Partito Radicale (Italia): differenze tra le versioni

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{{nota disambigua|il partito fondato nel 1904|Partito Radicale Italiano}}{{P|Gran parte delle fonti usate in voce sono direttamente riconducibili a organi del partito o ad affermazioni dei suoi membri; anche il tono, nel complesso, sembra quello di un militante di vecchia data.|politica|dicembre 2023|argomento2=Italia}}{{Partito politico
{{Partito politico
|colore = {{Colore partito|Partito Radicale (Italia)}}
|nome = Partito Radicale
|nome2 = ''Partito Radicale dei Liberali e Democratici Italiani''
|logo = Partito Radicale.svg
|leader =
|segretario =  
* [[Mario Pannunzio]]<br /><small>(1956-1959)</small>
* [[Leopoldo Piccardi]]<br /><small>(1959-1962)</small>
* [[Bruno Villabruna]]<br /><small>(1962-1963)</small>
* [[Marco Pannella]]<br /><small>(1963-1967; 1981-1983)</small>
* [[Gianfranco Spadaccia]]<br /><small>(1967-1968; 1974-1976)</small>
* [[Mauro Mellini]]<br /><small>(1968-1969)</small>
* [[Angiolo Bandinelli]]<br /><small>(1969-1970; 1971-1973)</small>
* [[Roberto Cicciomessere]]<br /><small>(1970-1971; 1983-1984)</small>
* [[Giulio Ercolessi]]<br /><small>(1973-1974)</small>
* [[Adelaide Aglietta]]<br /><small>(1976-1978)</small>
* [[Jean Fabre]]<br /><small>(1978-1979)</small>
* [[Giuseppe Rippa]]<br /><small>(1979-1980)</small>
* [[Francesco Rutelli]]<br /><small>(1980-1981)</small>
* [[Giovanni Negri]]<br /><small>(1984-1988)</small>
* [[Sergio Stanzani]]<br /><small>(1988-1989)</small>
* [[Emma Bonino]]<br /><small> (1993-1995)</small>
* [[Olivier Dupuis]]<br /><small>(1995-2003)</small>
* [[Demba Traoré]]<br /><small>(2011-2016)</small>
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|fondazione = 11 dicembre 1955<ref name="nascitaPRLDI" />
|fondazione = 11 dicembre [[1955]]<ref name=nascitaPRLDI>[http://camera.archivioluce.com/camera-storico/scheda/video/i_protagonisti_della_politica/00039/IL5000045174/2/Congresso-del-Partito-Liberale-e-nascita-del-Partito-radicale-dei-liberali-e-dei-democratici-16-12-1955.html Cinegiornale (Mondo Libero M227) del 16/12/1955] (Astra Cinematografica)</ref>
|derivato da = [[Partito Liberale Italiano]]
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|ideologia = [[Radicalismo]]<ref name=ideologia>https://www.partitoradicale.it/chi-siamo/</ref><br/>[[Liberaldemocrazia]]<ref name=ideologia/><br/>[[Gandhismo]]<ref name=ideologia/><br/>[[Socialismo liberale]]<ref name=ideologia/><br/>[[Antiproibizionismo]]<ref name=ideologia/> <br/>[[Libertarianismo]]<ref name=ideologia/><br/>[[Liberalismo sociale]]<ref name=ideologia/><br/>[[Laicismo]]<ref name=ideologia/><br/>[[Ecologismo]]<ref name=ideologia/><br/>[[Antimilitarismo]]<ref name=ideologia/>
|posizione = Da [[Centrismo|Centro]] a [[Centro-sinistra]]
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|partito europeo = [[Partito dell'Alleanza dei DemocraticiLiberali e dei LiberaliDemocratici per l'Europa|Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori]]
|gruppo parlamentare europeo = [[Gruppo Tecnicodi deglicoordinamento Indipendentitecnico e di difesa dei (1979-1984)gruppi e dei deputati indipendenti|Gruppo Tecnico degli Indipendenti]] ([[1979]]-[[1984]])<br />[[Non Iscrittiiscritti (Parlamento europeo)|Non Iscrittiiscritti]] ([[1984]]-[[1989]])
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}}
 
Il '''Partito Radicale''' ('''PR''') è stato un [[partito politico]] di orientamento [[liberale]], [[liberista]] e [[libertario]] fondato nel 1955, a seguito di una scissione dal [[Partito Liberale Italiano]], e trasformatosi, in occasione del XXXV Congresso tenutosi nel 1989, in un soggetto politico transnazionale, il [[Partito Radicale Transnazionale]]. È stato per lungo tempo guidato da [[Marco Pannella]]. Si è ispirato, in una prospettiva eclettica, alle tradizioni politiche della destra storica, del [[Partito d'Azione]] e del liberalismo anglosassone, promuovendo la laicità dello Stato, il riconoscimento dei diritti civili e politici dei cittadini, il rispetto dello [[Stato di diritto]] e la [[nonviolenza]].
{{Citazione|Cari Pannella, caro Spadaccia, cari amici radicali […] voi non dovete fare altro (io credo) che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare; a bestemmiare|[[Pier Paolo Pasolini]], Lettera al Congresso del Partito Radicale del 2 novembre [[1975]]}}
 
Si è presentato per la prima volta in occasione delle elezioni politiche del 1958, formando una lista comune col [[Partito Repubblicano Italiano]]; quindi ha preso parte alle elezioni politiche del 1968 e tutte le elezioni nazionali dal 1976 al 1987, ottenendo il suo massimo storico nel 1979.
Il '''Partito Radicale''' '''(PR)''' è un [[partito politico]] nato in Italia nel [[1955]] dalla scissione del [[Partito Liberale Italiano]] di orientamento [[Liberalismo|liberale]], [[Liberismo|liberista]], [[Libertarianismo|libertario]] e [[Antiproibizionismo|antiproibizionista]] con una marcata visione della [[laicità]] dello [[Stato]].
 
Al congresso di Budapest nel 1989, sulla scia di quanto già era stato stabilito nel congresso di Bologna dell'anno precedente, è stata approvata la trasformazione del partito in un soggetto politico a vocazione transnazionale e transpartitica, il [[Partito Radicale Transnazionale]] (poi divenuto, nel 2011, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito).
Il Partito Radicale ha partecipato alle elezioni italiane dal [[1955]] al [[1989]], confluendo successivamente nel [[Partito Radicale Transnazionale]] e deliberando di non partecipare a competizioni [[Elezioni|elettorali]] per perseguire attraverso l'uso della nonviolenza la creazione di un corpo effettivo di legge internazionale in merito agli individui e l'affermazione della democrazia e della libertà nel mondo.
 
== Storia ==
Nel 1995 ha ottenuto il riconoscimento come [[organizzazione non governativa]] con stato consultivo generale di prima categoria presso l'[[ECOSOC]] dell'[[ONU]].
=== Riferimenti culturali ===
[[File:Ettore Sacchi.jpg|miniatura|[[Ettore Sacchi]]]]
Le origini culturali del Partito radicale sono ravvisabili nel nucleo teorico del radicalismo ottocentesco e del [[Partito Radicale Italiano]] promosso da [[Felice Cavallotti]] e [[Agostino Bertani]], eredi della cultura risorgimentale e promotori di uno spirito laico e liberale, teso a promuovere l'estensione del suffragio, la laicità del sistema scolastico, il federalismo amministrativo e la riduzione dell'orario lavorativo alle otto ore. Nel 1904, sotto la guida di [[Ettore Sacchi]], la matrice anticlericale, che aveva animato il pensiero politico radicale sin dal principio, non indulge a posizioni antireligiose, ciò che consente al movimento di raccogliere il consenso di don [[Romolo Murri]].
 
Durante il [[fascismo]] gli ideali e la cultura radicale sono accolti e rivendicati da numerosi intellettuali antifascisti: già a partire dal 1925, quando "la piccola confraternita" dei salveminiani – [[Nello Traquandi]], [[Tommaso Ramorino]], [[Carlo Rosselli]], [[Ernesto Rossi]] e [[Nello Rosselli]] – danno vita all'esperienza fiorentina del "Circolo della cultura" e, in seguito, a quella ancor più rischiosa di "[[Italia libera]]" (associazione di reduci antifascisti indirizzata a propagandare la disobbedienza civile e ad organizzare azioni dimostrative, nata nel 1923 nello studio dell'avvocato Enrico Bocci e diretta da [[Dino Vannucci]], Ernesto Rossi, Carlo Rosselli, [[Piero Calamandrei]] e Nello Rosselli).
== I nomi del Partito Radicale ==
Nell'arco dei suoi oltre 60 anni di storia il Partito Radicale, pur senza perdere la continuità della propria azione politica, ha assunto differenti denominazioni. Nasce nel 1955 come Partito Radicale dei Liberali e Democratici '''Italiani''' (P.R.L.D.I.)<ref name=nascitaPRLDI/>. Il nome così lungo verrà, nell'uso, molto presto abbreviato in Partito Radicale (P.R.)<ref>da [http://www.radioradicale.it/exagora/fondazione-del-partito-radicale "Fondazione del Partito Radicale"] in Aggiornamenti Sociali del 28/02/1956</ref> e come tale si presenta alle elezioni del 1958<ref>Il nome e il simbolo sono visibili per la prima volta nelle elezioni del [[1958]] su [http://elezionistorico.interno.it/index.php?tpel=C&dtel=25/05/1958&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S questa pagina] del Ministero degli Interni. Il partito è indicato con la sigla P.RAD. e si presenta insieme al [[Partito Repubblicano Italiano]] (P.R.I.)</ref>. Alla fine degli anni ottanta. a seguito di una lunga stagione di campagne politiche di respiro sovranazionale<ref>Si vedano ad esempio questi due riferimenti relativi agli [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/06/arrestato-ad-ankara-spadaccia-manifestava-contro-fame.html?ref=search arresti dei radicali a Belgrado e ad Ankara] nell'ambito di una manifestazione transnazionale in molte capitali dell'Est nel 1985 e questa interrogazione parlamentare presentata da [[Emma Bonino]] nel 1982 per altri arresti di radicali nelle capitali dell'Est europeo</ref> in cui il P.R. si pone come soggetto promotore coinvolgendo molte differenti forze politiche e sociali, si inizia ad usare la denominazione di Partito Radicale Transnazionale e Transpartito<ref>Si veda ad esempio la [http://www.radioradicale.it/exagora/lettera-di-accompagnamento-della-tessera lettera di accompagnamento] alla tessera datata 16 aprile 1996 disponibile nell'archivio radicale</ref> (in inglese Transnational Radical Party). Nel 1995 in sede di riconoscimento del partito come NGO presso l'ONU ECOSOC assumerà quindi la denominazione Transnational Radical Party — a Nonviolent, Transdivisional Cross-Party Organization (T.R.P.)<ref>si veda il [http://www.radioradicale.it/exagora/onu-riconoscimento-ngo-del-partito-radicale-0 report per gli organi dirigenti] del partito compilato da Marino Busdachin, responsabile del Partito all'ONU il 21 giugno 1995]</ref> e successivamente per dar conto della scelta nonviolenta in Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (P.R.N.T.T.), in inglese Nonviolent Radical Party, Transnational and Transparty (N.R.P.T.T.)<ref>Il motivo di questa inversione nella denominazione inglese è dovuto, probabilmente, alla volontà di rendere più accettabile il nome del partito in quanto nei paesi anglosassoni la dizione '''Radical''' ha un valore essenzialmente negativo e violento</ref>, nome con cui dal 2008 è registrato nella base dati delle NGO ONU.<ref>{{Cita news|autore=Senato del Partito Radicale|url=http://www.radicalparty.org/it/content/delibera-del-senato-del-partito-radicale-riunito-roma-il-9-agosto-2007|titolo=Delibera|pubblicazione=Senato del Partito Radicale|città=Roma|data=9 agosto 2007}}</ref><ref>È possibile prendere visione della scheda del Partito nel [http://esango.un.org/civilsociety/displayAdvancedSearch.do?method=search&sessionCheck=false database NGO Branch dello United Nations Department of Economic and Social Affairs] ricercando il nome '''Radical Party'''</ref>
 
Nella ricostruzione genealogica del PR non bisogna tralasciare l'importanza dell'esperienza del "foglio clandestino di battaglia", ''[[Non Mollare]]'', e del movimento, di orientamento liberal-socialista, [[Giustizia e Libertà]], nato a [[Parigi]] nel 1929 per volontà dell'esule [[Carlo Rosselli]].
Tutte queste denominazioni, comunque, non sono mai state recepite nei documenti fondativi del Partito, e soprattutto non hanno trovato posto nello Statuto in vigore, presentato nel 1993, o nei suoi successivi emendamenti<ref>[http://www.senatoradicale.it/lo-statuto-del-partito-radicale.html Lo statuto e gli emendamenti del 1993, 1995, 2001, 2002]</ref> fino al 2011, anno in cui l'organizzazione muta il nome ufficialmente in Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito.<ref>Gli [http://www.radicali.it/sites/default/files/Emendamenti%20a%20Statuto%20-%2039°%20Congresso%20-%20italiano%20(pdf).pdf emendamenti] allo Statuto del 2011</ref>
 
=== Origini culturalie fondazione ===
L'8 dicembre 1955 trentadue consiglieri nazionali del [[Partito Liberale Italiano]] si dimettono durante il congresso nazionale del PLI, per promuovere con altri autorevoli esponenti del liberalismo la costituzione del "Partito Radicale dei Liberali e Democratici Italiani"<ref name="nascitaPRLDI" /><ref>{{cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0001/articleid,0057_01_1955_0292_0001_14241781/|titolo=I liberali dissidenti fondano il partito radicale}}</ref><ref>{{cita testo|pubblicazione=Il Post|titolo=La nascita del Partito Radicale|url=http://www.ilpost.it/2016/02/05/la-nascita-del-partito-radicale/|data=5 febbraio 2016|accesso=25 febbraio 2017}}</ref>. La scissione delle correnti di "sinistra" e di parte del centro del PLI vede protagonisti, fra gli altri, [[Leopoldo Piccardi]], [[Mario Pannunzio]], [[Ernesto Rossi]], [[Nicolò Carandini]], [[Leo Valiani]], [[Guido Calogero]], [[Giovanni Ferrara (politico)|Giovanni Ferrara]], [[Paolo Ungari]], [[Eugenio Scalfari]], [[Marco Pannella]], [[Franco Roccella]]. La successiva domenica 11 dicembre 1955 i dissidenti tengono il primo comizio a Roma per illustrare il programma del nuovo partito.<ref name=nascitaPRLDI>[http://camera.archivioluce.com/camera-storico/scheda/video/i_protagonisti_della_politica/00039/IL5000045174/2/Congresso-del-Partito-Liberale-e-nascita-del-Partito-radicale-dei-liberali-e-dei-democratici-16-12-1955.html Cinegiornale (Mondo Libero M227) del 16/12/1955] (Astra Cinematografica)</ref>
[[File:Ettore Sacchi.jpg|thumb|[[Ettore Sacchi]]]]
Le origini culturali del Partito Radicale sono ravvisabili nel nucleo teorico del radicalismo ottocentesco e del [[Partito Radicale Italiano]] promosso da [[Felice Cavallotti]] e [[Agostino Bertani]], eredi della cultura risorgimentale e promotori di uno spirito laico e liberale, teso a promuovere l'estensione del suffragio, la laicità del sistema scolastico, il federalismo amministrativo e la riduzione dell'orario lavorativo alle otto ore. Nel [[1904]], sotto la guida di [[Ettore Sacchi]], la matrice anticlericale, che aveva animato il pensiero politico radicale sin dal principio, non indulge a posizioni antireligiose, ciò che consente al movimento di raccogliere il consenso di don [[Romolo Murri]].
 
Il partito si costituisce formalmente il 5 febbraio 1956 al termine di un convegno che elegge un esecutivo di cinque componenti (Carandini, Pannunzio, Piccardi, Valiani e l'ex segretario del PLI [[Bruno Villabruna|Villabruna]]) e una direzione di quattordici<ref>{{cita web|url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0001/articleid,0058_02_1956_0031_0001_13923062/|titolo=Il congresso radicale ha concluso i lavori}}</ref>.
Durante il [[fascismo]] gli ideali e la cultura radicale sono accolti e rivendicati da numerosi intellettuali antifascisti: già a partire dal [[1925]], quando "la piccola confraternita" dei salveminiani – [[Nello Traquandi]], [[Tommaso Ramorino]], [[Carlo Rosselli]], [[Ernesto Rossi]] e [[Nello Rosselli]] – danno vita all'esperienza fiorentina del "Circolo della cultura" e, in seguito, a quella ancor più rischiosa di "[[Italia Libera]]" (associazione di reduci antifascisti indirizzata a propagandare la disobbedienza civile e ad organizzare azioni dimostrative, nata nel [[1923]] nello studio dell'avvocato Enrico Bocci e diretta da [[Dino Vannucci]], [[Ernesto Rossi]], [[Carlo Rosselli]], [[Piero Calamandrei]] e [[Nello Rosselli]]).
 
Nei primi anni, il Partito ha il suo riferimento culturale nel settimanale [[Il Mondo (rivista)|''Il Mondo'']] diretto da [[Mario Pannunzio]] e negli "[[Amici del Mondo]]",<ref>{{cita testo|autore=Eugenio Scalfari|titolo=Breve storia degli "Amici del Mondo"|pubblicazione=Il radicale|data=2 marzo 1957|url=http://www.radioradicale.it/exagora/breve-storia-degli-amici-del-mondo|numero=1|accesso=25 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170414193246/http://www.radioradicale.it/exagora/breve-storia-degli-amici-del-mondo|urlmorto=sì}}</ref> un gruppo di intellettuali di tradizione [[Socialismo|socialista]], [[Liberalismo|liberale]] ed [[Partito d'Azione|azionista]], tra cui [[Ernesto Rossi]], promotori di una politica [[Anticlericalismo|anticlericale]] e anti-[[Partitocrazia|partitocratica]] in contrapposizione sia alla [[Democrazia Cristiana]] sia al [[Partito Comunista Italiano]]. Alle [[elezioni politiche in Italia del 1958]] si presenta insieme al [[Partito Repubblicano Italiano]], mentre alle [[elezioni amministrative in Italia del 1960|elezioni amministrative del 1960]] elegge alcuni consiglieri comunali nelle liste del [[Partito Socialista Italiano]], tra cui [[Arnoldo Foà]], [[Leopoldo Piccardi]] e [[Antonio Cederna]].
Nella ricostruzione genealogica del PR non bisogna tralasciare l'importanza dell'esperienza del "foglio clandestino di battaglia", il [[Non Mollare]], e del movimento, di orientamento liberal-socialista, [[Giustizia e Libertà]]; nato a [[Parigi]] nel [[1929]] per volontà dell'esule [[Carlo Rosselli]], si propone come un movimento rivoluzionario e insurrezionale, e non come partito, in grado di riunire tutte quelle formazioni non comuniste che intendano combattere e porre fine al regime fascista cavalcando la pregiudiziale repubblicana.
 
=== La prima rinascita del Partito ===
Nel dopoguerra, intorno al settimanale "[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]", diretto da [[Mario Pannunzio]], si crea un vero e proprio club politico-culturale d'ispirazione radicale; gli "[[Amici del Mondo]]" e il Partito Radicale condividono, ad un primo sguardo, un orizzonte comune di problematiche, percorsi e obiettivi politico-sociali. Le istanze di maggior vicinanza sono ravvisabili, in primo luogo, nella necessità di abrogare talune leggi fasciste ancora presenti nonostante la Costituzione, di approvare leggi antitrust, di difendere una cultura e un pensiero laico soprattutto all'interno della scuola statale, di "l'abolire la miseria" e, nell'urgenza di normare gli ambiti relativi al [[divorzio]] e al riconoscimento dei figli illegittimi. Nel ''Taccuino'' "Il resto è silenzio", apparso nel dicembre [[1955]] su "Il Mondo", circa la comunione d'intenti tra uomini di salda cultura liberale&nbsp;– come [[Ernesto Rossi]], [[Riccardo Bauer]], [[Aldo Garosci]] e i "nuovi radicali"- [[Bruno Villabruna]], [[Mario Pannunzio]], [[Nicolò Carandini]] e [[Francesco Libonati (politico)|Francesco Libonati]] – verrà scritto: «Accomunati dal vincolo fraterno delle amare esperienze, non rassegnati, non perplessi, si accingono a costituire una nuova larga formazione politica che s'ispiri ad una concezione moderna e civile del liberalismo, a quella concezione che Benedetto Croce ebbe a definire ad una parola: radicale […] In questo campo, i "padroni del vapore" non troveranno certo mercenari e staffieri pronti a vender le idee per un assegno mensile»<ref>[[Giuseppe Fiori]], ''Una Storia italiana.''</ref>.
 
Nel 1962, a seguito del [[Leopoldo Piccardi#Il "caso Piccardi"|caso Piccardi]], gran parte dei dirigenti e dei militanti radicali lasciano il Partito, confluendo nel Partito Socialista o nel Partito Repubblicano<ref>{{Cita web|url=http://old.radicali.it/search_view.php?id=44353&lang=&cms=|titolo=Il "caso Piccardi"|autore=[[Mario Pannunzio]]|sito=[[Radicali Italiani]]|data=23 marzo 1962|accesso=7 luglio 2023|dataarchivio=28 maggio 2023|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230528225641/http://old.radicali.it/search_view.php?id=44353&lang=&cms=}}</ref>; nel rimanente Partito Radicale diviene maggioritaria la componente, fino a quel momento in minoranza, chiamata Sinistra Radicale<ref>{{cita testo|autore=Rolando Parachini|titolo=Storia della Sinistra Radicale|url=http://www.radioradicale.it/exagora/4-storia-della-sinistra-radicale-dal-1952-al-1962-capitolo-iv-verso-la-scissione|accesso=25 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005933/http://www.radioradicale.it/exagora/4-storia-della-sinistra-radicale-dal-1952-al-1962-capitolo-iv-verso-la-scissione|urlmorto=sì}}</ref> guidata da [[Marco Pannella]].<ref>{{cita video|titolo=Marco Pannella si racconta|editore=Rai Storia|url=http://www.raistoria.rai.it/articoli/marco-pannella-si-racconta/33508/default.aspx|data=2003}}</ref> Il Partito si attiva per contestare la revisione dei [[Patti Lateranensi]], promuove la prima raccolta di firme per un [[referendum]] abrogativo del [[Concordato]]<ref>{{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/exagora/campagna-nazionale-per-un-referendum-popolare-sulla-proposta-di-abrogazione-del-concordato|titolo=Campagna nazionale per un referendum popolare sulla proposta di abrogazione del concordato|data=5 maggio 1969|accesso=25 febbraio 2017|pubblicazione=Notizie Radicali|numero=71|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206010043/http://www.radioradicale.it/exagora/campagna-nazionale-per-un-referendum-popolare-sulla-proposta-di-abrogazione-del-concordato|urlmorto=sì}}</ref> (dichiarato inammissibile dalla [[Corte costituzionale]]<ref>{{cita testo|pubblicazione=Notizie Radicali|titolo=L'abrogazione del concordato|data=27 marzo 1971|url=http://www.radioradicale.it/exagora/labrogazione-del-concordato|accesso=25 febbraio 2017|6=|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005839/http://www.radioradicale.it/exagora/labrogazione-del-concordato|urlmorto=sì}}</ref>), conduce campagne di denuncia sui finanziamenti occulti alla politica,<ref>{{Cita news|autore=Agenzia Radicale|url=http://old.radicali.it/search_view.php?id=44455&lang=&cms=|titolo=Il vero scandalo della assistenza pubblica|pubblicazione=AGENZIA RADICALE|data=12 giugno 1965|numero=113|urlmorto=sì|accesso=7 luglio 2023|dataarchivio=7 luglio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230707143923/http://old.radicali.it/search_view.php?id=44455&lang=&cms=}}</ref> per l'affermazione dell'[[antimilitarismo]] e la difesa dei diritti civili. Per evitare le spinte [[Partitocrazia|partitocratiche]] interne, viene abbandonata la precedente struttura organizzativa di stampo socialista-liberale in favore di un modello [[libertarismo|libertario]] e anti-gerarchico per cui nei congressi annuali sono rinnovati gli organi statutari e decise le mozioni di indirizzo politico, prevedendo libertà di iscrizione e divieto di espulsione per chiunque, anche se iscritti ad altri partiti.<ref>{{Cita conferenza|autore=Silvio Pergameno|autore2=Sergio Stanzani|titolo=Il modello del partito libertario e federativo nello statuto radicale|conferenza="L'ANTAGONISTA RADICALE" - La teoria e la prassi del partito nuovo, socialista e libertario; e lo statuto e l’esperienza del PR nella società e nelle istituzioni - Convegno del consiglio federativo del Partito Radicale|data=aprile 1978|editore=Partito Radicale|città=Roma|url=http://old.radicali.it/search_view.php?id=46312&lang=&cms=|urlmorto=sì|accesso=7 luglio 2023|dataarchivio=7 luglio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230707144603/http://old.radicali.it/search_view.php?id=46312&lang=&cms=}}</ref>
== Nascita ==
[[File:Ernesto Rossi.jpg|thumb|[[Ernesto Rossi]]]]
L'8 dicembre [[1955]] 32 consiglieri nazionali del [[Partito Liberale Italiano]] si dimisero per promuovere con altri autorevoli esponenti del liberalismo la costituzione del ''Partito Radicale dei Liberali e Democratici Italiani''<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0001/articleid,0057_01_1955_0292_0001_14241781/ I liberali dissidenti fondano il partito radicale]</ref>. La scissione delle correnti di sinistra e di parte del centro del PLI vede protagonisti, fra gli altri, [[Leopoldo Piccardi]], [[Mario Pannunzio]], [[Ernesto Rossi]], [[Nicolò Carandini]], [[Leo Valiani]], [[Guido Calogero]], [[Giovanni Ferrara (politico)|Giovanni Ferrara]], [[Paolo Ungari]], [[Eugenio Scalfari]], [[Marco Pannella]], [[Franco Roccella]]. La successiva domenica 11 dicembre [[1955]] i dissidenti tennero il primo comizio per illustrare il programma del nuovo partito.<ref name=nascitaPRLDI />
 
Sul finire degli [[anni 1970]] il Partito è impegnato nelle [[Referendum abrogativo in Italia del 1974|campagne referendarie per il divorzio]] e [[Referendum abrogativi in Italia del 1981|per l'aborto]] (insieme alla [[Lega Italiana per l'Istituzione del Divorzio]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=4 aprile 1966|titolo=IL DOCUMENTO ISTITUTIVO DELLA LID - LEGA ITALIANA PER L’ISTITUZIONE DEL DIVORZIO E GLI ORGANI|url=http://www.radioradicale.it/exagora/il-documento-istitutivo-della-lid-lega-italiana-per-listituzione-del-divorzio-e-gli-organi|accesso=15 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170211080716/http://www.radioradicale.it/exagora/il-documento-istitutivo-della-lid-lega-italiana-per-listituzione-del-divorzio-e-gli-organi|urlmorto=sì}}</ref> e il [[Centro d'informazione sulla sterilizzazione e sull'aborto]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Gianfranco Spadaccia|data=18 gennaio 1975|titolo=Ci assumiamo la responsabilità politica della clinica Cisa|rivista=Notizie Radicali|numero=625|accesso=20 marzo 2017|abstract=La dichiarazione di Gianfranco Spadaccia con la quale si assume la responsabilità, in quanto Segretario del Pr, di aver promosso la costituzione del CISA (Centro Italiano Sterilizzazione e Aborto) e le sue iniziative di disobbedienza fra cui la clinica di Firenze dove venivano praticati aborti con il metodo Karmann.|url=http://old.radicali.it/search_view.php?id=45399|urlmorto=sì|dataarchivio=7 luglio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230707151910/http://old.radicali.it/search_view.php?id=45399}}</ref>), così come sui fronti dell'[[anti-proibizionismo]], anti-[[militarismo]] e [[obiezione di coscienza]], sul [[femminismo]] e le [[Rivoluzione sessuale|libertà sessuali]] dando vita anche al primo movimento italiano per i diritti degli [[Omosessualità|omosessuali]] (realizzando un patto federativo con il [[Movimento di Liberazione della Donna]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=MLD|data=15 gennaio 1972|titolo=Come nasce il Movimento di Liberazione della Donna federato al P.R. - Temi e obiettivi di lotta (ottobre 1970)|rivista=SOCIALISMO '70|accesso=20 marzo 2017|abstract=Dà notizia delle tappe che hanno portato alla nascita del MLD, "movimento politico per la liberazione della donna, inteso non tanto a rivendicare diritti e parità giuridiche…quanto a porre le basi per una lotta di massa autogestita…". Si parte dal Congresso del partito radicale di Bologna (1967) dove venne approvata una mozione sui temi della libertà sessuale e psicologica per ricordare poi il “successo” del Convegno tenutosi a Roma nel febbraio 1968 (“Repressione sessuale e oppressione sociale”); quindi, ancora, la mozione approvata al Congresso milanese del partito (1969) e la nascita, nell’inverno 1969-70, del “collettivo radicale per la lotta contro la repressione sessuale e le istituzioni psichiatriche”: tutte tappe che porteranno alla nascita del MLD. Questo si propone due obiettivi: I) "liberazione della donna, e quindi affermazione pratica del suo diritto alla libera e autonoma disponibilità del proprio corpo"; 2) "liberalizzazione dell'aborto". La battaglia femminista non deve interessare solo le donne ma si pone come momento e struttura per la più generale "lotta per una nuova società".|url=http://www.radioradicale.it/exagora/come-nasce-il-movimento-di-liberazione-della-donna-federato-al-p-r-temi-e-obiettivi-di-lotta-ottobre-1970|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005828/http://www.radioradicale.it/exagora/come-nasce-il-movimento-di-liberazione-della-donna-federato-al-p-r-temi-e-obiettivi-di-lotta-ottobre-1970|urlmorto=sì}}</ref> e il [[FUORI|Fronte Unitario Omosessuali Rivoluzionari Italiani]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Marco Pannella|data=luglio 1972|titolo=Contro la (omo)sessualità di classe|rivista=Notizie Radicali|abstract=Nel 1971 nasceva - per iniziativa di un gruppo torinese - il FUORI, movimento per i diritti degli omosessuali. Il nome del movimento più che una sigla (Fronte unitario omosessuale rivoluzionario italiano) voleva essere un invito a non vivere la condizione omosessuale come una colpa, ma come una scelta pienamente legittima. L'anno successivo il movimento avrebbe chiesto e ottenuto ospitalità presso le sedi del partito radicale. In questo articolo Marco Pannella introduce il problema della sessualità , "etero" o "omo" che sia, nel dibattito politico della società civile.}}</ref>), la riforma del diritto di famiglia, l'estensione del voto ai diciottenni. Ad un panorama antagonista carico di odio e violenza che sfocia nel [[terrorismo rosso]] e [[Terrorismo nero|nero]], il Partito radicale contrappone la [[nonviolenza]] [[Gandhismo|gandhiana]], con i suoi mezzi atipici di azione politica, come le [[Disobbedienza civile|disobbedienze civili]], le autodenunce<ref>Ad esempio nel 1971 avvenne il caso dell'[[Autodenuncia di solidarietà a Lotta Continua]] in cui i radicali, tra cui [[Marco Pannella]] e [[Marcello Baraghini]] prestarono il loro nome firmando il giornale come direttore responsabile per consentirne la pubblicazione e finirono inquisiti per "reati a mezzo stampa" come vilipendio all'esercito, istigazione alla diserzione ed a delinquere ed altri reati d'opinione</ref>, i ''[[sit-in]]'', le [[Maratona oratorie|maratone oratorie]], le manifestazioni in [[fila indiana]]<ref>{{cita testo|titolo=I radicali e la non-violenza|autore=Angiolo Bandinelli, Olivier Dupuis, Luca Frassineti, Silvia Manzi|url=http://www.radioradicale.it/exagora/i-radicali-e-la-nonviolenza|data=23 aprile 1994|accesso=25 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160630122745/http://www.radioradicale.it/exagora/i-radicali-e-la-nonviolenza|urlmorto=sì}}</ref> e moderne forme di [[comunicazione politica]].<ref>{{cita testo|titolo=Condannati a comunicare|autore=Gianni Melega|pubblicazione=Il quotidiano radicale|data=11 novembre 1993|url=http://www.radioradicale.it/exagora/condannati-a-comunicare|accesso=25 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206010022/http://www.radioradicale.it/exagora/condannati-a-comunicare|urlmorto=sì}}</ref>
Il partito verrà costituito il 5 febbraio 1956 al termine di un convegno che elegge un esecutivo di cinque componenti (Carandini, Pannunzio, Piccardi, Valiani e Villabruna) e una direzione di quattordici<ref>[http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/action,viewer/Itemid,3/page,0001/articleid,0058_02_1956_0031_0001_13923062/ Il congresso radicale ha concluso i lavori]</ref>.
 
=== Una piccola pattuglia di Radicali in Parlamento ===
L'oggetto fondante, sviluppato da un comitato esecutivo provvisorio cui prendevano parte Valiani, Pannunzio ed altri, comprendeva l'attuazione della [[Costituzione]] e l'effettiva instaurazione dello [[Stato laico]] e liberale, quello stato di diritto che fa tutti i cittadini uguali innanzi alla legge, senza discriminazioni politiche e religiose, e che ne garantisce la libertà attiva dall'arbitrio governativo e poliziesco.
Le [[elezioni politiche in Italia del 1976|elezioni del 1976]] vedono l'ingresso nel [[Parlamento|Parlamento italiano]]<ref>{{cita testo|titolo=Natura e ruolo del partito radicale: alcune ipotesi interpretative|pubblicazione=ARGOMENTI RADICALI, BIMESTRALE POLITICO PER L’ALTERNATIVA|data=agosto-novembre 1977|url=http://www.radioradicale.it/exagora/natura-e-ruolo-del-partito-radicale-alcune-ipotesi-interpretative|numero=3-4|accesso=26 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005937/http://www.radioradicale.it/exagora/natura-e-ruolo-del-partito-radicale-alcune-ipotesi-interpretative|urlmorto=sì}}</ref> di una ristretto numero di radicali candidati in liste autonome con il simbolo della Rosa nel Pugno<ref>[[Marco Pannella]] acquisirà il simbolo dai [[Partito Socialista (Francia)|socialisti francesi]] di [[François Mitterrand]] cfr. {{cita testo|autore=Gabriele Maestri|titolo=La vera storia della Rosa nel Pugno|data=13 luglio 2015|url=http://www.isimbolidelladiscordia.it/2015/07/la-vera-storia-della-rosa-nel-pugno.html|accesso=26 febbraio 2017}}</ref>. Questa nuova fase vede i radicali portare nuovi metodi di lotta in Parlamento con l'uso massiccio dell'[[ostruzionismo]]<ref>{{cita testo|url=http://www.ilpost.it/2013/07/26/ostruzionismo-parlamentare/|data=26 luglio 2013|autore=Luca Misculin|titolo=Breve storia dell’ostruzionismo|pubblicazione=IlPost.it|accesso=26 febbraio 2017}}</ref> e la promozione di iniziative legislative trasversali<ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/exagora/limbevibile-cocktail-radicale|titolo=L'imbevibile cocktail radicale|autore=Aniello Coppola|data=4 maggio 1979|accesso=27 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206010032/http://www.radioradicale.it/exagora/limbevibile-cocktail-radicale|urlmorto=sì}}</ref> e la «doppia tessera»<ref>{{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/exagora/2-nuove-tessere-e-doppie-tessere-perche-aderiamo-al-pr|accesso=26 febbraio 2017|data=6 luglio 1972|autore=Massimo Teodori, Fenoaltea Giorgio, Bugno Federico, Calderisi Giuseppe, Canestrini Sandro, et al.|titolo=Nuove tessere e doppie tessere: perché aderiamo al PR|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005851/http://www.radioradicale.it/exagora/2-nuove-tessere-e-doppie-tessere-perche-aderiamo-al-pr|urlmorto=sì}}</ref> come attestazione di impegno comune su battaglie condivise in contrapposizione agli schieramenti prestabiliti su base ideologica. Sul fronte istituzionale i parlamentari radicali si battono per la riforma dell'ordinamento carcerario, la limitazione della carcerazione preventiva, la smilitarizzazione del Corpo degli agenti di custodia.<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=6 aprile 1977|titolo=CARCERI: 37 GIORNI DI DIGIUNO|rivista=Notizie Radicali|numero=86|accesso=20 marzo 2017|abstract=La cronologia dei 73 giorni di digiuno della segretaria del Pr Maria Adelaide Aglietta e di numerosi altri militanti per la riforma e la smilitarizzazione del Corpo degli agenti di custodia.|url=http://old.radicali.it/search_view.php?id=45916&lang=&cms=}}</ref> I radicali usano il seguito popolare riscosso nelle piazze per fare ampio ricorso allo strumento referendario, promuovendo i [[referendum abrogativi in Italia del 1978|referendum abrogativi del 1978]], [[referendum abrogativi in Italia del 1981|1981]] e del [[referendum abrogativi in Italia del 1987|1987]].<ref>{{cita testo|url=http://www.radicali.it/20100705/referendum-radicali/|data=5 luglio 2010|titolo=Referendum radicali — L’unico programma politico sottoposto al voto dei cittadini.|accesso=26 febbraio 2017|autore=Radicali Italiani}}</ref><ref>{{cita testo|titolo=I referendum sono espressione dello Stato di diritto|autore=Marco Pannella|data=19 marzo 1987|pubblicazione= AVANTI!}}</ref>
 
Negli anni più duri del [[terrorismo]], i radicali da soli denunciano il [[compromesso storico]]<ref name=":2">{{Cita pubblicazione|autore=Marco Pannella|data=27 marzo 1975|titolo=Compromesso storico e compromesso massonico|rivista=Abc|accesso=20 marzo 2017|url=http://www.radioradicale.it/exagora/compromesso-storico-e-compromesso-massonico|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206010109/http://www.radioradicale.it/exagora/compromesso-storico-e-compromesso-massonico|urlmorto=sì}}</ref> in cui al governo si ritrovano insieme [[democristiano|democristiani]] e [[Partito Comunista Italiano|comunisti]], [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] e laici praticamente senza contestazioni e alternative, e addirittura aprono un dialogo, nella più pura tradizione gandhiana, con i violenti e i terroristi.<ref>{{cita testo|titolo=Una inutile strage|url=http://www.radioradicale.it/exagora/una-inutile-strage-14-un-anno-dopo-riflessioni-spunti|data=15 giugno 1982|accesso=26 febbraio 2017|autore=[[Marco Pannella]] |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005901/http://www.radioradicale.it/exagora/una-inutile-strage-14-un-anno-dopo-riflessioni-spunti|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/exagora/paradosso-radicale|autore=[[Adriano Sofri]] |data=31 gennaio 1993|accesso=26 febbraio 2017|titolo=Paradosso radicale|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005926/http://www.radioradicale.it/exagora/paradosso-radicale|urlmorto=sì}}</ref> Viene poi alla luce, proprio grazie alle inchieste dei radicali, che ampie aree del [[terrorismo]] politico sono strettamente interrelate con la massoneria,<ref name=":2" /> i [[servizi segreti]] e altri apparati dello Stato.<ref>{{Cita web|titolo=Il coperchio della P2 sul regime dei partiti |url=http://www.radioradicale.it/exagora/il-coperchio-della-p2-sul-regime-dei-partiti|accesso=27 aprile 2018|autore=Massimo Teodori|autore2=Gianfranco Spadaccia |pubblicazione=Notizie Radicali |numero=66|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206010053/http://www.radioradicale.it/exagora/il-coperchio-della-p2-sul-regime-dei-partiti|urlmorto=sì|data=14 marzo 1984|}}</ref>
Come si vede, fra i primi iscritti figuravano personaggi di tutto rilievo dell'ambiente socio-culturale del tempo, confluenti alla nascente formazione anche da aree più direttamente di sinistra, come per [[Ernesto Rossi]], già messosi in luce nelle file del [[Partito d'Azione]], lo stesso movimento di cui era prestigioso leader [[Leo Valiani]]. Valiani non sarebbe restato a lungo nel Partito Radicale, rinserrandosi nuovamente nel "suo" più sobrio partito di provenienza quando fra i radicali cominciò a consolidarsi la leadership di [[Marco Pannella]]. Rossi era invece fra i fondatori, e forse il più fervido stimolatore degli "[[Amici del Mondo]]", un raggruppamento di intellettuali associatisi per approfondire ricerche politico-istituzionali (i cui dibattiti venivano seguiti dal settimanale diretto da [[Mario Pannunzio]] "[[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]]" da cui ne derivano il nome).
Gli "[[Amici del Mondo]]" seguirono le fasi iniziali della crescita del partito ed a margine della campagna elettorale in corso nel [[1956]] per elezioni amministrative, nella quale i radicali (col nome abbreviato in "Partito Radicale") si erano schierati contro la speculazione edilizia ed i cosiddetti "palazzinari", gli "Amici di Rossi" (come venivano denominati da destra, giocando sul nome dell'intellettuale e sulle sue presunte contiguità ideologiche) organizzarono un convegno sulle speculazioni immobiliari attribuite al [[Vaticano]].
 
=== La fondazione di Radio Radicale ===
Nel [[1957]], sempre affiancati dagli "[[Amici del Mondo]]", i radicali lanciarono nel dibattito politico, che presto ne divenne alquanto scomposto, la proposta dell'abolizione dei [[Patti Lateranensi]] integrati nella [[Costituzione]]. Nacque con questa fase, supportata da autorevoli interventi tecnici di personalità di varie discipline, una linea politica equanimemente anticlericale, non-comunista e anti-partitocratica. Ma certamente restò più vivido, e più a lungo, il segno dell'accento anticlericale.
Il Partito radicale rifiuta di usare il [[Finanziamento pubblico ai partiti|finanziamento pubblico]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Marco Pannella|data=8-9 maggio 1977|titolo=Le armi del Partito Radicale|rivista=Lotta Continua|url=http://www.radioradicale.it/exagora/le-armi-del-partito-radicale|accesso=15 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120207051837/http://www.radioradicale.it/exagora/le-armi-del-partito-radicale|urlmorto=sì}}</ref> per le proprie attività politiche, in quanto distorsivo del rapporto tra iscritti e dirigenti, ma non può rifiutarlo a favore dei cittadini, quindi decide di finanziare prima una serie di iniziative specifiche tra cui un'emittente radiofonica. Nasce da qui la scelta di riversare il finanziamento pubblico<ref>{{cita testo|titolo=Il finanziamento pubblico dei partiti nell'Italia repubblicana (TESI DI LAUREA IN STORIA DELLE ISTITUZIONI PARLAMENTARI)|autore=Rosanna Sabatino|url=http://www.radioradicale.it/exagora/1-il-finanziamento-pubblico-dei-partiti-nellitalia-repubblicana|data=3 marzo 1994|accesso=26 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005817/http://www.radioradicale.it/exagora/1-il-finanziamento-pubblico-dei-partiti-nellitalia-repubblicana|urlmorto=sì}}</ref> a [[Radio Radicale]]<ref>{{cita video|url=http://www.radioradicale.it/scheda/198090/trentanni-di-radio-radicale-massimo-bordin-intervista-paolo-vigevano-prima-puntata|autore=Massimo Bordin|titolo=Massimo Bordin intervista Paolo Vigevano sulla storia di Radio Radicale|data=16 maggio 2006|accesso=26 febbraio 2017}}</ref>, che aveva iniziato le trasmissioni pochi mesi prima e che aveva avuto un ruolo fondamentale nel successo elettorale del Partito radicale{{Senza fonte}}. La radio inizia quindi a trasmettere le dirette dal Parlamento e poi si apre alla registrazione non solo della vita politica del Partito radicale stesso ma anche di tutti gli altri partiti e organizzazioni, all'insegna del motto [[Luigi Einaudi|einaudiano]] del ''"conoscere per deliberare"''.<ref>{{cita testo|titolo=Conoscere per deliberare|url=http://www.luigieinaudi.it/percorsi-di-lettura/lib/percorso-6/conoscere-per-deliberare.html|pubblicazione=Prediche inutili|editore=Einaudi|città=Torino|data=1964|pp=3-14|accesso=15 dicembre 2017|dataarchivio=3 giugno 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160603011233/http://www.luigieinaudi.it/percorsi-di-lettura/lib/percorso-6/conoscere-per-deliberare.html|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{cita testo|titolo=La galleria dei ritratti di marco pannella|data=2 novembre 1985|pubblicazione=FINE SECOLO|autore=Adriano Softi|url=http://www.radioradicale.it/exagora/la-galleria-dei-ritratti-di-marco-pannella|accesso=26 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005948/http://www.radioradicale.it/exagora/la-galleria-dei-ritratti-di-marco-pannella|urlmorto=sì}}</ref>
Fu nel [[1959]] che questo accento prese la piega di una vera e propria campagna antidemocristiana, accusando il partito di maggioranza, la [[Democrazia Cristiana|DC]], di aver costruito un regime in seno ad un sistema di democrazia repubblicana. Vi fu un importante dissenso all'interno del partito, cominciando a manifestarsi la frattura che ne avrebbe di lì a poco allontanato [[Leo Valiani]] e [[Giovanni Ferrara (repubblicano)|Giovanni Ferrara]].
 
=== GliIl anniFronte sessantaTransnazionale ===
Fin dagli [[Anni 1960|anni ‘60]], e per tutti gli [[Anni 1970|anni settanta]] e [[Anni 1980|ottanta]] l'impegno dei militanti radicali sul fronte internazionale si rivolge al deficit democratico dei [[Europa orientale|paesi dell'Est]]. Si organizzano manifestazioni e azioni non-violente di disobbedienza civile che si concludono con arresti e detenzioni. Il Partito radicale, e Marco Pannella personalmente, si mobilitano sulla campagna per un intervento straordinario "contro lo sterminio per fame e sottosviluppo nel mondo",<ref>{{cita web|url=http://www.radioradicale.it/exagora/lo-sterminio-per-fame-e-sottosviluppo-nel-mondo|titolo=Lo sterminio per fame e sottosviluppo nel mondo - Tre anni di politica radicale (1979 - 1982)|autore=Gianfranco Dell'Alba|data=1º gennaio 1983|accesso=15 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005915/http://www.radioradicale.it/exagora/lo-sterminio-per-fame-e-sottosviluppo-nel-mondo|urlmorto=sì}}</ref> che darà luogo al settore della [[Cooperazione allo sviluppo|cooperazione internazionale]] e anticipando in modo quasi profetico le ondate migratorie degli anni recenti. Gli [[Anni 1980|anni ottanta]] sono per i radicali un periodo di transizione in cui alla lotta contro [[Stato autoritario|l'autoritarismo]] si associa un'analisi dello Stato Italiano che vede nelle difficoltà della [[Giustizia]] uno dei principali ostacoli alla completa attuazione della [[Costituzione]].<ref>{{cita testo|titolo=La certezza del diritto in Italia: Una straordinaria conferma|autore=Massimo Teodori|pubblicazione=Notizie Radicali|numero=156|data=5 giugno 1986|accesso=26 febbraio 2017|url=http://www.radioradicale.it/exagora/la-certezza-del-diritto-in-italia-una-straordinaria-conferma|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005955/http://www.radioradicale.it/exagora/la-certezza-del-diritto-in-italia-una-straordinaria-conferma|urlmorto=sì}}</ref> Il Partito segue il mondo della [[giustizia]], dando attenzione all'esecuzione penale nelle [[Carceri italiane|carceri]], allo svolgimento dei processi iniziando da quelli per [[terrorismo]] o [[mafia]], e alla formazione delle leggi considerate «[[Criminogenesi|criminogene]]». I radicali diventano così il bastione del [[garantismo]] italiano.<ref>{{cita testo|titolo=Il vero scandalo è l'ingiustizia|url=http://www.radioradicale.it/exagora/il-vero-scandalo-e-lingiustizia|pubblicazione=Notizie Radicali|numero=62|data=24 marzo 1984|accesso=26 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206010016/http://www.radioradicale.it/exagora/il-vero-scandalo-e-lingiustizia|urlmorto=sì}}</ref> Il vasto eco della battaglia politica e giudiziaria di [[Enzo Tortora]]<ref>{{cita libro|autore=[[Leonardo Sciascia]]|titolo=A futura Memoria|url=http://www.radioradicale.it/exagora/a-futura-memoria-introduzione|editore=Bompiani editore|data=dicembre 1989|accesso=26 febbraio 2017|isbn=978-88-459-3149-9|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206010037/http://www.radioradicale.it/exagora/a-futura-memoria-introduzione|urlmorto=sì}}</ref>, che si dimetterà da parlamentare eletto con il Partito radicale, per farsi arrestare e processare, porta ai radicali molti consensi e li candida come una forza politica di tutto rilievo all’interno del panorama dei partiti italiani.
Sul principio degli [[Anni 1960|anni sessanta]], si unirono al partito altri nomi illustri, fra i quali lo scrittore [[Elio Vittorini]], l'attore [[Arnoldo Foà]], [[Stefano Rodotà]], [[Lino Jannuzzi]], ed [[Antonio Cederna]]. Mentre l'arrivo di nomi noti anche ad un pubblico non solo elitario consentiva di migliorare le strategie di [[comunicazione]] del partito, al suo interno maturava però una contrapposizione che vide consolidarsi la "sinistra radicale", capeggiata da [[Bruno Villabruna]] ed [[Ernesto Rossi]].
 
=== I radicali e le elezioni ===
Nel [[1962]], a seguito della scissione interna al Partito fra gli alternativisti, coloro che intendevano costituire la "sinistra radicale” (Spadaccia, Pannella, Roccella, Mellini, Bandinelli, Teodori) e i filo-lamalfiani (Giovanni Ferrara, Stefano Rodotà, Piero Craveri) lo stesso gruppo degli "Amici del Mondo” si lacera e vede scindersi dal suo interno personalità quali Pannunzio, Carandini e Cattani. A provocare la rottura definiva tra Rossi e Pannunzio fu in modo peculiare il "[[caso Piccardi]]". Lo storico [[Renzo De Felice]] aveva scoperto nel corso delle sue ricerche sul razzismo in Italia, che Leopoldo Piccardi, in qualità di consigliere di Stato, aveva partecipato ad un convegno giuridico italo-tedesco destinato ad essere il luogo dell'elaborazione teorica delle leggi razziali. Mentre Pannunzio e altri "Amici del Mondo" condannarono irrevocabilmente Piccardi, Rossi che aveva sulle spalle anni di collaborazione con "l'amico del Mondo", fu solidale, insieme a [[Ferruccio Parri]], con Piccardi; Parri e Rossi avviano da quel momento un sodalizio intellettuale che li vede collaborare sulle colonne del settimanale ''[[L'Astrolabio]]''.
Il comportamento elettorale dei radicali è sempre stato tutt'altro che lineare, non si presentano volontariamente nei primi 20 anni di vita e successivamente, in molte occasioni, non presentano liste,<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|data=3 aprile 1968|titolo=Nè liste nè candidati radicali alle prossime elezioni|rivista=NOTIZIE RADICALI|numero=22|url=http://www.radioradicale.it/exagora/la-nota-ne-liste-ne-candidati-radicali-alle-prossime-elezioni-secondo-convegno-nazionale-dei-quadri-radicali|accesso=15 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206010059/http://www.radioradicale.it/exagora/la-nota-ne-liste-ne-candidati-radicali-alle-prossime-elezioni-secondo-convegno-nazionale-dei-quadri-radicali|urlmorto=sì}}</ref> oppure si limitano a sostenere specifici candidati di altri partiti, mentre talvolta si presentano con apparentamenti e in altre occasioni il partito si presenta con il proprio simbolo ma per fare campagna elettorale per l'astensione.
 
In questa fase in cui il Partito vede continuamente crescere il proprio consenso elettorale, ma lo disperderà per evitare spinte partitocratiche interne nel XXXV Congresso del [[1989]],<ref>{{cita testo|titolo= Budapest: il Congresso del Partito radicale|autore=[[Roberto Cicciomessere]]|pubblicazione=Notizie Radicali|numero=55|data=13 marzo 1989 }}</ref> tenuto per la prima volta fuori dai confini nazionali a Budapest.
Furono in molti ad uscire dal partito, compreso lo stesso Rossi che insieme a Piccardi ed a [[Ferruccio Parri]] si sarebbe dato ad altre esperienze nell'area della sinistra post-resistenziale.
 
=== La trasformazione in Partito Radicale Transnazionale ===
In realtà della rottura si poterono dare molte interpretazioni, essendovi in atto anche un contrasto (con costellazione di differenti posizioni) sulle visioni del ruolo della sinistra in quella fase politica: vi era, ad esempio, chi vedeva con favore un avvicinamento al [[Partito Socialista Italiano|PSI]], nel quale [[Pietro Nenni]] apriva ad una "non sfiducia" al [[Patto Atlantico]], così come vi era chi anticipava tematiche che sarebbero poi state riprese in termini di [[eurocomunismo]], e vi era anche chi, dalle colonne de Il Mondo, si volgeva apertamente al filo-[[Stati Uniti d'America|americanismo]]. E vi era bastante numero di altre posizioni per poter considerare certamente non unitaria la linea del partito in materia di rapporti con le altre forze politiche, oltre a far dubitare che ve ne fosse una di cui si disponesse. Il caso Piccardi, insomma, fu solo un elemento scatenante, capace di far affiorare dissidi interni espressivi di distanze non solo ascrivibili alla gioventù della formazione, ma gravi segnali di mancanza di un reale fattore comune. Emarginati o "autoepuratisi" gli anziani, il partito restò in mano ai giovani, ai "giovani guastatori", come furono definiti dai fuoriusciti.
{{vedi anche|Partito Radicale Transnazionale}}
La mozione politica dell'89 esplicita le caratteristiche che nei venti anni precedenti avevano connotato l’attività del Partito secondo una concezione propriamente "pannelliana": la non-violenza gandhiana come strumento di lotta politica, la transnazionalità della visione e la dimensione inclusiva del transpartitismo. Per rafforzare quest’ultima condizione, invece della «doppia tessera», il congresso a larga maggioranza decide che il Partito non si presenti più alle elezioni sottraendosi così alla competizione con gli altri partiti per stimolarne piuttosto la cooperazione.<ref>{{cita testo|titolo=Un programma politico|autore=Sergio Stanzani|url=http://www.radioradicale.it/exagora/un-programma-politico|pubblicazione=Notizie Radicali|numero=51|data=11 marzo 1988|accesso=26 febbraio 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171206005959/http://www.radioradicale.it/exagora/un-programma-politico|urlmorto=sì}}</ref> La realizzazione del nuovo simbolo in cui viene raffigurato il volto stilizzato di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] composto dalle scritta "Partito radicale" in differenti grafismi e lingue inscritta in un ottagono<ref>{{cita testo|url=https://gianfrancospadaccia.wordpress.com/2017/03/05/la-nonviolenza-radicale-il-simbolo-di-gandhi-fa-la-differenza/|titolo=Il simbolo di Gandhi fa la differenza|autore=Gianfranco Spadaccia|pubblicazione=Atti del convegno "I radicali e la nonviolenza: un metodo, una speranza"|città=Roma|data=29-30 aprile 1988|accesso=7 luglio 2023|dataarchivio=7 luglio 2023|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230707150127/https://gianfrancospadaccia.wordpress.com/2017/03/05/la-nonviolenza-radicale-il-simbolo-di-gandhi-fa-la-differenza/}}</ref> è il "punto di non ritorno" nella trasformazione del Partito da strumento elettorale, intriso da connotazioni [[Ideologia|ideologiche]] di stampo [[liberalismo|liberale]] e [[socialismo|socialista]], in uno strumento di lotta politica completamente al servizio delle campagne adottate. La decisione provoca grande polemica all'interno del Partito. Una parte dei radicali storici abbandoneranno il Partito per continuare la propria attività in altri partiti o ritirarsi a vita privata.<ref>{{cita testo|titolo=Lettera aperta di Mauro Mellini al Primo segretario del Partito Radicale Sergio Stanzani|pubblicazione=Notizie Radicali|data=30 novembre 1988|url=http://old.radicali.it/search_view.php?id=50165&lang=&cms=|numero=262|accesso=26 febbraio 2017|urlmorto=sì|dataarchivio=7 luglio 2023|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20230707142821/http://old.radicali.it/search_view.php?id=50165&lang=&cms=}}</ref><ref>{{cita testo|autore=Massimo Teodori|titolo=L'illusione transnazionale e transpartitica|pubblicazione=Marco Pannella — un eretico liberale nella crisi della repubblica|editore=Casa editrice Marsilio|città=Venezia|data=1996|url=http://www.eclettico.org/cr/libri/teodori/diaspora.htm#_Toc490915674|accesso=26 febbraio 2017}}</ref> Molti radicali però s'impegnano ancora attivamente in politica, talvolta supportati anche dal Partito, cercando ospitalità nei partiti tradizionali o creando nuove liste elettorali spesso tematiche ([[Federazione dei Verdi|ecologisti]], [[Antiproibizionismo|antiproibizionisti]]<ref>{{cita testo|url=http://www.radicalparty.org/it/content/lorganizzazione-politica-dellantiproibizionismo|titolo=L'organizzazione politica dell'antiproibizionismo|data=1º luglio 1991|accesso=26 febbraio 2016}}</ref>, ecc. ).<ref>{{cita testo|url=http://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/05/in-memoria-di-marco-pannella-una-storia.html|titolo=In memoria di Marco Pannella: una storia, tanti simboli|data=19 maggio 2016|accesso=26 febbraio 2017|autore=Gabriele Maestri}}</ref>
 
== Le denominazioni del Partito radicale ==
== Marco Pannella e i "nuovi radicali" ==
Nell'arco dei suoi oltre 60 anni di storia il Partito radicale, pur senza perdere la continuità della propria azione politica, ha assunto differenti denominazioni. Nasce nel 1955 come "Partito radicale dei Liberali e Democratici Italiani" (P.R.L.D.I.)<ref name=nascitaPRLDI/>. Il nome così lungo verrà, nell'uso, molto presto abbreviato in Partito radicale (P.R.)<ref>da {{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/exagora/fondazione-del-partito-radicale|titolo="Fondazione del Partito Radicale"|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170211155543/http://www.radioradicale.it/exagora/fondazione-del-partito-radicale }} in Aggiornamenti Sociali del 28/02/1956</ref> e come tale si presenta alle elezioni del 1958<ref>Il nome e il simbolo sono visibili per la prima volta nelle elezioni del [[1958]] su {{cita testo|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=C&dtel=25/05/1958&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S|titolo=questa pagina}} del Ministero degli Interni. Il partito è indicato con la sigla P.RAD. e si presenta insieme al [[Partito Repubblicano Italiano]] (P.R.I.)</ref>. Alla fine degli anni ottanta, a seguito di una lunga stagione di campagne politiche di respiro sovranazionale<ref>Si vedano ad esempio questi due riferimenti relativi agli {{cita testo|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/08/06/arrestato-ad-ankara-spadaccia-manifestava-contro-fame.html?ref=search|titolo=arresti dei radicali a Belgrado e ad Ankara}} nell'ambito di una manifestazione transnazionale in molte capitali dell'Est nel 1985 e questa interrogazione parlamentare presentata da [[Emma Bonino]] nel 1982 per altri arresti di radicali nelle capitali dell'Est europeo</ref> in cui il P.R. si pone come soggetto promotore coinvolgendo molte differenti forze politiche e sociali, si inizia ad usare la denominazione di Partito Radicale Transnazionale e Transpartito<ref>Si veda ad esempio la {{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/exagora/lettera-di-accompagnamento-della-tessera|titolo=lettera di accompagnamento|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170211155125/http://www.radioradicale.it/exagora/lettera-di-accompagnamento-della-tessera }} alla tessera datata 16 aprile 1996 disponibile nell'archivio radicale</ref> (in inglese Transnational Radical Party). Nel 1995, in sede di riconoscimento del partito come NGO presso l'ONU ECOSOC assumerà quindi la denominazione Transnational Radical Party — a Nonviolent, Transdivisional Cross-Party Organization (T.R.P.)<ref>si veda il {{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/exagora/onu-riconoscimento-ngo-del-partito-radicale-0|titolo=report per gli organi dirigenti|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170830010729/http://www.radioradicale.it/exagora/onu-riconoscimento-ngo-del-partito-radicale-0}} del partito compilato da Marino Busdachin, responsabile del Partito all'ONU il 21 giugno 1995]</ref> e successivamente per dar conto della scelta nonviolenta in Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito (P.R.N.T.T.), in inglese Nonviolent Radical Party, Transnational and Transparty (N.R.P.T.T.)<ref>Il motivo di questa inversione nella denominazione inglese è dovuto, probabilmente, alla volontà di rendere più accettabile il nome del partito in quanto nei paesi anglosassoni la dizione "Radical" ha un valore essenzialmente negativo e violento</ref>, nome con cui dal 2008 è registrato nella base dati delle NGO ONU.<ref>{{Cita news|autore=Senato del Partito Radicale|url=http://www.radicalparty.org/it/content/delibera-del-senato-del-partito-radicale-riunito-roma-il-9-agosto-2007|titolo=Delibera|pubblicazione=Senato del Partito Radicale|città=Roma|data=9 agosto 2007}}</ref><ref>È possibile prendere visione della scheda del Partito nel {{cita testo|url=http://esango.un.org/civilsociety/displayAdvancedSearch.do?method=search&sessionCheck=false|titolo=database NGO Branch dello United Nations Department of Economic and Social Affairs}} ricercando il nome "Radical Party"</ref>
=== La sinistra radicale ===
[[File:Marco Pannella divorce.jpg|thumb|upright=0.9|Marco Pannella al tempo della campagna divorzista]]
Il primo segno esterno della sinistra radicale fu l'apparizione nel "Paese" del marzo [[1959]] di un articolo di [[Marco Pannella]] su "Sinistra democratica e Pci"<ref>[[Marco Pannella]], ''La sinistra democratica e il Pci'' (http://www.radioradicale.it/exagora/la-logica-schiacciante-della-iii-internazionale), Il Paese, 22 marzo 1959</ref> in cui venivano posti i due temi centrali che avrebbero caratterizzato successivamente la strategia dei nuovi radicali: la necessità di un'alleanza di tutta la sinistra, compreso il [[Partito Comunista Italiano|PCI]], e la formulazione di una proposta di candidatura al governo della sinistra attraverso un'"alternativa democratica".
 
Tutte queste denominazioni, comunque, non sono mai state recepite nei documenti fondativi del Partito, e soprattutto non hanno trovato posto nello Statuto in vigore, presentato nel 1993, o nei suoi successivi emendamenti<ref>{{cita testo|url=http://www.senatoradicale.it/lo-statuto-del-partito-radicale.html|titolo=Lo statuto e gli emendamenti del 1993, 1995, 2001, 2002|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170211080536/http://www.senatoradicale.it/lo-statuto-del-partito-radicale.html}}</ref> fino al 2011, anno in cui l'organizzazione muta il nome ufficialmente in [[Partito Radicale Transnazionale|Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito]].
All'interno del [[partito]], la sinistra portò ufficialmente le sue tesi a un consiglio nazionale del novembre [[1960]]<ref>''Progetto di risoluzione sulla politica del Partito Radicale'', presentata dai consiglieri nazionali [[Marco Pannella]] e Giuliano Rendi, [[Roma]], 19-20 novembre 1960, ciclostilato (http://www.radioradicale.it/exagora/le-mozioni-del-novembre-1960-al-consiglio-nazionale)</ref> con un documento che si articolava in quattro sezioni, ognuna delle quali affrontava quelle che apparivano le questioni cruciali su cui qualificare una politica radicale. La prima, sui rapporti con il mondo cattolico e per l'abolizione dell'art. 7"; nella seconda, sul "significato dell'alleanza del Pr con il [[Partito Socialista Italiano|PSI]] e della volontà di perseguire una politica di "sinistra democratica", si respingevano le interpretazioni che volevano l'alleanza tra [[socialisti]] e radicali (ampiamente verificatasi nelle amministrative del 1960) come l'incontro dei ceti intellettuali e borghesi con le forze popolari; nella terza sezione, il documento ricordava l'insurrezione ungherese; infine, venivano indicati in positivo una serie di obiettivi: "la federazione europea da perseguirsi immediatamente attraverso elezioni dirette; il disarmo atomico e convenzionale dell'intera area continentale europea con la conseguente abolizione degli eserciti nei paesi di quest'area; la pace separata e congiunta con le due Germanie; la conseguente denuncia del patto militare [[Nato]] e dell'[[Unione europea]]; la proclamazione del diritto all'insubordinazione e alla disubbidienza civile; la federazione o comunque la comune organizzazione di tutti i movimenti socialisti, popolari e rivoluzionari nell'Europa occidentale".
 
== I simboli del Partito radicale ==
A ottobre [[1961]] uscì il primo numero di ''[[Sinistra Radicale (rivista)|Sinistra Radicale]]'', bollettino mensile di informazione politica che fu pubblicato per un intero anno.
[[File:Partito Radicale - Simbolo (Italia, 1968).png|alt=Simbolo anni '60 del Partito Radicale|miniatura|Il simbolo storico del Partito radicale negli anni '60 rappresentante la donna con il [[berretto frigio]]|sinistra]]
L'iniziativa verso l'esterno si accompagnava, per la sinistra radicale, all'azione all'interno del Partito Radicale il quale, dopo il congresso del maggio [[1961]], si andava progressivamente dividendo e disgregando. Nel novembre [[1961]] i due gruppi di maggioranza presenti nella direzione e nella segreteria entravano in conflitto, rivolgendo gli uni (facenti capo a Leone Cattani) l'accusa al maggior esponente degli altri (il segretario nazionale Leopoldo Piccardi) di eccessivo dinamismo a sinistra. "<ref>"Un dibattito non esplicito nella direzione del Pr", in "Sr", n. 2, novembre 1961</ref>.
Durante i suoi oltre 60 anni di storia il Partito radicale ha cambiato più volte il proprio emblema identificativo e la storia di ciascuno dei suoi simboli ha un valore prettamente politico legato al momento storico in cui viene adottato. Il primo simbolo è quello della donna con il [[berretto frigio]], talvolta identificata con la [[Minerva]], divinità romana della lealtà in lotta, delle virtù eroiche, della guerra giusta (guerra per giuste cause o per difesa), della saggezza. La donna con il berretto frigio viene comunemente chiamata la [[Marianne (allegoria)|Marianna]] in ricordo dell'allegoria simbolo della [[Rivoluzione francese]].
 
La scelta di questo simbolo, la cui rappresentazione grafica adottata dal Partito si dice essere uscita dalla matita dello stesso [[Mario Pannunzio]]<ref name=":3">{{Cita web|url=http://www.isimbolidelladiscordia.it/2016/09/la-marianna-laica-e-radicale-di-negri.html|titolo=La Marianna (laica e radicale) di Negri, un simbolo che parla|autore=Gabriele Maestri|citazione=Un simbolo "molto bello, che ricorda storia radicale e secolo dei lumi", come ha detto ancora Negri a Radio Radicale: non a caso, la "testa di donna con berretto frigio" nota anche come "dea della Libertà", disegnata forse da Mario Pannunzio (così scriveva Fabio Morabito nel 1977), fu emblema del primo partito radicale - già dal 1956 - e nel 1967, in occasione del 3º congresso straordinario che trasformò il Pd in un soggetto politico completamente diverso, fu addirittura inserita all'interno dello statuto.|accesso=1º luglio 2019}}</ref>, proviene dal legame ideale del partito appena fondato con il [[Partito Radicale Italiano|partito risorgimentale]] di [[Agostino Bertani]] e [[Felice Cavallotti]] e attraverso questo con la stessa Rivoluzione Francese, di cui la donna con il berretto frigio era la rappresentazione. Il simbolo della Marianna verrà successivamente riproposto dalla formazione politica, di ispirazione radicale, fondata da Giovanni Negri, ex-segretario de Partito radicale, denominata appunto {{cita testo|url=https://lamarianna.eu|titolo=La Marianna}}
=== Il cambio della classe dirigente e Agenzia Radicale ===
[[File:Partito Radicale.svg|alt=Simbolo elettorale del Partito Radicale|miniatura|Il simbolo elettorale del Partito radicale in uso dal 1972 al 1983]]
Nel corso di alcuni mesi (marzo-ottobre [[1962]]) si erano praticamente ritirati quasi tutti coloro che avevano costituito il Partito Radicale nel 1955: i piccardiani, i laici moderati che tentarono senza alcun seguito un'"Unione Radicale degli Amici del Mondo", il gruppo dei giovani non di sinistra (Rodotà, Ferrara, Jannuzzi, De Mauro, Mombelli, Craveri), [[Ernesto Rossi]] e [[Eugenio Scalfari]] e, insieme a loro, la maggior parte dei soci attivi nazionalmente e localmente. La sinistra radicale, da sola, si assunse il compito di ereditare la sigla radicale con il simbolo del berretto frigio.
Il secondo simbolo del partito è quello con cui il partito fu noto durante tutto il suo periodo elettorale, ovvero la "rosa nel pugno", o se si preferisce "il simbolo col pugno e la rosa" - così scriveva nel 1976 ''Notizie Radicali'' - per oltre vent'anni consecutivi è stato l'emblema grafico che più di tutti ha riassunto il credo e le battaglie del Partito radicale in Italia<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Gabriele Maestri|anno=2006|titolo=SENZA ROSA E SENZA PUGNO? CONSIDERAZIONI GIURIDICO- SIMBOLICHE SULLA PRESENZA ELETTORALE DEI RADICALI IN ITALIA|rivista=Nomos - Le attualità del diritto|volume=1|accesso=1º luglio 2019|url=http://www.nomos-leattualitaneldiritto.it/wp-content/uploads/2016/05/Maestri_Nomos1-2016.pdf}}</ref> e verrà utilizzato anche dopo il periodo elettorale dalle liste variamente riconducibili alla figura di Marco Pannella.
 
Abbastanza paradossalmente la Rosa nel Pugno non era un simbolo che si rifaceva alla tradizione storica radicale, ma era piuttosto un simbolo socialista.
Il gruppo romano, che nei tre anni precedenti aveva delineato le linee essenziali della nuova posizione, aveva pubblicato "Sinistra Radicale" e si era costituito in corrente, assunse la direzione di quel poco che rimaneva del partito, ereditandone in pieno la rappresentanza politica oltre che le esili strutture materiali.
"[[Agenzia radicale]]", una nutrita agenzia di stampa, fu lo strumento delle prime campagne politiche, come quella indirizzata all'[[Eni]], alla sua politica economica e al suo ruolo nella situazione italiana di quegli anni. Dal dicembre [[1963]] l'Agenzia fornì per alcuni anni, fino al [[1966]], una serie di informazioni e di dati ignoti all'opinione pubblica e a gran parte della stessa classe politica non di vertice, in base ai quali si andava delineando un'analisi del carattere negativo dell'attività dell'[[Eni]] sia in termini di scelte economiche che per l'intreccio con il potere politico di uno dei maggiori centri di potere del momento.
 
Il simbolo della Rosa nel Pugno in una forma molto simile a quello dell'emblema delle liste radicali fu per la prima volta utilizzato in Francia nel 1969 nella campagna di affissioni del "nuovo" [[Partito Socialista Francese]] (Psf) e conquistò nel giro di un paio di anni il ruolo di simbolo ufficiale del partito profondamente rinnovato dal [[Congresso di Épinay]] che vide l'elezione di [[François Mitterrand]] come segretario. L'autore del simbolo era il grafico e illustratore [[Marc Bonnet]].
=== La ripresa dell'anticlericalismo ===
[[File:Radicalparty.jpg|alt=Emblema attuale del Partito Radicale|miniatura|L'attuale emblema del Partito radicale rappresentante la faccia di Gandhi stilizzata realizzata dalla scritta Partito radicale in molteplici idiomi e lingue nazionali|sinistra]]
[[File:Adele Faccio.jpg|thumb|[[Adele Faccio]]]]
Una versione diversamente stilizzata della Rosa nel Pugno, ad opera dell'illustratore [[Piergiorgio Maoloni]] sarà effettivamente utilizzata in area radicale ancor prima di quella di Bonnet. A seguito di un accordo "politico" con Mitterrand, Marco Pannella ottenne la facoltà di utilizzare il simbolo (sebbene il legittimo autore contesterà quest'accordo ottenendone soddisfazione in una successiva causa del 1981). Dalle elezioni del 1976 in poi, il Partito radicale prima e le liste variamente riconducibili alla [[Lista Marco Pannella]] poi, utilizzarono sempre la grafica di Bonnet, anche se variamente ristilizzata.
Negli [[anni 1960|anni sessanta]] il Partito Radicale, attraverso un'impostazione nettamente anticlericale, cercava di creare in Italia un'alternativa laica.
Il nuovo partito era ora alle prese con un contesto sociale non più [[risorgimentale]], ma con il sistema di potere [[clericalismo|clericalista]].
 
Altri furono i simboli presentati del Partito radicale nelle competizioni elettorali, ma poi ricusati nel 1979, il simbolo della lotta femminista, la lambda, il [[simbolo della pace]], quello dello [[Yin e yang]], le semplici scritte di "nucleare? no grazie" o "referendum" con le date del 13 maggio 1974 e 11 giugno 1978 ed infine nel 1983 i simboli dell'Associazione radicale per la Costituzione contro la partitocrazia con le semplici scritte "Scheda di proposta" (ammesso) e "Scheda Bianca" e "Scheda Nulla" (non ammessi).
Il problema tra [[Stato]] e [[Chiesa (istituzione)|Chiesa]] doveva essere affrontato guardando alla società del XX secolo, che evolveva veicolando valori e bisogni nuovi, spesso relegati ai margini della società, spesso incompatibili con il modello proposto dalle gerarchie cattoliche.
Partendo da questi presupposti, il Partito Radicale cercava di impedire la riconferma o la revisione dei [[Patti Lateranensi]] e di abolire il [[Concordato]]. L'obiettivo era non solo quello di limitare la pretesa del [[Vaticano]] di esercitare la sua giurisdizione sulla società civile, ma anche quello di "conquistare, per i cittadini e per lo Stato, per i credenti e per la Chiesa, un nuovo rapporto, radicalmente diverso, fondate sulle garanzie di libertà e sulle regole dello stato di diritto"<ref>Marco Pannella, Congresso Straordinario del Partito Radicale [[1981]].</ref>.
Per questo, nel [[1973]] il Partito Radicale, all'interno dell'''Assemblea Nazionale Anticoncordataria'', che nel 1971 aveva fondato la LIAC (''[[Lega Italiana per l'Abrogazione del Concordato]]''), provava a indire un [[referendum]] anticoncordatario.
 
Di particolare importanza, per il suo fondamentale valore politico, fu quello presentato dal partito nell'anno 1983 che rappresentava il normale simbolo del partito, la Rosa nel Pugno, ma con una vistosa banda nera obliqua in basso. Era un simbolo "listato a lutto" che servì al partito per comunicare la propria intenzione da un lato di chiedere ai cittadini di non votare (campagna per lo sciopero dal voto), in parte per rivendicare il diritto politico al non voto dei cittadini, in parte per denunciare l'illegalità delle elezioni, causata dalle censure operate dall'informazione pubblica.
Intanto la dura opposizione dei radicali, nel [[1976]], faceva arenare un progetto di legge per la revisione dei [[Patti Lateranensi]] presentato dall'allora Presidente del Consiglio [[Giulio Andreotti]]. Solo l'anno dopo, nel [[1977]], raccolte le firme necessarie, l'iniziativa referendaria viene avviata.
 
Nel 1989 il Congresso del Partito sottolineò la svolta anti-elettoralistica riservando il simbolo della Rosa nel Pugno per le attività elettorali dell'area radicale (verrà ad esempio utilizzato di lì a poco per le liste antiprobizioniste e successivamente nel 2006 per una [[La Rosa nel Pugno|alleanza con i socialisti]]) e invece il Partito radicale adottò un nuovo simbolo, profondamente evocativo, in cui viene raffigurato il volto stilizzato di [[Mahatma Gandhi|Gandhi]] composto dalle scritte "Partito radicale" in differenti grafismi e lingue inscritta in un ottagono.<sup>[[#cite note-48|[48]]]</sup>
Nel [[1978]] però la [[Corte costituzionale della Repubblica italiana|Corte Costituzionale]], con la sentenza n.16, aveva dichiarato inammissibile il quesito referendario, considerando il [[Concordato]] come ''trattato'' con uno Stato estero, estendendo quanto previsto dall'articolo 75 della [[Costituzione]], che vieta di abrogare per via referendaria leggi di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali.
 
L'adozione di questo simbolo, così come la svolta anti-elettorale del Partito, non fu priva di polemiche. Il simbolo così realizzato fu opera dell'architetto urbinate Paolo Budassi, dopo che il presidente del partito, l'architetto e deputato, Bruno Zevi rifiutò decisamente tutti i precedenti bozzetti (realizzati dallo storico grafico del Partito radicale, Aurelio Candido) in cui la faccia di Gandhi era presente in forma troppo realistica.
Abolire il [[Concordato]] per i radicali significa garantire la libera espressione del [[Clero]] nello Stato come soggetto religioso operante all'interno delle sue istituzioni, "slegare" allo stesso tempo lo Stato italiano da questi rapporti di ingerenza reciproca, lasciandolo totalmente indipendente nel suo ordinamento, ma soprattutto restituire dignità e libertà a tutta la popolazione.
 
Molti altri sono i simboli che gli esponenti del Partito radicale hanno utilizzato in iniziative collaterali di natura movimentistica o anche elettorale successivi al ritiro del Partito radicale dalla scena elettorale, di solito coagulati attorno alla figura carismatica di [[Marco Pannella]]. Per un'analisi di questi simboli si vedano le pagine sulla [[Lista Marco Pannella]] e [[Radicali Italiani]].
Il Partito Radicale criticava in [[Parlamento]] proprio la legislazione e l'organizzazione economica dello [[Stato Pontificio]] ed i suoi rapporti politici ed economici con lo Stato italiano. Tra le altre questioni metteva in discussione il fatto che la [[Chiesa Cattolica Romana]] avesse riconosciuti privilegi negati ad altre confessioni religiose (per esempio: l'ora di religione nelle scuole pubbliche, l'otto per mille), che una confessione religiosa gestisse degli organismi bancari ([http://www.vatican.va/roman_curia/uffici/apsa/documents/rc_apsa_20060601_profile_it.html APSA], [[Istituto per le Opere di Religione|IOR]]) capaci di emettere moneta e non sottoposti a controlli internazionali antiriciclaggio<ref name=inchiesta_panorama>[http://www.radioradicale.it/vaticano-multinazionale Radioradicale] inchiesta Panorama Economy 2004</ref>, che possedesse una mole incalcolabile di beni immobili (chiamata la "roba clericale" da [[Ernesto Rossi]]) e che nonostante tutto questo si dichiari in deficit non facendo comparire nel bilancio i santuari, come [[Loreto]] o [[Pompei]], gli ospedali cattolici, o l'[[obolo]]<ref name=inchiesta_panorama/>.
 
== I principali strumenti della politica radicale ==
L'[[anticlericalismo]] ''radicale'' non si limitava ad essere una presa di posizione teorica, dispiegata unicamente nella storica lotta all'abolizione del [[Concordato]], piuttosto si canalizzava in iniziative ben incastrate nella piattaforma di valori politici dei ''radicali'', quelle iniziative che dimostravano sul piano pratico l'importanza di un adeguato "processo di [[secolarizzazione]]", mostrando quanto la mancanza di questo veicoli tutta una serie di violazioni delle [[libertà]] personali dell'[[individuo]].
=== La nonviolenza gandhiana e il valore del dialogo ===
 
La nonviolenza è una delle caratteristiche più distintive dell’attività del partito. Seguendo gli insegnamenti di Tolstoi, di Gandhi, Martin Luther King e in particolare grazie al dialogo, anche conflittuale<ref>{{Cita web|url=https://www.radioradicale.it/scheda/327149/marco-pannella-biografia-di-un-irregolare-presentazione-del-libro-di-valter-vecellio|titolo=Marco Pannella. Biografia di un irregolare - Presentazione del libro di Valter Vecellio|data=7 maggio 2011|accesso=15 luglio 2019}}</ref>, tra Marco Pannella e Aldo Capitini, fin dai primi tempi della sua rifondazione ad opera della Sinistra radicale il Partito radicale sceglie la nonviolenza in una forma estrema come quanto affermato dallo stesso Pannella:
In questo quadro si inserisce la battaglia per l'approvazione in [[Parlamento]] di una legge per il [[divorzio]] ([[1965]]-[[1974]]). In riferimento a questo diritto il Clero si richiamava all'articolo 34 del [[Concordato]] del [[1929]], ridefinito nell'articolo 7 della [[costituzione della Repubblica Italiana]], che oltre ad impegnare l'Italia a riconoscere effetti civili al matrimonio religioso, così come regolato dal [[diritto canonico]], affidava ai tribunali ecclesiastici anche la giurisdizione sulle vicende successive all'atto del matrimonio e quindi sul suo eventuale scioglimento.
 
{{Citazione|Se non vogliamo che la nonviolenza rappresenti una forma di violenza, occorre utilizzarne le forme estreme, come appunto lo sciopero della fame, con l’unico scopo di domandare al potere, in piena fiducia, di realizzare quel che ha promesso e quel che la legge stessa gli impone|"La nonviolenza è attiva" Intervista di Milovan Erkic a [[Marco Pannella]] pubblicata sui quotidiani serbi Politicki Svet e Osam, novembre 1988 (riportata in "Marco Pannella il Partito Radicale, la nonviolenza" a cura di Maurizio Turco e Laura Arconti, Reality Books 2016, p. 351)}}
Negli [[anni 1970|anni settanta]] l'introduzione del [[divorzio]] non era per i radicali una manifestazione dei principi anticlericali, piuttosto era una battaglia per l'approvazione di un diritto, quello di disporre liberamente della propria vita e della propria intimità familiare.
 
Da Gandhi i radicali riprendono il termine ''[[Satyagraha]]''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Francesco Rutelli|titolo=Il Partito Radicale Nonviolento: in Italia per la Vita del Diritto, ovunque per il Diritto alla Vita}}</ref>, che significa letteralmente "amore della verità". Nella sua applicazione politica si adottano differenti strumenti dell’azione nonviolenta come le [[Disobbedienza civile|disobbedienze civili]], le autodenunce, gli scioperi della fame e l’auto-riduzione dei medicinali in caso di malati ma sempre come forma di dialogo con le autorità e per giungere alla affermazione e conoscenza della "verità". Il digiuno radicale permette l’assunzione di 300-400 calorie al giorno (i famosi "due cappuccini" quotidiani per cui Pannella è stato spesso criticato).<ref>{{Cita news|autore=Roberto Gervaso|titolo=Il signor Digiuno - Intervista di Roberto Gervaso a Marco Pannella|pubblicazione=Il dito nell'occhio|data=22 ottobre 1977}}</ref> Il digiuno radicale è però profondamente differente da quello di Gandhi, che poteva restare sdraiato a letto inerte in attesa degli eventi che avvenivano a seguito della lenta propagazione della notizia della sua azione. Gandhi viveva in una società dove i media non avevano l'importanza di oggi. Gli attivisti del Partito Radicale durante il digiuno moltiplicano l'attività e, proprio attraverso la notizia, cercano di "bucare" il muro di gomma dell'informazione, spesso interessata solo agli aspetti folcloristici del digiuno che alle sue vere ragioni politiche.
Non solo, l'iniziativa referendaria si legava anche a tutte le condizioni di disagio sia sociale, sia pratico ed economico, che accomunava ormai un gran numero di famiglie separate non tutelate della legge.
 
=== La fantasia come necessità ===
Molto importante è stato l'impegno della ''"Lega 13 maggio"'' guidata da [[Marco Pannella]] per la promozione di un referendum abrogativo della legge sull'[[aborto]], per la violazione della quale [[Adele Faccio]], [[Emma Bonino]] e [[Gianfranco Spadaccia]] erano stati arrestati. In quell'occasione anche ''[[L'espresso]]'' di [[Livio Zanetti]] aveva appoggiato l'iniziativa, con una copertina che sarebbe rimasta famosa nella storia del giornalismo italiano{{citazione necessaria}}. La copertina riproduceva una donna incinta, nuda e crocefissa con su scritto: "aborto, una tragedia italiana". Anche in quel caso il legame tra politica e problemi sociali, la convergenza tra la battaglia di laicità e disagio concreto del vissuto degli individui, il sodalizio, si può dire, tra diritti civili ed esigenze di libertà e responsabilità individuale, sono stati i fattori alla base dell'azione politica dei ''radicali''.
 
Il Partito radicale non ha un manifesto politico. C'è solo un testo che tra i tanti otterrebbe un consenso diffuso tra i radicali (di tutti i tempi) ed è la prefazione che nel 1973 Andrea Valcarenghi, direttore della rivista ''Re Nudo'' e animatore del Movimento Situazionista italiano, chiese a Pannella sul libro ''Underground a pugno chiuso''.
L'anticlericalismo dei radicali nasce a partire dalle esigenze di libertà sociali, di tipo religioso, politico, economico, sessuale; e fin dall'inizio pone come obiettivo fondamentale la realizzazione di uno Stato laico e liberale che abbia conquistato i principali diritti civili e umani.
L'anticlericalismo radicale non è la bandiera "del laicista, della gente di mondo che non va in chiesa, che professa un disinvolto e fatuo scetticismo, se non addirittura tende a professarsi atea"<ref name="bandinelli"/>.
 
{{Citazione|La fantasia è stata una necessità, quasi una condanna piuttosto che una scelta; sembrava condannarci ad esser soli [...] Così abbiamo parlato come abbiamo potuto e dovuto, con i piedi, nelle marce, con i sederi, nei sit-in, con gli "happening" continui, con erba o con digiuni, obiezioni che sembravano "individuali" e "azioni dirette" di pochi, in carcere o in tribunale, con musica o con comizi, ogni volta rischiando tutto, controcorrente sapendo che un solo momento di sosta ci avrebbe portato indietro di ore di nuoto difficile|[[Marco Pannella]] prefazione in Andrea Valcarenghi "Underground a pugno chiuso" }}
Il nuovo anticlericalismo si dirige in una direzione diversa, esso "esercita la laicità, [...] parlando e dibattendo nelle piazze"<ref name=bandinelli>Angiolo Bandinelli, editoriale "L'anticlericalismo religioso dei radicali"</ref>, contrapponendo alla cultura politica della propaganda e della "scrittura per pochi" una cultura dell'oralità, una tecnica del narrare e del discutere per confrontarsi e battersi insieme.
L'anticlericalismo radicale pone la religiosità non come fenomeno residuale, prodotto dell'incultura delle masse popolari, piuttosto si rivolge alla "laicità del credente, non al miscredente o all'ateo, facendo appello alla fede di tutti, perché mettano in discussione se stessi e la chiesa dunque, perché portino la contraddizione di essere insieme cittadino e credente"<ref name=bandinelli/>.
 
Il Partito radicale ha quindi spesso innovato il linguaggio della politica italiana, inventando simboli, azioni dimostrative e slogan, anche grazie alla personalità istrionica dello stesso [[Marco Pannella]] che sono entrati nella storia della comunicazione italiana.
== Gli anni settanta ==
[[File:1976 Oriana Fallaci e i radicali.ogv|thumb|Dichiarazione di voto di [[Oriana Fallaci]] (1976) per il Partito Radicale.]]
Fu negli anni settanta che la vocazione per le campagne moralizzatrici riprese vigore, imperniandosi, come da originaria missione, sulla difesa dei [[diritti umani]], dei diritti civili, per il [[pacifismo]] e la non violenza, contro la corruzione e contro l'infiltrazione legislativa di ispirazione cattolica (o più propriamente il suo retaggio) nelle regolamentazioni del diritto di famiglia. Sono note le vittoriose campagne [[referendum|referendarie]] in tema di [[divorzio]], condotta attraverso la "Lega per l'istituzione del divorzio" (LID), ed [[aborto]], con il "Centro di informazione sterilizzazione e aborto" (CISA), cui seguirono un nutrita schiera di quesiti referendari, di cui molti poi proposti all'elettorato.
[[File:Roberto Cicciomessere nel 1969, medicato dopo un aggressione fascista.jpg|thumb|left|Roberto Cicciomessere nel 1969, medicato dopo un'aggressione fascista]]
Della stessa decade sono le forme inconsuete di pubblicizzazione delle campagne radicali, la più nota delle quali consiste dello [[sciopero della fame]], principalmente messo in atto da Pannella per richiamare attenzione ora sull'[[antiproibizionismo]] in materia di [[droga]] (attraverso la fondazione del CORA, "Coordinamento Radicale Antiproibizionista"), ora sull'[[antimilitarismo]] e l'[[obiezione di coscienza]] (LOC, "Lega degli Obiettori di Coscienza" di [[Roberto Cicciomessere]]), ora sul [[femminismo]] e le libertà sessuali, con una spigolosa apertura al mondo omosessuale attraverso la federazione con il "[[FUORI|Fuori!]]" (Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano), primo movimento italiano per i diritti degli omosessuali precedentemente fondato da [[Angelo Pezzana]] e [[Mario Mieli]], che ruppe in totale dissenso da questa scelta.
 
=== Un partito non esclusivo e federativo ===
Sul fronte dell'accettazione sociale di un raggruppamento condotto da Pannella verso un'ormai caratteristica tradizione scandalistica, nacque il fenomeno dei cosiddetti "''[[radical-chic|Radical Chic]]''". La definizione, coniata negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] da [[Tom Wolfe]], fu giornalisticamente ripresa in Italia ad indicare esponenti dell'alta borghesia e comunque dei ceti monetariamente o culturalmente più rilevanti, che abbracciavano (ma mai senza qualche distinguo) la causa radicale per effetto di una fenomenologia forse più modaiola che ideologica. In compenso, la popolarità crebbe anche presso i ceti meno fortunati, grazie all'impiego di tecniche di sicuro effetto per "restituire", almeno in via di tentativo, forme di partecipazione popolare alla vita democratica. Il referendum era certo una di queste, e le raccolte di firme ne erano il segnale "stradale" più noto, ma anche l'affermazione di [[Radio Radicale]], emittente privata coordinata da [[Marco Taradash]], consentì di diffondere le dirette delle sedute parlamentari.
 
Già a partire dalla prima svolta della Sinistra radicale, il Partito si caratterizza per il deciso rifiuto dell'intermediazione tra elettori ed eletti. L'organizzazione viene intesa come strumento federativo<ref>{{Cita web|url=https://www.eclettico.org/cr/libri/busato/capitolo4.htm|titolo=Il Partito Radicale in Italia
== Iniziative e campagne del movimento radicale (anni sessanta - 2005) ==
Da Mario Pannunzio a Marco Pannella
=== L'antimilitarismo nonviolento e la lotta per i diritti umani nell'Europa dell'est ===
1954 - 1974|autore=Busato David|accesso=15 luglio 2019}}</ref> delle istanze provenienti direttamente dalla società civile attraverso associazioni monotematiche che gli iscritti dal Partito creano con l'intento di coinvolgere persone che non necessariamente sarebbero interessate all'iscrizione diretta al partito. D'altro canto la stessa iscrizione al partito diventa non-esclusiva e si incentiva esplicitamente l'iscrizione di personalità provenienti da partiti diversi con la prassi della doppia-tessera. Il Pr si connota sempre più, a partire dagli anni '70 in poi, come movimento monotematico centrato attorno alle decisioni assunte democraticamente all’interno dei congressi annuali e fissate nelle mozioni, che la dirigenza del partito è poi tenuta a mettere in atto. Il congresso annuale diviene quindi il luogo centrale per l'elaborazione non solo politica ma anche pratica dell'orientamento del partito che rifugge progressivamente ad una precisa determinazione ideologiche connotandosi piuttosto per una spiccata attitudine pragmatica e realizzatrice, in grado di coinvolgere indipendentemente persone provenienti dalle più differenti storie politiche o anche non particolarmente interessati alla politica in quanto tale.
==== Il disarmo unilaterale dell'area europea ====
La prima campagna antimilitarista radicale si reggeva sulla richiesta di disarmo atomico e convenzionale dell'intera area continentale europea. I radicali sostenevano che la grande forza, morale e pratica, che l'Europa, ma anche un solo Stato, avrebbe potuto ottenere svuotando gli eserciti e gli arsenali nazionali, sarebbe stata più efficace in confronto alle esigue capacità di adeguamento al [[riarmo]], in corso in quegli anni. È a questo punto che i radicali incontrarono la proposta del senatore socialdemocratico austriaco [[Hans Thirring]]. Il disarmo unilaterale dell'[[Austria]] avrebbe dovuto essere un fondamentale presupposto del disarmo generale. Altri paesi avrebbero potuto seguire l'esempio austriaco, creando precedenti che avrebbero potuto coinvolgere anche Stati legati da patti militari. L'Austria - paese neutrale - avrebbe avuto però il diritto di esigere una tutela ai confini, con il ritiro, per alcuni chilometri, delle truppe dei paesi confinanti. Il Partito radicale fece suo immediatamente il progetto Thirring, lanciando un appello perché si creassero in Italia non solo le condizioni per l'attuazione del disarmo austriaco, ma anche per la sua attuazione in Italia.
I radicali sostenevano che i paesi comunisti, i quali facevano affidamento molto più sugli armamenti convenzionali schierati ai confini tedeschi che non sugli armamenti atomici, mai avrebbero accettato di adeguarsi all'ipotesi Thirring. Ciò avrebbe messo in difficoltà i comunisti italiani, i quali rifiutarono di aderire alla proposta radicale. Le divergenze erano tali che portarono il partito radicale ad uscire dalla [[Consulta della pace]], di cui erano stati tra i primi aderenti.
 
=== L’ostruzionismo parlamentare ===
==== Contro i pacifismi unidirezionali ====
{{vedi anche|Ostruzionismo}}
Nella mozione del [[IV congresso]] del Partito radicale svoltosi a [[Firenze]] nel novembre [[1967]] per la prima volta veniva indicato come obiettivo la "conversione delle strutture militari in strutture civili". I radicali individuavano nel [[militarismo]] e nel [[clericalismo]] le due forze che impedivano il rinnovamento democratico e liberale del paese.
 
L'ostruzionismo fu molto praticato dai parlamentari del Partito radicale, che hanno sempre studiato con molto rigore le regole istituzionali talvolta anche per piegarle a un utilizzo strumentale. Una delle più eclatanti prove ostruzionistiche avvenne nel 1980 quando il governo Cossiga propose una legge che permetteva fermi di polizia prolungati per i sospetti anche nei casi in cui non fosse provato il reato di "tentativo di delitto". I sedici deputati radicali allora in parlamento presentarono 7500 emendamenti e parlarono per oltre 94 ore in interventi ciascuno anche più lungo di otto ore. Il singolo discorso più lungo di sempre fu tenuto alla Camera dall'onorevole radicale [[Marco Boato]], che nel 1981 opponendosi a una successiva legge sul fermo prolungato di polizia parlò ininterrottamente per 18 ore e 5 minuti. Boato e l'altro parlamentare radicale [[Massimo Teodori]], che fece un discorso poco più breve «per prepararsi avevano trascorso settimane alla biblioteca della Camera. Stesero tracce di pagine e pagine» in quanto il regolamento impediva ai parlamentari la lettura di un discorso scritto e che oltre a rimanere in tema non potessero mai appoggiarsi al banco. Fu loro anche impedito di bere un cappuccino in quanto il regolamento prevedeva esclusivamente l'uso di acqua zuccherata.<ref>{{Cita web|url=https://www.panorama.it/news/politica/quando-eravamo-noi-radicali-a-fare-ostruzionismo/|titolo="Quando eravamo noi radicali a fare ostruzionismo"|autore=Sabino Labia|data=25 luglio 2013|accesso=18 luglio 2019}}</ref>
Alla fine degli [[anni 1960|anni sessanta]] il movimento per la pace, nelle diverse componenti, aveva acquisito una certa forza e capacità di mobilitazione, a livello anche internazionale. L'inizio della "escalation" statunitense in Indocina offrì alle sinistre la possibilità di dirottare la lotta pacifista delle sinistre in funzione di mero segno di solidarietà alla guerra "antimperialista" del Nord-Vietnam. Non si parlò più di lotta agli armamenti, non solo convenzionali, ma atomici, l'impegno anti-Nato scomparve dagli slogan come dal dibattito politico. I radicali condannarono l'invasione del [[Vietnam]] - anche in sintonia con le "nuove sinistre" statunitensi, allora in forte espansione - ma non abbandonarono l'iniziativa antimilitarista. I loro obiettivi restavano innanzitutto l'ideologia militare, gli eserciti e il loro potere inquinante della democrazia.
 
=== L'arma referendaria ===
Per quanto riguardava lo specifico del [[Vietnam]], i radicali posero al centro della loro attenzione, e individuarono come interlocutori, i [[Monaco buddhista|monaci buddisti]] vietnamiti che avviavano una forma di iniziativa nonviolenta dai risvolti drammatici: il sacrificio della vita, nella forma spettacolare del darsi fuoco in pubblico. Il sacrificio personale aveva però un senso politico: i buddisti vietnamiti sollecitavano, appunto, una soluzione del conflitto non attraverso il conflitto militare, ma nella logica e sulle indicazioni del metodo nonviolento. Era una conferma della scelta gandhiana dei nuovi radicali.
{{vedi anche|Referendum radicali}}
 
[[File:Referendum in Italia (1946-2022) - Referendums in Italy (1946-2022).svg|miniatura|Referendum svoltisi in Italia dal 1946 ad oggi, molti dei quali grazie ad iniziative dei Radicali.]]
La marcia antimilitarista Milano-Vicenza dell'agosto [[1967]], con le sue iniziative città per città ebbe notevole successo. Per la prima volta, al nucleo iniziale dei radicali di origine "liberale" si univano altre energie, nuclei significativi di giovani in varia forma "libertari" e "diversi" che rivendicavano nuovi diritti civili.
Nella decisione di adottare l'arma referendaria come una delle principali forme di lotta politica paradossalmente i radicali sono debitori al mondo cattolico (il «[[Comitato nazionale per il referendum sul divorzio]]», presieduto da [[Gabrio Lombardi]], con il sostegno dell'[[Azione cattolica]], della [[Conferenza Episcopale Italiana|CEI]] e di gran parte della [[Democrazia Cristiana|DC]]) che presentano nel 1971 la richiesta di referendum per l'abolizione della [[legge Fortuna-Baslini]] sul divorzio.
La marcia venne pubblicizzata da [[Lotta Continua]], il quotidiano diretto da [[Adriano Sofri]]: sul terreno dell'antimilitarismo avvenne, tra le due esperienze di "nuova sinistra", un incontro che gli anni successivi, con il rapporto stabilitosi tra Pannella e Sofri, dimostrarono duraturo, produttivo sul piano ideale e politico.
 
Nello stesso anno si verificò l'invasione della [[Cecoslovacchia]] da parte dell'esercito sovietico. I radicali denunciarono quei drammatici avvenimenti. Una costante dell'iniziativa antimilitarista dei radicali restava infatti l'analisi delle società sovietiche dell'Est europeo, con il fortissimo condizionamento costituito dalle strutture militari, caratteristico di un potere che "impedisce la conquista degli stessi obiettivi autenticamente democratici e socialisti" proclamati<ref>Gianfranco Spadaccia,[http://www.radicali.it/search_view.php?id=44670&lang=IT&cms ''Comunicazione del segretario del partito''], Notizie Radicali, 2/9/1968</ref>.
Vennero organizzate iniziative nonviolente in contemporanea, a [[Sofia]], [[Mosca (Russia)|Mosca]], [[Budapest]] e [[Varsavia]], nelle quali vennero arrestati militanti radicali e della [[War Resisters International]] che avevano distribuito volantini in quelle città: "Basta con la [[guerra del Vietnam]], basta con la [[Nato]], basta con l'occupazione della [[Cecoslovacchia]]".
 
A [[Roma]], [[Milano]], [[Pescara]] e [[Sulmona]], gruppi radicali organizzavano uno sciopero della fame di 11 giorni, per sollecitare all'intervento quelle forze della sinistra che, al di là della deplorazione, non ritenevano opportuna un'attiva solidarietà con i cecoslovacchi. "[[Notizie Radicali]]" scrisse: "La grandiosa prova di resistenza civile offerta dalla popolazione cecoslovacca dovrebbe insegnare qualcosa ai sostenitori della violenza e della rivoluzione armata in ogni circostanza ed in ogni condizione".
 
Nella relazione al [[I Congresso Nazionale Antimilitarista]] promosso dal Partito radicale il 4 novembre [[1969]], Marco Pannella denunciava come il militarismo fosse una candidatura seria alla gestione della società contemporanea. Il nuovo pensiero militare, secondo i radicali, era quello che teorizza la dissoluzione dell'esercito e la militarizzazione della società civile.<ref>Angiolo Bandinelli,[http://www.radioradicale.it/exagora/antimilitaristi-2-cronache-di-25-anni ''Antimilitaristi: cronache di 25 anni''] La Prova Radicale,20/09/1971</ref>.
 
=== Il diritto alla libera sessualità ===
[[File:Angelo pezzana.jpg|thumb|upright=0.8|[[Angelo Pezzana]]]]
A metà degli anni sessanta anche le questioni della vita personale e della sessualità erano oggetto di discussione e di iniziativa radicale. "In Italia - affermava una relazione del congresso PR del [[1967]] - la tradizionale legislazione basata sui concetti di onore e di famiglia indissolubile, l'assenza di una politica demografica, la mancanza di un'informazione sessuale, l'attivo e quotidiano avvelenamento dello sviluppo naturale dei bambini, la persecuzione dei rapporti amorosi che non abbiano ricevuto la sanzione di un'autorità, sono tutti fenomeni che rivelano il carattere non solo individuale, ma sociale del problema sessuale".
 
Nel [[1967]] insieme con l'AIED ([[Associazione italiana per l'educazione demografica]]) si tiene un dibattito su "[[Sessuofobia]] e [[clericalismo]]" e, l'anno successivo, viene organizzato il convegno "Repressione sessuale e oppressione sociale".
La tematica della liberazione sessuale trova un momento di approfondimento e di applicazione nell'azione in difesa dei diritti degli omosessuali.
Nella primavera del [[1971]] comincia ad aggregarsi, per iniziativa di [[Angelo Pezzana]], il [[Fuori!|Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano]] (Fuori!).
 
Dopo svariate attività quali la contestazione di convegni clericali, manifestazioni in comune con [[femminismo|femministe]], la partecipazione alla campagna radicale anticoncordataria, ed un convegno internazionale di controinformazione sulla sessualità in collaborazione con l'MLD, il Fuori! suggella al congresso del novembre [[1974]] il rapporto con il PR con un patto federativo. "L'[[omosessualità]] - afferma Pezzana - può rappresentare, se assunto appieno in un progetto politico, una vera liberazione per tutti".
Dopo un periodo di intensa campagna condotta dal Fuori! insieme con i radicali tesa a contrastare pregiudizi morali ed a vincere ostacoli materiali nei confronti degli [[omosessualità|omosessuali]], nell'aprile [[1975]] si tiene il congresso nazionale con 800 partecipanti, uomini e donne. Un anno dopo, nel [[1976]], nelle liste elettorali radicali, per la prima volta nella storia italiana, gli omosessuali sono presenti come tali a testimoniare l'assunzione della difesa dei loro diritti da parte radicale<ref>[http://www.radioradicale.it/sessualita-conclusi-i-lavori-del-v-congresso-del-fuori-nel-documento-conclusivo-approvato-linvito-a-portare-la-battaglia-per-la- ''Documento conclusivo del V Congresso FUORI'']</ref>.
 
=== La legalizzazione dell'aborto ===
All'inizio del [[1970]] si costituisce il Movimento di Liberazione della Donna (MLD)<ref>[http://www.radioradicale.it/exagora/mld-movimento-liberazione-donna ''il Movimento di liberazione della donna: le ragioni''] - Notizie Radicali, 26 ottobre 1970</ref>.
Tra i diversi obiettivi, il movimento si batte innanzitutto per la liberalizzazione dell'[[aborto]]. Sono organizzate le autodenunce di massa mentre si intensifica la pressione sul [[Parlamento]] che trova un primo sbocco nel progetto di legge sull'[[aborto]] presentato da [[Loris Fortuna]] (doppia tessera radicale e socialista) l'11 febbraio [[1973]].
 
Alle manifestazioni ed iniziative di disobbedienza civile si accompagna l'azione di sostegno all'autorganizzazione delle donne nell'attività clandestina per l'aborto. Il 20 settembre [[1973]] si costituisce, per iniziativa di [[Adele Faccio]], il [[Centro d'informazione sulla sterilizzazione e sull'aborto]] (CISA) che, nel novembre [[1974]], diviene movimento federato al Partito Radicale.
Nel gennaio [[1975]] il CISA viene alla ribalta con la scoperta dopo un anno della attività sotterranea di una clinica di [[Firenze]] dove venivano praticati aborti anche come forma dichiarata di disobbedienza civile. All'arresto del medico Giorgio Conciani segue quello di Gianfranco Spadaccia che, da [[Segretario generale|segretario]] del Partito Radicale, si dichiara corresponsabile, quindi prendono la via del [[carcere]], in aprile, Adele Faccio che afferma di aver assistito attraverso il CISA circa 4000 donne e, in giugno, [[Emma Bonino]], subentrata dopo gli arresti nella responsabilità del CISA.
 
Solo l'intensificarsi dell'azione di disobbedienza civile, gli arresti, le autodenunce e, quindi, la promozione da parte del PR con l'appoggio de ''[[L'espresso]]'', di un [[referendum]] (che nella primavera del 1975 raccoglie oltre 800.000 firme) per abrogare il reato di aborto fanno di tale dramma un grande tema nazionale che non può essere ulteriormente eluso dagli stessi partiti laici e di sinistra, costretti a presentare alcuni progetti di legge di diversa ispirazione. Nell'autunno del 1977 il Parlamento vota una legge sull'aborto libero. Nonostante la vittoria, la nuova legge non corrisponde alle aspettative dei radicali (che alla [[Camera dei deputati]], dove erano appena entrati, vi si oppongono) e della parte più consapevole del movimento femminile e femminista. Cinque anni dopo, in contrapposizione al referendum abrogativo proposto dal [[Movimento per la Vita]] per restringere i casi di liceità dell'aborto, i radicali raccolgono le firme per un altro referendum per un'ulteriore liberalizzazione dell'interruzione della gravidanza<ref>Emma Bonino, Gianfranco Spadaccia [http://www.radioradicale.it/schede/view/id=162883/liniziativa-radicale-contro-laborto-clandestino-e-per-il-miglioramento-della-legge-194-che-consente-di-fatto-solo-laborto-di-s-0 ''L'iniziativa radicale contro l'aborto clandestino e per il miglioramento della legge 194''] RadioRadicale 27/05/2005, audio</ref>. Nelle [[Referendum abrogativi del 1981 in Italia|votazioni del 1981]] vengono però bocciati entrambi i quesiti referendari, lasciando quindi immutata la legge.
 
=== Ostruzionismo parlamentare ===
L'[[ostruzionismo]] parlamentare è scelto dai deputati radicali tra fine [[anni 1970|anni settanta]] e inizi [[anni 1980|anni ottanta]] come strategia politica che denunciasse la crisi, l'inefficienza e il consociativismo del [[Parlamento]] degli anni settanta.
Infatti con il regolamento parlamentare del [[1971]] il calendario dei lavori era approvato solo con il consenso di tutti i Presidenti dei gruppi parlamentari, di maggioranza ed opposizione, provocando dei compromessi che facevano dell'Italia, secondo il Partito Radicale, un regime partitocratico e consociativo.
Il gruppo parlamentare del [[1976]] si oppose immediatamente all'elezione del Presidente della Camera. I partiti si erano accordati sul nome del comunista [[Pietro Ingrao|Ingrao]]. Pannella contestava l'accordo, provocava infastidite reazioni, usciva dall'aula assieme agli altri tre deputati, per inscenare una dimostrazione con tanto di cartelli e di slogan. Un episodio che intendeva aprire un problema di enorme importanza: rivendicare la funzione del dibattito parlamentare e opporsi alla tendenza a trasformare la Camera in mera sede di registrazione di decisioni prese altrove (nelle Commissioni parlamentari, nelle segreterie di partito, nei Ministeri).
 
Il gruppo radicale criticava proprio il [[Presidente della Camera]] Ingrao che rivendicava la "centralità" del Parlamento, ma nei fatti, negava gli strumenti essenziali per renderlo tale.
A pochi mesi dai quattro referendum del [[1978]] l'ostruzionismo fu utilizzato quindi dai Radicali per evitare che il Parlamento approvasse delle leggi con l'unico scopo di evitare la tenuta della consultazione.
 
Il Parlamento votava la [[legge Basaglia|legge Manicomiale]] e la legge per la Commissione Inquirente dei Ministri ed evitava i referendum abrogativi, ma lo stesso non riusciva con la [[legge Reale]], dinnanzi ad un ostruzionismo condotto con la presentazione di migliaia di emendamenti, con decine di ore di interventi in Commissione Giustizia, con interminabili sedute fiume, veglie e centinaia di votazioni. Il Partito rivendicava questa vittoria perché solo con il referendum si poteva concretamente aprire nel paese un dibattito su tutta la legislazione eccezionale che i governi di "Unità nazionale" utilizzavano nei confronti del terrorismo, e che per i Radicali, stravolgevano l'ordinamento giuridico e non sortivano gli effetti sperati.<ref>[http://www.radioradicale.it/exagora/un-bis-per-la-legge-reale Un bis per la legge Reale], Mauro Mellini, 26 maggio 1978</ref>
 
Dopo il referendum il Gruppo parlamentare proseguiva l'ostruzionismo contro le nuove misure eccezionali di rafforzamento delle pene e dei poteri della polizia e di prolungamento della carcerazione preventiva, perché contribuiva ad alimentare il clima di sospetto che si diffondeva nel paese e accreditava ai terroristi un radicamento sociale e di massa che in realtà non avevano. L'obiettivo era quello di coinvolgere la sinistra comunista e socialista ad avanzare pressioni contro i decreti [[Cossiga]] per uscire da quella condizione che, per i Radicali, era di passività ideale e politica, e per prendersi quel ruolo di opposizione politica e sociale necessaria per il funzionamento democratico delle istituzioni<ref>Volantino diffuso dal Gruppo parlamentare radicale per denunciare le nuove misure repressive, [http://www.radioradicale.it/exagora/no-al-ricatto-del-terrore No! al ricatto del terrore], 1º febbraio 1980</ref>.
 
Nel [[1981]] i [[deputati]] Radicali diedero vita ad un duro e lungo ostruzionismo quando i partiti decisero di assegnarsi un cospicuo numero di miliardi procedendo al raddoppio dei contributi statali: l'azione si proponeva di impedire l'aumento dei contributi già fissati dalla legge precedente e l'ottenimento di controlli migliori e maggiori sui bilanci e sull'attività finanziaria dei [[partiti]]. Quella vicenda parlamentare si concluse con l'approvazione di una legge che raddoppiò il finanziamento pubblico, e la previsione che il Presidente della Camera, d'intesa con il Presidente del [[Senato]], avessero il compito della stesura di un modello di [[bilancio]] che fosse strumento idoneo al controllo dell'attività finanziaria dei partiti (conoscenza dello stato patrimoniale dei partiti, delle partecipazioni a società, della situazione creditizia e debitoria, delle proprietà immobiliari).
 
=== Contro la partitocrazia ===
Negli anni di unità nazionale e di compromesso storico i radicali hanno denunciato la politica "dell'ammucchiata" in cui si ritrovavano insieme [[Democrazia Cristiana|democristiani]] e [[Partito Comunista Italiano|comunisti]], [[Partito Socialista Italiano|socialisti]] e [[laicismo|laici]] praticamente senza contestazioni ed alternative{{Citazione necessaria}}. Durante quegli anni sono stati varati molti provvedimenti riguardanti la giustizia e il cosiddetto "[[ordine pubblico]]" che hanno ulteriormente trasformato lo [[Stato]] in senso autoritario{{Citazione necessaria}} ed una serie di leggi in campo sociale (affitti, sanità...) che hanno consolidato le strutture di un [[regime]] corporativo illiberale, occupato dai [[partiti]]{{Citazione necessaria}}.
 
A mano a mano che ci si allontana da quel periodo diviene sempre più chiaro che ad un volto apparentemente feroce e repressivo dello Stato, faceva riscontro una sostanziale convivenza con il terrorismo da parte dei [[servizi segreti]] e di apparati dello Stato{{Citazione necessaria}}. E, come denunciavano i radicali già in quegli anni{{Citazione necessaria}}, una tale tendenza nascondeva e favoriva la crescita della [[P2]] e di altre simili consorterie, utilizzate e manovrate da uomini e correnti di partito per la gestione degli affari più marcatamente illegali e clandestini{{Citazione necessaria}}.
 
Questa fu l'essenza{{Citazione necessaria}} dello scontro nella primavera 1978 sul caso [[Aldo Moro|Moro]] tra le forze che fecero di tutto per salvare il [[Leader di partito|leader]] [[democristiano]] attraverso iniziative di dialogo ed il richiamo al rispetto delle competenze istituzionali (radicali e socialisti) e il più ampio schieramento che rimase contrario alla trattativa coi terroristi.
Della stessa natura è stato l'aspro conflitto per il caso [[Giovanni D'Urso|D'Urso]], il [[magistrato]] sequestrato nel dicembre [[1980]] e salvato nel gennaio successivo con una straordinaria iniziativa di dialogo, e senza trattativa alcuna con le [[Brigate Rosse]], condotto dai radicali anche con l'uso intenso di [[Radio Radicale]]<ref>[http://www.radioradicale.it/exagora/liberate-durso-compagni ''Liberate D'Urso, compagni!"] da "Lotta continua", dicembre 1980 da ” Marco Pannella - Scritti e discorsi - 1959-1980”, editrice Gammalibri, gennaio 1982</ref>.
 
L'individuazione dell'importanza dell'intreccio tra malaffare e politica e la sua vigorosa denuncia sono stati un altro tratto portante del Partito Radicale{{Citazione necessaria}}. Così è accaduto con l'affare [[Lockheed]] nel [[1977]] quando in Parlamento [[Marco Pannella|Pannella]] denunciava le responsabilità e le connivenze politiche che stavano dietro la vicenda e contribuivano ad impedirne l'insabbiamento{{Citazione necessaria}}. Così è accaduto nel [[1978]] con la campagna di opinione pubblica, quando il Presidente della Repubblica [[Giovanni Leone]] fu costretto a dimettersi{{Citazione necessaria}} anche in seguito all'effetto determinante del referendum sul [[finanziamento pubblico ai partiti]]{{Citazione necessaria}}. Così nel [[1979]] con la proposta di indagine sull'affare [[Michele Sindona|Sindona]], avanzata per primi dai radicali{{Citazione necessaria}}, che dava origine alla commissione d'inchiesta attraverso cui veniva messo in luce il bubbone [[P2]]<ref>[http://www.radioradicale.it/exagora/p2-istituzione-di-una-commissione-parlamentare-di-inchiesta-sulla-loggia-massonica-propaganda-2-e-sui-suoi-dirigenti ''P2: Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica "Propaganda 2" e sui suoi dirigenti"] Atti Parlamentari - Camera Dei Deputati - VIII Legislatura - Disegni di Legge e Relazioni - N. 2130</ref>.
 
L'ottimo risultato ottenuto con il referendum sul divorzio, che segnò una profonda sconfitta del fronte clericale, convinse il Partito radicale, inizialmente dubbioso sull'uso di questo strumento nel caso di diritti civili, a far diventare il referendum la punta di diamante del proprio arsenale di strumenti nonviolenti di lotta politica in quanto alimentava lo scontro e il confronto politico tra le diverse posizioni e coinvolgeva i cittadini nelle decisioni fondamentali della società, a partire dai [[diritti civili]]. Spiegò infatti [[Marco Pannella]]: «solo lo scontro fra il mondo cosiddetto moderato, ma che è a destino - suo malgrado - tremendamente reazionario e il mondo del progresso da riconquistare e riaggregare nella sua chiarezza ideale può provocare non il peggio, ma il meglio, sia a destra che a sinistra! Solo scontri ideali, culturali, che attengono alle speranze, alla storia, al meglio di ciascuno possono evitare i pericoli nella storia di una società civile, di un Paese; guadagnare grandi termini di confronto: sulla vita, sullo spermatozoo, sul sesso, sull'amore…»<ref>Marco Pannella, {{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/schede/view/id=183794/xxv-congresso-straordinario-del-partito-radicale-relazione-di-marco-pannella|titolo=''Relazione introduttiva nel XXV Congresso''}}, 1981</ref>
Così con l'inchiesta su [[Licio Gelli]] e la [[P2]] allorché [[Massimo Teodori]], portando a compimento l'analisi propria del Partito Radicale{{Citazione necessaria}}, denunciava la vera natura della [[Massoneria|loggia]] quale prodotto diretto delle degenerazioni dei partiti e conseguenza dell'intreccio con la [[partitocrazia]].<ref>[[Pierluigi Battista]], ''La patologia dei complottisti'', Corriere della Sera, 24 aprile 2014, p. 32.</ref><ref>[http://www.radioradicale.it/exagora/p2-e-partitocrazia Massimo Teodori, ''P2 è partitocrazia'']</ref>
Così nel 1985 con la proposta radicali di inchieste parlamentari sui fondi neri dell'[[IRI]]<ref>[http://www.radioradicale.it/exagora/fondi-neri-iri-una-battaglia-radicale ''Fondi neri: una battaglia radicale''] Atti parlamentari - IX Legislatura - Disegni di legge e relazioni - Documenti - CAMERA DEI DEPUTATI Doc. XXII n. 4</ref>, e sul [[caso Cirillo]]<ref>[http://www.radioradicale.it/schede/view/id=209802/lattualita-in-archivio-le-denunce-radicali-sul-caso-cirillo ''Le denunce radicali sul caso Cirillo''] lavoro realizzato con i documenti dell'archivio di Radio Radicale, 2004.</ref>, nel quale si è dipanato un intreccio tra [[Camorra]], [[servizi segreti]], [[Brigate Rosse]] e [[Democrazia Cristiana]]{{Citazione necessaria}}.
 
Da quel momento il Partito radicale presenta un gran numero di quesiti al vaglio della Corte costituzionale. Gran parte dei [[referendum radicali]] non viene neppure ammessa alle consultazioni grazie a interpretazioni della Corte costituzionale, considerate dai promotori fin troppo estensive dei limiti posti dalla Costituzione all'uso referendario (tanto che per quelle decisioni Pannella definirà spesso la Suprema Corte: «suprema cupola della mafiosità partitocratica»<ref>{{Cita news|autore=Michele Ainis|url=http://espresso.repubblica.it/opinioni/legge-e-liberta/2017/01/18/news/parlamento-in-attesa-di-giudizio-1.293675|titolo=Parlamento in attesa di giudizio|pubblicazione=L'Espresso|data=22 gennaio 2017|accesso=19 luglio 2019}}</ref>), oppure grazie all'approvazione di leggi sulla materia dei referendum convocati ne facevano decadere la necessità.
=== Il No al finanziamento pubblico ai partiti e le proposte per il finanziamento volontario ===
{{vedi anche|Finanziamento pubblico ai partiti|Referendum abrogativi del 1978 in Italia}}
Il Partito Radicale si schiera da sempre contro il finanziamento pubblico perché tende ad aumentare il carattere oligarchico, burocratico, consociativo dei partiti politici italiani<ref>Dall'archivio di Radio Radicale, [http://www.radioradicale.it/schede/view/id=216171/lattualita-in-archivio-lopposizione-radicale-al-finanziamento-pubblico-dei-partiti-lostruzionismo-parlamentare-dell81-il-referen "L'opposizione radicale al finanziamento pubblico dei partiti, l'ostruzionismo parlamentare dell'81, il referendum del maggio 2000 contro la legge sui rimborsi elettorale”], 23 gennaio 2007</ref>.
 
=== Il No al finanziamento pubblico ===
Le contestazioni del partito alla legge sul finanziamento pubblico dei partiti, a partire da quella del [[1974]], sono molte. Una prima opposizione dei Radicali è d'ordine costituzionale: con questa legge s'instaura una sorta di identificazione tra due entità giuridiche distinte, [[Gruppo parlamentare]] (che facendo parte della struttura legislativa dello Stato è certamente figura del diritto pubblico) e [[partito]] (che, giustamente, è regolato dal diritto privato e si configura come un'associazione di fatto) e si crea un meccanismo debitorio del Gruppo verso il partito, meccanismo certamente in contrasto con il principio della indipendenza del parlamentare (art. 67 Costituzione). Questo, tra l'altro, per evitare il controllo della Corte dei Conti sui bilanci dei partiti, sostituito da un controllo meramente formale della Presidenza della Camera.
{{vedi anche|Finanziamento pubblico ai partiti|Referendum abrogativi in Italia del 1978|Referendum abrogativi in Italia del 1993}}
{{citazione|Questa banconota fa parte del bottino partitocratico rubato a ciascun cittadino con la legge sul finanziamento pubblico ai partiti. La Lista Pannella ha deciso di non usare questo denaro rubato e restituirlo. Fanne un buon uso.|Dicitura apposta da militanti radicali su varie banconote, così timbrate e messe in circolazione (1997)}}
Il Partito radicale si schiera da sempre contro il finanziamento pubblico perché tende ad aumentare il carattere oligarchico, burocratico, consociativo dei partiti politici italiani<ref>Dall'archivio di Radio Radicale, {{cita testo|url=http://www.radioradicale.it/schede/view/id=216171/lattualita-in-archivio-lopposizione-radicale-al-finanziamento-pubblico-dei-partiti-lostruzionismo-parlamentare-dell81-il-referen|titolo="L'opposizione radicale al finanziamento pubblico dei partiti, l'ostruzionismo parlamentare dell'81, il referendum del maggio 2000 contro la legge sui rimborsi elettorali"}}, 23 gennaio 2007</ref>. Le contestazioni del partito alla legge sul finanziamento pubblico dei partiti, a partire da quella del [[1974]], sono molte. Una prima opposizione è d'ordine costituzionale: con questa legge s'instaura una sorta di identificazione tra due entità giuridiche distinte, [[Gruppo parlamentare]] (che facendo parte della struttura legislativa dello Stato è certamente figura del diritto pubblico) e [[partito]] (che, giustamente, è regolato dal diritto privato e si configura come un'associazione di fatto) e si crea un meccanismo debitorio del Gruppo verso il partito, questo sarebbe in contrasto con il principio della indipendenza del parlamentare (art. 67 Costituzione). Tra l'altro, questo evitare il controllo della Corte dei Conti sui bilanci dei partiti, sostituito da un controllo meramente formale della Presidenza della Camera.
 
La legge poi, secondo i Radicali, finanziando i partiti già presenti in Parlamento, li mette in condizione di superiorità e di vantaggio rispetto a nuove formazioni politiche, pietrificando la situazione esistente e violando palesemente l'art. 49 della Costituzione, perché il diritto dei cittadini di associarsi in partiti viene a configurarsi, secondo la legge, in un diritto di serie A per i cittadini che si associano a quelli già esistenti e in un diritto di serie B per coloro che vorranno associarsi a quelli nuovi: penalizzando nuove formazioni politiche si rischia di prolungare artificialmente la vita di vecchie organizzazioni che scomparirebbero, una volta che non avessero più un sostegno adeguato di iscritti e sostenitori.
 
Il partito si posiziona poi contro l'equazione illegittima che si viene a creare, con questa legge, tra diritto - riconosciuto e da tutelare - all'associazione politica e partito in "senso stretto", come se non esistessero e non meritassero riconoscimento e tutela "tutte" le altre forme di associazionismo politico: leghe, comitati referendari, movimenti (anche a carattere locale).
Il partito ha tentato di cancellare questa legge promuovendo due [[referendum]], ricevendo milioni di voti e una netta vittoria nel [[1993]], ma disattesa dal Parlamento, che anche dopo l'abrogazione ha reintrodotto nel [[1996]] il meccanismo del finanziamento pubblico sotto il nome di "[[rimborsi elettorali]]".
 
Il tentativo di cancellare questa legge promuovendo due [[referendum]], ricevendo milioni di voti e una netta vittoria nel [[referendum abrogativi in Italia del 1993|1993]], è stato disatteso dal Parlamento, che anche dopo l'abrogazione ha reintrodotto nel [[1996]] il meccanismo del finanziamento pubblico sotto il nome di "[[rimborsi elettorali]]".
La proposta dei Radicali è un finanziamento di altra natura, che privilegi il sostegno e l'agevolazione delle attività politiche dei cittadini e della loro partecipazione alla vita pubblica piuttosto che il finanziamento diretto delle strutture partitiche: con l'unica clausola della obbligatoria pubblicità, i partiti (o i soli candidati del movimento politico o le sole articolazioni territoriali) potranno e dovranno essere finanziati da lobby, fondazioni, sindacati, cooperative, e altro ancora, rilanciando così il loro ruolo di "soggetti politici finanziati" da militanti e cittadini. Il tutto regolato con norme che garantiscano la trasparenza dei bilanci e la pubblicizzazione dei soggetti che finanziano. Finanziare in questo modo il "funzionamento democratico della vita civile" con strutture "congressuali", "assembleari", nelle circoscrizioni e nei comuni, per consentire e facilitare la massima partecipazione dei cittadini.
 
L'unico finanziamento adeguato alle attività politiche è, secondo i radicali, quello che privilegia il sostegno e l'agevolazione delle attività politiche di tutti i cittadini e la loro autonoma partecipazione alla vita pubblica piuttosto che il finanziamento diretto delle strutture burocratiche di partito. Quanto alle liste elettorali e ai candidati, fatta salva ovviamente la completa e obbligatoria pubblicità dei fondi ricevuti, secondi i radicali dovrebbe poter essere possibile solo il finanziamento "privato" da parte di ''lobby'', fondazioni, sindacati, cooperative, e altro ancora, rilanciando così il loro ruolo di "soggetti politici finanziati" da militanti e cittadini. Il tutto regolato con norme che garantiscano la trasparenza dei bilanci e la pubblicizzazione dei soggetti che finanziano. Finanziare in questo modo il "funzionamento democratico della vita civile" con strutture "congressuali", "assembleari", nelle circoscrizioni e nei comuni, per consentire e facilitare la massima partecipazione dei cittadini.
Necessaria è poi una regolamentazione in modo paritetico dell'accesso delle formazioni politiche all'informazione radiotelevisiva.
 
Questo modello è quindi esplicitamente previsto per il sostegno del Partito radicale che prevede solo il finanziamento privato individuale e non accetta fondi o donazioni di provenienza pubblica (rifiutando ad esempio anche l'accesso ai fondi del 5 per mille).
I meriti della lotta dei Radicali contro il finanziamento pubblico ai partiti sono stati inoltre riconosciuti ed evidenziati dal libro [[best seller]] ''"[[La casta|La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili]]'' ([[Rizzoli]] [[2007]]) di [[Sergio Rizzo]] e [[Gian Antonio Stella]], nel quale vengono denunciati l'ingordigia ed i mille privilegi dei politici italiani<ref>[http://www.radioradicale.it/la-casta-cosi-i-politici-italiani-sono-diventati-intoccabili-0 RadioRadicale.it - i passaggi de "La casta" dedicati ai Radicali]</ref>.
 
I meriti della lotta dei Radicali contro il finanziamento pubblico ai partiti sono stati inoltre riconosciuti ed evidenziati dal libro ''[[best seller]]'' ''[[La casta|La casta. Così i politici italiani sono diventati intoccabili]]'' ([[Rizzoli]] [[2007]]) di [[Sergio Rizzo]] e [[Gian Antonio Stella]], nel quale vengono denunciati l'ingordigia ed i mille privilegi dei politici italiani<ref>{{Cita web |url=http://www.radioradicale.it/la-casta-cosi-i-politici-italiani-sono-diventati-intoccabili-0 |titolo=RadioRadicale.it - i passaggi de "La casta" dedicati ai Radicali |accesso=13 agosto 2009 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160412132933/http://www.radioradicale.it/la-casta-cosi-i-politici-italiani-sono-diventati-intoccabili-0 |urlmorto=sì }}</ref>. In un'intervista<ref name="radioradicale.it">[{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/la-casta-tranne-i-radicali |titolo=RadioRadicale.it - "La casta", tranne i Radicali]|accesso=13 agosto 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090929120838/http://www.radioradicale.it/la-casta-tranne-i-radicali|urlmorto=sì}}</ref> rilasciata da [[Gian Antonio Stella]] nell'agosto [[2007]], inoltre, l'autore del libro dichiara:
{{qCitazione|[...] Credo che i Radicaliradicali siano stati gli unici a fare una battaglia coerente su questi temi ''[l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, ndr]''. Lo dimostra anche quanto ha appena detto [[Rita Bernardini]]: il fatto che sono gli unici che ci rimettono dal rimborso elettorale è un piccolo "miracolo al rovescio".<br />Mi inchino davanti alla scelta dei Radicaliradicali di fare questa battaglia| [[Gian Antonio Stella]], intervista a [[Radio Radicale]], agosto [[2007]]<ref name="radioradicale.it"/>}}
 
=== CampagnaLe perelezioni lacome giustiziastrumento giustanon come fine ===
{{S sezione|politica}}
Il PR decise di sostenere il giornalista e conduttore televisivo [[Enzo Tortora]], ingiustamente accusato di spaccio di [[droga]] e [[camorra|associazione camorristica]] candidandolo al [[Parlamento Europeo]], dove venne eletto.
Ciò consentì al noto presentatore di usufruire dell'immunità parlamentare.
 
Nell'analisi radicale il partito è uno strumento per realizzare lotte politiche, non l'unico e non necessariamente il più efficace. Allo stesso modo la partecipazione alle elezioni è uno strumento adottato spesso solo per imporre all'opinione pubblica i temi scelti, di volta in volta, nelle mozioni congressuali. Le riforme in senso democratico propugnate dai radicali non hanno confini politici e fin dagli anni '60 il Partito radicale si impegna sul fronte internazionale con una serie di azioni simboliche che rendono evidente il deficit democratico dei paesi dell'Est, che poi riverbera nella situazione dell'Europa occidentale, ed in particolare in Italia, con il confronto tra il blocco delle forze atlantiste e quelle attratte dall'area d'influenza sovietica. Vengono organizzate manifestazioni e azioni nonviolente di disobbedienza civile nelle principali capitali dell'Est che si concludono invariabilmente con arresti e detenzioni dei militanti radicali.
Successivamente venne assolto, poco prima di morire.
Non era la prima volta che i radicali si occupavano di garantismo e limitazione della carcerazione preventiva: c'era già stata la candidatura di [[Toni Negri]], che però, approfittò dell'immunità parlamentare per fuggire in [[Francia]].
 
Negli anni '80 il Partito radicale e Marco Pannella aprono un nuovo fronte di lotta sulla contrapposizione tra i Nord e i Sud del mondo e si mobilitano sulla campagna per un intervento straordinario "contro lo sterminio per fame e sottosviluppo nel mondo" che poi porterà alla fondazione del sistema della cooperazione internazionale, anticipano così in modo quasi profetico le ondate migratorie degli anni recenti. Nella coscienza dei militanti radicali è evidente che i grandi problemi alla radice della società non possono essere affrontati in un'ottica nazionalistica e necessitano l'adozione di soluzioni globali a livello continentale o planetario.
La vicenda Tortora portò alla promozione, assieme ai [[Partito Socialista Italiano|Socialisti]] e ai [[Partito Liberale Italiano|Liberali]], dei referendum sulla [[Referendum abrogativi del 1987 in Italia#Responsabilit.C3.A0 civile dei magistrati|Responsabilità civile]] dei [[giudice|magistrati]] e sull'abrogazione della [[Referendum abrogativi del 1987 in Italia#Commissione inquirente|Commissione inquirente]] e del trattamento dei reati [[ministro della Repubblica Italiana|ministeriali]], tenutisi vittoriosamente l'8 e il 9 novembre [[1987]].
 
Il Partito radicale, tra le altre cose, anticipa un modello di impegno politico g-local (''global-local'') e finisce per riflettere sull'inadeguatezza dello strumento-partito di natura elettorale nazionale, che da un lato limita l'azione di coordinamento delle forze laiche attorno alle campagne comuni che il Pr aveva sempre rivendicato a sé nell'ambito delle grandi battaglie sui diritti umani, e dall'altro risulta essere inadeguato per affrontare la portata globale di molti dei problemi presi in considerazione. Il modello elettorale limita, invece di aiutare, in quanto porsi in competizione nel momenti elettorali non giova la ricerca di soluzioni condivise ai principali problemi democratici e di violazione dei diritti civili e umani. D'altro canto il Partito radicale aveva anche sempre avuto un rapporto conflittuale con il momento elettorale faticando non poco per evitare un radicamento territoriale simile a quello dei grandi partiti organizzati (e foriero possibilmente anche di problemi corruttivi incontrollabili dalla risicata dirigenza nazionale).
=== L'arma referendaria ===
{{vedi anche|Referendum abrogativo}}
I radicali, come del resto tutti i cittadini italiani, incontravano per la prima volta l'istituto del [[referendum]] abrogativo di norme di legge nel 1974, a causa di un'iniziativa presa dai cattolici contro la legge frutto della loro più grande battaglia, quella sul [[divorzio]].
 
Dopo il XXXIV Congresso e la svolta transnazionale, il partito cessa la propria attività elettorale. La trasformazione in organizzazione transpartitica però non impedisce, anzi incentiva, la partecipazione dei radicali alla politica nazionale; iconica sarà la foto scattata nel della dirigenza radicale in cui ogni esponente mostra un doppio simbolo: quello nuovo del Partito radicale con l'effige di [[Gandhi]] e quello del partito in cui ha deciso di essere candidato. Questa scientifica disseminazione dei radicali nelle altre liste elettorali, che per la verità a livello di elezioni amministrative locali era già stata inaugurata ben prima della trasformazione transnazionale, continuerà fino ai giorni nostri.
Nel gennaio del [[1971]] veniva depositata la richiesta di referendum da parte del «[[Comitato nazionale per il referendum sul divorzio]]», presieduto da [[Gabrio Lombardi]], con il sostegno dell'[[Azione cattolica]], della [[Conferenza Episcopale Italiana|CEI]] e di gran parte della [[Democrazia Cristiana|DC]].
Dopo un'iniziale contrarietà circa l'uso del [[referendum abrogativo]] in materia di diritti civili, il Partito Radicale individuava nello strumento referendario un valore innovativo nei metodi e nei contenuti della lotta politica.
 
I Radicali furono quindi i primi a schierarsi a favore della tenuta del referendum sul divorzio, mentre lo stesso non fecero gli altri partiti [[laici]], che cercarono di cambiare la legge in [[Parlamento]] (compromesso Andreotti-Jotti) pur di evitare ulteriori strappi con il [[Vaticano]]<ref>Piero Craveri, ''La Repubblica, 1959-1992'', Utet, p. 442</ref>.
 
Da quel momento il Partito Radicale, nella sua visione competitiva e liberale della [[democrazia]], proponeva l'uso del referendum abrogativo come strumento che alimentava lo scontro e il confronto politico tra le diverse posizioni e coinvolgeva i cittadini nelle decisione fondamentali, a partire dai [[diritti civili]].
 
Spiegava infatti [[Marco Pannella]]: ''«solo lo scontro fra il mondo cosiddetto moderato, ma che è a destino - suo malgrado - tremendamente reazionario e il mondo del progresso da riconquistare e riaggregare nella sua chiarezza ideale può provocare non il peggio, ma il meglio, sia a destra che a sinistra! Solo scontri ideali, culturali, che attengono alle speranze, alla storia, al meglio di ciascuno possono evitare i pericoli nella storia di una società civile, di un Paese; guadagnare grandi termini di confronto: sulla vita, sullo spermatozoo, sul sesso, sull'amore…»''<ref>Marco Pannella, [http://www.radioradicale.it/schede/view/id=183794/xxv-congresso-straordinario-del-partito-radicale-relazione-di-marco-pannella ''Relazione introduttiva nel XXV Congresso''], 1981</ref>
 
In concomitanza con la vittoria del referendum sul divorzio, venne lanciata tra il [[1973]] e il [[1974]], la prima iniziativa referendaria del partito, con la raccolta firme per indire otto referendum «contro il regime», su posizioni e temi che culturalmente e idealmente, secondo i Radicali, dovevano appartenere alla sinistra: la depenalizzazione dell'[[aborto]], l'abrogazione dal [[codice penale italiano|codice penale]] delle norme più repressive della [[Legge Reale]], l'abrogazione del [[Concordato]] con la [[Santa Sede]].
 
La strategia politica a cui rispondeva la scelta referendaria era infatti la costruzione, a partire dalla mobilitazione dei cittadini e dall'introduzione nello scontro politico di alcune tematiche dirimenti, dell'«unità laica delle forze di sinistra», che costituiva l'obiettivo dell'azione dei radicali di Pannella sin dagli [[Anni 1950|anni cinquanta]].
 
Fallita la campagna di raccolta firme e naufragato il tentativo di creare uno schieramento unitario delle sinistre in opposizione alla [[Democrazia Cristiana|DC]], nel [[1976]], dopo l'ingresso in Parlamento di 4 deputati Radicali e il passaggio del [[Partito Comunista Italiano|PCI]] nell'area di governo, la nuova strategia referendaria acquisiva il carattere di vero e proprio programma politico alternativo al «[[compromesso storico]]». Dopo la bocciatura di quattro quesiti da parte della [[Corte Costituzionale]], e il superamento parlamentare di altri due, nel [[1978]] si votava per l'abrogazione della legge Reale e del [[finanziamento pubblico ai partiti]].
 
Sebbene la maggioranza degli italiani si fosse schierata per il mantenimento delle norme, l'esito del referendum sul finanziamento pubblico, un po' come quello sul divorzio, fu un grande successo per il partito: quasi 14 milioni di italiani (il 43,6% dei votanti) votarono contro l'indicazione di tutti i partiti schierati per il «no», dimostrando una crescente insoddisfazione verso le politiche dei due maggiori partiti al governo, [[Democrazia Cristiana|DC]] e [[Partito Comunista Italiano|PCI]].
 
Nella sua critica costante al bipolarismo DC-PCI e al tipo di società ingessata che i due partiti avevano costruito, il nuovo segretario del [[Partito socialista italiano]], [[Bettino Craxi]], sembrava poter essere l'interlocutore privilegiato del partito. Il progetto era quello di un'alleanza parlamentare come preludio alla creazione di una forza socialista di prima grandezza, cardine dell'alternativa di sinistra.
 
Saranno di nuovo i referendum il banco di prova di possibili accordi politici. Il XXI Congresso del Pr rivolgeva nel [[1979]]<ref>[http://www.radioradicale.it/exagora/la-mozione-generale-approvata-dal-xxi-congresso-straordinario-del-pr-roma-29-30-31-marzo-1-e-2-aprile-1979 La mozione generale approvata dal XXI Congresso (straordinario) del Pr], [[Roma]], 29, 30, 31 marzo, 1 e 2 aprile 1979</ref> un appello per le elezioni senatoriali, sia al Partito socialista italiano che agli altri partiti di sinistra, a sottoscrivere accordi politici articolati regione per regione, in modo da utilizzare al meglio i risultati di ciascuno.
 
Si leggeva nel [[1980]] su «Argomenti Radicali», il bimestrale politico per l'alternativa: ''«Con i referendum ribadiamo la volontà di portare all'ordine del giorno del paese temi che altrimenti sarebbero ignorati (nucleare, caccia, droga, aborto) o attraverso i quali, con l'abrogazione, si può esercitare una funzione legislativa in positivo (reati d'opinione, norme anticostituzionali penali e militari), perseguendo un metodo di formazione dell'unità dal basso in grado di rompere gli estenuanti negoziati tra partiti che stanno alla base dell'immobilismo di decenni»''<ref>Franco Corleone, Lorenzo Strik Lievers e Massimo Teodori [http://www.radioradicale.it/exagora/guerra-terrorismo-solidarieta-nazionale ''Guerra, terrorismo, solidarietà nazionale''] Argomenti Radicali n.14, 30 gennaio 1980</ref>.
 
Tuttavia la proposta radicale non venne accolta. I [[Partito Socialista Italiano|Socialisti]], i [[Partito Socialista Democratico Italiano|Socialdemocratici]], i [[Partito Repubblicano Italiano|Repubblicani]] ed i [[Partito Liberale Italiano|Liberali]] divennero i nuovi interlocutori della [[Democrazia Cristiana]], decisa ad emarginare il [[Partito Comunista Italiano|PCI]] dopo l'epoca del «compromesso storico», dando vita fino al [[1993]] alla stagione del «[[pentapartito]]».
 
Il Partito radicale si ritrovava così isolato nella conduzione della campagna referendaria, che vedeva prevalere i «no».
 
Negli ultimi [[anni 1980|anni ottanta]] vi furono le successive campagne referendarie radicali insieme a socialisti, liberali e verdi con quesiti che miravano a riformare in senso garantista la giustizia, e con altri sulla difesa dell'ambiente e la lotta al nucleare (già proposti nel [[1981]]), temi molto sentiti dall'opinione pubblica e cardini della politica del Partito Radicale.
 
Il [[referendum]] rappresentava ancora per il movimento l'unico strumento per sbloccare il sistema e consentire decisioni su alcune delle questioni sulle quali l'accordo tra i partiti risultava essere impossibile. Promuovendo con i partiti laici non comunisti una comune campagna referendaria, i Radicali tentarono anche di dar vita ad uno schieramento politico da presentare unito alle elezioni del [[1987]]. Il progetto tuttavia non ebbe seguito a causa della posizione di Craxi, che, nonostante il successo dei cinque referendum, ritrovava l'accordo con la [[Democrazia Cristiana]] di [[Ciriaco De Mita]], proseguendo la stagione del «pentapartito».
 
L'obiettivo politico di inizio [[anni 1990|anni novanta]] vedeva gli sforzi del partito concentrati soprattutto sulla riforma del sistema elettorale. Infatti, per i Radicali il sistema elettorale «proporzionale» costituiva una delle regole più importanti del «regime», per la rappresentanza dei partiti in Parlamento, per la distribuzione del potere politico e per l'accesso al potere socio-economico. Cambiare quella regola significava introdurre un potente elemento di contraddizione nel cuore del «regime».
 
La prima iniziativa fu presa nel [[1990]] insieme al Corel per la legge elettorale maggioritaria al Senato, per l'elezione di Sindaci e Presidenti delle Province con formule fortemente maggioritarie e per la preferenza unica alla Camera.
 
L'unico sopravvissuto al giudizio di ammissibilità della Consulta fu il quesito sulla preferenza unica, che nel voto del 9 giugno [[1991]] registrava una netta affermazione dei «si».
 
Incoraggiati dall'esito altamente positivo del referendum, i promotori rilanciarono la raccolta delle firme sui due quesiti respinti dalla Corte Costituzionale opportunamente modificati. Il Pr, pur essendo protagonista della nuova iniziativa referendaria, marcava subito una distanza rispetto agli altri promotori, da una parte insistendo sulla necessità di una chiara scelta della riforma elettorale anglosassone, maggioritaria e a un solo turno, e dall'altra aggiungendo altri tre referendum al pacchetto, quelli sul finanziamento pubblico dei partiti, sulla depenalizzazione della legge sulla droga, e sul controllo ambientale delle USL.
 
La forte affermazione di tutti i quesiti ed in particolare di quelli elettorali sembravano poter determinare una svolta nel sistema politico italiano. Tuttavia i Radicali criticavano subito l'approvazione della [[Legge Mattarella]] approvata in seguito dal Parlamento, che manteneva il 25% dei seggi assegnati, grazie ad un'apposita scheda elettorale, con il metodo proporzionale. Ciò, a loro giudizio, di fatto vanificava l'esito referendario, mantenendo intatta la frammentazione partitica.
 
Sempre nel [[1993]] la successiva campagna, oltre alla riproposizione dei quesiti elettorali, vedeva la presenza di una serie di quesiti «liberali e liberisti», aprendo così un fronte di lotta che vedeva impegnato il partito per tutti gli anni novanta.
 
Tredici quesiti che rappresentavano per il partito un «programma di governo» che mirava a tutelare la «dignità» del cittadino, del contribuente, del consumatore, attraverso una maggiore «libertà» su temi come il fisco, il commercio, il servizio sanitario e il lavoro.
 
Il Movimento dei Club Pannella-Riformatori tentava di coinvolgere [[Forza Italia (1994)|Forza Italia]], la nuova formazione politica che si proponeva di rappresentare «il partito liberale di massa»<ref>[http://www.radioradicale.it/exagora/appello-di-forza-italia-e-del-movimento-dei-club-pannella-riformatori-ai-cittadini-italiani Appello di Forza Italia e del Movimento dei club Pannella-Riformatori ai cittadini italiani] 7 luglio 1994</ref>. Tuttavia [[Berlusconi]] non mantenne nessuno degli impegni presi e per questo i Radicali si presentarono in tutte le elezioni successive al di fuori dei due schieramenti politici, portando avanti isolatamente anche le successive iniziative referendarie.
 
Nel [[1995]] tra i sei quesiti che superarono il giudizio di legittimità della Corte Costituzionale, tre furono approvati dai cittadini: soggiorno cautelare, trattenute dei contributi sindacali e privatizzazione della RaiTV.
 
Nel [[1996]] i Radicali tornavano a proporsi come soggetto fondatore «di un'Unione federalista dei Riformatori, che aveva ancora come obiettivo il trittico Presidenzialismo, Federalismo, Bipartitismo "americano" con leggi elettorali maggioritarie a tutti i livelli. Questo progetto si incardinava in una nuova iniziativa referendaria articolata in venti quesiti, tra i quali, nuovamente, quelli elettorali, insieme a quelli per la riforma della giustizia, del fisco, della sanità e ad alcuni cavalli di battaglia storici, come la depenalizzazione dell'aborto, l'[[obiezione di coscienza]] e la legalizzazione delle droghe leggere. Nel giugno del [[1997]] i quesiti, ridotti dalla [[Corte Costituzionale]] a sei, pur ottenendo maggioranze schiaccianti di «sì», non riuscirono a raggiungere il quorum richiesto.
 
Il movimento si impegnava a presentare subito un nuovo pacchetto di referendum formulato in una serie di pubblicazioni inviate ad un indirizzario di imprenditori tra l'ottobre del [[1996]] e il luglio del [[1997]]. Il più diffuso di questi fogli, intitolato «Terzo Stato», raccoglieva in prima pagina un vero e proprio manifesto politico indirizzato a quello che, con una metafora storica di sapore rivoluzionario, Marco Pannella chiamava «il Terzo Stato dell'impresa, della produzione, del lavoro e della scienza; dei non garantiti e delle vittime dello «Stato»; dei «padroni» e dei disoccupati; dei sette milioni di partite IVA, dei cinque milioni e mezzo di imprenditori e dei tre milioni di senza lavoro, degli immigrati e dei non-emigranti; dei cittadini senza diritti»<ref>Copia pubblicazione inviata agli imprenditori, [http://www.radioradicale.it/exagora/199798-suicidio-o-trionfo-dellimprenditore-italiano ''1997/98: suicidio o trionfo dell'imprenditore italiano''], 29 luglio 1997</ref>. Il tentativo era sempre quello di incardinare un conflitto basato su una nuova linea di frattura tra riformatori e conservatori, progetto che si scontrava con quella pratica italiana di «concertazione tra le parti sociali» che, secondo i Radicali, molto spesso subordinava ogni riforma economica all'accordo con i sindacati.
 
Pur rivolgendosi a un interlocutore sociale non sempre sostenuto, perché ritenuto disorganizzato e privo di identità e legami, [[Marco Pannella]] cercava di coinvolgere in questa impresa la [[Confindustria]]. Proprio la mancanza di una sostegno convinto da parte di questa organizzazione portava il partito a desistere dall'impresa.
 
Gran parte dei quesiti furono riproposti nella campagna referendaria lanciata nel [[1999]], quando avendo a disposizione una quantità senza precedenti di fondi dopo il successo elettorale della '''Lista Emma Bonino''' alle elezioni europee e la vendita di [[Radio Radicale 2]], il partito si trovava in condizione di portare a termine da solo la campagna di raccolte firme.
 
Il pacchetto dei 20 referendum si inseriva all'interno di quel progetto politico-sociale che era stato battezzato da Pannella con lo slogan «rivoluzione liberale». Quesiti per l'abolizione, nelle loro varie forme, dei finanziamenti pubblici a partiti, sindacati e chiese, per la riforma della giustizia, per l'abolizione della quota proporzionale residua nel sistema elettorale, per la liberalizzazione del mercato del lavoro, del fisco e del sistema previdenziale. L'invito all'astensione di tutti i principali partiti provocava una bassa partecipazione dei cittadini e il fallimemto dei referendum.
 
Dal [[2001]], in particolare grazie all'impegno di [[Luca Coscioni]], il partito si impegna sul tema della libertà di ricerca e di cura.
I [[Radicali Italiani]] e l'[[Associazione Luca Coscioni]] promuovevano il referendum popolare per l'abrogazione della legge sulla [[fecondazione assistita]], approvata nel [[2004]] da parte della [[CdL|Casa delle Libertà]] e di alcune componenti del centro-sinistra, in quanto, a loro giudizio, colpiva i diritti e le libertà delle coppie sterili e di milioni di malati, a cui si negava, in [[Italia]], una speranza di vita e di guarigione.
 
L'appello per il referendum era rivolto ancora a tutte le forze politiche e sociali (i [[Democratici di Sinistra]], i sindacati, le associazioni, i «liberali» del [[centro-destra]] e dell'[[L'Ulivo|Ulivo]]) che avevano denunciato i mali possibili di quella legge, affinché, concretamente, si mettessero a lavoro insieme per abolirla. Così come per le altre lotte per i diritti civili, come l'aborto e il divorzio, secondo i Radicali la popolazione italiana era pronta a seguire l'impostazione liberale anche su questo tema della libertà di ricerca scientifica.
 
Il referendum non supererà il ''quorum'', ma sarà grazie alla mobilitazione di quei mesi con il partito dei [[Socialisti Democratici Italiani]] ed altri movimenti di sinistra, che i Radicali daranno vita con lo [[Socialisti Democratici Italiani|SDI]] ad una nuova forza politica «laica, liberale, radicale, socialista», la [[Rosa nel pugno]], che promuoverà nuovamente, tra le altre cose, l'obiettivo della laicità dello Stato all'interno dello schieramento di [[Centro-sinistra in Italia|centro-sinistra]].
 
=== La libertà di ricerca scientifica ===
[[File:Luca Coscioni.jpg|thumb|Il leader radicale [[Luca Coscioni]].]]
Nel [[2000]] i radicali si impegnavano ufficialmente a favore della ''libertà di ricerca scientifica'', una libertà che, a loro parere, poggia sui diritti della persona e sul concetto di uno Stato laico e separato costituzionalmente dal Clero.
 
Fino a quella data il problema non era stato una priorità d'attenzione a livello politico, piuttosto era implicito nella politica antiproibizionista e nel dissenso nei confronti di qualsiasi approccio illiberale e antidemocratico.
Prima di allora il rapporto tra scienza e politica era stato affrontato solo per ciò che riguarda il [[nucleare]], ed in particolare il nucleare civile, e gli [[Organismo geneticamente modificato|OGM]].
 
Nel corso dell'elezione on-line di un terzo dei dirigenti radicali, con la " ''Lista aperta antiproibizionista sulla scienza, sulle droghe, sui diritti individuali, religiosi, politici, economici e sessuali'' " [[Luca Coscioni]], un professore universitario di economia che si era ammalato di sclerosi laterale amiotrofica, attirava l'attenzione su di sé, raccontava la sua storia e i suoi obiettivi, e veniva eletto al "''Comitato di Coordinamento dei radicali''".
 
La sua partecipazione alla vita del movimento radicale ha posto la ''libertà di ricerca scientifica'', ed in particolare quella sulle [[staminali embrionali]], come una delle battaglie prioritarie per i radicali e per l'Italia.
 
Dalle elezioni del 2001 in poi per i soggetti delle liste radicali, la battaglia per la ''libertà di ricerca scientifica'' è totalmente iscritta all'interno di un impegno di una laicità dello Stato e per la libertà individuale
 
La lista Bonino, di cui Coscioni era capolista appoggiato da 51 Premi Nobel e circa 800 tra scienziati e uomini di cultura, cercava di portare il problema dell'etica della ricerca al centro del dibattito politico, e lo faceva, richiamandosi al pluralismo elettorale, tramite sit-in davanti al Quirinale, tramite il [[satyagraha]] di [[Emma Bonino]] e [[Luca Coscioni]].
 
Mentre [[Rutelli]] e [[Berlusconi]], in quegli anni leader dei due poli, consideravano il problema semplicemente una 'questione di coscienza' che non poteva essere terreno di scontro politico, per i radicali, al contrario, proprio il fatto che si trattasse di 'questioni di coscienza' era il fattore che conferiva a questi temi la loro politicità.
È proprio su questo punto che i radicali chiamano in causa la libertà di scelta personale, quando invece per le gerarchie ecclesiastiche e per il sistema di potere clericalista in questi casi il principio del pluralismo non dovrebbe essere applicato.
 
A seguito del risultato elettorale del [[2001]], nel [[2002]] [[Luca Coscioni]] e i radicali fondavano l'''[[Associazione Luca Coscioni]]'', il 22 e il 23 dicembre si teneva il ''I Congresso dell'Associazione Luca Coscioni'': il progetto era quello di sollecitare un vasto dibattito pubblico, contrastare le varie forme di pressione politica, fideistica o culturale, che si oppongono alla libertà di ricerca.
Nel 2002 l'''Associazione'' e i ''[[Radicali Italiani]]'' dovevano impegnarsi sulla ''[[fecondazione artificiale]]'', tema divenuto scottante per l'ambito politico e bioetico,
a seguito della proposta di legge della ''[[Casa delle Libertà]]'' che nel [[2004]] sarebbe approvata come legge 40.
La proposta era, a giudizio del fronte laico, fortemente proibizionista e per questo l'''[[Associazione Luca Coscioni]]'' e i ''[[Radicali Italiani]]'' avviavano una campagna referendaria, dopo aver manifestato davanti al ''[[Senato della Repubblica]]'' prima, in occasione dell'approvazione della legge 40 al ''Senato'', in piazza Montecitorio poi, quando il disegno passava anche alla ''[[Camera dei deputati]]''.
 
Il 25 marzo [[2004]] avevano depositato in ''[[Corte di Cassazione]]'' quattro referendum, uno che mirava ad abrogare la legge totalmente, gli altri tre solo parzialmente.
La ''[[Cgil]]'' e altri esponenti della sinistra avevano presentato un referendum di abrogazione parziale della legge.
Anche in questa occasione, due esponenti radicali, [[Rita Bernardini]] e [[Daniele Capezzone]], ricorrevano allo sciopero della fame per denunciare l'assenza di legalità dell'informazione sui temi referendari.
 
[[File:Logo associazione.png|150px|left]]
Le firme sono raccolte per tutti e quattro i quesiti, parallelamente a vari convegni e manifestazioni che miravano a mantenere alto l'interesse e l'attenzione dei cittadini su questioni tanto importanti.
Uno degli eventi più significativi, il 7-8 dicembre [[2004]], era ospitato dal ''[[Parlamento Europeo]]'': ''"Laicità e religione: le emergenze Francia Italia e Spagna".
L'[[anticlericalismo]] in questo contesto diveniva la chiave dell'iniziativa politica dei radicali, che sottoponevano i problemi etici italiani ad un'analisi di più ampio respiro, un'analisi che tentasse di chiarire la natura e l'importanza della laicità e degli scontri in atto, ponendo l'attenzione però su un punto di vista, che se non nuovo, era sicuramente poco considerato nel panorama delle opinioni più discusse: era quello dei cattolici (teologi, ecclesiaistici, laici) favorevoli alla ''[[fecondazione assistita]]'', alla libertà di ricerca.
 
Il 13 gennaio [[2005]] i giudici della ''[[Corte costituzionale della Repubblica italiana|Corte Costituzionale]]'', al termine della [[Camera di Consiglio]], decidevano l'ammissibilità solo dei quattro referendum di abrogazione parziale della legge.
Il cardinale [[Camillo Ruini]], presidente della [[Conferenza Episcopale Italiana|Cei]], invitava i cittadini ad astenersi dal voto, perché sebbene sulla vita non si possa nemmeno votare, la legge già salvaguarda e considera i criteri essenziali, il voto la peggiorerebbe senz'altro.
Contro queste dichiarazioni si levano sia i laici, sia i cristiani non cattolici, ma anche quei cattolici che dichiarano inaccettabile l'incitamento ai fedeli di boicottare un referendum che regola la vita civile di un paese.
 
Il 12 e 13 giugno sono stati votati i quattro referendum per l'abrogazione parziale della legge 40/2004.
L'astensionismo raggiunge il 74.4%.
 
Nell'autunno 2004 grazie al suo status consultivo presso il Consiglio economico e sociale Nazioni Unite, il Partito Radicale Transnazionale, grazie all'attività dell'''[[Associazione Luca Coscioni]]'', aveva organizzato un incontro durante la 60ª sessione della ''Commissione diritti umani dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]]'' a Ginevra, alla quale avevano partecipato scienziati e ricercatori europei e americani, nonché più di 50 Premi Nobel per lanciare un appello.
Considerando il ''Patto Internazionale sui Diritti Economici e Sociali e Culturali'', ci si appellava all'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] affinché si respingesse ogni proposta volta a proibire la ''ricerca scientifica'' sulle [[staminali embrionali]].
Le proposte in effetti erano venute dal [[Costa Rica]], seguita da Stati Uniti, Spagna e Italia, che presentava nel 2003 una bozza per estendere la "''Convenzione Internazionale contro la clonazione riproduttiva dell'essere umano''" anche alla clonazione terapeutica, convenzione che doveva essere stilata da un ''Comitato Ad Hoc'' nominato nel [[2001]] dall'[[Assemblea generale delle Nazioni Unite|Assemblea generale]].<ref>[http://daccessdds.un.org/doc/UNDOC/GEN/N03/330/84/PDF/N0333084.pdf?OpenElement Documento del Costa Rica alle Nazioni Unite]</ref>
Anche il Vaticano, in qualità di ''osservatore permanente di Stato non membro'', presentava per l'occasione all'[[Assemblea generale delle Nazioni Unite|Assemblea generale]] una dichiarazione in cui la clonazione riproduttiva e quella terapeutica erano messe alla stessa stregua, la differenza tra le due veniva definita del tutto "superficial".<ref>[http://www.holyseemission.org/30sep2003.html Discorso della Santa Sede alle Nazioni Unite]</ref>
 
Sulla scia dei lavori cominciati per l'appello, l'[[Associazione Luca Coscioni]] preparava il ''I Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica''.
Questo congresso, il primo dopo la scomparsa prematura del fondatore del soggetto, si svolgeva il 16-17 e 18 febbraio [[2006]] e si proponeva di rilanciare un nuovo appello contro la proibizione della ricerca sulle [[staminali embrionali]], di effettuare un adeguato monitoraggio della situazione della libertà della scienza nei singoli paesi, favorendo confronti sulle questioni connesse, e di organizzare iniziative volte a battere privilegi e posizioni oscurantiste e repressive.
 
== Oltre il partito e le nazioni: la trasformazione in Partito Radicale Transnazionale ==
Dopo lunghe discussioni in seno al Pr, il Consiglio Federale del Partito riunito a [[Trieste]] dal 2 al 6 gennaio [[1988]] decide di sciogliersi e di confluire nel [[Partito Radicale Transnazionale]], che nascerà l'anno seguente. A partire da allora, gli esponenti radicali si sono presentati alle varie tornate elettorali sotto le insegne della lista [[Antiproibizionismo#Organizzazioni antiproibizioniste italiane|Antiproibizionisti sulla Droga]] (dal 1989 al 1992)<ref>Scelta che comportò un contenzioso, in sede di rimborsi elettorali negati dalla presidente della Camera Jotti: v. ((https://www.academia.edu/11432609/Autocrinia_e_riparto_del_finanziamento_pubblico)).</ref>, della [[Lista Pannella]] (dal 1992 al 1999), della [[Lista Bonino]] (dal 1999 al 2009), della [[Lista Bonino Pannella]] (dal 2009 al 2013) e della [[Lista Amnistia Giustizia Libertà]] (nel 2013).
 
== Struttura ==
=== Organi nazionali ===
==== SegretariSegretario ====
* [[Mario Pannunzio]] (1956-1959)
* [[Leopoldo Piccardi]], [[Arrigo Olivetti]], [[FrancoFrancesco Libonati (politico)|Francesco Libonati]] (1959-1962)
* [[Bruno Villabruna]] (1962-1963)
* [[Luca Boneschi]], [[Vittorio Luppi]], [[Marco Pannella]] (1963-1967)
* [[Gianfranco Spadaccia]] (1967-1968)
* [[Mauro Mellini]] (1968-1969)
* [[Angiolo Bandinelli]] (1969-1970)
* [[Roberto Cicciomessere]] (1970-1971)
* [[Angiolo Bandinelli]] (2ª volta, 1971-1973)
* [[Giulio Ercolessi]] (1973-1974)
* [[Gianfranco Spadaccia]] (2ª volta, 1974-1976)
* [[Maria Adelaide Aglietta]] (1976-1978)
* [[Jean Fabre]] (1978-1979)
* [[Giuseppe Rippa]] (1979-1980)
* [[Francesco Rutelli]] (1980-1981)
* [[Marco Pannella]] (2ª volta, 1981-1983)
* [[Roberto Cicciomessere]] (2ª volta, 1983-1984)
* [[Giovanni Negri]] (1984-1988)
*[[Sergio Stanzani]] (1988-1993)<ref>{{Cita web|url=http://www.radioradicale.it/scheda/25324/25351-il-neo-eletto-segretario-del-partito-radicale|titolo=Il neo eletto segretario del Partito Radicale|editore=Radio Radicale}}</ref>
*[[Emma Bonino]] (1993-1995)<ref>{{Cita web|url=http://www.emmabonino.it/biografia_eb|titolo=Biografia di Emma Bonino}}</ref>
*[[Olivier Dupuis]] (1995-2003)<ref>{{Cita web|url=http://stradeonline.it/component/contact/contact/96|titolo=Biografia di Olivier Dupuis}}</ref>
*[[Demba Traoré]] (2011-2016)<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.radicalparty.org/it/content/risultato-votazioni-seconda-sessione-del-39-congresso-del-partito-radicale-nonviolento-trans|titolo=Risultato votazioni - Seconda sessione del 39º Congresso del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito}}</ref>
 
==== PresidentiPresidente ====
* [[Elio Vittorini]] (1962-19641962–1964)
* [[Gianfranco Spadaccia]] (1964-19671964–1967)
* [[Marco Pannella]] (1967-19751967–1975)
* [[Adele Faccio]] (1975-19761975–1976)
*[[ Marco Pannella]] (2ª volta, 1976-19811976–1981)
* [[Enzo Tortora]] (1981-19861981–1986)
*[[ Marco Pannella]] (3ª volta, 1986-19891986–1989)
*[[Sergio Stanzani]] (2011-2013)<ref name=":0" />
 
=== Capogruppo alla Camera dei deputati ===
== Congressi ==
'''Congressi nazionali (come Partito Radicale)'''
*I Congresso - [[Roma]], 27-28 febbraio 1959
*II Congresso - Roma, 26-28 maggio 1961
*III Congresso - [[Bologna]], 12 maggio 1967
*IV Congresso - [[Firenze]], 4-5 novembre 1967
*V Congresso - [[Ravenna]], 2-4 novembre 1968
*VI Congresso - [[Milano]], 1-3 novembre 1969
*VII Congresso - Roma, 9-10 maggio 1970
*VIII Congresso - [[Napoli]], 1-3 novembre 1970
*IX Congresso - Milano, 14 febbraio 1971
*X Congresso - Roma, 31 ottobre-2 novembre 1971
*XI Congresso - [[Torino]], 1-3 novembre 1972
*XII Congresso - Roma, 7-8 luglio 1973
*XIII Congresso - [[Verona]], 1-3 novembre 1973
*XIV Congresso - Milano, 1-4 novembre 1974
*XV Congresso - Firenze, 4 novembre 1975
*XVI Congresso - Roma, 16-18 luglio 1976
*XVII Congresso - Napoli, 1-4 novembre 1976
*XVIII Congresso - Roma, 7-8 maggio 1977
*XIX Congresso - Bologna, 29 ottobre-1º novembre 1977
*XX Congresso - [[Bari]], 15 novembre 1978
*XXI Congresso - Roma, 29 marzo-3 aprile 1979
*XXII Congresso - [[Genova]], 31 ottobre-4 novembre 1979
*XXIII Congresso - Roma, 7-9 marzo 1980
*XXIV Congresso - Roma, 31 ottobre-4 novembre 1980
*XXV Congresso - Roma, 5-7 giugno 1981
*XXVI Congresso - Firenze, 28 ottobre-1º novembre 1981
*XXVII Congresso - Bologna, 28 ottobre-1º novembre 1982
*XXVIII Congresso - Roma, 13-15 maggio 1983
*XXIX Congresso - [[Rimini]], 28 ottobre-1º novembre 1983
*XXX Congresso - Roma, 31 ottobre-4 novembre 1984
*XXXI Congresso - Firenze, 30 ottobre-3 novembre 1985
*XXXII Congresso - Roma, 29 ottobre-2 novembre 1986; 26 febbraio-1º marzo 1987 ( [http://www.radicalparty.org/it/content/mozione-generale-approvata-dal-xxxii-congresso-ii-sessione-del-pr-roma-26-27-28-febbraio-e-1 mozione] )
*XXXIII Congresso - Roma, 25-26 aprile 1987
*XXXIV Congresso - Bologna, 2-6 gennaio 1988
'''Congressi transnazionali (come Partito Radicale Transnazionale)'''
*XXXV Congresso - [[Budapest]], 22-26 aprile 1989
*XXXVI Congresso - Roma, 29 febbraio-3 marzo 1992; 4-7 febbraio 1993
*XXXVII Congresso - Roma, 7-8 aprile 1995 ( [http://www.radicalparty.org/it/content/xxxvii%C2%BA-congresso-del-partito-radicale-roma-7-e-8-aprile-1995 mozione] )
*XXXVIII Congresso - [[Ginevra]], 4-7 aprile 2002 ( [http://www.radicalparty.org/it/content/il-38%C2%B0-congresso-del-partito-radicale-transnazionale-riunito-ginevra-dal-4-al-7-di-aprile-20 mozione] ); [[Tirana]], 31 ottobre-3 novembre 2002
*XXXIX Congresso - [[Chianciano]], 17-20 febbraio 2011 ( [http://www.radicalparty.org/it/content/39-congresso-del-partito-radicale-nonviolento-transnazionale-e-transpartito-la-mozione-gene-1 mozione] )
*XL Congresso - Roma (Carcere di Rebibbia) 1-3 settembre 2016 ( [http://www.radicalparty.org/it/content/mozione-generale-del-40esimo-congresso-straordinario-del-partito-radicale-nonviolento-transn mozione] )
 
* 15 luglio 1976 – 21 aprile 1978: [[Marco Pannella]], <small>vice: [[Adele Faccio]]</small>
== Politici ed iscritti ==
* 21 aprile 1978 – 20 dicembre 1978: [[Emma Bonino]], <small>vice: [[Mauro Mellini]]</small>
=== Attuale dirigenza politica (2016-)<ref>L'attuale presidenza del partito è stata eletta con la [http://www.radicalparty.org/it/content/mozione-generale-del-40esimo-congresso-straordinario-del-partito-radicale-nonviolento-transn mozione generale] del XL Congresso.</ref> ===
* 19 gennaio 1979 – 19 giugno 1979: [[Mauro Mellini]], <small>vice: [[Francesco De Cataldo]]</small>
{{MultiCol}}
* 5 luglio 1979 – 20 agosto 1979: Marco Pannella, <small>vice: [[Emma Bonino]]</small>
* [[Angiolo Bandinelli]]
* 20 agosto 1979 – 8 gennaio 1982: [[Maria Adelaide Aglietta]], <small>vice: Emma Bonino & [[Roberto Cicciomessere]]</small>
* [[Antonella Casu]] (coordinatore)
* 8 gennaio 1982 – 11 luglio 1983: Emma Bonino, <small>vice: [[Francesco Roccella]] & [[Alessandro Tessari]] & [[Domenico Pinto]]</small>
* [[Antonio Cerrone]]
* 5 ottobre 1983 – 6 marzo 1984: Marco Pannella, <small>vice: Mauro Mellini</small>
* [[Deborah Cianfanelli]]
* 6 marzo 1984 – 13 novembre 1984: [[Roberto Cicciomessere]], <small>vice: [[Giovanni Negri]] & [[Gianfranco Spadaccia]]</small>
* [[Elisabetta Zamparutti]]
* 26 novembre 1984 – 13 maggio 1988: [[Francesco Rutelli]], <small>vice: Gianfranco Spadaccia, poi Mauro Mellini & [[Massimo Teodori]]</small>
* [[Giuseppe Rippa]]
* 13 maggio 1988 – 22 aprile 1992: [[Giuseppe Calderisi]], <small>vice: Mauro Mellini & Massimo Teodori & [[Maria Adelaide Aglietta]]</small>
{{ColBreak}}
* 6 maggio 1992 – 14 aprile 1994: Marco Pannella, <small>vice: Roberto Cicciomessere</small>
* [[Giuseppe Rossodivita]]
* [[Irene Testa]]
* [[Marco Beltrandi]]
* [[Maria Antonietta Farina Coscioni]]
* [[Mariano Giustino]]
* [[Matteo Angioli]]
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* [[Maurizio Bolognetti]]
* [[Maurizio Turco]] (coordinatore e legale responsabile)
* [[Rita Bernardini]] (coordinatore)
* [[Sergio D'Elia]] (coordinatore)
* [[Valter Vecellio]]
{{EndMultiCol}}
 
== Congressi ==
Ex dirigenti politici del passato:
* I Congresso - [[Roma]], 27-28 febbraio 1959
{{MultiCol}}
* II Congresso - Roma, 26-28 maggio 1961
* [[Adelaide Aglietta]]
* III Congresso - [[Bologna]], 12 maggio 1967
* [[Adele Faccio]]
* IV Congresso - [[Firenze]], 4-5 novembre 1967
* [[Adriano Sofri]]
* V Congresso - [[Ravenna]], 2-4 novembre 1968
* [[Aldo Ajello]]
* VI Congresso - [[Milano]], 1-3 novembre 1969
* [[Aldo Loris Rossi]]
* VII Congresso - Roma, 9-10 maggio 1970
* [[Angelo Pezzana]]
* VIII Congresso - [[Napoli]], 1-3 novembre 1970
* [[Benedetto Della Vedova]]
* IX Congresso - Milano, 14 febbraio 1971
* [[Bruno Mellano]]
* X Congresso - Roma, 31 ottobre-2 novembre 1971
* [[Daniele Capezzone]]
* XI Congresso - [[Torino]], 1-3 novembre 1972
* [[Domenico Modugno]]
* XII Congresso - Roma, 7-8 luglio 1973
* [[Donatella Poretti]]
* XIII Congresso - [[Verona]], 1-3 novembre 1973
* [[Elio Vito]]
* XIV Congresso - Milano, 1-4 novembre 1974
* [[Emma Bonino]]
* XV Congresso - Firenze, 4 novembre 1975
* [[Enzo Tortora]]
* XVI Congresso - Roma, 16-18 luglio 1976
* [[Ernesto Rossi]]
* XVII Congresso - Napoli, 1-4 novembre 1976
* [[Filomena Gallo]]
* XVIII Congresso - Roma, 7-8 maggio 1977
* [[Francesca Scopelliti]]
* XIX Congresso - Bologna, 29 ottobre-1º novembre 1977
* [[Francesco Antonio De Cataldo|Franco De Cataldo]]
* XX Congresso - [[Bari]], 15 novembre 1978
* [[Francesco Rutelli]]
* XXI Congresso - Roma, 29 marzo-3 aprile 1979
{{ColBreak}}
* XXII Congresso - [[Genova]], 31 ottobre-4 novembre 1979
* [[Franco Corleone]]
* XXIII Congresso - Roma, 7-9 marzo 1980
* [[Gaetano Quagliariello]]
* XXIV Congresso - Roma, 31 ottobre-4 novembre 1980
* [[Gianfranco Dell'Alba]]
* XXV Congresso - Roma, 5-7 giugno 1981
* [[Gianfranco Spadaccia]]
* XXVI Congresso - Firenze, 28 ottobre-1º novembre 1981
* [[Gianluigi Melega]]
* XXVII Congresso - Bologna, 28 ottobre-1º novembre 1982
* [[Gianni Elsner]]
* XXVIII Congresso - Roma, 13-15 maggio 1983
* [[Giovanni Negri]]
* XXIX Congresso - [[Rimini]], 28 ottobre-1º novembre 1983
* [[Giulio Ercolessi]]
* XXX Congresso - Roma, 31 ottobre-4 novembre 1984
* [[Giuseppe Calderisi]]
* XXXI Congresso - Firenze, 30 ottobre-3 novembre 1985
* [[Ilona Staller|Ilona Staller (Cicciolina)]]
* XXXII Congresso - Roma, 29 ottobre-2 novembre 1986; 26 febbraio-1º marzo 1987 ([http://www.radicalparty.org/it/content/mozione-generale-approvata-dal-xxxii-congresso-ii-sessione-del-pr-roma-26-27-28-febbraio-e-1 mozione])
* [[Jean Fabre]]
* XXXIII Congresso - Roma, 25-26 aprile 1987
* [[Leonardo Sciascia]]
* XXXIV Congresso - Bologna, 2-6 gennaio 1988
* [[Lorenzo Strik Lievers]]
* [[Luca Coscioni]]
* [[Marco Boato]]
* [[Marco Cappato]]
* [[Marco Pannella]]
* [[Marco Perduca]]
* [[Marco Taradash]]
* [[Maria Antonietta Macciocchi]]
{{ColBreak}}
* [[Maria Luisa Galli]]
* [[Mariateresa Di Lascia]]
* [[Marino Busdachin]]
* [[Mario Staderini]]
* [[Massimo Teodori]]
* [[Matteo Mecacci]]
* [[Mauro Mellini]]
* [[Michele De Lucia]]
* [[Mimmo Pinto]]
* [[Mina Welby]]
* [[Olivier Dupuis]]
* [[Paolo Vigevano]]
* [[Pier Paolo Segneri]]
* [[Piero Welby]]
* [[Pietro Milio]]
* [[Pio Rapagnà]]
* [[Roberto Cicciomessere]]
* [[Rocco Berardo]]
* [[Sergio Stanzani]]
* [[Silvio Viale]]
* [[Toni Negri]]
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=== Personaggi famosi iscritti e simpatizzanti (in passato o attuali) ===
{{MultiCol}}
* [[Domenico Modugno]]
* [[Franco Battiato]]
* [[Marco Bellocchio]]
* [[Eugenio Bennato]]
* [[Gigi D'Alessio]]
* [[Luigi De Marchi (psicologo)|Luigi De Marchi]]
* [[Stefano Disegni]]
* [[Antonella Elia]]
{{ColBreak}}
* [[Oriana Fallaci]]
* [[Salvatore Ferraro (1967)|Salvatore Ferraro]]
* [[Valerio Fioravanti]]
* [[Giuseppe Gulotta]]
* [[Eugène Ionesco]]
* [[Francesca Mambro]]
* [[Myrta Merlino]]
* [[Pier Paolo Pasolini]]
{{ColBreak}}
* [[Fernanda Pivano]]
* [[Adriano Sofri]]
* [[Raffaele Sollecito]]<ref>[http://www.lavocedinewyork.com/Intervista-a-New-York-con-Raffaele-Sollecito-La-giustizia-italiana-e-come-una-roulette-/d/1949/ Intervista a New York con Raffaele Sollecito: "La giustizia italiana è come una roulette"]</ref>
* [[Oliviero Toscani]]
* [[Giulio Terzi di Sant'Agata]]
* [[Ugo Tognazzi]]
* [[Vasco Rossi]]
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== Risultati elettorali ==
{| class="wikitable" style=width:49%;text-align:center
|- bgcolor="EFEFEF"
|colspan=2; !width=50% colspan=2| Elezione
!width=2050%|Lista
!width=20%|Voti
!width=15%|%
!width=15%|Seggi
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italianein Italia del 1958|Politiche 1958]]
!align=left|<small>Camera</small>
|align=center|[[Partito Repubblicano Italiano|PRI]]-Partito Radicale<ref>[http{{cita testo|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/liste.php?tp=C&dt=25/05/1958&cta=I&tpEnte=A&tpSeg=C&numEnte=0&sut1=&sut2=&sut3=&descEnte=&descArea=ITALIA&codTipoSegLeader= |titolo=Fonte Ministero dell'Interno]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080925112239/http://elezionistorico.interno.it/liste.php?tp=C&dt=25%2F05%2F1958&cta=I&tpEnte=A&tpSeg=C&numEnte=0&sut1=&sut2=&sut3=&descEnte=&descArea=ITALIA&codTipoSegLeader= }}</ref>
|align=center|405.574
|align=center|1,37
|align=center|6{{Seggi|0|596|P}}<ref>DiL'alleanza cuielesse sei deputati, nessuno dei quali iscritto al Partito Radicale.</ref>
|-
!align=left|<small>Senato</small>
Riga 595 ⟶ 265:
|align=center|-
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italianein Italia del 1968|Politiche 1968]]
!align=left|<small>Camera</small>
|align=center|Partito Radicale<ref>[http{{cita testo|url=https://elezionistorico.interno.gov.it/index.php?tpel=C&dtel=19/05/1968&tpa=I&tpe=A&lev0=0&levsut0=0&es0=S&ms=S |titolo=Fonte Ministero dell'Interno]}}</ref>
|align=center|1.540<ref>Lista presentata nella sola circoscrizione [[Provincia dicircoscrizione Milano|Milano]]-[[Provincia di Pavia|Pavia]].</ref>
|align=center|0,00
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|-
!align=left|<small>Senato</small>
Riga 608 ⟶ 278:
|align=center|-
|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italianein Italia del 1976|Politiche 1976]]
!align=left|<small>Camera</small>
|align=center|Partito Radicale
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|align=center|1,07
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|-
!align=left|<small>Senato</small>
Riga 619 ⟶ 289:
|align=center|265.947
|align=center|0,85
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|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italianein Italia del 1979|Politiche 1979]]
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|-
!align=left|<small>Senato</small>
Riga 632 ⟶ 302:
|align=center|413.478
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|-
|- bgcolor=lightblue
!colspan=2; align=left|[[Elezioni europee del 1979 (in Italia)|Europee 1979]]
|align=center|Partito Radicale
|align=center|1.283.512
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|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italianein Italia del 1983|Politiche 1983]]
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|-
!align=left|<small>Senato</small>
Riga 652 ⟶ 322:
|align=center|548.863
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|-
|- bgcolor=lightblue
!colspan=2; align=left|[[Elezioni europee del 1984 (in Italia)|Europee 1984]]
|align=center|Partito Radicale
|align=center|1.197.490
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|-
!rowspan=2; align=left|[[Elezioni politiche italianein Italia del 1987|Politiche 1987]]
!align=left|<small>Camera</small>
|align=center|Partito Radicale
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|-
!align=left|<small>Senato</small>
Riga 672 ⟶ 342:
|align=center|572.461
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|align=center|3{{Seggi|5|315|P}}
|}
 
Riga 679 ⟶ 349:
 
== Voci correlate ==
* [[RadicalismoLista Marco Pannella]]
* [[Radicalismo in Italia]]
* [[Partito Radicale Italiano]]
* [[Partito Radicale Transnazionale]]
* [[Associazione Politica Nazionale Lista Marco Pannella]]
* [[Radicali Italiani]]
* [[Radicalismo]]
* [[Delegazione Radicale nel PD]]
* [[Radicalismo in Italia]]
* [[+Europa]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
*{{cita web|http://www.radicalparty.org|RadicalParty.org - sito web del Partito Radicale Transnazionale}}
*{{cita web|http://www.patriaeuropea.it/|Patria Europea - sito web dell'Associazione Radicale Esperanto}}
*{{cita web|http://www.lucacoscioni.it/|LucaCoscioni.it - sito web dell'Associazione Luca Coscioni}}
*{{cita web|http://www.npwj.org/|Npwj.org - sito web di Non c'è Pace Senza Giustizia}}
*{{cita web|http://www.nessunotocchicaino.it/|NessunoTocchiCaino.it - sito web di Nessuno Tocchi Caino}}
*{{cita web|http://www.rientrodolce.org|RientroDolce.org - sito web dell'Associazione radicale Rientrodolce}}
*{{cita web|http://www.certidiritti.it|CertiDiritti.it - sito web di Certi Diritti}}
*{{cita web|http://www.anticlericale.net|Anticlericale.net - sito web di Anticlericale.net}}
*Registrazioni audiovideo integrali dei [http://www.radioradicale.it/organizzatori/laici-socialisti-liberali-radicali Radicali Italiani] sul sito di [http://www.radioradicale.it Radio Radicale]
 
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[[Categoria:Partito Radicale (Italia)| ]]
 
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