Tassonomia: differenze tra le versioni
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La '''tassonomia''' (dal [[lingua greca antica|greco]]:
L'esempio tipico è la tassonomia biologica, ossia i criteri con cui si classificano gli [[Organismo vivente|organismi]] in una gerarchia di [[Taxon|taxa]] annidati con cui si può per esempio risalire alla loro [[evoluzione]]<ref>{{Cita web |url=https://www.treccani.it/enciclopedia/sistematica/|titolo=sistematica nell'Enciclopedia Treccani|sito=Treccani.it|accesso=18 ottobre 2023}}</ref>.
==
=== Definizioni ===
Con il termine tassonomia, dunque, ci si può riferire sia alla [[gerarchia|classificazione gerarchica di concetti]], sia al principio stesso della classificazione. Praticamente tutti i concetti, gli oggetti animati e non, i luoghi e gli eventi, possono essere classificati seguendo uno schema tassonomico.
* La tassonomia è la scienza che si occupa genericamente dei modi di classificazione (degli esseri viventi e no).
* Per ''classificazione'' si intende la descrizione e la collocazione in un sistema tassonomico di una entità.
* Per ''determinazione'' si intende il riconoscimento o l'identificazione di un soggetto. Soprattutto in ambito scientifico (es. [[botanica]], [[zoologia]]).
===
In [[matematica]] si chiama ''tassonomia'' una struttura ad [[albero filogenetico|albero]] di oggetti appartenenti ad un gruppo di [[concetto|concetti]]. A capo della struttura c'è un solo oggetto, il [[vertice (teoria dei grafi)|nodo]] radice, le cui proprietà si applicano a tutti gli altri oggetti della gerarchia (sotto-categorie). I nodi sottostanti a questa radice costituiscono categorie più specifiche le cui proprietà caratterizzano il sottogruppo del totale degli oggetti classificati nell'intera tassonomia. {{Senza fonte}}
=== Biologia ===
{{vedi anche|Sistematica}}
In biologia è la disciplina scientifica che si occupa di attribuire un nome agli organismi viventi e di classificarli. Di conseguenza, la tassonomia biologica è una sottodisciplina della [[Sistematica (biologia)|biologia sistematica]], che studia le relazioni di parentela fra gli organismi e la loro storia evolutiva.
Più in là della scuola che la definisce, il fine ultimo della tassonomia è organizzare l'albero filogenetico in un sistema di classificazione. Perciò, la scuola [[cladistica]] (quella che predomina al giorno d'oggi) converte i cladi in taxa. Un [[taxon]] è un [[
Una volta terminata la classificazione di un taxon, si estraggono i [[carattere diagnostico|caratteri diagnostici]] di ognuno dei suoi membri, e sopra questa base si confezionano [[chiave di identificazione|chiavi dicotomiche di identificazione]], le quali sono utilizzate allo scopo di determinare o identificare gli organismi, ubicando un organismo sconosciuto in un taxon conosciuto del sistema di classificazione dato. La determinazione o identificazione è inoltre la specialità, dentro la tassonomia, che si occupa dei principi di elaborazione delle chiavi dicotomiche e altri strumenti utilizzati allo stesso fine.
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Le norme che regolano la creazione dei sistemi di classificazione sono in parte convenzioni più o meno arbitrarie. Per comprendere queste arbitrarietà (per esempio, la [[nomenclatura binomiale]] delle specie e la [[nome scientifico|uninominale]] delle categorie superiori alla [[specie]], o anche la quantità di categorie tassonomiche e i nomi delle stesse) è necessario studiare la storia della Tassonomia, che ci ha lasciato come eredità i [[Nomenclatura (biologia)#Codici internazionali di nomenclatura|codici internazionali di nomenclatura]] alle cui regole tecniche debbono attenersi i sistemi di classificazione.
La nuova crisi di [[biodiversità]], i progressi nell'analisi del [[DNA]], e la possibilità di interscambiare informazione attraverso [[
=== Definizioni
Secondo la [[cladistica|scuola cladista]] la tassonomia è la scienza che deve decidere quali [[
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|}
Ci sono altre scuole di classificazione. Forse la più importante, tra le minoritarie, è quella che considera anche i gruppi [[parafiletici]], capaci di essere convertiti in taxa, se i gruppi che li conformano sono sufficientemente similari tra loro e sufficientemente dissimili dal clado che resta fuori ([[Sistematica evolutiva|scuola evoluzionista]]: {{zoo|Simpson|[[1961]]}},<ref>{{En}}{{cita libro| cognome = Simpson| nome = G. G.| edizione = Columbia University Press| anno = 1961| titolo = Principi di tassonomia animale| url = https://archive.org/details/principlesofanim0000simp| città = New York| isbn = 0-231-02427-4}}</ref> {{zoo|Ashlock|[[1979]]}},<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Ashlock, P. D.| anno = 1979| titolo = Un'esposizione sistematica evolutiva di classificazione| pubblicazione = Syst. Zool.| numero = 28| pp = 441-450| doi = 10.2307/2412559| url = https://links.jstor.org/sici?sici=0039-7989(197912)28%3A4%3C441%3AAESVOC%3E2.0.CO%3B2-6| accesso=28 agosto 2007}}''Presentazione di un metodo esplicito e facile da seguire per costruire una classificazione tassonomica evoluzionista''.</ref> {{zoo|Cronquist|[[1987]]}},<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Cronquist, A.| anno = 1987| titolo = Una Critica Botanica del Cladismo| pubblicazione = Bot. Rev.| numero = 53| pp = 1-52| issn = 0006-8101<!-- CODEN BOREA4 -->}}</ref> {{zoo|Mayr & Ashlock|[[1991]]}},<ref>{{En}}{{cita libro| cognome = Mayr| nome = E.| coautori = Ashlock, P. D.| edizione = McGraw-Hill| anno = 1991| titolo = Principi di Zoologia Sistematica. 2ª ed.| url = https://archive.org/details/principlesofsyst0000mayr_s2i3| città = New York| isbn = 0-07-041144-1}}</ref> {{zoo|Stuessy|[[1983]]}},<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Stuessy, T. F.| anno = 1983| titolo = Alberi Filogenetici nella Sistematica delle Piante| pubblicazione = Sida| numero = 10| pp = 1-13}}</ref> {{zoo|Stevens|[[1986]]}}<ref name="Stevens 1986">{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Stevens, P. F.| anno = 1960-1985| titolo = Classificazione Evolutiva in Botanica| pubblicazione = J. Arnold Arbor.| numero = 67| pp = 313-339| issn = 0004-2625<!-- CODEN JAARAG -->}}</ref> e [[1988]]<ref name="Stevens 1998" >{{En}}{{cita libro| cognome = Stevens| nome = P. F.| editore = Dransfield, J., Coode, M. J. E., y Simpson, D. A.
<!--| titolo = What kind of classification should be practising taxonomist use to be saved?-->| url = https://archive.org/details/plantdiversityin0000unse| edizione = Royal Botanical Gardens| anno = 1997| titolo = Plant diversity in Malesia III: Proceedings of the 3rd International Flora Malesiana Symposium 1995| città = Kew, Londra| isbn = 1-900347-42-3| pagine = 295-319}}</ref>). Un esempio classico di un gruppo [[parafiletico]] che alcuni tassonomi considerano un taxon è quello dei [[procarioti|batteri]], parafiletici rispetto a quelli [[eucarioti]]. Uno degli esponenti di questa scuola è il ricercatore [[Thomas Cavalier-Smith|Cavalier-Smith]].
Altra scuola, che fu iniziata da ricercatori come Sokal,<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Sokal, R. R.| anno = 1986| titolo = Tassonomia Fenetica: Teoria e Metodi| pubblicazione = Annu. Rev. Ecol. Syst.| numero = 17| pp = 423-442| url = https://links.jstor.org/sici?sici=0066-4162(1986)17%3C423%3APTTAM%3E2.0.CO%3B2-Y| accesso=28 agosto 2007}}</ref> è quella che asseriva l'impossibilità di conoscere la [[filogenesi]] degli organismi con l'informazione che si raccoglieva, per il fatto che i ragionamenti tendono a farsi circolari (la morfologia determinava le relazioni di parentela, e con queste si interpretava la morfologia) e l'informazione non risultava sufficiente a conoscere le "vere" relazioni filogenetiche. Questi ricercatori optavano per fare classificazioni basate esclusivamente sulla quantità di caratteri similari tra gli organismi, senza inferire nessuna storia evolutiva dietro di essi ({{zoo|Sneath & Sokal|[[1973]]}}<ref name="Sneath e Sokal 1973">{{En}}{{cita libro| cognome = Sneath| nome = P. H. A.| coautori = R. R. Sokal| edizione = Freeman| anno = 1973| titolo = Tassonomia Numerica| url = https://archive.org/details/numericaltaxonom0000snea| città = San Francisco| isbn = 0-7167-0697-0}}</ref>). Questa scuola (chiamata [[Fenetica|scuola fenetica]]) forse ha perduto vigore con l'avvento dell'[[Filogenesi molecolare|analisi del DNA]], e con la maggiore interpretazione del registro [[fossile]] che si ha oggigiorno. Ciò è dovuto al fatto che i gruppi [[monofiletico|monofiletici]] sono più utili in un sistema di classificazione dei raggruppamenti basati sulla similitudine dei tratti ({{zoo|Farris|[[1979]]}},<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Farris, J. S.| anno = 1979| titolo = Il Contenuto dell'Informazione del Sistema Filogenetico| pubblicazione = Syst. Zool.| numero = 28| pp = 458-519| doi = 10.2307/2412562| url = https://links.jstor.org/sici?sici=0039-7989(197912)28%3A4%3C483%3ATICOTP%3E2.0.CO%3B2-S| accesso=28 agosto 2007}}</ref> {{zoo|Donoghue & Cantino|[[1988]]}}<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Donoghue, M. J| coautori = Cantino, P. D.| anno = 1988| titolo = Parafilia, Antenati e il fine della Tassonomia: una Difesa Botanica del Cladismo| pubblicazione = Bot. Rev.| numero = 54| pp = 107-128| url = http://www.phylodiversity.net/donoghue/publications/MJD_papers/1988/021_MJD_BotRev88.pdf| formato = pdf| accesso = 28 agosto 2007| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090106025641/http://www.phylodiversity.net/donoghue/publications/MJD_papers/1988/021_MJD_BotRev88.pdf| urlmorto = no}}</ref>), e si può affermare con più precisione quali gruppi siano monofiletici. Bisogna tenere in conto che la [[Sistematica]] deve a questa scuola molti metodi di analisi numeriche (come {{zoo|Sneath & Sokal|[[1973]]}},<ref name="Sneath e Sokal 1973" /> <span style="font-variant: small-caps">Abbott</span> ''et al.'', [[1985]]<ref>{{En}}{{cita libro| cognome = Abbott| nome = L. A.| coautori = Bisby, F. A. y Rogers, D. A.| editore =| edizione = Columbia University Press| anno = 1985| titolo = Analisi Tassonomica in Biologia| città = New York| isbn = 0-231-04926-9<!-- (cloth); 0-231-04927-7 (paper) -->}} ''Una introduzione a vari metodi [[fenetica|fenetici]].''</ref>), con la differenza che essi vengono utilizzati come aiuto per determinare la filogenesi degli organismi.
Altra scuola è quella che propone una classificazione libera da categorie, il cui esponente più estremo forse è il PhyloCode,<ref name="PhyloCode" /> sebbene questa scuola non arrivò mai ad essere discussa seriamente nell'ambiente scientifico (
=== Caratteristiche dei sistemi di classificazione ===
Oltre alla scuola che la definisce, il fine ultimo della tassonomia è presentare un sistema di classificazione che raggruppi tutte le diversità degli organismi in unità discrete dentro un sistema stabile, sopra le quali sia reso possibile il lavoro dei ricercatori.
I sistemi di classificazione sono composti da [[Taxon|taxa]] (dal [[lingua greca|greco]]: ''ταξα'', ''taxa'') inseriti nelle loro rispettive [[Categoria tassonomica|categorie tassonomiche]]. La decisione di quali cladi dovrebbero convertirsi in taxa e in quali categorie tassonomiche dovrebbe stare ogni taxon, è un po' arbitraria, però ci sono alcune regole non scritte che i ricercatori utilizzano affinché il sistema di classificazione risulti "utile". Affinché un sistema di classificazione risulti utile, esso deve essere maneggevole, e perciò deve organizzare l'informazione in modo che sia più facile da ricordare. Judd e collaboratori ([[2002]]) concordano sul fatto che:
# ogni taxon deve avere evidenza affidabile del fatto che esso formi un gruppo [[monofiletico]]: per convertire un
# alcuni sistematici appoggiano l'idea del fatto che ogni taxon dovrebbe possedere caratteri morfologici ovvi che permettano di identificarlo, e ciò favorirebbe l'identificazione per quelli non sistematici, oltre che aiutare a inferire molti aspetti della sua biologia;
# i taxa che compongono un sistema di classificazione devono avere possibilmente fra 3 e 7 sottotaxa, un numero che possa maneggiare con facilità la memoria umana (
# altro criterio è la stabilità della [[Nomenclatura (biologia)|nomenclatura]]. I gruppi che già sono stati nominati nel passato dovrebbero continuare con lo stesso nome nei limiti del possibile.
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La '''nomenclatura''' è la sottodisciplina che applica le regole per denominare e descrivere i [[taxon|taxa]]. L'obiettivo principale della Nomenclatura è quello che (1) ogni organismo possegga solo un nome corretto, e (2) non abbia 2 taxa differenti che portino lo stesso nome. Le regole di nomenclatura sono scritte nei [[Nomenclatura (biologia)|Codici Internazionali di Nomenclatura]]. Ce n'è uno per ogni disciplina: di [[Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica|Zoologia]], di [[Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica|Botanica]], di [[Codice Internazionale per la Nomenclatura dei Batteri|batteri]] e di [[Codice Internazionale per la Nomenclatura dei Virus|virus]], e vengono aggiornati frequentemente in base al risultato ottenuto nei congressi internazionali che riuniscono gli scienziati proprio per tale scopo. I Codici forniscono il regolamento affinché i taxa scelti siano "validamente pubblicati". Perciò devono possedere un "nome corretto" (e una descrizione riguardo al fatto se il taxon appartenga o no alla categoria specie), ed essere pubblicati in qualche rivista scientifica o libro.
I
# La nomenclatura botanica è indipendente dalla nomenclatura zoologica (ognuna viene rappresentata con il suo proprio Codice). Di conseguenza, lo stesso nome può essere utilizzato per una pianta o per un [[animale]] (sebbene ciò non sia consigliabile).
# Il nome di ogni gruppo tassonomico deve essere accompagnato da un '''tipo'''. Il "[[tipo nomenclaturale|tipo]]" è un po' diverso se stiamo parlando di un nome incluso nella categoria specie o inferiore, o di un nome di una categoria superiore alla specie. Quando viene descritto un taxon corrispondente alla categoria specie o inferiore alla specie, l'autore deve assegnare un campione specifico della specie affinché sia designato come lo "specimen tipo nomenclaturale" che deve essere immagazzinato in un luogo accessibile (per esempio se è una pianta, in un [[erbario]]), sebbene si possano anche accettare illustrazioni. Rispetto ai taxa superiori alla specie, il nome del genere possiede come "tipo" il nome di quella specie circoscritta in esso, che fu pubblicata per prima. Il nome di ogni taxon superiore al genere possiede come "tipo" il nome del genere che venne pubblicato per prima dentro la circoscrizione del taxon. Il tipo ha come scopo quello di attuarsi come riferimento per il nome, poiché è il campione sopra al quale il nome è basato. Per esempio, quando un taxon si divide in due, in modo che uno dei nuovi taxa conservi il nome e l'altro passa ad avere un nome nuovo, il taxon a cui si lascia l'antico nome deve contenere anche l'antico tipo nella sua circoscrizione, e basare la sua descrizione sul tipo. Il tipo utilizzato nella pubblicazione originale lo si chiama olotipo; se l'olotipo si perde, si può scegliere altro specimen del materiale originale come tipo nomenclaturale, che in questo caso si chiama lectotipo. Se non ci sono campioni per creare un lectotipo, si può raccogliere un nuovo specimen affinché funga da tipo, in quest'altro caso si chiama neotipo.
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{{vedi anche|Categoria tassonomica}}
La categoria fondamentale è la [[specie]], perché offre il taxon chiaramente riconosciuto e discreto di volume più piccolo. Sistematici, biologi evolutivi, [[Biologia della conservazione|biologi della conservazione]], [[Ecologia|ecologi]], [[Agronomia|agronomi]], [[orticoltura|orticoltori]], [[Biogeografia|biogeografi]] e molti altri scienziati sono più interessati ai taxa della categoria specie che non a quelli delle altre. Il concetto di specie è stato intensamente dibattuto sia per quanto riguarda la [[Sistematica]] sia per la [[Biologia evolutiva]]. Molti libri pongono il centro dell'attenzione nella definizione di specie e [[speciazione (evoluzione)|speciazione]] (King 1993,<ref>{{En}}{{cita libro| cognome = King| nome = M.| titolo = Evoluzione delle specie: Il ruolo del mutamento cromosomico.| url = https://archive.org/details/speciesevolution0000king| anno = 1993| edizione = Cambridge University Press| città = Cambridge, UK.| isbn = 0-521-35308-4}}</ref> Lambert e Spencer 1995,<ref>{{En}}{{cita libro| editore = Lambert, D. M. e Spencer, H. G.| titolo = Speciazione e il Concetto di Riconoscimento: Teoria e Applicazione| edizione = Johns Hopkins University Press| anno = 1995| città = Baltimore| isbn = 0-8018-4740-0<!-- (hardcover); 0-8018-4741-9 (paperback) -->}}</ref> Claridge ''et al.'' 1997,<ref>{{En}}{{cita libro| editore = Claridge, M. F., Dawah, H. A., e Wilson, M. R.| titolo = Specie: le Unità di Biodiversità| edizione = Chapman & Hall| anno = 1997| città = Londra| isbn = 978-0-412-63120-7}}</ref> Howard e Berlocher 1998,<ref>{{En}}{{cita libro| editore = Howard, D. J. e Berlocher, S. H.| titolo = Forme infinite: Specie e Speciazione| edizione = Oxford University Press| anno = 1998| città = New York| isbn = 978-0-19-510901-6}}</ref> Wilson 1999,<ref>{{En}}{{cita libro| editore = Wilson, R. A.| titolo = Specie: Nuova Saggio Interdisciplinare| edizione = MIT Press.| anno = 1999| città = Cambridge, MA.| isbn = 0-262-23201-4<!-- (Hardcover); ISBN 0-262-73123-1 (Paperback) -->}}</ref> Levin 2000,<ref>{{En}}{{cita libro| cognome = Levin| nome = D. A.| titolo = L'Origine, Espansione, e scomparse delle specie di piante| edizione = Oxford University Press| anno = 2000| città = New York| isbn = 0-19-512728-5<!-- (hardcover); ISBN 0-19-512729-3 (paperback) -->}}</ref> Wheeler e Meier 2000,<ref>{{En}}{{cita libro| editore = Wheeler, Q. D., y Meier, R.| titolo = Concetti di Specie e Teoria Filogenetica: Un Dibattito| edizione = Columbia University Press| anno = 2000| città = New York| isbn = 0-231-10143-0<!-- (paperback), ISBN 0-231-10142-2 (hardcover) -->}}</ref> Schilthuizen 2001<ref>{{En}}{{cita libro| cognome = Schilthuizen| nome = M.| titolo = Rane, Mosche e Dente di leone: Speciazione - L'Evoluzione di Nuove Specie.| url = https://archive.org/details/frogsfliesdandel00schi| edizione = Oxford University Press| anno = 2001| città = Oxford, UK.| isbn = 0-19-850393-8<!-- (Hardcover); ISBN 0-19-850392-X (Paperback) -->}}</ref>). Negli animali, specialmente nei [[vertebrati]] di grande taglia, il criterio della capacità di [[Ibrido|ibridare]] è il più usato per distinguere le specie. Nella maggior parte dei vertebrati, i gruppi di individui ''interfertili'' coincidono con gruppi morfologici, ecologici e geografici, per cui le specie sono facili da definire. Si possono perfino mettere a prova i limiti delle specie analizzando l'''interfertilità'' tra le popolazioni. Questo concetto di specie, chiamato "concetto biologico di specie" (o "BSC", in [[lingua inglese]] per "biological species concept", Mayr 1963,<ref>{{En}}{{cita libro| cognome = Mayr| nome = E.| titolo = Specie Animali ed Evoluzione| url = https://archive.org/details/animalspeciesevo0000mayr| edizione = Harvard University Press/Belknap Press| anno = 1963| città = Cambridge, MA.| isbn = 0-674-03750-2}}</ref> vedere anche Templeton 1989,<ref>{{En}}{{cita libro| cognome = Templeton| nome = A. R.
<!--| editore = Otte, D. y Endler, J. A.-->| titolo = Il Significato di Specie e Speciazione: Una Prospettiva Genetica| edizione = Sinauer| anno = 1989| città = Sunderland, MA.| editore = Speciation and its Consequences| isbn = 0-87893-658-0| pagine = 3-27}}</ref> Coyne 1992,<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Coyne, J. A.| titolo = Genetica e Speciazione| pubblicazione = Nature| anno = 1992| numero = 355| pp = 511-515| doi = 10.1038/355511a0| accesso = 19 ottobre 2007| url = https://www.nature.com/nature/journal/v355/n6360/abs/355511a0.html| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20071218202423/http://www.nature.com/nature/journal/v355/n6360/abs/355511a0.html| urlmorto = no}}</ref> Mayr 1992<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Mayr, E.| titolo = Una Flora Locale e il Concetto di Specie Biologiche| pubblicazione = Am. J. Bot.| anno = 1992| numero = 79| pp = 222-238| doi = 10.2307/2445111| accesso=19 ottobre 2007| url = https://links.jstor.org/sici?sici=0002-9122(199202)79%3A2%3C222%3AALFATB%3E2.0.CO%3B2-C}}</ref>), fu quello che dominò la letteratura zoologica e, fino ad oggi, anche la botanica. Questo criterio però sbaglia nel momento in cui viene a definire le specie di piante, per il fatto che esiste [[Ibrido|ibridazione]] fra specie che convivono in uno stesso luogo (dette talvolta "semispecie" e il gruppo che le abbraccia laddove esse ibridano viene detto "syngameon"). La riproduzione uniparentale evita l'interscambio genetico (e crea popolazioni in minima parte differenziate, dette "microspecie"), dimodoché una stessa specie viene a possedere individui ubicati in luoghi molto distanti (per esempio in diversi continenti) che non interscambiano nessun materiale genetico fra loro. Rispetto alle prove di interfertilità, nelle piante l'interfertilità delle popolazioni varia da 0 a 100 %, e nei suoi livelli intermedi, l'assegnazione di specie non si può dare in modo univoco secondo il concetto di specie biologica (Davis e Heywood 1963<ref name="Davis e Heywood 1963" />). Perciò i sistematici delle piante non definiscono le specie come comunità riproduttive, bensì come una popolazione o gruppo di popolazioni che possiedono molta evidenza nel formare un lignaggio evolutivo indipendente, abbandonando in questo modo il concetto biologico di specie o BSC (Davis e Heywood 1963,<ref name="Davis e Heywood 1963" /> Ehrlich e Raven 1969,<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Ehrlich, P. R.| coautori = Raven, P. H.| titolo = Differenziazione di Popolazioni| pubblicazione = Science| anno = 1969| numero = 165| pp = 1228-1232| pmid = 5803535}}</ref> Raven 1976,<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Raven, P. H.| titolo = Sistematica e Biologia della Popolazione Vegetale| pubblicazione = Syst. Bot.| anno = 1976| numero = 1| pp = 284-316| id = doi 10.2307/2418721| accesso=19 ottobre 2007| url = https://links.jstor.org/sici?sici=0363-6445(197623)1%3A3%3C284%3ASAPPB%3E2.0.CO%3B2-1}}</ref> Mishler e Donoghue 1982,<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Mishler, B. D.| coautori = Donoghue, M. J.| titolo = Concetti di Specie: Un Caso per il Pluralismo| pubblicazione = Syst. Zool.| anno = 1982| numero = 31| pp = 491-503| doi = 10.2307/2413371| accesso=19 ottobre 2007| url = https://links.jstor.org/sici?sici=0039-7989(198212)31%3A4%3C491%3ASCACFP%3E2.0.CO%3B2-B}}</ref> Donoghue 1985,<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Donoghue, M. 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<!--| editore = Hoch, P. C. e Stephenson, A. G.-->| titolo = Prospettive Genealogiche sul Problema delle Specie| edizione = Missouri Botanical Garden| pagine = 289-303| anno = 1995| editore = Experimental and Molecular Approaches to Plant Biosystematics (Monographs in Systematic Botany from the Missouri Botanical Garden, Vol. 53).| città = St. Louis.| isbn = 0-915279-30-4}}</ref> McDade 1995<ref>{{En}}{{cita libro| cognome = McDade| nome = L.
<!--| editore = Hoch, P. C. e Stephenson, A. G.-->| titolo = Ibridizzazione e Filogenetica| edizione = Missouri Botanical Garden| pagine = 305-331| anno = 1995| editore = Experimental and Molecular Approaches to Plant Biosystematics (Monographs in Systematic Botany from the Missouri Botanical Garden, Vol. 53).| città = St. Louis.| isbn = 0-915279-30-4}}</ref>).
Anche le [[popolazione biologica|popolazioni]] sono difficili da definire e normalmente vengono descritte come gruppi di [[individuo|individui]] di una stessa specie che occupano una regione geografica più o meno ben definita e con individui interagenti (''interactuando'') fra loro. Le popolazioni possono variare nella taglia nel rapporto di uno su milioni di individui, e possono persistire nel tempo per meno di un anno o mille anni. Possono essere il prodotto della discendenza di un solo individuo, o ricevere costantemente immigranti, per cui posseggono anche differenti livelli di diversità genetica.
La specie viene suddivisa
Anche sotto la
Le specie a loro volta si raggruppano in taxa superiori, ognuno in una categoria più alta: [[genere (tassonomia)|genere]], [[famiglia (tassonomia)|famiglie]], [[ordine (tassonomia)|ordini]], [[classe (tassonomia)|classi]], ecc.
Una lista delle categorie tassonomiche generalmente usate includerebbe il [[dominio (biologia)|dominio]], il [[regno (biologia)|regno]], il [[sottoregno]], il [[phylum]] (o divisione, nel caso delle piante), e [[subphylum]] o suddivisione, la superclasse, la classe, la sottoclasse, l'ordine, il sottordine, la famiglia, la sottofamiglia, la [[tribù (tassonomia)|tribù]], la [[sottotribù]], il genere, il sottogenere e la specie.
Poiché le categorie tassonomiche al di sopra della categoria specie sono arbitrarie, un genere (gruppo di specie) in una famiglia può non avere la stessa età né ospitare la stessa quantità di variazione, né di fatto avere niente in comune con un genere di altra famiglia, se non il fatto che i due sono gruppi monofiletici appartenenti alla stessa categoria tassonomica. I sistematici esperti, ben consapevoli di ciò, si rendono conto che i generi, le famiglie, eccetera non sono unità comparabili (Stevens 1997<ref name="Stevens 1997">{{Cita pubblicazione|lingua=En|autore = Stevens, P. F.|anno = 1997|titolo = Come Interpretare le Classificazioni Botaniche: Suggerimenti dalla Storia|pubblicazione = Bioscience|numero = 47|pp = 243-250|doi = 10.2307/1313078|url = http://botit.botany.wisc.edu/courses/botany_940/05PhyloCode/papers/Stevens1997a.pdf|formato = pdf|accesso = 28 agosto 2007|urlmorto = sì}}
=== Nome scientifico ===
{{vedi anche|Nome scientifico}}
Nella nomenclatura binomiale di Linneo, ogni specie [[animale]] o [[vegetale]] viene designata da un binomio (un'espressione di due parole) in [[lingua latina|latino]], dove la prima, il "nome generico", è condiviso dalle specie dello stesso genere; e la seconda, l'"aggettivo specifico" o "epiteto specifico", allude a una qualche caratteristica o proprietà distintiva; questa può soddisfare il colore (''albus'', "bianco"; ''cardinalis'', "rosso cardinale"; ''viridis'', "verde"; ''luteus'', "giallo"; ''purpureus'', "porpora"; ecc.), l'origine (''africanus'', "[[africa]]no"; ''americanus'', "[[americhe|americano]]"; ''alpinus'', "[[alpi]]no"; ''arabicus'', "[[Penisola araba|arabico]]"; ''ibericus'', "iberico"; ecc.), l'[[habitat]] (''arenarius''
Nello scrivere il nome della specie, l'epiteto specifico non viene mai utilizzato da solo, ed è obbligatorio che sia preceduto dal nome del genere, in modo che il nome della specie sia il binomio completo. L'uso della prima lettera del nome del genere che precede l'epiteto specifico è altrettanto accettabile una volta che il nome ormai sia apparso nella sua forma completa nella stessa pagina o in un piccolo articolo. Così per esempio, il lombrico di terra venne chiamato ''[[Lumbricus terrestris]]'' da Linneo, e se il nome già apparve prima nell'articolo, può ritornare a chiamarsi come ''L. terrestris''. Rispetto ai taxa ubicati nella categoria di genere e superiore, i nomi sono uninominali (ovvero constano di una sola parola), e sempre si scrivono con la prima lettera maiuscola (sebbene solamente nella categoria di genere vadano in corsivo). Siccome i Codici di Nomenclatura proibiscono che dentro ogni Codice si abbiano due taxa con lo stesso nome, non si possono di conseguenza avere due generi con lo stesso nome (né due taxa al di sopra del genere con lo stesso nome); ma poiché succede che l'aggettivo specifico delle specie sia usato soltanto dopo il nome del genere, si possono avere così due specie differenti appartenenti a generi diversi che condividano lo stesso aggettivo specifico. Una volta fissato, un nome non viene sostituito da un altro senza un motivo tassonomico. Per esempio il rovere nei dintorni di Madrid venne battezzato come ''[[Quercus pyrenaica]]'' erroneamente, considerato il fatto che non lo si trova nei [[Pirenei]], ma tale circostanza non giustifica un cambiamento del nome.
Sebbene al tempo di Linneo i nomi fossero semplici e descrittivi, ultimamente si sono registrati nomi scientifici insoliti: il [[ragno]] ''[[Pachygnatha zappa]]'', perché ha una macchia nell'[[addome (artropodi)|addome]] simile al baffo dell'artista [[Frank Zappa]]; alcune [[mosche]] succhiatrici di sangue del genere ''[[Maruina]] con attributi affettuosi in lingua spagnola: Maruina amada, M. amadora, M. cholita, M. muchacha, M. querida, M. chamaca, M. chamaguita, M. chica, M. dama, M. nina, M. tica'' e ''M. vidamia''; il [[dinosauro]] che venne chiamato ''[[Bambiraptor]]'' dal nome di [[Bambi]], quello del film di [[Disney]], per le sue modeste proporzioni; il [[mollusco]] bivalve ''[[Abra cadabra]]'' (sebbene dopo lo si cambiasse di genere); e forse il caso più curioso: il genere di ragni brasiliani ''[[Losdolobus]]'', chiamato così perché i ricercatori che lo descrissero, volendo omaggiare due argentini che avevano collaborato, inventarono un nome per il nuovo genere. ''Losdolobus'' sta per "los dolobus", termine del [[lunfardo]] argentino intraducibile appropriatamente.<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.curioustaxonomy.net/|titolo=Curiosità riguardo alla Nomenclatura Biologica|accesso=19 maggio 2008|anno=2008|mese=Enero|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080630053722/http://www.curioustaxonomy.net/|urlmorto=sì}}</ref>
Riguardo alle restrizioni per denominare i taxa: i generi e specie non sono particolarmente vincolati (salvo per il fatto che debbano essere in latino o latinizzati); nelle categorie superiori, talvolta, il genere è designato da un [[suffisso]] particolare, come viene indicato nella seguente tabella:
{| class=
! Categoria tassonomica
! [[Piante]]
Riga 456 ⟶ 113:
! [[funghi]]
! [[Animali]]
! [[Batteri]]<ref>
|-
|style="background:#f2f2f2;"|'''Divisione/Phylum'''
Riga 475 ⟶ 132:
| -mycetes
|
| -ia
|-
|style="background:#f2f2f2;"|'''Sottoclasse'''
Riga 482 ⟶ 139:
| -mycetidae
|
| -idae
|-
|style="background:#f2f2f2;"|'''Superordine'''
Riga 492 ⟶ 149:
|align="center" colspan="3"| -ales
|
| -ales
|-
|style="background:#f2f2f2;"|'''Sottordine'''
|align="center" colspan="3"| -ineae
|
| -ineae
|-
|style="background:#f2f2f2;"|'''Infraordine'''
Riga 510 ⟶ 167:
|-
|style="background:#f2f2f2;"|'''Epifamiglia'''
|
|
|
Riga 524 ⟶ 181:
|align="center" colspan="3"| -oideae
| -inae
| -oideae
|-
|style="background:#f2f2f2;"|'''Infrafamiglia'''
|
|
|
| -odd<ref>Per esempio, le infrafamiglie di [[testudo (zoologia)|Testuggini]] Chelodd (Gaffney & Meylan 1988: 169) e Baenodd (''ibid.'', 176).</ref>
|
|-
|style="background:#f2f2f2;"|'''Tribù'''
|align="center" colspan="3"| -eae
| -ini
| -eae
|-
|style="background:#f2f2f2;"|'''Sottotribù'''
|align="center" colspan="3"| -inae
| -ina
| -inae
|-
|style="background:#f2f2f2;"|'''Infratribù'''
|
|
|
| -ad
|
|}
Un esempio di taxon è l'ordine dei [[primates|Primati]]. In questa espressione, l'"ordine" specifica la categoria o rango tassonomico del gruppo, più ampio di quello di famiglia e meno ampio di quello di classe. "Primati" è il nome latino specifico del gruppo o taxon indicato. L'ordine dei Primati resta subordinato alla classe dei [[Mammalia]] (mammiferi), e include diverse famiglie come quella dei [[Cebidae]] (''cébidos'', le scimmie americane) o la familia degli [[Hominidae]] (ominidi, la famiglia alla quale noi apparteniamo).
Inoltre, nel caso delle specie il nome deve essere seguito dal cognome dell'autore che ne fece la prima descrizione (normalmente definito "autorità") seguito dall'anno nel quale venne descritto per la prima volta. Quando la specie
=== Determinazione o identificazione di organismi ===
Una volta ottenuto un sistema di classificazione stabile con tutti i suoi taxa correttamente nominati, nasce la sottodisciplina della '''determinazione''', altrimenti detta identificazione degli organismi. La determinazione è la disciplina che situa un organismo sconosciuto dentro un taxon conosciuto del sistema di classificazione, attraverso i suoi '''caratteri diagnostici'''. Perciò è necessario che l'informazione sopra i taxa sua disponibile in una forma accessibile, e a volte sono necessari anche altri elementi come la [[lente]] d'ingrandimento o il [[microscopio]], per poter osservare i caratteri dell'organismo in modo da ubicarlo in uno o in un altro taxon. L'informazione normalmente resta disponibile in enormi libri chiamati '''chiavi di identificazione''' che possiedono un sistema ("[[chiave dicotomica|chiave]]") che permette al lettore di essere guidato verso il taxon al quale appartiene l'organismo. Anche questi libri sono chiamati "[[Flora|Flore]]" se trattano di piante terrestri o "[[Fauna|Faune]]" nel caso di animali. Normalmente le chiavi di identificazione sono fornite per una data regione, poiché sarebbe inutile includervi in esse l'informazione riguardo a taxa che non si trovano nella regione dove si è trovato l'organismo da determinare.
=== Perché cambiano i nomi dei taxa? ===
La descrizione formale e la tipificazione dei taxa sono procedimenti nei quali è frequente osservare errori e inconsistenze, e ciò accadeva perfino in maggior misura prima che i codici internazionali regolamentassero questi lavori molto meticolosamente. I nomi dei [[taxon|taxa]] possono cambiare quando sono riscoperte descrizioni più antiche dello stesso taxon, applicandovi così il principio di priorità, o quando si osserva che la descrizione originale in realtà si riferiva a un taxon differente. Le regole della nomenclatura indicano in questi casi che il nome del taxon debba essere cambiato senza discussione ma, se per l'estensione dell'uso del nome sembra desiderabile la sua conservazione, si deve promuovere una proposizione formale davanti al comitato corrispondente del Congresso Internazionale. Questo può decidere se accettare l'inclusione nella lista della ''[[nomina conservanda]]'', nomi che si considerano validi per ragioni pratiche, sebbene il loro uso contravvenga la regola di priorità. Non si suole dare quei due casi nei gruppi già ben studiati, e nei Codici inoltre vi sono meccanismi per la soppressione dei nomi poveramente definiti nei gruppi più complicati. Una volta consolidata la tassonomia fondamentale di un gruppo, è poco probabile che si diano cambiamenti di nomi per questa serie di cause.
Il motivo per cambiare i nomi stabiliti non sta solo nell'emendamento di errori di procedimento, bensì anche nella evoluzione del giudizio scientifico degli specialisti, inevitabile nella misura in cui cresce la conoscenza. Anche se le associazioni fra i nomi e gli specimen "tipo" sono stati stabiliti d'accordo con tutte le regole, i nomi possono seguire cambiamenti essenzialmente per due motivi: per il fatto che i tassonomisti differiscono dai loro antecessori riguardo alle opinioni di come si debbano circoscrivere i taxa, o che la scoperta di nuova informazione obblighi a modificarne il criterio.
Per esempio, è molto comune a molti gruppi di organismi appena scoperti che gli venga dato un nome di [[specie]] (e di [[genere (tassonomia)|genere]] incluso) nuovo, ma alcuni anni dopo un tassonomista che li studia arriva alla conclusione che tutti possono [[ibrido|ibridare]] fra loro e dare discendenza fertile, perciò unifica tutti i taxa in un'unica specie (in questo caso tutti i nomi cambiano il nome della prima specie descritta dentro il gruppo), e in ogni caso lasciando gli antichi nomi di specie come [[sottospecie]]. Alcuni anni dopo può arrivare un altro tassonomista che decida che questi gruppi di organismi dovrebbero dividersi in due specie distinte, che in natura convivono senza ibridarsi (sebbene potrebbero) e perché ognuna delle specie che egli propone forma un'unità [[monofiletico|monofiletica]] in un'analisi di [[filogenesi]]. Allora quelli che rientrano nella "nuova" specie, li si cambia il nome di specie con quello della specie più antica descritta dentro la "nuova" specie.
Un altro tassonomista potrebbe argomentare successivamente che tutti i gruppi originalmente descritti sono specie valide dello stesso genere, dovuto al fatto che ognuno di essi può essere identificato dal suo proprio gruppo di caratteri morfologici, e che dentro ognuno di essi si trova il modello di ascendenza e discendenza. In questo caso, tutti i nomi di specie cambierebbero il primo nome dato ad ogni gruppo quando venne descritto, ma tutti i nomi di genere si unificherebbero in uno solo, onde per cui tutti i generi passerebbero a denominarsi come il genere più antico descritto dentro il gruppo. Questa instabilità dei nomi sarebbe dovuta unicamente ai cambiamenti nella "filosofia tassonomica". Queste differenze concettuali tra tassonomisti sono estremamente comuni al giorno d'oggi, portando una grande instabilità potenziale nei nomi dei taxa (Vane-Wright 2003).<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En|autore = Vane-Wright, R.I.|anno = 2003|titolo = Filosofia Indifferente versus l'Autorità dell'Onnipotente: una Consistenza, Consenso e Tassonomia Unitaria|pubblicazione = Syst. Biodiv.|doi = 10.1017/S1477200003001063|url = http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=151323|accesso = 28 agosto 2007|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20071214215059/http://journals.cambridge.org/action/displayAbstract?fromPage=online&aid=151323}}</ref>
== Prospettive della scienza della tassonomia ==
Nel decennio del [[anni 2000|2000]] è ritornata di moda la scienza tassonomica nell'ambiente scientifico (Mallet e Willmott 2003<ref name="Mallet e Willmott 2003">{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = J. Mallet| coautori = Willmott, K.| anno = 2003| titolo = Tassonomia: Rinascimento o Torre di Babele?| pubblicazione = Trends Ecol. Evol.| volume = 18| numero = 2| pp = 57-59| url = https://www.ucl.ac.uk/taxome/jim/pap/mallet03tree.pdf| formato = pdf| accesso = 28 agosto 2007| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090219125802/http://www.ucl.ac.uk/taxome/jim/pap/mallet03tree.pdf| urlmorto = no}}</ref>), dovuto in parte alle approssimazioni rivoluzionarie riguardo ai problemi tassonomici dati dall'analisi del [[DNA]] e [[Internet]], e in parte alla conoscenza della sua utilità, scaturita dalla crisi della [[biodiversità]] che stiamo vivendo. I nuovi strumenti disponibili generano discussioni sulla utilità delle regole della tassonomia così come sono e ci si domanda riguardo alla necessità di riformare i [[Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica|Codici di Nomenclatura Zoologica]] e quelli di [[Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica|Botanica]] (Mallet e Willmott 2003<ref name="Mallet e Willmott 2003" />).
=== Il ruolo del DNA nella tassonomia ===
Le sequenze di [[DNA]] si utilizzano sempre più nelle [[cladistica|analisi filogenetiche]] per il fatto che alcune centinaia di [[base azotata|basi]], con la loro quantità enorme di combinazioni potenziali, bastano per fare analisi di identificazione e parentela. Perciò alcuni autori, come Herbert ''et al.'' (2003<ref name="Herbert et al. 2003">{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Herbert, P. D. N.| coautori = Cywinska, A., Ball, S. L. e De Waard, J. R.| anno = 2003| titolo = Identificazioni Biologiche attraverso i codici a barre del DNA| pubblicazione = Proc. R. Soc. Lond. Ser. B| volume = 270| numero = 1512| pp = 313-321| doi = 10.1098/rspb.2002.2218| url = http://www.barcoding.si.edu/BackgroundPublications/Hebert_et_al_2003_DNABarcodes.pdf| formato = pdf| accesso = 28 agosto 2007| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070610050442/http://barcoding.si.edu/BackgroundPublications/Hebert_et_al_2003_DNABarcodes.pdf| urlmorto = sì}}</ref>), e Tautz ''et al.'' (2003<ref name="Tautz et al. 2003">{{Cita pubblicazione|lingua=En|autore = Tautz, D.|coautori = Arctander, P., Minelli, A., Thomas, R. H., e Vogler, A. P.|anno = 2003|titolo = Una giustificazione per la tassonomia del DNA|pubblicazione = Trends Ecol. Evol.|volume = 18|numero = 2|pp = 70-74|url = http://statgen.ncsu.edu/scholl/pdf/tautz.pdf|formato = pdf|accesso = 28 agosto 2007|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20040929150548/http://statgen.ncsu.edu/scholl/pdf/tautz.pdf}}</ref>), propongono un ruolo centrale del DNA nella definizione delle specie, in modo che un campione di DNA e la lettura della sua sequenza di base dovrebbe essere uno dei caratteri dello specimen tipo, e una specie di marchio per il taxon al quale appartiene lo specimen. È stato proposto che la [[sequenza di DNA]] serva come un [[carattere chiave]], di utilizzo simile al [[codice a barre]] nei supermercati. Questa "tassonomia basata sul DNA" addolcirebbe addirittura molti degli stessi problemi che hanno gli altri approcci: per esempio, il problema dei limiti della circoscrizione dei taxa. I cambiamenti di nome che più disturbano e stancano i biologi sono quelli che si danno non per deficienze nella precedente circoscrizione dei taxa, ma perché cambiano i concetti utilizzati per definirli. Altro problema è che bisogna decidere quale sequenza usare, poiché alcune sequenze non danno una informazione che differenzi il taxon dagli altri.
Questo può succedere perché uno stesso gene può mantenersi inalterato per milioni di generazioni dopo la speciazione, o a causa del fenomeno di [[Introgression line|introgressione]] (in questo modo un gene che si sia differenziato torna al suo stato precedente). Pertanto, come non è conveniente confidare in un solo carattere morfologico per identificare una specie, nemmeno è conveniente confidare in una sola sequenza di DNA (Mallet e Willmott 2003<ref name="Mallet e Willmott 2003" />). Anche se la "tassonomia basata sul DNA" fosse finanziata, è necessario domadarsi se sia necessario aggiungere una richiesta extra al già lento processo di scrivere nuovi taxa, specialmente tenendo conto che soltanto il 10% delle specie del pianeta è stato descritto (Mallet e Willmott 2003<ref name="Mallet e Willmott 2003" />). Per questo, probabilmente la maggioranza dei biologi vedranno le sequenze di DNA come un complemento più che come una sostituzione dell'informazione morfologica. Ad ogni modo, i Codici di botanica e zoologia non specificano nessun carattere particolare per diagnosticare nuovi taxa, cosicché la "tassonomia del DNA" è ormai valida, sebbene la descrizione di caratteri visibili possa essere di un utilizzo più immediato e definitivamente più interessante della lettura delle sequenze di DNA.
Ormai è diventato ''routine'' che le specie di [[microorganismi]] si delimitino attraverso metodi molecolari, e, per delucidare l'albero della [[vita]] completo, sarebbe chiaramente utile mettere in sequenza gli stessi geni in molti taxa differenti. Per ottenere quest'ultimo, sarebbe necessario un "progetto genoma orizzontale", e un sistema di archivio di DNA, oltre al fatto se il DNA sia consono a una richiesta riguardo alla descrizione di tutte le specie o no. D'altra parte sebbene oggi il suo utilizzo sia più limitato di quello proposto dai suoi seguaci, l'acquisizione del "codice a barre del DNA" per alcune specie ha portato alla scoperta di specie criptiche (che sono così somiglianti morfologicamente fra loro che sono state categorizzate come un'unica specie, vedere per esempio Siddall ''et al.'' 2007,<ref name="Siddall et al. 2007">{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Siddall, M. E.| coautori = P. Trontelj, S. Y. Utevsky, M. Nkamany e K. S. Macdonald| anno = 2007| titolo = Dati molecolari diversi dimostrano che le sanguisughe dei medicinali commercialmente disponibili non sono ''Hirudo medicinalis''| pubblicazione = Proc. R. Soc. B| volume = 274| numero = 1617| pp = 1481-1487| url = http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/274/1617/1481.full.pdf+html| formato = pdf| accesso = 9 maggio 2009| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20150212004652/http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/274/1617/1481.full.pdf+html| urlmorto = no}}</ref> sebbene bisogna mettere in conto che in altri studi non è stato utile per identificare specie, per esempio Elias ''et al.'' 2007<ref name="Elias et al. 2007">{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Elias, M.| coautori = R. I. Hill, K. R. Willmott, K. K. Dasmahapatra, A. V.Z Brower, J. Mallet e C. D. Jiggins| anno = 2007| titolo = Rendimento limitato del codice a barre del DNA in una comunità diversa di farfalle tropicali| pubblicazione = Proc. R. Soc. B| volume = 274| numero = 1627| pp = 2881-2889| url = http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/274/1627/2881.full.pdf+html| formato = pdf| accesso = 9 maggio 2009| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160308091733/http://rspb.royalsocietypublishing.org/content/274/1627/2881.full.pdf+html| urlmorto = no}}</ref>).
I potenziali benefici di ottenere la stessa sequenza di DNA in tutte le specie ha portato molti scienziati ad organizzarsi dando come risultato la prima conferenza scientifica internazionale chiamata "''Barcoding of Life''" ("Prendendo il codice a barre della vita") nel Museo di Storia Naturale di Londra nel febbraio del 2005 (Savolainen ''et al.'' 2005<ref name="Savolainen et al. 2005">{{Cita pubblicazione|lingua=En|autore = Savolainen, V.|coautori = R. S. Cowan, A. P. Vogler, George K. Roderick, e Richard Lane|anno = 2005|titolo = Verso una scrittura dell'enciclopedia della vita: un'introduzione al codice a barre del DNA|pubblicazione = Phil. Trans. R. Soc. B|pp = 1-7|doi = 10.1098/rstb.2005.1730|url = http://www.bolinfonet.org/pdf/Towardswritingtheencyclopaediaoflife-anintroductiontoDNAbarcoding2005.pdf|formato = pdf|accesso = 9 maggio 2009|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20111020080432/http://www.bolinfonet.org/pdf/Towardswritingtheencyclopaediaoflife-anintroductiontoDNAbarcoding2005.pdf}}</ref>), e la Seconda Conferenza a Taipei nel 2007 (Sciencedaily 2007<ref name="Sciencedaily 2007">{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore =| anno = 2007| titolo = Come il codice a barre del DNA possa aiutare la scienza| pubblicazione = Sciencedaily| url = https://www.sciencedaily.com/releases/2007/09/070914120856.htm| accesso = 9 maggio 2009| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090413145632/http://www.sciencedaily.com/releases/2007/09/070914120856.htm| urlmorto = no}}</ref>).
=== Iniziative tassonomiche su Internet ===
Molte iniziative tassonomiche si sono consolidate su [[Internet]]. Le più popolari nell'ambiente scientifico forse sono le seguenti (Mallet e Willmott 2003<ref name="Mallet e Willmott 2003" />):
*{{En}} All-Species {{cita testo|url=http://www.allspecies.org|titolo=http://www.allspecies.org}}
*{{En}} GBIF {{cita testo|url=http://www.gbif.org|titolo=http://www.gbif.org}}
*{{En}} Species 2000 {{cita testo|url=http://www.sp2000.org/|titolo=http://www.sp2000.org|accesso=26 giugno 2009|dataarchivio=1 luglio 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140701233147/http://www.sp2000.org/|urlmorto=sì}}
*{{En}} Tree of Life {{cita testo|url=http://www.tolweb.org/tree/phylogeny.html|titolo=http://www.tolweb.org/tree/phylogeny.html}}
Ma esistono più di 50 progetti in tutto il mondo. Charles Godfray (2002)<ref name="Godfray 2002">{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Godfray, H. C. J.| anno = 2002| titolo = Sfide per la Tassonomia| pubblicazione = Nature| numero = 417| pp = 17-19| doi = 10.1038/417017a| accesso=28 agosto 2007}}</ref> è soltanto uno dei tanti che proposero l'integrazione di tutta l'informazione tassonomica in un solo portale [[Revisione paritaria|revisionato per pari]] ("peer-reviewed"), per rimpiazzare il sistema di descrizioni di specie disperse fra centinaia di riviste alle quali è complicato accedere. Certo è che un web universale di informazione tassonomica si avrà solo quando esisterà un web che dia la migliore informazione, la più completa, attualizzata, di contenuto libero, e ''amichevole'' ("user-friendly"), allora le altre cadranno in disuso. Soltanto per i batteri questa informazione è già stata unificata.<ref name="CINB">{{cita web|url = http://www.dsmz.de/bactnom/bactname.htm|titolo = Codice Internazionale per la Nomenclatura dei Batteri|accesso = 28 agosto 2007|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20070929083605/http://www3.dsmz.de/bactnom/bactname.htm|urlmorto = no}}</ref>
=== Proposte per un registro centrale di nomi ===
Lo stesso Charles Godfray (2002)<ref name="Godfray 2002" /> propone oltre alla precedente, una "prima revisione attraverso il web" come il nuovo punto di partenza della nomenclatura per ogni gruppo, in modo che i sinonimi utilizzati in pubblicazioni anteriori saranno invalidati a partire dalla validazione su Internet. Alessandro Minelli, il presidente della Commissione Internazionale per la Nomenclatura Zoologica, argomenta ugualmente a favore di un registro centrale di nomi (Minelli 2003).<ref name="Minelli 2003">{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Minelli, A.| anno = 2003| titolo = Lo Status della Letteratura Tassonomica | pubblicazione = Trends Ecol. Evol.| volume = 18| numero = 2| pp = 75-76}}</ref>
Il codice per i batteri già ha un registro centrale di nomi: tutti i nomi validi dei batteri sono pubblicati in un'unica rivista, con una nuova data d'inizio della nomenclatura fissata nel [[1980]].<ref name="CINB" /> Si possono attendere riforme simili nei codici dei macroorganismi, ma gli zoologi e i botanici devono ratificare le proposte. La possibilità che alcuni specialisti possano monopolizzare la nomenclatura fu una delle preoccupazioni che portò i botanici a rifiutare le richieste per un registro centrale dei nomi nel Congresso Internazionale di Botanica nel 1999 (Greuter ''et al.'' 2000); proposte similari vennero scartate dal Codice di Zoologia del 1999 (''International Commission on Zoological Nomenclature'', 1999). Inoltre, siccome molti cambiamenti sono dovuti a differenze nei concetti di specie più che alla confusione riguardo alla priorità di nomi o alla identificazione, la stabilità dei nomi è improbabile anche se porta ad avere un unico registro di essi.
===
Bisogna anche domandarsi del futuro della "tassonomia libera da ranghi" ("''rank-free taxonomy''") e il [[PhyloCode]]<ref name="PhyloCode">{{cita web|lingua=en|url=http://www.phylocode.org|titolo=PhyloCode|accesso=28 agosto 2007|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20030802181518/http://www.phylocode.org/}}</ref> creato da alcuni anni. Coloro che lo sostengono sperano di rimpiazzare la nomenclatura linneana basata sui ranghi o categorie tassonomiche, con un sistema uninominale che denomini [[clado|cladi]]. Questa approssimazione lascerebbe a lato il difficile dibattito riguardo a quali cladi costituiscano un taxon con i suoi corrispondenti nomi e categoria tassonomica. Il PhyloCode non arrivò ad essere discusso nel dibattito su una tassonomia unitaria almeno fino al 2003 (Mallet e Willmott 2003<ref name="Mallet e Willmott 2003" />). D'altra parte i sistemi di classificazione moderni basati sull'analisi molecolare del DNA (come il sistema [[Classificazione APG II|APG II]], quello di [[Sistema di classificazione di monilofiti di Smith 2006|Smith ''et al.'']]), sebbene utilizzino la nomenclatura binomiale e le categorie proposte da Linneo, a livelli superiori all'ordine o alla classe utilizzano cladi "fluttuanti" non assegnati a categorie tassonomiche. Ciò può cambiare in futuro, quando le ricerche in filogenesi si considereranno terminate, oppure si possono appropriatamente avere nodi non assegnati a nessun taxa, dato che i ricercatori concordano sul fatto che non sia necessario che tutti i nodi debbano essere "nominati".
=== Il futuro dei Codici ===
È evidente che tanto le proposte di un registro centrale di nomi, quanto la "tassonomia libera da ranghi" e la "tassonomia basata sul DNA", implicano che le regole esistenti per la nomenclatura tassonomica sono inadeguate. Questi Codici sono il risultato di dibattiti secolari. Nonostante la loro fragilità, sono risultati impressionanti, e possono essere adattati per riflettere le nuove necessità. Riforme delle nomenclatura sono continuamente necessarie, ma l'esito e l'universalità del sistema richiedono che i riformatori le attuino con sensibilità e soltanto con ampio consenso, onde evitare la frammentazione della conoscenza esistente in sistemi multipli incompatibili (Mallet e Willmott 2003<ref name="Mallet e Willmott 2003" />).
== Storia ==
=== Origini della tassonomia ===
Le origini della tassonomia risalgono alle origini del [[linguaggio]], quando la gente chiamava con gli stessi nomi un organismo più o meno simile, sistema che persiste oggigiorno in quello che noi definiamo "nomi volgari". Tutte le società umane possiedono un sistema tassonomico che nomina le specie e le raggruppa in categorie di ordine superiore.<ref name="Danielle Mazzonis 1983, p.20">[[Stephen Jay Gould]], ''[[Il pollice del panda]], Riflessioni sulla storia naturale'', traduzione di Danielle Mazzonis, Editori Riuniti, 1983, pag 237, cap.20, ISBN 88-359-3285-8.</ref>
L'essere umano possiede un concetto intuitivo di ciò che costituisce una specie, prodotto dal categorizzarle secondo le sue [[Comportamento emergente|proprietà emergenti]] osservate, e ciò si vede riflesso nel fatto che tutte le classificazioni popolari degli organismi possiedono notevoli similitudini fra loro e anche con quelle utilizzate oggigiorno dai biologi professionisti (Hey 2001<ref name="Hey 2001">{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Hey, J.| anno = 2001| titolo = L'idea sul problema delle specie|url=https://archive.org/details/sim_trends-in-ecology-evolution_2001-07_16_7/page/326| pubblicazione = Trends in Ecology and Evolution| volume = 16| numero = 7| pp = 326-329}}</ref>).
La tassonomia biologica come disciplina scientifica nacque in Europa, dove, nel [[Medioevo]], si formarono le [[università]] in cui si discutevano temi di tipo filosofico e tecnico. Fu in questo contesto che i [[naturalisti]] si resero conto che, sebbene i nomi volgari siano utili nel linguaggio quotidiano, era necessario un sistema più universale e rigoroso per definire gli organismi: ogni specie doveva essere denominata, possedere un unico nome ed essere descritta in forma univoca. Successivamente il sistema occidentale così stabilito si estenderà a tutto il mondo.
=== Dalla tassonomia linneana all'''Origine delle specie'' ===
{{vedi anche|Tassonomia di Linneo}}
[[File:Species plantarum 001.jpg|thumb|Frontespizio dell'opera di [[Linneo]] ''Species plantarum'' (1753), dove si instaurò l'uso della [[nomenclatura binomiale]]]]Per un certo tempo i naturalisti tentarono di ordinare l'informazione disponibile sugli organismi e regolamentarne i loro nomi, ma fu nel [[XVIII secolo|secolo XVIII]] che la tassonomia ricevette una spinta decisiva, grazie al naturalista [[Svezia|svedese]] [[Carlo Linneo]], che ebbe l'ambizione di nominare tutti gli animali, piante e minerali conosciuti dell'epoca, raggruppandoli secondo le loro caratteristiche fisiche condivise, e infine normalizzare la loro denominazione. Nel [[1753]] pubblicò un'ampia opera in due volumi nei quali accumulò e ordinò le informazioni disponibili riguardo alle piante, e fu questo suo lavoro che definì le basi del sistema che si utilizza ancora nel ventunesimo secolo. Il libro si intitolava ''[[Species Plantarum]]'' ("I tipi di piante"), scritto nella lingua universale dell'epoca, il latino. In questo libro le piante venivano raggruppate secondo le loro similitudini morfologiche. Linneo fu uno dei primi naturalisti ad enfatizzare l'uso di similitudini fra organismi per arrivare a costruire un sistema di classificazione. In questo modo, senza accorgersene, stava classificando gli organismi in virtù delle loro similitudini genetiche, e perciò anche evolutive. Nel suo libro, ogni "tipo di pianta" era descritto con una frase in [[lingua latina|latino]] limitata a dodici parole.
Linneo propose che queste piccole ''descrizioni'' fossero i nomi utilizzati in tutto il mondo per riferirsi ad ognuna delle loro "specie". Queste piccole descrizioni, o '''polinomi''', vennero da lui definite "il nome proprio di ogni specie", ma vi aggiunse un'importante innovazione che già era stata utilizzata prima da [[Caspar Bauhin]] ([[1560]]-[[1624]]): la [[nomenclatura binomiale]] o '''binomi''', come il "nome breve" delle specie. Nelle annotazioni fatte sulle sue ''Species Plantarum'', seguite dal nome "appropriato" polinomiale di ogni specie, scrisse una sola parola, combinata con la prima parola del polinomio (oggi definente il genere), formando così un nome ''breve'' per ogni specie di più facile memorizzazione. Per esempio, l'erba gatta fu denominata "appropriatamente" con il polinomio: ''Nepeta floribus interrupte spicatus pedunculatis'' (in italiano: "Nepeta con fiori in una spiga interrotta pedunculata"). Linneo scrisse la parola ''cataria'' al margine del nome appropriato della specie, che vuole dire "relazionata con i gatti", facendo riferimento a un attributo familiare della specie. Tanto lui come pure i suoi contemporanei rapidamente iniziarono a chiamare la pianta con il nome ''[[Nepeta|Nepeta cataria]]'', che è il nome ancora usato nel ventunesimo secolo.
La [[nomenclatura binomiale]], identificando in maniera univoca le specie, risolveva così i problemi di comunicazione prodotta dalla varietà di nomi locali. Contemporaneamente Linneo propose uno schema gerarchico di classificazione, dove le specie molto simili si raggruppano in uno stesso genere. La categoria di genere già esisteva, in realtà nel [[1694]] quando [[Joseph Pitton de Tournefort]] fornì delle guide per descrivere i generi: i caratteri dei generi dovevano essere riconoscibili in tutti i membri del genere e visibili senza l'uso di un microscopio. Per quanto possibile, questi caratteri dovevano essere presi dal [[fiore]] e dal [[frutto]]. Linneo utilizzò i generi, credendo che tanto i generi quanto le specie esistessero in natura, mentre le categorie più alte erano solo materia di convenienza umana.
Anche Linneo cercò di raggruppare i generi in famiglie "naturali" (vale a dire, in famiglie che riflettessero le relazioni tra gli organismi in natura), sebbene non conferendogli una descrizione, e per il [[1751]] aveva riconosciuto 67 famiglie,<ref>{{La}}{{cita libro| cognome = Linnaeus| nome = C.| edizione = Kiesewetter| anno = 1751| titolo = Philosophia Botanica| città = Stoccolma| isbn = 0-19-856934-3<!-- (paperback); ISBN 0-19-850122-6 (hardcover) -->}}</ref> lasciando molti generi senza ubicazione. Linneo cercava caratteri che si potessero trovare in tutti i membri di ogni famiglia, ma fallì nella sua impresa perfino in quelle più "naturali" delle famiglie, come le [[Umbelliferae]].
Da allora fino al [[1789]], a vari autori, come [[Michel Adanson]] (1763-1764),<ref>{{Fr}}{{cita libro| cognome = Adanson| nome = M.| editore =| edizione = Vincent| anno = 1763-1764| titolo = Famiglie delle Piante. 2 voll.| città = Parigi| isbn = 3-7682-0345-X}}</ref> parve evidente che i caratteri variavano addirittura dentro i gruppi "naturali", concludendo che non ci sono caratteri essenziali per definire un gruppo, e che i gruppi avrebbero dovuto essere definiti soltanto mediante un sindrome di caratteri.
Ne [[1789]], [[Antoine-Laurent de Jussieu]] nel suo libro ''Genera plantarum'' descrisse tanto i generi quanto le famiglie di piante e mise queste ultime in classi.<ref>{{La}}{{cita libro| cognome = de Jussieu| nome = Antoine-Laurent| edizione = Hérissant and Barrois| anno = 1789| titolo = Genera Plantarum secundum ordines naturales disposita, juxta methodum in hortu regio Parisiensi exaratum, anno M. DCC. LXXIV.| città = Parigi}}</ref> La sua catalogazione in specie, genere e famiglie ebbe successo, e questa fondazione jussiana è quella che fondamentalmente si conserva oggigiorno per la classificazione delle piante. Con il tempo vennero ad aggregarsi famiglie e i limiti delle famiglie esistenti in questo libro furono modificate, aggiungendovi più categorie, come quella di ordine tra famiglia e classe, e phylum e regno in cima alla classe.
Riguardo agli animali, nel [[1758]] Linneo pubblicò la decima edizione del suo ''[[Systema Naturae]]'', nel quale elencò tutti gli animali da lui conosciuti in quel momento e classificandoli come aveva fatto precedentemente con le piante. Linneo denominò circa 4.400 specie di animali, includendovi l'''[[Homo sapiens]]'', malgrado la reticenza esistente all'epoca di considerare l'uomo alla stregua di un animale.
In questo modo si vennero a delineare le prime relazioni tra le specie. I sistemi di classificazione possono essere "arbitrari", se cercano soltanto di raggruppare gli organismi onde facilitare la loro determinazione in maniera artificiosa (per esempio, secondo l'utilità che hanno per gli esseri umani), o "naturali", quando le gerarchie si stabiliscono in funzione delle loro affinità in Natura. La parola "naturale" non venne mai definita scientificamente, e all'epoca di Linneo si voleva dire soltanto che le specie erano state create "naturalmente" alcune somiglianti e altre dissimili dalle altre (in realtà, ogni scienziato possedeva la sua propria definizione di "sistema naturale").
Nel [[1778]] [[Lamarck]] suggerì che i caratteri utilizzati dai botanici per dividere i taxa debbano necessariamente essere gli stessi che la gente utilizzerà per diagnosticarli. Egli promosse l'uso della [[chiave di identificazione]], libri che permettevano ai loro utilizzatori non esperti di identificare un dato organismo mediante caratteri facilmente visibili.
Il termine "tassonomia" (''tassonomie'', in francese) fu impiegato per la prima volta dal biologo svizzero [[Augustin Pyrame de Candolle]] all'inizio del [[XIX secolo]]. In termini strettamente etimologici, deve considerarsi forse preferibile la forma «tassinomia», ma ha un uso molto limitato, quasi sempre in traduzioni dal francese.
Un numero di sistematici, specialmente in Francia e Germania, adottarono il concetto di "especimen tipo". Questi "tipi" erano piante che si conservavano in un erbario, rappresentanti la forma più comune del gruppo, o la forma più "perfetta" (questi autori consideravano la [[simmetria radiale]] e la bisessualità più perfette di quelle delle restanti forme, per cui si dà il caso che conserveranno mutanti come esemplari tipo).
Vari decenni dopo l'edizione dei libri di Linneo, proliferarono i nomi per animali e piante, e spesso si ebbe più di un nome per una data specie (differenti nomi per lo stesso taxon sono chiamati "sinonimi"). Quando ciò accadeva, il nome di uso comune era normalmente il più descrittivo, o semplicemente quello utilizzato dalla autorità più eminente del momento. A ciò si sommava il fatto che alcuni nomi di genere e alcuni epiteti specifici fossero composti da più di una parola. Questa mancanza di stabilità nomenclaturale portò, nel [[1813]], all'adozione di un codice per denominare le piante, chiamato ''Théorie Elémentaire de la Botanique'' ("Teoria Elementare della Botanica"). Allo stesso modo, per gli animali, nel [[1842]], venne adottato un codice di norme formulate sotto il patrocinio della ''British Association for the Advancement of Science'' ("Associazione Britannica per il Progresso della Scienza"), chiamato ''Strickland Code'' ("Codice di Strickland"). I due codici definiranno le prime regole di Nomenclatura, con l'obiettivo di ottenere un solo nome valido per ogni specie.
=== Tassonomia ed evoluzione ===
[[File:Darwin's tree of life.jpg|thumb|left|Diagramma disegnato da [[Charles Darwin]] in l'''[[L'origine delle specie|Origine delle specie]]''.]]
Prima che esistesse la teoria dell'evoluzione, si pensava alle relazioni fra gli organismi in una forma molto simile a quelle esistenti fra i paesi in una mappa. Quando irruppe la teoria dell'evoluzione nella metà del [[XIX secolo]] venne subito riconosciuto, così come propriamente la formulò [[Charles Darwin|Darwin]], che il grado di parentela tra i taxa ([[filogenesi]]) doveva essere il criterio per la formazione dei gruppi. La pubblicazione del suo libro ''[[L'origine delle specie]]'' nel [[1859]] stimolò l'incorporazione di teorie evolutive nella classificazione, processo che non è ancora terminato (de Queiroz e Gauthier 1992<ref>{{cita pubblicazione| autore = de Queiroz, K.| coautori = Gauthier, J.| anno = 1990| titolo = Filogenesi come principio centrale in tassonomia: definizioni filogenetiche di nomi di taxa| pubblicazione = Syst. Zool.| numero = 39| pp = 307-322| doi = 10.2307/2992353| url = https://links.jstor.org/sici?sici=0039-7989(199012)39%3A4%3C307%3APAACPI%3E2.0.CO%3B2-D| accesso=28 agosto 2007}} ''Propone di abbandonare il sistema linneano.''</ref>).
Il dibattito tra i sostenitori dei sistemi artificiali e i difensori della costruzione di un [[sistema naturale]] fu uno dei conflitti teorici più intensi riguardo alla biologia dei secoli XVIII e XIX, solamente risolto con la consolidazione della teoria dell'evoluzione, la quale offrì il primo criterio dimostrabile di "naturalezza": l'ascendenza comune. Mentre più somiglianti erano due organismi fra loro, più vicino era i loro ascendente comune, e perciò più vicini dovevano essere raggruppati nella classificazione. Gli organismi che condividono soltanto pochi caratteri condividono anche un ascendente più lontano e per questo sono ubicati in taxa differenti, condividendo perciò essi soltanto i taxa più alti.
Un passo critico in questo processo per convertire i sistemi di classificazione in un riflesso della storia evolutiva degli organismi fu l'acquisizione di una prospettiva [[filogenesi|filogenetica]], per la quale biologi come [[Willi Hennig]] ([[entomologia|entomologo]] tedesco, [[1913]]-[[1976]]), [[Walter Zimmermann]] (botanico tedesco, [[1892]]-[[1980]]), [[Warren H. Wagner]], Jr. (botanico nordamericano, [[1920]]-[[2000]]) e molti altri hanno fornito preziosi apporti. La [[Biologia sistemica|biologia sistematica]] è la scienza che si occupa di relazionare i sistemi di classificazione con le teorie sull'[[evoluzione]] dei taxa.
Al giorno d'oggi, lo sviluppo di nuove tecniche (come l'[[Filogenesi molecolare|analisi del DNA]]) e le nuove forme di analisi filogenetiche (che permettono di analizzare matrici con una quantità enorme di dati) stanno producendo cambiamenti sostanziali nelle classificazioni per l'uso, obbligando a disfare gruppi di lunga tradizione e definirne altri nuovi. Gli apporti più significativi provengono dal confronto diretto dei [[geni]] e dei [[genoma|genomi]]. Il "boom" dell'analisi dei geni degli organismi ha invertito il ruolo della [[morfologia (biologia)|morfologia]] specialmente nella tassonomia di piante: quando fu creata e nel corso di molti anni, la tassonomia era la scienza che raggruppava gli organismi secondo le loro affinità [[Morfologia (biologia)|morfologiche]] (e quindi anche [[anatomia|anatomiche]], [[fisiologia|fisiologiche]], ecc.). Ma oggigiorno, gli organismi sempre più vengono raggruppati secondo le similitudini del loro [[DNA]] (e, in secondo luogo, con l'appoggio del registro [[fossile]] e della morfologia), e l'evoluzione dei caratteri morfologici viene "interpretata" una volta che l'albero filogenetico finisce per essere adottato tramite il consenso comune.
Questa situazione arricchì il campo della [[Biologia sistemica]], e raggiunse (quest'ultima) una relazione intima con la scienza dell'[[evoluzione]], relazione che prima era stata disattesa dagli scienziati, a causa della quantità di imprecisioni che c'erano prima dell'arrivo delle analisi del DNA nei sistemi di classificazione. In molte porzioni dell'albero filogenetico, la tassonomia passò ad essere soltanto la sottodisciplina della biologia sistemica, la quale si occupa di creare il sistema di classificazione secondo le regole, e la "stella" passò ad essere di per sé l'[[albero filogenetico]]. I sistemi di classificazione si fanno in collaborazione, secondo l'albero filogenetico più accettato in modo consensuale dalla maggioranza degli studiosi (vedere per esempio [[Angiosperm Phylogeny Group|APG II]] nel 2003 per le angiosperme,<ref name="APG II 2003">{{Cita pubblicazione|lingua=En|autore = APG II|anno = 2003|titolo = Un aggiornamento sulla classificazione di gruppo della filogenesi delle Angiosperme per ordini e famiglie di piante da fiore: APG II|pubblicazione = Botanical Journal of the Linnean Society|numero = 141|pp = 399-436|doi=10.1046/j.1095-8339.2003.t01-1-00158.x|accesso = 28 agosto 2007}}</ref> [[Sistema di classificazione delle monilofite di Smith 2006|Smith ''et al.'']] nel 2006 per le felci<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=En| autore = Smith, A. R.| coautori = Pryer, K. M., Schuettpelz, E., Korall, P., Schneider, H. e Wolf, P. G.| anno = 2006| titolo = Una Classificazione per la Felce Esistente| pubblicazione = Taxon| volume = 3| numero = 55| pp = 705-731| url = http://www.pryerlab.net/publication/fichier749.pdf| formato = pdf| accesso = 28 agosto 2007| urlarchivio = https://web.archive.org/web/20120207023846/http://www.pryerlab.net/publication/fichier749.pdf| urlmorto = no}}</ref>), e oggigiorno si utilizzano metodi statistici per decidere di comune accordo i nodi dell'albero filogenetico.
=== Formalizzazione delle norme: i codici ===
Quello che originalmente era la ''Théorie Elémentaire de la Botanique'', nel 1813, si convertì nell{{'}}''International Code of Botanical Nomenclature'' ("[[Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica]]" o ICBN) nel [[1930]], che si interessa della nomenclatura di [[pianta (botanica)|piante]] e [[fungo|funghi]] (che tratta in modo diverso i due gruppi menzionati). Quello che originariamente era lo ''Strickland Code'' creato nel 1842, che regolava i nomi degli [[animali]], fu revisionato dall{{'}}''International Commission on Zoological Nomenclature'' ("Commissione Internazionale per la Nomenclatura Zoologica") e rinominato come ''International Code of Zoological Nomenclature'' ("[[Codice Internazionale di Nomenclatura Zoologica]]" o ICZN) nel [[1901]].
Il Codice Internazionale di Nomenclatura Botanica stabilì l'anno 1753 (quello della pubblicazione di ''Species Plantarum'') come l'anno in cui inizia la nomenclatura botanica moderna, lasciando senza effetto i nomi pubblicati per le piante prima di questa data. Allo stesso modo, il Codice Internazionale per la Nomenclatura Zoologica stabili l'anno 1758 (l'anno i cui Linneo pubblicò la decima edizione del ''Systema Naturae'') come l'anno di inizio della nomenclatura zoologica, lasciando senza effetto i nomi pubblicati per gli animali prima di questa data. I due Codici condividono gli stessi "principi di Nomenclatura" che già furono descritti, e si attualizzano come risultato dei Congressi Internazionali che si realizzano regolarmente a tale scopo.
Con il tempo i batteriologi, che si erano attenuti al codice botanico, svilupparono il loro proprio codice ([[Codice Internazionale per la Nomenclatura dei Batteri]]); e lo stesso fecero i virologi (studiosi dei [[Virus (biologia)|virus]]) nel [[Comitato Internazionale per la Tassonomia dei Virus]]. Si discute sull'urgenza di formalizzare in modo equivalente la nomenclatura dei [[geni]] o delle [[proteina|proteine]].
=== Tassonomie volgari ===
Con lo sviluppo della tassonomia come scienza nella cultura occidentale ci si è allontanati progressivamente dalle varie tassonomie locali di origine popolare e mitica.
Fuori dall'Europa, questo portò molte volte gli scienziati a svalutare le conoscenze profonde che avevano i nativi delle specie del luogo naturale di cui essi erano originari.
Quando gli europei scoprirono l'America e si relazionarono ai suoi popoli originari, la volontà di dominio dei colonizzatori incluso quella nel campo intellettuale li portò a disattendere questa preziosa fonte di conoscenza. {{Citazione|I nomi nativi sembravano perdere tutta la loro importanza e ripetutamente gli spedizionari li segnalavano come nomi illegittimi. Per [[Antonio de Ulloa]]: ''la [[lingua quechua]] degli Incas si avvicina più al linguaggio dei bambini''.
Apparentemente, i nativi non comprendevano le parole e le conoscenze proprie di qualunque ''società civilizzata'' come ''Dio'', ''verginità'' o ''immacolata concezione''. Gli indigeni americani avevano innumerevoli nomi per le piante, ma non un'unica parola che si potesse tradurre come ''albero''. Le culture, la cui sopravvivenza dipendeva dalla conoscenza ed uso della vegetazione circostante, riconoscevano numerose piante utili, sapevano quali erano i loro usi, dandole nomi descrittivi. Tuttavia, è ovvio che non condividevano con i naturalisti concetti come specie, genere o classe. Per conquistare piante esotiche, l'europeo si deve disfare delle contingenze locali e fabbricare tipi ideali conformi con il sistema di classificazione europeo.<ref>{{Cita pubblicazione|lingua=Es| autore = Nieto Olarte, M.| anno = 2003| titolo = Storia Naturale e l'Appropriazione del Nuovo Mondo nella Illustrazione Spagnola| pubblicazione = Bull. Inst. Fr. Études Andines| volume = 3| numero = 32| pp = 417-429}} Per le frasi testuali di Ulloa cita come fonte Pagden, 1993: 132</ref>}}
Nonostante questo, la conoscenza tradizionale delle culture primitive delle specie biologiche locali non fu né totalmente disprezzata, né tantomeno lasciata inutilizzata fino al giorno d'oggi, tanto per quel che riguarda i criteri antropologici quanto per le ricerche farmaceutiche. La convergenza o no delle tassonomie tradizionali alla tassonomia scientifica è stata oggetto di alcune ricerche che hanno constatato un'alta percentuale di uguale identificazione di specie (a volte si identificano come identiche specie distinte, a volte invece come distinte specie identiche).<ref name="Danielle Mazzonis 1983, p.20"/><ref>{{Cita pubblicazione|lingua=Es|autore = Muelas, L.|anno = 1997|titolo = La Patente del Yagé|pubblicazione = Semillas|numero = 9|url = http://www.semillas.org.co/sitio.shtml?apc=a1a1--&x=20154743|accesso = 28 agosto 2007|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20071221105541/http://www.semillas.org.co/sitio.shtml?apc=a1a1--&x=20154743}}{{Citazione|Gli indigeni a volte hanno nomi speciali per diversi tipi di Yagé, attribuendogli effetti distinti, credendo loro che abbiano differenti composizioni chimiche. Le classificazioni fatte dagli indigeni possono riferirsi alla età, alle diverse parti della liana, o a forme ecologiche derivate di varie condizioni de crescita, che dipendono da suolo, umidità, oscurità...}}</ref>
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|cognome= Judd|nome= W. S.|coautori= Campbell, C. S. Kellogg, E. A. Stevens, P.F. Donoghue, M. J.
*{{cita libro | cognome = Brusca | nome = R. C. | coautori = Brusca, G. J. | editore
*{{cita libro| cognome =Simpson| nome =Michael G.| titolo =
*{{cita libro | cognome =
'''Nelle prospettive attuali della scienza della Tassonomia:'''
*{{cita pubblicazione| autore = Mallet, J. | coautori = Willmott, K.| anno = 2003| titolo =
* Argano R., Boero F., Bologna M.A., Dallai R., Lanzavecchia G., Luporini P., Melone G., Sbordoni V., Scalera Liaci L., ''Zoologia: Evoluzione e adattamento'', Bologna, Monduzzi 2007
== Voci correlate ==
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**[[Genere (tassonomia)|Classificazione tassonomica, Genere]]
**[[Specie|Classificazione tassonomica, Specie]]
**[[
*[[Sistematica]]
*[[Cladistica]]
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== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
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