agricolo.
 
Tra il gennaio e l'aprile del [[1917]], dopo una violenta crisi nervosa, fu ricoverato per la prima volta in un ospedale psichiatrico a [[Pfäfers]]. NelDimesso, tornò nuovamente dalla famiglia adottiva, trasferitasi a [[1919Romanshorn]], soggiornandovi però per brevi periodi, alternando i suoi rientri a casa con peregrinazioni senza meta, durante le quali lavorava come contadino o accudiva animali nelle fattorie.<ref name="AL" /> Nel 1919, dopo aver aggredito la madre adottiva durante una lite, su denuncia della Hanselmann,stessa venne espulso dalla Svizzera. DaVenne [[Chiasso]]inviato fuin Italia e il 9 agosto condottogiunse a [[Gualtieri]], luogo d'origine didel padre Bonfiglio Laccabue.<ref maname="AL" /> Tuttavia, non sapendo una parola di [[Lingua italiana|italiano]], fuggì tentandonel tentativo di rientrare in Svizzera., Riportatoma alvenne paesetrovato e ricondotto a Gualtieri, dove visse grazie all'aiuto dell'ospizio[https://www.comune.gualtieri.re.it/it/point-of-interest/748154 Ospizio di mendicità Carri]. NelSuccessivamente [[1920]]continuò, ricevettecome l'offertafaceva diin unSvizzera, a praticare una vita nomade, lavorando saltuariamente come manovale o lavorobracciante presso glile arginirive del [[Po]]:. proprioProprio in quel periodo iniziòincominciò a dipingere. NelL'espressione [[1928]]artistica incontròdava [[Renatosollievo Marinoalle Mazzacurati]]sue cheansie, nemitigava compresele l'artesue genuinaossessioni e gli insegnò l'uso dei colori ad olio, guidandolo versoriempiva la pienasua valorizzazione del suo talentosolitudine.<ref Inname="AL" quegli anni si dedicò completamente alla [[pittura]], continuando a vagare senza meta lungo il fiume Po./>
 
Ma fu solo nel 1928 che, grazie all'incontro con [[Renato Marino Mazzacurati]], che ne comprese l'arte genuina e gli insegnò l'uso dei colori a olio, Ligabue giunse alla scelta di dedicarsi completamente alla [[pittura]] e alla [[scultura]]. Nel 1937 fu ricoverato nell'ospedale psichiatrico San Lazzaro di [[Reggio Emilia]], a causa dei suoi stati maniaco-depressivi, che sfociavano talvolta in attacchi violenti [[autolesionismo|autolesionistici]] o contro altri; in quest'ospedale tornerà altre due volte, dal 23 marzo 1940 al 16 maggio 1941 e dal 13 febbraio 1945 al 6 dicembre 1948. Dopo la sua seconda permanenza in ospedale, venne fatto dimettere dallo scultore Andrea Mozzali, che lo ospitò a casa sua a [[Guastalla]]. Durante la [[seconda guerra mondiale]], fece da interprete alle truppe tedesche. Nel 1945, per aver percosso con una bottiglia un militare tedesco, dovette rientrare un'altra e ultima volta all'ospedale di Reggio Emilia. Uscito dall'ospedale, soggiornò alternativamente presso il ricovero di mendicità Carri di Gualtieri o in casa di amici.<ref name="AL" />
Nel [[1937]] fu ricoverato in [[manicomio]] a [[Reggio nell'Emilia|Reggio Emilia]] per atti di autolesionismo. Nel [[1941]] lo scultore [[Andrea Mozzali]] lo fece dimettere dall'ospedale psichiatrico e lo ospitò a casa sua a [[Guastalla]]. Durante la guerra fece da interprete alle truppe tedesche. Nel [[1945]], per aver percosso con una bottiglia un militare tedesco, dovette rientrare in manicomio rimanendovi per tre anni. Nel [[1948]] si fece più intensa la sua attività artistica tanto che giornalisti, critici e mercanti d'arte si interessarono a lui. Nel [[1957]] [[Severo Boschi]], firma de ''[[Il Resto del Carlino]]'' e il fotoreporter [[Aldo Ferrari (fotografo)|Aldo Ferrari]] gli fecero visita a Gualtieri: ne scaturì un servizio sul quotidiano con immagini tuttora celebri.
 
Sul finire degli [[Anni 1940|anni quaranta]], andò crescendo l'interesse della critica nei confronti delle sue opere.<ref name="AL" /> Nel 1957, Severo Boschi, firma de ''[[Il Resto del Carlino]]'', e il fotocronista [[Aldo Ferrari (fotografo)|Aldo Ferrari]] gli fecero visita a Gualtieri: ne scaturì un servizio sul quotidiano con immagini tuttora celebri. Negli [[Anni 1950|anni cinquanta]] ebbe inizio il periodo più prolifico per l'artista e, dopo la sua presenza in mostre collettive, presero avvio anche le prime mostre personali.<ref name="AL" /> Nel 1955, tenne la sua prima mostra personale a [[Gonzaga (Italia)|Gonzaga]], in occasione della [[Fiera Millenaria]]. Nel 1961 si procedette all'allestimento dell'esposizione alla Galleria La Barcaccia di [[Roma]], che ne segna la consacrazione nazionale. Il 18 novembre 1962 l'artista fu colpito da un'[[emiparesi]] e, dopo essere stato curato in diversi ospedali, trovò nuovamente ospitalità presso il ricovero Carri di Gualtieri, dove morì il 27 maggio 1965.<ref name="AL" />{{citazione|Il rimpianto del suo spirito, che tanto seppe creare attraverso la solitudine e il dolore, è rimasto in quelli che compresero come sino all'ultimo giorno della sua vita egli desiderasse soltanto libertà e amore.|Epitaffio sulla tomba di Antonio Ligabue a [[Gualtieri]]}}
Nel [[1961]] si procedette all'allestimento della sua prima mostra personale alla Galleria La Barcaccia di [[Roma]]. Subì un incidente in motocicletta e l'anno successivo rimase vittima di una [[paresi]]. Nel [[1963]] Guastalla gli dedicò una grande rassegna antologica, organizzata dal gallerista e amico [[Vincenzo Zanardelli]]. Chiese di essere [[Battesimo|battezzato]] e [[Confermazione|cresimato]]: morì il 27 maggio [[1965]] all'età di 65 anni. Fu sepolto nel cimitero di Gualtieri e sulla sua lapide venne posta la maschera funebre in bronzo realizzata da Mozzali. Era denominato ''Al Matt'' (il matto) o ''Al tedesch'' (il tedesco).
Antonio Ligabue è sepolto nel Cimitero di Gualtieri e sulla sua lapide è posta la maschera funebre in bronzo realizzata da Andrea Mozzali.
 
== Stile ==
Nel [[1965]], all'indomani della sua morte, gli venne dedicata una retrospettiva nell'ambito della [[IX Quadriennale Nazionale d'Arte di Roma|IX Quadriennale di Roma]].
=== Pittura ===
Nei suoi quadri trovarono espressione le sensazioni e i sentimenti che l'artista non riusciva a esprimere con le parole. Non aveva bisogno di modelli e dipingeva attingendo le immagini dalla propria notevole memoria visiva: tutto ciò che cadeva sotto i suoi occhi veniva registrato, rielaborato e riutilizzato all'occorrenza per disegnare scenari dal forte potere evocativo. I ricordi dell'infanzia, i paesaggi, gli episodi quotidiani, i film, le cartoline, i libri divenivano parte del suo patrimonio iconografico. A queste fonti di ispirazione, si accosta una conoscenza più "colta", acquisita da stampe o pubblicazioni d'arte, delle opere di [[Vincent van Gogh]], di [[Gustav Klimt]], dei [[fauves]] e degli [[Espressionismo tedesco (pittura)|espressionisti tedeschi]], con cui alcuni suoi quadri presentano indubbie analogie estetiche e stilistiche.<ref name="AL"/>
 
Tra i vari soggetti, Ligabue predilige ritrarre animali, sia domestici sia esotici, in situazioni di quiete o di tensione (agguati, aggressioni, lotte); ma sono frequenti nei suoi quadri anche le scene di vita quotidiana (i campi e l'aratura), i paesaggi svizzeri, la caccia.<ref name="AL"/>
Su iniziativa di [[Augusto Agosta Tota]] e con il patrocinio della [[regione Lombardia]], della [[Provincia di Milano|provincia]] e del [[Milano|comune di Milano]], fu allestita una grande mostra antologica al [[Palazzo dell'Arengario]], dal 28 novembre [[1980]] all'11 gennaio [[1981]]. Nella [[Palazzo Reale di Milano|sala delle Cariatidi]] furono esposte oltre 150 opere tra [[Dipinto|dipinti]], [[Scultura|sculture]], [[Disegno|disegni]] e [[Puntasecca|puntesecche]], poi raccolte in un dettagliato catalogo con testi di vari critici e intellettuali, come [[Cesare Zavattini]], [[Alberto Bevilacqua]], [[Mario De Micheli]] e [[Raffaele De Grada (scrittore)|Raffaele De Grada]].<ref>Floriano de Santi, ''Il mistero Ligabue'', La Stampa, 2 gennaio 1981, pag.3</ref> La suddetta mostra antologica, nello stesso anno e in quello successivo, verrà poi replicata a [[Bordighera]], [[Lugano]], [[Parigi]], [[Strasburgo]] e altre località.
 
I dipinti realizzati da Ligabue tra la fine degli [[Anni 1920|anni venti]] e gli [[Anni 1930|anni trenta]] hanno un impianto piuttosto semplice. I colori sono molto diluiti e spenti, i contorni risultano sfumati e i soggetti dominanti sono sempre gli animali, ma rappresentati statici e di profilo.<ref name="AL"/>
Nel [[2002]] [[Sergio Negri]], tra i maggiori esperti delle opere di Ligabue, pubblicò il ''Catalogo generale dei dipinti'' (casa editrice Electa Mondadori). Al [[Palazzo Reale di Milano]], tra il 20 giugno e il 4 novembre [[2008]], si tenne una mostra monografica sul pittore organizzata dal Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue di Parma, presieduto da Augusto Agosta Tota. Presso la [[Fondazione Magnani Rocca]] a [[Mamiano]] di [[Traversetolo]], in [[provincia di Parma]], lo stesso Centro Studi predispose, dall'11 marzo al 26 giugno [[2011]] la mostra ''Antonio Ligabue. La follia del genio''.
 
A partire dagli [[Anni 1940|anni quaranta]] l'artista si cimentò nella produzione di autoritratti, nei quali si raffigurava principalmente in posizione pressoché frontale, con il volto girato a sinistra e lo sguardo rivolto a destra, quasi sempre a mezzo busto, dedicando cura alla descrizione dell'abbigliamento e all'espressività, soprattutto degli occhi.<ref name="AL"/>
Nel [[2015]], a [[Gualtieri]], a 50 anni dalla sua morte, nasce la ''Fondazione Museo Antonio Ligabue'' che realizza un'antologica con 180 opere dell'artista tra dipinti, disegni, incisioni e sculture. La mostra ''Ligabue, Gualtieri. Il ritorno'' è allestita nel Salone dei Giganti di Palazzo Bentivoglio ed è aperta dal 31 maggio all'8 novembre 2015<ref>[http://www.fondazionemuseoligabue.it/ Fondazione Museo Ligabue]</ref>. A fronte dell'enorme successo ottenuto dalla mostra, al 31 ottobre 24.000 ingressi, l'apertura è stata prorogata a martedì 8 dicembre 2015.
 
La produzione pittorica degli anni quaranta è caratterizzata inoltre da un arricchirsi della tavolozza di gamme cromatiche sempre più accese: il colore assume connotazioni espressionistiche e la pennellata diviene più corposa. La staticità iniziale lascia così posto alla rappresentazione del movimento. L'attenzione si concentra sempre più nella definizione dell'immagine in primo piano, mentre lo sfondo è reso con macchie di colore.<ref name="AL"/>
 
Negli [[1950|anni cinquanta]], il periodo più prolifico, l'uso dei colori ancora accesi, violenti, espressionistici, divenne allora più libero e la linea scura di contorno delle figure in primo piano acquisì maggiore evidenza, quasi a volerle staccare dallo sfondo. Inoltre, divennero più frequenti gli autoritratti a figura intera.<ref name="AL"/>
 
È inoltre da ricordare che Ligabue non datava le proprie opere e per questo, e gli altri elementi, è difficoltosa la catalogazione della sua opera.<ref name="AL"/>
 
=== Scultura ===
Parallelamente alla produzione pittorica si colloca quella scultorea. I soggetti delle opere scultoree dell'artista erano ancora una volta gli animali, dapprima rappresentati statici, poi sempre maggiormente resi nel movimento e nella descrizione dei particolari.<ref name="AL"/>
 
A causa della tecnica adottata, tuttavia, molte delle sculture di Ligabue sono andate perdute: l'artista, infatti, modellava i suoi soggetti con la creta del Po, resa più malleabile attraverso una lunga masticazione; mentre il ricorso alla cottura, che le avrebbe rese meno deperibili, fu un'acquisizione solo degli ultimi anni.<ref name="AL"/>
 
==Mostre==
Nel 1965, all'indomani della sua morte, gli venne dedicata una retrospettiva nell'ambito della [[IX Quadriennale nazionale d'arte di Roma|IX Quadriennale di Roma]].
 
Con il patrocinio della [[regione Lombardia]], della [[Provincia di Milano|provincia]] e del [[Milano|comune di Milano]], fu allestita una grande mostra antologica al [[Palazzo dell'Arengario]], dal 28 novembre del 1980 all'11 gennaio del 1981. Nella [[Palazzo Reale (Milano)|sala delle Cariatidi]] furono esposte oltre 150 opere tra [[Dipinto|dipinti]], [[Scultura|sculture]], [[Disegno|disegni]] e [[Puntasecca|puntesecche]], poi raccolte in un dettagliato catalogo con testi di vari critici e intellettuali, come [[Cesare Zavattini]], [[Alberto Bevilacqua]], [[Mario De Micheli]] e [[Raffaele De Grada (scrittore)|Raffaele De Grada]].<ref>Floriano de Santi, ''Il mistero Ligabue'', La Stampa, 2 gennaio 1981, pag. 3.</ref> La suddetta mostra antologica, nello stesso anno e in quello successivo, verrà poi replicata a [[Bordighera]], [[Lugano]], [[Parigi]], [[Strasburgo]] e altre località.
 
Nel 2002 [[Sergio Negri]], tra i maggiori esperti delle opere di Ligabue, pubblicò il ''Catalogo generale dei dipinti'' (casa editrice Electa Mondadori). Al [[Palazzo Reale di Milano]], tra il 20 giugno e il 4 novembre del 2008, si tenne la più grande mostra monografica sul pittore con oltre 250 opere esposte, organizzata dal Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue di [[Parma]].
 
Nel 2009 il Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue ha organizzato una mostra nell'[[Auditorium Parco della Musica]] di [[Roma]] la mostra con 80 dipinti di Ligabue intitolata "Antonio Ligabue: espressionista contemporaneo" e inaugurata dall'ex [[presidente della Repubblica]] [[Oscar Luigi Scalfaro]].<ref name="fondazioneArchivioLigabue">{{cita web|url=https://www.fondazionearchivioligabue.it/chi-siamo|titolo=Chi Siamo — Fondazione archivio antonio ligabue|accesso=7 marzo 2020|urlmorto=no}}</ref>
 
Nel 2010 si tenne a Firenze presso la Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti la mostra "RUGGITO. Antonio Ligabue: la lotta per la vita" (30 ottobre 2010 - 16 gennaio 2011), che mette a confronto una serie di capolavori documentando la visione esistenziale dell'artista. il Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue di Parma inaugura una serie di esposizioni, come sempre documentate, discusse e studiate in specifici cataloghi, sul tema affascinante della "follia" dell'artista, a incominciare nel 2011 dall'antologica intitolata ''Antonio Ligabue. La follia del genio'', che lo stesso Centro Studi infatti realizza, dall'11 marzo al 26 giugno del 2011, presso la [[Fondazione Magnani-Rocca]], a [[Mamiano]] di [[Traversetolo]] (in [[provincia di Parma]]).
 
Nell'ambito degli itinerari culturali patrocinati da Expo Milano 2015, le opere di Antonio Ligabue assieme a quelle dell'artista Pietro Ghizzardi vengono inserite in tre eventi a cura di Vittorio Sgarbi in qualità di ''Ambasciatore Expo alle Belle Arti'':
* ''Museo della Follia. Antonio Ligabue-Pietro Ghizzardi'', a Palazzo della Ragione di Mantova (18 maggio 2015 - 10 gennaio 2016);
* ''Arte e Follia. Antonio Ligabue-Pietro Ghizzardi'' presso il Labirinto di Franco Maria Ricci (28 maggio - 31 ottobre 2015) a Fontanellato di Parma;
* ''Il tesoro d'Italia'' presso lo spazio Eataly all'Expo di Milano: un'opera di Ligabue viene esposta a rappresentare l'Emilia-Romagna.
 
Nel 2015, a [[Gualtieri]], a 50 anni dalla sua morte, nasce la ''Fondazione Museo Antonio Ligabue'', che realizza un'antologica con 180 opere dell'artista tra dipinti, disegni, incisioni e sculture. La mostra ''Ligabue, Gualtieri. Il ritorno'' è allestita nel Salone dei Giganti di Palazzo Bentivoglio ed è aperta dal 31 maggio all'8 novembre 2015<ref>{{Cita web |url=http://www.fondazionemuseoligabue.it/ |titolo=Fondazione Museo Ligabue |accesso=30 ottobre 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151112000619/http://www.fondazionemuseoligabue.it/ |dataarchivio=12 novembre 2015 |urlmorto=sì }}</ref>. A fronte dell'enorme successo ottenuto dalla mostra, al 31 ottobre {{formatnum:24000}} ingressi, l'apertura viene prorogata all'8 dicembre 2015.
 
Il tema della follia è stato ripreso e approfondito nel 2016 con la mostra ''Museo della Follia. Antonio Ligabue- Pietro Ghizzardi'', tenutasi a Catania presso Castello Ursino dal 22 aprile 2016 al 12 febbraio 2017.
 
Nel 2017, a [[Napoli]], la ''Fondazione'' allestisce la mostra «Antonio Ligabue»<ref>{{Cita web|url=http://multimediale.comune.napoli.it/index.php?n=7066|titolo=Ligabue, l'arte e la follia in mostra a Napoli|autore=Comune di Napoli|sito=|lingua=it|accesso=2017-10-17}}</ref> nella [[Cappella Palatina (Napoli)|Cappella Palatina]] del [[Maschio Angioino]], con oltre ottanta lavori dell'artista.
 
Nel 2017 a Pavia, mostra nelle scuderie del castello.
 
Nel 2017 nasce a Parma la [[Fondazione Archivio Antonio Ligabue]],<ref>{{Cita web |url=https://www.fondazionearchivioligabue.it/ |titolo=Fondazione archivio antonio ligabue |sito=Fondazione archivio antonio ligabue |lingua=it-IT |accesso=2020-01-23}}</ref> accogliendo interamente l'eredità culturale, promozionale, organizzativa, operativa e scientifica espletata in toto dal Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue a partire dal 1983, anno di fondazione del centro di cui si considera, a tutti gli effetti e per qualsiasi scopo, sia erede sia continuatrice.
 
Nel 2018, dal 19 gennaio al 17 febbraio, al Museo del Presente di [[Rende]] (in [[provincia di Cosenza]]) si tiene, per la prima volta in [[Calabria]], una mostra monografica sull'artista dal titolo "Antonio Ligabue. Vita, opere e oggetti di un geniale artista"<ref>{{Cita web|url=http://www.mostraligabue.it|titolo=ANTONIO LIGABUE. Vita, opere e oggetti di un geniale artista - Mostra su Antonio Ligabue a Rende|autore=Associazione N.9|accesso=2018-02-09}}</ref>, curata da Alessandro Mario Toscano e Marco Toscano, con più di 40 opere di Ligabue e oltre 30 oggetti personali appartenuti all'artista, organizzata dall{{'}}''Associazione N. 9'' in collaborazione con la Casa Museo Ligabue di [[Gualtieri]].
 
Nel 2018 si svolge a Mosca, dal 25 gennaio al 20 maggio 2018, la mostra ''Antonio Ligabue – Lo specchio dell'anima'' presso il Museo Statale Centrale della Storia Contemporanea della Russia. L'antologica, a cura di [[Vittorio Sgarbi]] e [[Marzio Dall'Acqua]], è prodotta e organizzata dalla [[Fondazione Archivio Antonio Ligabue]] di Parma. In catalogo testi dei curatori e interventi critici di Alexander Yakimovich e Irina Yazikova.
 
Nel 2021 al [[Forte di Bard]] viene ospitata una mostra dedicata al pittore, dal titolo ''<nowiki/>'Antonio Ligabue e il suo mondo''', che ripercorre i temi principali cui si è dedicato l'artista: gli animali esotici e feroci e gli autoritratti. Accanto ai dipinti, la mostra dedica uno spazio anche alla scultura, con oltre venti opere bronzee<ref>{{Cita web|url=https://www.fortedibard.it/mostre/antonio-ligabue/|titolo=Antonio Ligabue e il suo mondo - Forte di Bard|lingua=it-IT|accesso=2021-12-13}}</ref>.
 
Al museo Revoltella di [[Trieste]] dall'8 novembre 2023 fino al 30 giugno 2024 si è tenuta una mostra interamente dedicata all'artista con alcune sue opere.
 
Dal 3 ottobre 2024 al 16 marzo 2025, le sale di [[Palazzo Pallavicini (Bologna)|Palazzo Pallavicini]] hanno ospitato una grande mostra dedicata ad Antonio Ligabue, oltre 120 opere (di cui 81 dipinti, 14 sculture, 17 disegni e 15 incisioni).<ref>{{Cita web|url=https://www.palazzopallavicini.com/events/mostra-antonio-ligabue/|titolo=Antonio Ligabue mostra|sito=Palazzo Pallavicini|accesso=2025-02-18}}</ref>
 
Dal 13 giugno al 2 novembre 2025, le sale del [[Palazzo delle Paure]] di [[Lecco]] hanno ospitato la mostra "Antonio Ligabue e l'arte degli Outsider" con 14 opere originali dell'artista.<ref>{{Cita web|url= https://www.clp1968.it/mostra/antonio-ligabue-e-larte-degli-outsider/|titolo= ANTONIO LIGABUE E L’ARTE DEGLI OUTSIDER|sito= clp1968.it|data= 13 giugno 2025|accesso=9 settembre 2025|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20250909085324/https://www.clp1968.it/mostra/antonio-ligabue-e-larte-degli-outsider/|dataarchivio= 9 settembre 2025|urlmorto=no}}</ref>
 
== Antonio Ligabue nei musei ==
* [[MAGI '900]] di [[Pieve di Cento]] ([[Provincia di Bologna|BO]])
* [[Palazzo della cultura "Pasquino Crupi"]] - Reggio Calabria
* [[Palazzo Pallavicini (Bologna)]]
 
== Antonio Ligabue nella cultura di massa ==
=== Filmografia, musica e musicalibri ===
* Un primo filmato su Ligabue viene realizzato nel 1960 dal regista Rai Pier Paolo Ruggerini col titolo: “Il"Il paese del sole a picco”picco".
* Un secondo documentario su Ligabue (''[[Antonio Ligabue, pittore]]'') fu realizzatogirato nel 1962 e distribuito nel [[1965]], l'anno della morte, da [[Raffaele Andreassi]].
* Nel [[1977]] il regista [[Salvatore Nocita]] dedicò uno sceneggiato di tre puntate che narrava la vita di Ligabue, intitolato proprio ''[[Ligabue (filmminiserie televisiva)|Ligabue]]'', che lo fece conoscere al grande pubblico; interpretò il pittore il trentenne [[Flavio Bucci]].<ref>[{{Cita web |url=http://www.pagine70.com/vmnews/wmview.php?ArtID=180 |titolo=Ligabue - Televisione anni 70<!-- Titolo generato automaticamente -->] |accesso=1º gennaio 2010 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100116124155/http://pagine70.com/vmnews/wmview.php?ArtID=180 |dataarchivio=16 gennaio 2010 |urlmorto=sì }}</ref> La serie completa è disponibile sul sito [[Rai]].<ref>[http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-5ff1a3bf-64ca-4de7-9329-0cb6b058b6e3.html?p=0 Ligabue (serie a puntate)] dal sito della Rai.</ref>
* [[Augusto Daolio]], dei [[Nomadi (gruppo musicale)|Nomadi]], gli dedicò una canzone intitolata ''Dammi un bacio'', presente nell'album ''[[Gente come noi (Nomadi)|Gente come noi]]'' del [[1991]].
* [[Marco Ongaro]], all'interno dell'album ''[[Dio è altrove]]'' ([[2002]]), ha inciso una canzone dedicata al pittore, ''Ligabue''.
* Nel 2009, il Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue di [[Parma]] ha coprodotto con [[Rai Trade]] e Officina della Comunicazione un [[film documentario]] del regista [[Salvatore Nocita]] dal titolo ''Antonio Ligabue: fiction e realtà'', con la presenza di [[Flavio Bucci]] in qualità di narratore. Il film è stato presentato in anteprima mondiale al [[Festival Internazionale del Film di Roma]] (15-23 ottobre 2009) e ha partecipato al ''Film, Fashion and Art Fest'' di [[Los Angeles]] (28 febbraio - 6 marzo 2010).<ref name="fondazioneArchivioLigabue" />
* La canzone ''Sfogati'' di [[Caparezza]], contenuta nell'album ''[[Museica]]'' del [[2015]], è accomunata al quadro di Ligabue ''Testa di tigre'' sul libretto dei testi.
* La canzone ''Il Rap Nel Mio PaeseSfogati'' di [[Fabri FibraCaparezza]], trattacontenuta dallnell'album ''[[Squallor (album)|SquallorMuseica]]'' del [[2015]], nelè versostata «Artista come Ligabue, solistaispirata dal 2002»quadro fadi unLigabue riferimento''Testa aldi pittore e non al cantautore [[Luciano Ligabue]]tigre''.
* Nel 2015 viene realizzato il docu-film[[Documentario|docufilm]] ''Antonio Ligabue, L'Uomo'' a cura del regista Ezio Aldoni il quale, attraverso le testimonianze dirette di chi l'ha conosciuto e dalle interviste acon personaggi famosi, ricrea e narra la vita drammatica del pittore.[http<ref>{{Cita web|url=https://www.antonioligabueluomofacebook.itcom/indexantonioligabuefilm|titolo=Antonio Ligabue, l'uomo - Sito ufficiale - Official Website|data=|accesso=2020-01-23|dataarchivio=29 agosto 2017|urlarchivio=https://web.htm]archive.org/web/20170829033934/https://www.facebook.com/antonioligabuefilm|urlmorto=sì}}</ref>
*Il 9 maggio 2019, il giornalista [[Carlo Vulpio]] pubblica con la casa editrice [[Chiarelettere]], ''Il genio infelice'', il romanzo della vita di Antonio Ligabue.
* Il 4 marzo 2020 nelle sale cinematografiche italiane esce ''[[Volevo nascondermi]]'', un film sulla vita di Antonio Ligabue interpretato da [[Elio Germano]] con la regia di [[Giorgio Diritti]].
*Nel 2020 [[Renato Martinoni]] pubblica per [[Guanda]] il romanzo biografico ''La campana di Marbach. Antonio Ligabue. Romanzo dell’artista da giovane''.
*L'11 marzo 2022 [[Carlo Corallo]] e [[Murubutu]] pubblicano il brano "Storia di Antonio", in cui viene narrata la vita di Antonio Ligabue.<ref>{{Cita web|lingua=it-IT|url=https://www.lacasadelrap.com/2022/03/11/storia-di-antonio-carlo-corallo/|titolo=La Storia di Antonio narrata da Carlo Corallo e Murubutu|sito=www.lacasadelrap.com|data=2022-03-11|accesso=2025-09-19}}</ref>
 
== Note ==
<references />
 
== Bibliografia ==
* Mario De Micheli (a cura di), ''Il bestiario di Ligabue scultore'', Edizioni Galleria della Steccata, Parma, 1972.
* ''Dizionario Biografico degli Italiani'', LXIII, Istituto dell'Enciclopedia italiana, Roma, 2004.
* Matteo Smolizza (con il coordinamento di), ''Tutto Ligabue. Catalogo ragionato dei dipinti'', II vol., pp.&nbsp;560, Augusto Agosta Tota Editore, Parma, 2005.
* Matteo Smolizza (con il coordinamento di), ''Antonio Ligabue, La follia del genio'', pp.&nbsp;476, Augusto Agosta Tota Editore, Parma, 2011. Catalogo della mostra presso la Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo, 12 marzo - 26 giugno 2011, a cura di Augusto Agosta Tota.
* Sergio{{Cita Terzi, ''libro|titolo=Forestiero sul Po''<ref>Scheda libro{{Cita web|autore =Sergio Terzi|editore=Relapsus|anno=2015|isbn=978-88-99096-09-0|url = http://www.relapsus.it/index.php?route=product/product&path=59_60&product_id=64|titolo urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160306115242/http://www.relapsus.it/index.php?route=product%2Fproduct&path=59_60&product_id=64|dataarchivio=6 Forestieromarzo sul Po2016|accesso =2 |editore =marzo 2020|dataurlmorto = }}</ref>, Relapsus, 2015, ISBN 978-88-99096-09-0.
* [[Cesare Zavattini]], ''[https://books.google.it/books?id=_WzhAAAAQBAJ&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false Ligabue]'', introduzione di [[Giovanni Raboni]], saggio introduttivo di [[Marco Vallora]], Bompiani, Milano, 1984/2014.
* Elena Villani, ''Antonio Ligabue: incisioni'', in Catalogo della grafica in Italia n. 17, Giorgio Mondadori, Milano, 1987, pp.&nbsp;23–37 (catalogo dell'opera incisa).
* Nel [[Compact disc|CD]] singolo "Il Rap Nel Mio Paese" il [[rapper]] [[Fabri Fibra]] si definisce ''artista come Ligabue'' (riferendosi al pittore).
* Elena Villani, ''Antonio Ligabue: incisioni '', in Catalogo della grafica in Italia n.17, Giorgio Mondadori, Milano 1987, pp.&nbsp;23–37 (catalogo dell'opera incisa).
 
== Voci correlate ==
* [[Arte naïf]]
* [[Gualtieri]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.fondazionearchivioligabue.it|Fondazione Archivio Antonio Ligabue di Parma}}
* {{cita web|http://www.archimagazine.com/bligabu.htm|Antonio Ligabue su Archimagazine}}
* {{cita web|http://www.fondazioneitalia.it/2004/NOTIZIARIO/Sezione_ARTE/Ligabue_nel_quarantesimo_anniversario_della_sua_scomparsa.htm|Scheda della mostra del 2005 a Reggio Emilia e Gualtieri}}
* Recensione della mostra [http://mostreemusei.sns.it/index.php?page=_layout_mostra&id=863&lang=it Antonio Ligabue. La follia del genio] (Fondazione Magnani Rocca, Mamiano di Traversetolo (PR), 12 marzo - 26 giugno 2011)
* {{cita web |1=http://www.marcomarcucci.com/LIGABUE/Ligabue-Biografia/Ligabue-Biografia.html |2=Biografia |accesso=11 febbraio 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150607020406/http://www.marcomarcucci.com/LIGABUE/Ligabue-Biografia/Ligabue-Biografia.html |dataarchivio=7 giugno 2015 |urlmorto=sì }}
* {{cita web|http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-laccabue_(Dizionario_Biografico)/|Biografia di A. Ligabue sul dizionario biografico della Treccani}}
* {{cita web|https://it.findagrave.com/memorial/6776100/antonio-ligabue|Cimitero di Gualtieri (RE), tomba di Antonio Ligabue}}
* {{cita web|http://www.marcomarcucci.com/LIGABUE/Ligabue-Biografia/Ligabue-Biografia.html|Biografia}}
 
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