Raffaele Viviani: differenze tra le versioni

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{{W|drammaturghi|arg2=attori italiani|febbraio 2015}}
{{Citazione|La lotta mi ha reso lottatore. Dicendo lotta intendo parlare, si capisce, non di quella greco romana che fa bene ai muscoli e stimola l'appetito, ma di quella sorda, quotidiana, spietata, implacabile che ogni giorno si è costretti a sostenere.
E la mia vita fu tutta una lotta: lotta per il passato, lotta per il presente, lotta per l'avvenire. Con chi lotto? Non col pubblico, il quale anzi facilmente si fa mettere con le spalle al tappeto, ma con i mille elementi che sono nell'anticamera, prima di giungere al pubblico. Parlo del repertorio, delle imprese, dei trusts, dei trusts soprattutto. Oggi come ieri, l'uomo di teatro è in lotta continua coll'accaparramento dei teatri di tutta Italia, i quali sono tenuti e gestiti da pochissime mani, tutte strette fra loro.|Raffaele Viviani in ''Dalla Vita alle scene''}}
{{Bio
|Nome = Raffaele
|Cognome = Viviani
|PostCognomeVirgola = vero cognomeall'anagrafe '''Raffaele Viviano'''
|Sesso = M
|LuogoNascita = Castellammare di Stabia
|GiornoMeseNascita = 109 gennaio
|AnnoNascita = 1888
|LuogoMorte = Napoli
|GiornoMeseMorte = 22 marzo
|AnnoMorte = 1950
|Epoca = 19001800
|Epoca2 = 1900
|Attività = attore teatrale
|Attività = attore
|Attività2 = commediografo
|Attività3 = compositore
|AttivitàAltre = , [[poeta]] e [[scrittoretraduttore]]
|Nazionalità = italiano
|Immagine = Scugnizzo.jpg
|Didascalia = Raffaele Viviani nell'opera teatrale ''Scugnizzo'' (1905)
}}
 
== Biografia ==
 
=== Alcune dateL'infanzia ===
[[File:LocandinaMacchietta del Nuovo teatro Follie del 18981903.jpg|thumb|Locandina del Nuovo teatro Follieupright=0.7|Macchietta del 18981903]]
Nacque la notte del 9 gennaio [[1888]] a [[Castellammare di Stabia]].
 
Il padre, [[Vestiario|vestiarista]] teatrale, divenne in seguito impresario dell'Arena Margherita di Castellammare di Stabia. Dopo un grave tracollo finanziario, la famiglia, con i piccoli [[Luisella Viviani|Luisella]] e Raffaele, si trasferì a [[Napoli]] e fu lì che il padre fondò alcuni teatrini chiamati ''Masaniello''. Questi piccoli teatri popolarissimi furono la prima scuola d'arte del piccolo Papiluccio (come veniva chiamato Raffaele in famiglia).
*1892: Debutta a quattro anni, sotto la guida del padre impresario teatrale, come piccolo canzonettista.
*1900: Muore il padre e lavora al Circo Scritto come Don Nicola nella zarzuela carnevalesca ''Zeza Zeza''.
*1904: Ottiene il primo grande successo nell'interpretazione di ''Scugnizzo'' di Capurro.
*1908: Inaugura con la sorella Luisella il Teatro Jovinelli di Roma.
*1911: Recita a Budapest al Fowarosi Orpheum. Incontra Marinetti e Cangiullo alla Galleria Futurista in via Dei Mille a Napoli.
*1912: Sposa Maria di Maio, nipote di Getano Gesualdo finanziatore del Teatro Nuovo.
*1916: Recita all'Olympia di Parigi su invito di Felix Mayol.
*1917: Fonda la compagnia "Teatro d'Arte" e debutta all'Eden Teatro di Napoli.
*1924: Traduce e interpreta ''La Patente'' di Pirandello.
*1925: Recita a Tripoli. Vincenzo Gemito gli modella il ritratto in terracotta conservato al Museo di S. Martino.
*1929: Parte per una tournée di sei mesi che lo porterà nei principali teatri dell'America Latina.
*1934: Interpreta, nell'ambito della Biennale di Venezia, il personaggio di Don Marzio in ''La Bottega del caffè'' di Goldoni.
*1940: Ottiene grande successo interpretando Felice Sciosciammocca in ''Miseria e nobiltà'' di Scarpetta.
*1941: Veste i panni di Pulcinella in ''So' muorto e m'hanno fatto turna' a nascere'' di Petito.
*1945: Recita per l'ultima volta ne ''O Vico'' commedia con la quale aveva esordito nel 1917.
*1950: Muore a 62 anni dopo lunga malattia lasciando inediti ''Muratori'' e ''I Dieci Comandamenti''.
 
Raffaele la sera si recava con il padre al teatrino di [[marionette]] a [[Porta San Gennaro]], entusiasmandosi per le avventure di Orlando e di Rinaldo, ma era affascinato dal numero finale del tenore comico Gennaro Trengi, famoso per i [[Gilet (indumento)|gilet]] coloratissimi, tanto che presto imparò tutto il suo repertorio a memoria. Un giorno il Trengi si ammalò, e così Aniello Scarpati, impresario del teatrino, spaventato all’idea di dover restituire i soldi del biglietto, propose di far esibire il piccolo Raffaele. Fu vestito con l'abito di un “pupo” che la madre raffazzonò alla meglio. Il Trengi perse il posto, la stampa si occupò del piccolo prodigio che "''canta canzoni a quattro anni e mezzo''". Ogni sera accorse più gente per vedere il piccolo ''Papiluccio'' che presto ebbe una vera paga per quattro spettacoli serali e otto la domenica. Gli fu affiancata una giovane cantante, [[Vincenza Di Capua|Vincenzina Di Capua]], come duettista.
=== L'infanzia ===
[[File:Macchietta del 1903.jpg|thumb|left|upright=0.7|Macchietta del 1903]]
Nacque la notte del 10 gennaio [[1888]] a [[Castellammare di Stabia]] da Teresa Sansone e Raffaele Viviani
Il padre vestiarista teatrale, divenne in seguito impresario dell'Arena Margherita di Castellammare di Stabia. Dopo un tracollo finanziario la famiglia, con i piccoli [[Luisella Viviani|Luisella]] e Raffaele si trasferì a [[Napoli]] e fu lì che il padre fondò alcuni teatrini chiamati ''Masaniello''.
Questi piccoli teatri popolarissimi furono la prima scuola d'arte del piccolo Papiluccio (come veniva chiamato in famiglia).
 
Nel 1900, con la morte del padre, quello che Raffaele aveva fatto per divertimento, dovette continuarlo per necessità. Cominciò a lavorare a [[50 centesimi di lira italiana|cinquanta centesimi]] per sera, che servivano in parte a sfamare la famiglia. Ma subito comprese che, per farsi strada, avrebbe dovuto differenziarsi dagli altri, e cominciò a scrivere canzoni.
Raffaele la sera si recava con il padre al teatrino di [[marionette]] a [[Porta San Gennaro]] entusiasmandosi per le avventure di Orlando e di Rinaldo ma era affascinato dal numero finale del tenore comico Gennaro Trengi, famoso per i gilet coloratissimi, tanto che presto imparò tutto il suo repertorio a memoria. Un giorno il Trengi si ammalò e così, Aniello Scarpati impresario del teatrino, spaventato dal dover restituire i soldi del biglietto propose di far esibire il piccolo Raffaele. Fu vestito con l'abito di un “pupo” che la madre raffazzonò alla meglio.
Il Trengi perse il posto, la stampa si occupò del piccolo prodigio che "canta canzoni a quattro anni e mezzo". Ogni sera accorse più gente per vedere il piccolo Papiluccio che presto ebbe una vera paga per quattro spettacoli serali e otto la domenica. Gli fu affiancata una giovane cantante, Vincenzina Di Capua come duettista.
 
Furono anni di miseria, ma anche di studio e di formazione: si andava formando nella mente del piccolo artista quella visione poetica di un mondo popolare che avrebbe portato poi alla creazione di un suo teatro.
Nel 1900 con la morte del padre quello che Raffaele aveva fatto per divertimento, dovette continuarlo per necessità. Cominciò a lavorare a cinquanta centesimi per sera, che servivano in parte a sfamare la famiglia. Ma subito comprese che, per farsi strada, avrebbe dovuto differenziarsi dagli altri, e cominciò a scrivere canzoni.
Furono anni di miseria ma anche di studio e di formazione, si andava formando nella mente del piccolo artista quella visione poetica di un mondo popolare che avrebbe portato poi alla creazione di un suo teatro.
 
=== "''Scugnizzo"'', il primo successo ===
La morte del padre lasciò la piccola famiglia in una situazione difficilissima.
Il piccolo Papiluccio fattosi coraggio si mise in cerca di una scrittura. Fu ingaggiato da un impresario di giostre e numeri di circo, tale Don Ciccio Scritto, comeper interpretare la parte di Don Nicola nella [[Zeza]], una specie di zarzuela carnevalesca con [[Pulcinella]] e [[Colombina]] (questa esperienza fu ricordata in seguito in ''Circo Equestre Sgueglia'', una commedia del 1922). Ricominciava dal più infimobasso livello dell'arte teatrale, lavoravalavorando dalle due fino a mezzanotte per 50 centesimi al giorno.
La seconda scrittura fu con la compagnia Bova e Camerlingo che scritturò, per una tournée in alta Italia Vivianiassieme e laalla sorella Luisella, come duo di giovani cantanti. Partirono con la madre che si era improvvisata impresaria. Fu un fiasco. La famiglia tornò a Napoli, ma Viviani riuscì ad avere una scrittura al ''Concerto Eden'' di Civitavecchia. Sostituiva un giovanissimo [[Ettore Petrolini]], ecol quale nacque un'amicizia fraterna che sarebbe durata tutta la vita.
 
Il guadagno consisteva per ogni artista nellonel girare con il piattino fra il pubblico.
Dopo tre mesi il locale fu chiuso dalla Questura. Viviani, senza una lira, si rivolse al commissariato per essere rispedito a Napoli. Nell'attesa dei soldi per il viaggio, il giovanissimo attore fu rinchiuso (come misura protettiva) in cella di sicurezza, aveva tredici anni e non dimenticherà mai più quella drammatica esperienza.
Tornato avventurosamente a Napoli, dove riuscì a trovare una scrittura al teatro Petrella. Un locale vicino al porto frequentato da marinai, doganieri, scaricatori e prostitute.
In breve divenne il beniamino di quel pubblico singolare.
 
Al Petrella, Viviani trovò il suo genere e interpretò per la prima volta “Scugnizzo”''Scugnizzo'' di [[Giovanni Capurro]] e Francesco Buongiovanni. Lo “scugnizzo“ era un cavallo di battaglia del comico [[Peppino Villani]] al teatro Umberto I
e Viviani – dopo essersi procurato parole e musica – ne fece una sua interpretazione che ebbe un enorme successo che portò lo stesso Villani a smettere di fare “lo scugnizzo”. Viviani passò dal Petrella all'Arena Olimpia e intraprese quel cammino che lo avrebbe portato ad essere una stella di prima grandezza. Nel 1905 scrive per la sorella Luisella ''Bambenella 'e ngopp' 'e Quartieri''.
Lo “scugnizzo“ era un cavallo di battaglia del comico [[Peppino Villani]] al teatro Umberto I
e Viviani dopo essersi procurato parole e musica ne fece una sua interpretazione.
Il successo fu enorme, e da quel momento Villani smise di fare “Lo scugnizzo”.
Viviani passò dal Petrella all'Arena Olimpia e intraprese quel cammino che lo avrebbe portato ad essere una stella di prima grandezza.
Nel 1905 scrive per la sorella Luisella "Bambenella 'e copp''e quartiere".
 
=== La scrittura all'Eden e il matrimonio ===
[[File:La famiglia Viviani nel 1925.jpg|thumb|La famiglia Viviani nel 1925]] E venne la scrittura allL'Eden, chedove dopoViviani laera chiusurastato del salone Margheritascritturato, era diventato l'unico [[Café-concert|caffè concerto]] di Napoli dopo la chiusura del [[Salone Margherita (Napoli)|salone Margherita]].
Viviani, desideroso di creare un repertorio che lo differenziasse dagli altri autori, cominciò a scrivere i propri “numeri”. Per le musiche ingaggiò un maestro di pianoforte al quale canticchiava i motivi che venivano trascritti in note, quello che in termini tecnici si chiama "un melodista non trascrittore" (come sarà Chaplin). Nasce "Fifi Rino" la stilizzazione marionettistica del "gagà" aristocratico e dannunziano. ScriveQuesto Vittoriopersonaggio Viviani<refdi name=Fifi VV>VittorioRino Vivianiebbe Storiaun delgrande Teatroe Napoletanolungo edizionisuccesso, Guidaripreso 1969</ref>posteriormente ''la stilizzazione marionettistica di Fifi Rino attraverso ida comici posteriori dacome [[Gaspare Castagna]] ae Palmieri - (detto il comico di caucciù -) e da Mongelluzzo a [[Gustavo De Marco]] giungeràe fino alle esibizioni di un giovanissimo [[Nino Taranto ragazzo]] e soprattutto di [[Totò'']]<ref name="VV">{{Cita libro|autore=Vittorio Viviani|titolo=Storia del Teatro Napoletano|anno=1969|editore=Guida|città=Napoli}}</ref>.
 
Ricorda Viviani: ''Cominciò così per me un triplice travaglio. Prima imparare a scrivere, poi il repertorio; e dedicai tutti i giorni e parte delle notti al lavoro; le musiche me le facevo scrivere dopo averle canticchiate al maestro [[Enrico Cannio]] e così, in quindici giorni vennero fuori i primi miei sei tipo realistici e di ispirazione popolare che dovevano dare il trionfale inizio alla mia ascesa.''
''Avevo badato alla grammatica, non già come al tempo della mia prima macchietta "Fifì Rino" scritta da me, con la grafia di un bambino di prima elementare''<ref name="NVS" />
Nascono le tipizzazioni di "''Prezzetella 'a capera"'' (Brigida la pettinatrice) che Viviani recitava in abiti femminili, ''<nowiki/>'O tammurraro, 'O pezzaiuolo, Pascale d' 'a cerca'', tutti tipi che verranno in seguito inseriti negli atti unici.
 
La situazione economica della famiglia Viviani ebbe una svolta positiva il, che gli permiseconsentì non solo di cambiarelasciare la casa, dadi Vicovico Finale al [[Borgo Sant'Antonio Abate]], ema dianche potersidi permettere l'acquisto diacquistare un pianoforte.
Una sera al [[Teatro Nuovo (Napoli)|teatro Nuovo di Napoli]], conobbe Maria Di Majo, la bella nipote di Gaetano Gesualdo, finanziatore e impresario del teatro.
Dopo alterne vicende, e qualche difficoltà con la famiglia di lei, che non vedeva di buon occhio il matrimonio con un comico, i due si fidanzarono e dopo cinque anni si sposarono. Ebbero quattro figli Vittorio, Yvonne, Luciana e Gaetano.
 
Nell'estate del 1908, va a Roma dove interpreta tre film e viene scritturato per l'inaugurazione del [[Teatro Ambra Jovinelli|teatro Jovinelli]]. Il successo di quegli anni è testimoniato dai contratti, (checonservati si conservano allanella [[Biblioteca Lucchesi Palli]] presso la [[Biblioteca Nazionale di Napoli)]]: dal 1910 in poi, viene chiamato in tutte le importanti sale di Varietàvarietà d'Italia (a Roma [[Teatro Jovinelli|Jovinelli]] e [[Sala Umberto]], Torino Varietà Maffei, a Milano il [[Teatro Morisetti|Morisetti]] e l'Eden, a Napoli la Fenice, l'Umberto e l'Eden).
 
=== Tournée Viviani ===
[[File:Viviani nel 1906.jpg|thumb|left|150pxupright=0.7|Viviani nel 1906]] Con il moltiplicarsi delle scritture in tutte le città d'Italia, accrebbe la capacità di essere sempre più impresario di se stesso e della sorella Luisella,. questaQuesta nuova consapevolezza spinse Viviani ad organizzare e offrire serate complete, ossia interi spettacoli, con numeri diversi scritturatidi daattori che lui scritturava. Nasceva il Viviani capocomico. Creò così una vera e propria compagnia di [[Varietà (spettacolo)|varietà]] che prese il nome di "Tournée Viviani". Con la consolidata frequentazione dei vari ''café-chantant'' in tutta la penisola, Viviani aveva assorbito "l'arte specialissima del variété", quella da cui apprese i primi rudimenti di drammaturgia.
Si può parlare di una vera e propria compagnia di Varietà che prese il nome di "Tournée Viviani". Con la consolidata frequentazione dei vari Café-chantant in tutta la penisola Viviani aveva assorbito "l'arte specialissima del variété", quella da cui apprese i primi rudimenti di drammaturgia.
 
Dai contratti dell'epoca si possono ricavare i numeri che veniva scritturando e proponendo come serate complete ai vari teatri: due "stelle" la Krameritz, “stella eccentrica” ed Estrella de Granada “stella italo- napoletana”, la divetta Gemma Nitouche, i musicisti The Tayon e il duo formato dalla Contessa Alda e da Gino Premier con le loro danze caratteristiche, “la divetta” italiana Gemma De Plana più una Bayadera “danzatrice originale”, non mancarono camerieri cantanti e acrobati.
 
Dalla composizione dell'organico a quello dell'orchestra all'organizzazione della successione dei numeri alla drammaturgia dell'azione nasceva la prima idea di un teatro “totale” fatto di prosa, musica, canto, danza e poesia.<ref name="VaLe">Valentina Venturini in Raffaele Viviani La compagnia, Napoli e L'Europa Bulzoni Editore</ref>
 
=== Il passaggio alla prosa ===
Nel dicembre 1917, all'indomani della [[Battaglia di Caporetto|disfatta di Caporetto]], ci fu una violenta campagna per far chiudere gli spettacoli di ''variété'', considerati "poco edificanti per i reduci dal fronte". SeguiNe seguì un divieto governativo.
MoltiDi conseguenza, molti attori di Caffècaffè concerto si trovarono disoccupati. Tuttavia la censura non riguardava le compagnie di prosa e di operetta.
IlLe compagnie di varietà, per aggirare il divieto, si associòassociarono alle compagnie di prosa e di operetta. Fuche concordatonon cheerano stessastate toccate dal divieto, seratacon i numeri di varietà sarebbero stati rappresentati prima, ooppure dopo, lo spettacolo principale “in regola”.
Viviani, di ritorno dall'[[Olympia (teatro)|Olympia]] di Parigi dove era stato invitato da Felix Mayol (il maggiore chansonnier del momento), non si perseadeguò d'animorapidamente dial fronte a questa nuova situazione ecambiamento poiché già da tempo sognava e preparava un suo passaggio alla prosa, decise. comeDecise ricordaquindi ''“ di togliersi gli abiti da generale e vestirsi da soldato”<ref name= "bio">Raffaele Viviani Dalla vita alle scene Guida Editore</ref>''. Abbandonò il successo del Varietà per divenire '' “ la recluta più giovane del grande esercito degli attori italiani” .''
 
Nel 1917 si presentò al cavaliere Giovanni Del Piano, impresario del Teatro Umberto dì Napoli, un piccolo teatro popolare in via Sedile di Porto, e gli propose di mettere in scena diversi atti unici, recitando in compagnia di altri attori. Le serate si svolgevano con un suo atto recitato dalla sua compagnia e da altri numeri di varietà.
Un dattiloscritto di Viviani conservato alla Lucchesi Palli ricorda:
Il cav. Del Piano accettò l'esperimento artistico di grande rilievo che Viviani gli proponeva. Gli spettacoli divennero un intrattenimento per intere famiglie, con i bambini più piccoli che accompagnavano i genitori<ref name="maria">intervista rilasciata da Maria Viviani a Giuliano Longone e pubblicata in Raffaele Viviani di Valentina Venturini</ref>.
''“Una sera del 1917 mi presentai al cavaliere Giovanni Del Piano, impresario del Teatro Umberto dì Napoli, un piccolo teatro popolare in Via Sedile di Porto, dove si davano spettacoli di varietà e gli proposi un affare.
Proposi all'impresario dell'Umberto di recitare nel suo teatro, non più da solo ma in compagnia di altri attori, tramutando questo mie scene in veri atti unici e scrivendone in seguito degli altri. Avremmo così organizzato tre spettacoli a sera ognuno dei quali sarebbe stato composto, da un mio atto (recitato dalla mia compagnia) più una serie di numeri di varietà.
Il cav.Del Piano, che era un uomo di grande esperienza teatrale comprese subito che io non gli proponevo un semplice affare commerciale, bensì un esperimento artistico di grande rilievo. “''
Ricorda Maria Viviani<ref name= maria>intervista rilasciata da Maria Viviani a Giuliano Longone e pubblicata in Raffaele Viviani di Valentina Venturini</ref>: ''Nel teatro non c'erano palchi, solo lunghi scranni di ferro come sedie. Quando entrava il pubblico, ed era sempre più numeroso, facevano un grandissimo rumore. Le famiglie cercavano di prendere i posti migliori, era un gran trambusto.Molti hanno visto Viviani a otto nove anni proprio perché andavano con la famiglia.''
 
Così perPer tre anni Ilil Teatro Umberto ospitò la prima "''Compagnia d'arte napoletana"'' di Viviani.
Il debutto avvenne con l'atto unico ''<nowiki/>'O vico'' (23 dicembre 1917).
Afferma [[Guido Davico Bonino]] nell'introduzione ai sei volumi del teatro<ref name="TGuida">Raffaele Viviani Teatro sei volumi Napoli 1987 Guida Editori</ref>: sin "Sin da questo primo atto unico, Viviani è di questo che parla: dell'amaro destino dei poveri. Il Vicolo non è dunque un bozzetto ... è semmai un apologo i cui protagonisti non sono animali esseri inanimati, come nella favolistica antica, ma i nostri simili quotidiani. E vi si discorre appunto, in un fondamentale di malinconico disincanto, di miseria".
 
=== Gli atti unici ===
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Viviani prese in fitto l'Umberto e mise in scena una serata completa, ai numeri consueti della Tournée Viviani aggiunse un atto unico di prosa ‘O vico.
Rivoluzionando i canoni classici del "Teatro d'Arte" inventò di fatto un nuovo genere dove la prosa si fondeva con musica canto e danza.
Scrive Ferdinando Taviani<ref name= "FT">Ferdinando Taviani, Uomini di scena uomini di libro,Il Mulino 1995</ref> ''“ nel“nel caso di Viviani accadde un fatto unico nella storia del teatro moderno: i “numeri” che egli componeva per le sue esibizioni nei teatri di varietà divennero una cellula dalla quale crebbe un organismo teatrale autonomo e nuovo, che non si adeguava a nessun genere preesistentepreesistente“.'' Funzionali a questo tipo di teatro non furono naturalmente attori provenienti dalla “prosa“ ma dalle file del Varietà. Viviani in uno scritto del 1933 '' nello scegliere i miei collaboratori non mi rivolsi agli attori di prosa ma ad una serie di piccole “vedette” del Varietà [ … ] credevo di poter avere con essi creature meglio adatte al mio nuovo tipo di teatro che allora era un'emanazione diretta delle mie macchiette, e difatti non mi sbagliai“''
Funzionali a questo tipo di teatro non furono naturalmente attori provenienti dalla “ “prosa “ ma dalle file del Varietà.
Viviani in uno scritto del 1933 ''“ nello scegliere i miei collaboratori non mi rivolsi agli attori di prosa ma ad una serie di piccole “vedette” del Varietà [ … ] credevo di poter avere con essi creature meglio adatte al mio nuovo tipo di teatro che allora era un'emanazione diretta delle mie macchiette, e difatti non mi sbagliai“''
 
Infatti la prima compagnia comprendeva un gruppo di canzonettiste fra le quali Tecla Scarano e Tina Castigliana e di macchiettisti tra cui Cesare Faras, [[Gigi Pisano]] e Salvatore Costa.
Il successo fu grandissimo, Viviani interpretava tre personaggi: L'acquaiuolo, il guappo innamorato e lo spazzino interventista.
Seguirono a ‘O vico, a ritmo incalzante, ‘A notte (poi Tuledo ‘e notte), Via Partenope, Piazza ferrovia, ‘A Cantina ‘e copp'’ocoppo campo, Scalo Marittimo (‘Nterr'a Mmaculatella), Porta Capuana. In ogni atto unico Viviani interpretava vari personaggi pescando nel repertorio del varietà, tutto legato in una trama con la tecnica "dell'impasto" fondendo il dramma personale con l'ambiente pittoresco, la musica con le parole, il senso con il colore.
 
Il manifesto dell'Umberto annunziava ogni settimana un nuovo atto unico e Viviani impiegava tre giorni per scriverlo e quattro per metterlo in scena. Si provava prima di andare in scena e dopo la chiusura del teatro. Altra innovazione di Viviani fu per la prima volta l'abolizione del [[suggeritore]], si recitava a memoria.
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=== La stagione dell'Umberto ===
[[File:Festa di Piedigrotta 1919.jpg|thumb|left|150pxupright=0.7|Festa di Piedigrotta 1919]]
L'affluenza del pubblico all'Umberto, un pubblico popolarissimo, è rimasta proverbiale. Il teatro di Viviani trionfava. L'Autore sempre più veniva constatando la giustezza della sua intuizione drammaturgica. Ricorda Viviani<ref name= "NVS ">Raffaele Viviani, Dalla vita alle scene, L'altra biografia (1888-1947)a cura di Maria Emilia Nardo; Rogiosi Editore 2011</ref>: ''Intanto, avendo esaurito tutti i miei "tipi" più noti, disseminati ormai nei miei primi lavori, cominciai a lambiccarmi il cervello per affrontare commedie di nuovo impianto scenico. Si trattava di costruire una pianta e cominciai ad improvvisarmi commediografo''. Dagli atti unici che avevano esaurito la loro funzione, il passo successivo sono i due atti: Borgo Sant'Antonio, Caffè dì notte e giorno, Eden Teatro, Santa Lucia Nova, La Marina di Sorrento, Festa di Piedigrotta.
Venivano sempre inseriti i personaggi nati per il varietà ma la trama si evolveva, sintomo di una nuova consapevolezza drammaturgica. Osserva Taviani<ref name= "FT" />: L'esigenza di ampliare il "numero" di Varietà fa tutt'uno con quella di intrecciarlo in una complessa rete di relazioni e di esplorarne il fondo esistenziale.
 
Siamo negli anni turbolenti che seguirono la [[prima guerra mondiale,]]: il protosindaco socialista di Napoli [[Arturo Labriola]] presentava al popolo Armando Diaz, generale vincitore, dall'alto di Palazzo Salerno e già si avvertivano i primi torbidi segnali di quella crisi che avrebbe portato al fascismo. Si sviluppava parallelamente il movimento di ispirazione bolscevica che aveva il suo ispiratore in Amedeo[[Amadeo Bordiga]]. Viviani nei lavori in due atti non può che avvertire questo turbamento. Emblematico "Piazza Municipio" dove Vittorio Viviani<ref name= "VV" /> scrive: per la prima volta, il dramma della lotta nelle fabbriche assume una sua eloquenza attraverso un fatto di natura comune, quotidiana.
 
Il protagonista è Pasqualino, operaio dell'arsenale; mentre in "Santa Lucia Nova" protagonisti sono dei barcaiuoli poveri, condannati a vivere in funzione turistica, alle prese con una borghesia decadente, - sopravvissuta e forse arricchitasi con la guerra - fatta di cocottes, viveurs, maquerots, e dove la cocaina fa da padrona.
Questo periodo iniziale del lavoro di Viviani si può dire concludersi con il rutilante baillammebailamme di "Festa di Piedigrotta", lo spettacolo più corale e complesso del primo periodo, dove egli colpisce a fondo il folklorismofolklore della festa settembrina, ne scopre i moventi sociali, ne rivela gli aspetti demagogici.<ref name= "VV" />.
 
=== Una compagnia nazionale ===
[[File:La musica dei ciechi.jpg|thumb|La musica dei ciechi]]
Negli anni venti e trenta ''quel teatro “altro” che Viviani andava sognando e preparando da quando era poco più che un bambino stava per trasformarsi in realtà''”<ref name="VaLe" />
La compagnia d'Arte napoletana di Viviani è ormai un fatto compiuto, una compagnia di giro nazionale presente da Nord a Sud in tutti i principali teatri Italiani. Si avvale di un repertorio di una ventina di lavori.
Sono di quegli anni ‘A''[['A morte ‘e'e Carnevale]]'' (novembre 1928), ''Nullatenenti'' (1929), ''Don Mario Augurio'' e ''‘O mastro ‘e forgia'' (1930);, ''Napoli tascabile'' (1931);, ''‘O guappo ‘e cartone'' (gennaio 1932), tutte opere di successo.
Viviani deve cimentarsi con il nuovo ruolo di direttore, drammaturgo e attore.
 
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[[File:Luisella Viviani nel 1906.jpg|thumb|left|upright=0.7|Luisella Viviani nel 1906]]
Nell'agosto del 1928 Luisella, spinta dal marito Arturo Vietri, ed esaltata dalla critica che la definisce “La Duse napoletana” specialmente come interprete dei lavori di [[Salvatore Di Giacomo|Di Giacomo]] come ''[[Assunta Spina (dramma)|Assunta Spina]]'', ''Mese Mariano'', e ''Il Voto'', decide di lasciare il fratello e formare una sua compagnia.
Un colpo durissimo, ma Viviani non si scoraggia, conferma le piazze già fissate e rimpiazza i transfughi con nuovi attori. La tournée sarà un successo. Le parti di Luisella vengono affidate ad Armida Cozzolino.
Il tentativo di Luisella avrà vita breve, e nel 1939 è di nuovo in compagnia. Ma il mito della sua insostituibilità è tramontato.
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Nel 1929 viene scelto come protagonista con la maschera di Pulcinella del "Cerchio della Morte" di Enrico Cavacchioli, uno dei primi spettacoli della celebre ZaBum dove recita al fianco di [[Andreina Pagnani]] ed Alessandro Salvini.
L'anno successivo gira per la Cines il film "La tavola dei poveri" con la regia di [[Alessandro Blasetti]].
Nel 1933 traduce ''Pensaci Giacomì'' di [[Pirandello]] con un trionfo al Fiorentini di Napoli.
Scrive '''E pezziente 'e San Gennaro''; ''L'ombra di Pulcinella''; ''Leggiamo la Commedia''; ''L'imbroglione onesto''.
Nel 1934 Gino Rocca lo sceglie come don Marzio nella ''Bottega del Caffè'' di Goldoni al primo festival della Biennale di Venezia.
Nel 1936 è a Tunisi, nel 1937 a Tripoli.
nel 1939 con la regia di Gennaro Righelli gira il film ''L'ultimo scugnizzo'' (andato perduto durante la guerra).
Nel 1928, consacrando la sua figura di autore Cappelli di Bologna pubblica la sua autobiografia "Dalla vita alle scene" e nel 1931 Mondadori stampa le sue poesie nel volume "Tavolozza".
 
''Dunque proprio a Viviani il merito di aver resuscitato il teatro dialettale, tramutando in un'immagine di giovinezza un corpo in decomposizione; trasformandolo, o meglio riportandolo, secondo la critica del periodo, alla sua giusta funzione, che era quella di dimostrare come l'agire umano fosse simile in ogni parte della terra''<ref name= "VaLe" />
 
=== Il "teatro sociale" e la crisi con il fascismo ===
[[File:Viviani in Pescatori con Luisella e Vincenzo Scarpetta nel 1941.jpg|thumb|left|Viviani in Pescatori con Luisella e Vincenzo Scarpetta nel 1941]]
 
Verso la seconda metà degli anni trenta lo strepitoso successo degli spettacoli della compagnia Viviani cominciò a scemare.
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Si può parlare della “ terza maniera” del teatro di Viviani anticipatrice di quella che sarà poi la poetica neorealistica del dopoguerra ponendo al centro della sua ispirazione Napoli come problema sociale.
 
''Nasce, nei lavori di questo periodo, l'eroe popolare, il protagonista cioè di vicende ben precise nei loro termini rappresentativi. Un eroe che la realtà condiziona dal “basso”, rappresentante, sempre più spesso, delle nuove classi produttive che tentatno la via di un'emancipazione sociale e personale''<ref name="VaLe" />[[File:Viviani nel Mastro di Forgia del 1930.jpg|thumb|Viviani nel Mastro di Forgia del 1930]]
Questa stagione del “teatro sociale” culminerà con le due ultime opere Muratori (1942) e I dieci comandamenti (1947).
Con queste premesse il nuovo pubblico borghese infastidito “ dagli stracci “ disertò le sale dove recitava.
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Viviani non faceva più gli incassi di una volta e gli impresari lo relegarono sempre più in teatri periferici e secondari.
 
Ricorda Maria Viviani: ''Quando Raffaele andava a chiedere i teatri gli impresari gli dicevano: caro Viviani, cosa vuole, quelli, gli spettatori non vi vogliono. Ricordo una volta a Milano, stavamo al teatro Arena, in Corso Buenos Aires, incontrammo l'impresario Zerboni che gli disse: “Glielo disse proprio così in faccia. Caro Viviani i teatri che avete avuto sono belli, ma soldi non ne fate lo stesso. Quindi quel teatro non glielo davano più, ne davano uno minore. Non è del tutto vero il fatto che il fascismo lo avrebbe ostacolato per motivi politici, la verità è che non faceva soldi. Non piaceva a quel pubblico. E non era nemmeno il dialetto, [[Angelo Musco]] e [[Gilberto Govi|Govi]] facevano un sacco di soldi, a loro li davano i teatri. Un teatro più ridanciano, più comico, questo volevano.''''<ref name= "maria" />
Insomma Viviani si trovò a dover lottare per non far scomparire il suo teatro che fin dal 1937 il fascismo, e per esso [[Nicola De Pirro]], a capo della Direzione generale del teatro, aveva deciso di squalificare culturalmente cominciando con l'escluderlo dalle piazze più importanti e dai teatri più popolari. Nel 1937 il teatro dialettale viene escluso dagli aiuti statali<ref name= "VaLe" />
 
Viviani non si arrende e non demorde dalla sua linea artistica tanto che scrive all'amico Paolo Ricci: ''so che se dovrò un giorno difendere il mio pane cedendo al pubblico... non lo difenderò''
Quello della lotta nel mondo del teatro resta per altro un motivo conduttore della sua carriera:
 
{{Citazione|La lotta mi ha reso lottatore. Dicendo lotta intendo parlare, si capisce, non di quella greco romana che fa bene ai muscoli e stimola l'appetito, ma di quella sorda, quotidiana, spietata, implacabile che ogni giorno si è costretti a sostenere.
E la mia vita fu tutta una lotta: lotta per il passato, lotta per il presente, lotta per l'avvenire. Con chi lotto? Non col pubblico, il quale anzi facilmente si fa mettere con le spalle al tappeto, ma con i mille elementi che sono nell'anticamera, prima di giungere al pubblico. Parlo del repertorio, delle imprese, dei trusts, dei trusts soprattutto. Oggi come ieri, l'uomo di teatro è in lotta continua coll'accaparramento dei teatri di tutta Italia, i quali sono tenuti e gestiti da pochissime mani, tutte strette fra loro.|Raffaele Viviani in ''Dalla Vita alle scene''}}
Viviani non si arrende e non demorde dalla sua linea artistica tanto che scrive all'amico [[Paolo Ricci (pittore)|Paolo Ricci]]: ''so che se dovrò un giorno difendere il mio pane cedendo al pubblico... non lo difenderò''
 
=== L'Attore protegge l'Autore ===
[[File:Viviani in Miseria e nobiltà di Scarpetta 1939.jpg|thumb|left|Viviani in Miseria e nobiltà di Scarpetta 1939]]
Nel 1937, mentre il fascismo aveva ormai il completo controllo di tutto il settore teatrale, l'Italia si avviava verso la seconda guerra mondiale.
Viviani, che trovava sempre maggiori difficoltà ad organizzare stagioni teatrali con qualche speranza di un ritorno economicamente decoroso, si trovò di fronte ad una scelta dolorosa.
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Dopo un primo tentativo, andato a vuoto con [[Ugo Betti]] che gli propose un ruolo redditizio ma semplicemente attoriale nel suo Diluvio, ruolo che fu poi affidato a De Filippo, Viviani affrontò, adattandoli alle proprie corde poetiche [[Molière]], [[Antonio Petito|Petito]], [[Eduardo Scarpetta|Scarpetta]] e [[Ettore Petrolini|Petrolini]].
''Era un'operazione difficile, perché si trattava (e non credo sia stata una scelta casuale) non di meri (anche se grandi) autori, ma di uomini di teatro, autori, autori e insieme attori, che come lui, usavano rappresentare i propri testi''<ref name="VaLe" />[[File:Viviani Pulcinella in Siamo tutti fratelli da Petito 1941.jpg|thumb|Viviani Pulcinella in Siamo tutti fratelli da Petito 1941]]
Si rivolse insomma a degli "autori" come lui, che attraverso il proprio teatro scritto, diretto e interpretato, avevano innovato il modo di fare teatro rispetto alla tradizione teatrale d'appartenenza.
 
VivianViviani mise in scena L'ammaloammalato immortale da Molière nel 1936, Miseria e Nobiltà di Eduardo Scarpetta nel 1939, Chicchignola di Petrolini nel 1939 e Siamo tutti fratelli da Antonio Petito nel 1941 con la regia del figlio Vittorio.
Il successo fu notevole conseguendo una nuova consacrazione nazionale.
Viviani in una lettera a Paolo Ricci del 1940 scriveva: ''ho già circa quattro mesi con magnifico attivo, e cosa strana, finanziariamente, come incassi sono quasi alla testa di tutti''
I teatro erano di nuovo pieni, le piazze di conseguenza sempre primarie e la critica mostrò di apprezzare questa scelta di "autori veri ".
Ma Viviani non rinunciò mai ad essere Autore, e infatti egli usò il gran successo ottenuto per rilanciare il proprio teatro, sono di quegli anni Quel Tipaccio di Alfonso, La commedia della vita, il Trasformista e marito non marito scritto insieme al figlio Vittorio. E in compagnia entrarono due attori di prima grandezza come Vittoria Crispo e il consuocero Vincenzo Scarpetta.<ref>{{Cita web|url=https://www.gttempo.it/Autori020.htm|titolo=Vincenzo Scarpetta|autore=Pasquale Calvino e Mariolina Cozzi|citazione=Negli anni 40 Vincenzo era “lo scritturato illustre” della compagnia del consuocero Raffaele Viviani, mitico commediografo, il cui figlio Vittorio, regista e storico teatrale, aveva sposato Dora Scarpetta.|accesso=17 maggio 2018}}</ref>
''Quelle messe in scena avevano connotati diversi: mentre con Scarpetta si rendeva omaggio al fondatore di una tradizione, quella tradizione che proprio il suo teatro aveva rinnovato, con Petito fu scelta sentimentale e di meditazione. Nello studio di Corso Vittorio Emanuele, Viviani custodiva con cura tre oggetti dal particolare valore simbolico: la sua testa scolpita da Gemito, le foto con l'autografo di Petrolini e un busto di Petito. Il ritratto di Gemito come segno dell'avvenuto successo ( anche per quello che era costato ); la foto di Petrolini, amico fraterno dall'epoca dei difficili inizi, come testimonianza dei sacrifici e delle lotte che quel successo era costato; il busto di Petito, nume tutelare e padre nobile, come solido ancoraggio alla tradizione''.<ref name = "Vibi">G.Longone ,una riflessione e cinque episodi,in AA.VV.,Viviani, Tullio Pironti editore 2001</ref>
 
=== Un teatro sotto le bombe ===
[[File:Viviani prova con la compagnia sul terrazzo di casa 1944.jpg|thumb|left|Viviani prova con la compagnia sul terrazzo di casa 1944]]
Il nuovo successo si scontrò presto con l'entrata in guerra dell'Italia. Viviani si trovò ancora una volta nella condizione di dover ripartire.
Dopo una sosta a Napoli nella stagione 1942 -43, pur di far ripartire il suo teatro chiese di recitare nelle città bombardate allestendo una nuova compagnia e con in cartellone, oltre al suo repertorio, anche ''Bellavita'' di Pirandello del quale aveva già interpretato ''La patente'' nel 1924 e ''Pensaci Giacomino'' nel 1933.
Si recitava fra un allarme e l'altro. Ad ogni suono di sirena compagnia e spettatori si rifugiavano nei rifugi per poi tornare in teatro con il cessatecessato allarme.
 
Ricorda Ettore Masi: ''quando uno spettacolo fu interrotto tre volte per i bombardamenti, per tre volte il pubblico ritornò compatto a seguire il seguito dello spettacolo dopo avere avuto notizia delle zone colpite''
E Viviani: ''Il periodo dei bombardamenti mi trovò a Napoli, dove recitai ininterrottamente per tre mesi. Durante gli spettacoli quante volte ero costretto a scendere nei ricoveri, nei panni di " Don Giacinto" o di "sanguetta" o di "Ntonio esposito" ! E il pubblico mi seguiva in quell'immenso ricovero che pareva una [[bocca dell'inferno|bocca d'inferno]], e tutti al mio apparire mi facevano l'applauso come se fossi ancora in scena''<ref name="NVS" />
Ma De Pirro continuava a limitare il più possibile il sussidio morale e materiale che pure la Direzione generale del teatro si era impegnata ad offrire.
Viviani si trova: ''nella assoluta impossibilità di allestire e portare in giro una compagnia, degna del mio nome e del mio teatrteatro''o come scriverà in una lettera a Renato Rinaldi (allora sottosegretario di Stato).
In una matinée di pentecoste del 1945 Viviani diede l'addio alle scene. La malattia aveva preso il sopravvento. Per uno strano ricorso del destino recitava Il Vicolo, il primo atto unico che nel 1917 aveva inaugurato la sua carriera teatrale.
 
''Costretto all'inattività Viviani continuava a scrivere il suo teatro, anche nei momenti di inattività, anche nei periodi più bui, anche quando il male che gli camminava dentro sembrava succhiargli il respiro''<ref name= "VaLe" />
Nelle ultime pagine della sua biografia che non riuscì a vedere la luce scrive:''Il “Il Teatro! !Due anni che non recito! L'ultimo lavoro in cui ho recitato a chiusura della mia purtroppo breve stagione di questo dopoguerra e in cui ho ritrovato il mio pubblico di sempre, dell'"Umberto", è stato guardate la combinazione !: "'O Vico": il mio primo atto unico. E l'impresario è stato Del Piano, figlio del vecchio del Piano dell'Umberto''<ref name="NVS" />
E infatti continuerà a lavorare nel suo studio alla stesura di “Muratori” e i “Dieci Comandamenti” che non riuscirà a mettere in scena. Lavora intensamente alla revisione e correzione delle sue opere in vista di una pubblicazione del teatro.[[File:Viviani in camerino.jpg|thumb|Viviani in camerino]]
Scrive Viviani : ''da due anni sono inoperoso. Due anni nei quali ho assistito a cose che la mia penna non riesce a descrivere. Povera Napoli mia ! Distrutta, a terra; dovunque alleati, dovunque borsa nera. Due sono stato chiuso dentro casa, senza poter uscire''.<ref name="NVS" />
L'autore voleva che il suo teatro gli sopravvivesse anche quando il grande attore cui sembrava inscindibilmente legato fosse scomparso.
Si scontrò con il vecchio luogo comune che giudicava quel teatro come semplice pretesto per il grande attore.
''Il grande critico e studioso suo contemporaneo Silvio d'Amico riteneva che le opere di Viviani non avrebbero potuto sopravvivere senza l'interpretazione scenica del loro autore. I suoi testi, pensava, non potevano pretendere d'essere anche letteratura, erano solo le partiture dei complessi concerti di azioni parole e musica che Viviani allestiva nei suoi spettacoli. I fatti dimostrarono il contrario.''
<ref name= "FT" />.
 
La stessa opinione espresse il professor Muscetta all'editore Enaudi per rifiutare la pubblicazione del teatro.
Scrive la figlia Luciana Viviani: ''Le risposte negative che ricevette non si discostavano per niente dai giudizi che i vecchi santoni della cultura fascista avevano ripetutamente espresso in passato''<ref>Luciana Viviani, la solitudine di Viviani, in la porta aperta, II,2000</ref>
Dopo la guerra l'ultima battaglia di Viviani fu il tentativo di dar vita ad un teatro stabile d'arte a Napoli che riuscisse a fondere la grande tradizione e l'innovazione.
Scriveva in una lettera a [[Giovanni Porzio]], vicepresidente del consiglio, nel 1948: ''i fascisti non avevano capito che la coscienza nazionale si sviluppa solo valorizzando in pieno l'arte e la cultura che la genialità del popolo crea in ogni regione''. E in una conversazione con Mario Stefanile: ''I giovani non sanno che accanto a loro vi sono dei maestri, non sanno che vi sono dei tesori''.
 
Viviani muore la mattina del 22 marzo 1950; oggidal 1960 riposa nellanel cappellaQuadrato riservatadegli alleUomini famiglie De Filippo, Scarpetta e Vivianiillustri al [[Cimitero di Poggioreale]] a [[Napoli]]. Il suo attuale mausoleo fu inaugurato alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Leone e dell'attore Nino Taranto.
 
Il teatro di Viviani, in due volumi<ref>Raffaele Viviani, Teatro, ILTE, 1957</ref>, fu pubblicato dopo la morte di Viviani da un privato: Ettore Novi, per anni suo attore.
 
* 1892: Debutta a quattro anni, sotto la guida del padre impresario teatrale, come piccolo canzonettista.
== Opere teatrali ==
* 1900: Muore il padre e lavora al Circo Scritto come Don Nicola nella zarzuela carnevalesca ''Zeza Zeza''.
* 1917: '''Il vicolo'''
* 1904: Ottiene il primo grande successo nell'interpretazione di ''Scugnizzo'' di Capurro.
* 1918: '''Via Toledo di notte, Piazza Ferrovia, via Partenope, Scalo Marittimo, Porta Capuana, Osteria di campagna, Piazza Municipio;'''
* 1908: Inaugura con la sorella Luisella il Teatro Jovinelli di Roma.
* 1919: '''Borgo Sant'Antonio, Caffè dì notte e giorno, Eden Teatro, Santa Lucia Nova, La Marina di Sorrento, Festa di Piedigrotta;'''
* 1911: Recita a Budapest al Fowarosi Orpheum. Incontra Marinetti e Cangiullo alla Galleria Futurista in [[via dei Mille]] a Napoli.
* 1920: '''La Bohème dei comici, Lo sposalizio;'''
* 1912: Sposa Maria di Maio, nipote di Gaetano Gesualdo finanziatore del Teatro Nuovo.
* 1921: '''Campagna napoletana;'''
* 1916: Recita all'Olympia di Parigi su invito di Felix Mayol.
* 1922: '''Circo equestre Sgueglia;'''[[File:Con Luisella d'avanti al teatro Carignano di Torino nel 1933.jpg|thumb|Con Luisella davanti al teatro Carignano di Torino nel 1933]]
* 1917: Fonda la compagnia "Teatro d'Arte" e debutta all'Eden Teatro di Napoli.
* 1923: '''Fatto di cronaca, Don Giacinto;'''
* 1924: 'Traduce e interpreta ''La figliata;'Patente'' di Pirandello.
* 1925: Recita a Tripoli. Vincenzo Gemito gli modella il ritratto in terracotta conservato al Museo di S. Martino.
* 1925: '''I pescatori;'''
* 1929: Parte per una tournée di sei mesi che lo porterà nei principali teatri dell'America Latina.
* 1926: '''Zingari, Napoli in frac, L'Italia al Polo Nord;'''
* 1934: Interpreta, nell'ambito della Biennale di Venezia, il personaggio di Don Marzio in ''La Bottega del caffè'' di Goldoni.
* 1927: '''Tre amici un soldo, Putiferio;'''
* 1940: Ottiene grande successo interpretando Felice Sciosciammocca in ''Miseria e nobiltà'' di Scarpetta.
* 1928: '''La festa di Montevergine, La musica dei ciechi, Vetturini da nolo, La morte di Carnevale;'''
* 1941: Veste i panni di Pulcinella in ''So' muorto e m'hanno fatto turna' a nascere'' di Petito.
* 1929: '''Nullatenenti;'''
* 1945: Recita per l'ultima volta ne ''O Vico'' commedia con la quale aveva esordito nel 1917.
* 1930: '''Don Mario Augurio, Il mastro di forgia;'''
* 1950: Muore a 62 anni dopo lunga malattia lasciando inediti ''Muratori'' e ''I Dieci Comandamenti''.
* 1932: '''Il guappo di cartone, L'ultimo scugnizzo;'''
* 1933: '''I vecchi di San Gennaro, L'ombra di Pulcinella, L'imbroglione onesto;'''
* 1935: '''Il mestiere di padre, L'ultima Piedigrotta;'''
* 1936: '''Quel tipaccio di Alfonso, La tavola dei poveri;'''
* 1937: '''Padroni di barche;'''
* 1939: '''La commedia della vita, Muratori, I dieci Comandamenti.'''
 
== Opere ==
== Collaborazioni, traduzioni, opere irreperibili ==
=== Opere teatrali ===
[[File:Con Luisella d'avanti al teatro Carignano di Torino nel 1933.jpg|thumb|Raffaele Viviani con Luisella davanti al [[Teatro Carignano|teatro Carignano di Torino]] nel 1933]]
* 1917: ''Il vicolo''
* 1918: ''Via Toledo di notte'', ''Piazza Ferrovia'', ''via Partenope'', ''Scalo Marittimo'', ''Porta Capuana'', ''Osteria di campagna'', ''Piazza Municipio''
* 1919: ''Borgo Sant'Antonio'', ''Caffè dì notte e giorno'', ''Eden Teatro'', ''Santa Lucia Nova'', ''La Marina di Sorrento'', ''Festa di Piedigrotta''
* 1920: ''La Bohème dei comici'', ''Lo sposalizio''
* 1921: ''Campagna napoletana''
* 1922: ''Circo equestre Sgueglia''
* 1923: ''Fatto di cronaca'', ''Don Giacinto''
* 1924: ''La figliata''
* 1925: ''I pescatori''
* 1926: ''Zingari'', ''Napoli in frac'', ''L'Italia al Polo Nord''
* 1927: ''Tre amici un soldo'', ''Putiferio''
* 1928: ''La festa di Montevergine'', ''[[La musica dei ciechi]]'', ''Vetturini da nolo'', ''[['A morte 'e Carnevale|La morte di Carnevale]]''
* 1929: ''Nullatenenti''
* 1930: ''Don Mario Augurio'', ''Il mastro di forgia''
* 1932: ''Il guappo di cartone'', ''L'ultimo scugnizzo''
* 1933: ''I vecchi di San Gennaro'', ''L'ombra di Pulcinella'', ''L'imbroglione onesto''
* 1935: ''Il mestiere di padre'', ''L'ultima Piedigrotta''
* 1936: ''Quel tipaccio di Alfonso'', ''La tavola dei poveri''
* 1937: ''Padroni di barche''
* 1939: ''La commedia della vita'', ''Muratori'', ''I dieci Comandamenti''
 
=== Collaborazioni, traduzioni, opere irreperibili ===
* 1920 '''Il Cantastorie'''(A. Costagliola, R. Chiurazzi, R. Viviani); [[File:Don Marzio nella Bottega del caffè di Goldoni 1934.jpg|thumb|Don Marzio nella Bottega del caffè di Goldoni 1934]]
[[File:Don Marzio nella Bottega del caffè di Goldoni 1934.jpg|thumb|Viviani nei panni di Don Marzio nella commedia ''[[La bottega del caffè (Goldoni)|La bottega del caffè]]'' di Carlo Goldoni, 1934]]
* 1921 '''Salita Tarsia, 15(Il palazzo innamorato)''' (Carlo Mauro, R. Viviani)
* 1921 '''Caserta-Benevento Foggia''' C. Mauro, R. Viviani);
* 1921 '''Te voglio malandrino''' (S. Ragosta, R. Viviani);
* 1924 '''Quello che il pubblico non sa''' (M. Corsi, M. Salvini, R. Viviani);
* 1924 '''La patente''' (L. Pirandello, R. Viviani);
* 1925 '''Sartoria Romano''' (C. Mauro, R. Viviani);
* 1925 '''Novanta nove lupi''' (0. Castellino, R. Viviani);
* 1926 '''Pezzecaglie''' (F. Paolieri, R. Viviani);
* 1927 '''Quando Napoli era Napoli''' (D. Petriccione S. Ragosta, R. Viviani);
* 1927 '''Napoletani d'oggi''' (opera irreperibile);
* 1931 '''Socrate secondo''' (Abate Galiani, P. de Flaviis, R. Viviani);
* 1931 '''Napoli tascabile''' (rifacimento);
* 1933 '''Pensaci, Giacomino!''' (L. Pirandello, R. Viviani);
* 1935 '''Lanterna cieca''' (irreperibile);
* 1936 '''L'ammalato immaginario''' (Molière, R. Viviani, V. Viviani);
* 1938 '''A vele gonfie''' (rifacimento);
* 1939 '''Il Trasformista''' (preparatorio dieci comandamenti);
* 1940 '''Chicchignola''' (E. Petrolini, R. Viviani);
* 1940 '''Siamo tutti fratelli''' (A. Petito, R. Viviani);
* 1943 '''Bellavita''' (L. Pirandello, R. Viviani).
 
* 1920 ''Il Cantastorie'' (A. Costagliola, R. Chiurazzi, R. Viviani)
== Edizioni di Raffaele Viviani ==
* 1921 ''Salita Tarsia, 15 (Il palazzo innamorato)''(Carlo Mauro, R. Viviani)
* 1921 ''Caserta-Benevento Foggia'' (C. Mauro, R. Viviani)
* 1921 ''Te voglio malandrino'' (S. Ragosta, R. Viviani)
* 1924 ''Quello che il pubblico non sa'' (M. Corsi, M. Salvini, R. Viviani)
* 1924 ''La patente'' (L. Pirandello, R. Viviani)
* 1925 ''Sartoria Romano'' (C. Mauro, R. Viviani)
* 1925 ''Novanta nove lupi'' (0. Castellino, R. Viviani)
* 1926 ''Pezzecaglie'' (F. Paolieri, R. Viviani)
* 1927 ''Quando Napoli era Napoli'' (D. Petriccione S. Ragosta, R. Viviani)
* 1927 ''Napoletani d'oggi'' (opera irreperibile)
* 1931 ''Socrate secondo'' (Abate Galiani, [[Pio de Flaviis]], R. Viviani)
* 1931 ''Napoli tascabile'' (rifacimento)
* 1933 ''Pensaci, Giacomino!'' (L. Pirandello, R. Viviani)
* 1935 ''Lanterna cieca'' (irreperibile)
* 1936 ''L'ammalato immaginario'' (Molière, R. Viviani, V. Viviani)
* 1938 ''A vele gonfie'' (rifacimento)
* 1939 ''Il trasformista'' (preparatorio dieci comandamenti)
* 1940 ''Chicchignola'' (E. Petrolini, R. Viviani)
* 1940 ''Siamo tutti fratelli'' (A. Petito, R. Viviani)
* 1943 ''Bellavita'' (L. Pirandello, R. Viviani)
 
== Edizioni delle opere di Raffaele Viviani ==
{{W|drammaturghi|arg2=attori italiani|febbraio 2015}}
=== Testi drammatici ===
* ''' Raffaele Viviani, bozzetti del Comm. Raffaele Viviani''': Prinpinella, Napoli industriale, L'amore telefonico, Domenica del ciabattino, La strategia da strapazzo (ricordi di guerra), Napoli, Casa editrice Cav. Emilio Gennarelli &C., 1921
* '''Piedigrotta Viviani''' Ed. Gennarelli, Napoli, 1925
* ''' Raffaele Viviani, La festa di Montevergine''', in Rivista di Commedie, XIII, 1930, nº 50
* ''' Raffaele Viviani, 'O fatto 'e cronaca ''', Napoli, Guida 1935
* ''' Raffaele Viviani, L'imbroglione onesto ''' in Il Dramma, XIII nº 266, 1939
* ''' Raffaele Viviani, Mestiere di padre ''', in Il Dramma, XV, nº 318, 1939
* ''' Raffaele Viviani, Dieci comandamenti ''', in Rinascita 1952.
* ''' Raffaele Viviani, Pescatori''' in Teatro d'oggi, I, nº 1&nbsp;1953
* ''' Raffaele Viviani, La tavola dei poveri ''', in Sipario, IX,nº 100-101,1954
* ''' Raffaele Viviani, La musica dei ciechi ''', in Maschere, I, 1954
* '''Raffaele Viviani, Dalla vita alle scene''' autobiografia con illustrazioni di Onorato, prefazione Gigi Michelotti - L. Cappelli editore Bologna 1928
* '''Raffaele Viviani, Dalla vita alle scene''' autobiografia con l'aggiunta di numeri di varietà e nota di Vittorio Viviani - Guida Editore Napoli 1977
* ''' Raffaele Viviani, Dalla vita alle scene l'altra biografia 1988-1947 ''' a cura di Maria Emilia Nardo. palcoscenico napoletano Rogiosi Edizioni 2012
* '''Raffaele Viviani, Dalla vita alle scene''' autobiografia con l'aggiunta di foto dell'archivio Viviani scelte da Giuliano Longone - Guida Editore 1988
* '''Raffaele Viviani, ‘O fatto e cronaca''' commedia in tre atti - Guida Napoli 1934
* '''Raffaele Viviani, L'imbroglione onesto''' commedia in tre atti Il Dramma 1937
* '''Teatro di Raffaele Viviani''' due volumi a cura di Lucio Ridenti, prefazione di Eligio Possenti, introduzione biografica Alberto Spaini, La “commedia umana” di Vito Pandolfi con scritti di Umberto Barbaro, Enrico Bassano, Francesco Bernardelli, Carlo Bernari, Eugenio Bertuetti, Anton Giulio Bragaglia, Gino Capriolo, Ermanno Contini, Silvio d'Amico, Gino Damrini, [[Rodolfo De Angelis]], [[Augusto Donaudy]], Federico Frascani, Angelo Frattini, Lorenzo Gigli, Ernesto Grassi, Carlo Lari, Carlo Levi, Giuseppe Marotta, Roberto Minervini, Eugenio Ferdinando Palmieri, [[Domenico Rea]], [[Leonida Repaci|Leonida Répaci]], Paolo Ricci, [[Matilde Serao]], Alberto Spaini, Mario Stefanile, Carlo Trabucco, Giulio Trevisani- ILTE 1957 – 1994
* '''Raffaele Viviani Teatro''' peverad s italjanskopo, (in it. Raffaele Viviani, opere teatrali: Scalo Marittimo, Campagna napoletana, Pescatori, L'ultimo scugnizzo, L'imbroglione onesto, Muratori, Dieci comandamenti) con un ricordo di Eduardo De Filippo, il saggio di Vito Pandolfi, "La commedia umana di Napoli ", traduzione di Tomascevskogo, Biblioteca drammaturgica-Arte - Mosca Iskusstvo 1962
* '''Raffaele Viviani, La festa di Montevergine''' rappresentazione in tre atti con 6 tavole di Vincenzo Montefusco - Napoli Edizioni Scientifiche Italiane 1963
* '''Raffaele Viviani, Tutto il Teatro''' sei volumi a cura di Guido Davico Bonino, Antonia Lezza, Pasquale Scialò - Guida Editori 1987
* '''Viviani I capolavori''' a cura di Antonia Lezza prefazione Roberto De Simone con una nota musicale di Pasquale Scialò - Guida Editori 1992
* '''Raffaele Viviani, Circo equestre Sgueglia ''' a cura di Edo Bellingieri Roma Editori Riuniti, 1978
* '''Raffaele Viviani, Quai d'embarquement, la musique d'aveugles''' Parigi, Editions Dramaturgie, 1996
* '''Raffaele Viviani,‘A morte ‘e Carnevale''' commedia in tre atti napoli 1928 - Bellini editrice 1999
* '''Raffaele Viviani, I dieci comandamenti''' decalogo in due tempi, versi prosa e musica, presentazione di Mario Martone - Alfredo Guida Editore 2000
* '''Viviani''' catalogo della mostra alla Biblioteca Nazionale di Napoli a cura di Marcello Andria, Rosaria Borrelli, Giuliano Longone - Tullio Pironti Napoli 2001
* '''Raffaele Viviani''' ‘E Zingare, tragedia in tre atti, con una nota di Giulio Baffi - Guida editore 2006
 
=== Poesie ===
* '''Raffaele Viviani, Tavolozza''' poesie in dialetto napoletano, a cura dell'autore - Mondadori 1931[[File:Raffaele Viviani.jpg|thumb|Raffaele Viviani al tavolo di lavoro 1930]]
* '''Raffaele Viviani, … e c'è la vita !''' poesie, a cura dell'autore - editrice Rispoli Anonima Napoli 1940
* '''Raffaele Viviani, Poesie''' a cura di Vasco Pratolini e Paolo Ricci - Vallecchi editore 1956
* '''Raffaele Viviani, Voci e canti''' edizione fuori commercio - Guida Editori 1972
* '''Raffaele Viviani, Poesie''' introduzione Vittorio Viviani - Guida Editori 1975
* '''Raffaele Viviani, Poesie''' edizione economica tascabili - Guida Editori 1977
* '''Raffaele Viviani, Poesie''' a cura di Luciana Viviani e Giuliano Longone - Guida Editori 1990
* '''Raffaele Viviani''', Canti di scena a cura di Pasquale Scialò - Simeoli Guida editori 2006
* '''RaffeleRaffaele Viviani Poesie, opera completa''' a cura di Antonia Lezza – Alfredo Guida Editore 2010
* Raffaele Viviani, "Primitivamente" ... Viviani sognava di andare un giorno a vivere ad Acerra..La città di Pulcinella
 
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=== Compact disc ===
 
'''Raffaele Viviani, Voci ''', Phonotype Record, serie storica (CD 0097). Tutti i brani sono recitati o cantati da Raffaele Viviani. Indice del compact disc: 1. Borgo Sant'Antonio; "2. è morta mugleremamuglierema ; 3. L'aquaiuolo ; 4. Arte liggera; 5. 'O maruzzaro; 6. Magnetismo ; 7. 'E vvoce 'e Napule ; 8. 'O tammurraro ; 9. 'A feste 'e Piedigrotta ; 10. 'O cantante e pianino ; 11. 'O Pizzajuolo ; 12. 'O vicariello ; 13. 'A cerca ; 14 benvenuto a 'o re ; 15. 'O ciarlatano; 16. Emigrante.
 
''' Raffaele Viviani, canti e voci di Napoli ''' Nino Taranto (fonit VP 10004) ottobre 1971, dir. Mario Testa Indice: 'O sapunariello; L'aquaiuolo; da scugnizzo a marenaro; Eroismo; 'E ccose mprivvisate; pascale d''a cerca ; Tanno e mo' ; canto all'isola; 'O ciaramellaro a Napule; 'O guappo 'nnammurato.
 
'''Omaggio a Raffaele Viviani, Pino De Maio''' Phonotype Record (CD0118) . Pino De Maio: voce e chitarra, Gianni Dell'Aversana: chitarra;Aldo Mariniello: chitarra;Gennaro Cardone: mandolino, Salvatore Esposito: mandolino; indice del compact disc: L'emigrante, Pare'nu suonno, 'A rumba d''e scugnizze, Mast'Errico, 'O mare 'e Margellina, Lavannare', Tarantella segreta, Si vide all'animale,'O cacciavino, Cuncetti'Cuncetti','O carro de'disoccupate, Marenaro 'nnammurato, Mimì di Montemuro, 'A retena d''e scugnizze, 'O carro d''e bazzariote, fravecature, 'O guappo nnammurato, 'A canzona d{{'}}'a fatica, 'E zingare, 'A tirata d''a rezza, 'O malamente, 'A preghiera d''o zuoppo, Serrafina, 'O sapunariello, Campanilismo, L'acquaiuolo.
 
'''Bellissimo... canta Viviani'''(Bellissimo e Trampetti) MEGA (CD 19093) Umberto Bellissimo canta e recita. indice: Guaglione,'O guappo nnammurato, 'o scupatore, L'acquaiuolo, Mast'Errico, 'O sapunariello,'O muorto 'e famme, Serrafina, L'ommo sbagliato, la rumba degli scugnizzi, Fravecature, 'O mare ''e Margellina, 'E ccose mpruvvisate, Da scugnizzo a marenaro, Eroismo, Si vide all'animale, Si overo more 'o cuorpo sulamente, Canto a Viviani
 
''' Festa di Piedigrotta di Raffaele Viviani''' Elaborazione musicale Eugenio Bennato. CD prodotto nell'ambito dell'evento Piedigrotta 2007. indice del compact disc: Piedigrotta- canta Pietra Montecorvino; Passarrammo na bella notte- cantano Filomena Diodati Ciccio Marola Francesco Cortopassi, Sta festa 'o ssa - corale, 'E mpchere- cana Nicola Vorelli, Evviva Napule- canta Eugenio Bennato, Matalena canta Marcello Colasurdo Sara Trama, St'ammore, ojnì - canta Pietra Montecorvino, Swing Mimì- cantano Francesco Cortopassi Ivana Maioni, Pescatori- canta Sasà Misticone, Lucianelle- cantano Marianna Mercurio Ornella Varchetta Sara Tramontana, Femmena Guappa - canta Ciccio Merolla, Pare nu suonno- canta Eugenio Bennato, Canto per la Madonna de Piedigrotta - canta Filomena Diodati, Taranta Viviani- cantano Pietra Montecorvino Ciccio Merolla Sara Tramma
 
''' Canto a Viviani ''' di Enrico Fiore, a cura di Nunzio Gallo, arrangiamenti e direzione d'orchestra Tonino Esposito (Phonotype record CD 0396) con: Franco Acampora, Concetta Barra, Peppe Barra, Antonio Casagrande, Maurizio Casagrande, Gianfranco Gallo, Massimiliano Gallo, Rosalia Maggio, Angela Pagano, Mario Scarpetta.
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=== Musicassette ===
 
''' RaffeleRaffaele Viviani ''' Presentatopresentato da Roberto Murolo 1974 (Durium MD 262) Indice: 'A tirata d''a rezza; Lavannare' ; L'acquaiuolo ; 'A preghiera d00od'o zuoppo; Zingare ; Tarantella segreta ; 'A canzone d''a fatica ; Cuncetti' Cuncetti' ; 'O carro d''e disoccupati ; Marenaro nnammurato ; 'O malamente.
 
=== Dischi33giriDischi 33 giri ===
 
* ''' Poesie di Raffaele Viviani ''' lette da [[Achille Millo]], La voce dei Poeti, collana diretta da Folco Portinari (Fonit LPZ 2073) Indice: Guaglione; Oje ninno; 'Ngiulina ; 'E ccose 'mpruvvisate, 'O scupatore ; Ombre e addore ; facimmece 'a croce ; 'A caravana, 'E zingare, Coro e campaguole ; Eroismo, Guerra e pace, 'A mano d'opera, faticannp sott''e schizze, 'O canto d''o manganiello, Fravecature, Piscature, Gnastillo, Io quanno sento 'e di... , 'A carta 'e visita. 'A legge, Primitivamente, Veglia, Quant''aucielle ; So overo more 'o cuorpo sulamente ; 'O pesce Nicolo'
* ''' Canto a Viviani ''' di Enrico Fiore, a cura di Nunzio Gallo, arrangiamenti e direzione d'orchestra Tonino Esposito (la Platea Record, Phonotype record) con: Franco Acampora, Concetta Barra, Peppe Barra, Antonio Casagrande, Maurizio Casagrande, Gianfranco Gallo, Massimiliano Gallo, Rosalia Maggio, Angela Pagano, Mario Scarpetta.
* ''' Io Raffaele Viviani ''' Poesie e canti dello spettacolo a cura di Antonio Ghirelli e Achille Millo. Con Achille Millo, Antonio Casagrande, Marina Pagano, Franco Acampora. Elaborazioni musicali Roberto De Simone ; realizzazione e direzione artistica Achille Millo.
* ''' Raffaele Viviani ''' presentato da Roberto Murolo (Durium ms AI 77345, D.St. 051251) Indice: 'A tirata d''a rezza; Lavannare' ; L'acquaiuolo ; 'A preghiera d00o zuoppo; Zingare ; Tarantella segreta ; 'A canzone d''a fatica ; Cuncetti' Cuncetti' ; 'O carro d''e disoccupati ; Marenaro nnammurato ; 'O malamente.
* '''Canti e Voci di Napoli di Raffaele Viviani''' nell'interpretazione di Nino Taranto, (Fonit Cetra VP 10003) indice del disco: Tarantella segreta, Marenaro ‘nnammurato; Campanilismo; ‘O Don Nicola ; ‘O cacciavino ; ‘A canzone d'’aa fatica.
* '''Canti e Voci di Napoli di Raffaele Viviani ''' nell'interpretazione di Nino Taranto, (Fonit Cetra VP 10004) indice del disco: ‘O sapunariello; L'acquaiolo; da scugnizzo a marenaro; Eriosmo; ‘E ccose ‘mpruvvisate.
* '''Canti e Voci di Napoli di Raffaele Viviani ''' nell'interpretazione di Nino Taranto, (Fonit Cetra VP 10005) indice del disco: Pascale d'’aa cerca ; Tanno e mo; Canto dell'isola; ‘O ciaramellaro a Napule; ‘A tirata d'’aa rezza.
* '''Canti e Voci di Napoli di Raffaele Viviani ''' nell'interpretazione di Nino Taranto, (Fonit Cetra VP 10006) indice del disco: Guappo ‘nnammurato; Mare ‘e Margellina; ‘E piscature; Fravecature; ‘O tripulino Napulitano
 
== Cinema ==
[[File:Provino di Pozzi Bellini per il film Notte di tempesta del 1942.jpg|thumb|Provino di Pozzi Bellini per il film Notte di tempesta del 1942]]
 
* '''[[Un amore selvaggio]]''', con Luisella Viviani e Giovanni Grasso. Produzione Cines, 1908
* '''[[L'accusato]]''' , (titolo incerto, pellicola perduta) il cui soggetto prende spunto da uno dei numeri di Varietà di Viviani recitato in romanesco, "fiamme der core ". Produzione: Cines 1908
* '''[[La catena d'oro]]''' , (titolo incerto, pellicola perduta) Produzione: Cines 1908
* '''[[Testa per testa]]''', (risulta perduto) Viviani veste i panni di un giacobino ai tempi della Rivoluzione francese. Produzione: Partenope Film di Napoli 1912
* '''[[La catena d'oro]]''', (con Luisella, (risulta perduto). Produzione: Cines 1912 (1918 ? )
* '''[[La tavola dei poveri]]''', regia di Alessandro Blasetti; soggetto di Raffaele Viviani; sceneggiatura di Alessandro Blasetti, Emilio Cecchi, Alessandro De Stefani, Mario Soldati, Raffaele Viviani; Musiche Roberto Caraggiano su motivi di Raffaele Viviani; con Raffaele Viviani, Lina Bacci, Salvatore Costa, Armida Cozzolino, Vasco Creti, Giovanni Ferrari, Vincenzo Flocco, Leda Gloria, Renato Navarrini, Carlo Pisacane, Gennaro Pisano, Marcello Spada, Cesare Zoppetti, Produzione Emilio Cecchi, Cines-Anonima Pittaluga, 1932
* '''[[L'ultimo scugnizzo]]''', regia Gennaro Righelli - soggetto Raffaele Viviani ; sceneggiatura Gherardo Gherardi; musiche Franco Casavole, Cesare A. Bixio ; con Raffaele Viviani, Silvana Jachini, Dria Pola, Vanna Vanni, Laura Nucci. Produzione Juventus Film (abbinata per la distribuzione agli Artisti Associati) 1932
* '''Notte di tempesta''': prima dell'acuirsi del secondo conflitto mondiale, era in opera un progetto di riduzione cinematografica del dramma ''Pescatori'', ad opera di [[Giacomo Pozzi Bellini]], sceneggiatori Gianni Puccini, Gino Doria e Vittorio Viviani, regia Luchino Visconti, protagonista Raffaele Viviani, il cui titolo avrebbe dovuto essere "Notte di tempesta". Del film resta una foto tratta da un provino del 1942. Nel 1946, anche se con altri protagonisti, il progetto verrà ripreso e cambiato, sempre da ''Pescatori'' viene ripreso il titolo ''[[Notte di tempesta (film 1946)|Notte di tempesta]]'', regia di Gianni Franciolini, sceneggiatura di Edoardo Anton e Renato Castellani, interpreti principali: Fosco Giacchetti, Maureen Melrose e Leonardo Cortese. Produzione Pan Film. La prima assoluta avvenne all'Augusteo di Napoli alla presenza dello stesso Viviani.
 
== Hanno recitato con Viviani ==
 
== Gli attori di Viviani ==
[[File:La compagnia Viviani nel 1933.jpg|thumb|La compagnia Viviani nel 1933]]
''La Compagnia deve essere un'orchestra bene affiatata alla quale non deve difettare nessuno strumento, onde chi maneggia la bacchetta possa ottenere gli effetti voluti. Ogni battuta era meticolosamente provata e riprovata. Le prove perciò duravano ore ed ore. Volevo che tutti dessero il meglio di loro stessi in modo che non si creasse un distacco fra me ed i miei attori; che l'azione scenica ed il tono della dizione risultassero modellati secondo uno stile unico''
(Raffaele Viviani, Dalla vita alle scene)
 
[[File:La compagnia Viviani nel 1933.jpg|thumb|left|La compagnia Viviani nel 1933]]
Viviani scelse i suoi comici non fra le file degli attori che avevano calcato le scene da anni che chiamava "passoloni", cioè assuefatti agli insopportabili ''cliché'' del mestiere, ai meccanismi arrugginiti della convenzione scenica, ma esordienti, provenienti dalle file del Varietà o addirittura alle prime armi che avessero una predisposizione al canto, al ballo e naturalmente alla recitazione. L'elenco comprende nomi delle "Tournée Viviani" e attori che hanno militato per più o meno tempo nella "Compagnia d'Arte Viviani":
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* [[Luisella Viviani]]
* [[Elvira Donnarumma]]
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* [[Mario Consalvi]]
* [[Pio De Flavis]]
* [[Petrilli Alberto e Aida in arte Girolino]]
* [[Mario Consalvo]]
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* [[Arturo Gigliati]]
* [[Maria Gamba]]
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* [[Gennarino Di Napoli]]
* [[Anna Bruno]]
* [[Anna Uzzo in arte “la Guerrita”]]
* [[Lia Thomas (attrice)|Lia Thomas]]
* [[Lia Santoro]]
* [[Bianca Duval]]
* [[Alfredo Capaldo]]
* [[Pasquale Malleo in arte Fiorante]]
* [[Zara Prima]]
* [[Gina De Chamery]]
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* [[Emilio Simeone]]
* [[Maria Gamba]]
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* [[Dante Maggio]]
* [[Amedeo Girard]]
* [[Francesco Corbici]]
* [[Francesco Amodio]]
* [[Guglielmo “barone”IngleseInglese]]
* [[Adolfo Narciso]]
* [[Giuliatta Narciso “petitpetit Narciso”Narciso]]
* [[Tina Darclé]]
* [[Omar Calabrese]]
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* [[Maria Gemmati]]
* [[Mimì Fiore]]
* [[Cesare Linguiti (Farà )]]
* [[La Volpati]]
* [[Guglielmo Pagano]]
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* Pietro Caiazzo
* Gustavo Centanni
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== Alcuni giudizi critici ==
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* ''' Eduardo Scarpetta''' ... Il riso di Raffaele Viviani addita e scopre sempre una piaga sociale !
* ''' Matilde Serao ''': sono dieci anni che i nostri autori litigano per stabilire quale sia il vero teatro napoletano; questo ragazzo lo ha creato in così poco tempo.
* '''Ferdinando Taviani'''<ref name= FT/>: La capacità di estrarre dalle tecniche del Varietà una drammaturgia capace di esplorare l'intera gamma delle azioni sceniche, dalla farsa alla tragedia, dalla concisione dell'atto unico alle complesse e corali vicende del dramma in tre atti, è forse il più straordinario - e misconosciuto - merito storico di Viviani.
* '''Paolo Ricci'''<ref name= PR>Paolo Ricci, Ritorno a Viviani, Editori Riuniti, Roma 1979</ref>: ... non si può certo dire che l'opera di Raffaele Viviani sia ancora stata valutata in pieno per quella che essa effettivamente rappresentò: la più alta espressione del teatro italiano della prima metà del Novecento; insieme a quella di Pirandello.
* '''Vito Pandolfi'''<ref name= VP>Vito Pandolfi, Storia del teatro Italiano, Torino UTET, 1964</ref>: Raffaele Viviani segna una tappa decisiva nella storia del teatro italiano in questo senso : per la prima volta (e questo si offre a precisa rispondenza storica ) abbiamo l'apporto diretto della creazione popolare
* '''Mario Stefanile ''' in Civiltà della Campania, 1975; il teatro di Raffaele Viviani resta un teatro di personaggi che si sforzano di dichiarare i propri diritti non di rivendicarli in una demagogica protesta- che sono diritti elementari quali il diritto alla libertà dell'intelligenza, alla libertà deidel lavoro, alla libertà dell{{'}}''esistenza come dignità piena e assoluta dell'uomo''.
* ''' Ferdinando Russo ''': Viviani è una folla, una realistica folla plebea, di tipi riprodotti mirabilmente perché studiati nella vita e fra la folla di quel popolo di piccoli eroi e di piccoli delinquenti, nel quale è lo scugnizzo, sia sapunariello, sia lieto e spensierato rappresentante della rumorosa gaiezza di Piedigrotta. È un artista di un'efficacia terribile …
* '''Salvatore di Giacomo''': Ammiro moltissimo il Viviani quando, con intuizione rara davvero, con una verità che colpisce, con la pruova vivissima della sua osservazione acuta e penetrante, questo artista produce le creature che appartengono a' così detti strati inferiori della Società: le creature stanche, misere, talvolta crudeli, talvolta pur sentimentali, ignare sempre, che son figlie del vizio, dell'abbandono delle oscure passioni. Lo ammiro qui, e mi commuove anche.
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* '''Silvio D'Amico ''' Antologia del grande attore: Il suo 'Scugnizzo', il suo 'Spazzino', il suo 'Vagabondo' non sono un attore che rifà lo scugnizzo, lo spazzino, il vagabondo, sono senz'altro scugnizzo, spazzino e vagabondo quintessenziati e fissati per l'eternità ...
* '''Roberto De Simone'''<ref name="Viviani 1992">prefazione ai Capolavori di Viviani (Ed. Guida 1992)</ref>. È chiaro che nei testi del Nostro si ritrovano riflessi della variegata espressività teatrale napoletana, ma è altrettanto chiaro che l'impegno di diversi linguaggi, di elementi quali il canto, la musica, la recitazione e il mimo, conferiscono a quei drammi, in particolar modo a tutti gli atti unici del primo periodo, un'originalità che non trova riferimento nel panorama napoletano di quegli anni. In sostanza, Viviani attinge ai linguaggi teatrali del suo tempo, ma ne altera subito i connotati, ai fini di un suo stile, atto ad allontanare o straniare i moduli espressivi della convenzionalità
* '''Pasquale Scialò '''<ref>VivaniViviani: l'autore, l'interpretreinterprete, il cantastorie urbano; Colonnese editore 2000</ref>: Chiunque oggi voglia ripercorrere le diverse trasformazioni della musica a Napoli dagli inizi del Novecento fino alla fine degli anni trenta, non può che partire dalla sua opera, una fonte inesauribile di stimoli e di informazioni: dalla tradizione etnofonica a quella urbana, dal varietà alla canzone popolaresca, dall'opera all'operetta, dalla romanza da camera alla musica d'importazione. Inoltre, il suo metodo compositivo, orientato inequivocabilmente verso il polistilismo, rappresenta un caso esemplare di sincretismo sonoro urbano, che prepara il terreno a tutta quella schiera di cantautori (Carosone, Daniele, Senese, Avitabile, Eduardo ed Eugenio Bennato, Gragnianiello, Bisca, 99 Posse...) che coniugano la tradizione mediterranea con gli umori anglo-americani.
* ''' Goffredo Fofi '''<ref name="Viviani 1992"/>: Nel campo che fu suo, quello del teatro, verifichiamo oggi tutti quanto avesse ragione Pandolfi nel metterlo accanto a Pirandello, e nell'indicare i due nomi come centrali del teatro italiano del secolo - cui il tempo aggiungerà quello di Bene, che soffrirà bensì presso il pubblico e gli storici il fatto di essere grande attore e regista prima che autore, così come Viviani ha sofferto della sua grandezza di scrittore in napoletano. ... Viviani ha descritto la città, e la società del "sottosviluppo". E di città e società del "sottosviluppo" continua ad essere pieno il mondo, se l'Europa ne è fuori. Per questo impressiona, nella scoperta delle letterature asiatiche, africane, latino-americane nostre contemporanee ritrovare la coralità che è stata di Viviani (e di lui soprattutto, quasi di lui soltanto, in Italia).
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
=== Monografie, saggi, recensioni, articoli di varietà ===
* Piedigrotta Eldorado. Rubrica Donne e uomini illustri di professione cantanti. Numero unico, Napoli, 1909
[[File:Castellammare di Stabia - Busto di Raffaele Viviani.JPG|thumb|Busto commemorativo presente a Castellammare di Stabia]]
* Mario Corsi: Scoperta di Viviani. In Tribuna, Roma, 1911
 
* Eduardo Scarfoglio: Raffaele Viviani. In Il Mattino 3 maggio 1914
- Piedigrotta Eldorado. Rubrica Donne e uomini illustri di professione cantanti. Numero unico, Napoli, 1909
* Eduardo Scarpetta: Raffaele Viviani nelle sue creazioni comiche e drammatiche. Saggio dattiloscritto originale, inedito. Dal fondo Viviani, Napoli, 1919
- Mario Corsi: Scoperta di Viviani. In Tribuna, Roma, 1911
-* EduardoSalvatore ScarfoglioAversa: Raffaele Viviani. InEd. IlNuovissima Mattinoantologia 3Italiana, maggioNapoli 19141922
* Mario Corsi: Il realismo di un attore napoletano, Raffaele Viviani. In Commedia, 25 marzo 1924
- Eduardo Scarpetta: Raffaele Viviani nelle sue creazioni comiche e drammatiche. Saggio dattiloscritto originale, inedito. Dal fondo Viviani, Napoli, 1919
-* SalvatoreOnorato AversaCastellino: Raffaele Viviani. Ed. Nuovissima antologia ItalianaTorino, Napoli 19221925
-* MarioLucio CorsiD'Ambra: IlRaffaele realismoViviani die unil attoreteatro d'arte napoletano, Raffaele Viviani. In CommediaEpoca, 2519 agosto marzo19241925
* Lucio D'Ambra: Pescatori. In Epoca,7 ottobre 1925
- Onorato Castellino: Raffaele Viviani. Torino, 1925
* Cesare Levi: Teatri. In Illustrazione toscana, gennaio 1926
- Lucio D'Ambra: Raffaele Viviani e il teatro d'arte napoletano. In Epoca, 19 agosto 1925
* Alberto Spaini: Viviani. In Il resto del carlino, 5 maggio 1926
- Lucio D'Ambra: Pescatori. In Epoca,7 ottobre 1925
* Nicolò Sigillino: Raffaele Viviani. In Cinema-Teatro, 1º dicembre 1929
- Cesare Levi: Teatri. In Illustrazione toscana, gennaio 1926
-* AlbertoGiovanni SpainiMuzi: Raffaele Viviani, attore e autore. In IlLa restopatria deldegli carlinoItaliani, 5Buenos Aires,25 maggioaprile 19261929
* Francesco Cangiullo: Serate futuriste. Ed. Tirrenia, Napoli, 1932
- Nicolò Sigillino: Raffaele Viviani. In Cinema-Teatro, 1º dicembre 1929
* Luca Postiglione: Disegni a carbone. Ed. Alfredo Guida, Napoli, 1932
- Giovanni Muzi: Raffaele Viviani, attore e autore. In La patria degli Italiani, Buenos Aires,25 aprile 1929
* Paolo Ricci: Un'audizione di Viviani alla Compagnia degli Illusi. In Il Roma, Napoli, 1937
- Francesco Cangiullo: Serate futuriste. Ed. Tirrenia, Napoli, 1932
-* LucaFrancesco PostiglioneCangiullo: DisegniLe anovelle carbonedel Varietà. Ed. Alfredo GuidaRichter, Napoli, 19321938
* Rodolfo De Angelis: Caffè Concerto, memorie di un canzonettista.Ed SACSE, Milano, 1940
- Paolo Ricci: Un'audizione di Viviani alla Compagnia degli Illusi. In Il Roma, Napoli, 1937
* Domenico Mancuso: Viviani. In Il Mattino, 22 marzo 1941
- Francesco Cangiullo: Le novelle del Varietà. Ed. Richter, Napoli, 1938
* Paolo Ricci: Viviani. In Il tempo, Milano,24 luglio 1941
- Rodolfo De Angelis: Caffè Concerto, memorie di un canzonettista.Ed SACSE, Milano,1940
-* DomenicoGiorgio MancusoBassani: Viviani in Pulcinella. In Il MattinoSecolo XIX, Genova, 2211 marzoottobre 1941
-* PaoloRodolfo RicciDe Angelis: VivianiStoria del Caffè Chantant. In Il tempoBalcone, Milano,24 luglio 19411946
* Lucio Ridenti: Voci e canti di Napoli. In Radio Corriere 2-8 marzo 1947
- Giorgio Bassani: Viviani in Pulcinella. In Il Secolo XIX, Genova, 11 ottobre 1941
* Roberto Minervini: Viviani. Ed. Bideri, Napoli 1950
- Rodolfo De Angelis: Storia del Caffè Chantant. In Il Balcone, Milano,1946
* Franco La Magna: ''La Sfinge dello Jonio.Catania nel cinema muto (1896-1930)'',prefazione di Aldo Bernardini, Algra Editore, Viagrande (Catania), 2016, ISBN 978-88-9341-032-8
- Lucio Ridenti: Voci e canti di Napoli. In Radio Corriere 2-8 marzo 1947
-* RobertoDomenico MinerviniRea: VivianiLe due Napoli. Ed. BideriMondadori, NapoliMilano 1950
-* DomenicoUmberto ReaBarbaro: LeLa duegrande arte di Napoli. Ednacque dal contatto con il popolo. MondadoriIn L'Unità,20 Milanomarzo 1950
* Eduardo de Filippo: Maestro e amico. In Risorgimento, Napoli 22 marzo 1950
- Umberto Barbaro: La grande arte di Napoli nacque dal contatto con il popolo. In L'Unità,20 marzo 1950
-* EduardoErnesto deGrassi: Viviani è Filippomorto: Maestrouna eluce amicosi è spenta. In RisorgimentoIl Roma, Napoli, 22 marzo 1950
-* ErnestoMario GrassiStefanile: VivianiFu èlo morto:specchio unaamaro lucee sigrottesco èdi spentatutte le creature di Napoli. In Il RomaMattino, Napoli, 22 marzo 1950
-* MarioVincenzo StefanileLa Rocca: Fu lo specchio amaro e grottescoRicordo di tutteRaffaele leViviani. creatureDiscorso dialla Napoli.camera Indei Il Mattinodeputati, Napoli,2224 marzo 1950
-* VincenzoGiuseppe La RoccaMarotta: Ricordo diDon Raffaele Vivianiè morto. DiscorsoIn allaRisorgimento, camera dei deputatiNapoli, 2429 marzo 1950
-* GiuseppeDomenico MarottaRea: DonViviani Raffaele èscugnizzo, mortopoeta. In RisorgimentoL'elefante, NapoliRoma,29 marzo 1950
-* DomenicoFrancesco ReaBerardelli: VivianiRaffaele scugnizzo, poetaViviani. In L'elefanteIl Tempo, RomaMilano, marzo1-8 aprile 1950
-* FrancescoMario BerardelliCorsi: Sempre scugnizzo Raffaele Viviani. In Il Tempo, Milano, 1-8 aprile 1950
-* MarioCorrado CorsiAlvaro: SempreAlla scugnizzobella Raffaele VivianiNapoli. In Il TempoMondo, MilanoRoma, 1-83 aprilegiugno 1950
* Carlo Di Stefano: Ce ne stanno fatiche, Raffaele Viviani. In Scenario, maggio 1950
- Corrado Alvaro: Alla bella Napoli. In Il Mondo, Roma, 3 giugno 1950
* Pier Paolo Pasolini: Poesia dialettale del Novecento. Ed. Guanda, Parma, 1952
- Carlo Di Stefano: Ce ne stanno fatiche, Raffaele Viviani. In Scenario, maggio 1950
* Paolo Ricci: Viviani ritorna sulle scene di Napoli. In l'Unità, Roma, 28 agosto 1953
- Pier Paolo Pasolini: Poesia dialettale del Novecento. Ed. Guanda, Parma,1952
-* Paolo Ricci: VivianiNuovi ritornacontenuti sullenella sceneletteratura die Napolinell'arte del mezzogiorno. In l'UnitàCronache meridionali, Romaanno 1, 28nº3, agostoNapoli, 19531954
-* Paolo Ricci: Nuovi contenuti nella letteratura eAttualità nell'arte deldi mezzogiornoRaffaele Viviani. In CronacheIl meridionaliFuidoro, anno 1, nº3novembre-dicembre, Napoli, 1954.
* Vito Pandolfi: Antologia del grande attore. Ed. Laterza, Bari, 1954.
- Paolo Ricci: Attualità nell'arte di Raffaele Viviani. In Il Fuidoro, novembre-dicembre, Napoli, 1954.
-* VitoRenato PandolfiSimoni: AntologiaTrent'anni deldi grandecronaca attoredrammatica. Ed. LaterzaIlte, BariTorino, 19541955.
* Carlo Nazzaro: Viviani. In Il Mattino, Napoli, 27 marzo 1955.
- Renato Simoni: Trent'anni di cronaca drammatica. Ed Ilte, Torino,1955.
* Luciano Ramo: Storia del varietà. Ed Garzanti, Milano, 1956.
- Carlo Nazzaro: Viviani. In Il Mattino, Napoli, 27 marzo 1955.
* Vito Pandolfi: Palcoscenico di Viviani. In Il Contemporaneo, Roma 14 gennaio 1956.
- Luciano Rama: Storia del varietà. Ed Garzanti, Milano,1956.
-* VitoEnzo PandolfiGolino: PalcoscenicoTutto il teatro di Raffaele Viviani. In Il ContemporaneoNotte, RomaNapoli, 1413 gennaioaprile 1956.
-* EnzoVito GolinoPandolfi: Tutto il teatro di Raffaele Viviani. In Notte,Il NapoliDramma, 13 aprilefebbraio 1956.
-* VitoVasco Pandolfi:Pratolini Tuttoe ilPaolo teatro diRicci: Raffaele Viviani attore, commediografo e poeta. In IlPaese Drammasera, febbraioRoma, 3 marzo 1956.
-* VascoUmberto PratoliniBarbaro: ePoesia Paolo Ricci:di Raffaele Viviani attore, commediografo e poeta. In Paese seral'Unità, Roma, 329 marzo 1956.
-* UmbertoWalter BarbaroMauro: PoesiaViviani di Raffaele Vivianipoeta. In l'UnitàIl Paese, Roma, 293 marzoaprile 1956.
-* WalterAdriana MauroSeroni: VivianiLe poetapoesie di Viviani. In IlVie PaeseNuove, Roma, 312 aprile 1956.
-* AdrianaGianfranco SeroniVenè: Le poesie diRaffaele Viviani poeta. In VieIl lavoro Nuovenuovo, RomaGenova 1227 aprile 1956.
-*[[Carlo Gianfranco VenèTerron]]: RaffaeleRitorna Viviani poeta. In IlLe lavoroOre, nuovoMilano, Genova 272 aprilefebbraio 19561957.
-* CarloEligio TerronPossenti: RitornaL'ultimo Vivianiscugnizzo. In LeIl Ore,Corriere Milanodella sera, 2 febbraio 1957.
-* EligioOrio PossentiVergani: L'ultimoTrionfo scugnizzodi Taranto e Viviani. In Il Corriere della serad'informazione, 2 febbraio 1957.
-* OrioFerdinando VerganiPalmieri: TrionfoTaranto difa Tarantorivivere eil genio di Viviani. In Il Corriere d'informazioneEpoca, 210 febbraio 1957.
-* Ferdinando[[Guido PalmieriRocca]]: TarantoIl fageniale riviverescugnizzo. ilIn genioSettimo di Viviani. Ingiorno, EpocaMilano, 1012 febbraio 1957.
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-* Giorgio Taffon, ''Raffaele Viviani: il lievito dell'attore dilata la scrittura drammaturgica'', in ''Maestri drammaturghi nel teatro italiano del '900'', Editori Laterza, Roma-Bari, 2005 Valentina Venturini '''Raffaele Viviani, La compagnia Napoli e L'Europa''' di Bulzoni Editore 2008
-* Paola Cantoni '''Mari'… Rafe' … lettere alla moglie Maria (1929 e 1940- 43)''' Edizioni del Sole Alghero 2010
*Antonio Sciotti, ''I Divi della Canzone Comica'', Arturo Bascetta Editore 2021, Napoli. Pag. 415-426
 
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* {{cita web | 1 = http://cir.campania.beniculturali.it/archividiteatronapoli/albumVivianiteatroViviani.html | 2 = Immagini di scena di Raffaele Viviani (album| accesso = 17 luglio 2013 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20141129082502/http://cir.campania.beniculturali.it/archividiteatronapoli/teatroViviani.html | dataarchivio = 29 novembre 2014 | urlmorto = sì Viviani)}}
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* {{cita web|http://www.teatro.unisa.it/viviani.php|Viviani nel sito dedicato al teatro napoletano dell'Università di Salerno}}
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