Loreto: differenze tra le versioni
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{{nd}}
{{Divisione amministrativa
|Nome = Loreto
|Panorama = Il centro storico lauretano da via Matteotti..jpg
|Didascalia =
|Bandiera = Loreto-Gonfalone.png
|Voce bandiera =
|Voce stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 3
|Divisione amm grado 1 = Marche
|Divisione amm grado
|Amministratore locale = Moreno Pieroni
|Partito = [[lista civica]]
|Data elezione = 22-9-2020
|Data
|Altitudine =
|Sottodivisioni = Villa Musone, Villa Costantina, Stazione, Villa Berghigna, Costabianca, Grotte<ref name="comuniecitta.it">
[https://www.comuniecitta.it/risorse/statuti/loreto.pdf Comune di Loreto - Statuto]</ref>
|Divisioni confinanti = [[Castelfidardo]], [[Porto Recanati]] ([[Provincia di Macerata|MC]]), [[Recanati]] (MC)
|Zona sismica = 2
|Gradi giorno = 1897
|
|Patrono = [[Maria, madre di Gesù|Natività della Beata Vergine Maria]]
|Festivo = 8 settembre
|PIL =
|PIL procapite =
|Mappa = Map of comune of Loreto (province of Ancona, region Marche, Italy).svg
|Didascalia mappa = Posizione del comune di Loreto nella provincia di Ancona
|Incipit =
}}
'''Loreto''' è un [[Comune (Italia)|comune italiano]] di {{Popolazione|ITA}} abitanti<ref name="template divisione amministrativa-abitanti" /> della [[provincia di Ancona]] nelle [[Marche]].
== Geografia fisica ==
{{dx|[[File:ISS015-E-24725 - View of Earth.jpg|sinistra|miniatura|Loreto e Porto Recanati viste dalla stazione spaziale internazionale (estate 2007)]]}}
La città sorge sulla sommità del Monte Prodo, una modesta altura circondata da un'ampia campagna caratterizzata dalla [[coltura dell'olivo]]. Svetta per altezza la sagoma della cupola e del campanile della [[Santuario della Santa Casa|Basilica]] sulla cui cima si trova la figura della [[Maria (madre di Gesù)|Madonna]]. Il panorama spazia dal [[mare Adriatico]] al [[Monte Conero]], fino all'[[Appennino umbro-marchigiano]].
== Storia ==
La città si è sviluppata dall'incrocio di vie di passaggio intorno alla nota [[Santuario della Santa Casa|Basilica]] che ospita la celebre reliquia della "Santa Casa" di [[Nazareth]] dove, secondo la tradizione, la [[Maria, madre di Gesù|Vergine Maria]] nacque e visse e dove ricevette l'[[Annunciazione|annuncio]] della nascita miracolosa di [[Gesù]].
=== Origini ===
==== La
Fin dai primi secoli dell'era cristiana, la tradizione affermava che a [[
Agli inizi di maggio del [[1291]],
Questa volta furono dei pastori a vedere una luce abbagliante uscire dalle nubi e, dietro la luce, la casa<ref name=traslazione/>. Il luogo era però troppo vicino al mare e dunque esposto ai pericoli delle incursioni turche; inoltre anche lì cominciavano ad accorrere malfattori per derubare i fedeli che giungevano in pellegrinaggio. Otto mesi più tardi la Casa sarebbe stata nuovamente spostata dagli angeli, questa volta sul Monte Prodo (ove poi nacque la cittadina di Loreto), su un terreno di proprietà dei conti Stefano e Simone Rinaldi di Antici, due fratelli che presto iniziarono a trarre profitto dai continui pellegrinaggi di fedeli al punto da fare una petizione al [[papa Bonifacio VIII]] per divenirne proprietari<ref name=traslazione/>. Di nuovo gli angeli sollevarono in volo la Santa Casa e la posarono, alla fine del [[1296]], al centro della strada che da [[Recanati]] va al suo porto, e dunque in un luogo pubblico, che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare. Il luogo scelto si trovava sulla cima di una collina coperta di [[Laurus nobilis|lauri]]. Dal termine latino ''laurus'' il luogo si chiamò ''Lauretum'', e quindi ''Loreto''.
Il viaggio della casa di Nazareth verso Loreto è detto "traslazione della Santa Casa" e con tale nome è rappresentato nelle opere degli artisti dei secoli passati<ref>Fra le varie opere ed artisti si ricorda il bassorilievo sulle pareti della [[Santa Casa]] di Loreto ad opera di [[Niccolò Tribolo]] e [[Andrea Sansovino]] (su disegno di [[Bramante]]); [[Annibale Carracci]] nella [[chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo]] a [[Roma]]; il bassorilievo sulla facciata della [[chiesa di San Salvatore in Lauro]] a Roma ad opera di [[Rinaldo Rinaldi (scultore)|Rinaldo Rinaldi]]; [[Vincenzo Pagani]] nella chiesa di Sant'Agostino ad [[Ascoli Piceno]]; [[Pietro Testa]] detto il Lucchesino nel [[duomo di Fermo]]; [[Francesco Foschi]] nel museo-pinacoteca del [[Palazzo Apostolico (Loreto)|Palazzo Apostolico]] di Loreto; [[Joseph Heintz il Giovane]] a Venezia (collezione Scarpa)</ref>. Nelle Marche e in Umbria è viva la tradizione di accendere grandi fuochi (i ''focaracci'' o ''fogaró della Venuta'') nella notte tra il 9 e il 10 dicembre per "rischiarare il cammino alla Santa Casa"; si tratta dei fuochi della [[festa della Venuta]], intendendo per "venuta" l'arrivo della Santa Casa. Nel [[1617]], grazie all'iniziativa del frate cappuccino anconitano fra' Tommaso, l'usanza si diffuse capillarmente in tutte le Marche<ref>{{cita web|url=http://www.pellegrinaggio.org/pellegrinaggio/610-il-fal%C3%B2-per-la-venuta|titolo=Il Falò per la Venuta|accesso=2 gennaio 2013}}</ref>. Per questo motivo nel calendario cattolico la festa della Madonna di Loreto cade il 10 dicembre, giorno in cui si celebra anche la giornata delle Marche. Il 12 settembre [[1920]] ebbe luogo a Loreto la festa per la proclamazione della Madonna di Loreto quale "Patrona degli Aeronauti", decretata con [[breve apostolico]] di [[papa Benedetto XV]] del 24 marzo dello stesso anno.
{{P|Citazioni di studi scientifici e "studiosi concordi" senza riferimenti o link|storia|luglio 2021}}
==== La controversia scientifica sull'origine palestinese dell'edificio ====
{{F|centri abitati delle Marche|agosto 2011}}
{{
Altre evidenze della terra di origine provengono dai dipinti e dai graffiti tuttora visibili sulle pareti della Casa, che ritraggono santi della chiesa orientale e riportano il passaggio dei pellegrini che sin dall'era dell'[[Imperatore romano|imperatore]] [[Costantino]] visitavano l'edificio. Inoltre, le dimensioni dell'abitazione coincidono con quelle del "buco" rimasto a
Gli studiosi sarebbero inoltre concordi sul fatto che, come accennato precedentemente, la Casa partì da Nazaret nel [[1291]] e, dopo essere transitata per la [[Dalmazia]], ossia dopo essere rimasta per circa tre anni a [[Tersatto]] (ora un quartiere della città di [[Fiume (Croazia)|Fiume]] in [[Croazia]]), giunse a Loreto nel dicembre del [[1294]].
==== L'ipotesi della "Traslazione" ad opera della famiglia Angeli Comneno ====
Una teoria afferma che il trasferimento della Santa Casa fu operato dai principi [[Angeli (famiglia)|Angeli]] [[Comneni|Comneno]], un ramo della famiglia imperiale di [[Costantinopoli]].
Questa teoria è comunque tuttora oggetto di discussione, principalmente per il fatto che tutti i mattoni della Casa sono ancora saldati dalla [[Malta (materiale)|malta]] che si usava in Palestina, ovvero un misto di solfato di calcio idrato ([[Gesso (materiale)|gesso]]) impastato con polvere di carbone di legna, secondo una tecnica nota in Palestina duemila anni fa, ma mai impiegata in Italia, e questo rende evidente che i [[crociata|crociati]] avrebbero dovuto fisicamente staccarla e trasportarla come un unico blocco. Tale obiezione è stata formulata dal Prof. Emanuele Mor, docente di Elettrochimica all’[[Università degli Studi di Genova|Università di Genova]], che sostiene l'ipotesi sovrannaturale della traslazione<ref name=
Un diretto collegamento con la famiglia Angeli dell'[[Epiro]] è rappresentato da due monete rinvenute nel sottosuolo della Santa Casa, le uniche riconducibili alla data della traslazione tra le centinaia ritrovate nel sito mariano. Sono inerenti a [[Guido II de la Roche]], duca del [[Ducato di Atene|feudo francese]] di [[Atene]] dal [[1287]] al [[1308]], figlio di Elena Angelina Comnena, detta Elena Angeli, nipote di [[Niceforo I d'Epiro|Niceforo Angeli]] e cugina di Margherita Angeli.
{{
Un riferimento alla versione della Traslazione della Santa Casa effettuata non dagli angeli divini, ma da esponenti della famiglia Angeli [[Comneni|Comneno]], è contenuto in un quadro, dipinto alla maniera degli [[Ex voto|ex-voto]], nel quale è rappresentato il viaggio per mare della Santa Casa, con una scritta che cita appunto la famiglia Angeli: il dipinto è esposto al pubblico in una delle sale del Museo-Pinacoteca "[[Palazzo Apostolico (Loreto)#Il Museo-pinacoteca della Santa Casa|Antico Tesoro della Santa Casa di Loreto]]", al secondo piano del [[Palazzo Apostolico (Loreto)|Palazzo Apostolico]].
L'incertezza circa la tesi della traslazione ad opera della famiglia Angeli è legittimata anche dal fatto che essa sarebbe supportata dal ritrovamento di documenti posteriori al [[1294]], la cui autenticità è molto dubbia.
Nel maggio del [[1900]] al futuro [[Arcidiocesi di Digione|vescovo di
Il ''Chartularium Culisanense''<ref>{{
Il codice parla anche della vicenda della [[Santa Sindone]]. Il foglio 181, uno dei tre fogli sopravvissuti in copia e recentemente pubblicato ([[1985]]), attesta che le ''Sante pietre'' prese dalla Casa della [[Maria (madre di Gesù)|Vergine Maria]] di Nazaret e un'icona raffigurante la "Madonna col Bambino in grembo" (esistente già agli inizi del [[XIV secolo]] nel [[sacello]] e poi sostituita con una statua lignea), tutti elementi costitutivi del Santuario Lauretano, furono donate da [[Niceforo I d'Epiro|Niceforo I Angelo-Comneno]], detto Niceforo Angeli, nel settembre-ottobre [[1294]] come dote di matrimonio alla figlia Ithamar Angelo Comneno Ducas - detta Tamara o Margherita Angeli - con [[Filippo I d'Angiò]], principe di [[Taranto]] e figlio del [[Regno di Napoli|re di Napoli]] [[Carlo II d'Angiò|Carlo II]]. La corrispondenza cronologica fra il matrimonio e la data d'arrivo della Santa Casa nelle
La traslazione a Loreto sarebbe avvenuta durante il breve papato di [[Papa Celestino V|Celestino V]]. Questi, incoronato a [[L'Aquila]] il 29 agosto [[1294]] per volontà del re di [[Napoli]] [[Carlo II d'Angiò]] e trasferitosi poi nella città partenopea il 13 dicembre successivo, rinunciò al pontificato. Non mise mai piede a [[Roma]] dove lo sostituiva, in qualità di ''Vicarius Urbis'' (Vicario del papa), Salvo, vescovo di [[Recanati]]. Salvo era stato nominato dall'[[Ascoli Piceno|ascolano]] [[
Nel testo “''Storia della Santa Casa di Loreto esposta in dieci brevi ragionamenti fra un sacerdote custode di S. Casa ed un divoto pellegrino''” del rev.mo Don Antonio Gaudenti, patrizio di Osimo e arcidiacono della Basilica Loretana<ref>cfr. [http://www.lucisullest.it/santa-casa-quando-gli-angeli-la-posarono-sul-suolo-lauretano-anche-gli-alberi-si-inchinarono/ Don Antonio Gaudenti, “''Storia della Santa Casa di Loreto esposta in dieci brevi ragionamenti fra un sacerdote custode di S. Casa ed un divoto pellegrino''”, ed. seconda, Loreto, 1790, pagg. 41-46] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140512215617/http://www.lucisullest.it/santa-casa-quando-gli-angeli-la-posarono-sul-suolo-lauretano-anche-gli-alberi-si-inchinarono/ |data=12 maggio 2014 }}.</ref>, è possibile trovare altre versioni relative alla Traslazione della Santa Casa.
Nel "breve" pontificio "Felix Nazarethana"<ref>cfr. [http://www.lucisullest.it/santa-casa-il-breve-pontificio-felix-nazarethana-di-papa-leone-xiii-per-una-piu-sentita-devozione-allabitazione-terrena-della-sacra-famiglia/ il "breve" pontificio "Felix Nazarethana"] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140520220732/http://www.lucisullest.it/santa-casa-il-breve-pontificio-felix-nazarethana-di-papa-leone-xiii-per-una-piu-sentita-devozione-allabitazione-terrena-della-sacra-famiglia/ |data=20 maggio 2014 }}</ref>, il [[papa Leone XIII]] elogiava quanti si adoperavano per restituire alla Basilica il suo antico splendore, e concedeva indulgenza e remissione dei peccati, in forma di Giubileo, a quei fedeli che entro un periodo determinato avrebbero eseguito le prescritte opere di pietà.
===
L'arrivo dell'importante [[reliquia]] contribuì immediatamente a fare dell'antica ''Silva magna de laureto'' una delle mete più ambite di pellegrinaggio del mondo cattolico. Ben presto le mura originarie vennero sopraelevate in [[laterizio]] e coperte da una [[Volta (architettura)|volta]]. La prima citazione riguardante Loreto risale al [[1315]], dove si accenna a un rustico [[Sacello]] visitato da devoti fedeli. Il piccolo borgo che crebbe tutt'attorno fu chiamato ''Villa Loreti''. Dopo solo una ventina d'anni dall'arrivo della Santa Casa si ha già la orazione di un vero e proprio borgo abitato. L'afflusso di pellegrini portava generose offerte, tanto che insieme ai devoti arrivarono anche i malfattori che assaltavano i pellegrini lungo il cammino. I rischi riguardavano anche gli ex voto di materiali preziosi e le donazioni che i Papi cominciarono a inviare a Loreto già dal [[XIV secolo]]. Si iniziò così la costruzione di mura di protezione. Per circa un secolo si protrasse la costruzione di un quadrilatero fortificato con quattro torri angolari sorvegliato giorno e notte da guardie. Nella ''Descriptio Marchiae Anconitanae'' del [[1360]] ad opera del cardinal [[Egidio Albornoz]] la ''Villa Sanctae Mariae de Laureto'' è elencata tra i "Castra" (fortificazioni) appartenenti al comune di [[Recanati]]. Quest'ultimo, già grosso centro della [[Marca anconitana]], organizzava ogni anno una fiera di notevole richiamo sia per l'[[Italia]] del centro-nord, sia per l'[[Europa]]. Commercio, curiosità e devozione mariana finirono per intrecciarsi.
=== Verso il Rinascimento ===
La pietà popolare e il numero dei visitatori crebbero a tal punto che nel [[1437]] [[Recanati]] inviò dapprima un [[sindaco]] e quindi un capitano della villa.
Dal [[1468]], per volere del vescovo di Recanati [[Nicolò de Astis]], si diedero inizio ai grandi lavori della Basilica, ben protetta da imponenti muraglioni che le danno ancora oggi l'aspetto di una fortezza. L'anno seguente [[Papa Paolo II]] diede forte impulso al cantiere. Infatti da qualche tempo gravava la grande minaccia dei [[Ottomani|Turchi]], atti a continue scorribande nell'[[Adriatico]] e a violente razzie, distruzioni e uccisioni una volta approdati a terra.
[[File:Veduta Loreto nel 1614 - (Laureta) xylogravure de Sebastian Münster Cosmographia - Veduta di Loreto -.png|sinistra|miniatura|Veduta di Loreto nel 1614 - (Laureta) incisione su legno di Sebastian Münster Cosmographia]]Notizie di tentativi di sbarchi si hanno nel [[1456]] a [[Porto Recanati]], col pieno proposito di assaltare il Santuario, ma lo sbarco fu coraggiosamente respinto dagli abitanti; un altro vi fu nel [[1479]] a [[Grottammare]] con gravi conseguenze e un altro ancora l'anno seguente con stragi in [[Puglia]]. Il 5 giugno [[1518]] il sultano turco [[Selim I]], detto Il Crudele, assaltò [[Porto Recanati]] riuscendo a penetrare nel castello e a depredarlo. Il terrore scaturito da questo gesto spinse [[Papa Leone X]] ad ordinare la costruzione di una nuova e forte cinta muraria in brevissimo tempo. Furono impiegati tre grandi architetti del tempo: Cristoforo Resse da [[Imola]], [[Andrea Sansovino]] e [[Antonio da Sangallo il Giovane]]. Al contempo furono messi al lavoro ben 400 operai. Nel [[
[[Papa Sisto V]] diede un forte impulso allo sviluppo urbanistico di Loreto.
=== Le vicende
Spariti i Turchi arrivò la minaccia napoleonica. [[Napoleone Bonaparte]] stava svolgendo la sua [[Campagna d'Italia (1796-1797)|campagna d'Italia]] e, vittorioso, costrinse il 23 giugno [[1796]] [[papa Pio VI]] a firmare l'[[armistizio di Bologna]], in cui permetteva l'occupazione di [[Ancona]] (assieme alla stessa [[Bologna]] e [[Ferrara]]) da parte dell'esercito francese. [[File:Annibale Carracci, Natività della Vergine, Louvre.JPG|miniatura|upright=0.7|Natività della Vergine, opera di [[Annibale Carracci]] dipinta nel 1598-99 per la Basilica di Loreto e oggi conservata nel [[Museo del Louvre|Louvre]]|alt=]]
Il 9 febbraio [[1797]], alle sette di sera, Napoleone - diretto a [[Tolentino]] - giunse a Loreto fermandosi a Porta Romana.
[[File:NotreDamedeLoretteNapoléon.jpg|sinistra|miniatura|Incisione che recensisce le sante Reliquie e la statua della Santa Casa mandati a Parigi durante la campagna napoleonica del 1796-97]]
Qualche notabile lo accolse offrendogli anche le chiavi della città, ma su un bastione vicino era appostato un uomo che armato di fucile aprì il fuoco. La carica fece cilecca e l'attentatore fu preso e fucilato in Piazza dei Galli.
Il giorno seguente i soldati francesi portarono via tutto quanto trovarono. Nonostante il tesoro fosse già stato stipato in tante grosse botti da vino e trasportato a [[Roma]], dove fu nascosto a [[Castel Sant'Angelo]] per ordine di [[papa Pio VI]], sembra che i francesi requisirono 94 chili d'oro e 17 quintali d'argento, quadri e cristalli di Boemia dagli armadi. Napoleone entrò anche nella Santa Casa e pose il suo sigillo sulla statua della Madonna ordinando di spedirla a [[Parigi]] insieme al tesoro.
Durante il periodo di esilio il culto della ''Vergine Lauretana'' nella Santa Casa di Loreto fu affidato al simulacro in legno di pioppo (identico all'originale), oggi conservato a [[Cannara]] ([[Perugia]]) e che attualmente rimane l'unico esemplare del periodo napoleonico, dopo l'incendio della statua originale del [[1921]], ad essere stato venerato nella Santa Casa<ref>''«La statua della Vergine Lauretana di Cannara. Storia, Tradizione e Culto. Il Restauro»'', a cura di Ottaviano Turrioni, Spello 2005.</ref>. Con il [[trattato di Tolentino]] la statua originale finì a Roma per poi tornare, con un viaggio da "[[Madonna pellegrina]]" di otto giorni, a Loreto, dove giunse il 9 dicembre [[1801]].
Le razzie di cui fu fatta oggetto la città sono rievocate da [[Agostino Rivarola]] in una lettera del marzo 1797. In questo scritto, monsignor Rivarola in particolare chiama in causa le responsabilità di Ludovico Sensi, prelato schieratosi con l'invasore e da questi nominato governatore generale. Stando alla testimonianza, Sensi dopo aver preso parte al ladrocinio si sarebbe persino recato «in Chiesa coi muratori» per «demolire la Santa Casa», ma tale fu lo sdegno della popolazione di fronte a questo proposito che lo «scelerato» fu costretto a desistere<ref>Luca Sansone (a cura di), Lettere e carte politiche di monsignor Rivarola governatore di San Severino e Macerata, p.21</ref>.
=== Ottocento ===
Nell'Ottocento il santuario mariano continua ad essere meta di numerosi pellegrinaggi, il culto coinvolge i modesti contadini locali che viaggiano a piedi e dimorano in ricoveri di fortuna, ma anche i facoltosi turisti stranieri, per i quali Loreto è una delle tappe del "Gran Tour" dell'Italia.
Fra i pellegrini si ricorda una giovane [[Santa Teresa del Bambin Gesù]], che visitò con devozione la Santa Casa.
{{sf|Stendhal, nel suo giornale di viaggio in Italia e Svizzera nel 1828 parla di quadri presenti nella basilica di Loreto che sono del Scidone, del [[Correggio (pittore)|Correggio]] et di [[Andrea del Sarto]]... Qui non sono stato le vicende Napoleoniche che hanno fatto sparire tesori della Santa Casa... Oggi ancora, si cerca dove sono questi quadri...}}<gallery widths="250" heights="200">
File:Loreto entre 1860 et 1890.png|Loreto e l'attuale via Maccari nel 1860-1880
File:Veduta di Loreto nel 1870.png|Veduta di Loreto nel 1870
File:Veduta Piazza dei Galli e Cupola di Loreto.png|Piazza dei Galli prima del 1900
File:Loreto, alto della via Maccari, 1910.png|Via Maccari nel 1910
</gallery>
=== Novecento ===
Nel [[1921]] nel [[
Fu modellata da [[Enrico Quattrini]] ed eseguita e dipinta da Leopoldo Celani. Nel [[1922]] il papa la incoronò nella [[Basilica di San Pietro in Vaticano]] e la fece trasportare solennemente a Loreto, dove si trova ancora oggi. Il 15 settembre [[1934]] [[papa Pio XI]] con la [[Bolla pontificia|bolla]] ''Lauretanae Basilicae'' soppresse la cattedra vescovile di Loreto, ponendo il [[Santuario]] sotto la diretta autorità della [[Santa Sede]].
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L'11 ottobre [[1935]] venne estesa la giurisdizione dell'Amministratore Pontificio al territorio della città di Loreto.
Nella notte tra il 5 e il 6 luglio [[1944]], la cupola del Bramante fu vittima di un bombardamento inglese.<ref>{{Cita web|url=https://www.cronachemaceratesi.it/2019/04/20/quando-brucio-la-cupola-del-santuario-di-loreto/1239576/|titolo=Quando bruciò la cupola del santuario di Loreto|autore=Gabriele Censi|sito=Cronache Maceratesi|data=2019-04-20|lingua=it|accesso=2024-08-05}}</ref> Gli affreschi di [[Cesare Maccari]] all'interno della cupola andarono distrutti.
Il 4 ottobre [[1962]], a una settimana dall'inizio del [[Concilio Vaticano II]], il [[papa Giovanni XXIII]] si recò in pellegrinaggio in treno a Loreto e ad [[Assisi]] per affidarne le sorti alla Madonna e a [[san Francesco]]. Era la prima volta dall'unità d'Italia che un papa usciva dai confini di Roma<ref>{{Cita web|titolo=#GiovanniXXIII: il pellegrinaggio in treno a Loreto e Assisi|sito=Vatican News| url=https://www.vaticannews.va/it/chiesa/news/2018-06/giovanni-xxiii-pellegrinaggio-in-treno-a-vapore-loreto-assisi.html|data=2018-06-01}}</ref>. Il Papa fu accompagnato da [[Amintore Fanfani]] e l'evento fu immortalato da un filmato dell'[[Istituto Luce]] (''[[La Settimana Incom]]'' n. 02277 dell'11 ottobre 1962).[[File:La basilica di Loreto.jpg|miniatura|La Cupola di Loreto di notte]]Nel palazzo apostolico di Loreto si conserva la stanza da letto dove dormì il papa.
Infine, il 24 giugno [[1965]], [[papa Paolo VI]] con la [[bolla pontificia|bolla]] ''Lauretanae Almae Domus'' soppresse l'Amministrazione Pontificia e creò la Delegazione Pontificia per il Santuario di Loreto e la Prelatura della Santa Casa, istituendo nello stesso tempo la cattedra vescovile nella Basilica.
Oggi la [[Cattedra (cristianesimo)|cattedra]] [[arcivescovo|arcivescovile]] della [[Prelatura territoriale di Loreto]] è nella [[Santuario della Santa Casa|Basilica della Santa Casa]].
=== Duemila ===
Nel 2004 [[Papa Giovanni Paolo II|Giovanni Paolo II]], al suo ultimo viaggio pastorale da pontefice, visitò Loreto in occasione del raduno "Sei tu la dimora di Dio", mentre nel 2007, in occasione dell'"Agorà dei giovani italiani", e il 4 ottobre del 2012, a cinquant'anni esatti dall'arrivo nella città mariana di [[papa Giovanni XXIII]], il comune fu visitato da
===Simboli===
Lo stemma è stato riconosciuto con DCG dell'8 dicembre 1927<ref name="ACS">{{cita web|url= http://dati.acs.beniculturali.it/comuni/comuni.printDetail.html?1839 |titolo= Loreto |sito= Archivio Centrale dello Stato |accesso= 29 ottobre 2023 }}</ref> e si presenta nella forma di [[Scudo ovale|scudo perale]] in una cornice [[Attributi araldici di modifica#Accartocciato|accartocciata]].
{{Citazione|D'azzurro, alla Madonna con in braccio il Bambino seduta sopra il tetto della Santa Casa, la quale è posata sulla vetta centrale di un monte all'italiana di tre cime, cariche di tre lettere maiuscole FCL (''Felix Civitas Lauretana'') ed accostata la Santa Casa lateralmente da due ramoscelli di pero fogliati e fruttati nascenti dai fianchi del monte; il tutto al naturale e sormontato da corona turrita comunale.}}
Il gonfalone, concesso con regio decreto del 12 maggio 1927<ref name="ACS"/>, è un drappo rettangolare di stoffa azzurra con al centro Io stemma sormontato dalla scritta COMUNE DI LORETO, in basso è ornato di frange e termina con due fanoni arrotondati e di forma asimmetrica.<ref>{{cita testo|url= https://mycity.s3.sbg.io.cloud.ovh.net/761886/STATUTO-Comune-di-Loreto.pdf |autore= Comune di Loreto |titolo= Statuto |posizione= Art. 2 ''Sede, territorio, stemma e gonfalone'' }}</ref>
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine = Onorificenza non faleristica.svg
|nome_onorificenza = Menzione onorevole di benemerenza per il terremoto calabro-siculo (1908)
|collegamento_onorificenza = Medaglie per il terremoto calabro-siculo
|motivazione = Al Comune di Loreto
|data = Elenco delle ricompense conferite ai benemeriti in occasione del terremoto calabro-siculo 28 dicembre 1908 con RR. decreti 7 e 21 luglio, 9 agosto, 23 settembre 1910; 23 febbraio, 16 marzo, 27 maggio 1911, in Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n. 130 del 30 giugno 1911
}}
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
{{Immagine grande|60025 Loreto AN, Italy - panoramio (10).jpg|1000px|Veduta panoramica notturna della piazza della Madonna.}}
=== Piazza della Madonna ===
{{vedi anche|Piazza della Madonna}}
La [[piazza della Madonna]] si apre al termine dell'asse principale del borgo come un vero e proprio spazio monumentale attorno al quale si dispongono i massimi capolavori architettonici di Loreto.
[[File:Loreto250706.JPG|miniatura|[[Piazza della Madonna]]. Sullo sfondo la [[basilica della Santa Casa]].]]
==== Basilica della Santa Casa ====
{{vedi anche|Basilica della Santa Casa}}
La costruzione della [[basilica della Santa Casa]] venne iniziata nel [[1468]], ma fu terminata solo verso il [[XVII secolo]] e completata dal campanile ad opera di [[Luigi Vanvitelli]] nel [[1755]]. Vi lavorarono i migliori architetti del tempo: [[Baccio Pontelli]], [[Bramante]], [[Andrea Sansovino]], [[Giuliano da Sangallo]] e [[Antonio da Sangallo il Giovane]]. La basilica è in stile [[Architettura gotica|gotico]]-[[Architettura rinascimentale|rinascimentale]] a [[pianta a croce latina]], nata da un'antica struttura a tre navate con un'altra che reca al centro una [[croce greca]]. La cupola ottagonale fu eretta tra il [[1498]] e il [[1500]] da [[Giuliano da Sangallo]]. Anche il [[Bramante]] partecipò alla realizzazione della facciata, ma non si può vedere l'opera del maestro in quanto fu edificata da [[Giovanni Boccalini]]; l'interno è a tre navate separate da colonne quadrate con sopra [[Crociera (architettura)|crociere]] a costole. Un recinto marmoreo riveste la santa casa e fu progettato dal Bramante, ma edificato dal [[Andrea Sansovino|Sansovino]].
La cappella dell'Annunciazione fu decorata con affreschi di [[Federico Zuccari]], mentre le [[Sagrestia|sagrestie]] di San Marco e di San Giovanni rispettivamente da [[Melozzo da Forlì]] e da [[Luca Signorelli]], infine il soffitto e il padiglione della sala del Tesoro dal [[Cristoforo Roncalli|Pomarancio]].
==== Palazzo Apostolico ====
[[File:Loreto, piazza della madonna col palazzo apostolico 01.jpg|miniatura|Il palazzo Apostolico.]]
{{vedi anche|Palazzo Apostolico (Loreto)}}
I lati nord ed est della
==== Fontana Maggiore ====
{{Immagine multipla
|allinea = right
|larghezza totale = 400
|immagine1 = Carlo maderno e giovanni fontana, fontana della madonna a loreto, 1604-14, poi 1622, 01.jpg
|immagine2 = Fratelli Iacometti - Draghi alati.jpg
|sotto = A sinistra la fontana Maggiore, in piazza della Madonna; a destra particolare della fontana con alcune delle statue bronzee dei fratelli Jacometti.
}}
Al centro della piazza si staglia la [[Fontana Maggiore (Loreto)|fontana Maggiore]], opera [[Architettura barocca|barocca]] di [[Carlo Maderno]] e dello zio [[Giovanni Fontana (architetto)|Giovanni Fontana]]. Realizzata fra il [[1604]] e il [[1614]], la fontana è ornata da alcune sculture in bronzo, realizzate da [[Tarquinio Jacometti|Tarquinio]] e [[Pier Paolo Jacometti]] nel [[1622]]. Il Maderno e il Fontana, attraverso una galleria di quasi cinque chilometri, vi condussero acque scaturienti in territorio recanatese per soddisfare le esigenze, anche igieniche, dei pellegrini.
==== Monumento a papa Sisto V ====
[[File:Loreto statua di Sisto V.jpg|miniatura|upright=0.7|Monumento a [[Papa Sisto V]], [[Antonio Calcagni]] e [[Tiburzio Vergelli]], 1587-89.]]
Sul lato sinistro del [[sagrato]] si scorge il monumento a [[papa Sisto V]], opera eseguita nel [[1587]] da [[Antonio Calcagni]] con la collaborazione di [[Tiburzio Vergelli]]. Fu eretta a spese della provincia della Marca e di otto prelati piceni nominati cardinali da [[papa Sisto V]].
===Monumenti=
;Gruppo scultoreo della Visitazione ''La [[
Il gruppo scultoreo della Visitazione è collocato nello slargo di
Il monumento è inoltre un inno alla maternità, in quanto le tre sante raffigurate sono tutte e tre madri per antonomasia: Maria ed Elisabetta sono entrambe incinte per miracolo divino, mentre
La raffigurazione di Ippoliti si caratterizza inoltre per l'impatto scenico. Scrive in proposito lo storico dell'arte Claudio Strinati: "Sembra che Ippoliti abbia avuto, davanti a sé, il ricordo della grande pittura monumentale fiorentina del primo [[Cinquecento]], da [[Andrea del Sarto]] al Pontormo e, insieme, abbia fissato nella mente la rimembranza di quei grandi scultori quattrocenteschi, specie di area bolognese, come [[Niccolò dell'Arca]], potente evocatore della forza drammatica dell'immagine femminile nell'arte sacra. Certo, Ippoliti è uno scultore dei nostri tempi e la sua forma è scabra e, appunto, essenziale, priva di ogni retorica o sentimentalismo, ma, anzi, in qualche modo energica e perentoria. Dunque, l'opera che, d'ora in avanti, sarà vista da tutti i pellegrini giunti a Loreto, si accamperà come un monito e un richiamo solenne".
=== Architetture civili ===
[[File:Piazza Garibaldi (Loreto).jpg|thumb|Il palazzo comunale|alt=|200x200px]]
;Palazzo Municipale
Di gusto [[architettura rinascimentale|rinascimentale]], il palazzo Municipale sorge lungo corso Boccalini, l'arteria principale della cittadina, la cui edificazione è attribuita a [[Marino di Marco Cedrino]] o a [[Giuliano da Maiano]].
Costruito in [[laterizio
[[File:Loreto, Fontana dei Galli.jpg|miniatura|La ''Fontana dei Galli''.]]
Piazza Leopardi, meglio conosciuta come piazza dei Galli si apre davanti la cinquecentesca Porta Romana. Deve l'aspetto odierno all'impianto di urbanizzazione settecentesco, all'epoca della costruzione del campanile del [[Luigi Vanvitelli|Vanvitelli]], tanto che venne sistemata inizialmente col materiale ricavato dalla demolizione del vecchio campanile. Al lato della piazza si apre un [[loggiato]], detto portico delle transenne, eretto nella seconda metà del [[XVIII secolo]] come riparo ai pellegrini che arrivavano di notte al santuario e che trovavano chiuse le porte della città. In seguito vi si aprirono delle botteghe, divenne luogo di posta e di partenza delle [[Diligenza (carrozza)|diligenze]] con relativo riposo dei cavalli. Tra il verde dei giardini del lato opposto al portico si trova la fontana dei Galli, fatta costruire nel [[1614]]-[[1616|16]] da [[Antonio Maria Gallo]] e decorata con stemmi e vivaci figure di galli, opera dei fratelli [[Tarquinio Jacometti|Tarquinio]] e [[Pier Paolo Jacometti]].
;Acquedotto degli Archi
Fu voluto da [[papa Paolo V]], in seguito al vertiginoso sviluppo di Loreto e dal sempre crescente flusso di pellegrini. Venne iniziato con il [[capitolato d'appalto]] del 2 dicembre [[1606]] e terminato nel [[1620]]. Il progetto di condurre le "acque delle Vigne" di [[Recanati]] alla piazza del Santuario, venne affidato a Giovanni Fontana e [[Carlo Maderno]]. Una derivazione, attraverso Porta Romana, forniva acqua anche alla fontana di piazza dei Galli.
'''Villa Gigli'''
{{Vedi anche|Villa Gigli}}
Villa privata sita sul colle di Montarice, al confine coi comuni di [[Porto Recanati]] e [[Recanati]], costruita tra il 1920 e il 1927 su progetto di [[Florestano Di Fausto]] e realizzata per volere del tenore [[Beniamino Gigli]].
=== Architetture militari ===
{{vedi anche|Mura di Loreto}}
[[File:Basilica Loreto vista con Torrione.jpg|miniatura|upright=2.0|Veduta delle mura col torrione del Sangallo.]]
La città è circondata da una cinta muraria eretta a partire già dal [[XIV secolo]] come difesa, soprattutto dalle incursioni [[Ottomani|turche]] nell'[[Adriatico]]. Dopo l'assalto a [[Porto Recanati]] del 5 giugno [[1518]] da parte del sultano [[Selim I]] il Crudele, [[papa Leone X]] avviò rapidamente la ricostruzione completa delle mura. Dal [[1518]] al [[1522]] ci lavorarono tre architetti: furono ideate da [[Antonio da Sangallo il Giovane]], realizzate da Cristoforo Resse da [[Imola]] e perfezionate da [[Andrea Sansovino]]. Il cantiere doveva compiersi in fretta, come da precisi ordini papali, così venne impiegato il materiale da costruzione preparato per il porto di Recanati, e furono messi al lavoro 400 operai, anche di domenica. Le mura vennero dotate di [[Merlo (architettura)|merli]] arcuati binati e di [[Baluardo|bastioni]], e munite di 26 pezzi d'[[artiglieria]]. Sul lato meridionale si apre la porta Romana, edificata su disegno dell'architetto [[Macerata|maceratese]] Pompeo Floriani, padre di [[Pietro Paolo Floriani]] verso il [[1590]] e decorata con due statue di profeti scolpite da [[Simone Cioli]] nel [[1538]]-[[1541|41]], destinate in un primo momento al rivestimento marmoreo della Santa Casa. Sul lato settentrionale, dietro le absidi della basilica, si apre la cosiddetta porta Marina, aperta al tempo di [[papa Clemente VII]] ([[1523]]-[[1534]]), ma costruita da [[Giovanni Branca]] nel [[XVII secolo]] con l'ornamento delle caratteristiche api [[barberini]]ane di [[papa Urbano VIII]] ([[1623]]-[[1644]]). Il bastione Sangallo, dal nome dell'architetto che lo progettò, conserva al suo interno le antiche [[Casamatta|casematte]] da cui si difendeva la città, nonché una [[piazza d'armi]]. Oggi ospita una sala-teatro polifunzionale.
;Cimitero militare polacco di Loreto
{{vedi anche|Cimitero militare polacco di Loreto}}
[[File:Loreto Pol-cemetery fc01.jpg|miniatura|[[Cimitero militare polacco di Loreto]]]]
Di fronte alla porta Marina si scende il crinale della collina percorrendo la cosiddetta scala santa e si raggiunge il cimitero militare polacco, luogo di sepoltura di 1 080 soldati [[Polonia|polacchi]] caduti nella [[seconda guerra mondiale]].
== Geografia antropica ==
'''Rioni'''
Mura, Costabianca, Grotte, Stazione, Villa, Pozzo, Piana, Monte, Ponte<ref name="comuniecitta.it" />.
'''Frazioni'''
Villa Musone, Villa Costantina, Stazione, Villa Berghigna, Costabianca, Grotte<ref name="comuniecitta.it" />.
== Società ==
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=== Loreto e l'Aeronautica Militare ===
L'[[Aeronautica Militare (Italia)|Aeronautica Militare]] è profondamente legata alla città: attualmente Loreto è sede del
Dal [[1930]] al [[1984]] ha ospitato l
=== Tradizioni e folclore ===
==== Festa della Venuta ====
Il 10 dicembre è la "[[festa della Venuta]]", che cade nell'anniversario dell'arrivo delle pietre della Santa Casa. Nella notte che la precede, nelle campagne del paese (ma anche di molte località delle Marche) c'è la tradizione di accendere dei falò (i "fogaró") per indicare idealmente la via agli angeli che, secondo la leggenda, portarono la Santa Casa in volo in cima al colle lauretano. Data l'importanza religiosa e popolare della festa per tutta la regione, il 10 dicembre è anche la Giornata delle Marche.
==== Natività della Beata Vergine Maria ====
In realtà, la "vera" giornata di festa per Loreto è l'8 settembre, giornata in cui si festeggia la [[Natività della Beata Vergine Maria]], patrona della città.
Da secoli l'inizio di settembre vede eventi e manifestazioni religiosi e civili. In particolare, a partire dal XVII sec. in cima a Montereale si tenne una fiera del bestiame che comprendeva anche i cavalli; per saggiarne le qualità, venivano condotti ai piedi della salita e poi lanciati al galoppo fino a tornare sulla sommità. Ciò diede origine a una corsa che divenne poi il [[palio di Loreto]] (anche detto Corsa del Drappo), che si è tenuto per moltissimo tempo il pomeriggio del 7 settembre, ad apertura delle festività. La data è divenuta variabile a partire dal 2007. I rioni del paese (sei fino al 1994, nove dal 1995) competono ognuno col suo cavallo fino a decretare chi porterà a casa il drappo raffigurante la Madonna di Loreto. Il luogo della corsa è rimasto la salita di Montereale (oggi Via Fratelli Brancondi). La gara vede la partecipazione di fantini e scuderie di rilievo nel circuito delle competizioni ippiche del Centro Italia.
Dal momento che la [[Madonna di Loreto]] è patrona dell'[[Aeronautica Militare]], l'8 settembre vede sempre il sorvolo di velivoli sopra la città, e per molto tempo delle [[Frecce tricolori]].
Questi due eventi si inseriscono in quelle che i loretani chiamano "Feste di settembre", che sono appunto i giorni di festa che culminano con la giornata dell'8.
== Cultura ==
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Il [[Museo storico aeronautico (Loreto)|Museo storico aeronautico]] ha la sua peculiarità nell'esposizione di centinaia di [[Divisa militare|divise militari]] dell'[[aeronautica]], alcune pezzi unici.
== Economia ==
A Loreto si trova la sede della [[Rainbow (azienda)|Rainbow
== Amministrazione ==
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|[[Lista Civica]] di [[Sinistra (politica)|Sinistra]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|<ref>[
{{ComuniAmminPrec
|13 maggio [[2001]]
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|[[Lista Civica]]
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|<ref>[
}}
{{ComuniAmminPrec
Riga 244 ⟶ 304:
|[[Lista Civica]] - ''Insieme per Loreto''
|[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]
|<ref>[
}}
{{ComuniAmminPrec
Riga 255 ⟶ 315:
{{ComuniAmminPrec
|31 maggio [[2015]]
|22 settembre [[2020]]
|Paolo Niccoletti
|[[Lista Civica]] - ''
|''[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]''
|<ref>[http://www.repubblica.it/static/speciale/2015/elezioni/comunali/loreto.html Risultato delle elezioni comunali del 31 maggio 2015, ''Speciale Elezioni amministrative del 2015, la Repubblica'']</ref>
|}}
{{ComuniAmminPrec
|22 settembre [[2020]]
|''in carica''
|Moreno Pieroni
|[[Lista Civica]] - ''Loreto nel cuore''
|''[[Sindaco (Italia)|Sindaco]]''
|<ref>{{cita web|url=https://elezioni.repubblica.it/2020/elezioni-comunali/marche/loreto|titolo=ELEZIONI COMUNALI 2020 - RISULTATI COMUNE DI LORETO (MARCHE)|editore=repubblica.it|data=22 settembre 2020|accesso=22 settembre 2020}}</ref>
|}}
{{ComuniAmminPrecFine}}
[[File:Loreto-Gonfalone.png|
=== Gemellaggi ===
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* {{Gemellaggio|Portogallo|Fátima (Portogallo){{!}}Fátima}}
* {{Gemellaggio|Israele|Nazareth}}
* {{Gemellaggio|
* {{Gemellaggio|
* {{Gemellaggio|Italia|Montecassiano}}
== Sport ==
=== Calcio ===
Il
Altre due squadre minori, che militano rispettivamente in Terza e Seconda Categoria, sono l'Acli Villa Musone e l'Europa Costabianca.
=== Calcio a 5 ===
L'Usd Acli
Attualmente è presente nelle categorie:
Serie D
Under 21
Juniores
Allievi
Giovanissimi.
=== Ciclismo ===
Il 16 maggio [[1995]] la 4ª tappa del [[Giro d'Italia 1995]] si concluse a Loreto con la vittoria dello [[Svizzera|svizzero]] [[Tony Rominger]].
Il 15 marzo [[2009]] la 5ª tappa della [[Tirreno-Adriatico 2009]] partì da Loreto e si concluse a Macerata con la vittoria del [[Germania|tedesco]] [[Andreas Klöden]].
Il
=== Pallavolo ===
La squadra maschile della [[Pallavolo Loreto (maschile)|Pallavolo Loreto]] ha militato per lungo tempo in [[Campionato italiano di pallavolo maschile|Serie A2]]. Inoltre ha disputato quattro stagioni nella [[Serie A1 (pallavolo maschile)|massima serie]] (dal 1978 al 1981 e nella stagione [[Serie A1 2009-2010 (pallavolo maschile)|2009-2010]]).
== Note ==
Riga 306 ⟶ 379:
* [[Incontro nazionale dei giovani 2007]]
* [[Cimitero militare polacco di Loreto]]
* [[Stazione di Loreto]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Comuni della provincia di Ancona}}
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