Beat Generation: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua}}
La '''beat generation''' fu un movimento artistico sviluppatosi attorno agli [[anni 1950|anni Cinquanta]] e [[anni 1960|Sessanta]] negli [[Stati Uniti]], soprattutto in ambito letterario, con nomi di grande valore nella cultura americana del tempo come [[Allen Ginsberg]], [[William Borroughs]], [[Jack Kerouac]], [[Gregory Corso]], [[Neal Cassidy]] e [[Lawrence Ferlinghetti]].
{{L|Scienze sociali|luglio 2017|La pagina tratta quasi esclusivamente del Beat in Italia trascurando, o quasi, l'argomento in altri stati}}
La '''Beat Generation''' fu un movimento giovanile che trovò anche una sua espressione in campo [[arte|artistico]], [[poesia|poetico]] e [[letteratura|letterario]] sviluppatosi dal [[dopoguerra|secondo dopoguerra]] e principalmente negli [[anni 1950|anni cinquanta]] negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]<ref>{{Cita web |url = http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/B/beat_2.shtml |titolo = Beat |sito = Dizionario Sabatini - Coletti on-line |accesso = 31 gennaio 2016 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304100915/http://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/B/beat_2.shtml |dataarchivio = 4 marzo 2016 |urlmorto = no }}</ref><ref>{{Cita web |url = https://dizionari.hoepli.it/Dizionario_Italiano/parola/beat_2.aspx?idD=1&Query=beat+%282%29&lettera=B |titolo = Beat |sito = Dizionario Hoepli on-line |accesso = 16 gennaio 2021 |urlarchivio = https://archive.is/20130413035140/http://www.grandidizionari.it/Dizionario_Italiano/parola/b/beat%20(2).aspx?query=beat%20(2) |dataarchivio = 13 aprile 2013 }}</ref><ref>{{Cita web |url = http://www.sapere.it/sapere/dizionari/dizionari/Italiano/B/BE/beat2.html?q_search= |titolo = Beat |sito = Sapere.it |accesso = 31 gennaio 2016 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160304142634/http://www.sapere.it/sapere/dizionari/dizionari/Italiano/B/BE/beat2.html?q_search= |dataarchivio = 4 marzo 2016 |urlmorto = no }}</ref>.
 
== Origine del nomeStoria ==
Il movimento nasce da un gruppo di scrittori americani, venendo alla ribalta nel [[1950]], come anche i fenomeni culturali da esso ispirati. Gli elementi centrali della cultura "Beat" sono il rifiuto di norme imposte, le innovazioni nello stile, la sperimentazione delle [[droghe]], l'interesse per le religioni orientali, un rifiuto del materialismo e delle rappresentazioni esplicite e crude della condizione umana<ref name="web">{{Cita web |url = http://www.online-literature.com/periods/beat.php |titolo = Beat Generation |accesso = 31 gennaio 2016 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170710101322/http://www.online-literature.com/periods/beat.php |dataarchivio = 10 luglio 2017 |urlmorto = no }}</ref>.
L'"inventore" del termine "beat" per indicare quel movimento fu [[Jack Kerouac]]. La parola può significare "sotteranei", ma anche "battuti" e sopprattutto "beati".
 
I movimenti sottoculturali del [[Sessantotto|maggio 1968]], tra cui l'[[Guerra del Vietnam#Opposizione alla guerra|opposizione alla guerra del Vietnam]] e gli [[hippy]] di [[Università della California - Berkeley|Berkeley]] e [[Festival di Woodstock|Woodstock]], hanno le loro radici nella Beat Generation. Esempio della ribellione giovanile degli anni cinquanta, come la «[[gioventù bruciata]]»<ref>Termine {{Treccani|beat1|«beat»|v=sì|accesso=31 gennaio 2016}}</ref>, è stata costituita da individui ostentatamente ribelli, asociali, anticonformisti, oscillanti fra l’esistenzialismo e lo zenismo.
Nel novembre del [[1952]] il ''[[New York Times]]'' pubblica un articolo di [[John Clellon Holmes]] scrivendo ''"this is the beat generation"''; da qui nasce la fortuna sopprattutto economica dei letterati beat.
 
Tra gli autori di riferimento vanno citati [[Jack Kerouac]], [[Lucien Carr]], [[Allen Ginsberg]], [[William S. Burroughs]], [[Gregory Corso]], [[Neal Cassady]], [[Bob Kaufman]], [[Lew Welch]], [[Charles Bukowski]] (il quale però rifiutò l'etichetta di Beat), [[Gary Snyder]], [[Lawrence Ferlinghetti]], [[Jack Hirschman]], [[John Giorno]] e [[Norman Mailer]].
== Definizione del genere ==
Gli autori ''beat'' riprendono e amplificano i temi della contestazione giovanile della loro epoca che, partendo da una critica radicale alla [[guerra del Vietnam]], si estendono all'intero sistema americano mettendo in discussione la segregazione razziale dei neri, la condizione subordinata della donna, le discriminazioni sulla base dell'orientamento sessuale.
 
== Figure, elementi ed eventi significativi ==
Scrivono di viaggi mentali - atraverso anche la sperimentazione psichedelica di [[droga|droghe]] quali l'[[LSD]] - e fisici attraverso le strade americane in lungo e in largo, come ad esempio ''[[Sulla strada]]'' di [[Jack Kerouac|Kerouac]], scritta attraversando le miglia che separano le due coste degli [[Stati Uniti]].
=== Origine del nome ===
[[File:Kerouac by Palumbo.jpg|thumb|[[Jack Kerouac]]]]
[[File:Lawrence Ferlinghetti.jpg|thumb|upright=1.6|[[Lawrence Ferlinghetti]]]]
 
[[Jack Kerouac]] ha introdotto l'espressione ''Beat Generation'' nel [[1948]], per caratterizzare quel movimento giovanile anticonformista emergente dell'[[cultura underground|underground]] [[newyorkese]]. Il nome nasce da una conversazione con lo scrittore [[John Clellon Holmes]]. In realtà fu [[Herbert Huncke]] che originariamente, come riconobbe anche lo stesso Kerouac, utilizzò la parola ''beat'' in una precedente discussione.
==Voci correlate==
*[[Musica beat]]
 
L'aggettivo ''beat'' potrebbe colloquialmente significare ''stanco'' o ''abbattuto'', in riferimento alla comunità [[afroamericana]] del periodo, ma Kerouac fa sua quell'immagine e altera il significato includendo le connotazioni di ''ottimista'', ''beato'', e l'associazione musicale ''essere sul beat (contraendo il termine "beatific")''. Kerouac, devoto cattolico fin dall'infanzia, ha più volte spiegato che, nel descrivere la sua generazione come "beat", ha cercato di catturare la "sacralità" segreta degli oppressi.
{{Letteratura}}
 
[[John Clellon Holmes]] definisce il movimento in un articolo in qualità di manifesto estetico, pubblicato sul [[New York Times]] nel mese di novembre del [[1952]], dal titolo ''This Is the Beat Generation''<ref>{{cita web|url=http://faculty.mansfield.edu/julrich/holmes.htm|titolo=This Is the Beat Generation|accesso=22 gennaio 2013|lingua=en|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130527114301/http://faculty.mansfield.edu/julrich/holmes.htm|dataarchivio=27 maggio 2013}}</ref>.
[[Categoria:Letteratura]]
 
=== Columbia University ===
[[de:Beat Generation]]
È opinione comune che la Beat Generation abbia avuto fisicamente inizio alla [[Columbia University]], nell'occasione dell'incontro di Kerouac, Ginsberg, [[Lucien Carr]], Hal Chase e altri. Anche se questi personaggi sono conosciuti di fatto come anti-accademici, molte delle loro idee si sono formate in risposta a professori come [[Lionel Trilling]] e [[Mark Van Doren]]. Carr e Ginsberg, compagni di scuola, osservarono la necessità di individuare una "nuova visione"<ref>Un termine preso in prestito da [[Arthur Rimbaud]].</ref>, concependo un ideale di rottura, in contrasto con la "tradizione" idealistica e letteraria dei loro professori.
[[en:beat generation]]
 
[[fr:Beat generation]]
Burroughs venne introdotto nel gruppo grazie ad un vecchio amico, David Kammerer. Carr aveva fatto amicizia con la matricola Allen Ginsberg presentandolo a Kammerer e Burroughs. Carr conosceva anche la fidanzata di Kerouac, Edie Parker; fu grazie a lei che, nel [[1944]], Burroughs incontrò Kerouac.
[[nl:Beat Generation]]
 
[[pl:Beat Generation]]
Il 13 agosto [[1944]] Carr uccise Kammerer con un coltello da [[Scautismo|boy scout]] a [[Riverside Park]], affermando in seguito di averlo fatto per legittima difesa. Carr si costituì il mattino seguente, fu poi dichiarato colpevole di omicidio colposo, mentre Kerouac accusato di favoreggiamento e Burroughs come testimone, ma nessuno venne perseguito. Kerouac ha scritto in merito a questo episodio due volte nelle sue opere: una volta nel suo primo romanzo, ''The Town and the City'', e ancora una volta in uno dei suoi ultimi, ''Vanity di Duluoz''. Sull'omicidio, ha scritto anche un romanzo in collaborazione con Burroughs, ''And the Hippos Were Boiled in Their Tanks.''
[[fi:Beat-sukupolvi]]
 
[[sv:Beat Generation]]
=== Neal Cassady ===
[[Neal Cassady]] venne introdotto nel gruppo nel [[1947]]; fu un personaggio di rottura, una sorta di "musa" maschile per Ginsberg. Ebbero una relazione e Ginsberg divenne il ''tutor-writing'' personale di Cassady. I viaggi stradali di Kerouac e Cassady alla fine del [[1940]], divennero il centro del secondo romanzo di Kerouac, ''[[Sulla strada]]'' (''On the Road'').
 
== Accezioni del termine ''beat'' in italiano ==
I significati che si possono attribuire alla parola «beat» in italiano sono molteplici. Gli venne attribuito il significato di ''beatitudine'' (''beatitude''), nel senso di salvezza ascetica ed estatica, tipica dello spiritualismo [[Zen]], ma anche aderente al falso [[misticismo]] indotto dalle droghe, dall'[[Etanolo|alcol]], dall'incontro carnale e frenetico, dal parlare incessantemente, con lo scopo di scaricare tutti i contenuti mentali. ''Beat'' può anche essere tradotto con «''battuto''», «''sconfitto''»: denota l'inevitabile sconfitta dovuta alla società, dalle sue costrizioni, dagli schemi imposti ed inattaccabili; beat è il richiamo alla vita libera e alla consapevolezza dell'istante.
 
Beat come ribellione. Beat come battito. Beat come ritmo. Il ritmo della musica [[jazz]], che si ascolta in quegli anni, il ritmo del [[bebop]] e della cadenza dei versi nelle poesie. Il jazz di Frisco, frenetico, sudato, vissuto e [[catarsi|catartico]]; il jazz di [[Charlie Parker]], "The bird", personaggio eroico e deificato da questa generazione; la poesia di Carlo Marx ([[Allen Ginsberg]]) declamata fino a tarda notte, e i versi sconnessi dei [[Mexico City Blues]] o della poesia "''Mare, suoni dell'Oceano Pacifico a [[Big Sur (romanzo)|Big Sur]]''", da appendice a "Big Sur" di Kerouac. "''Essere Beat''" significa la scoperta di sé stessi, della vita sulla strada, del sesso liberato dai pregiudizi, della [[droga]] libera, dei [[valori umani]], della ''coscienza collettiva''. Beat non è politica, nonostante molti movimenti abbiano nella politica la loro origine. Beat non è religione, nonostante sia forte la componente spirituale.
 
{{Citazione|Aiuteremo a modificare le leggi che governavano i cosiddetti paesi civili di oggi: leggi che hanno coperto la Terra di polizia segreta, campi di concentramento, oppressione, schiavitù, guerra, morte|Allen Ginsberg}}
 
In principio vi erano gli [[Hipster (sottocultura anni 1940)|hipster]]. Questo gruppo di figure distaccate, rappresenta la corrente [[Esistenzialismo|esistenzialista]] statunitense, che riconosce il rischio di una [[guerra atomica]], sente il peso oppressivo della società consumistica statunitense del dopoguerra e dell'asfissiante standardizzazione delle masse. Gli hipster sono distaccati, conoscono i pericoli, quindi si "licenziano dalla società", iniziando a contattare la loro essenza. Gli hipster sono tipi seri, falsamente e misticamente in preda all'[[eroina]] che Kerouac descrive nella prima parte de ''[[I sotterranei]]''. Accanto a questi personaggi, emergono i beat, giovani sofferenti, spesso dediti all'[[Bevanda alcolica|alcol]] e alla [[marijuana]], poeti, romanzieri, che vorrebbero condividere con l'umanità il loro amore per il tutto, invece si sentono incompresi. Per il loro stile di vita sono accomunati spesso alla "Lost Generation", alla "Generazione Perduta", e, per stessa ammissione di molti scrittori beat, [[Walt Whitman|Whitman]] ed [[Ernest Hemingway|Hemingway]] sono alle origini delle loro creazioni letterarie. In realtà, il movimento beat ebbe una portata assai più sconvolgente, grazie anche a diverse coincidenza avvenute nel periodo in cui emerse.
 
{{Citazione|l'hipster caldo è il folle dagli occhi scintillanti, innocente e dal cuore aperto, chiacchierone, che corre da un bar all'altro, da una casa all'altra, alla ricerca di tutti, gridando irrequieto […].|Jack Kerouac}}
 
Simbolo del beat è, di certo, [[Neal Cassady]], ispirazione di molte opere di Kerouac, ma anche di [[Allen Ginsberg|Ginsberg]], citato da altri autori statunitensi, quali [[Charles Bukowski]], per l'eccezionale personalità che "''l'ultimo sacro idiota d'America''" riusciva a deflagrare, ad esplodere. Il movimento beat è una "''corsa velocissima''" che lascia il segno: pochi sono riusciti a fermarsi prima del punto di non ritorno, una "''gioventù bruciata''".
 
Il movimento è sostanzialmente frutto di un'[[utopia]] che nasce all'interno di un gruppo di amici, amanti della [[letteratura]] e completamente saturi della società che vivono, delle regole, dei tabù. I beat desiderano scappare, viaggiare, fare [[autostop|l'autostop]] fino a dove possono arrivare, ma non per un senso di fuga dalle responsabilità, ma per trovarsi da soli nuove regole e stili di vita. Da qui viene l'avvicinamento alla spiritualità [[Zen]], al [[cattolicesimo]], al [[taoismo]], che tanto viene approfondito, discusso e rimodellato in un'ottica beat; ma da qui viene anche l'abuso di sostanze stupefacenti, di alcol per trovare un nuovo sistema di regole, per tentare di sedare la sofferenza e per riunire l'io e il Tutto.
 
Inizialmente, il movimento beat, anche grazie al successo del libro di [[Kerouac]], ''[[Sulla strada]]'', raccoglie un grande consenso e dà vita al movimento dei [[figli dei fiori]] e dei [[beatniks]]. Entrambi i gruppi saranno motivo di grave malcontento della società contro gli scrittori beat che, per il loro modo di vivere, non sembravano differenziarsi da questi personaggi che intendevano tutta la corrente, come una rivolta contro la borghesia statunitense che infine sfocerà nella protesta contro la [[guerra del Vietnam]]. Ad un certo punto essere beat diventa scomodo sia per gli attacchi pressanti delle associazioni statunitensi, che per le intrusioni nella sfera personale da parte di fan e giornalisti che vedevano in questi uomini dei simboli di una rivolta che non avevano il coraggio di iniziare.
 
{{Citazione|[…] un fiume inesauribile di telegrammi, telefonate, visite, giornalisti, ficcanaso, o quella volta che il giornalista si precipitò di sopra in camera mia mentre vi sedevo in pigiama sforzandomi di trascrivere un sogno… teenager scavalcano lo steccato alto un metro e ottanta che avevo fatto costruire intorno al giardino per restare solo…|Big Sur}}
 
Inizialmente la compagine dei beat era formata dalla triade composta da Kerouac, Neal Cassady e Allen Ginsberg che si incontrava con altri ragazzi al [[Greenwich Village]] di [[New York]], discutevano, si divertivano, e condividevano i propri lavori fino a tarda notte. Pur essendo più anziano, anche [[William S. Burroughs]] venne considerato un elemento importante di questa prima formazione, seppur la sua figura sia, per i giovanissimi Kerouac e Ginsberg, meglio definibile come quella di una guida utile per districarsi attraverso i meandri della [[letteratura]] e della [[filosofia]]. Sarà una fase ricca di viaggi negli USA, specie verso [[San Francisco]], di fama, ma anche di momenti storici come il [[Vietnam]], la paura dell'[[bomba atomica|atomica]], le rivendicazioni razziali e studentesche.
 
In seguito si aggiungeranno [[Gary Snyder]], [[Lawrence Ferlinghetti]] e [[Gregory Corso]], spesso considerato il migliore della trinità Beat<ref>Gli altri due erano Kerouac e Ginsberg.</ref> e che instaurerà proprio con Kerouac, il re dei beatniks, un rapporto contrastato di odio, amore e amicizia in chiave beat. Quando Ginsberg si trasferì a [[San Francisco]], sede di tutti i beat e residenza del "santone" [[Henry Miller]], idolo assoluto di questo movimento, iniziò una fase che molti considerano della "Scuola di San Francisco", ma sulla quale non v'è molto da aggiungere se non il fatto che Ferlinghetti, nella sua libreria [[City Lights Bookstore]] nel North Beach di [[San Francisco]], pubblicò alcune opere beat tra cui il [[poema]] ''[[Urlo (poema)|Howl]]'', uno dei più famosi manifesti del movimento. Il movimento, con il tempo, andò via via scemando, come idea di gruppo, di pari passo con la fine delle contestazioni. Si lasciò dietro le morti premature di Cassady e Kerouac, una lunga disapprovazione sociale, soprattutto dovuto all'uso delle droghe, e tante opere che ancora oggi sono custodite presso City Lights, diffuse e stampate in molte lingue e in molti stati. Nonostante tutto, si porta dietro la leggenda di quei ragazzi che giravano sulla strada, verso l'ignoto, e che ancora oggi stimolano le fantasie di milioni di persone.
[[File:Ferlinghetti's plaque.JPG|thumb|Placca con citazione da una poesia di [[Lawrence Ferlinghetti|L. Ferlinghetti]] sul marciapiede all'esterno di ''[[City Lights Bookstore]]'']]
{{Citazione|È stato un fuorilegge il padre della nostra patria? Sì. È stato un fuorilegge Galileo per aver detto che il mondo è rotondo? Io dico che il mondo è rotondo! Non è ''square''|''The origins of the beat generation'', Kerouac}}
 
All'origine del movimento negli USA vi sono probabilmente figure più o meno vicine al movimento del [[Trascendentalismo]] ottocentesco, fra cui spiccano [[Ralph Waldo Emerson]], [[Henry David Thoreau]] e [[Walt Whitman]]. Fra i movimenti affini, ma storicamente troppo distanti, ci sono quelli [[cinici]] della [[Grecia antica]].
 
=== Definizione del genere ===
{{Citazione|La Beat Generation è un gruppo di bambini all'angolo della strada che parlano della fine del mondo|[[Jack Kerouac]]}}
 
Gli autori ''beat'' riprendono e amplificano i temi della [[contestazione giovanile]] della loro epoca, che, partendo da una critica radicale alla [[guerra del Vietnam]], si estendono all'intero sistema statunitense, mettendo in discussione la [[segregazione razziale]] dei neri, la condizione subordinata della donna, le discriminazioni in base all'[[orientamento sessuale]].
 
I giovani beat studiano il [[neoplatonismo]] di [[Plotino]], le teorie [[Cosmogonia|cosmogoniche]] contenute nel libro ''[[Eureka (Edgar Allan Poe)|Eureka]]'' di [[Edgar Allan Poe]], le poesie [[Mistica|mistiche]], i trattati [[ascetismo|ascetici]] di San [[Giovanni della Croce]], la [[telepatia]] e la [[cabala (esoterismo)|cabala]]<ref>Allen Ginsberg, ''Jukebox all'idrogeno'', Oscar Mondadori, 1965. p. 107.</ref>.
 
Scrivono di viaggi mentali - anche mediante la sperimentazione [[psichedelia|psichedelica]] di [[Droga|droghe]] quali l'[[LSD]] - e fisici, in lungo e in largo attraverso le strade degli USA, come ad esempio ''[[Sulla strada]]'' di [[Jack Kerouac|Kerouac]], scritto viaggiando in autostop da una costa all'altra degli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]].
 
== Il Beat in Italia ==
[[File:Jack Kerouac e Gian Pieretti (1966).jpg|thumb|left|[[Gian Pieretti]] (a destra) con [[Jack Kerouac|Kerouac]], 1966]]
 
È stata [[Fernanda Pivano]], con le sue traduzioni, a favorire la conoscenza del pensiero Beat in Italia, agevolata dal fatto di essere amica di diversi autori della beat generation, ed autrice di molte prefazioni delle loro opere.
 
Molti "appartenenti" alla Beat Generation, in diversi momenti vennero in Italia. Alcuni per trovarvi ispirazione<ref>Come Ferlinghetti per il suo ''Scene italiane.''</ref>. [[Allen Ginsberg]] al [[Festival di Spoleto]] del [[1965]]. [[Jack Kerouac]], nell'ottobre del [[1966]] protagonista di un tour di conferenze, organizzato dalla Mondadori, in alcune di esse facendosi accompagnare dal cantautore [[Gian Pieretti]]<ref>Scoperto grazie alla segnalazione di [[Donovan]].</ref>.
 
Poesia, letteratura, musica e stili di vita vennero, in qualche modo, coinvolti e condizionati da queste presenze.
 
=== Poesia e letteratura ===
[[File:Gianni Milano anni sessanta.jpg|thumb|[[Gianni Milano]]]]
 
A differenza di quello che avvenne negli USA, la poesia e la letteratura di ispirazione beat in Italia si sviluppò<ref>In modo molto sotterraneo e in ritardo dall'esperienza originale d'oltreoceano.</ref> dal [[1965]] ai primi anni settanta<ref>Giulio Tedeschi''"Avvolti e indifesi"'' breve saggio sulla scrittura beat italiana (con bibliografia essenziale), in ''"Storia della musica psichedelica italiana"'' a cura di Lodovico Ellena (Menhir Libri, Vercelli 1998) pagg. 104/105/106.</ref>, in un lungo crepuscolo, che si esaurì solo alle soglie degli [[anni '80|'80]]. Tra i punti di riferimento, la libreria Hellas e l'editrice Pitecantropus<ref>"La Pitecantropus e le prime esperienze editoriali" da: ''1965/1975. Un decennio underground. L'editoria "alternativa" a Torino e in Piemonte'' (tesi di laurea discussa presso l'università degli Studi di Torino, Facoltà di lettere e Filosofia, Corso di Laurea Specialistica in Storia, relatore prof. Giovanni De Luna, autore Tomaso Clavarino, anno accademico 2009/2010, pagg. 13-29).</ref><ref>Ambedue di Torino.</ref>, il [[Beat '72]]<ref>Nasce a Roma nel 1964 nei locali di via Belli ad opera di Ulisse Benedetti.</ref>, l'aperiodico, "''I lunghi piedi dell'uomo''" curato da Poppi Ranchetti e la rivista Pianeta Fresco, ispirata e diretta da [[Fernanda Pivano]], per un certo periodo anche stimolo diretto per molti giovani creativi che incontrava spesso nella sua abitazione milanese di via Manzoni<ref>La stessa Pivano il 6 febbraio 1967 presentò presso la Feltrinelli di Milano il programma delle "Edizioni di Libreria", una collana di minuscoli opuscoli di poesia, da lei curati, da vendere a prezzo bassissimo, esclusivamente nel circuito delle librerie Feltrinelli.
Vennero pubblicati soltanto i primi due volumi, "I denti cariati e la patria" di Antonio Infantino e l'Antologia del Beatnick's Clan di Monza. Mentre non vennero mai mandati alle stampe la raccolta di Poppi Ranchetti "Sui cessi rotti della guerra", "Poesie quasi d'amore" di Carlo Silvestro, "I giardini di asfalto" di Pier Franco Mercenaro.</ref>.
 
Tra gli scrittori e i poeti beat di lingua italiana si ricordano [[Gianni Milano]], Vasco Are, [[Aldo Piromalli]]<ref>Da inizio [[anni settanta]] residente ad [[Amsterdam]].</ref>, Vittorio di Russo, Carlo Silvestro e il [[Canton Ticino|ticinese]] [[Franco Beltrametti]]. Tra gli scrittori, Silla Ferradini<ref>Attualmente famoso scultore.</ref>, autore molto underground di un solo libro, ''I Fiori Chiari''<ref>La Scimmia Verde, Milano, [[1976]].</ref>, cronaca della scena Beat milanese anni sessanta, Andrea D'Anna con il romanzo psichedelico ''Il Paradiso delle Urì''<ref>[[Feltrinelli]], Milano, 1967.</ref>, Melchiorre Gerbino con ''Gamla Stan''<ref>Giordano Editore, 1967, Milano.</ref>, Gianni De Martino con ''Hotel Oasis''<ref>[[Arnoldo Mondadori Editore|Mondadori]], Milano, 1988.</ref>, il poeta e cantautore [[Antonio Infantino]] con ''I denti cariati e la patria 1966''.
 
Negli anni settanta la deriva beat influenzò ancora alcuni giovani autori italiani che nel frattempo avevano stravolto le loro visioni poetiche filtrandole attraverso l'influenza della freak-generation nord-statunitense. Da ricordare, tra questi, [[Giulio Tedeschi]] editore di [[Tampax (rivista ed editrice)|Tampax]], organizzatore di letture pubbliche di poesia e musica, e autore di "Madras Ice Cream", Piero Verni e il ticinese Antonio Rodriguez, curatore della rivista psichedelica [[Paria (rivista)|Paria]].
 
=== Mondo Beat ===
A metà [[anni 1960|anni sessanta]], il circolo anarchico [[Sacco e Vanzetti]] di Milano divenne per un certo periodo un punto di appoggio del movimento beat. Furono Vittorio Di Russo, Melchiorre Gerbino, Renzo Freschi, Gennaro De Miranda e il finanziatore Umberto Tiboni, a ideare il titolo di ''Mondo Beat'', sicché Melchiorre Gerbino a partire dal n.1<ref>Succeduto al n. 0 e al n. 00.</ref>, fu incaricato dal gruppo di registrare la nuova testata in Tribunale.
 
''Mondo Beat'' è considerata la prima rivista underground italiana : inizia le pubblicazioni nel novembre 1966<ref>Il n. 0 è datato 15 novembre 1966.</ref>. In tutto ne uscirono sette numeri. Ben presto, la rivista ''Mondo Beat'' divenne la "voce" del movimento dei "capelloni"<ref>Com'erano chiamati al tempo i giovani che aderivano alla beat generation.</ref> e ispiratrice di una libera comunità denominata dai suoi abitanti, "il campeggio", creata in una zona che negli anni sessanta era la periferia di Milano, in via Ripamonti. La stampa "benpensante" inizia una forte campagna tesa a denunciare il fenomeno Beat, accusando gli occupanti della tendopoli<ref>Definita in modo spregiativo "Barbonia City".</ref>, di contravvenire alle regole della moralità<ref>Amore libero.</ref>, e di rappresentare un serio pericolo di [[pandemia]], a causa delle precarie condizioni igieniche.
 
Le squadre della polizia iniziano a perquisire sistematicamente la tendopoli, alla ricerca di minorenni "scappati di casa" che trovano facile rifugio nelle tende del movimento. In seguito ad alcune perquisizioni avvenute con "modi bruschi", il 7 marzo [[1967]], un centinaio di "capelloni" inscena una manifestazione per protestare contro la brutalità della Polizia venendo poi caricata da un reparto della [[Reparti mobili della Polizia di Stato|Celere]]. Il 12 giugno 1967 la tendopoli di via Ripamonti viene sgomberata dalla forze di Polizia e rasa al suolo dagli operatori comunali del SID<ref>Servizio immondizia domestica.</ref>, intervenuti con i [[lanciafiamme]]. Molti degli occupanti vengono fermati ed allontanati dalla città con foglio di via. Dopo l'uscita del n. 5, luglio 1967<ref>Curato da Gianni De Martino ed edito da Feltrinelli.</ref>, anche ''Mondo Beat'' cessa le pubblicazioni.
 
[[File:Allen Ginsberg und Peter Orlowski ArM.jpg|thumb|[[Allen Ginsberg]] e [[Peter Orlovsky]]]]
 
=== La musica ===
{{vedi anche|Musica beat in Italia}}
Alla fine degli anni sessanta si scatenò in Italia un enorme fiorire di complessi il cui stile veniva definito [[Musica beat in Italia|musica beat]]. La terminologia precisa di questa definizione nel paese non è mai stata particolarmente precisa così come la sua influenza effettiva dalla beat generation americana. In Italia vennero riprese sonorità del [[Mersey Beat]] e del [[Rock and roll]] sotto l'influenza della [[British invasion|British Invasion]], da qui il termine beat (letteralmente "battito") starebbe più per la definizione delle linee ritimiche che per le tematiche e l'estetica beatnik (la quale era principalmente caratterizzata più dal [[jazz]] che dal rock).
 
Tra i numerosi complessi italiani definiti beat vi furono l'[[Equipe 84]], i [[Dik Dik]], [[I Corvi (gruppo musicale)|I Corvi]], [[I Camaleonti]], i [[Nomadi]], i [[The Rokes]], [[I Delfini (gruppo musicale)|I Delfini]], [[New Dada|I New Dada]], il duo [[Franco IV e Franco I]] insieme ad altri gruppi che divennero ''cult'' in seguito alla loro riscoperta nei decenni successivi come [[I Tubi Lungimiranti]], [[I Fantom's]] o [[Gli Astrali]] sono solo alcuni tra gli esponenti, e di solisti: [[Riki Maiocchi]], [[Ugolino (cantante)|Ugolino]]. [[Gian Pieretti]], [[Patty Pravo]], [[Caterina Caselli]] ed altri.
 
Questo fiorire condusse alla nascita di riviste musicali nate espressamente per i giovani, ''[[Ciao amici]]'', ''[[Giovani (rivista)|Giovani]]'', ''[[Big (rivista)|Big]]'', di locali dedicati espressamente alla musica beat, il [[Piper Club]] di [[Roma]] è il più noto, ma ne nacquero in ogni città, a [[Torino]] ad esempio ''La Perla'', di concorsi musicali legati al beat, il più noto di tutti fu il [[Rapallo Davoli]], ed al diffondersi in ogni città d'Italia di punti di aggregazione per i "capelloni", tra cui, [[piazza di Spagna]] e [[piazza Navona]] a Roma o [[Piazza Castello (Torino)|piazza Castello]] a Torino.
 
== Il Beat al cinema ==
Il film ''Pull My Daisy'', del [[1959]], di [[Robert Frank]] e [[Alfred Leslie]], è ritenuto il manifesto del cinema beat: la voce fuori campo è di [[Jack Kerouac]] e fra gli attori compaiono [[Peter Orlovsky]], [[Allen Ginsberg]] e [[Gregory Corso]]. La breve narrazione (di 28 minuti) di una divagante chiacchierata tra amici gioca sul cortocircuito tra modi e strutture della finzione e istanze di realismo documentario.
 
Il film ''[[The Beat Generation]]'', anch'esso del [[1959]], considerato uno degli ultimissimi [[film noir]], è incentrato sulle indagini alla ricerca di uno stupratore seriale che frequenta il mondo dei beat, il film, prodotto dalla [[Metro-Goldwyn-Mayer|MGM]] rappresenta in maniera estremamente sensazionalistica la controcultura beat. Similmente il film ''[[The Beatniks]]'' dell'anno seguente sfrutta semplicemente il termine "beatnik" come un sinonimo di malvivente, stessa cosa per il film inglese del 1960, [[Beat Girl|''Ragazza Beat'']].
 
Nel [[1960]] esce ''[[La nostra vita comincia di notte]] (The Subterraneans)'', di [[Ranald MacDougall]], trasposizione del romanzo ''[[I sotterranei]]'' di Kerouac. La pellicola è stata uno dei pochissimi tentativi di Hollywood di sfruttare il fenomeno dei beat. Ma la pellicola fu un [[Flop|insuccesso]] di pubblico e ancora più di critica per la visione eccessivamente "hollywoodiana", ammorbidita e stereotipata della controcultura beat e del romanzo di Kerouac a tal punto da modificare il personaggio di Mardou Fox, amante del protagonista, da afroamericana a francese suscitando anche l'ilarità e la derisione da parte di Allen Ginsberg.
 
Nel [[1987]] esce ''The Beat Generation: An American Dream'', con Burroughs, Cassady, Corso, Kerouac, Ginsberg e Ferlinghetti.
 
Del [[1990]] è ''[[The Beats - L'urlo ribelle]]'', [[mockumentary]] incentrato soprattutto sull'incontro e sul rapporto tra i fondatori e sull'influenza del movimento beat sulle generazioni successive; nel [[1991]] esce ''[[Il pasto nudo]]'' di [[David Cronenberg]], tratto dall'[[Pasto nudo|omonimo romanzo]] di [[William S. Burroughs]].
 
Nel [[2010]] esce il film ''[[Urlo (film)|Urlo]]'', scritto e diretto da [[Rob Epstein]] e [[Jeffrey Friedman]], che racconta la vita del celebre poeta beat Allen Ginsberg, interpretato da [[James Franco]].
 
Nel [[2012]], ''Sulla strada'' di Jack Kerouac viene adatto per il grande schermo nel film ''[[On the Road (film 2012)|On the Road]]''.
 
Nel [[2013]] è stato realizzato il film ''[[Giovani ribelli - Kill Your Darlings]]'', tratto dal romanzo ''[[E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche]]'', scritto a quattro mani da Jack Kerouac e William S. Burroughs, il quale racconta la nota vicenda dell'omicidio di David Kammerer da parte di Lucien Carr.
 
Nel [[2015]] è stato realizzato il docufilm ''Bomb! Burning Fantasy'' di Matteo Scarfò, con [[Nick Mancuso]], sulla vita e la poesia di [[Gregory Corso]].
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
{{C|Ampia bibliografia da sfoltire, mantenendo le pubblicazioni che, in linea con [[WP:Bibliografia]], sono state utilizzate nella stesura dei contenuti o inequivocabilmente autorevoli.|scienze sociali|dicembre 2023}}
* Vito Amoruso, ''La letteratura beat americana'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], 1975
* Benedetta Cosmi, ''Non siamo [[figli]] controfigure. Docenti Beat, studenti Bit Generation'', Sovera, Roma 2010
* [[Fernanda Pivano]], '' C'era una volta un beat. 10 anni di ricerca alternativa'', Arcana, Roma 1976; [[Frassinelli]], Milano 2003;
* [[Fernanda Pivano]] ''Beat hippie yippie'', [[Bompiani]], Milano 1977, 2004; ''The beat goes on'', [[Arnoldo Mondadori Editore]], Milano 2004.
* [[Gianni Milano]] ''"Un Beat con le Ali, poesie sparse 1965/1968"'' (Tedeschi/Il Mio Libro, Roma 2009), a cura di Giulio Tedeschi, introduzione di Poppi Ranchetti, note di copertina di Giulio Tedeschi.
* [[Gianni Milano]], ''Il Maestro e le Margherite'', millelire Stampa Alternativa, 1996.
* Nicola Sisto, ''C'era una volta il beat. Gli anni sessanta della canzone italiana'', edizioni Lato Side, 1982
* [[Riccardo Bertoncelli]], ''Enciclopedia del Bitt Italiano'' (appendice alla ''Enciclopedia del Rock Anni '60'', Quarta edizione, [[Arcana Editore|Arcana editrice]], 1989)
* Salvo D'Urso, ''Manifesto beat'' - Juke Box all'Idrogeno, Torino, 1990
* Emanuele Bevilacqua, ''Guida alla beat generation'', Theoria, Roma 1994.
* Gianni De Martino, Marco Grispigni, ''I capelloni. Mondo Beat 1966-67, storia, immagini, documenti'', Castelvecchi, Roma 1996.
* Matteo Guarnaccia (a cura di), ''Beat & Mondo Beat'', [[Stampa Alternativa]], 1996.
* Claudio Pescetelli, ''Ciglia ribelli'' - Editrice I libri di Mondo Capellone, Arezzo, 2003
* AA.VV., ''ma l'amor mio non muore: origini documenti strategie della 'cultura alternativa' e dell'underground' in Italia'', a cura di [[Gianni-Emilio Simonetti]], [[Arcana Editore|Arcana Editrice]], Roma 1971; ripubblicato da DeriveApprodi, Roma 2004.
* Tiziano Tarli, '' Beat italiano: dai capelloni a Bandiera Gialla'', Castelvecchi, Roma 2005.
* Claudio Pescetelli, ''Una generazione piena di complessi'' - Editrice Zona, Arezzo, 2006
* [[Andrea Valcarenghi]], ''Underground: a pugno chiuso!'', introduzione di [[Marco Pannella]]; e interventi di [[Goffredo Fofi]], Carlo Silvestro e [[Michele Straniero]], Arcana, Roma 1973 (nuova edizione a cura di Silvia Casilio, NdA press, S. Giustina Rimini 2007).
* Alberto Tonti, ''Ballarono una sola estate. 70 meteore della canzone italiana degli anni sessanta'', edizioni [[Rizzoli]], 2007
* Gianni De Martino (a cura di), ''Capelloni & Ninfette. Mondo Beat 1966-1967'', prefazione di [[Matteo Guarnaccia]], introduzione di Marco Grispigni, Costa & Nolan, Milano 2008.
* Francesco Tabarelli - Alessandro Manca - "I Figli dello Stupore. La Beat Generation Italiana" (antologia poetica a cura di Alessandro Manca + DVD a cura di Francesco Tabarelli) - Edizioni Sirio (2018) https://www.siriofilm.com/ifiglidellostupore/ {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20200722195222/https://www.siriofilm.com/ifiglidellostupore/ |date=22 luglio 2020 }}
* Enzo Mottola, ''Bang Bang! Il Beat Italiano a colpi di chitarra'', [[Bastogi Editrice Italiana]], 2008
* Gabriele B. Fallica, "Bukowski, i Beat, la Pace e i Giovani - Conversazioni con Fernanda Pivano" MescalPeyoBook 2011 ISBN 978-88-903487-1-6.
* Allen Gisberg. Jukebox all'idrogeno. Guanda. 2006 Collana: Poeti della Fenice ISBN 888246900X; ISBN 978-8882469009
* Tomaso Clavarino, "Coito Ergo Bum", Edizioni Seb 27, 2012, Torino
* Silla Ferradini, "I Fiori Chiari. Il romanzo della Beat Generation a Milano dal '66 al '69" - a cura di Alessandro Manca. Strade Bianche di Stampa Alternativa (ediz. 2019)
* Alessandro Manca, "Kerouac. Viaggio in Italia. Un giorno a Milano". Strade Bianche di Stampa Alternativa (2019)
* Andrea D'Anna, "Il Paradiso delle Urì", Strade Bianche di Stampa Alternativa, 2020, a cura di Alessandro Manca
* Alessandro Manca, "La vita è un paese straniero. Jack Kerouac in Italia 1966", El Doctor Sax, 2023
* Alessandro Manca (a cura di), "Uccello nel guscio. La letteratura beat italiana" - Prefazione di Gianni Milano, La nuova carne, 2024
 
== Voci correlate ==
* [[Musica Beat]]
* [[Beatnik]]
* [[Contestazione giovanile]]
* [[Jack Kerouac]]
* [[Neal Cassady]]
* [[Allen Ginsberg]]
* [[Gregory Corso]]
* [[Lawrence Ferlinghetti]]
* [[Gary Snyder]]
* [[William S. Burroughs]]
* [[John Clellon Holmes]]
* [[Jack Hirschman]]
* [[City Lights Bookstore]]
* [[San Francisco]]
* [[North Beach (San Francisco)]]
* [[Beat Hotel]]
* [[Bob Kaufman]]
* [[Fernanda Pivano]]
* [[Gianni Milano]]
* [[Franco Beltrametti]]
* [[Giulio Tedeschi]]
* [[Diane di Prima]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web | 1 = http://www.arengario.it/mostre/beats/1cronolo.htm | 2 = Cronologia della Beat generation | accesso = 28 luglio 2006 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20060516062541/http://www.arengario.it/mostre/beats/1cronolo.htm | dataarchivio = 16 maggio 2006 | urlmorto = sì }}
* [https://web.archive.org/web/20070930155409/http://www.webalice.it/luigibairo/esserebeat.pdf ''Essere Beat''], intervista di [[Luigi Bairo]] a [[Gianni Milano]].
* {{cita web|http://www.fernandapivano.it/|Sito di Fernanda Pivano}}
* {{cita web | 1 = http://www.url.it/muvi/hippie.htm | 2 = Gli hippies a Milano. Intervista a Gianni De Martino | accesso = 6 novembre 2006 | dataarchivio = 3 gennaio 2007 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070103143501/http://url.it/muvi/hippie.htm | urlmorto = sì }}
 
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