Mazzaferro (Urbino): differenze tra le versioni

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{{S|centri abitati delle Marche|Urbino}}
{{Divisione amministrativa
| Nome = Mazzaferro
| Nome ufficiale =
| Panorama = SculturaVeduta aquiloniaerea Mazzaferro Urbino.JPGjpg
| Didascalia = SculturaVeduta "Equilibrioaerea neldi vento" nel centro della frazioneMazzaferro
| Stemma =
| Stato = ITA
| Grado amministrativo = 4
| Tipo = quartiere
| Divisione amm grado 1 = Marche
| Divisione amm grado 2 = Pesaro e Urbino
| Divisione amm grado 3 = Urbino
| Lingue ufficiali = Italiano
| Altitudine = 424
| Data istituzione = 1971
| Superficie = 2.062
| Abitanti = 1150
| Note superficie = Sistema Informativo Territoriale Comune di Urbino (http://sit.cm-urbania.ps.it:8080/q4web/index.jsp)
| Abitanti = 1350
| Note abitanti =
| Aggiornamento abitanti = 2017
| Codice postalecatastale = 61029L 500
| PrefissoTarga = 0722PU
| CodiceZona catastalesismica = 2
| Gradi giorno = 2.545
| Nome abitanti = Mazzaferresi
| Patrono = S.[[San Crescentino]]
| Festivo = 1 giugno
| Raggruppamento =
| Mappa = Posizione geografica comunale.jpg
| Didascalia mappa = Posizione geografica di Mazzaferro nel Comune di Urbino
| Sito =
}}
}}'''Mazzaferro''' ([[Alfabeto fonetico internazionale|<small>AFI</small>]]: /matʦaˈfɛːrro/ {{Link audio|It-Mazzaferro.ogg|Pronuncia}}, ''Masafer'' in [[dialetto gallo-piceno]]) è unaun [[Frazione (geografia)|frazionequartiere]] deldella [[Comune (Italia)|ComuneCittà]] di [[Urbino]], in [[provincia di Pesaro e Urbino]], nelle [[Marche]]. Si tratta del [[quartiere]] più periferico del [[Urbino|capoluogo provinciale]] (2&nbsp;km dal [[centro storico]] di [[Urbino]]). {{Citazione|Quando ravvivi nel pensiero i morti<br />
non scordare che vissero anche loro<br />
pieni di sogni e di speranze<br />
proprio come i vivi ora
 
Dalla stessa strada che percorri essi passarono<br />
e andando non pensavano alla tomba<br />
Erano pochi come oggi a meditarla<br />
I più credevano loro scopo la vita<br />
né mai riuscirono a pensare<br />
che solo il passato è esistenza|[[Alekos Panagulis]], Delirio, febbraio 1971}}
 
==Geografia fisica==
 
[[File:Mazzaferro anni 60.jpg|sinistra|miniatura|Mazzaferro alla fine degli anni '60
=== Territorio ===
(Per gentile concessione di Fotomero)
[[File:Superficie Mazzaferro.jpg|sinistra|thumb|Territorio del quartiere Mazzaferro]]
]]
È situato su una collina a [[Punto cardinale|sud-ovest]] di [[Urbino]], nella [[sinclinale]] intermedia<ref>{{Cita libro|autore=Società geologica italiana|titolo=Bollettino della Società geologica italiana|url=https://www.biodiversitylibrary.org/item/209817#page/532/mode/1up|formato=pdf|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=1899|editore=Reale Accademia dei Lincei|città=Roma|p=406|volume=18}}</ref> che divide le [[Anticlinale|anticlinali]] della zona [[Montefeltro|feltresca]]. Il territorio è costituito da [[Formazione Marnoso Arenacea|formazioni marnoso-arenacee]] che la [[Metodo del carbonio-14|radio datazione al carbonio]] colloca nel periodo [[messiniano]]<ref>{{Cita web|url=http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/opere-specialistiche/scheda/395.html|titolo=La Valle del Metauro: La tettonica del Neogene a NE dei rilievi mesozoici interni (Il Bacino del Metauro)|autore=Raimondo Selli|data=1º gennaio 1954|accesso=5 dicembre 2017}}</ref>. I confini storici circoscrivono un'area di 1,955&nbsp;km²<ref name=":7" />.
È situata sulla cima di una collina a sud-ovest di Urbino, nella [[sinclinale]] intermedia<ref>{{Cita libro|nome=Raimondo|cognome=Selli|titolo=Il bacino del Metauro - descrizione geologica, risorse minerarie, idrogeologia (con annesse 13 tavole)|url=|formato=PDF|anno=1954|editore=Cassa di Risparmio di Fano|capitolo=La tettonica del Neogene a NE dei rilievi mesozoici interni (Il Bacino del Metauro)|url_capitolo=http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/opere-specialistiche/scheda/395.html}}</ref> che separa distintamente le [[Anticlinale|anticlinali]] messiniane della zona montefeltresca (strati marnoso-arenacei)<ref>{{Cita libro|autore=Società geologica italiana|titolo=Bollettino della Società geologica italiana|annooriginale=1899|editore=Società geologica italiana|volume=18}}</ref>. Si tratta della [[Frazione (geografia)|frazione]] più vicina al [[Urbino|capoluogo comunale]], tant'è che per l'esigua distanza viene considerata come un [[quartiere]] della [[Città]]; infatti è l'unica frazione a partecipare con una propria [[Contrada (geografia)|Contrada]] alla [[Festa dell'aquilone|Festa dell'Aquilone]]. Questa [[Frazione (geografia)|frazione]] ha conosciuto un lieve incremento demografico a partire dalla seconda metà del [[XX secolo]].
 
"L'enclave" di Mazzaferro confina a [[Nord]] con la località [[Urbino|Urbinate]] "''SS. Annunziata''"<ref name=":7" />; in direzione [[Est]]-[[Punto cardinale|Nordest]] tocca il centro storico della città ducale; a [[sud]] è a contatto con la località "''Crocicchia''"<ref name=":7" />, mentre a [[ovest]] il quartiere tange la [[Frazione (geografia)|frazione]] del "''Tufo''"<ref name=":12">{{Cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/marche/pesarourbino_urbino_tufo.html|titolo=La frazione di Tufo nel comune di Urbino (PU) Marche|sito=italia.indettaglio.it|accesso=29 novembre 2017}}</ref>. A [[nord]]-[[Punto cardinale|nordovest]] vede il territorio della località di "''Maciolla''"<ref name=":7">{{Cita web|url=http://sit.cm-urbania.ps.it:8080/q4web/index.jsp|titolo=Sistema Informativo Territoriale Comune di Urbino|autore=Comune di Urbino|curatore=Settore Urbanistica|accesso=15 novembre 2017|dataarchivio=21 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171121003825/http://sit.cm-urbania.ps.it:8080/q4web/index.jsp|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Il quartiere è circondato da vallate che degradano dolcemente in direzione [[nord]]-[[Punto cardinale|nordovest]] e [[sud]], grazie alle quali si apprezzano durante tutto l'anno panorami suggestivi. Dalla "''Croce di Mazzaferro''" (l’attuale Chiesa di Santa Maria de Cruce)<ref name=":18" />, muovendosi con lo sguardo da [[sud-ovest]] in direzione [[nord]], si osserva la collina di [[Tascio Cecilio Cipriano|San Cipriano]]<ref>{{Cita web|url=http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca/tabid/41/ids/66488/Chiesa-di-S-Cipriano/Default.aspx|titolo=Chiesa di S. Cipriano|autore=Regione Marche|curatore=Fondazione Marche Cinema Multimedia|accesso=17 dicembre 2017}}</ref> oltre ai territori di Maciolla, Rancitella e [[Pieve di Cagna]]. All'orizzonte, invece, il [[Monte Carpegna]], [[San Leo (Italia)|San Leo]] e [[San Marino]]. Se a [[est]] [[Urbino]] mostra i caratteristici mattoni, spostandosi da [[Punto cardinale|sud-est]] verso [[Punto cardinale|sud-ovest]] dalla zona di "''Ca’ Orfanelle''" (l’attuale via A. Baldeschi)<ref name=":7" />, si ammira la vallata di ''Biancalana'' e in lontananza i monti [[Pietralata]], [[Monte Petrano|Petrano]], [[Monte Catria|Catria]] e [[Monte Nerone|Nerone]].
 
L'insediamento compete geograficamente alla località di [[Urbino]], ciononostante le strade che collegano il centro del quartiere con ''Ca' Buffo Topo'' e ''Biancalana,'' attraversano per brevi tratti la località ''Crocicchia.'' L'osservazione è curiosa perché le zone interessate sono storicamente Mazzaferresi, inoltre facilmente accessibili solo dalla viaria principale del quartiere.
 
Nella "''Saga dei Basili di [[Urbino]]''" si menziona tal Capitano Francesco Basili (noto come “''Francisco Basilio''”), commorante<ref>{{cita web|url=https://www.dizionario.org/d/?pageurl=commorante|titolo=Dizionario: + COMMORANTE|sito=Dizionario.org|accesso=27 agosto 2020|citazione=''Part. pres. di'' COMMORARE. ''Dimorante, Che stanzia, Che ha ferma dimora in un luogo.''}}</ref> spagnolo<ref>{{Cita libro|autore=Paolo Basilici|titolo=I Basili di Urbino - Una saga familiare lunga sette secoli ricostruita attraverso documenti d'archivio|url=http://www.basilici.info/storie/storiaurbino.pdf|formato=PDF|sito=Basilici.info|accesso=27 agosto 2020|dataoriginale=gennaio 2017|edizione=4|anno=2018|città=Urbino|p=152|dataarchivio=13 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171113003429/http://www.basilici.info/storie/storiaurbino.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. In data 2 ottobre [[1599]] lo zio Giulio Basilio concluse affari a suo nome in [[Urbino]], acquistando un [[Censuo|censo]] perpetuo su una possessione di terra "''in Villa Panicale in loco Mazzaferri''". Il terreno è descritto confinante con i beni della Pieve di [[Tascio Cecilio Cipriano|San Cipriano]]<ref name=":5">{{Chiese italiane|50738|Chiesa di San Cipriano <Urbino>|12 novembre 2017|stampa=sì}}</ref> (distante dal centro del quartiere 2,9&nbsp;km in direzione [[Punto cardinale|sud-ovest]]). L'informazione storica suggerisce che i toponimi "''Mazzaferro'' e ''Mazzaferri"'' erano al tempo [[Sinonimia|sinonimi]]'','' utilizzati indistintamente per indicare il territorio dell'odierno insediamento; inoltre nel [[1599]] Mazzaferro si estendeva probabilmente fino alla zona di [[Tascio Cecilio Cipriano|San Cipriano]]. Il dato è singolare, infatti gli attuali confini territoriali si sviluppano in questa direzione per soli 1,9&nbsp;km, cioè al confine con la località del "''Tufo''"<ref name=":7" />. Può darne ragione supporre che il ''Tufo'' fosse proprietà dell'ecclesia di [[Tascio Cecilio Cipriano|San Cipriano]], tuttavia una spiegazione plausibile arriva dal [[Urbanistica|Settore Urbanistica]] di [[Urbino]]<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/ci/1124.aspx|titolo=Settore Urbanistica|autore=Comune di Urbino|accesso=3 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171121012255/http://www.comune.urbino.ps.it/ci/1124.aspx|urlmorto=sì}}</ref>. Dalle registrazioni civiche delle abitazioni, emerge che l'originario podere di Mazzaferro era un territorio dislocato più verso [[ovest]], rispondente proprio alle attuali case del "''Tufo"''<ref name=":12" />''.'' Il riscontro s'allinea con la narrazione riportata ne "''Saga dei Basili di Urbino''", inoltre giustifica l'acquisizione odierna dell'antico toponimo probabilmente per convenzione. Dal punto di vista geografico, infatti, l'attuale insediamento può definirsi un prolungamento della zona originaria.
 
[[File:Orografia quartiere Mazzaferro.jpg|thumb|Mappatura altimetrica del quartiere Mazzaferro (Urbino)]]
 
=== Orografia ===
La mappa orografica descrive l'altimetria di un percorso concentrico, con origine sul perimetro e convergenza nel punto più alto del quartiere. Il tracciato è integrato con direttrici trasversali che collegano il poggio più elevato al perimetro esterno.
 
Il territorio mostra rilievi tra i 260 e i 447 [[Livello del mare|m s.l.m.]] che distano in linea d'aria tra i 32&nbsp;km e i 34&nbsp;km dalla costa. La classificazione [[Istituto nazionale di statistica|ISTAT]] assegna al quartiere la zona altimetrica "collina interna" (territorio con altitudini superiori ai 200 m)<ref>{{Cita web|url=http://aiig.it/wp-content/uploads/2015/05/documenti/carte_tematiche/italia_montagnastatistica.pdf|titolo=Zone altimetriche Istat|curatore=Associazione Italiana Insegnanti di Geografia|accesso=28 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170125041347/http://aiig.it/wp-content/uploads/2015/05/documenti/carte_tematiche/italia_montagnastatistica.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Le alture più significative sono il poggio di Piazza [[Urbania|Casteldurante]] detto “''Monte del ginestreto''” e quello di ''Ca’ Giusti'' (446m). Il primo è a [[ponente]] prospiciente alla chiesa di Santa Maria de Cruce<ref name=":18" />, il secondo a [[Est|levante]] dirimpetto a Ca’ Paciotti<ref name=":17" />. Le depressioni territoriali più marcate si trovano in direzione [[Punto cardinale|nord-ovest]] e [[sud]], rispettivamente nella ''Val Miseria'' (260m)<ref name=":7" /> e in zona ''Biancalana'' (280m).
 
=== Clima ===
{{vedi anche|Stazione meteorologica di Urbino Osservatorio "Serpieri"}}
Per la storia climatica del quartiere si veda la pagina città di [[Urbino]]. L'esigua distanza dal centro storico rende le registrazioni meteo dell'[[Stazione meteorologica di Urbino Osservatorio "Serpieri"|Osservatorio Serpieri]] rappresentative anche per Mazzaferro.
 
Degno di nota è l'eccezionale evento climatico verificatosi nel [[febbraio]] [[2012]], quando nelle prime due settimane del mese nevicò pressoché ininterrottamente. L'intero comune urbinate fu colpito da gravissimi disagi e il quartiere né risentì particolarmente. Il giorno 6 erano già caduti 1,5 m di neve<ref>{{Cita web|url=https://www.meteogiornale.it/notizia/22508-1-urbino-neve-febbraio-2012|titolo=Neve d'altri tempi, no è del 2012! Urbino, 150 cm di neve|autore=Andrea Meloni|data=6 febbraio 2012|accesso=25 dicembre 2017|dataarchivio=25 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171225203302/https://www.meteogiornale.it/notizia/22508-1-urbino-neve-febbraio-2012|urlmorto=sì}}</ref>. L'apice si ebbe nel [[Fine settimana|week-end]] del 10-12 [[febbraio]] quando si misurarono almeno 3 m di neve<ref>{{Cita web|url=https://www.centrometeoitaliano.it/notizie-meteo/lincredibile-record-di-urbino-del-febbraio-2012-oltre-tre-metri-neve-5489/|titolo=L’incredibile record di Urbino del Febbraio 2012, oltre tre metri di neve!|data=2 aprile 2014|accesso=25 dicembre 2017|dataarchivio=26 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171226020713/https://www.centrometeoitaliano.it/notizie-meteo/lincredibile-record-di-urbino-del-febbraio-2012-oltre-tre-metri-neve-5489/|urlmorto=sì}}</ref>. La caduta di un abete nella curva detta "''della'' ''Casa Rossa''", bloccò completamente il tragitto dal piazzale [[Lidice|Martiri di Lidice]] alla chiesa di Santa Maria De Cruce<ref>{{Cita web|url=http://ifg.uniurb.it/static/sito-2015/2012/02/11/ducato-online/neve-cade-un-abete-di-7-metri-in-zona-mazzaferro/23052/index.html|titolo=Neve, cade un abete di 7 metri in zona Mazzaferro|autore=Francesco Marinelli|data=11 febbraio 2012|accesso=25 dicembre 2017}}</ref>. I [[Vigile del fuoco|vigili del fuoco]] furono impossibilitati all'intervento a causa dell'emergenza nell'intera provincia, tanto che i residenti dovettero provvedere in prima persona alla rimozione. Nella tarda serata del giorno 12 la viabilità fu parzialmente ripristinata, grazie a due [[Spazzaneve|turbine spazzaneve]] della regione [[Veneto]] inviate per normalizzare la situazione.
 
== Origini del nome ==
L'origine del [[toponimo]] è incerta, tuttavia. laLa stretta correlazione tra la sub -area dialettale [[Dialetto gallo-piceno|urbinate-fanese-senigalliese]] e l'[[Dialetti marchigiani#ZonaSub-area del Conero|isola linguistica gallica del Conero]], ha giocato comunque un ruolo fondamentale<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/dialetti-umbro-marchigiani_%28Enciclopedia(Enciclopedia-dell%27Italiano%29'Italiano)/|titolo=Dialetti umbro-marchigiani in "Enciclopedia dell'Italiano"|autore=Francesco Avolio|editore=Treccani|accesso=2129 ottobrenovembre 2017}}</ref>. IInfatti i [[Cognome|cognomi]] Mazzaferro e Mazzuferi hanno infatti altissima diffusione nelle province marchigiane di [[Macerata]] e [[Ancona]]<ref>{{Cita web|url=http://www.mappadeicognomi.it/|titolo=MappaDiffusione dei Cognomicognomi|sitoautore=MappaRavara Dei Cognomi.it|data=|lingua=ItalianoStefano|accesso=1929 ottobrenovembre 2017}}</ref>. Sembrano derivare dal soprannome e poi nome medioevale ''Mazzuferus'' (portatore di [[mazza ferrata]]),. nelNel [[1301]] èera noto Mazzuferus Rinieri in qualità di [[Priore]] di [[Firenze]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=|nome=Sergio|cognome=Raveggi|data=2013|titolo=I Priori e i Gonfalonieri di Giustizia di Firenze, i Dodici e i Gonfalonieri delle Compagnie(1282-1343).|rivista=|città=Firenze|volume=|numero=|p=100|lingua=web|url=http://www.storiadifirenze.org/wp-content/uploads/2013/07/14-priori.pdf}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Vittorio|cognome=Imbriani|titolo=UdoI Danteschi|url=http://scans.library.utoronto.ca/pdf/5/21/studidanteschi00imbruoft/studidanteschi00imbruoft.pdf|annooriginale=1891|editore=G.C.Priori Sansoni|città=Firenze|p=139}}</ref>e mentrei nelGonfalonieri [[1567]]di il marchigiano Alexander Mazzaferrus si trova nel corpo studentescoGiustizia di [[Perugia]]<ref>{{Cita libro|nome=Abate Giuseppe|cognome=Colucci Patrizio Camerinese ed Ascolano|titolo=Antichità picene Tomo 19Firenze, Dellei antichità del medioDodici e dell'infimo evo Tomo 4.|url=https://archive.org/stream/bub_gb_UdntarwjkosC/bub_gb_UdntarwjkosC_djvu.txt|annooriginale=1794|città=Fermo|p=224}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www3.unisi.it/docentes/frame.html|titolo=Maestri e scolari a Siena e Perugiai
Gonfalonieri delle Compagnie (1282-1343)|autore=Sergio Raveggi|data=2013|formato=pdf|p=100|accesso=6 dicembre 2017}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Vittorio|cognome=Imbriani|titolo=Udo Danteschi|url=http://scans.library.utoronto.ca/pdf/5/21/studidanteschi00imbruoft/studidanteschi00imbruoft.pdf|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=1891|editore=G.C. Sansoni|città=Firenze|p=139|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171024205701/http://scans.library.utoronto.ca/pdf/5/21/studidanteschi00imbruoft/studidanteschi00imbruoft.pdf|urlmorto=sì}}</ref>, mentre nel [[1567]] il corpo studentesco di [[Perugia]] annoverava il marchigiano Alexander Mazzaferrus<ref>{{Cita libro|nome=Abate Giuseppe|cognome=Colucci Patrizio Camerinese ed Ascolano|titolo=Antichità picene Tomo 19, Delle antichità del medio e dell'infimo evo Tomo 4.|url=https://books.google.it/books?id=oNAF816d_WcC&hl=it&pg=PR224#v=onepage&q&f=false|formato=pdf|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=1794|editore=dai torchi dell'autore|città=Fermo|p=224}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www3.unisi.it/docentes/frame.html|titolo=Maestri e scolari a Siena e Perugia 1250-1500 - Homepage|autore=Carla Frova, Paolo Nardi, Paolo Renzi|curatore=Massimiliano Tiberio|data=20 marzo 2001|accesso=3 dicembre 2017}}</ref>. Di rilievo è l'opera del [[Famiglia|casato]] nobiliare dei Mazzaferro che prosperò a [[Recanati]] tra il [[1400]] e il [[1600]]<ref>{{Cita web|url=http://www.associazioneleopardi.it/default.aspx?pageid=63|titolo=Le famiglie della nobiltà di reggimento a Recanati|autore=Marco Moroni|editore=Associazione "Bichi Reina Leopardi Dittajuti"|data=2011|accesso=1º dicembre 2017}}</ref>. Tracce del toponimo in accezione territoriale compaiono già il [[21 ottobre]] [[1507]], nell'atto testamentario di Don Pietro Paolo Viviani prete d'[[Urbino]]<ref>{{Cita libro|nome=Andrea|cognome=Lazzari|titolo=Delle Chiese di Urbino e delle pitture in esse esistenti - Compendio storico|url=https://books.google.it/books?id=fw5gAAAAcAAJ&printsec=frontcover&dq=Delle+chiese+di+Urbino+e+delle+pitture+in+esse+esistenti+pdf&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjg5vvr55jXAhUEDcAKHcZ2AY0Q6AEIJjAA#v=onepage&q&f=false|formato=pdf|accesso=6 dicembre 2017|dataoriginale=1801|editore=Giovanni Guerrini|città=Urbino|pp=22-23}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Franco|cognome=Negroni|titolo=Il Duomo di Urbino|url=https://books.google.it/books/about/Il_Duomo_di_Urbino.html?id=TnfqAAAAMAAJ&redir_esc=y|accesso=3 dicembre 2017|data=1993|editore=Accademia Raffaello|città=Urbino|p=149}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Egidio Calzini|titolo=Vrbino e i suoi monumenti|url=https://ia601002.us.archive.org/11/items/urbinoeisuoimonu00calz/urbinoeisuoimonu00calz.pdf|formato=pdf|accesso=6 dicembre 2017|edizione=2|annooriginale=1897|data=1899|editore=Bernardo Seeber|città=Firenze|p=58|volume=1}}</ref>.
Una prosopografia dinamica del corpo accademico e studentesco|sito=http://www3.unisi.it/docentes/index.html|editore=Massimiliano Tiberio|curatore=Carla Frova, Paolo Nardi, Paolo Renzi|accesso=19 ottobre 2017}}</ref>. Tracce dell'odierno toponimo in accezione territoriale compaiono già il 21 ottobre [[1507]], nell'atto testamentario del Ven. Don Pietro Paolo Viviani prete d'[[Urbino]]<ref>{{Cita libro|autore=|nome=Don Andrea|cognome=Lazzari|titolo=Delle Chiese Di Urbino E Delle Pitture in Esse Esistenti - Compendio Storico|dataoriginale=1801|città=Urbino|pp=22-23}}</ref>.
 
== Storia ==
=== Età antica ===
Si trova sull'antico percorso romano che passando per [[Urbino]] collegava [[Rimini]] (''Ariminum'') alla scomparsa città di ''[[Acqualagna|Pitinum Mergens]],'' in particolare è certo l'attraversamento dell'attuale zona denominata Biancalana<ref>{{Cita libro|autore=|nome=Ulrico|cognome=Agnati|titolo=Per la storia romana della provincia di Pesaro e Urbino|edizione=L'ERMA di BRETSCHNEIDER|collana=Genti e Province d'Italia, 1|annooriginale=1999|città=Roma|lingua=Italiano|pp=75 e 445|ISBN=88-8265-070-7}}</ref>.
Il quartiere si trova sull'antico percorso romano che passando per [[Urbino]] collegava [[Rimini]] (''Ariminum'') alla scomparsa città di ''[[Acqualagna|Pitinum Mergens]],'' infatti è certo l'attraversamento dell'attuale zona denominata ''Biancalana''<ref name=":7" /><ref>{{Cita libro|nome=Ulrico|cognome=Agnati|titolo=Per la storia romana della provincia di Pesaro e Urbino|url=https://books.google.it/books?id=N-rXca0BiSUC&pg=PA96&lpg=PA96&dq=urbino:+la+storia+di+una+citt%C3%A0+e+il+piano+della+sua+evoluzione+urbanistica&source=bl&ots=tjDuM39tCG&sig=Wfcpub5Gy0ohUmTZmNqe53z1wNo&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiL46SdocPXAhXNKFAKHQMyD3A4ChDoAQgxMAE#v=onepage&q=urbino%3A%20la%20storia%20di%20una%20citt%C3%A0%20e%20il%20piano%20della%20sua%20evoluzione%20urbanistica&f=false|accesso=6 dicembre 2017|edizione=L'Erma di Bretschneider|collana=Genti e Province d'Italia, 1|annooriginale=1999|editore=|città=Roma|pp=75 e 445|ISBN=88-8265-070-7}}</ref>. Questo percorso pedemontano si congiungeva ad un'altra storica via, quella Metaurense proveniente da [[Urbania]]. Nel tratto finale la strada oggi comunemente detta dei "''Fangacci"'', agiva da cerniera tra questi antichi camminamenti. Strategicamente era così importante che fu percorsa dall'esercito cartaginese di [[Asdrubale Barca|Asdrubale]], prima della storica [[Battaglia del Metauro]] nel [[207 a.C.]]<ref>{{Cita libro|autore=Enzo Catani|curatore=Catani Enzo-Monacchi Walter|titolo=Tifernum Mataurense II. Il territorio|url=https://core.ac.uk/download/pdf/55267682.pdf|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=2010|editore=Me Edizioni|città=Macerata|p=23|volume=4|capitolo=Confini, viabilità e bonifica agraria del territorio di "Tifernum Mataurense"|ISBN=978-88-904688-3-4}}</ref>. A riprova, nel [[1876]] sono stati rinvenuti nell’ecclesia di Mazzaferro due antichi tubi per la conduzione idrica (''[[Fistula acquaria|fistulae aquariae]]'')<ref>{{Cita libro|autore=Atti della Accademia nazionale dei Lincei|autore2=Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte (Italy)|autore3=Atti della Reale Accademia d'Italia|titolo=Notizie degli scavi di antichità|url=https://books.google.it/books/about/Notizie_degli_scavi_di_antichit%C3%A0.html?id=g4ZoAAAAMAAJ&redir_esc=y|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=1985|editore=Accademia nazionale dei Lincei|città=Roma|p=407|lccn=14006359}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.pu.it/fileadmin/docs/urbanistica-ediliza/pianoregolatoregenerale/201_I_C2-C5/201_I_C2.pdf|titolo=P.R.G. Urbino1994: Mappa ritrovamenti archeologici|cognome=De Carlo|nome=Giancarlo|curatore=Comune di Urbino|formato=PDF|accesso=24 ottobre 2020}}</ref>. Il ritrovamento fu di rilievo per due motivi: confermò la presenza stanziale dei romani nel territorio dell'odierno quartiere; dalle [[Epigrafe|epigrafi]] incise sulle condutture furono dedotte una serie di informazioni tecnologiche<ref>{{Cita libro|autore=Reale Accademia dei Lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche|titolo=Memorie della Classe di scienze morali, storiche e filologiche|url=https://books.google.it/books?redir_esc=y&hl=it&id=ayqjp7qbO1cC&focus=searchwithinvolume&q=mazzaferro|accesso=6 dicembre 2017|collana=Atti della Accademia nazionale dei Lincei|annooriginale=1880|editore=La Classe|città=Roma|p=406|lccn=07017071}}</ref>. Le incisioni riportavano misure di lunghezza lineare (diverse dall'attuale [[metro]]), impresse su strutture di [[piombo]] fuso, la tecnica di [[saldatura]] era rozza ma concepita per evitare scoppi<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Rodolfo|cognome=Lanciani|titolo=Topografia di Roma Antica, I comentarii di Frontino intorno le acque e gli acquedotti|url=https://ia800200.us.archive.org/3/items/topografiadirom00lancgoog/topografiadirom00lancgoog.pdf|formato=pdf|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=1880|editore=Salviucci|città=Roma|pp=194-195|capitolo=13}}</ref>.
 
Più recentemente, alla fine degli [[Anni 1980|anni ’80]], è stata rinvenuta una grotta [[Antropizzazione|antropica]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/2014/06/25/1082930-necropoli-romana-urbino-misteri.shtml|titolo=I misteri mai risolti della necropoli romana|autore=Quotidiano Nazionale|sito=il Resto del Carlino|data=2014-06-24|lingua=it|accesso=2022-09-18}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.gsurbinospeleo.it/news/i-misteri-mai-risolti-della-necropoli-romana/|titolo=I misteri mai risolti della necropoli romana|sito=Gruppo Speleologico Urbinate|data=2014-06-28|lingua=it-IT|accesso=2022-09-18}}</ref>. Localizzata 500 m dopo la fornace di Mazzaferro, all’ingresso della frazione ''Tufo''<ref>{{Cita web|url=https://www.italiamappata.it/marche/pu/2237-tufo/|titolo=Frazione Tufo/Urbino/Pesaro e Urbino/Marche|sito=www.italiamappata.it|accesso=2022-09-18}}</ref>, il sito è tuttora oggetto di studio. In via preliminare, è stato dichiarato dalla [[Soprintendenze|Soprintendenza]] per i [[Archeologia|Beni Archeologici]] “''antico luogo di culto risalente all'[[Alto Medioevo|alto Medio Evo]], di notevole rilevanza storica e monumentale. Unicum del territorio”.'' Tuttavia ulteriori approfondimenti sono ancora in corso, in quanto la fisionomia strutturale interna si mostra analoga a cavità [[Popoli dell'Italia antica|pre-romaniche]] già rinvenute sul territorio dell’[[Italia]] centrale<ref>{{Cita web|url=https://www.colleverde-urbino.it/colleverde-urbino/grotta-urbino.php|titolo=La grotta: Urbino necropoli romana, ritrovamento storica|autore=Carlo Cangiotti|sito=www.colleverde-urbino.it|lingua=it|accesso=2022-09-18}}</ref>. Se confermato, la conclusione non dovrebbe poi così sorprendere, ma sarebbe un ulteriore tassello per ricostruire il quadro storico della zona. In particolare consoliderebbe il [[puzzle]] complessivo, che restituisce l’idea di crocevia storico dell’area di Mazzaferro.
Drammatica e stupefacente è la ricostruzione degli accadimenti verificatisi tra il [[1572]] e il [[1574]], artatamente passati in sordina nel periodo in cui [[Guidobaldo II Della Rovere|Guidubaldo II della Rovere]] era [[Ducato di Urbino|Duca di Urbino]]. Nei successivi tre secoli l'accesso agli [[Archivio segreto vaticano|Archivi Vaticani]] ha fortunatamente permesso di far luce su quanto storicamente occorso, dopo la pervicace imposizione di nuovi dazi voluti dalla Signoria Ducale. Nel [[1892]] l'Avv. Luigi Celli documentò fedelmente la dignitosa sommossa degli [[Urbino|Urbinati]] nei confronti di [[Guidobaldo II Della Rovere|Guidubaldo]], pagata peraltro con alto tributo di sofferenza e sangue<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Gianvittorio Signorotto|data=2003|titolo=Le due corti del duca di Urbino e la rivolta del 1573|rivista=ANNALI DI STORIA MODERNA E CONTEMPORANEA|volume=11|numero=|pp=233-260|url=https://repositorio.uam.es/bitstream/handle/10486/1126/16942_B6.pdf?sequence=1}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Luigi|cognome=Celli|titolo=Storia della sollevazione di Urbino contro il Duca Guidobaldo II: feltrio della Rovere, dal 1572 al 1574, da documenti inediti dell' Archivio Vaticano|url=http://www.digibess.it/fedora/repository/openbess:TO043-00438|formato=pdf|anno=1892|editore=L. Roux e C.|città=Torino-Roma|volume=Tasse e Rivoluzione, Storia Italiana non nota del Sec. XVI}}</ref>. Tra essi vi erano Virgilio Virgili, Vincenzo Ridolfi, Piero di Simone (detto ''Fussone'') e Guerrino di Pieruccio, sudditi ducali con discreti possedimenti nella campagna di Mazzaferro. Con ruoli diversi si sacrificarono tutti a favore della causa popolana. Di rilievo fu il ruolo di Vincenzo Ridolfi, recatosi a [[Roma]] presso [[Papa]] [[Papa Gregorio XIII|Gregorio XIII]] perorando senza esito l'intervento del [[Soglio di Pietro]] e scatenando per questo la collera del [[Ducato di Urbino|Duca di Urbino]]. Pagarono tutti con la tortura e condanna a morte per decapitazione (alcuni in [[contumacia]]), assieme ad altre 31 persone. Virgili e Pieruccio si salvarono con la fuga, ''Fussone'' morì in carcere dopo tortura al [[Cavalletto (tortura)|cavalletto]], mentre per Ridolfi la ricostruzione è contraddittoria. Fu certamente arrestato e sottoposto a metodi inquisitori, ma il Celli ne narra sia la fuga che la restituzione dei beni al termine della vicenda grazie al figlio di Guidubaldo. Subentrato alla morte del padre[[Francesco Maria II Della Rovere|, Francesco Maria II della Rovere]] era infatti desideroso di ricostruire l'antico legame con la città di Urbino.
 
=== Età moderna ===
Successive informazioni storiche si devono grazie all'opera dei Padri [[Ordine dei carmelitani scalzi|Carmelitani Scalzi]] dell'[[Ex convento dei Carmelitani Scalzi|ex Convento dell'Annunziata]]. Infatti nel [[1691]] valorizzano il territorio di Mazzaferro con piantumazioni ed interventi agricoli<ref>{{Cita libro|nome=Saverio|cognome=Sturm|titolo=L'architettura dei Carmelitani Scalzi in età barocca
La ‘Provincia Romana': Lazio, Umbria e Marche (1597-1705)|edizione=I edizione|ed=|collana=Architettura, Urbanistica, Ambiente|data=|anno=2012|editore=Gangemi|p=338|ISBN=8849224982}}</ref>.
 
Il 30 [[dicembre]] [[1475]] [[papa Sisto IV]] autorizzò il passaggio di alcune terre, site ''in loco Mazzaferri,'' a Piero di Parte orefice di [[Urbino]]. La cessione coprì parte delle spese necessarie per la costruzione della [[cattedrale]] urbinate<ref>{{Cita libro|curatore=Lorenza Mochi Onori e Galleria nazionale delle Marche|altri=Catalogo della Mostra tenuta a Urbino nel 2009|titolo=Raffaello e Urbino: la formazione giovanile e i rapporti con la città natale|url=https://books.google.it/books/about/Raffaello_e_Urbino.html?id=tyRHAQAAIAAJ&redir_esc=y|accesso=8 gennaio 2018|collana=Cataloghi di mostre|annooriginale=2009|editore=Electa|città=Milano|p=298|ISBN=978-88-370-6812-7}}</ref>.
Il moderno insediamento di Mazzaferro nasce con il primo [[Piano regolatore generale comunale|piano regolatore]] di Urbino, ideato dall'architetto [[Giancarlo De Carlo]] nel [[1964]]<ref>{{Cita libro|nome=Giancarlo|cognome=De Carlo|titolo=Urbino: la storia di una città e il piano della sua evoluzione urbanistica|anno=1966|editore=Marsilio|città=Padova|p=239}}</ref>. Esisteva già un insediamento abitativo agli inizi degli anni '60, ma De Carlo prevedeva un potenziamento della città “nuova” con dei veri e propri quartieri “satellite”. I lavori sono stati avviati nel [[1971]] e sottoposti a successive variazioni del progetto agli inizi degli anni '80<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Istituto nazionale di urbanistica|anno=1998|titolo=Urbanistica, Edizioni 110-111|rivista=|editore=Istituto nazionale di urbanistica|volume=|numero=|p=30}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=|anno=1986|titolo=Espaces Et Sociétés, Edizioni 33-36|rivista=|editore=Sansoni|volume=|numero=|p=224}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Istituto universitario di architettura <Venezia>|coautori=Ruggero Faccin ed Eleonora Mantese|anno=1980|titolo=Urbino : ricerche preliminari alle varianti al PRG e agli strumenti attuativi : prima fase|rivista=Quaderno del Dipartimento di Progettazione|editore=Udine: Tecnograph|città=Venezia|volume=|numero=|p=210|id=[BNI] 824095}}</ref>.
 
Nel [[1559]] gli [[Statuto (diritto)|Statuti]] del [[Comune]] di [[Urbino]] descrivono 2 [[Palio|pali]] di cavalli che si tenevano durante il periodo delle [[Calende]] di giugno, organizzati ogni anno per la festa di [[Crescentino di Città di Castello|S. Crescentino]]. I pali erano costituiti da tessuti (panno rosso e di seta) delle lunghezze di dieci [[Braccio (unità di misura)|braccia]] e del valore di uno [[Scudo (moneta)|scudo]] il braccio. Entrambi avevamo un valore di quindici [[Fiorino|fiorini]] e venivano pagati al cavaliere vittorioso dal [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|Camerlingo]] [[Ducato di Urbino|Ducale]]. Il premio veniva elargito anche in caso di cavallo scosso. La corsa dei cavalli cominciava dalla [[Chiesa cattolica|Chiesa]] di Santa Maria<ref name=":18" /> di [[Mazzaferro (disambigua)|Mazzaferro]] e finiva al cantone della Corte del [[Duca]] d’[[Urbino]]. Dal testo si coglie il clima competitivo della competizione, la quale era sottoposta a rigide regole. Cavallo e cavaliere dovevano essere ben identificati con fregi rilasciati dal [[Cancelliere]] del [[Comune]], pena la perdita del [[Palio]]. Le posizioni di partenza erano assegnate accuratamente e con diligenza in modo tale che la sfida potesse svolgersi senza disordine e frode. In particolare le figure chiave erano costituite dal [[Cavaliere]] del [[Podestà (medioevo)|Podestà]] e dalla Trombetta, i quali sotto contratto e giuramento supervisionavano l’identificazione, il posizionamento in griglia e su indicazione dei [[Priore|Priori]] davano la “[[Palio di Siena|mossa]]”, cioè lo start alla competizione. Al termine avevano anche la responsabilità di relazionare ai [[Priore|Priori]] confermando la correttezza del [[Palio]]. Sulla base di questa comunicazione i [[Priore|Priori]] davano l’assenso o meno al [[Camerlengo (Chiesa cattolica)|Camerlingo]] [[Ducato di Urbino|Ducale]] al pagamento del palio<ref>{{Cita libro|autore=Comune di Urbino|autore-capitolo=Bartolomeo Cesano|titolo=Statuti del commune d'Vrbino, di cose straordinarie: tradotti di latino in volgare|url=https://www.google.it/books/edition/Statuti_del_commune_d_Vrbino_di_cose_str/i5R1AmRLMGAC?hl=it&gbpv=1&dq=statuti+del+comune+di+urbino+di+cose+straordinarie&printsec=frontcover|formato=PDF|accesso=23/08/2022|annooriginale=1559|editore=Per Bartolomeo Cesano|città=Napoli|lingua=Italiano|p=10|volume=Vol. 5|opera=De pali da correre e balestrare|capitolo=Rub. XXVIII}}</ref>.
==Monumenti o luoghi d'interesse==
[[File:Chiesa Santa Maria Annunziata.jpg|sinistra|miniatura|Chiesa Santa Maria de Cruce]]
<big>'''Chiesa parrocchiale di Santa Maria Annunziata de Cruce''' o '''Santa Maria de Cruce'''</big>
 
Significativa e drammatica è la ricostruzione degli accadimenti verificatisi tra il [[1572]] e il [[1574]], fatti passare in sordina nel periodo in cui [[Guidobaldo II Della Rovere|Guidubaldo II della Rovere]] era [[Ducato di Urbino|Duca di Urbino]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Gianvittorio Signorotto|data=2003|titolo=Le due corti del duca di Urbino e la rivolta del 1573|rivista=Annali di storia moderna e contemporanea|editore=EDUCatt|città=Milano|volume=11|pp=233-260|accesso=6 dicembre 2017|id=ISSN 1124-0296|url=https://repositorio.uam.es/bitstream/handle/10486/1126/16942_B6.pdf}}</ref>. Nei successivi tre secoli gli [[Archivio segreto vaticano|Archivi Vaticani]] hanno permesso di far luce su quanto occorso, dopo la pervicace imposizione di nuovi dazi voluti dalla [[Guidobaldo II Della Rovere|Signoria Ducale]]. Nel [[1892]] l'Avv. Luigi Celli documentò fedelmente la dignitosa sommossa degli [[Urbino|Urbinati]] nei confronti di [[Guidobaldo II Della Rovere|Guidubaldo]], pagata peraltro con alto tributo di sofferenza e sangue<ref>{{Cita libro|nome=Luigi|cognome=Celli|titolo=Storia della sollevazione di Urbino contro il Duca Guidobaldo II: feltrio della Rovere, dal 1572 al 1574, da documenti inediti dell'Archivio Vaticano|url=http://www.digibess.it/fedora/repository/openbess:TO043-00438|formato=pdf|accesso=6 dicembre 2017|anno=1892|editore=L. Roux e C.|città=Torino-Roma|volume=Tasse e Rivoluzione, Storia Italiana non nota del Sec. XVI}}</ref>. Tra essi vi erano Virgilio Virgili, Vincenzo Ridolfi, Piero di Simone (detto ''Fussone'') e Guerrino di Pieruccio, sudditi ducali con discreti possedimenti nella campagna di Mazzaferro. Con ruoli diversi si sacrificarono tutti a favore della causa popolana. Di rilievo fu il ruolo di Vincenzo Ridolfi, recatosi a [[Roma]] presso [[Papa Gregorio XIII]] per perorare l'intervento del [[Papa|Soglio di Pietro]]. L'iniziativa non ebbe esito, scatenando solo la collera del [[Ducato di Urbino|Duca di Urbino]]. Pagarono tutti con la tortura e la condanna a morte per decapitazione (alcuni in [[contumacia]]), assieme ad altre 31 persone. Virgili e Pieruccio si salvarono con la fuga, ''Fussone'' morì in carcere dopo tortura al [[Cavalletto (tortura)|cavalletto]], mentre per Ridolfi la ricostruzione è contraddittoria. Fu certamente arrestato e sottoposto a metodi inquisitori, ma il Celli ne narra sia la fuga che la restituzione dei beni al termine della vicenda, grazie al figlio di [[Guidobaldo II Della Rovere|Guidubaldo]]. Subentrato alla morte del padre[[Francesco Maria II Della Rovere|, Francesco Maria II della Rovere]] era infatti motivato a ricostruire l'antico legame con la città di [[Urbino]].
 
Successive informazioni storiche si devono grazie all'opera dei Padri [[Ordine dei carmelitani scalzi|Carmelitani Scalzi]] dell'[[Ex convento dei Carmelitani Scalzi|ex Convento dell'Annunziata]]. Infatti nel [[1691]] valorizzano il territorio di Mazzaferro con piantumazioni ed interventi agricoli<ref>{{Cita libro|nome=Saverio|cognome=Sturm|titolo=L'architettura dei Carmelitani Scalzi in età barocca.
La Provincia Romana: Lazio, Umbria e Marche (1597-1705)|url=https://books.google.it/books?id=xPESBwAAQBAJ&pg=PR2&lpg=PR2&dq=L%27architettura+dei+Carmelitani+Scalzi+in+et%C3%A0+barocca+La+%E2%80%98Provincia+Romana%27:+Lazio,+Umbria+e+Marche&source=bl&ots=a91joGRKhK&sig=VBZb-O9d7vgFVdXgc8h2jg-1P0o&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjxovSEgcPXAhVHZ1AKHQHWDngQ6AEIRzAE#v=onepage&q=mazzaferro&f=false|edizione=I edizione|collana=Architettura, Urbanistica, Ambiente|data=|anno=2012|editore=Gangemi|città=Roma|p=338|ISBN=978-88-492-2498-6}}</ref>.
 
=== Età contemporanea ===
[[File:Toro da Monta Taurina - Mazzaferro 1949.jpg|thumb|Toro da Monta Taurina - Famiglia Guidarelli - Mazzaferro 1949]]
Provenendo da [[Urbania]], nel [[1935]] Mazzaferro era solo una collina da attraversare prima di arrivare ad Urbino, dalla quale poter ammirare il panorama dei torricini del [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]]<ref name=":24" />. Nel [[1951]] il futuro quartiere non era considerato neanche centro abitato dall'[[Istituto nazionale di statistica|ISTAT]], contava appena 70 abitanti ed era annoverato solo come nucleo abitativo<ref name=":6">{{Cita web|url=http://www.prourbino.it/AttivitaGelardiDionigi/2015/Urbinonfoot10.htm|titolo=10ª Passeggiata Urbinonfoot: Storia del quartiere di Mazzaferro|autore=Ing. Carlo Giovannini|nome=|curatore=Pro Urbino|accesso=15 novembre 2017}}</ref>. Le attività primarie erano legate all'ambito agricolo, tanto che una delle Stazioni di Monta Taurina della [[Provincia]] era sita proprio a Mazzaferro.
 
L'espansione contemporanea può ricondursi al rapporto tra [[Giancarlo De Carlo]] ed [[Urbino]], stretto proprio in questo periodo. Il [[Rettore (università)|Rettore]] dell’[[Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo"|Università]] [[Carlo Bo]] lo chiamò nel [[1952]], con l’intento di trasformare l'antica capitale rinascimentale in un nuovo centro degli studi e della cultura. Il sindaco [[Sindaci di Urbino|Egidio Mascioli]]<ref>{{Cita libro|autore=Federico Bilò|titolo=A partire da Giancarlo De Carlo|url=https://books.google.it/books?redir_esc=y&hl=it&id=ML-9lJQrNU4C&q=mazzaferro#v=onepage&q=mascioli&f=false|accesso=6 dicembre 2017|collana=Architettura, Urbanistica, Ambiente|annooriginale=2007|editore=Gangemi|città=Roma|p=177|ISBN=978-88-492-1349-2}}</ref> condivideva l’idea di trasformare questo borgo ricco solo del suo passato, in una centralità di ampia portata territoriale. Infatti nel [[1958]] conferì a [[Giancarlo De Carlo|De Carlo]] l’incarico di redigere il nuovo [[Piano regolatore generale comunale|Piano Regolatore (PRG)]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Isabella Daidone|anno=2014|titolo=Spazio e Società
Giancarlo De Carlo e il tema della base sociale
dell’architettura|rivista=Dottorato di Ricerca in Progettazione Architettonica|città=Palermo|p=186|accesso=1º novembre 2017|url=http://www.unipa.it/persone/docenti/d/isabella.daidone/?pagina=pubblicazione&idPubblicazione=114180}}</ref>. Il moderno insediamento di Mazzaferro fu dunque concepito con il 1º [[Piano regolatore generale comunale|PRG]] di [[Urbino]] ideato dall'architetto nel [[1964]]<ref>{{Cita libro|nome=Giancarlo|cognome=De Carlo|titolo=Urbino: la storia di una città e il piano della sua evoluzione urbanistica|url=https://books.google.it/books/about/Urbino.html?id=Ky9UAAAAMAAJ|accesso=6 dicembre 2017|anno=1966|editore=Marsilio|città=Padova|p=239|oclc=639626852|lccn=67005921}}</ref>, prevedendo un potenziamento della città “nuova” con veri quartieri “satellite”<ref>{{Cita libro|autore=Livio Sichirollo|titolo=Il futuro dei centri storici e il PRG di Urbino|url=https://books.google.it/books?id=juCzAAAAIAAJ&q=giancarlo+de+carlo+mazzaferro&dq=giancarlo+de+carlo+mazzaferro&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjmk-Ls1PbXAhXMy6QKHUPlD5EQ6AEIJzAA|accesso=7 dicembre 2017|collana=Quaderni di differenze|annooriginale=1964|editore=Argalia|città=Urbino|pp=28, 43, 99|volume=4}}</ref>. L'iter di approvazione richiese molto tempo e solo nel [[1971]] venne finalizzato, al tempo si contavano ancora 70 abitanti. Nel mentre, per tagliare i tempi di costruzione, l'[[Amministrazione comunale|Amministrazione Comunale]] adottò il Piano per l'Edilizia Popolare ([[PEEP]]), visto che nel [[1965]] era stata approvata apposita legge d'incentivazione<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1965/11/03/275/sg/pdf|titolo=Legge 1 novembre 1965, n. 1179|nome=Ministero dell'Economia e delle Finanze|sito=Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana N°275|curatore=L'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.|formato=pdf|p=5474|accesso=15 novembre 2017}}</ref>. In questo modo furono attivate edificazioni già previste nel 1º [[Piano regolatore generale comunale|PRG]] (zone Piansevero e Mazzaferro), il quale nel frattempo completava il suo percorso burocratico. In realtà la costruzione del quartiere Piansevero partì subito mentre Mazzaferro dovette comunque attendere l'inizio degli [[Anni 1970|anni '70]], momento che coincise con l'approvazione definitiva del 1º [[Piano regolatore generale comunale|PRG]]<ref name=":6" />.[[File:Mazzaferro fine anni 60.jpg|thumb|upright=1.2|Mazzaferro alla fine degli anni '60 (Gentile concessione di Fotomero)]]
 
I lavori iniziarono nel [[1971|1972]] e furono sottoposti a successive variazioni del progetto a metà decennio. Il passaggio storico fu importante. Tra il [[Comune (Italia)|Comune]] di [[Urbino]] e [[Giancarlo De Carlo|De Carlo]] non si raggiunse un allineamento sulle revisioni<ref name=":1" />. La divergenza di vedute con l'amministrazione [[Sindaci di Urbino|Magnani]] portò a una temporanea separazione dall'architetto<ref name=":22">{{Cita news|autore=Giorgio Londei|titolo=L'impronta di Giancarlo De Carlo in Urbino e nella provincia|url=http://www.fanocitta.it/costume/670-l-impronta-di-giancarlo-de-carlo-in-urbino-e-nella-provincia.html|pubblicazione=Fanocittà|data=6 giugno 2017|accesso=30 ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171107014231/http://www.fanocitta.it/costume/670-l-impronta-di-giancarlo-de-carlo-in-urbino-e-nella-provincia.html|urlmorto=sì}}</ref> nel [[1973]]<ref name=":27">{{Cita web|url=https://ilgiornaledellarchitettura.com/web/2019/11/25/caro-giancarlo-quanto-ci-manchi/|titolo=Caro Giancarlo, quanto ci manchi|cognome=Piccardo|nome=Emanuele|editore=Umberto Allemandi & C. S.p.A.|curatore=The Architectural Post|data=25 novembre 2019|formato=html|cid=ISSN 2284-1369|accesso=30 novembre 2019}}</ref> e nel [[1975]] la variante [[PEEP]] di Mazzaferro fu affidata a [[Gianni Fabbri]] dell'[[Università Iuav di Venezia|Università IUAV di Venezia]]<ref name=":1">{{Cita libro|autore=Istituto nazionale di urbanistica|titolo=Urbanistica|url=https://books.google.it/books?redir_esc=y&hl=it&output=html_text&id=tdpUAAAAMAAJ&focus=searchwithinvolume&q=mazzaferro|accesso=6 dicembre 2017|ed=110-111|anno=1998|editore=Istituto nazionale di urbanistica|città=Torino|pp=28-30|lccn=52034474}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Luigi Ramazzotti|curatore=Benedetto Todaro, Federico De Matteis|titolo=Il secondo progetto: interventi sull'abitare pubblico: linee guida per la riqualificazione dei quartieri innovativi nell'Italia centromeridionale|formato=pdf|anno=2012|editore=Prospettive edizioni|città=Roma|pp=354-369|capitolo=Aspetti conoscitivi e progettuali per la riqualificazione I quartieri CECA-Italsider a Piombino e Villa Adriana a Tivoli|urlcapitolo=https://www.researchgate.net/profile/Luigi_Ramazzotti/publication/255701560_IIIB1_Ramazzotti_Aspetti_conoscitivi_e_progettuali_per_la_riqualificazione_I_quartieri_CECA-Italsider_a_Piombino_e_Villa_Adriana_a_Tivoli/links/0deec5203b4edccab8000000/IIIB1-Ramazzotti-Aspetti-conoscitivi-e-progettuali-per-la-riqualificazione-I-quartieri-CECA-Italsider-a-Piombino-e-Villa-Adriana-a-Tivoli.pdf?origin=publication_detail|ISBN=978-88-89400-80-7}}</ref>, di cui [[Rettore (università)|Rettore]] era [[Carlo Aymonino]]. È durante la collaborazione tra il [[Comune]] di [[Urbino]] e [[Carlo Aymonino|Aymonino]] che la fisionomia di Mazzaferro raggiunse l'attuale ''[[status]]''<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Istituto universitario di architettura <Venezia>|coautori=Ruggero Faccin ed Eleonora Mantese|anno=1980|titolo=Urbino : ricerche preliminari alle varianti al PRG e agli strumenti attuativi : prima fase|rivista=Quaderno del Dipartimento di Progettazione|editore=Udine: Tecnograph|città=Venezia|p=210|accesso=6 dicembre 2017|id=[BNI] 824095|url=http://opac.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/scheda.jsp?bid=SBL0633680|dataarchivio=7 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171107015926/http://opac.sbn.it/opacsbn/opac/iccu/scheda.jsp?bid=SBL0633680|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=|titolo=Espaces Et Sociétés|url=https://books.google.it/books?id=osIyAQAAIAAJ|accesso=6 dicembre 2017|ed=33-36|anno=1986|editore=Sansoni|città=Firenze|p=224|oclc=629918536|lccn=84648611}}</ref>. Ispirandosi chiaramente al [[Gallaratese (Milano)|Gallaratese]]<ref name=":27" />, furono eretti gli edifici a struttura quadra di Piazza [[Urbania|Casteldurante]] organizzandoli attorno ad una corte centrale. A fianco degli alloggi fu edificata una piazza sopraelevata con garage sotterranei, concepita come punto di ritrovo del quartiere. Originariamente la piazza doveva essere ancora più alta, era previsto a tale scopo un altro piano. Partirono anche una serie di attività commerciali che tuttavia non riuscirono a decollare mai completamente per motivazioni logistiche<ref name=":6" />. Il quartiere, nonostante gli investimenti, è infatti percepito da sempre isolato, sia dai residenti che dalla popolazione urbinate.
 
'''Controversie''' '''architettoniche'''[[File:Veduta aerea Mazzaferro.jpg|thumb|upright=1.2|Veduta aerea del centro di Mazzaferro]]
 
Nel corso degli anni Mazzaferro è stato oggetto di accesi dibattiti<ref>{{Cita web|url=http://www.urbinoeprovincia.com/francescocolocci/fc_ieu.htm|titolo=Intorno all’enigma di Urbino|autore=Vittorio Emiliani|data=12 agosto 2004|accesso=23 dicembre 2017|dataarchivio=22 novembre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081122054756/http://www.urbinoeprovincia.com/francescocolocci/fc_ieu.htm|urlmorto=sì}}</ref>, focalizzati periodicamente su due aspetti, l’impatto ambientale sul territorio urbinate<ref>{{Cita web|url=http://www.lavalledelmetauro.it/contenuti/opere-specialistiche/scheda/11739.html|titolo=“Deturpato il paesaggio”. La denuncia del Prof. Demitri dell'Accademia delle Belle Arti|autore=Piero Demitri|data=23 gennaio 2012|accesso=23 dicembre 2017}}</ref> e i canoni estetici delle abitazioni<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/piano_strategico/osservazioni/Prof.%20Piero%20Demitri.pdf|titolo=Piano strategico?|autore=Piero Demitri|p=2|accesso=23 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171224042326/http://www.comune.urbino.ps.it/piano_strategico/osservazioni/Prof.%20Piero%20Demitri.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Fino a metà del [[1900|'900]] i pochi residenti "vivevano" una campagna pressoché incontaminata<ref name=":24">{{Cita web|url=http://www.prourbino.it/Scrittori/Tiberi/SilBrancon.htm|titolo=Il fosso di Bracone|autore=Dino Tiberi|curatore=Associazione Pro Urbino|accesso=24 dicembre 2017}}</ref>. Il progetto del nuovo quartiere fu calato in un territorio molto simile a quello ritratto dal [[Gaspar van Wittel|Vanvitelli]]<ref name=":23" /> tre secoli prima. Un impatto “complesso” da armonizzare con i [[Paradigma|paradigmi]] costruttivi del [[XX secolo]]. Alla necessità di nuove case, durante il [[Miracolo economico italiano|boom economico]] del [[Secondo dopoguerra in Italia|secondo dopoguerra]], s'aggiunse la rigidità del piano costruttivo<ref>{{Cita web|url=https://medium.com/@nonmipettinomai/bellidea-b616b7a4cffb|titolo=Bell'idea|autore=Antonio di Summa|data=13 marzo 2014|accesso=23 dicembre 2017}}</ref>. Inoltre allo sviluppo contribuirono i più influenti professionisti dell’epoca: [[Giancarlo De Carlo|De Carlo]], [[Carlo Aymonino|Aymonino]] e [[Gianni Fabbri|Fabbri]]. Quindi concezioni architettoniche eclettiche, in termini estetici<ref>{{Cita web|url=http://www.galileomagazine.com/208/|titolo=I mali culturali|autore=Guglielmo Monti|data=1º gennaio 2013|pp=18-19|accesso=24 dicembre 2017}}</ref>. Nei fatti si tentò di far coesistere edifici del [[1600|'600]], abitazioni di fine [[1800|'800]] e inizi del [[1900|'900]], condomini tipici degli anni [[Anni 1970|’70]] e [[Anni 1980|'80]], case o villette bi- e mono-familiari. Tutto edificato nell'arco di 25 anni.
 
Riflessioni sul potenziale esito vennero condivise durante la fase di costruzione. Ad esempio, ancor prima dell’erezione di via [[Oreste Lizzadri|O. Lizzadri]], fu discussa la possibilità di frazionare l’edificio in due tronconi. Si riteneva che la discontinuità strutturale potesse mitigare la "sensazione monumentale” dell’edificio. Analogamente fu condivisa la rivisitazione architettonica della corte di Piazza [[Urbania|Casteldurante]], che tuttavia lasciò spazio all'impellente esigenza abitativa. All'epoca, inoltre, una certa connotazione estetica probabilmente andò persa, passando dalla fase di progettazione a quella operativa<ref name=":6" />. Nonostante una certa caratterizzazione strutturale, lo stesso sindaco dell’epoca [[Sindaci di Urbino|Londei]]<ref>{{Cita web|url=http://www.senato.it/leg/11/BGT/Schede/Attsen/00001355.htm|titolo=Scheda di attività di Giorgio Londei - XI Legislatura|autore=Senato della Repubblica Italiana|accesso=29 novembre 2017}}</ref> si confrontò con [[Carlo Aymonino|Aymonino]] sul risultato finale, il che si tradusse nell'avvicendamento con [[Leonardo Benevolo]]<ref name=":22" /> all'inizio degli [[Anni 1980|anni '80]].
 
'''Il ritorno di De Carlo'''
 
I rapporti tra [[Giancarlo De Carlo|De Carlo]] e l'[[Amministrazione comunale|Amministrazione]] di [[Urbino]] ripresero nel [[1989]] concretandosi con il 2º [[Piano regolatore generale comunale|PRG]]<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/Archivio/regolamenti/NTA.pdf|titolo=P.R.G. di Urbino 1994|autore=Giancarlo De Carlo e Paolo Spada|nome=|curatore=Servizio Urbanistica del Comune di Urbino|formato=pdf|accesso=15 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171115210108/http://www.comune.urbino.ps.it/Archivio/regolamenti/NTA.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.spadaeassociati.eu/projects/urbanistica/piano-regolatore-generale-di-urbino|titolo=Piano Regolatore Generale di Urbino|autore=Spada e Associati|editore=Spada e Associati srl|accesso=29 novembre 2017}}</ref> del [[1994]], il che si tradusse in una nuova espansione per Mazzaferro. Nel [[1999]] il quartiere si sviluppò verso [[Punto cardinale|Nordest]] nella zona di "''Ca' Virginio''"<ref name=":7" /> (o ''Chel Virginio'')<ref name=":2">{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/Archivio/resoconti_consiliari/1999/19%20Agosto%201999.pdf|titolo=Seduta consiliare N°3|autore=Consiglio Comunale|curatore=Comune di Urbino|data=giovedì 19 agosto 1999|formato=pdf|volume=Atti Consiliari|pp=47-49|accesso=6 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171113003146/http://www.comune.urbino.ps.it/Archivio/resoconti_consiliari/1999/19%20Agosto%201999.pdf|urlmorto=sì}}</ref> e in direzione [[Punto cardinale|Sud-Ovest]] con la costruzione di nuove abitazioni dette "''Villa Teresa''"<ref name=":7" />. In quest'ultimo caso fu coinvolta anche la parrocchia di Santa Maria de Cruce<ref name=":18" />, con il suolo antistante al salone polivalente. Il progetto iniziale di ''Villa Teresa'' prevedeva un [[anfiteatro]] ricreativo edificato vicino alle case<ref name=":6" />. Nel [[1999]] l'approvazione di una variante ne concretò lo spostamento<ref name=":2" /> proprio nella porzione di terreno adiacente al salone, ove già insisteva un modesto [[campo da calcio]]. Il vecchio impianto fu smantellato ed eretta una nuova struttura sportiva parrocchiale.
 
Per quanto possibile si cercò di far tesoro dell’esperienza passata, non solo a Mazzaferro ma anche in altri quartieri della città<ref>{{Cita web|url=http://www.ung.si/~library/doktorati/konzervatorstvo/6Martini1.pdf|titolo=The conservation of historic urban landscapes:an approch|autore=Viviana Martini|data=2013|lingua=En|p=307|accesso=24 dicembre 2017}}</ref>. A tal proposito ''Villa Teresa'' e ''Ca’ Virginio'' mostrano un tentativo di progresso nella ricerca dell'armonia estetica.
 
Per ovviare al problema dell'isolamento, uno sviluppo del collegamento con la città ducale venne previsto agli inizi degli anni [[2000]]<ref name=":9">{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/Archivio/resoconti_consiliari/2000/16%20Novembre%202000.pdf|titolo=Seduta consiliare N°24|autore=Consiglio Comunale|curatore=Comune di Urbino|data=16 novembre 2000|formato=pdf|volume=Atti Consiliari|pp=36-39|accesso=10 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171210072341/http://www.comune.urbino.ps.it/Archivio/resoconti_consiliari/2000/16%20Novembre%202000.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Fu pianificata la costruzione di un camminamento pedonale per collegare il tratto di [[Strada statale 73 bis di Bocca Trabaria|SS 73 bis]] tra la zona di "''Ca' Virginio"'' e l'incrocio stradale prima di "''Ca' Condi''"<ref name=":11" />. Questo bivio, detto anche "''incrocio della cabina''", è conosciuto per collegare [[Urbino]] con [[Fermignano]] attraverso la viaria nota come "''Strada Rossa''" o "''Crocicchia''"<ref name=":7" /><ref name=":20">{{Chiese italiane|44383|Chiesa di San Giovanni Battista di Crocicchio|17 dicembre 2017|stampa=sì}}</ref>. Il progetto tuttavia è ancora in corso<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.pu.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/Programma_triennale_OO.PP.2011-2013.pdf|titolo=Programma triennale 2011-2013 dei lavori pubblici|autore=Dott. Franco Corbucci (Sindaco)|curatore=Comune di Urbino|data=16 ottobre 2010|accesso=10 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171210072218/http://www.comune.urbino.pu.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/Programma_triennale_OO.PP.2011-2013.pdf|urlmorto=sì}}</ref> ed attende il completamento a partire dall'anno [[2018]]<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/Archivio/Resoconti_consiliari/2017/Resoconto_10%20-%2031%20LUGLIO%202017.pdf|titolo=Seduta Consiliare|autore=Consiglio Comunale|curatore=Comune di Urbino|data=31 luglio 2017|pp=17 e 28|accesso=10 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171210071931/http://www.comune.urbino.ps.it/Archivio/Resoconti_consiliari/2017/Resoconto_10%20-%2031%20LUGLIO%202017.pdf|urlmorto=sì}}</ref>. Al momento il camminamento è stato realizzato solo parzialmente nel tratto di strada detto "''del Muraglione''", nella curva tra "''Ca' Virginio"'' e "''Ca' Paciotti"''<ref name=":9" />.
 
==Monumenti o luoghi d'interesse==
=== Chiesa di Santa Maria Annunziata de Cruce o Santa Maria della Croce ===
[[File:Chiesa Santa Maria Annunziata.jpg|miniatura|Chiesa Santa Maria de Cruce|257x257px]]
'''Storia'''
 
Nel podere di Mazzaferro<ref name=":0" /> sorgeva dal [[1496]] la [[Chiesa (architettura)|Chiesa]] privata dedicata al [[Santissimo Nome di Maria|Santissimo Nome]] di [[Maria (madre di Gesù)|Maria Vergine]]. Nel [[1529]] la [[Confraternita (Chiesa cattolica)|Confraternita]] dell'Annunziata incaricò la [[Maestranze]] Marchigiane di erigere la [[Chiesa (architettura)|Chiesa]] su terreno della [[Basilica di San Giovanni in Laterano|Basilica Lateranense]] (''In solo lateranensi''). Le [[Pergamena|pergamene]] latine che attestano l'autorizzazione del [[Città del Vaticano|Vaticano]] alla costruzione del bene sono tuttora conservate presso l'ecclesia di Mazzaferro<ref name=":3">{{Cita pubblicazione|autore=Giancarlo Di Ludovico|data=5 novembre 2017|titolo=La Madonna senza Nome|rivista=Il Nuovo Amico|editore=Cooperativa Comunicare|città=Pesaro|p=7}}</ref>. I lavori furono completati nell'arco di un decennio e nel [[1539]] la [[Confraternita (Chiesa cattolica)|Confraternita]] approvò lo statuto e la veste processionale. Successivamente la Chiesa fu unita al Capitolo di [[Urbino]] nel [[1597]]. Nella seconda visita pastorale del vescovo [[Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant'Angelo in Vado|Angeloni]], nel [[1851]], l’edificio risulta sottoposto all'autorità della [[Chiesa di San Sergio (Urbino)|Chiesa di San Sergio]] e spettante alla [[Confraternita (Chiesa cattolica)|Confraternita]] che la costruì. L'accertamento per uso esclusivo di [[culto]], è stato eseguito per [[Regio decreto|Regio Decreto]] in data del [[10 aprile]] [[1936]]<ref>{{Cita web|url=https://www.normattiva.it/atto/caricaDettaglioAtto?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1936-05-29&atto.codiceRedazionale=036U0919&atto.articolo.numero=0&atto.articolo.sottoArticolo=1&atto.articolo.sottoArticolo1=10&qId=619abe08-3d39-4572-840f-5e9b58d2019f&tabID=0.5012711059160921&title=lbl.dettaglioAtto|titolo=REGIO DECRETO 10 aprile 1936, n. 919 - Normattiva|sito=www.normattiva.it|editore=Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia|formato=pdf|p=1780|accesso=2022-09-20}}</ref>. Edificata un tempo in aperta campagna, oggi è inglobata nel territorio del quartiere di Mazzaferro e catalogata nel [[Beni culturali|patrimonio dei beni culturali]] delle [[Marche]]<ref name=":18">{{Cita web|url=http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca/tabid/41/ids/81790/Chiesa-di-S-Maria-in-Croce/Default.aspx|titolo=Chiesa di Santa Maria in Croce|autore=Regione Marche|sito=Marche Beni Culturali|curatore=Fondazione Marche Cinema Multimedia|data=|accesso=17 novembre 2017}}</ref>. La [[Parrocchia]] di Santa Maria della Croce è stata eretta in data 22 [[marzo]] [[1963]] con atto ufficiale della [[Italia|Repubblica Italiana]]<ref name=":14">{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1963/05/11/124/sg/pdf|titolo=Riconoscimento, agli effetti civili, della erezione della Parrocchia di Santa Maria della Croce, in localita' Mazzaferro del comune di Urbino (Pesaro e Urbino).|autore=Ministro dell'Economia e delle Finanze|sito=Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana N°124|curatore=Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.|data=11 maggio 1963|formato=pdf|p=2495|accesso=6 novembre 2017}}</ref> e censisce attualmente 1350 parrocchiani<ref>{{Cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/marche/pesarourbino_urbino_mazzaferro.html|titolo=La Frazione di Mazzaferro|autore=|sito=Italia in Dettaglio|accesso=23 novembre 2017|anno=2016}}</ref>. Rispetto agli abitanti di quartiere il numero è superiore, infatti a Santa Maria de Cruce afferiscono anche le zone della Pieve di [[Tascio Cecilio Cipriano|San Cipriano]]<ref name=":5" />, oltre alla [[Frazione (geografia)|frazione]] del ''Tufo'' e alla località ''Crocicchia''<ref name=":20" /> (o ''Crocicchio'')<ref>{{Cita web|url=http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca/tabid/41/ids/79429/Chiesa-di-S-Giovanni-Battista-in-Crocicchio/Default.aspx|titolo=Chiesa di San Giovanni Battista di Crocicchio|autore=Regione Marche|curatore=Fondazione Marche Cinema Multimedia|accesso=17 dicembre 2017}}</ref>. Agli effetti civili, si ricorda l'unione perpetua "''[[aeque principaliter]]''" di Santa Maria della Croce con la parrocchia di [[Paolo di Tarso|San Paolo]]<ref>{{Cita web|url=http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca/tabid/41/ids/66535/Chiesa-di-S-Paolo/Default.aspx|titolo=Chiesa di S. Paolo|autore=Regione Marche|curatore=Fondazione Marche Cinema Multimedia|accesso=17 dicembre 2017}}</ref>, sita in via [[Aurelio Saffi|A. Saffi]] ad [[Urbino]]. Il [[decreto]] ufficiale porta la data del 10 [[marzo]] [[1964]]<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1964/05/04/109/sg/pdf|titolo=Riconoscimento dell'unione perpetua "aeque principaliter" della Parrocchia di Santa Maria della Croce, con la Parrocchia di San Paolo.|autore=Ministro dell'Economia e delle Finanze|sito=Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana N°109|curatore=Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.|data=10 marzo 1964|formato=pdf|p=1843|accesso=17 dicembre 2017}}</ref>.
Nel podere di Mazzaferro<ref name=":0" /> sorgeva dal [[1496]] la Chiesa privata dedicata al [[Santissimo Nome di Maria|Santissimo Nome]] di [[Maria (madre di Gesù)|Maria Vergine]]. Nel [[1529]] la [[Confraternita (Chiesa cattolica)|Confraternita]] dell'Annunziata incaricò la Maestranze Marchigiane di erigere la Chiesa su terreno della [[Basilica di San Giovanni in Laterano|Basilica Lateranense]] (''In solo lateranensi''). I lavori furono completati nell'arco di un decennio e nel [[1539]] la Confraternita approvò lo statuto e la veste processionale. Successivamente la Chiesa fu unita al Capitolo di Urbino nel [[1597]]. Nella seconda visita pastorale del vescovo Angeloni, nel [[1851]], l’edificio risulta sottoposto all'autorità della [[Chiesa di San Sergio (Urbino)|Chiesa di San Sergio]] e spettante alla Confraternita che la costruì. Costruita un tempo in aperta campagna, oggi è inglobata nel territorio della frazione di Mazzaferro. [[File:Madonna traisanti.jpg|sinistra|miniatura|“''Madonna tra i Santi Antonio da Padova, Ubaldo e Bernardino da Siena''”, Sec XVIII]]'''Struttura'''
 
'''Struttura'''
L'edificio è costruito in muratura, formata prevalentemente da mattoni legati con malta. Il nucleo storico comprende la Chiesa e la [[canonica]], addossata alla sua sinistra. Di forme semplici, ripete la tradizionale conformazione ad [[Aula (chiesa)|aula unica]]. La facciata in mattoni termina col [[Timpano (architettura)|timpano]] e non presenta altre decorazioni. Il portale in pietra modanata è un semplice rettangolo. Sopra il portale un [[cartiglio]] riporta il nome della Chiesa. I muri laterali hanno conformazione a scarpata, a mo' di [[contrafforte]]. L'interno è semplice e lineare. Uniche decorazioni presenti sono le modanature del cornicione, interrotto dagli archi della [[campata]] centrale, oltre alle nicchie inserite in cornici di stucco modellato. Sulla parete di fondo è l'altare originale. Il [[presbiterio]] è sollevato sul pavimento dell'aula grazie ad un gradino rivestito in cotto. Nel [[1985]] l'altare originale è stato parzialmente ridotto in profondità per consentire la costruzione del nuovo, realizzato con sostegni in mattoni e piano di marmo. Sopra l'ingresso è la [[cantoria]], con semplice balaustra in legno priva di decorazioni. Sulla parete destra, libera da edifici, si aprono due finestre. Per la natura franosa del terreno la parete di destra presenta tre tratti di muro a scarpata, per evidenti ragioni statiche.
 
L'edificio è costruito in muratura, prevalentemente da mattoni legati con malta. Il nucleo storico comprende la Chiesa e la [[canonica]], addossata alla sua sinistra, costruita successivamente all'edificio di culto tra il [[XVIII secolo|XVIII]] e il [[XIX secolo]]<ref>{{Cita web|url=http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca/tabid/41/ids/81791/Casa-canonica-della-Chiesa-di-S-Maria-in-Croce/Default.aspx|titolo=Casa canonica della Chiesa di S. Maria in Croce|autore=Regione Marche|sito=Marche Beni Culturali|curatore=Fondazione Marche Cinema Multimedia|accesso=5 novembre 2017}}</ref>. Di forme semplici, ripete la tradizionale conformazione ad [[Aula (chiesa)|aula unica]]. La facciata in mattoni termina col [[Timpano (architettura)|timpano]] e non presenta altre decorazioni. Il portale in pietra [[Modanatura|modanata]] è un semplice rettangolo. Sopra il portale un [[cartiglio]] riporta il nome della Chiesa. I muri laterali hanno conformazione a scarpata, a mo' di [[contrafforte]]. L'interno è semplice e lineare. Uniche decorazioni presenti sono le modanature del cornicione, interrotto dagli archi della [[campata]] centrale, oltre alle nicchie inserite in cornici di stucco modellato. Sulla parete di fondo è l'altare originale. Il [[presbiterio]] è sollevato sul pavimento dell'aula grazie ad un gradino rivestito in cotto. Nel [[1985]] l'altare originale è stato parzialmente ridotto in profondità per consentire la costruzione del nuovo, realizzato con sostegni in mattoni e piano di marmo. Sopra l'ingresso è la [[cantoria]], con semplice balaustra in legno priva di decorazioni. Sulla parete destra, libera da edifici, si aprono due finestre. Per la natura franosa del terreno la parete di destra presenta tre tratti di muro a scarpata, per evidenti ragioni statiche<ref>{{Cita libro|autore=Anna Fucili|autore2=Tiziano Mancini|titolo=Urbino, Chiese fuori le mura, ch'erbose hanno le soglie|edizione=1|annooriginale=1997|editore=Stibu|città=Urbania}}</ref>. La Chiesa è [[Volta a botte|voltata a botte]] con sezione ad arco ribassato. Nelle tre [[Campata|campate]] sono modellate tre unghie per lato in corrispondenza delle finestre e degli archi al centro. Sopra l'imposta della volta è la struttura in legno che sostiene il tetto. La superficie esterna è rivestita con [[Coppo (tegola)|coppi]]<ref>{{Cita web|url=http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/index.jsp|titolo=Chiesa di Santa Maria de Cruce <Mazzaferro, Urbino>|autore=Arcidiocesi di Urbino - Urbania - Sant’Angelo in Vado|curatore=Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto e Servizio Informatico della Conferenza Episcopale Italiana|data=12 giugno 2015|accesso=26 ottobre 2017}}</ref>.
'''Copertura'''
 
'''Opere d'arte'''
La Chiesa è [[Volta a botte|voltata a botte]] con sezione ad arco ribassato. Nelle tre campate sono modellate tre unghie per lato in corrispondenza delle finestre e degli archi al centro. Sopra l'imposta della volta è la struttura in legno che sostiene il tetto. La superficie esterna è rivestita con [[Coppo (tegola)|coppi]]<ref>Anna Fucili, Tiziano Mancini, ''Urbino, chiese fuori le mura: "ch'erbose hanno le soglie"'', Urbania, 1997</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/index.jsp|titolo=Chiesa di Santa Maria de Cruce <Mazzaferro, Urbino>|autore=Arcidiocesi di Urbino - Urbania - Sant’Angelo in Vado|sito=Le Chiese delle Diocesi Italiane|editore=|curatore=Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto e Servizio Informatico della Conferenza Episcopale Italiana|data=12 giugno 2015|accesso=26 ottobre 2017}}</ref>.
 
“''[[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] tra i Santi [[Antonio di Padova|Antonio da Padova]], [[Ubaldo Baldassini|Ubaldo]] e [[Bernardino da Siena]]''”: posizionato dietro l’altare si apprezza questo dipinto della metà del [[XVIII secolo|secolo XVIII]]. Ignoti sia il committente che l'autore del quadro<ref name=":3" />. L'opera ha una pregevole cornice in legno dorato, originariamente propria della "''Santissima Annunziata''" realizzata da Alessandro Vitali<ref>{{Cita web|url=http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca.aspx?ids=10986|titolo=Annunciazione|autore=Regione Marche|sito=Marche Beni Culturali|curatore=Fondazione Marche Cinema Multimedia|accesso=27 ottobre 2017}}</ref> e sita all'epoca dietro l'altare maggiore dell'[[Ex convento dei Carmelitani Scalzi|ex Convento dell'Annunziata]]<ref>{{Cita libro|nome=Andrea|cognome=Lazzari|titolo=Delle Chiese di Urbino e delle pitture in esse esistenti - Compendio storico|url=https://books.google.it/books?id=fw5gAAAAcAAJ&pg=PA177&hl=it&source=gbs_selected_pages&cad=2#v=onepage&q&f=false|formato=pdf|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=1801|editore=Giovanni Guerrini|città=Urbino|pp=138-140}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca/tabid/41/ids/71210/Chiesa-dei-Carmelitani-Scalzi/Default.aspx|titolo=Chiesa dei Carmelitani Scalzi|autore=Regione Marche|curatore=Fondazione Marche Cinema Multimedia|accesso=17 dicembre 2017}}</ref>.
'''Opere'''
 
“''[[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] e angeli''”: sulla parete di sinistra e risalente al [[1600]], è un tipico esempio di pittura [[Federico Barocci|Baroccesca]]<ref>{{Cita libro|nome=Bonita|cognome=Cleri|titolo=Pittura baroccesca nella provincia di Pesaro e Urbino|url=https://books.google.it/books/about/Pittura_baroccesca_nella_provincia_di_Pe.html?id=W9hGAQAAIAAJ&redir_esc=y|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=2008|editore=Società pesarese di studi storici|città=Pesaro|p=258|oclc=0298180446|lccn=2009350327}}</ref>[[Federico Barocci|.]] Anche in questo caso l'autore è anonimo.
Dietro l’altare si apprezza il dipinto della metà del [[XVIII secolo|secolo XVIII]] raffigurante la “''Madonna tra i Santi Antonio da Padova, Ubaldo e Bernardino da Siena''”. L'opera ha una pregevole cornice in legno dorato, originariamente propria della "''Santissima Annunziata''" realizzata da [[Alessandro Vitali]]<ref>{{Cita web|url=http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca.aspx?ids=10986|titolo=Annunciazione|autore=Regione Marche|curatore=Fondazione Marche Cultura|accesso=27 ottobre 2017}}</ref> e sita all'epoca dietro l'altare maggiore dell'[[Ex convento dei Carmelitani Scalzi|ex Convento dell'Annunziata]]<ref>{{Cita libro|nome=Don Andrea|cognome=Lazzari|titolo=Delle Chiese Di Urbino E Delle Pitture in Esse Esistenti - Compendio Storico|annooriginale=1801|città=Urbino|pp=138-140}}</ref>.
 
"''[[Maria (madre di Gesù)|Madonna]] con in grembo il [[Cristo]] morto''": sulla parete di destra si osserva questa opera di autore ignoto, probabilmente risalente al periodo di erezione della Chiesa<ref name=":3" />. La [[Maria (madre di Gesù)|Vergine]] è raffigurata ai piedi della croce e alla sommità dei capi svettano due angioletti.
 
"''[[Crocifisso]] in legno con [[Cristo]] morente''": anch'esso sulla parete di destra. L'opera, di umile fattura, è un chiaro riferimento alla toponimia della Chiesa.
 
<gallery widths="240" heights="240">
File:Madonna traisanti.jpg|Madonna tra i Santi Antonio da Padova, Ubaldo e Bernardino da Siena - (anonimo, metà del sec. XVIII, olio su tela)
File:Anonimo baroccesco.jpg|Madonna e angeli - (anonimo, sec. XVII, olio su tela, 134&nbsp;cm x 85&nbsp;cm)
File:Madonna con Cristo defunto.jpg|Madonna e Cristo morto - (Autore e periodo anonimi)
File:Cristo morente Chiesa Mazzaferro.jpg|Cristo crocifisso - (Autore e periodo anonimi)
</gallery>
 
Sulla parete di sinistra si trova il dipinto “''Madonna e angeli''” risalente al [[1600]], un tipico esempio di pittura [[Federico Barocci|Baroccesca]]<ref>{{Cita libro|nome=Bonita|cognome=Cleri|titolo=Pittura baroccesca nella provincia di Pesaro e Urbino|annooriginale=2008|editore=Società pesarese di studi storici|p=258}}</ref>[[Federico Barocci|.]]
[[File:Anonimo baroccesco.jpg|sinistra|miniatura|''Madonna e angeli'', sec. XVII, olio su tela]]
'''Ampliamenti successivi'''
 
Adiacente alla Chiesa si trova il moderno [[Parrocchia|centro parrocchiale]] eretto tra gli [[Anni 1980|anni ottanta'80]] e novanta[[Anni 1990|'90]] del [[XX secolo]]. La struttura includeè un salone polivalente adibito anche a [[Chiesa (architettura)|Chiesa]], inedificato gradoper dirispondere accogliere lall'accresciutaaumento demografico in popolazioneatto dellanel frazionequartiere.
=== Villa Ca' Paciotti o Ca' il Paciotto o Cal Paciotto ===
'''Storia'''[[File:Ca' Paciotti Le cento città d'italia.jpg|miniatura|250x250px|Ca' Paciotti 1891 - Veduta pittorica da Borgo Mercatale del Monte dei Cappuccini - Ca' Paciotti compare sulla sinistra]]Nel tratto della [[Strada statale 73 bis di Bocca Trabaria|SS73 bis]] detto del "''Muraglione''", a 100 m da "''Ca' Virginio"''<ref name=":9" />, si trova una villa rinascimentale edificata nella seconda metà del [[XV secolo|secolo XV]]. Fu eretta su un poggio con lo sguardo verso [[Urbino]] nel [[1470]], da Paolo di Guido di Paolo [[Domenico Silvio Passionei|Passionei]], tesoriere e maggiordomo del [[Federico da Montefeltro|Duca Federico da Montefeltro]]<ref>{{Cita libro|autore=Giuseppe Colucci|titolo=Delle antichità picene dell'abate Giuseppe Colucci patrizio camerinese. Tomo 1-[31].Delle antichità del medio, e dell'infimo evo tomo 11|url=https://books.google.it/books?id=19Kq4vm8rskC&pg=RA1-PA33&dq=paolo+passionei&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjj8-3p1rvXAhXMXBoKHSKWDmQQ6AEISjAH#v=onepage&q=paolo%20passionei&f=false|formato=pdf|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=1796|anno=|editore=dai torchi dell'autore|città=Fermo|p=33|volume=26}}</ref>. Il poggio ''extra muros'' non era che vigna e terra seminata detta “''Podere di [[Antonio di Padova|S. Antonio]]''”<ref name=":8">{{Cita libro|autore=Ettore Pandolfi|titolo=Il molino e il ponte sul Foglia
a Colbordolo|url=http://www.cultura.pesarourbino.it/fileadmin/grpmnt/1201/molino.pdf|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=2008|editore=Metauro Edizioni S.r.l|città=Pesaro|p=17|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201032506/http://www.cultura.pesarourbino.it/fileadmin/grpmnt/1201/molino.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref name=":10">{{Cita libro|autore=M. Faloci Pulignani, G. Mazzatini, M. Santoni|titolo=Archivio Storico per le Marche e L'Umbria|url=https://archive.org/details/archiviostoricop03foli|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=1886|editore=|città=Foligno|pp=48, 49, 69|volume=3}}</ref>, dal nome del [[Convento]], già ospedale, sito sul vicino Colle dei [[Ordine dei frati minori cappuccini|Cappuccini]]<ref>{{Cita web|url=http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca/tabid/41/ids/71313/Chiesa-dei-Cappuccini/Default.aspx|titolo=Chiesa dei Cappuccini|autore=Regione Marche|curatore=Fondazione Marche Cinema Multimedia|accesso=17 dicembre 2017}}</ref>. Mantenne il toponimo in onore del [[Santo]]<ref>{{Cita libro|autore=Andrea Lazzari|titolo=Delle chiese di Urbino e delle pitture in esse esistenti: compendio storico|url=https://books.google.it/books?id=fw5gAAAAcAAJ&pg=PA158&lpg=PA158&dq=chiesa+cappuccini+urbino&source=bl&ots=I1VZPaTUeP&sig=ddIRocqSSjMJXuF09bYYvobDD3U&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwir2eHeps3XAhVPqaQKHTe4CQsQ6AEIiQEwDw#v=onepage&q=chiesa%20cappuccini%20urbino&f=false|formato=pdf|accesso=6 dicembre 2017|annooriginale=1801|editore=Giovanni Guerrini|città=Urbino|pp=160-162}}</ref> fino al 21 marzo [[1569]], quando l'architetto [[Francesco Paciotto|Pietro Francesco Tagliapietra]] detto “''il Paciotto”''<ref>{{Cita libro|autore=Carlo Promis|titolo=La Vita di Francesco Paciotto da Urbino architetto civile e militare del secolo XVI|url=http://www.libreriamilitareares.it/BIBLIOTECA/OPERE%20STAMPATE%20NEL%202010/2011%20II/CON%20FRONTESPIZIO%20A%20COLORI/PROMIS%20La%20vita%20di%20Francesco%20Paciotto%20da%20Urbino.pdf|accesso=6 dicembre 2017|collana=Miscellanea di Storia Italiana|annooriginale=1863|editore=Regia Società di Storia Patria|città=Torino|volume=Tomo IV|dataarchivio=1 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201043151/http://www.libreriamilitareares.it/BIBLIOTECA/OPERE%20STAMPATE%20NEL%202010/2011%20II/CON%20FRONTESPIZIO%20A%20COLORI/PROMIS%20La%20vita%20di%20Francesco%20Paciotto%20da%20Urbino.pdf|urlmorto=sì}}</ref> l'acquistò dalla famiglia [[Domenico Silvio Passionei|Passionei]] per 1300 [[Scudo (moneta)|scudi]] urbinati. Nel sito dei [[Beni culturali|Beni Culturali]] delle [[Marche]]<ref name=":17">{{Cita web|url=http://www.beniculturali.marche.it/Ricerca.aspx?ids=79463|titolo=Villa Ca' Paciotti|autore=Regione Marche|sito=Beni Culturali delle Marche|curatore=Fondazione Marche Cultura|accesso=26 novembre 2017}}</ref> si riporta la data del 23 [[settembre]] [[1568]] per la vendita, mentre nel diario personale di [[Francesco Paciotto]] si indica l'anno [[1576]]<ref name=":8" /><ref name=":10" />.
 
Furono in ogni caso i “''Paciotti''”<ref>{{Cita libro|nome=Carlo|cognome=Grossi|titolo=Degli uomini illustri di Urbino: comentario|url=https://books.google.it/books?id=VaEuAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=degli+uomini+illustri+di+urbino+pdf&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiJnKTaw8rXAhXR3KQKHaD6CvAQ6AEIJjAA#v=twopage&q&f=false|formato=pdf|accesso=3 dicembre 2017|data=1856|editore=Giuseppe Rondini|città=Urbino|p=204}}</ref> a dare un volto illustre alla villa che prenderà il loro nome. Lo storico urbinate Franco Negroni<ref>{{Cita web|url=http://www.prourbino.it/UrbinatiIndimenticabilii/NegroniDonFranco/Biografia.htm|titolo=Biografia Mons. Franco Negroni|autore=Associazione Pro-Urbino|accesso=26 novembre 2017}}</ref>, i cui studi sono qui citati, ipotizzò che già al tempo dei [[Domenico Silvio Passionei|Passionei]] ci fosse un fabbricato ad uso [[Torre colombaia|colombaia]] e abitazione del [[Colono (demo)|colono]] nel “''Podere di [[Antonio di Padova|S. Antonio]]''”. Certo vi era nel [[1576]] secondo gli [[Statuto (diritto)|statuti]] di [[Urbino]], quando il fattore di famiglia Paciotti concesse a lavorio, ad Andrea di Cristoforo da Cerquetobono<ref>{{Cita web|url=http://italia.indettaglio.it/ita/marche/pesarourbino_urbino_cerquetobono.html|titolo=La frazione di Cerquetobono nel comune di Urbino (PU) Marche|sito=italia.indettaglio.it|accesso=3 dicembre 2017}}</ref> e fratelli, “''la possessione di [[Antonio di Padova|S. Antonio]]'' ''fuori delle mura cittadine, con vari oneri mezzadrili''”. Successivamente la [[Contessa]] Giulia Staccoli, rimasta vedova del Conte Carlo Paciotti<ref>{{Cita libro|autore=Carlo Grossi|titolo=Degli uomini illustri di Urbino: comentario|url=https://books.google.it/books?id=VaEuAAAAYAAJ&printsec=frontcover&dq=degli+uomini+illustri+di+urbino+pdf&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiJnKTaw8rXAhXR3KQKHaD6CvAQ6AEIJjAA#v=onepage&q&f=false|formato=pdf|accesso=4 dicembre 2017|annooriginale=1857|editore=Per Giuseppe Rondini|città=Urbino|p=206}}</ref>, figlio di [[Francesco Paciotto|Francesco]], indulse la villa ai Sigg. Giovanni e Giannandrea eredi del fu Gentile Rossi il 16 [[ottobre]] [[1631]]. L'atto di passaggio, finalizzato per 4400 [[Scudo (moneta)|scudi]], specifica che la possessione era costituita “di ''diverse qualità di terre, con le case, il colombaio, i portici, i casalini e tutte le sue pertinenze, sita nella corte della Città di [[Urbino]] in località [[Antonio di Padova|S. Antonio]] o Ca' Paciotti''”.[[File:Villa Cà Paciotti fine senza data.JPG|miniatura|Mazzaferro (Urbino): Villa Paciotti (Cà Paciotti o Cal Paciotto). Visuale da Ca' Giusti. Data sconosciuta.|251x251px|sinistra]]I fratelli Rossi vennero negli anni alla divisione del patrimonio e “''Ca’ Paciotti''” toccò a Giovanni, che in città abitava il palazzo già dei [[Bernardino Baldi|Baldi]]. Nell'inventario steso dopo la morte di questi il 16 [[giugno]] [[1648]], furono elencate le suppellettili della possessione “''Ca’ Paciotti”'', da cui risulta una sala adorna di quadri a soggetto religioso e profano assieme a mobili di noce, né da meno sono le altre sei stanze, oltre la cucina coi suoi utensili. Dieci anni dopo nel [[Consiglio comunale|Consiglio Comunale]] del 5 [[settembre]] [[1658]], “''fu risoluto in ordine anco ai sensi di S. Ecc. espressi dal Sig. Luogotenente, che si paghino al Sig. Giacomo Rossi [[Scudo (moneta)|scudi]] quaranta per nolo delle case di Cal Paciotto'' ''per tutto il tempo che si sono occupate per lazzaretto, e gli si rifaccino tutti i danni''”. Giacomo Rossi, sposato alla Nob. Lavinia Gasparini di [[Mercatello sul Metauro|Mercatello]] ma senza figli, predispose la dote della cognata nubile Caterina Teresa Gasparini, assegnandole la proprietà di “''Cà Paciotti''” e con testamento del 15 [[ottobre]] [[1720]] la dichiarava erede universale.[[File:Ca' Paciotti o Cal Paciotto alla fine degli anni '60.jpg|miniatura|Vista aerea di Ca' Paciotti o Cal Paciotto alla fine degli anni '60|218x218px]]
'''<big>Scultura in ferro "Equilibrio nel vento"</big>'''
 
Il [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]] e “''Ca’ Paciotti”'' furono compromessi dal disastroso evento sismico del 24 [[aprile]] [[1741]]<ref>{{Cita web|url=https://ingvterremoti.wordpress.com/2014/04/24/24-aprile-1741-i-funesti-rincontri-di-una-terribile-e-lunga-scossa-nelle-marche-e-in-umbria/|titolo=I terremoti nella storia: 24 Aprile 1741, i “funesti rincontri” di una “terribile, e lunga scossa” nelle Marche e in Umbria|autore=Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)|sito=ingvterremoti.wordpress.com|accesso=21 novembre 2017}}</ref>, costringendo l'erede Caterina Gasparini, ormai sposata al Nob. urbinate Antonio Paltroni, alla vendita del predio. Il 2 [[luglio]] [[1743]] fu stipulato l'atto a favore dei fratelli Corradi, che le permise di far fronte alle spese di riattamento. Il patto prevedeva di redimere il podere entro 15 anni, ma nel [[1746]] la Sig.ra Gasparini Paltroni morì senza testamento. Il 10 [[gennaio]] [[1747]] gli eredi vendettero a S. Ecc. [[Orazio Albani]], principe di [[Soriano nel Cimino|Soriano]], tramite il suo agente Don Marco Lazzari, i due poderi di “''Ca’ Paciotti''” e “''Ca’ il Sorchione''” per la somma di 6975 [[Scudo (moneta)|scudi]] ducali. Gli [[Albani (famiglia romana)|Albani]] mantennero la possessione fino alla seconda metà del [[XIX secolo]], quando passò poi ad altri, tra i quali il Comm. Avv. Romualdo Vetrari che il 24 [[marzo]] [[1920]] a rogito Francesco Benedetti vendette il podere e la villa alla famiglia attualmente proprietaria.
Si trova sulla rotonda al centro della frazione; è stata inaugurata nel [[2013]], in occasione dell'apertura della 58° edizione della [[Festa dell'aquilone|Festa dell'Aquilone]]. L'opera è stata realizzata dallo scultore urbinate Ermes Ottaviani per commemorare l'antica arte dell'[[aquilonismo]], nata in [[Cina]]<ref>{{Cita libro|titolo=a b Needham, Volume 4, Part 1, 127}}</ref> e sviluppatasi con grande rilievo in Italia ed in particolare ad Urbino (sede della [[Festa dell'aquilone|Festa dell'Aquilone]]).
 
'''Struttura'''
Non a caso la scultura è stata posizionata nella frazione di Mazzaferro. Infatti l'omonima [[Contrada (geografia)|Contrada]] si distingue da anni nell'arte della costruzione delle comete di carta e [[Arundo donax|canna]] di fosso, già omaggiate da [[Giovanni Pascoli]] (l'Aquilone, vv 22-33, [[Primi poemetti]]).
 
L'edilizia storica è di "''tipo toscano''"<ref>{{Cita libro|autore=|curatore=Gervasio Antonelli, Elena Viganò|titolo=Agricoltura e paesaggio nella regione Marche|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=nfwjAQAAMAAJ&dq=urbino+cal+paciotto&focus=searchwithinvolume&q=tipologie+prevalenti|accesso=10 gennaio 2018|collana=Economia - Ricerche|annooriginale=2007|editore=Franco Angeli|p=139|volume=530: Sez. 5|ISBN=978-88-464-8678-3}}</ref>, tant'è che la villa, in mattoni rinascimentali, è costituita da una [[torre colombaia]] centrale, raccordata ad una struttura di base a forma di quadrilatero. Sul lato d'ingresso insiste un [[loggia]]to a cinque archi, al centro del quale è il portone d'entrata in pietra a [[Bugna (architettura)|bugne]] lisce alternate da binati a punte di diamante sulla cui chiave di volta campeggia l'[[Arma (araldica)|arme]] dei Rossi. Lo [[stemma]] compare anche nei [[peducci]] del salone rettangolare e in quelli di altre stanze, in altre ancora sono caratterizzati da gioiosi [[Putto|amorini]]. Osservando la struttura del salone, dal soffitto crespinato ed arricchito da un bel camino in pietra del [[XVI secolo]], s'avverte il taglio sulla storica [[Torre colombaia|colombaia]] inglobata nel nominato quadrilatero. Addossato a questo, sul retro, in [[euritmia]] con l'[[aggetto]] del loggiato, vi è un corpo di vecchia data che suggerisce con garbo i restauri apportati dopo il sisma del [[1741]]. Sul fianco destro, ove il terreno si presenta scosceso, quattro arconi slanciano e danno solidità al fabbricato. La villa è stata dichiarata patrimonio culturale il 12 [[agosto]] [[1959]] con atto ministeriale della [[Italia|Repubblica Italiana]]<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1959/08/26/204/sg/pdf|titolo=Dichiarazione di notevole interesse pubblico della località denominata "Cappuccini" sita nel comune di Urbino|autore=Ministro dell'Economia e delle Finanze|sito=Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana N°204|curatore=Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.|data=26 agosto 1959|formato=pdf|p=3003|accesso=4 dicembre 2017}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.provincia.pu.it/pianificazione-territoriale/ptc-via-beni-paesistico-ambientali/beni-paesistico-ambientali-condono/aree-e-beni-vincolati-dl-4204/beni-vincolati/|titolo=Beni vincolati - D.L. 42/04 Parte Seconda (ex L.1089/39)|autore=Provincia di Pesaro e Urbino|accesso=29 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201040928/http://www.provincia.pu.it/pianificazione-territoriale/ptc-via-beni-paesistico-ambientali/beni-paesistico-ambientali-condono/aree-e-beni-vincolati-dl-4204/beni-vincolati/|urlmorto=sì}}</ref>, assieme ad altre edificazioni e località del territorio urbinate<ref>{{Cita web|url=http://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/1965/04/23/102/sg/pdf|titolo=Dichiarazione di notevole interesse pubblico di 4 zone site nel comune di urbino|autore=Ministro dell'Economia e delle Finanze|sito=Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana N°102|curatore=Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.|data=23 aprile 1965|formato=pdf|p=1827|accesso=6 dicembre 2017}}</ref>. Tutto il complesso è stato restaurato nel [[1972]], con il benestare della [[Soprintendenza Archeologica|Soprintendenza ai Monumenti]], risanando ciò ch'era cadente e rivisitando aggiunte arbitrarie d'epoca non lontanissima. La costruzione oggi ha un valore architettonico e paesaggistico pregevole, arricchito dall'eredità della storia.
==Istruzione==
[[File:Gaspar Van Wittel Urbino.jpg|miniatura|Gaspar van Wittel - Veduta prospettica di Urbino, vista da sud-ovest (zona Ca' Virginio) - anno 1723 - Olio su tela, cm. 72x139|252x252px|sinistra]]
[[File:Scuola Primaria Mazzaferro Urbino.JPG|thumb|La Scuola Primaria di Mazzaferro]]
 
Nella frazione ha sede la [[Scuola primaria in Italia|Scuola Primaria]] "Urbino Mazzaferro", intitolata allo scrittore urbinate [[Paolo Volponi]].
'''Vedutismo''' '''pittorico'''
 
Nel [[1723]] [[Gaspar van Wittel|Gaspare Vanvitelli]] (detto ''Casper'' o Gaspare degli Occhiali)<ref>{{Cita web|url=http://www.treccani.it/enciclopedia/vanvitelli-gaspare-detto-anche-gaspare-degli-occhiali_(Enciclopedia-Italiana)/|titolo=Gaspare Vanvitelli|autore=G. I. Hoogewerff|data=1937|volume=Enciclopedia Italiana|accesso=8 dicembre 2017}}</ref> si trovava ad [[Urbino]] con il figlio [[Luigi Vanvitelli|Luigi]] per volere del [[cardinale]] [[Papa Clemente XI|Albani]]<ref>{{Cita web|url=http://www.europejournal.eu/?p=1227|titolo="CLEMENTE XI collezionista e mecenate illuminato" in mostra nel Complesso Monumentale del Pio Sodalizio dei Piceni|autore=Donatello Urbani|sito=Europe journal|lingua=it|formato=xml|accesso=18 ottobre 2020}}</ref>, tant'è che la mano del pittore ci ha lasciato due vedute della città ducale<ref name=":23">{{Cita pubblicazione|nome=Claudio|cognome=Maggini|data=|anno=1985|titolo=Due vedute di Urbino di Gaspar Van Wittel.|rivista=Notizie da Palazzo Albani / Università degli Studi di Urbino "Carlo Bo", Istituto di Storia dell'Arte e di Estetica|editore=Argalia|città=Urbino|volume=14|pp=93-97|accesso=7 dicembre 2017|url=https://www.worldcat.org/title/due-vedute-di-urbino-di-gaspar-van-wittel/oclc/887303198&referer=brief_results}}</ref><ref name=":4">{{Cita libro|autore=Claudio Stroppa|titolo=Le città del sogno: idee per una politica culturale|url=https://books.google.it/books?id=7xHJLGq4ZKEC&pg=PA120&lpg=PA120&dq=gaspare+vanvitelli+urbino&source=bl&ots=R85MOjCBsi&sig=sLLDSmh1YTFSNmfa2J4HE2dXQWw&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiiwJXaofnXAhXI6KQKHf5yBvQQ6AEIcDAN#v=onepage&q=gaspare%20vanvitelli%20urbino&f=false|formato=pdf|accesso=8 dicembre 2017|collana=Sociologia Urbana e Rurale|annooriginale=1998|editore=Franco Angeli|città=Milano|p=120|volume=48|lccn=98225419|ISBN=978-88-464-0753-5}}</ref>. Recuperate fortunosamente da una collezione privata negli anni '80<ref>{{Cita web|url=http://www.spess.it/fileadmin/user_upload/pdf/studi_storici_01_3.pdf|titolo=Le antiche collezioni di palazzo Albani|autore=Marcella Pantalone|editore=Metauro|curatore=Studi Pesaresi: rivista della società pesarese di studi storici|data=1º gennaio 2012|formato=pdf|pp=162-164|accesso=8 dicembre 2017}}</ref> oggi sono conservate alla [[Villa Imperiale (Pesaro)|Villa Imperiale di Pesaro]]. Una di queste è ripresa dalla zona di ''Ca' Virginio''<ref name=":7" /> e in primo piano sulla sinistra compare “''Ca’ Paciotti''”. Esistono anche due disegni, uno di essi, conservato al [[Morgan Library & Museum]] di [[New York]]<ref>{{Cita web|url=http://www.themorgan.org/drawings/item/128472|titolo=Gaspar van Wittel. View of Urbino. Verso: S. Bernardino degli Zoccolanti and a Villa in the Environs of Urbino|autore=The Morgan Library & Museum|lingua=Inglese|accesso=20 novembre 2017}}</ref>, riprende analoga veduta in direzione della villa. Tuttavia il pittore sembra essersi spostato verso [[Sudest|sud-est]] nella zona di "''Ca' Buffo Topo"''<ref name=":7" />. In questo caso "''Ca' Paciotti''" non compare sull'estrema sinistra, ma sono abbozzate le case sotto il Colle dei [[Ordine dei frati minori cappuccini|Cappuccini]] e lungo la strada che porta al Pian di Mercatale d'[[Urbino]] (''Ca' Condi'')<ref name=":11">{{Cita libro|autore=Brigata urbinate degli amici dei monumenti|nome=|cognome=|titolo=Studi e notizie su Federico Barocci. A cura della Brigata urbinate degli amici dei monumenti|url=https://archive.org/details/studienotiziesuf00briguoft|formato=pdf|accesso=30 novembre 2017|dataoriginale=1913-01-01|data=|editore=Istituto micrografico italiano|città=Firenze|p=74}}</ref>. Aldilà della pregevole fattura le opere hanno un altissimo valore storico, perché esempi unici di [[vedutismo]] applicato allo scenario urbinate<ref name=":4" /><ref>{{Cita libro|autore=Leonardo Benevolo|autore2=Paolo Boninsegna|titolo=Urbino|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=ESfQAQAACAAJ&dq=Urbino+%2F+Leonardo+Benevolo%2C+Paolo+Boninsegna+google+libri&focus=searchwithinvolume&q=vanvitelli|accesso=7 dicembre 2017|edizione=1|collana=Grandi opere|anno=1986|editore=Laterza|città=Roma|pp=139-142|ISBN=88-420-2738-3}}</ref>.
 
'''La visita del Principe di Galles'''[[File:Villa Ca' Paciotti 2017.jpg|thumb|upright=1.2|Villa Ca' Paciotti. Visuale da SS 73 bis. Novembre 2017]]
 
Il [[10 maggio]] del [[1988]] [[Carlo III del Regno Unito|Re Carlo IIII d’Inghilterra]], al tempo [[Principe di Galles]], fece visita privata<ref>{{Cita web|url=http://www.ilducato.it/2022/09/08/morta-regina-elisabetta-quando-il-principe-carlo-passeggio-per-le-vie-di-urbino/|titolo=Morta Regina Elisabetta: quando il Principe Carlo passeggiò per le vie di Urbino|sito=il Ducato|lingua=it-IT|accesso=2022-09-17}}</ref> ad [[Urbino]] su invito dell’[[Accademia Raffaello]] di cui era socio<ref>{{Cita web|url=http://www.accademiaraffaello.it/accademia.html|titolo=ACCADEMIA* RAFFAELLO* URBINO - storia|sito=www.accademiaraffaello.it|accesso=2022-09-17}}</ref>. Tra i vari luoghi si recò a Palazzo Vecchiotti<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/05/11/carlo-inghilterra-nel-borgo-selvaggio.html|titolo=CARLO D'INGHILTERRA NEL 'BORGO SELVAGGIO' - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|lingua=it|accesso=2022-09-17}}</ref>, di proprietà dell’omonima Contessa urbinate già compagna di [[Collegio (istruzione)|collegio]] della P[[Margaret, contessa di Snowdon|rincipessa Margaret]], e a Ca’ Paciotti<ref>{{Cita web|url=http://www.ilducato.it/2022/09/10/la-visita-a-urbino-del-futuro-re-carlo-iii-tra-il-menu-di-alfonso-e-gli-scatti-di-ester/|titolo=La visita a Urbino del futuro re Carlo III: tra il menù di Alfonso e gli scatti di Ester|sito=il Ducato|lingua=it-IT|accesso=2022-09-17}}</ref>. La visita a Ca’ Paciotti fu estemporanea, ma non così sorprendente, notorio infatti è l’[[hobby]] della [[pittura]] ad [[Acquerello|acquerelli]] del [[Re]]. Da [[Palazzo Ducale (Urbino)|Palazzo Ducale]] il [[Principe]] notò la villa del Paciotto e ritenne fosse il punto di osservazione migliore per immortalare una veduta d’[[Urbino]]. La valutazione non sorprende, considerato che la direzione visuale fu la stessa scelta nel ‘[[700]] dal [[Caspar van Wittel|Vanvitelli]]. Intuibile è la sorpresa della famiglia proprietaria dell’epoca, nel momento in cui il [[Principe di Galles]] suonò alla porta chiedendo la cortesia di poter dipingere la [[Urbino|Città Ducale]]. Da Ca’ Paciotti dunque il [[Principe]] colse un’istantanea<ref>{{Cita web|url=https://www.corriereadriatico.it/pesaro/urbino_rowena_coles_interprete_principe_carlo_urbino_1990_cosa_e_successo-6922028.html|titolo=Rowena Coles, l'interprete del principe Carlo a Urbino: «Da piccola sognavo di sposarlo, che emozione quel giorno»|sito=www.corriereadriatico.it|data=2022-09-12|lingua=it|accesso=2022-09-17}}</ref> della [[Rinascimento|città rinascimentale]] non disdegnando, come ricordano peraltro i presenti all’epoca, l’ora del thè. Successivamente l’[[acquerello]] fu esposto in una mostra allestita presso la [[Casa Santi|Casa natale]] di [[Raffaello Sanzio|Raffaello]], in occasione della seconda visita del [[Principe]] in [[Urbino]] avvenuta il [[6 maggio]] [[1990]]<ref>{{Cita web|url=https://www.corriereadriatico.it/marche/marche_visite_re_carlo_iii_principe_morta_regina_elisabetta_leopardi_raffaello_moscioli_foto_ultime_notizie_royal_family-6918441.html|titolo=Quando il re arrivò da principe: Carlo III nelle Marche tra Leopardi, Raffaello e gli spaghetti ai moscioli|sito=www.corriereadriatico.it|data=2022-09-10|lingua=it|accesso=2022-09-17}}</ref>.
 
=== Scultura in ferro "Equilibrio nel vento" ===
Si trova sulla rotonda al centro del quartiere; è stata inaugurata nel [[2013]], in occasione dell'apertura della 58ª edizione della [[Festa dell'aquilone|Festa dell'Aquilone]]. L'opera è stata realizzata dallo scultore urbinate Ermes Ottaviani<ref>{{Cita web|url=https://rdv-alessandraioale.com/tag/ermes-ottaviani/|titolo=RinasciMente - una collettiva per ricordare i 90 anni di incisione urbinate|autore=Alessandra Ioalé|data=13 gennaio 2015|accesso=12 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171212084741/https://rdv-alessandraioale.com/tag/ermes-ottaviani/|urlmorto=sì}}</ref><ref name=":19">{{Cita web|url=http://www.ermesottaviani.it/critica.htm|titolo=L'ecletismo nelle forme di Ermes Ottaviani|autore=Bruno Ceci|data=1984|accesso=11 dicembre 2017}}</ref> per commemorare l'antica arte dell'[[aquilonismo]], nata in [[Cina]]<ref>{{Cita libro|autore=Joseph Needham|titolo=Part 1: Physics|url=https://monoskop.org/images/7/70/Needham_Joseph_Science_and_Civilisation_in_China_Vol_4-1_Physics_and_Physical_Technology_Physics.pdf|formato=pdf|accesso=23 novembre 2017|anno=1962|editore=The press Syndicate of the Cambridge University|città=Cambridge|lingua=Inglese|p=20|volume=4|opera=Physics and physical technology|capitolo=Science and Civilization in China|ISBN=0-521-05802-3|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170703010030/https://monoskop.org/images/7/70/Needham_Joseph_Science_and_Civilisation_in_China_Vol_4-1_Physics_and_Physical_Technology_Physics.pdf|urlmorto=sì}}</ref> e sviluppatasi con grande rilievo in Italia ed in particolare ad [[Urbino]] (sede della [[Festa dell'aquilone|Festa dell'Aquilone]]<ref>{{Cita libro|autore=Federico Zeri|titolo=L'inchiostro variopinto|url=https://books.google.it/books/about/L_inchiostro_variopinto.html?id=nYMvAQAAIAAJ&redir_esc=y|accesso=6 dicembre 2017|edizione=2|annooriginale=1985|editore=Longanesi|città=Milano|p=15|volume=108 di Il Cammeo|ISBN=88-304-0592-2}}</ref>).
 
Non a caso la scultura è stata posizionata nel quartiere di Mazzaferro. Da anni l'omonima [[Contrada (geografia)|Contrada]] è molto attiva nell'arte della costruzione delle comete di carta e [[Arundo donax|canna]] di fosso, già omaggiate da [[Giovanni Pascoli]] ne l'''Aquilone'' (vv 22-33, [[Primi poemetti]]).
 
== Società ==
=== Evoluzione demografica ===
Il territorio ha conosciuto un significativo incremento demografico a partire dalla seconda metà del [[XX secolo]]. Non esistono dati [[Istituto nazionale di statistica|ISTAT]] ufficiali relativi a Mazzaferro, visto che il quartiere è un ambito urbano in continua evoluzione.
 
'''Fonti e metodo di calcolo'''
 
I valori demografici della popolazione sono comunque stimati con buona approssimazione, grazie all'incrocio de:
* le fonti storiche<ref name=":6" /><ref>{{Cita web|url=http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/2013/01/22/834406-pensione-givoannini-urbanistica.shtml|titolo=In pensione Carlo Giovannini "Dominus" dell'urbanistica|autore=Lara Ottaviani|data=23 gennaio 2013|accesso=25 dicembre 2017}}</ref>;
*i numeri dei [[Censimento|censimenti]] [[1991]], [[2001]]<ref name=":15">{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/Relazione_metodologica_urbino_6.pdf|titolo=Piano di Classificazione Acustica del territorio comunale (Relazione metodologica)|autore=Comune di Urbino|curatore=Dr. Giampietro Fusillo|data=6 settembre 2007|formato=pdf|pp=28-30|accesso=29 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201033234/http://www.comune.urbino.ps.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/Relazione_metodologica_urbino_6.pdf|urlmorto=sì}}</ref> [[Censimento|e 2011]]<ref name=":21">{{Cita web|url=http://www.istat.it/it/archivio/104317|titolo=Basi territoriali e variabili censuarie|autore=Istituto nazionale di statistica|formato=xls|accesso=20 dicembre 2017}}</ref> relativi alle aree N°13, N°26, N°27, N°28, N°100, N°132<ref name=":7" />;
*gli iscritti al voto nella sezione N°17 di Mazzaferro<ref name=":25">{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/id/565/2029.aspx|titolo=Ufficio elettorale - Ubicazione sezioni elettorali|autore=Comune di Urbino|accesso=16 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171217014021/http://www.comune.urbino.ps.it/id/565/2029.aspx|urlmorto=sì}}</ref> nell'anno [[2017]].
La stima considera solo parzialmente ''Biancalana'' e ''Val Miseria''. I settori [[Punto cardinale|sud-ovest]] e [[Punto cardinale|nord-ovest]] di queste vallate, sono inserite dai censimenti nell'area N°66<ref name=":7" />, che si estende fino a [[Pieve di Cagna]]. Questa zona è stata esclusa perché la maggioranza delle abitazioni è estranea a Mazzaferro. In ogni caso trattasi di pochi residenti, compensati dal conteggio di alcuni civici delle aree N°13 (Ca' Paciotti) e N°26 (Collegi e Colle dei [[Ordine dei frati minori cappuccini|Cappuccini]])<ref name=":7" />. In questi territori, prossimi al quartiere, risiede un gruppo di persone numericamente equiparabile a quello omesso con l'area N°66. Storicamente questi abitanti non possono "definirsi" Mazzaferresi in modo rigoroso, ma sono comunque conteggiati. Per il [[Comune]] di [[Urbino]] sono afferenti alla sezione elettorale N°17 di Mazzaferro<ref name=":25" />, quindi generalmente ascrivibili all'azzonamento del quartiere<ref name=":26">{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/num-mazzaferro.pdf|titolo=Loc.Mazzaferro: elenco variazioni per numero civico vecchio|autore=Comune di Urbino|formato=pdf|accesso=11 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180111165203/http://www.comune.urbino.ps.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/num-mazzaferro.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
 
In attesa del censimento [[2021]], la stima degli abitanti per l'anno [[2017]] è valorizzata con altro metodo. Agli attuali iscritti al voto (827 individui, 402 maschi e 425 femmine) è stata sommata la percentuale di abitanti da 0 a 17 anni e quella dei residenti stranieri. I dati [[Istituto nazionale di statistica|ISTAT]] su base comunale per l'anno [[2017]], ci dicono che queste percentuali incidono sul totale della popolazione rispettivamente per il 14,7%<ref>{{Cita web|url=http://statistica.regione.marche.it/statistiche-per-argomento/popolazione|titolo=Popolazione residente al 1º gennaio 2017 per età e per comune|autore=Ufficio di statistica nella Regione Marche|formato=XLS|accesso=25 novembre 2017|anno=2017|dataarchivio=28 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201028231526/http://statistica.regione.marche.it/statistiche-per-argomento/Popolazione|urlmorto=sì}}</ref> e il 9,8%<ref>{{Cita web|url=http://statistica.regione.marche.it/statistiche-per-argomento/popolazione|titolo=Popolazione straniera residente nei comuni al 1 gennaio 2017 per paese di cittadinanza|autore=Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT)|data=2017|formato=xls|accesso=6 dicembre 2017|dataarchivio=28 ottobre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201028231526/http://statistica.regione.marche.it/statistiche-per-argomento/Popolazione|urlmorto=sì}}</ref>. Si consideri che Mazzaferro è un quartiere "giovane", dunque la percentuale relativa ai minorenni è probabilmente un dato sottostimato. I censiti e i votanti sono archiviati presso l'[[Istituto nazionale di statistica|ISTAT]]<ref name=":21" />, l'Ufficio Servizi Demografici e Protocollo e l'[[Ufficio elettorale comunale|Ufficio Elettorale]] di [[Urbino]]<ref name=":16">{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/ci/1118.aspx|titolo=Servizi Demografici e Protocollo e Ufficio Elettorale|autore=Comune di Urbino|accesso=25 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201030355/http://www.comune.urbino.ps.it/ci/1118.aspx|urlmorto=sì}}</ref>.
<gallery widths="500" heights="260">
File:Demografia Mazzaferro.jpg|Crescita demografica di Mazzaferro dal 1951
File:Dati demografici di Mazzaferro (Urbino).jpg|<math>*</math> Tra il 1951 e il 1971 non esistevano aree di censimento, il totale dei residenti lo si deve a fonte storica (v. "fonti e metodi") <math>**</math> Area non ancora edificata <math>***</math> Attualmente non disponibili. Il totale dei residenti è valorizzato con altri dati (v. "fonti e metodi")
</gallery>
'''Analisi dei dati'''
 
Tra il [[1951]] e il [[1971]] il nucleo abitativo contava 70 abitanti<ref name=":6" />, a metà degli [[Anni 1970|anni '70]] il ''[[Boom demografico|boom]]'' costruttivo ha prodotto una significativa "colonizzazione" del territorio. Vent'anni dopo i residenti erano più che decuplicati, tanto che nel [[1991]] si contavano 896 persone.
 
Nel [[2001]] si è registrato un calo demografico dovuto a uno spopolamento fisiologico del quartiere. La generazione nata agli inizi degli [[Anni 1970|anni '70]] ha "costruito" nuove famiglie, trasferendosi dentro e fuori dal Comune di [[Urbino]]. Considerando l'erezione della zona di ''Villa Teresa,'' non ancora edificata nel [[1991]], si stima un numero di 740 individui. Analogamente sono stati calcolati gli abitanti nell'anno [[2011]], conteggiando i nuovi edifici di ''Ca' Virginio''. Anche in questo caso il numero di 791 residenti è ragionevole.
 
Più recentemente il crollo dei prezzi delle case<ref>{{Cita web|url=https://www.borsinoimmobiliare.it/news/22/Standard-Poor-s-ripresa-del-mercato-immobiliare-solo-nel-2016|titolo=Standard & Poor's: ripresa del mercato immobiliare solo nel 2016|autore=Borsino Immobiliare|data=13 febbraio 2015|accesso=22 dicembre 2017}}</ref> ha favorito una lieve ripresa demografica, ragion per cui un numero di individui tra i 1100 e i 1150 può ritenersi attendibile alla data odierna. I non residenti oscillano invece attorno alle 200-300 anime (studenti universitari)<ref name=":15" />.
 
Dato curioso è il numero progressivo delle varie aree: chiaramente assegnato in ordine di costruzione temporale, conferma lo sviluppo storico precedentemente descritto.
 
=== Istituzioni, enti e associazioni ===
Associazione Mazzaferro: evoluzione naturale della [[Contrada (geografia)|Contrada]] di Mazzaferro, attiva da decenni nel campo dell’[[aquilonismo]]<ref>{{Cita libro|autore=Luciano Spaggiari|titolo=Il libro degli aquiloni|edizione=6|collana=Collane tecniche
Modellismo e origami|anno=1974|editore=Il Castello|città=Milano|ISBN=88-8039-021-X}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Giunti Demetra|titolo=Aquiloni. Manuale completo. Volo, tecnica di costruzione, modelli|annooriginale=2007|editore=Demetra|città=Firenze|ISBN=978-88-440-3314-9}}</ref> e in particolare nella storica [[Festa dell'aquilone|Festa dell’Aquilone]]<ref>{{Cita libro|autore=Chiara Giacobelli|titolo=Forse non tutti sanno che nelle Marche...|edizione=1|annooriginale=2015|editore=New Compton|città=Roma|ISBN=978-88-541-8221-9}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Carlo Bo|titolo=Urbino a Raffaello|url=https://books.google.it/books?id=6KNMAAAAYAAJ&q=Urbino+a+Raffaello&dq=Urbino+a+Raffaello&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjD5rHg8MXXAhVNYVAKHY3_D14Q6AEIJjAA|accesso=6 dicembre 2017|edizione=2|collana=Collana di Quaderni|annooriginale=1984|editore=Accademia Raffaello|città=Urbino|p=145|volume=2|oclc=16828269}}</ref>. Fondata nel [[1982]] con lo sviluppo voluto dall’arch. [[Giancarlo De Carlo|De Carlo]], dopo un fecondo periodo negli anni ‘80 ha vissuto una stasi nel decennio successivo. Grazie alla sinergia tra vecchie e nuove generazioni negli anni [[2000]] è tornata in auge. Vincitore per 3 volte del Trofeo Città di [[Urbino]], conta oggi su un nucleo base di 200 contradaioli. Nel corso degli ultimi 15 anni le azioni della Contrada sono state estese e raccolte sotto il coordinamento dell’Associazione. Si svolgono attività di collaborazione con la Parrocchia Santa Maria De Cruce, il [[Comune]] di [[Urbino]], associazioni [[Organizzazione non lucrativa di utilità sociale|Onlus]] ed altre per la rievocazione storica (ARS)<ref name=":13">{{Cita web|url=http://www.urbino-rievocazionistoriche.it/index1.htm|titolo=La Festa del Duca|autore=Associazione rievocazioni storiche (ARS)|accesso=29 ottobre 2017}}</ref>. Il [[simbolo]] rappresentativo è il Sole Nascente [[Viola (colore)|Viola]] in campo bianco. Deriva per analogia dalla [[Bandiera del Sole Nascente]] [[Giapponesi|giapponese]] introdotta nel [[periodo Edo]]. Il simbolo fu scelto nel [[1982]], momento di sviluppo del quartiere, perché riconosciuto come portatore di buon auspicio e fortuna. Nella simbologia giapponese il sole nascente richiama al [[Chrysanthemum|crisantemo]]. Fonte di ispirazione per molte poesie è un simbolo autunnale legato alla forza e resistenza: il fiore del [[Chrysanthemum|crisantemo]], infatti, è invernale e sbocciando affronta le avversità del freddo. Associato anche al ringiovanimento ed alla longevità, il tessuto bagnato nella sua [[Linfa (zoologia)|linfa]] veniva strofinato sulla pelle durante il "[[Kiku no sekku|Giorno del Crisantemo]]" (il 9º giorno del 9º mese dell'anno) nella speranza di preservare la giovinezza dell'individuo. Per tutte queste qualità una particolare specie di [[Chrysanthemum|crisantemo]], con raggio a 16 petali (che ricorda quindi anche un sole con i suoi raggi), è stata adottata come [[Emblema del Giappone|emblema della Famiglia Imperiale]]. Il simbolo raffigura infatti il fiore con 16 petali frontali e 16 sul retro, sfalsati. Il colore [[Viola (colore)|viola]] invece è quello che si crea unendo il [[rosso]] e il [[blu]]. Il rosso simboleggia la forza, l’energia e l'amore; il blu la calma e la saggezza. Il [[Viola (colore)|viola]] è quindi la sintesi degli opposti, il simbolo della rottura degli schemi classici<ref>{{Cita news|autore=|url=http://www.alchimiadellepietre.it/colore-viola-significato-simbologia/|titolo=Colore viola: significato e simbologia - Alchimia delle Pietre|pubblicazione=Alchimia delle Pietre|data=26 aprile 2016|accesso=29 novembre 2017}}</ref>.[[File:Sole nascente Mazzaferro.png|thumb|Il simbolo della Contrada Mazzaferro]]Coro Santa Maria de Cruce: Gruppo fondato nell'anno [[2008]] e coordinato dalla maestra Odette Travaglini, conta oggi 20 componenti.
 
Associazione Sportiva Palaferro (A.S.D.)
 
=== Tradizioni e folclore ===
*Festa parrocchiale: si tiene annualmente l'ultima domenica del mese di maggio in ricordo dell'erezione della parrocchia Santa Maria de Cruce<ref name=":14" />.
*Notte viola: istituita nel [[2010]] dalla Contrada Mazzaferro in occasione della [[Festa dell'aquilone]], ha luogo ogni anno nell'ultima settimana del mese di agosto in Piazza Casteldurante. Obiettivo dell'evento è consolidare il clima tra i contradaioli prima della sfida contro le contrade della città. Durante la serata si svolge all'occorrenza l'investitura dei giovani aquilonisti, che si approcciano per la prima volta all'arte della costruzione delle comete di carta e [[Arundo donax|canna di fosso]]<ref>{{Cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=SNJle7KgMKI|titolo=Festa dell'Aquilone 2013 - Viaggio tra le Contrade - Mazzaferro|autore=Tele 2000 channel|data=31 agosto 2013|accesso=6 dicembre 2017}}</ref>.
*L'Ostaria dai Viola: attività di animazione storica avviata nel [[2014]] dalla Contrada Mazzaferro al pari di altre contrade della città. Opera esclusivamente nel mese di agosto durante la storica Festa del Duca<ref>{{Cita web|url=http://www.urbino-rievocazionistoriche.it/index1.htm|titolo=Festa del Duca - Urbino - Homepage|autore=Associazione rievocazioni storiche (ARS)|data=1º gennaio 2014|accesso=29 novembre 2017}}</ref>. Durante i tre giorni della manifestazione vengono allestite nei vicoli cittadini caratteristiche [[Osteria|osterie]] rinascimentali, che preparano e distribuiscono cibo tipico della zona. I contradaioli, nei panni di locandieri dell'epoca, contribuiscono ad animare e ricreare l'atmosfera del [[XVI secolo]].
 
== Cultura ==
[[File:Scuola Primaria Mazzaferro Urbino.JPG|thumb|La Scuola Primaria di Mazzaferro|230x230px]]
=== Istruzione ===
==== Scuole ====
Nel quartiere ha sede la [[Scuola primaria in Italia|Scuola Primaria]] "Urbino Mazzaferro"<ref>{{Cita web|url=https://icvolponi.edu.it/le-nostre-scuole/scuole-primarie/primaria-mazzaferro/|titolo=Primaria Mazzaferro|autore=ISTITUTO COMPRENSIVO 'P VOLPONI'|sito=IC VOLPONI|data=4 maggio 2021|lingua=it|accesso=27 agosto 2021}}</ref>. Fino al [[1981]] la sede era in zona ''Villa Serena''<ref name=":26" /><ref>{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/Mazzaferro.pdf|titolo=Cartina quartiere Mazzaferro|autore=Comune di Urbino|formato=pdf|accesso=11 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180111165104/http://www.comune.urbino.ps.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/Mazzaferro.pdf|urlmorto=sì}}</ref>'','' in direzione [[sud]] rispetto alla Chiesa Santa Maria de Cruce<ref name=":7" />. Dal [[1982]] è stata trasferita in via [[Achille Grandi]] adiacente alla palestra Palaferro ed intitolata allo scrittore urbinate [[Paolo Volponi]]. La zona scolastica è stata inserita nella classe acustica I<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/Relazione_metodologica_urbino_6.pdf|titolo=Piano di classificazione acustica del territorio comunale (relazione metodologica)|autore=Comune di Urbino|curatore=Consorzio Quadratech|formato=pdf|pp=35-36|accesso=29 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171201033234/http://www.comune.urbino.ps.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/Relazione_metodologica_urbino_6.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
 
Nel mese di giugno 2021 il [[Comune]] di [[Urbino]] ha valutato necessario l'ampliamento del sito<ref>{{Cita web|url=https://halleyweb.com/c041067/zf/index.php/atti-amministrativi/delibere/dettaglio/atto/G1WpjeUTUUT0-A|titolo=Delibera Di Giunta N°104|nome=Giunta Comunale|sito=halleyweb.com|curatore=Comune di Urbino|formato=html|accesso=27 agosto 2021}}</ref>. La valorizzazione del complesso scolastico è stata concretata con l'acquisito di una struttura privata ubicata in Piazza [[Lidice|Martiri di Lidice]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/mazzaferro-la-scuola-elementare-si-allarga-1.6728743|titolo=Mazzaferro, la scuola elementare si allarga - Cronaca - ilrestodelcarlino.it|autore=NICOLA PETRICCA|sito=il Resto del Carlino|data=2021-08-25|lingua=it|accesso=2022-09-18}}</ref>. Il progetto definitivo e l'avvio dei lavori di riqualifica strutturale era stato previsto per la fine del [[2021]], tuttavia le attività sono cominciate solo agli inizi di [[aprile]] [[2022]]<ref>{{Cita web|url=https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/mazzaferro-al-via-i-lavori-per-migliorare-la-viabilita-1.7528226|titolo=Mazzaferro, al via i lavori per migliorare la viabilità - Cronaca - ilrestodelcarlino.it|sito=il Resto del Carlino|data=2022-04-02|lingua=it|accesso=2022-09-18}}</ref>. Idealmente, il completamento dell'opera dovrebbe garantire non solo spazi scolastici più ampi ma anche una 2° sala civica. Attualmente, la sala di quartiere è sita in Piazza Casteldurante<ref>{{Cita web|url=https://www.vivereurbino.it/2019/08/05/inaugurata-a-mazzaferro-la-sala-dedicata-alle-attivit-della-contrada/741738/|titolo=Inaugurata a Mazzaferro la sala dedicata alle attività della Contrada|sito=www.vivereurbino.it|lingua=it|accesso=2022-09-18}}</ref>, strategica e cruciale nel supportare non solo le Attività dell'Associazione Mazzaferro ma ogni momento ricreativo e sociale di [[quartiere]].
 
==Economia==
Data l'estrema vicinanza ad [[Urbino]], l'economia è principalmente legata a quella del [[Urbino|capoluogo comunaleprovinciale]]. Oltre al [[Settore primario|settore agricolo]] e ad alcune attività del [[settore terziario]], se ne sviluppano altre legate alla ricettività turistica.
 
==Infrastrutture e trasporti==
[[File:Palaferro Mazzaferro Urbino.JPG|thumb|La palestra Palaferro|224x224px]]
Mazzaferro è attraversata dalla [[Strada statale 73 bis di Bocca Trabaria|Strada Statale 73 bis]] nel tratto che collega [[Urbino]] con [[Urbania]]. Dista circa 3 Km dal [[centro storico]] di [[Urbino]].
=== Strade ===
Mazzaferro è attraversata dalla [[Strada statale 73 bis di Bocca Trabaria|Strada Statale 73 bis]] nel tratto che collega [[Urbino]] con [[Urbania]]. In caso di evento sismico le aree di primo soccorso sono localizzate nel piazzale dei [[Massacro di Lidice|Martiri di Lidice]] e di Santa Maria De Cruce<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.ps.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/1-AREE%20DI%20PRIMO%20SOCCORSO-CAPOLUOGO.pdf|titolo=Aree primo soccorso|autore=Settore Manutenzione patrimonio progettazione opere pubbliche|accesso=22 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171222105208/http://www.comune.urbino.ps.it/ContentManagement/Uploaded/CMItemAttachments/1-AREE%20DI%20PRIMO%20SOCCORSO-CAPOLUOGO.pdf|urlmorto=sì}}</ref>.
===Mobilità urbana===
Il quartiere dispone di un servizio urbano di autobus gestito da Adriabus<ref>{{Cita web|url=http://www.adriabus.eu/viewdoc.asp?CO_ID=13043|titolo=Portale trasporti, Urbino, Pesaro, Fano, linee di trasporto pubblico, servizi Mybus|autore=Adriabus|accesso=29 novembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171113113044/http://www.adriabus.eu/viewdoc.asp?CO_ID=13043|urlmorto=sì}}</ref>.
 
==Strutture sportive==
*Palestra "Palaferro"
[[File:Palaferro Mazzaferro Urbino.JPG|thumb|La palestra Palaferro|sinistra]]
* Centro di studi Danza
* Palestra "Palaferro"
* Struttura sportiva parrocchiale
* Centro di studi Danza
* Struttura sportiva parrocchiale adiacente al Salone polivalente
 
== Curiosità ==
[[File:Bonifica ordigni mazzaferro fine anni 70.jpg|miniatura|Mazzaferro (curva del ''Muraglione''): Bonifica ordigni della II° Guerra Mondiale (fine anni '70)]]
Nel [[1876]] sono state rinvenute nell’ecclesia di Mazzaferro due antichi tubi per la conduzione idrica (''[[Fistula acquaria|fistulae aquariae]]''). Il ritrovamento è di rilievo per due motivi: conferma la presenza stanziale dei romani nel territorio dell'odierna frazione; dalle [[Epigrafe|epigrafi]] incise sulle condutture sono state dedotte una serie di informazioni tecnologiche correlate alla tecnica di produzione. A tal proposito si concluse che le condutture erano realizzate in [[piombo]] fuso, le epigrafi riportavano misure di lunghezza lineare (diverse dall'attuale [[metro]]), la tecnica di [[saldatura]] era rozza ma strutturata per evitare scoppi<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Rodolfo|cognome=Lanciani|titolo=Topografia di Roma Antica, I comentarii di Frontino intorno le acque e gli acquedotti|url=https://ia800200.us.archive.org/3/items/topografiadirom00lancgoog/topografiadirom00lancgoog.pdf|formato=pdf|annooriginale=1880|editore=Salviucci|pp=194-195|capitolo=13}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Andrea Giardina|autore2=Aldo Schiavone|autore3=Fondazione Istituto Antonio Gramsci|titolo=Società romana e produzione schiavistica: L'Italia, insediamenti e forme economiche|edizione=|collana=Collezione storica|anno=1981|editore=Laterza|città=Bari|p=327|ISBN=}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Accademia del Lincei|coautori=Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte (Italy), Atti della Reale Accademia d'Italia|anno=1985|titolo=Notizie degli scavi di antichità
* Il quartiere<ref name=":7" /> di Mazzaferro è spesso considerato una [[Frazione (geografia)|frazione]] di [[Urbino]]. L'errore può ricondursi alla segnaletica stradale che indica l'inizio e la fine della città ducale. Attualmente il posizionamento del toponimo "[[Urbino]]" lungo la [[Strada statale 73 bis di Bocca Trabaria|SS 73 bis]] estromette il quartiere, il quale si trova in direzione di [[Urbania]] 0,6&nbsp;km dopo il cartello di fine città. L'assunzione è tuttavia errata perché questa segnaletica su [[strada statale|strada]] non indica i confini della città, ma solo la competenza del percorso stradale. Per discernere tra la responsabilità di un comune e lo stato italiano, cioè l'[[ANAS]], si fa riferimento alla definizione del [[Ministero dei trasporti e delle infrastrutture (Romania)|Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture]] che definisce "''centro abitato''", nel tracciato di una [[Strada statale|strada nazionale]], "''un agglomerato contiguo di almeno 20 case"''. Se dalla città ducale ci si sposta in direzione del territorio di Mazzaferro, insiste un tratto stradale per il quale questa definizione non è rispettata: tra la zona dei ''[[Ordine dei frati minori cappuccini|Cappuccini]]''<ref name=":7" /> e quella di ''Ca' Virginio'' (sede dell'attuale [[Supermercato]])<ref name=":7" />. Per questo motivo l'indicazione di "''fine città di [[Urbino]]''" è posizionata nella zona dei ''[[Ordine dei frati minori cappuccini|Cappuccini]]'' e non dopo Mazzaferro. Nei fatti ci si trova di fronte ad un paradosso: il [[quartiere]] è sotto responsabilità comunale pur trovandosi fuori dai "confini" della segnaletica cittadina. La strada che lo attraversa è al contrario di competenza dello stato italiano<ref>{{Cita web|url=http://www.comune.urbino.pu.it/fileadmin/docs/consigliocomunale/resoconti-consiliari/2002/20_Marzo_2002.pdf|titolo=Resoconto Integrale della seduta consiliare|autore=Comune di Urbino|lingua=|formato=pdf|volume=Atti Consiliari Seduta N. 49|p=40|accesso=9 novembre 2019|dataarchivio=20 marzo 2002}}</ref>.
Atti della Accademia nazionale dei Lincei|rivista=Notizie degli scavi di antichità|editore=Accademia del Lincei|città=Roma|volume=|numero=}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=|coautori=Reale Accademia dei Lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche|anno=1880|titolo=Memorie della Classe di scienze morali, storiche e filologiche
* Alla fine degli [[Anni 1970|anni '70]] fu effettuata la bonifica di 14 [[Bomba aeronautica|ordigni bellici]] della [[Seconda guerra mondiale|II° Guerra Mondiale]], sul tratto di strada [[Strada statale 73 bis di Bocca Trabaria|SS 73bis]] tra Villa Paciotti (''Cal Paciotto'' o ''Ca' Paciotti'')<ref name=":17" /> e l'attuale Supermercato sopra ''Ca' Virginio''<ref name=":7" />. Nella ritirata i [[Nazionalsocialismo|Nazisti]] avevano minato la strada "''del Muraglione''", unico accesso da [[ovest]] a [[Urbino]], posizionando le bombe poco sotto il manto stradale. Durante alcuni lavori dell'[[ANAS]] furono rinvenute e disinnescate dagli [[Artificiere|artificieri]] del reparto di [[Bologna]]. Sulla sfondo si vedono le prime case ultimate e progettate dopo l'approvazione del 1º [[Piano regolatore generale comunale|PRG]] di [[Giancarlo De Carlo]], site in via [[Achille Grandi]]. Si nota anche l'attuale palazzo di via [[Oreste Lizzadri]] al tempo ancora in costruzione. Assenti le abitazioni di Piazza [[Urbania|Casteldurante]] erette successivamente con le varianti di progetto previste dell'[[Università Iuav di Venezia|Università IUAV di Venezia]].
Atti della Accademia nazionale dei Lincei
* Lo scrittore e poeta [[Paolo Volponi]] cita Mazzaferro nel testo narrativo "''Guerra di Piume sopra la città''"<ref>{{Cita web|url=https://fondazionebo.uniurb.it/fondazione/news/|titolo="Guerra di Piume sopra la città"|autore=Paolo Volponi|sito=Fondazione Carlo e Marise Bo|editore=Corriere della Sera|data=29 Gennaio 1984|lingua=it-IT|accesso=2022-09-12}}</ref>. Curiosamente, ma non sorprende, il quartiere è citato come "[[Frazione (geografia)|frazione]]".nel racconto già parte del libro "''Cantonate di Urbino''"<ref>{{Cita libro|nome=Paolo|cognome=Volponi|titolo=Cantonate di Urbino|url=https://books.google.com/books?id=cyBBAAAAIAAJ&newbks=0&hl=it|accesso=2022-09-12|edizione=2|annooriginale=1985|anno=1996|editore=BESA|lingua=it|p=48|ISBN=978-88-86730-00-6}}</ref>.
Atti, Reale Accademia d'Italia
* Il poeta dialettale Zeno Fortini<ref>{{Cita web|url=http://www.prourbino.it/Scrittori/ZenoFortini/ZenoFortini_homepage.htm|titolo=Biografia di Zeno Fortini|autore=Associazione Pro Urbino|data=1º gennaio 2002|accesso=23 dicembre 2017}}</ref> cita Mazzaferro nello ''Scherzo Poetico'': "''Il black out nel mio quartiere''"<ref>{{Cita web|url=http://www.prourbino.it/Scrittori/ZenoFortini/ScherziPoetici_home.htm|titolo=Il black out nel mio quartiere|autore=Associazione Pro Urbino|data=7 marzo 2002|accesso=23 dicembre 2017}}</ref>.
Il ripostiglio della Venèra: Monet romane della seconda metà del terzo secolo, Luigi Adriano Milani
* Nella commedia teatrale di Enzo Gualazzi, il "''Ritratto della Muta''", si cita Mazzaferro. Il podere [[Montefeltro|feltresco]] è assegnato quale ricompensa ad Antonio Serafini da [[Colbordolo]], per aver salvato il [[Federico da Montefeltro|Duca Federico]] dai [[Sicario|sicari]] del [[Cesare Borgia|Valentino]].<ref>{{Cita libro|autore=Enzo Gualazzi|altri=ISSN: 1123-458X|titolo=Sipario|url=https://books.google.it/books?hl=it&id=uUIIAQAAMAAJ&dq=sipario+mazzaferro+prosa&focus=searchwithinvolume&q=mazzaferro|accesso=18 gennaio 2018|ed=547-552|anno=1994|editore=Sipario|p=70|capitolo=Il ritratto della Muta}}</ref>
Memorie della Classe di scienze morali, storiche e filologiche, Reale Accademia dei Lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche|rivista=|editore=La Classe|volume=|numero=|p=406}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Rodolfo Amedeo Lanciani|anno=1975|titolo=Le acque e gli acquedotti di Roma antica|rivista=Memorie della R. Accademia del Lincei. Serie 3|editore=Quasar|volume=4|numero=|p=406}}</ref>.
 
== Persone legate a Mazzaferro ==
* Giorgio Londei [[Sindaci di Urbino|ex Sindaco di Urbino]] dal 19 luglio [[1980]] al 12 febbraio [[1993|1993,]] [[Senato della Repubblica|Senatore]] della Repubblica Italiana dal 5 aprile [[1992]] all'8 maggio [[1996]] ([[XI legislatura della Repubblica Italiana|XI]] e [[XII legislatura della Repubblica Italiana|XII legislatura]])<ref>{{Cita web|url=http://www.senato.it/leg/11/BGT/Schede/Attsen/00001355.htm|titolo=Senato della repubblica Italiana|autore=Senato della Repubblica|accesso=27 ottobre 2017}}</ref>. Dal [[2013]] è il Presidente dell'[[Accademia di belle arti di Urbino|Accademia di Belle arti di Urbino]], attualmente riconfermato fino al [[2019]].
* Architetto [[Giancarlo De Carlo]].
* Ermes Ottaviani, scultore<ref>{{Cita web|url=http://www.ermesottaviani.it/critica.htm|titolo=Ermes Ottaviani (critica)|accesso=27 ottobre 2017}}</ref>
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* [[Andrea Giardina]], [[Aldo Schiavone]], ''Società romana e produzione schiavistica: L'Italia, insediamenti e forme economiche (Vol. I)'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], [[1981]], ISBN 8842019003; ISBN 9788842019008
* [[Rodolfo Lanciani|Rodolfo Amedeo Lanciani]], ''Le acque e gli acquedotti di Roma antica (Vol. IV)'', Quasar, [[1975]]
* Franco Negroni, ''Appunti su alcuni palazzi e case di Urbino'', [[Accademia Raffaello]], [[2005]], ISBN 88-87573-22-0
 
==Altri progetti==
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[[Categoria:Frazioni di Urbino]]