Radio Bari: differenze tra le versioni
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{{Canale radio
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|editore = [[Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche|EIAR]], poi [[Psychological Warfare Branch|PWB]]
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}}
'''Radio Bari''' (talvolta anche '''Radio-Bari'''<ref>{{Radiocorriere|1931|48|1|titolo = I rapidi sviluppi del piano tecnico dell'EIAR||data = 28 novembre - 5 dicembre}}</ref>) è stato il nome con cui ci si è riferiti alla sede [[ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche|EIAR]] di [[Bari]] per tutta la vita dello stesso EIAR.
Con l'[[armistizio di Cassibile]] e l'occupazione dell'Italia meridionale da parte degli [[alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] la stazione fu sfruttata per la [[guerra psicologica]] contro il [[nazifascismo]], mantenendo la sua denominazione. Intorno agli [[anni cinquanta]], il nome "Radio Bari" per designare la sede regionale della [[RAI]] in [[Puglia]] è caduto in disuso. La stazione è ricordata principalmente per i suoi programmi in [[lingua araba|arabo]] durante il [[fascismo]] e per il suo ruolo sia propagandistico sia di rivitalizzazione dei valori democratici nei primi mesi del [[Regno del Sud]] e della [[Resistenza italiana]].
==Storia degli impianti==
===La nascita===
[[File:Stazione trasmittente di Radio Bari.jpg|miniatura|L'edificio della trasmittente di [[Ceglie del Campo]], con i due tralicci dell'antenna sullo sfondo]]
L'installazione di una stazione trasmittente a [[Bari]] rientra nel programma d'ampliamento e potenziamento della rete radiofonica studiato da [[Costanzo Ciano]]<ref name="rc37">{{Radiocorriere|1932|37|3|titolo = La trasmittente di Bari inaugurata con la trasmissione del messaggio del Duce per la terza Fiera del Levante|data = 10-17 settembre}}</ref> e inserito nella convenzione tra l'[[ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche|EIAR]] e il [[Regno d'Italia (1861-1946)|Regno d'Italia]] del 15 dicembre 1927<ref>RDL 2207/27 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 287/27), reso esecutivo dal RD 2526/27 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 17/28).</ref>, più precisamente nell'atto aggiuntivo alla convenzione, stipulato l'11 luglio 1931<ref name="rd1027">RD 1027/31, art. 3 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 202/31).</ref>. Lo stesso atto prevedeva l'entrata in funzione per l'aprile 1932.
La stazione tuttavia non fu in grado di entrare in funzione fino al 7 agosto 1932, quando si ha la prima registrazione di prove tecniche di trasmissione<ref>{{Radiocorriere|1932|32|25|data = 6-13 agosto}}</ref>. L'inaugurazione ufficiale avvenne il 6 settembre alle ore 10<ref name="ReferenceA">{{Radiocorriere|1932|36|39|data = 3-10 settembre}}</ref>, all'apertura della III [[fiera del Levante]], con la trasmissione della lettura da parte del ministro dei Lavori Pubblici [[Araldo di Crollalanza]] di un messaggio di [[Benito Mussolini]] a lui diretto<ref name="rc37" />. La sera del giorno successivo andò in onda un "grande concerto"<ref name="rc36" />, poi, stando ai palinsesti del ''[[Radiocorriere TV|Radiocorriere]]'', la stazione tacque per cominciare la programmazione ordinaria l'11 settembre 1932<ref>{{Radiocorriere|1932|37|36|data = 10-17 settembre}}</ref>.
La nuova emittente, installata a [[Ceglie del Campo]], aveva una potenza all'antenna, senza modulazione, di 20 [[watt|kW]]<ref name="rd1027" /><ref>{{Radiocorriere|1932|36|45|data = 3-10 settembre}}</ref> e operava su 1 112 [[hertz|kHz]]<ref name="ReferenceA"/>. Gli impianti per la trasmissione erano inglesi, di produzione [[Marconi Company]], mentre i due tralicci d'acciaio di 250 [[piede (unità di misura)|piedi]] (76,20 [[metro|m]]) che sostenevano l'aereo erano, quantomeno, di concezione americana<ref name="rc36">{{Radiocorriere|1932|36|5|autore = G.B.|titolo = La stazione radiofonica di Bari sarà inaugurata ufficialmente il 6 settembre|data = 3-10 settembre}}</ref>. La sede degli studi (dotata di due auditori) e della reggenza [[ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche|EIAR]] era invece nel centro di [[Bari]], in via Niccolò Putignani, 247<ref>{{Cita|Antonio Rossano|p. 19}}.</ref>.
===Gli sviluppi successivi===
In occasione della [[Fiera del Levante]] del
|autore = INCOM
|id = PACxJKT7JIc
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|citazione = Milano Siziano, che è Milano prima, Torino terza ecc.
|accesso = 9 aprile 2017
}}</ref>), mentre l'antica divenne Bari I (''Bari prima''), aveva una potenza-antenna di 1
===Durante la guerra===
[[File:Tecnico a Radio Bari.jpg|miniatura|Un tecnico al lavoro agli impianti di Radio Bari nel 1943]]
Gli impianti di Bari durante la [[seconda guerra mondiale]] non subirono danno alcuno, nemmeno dal [[bombardamento di Bari|bombardamento tedesco del 2 dicembre 1943]]<ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|p. 204}}.</ref><ref>Cfr {{Radiocorriere|1949|40|16|autore = Gino Castelnuovo|titolo = La storia degli impianti della radio italiana|data = 2-8 ottobre}}</ref>, sebbene Bari I, da sola, avesse una potenza-antenna superiore a quella di tutte le altre stazioni dell'Italia a sud di Roma<ref>Cfr [[Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche#Tavole riassuntive sugli impianti|EIAR - Tavole riassuntive sugli impianti]].</ref>. Il 5 settembre 1943 giunse alla sede EIAR di Bari l'ordine di smontare la trasmittente di [[Ceglie del Campo]] per trasferirla in una zona più lontana dal fronte, mentre per Bari II era stata prevista la distruzione<ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|pp. 185-186}}.</ref>.
L'iniziativa del reggente della sede, l'ingegner Giuseppe Damascelli, il quale, prima dell'armistizio<ref name="ReferenceD">{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|p. 186}}.</ref>, con la collaborazione di alcun tecnici, aveva provveduto a mettere al sicuro gli strumenti più delicati nella sede del Vescovado di Bitonto<ref name="AntonioRossano">{{Cita|Antonio Rossano|p. 67}}.</ref>, dove viveva suo fratello Domenico (ciò che, dopo la morte, gli varrà l'intitolazione di una strada nella città di Bari<ref>Delibera della Giunta comunale n. 299 del 15 aprile 2004, dove si legge che le istruzioni impartite dalla direzione generale E.I.A.R., dirette alla distruzione della stazione di Radio Bari in caso di invasione nemica, “non vengono mai eseguite, perché il Damascelli decide di restare a fianco dei militari anche nelle ore notturne, continuando a trasmettere per fornire un importante servizio alla popolazione”. Dalla medesima delibera si apprende che lo stesso “ing. Damascelli, per ritirare due messaggi, uno del re e l’altro del governo” – nel frattempo, installatisi a Brindisi – “ha dovuto attraversare zone battute da truppe tedesche in ritirata, correndo grossi pericoli”.</ref>) e la difesa armata dopo salvarono gli studi e le trasmittenti dalla distruzione<ref name="ReferenceD"/><ref>{{Cita|Antonio Rossano|pp. 49-64}}.</ref>. I tecnici avevano comunque provveduto a depotenziare l'impianto di [[Ceglie del Campo]], nell'eventualità che fosse caduto in mano ai tedeschi, novelli nemici. La stazione fu riportata alle condizioni originarie dopo l'arrivo delle truppe [[Alleati della seconda guerra mondiale|alleate]]<ref>{{Cita|Antonio Rossano|pp. 69-70}}.</ref>. A dimostrazione della grande considerazione in cui erano tenute le installazioni di Bari, gli interventi di manutenzione furono eseguiti dagli Alleati celermente e puntigliosamente<ref>{{Cita|Antonio Rossano|p. 88}}.</ref>.
===La RAI===
La sede [[Rai|RAI]] di Bari rimase in
==I programmi per l'estero==
Fu reso evidente fin da subito che Bari non sarebbe stata solo una stazione per il territorio italiano. Difatti, il ''Radiocorriere'' della settimana precedente l'inaugurazione parlò di come il Levante potesse ricevere da Bari la parola e la musica d'Italia<ref name="rc36" />. Anche [[Benito Mussolini|Mussolini]], nel suo messaggio inaugurale, si riferì alla nuova stazione come "anello di congiunzione tra l'Occidente e l'Oriente, strumento della pacifica espansione italiana nel [[Mediterraneo orientale|Mediterraneo Orientale]] ed oltre"<ref name="rc37" />. Era dunque chiara la volontà di sfruttare Bari come uno strumento di propaganda al servizio dell'
Comunque la diffusione di trasmissioni espressamente prodotte per l'estero non cominciò fino al 15 agosto
==La propaganda araba==
===L'organizzazione===
Radio Bari era parte del Reparto Arabo, a sua volta parte dell'Ispettorato Radio, dipendente direttamente dal Ministero Stampa e Propaganda, poi [[Ministero della
====Le persone====
Una delle più importanti figure del programma arabo fu [[Enrico Nuné]]. Nuné era nato ad [[Aleppo]] nel
La parte più espressamente propagandistica era curata da Daniele Occhipinti, o con contributi ai notiziari o con sue rubriche<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 266}}.</ref>. Nato a [[Vita (Italia)|Vita]] nel 1912, aveva trascorso buona parte della sua vita in [[Tunisia]]. Al luglio del 1941 egli era "redattore-capo di Radio Bari", carica che si può considerare immediatamente inferiore alla direzione del Reparto Arabo, che pure ricoprì durante un'assenza del titolare Enrico Nuné<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 71-72}}.</ref>. Alla programmazione contribuirono a vario titolo sia italiani (generalmente orientalisti o giornalisti, quali [[Michelangelo Guidi]], [[Virginio Gayda]] e [[Carlo Belli]]<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 80-83}}.</ref>) sia arabi.
Un nome significativo tra le personalità arabe è quello di [[Muhammad Kurd Ali]], fondatore dell'Accademia Araba di Damasco, che tenne molte conversazioni e lezioni su argomenti di cultura<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 85}}.</ref>. Chiaramente, i collaboratori di cui la radio aveva più bisogno erano gli annunciatori, che però non furono mai di livello professionale. Talvolta anzi erano completamente inadatti al proprio ruolo<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 108-109}}.</ref>. La scarsa capacità degli annunciatori fu un costante cruccio di Radio Bari, che dalla fine degli [[anni 1930|anni
===La programmazione===
====Orari e frequenze====
All'inizio, nel maggio
I primi programmi erano trasmessi solamente in
====I programmi culturali====
Sebbene manchino sondaggi affidabili sul gradimento delle trasmissioni di Radio Bari, è da credersi che i programmi di cultura fossero i meglio riusciti e apprezzati. Infatti erano unici per la transculturalità di chi li preparava, sebbene restasse presente una traccia di eurocentrismo e di retorica coloniale<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 179-180}}.</ref>. L'ossatura della parte culturale si trova in una relazione che [[Enrico Nuné]] preparò dopo un viaggio in Medio Oriente nell'ottobre 1937. Per migliorare l'impatto delle trasmissioni, Nuné consigliava di affiancare all'emissione radio una rivista, di imbastire un'orchestra araba, di preparare conferenze su argomenti d'interesse per i Paesi arabi e di organizzare corsi di "Alta Cultura". Inoltre sottolineava l'importanza di avere una fonte cospicua di notizie interessanti per i giornali radio<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 59}}.</ref>. Nel corso del tempo, questi consigli furono tutti messi in pratica, a parte le onnipresenti difficoltà nel reperire le notizie, acuitesi con la guerra.
[[File:Radio Araba di Bari.png|miniatura|Copertina di un numero della rivista di Radio Bari del 1941]]
La concretizzazione dei corsi di "Alta Cultura" auspicati fu l'istituzione delle lezioni in arabo dell'Università Radiofonica Italiana, cominciate il 2 gennaio 1939<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 181}}.</ref>. L'Orchestra Araba di Radio Bari fu istituita entro il 1939 e la musica, in maggior parte araba popolare, giocò un ruolo molto importante all'interno della programmazione, anche nella sua parte politica. Alla radio tuttavia non riuscì mai di far esibire presso i suoi studi i più famosi cantanti arabi del tempo, una su tutti [[Umm Kulthum]]<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 191-192}}.</ref>. Gli altri programmi di cultura vertevano sulle lettere, il teatro (il programma si era anche dotato di una sua compagnia araba di teatro) e il diritto, alternando temi italiani o europei in genere e temi arabi, proponendo anche lavori di autori arabi del tempo<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 186-190}}.</ref>.
Si elaborarono anche dei cicli di programmi d'argomento femminile, in particolare sulla condizione della donna e su argomenti che oggi si definirebbero di storia di genere<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 199-209}}.</ref>. La rivista di Radio Bari, mensile in italiano e arabo, uscì per la prima volta nel gennaio 1938 e fu intitolata, nella parte italiana, ''Radio Araba di Bari. Pubblicazione mensile della stazione radio di Bari I – Roma 2 RO''<ref name="mar49"/><ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 120 nota 89}}.</ref>. Per sottolineare l'interesse dell'Italia e degli italiani negli studi arabi fu dedicato spazio alle celebrazioni di orientalisti italiani, come quelle per la morte di [[Carlo Alfonso Nallino]] e [[Giuseppe Gabrieli]]<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 79-80}}.</ref>.
====I programmi politici====
La programmazione politica propriamente detta era effettuata con conversazioni e conferenze, ma anche con brani musicali, quali inni e canzoni politiche (generalmente antibritanniche), e coi notiziari. Nella parte politica dei programmi di Radio Bari si può notare più chiaramente la propaganda fascista e la costante contraddizione che l'afflisse. La propaganda rimase sempre molto inadatta allo scopo che si prefiggeva, ovvero spingere i popoli arabi a ribellarsi contro la [[terza repubblica francese|Francia]] e il [[Regno Unito]], dominatrici della quasi totalità di loro.
Tra i personaggi che parlarono di politica ai microfoni di Radio Bari è doveroso ricordare almeno [[Habib
====Durante la guerra====
Durante il periodo di non belligeranza dell'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] Radio Bari tenne principalmente a evidenziare come l'Italia cercasse di tenere in pace l'Europa e il Mediterraneo, lasciando in secondo piano gli attacchi alle potenze mandatarie. L'entrata in guerra ovviamente cambiò la linea editoriale, che dette la maggiore rilevanza alla situazione bellica e alla politica in generale, il tutto a discapito della parte culturale della programmazione<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 312-313}}.</ref>. Durante la guerra l'antisemitismo, che era presente nelle trasmissioni di Radio Bari fin dal
I bollettini sull'andamento del conflitto, che dall'entrata in guerra dell'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] aprivano quasi sempre i giornali radio<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 312}}.</ref>, registravano, com'è ragionevole, ogni vittoria delle truppe del [[Patto tripartito]], mentre limitavano grandemente la portata degli insuccessi (o semplicemente li omettevano), sempre da ascriversi alla superiorità tecnica o numerica del nemico, mai al suo valor militare, che era solo degli italo-tedeschi<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 349-350}}.</ref>, sempre presentati come alleati e amici fedeli<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 352-353}}.</ref>. Se mancavano informazioni edificanti sull'[[potenze dell'Asse|Asse]], si rimediava con la menzogna o, quantomeno, con un esasperato ottimismo<ref name="cita-Arturo-Marzano-p361">{{Cita|Arturo Marzano|p. 361}}.</ref>.
Un caso esemplare di limitazione è certamente quello della [[seconda battaglia di El Alamein|battaglia di El Alamein]], riferendosi alla quale, fra il 5 e il 6 novembre 1942, Radio Bari ammise solo pesanti perdite da ambo le parti e una leggera ritirata dell'Asse<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 354}}.</ref>. La più clamorosa omissione riguarda invece la notizia della [[campagna del Nordafrica#Offensiva finale alleata e fine della campagna del Nordafrica|sconfitta degli italo-tedeschi in Africa]], che non fu mai comunicata<ref name="cita-Arturo-Marzano-p361"/>.
I notiziari e la programmazione in genere, col peggiorare della situazione bellica, peggiorarono in qualità, perché non si era più in grado di trovare informazioni interessanti<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 360}}.</ref> e quindi si sopperiva a questa deficienza con la genericità<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 355-356}}.</ref>. Dopo il 25 luglio 1943, le trasmissioni, a parte la parentesi del giorno successivo, continuarono come di consueto, lodando l'opera dell'Italia in Africa e criticando la crudeltà degli inglesi, ma con la perdita progressiva dell'elemento antisemita, prima tanto preponderante<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 363-364}}.</ref>.
===La guerra delle onde===
Radio Bari cominciò ad attaccare le potenze coloniali che controllavano il mondo arabo (escludendo ovviamente l'Italia) dal
====Gli attacchi alla Francia====
Nei primi tempi la [[terza repubblica francese|Francia]] non prese sul serio la propaganda di Radio Bari, tuttavia, dal
Gli attacchi alla [[terza repubblica francese|Francia]] s'intensificarono con gli [[Accordi di Pasqua]] del 1938, dopo i quali Radio Bari allentò per qualche tempo la pressione sul [[Regno Unito]]<ref name="Callum A p. 204">{{Cita|Callum A. MacDonald|p. 204}}.</ref>. Sebbene l'attività antifascista francese fosse cessata con la [[Secondo armistizio di Compiègne|capitolazione]], le aggressioni e le critiche alle politiche francesi continuò anche durante la guerra<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 357}}.</ref>. Il governo francese, preoccupato anche dall'espansione della circolazione di dischi con canzoni di protesta della metà degli [[anni 1930|anni trenta]]<ref>{{Cita|Rebecca P. Scales|pp. 396-405}}.</ref>, corse ai ripari con misure restrittive<ref>{{Cita|Rebecca P. Scales|p. 414}}.</ref> e organizzando della contropropaganda, lamentandosi anche col governo italiano (senza tuttavia ottenere risultati)<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 265}}.</ref>.
Dal 1936 furono fatte delle ispezioni per saggiare la qualità di ricezione delle stazioni radio francesi metropolitane e di [[Radio Algeri]] in Nord Africa e Medio Oriente<ref name="cita-Arturo-Marzano-p290"/><ref>{{Cita|Rebecca P. Scales|pp. 410-411}}.</ref>, poi si decise per la costruzione della già ricordata stazione di ''Radio Tunis-PTT''<ref name="s411">{{Cita|Rebecca P. Scales|p. 411}}.</ref>, per il potenziamento del ''Poste Colonial'', stazione internazionale a [[onde corte]] (che già emetteva un notiziario arabo di un quarto d'ora<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 291}}.</ref>), che con l'occasione fu ribattezzata col molto meno eurocentrico nome di ''Paris Mondial''<ref name="s411" /> e il potenziamento dei programmi in arabo da [[Algeri]], che fino all'inverno 1937<ref>{{Cita|Rebecca P. Scales|p. 413}}.</ref> aveva trasmesso quasi esclusivamente in francese<ref>{{Cita|Rebecca P. Scales|pp. 390-391}}.</ref>. Il 3 settembre 1938 cominciò le sue trasmissioni in [[onde medie]] da [[Beirut]] ''Radio Orient'' (anche detta ''Radio Levant''), con risultati tuttavia mediocri<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 295}}.</ref>.
====Gli attacchi all'Impero britannico====
Il [[Regno Unito]] cominciò a subire attacchi dalle trasmissioni in arabo dal settembre 1935, in concomitanza con le sanzioni all'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]] per la [[guerra d'Etiopia]]<ref>{{Cita|Callum A. MacDonald|p. 196}}.</ref>. I programmi criticavano la politica britannica in [[Regno d'Egitto|Egitto]] e [[Mandato britannico della Palestina|Palestina]], incitando alla ribellione, alla violenza contro gli inglesi e sottolineavano l'oppressione dei musulmani e i favori fatti agli ebrei. Non vi furono temi anti-inglesi particolari al tempo di guerra<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 356}}.</ref>.
Con l'inizio degli attacchi diretti il governo britannico decise di prendere delle contromisure per limitare l'effetto della propaganda italiana, fino a quel momento ritenuta non pericolosa<ref>{{Cita|Callum A. MacDonald|p. 198}}.</ref>. Proteste al governo italiano cominciarono già dal novembre del 1935, ma si rivelarono inutili<ref>{{Cita|Callum A. MacDonald|p. 199}}.</ref>. Giacché il ''[[jamming]]'' di Radio Bari si era rivelato impraticabile politicamente, l'unica soluzione che il governo inglese trovò fu di preparare trasmissioni in [[lingua araba|arabo]]. Rimase il problema dell'infrastruttura che avrebbe dovuto trasmettere questi programmi: in principio si pensò alla costruenda stazione a [[onde medie]] di [[Ramallah]] (inaugurata il 30 marzo 1936, avrebbe trasmesso in arabo solo i programmi del [[Palestine Broadcasting Service]], pensati per quella zona e con l'intenzione solo marginale di contrastare Bari<ref name="md202">{{Cita|Callum A. MacDonald|p. 202}}.</ref>), ma poi l'idea fu scartata<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 279}}.</ref>, come fu scartata l'ipotesi di costruire un'emittente, sempre in [[onde medie]], a [[Cipro]]<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 280}}.</ref>.
Infatti, quando al [[Foreign Office]] giunse un rapporto che assicurava la capacità dei palestinesi di ricevere trasmissioni su [[onde corte]], si decise per emettere su questa gamma. I programmi sarebbero stati preparati dall'[[BBC World Service|Empire Service della BBC]], che avrebbe mantenuto l'indipendenza dal governo e rifiutato la propaganda diretta ed esplicita<ref name="md202"/> e irradiate dalla [[stazione radio di Daventry|stazione di Daventry]]; l'inaugurazione del primo servizio in lingua estera della BBC avvenne il 3 aprile 1938<ref>{{Cita|Callum A. MacDonald|pp. 202-203}}.</ref>. Con gli [[Accordi di Pasqua]] del marzo 1938, gli attacchi di Radio Bari contro il [[Regno Unito]] si affievolirono<ref name="Callum A p. 204"/>, per riprendere tuttavia già dal giugno<ref>{{Cita|Arturo Marzano|pp. 272-273}}.</ref>.
===La rivalità con la Germania===
Durante la guerra, la parte politica dei programmi riguardò anche il futuro del mondo arabo, argomento che prima non era mai stato trattato a causa della [[Libia italiana|colonia di Libia]], ma che con la guerra era giocoforza trattare, soprattutto per evitare di lasciarne il monopolio a Radio Berlino<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 315}}.</ref> (che aveva iniziato le trasmissioni in arabo il 25 aprile
Un altro terreno di scontro fra i due alleati fu la disputa, cominciata nell'ottobre
===La fine===
La programmazione del [[caduta del fascismo|25 luglio 1943]], malgrado gli stravolgimenti politici in corso, fu effettuata normalmente, mentre il giorno successivo essa comprese semplicemente brani dall'[[opera italiana]]. Dal 27 luglio si ritornò a una situazione più ordinaria, facendo brevemente cenno alle dimissioni di [[Benito Mussolini|Mussolini]]. Il 28 Radio Bari precisò che l'Italia teneva fede agli accordi presi con gli alleati tedeschi; inoltre definì il nuovo regime "molto meglio e più democratico", parlando anche del "rinascimento del popolo italiano e della loro rivolta contro il fascismo"<ref>{{Cita|Arturo Marzano|p. 363}}.</ref>, con una completa inversione di rotta rispetto a quanto aveva sostenuto nei nove anni precedenti.
L'8 settembre
==La Resistenza==
===Gli inizi===
[[File:Carabiniere a Radio Bari.jpg|miniatura|Un carabiniere di guardia all'ingresso della sede di Radio Bari nel settembre 1943
Con l'annuncio dell'armistizio, gli alleati si adoperarono per poter sfruttare gli impianti di Bari. L'11 settembre
Il primo uso certo della trasmittente di Bari dopo l'armistizio (in quel periodo acerbo le emissioni si aprivano con ''[[La
Italiani, per la salvezza della Capitale e per poter pienamente assolvere i miei doveri di Re, col Governo e con le Autorità Militari, mi sono trasferito in altro punto del sacro e libero suolo nazionale.
Italiani! Faccio sicuro affidamento su di voi per ogni evento, come voi potete contare fino all'estremo sacrificio, sul vostro Re.
Che Iddio assista l'Italia in quest'ora grave della sua storia.}}</ref>. L'11 e il 12 furono anche trasmessi messaggi di [[Franklin Delano Roosevelt]] e [[Winston Churchill]] captati da Radio Londra, che, insieme a Radio Algeri, fu la fonte principale per i primi notiziari<ref name="AntonioRossano" /><ref name="ls14" />.
===L'organizzazione===
[[File:Ian Greenlees a Napoli.jpg|miniatura|Il maggiore Greenlees (primo da sinistra) a Napoli, dopo il trasferimento in quella città delle attività principali del [[Psychological Warfare Branch|PWB
Ian Greenlees era il direttore di Radio Bari e aveva come principali compiti lo scegliere i collaboratori, tenendo lontani i fascisti<ref>{{Cita|Ian Greenlees|p. 243}}.</ref>, coordinare le attività della stazione e preparare i programmi<ref>{{Cita|Ian Greenlees|p. 235}}.</ref>. Fino al 16 settembre egli fu l'unica persona che poté esercitare una censura sui programmi<ref name="g237">{{Cita|Ian Greenlees|p. 237}}.</ref>. In seguito
===Orari e frequenze===
Non vi sono documenti per ricostruire le prime trasmissioni, in quanto il primo palinsesto della stazione fu pubblicato dalla ''[[Gazzetta del Mezzogiorno]]'' il 25 settembre
Sebbene a [[Bari]] fossero disponibili due trasmittenti, nei primi mesi dopo l'8 settembre fu sfruttata solo la potente Bari I, che continuò a lavorare sulla sua normale [[frequenza]] di
===I programmi politici e d'informazione===
====I notiziari====
I notiziari furono tra le prime trasmissioni di Radio Bari<ref name="ls 196"/> ed erano curati inizialmente da [[Michele Cifarelli|Michele]] e [[Raffaele Cifarelli]], [[Giuseppe Bartolo]] e [[Michele D'Erasmo]]<ref name="g237" /><ref name="ls 196"/>. In seguito si aggiunsero, provenendo in gran parte dal
Seguivano i notiziari o commenti politici (cominciati il 15 settembre
====Le ritrasmissioni delle radio alleate====
L'8 novembre
====''L'Italia combatte''====
''L'Italia combatte''<ref>Questa dizione sembra da preferirsi a quella d'"''Italia combatte''", in quanto usata nei palinsesti (cfr {{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|pp. 265-267}}), nelle testimonianze dei protagonisti della trasmissione (cfr {{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|pp. 97-98}} e {{Cita|Ian Greenlees|pp. 244-245}}) e nei programmi stessi (cfr {{Cita|Antonio Rossano|pp. 107-141}}).</ref>, probabilmente la trasmissione più significativa di Radio Bari, fu registrata sul palinsesto pubblicato dalla ''[[Gazzetta del Mezzogiorno]]'' per la prima volta il 6 dicembre
Visto che la trasmissione era destinata a luoghi abbastanza lontani dalla stazione, era mandata in onda la sera intorno alle 23<ref name="ls23" /><ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|pp. 265-268}}.</ref>, per sfruttare le [[skywave|migliori condizioni di propagazione del segnale]]. In seguito si aggiunse una replica alle 7 di mattina<ref name="ls197" />.<br />''L'Italia combatte'', durante i suoi venti minuti di durata<ref name="ls193">{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|p. 193}}.</ref>, oltre a informare sulla situazione della guerra, denunciava spie (attraverso l'eloquente rubrica ''Spie al muro''), cercava di coordinare l'azione partigiana mediante la diffusione dei comunicati del comando alleato e di messaggi in codice<ref>Cfr {{Cita|Antonio Rossano|p. 108}}.</ref> e si occupava di tenere alto il morale dei resistenti, raccontando episodi di eroismo o storielle umoristiche, non mancando ovviamente di rimarcare la crudeltà dei tedeschi<ref>Cfr {{Cita|Antonio Rossano|pp. 107-141}}.</ref><ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|p. 24}}.</ref>. A riprova della sua importanza per la lotta partigiana, la trasmissione era oggetto di ''[[jamming]]'' tedesco<ref>{{Cita|Antonio Rossano|p. 89}}.</ref>.
''L'Italia combatte'' era diretta da [[Alba de Céspedes]] (che, come molti, per evitare rappresaglie si firmava "Clorinda") e fra i suoi collaboratori, in maggior parte provenienti dall'ufficio stampa del [[Psychological Warfare Branch|PWB]], erano [[Antonio Piccone Stella]] ("Francalancia") e [[Giorgio Spini]] ("Valdo Gigli")<ref>{{Cita|Ian Greenlees|p. 244}}.</ref><ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi (2002)|pp. 30-31}}.</ref> che aveva curato i primi programmi riguardanti la Resistenza insieme
====Il congresso di Bari====
Il punto più alto della storia della stazione fu toccato in concomitanza con il [[congresso di Bari|congresso dei CLN]], tenutosi a Bari<ref>{{Cita|Ian Greenlees|p. 245}}.</ref><ref name="
===Le ''Notizie a casa''===
Se ''L'Italia combatte'' aveva in sé anche parti d'intrattenimento, un programma che nacque e rimase come puramente "di servizio" furono le ''Notizie a casa di militari'', autorizzate dalla Sezione Stampa e Propaganda del Comando Supremo dal 1º ottobre
Le ''Notizie a casa'' giunsero
===La perdita d'importanza===
Raggiunta la vetta del [[Congresso di Bari|congresso dei CLN]], la parabola di Radio Bari iniziò la sua fase discendente. Col [[Salerno Capitale|trasferimento del Governo italiano a Salerno]], la stazione cominciò
===Gli annunciatori===
[[File:Rosa Di Napoli e Armando Scaturchio Radio Bari.jpg|thumb|Rosa Di Napoli in uno studio di Radio Bari nel 1943|sinistra]]
Durante i tempi "eroici" della stazione, mancavano annunciatori professionisti, sicché i lettori dei commenti e dei notiziari erano scelti tra i redattori, che talvolta truccavano la loro voce per dare varietà<ref>{{Cita|Michele Cifarelli|p. 254}}.</ref>. Il miglioramento dell'organizzazione consentì di arruolare personale dedicato agli annunci e alla lettura, il che eliminò anche la preoccupazione che gli autori dei testi, leggendoli, potessero modificarli o aggiungervi intere parti, sfuggendo così alla censura<ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|pp. 202-203}}.</ref>. Nell'autunno 1943 giunsero a [[Bari]] come profughi gli annunciatori EIAR [[Pio Ambrogetti]] e [[Vito De Anna]], mentre ritornò, dopo un breve allontanamento per motivi di sicurezza, [[Rosa Di Napoli]], che aveva lavorato a Radio Bari dalla fondazione della stazione<ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|pp. 203-204}}.</ref>.
===I programmi d'intrattenimento===
La perdita d'importanza della politica liberò parecchie ore di trasmissione, che poterono essere occupate dall'intrattenimento<ref name=
====La musica====
Nei primi tempi delle trasmissioni la musica aveva un notevole risalto, occupando due terzi del monte ore di trasmissione<ref name="ls206"
[[File:Carlo Vitale 46.jpg|thumb|Il maestro Carlo Vitale nel 1946]]
I brani riprodotti provenivano principalmente dai ''[[v-Disc|Victory discs]]'' forniti dall'[[Office of War Information]], oltre che da dischi di proprietà degli stessi collaboratori<ref name="ls206" /><ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|p. 251}}.</ref>. Riguardo ai programmi che proponevano musiche da supporti, è doveroso ricordare ''Dal telefono al microfono'', che consentiva a chi chiamasse la stazione al telefono di chiedere una canzone ed eventualmente dedicarla a qualcuno, anticipando la moderna interazione con gli ascoltatori<ref name="ReferenceC"/><ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|p. 205}}.</ref>.
[[File:Ubaldo Zeni.jpg|thumb|left|upright=1.2|Ubaldo Zeni, uno dei cantanti di Radio Bari 1945/1946]]
[[File:CONSUELITA.jpg|thumb|upright=0.8|Luana Consuelita, cantante di Radio Bari 1944-1947]]
L'Orchestra Radio Bari<ref name="ls223" />, di musica leggera<ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|p. 224 nota 9}}.</ref>, composta da 16 elementi, era diretta dal maestro Carlo Vitale, da cui ricevette l'altro suo nome. Il suo esordio fu il 25 ottobre 1943, esibendosi per un'ora e mezzo e riscuotendo un notevole successo<ref name="ls223" />. Per alcuni cantanti, come [[Enrico Nosek]] e [[Gioconda Fedeli]], l'esibizione con l'Orchestra servì da trampolino per il successo futuro<ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|p. 225}}.</ref>. Altri cantanti che si esibirono con l'orchestra furono [[Ubaldo Zeni]], [[Franco de Mari]], [[Sergio Bona]] e [[Luana Consuelita]]<ref>Intermezzo, gennaio febbraio 1947. La storia dei programmi musicali raccontati da Victor, con l'intervista a Sergio Bona sulla sua attività di cantante a Radio Bari dal 1946 al 1947, con la pubblicazione di una serie di foto di altri cantanti dell'orchestra Vitale Ubaldo Zeni, Franco De Mari, Sergio Bona e Luana Consuelita. L'orchestra di Radio Bari è nata in un periodo piuttosto difficile per ragioni diversissime ma ugualmente gravi. Si trattava di mettere in piedi ex novo tutto un complesso di persone e di materiali relativi alla sezione musica leggera di una stazione radio. L'Italia meridionale era tagliata dal resto della nazione; si dovette quindi creare un repertorio italiano senza l'afflusso delle canzoni nuove dalle case editrici situate nella quasi totalità a Roma e Milano. Il maestro Vitale mobilitò tutte le forze artistiche locali. Il lavoro fu veramente enorme si trattava di effettuate numerosi arrangiamenti, di fondere i sedici elementi dell'orchestra in un complesso veramente omogeneo, e di creare dei cantanti. La maggior parte dei cantanti della Radio sono stati educati alla tecnica del canto nel genere e stile appropriato dal maestro ''Isko Thaler'' prezioso collaboratore del maestro Vitale, e sullo stesso Thaler ha gravato il non indifferente lavoro degli arrangiamenti.</ref>. Fra i collaboratori dell'Orchestra è doveroso ricordare [[Vito Vittorio Crocitto]]<ref>{{Cita web|url = http://www.webalice.it/barium/home.html/radio_bari.html|titolo = Radio Bari|autore = Giuseppe Crocitto|accesso = 26 aprile 2017|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20170914070909/http://www.webalice.it/barium/home.html/radio_bari.html|urlmorto = sì}}</ref>.<br />Il maestro Vitale fu un buon compositore<ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|p. 224}}.</ref> e aveva anche il compito di gestire la programmazione "varia" della stazione<ref name="ls217" /><ref name="ls223" />. A dimostrazione delle sue capacità, dopo lo scioglimento nel 1947 dell'Orchestra Radio Bari, la [[rai|RAI]] offrì a Vitale, che declinò, la direzione dell'orchestra sinfonica di Torino<ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|p. 208}}.</ref>.
====Il teatro====
La prima recita teatrale (''Romanticismo'', adattamento dell'omonimo dramma di [[Gerolamo Rovetta]]) andò in onda il 22 ottobre
I programmi più prettamente umoristici erano curati da [[Ruggero Maccari]], che aveva esperienza nel giornalismo di quel genere<ref>{{Cita|Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano|pp. 238-239}}.</ref>.
La satira esordì nel febbraio
I professionisti del teatro che consentirono la realizzazione di queste emissioni furono inizialmente reclutati tra i militari italiani che casualmente si trovavano in Puglia, tra i quali erano [[Edmondo Cancellieri]], [[Ubaldo Lay]], [[Armando Francioli]] e lo stesso Maccari<ref name="g237" />. In seguito giunsero, chi dalla [[Repubblica Sociale Italiana]], chi dalle zone sotto l'[[Allied Military Government of Occupied Territories|AMGOT]], [[Riccardo Cucciolla]], [[Silvio Noto]], [[Cesare Polacco]] e [[Alberto Perrini]]<ref name="ls223" />.
====Altre rubriche====
Programmi che provenivano dalla tradizione [[EIAR]] e che ripresero su Radio Bari furono le rubriche religiose, cominciate nel novembre
==Note==
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== Bibliografia ==
*{{Cita conferenza|autore = Michele Campione|titolo = la voce dell'italia libera|conferenza = Mezzogiorno di radio - Cento anni di storia/e, Lecce, 25-26 ottobre 2002|organizzazione = Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università di Lecce|editore = Manni|città = Lecce|pp = 21-28|url = http://siba-ese.unisalento.it/index.php/quadcom/article/view/5012/4382|formato = pdf|accesso = 27 aprile 2017|cid = Michele Campione}}
*{{Cita conferenza|autore = Michele Cifarelli|wkautore = Michele Cifarelli|titolo = La Repubblica del Sud|data = ottobre 1973|conferenza = Inghilterra e Italia nel '900, convegno per il LV anniversario del British Institute di Firenze, Bagni di Lucca, ottobre 1972|editore = La Nuova Italia|città = Firenze|pp = 251-267|cid = Michele Cifarelli}}
*{{Cita conferenza|autore = Ian Greenlees|titolo = Radio Bari 1943-1944|data = ottobre 1973|conferenza = Inghilterra e Italia nel '900, convegno per il LV anniversario del British Institute di Firenze, Bagni di Lucca, ottobre 1972|editore = La Nuova Italia|città = Firenze|pp = 229-250|cid = Ian Greenlees}}
*{{Cita conferenza|autore = Vito Antonio Leuzzi|titolo = radio bari 1943-1944|conferenza = Mezzogiorno di radio - Cento anni di storia/e, Lecce, 25-26 ottobre 2002|organizzazione = Corso di Laurea in Scienze della Comunicazione dell'Università di Lecce|editore = Manni|città = Lecce|pp = 28-33|url = http://siba-ese.unisalento.it/index.php/quadcom/article/view/5013/4383|formato = pdf|accesso = 27 aprile 2017|cid = Vito Antonio Leuzzi (2002)}}
*{{Cita conferenza|autore = Vito Antonio Leuzzi|titolo = Radio Bari e la lotta di liberazione in Italia|conferenza = Il percorso della libertà, convegno per il LX anniversario della Resistenza, 4 febbraio - 22 marzo 2005|organizzazione = Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia|url = http://www.italia-liberazione.it/portalenuovo/60moliberazione/RELATORI/LEUZZI.RTF|accesso = 9 ottobre 2016}}
*{{Cita libro|titolo = Radio Bari nella Resistenza Italiana|autore = Vito Antonio Leuzzi|autore2 = Lucia Schinzano|editore = Edizioni dal Sud|città = Bari|anno = 2005|ISBN = 88-7553-087-4|cid = Vito Antonio Leuzzi e Lucia Schinzano}}
*{{Cita libro|titolo = Storia della radio e della televisione in Italia. Un secolo di costume, società e politica. Nuova edizione aggiornata|autore = Franco Monteleone|editore = Marsilio|città = Venezia|anno = 2003|ISBN = 88-317-7230-9|cid = Franco Monteleone}}
*{{Cita libro|titolo = 1943: «Qui Radio Bari»|autore = Antonio Rossano|url = http://download.repubblica.it/pdf/repubblica-bari/2011/1943_qui_radio_bari.pdf|editore = Dedalo|città = Bari|anno = 1993|ISBN =88-220-6147-0|cid = Antonio Rossano|accesso = 6 ottobre 2016}}
;Sulla politica del regime fascista verso i Paesi arabi:
* {{Cita libro|titolo = Fascismo, Nazionalsocialismo, gli Arabi e l'Islam|autore =Stefano Fabei|autore2= Giovanna Canzano|editore = Arianna Editrice|anno = 2009|cid = Stefano Fabei}}
* {{Cita libro|titolo = Il fascismo e l'Islam|autore = Enrico Galoppini|editore = Edizioni all'insegna del Veltro|città = Parma|anno = 2001|cid=Enrico Galoppini}}
*{{Cita pubblicazione|titolo = Radio Bari: Italian Wireless Propaganda in the Middle East and British Countermeasures
1934-38|autore = Callum A. MacDonald|rivista = Middle Eastern Studies|volume = 13|numero = 2|editore = Taylor & Francis|anno = 1977|mese = maggio|pp = 195-207|lingua = en|cid = Callum A. MacDonald|url = https://www.jstor.org/stable/4282642|formato = pdf|accesso = 27 aprile 2017}}
* {{Cita libro|titolo = Onde fasciste. La propaganda araba di Radio Bari (1934-43)|autore = Arturo Marzano|editore = Carocci|città = Roma|anno = 2016|ISBN = 978-88-430-6749-7|cid = Arturo Marzano}}
*{{Cita pubblicazione|titolo = Subversive Sound: Transnational Radio, Arabic Recordings, and the Dangers of Listening in French Colonial Algeria, 1934-1939|autore = Rebecca P. Scales|rivista = Comparative Studies in Society and History|volume = 52|numero = 2|editore = Cambridge University Press|città = Cambridge|anno =2010|mese = aprile|pp = 384-417|lingua = en|doi = 10.1017/S0010417510000083|cid = Rebecca P. Scales|url = https://www.jstor.org/stable/40603091|formato = pdf|accesso = 27 aprile 2017}}
== Voci correlate ==
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* [[Regno del Sud]]
* [[Resistenza italiana]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
==Collegamenti esterni==
* {{Cita video|autore = Agostino Pozzi|titolo = Qui, Radio Bari|url = http://www.raistoria.rai.it/articoli/qui-radio-bari/23775/default.aspx|accesso = 14 giugno 2017|editore = Rai}}
* {{Cita audio|autore = Alessandro Leogrande|titolo = Radio Bari|url = http://www.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-a27c24dd-e714-4164-8b68-374d5806ca16.html|accesso = 14 giugno 2017|data = 11 settembre 2013|editore = Rai|formato = ram}}
* {{Cita web|url = https://www.raiplayradio.it/programmi/glispeciali/archivio/puntate/Radio-f9495ff9-966b-40f9-9cc8-e77e6c922ebb|titolo = Gli Speciali — Qui Radio Bari|editore = Rai|accesso = 23 febbraio 2019}} Raccolta di registrazioni originali di Radio Bari nei mesi della Resistenza.
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|editoria|storia d'Italia|seconda guerra mondiale}}
{{Voce di qualità|giorno=14|mese=ottobre|anno=2017|valutazione=Wikipedia:Riconoscimenti di qualità/Segnalazioni/Radio Bari|arg=storia}}
[[Categoria:Italia nella seconda guerra mondiale|Bari, Radio]]
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