Niðhad: differenze tra le versioni

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[[File:Völund on ardre 01.png|thumb|upright=1.4|Da sinistra: La figlia di Níðuð, Völund in forma di aquila mentre si allontana volando, la sua fucina e i figli morti di Níðuð nascosti dietro essa. Pietra Ardre VIII.]]
 
Re '''Niðhad''' ('''Níðuðr''' o '''Niðung''') era un regnante malvagio della tradizione germanica. Appare nelnella ''[[Völundarkviða]]'' come '''Níðuðr''', come '''Niðung''' nella ''[[Þiðrekssaga]]'' e come '''Niðhad''' nei poemi anglosassoni ''[[Deor]]'' e ''[[Waldere]]''.
 
La leggenda di Níðuðr e [[Weland_il_fabbro|Weland]] appare anche sulla [[Pietre_di_Ardre|pietra Ardre VIII]] di [[Gotland]], [[Svezia]], risalente all'[[VIII secolo]] e probabilmente sul pannello frontale del [[cofanetto Franks]], di fattura anglosassone e risalente allo stesso periodo della stele. Tuttavia Austin Simmons ha recentemente avanzato l'ipotesi che la figura sullo scrigno sia la figlia del Re, [[Bodvild|Beadohilde]], rappresentata due volte.<ref>[http://homeros.godsong.org/FRANKS_CASKET.pdf A recent paper on the Franks Casket, resolving many long-standing artistic and linguistic problems.] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120303013402/http://homeros.godsong.org/FRANKS_CASKET.pdf |data=3 marzo 2012 }}</ref>
 
===''Völundarkviða''===
NelNella Völundarkviða,<ref>[http://www.sacred-texts.com/neu/poe/poe17.htm ''The Lay of Völund'', in translation by Henry A. Bellows, at Northvegr.]</ref> Níðuðr, sembrare esseredei unNíárar re(forse gli antichi abitanti di [[Närke]]) (reo, deicome Njararaltrimenti è detto, unare popolazionedi germanica[[Svezia|Svíþjóð]], realmenteha vissutatre infigli, quelladue regione)maschi chee ordinauna ragazza, la catturamaggiore, dichiamata [[Weland_il_fabbroBodvild|VölundBöðvildr]]. Una volta preso,notte Níðuðr confinae Völundi sull'isolasuoi diuomini Sævarstaðirpenetrano in Ulfdalir ("le valli dei lupi") e locatturano riducenel insonno schiavitùil obbligandolofabbro a[[Weland forgiareil tesorifabbro|Völundr]] che ivi dimora. L'anelloVölundr dellaviene mogliemutilato didei Völundtendini vadelle agambe [[Bodvild]],e lacostretto figliaa dellavorare per il re su un isolotto nel mare, ildonde qualenon invecepossa scappare. Níðuðr prende per sé la spada deldi Völundr e dona a Böðvildr un anello rubato al fabbro.
 
Un giorno i due figlioletti di Níðuðr vengono all'isola di Völundr per vedere i tesori della sua fucina. Völundr dice loro di tornare in segreto. Quando questi tornano, Völundr li decapita e usa i loro teschi per fare coppe per il re e gli occhi per fare gioielli per la regina e i denti per fare collane per Böðvildr.
Per vendetta, Völund uccide i figli del re quando vanno a visitarlo di nascosto e fabbrica calici dai loro teschi, gioielli dai loro occhi e fermagli dai loro denti. Manda poi i calici al re, i gioielli alla regina e le spille alla loro figlia. Quando Bodvild ridà l'anello a Völund per esser perdonata, egli lo accetta e la seduce, concepisce un figlio e scappa con ali fabbricate da lui stesso.
 
Una volta Böðvildr viene alla fucina per far riparare l'anello che si era rotto. Völundr le dà una bevanda drogata e giace con lei e la principessa rimane incinta. Poi Völundr spicca il volo e giunge al palazzo di Níðuðr. Níðuðr siede triste nella sua sala per la scomparsa dei figli e interroga Völundr sulla loro sorte. Il fabbro fa giurare al re che non verrà arrecato alcun male alla sua compagna e a suo figlio (cioè a Böðvildr e al bambino che porta in grembo), poi rivela a Níðuðr tutta la sua vendetta: l'uccisione dei figli e la violazione della principessa. Níðuðr vorrebbe uccidere Völundr, ma nessuno è tanto alto e forte da raggiungerlo ora che vola, e il fabbro se ne va. Níðuðr manda a chiamare Böðvildr e scopre che le parole di Völundr erano tutte vere.
===''Þiðrekssaga''===
La parte del poema relativa al personaggio è conosciuta come "Velent þáttr smiðs" e presenta Niðung nelle vesti di re dello [[Jutland]].<ref>[http://www.xs4all.nl/~ppk/nibelung/sum.htm#VI A summary of ''Þiðrekssaga'' at a personal site.]</ref> [[Weland_il_fabbro|Velent]], un maestro forgiatore, arriva nel regno di Niðung, il quale lo accetta cortesemente alla sua corte. Un giorno Velent perde il coltello di re Niðung ma gliene fabbrica un altro in segreto. Quando Niðung scopre che il coltello taglia meglio di quanto non facesse di solito, chiede spiegazioni a Velent il quale mente e afferma che è tutta opera di Amilias, il fabbro di corte.
 
==''Þiðrekssaga''==
Niðung, sospettoso, convoca i due fabbri per una prova: Velent avrebbe dovuto forgiare una spada, Amilias un'armatura ed infine il primo avrebbe dovuto provare ad uccidere il secondo. Tuttavia, quando Velent è in procinto di iniziare la sua opera, nota che i suoi attrezzi sono scomparsi. Già sospettoso che Regin il capotribù fosse un ladro, Velent crea una sua statua tanto realistica da sembrare viva. Niðung capisce che quel Velent è proprio il famoso [[Weland_il_fabbro|Velent il mastro forgiatore]], che così riottiene i suoi attrezzi.
[[File:Walther von Kerlingen und Hartunc.png|upright=1.4|thumb|Gualtiero in combattimento, probabilmente mentre impugna Mimung.]]La parte del poema relativa al personaggio è conosciuta come "Velent þáttr smiðs" e presenta Niðungr nelle vesti di re dello [[Jutland]].<ref>
''The saga of Thidrek of Bern'', translated by Edward R. Hayes,
New York etc. Garland, 1988. Vedi anche [https://www.xs4all.nl/~ppk/nibelung/sum.htm#VI A summary of ''Þiðrekssaga'' at a personal site.] </ref>
 
Un giorno giunge alla sua corte il giovane fabbro [[Weland il fabbro|Velent]], reduce di un lungo viaggio. Niðungr lo accoglie di buon grado e Velent dà presto prova della sua abilità nel lavorare i metalli. Amilias, il fabbro di corte, invidioso delle capacità del ragazzo, sfida Velent a costruire una spada che sia in grado di perforare la sua migliore armatura. Velent forgia due spade, la famosa [[Mimung]] e un'altra del tutto identica ma di peggior fattura. Il giorno della sfida la spada Mimung taglia a metà l'armatura e lo stesso Amilias che la indossava. Quindi Velent offre in dono a Niðungr la seconda spada, facendo credere al sovrano che si tratti della stessa Mimung.
Velent forgia lo spadone Mimung e un'altra spada. Quando i due iniziano a combattere, Velent infligge ad Amilias un colpo così preciso da non fargli accorge d'esser stato tagliato a metà fin quando non gli chiede di scuotersi. Così Amilias muore. A questo punto Niðung reclama lo spadone Mimung ma Velent gli consegna l'altra che è una sua copia perfetta.
 
Dopo qualche tempo Niðungr parte per una spedizione militare, ma all'indomani della battaglia scopre di non avere con sé la pietra della vittoria (una sorta di amuleto portafortuna) e promette a chi gliele avesse recuperate metà del regno e la propria figlia in sposa. Velent riesce nell'impresa, ma, di ritorno al campo, viene assalito dagli uomini del re che desiderano riscuotere il premio al posto suo. Nella mischia Velent uccide un ufficiale, scatenando l'ira di Niðungr. Il re non solo gli nega la ricompensa, ma addirittura gli fa tagliare i tendini delle gambe perché non possa fuggire e lo costringe a lavorare per lui nella fucina giorno e notte.
Tempo dopo, durante una spedizione di guerra, Niðung si accorge d'aver dimenticato ''Sigerstein'', la sua magica pietra della vittoria. Disperato, offre sua figlia al cavaliere che gli avrebbe riportato la pietra prima della mattina seguente. Velent torna indietro a prendere la pietra ma trova un altro cavaliere a reclamare lei e la principessa. Velent uccide il cavaliere e questo fa molto arrabbiare Niðung. Il fabbro è costretto a lasciare il regno.
 
Velent inizia allora a preparare la vendetta: uccide i figlioletti del re che sono venuti a chiedergli delle frecce per la caccia e usa le loro ossa per fabbricare oggetti per il sovrano.
Velent torna travestito nel regno di Niðung e da alla figlia del re un filtro d'amore. Il piano fallisce grazie al pugnale magico della principessa che le mostra il pericolo prima di bere la pozione. Velent scambia allora il pugnale magico con un altro comune fatto da lui, ma quando la principessa nota che il nuovo pugnale è migliore del vecchio, il travestimento di Velent cade. Allora Niðung ordina che i tendini delle ginocchia di Velent siano tagliati e che lavori alla fucina.
Qualche tempo dopo anche la [[Bodvild|figlia di Niðungr]] si presenta alla fucina e chiede al fabbro di ripararle un anello rotto. Velent invece giace con lei e la principessa rimane incinta.
 
Nel frattempo il fratello di Velent, [[Egil|Egill]], giunge alla corte di Niðungr e porta con sé il figlioletto di tre anni. Il re lo vuole mettere alla prova e lo costringe a colpire con una singola freccia una mela posta sulla testa del bambino. Egill prepara tre frecce, scocca e colpisce il frutto al primo colpo. Quando il re gli chiede cosa volesse fare con le altre due frecce, Egill risponde che, se avesse per sbaglio ucciso il figlio con la prima, avrebbe indirizzato al re le restanti. Niðungr elogia la sincerità dell'arciere e lo accoglie nella corte. In questo modo Egill riesce a incontrare Velent, che con il suo aiuto fabbrica un paio di ali artificiali e fugge in volo dalla fucina. Velent si reca dapprima al palazzo di Niðungr e svela al re tutta la propria vendetta (l'uccisione dei figli e la violazione della figlia). Poi si innalza in cielo e volando si allontana. Niðungr, visto che il prigioniero sta fuggendo, ordina ad Egill di colpirlo, ma Egill, d'accordo col fratello, mira a una sacchetta di sangue che Velent si è legato sotto il braccio. Niðungr vede il sangue sprizzare e crede che il fuggiasco sia ferito a morte. In questo modo Velent riesce a salvarsi.
Aspettando il momento giusto per vendicarsi, Velent seduce e mette incinta la principessa e uccide i due figli di Niðung, facendo stoviglie con le loro ossa. Poi [[Egil]], il fratello di Velent arriva a corte. Niðung ordina ad Egil di colpire una mela sulla testa di suo figlio. Egil allora prepara due frecce ma centra il bersaglio con la prima. Alla domanda sul motivo della seconda freccia da parte del re, Egil risponde che se avesse ucciso suo figlio con la prima freccia, allora avrebbe scoccato l'altra contro il re. Questo racconto è direttamente comparabile con la leggenda del [[Guglielmo Tell]] e di Palnatoke ma al contrario del primo, il re non punisce l'eroe per la sua franchezza, anzi lo encomia.
 
Dopo la morte di Niðungr sale sul trono il principe Otvin, che si riconcilia con Velent e gli concede in sposa la sorella, già madre di suo figlio [[Vitige|Viðga]].
Per aiutare suo fratello, Egil spara agli uccelli e ne raccoglie le piume, dalle quali Velent fabbrica un paio di ali. Velent si lega una sacca piena di sangue alla vita e vola via. Niðung ordina ad Egil di uccidere suo fratello fuggiasco, ma l'arciere colpisce la sacca distraendo Niðung e permettendo così la fuga di Velent.
 
===''Deor''===
[[Image:Franks Casket vorne links.jpg|thumb|upright=1.4|Rappresentazione di Weland il fabbro reso storpio sul pannello frontale del [[cofanetto Franks]].]]
 
Nel poema [[Deor]] c'è una stanza che fa riferimento ad una versione in inglese antico della leggenda di WelandWelund il fabbro e la cattività alla corte di NithadNiðhad:
 
<blockquote>
{|
'''1.''' Welund tra le serpi conobbe sventura,
|
:Welund him be wurman wræces cunnade,
:anhydig eorlearfoþa dreag,
:hæfde him to gesiþþe sorge ond longaþ,
:wintercealde wræce; wean oft onfond,
:siþþan hine Niðhad onnede legde,
:swoncre seonobendeon syllan monn.
:Þæs ofereode,þisses swa mæg!
:-
:Beadohilde ne wæshyre broþra deaþ
:on sefan swa sarswa hyre sylfre þing,
:þæt heo gearoliceongieten hæfde
:þæt heo eacen wæs;æfre ne meahte
:þriste geþencan,hu ymb þæt sceolde.
:Þæs ofereode,þisses swa mæg!<ref>[http://www.kami.demon.co.uk/gesithas/readings/deor_oe.html ''Deor'' at the site of the society ''Ða Engliscan Gesiþas''.]</ref>
 
'''2.''' l'uomo risoluto patì sofferenze,
:Welund assaporava l'infelicità tra le serpi.
:L'eroe dal cuore robusto resisteva ai problemi
:ebbe pena e brama come i suoi compagni
:crudeltà fredda come l'inverno - si è trovato spesso nei guai
:Una volta Nithad lo mise ai ferri,
:flessibili catene di tendini sull'uomo migliore.
:Quello è passato; Passerà anche questo
:-
:per Beadohilde, la morte di suo fratello non ha causato
:tanta sofferenza per il suo cuore quanto il suo problema,
:ovvero l'aver prontamente percepito
:che fosse incinta; e non avrebbe potuto neanche
:immaginare come le cose sarebbero andate avanti senza provar paura.
:Quello è passato, passerà anche questo.<ref>[http://www.kami.demon.co.uk/gesithas/readings/deor_me.html Modern English translation by Steve Pollington, Published in Wiðowinde 100, at the site of the society ''Ða Engliscan Gesiþas''.]</ref>
|
|}
 
'''3.''' ebbe a compagni dolore e desiderio,
===''Waldere''===
[[File:Walther von Kerlingen und Hartunc.png|upright=1.4|thumb|left|Gualtiero in combattimento, probabilmente mentre impugna Mimung.]]
Nel "[[Waldere]]", un frammento in inglese antico, Niðhad è nominato insieme a Weland e Widia in una lode a Mimmung, la spada di [[Gualtiero_di_Aquitania|Waldere]] forgiata da Weland.
 
'''4.''' desolazione invernale; trovò spesso affanno
{|
|
:....... ... me ce bæteran
:buton ðam anum, ðe ic eac hafa,
:on stanfate stille gehided.
:Ic wat þæt hit dohte Ðeodric Widian
:selfum onsendon, ond eac sinc micel
:maðma mid ði mece, monig oðres mid him
:golde gegirwan, iulean genam,
:þæs ðe hine of nearwum Niðhades mæg,
:Welandes bearn, Widia ut forlet,
:ðurh fifela geweald forð onette.
 
'''5.''' dopo che Niðhad a lui impose vincoli,
:........... una spada migliore
 
:esclusa quella che che ho anche nel
'''6.''' flessuosi lacci a miglior uomo.
:suo fodero incrostato di pietra e che giace accanto.
 
:So che Teodorico pensava a Widia
'''7.''' Quello è passato, passerà anche questo.
:per mandarla con molti altri tesori,
 
:gioielli con la lama, e molto altro,
'''8.''' Beadohilde non fu per la morte dei suoi fratelli
:fatto d'oro; ricevette una ricompensa
 
:quando il consanguineo di Niðhad, Widia, figlio di Weland,
'''9.''' così affranta in cuore come per il suo proprio stato
:lo spedì in galera;
 
:attraverso una pressa di mostri avanzò rapido.'<ref>[http://www.brindin.com/porodch1.htm Translated by Louis Rodrigues.]</ref>
'''10.''' s'era con certezza accorta
|
 
|}
'''11.''' d'esser gravida; mai seppe
 
'''12.''' pensare fiduciosa cosa ne sarebbe stato.
 
'''13.''' Quello è passato, passerà anche questo.<ref>[http://www.maldura.unipd.it/dllags/brunetti/OE/TESTI/Elegies/DATI/testotra.html Traduzione italiano Università di Padova -Elegies/DEOR.]</ref>
</blockquote>
 
==''Waldere''==
Nel ''[[Waldere]]'', un frammento in inglese antico, Niðhad è nominato insieme a Weland e [[Witege|Widia]] in una lode a Mimmung, la spada di [[Gualtiero_di_Aquitania|Waldere]] forgiata da Weland.
 
<blockquote>
... una spada migliore esclusa quella che ho anche nel suo fodero incrostato di pietra e che giace accanto. So che [[Teodorico il grande|Ðeodric]] pensava a Widia per mandarla con molti altri tesori, gioielli con la lama, e molto altro, fatto d'oro; ricevette una ricompensa quando il consanguineo di Niðhad, Widia, figlio di Weland, lo spedì in galera; attraverso una pressa di mostri avanzò rapido.'<ref>[http://www.brindin.com/porodch1.htm Translated by Louis Rodrigues.]</ref>
</blockquote>
 
==Note==