Utente:Ghinozzi-nissim/Sandbox: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Fix link
 
Riga 1:
''Internamento libero'' : [[Lungro]] (20) -- [[Rogliano (Italia)|Rogliano]] (15) -- [[Castrovillari]] (15) -- [[Acri (Italia)|Acri]] (7) -- [[Laino Borgo|Laino Bruzio]] (7) -- [[San Marco Argentano]] (7) -- [[Celico]] (5), [[Spezzano della Sila]] (5) -- [[Campana (comune italiano)|Campana]] (4) -- [[Mormanno]] (4) -- [[Santa Sofia d'Epiro]] (4) -- [[Carpanzano]] (3) -- [[Bianchi (Italia)|Bianchi]] (2) -- [[Cerisano]] (2)
Campo per le famiglie di Terezín a Auschwitz-Birkenau
 
{| class="wikitable" style="font-size:96%;width:99%;text-align:left;"
[[File:Birkenau BIIb gate 001.JPG|thumb|L'ingresso al campo per le famiglie di Terezin a Birkenau]]
! Località / Totale presenze ebrei (1940-43) / Ebrei internati (estate 1943) /
Il '''campo per le famiglie di Terezín a Auschwitz-Birkenau''' fu operativo dal settembre 1943 al luglio 1944. In quesi mesi, per motivi propagandistici, le autorità naziste decisero di duplicare temporaneamente nel [[campo di sterminio di Birkenau]] (sezione BIIb) le condizioni del "ghetto-modello" di [[campo di concentramento di Theresienstadt|Theresienstadt]] (Terezín),<ref>[http://www.holocaust.cz/en/history/events/the-terezin-family-camp-in-auschwitz-birkenau/ Holocaust.cz].</ref> deportandovi circa 17.500 ebrei che vi erano rinchiuse (in gran parte provenienti dalla Boemia e Moravia, ma anche da Germania, Austria e Paesi Bassi). La maggior parte dei residenti furono uccisi nelle camere a gas in due riprese, l'8 marzo 1944 e quindi tra il 10 e il 12 luglio 1944, quando il campo per famiglie fu definitivamente chiuso. Solo 1.167 persone sopravvissero.
 
|- valign="top"
==La vicenda==
| [[San Marco Argentano]] / 87 / 0
|- valign="top"
| Note (1940-43) : Il primo campo mfn['mo'vmf'mkvm ;mfvol;m klmf,folp;,.,cl'vm] ,fvokp
|}
| Note (1943-45) : Gli internati presenti in paese furono tutti liberati nel settembre 1943 con l'arrivo degli Alleati, inclusi quelli trasferiti a [[Ferramonti]].
 
Il primo trasporto di prigionieri da Terezín al campo di sterminio di Birkenau fu effettuato il 26 ottobre 1942. Altri 5 trasporti giunsero nel gennaio-febbraio 1943. Circa 9.000 persone giunsero cosi' ad Auschwitz da Terezin tra il 1942 e il 1943. I prigionieri (malati, anziani, donne e bambini) erano di regola avviati alle camere a gas eccetto una minoranza di uomini e donne abili selezionati per il lavoro coatto.
 
<<La storia del Comune di Montechiarugolo negli anni della Seconda Guerra Mondiale è strettamente legata alle vicende di due luoghi: il Castello quattrocentesco appartenente alla famiglia Marchi e situato nel pieno centro del paese, e gli alberghi Terme e Bagni nella località di Monticelli Terme.>>
I 5.000 prigionieri ebrei cechi che giunsero ad Auschwitz da Terezín in due trasporti l'8 settembre 1943 furono invece avviati ad un campo per famiglie appositamente predisposto all'interno di Birkenau. I deportati ricevettero dei "privilegi" inusuali: all'arrivo al campo non ebbero da subire la selezione, ne' furono sottoposti al rituale umiliante della rasatura e, pur abitando in baracche distinte per sesso, le famiglie non furono divise nelle varie sezioni del campo. Eguale trattamento ricevettero i due altri trasporti del dicembre 1943 con i quali altri 5000 ebrei giunsero nel campo per famiglie. I primi trasporti erano composti in massima parte da persone giovani, in massima parte da Boemia e Moravia. I 7.500 prigionieri che giunsero in tre trasporti nel maggio 1944 erano invece persone anziane, malate, disabili che furono deportati da Terezin nell'imminenza della visita della Croce Rossa il 23 giugno 1944, perche' il campo risultasse meno affollato e i residenti sembrassero essere tutti in buona salute. Di questi trasporti facevano parte ebrei dalla Cecoslovacchia (2.453) ma anche da Germania (3.125) Austria (1.276) e Paesi Bassi (559). In totale circa 17.500 ebrei arrivarono al campo per le famiglie di Terezin a Birkenau (5.000 nel settembre 1943, 5000 nel dicembre 1943, e 7.500 nel maggio 1944). Nel periodo considerato un solo altro trasporto giunse da Terezin a Birkenau, nell'ottobre 1943. Si trattava di un convoglio speciale di 1.196 bambini provenienti dalla liquidazione del ghetto di Bialistok, i quali avevano fatto sosta per qualche mese a Terezin. Giungevano adesso a Birkenau accompagnati dai 53 volontari che si erano presi cura di loro a Terezin. Furono tutti immediatamente condotti alle camere a gas.
 
=== Il campo di internamento di Montechiarugolo ===
Nel campo per le famiglie, denominato sezione BIIb a Birkenau, i detenuti dovevano vivere in una serie di baracche collocate in una stretta e fangosa striscia di terra lunga 600m e larga 160m, circondata da una recinzione elettrificata. Le condizioni di vita era durissime. A capo della sezione era Arno Böhm, un criminale tedesco, considerato uno dei Kapo' piu' spietati di Auschwitz.<ref>[http://www.ghetto-theresienstadt.info/pages/f/familienlagerth.htm Familienlager Auschwitz].</ref> I prigioniero soffrirono per la fame, il freddo, la fatica, le malattie, la disciplina e la scarsa igiene. Il tasso di mortalità non era più basso che nel resto di Auschwitz (superando il 20%). I bambini erano alloggiati nelle baracche con gli adulti, furono tuttavia autorizzati a trascorrere la giornata in una loro baracca, dove i loro insegnanti guidati dal carismatico [[Fredy Hirsch]] li impegnavano in lezioni improvvisate e giochi.
 
Dal giugno 1940 fino al settembre 1943 un'ala del Castello di Montechiarugolo fu riadattata a ospitare un campo di internamento civile maschile, uno di tanti attivati dal Ministero dell'Interno per accogliere i "sudditi di paesi nemici", uomini di età diversa e di provenienza sociale e professionale differenti che si trovarono in Italia, per lavoro o per ragioni di studio, al momento dello scoppio della guerra.<ref>[https://resistenzamappe.it/extraurbani/montechiarugolo/il-campo-di-concentramento-del-castello-di-montechiarugolo Il campo di concentramento del Castello di Montechiarugolo].</ref> Tra di essi furono compresi sin da subito anche numerosi [[ebrei internati in Italia|profughi ebrei]] giunti in Italia (inclusi quelli provenienti dalla Germania o dai territori occupati dal Terzo Reich). Di fatto con tale decisione essi furono (almeno temporaneamente) risparmiati dagli eccidi dell'[[Olocausto]].
In realtà i prigionieri scoprirono ben presto che il trattamento "privilegiato" era a termine, per soli 6 mesi. Nel marzo 1944 ai 5.000 prigioneiri giunti nel settembre 1943 fu detto che sarebbero stati trasferiti al "campo di lavoro di Heydebreck". In realtà, nella notte dell'8 marzo 1944, i camion si diressero alle camere a gas di Auschwitz. [[Fredy Hirsch]] si era suicidato e fu condotto privo di sensi alle camere a gas. Da quel momento, i rimanenti prigionieri del campo per famiglie vissero nella consapevolezza che avrebbero presto incontrato lo stesso destino.
 
La parte dell'edificio di pertinenza del campo era capace di accogliere circa 200 internati, una cifra che, in realtà, non fu mai raggiunta; tra il 1940 e il 1943 il numero di internati oscillò infetti tra i 50 e i 150 uomini. Lo stabile, provvisto di impianti idrico ed elettrico ma in precario stato di conservazione, era composto da un piano terreno e due superiori, comprendenti complessivamente una trentina di stanze di varia grandezza. Era inoltre provvisto di un giardino, di ampi e ben recintati cortili, nonché di spazi accessori per i servizi e la cucina, dove alcuni gestori del paese preparavano i due pasti giornalieri per i reclusi.<ref>[https://www.memorieincammino.it/luoghi/montechiarugolo-pr/ Memorie in cammino].</ref>
Anche se non sono del tutto chiare le circostanze che portarono alla creazione del campo per famiglie di Terezín con i suoi "privilegi" insoliti, l'iniziativa fu legata ai tentativi dei nazisti di nascondere il genocidio degli ebrei al mondo esterno e alla visita del Comitato internazionale della Croce Rossa a Terezín il 23 giugno 1944. Ai prigionieri del campo per famiglie fu ordinato a scrivere cartoline dal "campo di lavoro" di Birkenau ai loro parenti e amici di Terezín, perché acquisissero la falsa idea, davanti ai commissari della Croce Rossa, che i loro genitori, figli e fratelli di Birkenau stavano tutti bene ed erano soprattutto vivi.
 
I primi prigionieri a giungere nel castello, già nel giugno-luglio 1943, furono una cinquantina di [[ebrei internati in Italia|profughi ebrei]]. A metà agosto 1940 si unirono a loro di cittadini francesi e britannici ritenuti, nel crudo linguaggio della burocrazia ministeriale, tra i più "pericolosi". Particolarmente sorvegliati e temuti furono i membri del gruppo di una ventina di giovani studenti anglo-maltesi che, prima della guerra, frequentavano università italiane.
Effettuatasi la visita della Croce Rossa a Terezin, il campo non era più necessario e si procedette all'inizio di luglio 1944 alla sua liquidazione. Questa volta ci furono delle selezioni: i prigionieri "abili" di età superiore ai 14 anni furono mandati al lavoro coatto, mentre un gruppo di 89 adolescenti fu personalmente selezionato da [[Josef Mengele]]. I circa 6-7.000 prigionieri rimasti nel campo per famiglie furono uccisi nel corso di due notti, tra il 10 e il 12 luglio 1944. Dei 17.500 prigionieri di Terezín inviati al campo di famiglia di Birkenau, solo 1.167 sopravvissero all'Olocausto, tra cui un centinaio di bambini e adolescenti. La liquidazione del campo familiare l'8 marzo e il 10 e il 12 luglio 1944 fu il maggiore omicidio di massa dei cittadini cecoslovacchi durante la seconda guerra mondiale.
 
Nell'autunno del 1940 giunsero al Castello anche prigionieri dal [[campo di internamento di Scipione Castello]], situato sempre nella provincia di Parma a Salsomaggiore Terme. A metà dicembre i prigionieri del campo erano ormai 118, di cui 79 britannici, 28 francesi e i rimanenti ebrei o di altre nazionalità. Nell'aprile del 1941 vennero trasferiti da Venezia 58 marittimi jugoslavi, originari della Dalmazia. Con questi ultimi arrivi, alla metà di luglio, il campo raggiunse il picco massimo delle presenze: 146 internati.
==Note==
 
La presenza ebraica fu rilevante, specialmente nei primi anni. Per il campo passarono a più riprese almeno 65 ebrei. Per la maggior parte di loro si trattò comunque solo di una sistemazione temporanea prima di essere trasferiti in altre località.<ref>[http://www.annapizzuti.it/ Ebrei stranieri internati in Italia].</ref>
<references/>
 
La vita quotidiana degli internati trascorreva tra le camere, il loggiato e il cortile del castello, il cui ingresso era vigilato da un gruppo di carabinieri che vi avevano impiantato un posto di guardia fisso. La sorveglianza interna e le altre mansioni "di polizia" erano svolte da alcuni agenti di pubblica sicurezza, al comando di un funzionario cui competeva anche il ruolo del direttore del campo. Si susseguirono in questo incarico: Carmine Medici, Olindo Tiberi, Iginio Adami, Mauro Majello e Vittorio Pietrantonio. Comuni a tutti gli internati furono le difficoltà connesse alla costrizione in una struttura piuttosto fatiscente e alla quale non erano stati apportati gli adattamenti adeguati per poter ospitare una comunità di persone così numerosa. I prigionieri trascorsero larga parte del tempo nella corte del castello, nelle loro stanze e lungo il camminamento superiore dell’edificio. Con apposito permesso del direttore, i reclusi potevano accedere al giardino, o recarsi in paese per particolari incombenze. Molte furono le occasioni di contatto con la popolazione del borgo, sebbene questo non fosse ufficialmente consentito.
==Bibliografia==
 
Tra trasferimenti e nuovi arrivi la popolazione del campo contava nell'estate del 1943 circa 100 reclusi, tra cui solo 9 ebrei (per la maggior parte di nazionalità inglese).
* Miroslav Kárný. "Das Theresienstädter Familienlager (Bllb) in Birkenau (September 1943–Juli 1944)", in: ''Hefte von Auschwitz'' 20 (1997) 133–237.
 
Il 9 settembre 1943 si presentarono al campo quattro militari tedeschi che ingiunsero di aprire le porte. Il direttore, commissario di P.S. Vittorio Pietrantonio, si rifiutò di obbedire all'ordine. Seguirono momenti di tensione. Il comandante del reparto tedesco diede ordine di fare fuoco mentre dal retro numerosi prigionieri (inclusi i nove ebrei presenti) fuggivano scavalcando le mura e dandosi alla macchia.<ref>[https://resistenzamappe.it/extraurbani/montechiarugolo/il-campo-di-concentramento-del-castello-di-montechiarugolo Il campo di concentramento del Castello di Montechiarugolo].</ref>
==Voci correlate==
 
Il breve assedio si concluse con la resa e l'arresto del direttore del campo, degli agenti e dei circa 50 reclusi rimasti nel castello (sui 103 originariamente presenti). Il campo venne chiuso e gli internati furono alloggiati nell'edificio delle scuole elementari di via Veneri, nel quartiere reggiano di Santa Croce, dove rimasero fino al dicembre dello stesso anno, per poi essere trasferiti altrove.
* [[Campo di concentramento di Theresienstadt]]
* [[Campo di sterminio di Birkenau]]
* [[Bambini di Terezín]]
* [[Olocausto]]
 
Se guardiamo all'insieme dei 65 ebrei che per periodi più o meno lunghi soggiornarono al Castello, otto di loro - arrestati dopo l'8 settembre 1943 in varie località della penisola - perirono ad [[Auschwitz]]. 57 furono i sopravvissuti. A tre di loro era stato concesso di emigrare prima dell'estate 1943. Gli altri - rimasti in Italia anche durante il periodo dell'occupazione tedesca - riuscirono tutti con vicissitudini varie a sfuggire alla morte, inclusi i nove fuggiti dal Castello nel settembre 1943. Tre dei fuggitivi furono arrestati nel dicembre 1943 nel vicino comune di [[Traversetolo]] (Parma), dove si erano rifugiati; essendo di nazionalità inglese tuttavia non furono deportati ad [[Auschwitz]], ma come prigionieri di guerra a [[Bergen-Belsen]] dove rimasero fino alla Liberazione il 1 maggio 1945.<ref>[http://www.annapizzuti.it/ Ebrei stranieri internati in Italia].</ref>
==Collegamenti esterni==
 
A una fase diversa dell'[[Olocausto in Italia]] appartiene l'istituzione nel dicembre 1943 del [[campo di concentramento di Monticelli Terme]] presso gli alberghi Terme e Bagni, sempre nel territorio del comune di [[Montechiarugolo]]. Si trattò non più di un luogo di internamento ma di uno dei [[campi di concentramento della Repubblica Sociale Italiana]], dove furono rinchiusi una quarantina di donne e bambini ebrei della Provincia di Parma, trasferiti quindi nel marzo 1944 a [[Fossoli]] per essere deportati e uccisi ad [[Auschwitz]].<ref>[https://resistenzamappe.it/extraurbani/montechiarugolo/campo-di-concentramento-di-transito-di-monticelli-terme Il campo di concentramento di transito di Monticelli Terme].</ref>
* {{en}} [http://www.holocaust.cz/en/history/events/the-terezin-family-camp-in-auschwitz-birkenau/ The Terezin Family Camp in Auschwitz-Birkenau].
* {{de}} [http://www.ghetto-theresienstadt.info/pages/f/familienlagerth.htm Familienlager Auschwitz]
 
''Bibliografia'' : Carlo Spartaco Capogreco, ''I campi del duce. L'internamento civile nell'Italia fascista (1940-1943)'', Giulio Einaudi Editore, Torino 2004; Marco Minardi, ''Tra chiuse mura. Deportazione e campi di concentramento nella provincia di Parma 1940-1945'', Comune di Montechiarugolo 1987.
{{Portale|ebraismo|nazismo}}
 
[[Categoria:Shoah]]
[[Categoria:Auschwitz]]
 
<<si arrese e i prigionieri ancora nel castello vennero trasferiti oltr’Enza dal reparto tedesco e il campo venne chiuso.
Nei giorni successivi all'8 settembre 1943 i tedeschi presero possesso del campo, arrestarono il direttore e gli agenti e trasferirono una cinquantina di internati (quelli che dei 103 presenti non erano riusciti a fuggire) nell'edificio delle scuole elementari di via Veneri, nel quartiere reggiano di Santa Croce, lasciandoli lì fino al dicembre dello stesso anno, per poi trasferirli altrove.>>
 
==== Il campo di concentramento di Montechiarugolo ====
 
Il Campo di Monticelli Terme, era presso l’Albergo Bagni (per le donne e i bambini) (6 dicembre 1943 – 9 marzo 1944).
 
Con la chiusura del campo, però, non terminò il ruolo occupato da Montechiarugolo nell'ambito del sistema concentrazionario fascista: nell'autunno 1943 si aprì una nuova fase che vide protagonista la neonata Repubblica Sociale Italiana. Dopo il tentativo di "isolamento" degli oppositori e dei nemici, ora iniziava la fase di "raccolta" di antifascisti ed ebrei, riuniti in campi di concentramento provinciali in attesa di essere trasferiti in campi di concentramento speciali e appositamente attrezzati. E così, il vice commissario federale del Partito Fascista Repubblicano di Parma, Guglielmo Ferri, in una circolare del 3 dicembre 1943 diretta ai commissari dei fasci repubblicani della provincia, dispose che fossero riattivati i campi di concentramento provinciali e che, in particolare, le donne e i bambini ebrei fossero raccolti negli alberghi Terme e Bagni di Monticelli Terme di Montechiarugolo. Il destino di chi passava per questo campo era ormai segnato: la deportazione nei campi di concentramento e di stermino nazisti. Le prime donne e bambini giunsero a Monticelli agli inizi di dicembre 1943. Alla fine del mese erano già 40. Il campo venne chiuso definitivamente il 9 marzo 1944 quando gli internati furono trasferiti tutti a Fossoli di Carpi, da dove partirono per Auschwitz insieme ad altre 835 persone con il convoglio del 5 aprile. Tra i bambini rinchiusi nei due edifici di Monticelli ci furono anche Donato e Cesare Della Pergola, figli del rabbino di Parma e di Emilia Camerini, catturati il 12 dicembre 1943 e condotti al campo con la madre, le zie e la nonna.
 
 
== Storia ==
 
==Riepilogo medaglie tuffi (Olimpiadi, Mondiali, Europei)==
Il nome di Fredy Hirsch è inseparabilmente legato all'educazione dei bambini e dei giovani nel ghetto di Terezín, e infine nel "campo-famiglia" di Birkenau. In particolare, il "blocco dei bambini", fondato sull'iniziativa di Hirsch nella sezione BIIb del campo Birkenau, è stato un notevole tentativo di creare una piccola oasi all'interno del campo di morte. Il suo scopo principale era assicurare che i minori prigionieri di Auschwitz avessero, almeno per breve tempo, un ambiente più tollerabile in cui sarebbero stati isolati dalla tragica realtà che li circondava.
 
===1920-1927===
 
{| class=wikitable cellspacing="1" cellpadding="3" style="border:1px solid #AAAAAA;font-size:90%"
I forti legami di Hirsch con gli scouting e gli ideali sionisti cominciarono a formarsi nella sua infanzia in Aachen. Come figli, lui e suo fratello Paul, due anni più anziani, erano attivi nella direzione del Jüdischer Pfadfinderbund Deutschland (JPD), che era vicino all'organizzazione sportiva ebraica Maccabi Hatzair.
|- bgcolor="#EFEFEF"
! width=150 | Competizione
! width=250 | Oro
! width=250 | Argento
! width=250 | Bronzo
|- align="center" valign="top" bgcolor="#FFFFFF"
 
|- style="background-color:lightblue"
Dopo che Hitler è venuto al potere, la famiglia Hirsch andava in modi diversi. Il fratello di Fredy e la madre Olga insieme al nuovo marito (il padre di Fredy era morto nel 1926) andarono in Bolivia, mentre Fredy, un sionista ardente, rimase in Germania. Era solo disposto a cercare una nuova casa se fosse in Palestina. Nel 1933 lasciò Aachen, lavorando per qualche tempo come capo della JPD a Düsseldorf. L'anno successivo si trasferì a Francoforte sul Meno, e poi nel 1935 emigrò a Praga, come molti altri ebrei tedeschi.
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 1927|''2^ Europeo'' <br> (Bologna 1927)]] <br> {{Med|O|Europa}} 0 - {{Med|A|Europa}} 0 - {{Med|B|Europa}} 2
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|''{{Med|B|Europa}} [[Luciano Cozzi]] (T3m) <br> {{Med|B|Europa}} [[Ezio Selva]] (P10m)
 
|}
Coloro che conobbero Fredy Hirsch lo ricordano come può anche essere visto nelle sue foto: un giovane uomo ben costruito e attraente con la posizione corretta di un atleta, i capelli ricresciuti in modo elegante. Arrivato in Cecoslovacchia vive prima a Ostrava, poi a Brno e dal 1939 a Praga. Si dedicò a lavorare con i giovani, alla formazione sportiva e alla preparazione di halutzim (pionieri in ceco) per aliya (collegamento in ceco) alla "Terra Promessa". Fino al 1940 organizzava campi di scout estivi nei pressi del villaggio di Bezpráví sulle Orlice fiume. A Praga, Hirsch ha guidato un gruppo di ragazzi di età compresa tra 12 e 14 anni, chiamati Havlaga. Nell'ottobre 1939, all'ultimo minuto, il gruppo è riuscito a partire per la Danimarca, un anno dopo si trasferisce in Palestina.
 
===1960-1969===
Il nome di Hirsch è collegato anche al parco giochi Hagibor nel quartiere Strašnice di Praga. Dopo un certo numero di decreti e divieti anti-ebrei emessi sotto il protettorato, il campo da giuoco è diventato uno dei pochi luoghi dove i bambini ebrei erano ancora autorizzati a giocare all'aperto e fare sport. Hirsch ha organizzato sport, competizioni, campi e produzioni teatrali per centinaia di bambini lì, diffondendo tra loro gli ideali di lavoro di squadra, responsabilità e abilità fisiche.
 
{| class=wikitable cellspacing="1" cellpadding="3" style="border:1px solid #AAAAAA;font-size:90%"
Fredy Hirsch è arrivato a Terezín il 4 dicembre 1941 come parte di una squadra chiamata Aufbaukommando II, composta da Hirsch e da altri 22 dipendenti della comunità ebraica che avevano il compito di organizzare la vita nel ghetto appena creato. Fin dall'inizio dell'esistenza del ghetto, sono state create speciali camere per i bambini, che vivevano separati dai loro genitori. Più tardi sono stati trasformati in "heims" - circa undici case per bambini dove un certo numero di assistenti e insegnanti si dedicavano all'educazione semi-legale dei bambini. Fredy Hirsch, Egon Redlich e Bedřich Prager erano responsabili della cura dei giovani. Hirsch e gli altri assistenti hanno cercato di migliorare le condizioni di vita dei bambini nel ghetto in qualsiasi modo possibile. Hirsch ha insistito che i bambini devono esercitare ogni giorno e prestare attenzione all'igiene personale per mantenere la loro condizione psicologica e fisica, perché in questa posizione la loro unica speranza di sopravvivenza. Il fatto che Hirsch venisse dalla Germania, e la sua sicurezza, significava che alcuni membri della SS avevano un certo grado di rispetto per lui. È riuscito così a guadagnare spazio per un parco giochi, dove nel maggio del 1943 si sono svolti i Giochi di Maestri di Terezín. Hirsch ha anche acquisito la capacità di portare gli individui dai trasporti previsti a est, e spesso hanno fatto uso di questo per beneficiare dei bambini.
|- bgcolor="#EFEFEF"
! width=210 | Competizione
! width=250 | Oro
! width=250 | Argento
! width=250 | Bronzo
|- align="center" valign="top" bgcolor="#FFFFFF"
 
|- style="background-color:lightgreen"
Nell'estate del 1943 è arrivato a Terezín un trasporto di 1.200 bambini ebrei del ghetto liquidato a Białystok. Sono stati tenuti isolati dagli altri ebrei di Terezín, ed è stato annunciato un rigoroso divieto di comunicazione con loro. Tuttavia, Fredy Hirsch è riuscito a contattare il proprio assistente. È stato catturato e come punizione è stato incluso nel trasporto che è andato per il campo di famiglia a Auschwitz-Birkenau il 6 settembre con 5.000 prigionieri.
|[[Tuffi ai Giochi della XVIII Olimpiade|'''Olimpiade''' <br> (Tokyo 1964)]] <br> {{Med|O|Olimpiadi}} 0 - {{Med|A|Olimpiadi}} 1 - {{Med|B|Olimpiadi}} 0
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|'''{{Med|A|Olimpiadi}} [[Klaus Dibiasi]] (P10m)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
 
|- style="background-color:lightblue"
I 5.000 deportati, prevalentemente ebrei ceche, hanno incluso circa 300 bambini di età compresa tra 15 e sotto. Era molto insolito che ci fossero bambini a Birkenau in quel momento, poiché la maggior parte di loro furono uccisi appena arrivò il trasporto. Oltre al campo di famiglia di Terezín, però, c'erano anche bambini nel campo zingaro. Grazie alla capacità di Hirsch di negoziare con i comandanti nazisti (ha sempre curato di apparire ben presentati e di stivali puliti) è riuscito a riservare uno degli edifici in legno nel campo di famiglia per il "blocco dei bambini".
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 1966|''11^ Europeo'' <br> (Utrecht 1966)]] <br> {{Med|O|Europa}} 1 - {{Med|A|Europa}} 0 - {{Med|B|Europa}} 1
|''{{Med|O|Europa}} [[Klaus Dibiasi]] (P10m)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|''{{Med|B|Europa}} [[Giorgio Cagnotto]] (T3m)
 
|- style="background-color:lightgreen"
Ha poi rinunciato alla sua posizione vantaggiosa come lagerkapo e divenne il capo del blocco dei bambini. Il blocco fu arredato in modo diverso dalla maggior parte degli altri edifici prigionieri di Birkenau. Invece di letti a castello a tre piani aveva tavoli da tavola ai quali erano seduti i bambini - poiché i bambini passavano solo la giornata qui, tornando alle loro famiglie di notte. Le pareti all'interno dell'edificio erano decorate con immagini di Biancaneve e dei Sette Nani, eschechi, fiori e personaggi da favola. I bambini passavano la maggior parte del giorno nel blocco 31. Qui mangiarono, e oltre alla zuppa, furono ottenuti altri alimenti da pacchi che erano arrivati ​​al campo ma i cui destinatari erano già morti. Anche se i bambini hanno naturalmente sofferto di fame, nessuno di loro è morto di malnutrizione prima che i prigionieri del trasporto di settembre siano stati uccisi in marzo. I bambini furono protetti anche dal regno del terrore altrimenti omnicomprensivo dei funzionari SS. Altre caratteristiche positive del blocco dei bambini erano che le chiamate giornaliere erano brevi e si sono svolte all'interno dell'edificio stesso, piuttosto che avvenire all'esterno e durare diverse ore - particolarmente crudele nel gelo e nella pioggia - come era il caso dei detenuti adulti. I bambini nel blocco hanno lezioni segrete e improvvisate, insegnate in piccoli gruppi in base all'età. Se si avvicinava una pattuglia di SS, le lezioni si trasformarono rapidamente in giochi, o i bambini cominciarono a cantare canzoni tedesche, che erano permesse. Anche per i custodi, lavorando nel blocco dei bambini avevano un certo vantaggio: un ambiente intellettuale e sotto il tetto, il che rendeva più facile per loro di mantenersi in condizioni psicologiche e fisiche relativamente buone. Gli insegnanti avrebbero comunicato ai bambini il contenuto dei libri che si ricordavano. Insegnavano loro la geografia, la storia, giocavano con loro e cantarono con loro. Alla fine del 1943 e all'inizio del 1944 i bambini hanno anche provato e realizzato una produzione di Snow White e dei sette nani. Erano presenti degli uomini SS, incluso il dottor Mengele, che applaudiva i bambini con entusiasmo, li aveva seduti sul ginocchio e chiese loro di chiamarlo zio. Dopo l'arrivo dei trasporti di dicembre c'erano circa 500 bambini nel blocco e Hirsch riuscì ad ottenere un ulteriore edificio per i bambini. Poiché il trasporto di settembre si avvicinò alla fine del suo periodo di quarantena di sei mesi verso la fine di febbraio 1944, i membri del movimento di resistenza del campo hanno contattato Fredy Hirsch. Sapevano che la parola "Sonderbehandlung", scritta sulla carta d'identità di ogni prigioniero nel campo familiare, significava veramente la morte nella camera a gas. In Fredy Hirsch, che godeva di autorità naturale tra i prigionieri, vide un potenziale leader della rivolta prevista. Hirsch si è trovata ad affrontare una decisione difficile: una ribellione significherebbe la possibilità di uccidere diversi uomini SS e di una minima possibilità di fuga per una manciata di prigionieri, ma anche una certa morte per la grande maggioranza dei prigionieri nel campo della famiglia e senza dubbio, una certa morte per tutti i bambini. La mattina dell'8 marzo ha ripreso la questione con Rudolf Vrba, collegato al movimento di resistenza di Auschwitz. Vrba lo visitò e gli disse che non c'era dubbio che l'intero trasporto stava dirigendo verso le camere a gas. Hirsch chiese un'ora per decidere. Un'ora dopo, Vrba lo trovò incosciente. Un medico ha dichiarato di aver preso un sovradosaggio di tranquillanti. Quella sera il corpo di Fredy Hirsch è stato bruciato nel crematorio di Birkenau, insieme ai resti dei 3.792 prigionieri assassinati del campo familiare di Terezín. Ancora una speculazione su quanto è accaduto nei minuti finali della sua vita. Non è del tutto chiaro come sia riuscito a ottenere una dose fatale della medicina, né se fosse veramente un suicidio. Prima della sua morte, Hirsch ha nominato i suoi successori come capo del blocco dei bambini - Seppl Lichtenstern e Jan Brammer.
|[[Tuffi ai Giochi della XIX Olimpiade|'''Olimpiade''' <br> (Città del Messico 1968)]] <br> {{Med|O|Olimpiadi}} 1 - {{Med|A|Olimpiadi}} 1 - {{Med|B|Olimpiadi}} 0
|'''{{Med|O|Olimpiadi}} [[Klaus Dibiasi]] (P10m)
|'''{{Med|A|Olimpiadi}} [[Klaus Dibiasi]] (T3m)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
 
|}
 
===1970-1979===
'''Alfred (Fredy) Hirsch''' was born in [[Aachen, Germany]] in 1916.<ref name="holocaust.cz">{{cite web|url=http://www.holocaust.cz/en/history/people/alfred-fredy-hirsch-2/|title=Alfred (Fredy) Hirsch - Holocaust|first=Nux s.r.o.|last=(www.nux.cz)|website=www.holocaust.cz}}</ref> Hirsch was a Jewish teacher and sportsman,<ref name="FH">{{Cite web |url=http://www.kampocesku.cz/article/16545/fredy-hirsch |title=Fredy Hirsch |last=Toman |first=Brod |last2=Sládek |first2=Luděk |publisher=kampocesku.cz |access-date=25 May 2017}}</ref> notable for helping and supporting thousands of Jewish children during the German occupation of [[Czechoslovakia]] in [[Prague]], the [[Theresienstadt concentration camp|Theresienstadt ghetto]] and then, in the [[Auschwitz concentration camp]]. He was given several opportunities to leave occupied Europe but would not leave the children alone. He was taken unconscious to the gas chambers and murdered together with almost all the children under his supervision on March 1944.<ref name="holocaust.cz"/>
 
{| class=wikitable cellspacing="1" cellpadding="3" style="border:1px solid #AAAAAA;font-size:90%"
[[File:Stolperstein Fredy Hirsch - Aachen (3).JPG|thumb|[[Stolperstein]] (stumbling stone) for Fredy Hirsch near his childhood residence in 7 Richardstrasse in [[Aachen]].<ref>{{cite web|url=http://www.wgdv.de/stolpersteine/personenverzeichnis/90-hirsch,-alfred-fredy|title=Hirsch, Alfred (Fredy)|first=|last=Theresa|website=www.wgdv.de}}</ref>]]
|- bgcolor="#EFEFEF"
! width=150 | Competizione
! width=250 | Oro
! width=250 | Argento
! width=250 | Bronzo
|- align="center" valign="top" bgcolor="#FFFFFF"
 
|- style="background-color:lightblue"
== Homosexuality ==
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 1970|''12^ Europeo'' <br> (Barcellona 1970)]] <br> {{Med|O|Europa}} 1 - {{Med|A|Europa}} 2 - {{Med|B|Europa}} 1
Fredy's [[homosexuality]] was known to many people in Theresienstadt and in Auschwitz, and was notable considering the prejudice towards homosexuals at that time.<ref>{{cite web|url=http://www.jpost.com/Diaspora/Educator-who-saved-Holocaust-youth-commemorated-in-his-native-Aachen-444801|title=Educator who saved Holocaust youth commemorated in his native Aachen|publisher=}}</ref>
|''{{Med|O|Europa}} [[Giorgio Cagnotto]] (T3m)
|''{{Med|A|Europa}} [[Klaus Dibiasi]] (T3m) <br> {{Med|A|Europa}} [[Klaus Dibiasi]] (P10m)
|''{{Med|B|Europa}} [[Giorgio Cagnotto]] (P10m)
 
|- style="background-color:lightgreen"
== Note ==
|[[Tuffi ai Giochi della XX Olimpiade|'''Olimpiade''' <br> (Monaco 1972)]] <br> {{Med|O|Olimpiadi}} 1 - {{Med|A|Olimpiadi}} 1 - {{Med|B|Olimpiadi}} 1
|'''{{Med|O|Olimpiadi}} [[Klaus Dibiasi]] (P10m)
|'''{{Med|A|Olimpiadi}} [[Giorgio Cagnotto]] (T3m)
|'''{{Med|B|Olimpiadi}} [[Giorgio Cagnotto]] (P10m)
 
|- style="background-color:yellow"
<references/>
|[[Tuffi ai campionati mondiali di nuoto 1973|'''1^ Mondiale''' <br> (Belgrado 1973)]] <br> {{Med|O|Mondo}} 1 - {{Med|A|Mondo}} 1 - {{Med|B|Mondo}} 0
|'''{{Med|O|Mondo}} [[Klaus Dibiasi]] (P10m)
|'''{{Med|A|Mondo}} [[Klaus Dibiasi]] (T3m)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
 
|- style="background-color:lightblue"
== Bibliografia ==
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 1974|''13^ Europeo'' <br> (Vienna 1974)]] <br> {{Med|O|Europa}} 2 - {{Med|A|Europa}} 1 - {{Med|B|Europa}} 0
* {{cite book|last=Kämper|first=Dirk|title=Fredy Hirsch und die Kinder des Holocaust (in German)|publisher=Orell Füssli|date=2015|isbn=978-3-280-05588-5}}
|''{{Med|O|Europa}} [[Klaus Dibiasi]] (T3m) <br> {{Med|O|Europa}} [[Klaus Dibiasi]] (P10m)
* [https://collections.ushmm.org/search/catalog/irn37287 Oral history interview with Auscwitz survivor] [[Dina Babbitt]] that mentions Fredy Hirsch
|''{{Med|A|Europa}} [[Giorgio Cagnotto]] (T3m)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
 
|- style="background-color:yellow"
|[[Tuffi ai campionati mondiali di nuoto 1975|'''2^ Mondiale''' <br> (Cali 1975)]] <br> {{Med|O|Mondo}} 1 - {{Med|A|Mondo}} 1 - {{Med|B|Mondo}} 0
|'''{{Med|O|Mondo}} [[Klaus Dibiasi]] (P10m)
|'''{{Med|A|Mondo}} [[Klaus Dibiasi]] (T3m)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
 
|- style="background-color:lightgreen"
|[[Tuffi ai Giochi della XXI Olimpiade|'''Olimpiade''' <br> (Montréal 1976)]] <br> {{Med|O|Olimpiadi}} 1 - {{Med|A|Olimpiadi}} 1 - {{Med|B|Olimpiadi}} 0
|'''{{Med|O|Olimpiadi}} [[Klaus Dibiasi]] (P10m)
|'''{{Med|A|Olimpiadi}} [[Giorgio Cagnotto]] (T3m)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
 
|- style="background-color:lightblue"
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 1977|''14^ Europeo'' <br> (Jönköping 1977)]] <br> {{Med|O|Europa}} 0 - {{Med|A|Europa}} 1 - {{Med|B|Europa}} 0
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|''{{Med|A|Europa}} [[Giorgio Cagnotto]] (T3m)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
 
|- style="background-color:yellow"
|[[Tuffi ai campionati mondiali di nuoto 1978|'''3^ Mondiale''' <br> (Berlino 1978)]] <br> {{Med|O|Mondo}} 0 - {{Med|A|Mondo}} 0 - {{Med|B|Mondo}} 1
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|'''{{Med|B|Mondo}} [[Giorgio Cagnotto]] (T3m)
 
|}
 
===1980-1989===
 
{| class=wikitable cellspacing="1" cellpadding="3" style="border:1px solid #AAAAAA;font-size:90%"
|- bgcolor="#EFEFEF"
! width=150 | Competizione
! width=250 | Oro
! width=250 | Argento
! width=250 | Bronzo
|- align="center" valign="top" bgcolor="#FFFFFF"
 
|- style="background-color:lightgreen"
|[[Tuffi ai Giochi della XXII Olimpiade|'''Olimpiade''' <br> (Mosca 1980)]] <br> {{Med|O|Olimpiadi}} 0 - {{Med|A|Olimpiadi}} 0 - {{Med|B|Olimpiadi}} 1
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|'''{{Med|B|Olimpiadi}} [[Giorgio Cagnotto]] (T3m)
 
|- style="background-color:lightblue"
Bambini di Mengele
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 1985|''17^ Europeo'' <br> (Sofia 1985)]] <br> {{Med|O|Europa}} 0 - {{Med|A|Europa}} 0 - {{Med|B|Europa}} 1
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|''{{Med|B|Europa}} [[Domenico Rinaldi]] (P10m)
 
|}
[[File:Освобожденные дети Освенцима.jpeg|thumb|250px|Bambini sopravvissuti ad Auschwitz]]
I '''bambini di Mengele''' sono un gruppo di bambini (specialmente gemelli) selezionati ad [[Auschwitz]] tra il maggio 1943 e il gennaio 1945 come cavie per gli esperimenti medici di [[Josef Mengele]]. Circa 3000 bambini furono selezionati a vivere e morire nel blocco 10 del campo, ne sopravvissero 200.
 
==La vicenda=1990-1999===
 
{| class=wikitable cellspacing="1" cellpadding="3" style="border:1px solid #AAAAAA;font-size:90%"
Dal maggio 1943 Josef Mengele, assieme al altri medici nazisti, lavorava a [[Birkenau]] per la selezione dei prigionieri in arrivo al campo. Era lui a decidere chi (anziani, malati, bambini con le loro mamme) dovesse incamminarsi direttamente per le camere a gas o chi fosse adatto al lavoro coatto.
|- bgcolor="#EFEFEF"
! width=150 | Competizione
! width=250 | Oro
! width=250 | Argento
! width=250 | Bronzo
|- align="center" valign="top" bgcolor="#FFFFFF"
 
|- style="background-color:lightblue"
Mengele però era ad Auschwitz prima di tutto per perseguire i suoi interessi di ricerca pseudo-scientifici sulla "razza". Era convinto che la genetica potesse dare un contributo decisivo all'identificazione dei tratti dominanti della "razza ariana", al mantenimento della sua "purezza" e alla riproduzione di essa.<ref>Paul Weindling, ''Victims and Survivors of Nazi Human Experiments: Science and Suffering in the Holocaust'', London : Bloomsbury, 2015.</ref>
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 1991|''20^ Europeo'' <br> (Atene 1991)]] <br> {{Med|O|Europa}} 0 - {{Med|A|Europa}} 0 - {{Med|B|Europa}} 1
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|''{{Med|B|Europa}} [[Davide Lorenzini]] (T3m)
 
|- style="background-color:lightblue"
Mengele aveva lavorato per il professor [[Otmar Freiherr von Verschuer]], un biologo pioniere nello studio dei gemelli. Credeva che nei gemelli si trovassero i segreti dell'ereditarietà. Scoprirli, significava per lui garantire il futuro e l'eternità della "razza ariana".<ref>[http://isurvived.org/2Postings/mengele-AUSCHWITZ.html Mengele's Children: The Twins of Auschwitz].</ref>
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 1997|''23^ Europeo'' <br> (Siviglia 1997)]] <br> {{Med|O|Europa}} 0 - {{Med|A|Europa}} 0 - {{Med|B|Europa}} 1
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|''{{Med|B|Europa}} [[Nicola Marconi]] & [[Donald Miranda]] (T3m sincro)
 
|- style="background-color:lightblue"
Lavorando ad Auschwitz, gli si offriva la possibilità di selezionare un gran numero di "cavie umane" da destinare alle sue ricerche, cavie che potevano essere usate a suo piacimento senza alcuna limitazione ed essere sostituite altrettanto facilmente in caso di morte.<ref>[http://www.bbc.com/news/magazine-30933718 The Twins of Auschwitz, BBC News (28 gennaio 2015)].</ref>
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 1999|''24^ Europeo'' <br> (Istanbul 1999)]] <br> {{Med|O|Europa}} 1 - {{Med|A|Europa}} 0 - {{Med|B|Europa}} 0
|''{{Med|O|Europa}} [[Nicola Marconi]] & [[Donald Miranda]] (T3m sincro)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
 
|}
Così sulla rampa di arrivo a Auschwitz-Birkenau, anche quando non fosse il suo turno come selettore, Mengele era quasi sempre presente, continuamente alla ricerca di bambini (gemelli identici, ma anche fratelli che sembrassero tali) adatti ai suoi esperimenti. Era anche interessato a persone affette da nanismo o gigantismo o ogni tipo di carattere o malattia ereditaria, dei quali era convinto che si potesse tracciare un'origine genetica "razziale".<ref>[http://www.bbc.com/news/magazine-30933718 The Twins of Auschwitz, BBC News (28 gennaio 2015)].</ref>
 
===2000-2009===
Almeno 3.000 gemelli furono selezionati. Essi venivano di regola sottratti ai loro genitori; soltanto in casi di bambini neonati, talora fu concesso alla madre di seguirli.
 
{| class=wikitable cellspacing="1" cellpadding="3" style="border:1px solid #AAAAAA;font-size:90%"
Una speciale baracca (la numero 10) era riservata ai bambini di Mengele. Essi erano trattati a tutti gli effetti come animali da laboratorio. Dopo la doccia, era loro tatuato un numero secondo una sequenza speciale. I loro capelli non venivano immediatamente rasati né era imposto loro l'uniforme del campo. Mengele si preoccupava che essi fossero in buona salute. Ricevevano buone razioni alimentari e le condizioni di vita nella baracca erano migliori che altrove. Espletata al mattino il rituale dell'appello all'aperto, ai bambini era concesso giocare e non era imposto loro alcun lavoro. Mengele stesso si fermava con loro a scherzare, spesso donando loro delle caramelle.<ref>Eva Mozes Kor, ''Surviving the Angel of Death: The True Story of a Mengele Twin in Auschwitz'', Terre Haute: Tanglewood, 2012.</ref>
|- bgcolor="#EFEFEF"
! width=150 | Competizione
! width=250 | Oro
! width=250 | Argento
! width=250 | Bronzo
|- align="center" valign="top" bgcolor="#FFFFFF"
 
|- style="background-color:lightblue"
Ogni giorno però i bambini erano sottoposti ad esperimenti. Ogni dettaglio della loro anatomia era accuratamente esaminato, studiato e misurato. Continui prelievi del sangue o iniezioni di farmaci erano parte della routine quotidiana. Questi esami spesso causavano dolori gravi e infezioni. Talora, si procedeva a interventi chirurgici, eseguiti senza anestesia, che potevano includere la rimozione di organi, o l'amputatione di parti del corpo. Quando un gemello moriva, l'altro veniva ucciso con un'iniezione al cuore di fenolo, per esaminare e confrontare gli effetti della malattia.<ref>[http://www.jewishvirtuallibrary.org/josef-mengele Josef Mengele, in ''Jewish Virtual Library'']</ref>
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 2002|''26^ Europeo'' <br> (Berlino 2002)]] <br> {{Med|O|Europa}} 1 - {{Med|A|Europa}} 1 - {{Med|B|Europa}} 2
|''{{Med|O|Europa}} [[Nicola Marconi]] (T1m)
|''{{Med|A|Europa}} [[Tania Cagnotto]] (P10m)
|''{{Med|B|Europa}} [[Nicola Marconi]] & [[Tommaso Marconi]] (T3m sincro) <br> {{Med|B|Europa}} [[Tania Cagnotto]] & [[Maria Marconi]] (T3m sincro)
 
|- style="background-color:lightblue"
Tutti i morti erano soggetti ad autopsia che veniva effettuata dal dott. [[Miklos Nyiszli]], un medico patologo prigioniero ad Auschwitz, che per ognuno doveva stendere un accurato rapporto.<ref>[[Miklós Nyiszli]], ''[[Medico ad Auschwitz]]'', Milano: Sugar, 1962.</ref> Alcuni organi, occhi, campioni di sangue e tessuti venivano inviati a Verschuer all'Istituto di ricerca biologico-razziale di Berlino, dove venivano analizzati, con lo scopo di riuscire a trovare una differenza sostanziale tra il sangue degli ariani e quello dei non-ariani.
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 2004|''27^ Europeo'' <br> (Madrid 2004)]] <br> {{Med|O|Europa}} 2 - {{Med|A|Europa}} 1 - {{Med|B|Europa}} 3
|''{{Med|O|Europa}} [[Tania Cagnotto]] (P10m) <br> {{Med|O|Europa}} [[Nicola Marconi]] & [[Tommaso Marconi]] (T3m sincro)
|''{{Med|A|Europa}} [[Nicola Marconi]] (T1m)
|''{{Med|B|Europa}} [[Tania Cagnotto]] (T1m) <br> {{Med|B|Europa}} [[Valentina Marocchi]] (P10m) <br> {{Med|B|Europa}} [[Brenda Spaziani]] & [[Valentina Marocchi]] (P10m sincro)
 
|- style="background-color:yellow"
Un altro campo al centro delle attenzioni di Mengele erano le anomalie dell'apparato visivo e, in particolare, la eterocromia, che consiste nello scolorimento dell'iride di un occhio che quindi risulta di colore diverso dall'altro. Lo scopo che spingeva Mengele a perseguire questo genere di studi era quello di poter influire sulla colorazione degli occhi, trasformando quelli scuri e facendoli diventare azzurri. La pratica comportava l'iniezione di metilene blu direttamente nell'iride. Data la mancanza di ogni base scientifica, l'esperimento risultava del tutto inutile con l'unico risultato di produrre sofferenze e cecità.<ref>[http://www.pinchetti.net/tesina/infanzia/espgemelli.html L'infanzia negata].</ref>
|[[Tuffi ai campionati mondiali di nuoto 2005|'''11^ Mondiale''' <br> (Montréal 2005)]] <br> {{Med|O|Mondo}} 0 - {{Med|A|Mondo}} 0 - {{Med|B|Mondo}} 1
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|'''{{Med|B|Mondo}} [[Tania Cagnotto]] (T3m)
 
|- style="background-color:lightblue"
Mengele era anche interessato allo studio di una malattia chiamata "Noma" (una cancrena che aggredisce il viso). Quando si accorse che i bambini rom ne venivano particolarmente colpiti se ne interessò immediatamente, considerandola di origine genetica. Credeva che questa particolare esposizione alla malattia fosse la prova di una loro predisposizione "razziale". In realtà, la malattia era dovuta alle precarie condizioni alimentari, e questo spiegava il motivo per il quale i deportati contraevano questa particolare patologia nel campo. I bambini rom oggetto delle attenzioni di Mengele non erano curati, bensì si aspettava il progredire della malattia per studiarla, finché i malati, consumati dalla malattia, venivano avviati alle camere a gas.<ref>[http://www.pinchetti.net/tesina/infanzia/espgemelli.html L'infanzia negata].</ref>
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 2006|''28^ Europeo'' <br> (Budapest 2006)]] <br> {{Med|O|Europa}} 0 - {{Med|A|Europa}} 0 - {{Med|B|Europa}} 4
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|''{{Med|B|Europa}} [[Cristopher Sacchin]] (T1m) <br> {{Med|B|Europa}} [[Maria Marconi]] (T1m) <br> {{Med|B|Europa}} [[Nicola Marconi]] & [[Tommaso Marconi]] (T3m sincro) <br> {{Med|B|Europa}} [[Michele Benedetti]] & [[Francesco Dell'Uomo]] (P10m sincro)
 
|- style="background-color:yellow"
Talora Mengele metteva a disposizione le proprie "cavie" anche per altri laboratori di ricerca come nel caso dei 20 bambini inviati al [[campo di concentramento di Neuengamme]] presso [[Amburgo]] per essere sottoposti agli esperimenti sulla tubercolosi del dottor [[Kurt Heissmeyer]]. In essi trovò la morte anche il piccolo [[Sergio De Simone]].<ref>Maria Pia Bernicchia, ''I 20 bambini di Bullenhauser Damm'', Milano: Proedi, 2004; Idem, ''Chi vuol vedere la mamma faccia un passo avanti'', Milano: Proedi, 2007.</ref>
|[[Tuffi ai campionati mondiali di nuoto 2007|'''12^ Mondiale''' <br> (Melbourne 2007)]] <br> {{Med|O|Mondo}} 0 - {{Med|A|Mondo}} 0 - {{Med|B|Mondo}} 2
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|'''{{Med|B|Mondo}} [[Tania Cagnotto]] (T3m) <br> {{Med|B|Mondo}} [[Cristopher Sacchin]] (T1m)
 
|- style="background-color:lightblue"
Gli studi di Mengele sono passati alla storia per la crudeltà con cui venivano eseguiti, e per la completa inutilità a fini scientifici. Solo 200 dei bambini di Mengele erano ancora vivi nel gennaio 1945 quando il campo di Auschwitz-Birkenau fu liberato dalle truppe sovietiche, tra cui anche le piccole [[Andra e Tatiana Bucci]]. Ci sono anch'essi tra i bambini spesso ritratti nelle foto di quei giorni dietro il filo spinato, rappresentando essi la maggioranza (anche se non la totalità) delle poche centinaia di bambini presenti a Auschwitz al momento della Liberazione. <ref>[http://www.jewishvirtuallibrary.org/josef-mengele Josef Mengele, in ''Jewish Virtual Library''].</ref>
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 2008|''29^ Europeo'' <br> (Endhoven 2008)]] <br> {{Med|O|Europa}} 1 - {{Med|A|Europa}} 0 - {{Med|B|Europa}} 3
|''{{Med|O|Europa}} [[Tania Cagnotto]] (P10m)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|''{{Med|B|Europa}} [[Cristopher Sacchin]] (T1m) <br> [[Maria Marconi]] (T1m) <br> {{Med|B|Europa}} [[Francesco Dell'Uomo]] (P10m) <br> {{Med|B|Europa}} [[Tania Cagnotto]] & [[Noemi Batki]] (P10m sincro)
 
|- style="background-color:yellow"
==Note==
|[[Tuffi ai campionati mondiali di nuoto 2009|'''13^ Mondiale''' <br> (Roma 2009)]] <br> {{Med|O|Mondo}} 0 - {{Med|A|Mondo}} 1 - {{Med|B|Mondo}} 1
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|'''{{Med|A|Mondo}} [[Tania Cagnotto]] & [[Francesca Dallapé]] (T3m sincro)
|'''{{Med|B|Mondo}} [[Tania Cagnotto]] (T3m)
 
|}
 
===2010-2019===
 
{| class=wikitable cellspacing="1" cellpadding="3" style="border:1px solid #AAAAAA;font-size:90%"
|- bgcolor="#EFEFEF"
! width=150 | Competizione
! width=250 | Oro
! width=250 | Argento
! width=250 | Bronzo
|- align="center" valign="top" bgcolor="#FFFFFF"
 
|- style="background-color:yellow"
|[[Tuffi ai campionati mondiali di nuoto 2011|'''14^ Mondiale''' <br> (Shanghai 2011)]] <br> {{Med|O|Mondo}} 0 - {{Med|A|Mondo}} 0 - {{Med|B|Mondo}} 1
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|'''{{Med|B|Mondo}} [[Tania Cagnotto]] (T1m)
 
|- style="background-color:yellow"
|[[Tuffi ai campionati mondiali di nuoto 2013|'''15^ Mondiale''' <br> (Barcellona 2013)]] <br> {{Med|O|Mondo}} 0 - {{Med|A|Mondo}} 2 - {{Med|B|Mondo}} 0
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|'''{{Med|A|Mondo}} [[Tania Cagnotto]] (T1m) <br> {{Med|A|Mondo}} [[Tania Cagnotto]] & [[Francesca Dallapé]] (T3m sincro)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
 
|- style="background-color:yellow"
|[[Tuffi ai campionati mondiali di nuoto 2015|'''16^ Mondiale''' <br> (Kazan 2015)]] <br> {{Med|O|Mondo}} 1 - {{Med|A|Mondo}} 0 - {{Med|B|Mondo}} 2
|'''{{Med|O|Mondo}} [[Tania Cagnotto]] (T1m)
| -- -- -- -- -- --
|'''{{Med|B|Mondo}} [[Tania Cagnotto]] (T3m) <br> {{Med|B|Mondo}} [[Tania Cagnotto]] & [[Maicol Verzotto]] (T3m sincro misto)
 
|- style="background-color:lightgreen"
|[[Tuffi ai Giochi della XXXI Olimpiade|'''Olimpiade''' <br> (Rio de Janeiro 2016)]] <br> {{Med|O|Olimpiadi}} 0 - {{Med|A|Olimpiadi}} 1 - {{Med|B|Olimpiadi}} 1
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|'''{{Med|A|Olimpiadi}} [[Tania Cagnotto]] & [[Francesca Dallapé]] (T3m sincro)
|'''{{Med|B|Olimpiadi}} [[Tania Cagnotto]] (T3m)
 
|- style="background-color:yellow"
|[[Tuffi ai campionati mondiali di nuoto 2017|'''17^ Mondiale''' (Budapest 2017)]] <br> {{Med|O|Mondo}} 0 - {{Med|A|Mondo}} 0 - {{Med|B|Mondo}} 3
| align="center"|-- -- -- -- -- --
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|'''{{Med|B|Mondo}} [[Giovanni Tocci]] (T1m) <br> {{Med|B|Mondo}} [[Alessandro De Rose]] (grandi altezze) <br> {{Med|B|Mondo}} [[Elena Bertocchi]] (T1m)
 
|}
 
===2020-2029===
 
{| class=wikitable cellspacing="1" cellpadding="3" style="border:1px solid #AAAAAA;font-size:90%"
|- bgcolor="#EFEFEF"
! width=150 | Competizione
! width=250 | Oro
! width=250 | Argento
! width=250 | Bronzo
|- align="center" valign="top" bgcolor="#FFFFFF"
 
|- style="background-color:yellow"
|[[Tuffi ai campionati mondiali di nuoto 2022|'''19^ Mondiale''' <br> (Budapest 2022)]] <br> {{Med|O|Mondo}} 0 - {{Med|A|Mondo}} 1 - {{Med|B|Mondo}} 0
| align="center"|-- -- -- -- -- --
|'''{{Med|A|Mondo}} [[Matteo Santoro]] & [[Chiara Pellacani]] (T3m sincro misto)
| align="center"|-- -- -- -- -- --
 
|- style="background-color:lightblue"
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 2020|''35^ Europeo'' <br> (Budapest 2020)]] <br> {{Med|O|Europa}} 2 - {{Med|A|Europa}} 3 - {{Med|B|Europa}} 2
|''{{Med|O|Europa}} [[Elena Bertocchi]] (T1m) <br> {{Med|O|Europa}} [[Chiara Pellacani]] & [[Matteo Santoro]] (T3m sincro)
|''{{Med|A|Europa}} [[Chiara Pellacani]] (T3m) <br> {{Med|A|Europa}} [[Elena Bertocchi]] & [[Chiara Pellacani]] (T3m sincro) <br> {{Med|O|Europa}} Team Event ([[Chiara Pellacani]], [[Sarah Jodoin Di Maria]], [[Andreas Sargent Larsen]], [[Riccardo Giovannini]])
|''{{Med|B|Europa}} [[Giovanni Tocci]] (T1m) <br> {{Med|B|Europa}} [[Chiara Pellacani]] (T1m)
 
|- style="background-color:lightblue"
|[[Tuffi ai Campionati europei di nuoto 2022|''36^ Europeo'' <br> (Roma 2022)]] <br> {{Med|O|Europa}} 4 - {{Med|A|Europa}} 3 - {{Med|B|Europa}} 7
|''{{Med|O|Europa}} [[Lorenzo Marsaglia]] (T3m) <br> {{Med|O|Europa}} [[Elena Bertocchi]] (T1m) <br> {{Med|O|Europa}} [[Chiara Pellacani]] (T3m) <br> {{Med|O|Europa}} Team Event ([[Eduard Timbretti Gugiu]], [[Sarah Jodoin Di Maria]], [[Andreas Sargent Larsen]], [[Chiara Pellacani]])
|''{{Med|A|Europa}} [[Lorenzo Marsaglia]] (T1m) <br> {{Med|A|Europa}} [[Lorenzo Marsaglia]] & [[Giovanni Tocci]] (T3m sincro) <br> {{Med|A|Europa}} [[Elena Bertocchi]] & [[Chiara Pellacani]] (T3m sincro)
|''{{Med|B|Europa}} [[Giovanni Tocci]] (T1m) <br> {{Med|B|Europa}} [[Giovanni Tocci]] (T3m) <br> {{Med|B|Europa}} [[Chiara Pellacani]] (T1m) <br> {{Med|B|Europa}} [[Chiara Pellacani]] & [[Matteo Santoro]] (T3m sincro) <br> {{Med|B|Europa}} [[Eduard Timbretti Gugiu]] & [[Sarah Jodoin Di Maria]] (P10m sincro) <br> {{Med|B|Europa}} [[Alessandro De Rose]] (grandi altezze) <br> {{Med|B|Europa}} [[Elisa Cosetti]] (grandi altezze)
 
|}
 
== Giochi Olimpici ==
{{vedi anche|Tuffi ai Giochi olimpici}}
 
== Campionati mondiali ==
{{vedi anche|Campionato mondiale di tuffi|Medaglie dei Campionati mondiali di nuoto - Tuffi}}
 
== Campionati europei ==
{{vedi anche|Campionati europei di tuffi|Medaglie europee di tuffi}}
 
== Voci correlate ==
*[[Federazione Italiana Nuoto]]
 
==Collegamenti esterni==
*{{cita web|http://www.federnuoto.it/|Sito ufficiale della FIN}}
 
{{Rappresentative sportive nazionali italiane}}
 
 
 
 
[[File:Gedenkstätte KZ Gunskirchen.jpg|thumb|Il memoriale del campo]]
[[File:Mauthausen Nebenlager Gunskirchen, Tafel 1.jpg|thumb|Targa commemorativa (inglese/tedesco)]]
[[File:Mauthausen Nebenlager Gunskirchen, Tafel 2.jpg|thumb|Targa commemorativa (tedesco)]]
 
Il '''campo di concentramento di Gunskirchen''', era un [[lager]] [[Nazismo|nazista]], uno dei quarantanove [[Sottocampi di Mauthausen|sottocampi]] del [[Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen|campo di concentramento di Mauthausen]], sito nell'[[Gunskirchen|omonima località austriaca]], attivo dal dicembre del 1944 fino al 4 maggio 1945, il giorno in cui fu scoperto e liberato da militari statunitensi.
 
== Storia ==
 
Le prime indicazioni sulla edificazione del campo in un'area forestale incontaminata risalgono al 27 dicembre 1944; a quel tempo circa 400 prigionieri furono impiegati nella costruzione del sottocampo. Questi prigionieri furono inizialmente ospitati in un ex edificio scolastico nel villaggio di Gunskirchen. Il campo divenne operativo nel marzo 1945, come campo di accoglienza per gli oltre 15.000 prigionieri ebrei ungheresi che erano stati precedentemente impiegati nella costruzione di fortificazioni al confine con l'Ungheria. "Evacuati" a Mauthausen, vi avevano trovato rifugio in tende.
 
La decisione di trasferire i prigionieri a Gunskirchen si era resa necessaria perche' le condizioni sanitarie inadeguate della tendopoli mettevano in pericolo l'intero campo di Mauthausen. Ai prigionieri ungheresi furono uniti anche i molti prigionieri ebrei giunti a Mauthausen da Auschwitz o altri campi con le marce della morte. L'accorpamento dei prigionieri ebrei in un campo separato fu molto probabilmente dovuto anche alla direttiva di Heinrich Himmler, secondo la quale gli ebrei dovevano essere tenuti in vita come possibile pegno di scambio.<ref>Daniel Blatman, ''Die Todesmärsche 1944/45. Das letzte Kapitel des nationalsozialistischen Massenmords'', Reinbek/Hamburg 2011, ISBN 978-3-498-02127-6, p.386s.</ref>
 
I prigionieri, tra cui numerose donne e bambini, lasciarono il campo principale di Mauhausen in tre gruppi tra il 16 e il 28 aprile 1945. Per i prigionieri indeboliti, queste marce verso Gunskirchen, a 55 chilometri di distanza, divennero marce della morte. Numerose persone morirono lungo la strada o furono uccise dalle guardie. Presumibilmente ci furono oltre 1500 vittime.<ref>Blatman, ''Die Todesmärsche 1944/45'', p.388.</ref>
 
Le baracche provvisorie di Gunskirchen furono presto completamente sovraffollate. Nelle ultime settimane e giorni prima della liberazione la situazione andò completamente fuori controllo: la maggior parte dei prigionieri si trovarono privi di alcun riparo entro i recinti del campo esposti alla pioggia e alle intemperie, le forniture di cibo e acqua scarseggiarono fino a cessare del tutto, un'epidemia di tifo si diffuse senza controllo. Centinaia di persone morivano nel campo ogni giorno. Si cercò inizialmente di seppellire i morti in fosse comuni, poi a migliaia rimasero insepolti nel campo.
 
== La Liberazione del campo (3-5 maggio 1945) ==
 
L'SS-Hauptsturmführer Karl Schulz annunciò il 3 maggio 1945 che voleva consegnare il campo agli americani. Lo stesso giorno, i dipendenti del Comitato Internazionale della Croce Rossa arrivarono al campo e cercarono di assicurare i primi rifornimenti. Molti dei prigionieri ancora in forze abbandonarono il campo in cerca di cibo. Quando il 4-5 maggio 1945 l'esercito americano raggiunse il campo, si trovò di fronte ad una situazione spaventosa: 5.419 prigionieri esausti affollavano il campo.<ref>Blatman, ''Die Todesmärsche 1944/45'', p.392.</ref> Per più di 1.000 di essi era ormai troppo tardi: morirono di malattia e di stenti nei giorni seguenti. Secondo le prime stime americane, almeno 3.000 morti erano in fosse comuni o ancora insepolti nel campo. Altre stime nel 1946 parlano di 4.500 corpi.<ref>Blatman, ''Die Todesmärsche 1944/45'', p.392.</ref>
 
Tra i prigionieri liberati a Gunschirchen c'erano anche molti bambini ungheresi giunti al campo con le loro famiglie e numerosi adolescenti provenienti da Auschwitz ed evacuati a Mauthausen nel gennaio 1945. Tra di essi anche i nuclei superstiti di due gruppi di lavoro che si erano formati ad Auschwitz con bambini provenienti di Teresin (i "Birkenau Boys") e dal [[ghetto di Kovno]] (i "Kovno Boys").
 
==Deportati italiani nel lager di Gunskirchen==
 
Tra i prigionieri del lager di Gunskirchen c'erano anche alcuni italiani:
 
* [[Lodovico Barbiano di Belgiojoso]]
* [[Bruno Vasari]]
* [[Rahamin Coen (Cohen)]]
 
== La memoria ==
 
Nel 1979, 1.227 morti furono riesumati da fosse comuni e sepolti nel Memoriale di Mauthausen. Una lapide nella foresta vicino a Gunskirchen reca l'iscrizione: "Il 4 maggio 1945, il campo di concentramento di Gunskirchen fu scoperto e liberato in questo luogo dalla 71a divisione di fanteria dell'esercito degli Stati Uniti".
 
Nel 1981 è stato eretto un monumento alla confluenza di Lambcher Strasse con Bundesstrasse 1.<ref>[https://www2.land-oberoesterreich.gv.at/internetgeschichte/InternetGeschichteTkzgedenkstSuchenListe.jsp?gemcan=41203&gemeinde=Gunskirchen Gedenkstätte KZ Gunskirchen].</ref>
 
== Note ==
 
<references/>
 
==Bibliografia==
Testimonianze dirette di italiani prigionieri nel Lager di Gunskirchen:
* Lodovico Barbiano di Belgiojoso, ''Notte, nebbia, racconto di Gusen'', Guanda, Parma 1996, ISBN 88-7746-936-6
* Bruno Vasari, ''Mauthausen, bivacco della morte'', La Fiaccola, Milano 1945
 
{{Olocausto}}
===Testimonianze===
{{Campi di concentramento in Austria}}
{{Campi di concentramento nazisti durante la seconda guerra mondiale}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|ebraismo|nazismo|Seconda guerra mondiale|storia}}
 
* [[Miklós Nyiszli]], ''[[Medico ad Auschwitz]]'', Milano: Sugar, 1962.
* Eva Mozes Kor, ''Surviving the Angel of Death: The True Story of a Mengele Twin in Auschwitz'', Terre Haute: Tanglewood, 2012.
* Titti Marrone, ''Meglio non sapere'', Roma: Laterza, 2003. <Testimonianza di [[Andra e Tatiana Bucci]]>
 
===Studi, monografie===
 
== I bambini di Kovno ==
* Robert Jay Lifton. ''I medici nazisti'', Milano: Rizzoli, 1988 (rist. 2016).
* Paul Weindling, ''Victims and Survivors of Nazi Human Experiments: Science and Suffering in the Holocaust'', London : Bloomsbury, 2015.
 
Tra gli uomini destinati a Dachau in seguito alla liquidazione del ghetto c'erano anche 130 ragazzi adolescenti tra gli 8 i 16 anni (i bambini più piccoli erano stati lasciati con le donne a Stutthof). Giudicati inadatti per il lavoro forzato, giunti a Landsberg essi furono separati dagli adulti con l'intento di mandarli a morire ad Auschwitz. Nei giorni in cui essi rimasero a Landsberg ad essi si unì di nascosto il diciassettenne Wolf Galperin cui il padre aveva chiesto di non lasciar solo il fratello minore Shlomo che era stato selezionato a far parte del gruppo. Maggiore d'età e dotato di forte carisma, Wolf divenne il capo riconosciuto del gruppo.
==Filmografia==
 
Ormai separati dagli adulti, i 131 ragazzi giunsero da Landsberg a Dachau. Furono sistemati in una baracca di legno e fecero una doccia. La sosta a Dachau, tuttavia, era intesa solo come una tappa del viaggio in treno da Landsberg a Birkenau. Durante l'intero viaggio i ragazzi, già uniti dagli anni trascorsi assieme nel [[ghetto di Kovno]], si consolidarono come gruppo ordinato, sotto la guida di Wolf Galperin.
* ''[[In the Shadow of the Reich: Nazi Medicine]], regia di [[John Michalczyk]] (1997) <documentario>
* ''[[Forgiving Dr. Mengele]]'', regia di [[Bob Hercules]] e [[Cheri Pugh]] (2006) <documentario>
* ''[[The Klara Wizel Story]]'', regia di [[Danny Naten]] (2009) <documentario>
 
Trascorsi 10 giorni a Dachau, il gruppo partì per Auschwitz. Due ragazzi riuscirono a fuggire dal trasporto gettandosi dal treno in corsa: uno di loro fu ucciso dalle guardie, ma l'altro, Daniel Inbar, sopravviverà sotto falsa identità come un bambino di strada fino alla liberazione.
==Voci correlate==
 
Furono quindi 129 i ragazzi del gruppo che arrivarono ad Auschwitz nella notte tra il 31 luglio e il 1 agosto 1944. Presentandosi come gruppo di lavoro organizzato, superarono collettivamente la selezione. Non furono immediatamente inviati alle camere a gas, ma vennero ammessi al campo con un numero tatuato sulle braccia da B-2774 a B-2902. Furono alloggiati nell'area A, il campo di transito. A Birkenau esisteva già un'analoga squadra di circa 90 adolescenti (i cosiddetti "Birkenau Boys") formata da Mengele al momento della liquidazione del [[Campo per le famiglie di Terezín a Auschwitz-Birkenau]]. A loro erano affidati compiti di routine e di collegamento tra le varie sezioni del campo, come la raccolta giornaliera dei morti nelle varie baracche effettuata su speciali carretti o la consegna di materiale vario. Ai bambini di Kovno furono affidate mansioni simili. I bambini formavano un gruppo coeso ed efficiente, ma le autorità del campo decisero che il loro numero eccedeva le loro esigenze.
* [[Olocausto]]
* [[Porajmos]] (l'"Olocausto degli zingari")
* [[Bambini dell'Olocausto]]
* [[Josef Mengele]]
 
Due selezioni nel settembre 1944, una alla vigilia di Rosh Hashanah e la seconda a Yom Kippur, portarono circa 70-80 membri del gruppo originale alle camere a gas. I ragazzi sopravvissuti furono trasferiti al campo D, dove furono aggregati ai "Bitrkenau Boys". Nel frattempo, almeno un altro ragazzo di Kovno (Kalman Arieli) che non era stato originariamente selezionato come parte dei 130 ragazzi si unì a loro proveniente da Dachau.
==Connessioni esterne==
 
Con la liquidazione del campo di Auschwitz nel gennaio 1945, coloro che rimasero furono dispersi. Alcuni furono separati dal resto del gruppo e furono mandati a Buchenwald o in altri campi. Tra questi molti non ce la fecero a sopravvivere, ma cinque di loro furono liberati l'11 aprile 1945 tra i [[Bambini di Buchenwald]] e due altri (incluso wolf Galperin) riuscirono a fuggire durante marce della morte.
* [http://medbunker.blogspot.com/2012/08/mengele-langelo-della-morte.html Mengele: l'angelo della morte]
* [http://www.pinchetti.net/tesina/infanzia/espgemelli.html L'infanzia negata]
* [http://www.jewishvirtuallibrary.org/josef-mengele Jewish Virtual Library]
* [https://www.thoughtco.com/mengeles-children-twins-of-auschwitz-1779486 A History of Mengele's Gruesome Experiments on Twins]
* [http://www.bbc.com/news/magazine-30933718 The Twins of Auschwitz, BBC News (28 gennaio 2015)]
* [http://isurvived.org/2Postings/mengele-AUSCHWITZ.html Mengele's Children: The Twins of Auschwitz]
* [http://www.mengele.dk/witnesses.htm Witmesses]
 
Dei ragazzi rimasti a Auschwitz, alla fine più di 30 di loro furono evacuati con una marcia della morte il 18 gennaio 1945. Due morirono nel viaggio, gli altri arrivarono a Mauthausen. A differenza degli altri detenuti del campo, i ragazzi non furono messi al lavoro. Uno di loro fu deportato a Melk e vi morì. I restanti furono inviati a metà aprile 1945 a Gunskirchen, dove il 5 maggio 1945 furono liberati dai soldati americani, almeno 31 di loro.
 
Alla fine circa 40 del gruppo dei bambini di Kovno sopravvissero. L'aiuto e la cura reciproci, la perseveranza e la resistenza che i bambini seppero darsi l'uno per l'altro, furono un fattore determinante per la loro sopravvivenza. <ref>[http://www.eilatgordinlevitan.com/kovno/kovno_pages/kovno_stories_131.html The 131 Boys from Kovno].</ref>
{{Portale|Ebraismo|Nazismo}}
 
== I sopravvissuti e la memoria==
[[Category:Shoah]]
 
Per i bambini di Mengele, la liberazione di Auschwitz il 27 gennaio 1945 non significò un facile ritorno alla normalità. La maggior parte di loro era rimasta senza famiglia e ci vorranno anni prima che per loro si ricostituissero condizioni di stabilità. Molti porteranno per tutta la vita i segni degli esperimenti cui furono sottoposti. Le loro storie individuali sono estremamente diverse. Di molti si sono perse le tracce nel dopoguerra. Nel 1984 Eva & Miriam Mozes crearono un'associazione che riunisse i gemelli come loro sopravvissuti: C.A.N.D.L.E.S. (Children of Auschwitz Nazi Deadly Lab Experiments Survivors). Nel 1995 fu aperto a [[Terre Heute]] (in [[Indiana]]) un museo per preservare la memoria della loro esperienza.<ref>[https://candlesholocaustmuseum.org/ CANDLES Holocaust Museum and Holocaust Center].</ref> Si riportano qui a titolo puramente indicativo i nome e le note bibliografiche di alcuni dei gemelli che hanno fornito al museo la loro testimonianza:
 
* ''Jacob & Reizel Feingold'' ([[Berlino]], 3 nov 1927). La famiglia si era rifugiata dalla Germania in Olanda dopo [[Kristallnacht]]. Nel 1940 furono deportati a [[Westerbork]]. Nel 1944 furono inviati a [[Theresienstadt]] e quindi a Auschwitz. Alla liberazione i due gemelli persero contatto. Riunitisi in un campo profughi in Germania, emigrarono nel 1947 negli Stati Uniti.
 
* ''Harry & Sitonia Schlesinger'' (Munkacz, CZ, 9 mar 1929). A Auschwitz Harry lavoro' come fattorino all'ospedale. Nel gennaio 1945 fu evacuato dal campo e raggiunse Melk, Mauthuasen e Gunskirchen, dove fu liberato. Si riuni' a Munkacz ai genitori e alla sorella, sopravvissuti, prima di emigrare nel 1947 in Israele e nel 1955 negli Stati Uniti
I RAGAZZI DI VILLA EMMA
 
* ''Herman (Tsvi) & Siegmund (Zigi) Vizel'' (Cechia, 15 feb 1930). Tsvi si stabili' in Israele. Del fratello, se sopravvisse, non se ne conosce la sorte.
I '''ragazzi di Villa Emma''' sono un gruppo di orfani ebrei che dalla Germania e dall'Europa dell'Est trovarono rifugio in Italia dall'Olocausto in una struttura gestita dalla [[DELASEM]], situata alla periferia di [[Nonantola]], in [[provincia di Modena]], tra il 1942 e il 1943. Dopo l'8 settembre 1943, grazie all'aiuto ricevuto dsl [[presbitero|sacerdote]] don [[Arrigo Beccari]] e dal medico [[Giuseppe Moreali]] il gruppo riusci a sfuggire alle deportazioni e a rifugiarsi in territorio svizzero.
 
* ''Sandor & Tibor Solomon'' (Sevlus, Cechia, 11 mag 1931). I due fratelli furono tra i passeggeri della nave ''[[Exodus (nave)|Exodus 1947]]'' che nel luglio 1947 cerco' inutilmente di raggiungere la Palestina dalla Francia.
== Storia ==
La vicenda storica di quelli che sono conosciuti come "i ragazzi di Villa Emma" ha inizio nel [[1940]], quando l'organizzazione sionista di [[Recha Freier]] condusse gruppi di giovani ebrei dalla Germania alla Palestina attraverso la Jugoslavia e la Turchia. L'occupazione tedesca della Jugoslavia nell'aprile 1941 blocco' la strada e costrinse un gruppo di loro a cercare rifugio in Italia. Per qualche tempo il gruppo si fermo' in Slovenia nei territori annessi all'Italia, fino a quando l'organizzazione ebraica italiana di assistenza ai rifugiati [[DELASEM]] riesci' ad ottenere il permesso perché essi potessero essere accolti in Italia.
 
* ''Eva & Vera Weiss'' (Kosice, CZ, 1932). Eva e Vera furono evacuate dal campo nel gennaio 1945 e portate a Ravensbrück e quindi a Bergen-Belsen, dove furono liberate. Trascorsi due anni in un campo rifugiati in Svezia, emigrarono in Israele.
Il delegato bolognese della [[DELASEM]], [[Mario Finzi]], prese in affitto una villa di campagna, [[Villa Emma ([[Nonantola]]) per dare una sistemazione al gruppo. I fuggiaschi arrivarono a Nonantola il 17 luglio [[1942]] in un edificio da anni abbandonato, privi di tutto. [[Arrigo Beccari|Don Beccari]], con l'aiuto dell'amico medico [[Giuseppe Moreali]] e di don [[Ennio Tardini (religioso)|Ennio Tardini]], si presero cura delle loro necessità, dalle brandine prelevate dai locali del seminario ai libri per la scuola.
 
* ''Jiri & Josef Fiser'' (Cechia, 1936). I gemelli arrivarono ad Auschwitz da [[Theresienstadt]] e sopravvissero alla selezione del campo per famiglia solo perche' selezionati da Mengele.
I locali erano ampi e dal dicembre 1942 si prese in considerazione la possibilita' di accogliere altri rifugiati.
 
* ''René & Renate Guttmann'' (Cechia, 21 dic 1937). Arrivati ad Auschwitz da [[Theresienstadt]] René & Renate sopravvissero ma separati l'uno dall'altra. Così accadde che René, evacuato prima della Liberazione, fu adottato da una famiglia in Cechia, mentre di Renate, rimasta ad Auschwitz, si prese cura una donna polacca. La bambina finì quindi in un orfanotrofio in Francia ed adottata da una famiglia negli Stati Uniti. Fu a quel punto che nel 1950 René fu rintracciato e ricongiunto alla sorella negli Stati Uniti.
Nell'aprile del [[1943]] giunse cosi' a Nonantola un secondo gruppo di 33 orfani che dalla [[Bosnia]] e [[Croazia]] si erano rifugiati a [[Spalato]] (allora territorio italiano), attraversando clandestinamente la frontiera.
 
* ''Olga & Vera Grossman'' (Cechia, 1938). Sopravvissero con la madre ma nelle difficili condizioni del dopoguerra furono mandate nel 1947 con un gruppo di orfani in Irlanda e quindi in Inghilterra. A 15 anni si riunirono alla madre in Israele.
Per un anno i ragazzi poterono condurre a [[Nonantola]] un'esistenza relativamente tranquilla dedicandosi alla cura della casa, a lavori agricoli, di falegnameria e di cucito e alle lezioni scolastiche, impartite dai loro accompagnatori, tra i quali [[Josef Indig]], [[Marco Shoky]] e il pianista [[Boris Jochvedson]]. Nonostante i divieti e il controllo della Questura, la popolazione locale familiazzo' con gli orfaniArmando Moreno,
 
* ''Josef & Martha Kleinmann'' (Cechia, 1940). Dopo la liberazione un prigioniero, Smuel Grünfeld, si prese cura di lui portandolo con se' in Ungheria. Alla morte di lui la figlia lo adotto' e Josef crebbe negli Stati Uniti come Peter Grünfeld. Della sorella, se sopravvisse, non se ne conosce la sorte.
Con l'8 settembre e l'occupazione nazista dell'Italia, la situazione cambio' radicalmente. I ragazzi di Villa Emma sono ora in imminente pericolo di vita. In meno di 36 ore, don Arrigo Beccari e [[Giuseppe Moreali]] li affidano a famiglie locali o li nascondono nei locali del seminario.
 
Ricorda don Beccari:
{{citazione|La situazione era molto pericolosa. I ragazzi non potevano restare alla villa. Pensammo di accoglierne una parte, circa 30, in seminario. Il rettore, mons. [[Ottaviano Pelati]], ed io chiamammo i seminaristi maggiorenni e chiedemmo se erano d'accordo ad ospitare i ragazzi della villa su all'ultimo piano, che era vuoto. Parlammo anche del rischio che si correva, ma loro non esitarono e ci dissero di sì. Allo stesso modo risposero anche le famiglie di Nonantola presso cui si rifugiarono altri ragazzi e ragazze. Alcuni furono accolti anche nell'asilo delle suore. Rimasero nascosti una decina di giorni, vestiti da seminaristi.}}
 
In tutto, le famiglie che accolsero i ragazzi furono circa trenta, oltre ai sacerdoti del seminario e alle suore ospedaliere.
 
== Adattamenti del personaggio al cinema e alla televisione ==
Si provvide quindi a fornire ai ragazzi documenti falsi per l'espatrio in [[Svizzera]] che con l'aiuto della [[DELASEM]] avvenne a piccoli gruppi tra il 6 e il 17 ottobre [[1943]], guadando di notte il fiume [[Tresa]]. Uno soltanto tra i piccoli ospiti di Villa Emma, Salomon Papo, che malato dovette essere affidato a un ospedale, perirà ad [[Auschwitz]]. Salvi anche tutti gli accompagnatori, con l'eccezione di [[Goffredo Pacifici]], il bidello di Villa Emma, che sarà arrestato e deportato una settimana dopo mentre portava in Svizzera altri ebrei. Tra coloro che avevano contribuito alla loro salvezza anche [[Mario Finzi]] sara' deportato e morira' ad Auschwitz. Don Beccari continuo' ad operare nella Resistenza e nella operazioni clandestine a sostegno agli ebrei perseguitati in Italia. Arrestato nel settembre 1944, non confessò mai la sua attività. Rimase sette mesi nel carcere bolognese di [[Chiesa di San Giovanni in Monte#Ex-monastero|San Giovanni in Monte]] fino alla [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]].
 
{| class="wikitable" style="text-align:center"
Nel frattempo in Svizzera le associazioni sioniste alloggiarono i ragazzi d Villa Emma in un istituto a Bex nella valle del Rodano, da dove la maggior parte di loro pote' finalmente giungere in Palestina al termine della guerra, nel maggio del 1945.
|-
! Anno
! Film
! "Capo Rosso"
! I due malviventi
! Note
|-
| [[1911]]
| ''[[Il riscatto di Capo Rosso (film 1911)|Il riscatto di Capo Rosso]]'', regia di [[J. Searle Dawley]]
| [[Yale Boss]]
| Sconosciuti
| Film muto
|-
| [[1929]]
| ''[[Un bambino che non molla mai]]'', regia di [[Yasujirō Ozu]]
| [[Tomio Aoki]]
| [[Tatsuo Saitō]], [[Takeshi Sakamoto]]
| Libero adattamento
|-
| [[1952]]
| "Il ratto di Capo Rosso", episodio del film ''[[La giostra umana]]'' (''O. Henry's Full House''), regia di [[Howard Hawks]]
| [[Lee Aaker]]
| [[Fred Allen]], [[Oscar Levant]]
| USA
|-
| [[1959]]
| ''[[Noi gangster]]'' (''Le Grand Chef''), regia di [[Henri Verneuil]]
| [[Papouf]]
| [[Fernandel]], [[Gino Cervi]]
| Libero adattamento
|-
| [[1959]]
| ''[[Il riscatto di Capo Rosso (film 1959)|Il riscatto di Capo Rosso]]'', regia di [[Alvin Rakoff]]
| [[Teddy Rooney]]
| [[William Bendix]], [[Hans Conried]]
| Film televisivo
|-
| [[1963]]
| "Il riscatto di Capo Rosso", episodio del film ''[[Delovye ljudi]]'', regia di [[Leonid Iovič Gajdaj]]
| [[Sergey Tikhonov]]
| [[Georgiy Vitsin]], [[Aleksei Smirnov]]
| URSS
|-
| [[1975]]
| ''[[Il riscatto di Capo Rosso (film 1975)|Il riscatto di Capo Rosso]]'', regia di [[Tony Bill]]
| [[Robbie Rist]]
| [[Harry Dean Stanton]], [[Joe Spinell]]
| Film televisivo
|-
| [[1977]]
| ''[[Il riscatto di Capo Rosso (film 1977)|Il riscatto di Capo Rosso]]'', regia di [[Jeffrey Hayden]]
| [[Pat Petersen]]
| [[Strother Martin]], [[Jack Elam]]
| Film televisivo
|-
| [[1998]]
| ''[[Il riscatto di Capo Rosso (film 1998)|Il riscatto di Capo Rosso]]'', regia di [[Bob Clark]]
| [[Haley Joel Osment]]
| [[Christopher Lloyd]], [[Michael Jeter]]
| Film televisivo
|}
 
 
{{Bio
|Nome = Gustl
|Cognome = Gstettenbaur
|Sesso = M
|LuogoNascita = Straubing
|GiornoMeseNascita = 1 marzo
|AnnoNascita = 1914
|LuogoMorte = Bad Hindelang
|GiornoMeseMorte = 20 novembre
|AnnoMorte = 1996
|Epoca = 1900
|Attività = attore
|Nazionalità = tedesco
}}
La sua carriera di attore è durata quasi cinquant'anni: il suo esordio in teatro e al cinema risale al 1928 come [[attore bambino]] e, da allora fino alla metà degli anni settanta (con la sola eccezione del periodo bellico), è stato attivo al cinema, in teatro e alla televisione.
 
== Biografia ==
August Ludwig "Gustl" Gstettenbaur nasce a [[Straubing]] in [[Baviera]] nel 1914. Fin da bambino è attivo nel mondo dello spettacolo esibendosi come acrobata e imitatore. Alla morte del padre nel 1928 è adottato dal suo istruttore-impresario, George "Joe" Stark, che lo porta con sé a Berlino dove con lui si esibisce in spettacoli di cabaret. Il talento del bambino attrae l'attenzione del celebre attore [[Eugen Klöpfer]] che lo vuole con sé in teatro come interprete del paggio di Falstaff nell'[[Enrico IV, parte II]] di [[William Shakespeare]] al [[Lessingtheater]] a Berlino. Il successo gli apre le porte del cinema. A 13 anni Gustl diventa in breve uno degli [[attori bambini]] tedeschi più ricercati. E' protagonista della commedia ''[[Der Piccolo vom Goldenen Löwen]]'' (1928) e di numerosi altri film muti, tra cui ''[[Frau in Mond]]'' (1929) di [[Fritz Lang]], dove ha una parte memorabile come uno dei cinque membri del primo equipaggio a raggiungere la luna a bordo di un razzo. La sua popolarità è tale che nel 1929 lo scrittore tedesco [[Carl Zuckmayer]] scrisse appositamente per lui il lavoro teatrale per bambini [[Kakadu-Kakada]]. Sempre per il teatro Gustl crea la parte del paggio nell'operetta ''[[Al cavallino bianco]]'' (''Im weißen Rößl'') di [[Erik Charell]], di cui sarà interprete per ben 17 mesi al [[Großes Schauspielhaus]] di [[Berlino]]. Gli sono dedicati articoli sulla principali riviste specializzate.<ref>{{cita web|https://www.virtual-history.com/movie/person/734/#google_vignette|Virtula History|lingua=de}}.</ref>
 
L'esperienza in teatro gli fa superare senza alcun problema il passaggio al sonoro nel cinema, in cui rimane per tutti gli anni trenta una presenza popolare come comprimario in numerosissime pellicole di intrattenimento.
 
La sua intensa carriera attoriale si interrompe con la guerra (quando potrà partecipare solo a due pellicole). Sopravvissuto agli eventi bellici, lascia Berlino per ritornare con la moglie nella nativa [[Baviera]] a [[Bad Hindelang]]. Riprende a lavorare per il cinema nel 1950 con una parte nel film ''[[Der Geigenmacher von Mittenwald]]'' di [[Rudolf Schündler]] e di nuovo si ritrova richiestissimo come affidabile comprimario in una lunga serie di pellicole, la maggior parte delle quali di ambiente bavarese. Dal 1960 partecipa anche a serie televisive.
 
Il suo ultimo impegno per il cinema è nel film ''[[Der gestohlene Himmel]]'' (1974) di [[Theo Maria Werner]].
Nel frattempo la parrocchia di [[Rubbiara]] è divenuta una centrale importante della Resistenza emiliana: si stampano nel solaio documenti falsi e materiale di propaganda antifascista, e si dà rifugio a partigiani ed ebrei perseguitati, ebrei ferraresi e modenesi che furono sistemati nelle campagne circostanti, ma anche ebrei mandati da don [[Leto Casini]] e dalla curia fiorentina.
 
Gustl Gstettenbaur muore nel 1996 a [[Bad Hindelang]], all'età di 82 anni.
Arrestato il 16 settembre [[1944]] per una delazione assieme a don Ennio Tardini, don Beccari fu interrogato ma non confessò mai la sua attività. Rimase sette mesi nel carcere bolognese di [[Chiesa di San Giovanni in Monte#Ex-monastero|San Giovanni in Monte]] fino alla [[Caduta della Repubblica Sociale Italiana|Liberazione]].
 
== OnorificenzeFilmografia (parziale) ==
===Cinema===
Nel dopoguerra Beccari ha continuato la sua attività di parroco e Moreali quella di medico. Il 18 febbraio [[1964]] lo Stato d'[[Israele]] li ha inseriti tra i [[giusti tra le nazioni]] a [[Yad Vashem]] a [[Gerusalemme]].
* ''[[Der Piccolo vom Goldenen Löwen]]'', regia di [[]] (1928)
* ''[[Die Räuberbande]]'', regia di [[]] (1928)
* ''[[Wolga-Wolga]]'', regia di [[]] (1928)
 
* ''[[Der Sonderling]]'', regia di [[]] (1929)
Dagli anni novanta i "ragazzi di Villa Emma" si ritrovano periodicamente a Nonantola, e il 9 settembre [[2001]] a [[Haifa]] in Israele hanno dedicato un parco, Gan Nonantola, con un monumento creato da [[Tilla Offenberger]], un'artista tra i "ragazzi di Villa Emma", con un'iscrizione in ebraico e italiano a ricordo di don Arrigo Beccari, Giuseppe Moreali e di coloro che li hanno protetti e salvati.
* ''[[Der Kampf der Tertia]]'', regia di [[]] (1929)
* ''[[Frau im Mond]]'', regia di [[]] (1929)
* ''[[Die Herrin und ihr Knecht]]'', regia di [[]] (1929)
* ''[[Großstadtkinder – Zwischen Spree und Panke]]'', regia di [[]] (1929)
 
* ''[[Delikatessen]]'', regia di [[]] (1930)
== Villa Emma oggi ==
* ''[[Dolly macht Karriere]]'', regia di [[]] (1930)
Villa Emma, che per anni ha versato in uno stato di abbandono, oggi, riportata agli antichi splendori, è proprietà privata.
* ''[[Die Marquise von Pompadour]]'', regia di [[]] (1930)
* ''[[Wien, du Stadt der Lieder]]'', regia di [[]] (1930)
* ''[[Die zärtlichen Verwandten]]'', regia di [[]] (1930)
* ''[[Kohlhiesels Töchter]]'', regia di [[]] (1930)
* ''[[Königin einer Nacht]]'', regia di [[]] (1930)
 
* ''[[Schuberts Frühlingstraum]]'', regia di [[]] (1931)
A Nonantola, nel marzo [[2004]] è stata costituita la ''"Fondazione Villa Emma - Ragazzi ebrei salvati"'', che ha tra i soci fondatori il Comune di Nonantola e la [[Provincia di Modena]].
* ''[[Der Storch streikt]]'', regia di [[]] (1931)
* ''[[Kyritz – Pyritz]]'', regia di [[]] (1931)
* ''[[Im Banne der Berge (Der Wilderer von der Moosbacheralm)]]'', regia di [[]] (1931)
* ''[[Der falsche Ehemann]]'', regia di [[]] (1931)
* ''[[Elisabeth von Österreich]]'', regia di [[]] (1931)
* ''[[Die Nacht ohne Pause]]'', regia di [[]] (1931)
 
* ''[[Mädchen zum Heiraten]]'', regia di [[]] (1932)
== Filmografia ==
* ''[[Strich durch die Rechnung]]'', regia di [[]] (1932)
Ai ragazzi di Villa Emma la [[RAI]] ha dedicato nel [[2004]] la [[miniserie televisiva]] ''[[La fuga degli innocenti]]'' e il film-documentario con testimonianze degli ex ragazzi di Villa Emma ''I ragazzi di Villa Emma. Giovani ebrei in fuga'', prodotto da [[Rai Educational]] e ''[[La storia siamo noi]]''. Già prima era stato prodotto ''I giorni di Villa Emma. Una mini-troupe di ragazzi e i loro genitori realizzano un film sulla Resistenza. Anno scolastico 1977-78, Classe 3 D, Classe 4 A Scuola elementare'', Editore Poligrafico Artioli, Nonantola 1978, ora su DVD.
* ''[[Das Geheimnis um Johann Orth]]'', regia di [[]] (1932)
* ''[[Paprika]]'', regia di [[]] (1932)
 
* ''[[Hochzeit am Wolfgangsee]]'', regia di [[]] (1933)
Die Kinder der Villa Emma, film tedesco uscito nel 2016<ref>http://www.imdb.com/title/tt5579600</ref> e uscito in francese su M6 in novembre 2016
* ''[[Gipfelstürmer]]'', regia di [[]] (1933)
* ''[[Die kalte Mamsell]]'', regia di [[]] (1933)
 
* ''[[Du bist entzückend, Rosmarie!]]'', regia di [[]] (1934)
== Canzoni su Villa Emma ==
* ''[[Jungfrau gegen Mönch]]'', regia di [[]] (1934)
Nel 2005 è stata composta una canzone su Villa Emma<ref>[https://www.youtube.com/watch?v=b2uEgQveIP0 Il brano "Villa Emma" dei Gasparazzo]</ref> dalla band [[Gasparazzo]]; il brano omonimo viene pubblicato nel cd "Rosso Albero" (progetto ideato e prodotto dal Comune di [[Nonantola]] e dall'associazione "Materiale Resistente" di [[Correggio (Italia)|Correggio]]), ed è contenuto anche nel cd dei Gasparazzo "Esiste chi resiste"<ref>[http://newmodellabel.com/gasparazzo-esiste-chi-resiste-il-concept-album-acustico-sulla-resistenza-dal-28-gennaio-2014/ Cd "Esiste chi resiste" dei Gasparazzo]</ref> del 2014.
* ''[[Bei der blonden Kathrein]]'', regia di [[]] (1934)
* ''[[Ihr größter Erfolg]]'', regia di [[]] (1934)
* ''[[Besuch am Abend]]'', regia di [[]] (1934)
* ''[[Zu Straßburg auf der Schanz]]'', regia di [[]] (1934)
 
* ''[[Der Vogelhändler]]'', regia di [[]] (1935)
== Note ==
* ''[[Kampf um Kraft]]'', regia di [[]] (1935)
<references />
 
* ''[[Standschütze Bruggler]]'', regia di [[]] (1936)
== Bibliografia ==
* ''[[Der Jäger von Fall]]'', regia di [[]] (1936)
* [[Josef Indig Ithai]], ''Anni di fuga. I ragazzi di Villa Emma a Nonantola'', a cura di Klaus Vogt, Giunti, Firenze 2004
* ''[[Soldaten – Kameraden]]'', regia di [[]] (1936)
* [[Klaus Voigt]], ''Villa Emma: Ragazzi ebrei in fuga, 1940-1945'', La Nuova Italia, Firenze 2002
* ''Dalla parte giusta. Lettere dal carcere di don Arrigo Beccari'', a cura di Enrico Ferri, Giuntina, Firenze 2007
* Enrico Ferri, ''La vita libera: Biografia di don Arrigo Beccari'', Mucchi, Modena 1997
* [[Israel Gutman]], Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, ''I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45'' Mondadori, Milano 2006, pp.&nbsp;40–43.
* Maria Laura Marescalchi, Anna Maria Ori, ''Nonantola e i salvati di Villa Emma. Luglio 1942 - Ottobre 1943. Una guida per la scuola e per i visitatori'', Fondazione Villa Emma, Nonantola 2007
* ''Villa Emma. I luoghi e le persone'', a cura dell'Amministrazione Comunale e del Comitato per le celebrazioni del 50. della guerra di liberazione, Nonantola 1993
* Ilva Vaccari, ''Villa Emma. Un episodio agli albori della Resistenza modenese nel quadro delle persecuzioni razziali'', Istituto storico della Resistenza, Modena 1960
* ''Tutti salvi. La vicenda dei ragazzi ebrei di Villa Emma. Nonantola, 1942-1943'', Monica Debbia, Marzia Luppi, Artestampa, Modena 2002
* ''I ragazzi di Villa Emma. Giovani ebrei in fuga. Strumenti per l'approfondimento'', a cura di Maria Laura Marescalchi e Anna Maria Ori, Fondazione Villa Emma, Modena 2009
* ''Ragazzi ebrei a Villa Emma. Nonantola 1942-1943. Una storia di solidarieta'', [S. l. : s. n., dopo il 2005]
* ''Nonantola e i salvati di Villa Emma. Una guida per la scuola e per i visitatori'', a cura di Maria Laura Marescalchi e Anna Maria Ori, Quid, Nonantola 2007
 
* ''[[Das Schweigen im Walde]]'', regia di [[]] (1937)
== Mostra fotografica - Cataloghi ==
* ''I ragazzi ebrei di Villa Emma a Nonantola. Fotografie di una mostra'', a cura di Ombretta Piccinini, Klaus Voigt, traduzioni Annette Antignac et al., Nonantola : Comune, Archivio storico - Izieu : Maison d'Izieu, [2004]
* ''I ragazzi ebrei di Villa Emma a Nonantola. Milano, Museo di storia contemporanea. 29 gennaio-13 marzo 2005. Mostra fotografica'', a cura di Ombretta Piccinini, Klaus Voigt, Comune, Archivio storico, Nonantola 2005
* Voigt, Klaus, ''Villa Emma. Ragazzi ebrei in fuga 1940-1945'', trad. di Loredana Melissari, La nuova Italia, Scandicci 2002
* ''I ragazzi ebrei di Villa Emma a Nonantola. Fotografie di una mostra'', a cura di Ombretta Piccinini, Klaus Voigt; trad.: Loredana Melissari, Comune di Nonantola, Archivio storico, Nonantola 2002
 
* ''[[Musketier Meier III]]'', regia di [[]] (1938)
== Narrativa ==
* ''[[Frau Sixta]]'', regia di [[]] (1938)
* Pederiali, Giuseppe, ''I ragazzi di villa Emma'', B. Mondadori, Milano 1989
 
* ''[[Der Edelweißkönig]]'', regia di [[]] (1939)
* ''[[Sommer, Sonne, Erika]]'', regia di [[]] (1939)
 
* ''[[Der laufende Berg]]'', regia di [[]] (1941)
 
* ''[[Die heimlichen Bräute]]'', regia di [[]] (1944)
 
* ''[[Der Geigenmacher von Mittenwald]]'', regia di [[]] (1950)
 
* ''[[Grenzstation 58]]'', regia di [[]] (1951)
* ''[[Die Alm an der Grenze]]'', regia di [[]] (1951)
* ''[[Der letzte Schuß]]'', regia di [[]] (1951)
 
* ''[[Heimatglocken]]''
 
* ''[[Geh mach dein Fensterl auf]]''
1953: Ehestreik
1953: Das Dorf unterm Himmel
1954: Unternehmen Edelweiß
1954: Wenn ich einmal der Herrgott wär
1955: Der dunkle Stern
1955: Das Lied von Kaprun
1955: Das Schweigen im Walde
1955: In Hamburg sind die Nächte lang
1956: Husarenmanöver
1956: Liebe, Schnee und Sonnenschein
1956: Heidemelodie
1956: Der Schandfleck
1957: Der Pfarrer von St. Michael
1957: Der Jungfrauenkrieg
1957: Jägerblut
1957: Der Edelweißkönig
1961: Vor Jungfrauen wird gewarnt
1961: Drei weiße Birken
1964: Die lustigen Weiber von Tirol
1967: Wiener Schnitzel
1969–1971: Königlich Bayerisches Amtsgericht
1969: Der Marksteinrucker
1969: Die alte Burgl
1969: Der Parasit
1971: Die Haberer
1971: Der Bierpantscher
1974: Der gestohlene Himmel
 
===Televisione===
{{...|attori}}
 
===Film TV===
* ''[[Die Schule der Väter]]'', regia di [[Leopold Lindtberg]] (1955)
* ''[[Die Zwillinge aus Venedig]]'', regia di [[Ettore Cella]] e [[Horst Braun]] (1963)
* ''[[Das Rätsel von Piskov]]'', regia di [[Karl Peter Biltz]] (1969)
* ''[[Chopin-Express]]'', regia di [[Michael Kehlmann]] (1971)
* ''[[6 Zimmer Sonnenseite]]'', regia di [[Rolf von Sydow]] (1975)
* ''[[Strafsache gegen F.]]'', regia di [[Wolfgang Glück]] (1978)
* ''[[Achterloo IV]]'', regia di [[Reinhard Zobel]] e [[Friedrich Dürrenmatt]] (1989)
* ''[[Entführung aus der Lindenstraße]]'', regia di [[George Moorse]] (1995)
 
===Serie TV===
* ''[[Alle meine Tiere]]'' - un episodio (1963)
* ''[[Gewagtes Spiel]]'' - un episodio (1965)
* ''[[Der Forellenhof]]'' - un episodio (1966)
* ''[[Fernfahrer]]'' - un episodio (1967)
* ''[[Ferdinand Fuchs bittet um Mitarbeit]]'' - un episodio (1968)
* ''[[Die Kramer]]'' - un episodio (1969)
* ''[[Ein Chirurg erinnert sich]]'' - un episodio (1972)
* ''[[Der Nervtöter]]'' - un episodio (1973)
* ''[[Die Powenzbande]]'' - un episodio (1974)
* ''[[Freiwillige Feuerwehr]]'' - un episodio (1976)
* ''[[MS Franziska]]'' - un episodio (1978)
* ''[[Kumpel mit Chauffeur]]'' - un episodio (1981)
* ''[[Tatort]]'' - un episodio (1987)
* ''[[Ein Fall für zwei]]'' - 2 episodi (1987, 1990)
* ''[[Die Wache]]'' - un episodio (1994)
* ''[[Lindenstraße (soap opera)|Lindenstraße]]'' - 318 episodi (1987-2004)
 
==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
* {{de}} John Holmstrom, ''The Moving Picture Boy: An International Encyclopaedia from 1895 to 1995'', Norwich, Michael Russell, 1996, pp. 62-63.
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.fondazionevillaemma.org/|Fondazionevillaemma.org}}
* {{cita web|http://www.villaemma.com/|Villaemma.com}}
* {{cita web|url=http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=614|titolo=Lastoriasiamonoi.rai.it: puntata dedicata ai ragazzi di Villa Emma}}
* {{cita web|http://www.emscuola.org/labdocstoria/storiae/Rivista/Rivista08/download/03Villani.pdf|Intervista a Klaus Voigt}}
* {{cita web|http://www.catholiceducation.org/articles/catholic_stories/cs0070.html|''Don Arrigo Beccari: A Safe Haven in Villa Emma'', di Sally M. Rogow}}
* {{cita web|http://www.jewishaz.com/jewishnews/011005/accepted.shtml|''They accepted us fully'', by Leisah Namm}}
* {{cita web|http://www.imdb.com/title/tt0404608/plotsummary|''La fuga degli Innocenti'' (2004)}}
* {{cita web|http://www.encanta.it/televisione30.html|Approfondimento su ''La fuga degli innocenti''}}
* {{cita web|http://www.ucei.it/uceinforma/rassegnastampa/2005/dicembre/IlrestodelCarlino/291205.asp|''Vivo grazie a lui'', di Jacob Goldberg e Simone Martarello}}
* {{cita web|http://www.linformazione.com/archivio/20051228/12_PR2812.pdf|L'addio a don Beccari ''il giusto''}}
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|cattolicesimo|ebraismo|nazismo}}
{{Portale|biografie|cinema|televisione|teatro}}
 
[[Categoria:Antisemitismo]Attori bambini tedeschi]
[[Categoria:Fascismo]]
[[Categoria:Nazismo]]
[[Categoria:Shoah]]
[[Categoria:Ville della provincia di Modena|Emma]]
[[Categoria:Architetture di Nonantola]]
[[Categoria:Ebraismo in Italia]]
[[Categoria:Luoghi dell'ebraismo]]
 
 
 
 
== In aiuto dei bambini ==
 
Le testimonianze dei bambini sopravvissuti sono piene di ricordi di violenze e atrocità di cui i bambini furono vittime da parte delle SS, delle forze di polizia e dei loro collaboratori. Anche la popolazione locale si rese talora responsabile di atti efferati, spesso facendosi attivamente complice nelle operazioni di cattura e uccisione, o al più rimanendo indifferente di fronte alla sorte dei più piccoli. Furono però numerosi anche gli atti individuali di generosità di persone che misero a rischio le loro vite per salvare bambini dalle deportazioni e dallo sterminio o li aiutarono a sopravvivere nei ghetti e nei campi di concentramento.
Bambini di Mengele
 
Alcune delle operazioni di salvataggio di più ampia scala, come quelle portate a termine da [[Raoul Wallenberg]] e [[Giorgio Perlasca]] a Budapest, da [[Oskar Schindler]] in Polonia o dalla resistenza in Danimarca, coinvolsero un largo numero di famiglie con bambini. Alcuni individui in particolare, ebrei e non-ebrei, fecero della salvezza dei bambini ebrei lo scopo principale della loro vita. Già prima della scoppio della [[seconda guerra mondiale]] [[Nichola Winton]] in Inghilterra, i coniugi [[Gilbert e Eleanor Kraus]] negli Stati Uniti e si adoperarono con successo perché gruppi significativi di bambini ebrei potessero essere accolti come rifugiati nei loro paesi. Atri come [[Irena Sendler]] in Polonia, [[Johan van Hulst]] in Olanda e [[Andrée Salomon]] in Francia furono a capo di organizzazioni che negli anni più duri dell'Olocausto sottrassero migliaia di bambini alla deportazione sistemandoli in luoghi di rifugio e accoglienza. Nei ghetti e nei campi di internamenti i bambini trovarono persone che si adoperarono fino all'ultimo per dare loro un'educazione, assistenza o una parvenza di vita normale, da [[Janusz Korczak]] e [[Stefania Wilczyńska]], direttori dell'orfanotrofio di Varsavia, agli educatori che a [[Theresienstadt]] li coinvolsero in un'incredibile serie di progetti culturali, come [[Fredy Hirsch]], [[Friedl Dicker-Brandeis]], [[Hans Krása]], [[František Zelenka]] e [[Camilla Rosenbaum]]. Persino nei campi di concentramento e stermino non mancarono episodi di solidarietà che in taluni casi come a [[Bergen-Belsen]] (grazie a [[Luba Tryszynska]] o [[Yehoshua Birnbaum]]) e a [[Buchenwald]] (grazie a [[Antonín Kalina]]) risultarono nella sopravvivenza di centinaia di essi.
I ''bambini di Mengele'' sono un gruppo di bambini (specialmente gemelli) selezionati ad [[Auschwitz]] come cavie per gli esperimenti medici di [[Josef Mengele]].
 
 
{{Bio
per questo Mengele il 30 maggio 1943 si presentò al campo di concentramento di Aushwitz, pronto a prendervi servizio. I bambini venivano selezionati al momento dell'arrivo al campo, e venivano marchiati a fuoco come tutti gli altri prigionieri, ma con un codice speciale. Da subito, erano esaminati e misurati dalla testa alla punta dei piedi. Una caratteristica che li distingueva dagli altri deportati, era il fatto che trascorrevano alcuni giorni prima che i gemelli venissero rasati. Per prima cosa erano sottoposti ad un'accurata misurazione della testa, e ad un successivo esame completo ai raggi X, a cui seguiva l'applicazione di una cannula al naso che insufflava nei polmoni una sostanza che provocava una violenta tosse. Nei giorni successivi i bambini venivano immersi in continuazione in tini di acqua calda e poi legati a delle tavole. A questo punto i medici strappavano loro i capelli in modo da estrarne anche la radice; l'operazione veniva ripetuta finchè la quantità di capelli raccolta era considerata sufficiente. Erano così rasati, depilati e nuovamente fotografati. I bambini venivano sottoposti ad altri innumerevoli esperimenti senza alcuna anestesia. Per questo motivo molti di loro morivano a causa dei dolori e delle pratiche sperimentate sul loro corpo. Quando i medici ritenevano che gli studi erano terminati, facevano ai gemelli un'iniezione al cuore che ne provocava il decesso immediato; i cadaveri venivano dissezionati e gli organi interni prelevati e inviati all'Istituto di ricerca biologico-razziale di Berlino, dove venivano analizzati, con lo scopo di riuscire a trovare una differenza sostanziale tra il sangue degli ariani e quello degli ebrei. Mengele seguiva anche degli studi personali, di cui ricordiamo quello delle anomalie dell'apparato visivo e, in particolare, della eterocromia, che consiste nello scolorimento dell'iride a causa di un'anomalia, e comporta la colorazione chiara dell'iride di un solo occhio. Lo scopo che lo spingeva a seguire questo genere di studi era quello di poter influire sulla colorazione degli occhi, trasformando quelli scuri e facendoli diventare azzurri. La pratica comportava l'iniezione di metilene blu direttamente nell'iride. Ovviamente, data la mancanza di una base scientifica, l'esperimento era del tutto inutile e l'unico risultato erano sofferenze e cecità.
|Nome = Yoram Israel
|Cognome = Fridman
|Sesso = M
|LuogoNascita = Błonie
|GiornoMeseNascita = 19 settembre
|AnnoNascita = 1934
|LuogoMorte = Rishon LeTsiyon
|GiornoMeseMorte = 3 gennaio
|AnnoMorte = 2017
|Epoca = 1900
|Attività = insegnante
|Attività2 =
|Attività3 =
|Nazionalità = polacco
|PostNazionalità = , naturalizzato israeliano. Fuggito a 8 anni nel 1942 dal [[ghetto di Varsavia]], dove vi era rinchiuso come ebreo con la sua famiglia, sopravvive all'Olocausto nelle campagne della Polonia, passando per non-ebreo e vivendo di espedienti. La sua esperienza di [[bambino dell'Olocausto]] ha ispirato il romanzo di [[Uri Orlev]] ''[[Corri ragazzo, corri]]'' (2001) e quindi il [[Corri ragazzo corri (film 2013)|film dallo stesso titolo]] diretto da [[Pepe Danquart]] nel 2013. Dopo la guerra, è vissuto in Israele
|Categorie = no
}}
 
==Biografia==
Gli esperimenti erano condotti da [[Josef Mengele]], ad [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] e [[Campo di sterminio di Birkenau|Birkenau]]. Le ricerche partivano da misurazioni meticolose e assolutamente precise di comparazione fra i gemelli (che erano di ogni nazionalità, ma soprattutto ungheresi, senza distinzione di sesso, età o altro dato genetico se non l'essere gemelli). Dopo aver misurato e indagato ogni singolo centimetro del corpo dei gemelli, appurate le eventuali differenze fra fratelli, i soggetti venivano addormentati con un'iniezione di [[Esobarbital|Evipan]] sul braccio e poi uccisi con un'iniezione di [[cloroformio]] fatta personalmente da Mengele direttamente nel cuore. I corpi venivano a questo punto sezionati e studiati dall'interno. Pare che il 15% dei gemelli esaminati sia stato ucciso in questo modo o durante qualche operazione chirurgica.
 
Yoram Israel Fridman, detto "Srulik", nasce in Polonia nel 1934. Di famiglia ebraica, è figlio di un fornaio del villaggio di [[Błonie]] vicino a Varsavia.
 
Con l'occupazione tedesca della Polonia,
 
Con la sua famiglia Srulik è imprigionato nel [[ghetto di Varsavia]], dove sopravvive per due anni alle terribili condizioni di vita, alla fame e alle malattie. Nel 1942, di fronte alle imminenti deportazioni verso i campi di sterminio, viene fatto uscire di nascosto dal ghetto dal padre che muore sotto i colpi delle pattuglie tedesche. Rimasto solo, Srulik si unisce dapprima ad una banda di orfani che vivono nascosti nella foresta. Nel costante terrore delle pattuglie tedesche, deve adattarsi in fretta alla ferocia del nuovo ambiente. Diventa abile nel pescare i pesci a mani nude, cacciare anatre e rubare cibo e legna dalle varie fattorie che incontra. Quando il gruppo si disperde con il sopraggiungere dell'inverno, Srulik si trova solo a bussare alle porte di contadini polacchi per chiedere rifugio in cambio di lavoro, incontrando spesso rifiuti e percosse. Alla fine viene accolto in una fattoria da una contadina polacca, moglie e madre di partigiani. La donna lo ribattezza Jurek Staniak e lo istruisce a comportarsi da non-ebreo, insegnandogli le preghiere cattoliche, dandogli un crocifisso e un rosario e, soprattutto, avvertendolo di non togliersi mai i pantaloni o farsi vedere da alcuno in modo da nascondere la propria circoncisione.<ref>{{cita web|url=https://www.jpost.com/arts-and-culture/entertainment/the-boy-who-ran-for-three-years-to-escape-the-holocaust-350518|titolo=The boy who ran for three years to escape the Holocaust (''Jerusalem Post'', 27 aprile 2014)|lingua= en}}.</ref>
Il Blocco 10 era la baracca degli esperimenti medici ad Auschwitz e Birkenau ed è quiche il dottor Mengele conduceva i suoi esperimenti. Particolarmente affascinato dai gemelli, selezionava quelli che arrivavano ad Auschwitz da tutta Europa (sono stati calcolati 3000 gemelli in 2 anni), appena scesi dai treni.
 
Nonostante tutte le precauzioni, è troppo pericolo rimanere a lungo nello stesso luogo e Srulik deve nuovamente riprendere la sua vita di vagabondo, da un villaggio all'altro, lavorando come bracciante agricolo sotto la minaccia sempre presente di essere scoperto. Alcuni contadini lo aiutano a sopravvivere, altri sono pronti a tradirlo ai nazisti per una ricompensa. Un giorno, avendo trovato lavoro in una fattoria, il suo braccio rimane intrappolato in una macchina per la macinazione del grano e deve essergli amputato. Nonostante questo incidente, Jurek riesce a sfuggire alla cattura e sopravvivere fino alla liberazione. Passando ancora per cattolico, trascorre i tre anni successivi in un orfanotrofio a Lodz. Per ingraziarsi le simpatie degli adulti e guadagnarsi del cibo, Jurek racconta storie fantasiose su come ha perso il braccio, prima incolpando un carro armato tedesco e infine assicurando ai suoi ascoltatori che Hitler gli ha tagliato personalmente il braccio.<ref>{{cita web|url=https://jewishjournal.com/culture/arts/128626/yom-hashoah-the-boy-who-ran-the-man-who-lived/|titolo=Yom HaShoah: The boy who ran, the man who lived (''Jewish Journal'', 23 aprile 2014)|lingua= en}}.</ref>
 
Nel 1948, viene rintracciato da un'agenzia di ricerca ebraica e, nonostante le sue iniziali reticenze, alla fine decide di tornare alle sue radici e di riappropriarsi della propria identità. Emigrato in Israele, Surek impara la lingua e completa gli studi. Lavora come insegnante di matematica e nel 1963 si sposa con una giovane di origine russa.
BLOCCO 10 AD AUSCHWITZ
 
Fridman è sin dagli anni novanta un attivo testimone dell'Olocausto.<ref>{{cita web|url=https://www.chicagotribune.com/news/ct-xpm-1998-05-01-9805010254-story.html|titolo=Survival and Identity (''Chicago Tribune'', 1 maggio 1998)|lingua= en}}.</ref> Come [[Jack Kuper]] o [[Meir Brand]], fa parte di quel particolare gruppo di [[bambini dell'Olocausto]] che sono sopravvissuti in totale abbandono come ragazzi di strada. La sua esperienza attrae l'attenzione della scrittore [[Uri Orlev]], anch'egli un sopravvissuto dal [[ghetto di Varsavia]], che nel 2001 fa di Surek il protagonista del romanzo ''[[Corri ragazzi, corri]]''. Nel 2013 il romanzo diventa un film diretto dal regista tedesco [[]]. Friedman è presente in Polonia alla presentazione del film il 10 gennaio 2014, tre anni prima della sua morte nel 2017.
 
==Note==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Ghetto di Varsavia]]
* [[Bambini dell'Olocausto]]
* [[Superstiti dell'Olocausto]]
* [[Film dell'Olocausto]]
* [[Libri di memorie dell'Olocausto]]
 
==Collegamenti esterni==
Mengele in persona si aggirava lungo le fila dei prigionieri gridando "Zwillinge heraus!" ("Fuori i gemelli"). Ai gemelli venivano chieste informazioni sulla propria provenienza, riportate in fascicoli e inviate al professor Verschuer. Dopo tre settimane di esami di ogni tipo, essi venivano uccisi simultaneamente con un'iniezione al cuore; i cadaveri venivano dissezionati e gli organi interni inviati al professor Verschuer, all'Istituto di ricerca biologico-razziale di Berlino. Mengele si interessava particolarmente alla eterocromia nei gemelli, una patologia che comporta una colorazione dell'iride chiara, ad un solo occhio. Il suo obiettivo era trovare il modo di influire sul colore degli occhi, trasformandoli da scuri ad azzurri e per far questo iniettava nell'iride metilene blu. Il risultato erano atroci sofferenze, cecità e nessun cambiamento.
Dopo l'eliminazione dei gemelli, i loro occhi venivano espiantati e inviati a Berlino, alla dottoressa Karin Magnussen. La maggioranza di gemelli “usati” da Mengele erano ebrei deportati dall'Ungheria.
 
{{Controllo di autorità}}
eSPERIMENTI SUI GEMELLI
{{Portale|biografie|Ebraismo|nazismo}}
<!--
[[Categoria:Ebrei polacchi]]
[[Categoria:Superstiti dell'Olocausto]]
[[Categoria:Bambini dell'Olocausto]]
[[Categoria:Film dell'Olocausto]]
-->
 
 
A disposizione di Mengele vi erano anche 400 persone contemporaneamente, su cui conduceva svariati esperimenti : trasfusioni incrociate di sangue di tipo differente tra i gemelli, esperimenti sul midollo osseo e altri orribili, quanto inutili, studi pseudo-scientifici.
 
 
==
 
Mengele era anche interessato allo studio di una malattia chiamata "Noma" (una cancrena che aggredisce il viso). Quando si accorse che i bambini zingari ne venivano particolarmente colpiti se ne interessò immediatamente. Credeva che questa particolare esposizione alla malattia fosse dovuta a predisposizione razziale. In realtà, ciò era dovuto alle precarie condizioni alimentari, e questo spiegava il motivo per il quale i deportati contraevano questa particolare patologia nel campo. I bambini sottoposti all'attenzione di Mengele non erano curati, bensì si aspettava il progredire della malattia per studiarla, finche' i malati, consumati dalla malattia, venivano avviati alle camere a gas. Gli studi di Mengele sono passati alla storia proprio per la crudeltà con cui venivano eseguiti, e per l'inutilità a fini scientifici.
 
Altra "passione" di Mengele era lo studio di una malattia chiamata "Noma" (una cancrena che aggredisce il viso). Quando si accorse che i bambini zingari venivano particolarmente colpiti se ne interessò immediatamente. Credeva che questa particolare esposizione alla malattia fosse dovuta a predisposizione razziale. Il Noma colpisce particolarmente soggetti in precarie condizioni di alimentazione e, quindi, era chiaro che l'insorgere della malattia era dovuto alle condizioni del campo. Il dottore non curava la malattia, bensì aspettava il suo progredire per studiarla, dopodichè faceva uccidere i fanciulli nelle camere a gas.
 
 
Medem Sanatorium
ALCUNI BAMBINI ZINGARI VITTIME DI MENGELE
 
Struttura educativa e clinica per bambini e giovani adulti a rischio di tubercolosi. Questo sanatorio, che ha funzionato a Międzeszyn vicino a Varsavia tra il 1926 e il 1942, prende il nome dal leader bundista Vladimir Medem (1879-1923) ed è stato l'istituto più noto del Bund e della TSYSHO (l'Organizzazione scolastica centrale yiddish) in Polonia. Fino alla seconda guerra mondiale, è stato riconosciuto a livello internazionale per il suo approccio pedagogico riformista e il suo orientamento laico di sinistra.
 
 
Le radici del Medem Sanatorium risalgono alle prime colonie estive di TSYSHO, dove i consulenti spesso notavano la cattiva salute dei bambini delle famiglie della classe operaia urbana. Per affrontare questo problema, Medem ha sollecitato donazioni dagli Stati Uniti. TSYSHO ha acquistato una villa in una regione ricreativa fuori Varsavia, ha aggiunto una nuova ala e ha adattato l'edificio secondo i più moderni standard medici ed educativi. Il comitato esecutivo, composto interamente da aderenti al Bund e guidato da Yekusiel (Noyekh) Portnoy, nominò direttore l'esperto insegnante Shloyme Gilinski (1888–1961). Sotto la guida di Gilinski, circa 10.000 bambini furono curati presso il Sanatorium Medem tra il 1926 e il 1939.
 
 
A Berlino Verschuer ed il suo assistente, il biochimico Gunther Hillmann, si interessavano allo studio delle proteine del sangue e inseguivano il sogno di riuscire a trovare una differenza sostanziale tra il sangue degli ebrei e quello degli ariani. Per questo Mengele si impegnava nell'operare prelievi di sangue da inviare a Berlino. Spesso il prelievo di sangue era totale e terminava soltanto con la morte del bambino.
 
Bambini su slitte al Sanatorium Medem, Miedzeszyn, Polonia, 1930s. (YIVO)
bambini usati da Mengele
La clinica è stata finanziata dalle donazioni dei sindacati ebraici in Polonia e delle organizzazioni dei lavoratori ebrei americani. Fino al 1935, anche il denaro pubblico (proveniente dalle autorità municipali e dagli assicuratori sanitari) copriva una parte dei costi. I bambini generalmente rimanevano da due a sei mesi e la lista di attesa per l'ammissione era lunga. Alcuni bambini sono rimasti per più di un anno e molti sono tornati per ulteriori cure. Il sanatorio ospitava una media di 140 bambini durante l'inverno e circa 350 in estate.
 
TORNA SU
 
Le linee guida pedagogiche del Sanatorio Medem erano in linea con le riforme educative dell'epoca. L'attenzione centrale era sul miglioramento della salute fisica e mentale dei bambini e sulla creazione di un'atmosfera di fiducia reciproca. La responsabilità personale, uno spirito collettivo, un'etica del lavoro e l'autodisciplina venivano insegnati in modi su misura per i bambini. La natura e l'aria fresca hanno giocato un ruolo importante. Il giardinaggio, la cura degli animali e le lezioni di storia naturale facevano parte della routine quotidiana; i pazienti erano sia osservatori che partecipanti attivi. Giochi, creatività e talenti artistici sono stati promossi in vari modi.
Gli esperimenti sulle malattie infettive
Per alcune malattie, come la dissenteria, la malaria, la tubercolosi e la febbre gialla,bambini sottoposti ad esperimenti che venivano contratte dai soldati tedeschi durante le battaglie e che in alcuni casi si erano mostrate fatali, era necessario trovare una cura rapida che potesse far guarire in pochi giorni le persone che ne erano affette. Mengele utilizzava la vivisezione per studiare le malattie infettive e le lesioni interne che procuravano.
 
 
 
“Proteggere gli uccelli. Prenditi cura degli uccelli in inverno: dai loro cibo, proteggili dal gelo e dalla neve ". Pannello in yiddish da una mostra allestita dagli studenti della scuola TSYSHO del Sanatorium Medem, Varsavia, 1933. (YIVO)
Lo yiddish era il linguaggio di comunicazione predominante e trovava regolarmente nuove forme di espressione nelle rappresentazioni teatrali per bambini come Di lalkes (The Dolls) e Der shpaykhler (The Storehouse), così come nelle canzoni e nei neologismi. Allo stesso tempo, istituzioni di autogoverno come un consiglio dei bambini e vari comitati e autorità hanno insegnato i principi di autonomia e responsabilità di gruppo. Era un'istituzione decisamente laica; concetti etici che sottolineavano l'umanità, la fratellanza e la solidarietà sono stati sottolineati invece della pratica religiosa. Tutto ciò ha richiesto insegnanti altamente motivati ​​e impegnati, formati in psicologia infantile moderna e teoria dell'educazione. La struttura ha registrato osservazioni dettagliate dei bambini, conservate in un fascicolo di scheda accuratamente conservato che includeva anche informazioni sul background familiare di ogni bambino.
 
 
Il Sanatorio Medem divenne presto famoso e fu visitato da rappresentanti di organizzazioni educative. Il film Mir kumen su (We Are on Our Way; titolo statunitense, Children Must Laugh), girato nel sanatorio nel 1935, dà una vivida impressione della vita quotidiana dei bambini. Il regista Aleksander Ford, con la collaborazione della socialista ed educatrice polacca Wanda Wasilewska e del bundista Jakob (Yankev) Pat, ha prodotto un film che era un misto di documentario e narrativo. In esso, i bambini ricostruiscono la storia di tre nuovi arrivati ​​e della loro rapida integrazione nella comunità del sanatorio, mentre allo stesso tempo il film spiega le linee guida educative della clinica. Inizialmente bandito in Polonia e proiettato solo all'estero (nel 1937 a Parigi, per esempio), il film fu finalmente proiettato nel 1938 a Vilna. [Per una canzone del film, vedere i media relativi a questo articolo.]
 
 
 
 
Il Sanatorio di Medem era indissolubilmente legato al Bund. In quanto repubblica socialista dei bambini, mirava a presentare un'anticipazione delle idee della sinistra per il futuro e, come tale, forniva un'importante fonte di speranza. Allo stesso tempo, i bambini hanno riportato alle loro famiglie e ad altri gruppi al di fuori del sanatorio un senso di yidishkayt (ebraicità) specificamente orientato al Bund, contribuendo a un concetto di identità ebraico di sinistra e laico. La sua importanza, tuttavia, ha reso vulnerabile anche il Medem Sanatorium. Nel 1931, un gruppo di comunisti ebrei organizzò un attacco alla clinica, suscitando forti reazioni tra i socialisti polacchi e il movimento operaio socialista internazionale.
==I BAMBINI DI BUCHNWALD==
 
[[File:Buchenwald Children 69158.jpg|upright=1.3|thumb|Bambini e ragazzi sopravvissuti a Buchenwald, scortati fuori del campo dai soldati americani]]
I '''bambini di Buchenwald''' sono un gruppo di 904 bambini e adolescenti sopravvissuti al [[campo di concentramento di Buchenwald]]. La maggior parte di loro si salvarono grazie alla solidarietà di alcuni prigionieri più anziani che si organizzarono per la loro salvezza, riuscendo a proteggerli fino alla Liberazione. Tra i bambini sopravvissuti c'erano anche [[Elie Wiesel]], [[Yisrael Meir Lau]], [[Thomas Geve]] e [[Gert Schramm]], unico prigioniero di colore del campo.
 
Dopo che i tedeschi invasero la Polonia, il sanatorio Medem fu prima chiuso e poi saccheggiato nel settembre 1939. L'organizzazione clandestina del Bund decise di riaprire la clinica pochi mesi dopo. Nonostante il rapido deterioramento delle condizioni della struttura, gli insegnanti sono comunque rimasti fedeli ai concetti educativi del TSYSHO e hanno continuato ad ammettere i bambini; ad esempio, 130 alunni sono arrivati ​​da un orfanotrofio ebraico di lingua polacca. Fino alla deportazione dei bambini e del personale rimanente il 22 agosto 1942, la struttura era gestita da Anna Broide-Heler, Manie Zigelboym (moglie di Artur Zigelboym), Sonie Nowogrodska (moglie di Emanuel Nowogrodski) e Roze Aykhner, che accompagnava i bambini a Treblinka.
==La sopravvivenza a Buchenwald==
 
Quando l'11 aprile 1945 giunsero a Buchenwald le truppe di liberazione americane, fra i 21.000 sopravvissuti c'erano 904 giovanissimi prigionieri (in maggioranza ebrei). Si trattava principalmente di adolescenti tra i 13 e i 17 anni, ma tra loro erano anche bambini fra i 6 e i 12 anni. I due più piccoli avevano 4 anni. Fu di gran lunga il gruppo di bambini sopravvissuti più numeroso scoperto nei territori dell'Olocausto. A rendere il caso ancora più eccezionale è che ciò sia avvenuto in un campo di lavoro nel cuore della Germania dove non si sarebbero dovuti trovare ebrei e tantomeno bambini ''inabili al lavoro''. Inoltre, i bambini liberati erano tutti veterani dei campi di concentramento, già segnati da anni di privazioni.<ref>[http://jewishcurrents.org/saving-children-in-buchenwald/ Saving Children at Buchenwald].</ref>
 
==Bibliografia==
Il caso, unico in tutta la storia dei campi di concentramento nazisti, aveva le sue ragioni.
 
Hayyim Solomon Kazdan, Di geshikhte fun yidishn shulvezn in umophengikn Poyln (Città del Messico, 1947); Hayyim Solomon Kazdan, Lerer-yizker-bukh: Di umgekumene lerer fun Tsisho-shuln a Poyln (New York, 1954); Hayyim Solomon Kazdan, ed., Medem-Sanatorye-bukh (Tel Aviv, 1971).
La maggior parte degli adolescenti erano alloggiati nella baracca 66, i più piccoli vivevano nascosti nella 8, altri nelle 23 e 49. Queste baracche erano diventate zone ''off limits'' per le stesse SS che non si azzardavano minimamente ad ispezionarle. Girava la voce, infatti che esse fossero infestati dal tifo. A proteggere questi bambini in quelle baracche, furono alcuni coraggiosi detenuti, spesso di soli pochi anni più grandi di loro. Molti dei Kapo di Buchenwald erano stato reclutati tra i prigionieri politici comunisti e questo aiutò a formare una resistenza attiva all'interno del campo, capace di orientare la "moralità" del campo e creare le condizioni perche' molti dei bambini di Buchenwald fossero protetti dallo sterminio, dal lavoro coatto e dal trasferimento ad altri campi di concentramento.
 
Autore
[[File:Buchenwald Children 19753.jpg|thumb|left|Alcuni dei più piccoli tra i bambini di Buchelwald dopo la liberazione]]
Gertrud Pickhan
A presiedere la baracca 66 (dove dal gennaio 1945 la resistenza del campo riusci' a concentrarvi la maggior parte dei ragazzi) erano [[Antonin Kalina]], un comunista di Praga, e il suo vice [[Gustav Schiller]], un comunista ebreo polacco originario di Lvov.<ref>[http://www.jewishvirtuallibrary.org/block-66-at-buchenwald Jewish Virtual Library].</ref> Alla baracca 8 c'erano Franz Leitner, comunista austriaco di Vienna, e [[Wilhelm Hammann]], comunista tedesco di Hesse.<ref>[http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/shoah-2009/bambini-a-buchenwald/bambini-a-buchenwald.html ''La Repubblica'' (27 gennaio 2009)].</ref> Altri prigionieri direttamente coinvolti nel salvataggio dei bambini furono [[Willi Bleicher]] e [[Robert Siewert]].<ref>[http://jewishcurrents.org/saving-children-in-buchenwald/ Saving Childrend in Buchenwald].</ref> Grazie alla protezione loro offerta dai prigionieri "anziani", i ragazzi erano esentati dagli sfibranti appelli mattutini e dal lavoro coatto (se non per occasionali missioni di rimozione delle macerie causate dai bombardamenti nella vicina città di [[Weimar]], dove si sapeva che i ragazzi avrebbero potuto anche trovarvi del cibo). L'organizzazione riusci' anche a far pervenire ai ragazzi del vestiario e delle razioni extra di cibo da altre zone del campo, persino a creare per loro alcuni programmi di istruzione. Nelle ultime settimane di vita del campo la preoccupazione maggiore fu quella di resistere all'ordine di sopprimere tutti i prigionieri ebrei e prevenire che le baracche fossero evacuate verso altri campi di concentramento. Ai bambini ebrei fu detto di rimuovere la stella di David, mentre i Kapo falsificarono i documenti, dichiarando di non avere prigionieri ebrei. Il 10 aprile sembrò che tutti gli sforzi fossero inutili quando i ragazzi della baracca 66 furono allineati dalle guardie naziste davanti ai cancelli per abbandonare il campo ma grazie ad un provvidenziale allarme aereo Kalina potè ordinare il loro immediato ritorno nella baracca, dove essi rimasero fino alla liberazione il giorno successivo.
 
==Collegamenti esterni==
Non tutti i ragazzi che giunsero a Buchenwald poterono essere protetti dall'organizzazione. Migliaia di bambini e adolescenti (ebrei, rom, russi o polacchi) furono trasferiti da Buchenwald ad [[Auschwitz]] a morirvi perche' "inabili al lavoro". 1600 furono quelli che perirono tra le 55.000 vittime di Buchenwald per fame, malattia, o in conseguenza di percosse o uccisi dalle guardie. Di altri adolescenti non si potè impedire che rimanessero assegnati a squadre di lavoro coatto o che fossero trasferiti ad altri campi prima dell'arrivo degli americani. E' il caso di [[Imre Kertész]], futuro premio Nobel per le letteratura nel 2002, che descrisse la sua esperienza nel romanzo ''[[Essere senza destino]]'' (1975).
 
* {{cita web|url=https://yivoencyclopedia.org/article.aspx/Medem_Sanatorium|titolo=Medem Sanatorium|lingua=en}}
==Dopo la liberazione==
 
[[File:Buchenwald Children 06499.jpg|upright=1.3|thumb|Un gruppo di bambini sopravvissuti in viaggio per la Francia]]
La maggior parte dei bambini di Buchenwald erano orfani, e non avevano alcuna memoria o esperienza di cosa fosse una vita "normale". Circa la metà di loro fu inizialmente inviata in Francia dalla Croce Rossa e da altre agenzie mentre due altri gruppo andarono in Svizzera e in Inghilterra. Nel 2000 Judith Hemmendinger, che fu l'educatrice di molti di loro in Francia, ricorderà il loro difficile cammino di ritorno alla "normalità".<ref>Judith Hemmendinger and Robert Krell. ''The Children of Buchenwald: Child Survivors of the Holocaust and Their Post-War Lives''. Jerusalem: Gefen, 2000.</ref>
 
Mentre alcuni rimasero in Europa, molti partirono per gli Stati Uniti, il Canada o Israele. Un gruppo di 65 di loro raggiunse l'Australia, dove tutti gli anni hanno continuato a riunirsi con i loro figli e nipoti.<ref>[http://www.tabletmag.com/scroll/190379/buchenwald-boys-celebrate-70-years-of-freedom The Tablet (20 aprile 2015)].</ref>
 
==La memoria==
 
Già nel 1958 il romanzo di [[Bruno Apitz]], ''Nackt unter Wölfen'' (''Nudo fra i lupi''), basato sulla sua personale esperienza a Buchenwald, attirò l'attenzione sul caso di un bambino sopravvissuto nelle baracche nascosto dal padre e da altri detenuti.<ref>Bruno Apitz, ''Nudo tra i lupi'', Milano: Longanesi, 2013.</ref> La storia non era frutto di fantasia e l'identità del bambino fu presto rivelata essere quella di [[Stefan Jerzy Zweig]].
 
 
L'interesse per i bambini di Buchenwald e progressivamente cresciuto. Alla loro vicenda sono stati dedicati libri e documentari. Alcuni di loro hanno pubblicato libri di memorie e ci è ricordati anche dei loro salvatori al campo. [[Wilhelm Hammann]] (1897-1955) nel 1984, Fyodor Michajlitschenko nel 2009 e [[Antonin Kalina]] (1902-1990) nel 2012 sono tra i non-ebrei che sono stati riconosciuti dall'Istituto [[Yad Vashem]] di Gerusalemme come "giusti fra le nazioni" per la loro azione in favore dei bambini di Buchenwald.
 
[[File:Einsatzgruppen murder Jews in Ivanhorod, Ukraine, 1942 (cropped).jpg|thumb|"Non abbiamo dimenticato" (1942)]]
Le '''foto di eccidi delle Einsatzgruppen''' documentano alcuni dei massacri compiuti da unità mobili tedesche che nel corso dell'[[Olocausto]] si resero responsabili dell'uccisione di circa 1.500.000 persone (in massima parte ebrei) nei paesi occupati dell'Est europeo. I massacri avvennero prevalentemente negli anni 1941-42 nei territori occupati dell'Unione sovietica, dopo l'inizio dell'Operazione Barbarossa e prima che entrasse in funzione a pieno regime la rete di campi di sterminio nei quali perirono la maggior parte degli ebrei della Polonia occidentale.
 
Le uccisioni avvenivano di norma in segreto, in luoghi reclusi, lontano da occhi indiscreti. Alcuni di questi eccidi furono però documentati con foto scattate per uso interno dall'amministrazione tedesca o privatamente da membri dei plotoni esecuzione come un macabro trofeo da esibirsi con i propri commilitoni.
 
== Eccidi vari (1941) ==
 
<gallery>
File:The last Jew in Vinnitsa, 1941.jpg|[[L'ultimo ebreo di Vinnitsa]] (1941)
File:Men with an unidentified unit execute a group of Soviet civilians kneeling by the side of a mass grave.jpg|Uccisioni in lugo indetermanato in Ucraina (1941)
</gallery>
 
== [[Massacro di Liepāja]] (15-17 dicembre 1941) ==
 
<gallery>
File:LiepajaLatvia1941.jpg|Raduno dei prigionieri
 
</gallery>
 
== Massacro degli ebrei di Ivanhorod, Ucraina (1942) ==
 
<gallery>
File:Einsatzgruppen murder Jews in Ivanhorod, Ukraine, 1942.jpg|Uccisione di donne e bambini
File:Ivanhorod Einsatzgruppen photograph after.jpg|I cadaveri delle vittime
</gallery>
 
== Massacro degli ebrei di [[ghetto di Mizocz|Mizocz]] (14 ottobre 1942) ==
 
<gallery>
Jews from the Mizocz Ghetto rounded up with the assistance of the Gendarmerie and Ukrainian Schutzmannschaften for execution.jpg|Raduno dei prigionieri
File:Jewish women and children are ordered to undress prior to their execution outside the Mizocz Ghetto.jpg|Spoliazione delle vittime
File:Naked Jewish women wait in a line before their execution by Ukrainian auxiliary police.jpg|Attesa dell'esecuzione
A German policeman prepares to complete the Mizocz mass execution by shooting two Jewish children.jpg|Le vittime nella fossa
File:German officer executes Jewish women who survived a mass shooting outside the Mizocz ghetto, 14 October 1942.jpg|Esecuzione degli ultimi superstiti
</gallery>
 
==Note==
<references/>
 
==Collegamenti esterni==
==Bibliografia==
 
* [http://bostonreview.net/susie-linfield-witness-to-murder-nazi-photography-holocaust A Witness to Murder], in ''Boston Review'' (1 settembre 2005)
===Libri di memorie===
 
{{Olocausto}}
* [[Bruno Apitz]], ''Nackt unter Wölfen'' (''Nudo fra i lupi''), 1958
{{Controllo di autorità}}
* [[Yisrael Meir Lau]], ''Do Not Raise a Hand Against the Boy'', (2000)
{{Portale|Ebraismo}}
* [[Stefan Jerzy Zweig]], ''Tränen allein genügen nicht'' (''Tears Alone Are Not Enough''), 2005
 
===Studi, monografie===
 
* Judith Hemmendinger and Robert Krell. ''The Children of Buchenwald: Child Survivors of the Holocaust and Their Post-War Lives''. Jerusalem: Gefen, 2000.
* Bill Niven, ''The Buchenwald Child: Truth, Fiction, and Propaganda.'' Camden House (2007). ISBN 978-1-57113-339-7.
 
==Filmografia==
 
* ''[[Nackt unter Wölfen]]'', regia di [[George Leopold]] (1963) <film TV>
* ''[[Nackt unter Wölfen]]'', regia di [[Frank Beyer]] (1963) <film>
* ''[[The Boys of Buchenwald]]'', regia di [[Audrey Mehler]] (2002) <documentario>
* ''[[La Maison de Nina]]'', regia di [[Richard Dembo]] (2005) <documentario>
* ''[[The Buchenwald Ball]]'', regia di [[Danny Ben-Moshe]], [[Uri Mizrahi]] e [[Andrew Wiseman]] (2006) <documentario>
* ''[[Kinderblock 66: Return to Buchenwald]]'', regia di [[Rob L. Cohen]] (2012) <documentario>
* ''[[Nackt unter Wölfen]]'', regia di [[Philipp Kadelbach]] (2015) <film TV>
 
 
==Voci correlate==
 
* [[Olocausto]]
{{Bio
|Nome = Michał
|Cognome = Głowiński
|Sesso = M
|LuogoNascita = Varsavia
|GiornoMeseNascita = 4 novembre
|AnnoNascita = 1934
|LuogoMorte =
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Attività = filologo
|Attività2 = storico
|Attività3 =
|Nazionalità = polacco
|PostNazionalità = . Ebreo, [[superstite dell'Olocausto]], è autore di un libro di memorie sulla sua esperienza di [[bambino dell'Olocausto]] che dal [[ghetto di Varsavia]] fu salvato sotto falsa identità in un orfanotrofio cattolico. Dopo la guerra, ha conosciuto una importante carriera accademica all'Università di Varsavia
|Categorie = no
}}
 
== Biografia ==
 
Michal Glowinski nasce nel 1934 a Varsavia in una famiglia ebraica. is among the most renowned literary scholars in Poland and the author of numerous works of literary criticism, history, and theory. He is a long-time professor at the Institute of Literary Studies of the Polish Academy of Sciences in Warsaw.
 
Michal Glowinski nasce nel 1934 a Varsavia in una famiglia ebraica. Con l'occupazione tedesca della Polonia all'inizio della [[seconda guerra mondiale]], insieme alla sua famiglia, fu posto nel [[ghetto di Pruszków]], dopo di che fu trasferito nel [[ghetto di Varsavia]]. È uno dei bambini ebrei salvati dallo sterminio dall'organizzazione di [[Irena Sendler]]. Fatto uscire clandestimento dal ghetto, fu posto nell'istituto di cura della Congregazione delle Suore Servi della Vergine Maria a Turkowice [4] . Nei suoi ricordi, Black Seasons , ha dedicato quattro capitoli all'orfanotrofio di Turkawice, dove la crudeltà di alcuni bambini verso di lui è contrastata con la bontà e l'amicizia di altri.
 
Dopo la guerra ha studiato letteratura polacca presso l'Università di Varsavia , dove ha conseguito la laurea nel 1955. Ha debuttato nel 1954 con una recensione su Manfred Adolf Rudnicki pubblicata su Życie Literackie . Negli anni 1955-1958 lavorò come titolare di una borsa di studio presso il Dipartimento di Teoria della Letteratura sotto la guida del prof. Kazimierz Budzyk . Allo stesso tempo, ha sviluppato attività critiche, rivedendo principalmente volumi di poesie, tra cui in " Vita letteraria " e " Creatività ". Dal 1958 all'Istituto di ricerca letteraria dell'Accademia polacca delle scienze. Abilitato nel 1967 sulla base della tesi intitolata "Una serie di studi sulla storia e la teoria del romanzo polacco." Nel 1976 ottiene il titolo accademico di professore. Nel 1978 è diventato membro fondatore della Scientific Courses Society . Nel 1986 divenne professore ordinario. Dal 1990 ha presieduto il Consiglio scientifico dell'Istituto. È membro della Warsaw Scientific Society e dell'Associazione degli scrittori polacchi .
 
Nel 2010, il romanzo autobiografico di Michał Głowiński dal titolo Cerchi di stranezza in cui ha rivelato il suo orientamento omosessuale [6] [7] .
 
Ha quattro titoli di Dottore Honoris Causa (28 settembre 2000. - Jagiellonian University , 23 aprile 2001. - . Università di Adam Mickiewicz University di Poznan , il 10 marzo 2003. - Università di Opole [8] 25 aprile 2018. - Università di Kazimierz Wielki in Bydgoszcz ). Nel 2002 gli è stato assegnato il Kazimierz Wyki [9] . Nel 2004 gli è stato assegnato il Herder premiato dalla fondazione Alfred Toepfer ad Amburgo. Nel gennaio 2007 gli è stata assegnata la medaglia d'oro Gloria Artis per il merito alla cultura [10] . Nel 2008 si è laureatopremio letterario del PEN Club polacco Jan Parandowski [11] . L'8 marzo 2013, per l'eccezionale servizio di ricerca, documentazione e commemorazione della storia del marzo '68 , in occasione del 45 ° anniversario di questi eventi, è stato decorato con la Croce degli ufficiali dell'Ordine della Polonia Restituta [12] [13] . Quattro volte nominato per il Nike Literary Award : nel 1997 per Speech under assiege , nel 1999 per Black Seasons , nel 2001 per Ulysses Day e altri schizzi su argomenti non mitologici e nel 2011 per Circles of Strangeness [14]. L'11 dicembre 2016 ha ricevuto il premio letterario Łódź. Julian Tuwim lo ha premiato per "non solo standard letterari, ma anche etici" e "impegno per gli affari mondiali" [15] .
 
==Autobiografia==
 
* Samuel Pisar. ''Le sang de l'espoir'' (Paris: Laffont, 1979).
** Ed. inglese: ''Of Blood and Hope'' (Boston: Little, Brown, 1980).
 
==Opere==
 
* ''Poetyka Tuwima a polska tradycja literacka'' (1962)
* ''Porządek, chaos, znaczenie'' (1968)
* ''Powieść młodopolska'' (1969)
* ''Gry powieściowe'' (1973)
* ''Style odbioru'' (1977)
* ''Nowomowa po polsku'' (1990)
* ''Mity przebrane'' (1990)
* ''Marcowe gadanie. Komentarze do słów. 1966–1971'' (1991)
* ''Rytuał i demagogia. Trzynaście szkiców o sztuce zdegradowanej'' (1992)
* ''Poetyka i okolice'' (1992)
* ''Peereliada. Komentarze do słów. 1976–1981'' (1993)
* ''Mowa w stanie oblężenia. 1982-1985'' (1996)
* ''Zaświat przedstawiony: szkice o poezji Bolesława Leśmiana'' (1998)
* ''Czarne sezony'' (1998, wspomnienia)
* ''Końcówka'' (1999)
* ''Dzień Ulissesa i inne szkice na tematy niemitologicze'' (2000)
* ''Magdalenka z razowego chleba'' (2001, [[powieść]])
* ''Gombrowicz i nadliteratura'' (2002)
* ''Historia jednej topoli'' (2003)
* ''Skrzydła i pięta'' (2004)
* ''Ironia'' (2005)
* ''Kładka nad czasem'' (2006)
* ''Monolog wewnętrzny Telimeny i inne szkice'' (2007)
* ''Fabuły przerwane. Małe szkice 1998–2007'' (2008)
* ''Kręgi obcości. Opowieść autobiograficzna'' (2010)
* ''Carska filiżanka. Szesnaście opowieści'' (2016)
 
==Note==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Ghetto di Białystok]]
* [[Campo di concentramento di Dachau]]
* [[Bambini dell'Olocausto]]
* [[Superstiti dell'Olocausto]]
* [[Campo di concentramento di Buchenwald]]
* [[Libri di memorie sull'Olocausto]]
 
==Collegamenti esterni==
* {{cita web|https://www.yadvashem.org/yv/pdf-drupal/en/education/pisar_holocaust_studies.pdf|Samuel Pisar Website|lingua=en}}
 
{{Controllo di autorità}}
* [http://www.jewishvirtuallibrary.org/block-66-at-buchenwald Jewish Virtual Library]
{{Portale|biografie|Ebraismo|nazismo|letteratura}}
* [https://www.scrapbookpages.com/Buchenwald/Liberation1.html Child Suvivors of Buche
<!--
* [http://forward.com/culture/214610/the-boys-of-buchenwald/ The Boys of Buchenwald]
[[Categoria:Ebrei polacchi]]
* [https://www.swissinfo.ch/eng/the-buchenwald-children---a-forgotten-history/28653574 The Buchenwald children: a forgotten history]
[[Categoria:Superstiti dell'Olocausto]]
* [http://www.jewishpost.com/archives/news/the-children-of-buchenwald.html The Children of Buchanwald]
[[Categoria:Bambini dell'Olocausto]]
* [http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/shoah-2009/bambini-a-buchenwald/bambini-a-buchenwald.html ''La Repubblica'' (27 gennaio 2009)].
-->
* [http://www.timesofisrael.com/the-righteous-gentile-who-saved-900-jewish-boys-inside-a-death-camp-buchenwald-antonin-kalina/ "The Man Who Saved 900 Jewish Boys INSIDE a Death Camp"]
 
{{Portale|Ebraismo}}
 
[[Categoria:Shoah]]
 
====Bambini interpretati da attori/attrici adulti====
 
Nella tradizione teatrale ed operistica i ruoli di bambini erano di norma interpretati da attrici. Lo richiedeva in primo luogo il volume della voce e la capacita' di presenza scenica, prima ancora dell'impegno interpretativo e della capacita' di memorizzare la parte. Soltanto alcuni bambini prodigio si dimostrarono capaci di affermarsi sulla scena in ruoli protagonistici, talora addirittura interpretando ruoli di adulti.
 
Questa tradizione rimase viva agli inizi della storia del cinema, specialmente per ruoli che avessero alle spalle una consolidata tradizione interpretativa teatrale (da Peter Pan, a Little Lord Fauntleroy, a Oliver Twist. Ben presto ci si rese conto di come le caratteristiche tecniche del cinema, dall'uso sempre più comune dei primi piani alle minore peso della memorizzazione dovuto alle continue pause nelle riprese, permettessero agli attori bambini di superare le limitazioni imposte dal teatro. L'uso sempre più comune dei primi piani garantiva una presenza scenica, mentre le continue pause nelle riprese delle scene liberavano gli attori bambini dal peso di una memorizzazione dell'intero copione. L'utilizzazione di attrici adulte in ruoli di bambini fu presto abbandonato, anche se con alcune notevoli eccezioni, tra cui la più notevole e' quella di [[Mary Pickford]] che ancora negli anni venti continuerà a cimentarsi con successo in ruoli di bambino/a. Ancora piu' a lungo rimase vivo l'uso di usare attrici bambine, in luogo di maschi; a parità di età esse erano considerate piu' mature e affidabili. Ci sono casi, come quelle di che si specializzarono indifferentemente in ruoli maschili o femminili o che addirittura costruirono per se' sullo schermo un ruolo esclusivamente maschile ([[Edna Foster]]).
==Romanzi==
 
Tale pratica e' oggi quasi completamente abbandonata, con l'eccezione del doppiaggio, dove spesso la voce di [[attori bambini]] e' ancora spesso assegnata ad attrici, o in film dove i contenuti "maturi" suggeriscono di usare attori o attrici maggiorenni che dimostrino meno della loro età piuttosto che ricorrere ad "autentici" adolescenti.
* [[Eva Weaver]], ''The Puppet Boy of Warsaw'' (ed. it. ''Il piccolo burattinaio
di Varsavia, Milano: Mondadori, 2013)
 
====Whitewashing====
 
Specie nel cinema americano per lungo tempo è stata comune la pratica del "whitewahing", per cui tutte le parti principali erano di norma affidate ad attori "bianchi", indipendentemente dall'identità etnica dei personaggi. Il fenomeno tuttavia è stato meno rilevante per quanto riguarda gli attori bambini perchè i pregiudizi razziali del tempo permettevano che tra bambini di "razze", etnie, sesso e condizione diverse si potesse stabilire una certa familiarità non piu' tollerata in età adulta. A condizione che la leadership "bianca" non fosse apertamente messa in discussione, i bambini venivano spesso presentati riuniti in gangs multietniche interagendo fra loro su un piano di sostanziale parità con modalità che sarebbero state impensabili nella società "adulta".
 
Il fenomeno, ancora in parte presente si e' drasticamente ridotto a partire dagli anni cinquanta ed attori bambini di ogni etnia si sono affermati anche nel cinema americano.
 
====Rappresentazioni etniche caricaturali====
 
Anche quando i personaggi di etnie minoritarie siano stato interpretati da attori bambini della stessa etnia, questo non ha significato la fine del pregiudizio razziale. Come nel caso degli adulti, gli attori bambini afroamericani, nativi americani, asiatico-americani, ecc. si sono spesso trovati costretti ad offrire una parodia di se stessi, riproducendo gli stereotipi anche i più odiosi, cui li condannavano i pregiudizi della maggioranza. Anche in simili contesti molti di loro sono riusciti a distinguersi per la dignità e la professionalità delle loro interpretazioni, da [[Ernest Morrison]] e agli altri piccoli interpreti afroamericani delle ''[[Simpatiche canaglie]]'', fino a [[Cordell Hickman]] e [[Glenn Leedy]].
==OLOCAUSTO IN ITALIA==
 
Al tempo stesso la maggior libertà goduta dagli attori bambini e la loro naturale capacità di attrarre l'attenzione e il benvolere degli spettatori faceva sì che spesso essi si trovassero a svolgere un ruolo pioneristico nell'affermazione dei diritti della propria gente. E' il caso di [[Robert Gordon (regista)|Robert Gordon]], che già negli anni venti offre un ritratto non stereotipato di ragazzo ebreo-americano, e del nativo americano [[Anthony Numkena]] negli anni cinquanta. Ancora più impegnativo fu il cammino che dovettero affrontare gli attori bambini afroamericani; i pregiudizi erano così radicati che ci volle uno sforzo collettivo e prolungato negli anni tra il cinquanta e il settanta, nel quale si distinsero in particolare [[Philip Hepburn]], [[Steven Perry]], [[Marc Copage]], [[Kevin Hooks]], [[Kyle Johnson]], [[George Spell]], [[Erin Blunt]], [[Todd Bridges]] e [[Kim Fields]].
L''''Olocausto in Italia''' si colloca all'interno di un fenomeno di genocidio di ben più vaste proporzioni che negli anni dal 1933 and 1945 portò alla discriminazione e quindi all'eliminazione fisica di 6 milioni di ebrei europei. Nel suo articolarsi l'Olocausto (o ''Shoah'') ha avuto in Italia tratti e sviluppi originali, svolgendosi in due fasi distinte. Il periodo tra il settembre 1938 e il 25 luglio 1943 fu il periodo in cui in Italia si attuò la “persecuzione dei diritti degli ebrei” (e di altre minoranze etniche) sotto il regime fascista, cui segui' la “persecuzione delle vite degli ebrei”, dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945, sotto l’occupazione tedesca e la Repubblica sociale italiana.<ref>[https://archivio.pubblica.istruzione.it/shoah/didattica/sarfatti_torino08.pdf Michele Sarfatti, "La persecuzione degli ebrei in Italia"].</ref> Circa 7.500 ebrei italiani persero la vita; ovvero il 13% dei 58.412 cittadini italiani di "razza ebraica o parzialmente ebraica" censiti nel 1938.<ref>Liliana Picciotto Fargion, ''Il libro della memoria: gli ebrei deportati dall'Italia, 1943-1945''. Milano: Mursia, 2011.</ref> Dopo i primi rastrellamenti ad opera dell'esercito tedesco, a partire dal 30 novembre 1943 la responsabilita' primaria degli arresti e delle deportazioni ricade sulla polizia repubblichina italiana, che perseguirono questo scopo attraverso controlli di identita' e delazioni remunerate, mentre i tedeschi si occuparono della gestione dei trasporti dal [[Campo di concentramento di Fossoli]] (o la [[Risiera di San Sabba]]) al [[campo di sterminio di Birkenau|campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau]], luogo fisico degli eccidi. Gli ebrei perseguitati poterono però contare in Italia su una omerta' diffusa e sull'attiva solidarieta' non solo di singoli individui ma anche di organizzazioni clandestine di resistenza come la [[DELASEM]] e di settori significativi della Chiesa cattolica, solidarieta' che si dimostrò capace di offrire una protezione efficace a migliaia di ricercati fino alla Liberazione.
 
===Disabilita===
==Gli ebrei e l'Unita' d'Italia==
 
Per lungo tempo la disabilità è stata considerata una vergogna sociale da tenersi nascosta all'interno della famiglia o in istituti religiosi, o altrimenti uno scherzo di natura da esibirsi e sfruttarsi per fini commerciali nei circhi e nei teatri. Gia' nei secoli precedenti ma in particolare nel XIX divenne popolare l'esibizione di disabili come fenomeni da baraccone negli Stati Uniti e in Europa. Tra di loro c'erano anche molti bambini, ai quali il circuito dei "freak shows" offriva l'unica alternativa ad una vita di totale reclusione, sia pure in condizioni di sfruttamento estremo se non di vera e propria schiavitù, comprati e venduti da affaristi senza scrupoli. Si trattava generalmente di gemelli siamesi o bambini affetti da nanismo o da altri malformazioni, la sua visione a pagamento suscitava negli spettatori orrore e compassione. Alcuni di questi bambini raggiunsero grande fama come [[Charles Sherwood Stratton]] (conosciuto con il nome d'arte di [[General Tom Thumb]]), attivo nel circo Barnum sin dall'età di 5 anni.
{{Vedi anche|Storia degli ebrei in Italia}}
[[Ilona e Judit Gófitz]] (1701-1723), [[Millie e Christine McKoy]] (1851-1912), [[Giacomo e Giovanni Battista Tocci]] (1875-...) [[Daisy e Violet Hilton]] (1908-1969).
Gli ebrei in Italia rappresentano l'esempio di una comunita' ben integrata da millenni nel tessuto sociale, economico e culturale. Nel periodo precedente all'Unita' d'Italia, le comunita' ebraiche italiane fecero esperienze di enormi difficolta' e discriminazioni (espulsioni, ghettizzazione, ecc.), ma non mancarono momenti positivi di incontro e di interazione a livello locale, che in epoca moderna favorirono il radicamento delle comunita' in molti centri dell'Italia centrale e settentrionale (tra cui Roma, Torino Venezia, Mantova, Ferrara, Trieste, Firenze, Livorno, e altri)
 
Josephene Myrtle Corbin (1868-1928).
Gli ebrei italiani sostennero con grande entusiasmo il processo risorgimentale che per loro segnò la conquista della piena emancipazione come cittadini e co-fondatori del nuovo Stato nazionale.
 
Il cinema affronta con reticenza la problematica della disabilita' infantile, considerata troppo scioccante per essere apertamente mostrata, soprattutto nelle sue forme piu' estreme.
Nel nuovo stato gli ebrei godettero di una situazione di sostanziale parita' di diritti, uscirono dai ghetti, costruirono monumentali sinagoghe ed ebbero ruoli importanti nella politica, nella pubblica amministrazione, nella scuola e nell'Universita, riempiendovi i vuoti prodotti dall'atteggiamento di non collaborazione a lungo mantenuto dai cattolici dopo la presa di Roma.
 
==La disabilità nel cinema==
La prima guerra mondiale segnò il momento di maggior identificazione tra l'ebraismo e il nuovo Stato: gli ebrei parteciparono in massa all'esercito e al sostegno dello sforzo bellico, monumenti furono eretti nelle sinagoghe ad onorare i caduti.
 
Forme lievi di disabilità sono parte dell'esperienza di vita comune, e socialmente accettare in un mondo popolato da storpi, ciechi, sordi, . I soggetti disabili venivano compatiti, al parti dei malati e affidati alla compassione, talora vivendo di elemosine. Vi erano tuttavia forme di disabilita' (fisiche o mentali) che generano orrore e a cui a lungo è stato attaccato uno stigma sociale che le rendeva una vergogna da tenersi nascosta all'interno della famiglia o in istituti religiosi, o altrimenti uno scherzo di natura da esibirsi e sfruttarsi per fini commerciali nei circhi e nei teatri.
Il fervore nazionalistico degli ebrei italiani si mantenne primo nel dopoguerra attraverso il supporto di molti di essi all'impresa di Fiume ed alla stessa costituzione del partito fascista. Appena giunto al potere nel 1922 il regime fascista si mostrò tuttavia più interessato a ricercare un compromesso con la Chiesa cattolica che legittimasse e rafforzasse il suo potere.
 
Nel cinema (come nella vita) la figura del disabile (lo storpio, il cieco, il sordo, il muto, lo "[[scemo del villaggio]]") fa parte dell'esperienza comune e come tale è presente nelle innumerevoli storie raccontate. C'erano forme di disabilita' pero' che non risultavano socialmente accettate. In quanto generavano orrore e vergogna esse erano anche dal cinema o sistematicamente ignorate, o introdotte solo in film di genere horror in figure come quelle di Quasimodo in ''[[Il gobbo di Notre Dame]]'' (1923) o del Fantasma dell'Opera.
== Patti Lateranensi (1929) ==
 
Il primo film a porre lo spettatore direttamente a contatto con questo mondo e' ''[[Freaks (film 1932)|Freaks]]'', regia di [[Tod Browning]] (1932), in cui i disabili, costretti per vivere ad esibirsi nei circhi e nelle fiere, formano un universo separato e solidale.
{{Vedi anche|Patti Lateranensi}}
I Patti Lateranensi furono il primo colpo inferto ai diritti conquistati dagli ebrei con il Risorgimento. Il riconoscimento del cattolicesimo quale religione di Stato in Italia ridusse l'ebraismo a culto ammesso, limitandone la libertà religiosa e introducendo nel curriculum scolastico. Il regime continuò tuttavia a mantenere un atteggiamento ambivalente e non pregiudizialmente ostile all'ebraismo. La Legge Falco del 1930 instaurava un maggior controllo sulla vita delle comunità ebraiche in Italia, ma introduceva anche necessarie misure di semplificazione e razionalizzazione, che furono accolte con favore dalla maggioranza degli ebrei italiani. Agli ebrei fu concessa una relativa autonomia, un regime di auto-governo ed anche una qualche liberta' associativa (principalmente attraverso l"[[Unione delle comunità ebraiche italiane|Unione delle comunità israelitiche italiane]] e l'[[Associazione donne ebree d'Italia]]). Nel 1935 si autorizzò la costruzione della monumentale [[sinagoga di Genova]], cosi' come nel 1928 si era fatto per la [[sinagoga ortodossa di Fiume]]. Tra i capi del Partito Fascista la presenza di fanatici antisemiti come [[Achille Starace]] e [[Roberto Farinacci]] era compensata da una forte componente filoebraica (che faceva riferimento a [[Italo Balbo]] e poteva contare anche sull'appoggio di [[Gabriele d'Annunzio]]). Molti ebrei (e rabbini) continuarono a servire nei ranghi del partito fascista, anche in posizioni di primo piano come il podesta' di Ferrara, [[Renzo Ravenna]].
 
Solo con la seconda guerra mondiale il cinema (e la società intera) si pongono ll problema di educare il pubblico all'accettazione di ogni forma di disabilità. Si tratta in primo luogo del problema del reinserimento sociale dei tanti mutilati e disabili di guerra trattato in film come ''[[I migliori anni della nostra vita]]'' (1946) e ''[[Il mio corpo ti appartiene]]'' (1950). Proprio per la sua interpretazione nel primo di questi film [[Harold Russell]], mutilato di guerra, riceve nel 1947 l'Oscar per miglior attore non protagonista e un Oscar speciale per la valenza sociale del messaggio di speranza e inclusione trasmesso dal suo personaggio.
== Le persecuzioni razziali fasciste (1938-1939) ==
 
''[[Anna dei miracoli]]'' (''The Miracle Worker''), regia di [[Arthur Penn]] (1962) rappresenta un altro importante passo in avanti. Il film promuove il trattamento di casi considerati fino ad allora disperati ed elogia lo sforzo eroico di operatori sociali e insegnanti impegnati al recupero dei disabili.
{{Vedi anche|Leggi razziali fasciste}}
Nel 1938, in seguito alla pubblicazione del [[Manifesto della razza]], in Italia furono emanate le [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]]. Presso il Ministero degli Interni fu istituita la Direzione generale Demografia e Razza, con il compito di coordinare le iniziative di discriminazione. le quali implicarono la creazione di istituzioni statali preposte alla loro applicazione. La divulgazione delle politiche razziali fu affidata alla rivista ''[[La difesa della razza]]'' (1938-1943), rivista stampata dall'Editrice Tumminelli a Roma.
 
In ''[[Il buio oltre la siepe (film)|Il buio oltre la siepe]]'' (''To Kill a Mockingbird''), regia di [[Robert Mulligan]] (1962) la lotta contro le barriere razziali abbraccia anche l'accettazione del disabile della casa accanto che da escluso e oggetto di paura si rivela amico e protettore.
Il fascismo cercò di "sfumare" alcuni aspetti delle leggi razziali per venire incontro a quei settori della Chiesa cattolica che vedevano favorevolmente la perdita dei diritti civili da parte degli ebrei ma non gli "eccessi" del nazismo, che colpivano indiscriminatamente ebrei osservanti e ebrei battezzati.
 
Con [[The Elephant Man]] (1980) il tema della disabilita' e' visto per la prima volta dalla prospettiva del disabile che da fenomeno di baraccone ritorna ad essere persona con i suoi sentimenti e la sua dignità che devono essere in ogni caso rispettati.
Sia pure con qualche distinguo, le leggi razziali fasciste produssero tuttavia un'effettiva e totalitaria "arianizzazione" delle societa' italiana, con conseguenze devastanti. Esse colpirono gli ebrei direttamente in quei settori (pubblica amministrazione, esercito, scuola, Universita') in cui con più forza ed entusiasmo gli ebrei italiani si erano impegnati nel periodo post-risorgimentale. Le conseguenze non furono minori dal punto di vista psicologico. Per gli ebrei le leggi razziali furono vissute come un tradimento da parte di uno Stato con cui essi si erano identificati e le cui sorti essi avevano lealmente sostenuto fino dalla sua costituzione. Non mancarono casi eclatanti di suicidio per protesta, come quello dell'editore [[Angelo Fortunato Formiggini]].
 
Da allora il cinema (e la televisione) sono diventati i veicoli principali per la promozione dei diritti dei disabili e la sensibilizzazione dell'opinione pubblica per un atteggiamento di accoglienza e contro l'ignoranza e i troppi pregiudizi che ancora circondano varie tipologie di disabilità.
Da parte ebraica si rispose con la formazione di una rete di agenzie (in primo luogo, scuole ebraiche) in grado di gestire autonomamente quei servizi che lo Stato fascista ora non forniva più. Per molti l'emigrazione si prospettò come l'unica via di uscita. Il fascismo immediatamente revocò il permesso di residenza alla maggior parte degli ebrei stranieri. Circa la meta' di essi lasciò il paese.<ref> Sarfatti, p.2.</ref> La perdita del lavoro costrinse anche molti ebrei italiani a lasciare l'Italia. Francia, Inghilterra, gli Stati Uniti e il Sudamerica furono le mete preferite di emigrazione, Le limitazioni imposte dagli Stati ospitanti e il tempo ristretto prima dello scoppio della guerra permisero ad un numero consistente ma pur sempre limitato di ebrei (circa 6,000) di lasciare il paese (circa l'8%) ed evitare cosi' le conseguenze più tragiche dell'Olocausto. L'Italia perse alcuni dei suoi intellettuali migliori: [[Emilio Segrè]], [[Bruno Rossi]], [[Ugo Lombroso]], [[Giorgio Levi Della Vida]], [[Mario Castelnuovo-Tedesco]], [[Ugo Fano]], [[Roberto Fano]], [[Salvatore Luria]], [[Guido Fubini]], [[Franco Modigliani]], [[Arnaldo Momigliano]] e molti altri. Con loro lasceranno l'Italia anche [[Enrico Fermi]] e [[Luigi Bogliolo]], le cui mogli erano ebree.
 
==Filmografia (parziale)==
== La seconda guerra mondiale (I): L'Italia alleata della Germania nazista (1940-1943) ==
 
* ''[[The Drunkard's Child]]'' (1909) <crippled boy>
La prima conseguenza dell'entrata in guerra dell'Italia nel giugno 1940 al fianco della Germania nazista fu l'istituzione di una fitta rete di campi di internamento riservati in primo luogo ai profughi ebrei stranieri, ma anche a quegli ebrei italiani ritenuti "pericolosi" perché antifascisti.<ref>Carlo Spartaco Capogreco, ''I campi del duce. L'internamento civile nell'Italia fascista, 1940-1943'' (Einaudi: Torino, 2004)</ref> Per la prima volta si verificarono anche episodi di violenza antiebraica, che a [[Ferrara]] (21 settembre 1941) e [[Trieste]] (18 luglio 1942) sfociarono nel saccheggio delle locali sinagoghe. La maggior parte dei campi di internamento (e tra loro i più grandi, quelli di [[Campo di internamento di Campagna|Campagna]] e di [[Campo di internamento di Ferramonti di Tarsia|Ferramonti di Tarsia]]) furono situati nel Sud Italia, un elemento questo che nel seguito della guerra si mostrerà decisivo per la salvezza degli internati. La vita nei campi fu difficile, ma il modello adottato fu piuttosto quello dei campi di confino; agli internati era concessa una certa libertà di movimento e autonomia organizzativa, e la possibilità di ricevere aiuti e assistenza dall'esterno. Il trattamento fu simile a quello di una prigionia, e non fu affiancato da violenze
* ''[[Only in the Way]]'' (1911) <crippled girl>
antisemite fisiche o morali aggiuntive.
* ''[[The High-Born Child and the Beggar]]'' (1913) <crippled boy>
* ''[[Freaks (film 1932)|Freaks]]'', regia di [[Tod Browning]] (1932)
* ''[[Streets of New York]]'', regia di [[William Nigh]] (1939)
* ''[[Anna dei miracoli]]'' (''The Miracle Worker''), regia di [[Arthur Penn]] (1962)
* ''[[Il buio oltre la siepe (film)|Il buio oltre la siepe]]'' (''To Kill a Mockingbird''), regia di [[Robert Mulligan]] (1962)
* ''[[Gli esclusi]]'' (''A Child Is Waiting''), regia di [[John Cassavetes]] (1963)
* ''[[Incontro al Central Park]]'' (''A Patch of Blue''), regia di [[Guy Green]] (1965)
* ''[[The Elephant Man]]'', regia di [[David Lynch]] (1980)
* ''[[L'uomo della pioggia]]'' (''Rain Man''), regia di [[Barry Levinson]] (1988)
* ''[[Il mio piede sinistro]]'' (''My Left Foot: The Story of Christy Brown''), regia di [[Jim Sheridan]] (1989)
* ''[[Buon compleanno Mr. Grape]]'' (''What's Eating Gilbert Grape''), regia di [[Lasse Hallström]] (1993)
* ''[[Forrest Gump]]'', regia di [[Robert Zemeckis]] (1994)
* ''[[Perdiamoci di vista]]'', regia di [[Carlo Verdone]] (1994)
* ''[[L'ottavo giorno]]'' (Le Huitième Jour), regia di [[Jaco van Dormael]] (1996)
* ''[[Mi chiamo Sam]]'' (I Am Sam), regia di [[Jessie Nelson]] (2001)
* ''[[Le chiavi di casa]]'' regia di [[Gianni Amelio]] (2004)
* ''[[Lo scafandro e la farfalla]]'' (''Le scaphandre et le papillon''), regia di [[Julian Schnabel]] (2007)
* ''[[Stelle sulla terra (film)|Stelle sulla terra]]'' (''Taare Zameen Par''), regia di [[Aamir Khan]] (2007)
* ''[[Adam (film 2009)|Adam]]'', regia di [[Max Mayer]] (2009)
* ''[[Il discorso del re]]'' (The King's Speech), regia di [[Tom Hooper]] (2010)
* ''[[Quasi amici]]'' (''Intouchables''), regia di [[Olivier Nakache]] e [[Éric Toledano]] (2011)
* ''[[Un sapore di ruggine e ossa]]'' (''De rouille et d'os''), regia di [[Jacques Audiard]] (2012)
* ''[[Io sono Mateusz]]'' (Chce się żyć), regia di [[Maciej Pieprzyca]] (2013)
* ''[[La teoria del tutto]]'' (''The Theory of Everything''), regia di [[James Marsh]] (2014)
* ''[[Io prima di te]]'' (''Me Before You''), regia di [[Thea Sharrock]] (2016)
* ''[[Ogni tuo respiro]]'' (''Breathe''), regia di [[Andy Serkis]] (2017)
* ''[[Mark's Diary]]'', regia di [[Giovanni Coda]] (2019)
 
Da parte ebraica si rispose con l'istituzione della [[DELASEM]] (''Delegazione per l'Assistenza degli Emigranti Ebrei''), una società di assistenza per i profughi creata dall'[[Unione delle comunità israelitiche in Italia]] il 1º dicembre 1939 con l'assenso del regime.<ref>S. Sorani, L'assistenza ai profughi ebrei in Italia (1933-1947). ''Contributo alla storia della DELASEM'' (Carocci: Roma 1983); Sandro Antonimi, ''DELASEM: Storia della più grande organizzazione ebraica di soccorso durante la seconda guerra mondiale'' (De Ferrari: Genova, 2000).</ref> Durante tutto il primo periodo bellico fino all'8 settembre del 1943 la [[DELASEM]] poté svolgere legalmente un'opera fondamentale nell'assistenza dei profughi ebrei, rendendo meno dure le condizioni di vita nei campi, favorendo l'emigrazione di migliaia di internati e quindi sottraendoli di fatto allo sterminio. Le rete di rapporti stabiliti dalla [[DELASEM]], specialmente con vescovi e ambienti cattolici, sarà decisiva per la continuazione delle sue attività in una condizione di clandestinità dopo l'8 settembre 1943.
 
Per tutto il primo periodo bellico il regime fascista e l'esercito italiano si attennero alle politiche discriminatorie messe in atto con le [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]], le quali non contemplavano lo sterminio fisico degli ebrei sotto giurisdizione italiana o la loro consegna all'alleato tedesco, favorendo piuttosto soluzioni alternative quali l'emigrazione in paesi neutrali.<ref>Michele Sarfatti, ''The Jews in Mussolini's Italy: From Equality to Persecution'', 2006, ''loc. cit.''; Ilaria Pavan, ''Tra indifferenza e oblio. Le conseguenze economiche delle leggi razziali in Italia 1938-1970'', 2004.</ref> Così nel [[1942]] il comandante militare italiano in [[Croazia]] si rifiutò di consegnare gli ebrei della sua zona ai [[nazisti]]. Nel gennaio del [[1943]] gli italiani rifiutarono di collaborare con i nazisti nel rastrellare gli ebrei che vivevano nella zona occupata della [[Francia]] sotto il loro controllo, e nel marzo impedirono ai nazisti di deportare gli ebrei dalla loro zona. Il Ministro degli Esteri tedesco [[Joachim von Ribbentrop]] presentò un esposto a [[Benito Mussolini]] protestando che "i circoli militari italiani ... mancano di una corretta comprensione della questione ebraica".
 
Maria Eisenstein (Maria Luisa Moldauer Steele)
Le zone occupate dagli Italiani rimasero quindi relativamente sicure per gli ebrei, tanto che tra il 1941 e il 1943, migliaia di ebrei fuggirono dai territori occupati dai Tedeschi in quelli occupati dagli Italiani in Francia, Grecia e Jugoslavia. Qui furono trasferite nei campi di internamento.
 
Maria Eisenstein (Vienna, 1914 - Los Angeles, 1994) nasce a Vienna da una famiglia ebraica di origini polacche. Nel 1936 si trasferisce a Firenze per frequentare l’università. Oltre al polacco, parla correttamente il tedesco, il francese e l'italiano. Nonostante la promulgazione delle [[leggi razziali fasciste]] nel 1938 riesce a laurearsi in Lettere nell’autunno 1939, nell'ultima sessione consentita dal governo fascista a quegli ebrei che risultassero già iscritti all'Università.
== L'occupazione tedesca e la [[Repubblica Sociale Italiana]] (1943-1945) ==
 
Nell'estate del 1940, all’ingresso dell’Italia nella Seconda guerra mondiale Maria Moldauer si trovava in Sicilia. Qui, con la scusa di un colloquio con il questore, viene arrestata per essere trasferita come tutti gli ebrei "stranieri" residenti in Italia in uno dei [[campi per l'internamento civile nell'Italia fascista]]. La destinazione che le è assegnata è Villa Sorge a [[Lanciano]], un edificio preso per l'occasione in affitto dalle autorita' fasciste, dove e' reclusa assieme ad altre donne (alcune con bambini) di nazionalita' "nemica" (ebree, inglesi, slave).
Il collasso del fronte africano e lo sbarco degli Alleati in Sicilia portarono il 25 luglio 1943 alla caduta di Mussolini e alla sua sostituzione con Badoglio sotto il patrocinio della monarchia. Il nuovo governo negoziò in segreto un armistizio con gli Alleati. Per evitare la resa, l'8 settembre le forze tedesche invasero rapidamente le zone centrali e settentrionali del paese, Ponendo Mussolini a capo della Repubblica Sociale Italiana (RSI) con sede a Salò. Il re e il suo governo si rifugiarono al sud, ora saldamente in mano agli alleati.
,
Con il paese spaccato in due, la nuova situazione significò l'immediata liberazione di quegli ebrei (in massima parte stranieri) che erano confinati nei campi d'internamento del Sud, ma un subitaneo e drammatico cambiamento per i circa 43.000 ebrei (35.000 italiani e 8.000 stranieri) che vivevano ora sotto occupazione nazista e soggetti ad immediata deportazione.<ref>Susan Zuccotti, ''L’olocausto in Italia'', Tea storica ,1995; Renzo De Felice, ''Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo'', Einaudi, Torino, 1972.</ref>
 
Maria vi resta dal 4 luglio al 13 dicembre 1940.
La macchina di morte dell'[[Olocausto]] si mise in moto con effetto immediato, con l'intento di applicare la "[[soluzione finale]]" all'intera popolazione ebraica in Italia.
 
Con spirito arguto e schietto, Maria appunta su un taccuino tutto quello che sente e che vede. I prigionieri sono sottoposti ad un regime di semi-liberta. Non c’è il filo spinato e neppure l’orrore, a Villa Sorge. Le giornate trascorrono vuote e monotone, in un edificio sempre più fatiscente, per le detenute sottoposte senza difesa ai mille piccoli soprusi quotidiani dei loro carcerieri, che sistematicamente rubano loro cibo e denaro, e a quella che Maria percepisce come totale complicita' e indifferenza da parte della popolazione locale.
Le azioni antiebraici e gli eccidi cominciarono subito nel Nord Italia Non mancano gli eccidi e le stragi in loco, ma secondo una prassi ormai consolidata nei paesi dell:europa occidentale, lo sterminio si realizza in modo più discreto attraverso l'arresto e la deportazione degli ebrei verso i campi di sterminio dell'Europa centrale dove potevano essere compiuti lontani da occhi indiscreti. Dai campi di internamento fascisti si passa ad un sistema integrato di campi di concentramento e transito finalizzato all'organizzazione di trasporti ferroviari verso i campi di sterminio, in primo luogo [[Auschwitz]]. Si richiede anche un'azione capillare di polizia per la ricerca e la cattura dei fuggitivi. A tale opera si dedicano dapprima le truppe di occupazione tedesca che compirono le prime retate il 9 ottobre a Trieste e poi il 16 ottobre a Roma. Quindi tra fine ottobre e inizio m=novembre si procedè ad arresti di massa, in Toscana, Bologna e nel triangolo Milano-Torino-Genova. Per non suscitare proteste e tensioni, all'inizio alcune nazionalita' (ungherese, inglese) furono escluse dalle deportazioni, cosi' come furono esentati dalla cattura gli ebrei con genitore o coniuge "ariano".
 
Maria Moldauer non muore nella Shoah. Le deportazioni dall'Italia cominceranno solo dopo l'8 settembre 1943. Riesce a sopravvivere con Samuel Eisenstein, divenuto nel frattempo suo marito.
Una svolta decisiva si ebbe il 14 novembre 1943 quando a Verona nel Manifesto programmatico del nuovo partito fascista repubblicano si affermò che “Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica”. Il 30 novembre le autorità di polizia e le milizie della [[Repubblica Sociale Italiana]] furono mobilitate per l'arresto di tutti gli ebrei e il loro internamento e la confisca dei loro beni. Con il coinvolgimento delle forze repubblichine diminui' l'impegno diretto delle forze tedesche. Dai campi di internamento provinciali gli ebrei arrestati erano concentrati nel [[campo di concentramento di Fossoli]]<ref>Liliana Picciotto, ''L'alba ci colse come un tradimento: gli ebrei nel campo di Fossoli 1943-1944,
Milano: Mondadori, 2010.</ref> (o alla [[Risiera di San Sabba]]), dove venivano presi in consegna dai tedeschi e condotti ad [[Auschwitz]].
 
Dopo la liberazione di Roma Maria e il marito lavorano con le autorita' di occupazione alleata. La pubblicazione del diario avvenne a Roma già nell'autunno del 1944, subito dopo la liberazione della città, a guerra non ancora conclusa.<ref>Maria Eisenstein, ''Internata numero 6: donne fra i reticolati del campo di concentramento'', Roma: D. De Luigi, 1944 (rist. Milano: Tranchida, 1994; e Milano: Mimesis, 2014).</ref>
In tutto i Tedeschi deportarono 8.564 Ebrei dall’Italia e dalle zone occupate dagli Italiani in Francia e nelle isole di Rodi e di Kos, la maggior parte ad Auschwitz; degli oltre ottomila deportati, solo 1.009 fecero ritorno.<ref>"[https://www.ushmm.org/wlc/it/article.php?ModuleId=10005455 L'Italia]", ''Enciclopedia dell'Olocausto''.</ref>
 
Terminata la guerra, Maria andrà negli Stati Uniti con la madre, anche lei scampata all’Olocausto. Il marito la raggiungerà più tardi. I due si lasceranno pero poco dopo e, senza figli in comune, si perderanno di vista.
3?? ebrei furono uccisi in Italia, in atti di violenza, o al momento della cattura o durante il trasporto a Fossoli. La più grande strage avvenne il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine dove civili e politici furono uccisi come rappresaglia per un attentato compiuto dalle forze di resistenza a Roma contro soldati tedeschi. Almeno 75 tra le 323 vittime furono ebrei.
 
Non si sa quasi niente della vita di Maria Eisenstein in America. E' giornalista ma non pubblica altri libri di racconti o memorie.
Dietro a ogni ebreo catturato vi fu la delazione di italiani attratti dalla ricompensa offerta e lo zelo di funzionari di polizia italiani. Gli ebrei d'altro lato furono aiutati da una vasta rete di solidarietà, che fu favorita in primo luogo dalla fitta rete di contatti familiari e sociali che gli ebrei italiani avevano con non-ebrei. La [[DELASEM]] prosegue la sua opera nella clandestinità forte del supporto decisivo di non-ebrei che ne tengono in vita le centrali operative a [[Genova]] e [[Roma]]. Per tutta la durata del conflitto La DELASEM garanti' un flusso ininterrotto di denaro che dalle organizzazioni ebraiche mondiali giungeva a Genova tramite il nunzio apostolico svizzero e da Genova era distribuito in tutta l'Italia, per aiutare le necessita' (per cibo, alloggio, documenti falsi) di coloro che dovevano nascondersi. Privati cittadini, ma anche istituti religiosi, orfanotrofi, parrocchie aprirono le loro porte ai fuggitivi. La geografia dei luoghi di rifugio offre una mappa impressionante delle dimensioni del fenomeno. Grazie anche alle risorse e alle complicita' offerte da questa rete di solidarieta'. oltre 5.500 ebrei attraversarono clandestinamente il confine con la Svizzera. Circa 500 ebrei riuscirono ad attraversare il fronte e a raggiungere i territori in mano alleata nel sud Italia. Ma, cosa ancora più importante, 29.000 ebrei sopravvissero nascosti nei territori sotto controllo nazista, un migliaio unendosi alle formazioni partigiane, il resto (compresi donne, bambini e anziani) vivendo protette da altri perseguitati e da non ebrei.
 
Maria muore a Los Angeles nel 1994.
==Il dopoguerra e la memoria dell'Olocausto ==
 
Per lungo tempo del suo diario si perde memoria fino alla sua ripubblicazione in Italia nel 1994 e quindi nel 2014. Esistono oggi diversi studi che hanno raccolto le testimonianza e le esperienze di coloro che tra il 1940 e il 1943 furono prigionieri nei [[campi per l'internamento civile nell'Italia fascista]].<ref>Carlo Spartaco Capogreco, ''Ferramonti. La vita e gli uomini del più grande campo d'internamento fascista, 1940-1945'', Giuntina, 1987; Elisabeth Bettina, ''It Happened in Italy: Untold Stories of How the People of Italy Defied the Horrors of the Holocaust'', Nashville: Thomas Nelson, 2009.</ref>. L'opera di Maria Eisenstein mantiene tuttavia caratteri di eccezionalita' in quanto e' l'unico diario pervenutoci da quegli anni, del quale si conosca l'esistenza.
Un'azione importante nelle fasi immediatamente successive alla [[Liberazione]] fu compiuta dalla Brigata ebraica operante sul fronte italiano. La Brigata svolse un'opera fondamentale nei ricongiungimenti familiari e nella ricostruzione delle tessuto organizzativo delle comunita' ebraiche, finanche nell'individuazione dei reposnsabili delle operazioni antiebraiche. Ben presto gli uffici comunitari e le sinagoghe furono riaperte. Al tempo stesso, per la sua posizione geografica l'Italia divenne un importante luogo di raccolta per molti ebrei sopravvissuti dall'est europeo (tra cui numerosi [[bambini dell'Olocausto|bambini]] rimasti orfani) che vi fecero tappa prima del loro trasferimento in Israele.
 
Nel 2013 il Comune di Lanciano le dedica la via a fianco di Villa Sorge.<ref>[http://www.lancianonews.net/notizie/attualita/2225/intitolata-la-via-che-porta-a-villa-sorge-alla-scrittrice-maria-eisenstein Lanciano News (3 ottobre 2013)]</ref>
Con la partecipazione ebraica alla nascita della Repubblica Italiana e alla stesura della nuova Costituzione si ricostrui' almeno in parte quel rapporto privilegiato che il Risorgimento aveva stabilito tra l'ebraismo e la societa' italiana. Pur riconoscendo i [[Patti Lateranensi]], la nuova Costituzione Italiana ristabili' sostanziale liberta' di culto e protezione per i culti ammessi.
 
==Bibliografia==
Nonostante le vaste responsabilita' di italiani nella caccia agli ebrei, l'opinione pubblica prevale u atteggianmenti di auto-assoluzione che attribuisce l'Olocausto ad un crimine nazista imposto dagli occupanti "stranieri" di cui l'intera popolazione italiana era stata vittima, e a cui anzi si era eroicamente ribellata. Poco o niente si fece per punire coloro che in Italia si erano fatti complici dell'Olocausto e far piena luce su questa pagina oscura della storia italiana. La restituzione dei beni confiscati e il reintegro nel lavoro per coloro che lo avevano perso con le leggi razziali procedette a rilento. Anche i rapporti con la Chiesa cattolica si mantennero difficili, segnati dal caso Zolli (con la conversione dell'ex-rabbino capo di Roma al cattolicesimo sotto la personale egida di Pio XII).
* Gianni Orecchioni, ''I sassi e le ombre. Storie di internamento e di confino nell’Italia fascista. Lanciano 1940-1943''
 
==Collegamenti esterni==
L'esperienza della [[DELASEM]] tuttavia lascia un profondo segno con la fondazione anche in Italia, a Firenze, dell'Amicizia Ebraico-Cristiana che per impulso di [[Giorgio La Pira]] spinge per una profonda revisione dei rapporti tra ebraismo e Chiesa cattolica. L'elezione di papa Roncalli segue un primo importante punto di svolta. Come nunzio apostolico in Turchia e quindi nel dopoguerra in Francia Giovanni Roncalli era . Nel 1965 il suo successore [[Paolo VI) durante a guerra segretario di Stato vaticano e uno die maggiori referenti nelle operazioni di salvataggio degli ebrei. Nel 1987 i giunse alla visita di papa Giovanni Paolo II alla sinagoga di Roma, segnato anche dalla sua personale amicizia con il rabbino capo di Roma [[Elio Toaff]]
* [http://anpi.it/media/uploads/patria/2012/10-14_PALOMBARO.pdf Articolo di Nicola Palombaro sui campi di internamento fascisti]
* [http://www.lancianonews.net/notizie/attualita/2225/intitolata-la-via-che-porta-a-villa-sorge-alla-scrittrice-maria-eisenstein Lanciano News (3 ottobre 2013)]
* [https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/25/25-aprile-maria-e-il-diario-come-anna-frank-sopravvisse-ai-campi-fascisti-ma-il-suo-libro-fu-riscoperto-dopo-70-anni/5133277/ Il Fatto Quotidiano]
* [http://mimesisedizioni.it/maria-eisenstein/ Mimesis Edizioni]
* [http://www.noixvoi24.it/it-it/notizie/569f6555d199708009003602/giorno-della-memoria-lanciano-e-il-suo-campo-di-concentramento-femminile Articolo sul campo di internamento di Lanciano su noixvoi24.it]
 
==La memoria dell'Olocausto==
 
Il monumento alle vittime dell'[[Eccidio delle Fosse Ardeatine]]fu inaugurato il 24 marzo 1949
 
La liberazione avvenne il 3 dicembre 1943
Con il D.P.R. n. 510 del 15 aprile 1965, il Presidente Giuseppe Saragat dichiarò la risiera di san Sabba Monumento Nazionale, quale "unico esempio di lager nazista in Italia".
27/01/16
Il Giorno della Memoria, celebrato il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto, costringe chiunque abbia del sangue che scorre nelle vene a fare i conti con un passato neanche troppo lontano e ad affrontare l’argomento. Si dice spesso “per non dimenticare”, espressione che rischia di scadere nella banalità e nella retorica, ma che esprime in pieno il senso che giornate come queste vogliono significare.
 
Ricordare e appropriarsi di cose non vissute sulla propria pelle è alquanto difficile, ma è a questo che servono le preziose testimonianze di chi invece ha visto e assistito, come quelle riportate nel libro di Gianni Orecchioni I sassi e le ombre. Storie di internamento e di confino nell’Italia fascista. Lanciano 1940-1943, dove vengono descritte le vicende di chi è stato all’interno dei campi di internamento dislocati in Abruzzo. Sì, perché è anche questo un punto centrale della questione: spesso si menzionano i grandi campi di concentramento come Auschwitz o Dachau, tralasciando o non sapendo che anche in ambito nazionale e regionale ne furono attivati molti.
Il campo di Fossoli continuò ad essere usato nel dopoguerra come campo profughi. orfanotrofio, Nel 1984 grazie ad una legge speciale, l'area dell'ex campo di Fossoli venne concessa a titolo gratuito al Comune di Carpi che, dopo l'apertura nel 1973 del Museo - monumento al deportato, ne aveva fatto richiesta all'Intendenza di finanza.
Fino al gennaio 2001 la gestione del Museo e dell'ex campo fu a cura del Comune di Carpi, che da quella data in poi l'affidò alla Fondazione Fossoli.
 
Nel libro ci si sofferma sul campo di concentramento (e non di sterminio) di Lanciano, dove furono internate delle donne nel corso della seconda guerra mondiale e che venne liberato il 3 dicembre 1943.
 
Scrive Orecchioni: «Dopo poco più di due settimane dall’entrata in guerra dell’Italia, il 27 giugno 1940, con l’arrivo delle tre prime internate, iniziava l’attività del campo di concentramento femminile di Villa Sorge. La villa era situata a Lanciano, in provincia di Chieti, in contrada Viale Cappuccini ed era ubicata a circa un chilometro dalla città. Dal contratto di locazione allora stipulato risulta che essa era composta da 3 piani: «un piano terra con 4 camere, ingresso, gabinetto e un vano rustico; un primo piano con 5 camere, cucina, gabinetto con bagno e terrazzino coperto; un secondo piano con 3 vani». Il suo proprietario, l’Avv. Filippo Sorge, domiciliato a Pescara, l’aveva affittata alla Regia Prefettura di Chieti con un contratto annuale rinnovabile per la somma di £. 5.400 annue (pari a 450 lire mensili) a decorrere dal 3 giugno 1940, ossia già prima della dichiarazione di guerra di Mussolini. Come risulta dal contratto di locazione, la villa era ancora sprovvista degli impianti di gas e di luce elettrica ed era chiaramente specificato l’uso che il Ministero dell’Interno avrebbe fatto dell’immobile, che era quello dell’alloggiamento degli internati e dei confinati. [...] Il 15 settembre 1940 erano internate a Villa Sorge 49 donne più 4 bambini, ma nel complesso erano già passate nel campo 71 internate, 27 delle quali ebree. [...] Un altro nucleo consistente d’internate era costituito dalle «suddite nemiche» provenienti da vari Paesi, 14 delle quali erano inglesi».
e quindi il film di Benigni che
 
Ma perché queste donne furono costrette al soggiorno forzato?
Il Giorno della memoria e la giornata dell cultura ebraica
Dell;Olocausto italiano si sa ancora pochissimo a livello internazionale.
 
La risposta è scritta poco dopo nel testo: «La composizione così variegata delle internate era frutto del Regio decreto dell’8 luglio 1938, n. 1415, con cui si stabiliva che in Italia, appena iniziata la guerra, sarebbero stati internati gli stranieri di Stati nemici per motivi di sicurezza interna [...] onde evitare possibili forme di spionaggio e di collaborazione con gli oppositori interni, che pure venivano sottoposti ad analoga prigione preventiva».
Ci sono progetto\i per la costruzione di un Museo dell'Olocausto
 
Va detto che a questo decreto si aggiungevano le leggi razziali che privavano del diritto di soggiorno gli ebrei stranieri che per evitare le persecuzioni naziste avevano trovato rifugio in Italia.
La delusione dell'ebraismo per il tradimento perpetrato nei loro confrnti dalla societa' italiana non si è mai totalmente sueato. Solo a partire dagli anni novanta, grazie anch
 
Per ricostruire le dinamiche che si svolgevano all’interno del campo, lo studioso si è avvalso del libro di Maria Eisenstein L’internata numero 6, uscito nel 1944, dove viene narrato in prima persona il suo soggiorno coatto nel campo tra il 4 luglio e il 13 dicembre 1940.
<useo dell"olocausto
 
Sono tanti gli aspetti che emergono dalle descrizioni di quella che era la “non vita” all’interno di Villa Sorge: «nel campo si era venuta a creare una microeconomia per cui ciascuno metteva a disposizione le proprie competenze per svolgere particolari funzioni remunerate: la cucina, le lezioni di lingua, il lavoro a maglia, la scrittura delle lettere», ma «quel che maggiormente irritava Maria era la degradazione umana del campo. Vivere malgrado tutto, accettare la vita come viene non è facile».
==Nella cultura popolare==
 
Viene comunque sottolineato che «attraverso le loro testimonianze e analizzando le relazioni dei medici provinciali sulle condizioni igienico-sanitarie dei campi, emerge che quello di Villa Sorge era uno dei più vivibili [...]», eccetto per il periodo che seguì il 12 febbraio 1942, cioè quando la villa divenne un campo di concentramento maschile per nazionalisti e comunisti slavi, dove la mancanza di acqua e medicinali la resero particolarmente degradata.
===Filmografia===
 
Nell’impossibilità di riassumere in poche righe vicende che meriterebbero ben più ampio spazio, si può solo dire che dalla lettura di punti di vista esterni e grazie a mirati approfondimenti storici si ha la sensazione che si vogliano “smascherare” colpe che una coscienza nazionale ha voluto spesso celare, «quasi che il popolo italiano fosse costituzionalmente immune dal compiere vere e proprie forme di persecuzione», nell’intenzione di far emergere e diffondere verità che talvolta si preferisce nascondere, ma che si ha il dovere di conoscere e ricordare.
* 1961 - ''[[L'oro di Roma]]'', regia di [[Carlo Lizzani]]
* 1970 - ''[[Il giardino dei Finzi-Contini]]'', regia di [[Vittorio De Sica]]
* 1985 - ''[[Assisi Underground]]'', regia di [[Alexander Ramati]]
* 1997 - ''[[La tregua]]'', regia di [[Francesco Rosi]]
* 1997 - ''[[La vita è bella (film 1997)|La vita è bella]]'', regia di [[Roberto Benigni]]
* 2000 - ''[[Il cielo cade]]'', [[regia di Andrea Frazzi]]
* 2001 - ''[[Concorrenza sleale (film)|Concorrenza sleale]]'', regia di [[Ettore Scola]]
* 2001 - ''[[Senza confini|Senza confini - Storia del commissario Palatucci]]'', regia di [[Fabrizio Costa]]
* 2001 - ''[[Perlasca - Un eroe italiano]]'', regia do [[Alberto Negrin]]
* 2003 - ''[[La finestra di fronte]]'', regia di [[Ferzan Özpetek]]
* 2006 - ''[[Volevo solo vivere]]'', regia di [[Mimmo Calopresti]] <documentario>
* 2007 - ''[[Hotel Meina]]'', regia di [[Carlo Lizzani]]
* 2013 - ''[[Il viaggio più lungo, gli ebrei di Rodi]]'', regia di [{Ruggero Gabbai]]
* 2114 - ''[[My Italian Secret: The Forgotten Heroes]]'', regia di [[Oren Jacoby]]
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
 
Esistono studi e pubblicazioni che hanno raccolto specificatamente le memorie e le esperienze di coloro che tra il 1940 e il 1943 furono prigionieri nei [[campi per l'internamento civile nell'Italia fascista]].<ref>Carlo Spartaco Capogreco, ''Ferramonti. La vita e gli uomini del più grande campo d'internamento fascista, 1940-1945'', Giuntina, 1987; Elisabeth Bettina, ''It Happened in Italy: Untold Stories of How the People of Italy Defied the Horrors of the Holocaust'', Nashville: Thomas Nelson, 2009.</ref> La testimonianza più eccezionale è il diario redatto in quegli anni da [[Maria Eisenstein]], una giovane ebrea austriaca giunta in Italia nel 1936, durante la sua prigionia nel campo di internamento di [[Lanciano]]. Il diario fu pubblicato a Roma già nell'autunno del 1944 subito dopo la liberazione della città a guerra non ancora conclusa.<ref>Maria Eisenstein, ''Internata numero 6: donne fra i reticolati del campo di concentramento'', Roma: D. De Luigi, 1944 (rist. Milano: Tranchida, 1994; e Milano: Mimesis, 2014).</ref>
=== [[Libri di memorie sull'Olocausto]] ===
 
== [http://www.lancianonews.net/notizie/attualita/2225/intitolata-la-via-che-porta-a-villa-sorge-alla-scrittrice-maria-eisenstein Lanciano News (3 ottobre 2013)] ==
* Luciano Morpurgo. ''Caccia all'uomo. Vita sofferenze e beffe. Pagine di diario 1938-1944''. Roma: Casa Editrice Dalmatia S.A. di Luciano Morpurgo, 1946.
* Leto Casini. ''Ricordi di un vecchio prete''. Firenze: La Giuntina, 1986.
* Salim Diamand. ''Dottore!: Internment in Italy, 1940-1945''. Oakville, Ont.: Mosaic Press; New York: Riverrun Press, 1987.
* Lia Levi. ''Una bambina e basta''. Roma: e/o, 1994.
* Chiara Bricarelli (a cura di). ''Una gioventù offesa. Ebrei genovesi ricordano''. Firenze, Giuntina, 1995, ISBN 88-8057-021-8
* Donatella Levi. ''Vuole sapere il nome vero o il nome falso?''. Padova: Il Lichene Edizioni, 1995.
* [[Aldo Zargani]]. ''Per violino solo. La mia infanzia nell’Aldiqua, 1938-1945''. Bologna: Il Mulino, 1995.
* Luigi Fleischmann. ''Un ragazzo ebreo nelle retrovie''. Firenze: Giuntina, 1999.
* [[Giorgio Nissim]]. ''Memorie di un ebreo toscano, 1938-1948''. Roma: Carocci, 2005
* Louis Goldman. ''Friends for Life: The Story of a Holocaust Survivor and His Rescuers''. New York: Paulist Press, 2008.
* Marcello Pezzetti (a cura di), ''Il libro della shoah italiana: i racconti di chi è sopravvissuto'', Torino: Einaudi, 2009.
 
Intitolata la via che porta a Villa Sorge alla scrittrice Maria Eisenstein
=== Studi, libri ===
 
Lei era una internata reclusa nel campo di Villa Sorge a lanciano, campo che raccoglieva le donne dissidenti con il regime o semplicemente sgradite perchè di origine ebraica. Si chiamava Maria Luisa Moldauer Steele) ed era nata a Vienna nel 1914 da famiglia ebraica che risiedeva in Polonia, visse a lungo nella capitale austriaca. Oltre al polacco, parlava correttamente il tedesco, il francese e un impeccabile italiano. Trasferitasi in Italia nel 1936 si iscrisse alla facoltà di Lettere e Filosofia a Firenze dove si laureò nel 1939. Ed è quì che venne colpita dalle leggi razziali italiane e venne internata nella seconda metà del 1940 nel campo di concentramneto di Lanciano. Amica di Brancati e di Accornero, lavorò per gli Alleati a Roma e, dopo il matrimonio celebrato da Elio Toaff, raggiunse sana e salva gli Stati Uniti, insieme alla madre sopravvissuta alla Shoah, dove lavorò come giornalista. Muore a Los Angeles nel 1994. Quella reclusione ovviamente la segnò a vita e si tradusse nel libro L'internata numero 6. Né diario né romanzo, ma con la verità cruda del primo e la fantasia del secondo: questo volume dovrebbe occupare un posto preciso tra i libri che ci hanno lasciato una documentazione precisa dei campi di concentramento in Italia durante il fascismo. Maria è formidabile nell'elaborare un proprio personalissimo stile nella lingua d'adozione, l'italiano, con cui ha cocciutamente riempito i fogli del manoscritto ritrovato nel dicembre del '43 dal tenente dell'esercito americano MacReegan, durante una convalescenza in ospedale. Sarebbe già questo un motivo sufficiente per leggere questa straordinaria testimonianza e meditare e per noi lancianesi scoprire un mondo che fin ora ci era sembrato così distante e che pure era così vicino.
* [[Renzo De Felice]], ''[[Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo]]'', Milano: Mondadori, 1977.
* Meir Michaelis. ''Mussolini and the Jews: German-Italian relations and the Jewish question in Italy, 1922-1945.'' Oxford: Oxford University Press, 1978 (ed. it. ''Mussolini e la questione ebraica''. Milano : Edizioni di Comunità, 1982).
* [[Liliana Picciotto Fargion]], ''Il libro della memoria: gli ebrei deportati dall'Italia (1943-1945)''. Milano: Mursia, 1991.
* [[Alexander Stille]], ''Benevolence and Betrayal: Five Italian Jewish families under Fascism'', New York: Summit Books, 1991.
* [[Daniel Carpi]]. ''Between Mussolini and Hitler: The Jews and the Italian authorities in France and Tunisia''. Hanover : University Press of New England, 1994.
* [[Susan Zuccotti]], ''L'Olocausto in Italia'', TEA, 1995 (ed. originale: ''The Italians and the Holocaust: persecution, rescue, and survival''. New York: Basic Books, 1987)
* Thomas P. DiNapoli, ed. ''The Italian Jewish Experience''. Stony Brook, NY : Forum Italicum, 2000.
* Maria Ornella Marotti (a cura di). ''Italian women writers from the Renaissance to the present''. University Park, Pa. : Pennsylvania State University Press, 1996.
* [[Susan Zuccotti]], ''Il Vaticano e l'Olocausto in Italia'', Milano: Mondadori, 2001 (ed. originale: ''Under His Very Windows: The Vatican and the Holocaust in Italy''. New Haven: Yale University Press, 2000).
* Stanislao G. Pugliese. ''The Most Ancient of Minorities: The Jews of Italy''. Westport, CT: Greenwood Press, 2002.
* Joshua D. Zimmerman, ''Jews in Italy under Fascist and Nazi Rule, 1922-1945''. Cambridge: Cambridge University Press, 2005.
* [[Michele Sarfatti]], ''Gli ebrei nell'Italia fascista: vicende, identità, persecuzione''. Torino: G. Einaudi, 2000 (ed. inglese: ''The Jews in Mussolini's Italy: From Equality to Persecution''. Madison: University of Wisconsin Press, 2006.
* Israel Gutman; Liliana Picciotto. ''Giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-1945''. Milano: Mondadori, 2006.
* Charles T O'Reilly. ''The Jews of Italy, 1938-1945: An Analysis of Revisionist Histories''. Jefferson, NC: McFarland & Co., 2007.
* [[Elisabeth Bettina]], ''It Happened in Italy: Untold Stories of How the People of Italy Defied the Horrors of the Holocaust''. Nashville : Thomas Nelson, 2009.
* [[Liliana Picciotto]], ''L'alba ci colse come un tradimento: gli ebrei nel campo di Fossoli 1943-1944'', Milano: Mondadori, 2010.
* Emiliano Perra, ''Conflicts of Memory: The Reception of Holocaust Films and TV Programmes in Italy, 1945 to the Present''. Oxford & New York: Peter Lang, 2010.
* [[Mario Avagliano]]; Marco Palmieri, ''Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-45'', Einaudi, Torino 2011 (introduzione di Michele Sarfatti)
* Rebecca Clifford. ''Commemorating the Holocaust: The Dilemmas of Remembrance in France and Italy''. Oxford : Oxford University Press, 2013.
* Robert S C Gordon, ''The Holocaust in Italian Culture, 1944-2010''. Stanford, CA: Stanford University Press, 2014.
* Alexis Herr, ''The Holocaust and Compensated Compliance in Italy: Fossoli di Carpi, 1942-1952''. Houndmills, Basingstoke, Hampshire; New York, NY: Palgrave Macmillan, 2016.
 
Stamane alla presenza delle autorità cittadine si è intitolata la strada proprio a Maria Eisestein nel viottolo che affianca Villa Sorge. Fra studenti del De Titta e il racconto formidabile del professor Gianni orecchioni presidente dell'A.N.P.I. la storia sembra essersi riproposta in tutta la sua tremneda crudeltà. Presente inoltre una delegazione slovena fra cui due splendide donne ora 71enni che 70 fa in quel campo ci erano nate:Katarina Jalacin e Daisy Dente. Non ricordano ovviamente nulla di quei giorni ma fa impressione sapere che entrambe conservano delle fotografie di loro neonate con le loro mamme a Villa delle Rose! Si perchè le donne di villa Sorge erano internate "Libere"...che contraddizione un pasticcio di parole che ancora una volta ci riporta all'assurdità di un periodo che mai si dovrebbe smettere di racconatre alle nuove generazioni. Presente anche Santino Spinelli che nel suo intervento ha parlato della Shoah del popolo Rom ancora troppo spesso stigmatizzato dalla storia.
== Voci correlate ==
* [[Olocausto]]
* [[DELASEM]]
* [[Campi per l'internamento civile nell'Italia fascista]]
* [[Olocausto del Lago Maggiore]]
* [[Giorno della Memoria]]
* [[Antisemitismo]]
* [[Leggi razziali fasciste]]
* [[Bambini di Villa Emma]]
 
== [https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/04/25/25-aprile-maria-e-il-diario-come-anna-frank-sopravvisse-ai-campi-fascisti-ma-il-suo-libro-fu-riscoperto-dopo-70-anni/5133277/ Il Fatto Quotidiano] ==
== Collegamenti esterni ==
* "[https://www.ushmm.org/wlc/it/article.php?ModuleId=10005455 L'Italia]", ''Enciclopedia dell'Olocausto''
* {{cita web|http://www.cdec.it/ebrei_stranieri/|INDICE GENERALE DEGLI EBREI STRANIERI INTERNATI IN ITALIA 1940-1943|lingua=it en}}
* {{cita web|http://www.campifascisti.it/|I CAMPI FASCISTI Dalle guerre in Africa alla Repubblica di Salò}}
* {{cita web|http://www.dalrifugioallinganno.it/|Il Veneto e la deportazione}}
 
25 aprile, Maria e il diario come Anna Frank: sopravvisse ai campi fascisti ma il suo libro fu riscoperto dopo 70 anni
{{Portale|Ebraismo}}
di Ilaria Lonigro
 
La storia di "Internata numero 6", Maria Eisenstein, prigioniera in Abruzzo insieme ad altre 74 ebree e straniere (e quindi "nemiche della patria". Il suo romanzo, scritto con stile e talento, sul suo periodo di internamento, è rimasto a lungo sconosciuto. Fino alla riscoperta - dopo una ricerca di trent'anni - di un professore di Storia, Carlo Spartaco Capogreco. Che a ilfatto.it dice: "Perché quelle pagine sono finite nell'oblio? Perché vanno contro il mito del buon italiano"
[[Categoria:Antisemitismo]]
[[Categoria:Luoghi dell'Olocausto in Italia| ]]
 
E’ stata la Anna Frank italiana, eppure Maria Eisenstein e il suo romanzo L’internata numero 6, scritto durante i cinque mesi di prigionia in un campo fascista in Abruzzo e pubblicato nel 1944, restano ancora sconosciuti, a 74 anni dalla liberazione. Il motivo, oggi come allora, è lo stesso. “Questo libro va contro il mito del buon italiano”, suggerisce a ilfattoquotidiano.it Carlo Spartaco Capogreco, professore di Storia contemporanea all’università della Calabria. A lui, da trent’anni sulle tracce di Maria, che chiama affettuosamente “l’internata”, si deve la riscoperta del suo volume, di cui ha firmato la prefazione nell’ultima edizione, per i tipi di Mimesis, nel 2015. Una storia rilanciata nell’ultimo numero del Giornale di Storia, rivista online che nell’ultimo numero monografico (scaricabile gratis) dedica un approfondimento alle leggi razziste nell’Italia fascista con novità e fonti inedite.
 
Un taccuino per sopravvivere all’internamento
E’ il 1940 quando Maria Moldauer, ventiseienne polacca, colta e di buona famiglia, laureata in Lettere all’Università di Firenze, raggiunge il suo fidanzato in Sicilia e qui, con la scusa di un colloquio con il questore, viene condotta in carcere e poi trasferita, per volere del ministero dell’Interno, a Lanciano, in Abruzzo, a Villa Sorge.
 
Quattro bagni, di cui tre rotti, caratterizzano l’edificio preso in affitto dal regime per internarvi, in attesa di un’eventuale deportazione, 75 donne ebree o straniere, dunque “nemiche della patria”. Maria appunta sul taccuino tutto quello che sente e che vede. Con spirito arguto e schietto, descrive in prosa asciutta e ironica le invidie, i sospetti e le angosce delle prigioniere e tratteggia lo squallore dei loro carcerieri, ordinari nella loro meschinità. Fa quasi sorridere per esempio la descrizione del commissario Pistone, sessantottenne spinto da una “passione senile per la trentenne Natascia”, “pietoso”, “falso”, “vanitoso e triviale”. A dargli man forte nel campo è una donna, la direttrice Marfisi, una casalinga abruzzese scrupolosa nell’applicare i dettami del Fascio (esemplare il rimprovero a una prigioniera che ha appena tentato il suicidio: “Il ministero non lo permette!”) tanto quanto nel rubare, in modo sistematico e sfacciato, cibo e soldi alle internate.
{{Bio
|Nome = Honza
|Cognome = Treichlinger
|Sesso = M
|LuogoNascita = Plzeň
|GiornoMeseNascita =
|AnnoNascita = 1930
|LuogoMorte = Birkenau
|GiornoMeseMorte = 16 ottobre
|AnnoMorte = 1944
|Epoca = 1900
|Attività = cantante
|Nazionalità = ceco
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato un giovane cantante e attore ebreo ceco, protagonista dell'opera [[Brundibár]] di [[Hans Krása]], rappresentata per la prima volta all'orfanotrofio ebraico di Praga nel 1941 e quindi nel 1943-44 nel [[campo di concentramento di Theresienstadt]] (Terezín). Deportato ad Auschwitz-Birkenau vi trova la morte nelle camere a gas al suo arrivo il 16 ottobre 1944
|Immagine =
|Didascalia =
}}
 
Le giornate si nutrono di vuoto e angoscia. “Tutto stagna in una patologica attesa della fine”, scrive Eisenstein, numero di matricola 6, come legge lei stessa sopra la sua branda ogni sera, quando, nel buio, smette di essere un numero e torna ad essere Maria, e allora la assale “il coraggio d’aver paura”. Non il coraggio di reagire: è capace solo di “sterili conati di ribellione”. E quando il fidanzato la abbandona al suo destino, la sua forza crolla. “E ancora avrei potuto resistere all’abbandono della donna, non a quello dell’essere umano, della numero 6”. Per sopravvivere al Campo, serve un appiglio. “Per essere corazzate ci vuole una grande fede in qualcosa o in qualcuno (…). Nel campo (…) questa fede muore”.
== Biografia ==
 
Cattiveria e indifferenza: Villa Sorge è la quintessenza dell’Italietta fascista
Honza Treichlinger nasce nel 1930 a [[Plzeň]] (Pilsen) in Cecoslovacchia.<ref> [http://atorod.pl/?p=1213 Fifty-Five Dress Rehearsals for Death].</ref> Poco si sa della sua infanzia o di ciò che sia avvenuto ai suoi genitori, Ernest e Ida. Nel 1941 lo troviamo all'Orfanotrofio ebraico nella Praga occupata da nazisti, dove è un membro del suo coro. Quell'anno, il compositore ceco [[Hans Krása]] aveva donato all'orfanotrofio la partitura della sua opera per bambini [[Brundibár]], poco prima di essere deportato a [[Campo di concentramento di Theresienstadt|Terezín]]. L'opera, scritta nel 1938 non era stata ancora rappresentata. Tra tutti i componenti del coro, Treichlinger ne è scelto come il protagonista. L'orfanotrofio organizza nell'inverno 1942 tre rappresentazioni, clandestinamente, finché la Gestapo arresta gli adulti coinvolti nella produzione.
Fuori dalla Villa, la società civile è complice. Durante le uscite, centellinate e controllate, in paese le donne si imbattono nell’indifferenza degli abitanti, o, peggio, nella loro cattiveria, quasi in una Dogville ante litteram, il film di Lars Von Trier in cui Nicole Kidman è una latitante vessata e ricattata dai paesani che le danno riparo. “A voi che siete nemiche della patria non dovrei vendere niente – dice loro una contadina – Dovreste morire tutte di fame. Ma, se vi vendo qualcosa, magari a più degli altri. Questo mi mette a posto la coscienza”. L’unico momento di evasione, Maria lo trova grazie alla febbre, quando tocca i 41 gradi e la culla nei suoi vaneggiamenti. “Sprofondo nel buio del delirio: delizioso”.
 
Non c’è il filo spinato e neppure l’orrore, a Villa Sorge. Tutto è blando e piccolo, meschino e squallido: Villa Sorge è la quintessenza dell’Italietta fascista. La cattiveria degli aguzzini, più che odio, le suscita pietà. “Qui è messo a nudo il fondo umano, qualche volta ripugnante, spesso commovente”. Come la visione di Liselotte, un’internata sensuale che, in mancanza di uomini, sfoga il suo bisogno con il cibo. “Non i pianti, le invocazioni, né gli attacchi di isterismo e nemmeno le tranquille disperazioni di talune, possono rendermi palese tutta la stupida crudeltà del nostro internamento: lo fa invece la vista di questo donnone di 32 anni, distesa sulla branda, col vestito che le è scoppiato sui fianchi e sul petto, gli occhi semichiusi, le gengive impegnate in un ritmico movimento di masticazione: tutto il suo essere che vive per una caramella”.
Tra l'aprile e il luglio 1943 tutti i ragazzi e il personale dell'orfanotrofio praghese sono trasferiti a [[Terezín]] e li' ritrovano il compositore il quale ricostruire a memoria la musica di "Brundibár", adattandola ai strumenti musicale e agli strumentisti presenti nel campo. Treichlinger riprende il suo ruolo, nella prima del 23 settembre 1943 e in tutte le 55 rappresentazioni dell'opera avvenute tra il settembre 1943 e il settembre 1944 a [[Terezín]]. L'opera è l'evento musicale di maggior importanza nella storia del campo.<ref>Joža Karas. ''Music in Terezin 1941-1945''. 2nd ed. Hillsdale: Pendragon, 2008.</ref> Treichlinger era pienamente consapevole del fatto che il personaggio "cattivo" di Brundibár, da lui interpretato, era una parodia di [[Adolf Hitler]], ma fu capace di renderlo al tempo stesso umano, comico e brillante, immediatamente riconoscibile dai grandi baffi incollati sulla sua faccia.
 
Sulle tracce di Maria, la Anna Frank italiana
Le eccezionali qualità di cantante e attore del piccolo interprete lo rendono una celebrità a [[Terezín]].<ref>Hannelore Brenner, ''The Girls of Room 28'', New York: Schocken Books, 2009, p.139.</ref> Tra i [[bambini di Terezín]] è con [[Petr Ginz]], direttore della rivista ''[[Vadem]]'', quello che ha il maggior impatto nella vita sociale e culturale del ghetto. Di lui ricorderà [[Rudolf Freudenfeld]], che diresse l'orchestra sia al conservatorio di Praga che a Terezin:
A differenza di Anna Frank, però, Maria Moldauer non muore nella Shoah. Si salva, fugge, con quello che nel frattempo è diventato suo marito: Samuel Eisenstein, di cui terrà il nome. Lei andrà negli Stati Uniti con quello che resta della sua famiglia scampata all’Olocausto. Lui la raggiungerà più tardi, i due si lasceranno poco dopo. Senza figli in comune, si perderanno di vista. Non si sa quasi niente della vita di Maria Eisenstein in America. “Una cosa è certa, non ha più scritto. E’ strano: aveva il talento, la stoffa. Ma la vita crea gli eroi, crea i momenti, crea i bisogni della scrittura”, riflette Capogreco.
 
E quando, all’inizio degli anni Novanta, il professore si metterà sulle tracce di Maria, incontrerà Samuel. Insieme la cercheranno, a colpi di lettere e telefonate, per scoprire solo dopo la riedizione in Italia de L’Internata numero 6, nel 1994, che Maria se ne era andata da tre mesi, senza sapere che il suo unico libro, pubblicato cinquant’anni prima, era tornato alla luce dall’altra parte dell’Atlantico. “I libri sono un’arma formidabile: lei è morta ma al tempo stesso è resuscitata, nel ’94, perché nel ’94 è uscito il suo libro: nessuno la conosceva. Dopo di allora si è parlato per la prima volta del campo di Lanciano. Ma L’internata numero 6 non si è mai presentato a Lanciano, interessante come termometro” sostiene lo studioso, che è autore anche de I campi del Duce (Einaudi). “Il suo libro è finito nell’oblio come ci sono finiti i campi stessi (qui il focus del Giornale di Storia). E’ tutto un oblio il Dopoguerra italiano, non c’è da meravigliarsi se c’è un rigurgito fascista. Serve la memoria, ma se non si fa la storia, quale memoria ci sarà?”.
:[Treichlinger] era veramente divenuto una celebrità. Era famoso e venerato. Ovunque andasse, si alzava il grido, Brundibár, Brundibár. Istintivamente Honza ha rappresentato la figura di Brundibár con tale umanità, che nonostante interpretasse il ruolo del cattivo, è divenuto il favorito non solo dei bambini, ma anche del resto del pubblico. Ha imparato a muovere i baffi incollati sotto il suo naso, a recitare così brillantemente e solo al momento perfetto che tutte le tensioni del pubblico svanivano e spesso potevamo davvero sentire i bambini sollevare un sospiro di sollievo. Dal momento in cui ha creato per primo il personaggio ha preso parte a tutte le rappresentazioni dell'opera senza un sostituto. Nessuno avrebbe potuto sostituirlo."<ref>Joža Karas, “Operatic Performances in Terezín: Krása’s Brundibár”.</ref>
 
Le autorità naziste tollerarono le rappresentazioni dell'opera ed anzi cercarono di sfruttarne il successo a fini propagandistici. Lo spettacolo fu offerto ai rappresentanti della Croce Rossa che visitarono il campo il 23 giugno 1944. Il finale dell'opera è catturato nel film di propaganda nazista "The Fuhrer presenta una città agli ebrei" (1944), girato ai primi di settembre dello stesso anno. Nel filmato Treichlinger canta assieme al coro dei piccoli interpreti. È l'unico documento visivo che si abbia di lui.
 
Il mese successivo, Trechlinger, il compositore e numerosi membri del cast sono deportati e uccisi a Auschwitz. Dice ancora [[Rudolf Freudenfeld]]:
 
:"Che cosa sarebbe potuto diventare? Attore o ingegnere? Di sicuro avrebbe modellato la propria vita cosi' come aveva fatto con il suo ruolo! Il fatto di essere piuttosto basso di statura si rivelo' fatale. Aveva 14 anni. Ad Auschwitz fu mandato con i vecchi e i bambini piccoli direttamente nelle camere a gas".<ref>Joža Karas, “Operatic Performances in Terezín: Krása’s Brundibár”.</ref>
 
Non avendo superato la selezione, Trechlinger è ucciso il 16 ottobre 1944, il giorno stesso del suo arrivo a Auschwitz, cosi' come era avvenuto un paio di settimane prima a [[Petr Ginz]]. Oggi il suo ruolo di [[Brundibár]] è interpretato da giovani cantanti e attori di tutto il mondo.
 
==Filmografia==
 
==Storia==
* ''[[Der Führer schenkt den Juden eine Stadt]]'' (Il Führer dona una citta' agli ebrei), regia di [[Kurt Gerron]] (1944)
 
Il campo di concentramento per bambini di Sisak fu aperto il 3 agosto 1942 in seguito all'[[Operazione Kozara]], vasta offensiva anti-partigiana iniziata nel giugno 1942 che portò all'arresto e imprigionamento di migliaia di civili serbi. [14] Ufficialmente si trattava di un luogo di soggiorno per i bambini rifugiati", orfani o separati dai loro genitori, sotto gli auspici della "discendenza femminile Ustasha" e "Servizio di sicurezza di Ustasha", e sotto il diretto controllo del dott. Antun Najžer, un medico.
* ''[[Prisoner of Paradise (documentario)|Prisoner of Paradise]]'', regia di [[Malcolm Clarke]] e [[Stuart Sender]] (2002)
\
I bambini erano alloggiati a Sisak in vari edifici: l'ex Associazione jugoslava di falconeria (la cosiddetta "Sokolana"), il convento delle suore di San Vincenzo, il magazzino del riso salino, il magazzino delle saline di Rajs, la scuola elementare Novi Sisak e il la cosiddetta "Karantena" (quarantena). Tutti questi edifici erano totalmente inadatti a ospitare bambini e privi di qualsiasi struttura di accoglienza. Bambini, anche di pochi mesi, giacevano completamente abbandonati a se stessi per terra su un sottile strato di paglia, senza vestiti o coperte.
 
Un primo gruppo di 906 bambini arrivò al capo il 3 agosto 1942. Il giorno seguente fu la volta di un altro gruppo di 650 bambini; il terzo gruppo, arrivato il 6 agosto, consisteva di 1272 bambini. Nella serra di Teslić e nelle caserme di nuova costruzione, "Karantena", era stato creato un campo di concentramento generale per uomini, donne e bambini. Tra l'agosto e il settembre del 1942, il campo ospitò un totale 3.971 bambini, i cui genitori erano stati selezionati per lavori forzati nella Germania nazista. Dall'agosto 1942 all'8 febbraio 1943, nel campo di Sisak sono stati imprigionati 6.693 bambini, in maggioranza bambini serbi provenienti da Kozara, Kordun e Slavonia, ma anche bambini ebrei e di etnia rom o sinti. Quando scoppiò un'epidemia di tifo, Najžer ordinò il trasferimento dei bambini infetti all'ospedale improvvisato, che, tuttavia, aumentò la mortalità tra i bambini
==Note==
 
Le condizioni di vita nel campo erano cosi' dure che le testimonianze raccolte riportano il numero delle vittime per fame e malattia tra i 1152 e i 1630. L'intervento della Croce Rossa portò alla chiusura del campo con il trasferimento di 2200 bambini a Zagabria, mentre altri 1.600 furono accolti dalla popolazione locale. Alla fine della guerra 1690 furono i bambini restituiti alle loro famiglie.
 
==LA MEMORIA==
 
Per commemorare la sofferenza nel campo di concentramento, nel 1958 fu costruita una fontana con statue di sette bambini. La placca attaccata è stata distrutta all'inizio del 1990 dai nazionalisti croati. [4] Dalla precedente edificio principale di quattro piani del campo era ormai una discoteca . [2] cimitero dei bambini Viktorovac , fino a 2.000 bambini sono sepolti in, è stato completamente trascurato in quanto non è stato etichettato come tale. [4]La trasformazione dell'edificio in una discoteca è stata severamente criticata dal lato serbo. Dopo anni di abbandono, la targa commemorativa è stata finalmente ricostruita nel 2013 per iniziativa del Consiglio nazionale serbo (SNV). [3] L'SNV assunto nello stesso anno di applicazione per lo stato del cimitero bambino monumento dovrebbe ricevere. [3] Il primo giorno di ricordo si è tenuto nel 1990, ha avuto luogo la 2012th [4]
 
 
 
 
* {{cita web|https://www.rc-rijeka.hr/it/storia-delleterno-ragazzo-che-sopravvisse-ad-auschwitz-ed-al-reparto-di-mengele|Oleg Mandić}}
 
nel settembre 1939, Kasztner contribuì a creare un centro di informazione a Cluj per i rifugiati ebrei provenienti da Germania, Austria e Polonia. Dopo che il governo ungherese chiuse Új Kelet per la sua posizione sionista nel 1941, Kasztner si trasferì a Budapest nel 1942 per trovare un impiego. Una volta lì, Kasztner e altri attivisti sionisti (tra cui Joel e Hanzi Brand) aiutarono ad organizzare il Comitato di Soccorso e Salvataggio (Va'adat Ezra ve-Hatzalah o la Va'adah) nel 1943, per il salvataggio dei profughi ebrei che cercavano di sfuggire al Terrore nazista nei paesi vicini entrando in Ungheria.
 
Negoziati con la SS
Dopo l'invasione e l'occupazione tedesca dell'Ungheria, il 19 marzo 1944, l'attenzione del Comitato di Soccorso e Salvataggio si trasformò in negoziati con le SS per scambiare persone con equipaggiamenti militari e camion, denominati "Sangue per merci".
 
A partire dall'aprile 1944, Kasztner e Joel Brand entrarono in trattativa con Dieter Wisliceny e Adolf Eichmann delle SS nella speranza di sospendere le deportazioni di ebrei dall'Ungheria. Alla fine di aprile del 1944, Adolf Eichmann propose di "vendere" 10.000 ebrei in cambio di camion consegnati ai nazisti. Brand si è recato in Turchia per presentare la proposta agli alleati e ai rappresentanti dello Yishuv (la comunità ebraica in Palestina). Dopo che il Brand non è riuscito a tornare da Istanbul, Kasztner ha assunto le trattative con Eichmann e Kurt Becher, anche se la deportazione di massa degli ebrei ungheresi è iniziata nel maggio del 1944.
 
 
Rudolf Kastner (1906–1957) era un ebreo ungherese, giornalista e politico sionista, che durante la Seconda Guerra Mondiale, costituì il Comitato per l’Aiuto ed il Soccorso, insieme ad altri figure di spicco della comunità ebraica locale: l’Ungheria infatti era un paese libero e sovrano, alleato della Germania ma pur sempre formalmente indipendente. Anche per questo il Comitato riuscì a far lasciare il paese ad oltre 22000 ebrei tra il 1941 e il marzo 1944. Il 19 marzo 1944 la Germania nazista invase l’Ungheria (il cui governo voleva ritirarsi dalla guerra) e la situazione divenne drammatica: 800.000 ebrei, metà dei quali a Budapest stavano per essere deportati.
Kastner andò a parlamentare con Adolf Heichmann, regista dell’operazione, per consentire ad un certo numero di ebrei di fuggire in cambio di oro, diamanti e contanti. Il 30 giugno 1944 un treno composto di 35 vagoni partiva dalla stazione di Budapest carico di ebrei di varia estrazione sociale (quelli più ricchi pagarono 1.000 dollari ciascuno per coprire la propria e la fuga degli altri) e 273 bambini, molti dei quali orfani: erano i mesi della deportazione ad Auschwitz di 437.000 ebrei ungheresi (tre quarti dei quali sarebbero subito stati inviati alle camere a gas). Ad ogni passeggero del treno di Kastner era stato permesso di portare due cambi di vestiti, sei cambi di biancheria intima, e il cibo per 10 giorni. La situazione è simile a quella del più noto Schindler.
Nella lista stilata da Kastner e da altri membri del Comitato per il Soccorso c’erano 199 sionisti dalla Transilvania e 230 da Budapest, e 126 ortodossi e ebrei ultra-ortodossi, tra cui 40 rabbini. C’erano studiosi, artisti, casalinghe, contadini, agricoltori, industriali e banchieri, giornalisti, insegnanti e infermieri, tra cui lo scrittore Béla Zsolt, lo psichiatra Léopold Szondi e la cantante lirica Dezső Ernster. C’erano inoltre anche 388 persone di Cluj, città natale di Kastner, e tutti i membri della sua famiglia e di quelle di alcuni suoi collaboratori.
 
 
 
Kastner avrebbe poi scritto dopo la guerra, in un rapporto sulle azioni del suo Comitato, che vedeva il treno come una “arca di Noè”, perché conteneva una sezione trasversale della comunità ebraica ungherese, con una certa attenzione verso quelli che avevano lavorato nel servizio pubblico.
Quando il treno fu fermato al confine austriaco i passeggeri entrarono nel panico, temendo fosse deviato verso Auschwitz: questo dimostra come già durante la guerra era abbastanza chiaro cosa stesse succedendo nei campi di sterminio. Eichmann decise, per ragioni che rimangono poco chiare, di deviare il treno verso il campo di concentramento di Bergen-Belsen nel nord-ovest della Germania, vicino Hannover: a Linz furono fermati, fatti scendere e condotti in una stazione di disinfestazione per ricevere una visita medica e una doccia. Rimasero nudi per ore in attesa di vedere il personale medico o andare nelle docce: tenuto conto che già girava voce di cose fossero le “docce” dei campi nazisti, il terrore che provarono non è immaginabile.
Il 9 luglio il treno fermò a Bergen Belsen, e furono registati 1684 ebrei, che furono stipati nel Ungarnlager, cioè la sezione ungherese del campo, e qui restarono fermi per alcuni mesi. Viveano stipati in camerate da 130 persone circa ed avevano una dieta quotidiana che consisteva di 330 grammi di un pessimo pane grigio, 15 grammi di margarina, 25 grammi di marmellata, un litro di zuppa (soprattutto di rapa), un succedaneo del caffè, e talvolta formaggio o salsiccia, con latte ed extra razioni per i bambini sotto i quattordici anni.
Ad agosto il primo treno con 318 passeggeri partì per la Svizzera, ed un secondo a dicembre: alla fine 1670 ebrei arrivarono salvi nel villagio di Caux, presso Montreux, e furono sistemati in hotel di lusso requisiti e trasformati in residenze per rifugiati.
 
 
 
* [[Joseph Joffo]] (b.1931) 1973
 
* [[Jack Klajman]] (b.1931), ''Out of the Ghetto'', London ; Portland, OR : Vallentine Mitchell, 2000 <Ghetto di Varsavia>
 
 
*[[Rbin Katz]] (b.1931), ''Gone to Pitchipoï : a boy's desperate fight for survival in wartime'' Boston : Academic Studies Press, 2012.
 
*[[Bernat Rosner]] (b.1933), ''An Uncommon Friendship''
 
*[[Anita Lobel]] (b.1934), ''No pretty pictures: a child of war'' New York : Greenwillow Books, 1998. <wiki.en> <wiki.de>
 
*[[Naomi Samson]] (b.1933), ''Hide : a child's view of the Holocaust'' Lincoln : University of Nebraska Press, 2000.
 
*[[Isaac Millman]] (b.1933), ''Hidden Child'', New York: Farrar, Straus and Giroux, 2005
 
Isaac Millman was born in France in 1933 and was a hidden child during the German occupation of France during the Second World War. Both his mother and father were deported to Auschwitz where they were killed.
 
He left for America in 1948, a teenager, when he was adopted by an American Jewish family in Brooklyn, NY. He graduated from the Pratt Institute in 1952 with a degree in fine arts and worked as senior art director for a large sales promotion agency. He is the author and illustrator of the four Moses books, the author and illustrator of “Hidden Child” and “Arbeit Macht Frei - Work Sets You Free,” as well as the illustrator of the Howie Bowles books by Kate Banks.
 
He lives with his wife in New York City. They have two sons and four grandsons.
 
 
*[[Jack Mandelbaum]] (b.1927) = Andrea Warren, ''Surviving Hitler: A Boy in the Nazi Death Camps'', New York: HarperCollinsPublishers, 2001. <wiki.en>
 
*[[Leon Leyson]] (born Leib Lezjon).''The boy on the wooden box: how the impossible became possible ... on Schindler's list'' New York : Atheneum Books for Young Readers, 2013 <autobiografia. Salvatosi nella Schindler List>
 
 
 
 
Uri Orlev was born in Warsaw in 1931. When the Second World War broke out, his father – a physician and an officer in the Polish Army – was captured on the Russian front. Uri Orlev, his mother Zofia and his younger brother spent the first years of the war in Warsaw and in Warsaw ghetto. After his mother was killed by the Nazis, Orlev and his brother were cared for by their aunt Stefania. The two brothers were smuggled out of the ghetto and hidden by Polish families. In 1943 they were sent together with aunt Stefania to Bergen-Belsen. While on a train, carrying them to an unknown destination, they were liberated by the 9th U.S. Army in April 1945. In September 1945 Aunt Stefania send them in a group of children to Palestine – Eretz Israel at that time. Only in 1954 did they meet their father again in Israel. Until 1976 Orlev wrote for adults. Since then he has written for youth and children and published 32 books for different age groups. His books were translated into more than 38 languages. He has also translated children’s and adults books from Polish into Hebrew. His children’s books have received world-wide recognition. He has won more than 40 prizes and awards both in Israel and abroad, and he is the winner of The 1996 Hans Christian Andersen Author Award. Orlev lives in Yemin Moshe neighborhood is Jeruslaem with his wife. He is the father of two daughters and two sons, and grandfather to six grandchildren, so far.<ref>{{cita web|https://www.shortstoryproject.com/writers/uri-orlev/|Uri Orlev}}</ref>
 
 
 
<!---[[Categoria:Sinagoghe della Germania]]--->
 
 
 
 
 
{{Infobox person
| name = Carlo Angeletti
| image =
| imagesize =
| birth_name = Carlo Angeletti
| birth_date = {{birth date|1950|12|18|df=y}}
| birth_place = [[Rome]], [[Italy]]
| years_active = 1958-1964
}}
 
'''Carlo Angeletti''', known as '''Marietto''' (born 18 December 1950) is an [[Italy|Italian]] [[child actor]], active between 1958 and 1964.
 
==Career==
Carlo Angeletti was born in Rome in 1950. [1] Considered the Italian answer to the Spani Pablito Calvo, for his knowledge of English he was one of the few children actors of Italian cinema to be involved in international film productions. [2]
 
He made his debut at the age of seven in 1958 in the film ''[[Angel in a Taxi]]'', directed by [[Antonio Leonviola]] and starring [[Vittorio De Sica]]. It was on that occasion that he took the stage name of "Marietto" from the name of the character he played in the film.
 
International success came with the film ''[[It Started in Naples]]'' (1960), directed by [[Melville Shavelson]] and starring [[Sophia Loren]], [[Clark Gable]] and [[Vittorio De Sica]].
 
Marietto was active until 1964, when he was fourteen years old, in several international productions, notably, Melville Shavelson's ''[[The Pigeon That Took Rome]]'' (1962) with [[Charlton Heston]], and François Villiers's ''[[Jusqu'au bout du monde]]'' (1963). Also worthy of note is his last performance in ''[[Behold a Pale Horse (film)|Behold a Pale Horse]]'' (1964) directed by [[Fred Zinnemann]] and starring [[Gregory Peck]], [[Anthony Quinn]] and [[Omar Sharif]].
 
After abandoning his career as an actor, he graduated in Medicine and Surgery at the University of Rome "La Sapienza" in 1974, then specializing in Obstetrics and Gynecology (1984), which he made his profession.
 
== Filmography ==
 
* ''[[Le avventure di Pinocchio (serial tv)|Le avventure di Pinocchio]]'', directed by [[Luigi Comencini]] - Mini serial TV (1972)
* ''[[Torino nera]]'', directed by [[Carlo Lizzani]] (1972)
* ''[[Kid il monello del West]]'', directed by [[Tonino Ricci]] (1973)
* ''[[Furia nera (film 1975)|Furia nera]]'', directed by [[Demofilo Fidani]] (1975)
* ''[[Faccia di Picasso]]'', directed by [[Massimo Ceccherini]] (2000)
* ''[[Il sogno ha ucciso il domani]]'', directed by [[Davide Viazzi]] - short film (2004)
* ''[[Circus (cortometraggio)|Circus]]'', directed by Davide Viazzi - short film (2007)
* ''Le avventure di Pinocchio - Il documentary'', subject by Andrea Balestri and Fabio Rossitto, adaptation by Andrea Balestri, directed by Fabio Rossitto (2009) - Role: himself<ref>[http://www.romafictionfest.it/Selezione-Ufficiale-2009/Sezioni-Parallele/Lavori-in-Corso/Le-avventure-di-Pinocchio-Il-documentario Le avventure di Pinocchio - Il documentario - Presentato al ""RFF" 2009] {{webarchive |url=https://web.archive.org/web/20091003041342/http://www.romafictionfest.it/Selezione-Ufficiale-2009/Sezioni-Parallele/Lavori-in-Corso/Le-avventure-di-Pinocchio-Il-documentario |date=3 October 2009 }}</ref>
 
== Notes ==
<references/>
 
== BibliografiaDiscography ==
 
He recorded three songs:
* Joža Karas, “Operatic Performances in Terezín: Krása’s Brundibár,” in ''Theatrical Performance during the Holocaust'', eds. Rebecca Rovit and Alvin Goldfarb, (Baltimore: Johns Hopkins University Press: 1999).
* ''Mamma vorrei''
* ''Chi è che ha rubato il mare'', by [[Roberto Vecchioni]]
* ''Andrea Pinocchio'', music by [[Fiorenzo Carpi]], the author for all Comencini's Pinocchio music.
 
== External links ==
* Karas, Joža. ''Music in Terezin 1941-1945''. 2nd ed. Hillsdale: Pendragon, 2008.
 
*[http://www.andreabalestri.it/ Official website di Andrea Balestri]
* Brenner, Hannelore. ''The Girls of Room 28: Friendship, Hope, and Survival in Theresienstadt''. Translated by John E. Woods and Shelly Frisch. New York: Schocken Books, 2009.
*Podcast [https://web.archive.org/web/20100202160621/http://www.pinocchiopodcast.com/ Le Avventure di Pinocchio read by Andrea Balestri]
*Book Official website [http://www.leavventuredipinocchio.com/ Io, il pinocchio di Comencini]
*{{IMDb name|0050112}}
 
{{Authority control}}
* Anna Catherine Greer, ''Brundibár: Confronting the Misrepresentation of Resistance in Theresienstadt.'' Master's Thesis, University of Tennessee, 2013 [http://trace.tennessee.edu/utk_gradthes/2417 ]
<!--
{{DEFAULTSORT:Balestri, Andrea}}
[[:Category:1963 births]]
[[:Category:Living people]]
[[:Category:People from Pisa]]
[[:Category:Italian male film actors]]
[[:Category:Italian male child actors]]
-->
 
==Voci correlate==
* [[Bambini dell'Olocausto]]
* [[Bambini di Terezín]]
* [[Campo di concentramento di Theresienstadt]] (Terezín)
* [[Brundibár]]
 
==Collegamenti esterni==
* [https://www.findagrave.com/cgi-bin/fg.cgi?page=gr&GRid=22652067 Find a Grave]
* [http://atorod.pl/?p=1213 Fifty-Five Dress Rehearsals for Death]
 
{{Controllo di autorità}}
 
'''Carlo Angeletti''', known as "Marietto" (born 18 December 1950) is an Italian child actor, active between 1958 and 1964.
{{Portale|biografie|ebraismo}}
 
== Biography ==
[[Categoria:Vittime della Shoah]]
Carlo Angeletti was born in Rome in 1950. [1] Considering the Italian answer to the Spanish Pablito Calvo, for his knowledge of English he was one of the few children actors of Italian cinema to be involved in international film productions. [2]
 
He made his debut at the age of seven in 1958 in the film Ballerina e Buon Dio, directed by Antonio Leonviola alongside Vittorio De Sica. It was on this occasion that he took the stage name of Marietto from the name of the character he played in that film.
 
International success came with the film La baia di Napoli (directed by Melville Shavelson, 1960), alongside Sophia Loren, Clark Gable and Vittorio De Sica.
 
He was active until 1964, when he was fourteen years old, also in some German films never distributed in Italy and in several international productions, noting in particular for Melville Shavelson's Easter Lunch (1962) with Charlton Heston, and A thread of hope (1963) by François Villiers. Also worthy of note is his latest performance in ... and came the day of revenge (1964) by Fred Zinnemann alongside Gregory Peck, Anthony Quinn and Omar Sharif.
 
Abandoned his career as an actor, he later graduated in Medicine and Surgery at the University of Rome "La Sapienza" in 1974, then specializing in Obstetrics and Gynecology (1984).
 
{{Categorie bozza|
[[Categoria:Rappresentative sportive nazionali italiane|Tuffi]]
[[Categoria:Campi di concentramento nazisti|Gunskirchen]]
[[Categoria:Campo di concentramento di Mauthausen-Gusen]]
[[Categoria:Gunskirchen]]
[[Categoria:Olocausto in Italia]]
[[Categoria:Antisemitismo]]
[[Categoria:Luoghi dell'Olocausto in Italia| ]]
}}