Teatro alla Scala: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Annullata la modifica 92641737 di 82.112.208.202 (discussione): modifica di prova o impropria |
m aggiunta Categoria:Musica nel 1778 usando HotCat |
||
(507 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{Nota disambigua||La scala|La Scala}}
{{Teatro
|NomeTeatro
|Periodo = 1776-78
|Indirizzo = [[Piazza della Scala]]
|Città = Milano
|Proprietario = Fondazione Teatro alla Scala
|Paese = Italia
|Tipologia = Sala a ferro di cavallo con quattro ordini di palchi e due gallerie
|Capienza = {{m|2030}}<ref name="camcom">[http://www.milomb.camcom.it/documents/10157/158895/dentro-la-scala.pdf/44a69a60-2167-4538-aac3-4420e6c4ddd7 Camera di Commercio di Milano - "Dentro La Scala"] - secondo la fonte, la capienza ufficiale è di 2.030 posti, ma "i posti disponibili sono molto più numerosi: il teatro dispone di 2242 posti..."</ref>
|Immagine = Milano - Teatro alla Scala 3924.jpg
}}
Il '''Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala''',<ref>Maria
A partire dall'anno di fondazione è sede dell'[[Coro del Teatro alla Scala|omonimo coro]],<ref>[http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/coro/coro.html pagina] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20150414002944/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/coro/coro.html |data=14 aprile 2015 }} dedicata al Coro nel sito del teatro.</ref> dell'[[Orchestra del Teatro alla Scala|orchestra]],<ref>[http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/orchestra/orchestra.html pagina] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130122050109/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/orchestra/orchestra.html |data=22 gennaio 2013 }} dedicata all'Orchestra nel sito del teatro.</ref>
== Storia ==
=== Le premesse ===
Le prime strutture deputate all'opera
Per il palcoscenico di questi teatri furono commissionate opere di importanti compositori, tra i quali: [[Nicola Porpora]] (''Siface''), [[Tomaso Albinoni]] (''[[La fortezza al cimento]]''), [[Christoph Willibald Gluck]] (''Artaserse'', ''Demofoonte'', ''Sofonisba'', ''Ippolito''), [[Josef Mysliveček]] (''[[Il gran Tamerlano]]''), [[Giovanni Paisiello]] (''[[Sismano nel Mogol]]'', ''Andromeda''), [[Wolfgang Amadeus Mozart]] (''[[Mitridate, re di Ponto]]'', ''[[Ascanio in Alba]]'', ''[[Lucio Silla (Mozart)|Lucio Silla]]'').
=== Il Nuovo Regio Ducal Teatro alla Scala ===
{{Citazione|Con mia grande sorpresa vidi che stavano demolendo una chiesa per far posto ad un teatro|[[Thomas Jones (pittore)|Thomas Jones]]<ref>[http://www.baroque.it/arte-barocca/musica-barocca/milano-dal-teatro-ducale-alla-scala.html Dal Salone Margherita al Regio ducal Teatro], dal sito baroque.it.</ref>}}
[[File:Dal Re, Marc'Antonio (1697-1766) - Vedute di Milano - 71 - S. Maria alla Scala - ca. 1745.jpg|miniatura|sinistra|''[[chiesa di Santa Maria alla Scala|Santa Maria della Scala, Collegiata Regia]]'', demolita per costruire il teatro, incisione di [[Marc'Antonio Dal Re]] del [[1745]]]]
Il Teatro alla Scala fu costruito in conformità
Il progetto venne affidato al celebre architetto [[Giuseppe Piermarini]], il quale provvide anche al disegno del “Teatro Interinale”, una struttura temporanea costruita presso la [[cripta di San Giovanni in Conca|chiesa di San Giovanni in Conca]], e del [[Teatro Lirico di Milano|Teatro della Cannobiana]], dalla pianta assai simile a quella della Scala, ma in dimensione ridotta, dedicato a spettacoli più “popolari”.<ref>Annamaria Cascetta, Giovanna Zanlonghi, ''op. cit.'', p. 510.</ref> La decorazione pittorica fu realizzata da [[Giuseppe Levati]] e Giuseppe Reina. [[Domenico Riccardi]] dipinse invece il sipario, rappresentante, pare su suggerimento del [[Giuseppe Parini|Parini]], il “[[Parnaso]]”.<ref name="GroveMilan">''The New Grove Dictionary of Opera'', voce ''Milan''.</ref>
{{Doppia immagine verticale|right|EsternoScala2.JPG|EsternoScala1.JPG|250|La facciata dal teatro raffigurata in due diverse [[Incisione|incisioni]] storiche, una in rame del 1790 (sopra) e l'altra all'[[acquatinta]] del 1850 (sotto): si noti, in quest'ultima, il corpo laterale aggiunto nel 1835|}}
Il teatro non era all'epoca soltanto un luogo di spettacolo: la [[platea]] era spesso destinata al ballo, i palchi venivano usati dai proprietari per ricevervi degli invitati, mangiare e gestire la propria vita sociale, nel [[Ridotto (architettura)|ridotto]]
Durante gli anni di [[Storia di Milano#Primo periodo austriaco e periodo napoleonico|dominazione austriaca e francese]] la Scala era finanziata, oltre dagli introiti provenienti dal gioco, dalle stesse famiglie che avevano voluto la costruzione del teatro e ne conservavano la proprietà attraverso le quote dei palchi. Mentre i primi tre ordini rimasero per molti anni di proprietà dell'aristocrazia, il quarto e il quinto erano per lo più occupati dall'alta borghesia, che a partire dagli anni 20 dell'Ottocento fa un massiccio ingresso in teatro. In platea, e ancora di più in [[loggione (architettura)|loggione]], vi è un pubblico misto di militari, giovani aristocratici, borghesi, artigiani.<ref>{{Cita|Baia Curioni|p. 28}}.</ref>
La titolarità della gestione rimase principalmente in mano a esponenti della nobiltà milanese (l'anno dell'inaugurazione i «Cavalieri associati» furono il conte [[Ercole Castelbarco]], il marchese [[Giacomo II Fagnani|Giacomo Fagnani]], il marchese [[Bartolomeo Calderara]] e il principe Antonio Menafoglio di Rocca Sinibalda),<ref name="G21"/> ma l'effettiva gestione era quasi sempre affidata a impresari di professione come [[Angelo Petracchi]] (1816-20), Domenico Barbaja (1826-32), [[Bartolomeo Merelli]] (1836-50), i fratelli [[Ercole Marzi|Ercole]] e [[Luciano Marzi]] (1857-1861).<ref name="BaiaCurioni27"/>
Il problema maggiore nell'organizzare le stagioni era mantenere acceso l'interesse degli spettatori, molto spesso distratti, nei palchi, in altre faccende, o disturbati nell'ascolto della musica dal brusio proveniente dai tavoli da gioco accessibili da mezzogiorno fino a sera.<ref>{{cita libro|autore=M.Malte-Brun|titolo=Universal Geography|volume=VII |editore=Adam Black|città=Edinburgh|anno=1829|p=621}}</ref>
Il 1º settembre 1778 avviene la prima assoluta di ''Troia distrutta'' di [[Michele Mortellari]]. Il 1º gennaio [[1779]] ebbe la prima assoluta ''Venere in Cipro'' di [[Felice Alessandri]], il 30 gennaio ''Cleopatra'' di [[Pasquale Anfossi]] e il 26 dicembre ''Armida'' di [[Josef Mysliveček]] con [[Caterina Gabrielli]], [[Luigi Marchesi]] e [[Valentin Adamberger]].<ref name="A1779">Gherardo Casaglia, [http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=&Mese=&Anno=1779&Giornata=&Testo=scala&Parola=Stringa "1779"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141023222438/http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=&Mese=&Anno=1779&Giornata=&Testo=scala&Parola=Stringa |data=23 ottobre 2014 }}, ''Almanacco Amadeus''.</ref> Il 3 febbraio [[1781]] vi fu l'inaugurazione, in ritardo per la morte di Maria Teresa d'Austria, con la prima assoluta di ''Antigono'' di [[Luigi Gatti (compositore)|Luigi Gatti]], il 1º ottobre di ''Il vecchio geloso'' di Alessandri, il 26 dicembre di ''Olimpiade'' di [[Francesco Bianchi]],<ref name="A1781">Gherardo Casaglia, [http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=&Mese=&Anno=1781&Giornata=&Testo=scala&Parola=Stringa "1781"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20141023222338/http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=&Mese=&Anno=1781&Giornata=&Testo=scala&Parola=Stringa |data=23 ottobre 2014 }}, ''Almanacco Amadeus''.</ref> il 14 settembre [[1782]] di [[Fra i due litiganti il terzo gode]] di [[Giuseppe Sarti]] con [[Anna Selina Storace]] e Benucci, il 26 dicembre di ''La Circe'' di [[Domenico Cimarosa]] con [[Giacomo David]] e l'8 gennaio [[1783]] di ''L'Idalide o sia La vergine del sole'' di Sarti.<ref name=amadeusonline>{{cita web|url=http://www.amadeusonline.net/almanacco?r=&alm_sett=&alm_giorno=&alm_mese=&alm_anno=&alm_testo=Teatro+alla+Scala|titolo=Amadeusonline|accesso=24 aprile 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160307224159/http://www.amadeusonline.net/almanacco?alm_anno=&alm_giorno=&alm_mese=&alm_sett=&alm_testo=teatro+alla+scala&r=|dataarchivio=7 marzo 2016|urlmorto=sì}}</ref> Grande successo ebbero alla Scala i [[Castrato (musica)|castrati]], [[sopranista|sopranisti]] e [[contraltista|contraltisti]], tra i quali si possono ricordare [[Gaspare Pacchierotti]], Asterio nell'opera di apertura, [[Luigi Marchesi]], [[Girolamo Crescentini]], [[Giovanni Battista Velluti]] di lì a qualche decennio sostituiti dalle [[Primadonna|primedonne]] (tra le prime, le celeberrime [[Adriana Ferraresi Del Bene]], [[Teresa Saporiti]], [[Giuseppina Grassini]], [[Teresa Bertinotti-Radicati]], la Storace, [[Teresa Belloc-Giorgi]], [[Angelica Catalani]], [[Brigida Banti|Brigida Giorgi Banti]], [[Isabella Colbran]], [[Marietta Marcolini]], [[Elisabetta Gafforini]], [[Carolina Bassi]], [[Elisabetta Manfredini]], [[Adelaide Tosi]], [[Rosmunda Pisaroni|Benedetta Rosmunda Pisaroni]], [[Isabella Fabbrica]], [[Brigida Lorenzani]], [[Henriette Méric-Lalande]], [[Caroline Unger|Carolina Ungher]], [[Giuditta Grisi]], [[Giulia Grisi]], [[Clorinda Corradi]], [[Giuditta Pasta]], [[Marietta Brambilla]], [[Giuseppina Ronzi de Begnis]], [[Maria Malibran]] ed [[Eugenia Tadolini]]).
Quanto ai compositori, oltre a Salieri, forse imposto dall'alto e comunque raramente chiamato, si possono in questi primi anni ricordare [[Domenico Cimarosa]], [[Giovanni Paisiello]], [[Nicola Antonio Zingarelli]], [[Luigi Cherubini]], [[Ferdinando Paër]], [[Johann Simon Mayr]], [[Gioachino Rossini]], [[Giacomo Meyerbeer]].
[[File:LaScala 1850.jpg|miniatura|sinistra|''La facciata del Teatro alla Scala'', [[Angelo Inganni]], 1852; il dipinto è custodito nel [[Museo teatrale alla Scala]]]]
Il 26 dicembre [[1787]] vennero introdotte le prime "argantas" (un tipo di lampada), il 20 febbraio [[1790]] il teatro venne chiuso per la morte dell'imperatore [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena]], il 1º marzo [[1792]] per la morte dell'imperatore [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena]], il 15 maggio [[1796]] avvenne la prima di ''Chant de guerre de l'armée du Rhin'' ([[La Marsigliese|La Marseillaise]]) di [[Claude Joseph Rouget de Lisle]]<ref name=amadeusonline/>
Durante la primavera e l'estate del [[1807]], le stagioni furono trasferite alla [[Teatro Lirico di Milano|Canobbiana]] a causa di importanti lavori di rifacimento delle decorazioni interne, ridisegnate secondo il gusto neoclassico mentre nel [[1814]], a seguito della demolizione di alcuni edifici tra i quali il convento di San Giuseppe, venne ampliato il palcoscenico secondo il progetto di [[Luigi Canonica]].
Un grande lampadario con ottantaquattro lumi a petrolio, disegnato dallo scenografo [[Alessandro Sanquirico]], venne appeso al centro del soffitto nel [[1823]].<ref name="Lumiera">''La Grande Lumiera dell'I.R. Teatro alla Scala''.</ref> Contrastanti furono le reazioni: contro i sostenitori dell'innovazione alzava la voce chi riteneva che il lampadario illuminasse troppo la sala, permettendo agli sguardi indiscreti di penetrare nell'intimità dei palchi.
[[File:Contrada alla Scala a Milano (1855).jpg|miniatura|destra|La ''contrada della Scala'' nel 1855, prima della realizzazione dell'[[Piazza della Scala|omonima piazza]]; i portici che si intravedono sulla destra appartengono al Teatro alla Scala. Per realizzare la piazza vennero demoliti, nel 1858, diversi caseggiati che si intravedono nella fotografia: in questo modo scomparve la via prospiciente al teatro, la contrada della Scala (in molte città [[Lombardia|lombarde]], fino all'[[Unità d'Italia]], le vie erano comunemente chiamate "contrade")]]
Il 7 settembre [[1811]] avviene il successo di ''I pretendenti delusi'' di [[Giuseppe Mosca]] con [[Marietta Marcolini]] e [[Claudio Bonoldi]].<ref name=amadeusonline/>
Dal settembre [[1812]] con il successo di [[La pietra del paragone]] di Rossini diretta da [[Alessandro Rolla]] con la Marcolini e [[Filippo Galli (basso)]] la Scala diventa il luogo deputato alla rappresentazione del [[Melodramma]] italiano fino
Il 28 ottobre, 12 novembre e 19 novembre [[1813]] vi tiene dei concerti violinistici [[Niccolò Paganini]]
Il 16 giugno [[1815]], 5 e 7 marzo [[1816]] vi tiene dei concerti Paganini.
Il 2 e 5 febbraio [[1816]] vi tiene dei concerti il violinista [[Charles Philippe Lafont]].
Riga 79 ⟶ 65:
Il 1º aprile [[1821]] vi tiene un concerto il violinista Rolla.
Negli anni
È percepibile però la "regia occulta" dell'editore [[Casa Ricordi|Ricordi]] che, in forza del suo privilegio di copista prima, di editore poi, delle opere rappresentate alla Scala, oltre che del fondo dei manoscritti del teatro acquistato già nel [[1825]], influenzò fortemente la scelta dei compositori a cui venivano commissionate riprese e nuove produzioni.
Nel [[1828]] vi fu il successo della prima assoluta di ''I cavalieri di Valenza'' di Pacini con la Méric-Lalande e [[Caroline Unger
Nel [[1830]], le fasce tra gli ordini tra i palchi vennero decorate, sempre su indicazione del Sanquirico, con rilievi dorati e [[Francesco Hayez]] realizzò una nuova decorazione della volta della sala, visibile ancora nel 1875, quando fu sostituita da una decorazione a ''[[grisaille]]''.
Nel 1835, su progetto
=== Il giovane Verdi alla Scala ===
[[Giuseppe Verdi]] (1813-1901) esordì alla Scala nel novembre [[1839]] con ''[[Oberto, Conte di San Bonifacio]]'' con [[Mary Shaw (cantante lirica)|Mary Shaw]], [[Lorenzo Salvi]] e [[Ignazio Marini]] diretti da [[Eugenio Cavallini]],<ref>Gherardo Casaglia, [http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=17&Mese=10&Anno=1839&Giornata=&Testo=&Parola=Stringa "17 ottobre 1839"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140728161115/http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=17&Mese=10&Anno=1839&Giornata=&Testo=&Parola=Stringa |data=28 luglio 2014 }}, ''Almanacco Amadeus''.</ref> opera di stampo donizettiano, ma con alcune sue peculiarità drammatiche che piacquero al pubblico, decretandone un buon successo. Visto l'esito dell{{'}}''Oberto'', l'impresario [[Bartolomeo Merelli|Merelli]] gli commissionò la commedia ''[[Un giorno di regno]]'', andata in scena con esito disastroso.<ref>Gherardo Casaglia, [http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=5&Mese=09&Anno=1840&Giornata=&Testo=&Parola=Stringa "5 settembre 1840"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140728153517/http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=5&Mese=09&Anno=1840&Giornata=&Testo=&Parola=Stringa |data=28 luglio 2014 }}, ''Almanacco Amadeus''.</ref> Fu ancora Merelli a convincerlo a non abbandonare la lirica, consegnandogli personalmente un libretto di soggetto biblico, il ''[[Nabucco]]'', scritto da [[Temistocle Solera]]. L'opera andò in scena il 9 marzo [[1842]] e nonostante un'iniziale tiepida accoglienza, a partire dalla ripresa del 13 agosto il successo fu questa volta trionfale grazie anche al forte sentimento patriottico che suscita nella città nella quale fermentava il nascente [[Risorgimento]], rafforzando la popolarità del melodramma identificandone l'immagine con la Scala.<ref>Gherardo Casaglia, [http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=9&Mese=03&Anno=1842&Giornata=&Testo=&Parola=Stringa "9 marzo 1842"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140728152646/http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=9&Mese=03&Anno=1842&Giornata=&Testo=&Parola=Stringa |data=28 luglio 2014 }}, ''Almanacco Amadeus''.</ref>
[[File:Giuseppe Verdi by Giovanni Boldini.jpg|miniatura|verticale|sinistra|[[Giuseppe Verdi]] ritratto da [[Giovanni Boldini]]]]
I titoli del primo periodo scaligero del compositore di [[Busseto]] come ''[[I Lombardi alla prima crociata]]'' e ''[[Giovanna d'Arco (opera)|Giovanna d'Arco]]'', oltre a quelli già citiati appassionarono il pubblico, ora composto anche da borghesi.
Riga 98 ⟶ 81:
Proprio in occasione della messa in scena della ''Giovanna d'Arco'', nel [[1845]], i malumori intervenuti a causa della generale scarsa considerazione dei desiderata dei compositori di fronte alle necessità, soprattutto economiche, degli impresari scaligeri, spinsero Verdi a rinunciare per oltre vent'anni al palcoscenico che lo aveva lanciato.
Gli anni dell'esilio scaligero di Verdi non furono tra i più felici per il teatro. A parte alcuni titoli (''[[Il barbiere di Siviglia (Rossini)|Il barbiere di Siviglia]]'', ''[[Semiramide (Rossini)|Semiramide]]'', ''[[La Cenerentola]]''
Il 7 maggio [[1841]] vi tiene un concerto del violoncellista [[Carlo Alfredo Piatti|Alfredo Piatti]], il 7 dicembre un concerto pianistico di [[Sigismund Thalberg|Sigismond Thalberg]]
Il 19 marzo [[1847]] avviene il successo della prima assoluta di ''Velleda'' di Carlo Boniforti con [[Eugenia Tadolini]] e l'8 febbraio [[1848]] di ''Giovanna di Fiandra'' di Boniforti con la Tadolini e [[Raffaele Mirate]].<ref name=amadeusonline/>
=== La Scala dopo l'unità d'Italia ===
Dopo la
Nel [[1860]], in occasione della serata di apertura della Stagione di Carnevale e Quaresima, venne inaugurato il nuovo sistema di lumi a gas del lampadario del Sanquirico. Nel [[1883]] venne invece completato l'impianto di illuminazione elettrica con la connessione alla vicina [[Centrale Santa Radegonda]].
Negli anni immediatamente successivi si tentarono alcuni esperimenti, per lo più falliti: ''[[I profughi fiamminghi]]'' di [[Franco Faccio]] su libretto di [[Emilio Praga]] nel [[1863]], manifesto antiverdiano che proponeva l'abbandono delle tradizionali formule operistiche, e ''[[Mefistofele (opera)|Mefistofele]]'' di [[Arrigo Boito]] ([[1868]]), spettacolo di quasi sei ore che si rifaceva al [[musikdrama|dramma wagneriano]].
Nel [[1870]] avviene il successo della prima assoluta di [[Il Guarany]] di [[Antônio Carlos Gomes]] con [[Victor Maurel]].
È invece dal [[1873]] la prima, apparizione scaligera del grande compositore tedesco con ''[[Lohengrin (opera)|Lohengrin]]'', nella traduzione di [[Salvatore Marchesi]], diretto da Faccio con [[Italo Campanini (tenore)|Italo Campanini]] e Maurel alla presenza di [[Antonio Smareglia]].
[[File:Ferraguti, Arnaldo (1862-1925), Milano, Davanti la porta del loggione della Scala - Illustrazione Italiana,1893.jpg|miniatura|destra|[[Arnaldo Ferraguti]], ''Davanti alla porta del loggione della Scala, la sera del Falstaff'', [[litografia]] tratta da fotografia, da: ''[[L'illustrazione italiana|L'Illustrazione Italiana]]'', 1893]]
Rassicurato da [[Tito Ricordi I|Tito Ricordi]] e da suo figlio [[Giulio Ricordi|Giulio]], Verdi tornò alla Scala nel [[1869]] con il successo di una versione rinnovata de ''[[La forza del destino]]'' "messa in scena dall'autore", come si legge nel cartellone con [[Teresa Stolz]] e [[Mario Tiberini]].
Altre produzioni messe in scena dal compositore furono il successo della prima europea di ''[[Aida]]'' ([[1872]]) diretta da Faccio con la Stolz, [[Maria Waldmann]] e [[Ormondo Maini]], la nuova versione di ''[[Simon Boccanegra]]'' diretta da Faccio con Maurel, [[Anna D'Angeri]], [[Édouard de Reszke]] e [[Francesco Tamagno]] ([[1881]]), la seconda versione italiana in quattro atti del ''[[Don Carlo]]'' diretta da Faccio con Tamagno, [[Paul Lhérie]] e [[Giuseppina Pasqua]] ([[1884]]), il successo delle prime assolute di ''[[Otello (Verdi)|Otello]]'' diretta da Faccio con Tamagno, [[Romilda Pantaleoni]], Maurel e [[Francesco Navarrini]] ([[1887]]) e di ''[[Falstaff (Verdi)|Falstaff]]'' diretto da [[Edoardo Mascheroni]] con Maurel, [[Antonio Pini-Corsi]], [[Edoardo Garbin]], [[Emma Zilli]], la Pasqua e [[Virginia Guerrini]] ([[1893]]).
Nel [[1876]] avvenne il successo della prima assoluta di ''[[La Gioconda]]'' di [[Amilcare Ponchielli]] diretta da Faccio con [[Gottardo Aldighieri]] e Maini, nel [[1881]] della ripresa di ''Mefistofele'' di Boito diretta da Faccio e di ''[[Ballo Excelsior]]'' di [[Romualdo Marenco]], nel [[1885]] di ''[[Marion Delorme (Ponchielli)|Marion Delorme]]'' di Ponchielli, nel [[1886]] di ''[[Edmea]]'' di [[Alfredo Catalani]] e nel [[1896]] di ''[[Andrea Chénier (opera)|Andrea Chénier]]'' di [[Umberto Giordano]] diretta da [[Rodolfo Ferrari (direttore d'orchestra)|Rodolfo Ferrari]] con [[Giuseppe Borgatti]].
Tra i titolari della gestione degli anni post unitari si possono ricordare i fratelli Corti (1876) e [[Luigi Piontelli]] (1884-1894).
Tra il [[1894]] e il [[1897]] la gestione del teatro passò in mano all'editore [[Edoardo Sonzogno]]. Sul palcoscenico scaligero apparvero in quegli anni opere di compositori francesi ([[Charles Gounod]], [[Fromental Halévy]], [[Daniel Auber]], [[Hector Berlioz]], [[Georges Bizet]], [[Jules Massenet]], [[Camille Saint-Saëns]]) e della cosiddetta scuola verista ([[Pietro Mascagni]], [[Ruggero Leoncavallo]], [[Umberto Giordano]]). Grande successo ebbero anche le opere di [[Richard Wagner]], che in quegli anni
Tra il 1881
Il 1º luglio [[1897]], il Comune di Milano, posto di fronte a emergenze sociali e sotto la spinta delle sinistre, decise di sospendere il proprio contributo: la Scala fu costretta a chiudere dal 7 dicembre (anche le scuole di canto e ballo).
=== Toscanini alla Scala ===
[[File:Patria Esercito Re p072.jpg|miniatura|sinistra|[[Guido Visconti di Modrone (senatore)|Guido Visconti di Modrone]], illustrazione tratta dal libro di [[Leopoldo Pullè]] ''Patria Esercito Re'' (p. 54 del testo disponibile in [[Wikisource]])]]
Il teatro riaprì il 26 dicembre [[1898]] con ''[[I maestri cantori di Norimberga]]'' diretta da [[Arturo Toscanini]] con [[Angelica Pandolfini]], [[Emilio De Marchi (tenore)]], [[Antonio Scotti]] e [[Francesco Navarrini]] grazie alla munificenza di [[Guido Visconti di Modrone (senatore)|Guido Visconti di Modrone]].<ref>Giovanni Judica, dagli atti del convegno "La gestione Visconti al Teatro alla Scala 1898-1916", Milano Teatro alla Scala, 29 novembre 1997.</ref> Riparate con fondi personali le perdite e fondata una ''Società Anonima'', di cui il duca assunse la carica di presidente chiamando [[Arrigo Boito]] quale proprio vice, l'attività ricominciò sotto la direzione generale di [[Giulio Gatti Casazza]] e la direzione artistica di Toscanini.<ref>''Nel mio cuore troppo assoluto. Lettere di Arturo Toscanini'', Garzanti 2003, lettera al Duca Uberto Visconti di Modrone, 1916, pag. 140-2.</ref>
Il primo periodo di Toscanini alla Scala fu segnato dal profondo interesse del direttore per Richard Wagner, ma anche per Meyerbeer e Berlioz. Fra i compositori contemporanei, catalizzarono la scena scaligera Mascagni, [[Alberto Franchetti|Franchetti]], Boito.
Riga 138 ⟶ 119:
Nel [[1900]] avviene il successo della prima assoluta di ''Anton'' di [[Cesare Galeotti]] diretta da Toscanini con [[Giuseppe Borgatti]] ed [[Emma Carelli]] e nel [[1901]] un concerto commemorativo per la morte di Verdi diretto da Toscanini con [[Amelia Pinto]], [[Francesco Tamagno]] ed [[Enrico Caruso]].
[[File:Rosina Storchio (1904) - Archivio Storico Ricordi FOTO000052.jpg|thumb|upright|Il soprano [[Rosina Storchio]] nell'esordio della ''[[Madama Butterfly]]'' nel 1904]]
Prima di mettere in scena le opere dei compositori scomparsi, Toscanini eseguiva un inusuale lavoro di ripulitura e interpretazione, finalizzato a ripristinare parti tagliate o vistosamente modificate nell'[[orchestrazione]], rimuovere tutti quegli accorgimenti che, già a partire dalle prime messe in scena, venivano adottati per sopperire a carenze degli interpreti, correggere veri e propri errori. Tanto più incisivo era l'intervento quanto più famosa e rappresentata era l'opera: un buon esempio è costituito dal lavoro di Toscanini su ''[[Il trovatore]]'', messo in scena il 9 febbraio [[1902]]. Quando il maestro decise di sottoporre quest'opera alla necessaria ripulitura, l'editore Giulio Ricordi, titolare dei diritti sul [[libretto]], oppose un netto rifiuto, giudicandolo un intervento arbitrario, e solo la mediazione di Boito permise a Toscanini di portare a termine il proprio lavoro. Nelle pagine della ''[[Gazzetta musicale di Milano]]'', l'editore, che continuava a non essere d'accordo, scrisse:
Riga 143 ⟶ 125:
{{Citazione|Toscanini è, per taluni, infallibile quanto il Papa! Anzi è superiore allo stesso Verdi, che pure ha scritto il ''Trovatore'', ma non lo ha mai concertato e diretto così!}}
Questo
Mentre Toscanini lasciò il teatro il 14 aprile [[1903]] durante la ripresa di ''[[Un ballo in maschera]]'' per dissapori col pubblico, Gatti Casazza rimase fino al [[1907]], anno in cui dispose l'arretramento del palcoscenico per far spazio alla cosiddetta "[[golfo mistico|buca]]", parzialmente nascosta dalla [[ribalta]]. Prima di allora i musicisti e il direttore d'orchestra non avevano un loro posto ma suonavano davanti al pubblico, ostruendo spesso la visibilità dalla platea. Durante le feste mondane l'orchestra suonava invece sul palcoscenico per lasciar maggior spazio alle danze.
Nel [[1906]] avviene il primo concerto con il pianista [[Mieczysław Horszowski]], nel [[1907]] il successo della prima assoluta di [[Gloria (opera)|''Gloria'']] di [[Francesco Cilea]] diretta da Toscanini con [[Nazzareno De Angelis]], [[Solomija Ambrosiïvna Krušel'nyc'ka
Nel [[1909]], il quinto ordine di palchi fu trasformato nell'attuale "prima galleria" per permettere a più spettatori, non proprietari di palchi, di assistere agli spettacoli.
=== Ente Autonomo Teatro alla Scala ===
[[File:Sommer, Giorgio (1834-1914) - n. 5831 Teatro della Scala (Milano).jpg|miniatura|upright=1.3|sinistra|Piazza della Scala nel primo Novecento in una cartolina di [[Giorgio Sommer]]]]
Alla fine del [[1918]], Visconti di Modrone fu costretto a rinunciare all'incarico per ragioni economiche. Lo stallo di due anni portò a una radicale trasformazione dei criteri di gestione: grazie alla rinuncia del diritto di proprietà sia da parte dei palchettisti sia del Comune, venne fondato infatti l{{'}}''Ente Autonomo Teatro alla Scala'',<ref>Istituito con il Regio Decreto 29 dicembre 1921, n. 2143.</ref> subito impersonato dal direttore generale [[Angelo Scandiani]]. Grazie a sovvenzioni comunali e statali e alle somme raccolte attraverso una sottoscrizione promossa dal ''[[Corriere della Sera]]'', il teatro poté finalmente godere di una completa autonomia.
Si deve a Scandiani la costituzione formale dell'[[orchestra del Teatro alla Scala]], i cui musicisti, un centinaio,<ref name="GroveMilan"/> verranno d'ora in poi scelti secondo rigidi criteri di selezione e assunti con regolari contratti a tempo indeterminato. Alla direzione musicale ancora una volta Toscanini insieme ad [[Ettore Panizza]], promotori di una intensa e straordinaria stagione per il teatro. Il palco scaligero vide avvicendarsi i maggiori cantanti del tempo, tra cui [[Fëdor Ivanovič Šaljapin]], [[Magda Olivero]], [[Giacomo Lauri-Volpi]], [[Titta Ruffo]], [[Enrico Roggio]], [[Gino Bechi]], [[Beniamino Gigli]], [[Mafalda Favero]], [[Toti Dal Monte]], [[Gilda Dalla Rizza]], [[Aureliano Pertile]].
Nel [[1929]] lo Stato fascista riservò al capo del governo la facoltà di nomina del presidente dell'Ente e impose la partecipazione di un rappresentante del [[Ministeri del governo italiano soppressi o accorpati#Ministero dell'Educazione Nazionale|Ministero dell'Educazione Nazionale]] al [[consiglio di amministrazione]]. Di fronte a ciò, Toscanini, portata a termine l'impegnativa ''tournée'' a Vienna e Berlino, lasciò la direzione del teatro nel maggio dell'anno successivo e si trasferì a New York. Nel [[1931]], a seguito di un'aggressione subita a [[Bologna]], schiaffeggiato davanti al [[Teatro Comunale (Bologna)|Teatro Comunale]] per essersi rifiutato di eseguire la ''[[Marcia reale]]'' e ''[[Giovinezza (inno)|Giovinezza]]'', il maestro lasciò definitivamente il paese.
Nel [[1932]], [[Luigi Lorenzo Secchi]] progettò le "scale degli specchi" che collegano il [[foyer]] al [[ridotto (architettura)|ridotto]] dei palchi, anch'esso al centro di importanti lavori nel [[1936]]<ref>Descrizione dell'intervento, cfr. {{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/3m080-00035/|titolo=Ridotti del Teatro alla Scala}}</ref><ref>Disegni del progetto di intervento, cfr. {{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA007F36/?tab=riproduzioni|titolo=Palchi e scala degli specchi (1936 - 1973)}}</ref>
Nel [[1938]] il palcoscenico venne dotato di ponti e pannelli mobili, oltre che di un sistema che permetteva di abbassarne il livello, facilitando il carico delle scene direttamente dal cortile.<ref>Luigi Lorenzo Secchi, ''Il palcoscenico a ponti e pannelli mobili del Teatro alla Scala''.</ref>
Riga 166 ⟶ 148:
Il 26 dicembre 1938 il maestro del coro [[Vittore Veneziani]] lascia la Scala per l'esilio a causa delle [[leggi razziali fasciste]].
[[File:Scala bombardamenti.jpg|miniatura|L'interno del teatro dopo il bombardamento del 1943]]
Subito dopo la caduta del fascismo, il [[Caduta del fascismo|25 luglio 1943]], comparvero sui muri del teatro manifesti inneggianti al ritorno di Toscanini ("''Evviva Toscanini''", "''Ritorni Toscanini''"). L'estate del '43 vide l'acuirsi dei [[Bombardamenti di Milano|bombardamenti alleati su Milano]]: il teatro riportò lievi danni dall'incursione avvenuta l'8 agosto, durante la quale gli addetti alla protezione antiaerea riuscirono a spegnere alcuni spezzoni incendiari caduti sul tetto. Nella notte tra il 15 e il 16 agosto la Scala subì un nuovo e ancora più devastante martellamento dall'alto: una bomba incendiaria esplose sul tetto provocando gravi danni alla sala (crollo del soffitto, distruzione dei palchi del sesto e quinto ordine di galleria, gravi danni ai sottostanti e alle strutture di servizio), con il palcoscenico che fu risparmiato solo perché era stato calato il sipario metallico a protezione; nei giorni seguenti altri attacchi colpirono il museo e lato su via Filodrammatici.<ref>{{Cita web |url=http://www.milanostoriadiunarinascita.it/2017/02/06/il-teatro-della-scala-milano-1943/ |titolo=Il teatro della Scala – Milano, 1943 |accesso=8 febbraio 2017 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170211075605/http://www.milanostoriadiunarinascita.it/2017/02/06/il-teatro-della-scala-milano-1943/ |dataarchivio=11 febbraio 2017 |urlmorto=sì }}</ref>
"Non potemmo che piangere" ricorda Nicola Benois, scenografo del Teatro, "dall'inizio della guerra facevamo spettacoli per militari e feriti, da quel momento il nuovo grande ferito era La Scala".<ref>{{Cita libro|autore=Giuseppe Barigazzi|titolo=La Scala racconta|anno=1998|editore=BUR|città=Milano}}</ref> Su iniziativa dell'assessore alla cultura [[Achille Magni]] e con il ''placet'' del sindaco di Milano [[Antonio Greppi]], si optò per ricostruire il teatro "''com'era e dov'era''" prima del conflitto. Fu perciò nominato un commissario straordinario ([[Antonio Ghiringhelli]]) che diede avvio ai lavori, guidati dall'ingegnere capo del Comune di Milano Secchi.<ref>Luigi Lorenzo Secchi, ''Come ho ricostruito la Scala''.</ref> Quest'ultimo continuò fino al 1982 a sovraintendere alle opere di adeguamento e rinnovo del teatro.
=== La ricostruzione e il ritorno di Toscanini ===
I lavori si protrassero fino al maggio [[1946]], ma nel frattempo non si cessò di far musica: l'attività scaligera continuò presso il [[Teatro Sociale (Como)|Teatro Sociale]] di [[Como]],<ref>[http://www.teatrosocialecomo.it/storia_del_teatro.aspx Storia] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120623142025/http://www.teatrosocialecomo.it/storia_del_teatro.aspx |data=23 giugno 2012 }} del teatro dal sito teatrosocialecomo.it.</ref> nel [[Teatro Gaetano Donizetti]] di [[Bergamo]] e, a Milano, nel [[Teatro Lirico di Milano|Teatro Lirico]] e nel [[Palazzo delle Scintille]].
Il 13 dicembre [[1945]] per l'inizio della stagione nel Teatro Lirico, il maestro del coro [[Vittore Veneziani]] torna alla Scala.
L'11 maggio 1946 alle ore 21:00 "precise", come si legge sul cartellone, Toscanini inaugurò la nuova sala, dirigendo l'ouverture de ''[[La gazza ladra]]'', il ''coro dell'Imeneo'', il ''Pas de six'' e la ''Marcia dei Soldati'' del ''[[Guglielmo Tell (opera)|Guglielmo Tell]]'', la preghiera del ''[[Mosè in Egitto]]'', l'ouverture e il [[Va, pensiero|coro degli ebrei]] del ''[[Nabucco]]'', l'ouverture de ''[[I vespri siciliani]]'' e il ''Te Deum'' di Verdi, l'intermezzo e estratti dall'atto III di ''[[Manon Lescaut]]'', il prologo
{{Citazione|
[[File:Arturo Toscanini2.jpg|miniatura|verticale|sinistra|[[Arturo Toscanini]]]]
Dopo una serie di concerti diretti da Toscanini, [[
La gestione di Ghiringhelli, nominato sovrintendente nel 1948, fu contrassegnata tra l'altro dalle partigianerie tra i sostenitori di [[Maria Callas]] Meneghini e di [[Renata Tebaldi]]: il soprano greco, che era già apparsa in sostituzione della collega italiana in alcune recite di ''[[Aida]]'' del [[1950]] diretta da [[Franco Capuana]] con [[Fedora Barbieri]], [[Mario Del Monaco]] e [[Cesare Siepi]], ottenne il primo trionfo scaligero in occasione dell'apertura della [[Stagioni liriche del Teatro alla Scala|stagione 1951-52]] come La Duchessa Elena ne ''[[I vespri siciliani]]'' diretta da [[Victor de Sabata]] con [[Enzo Mascherini]], [[Boris Christov|Boris Christoff]], [[Enrico Campi]] e [[Gino Del Signore]].
Tra gli eventi più importanti di questo periodo si possono citare il debutto scaligero di [[Herbert von Karajan]] in veste di direttore d'orchestra (''[[Le nozze di Figaro|Nozze di Figaro]]'' con [[Elisabeth Schwarzkopf]], [[Sena Jurinac]] e [[Giuseppe Taddei]], [[1948]]) e di regista oltre che direttore (''[[Tannhäuser (opera)|Tannhäuser]]'' con [[Gottlob Frick]] e la Schwarzkopf, due anni più tardi), la rappresentazione de ''[[L'anello del Nibelungo]]'' (marzo-aprile 1950) diretto da [[Wilhelm Furtwängler]], e della novità di [[Igor' Fëdorovič Stravinskij|Igor Stravinskij]] ''[[La carriera di un libertino]]'', rappresentato l'8 dicembre dell'anno successivo diretto da [[Ferdinand Leitner]] con la Schwarzkopf, [[Cloe Elmo]], [[Mirto Picchi]] e [[Hugues Cuénod]].
Mentre la riscoperta delle partiture fu affidata alle bacchette di [[Thomas Schippers]], [[Gianandrea Gavazzeni]], [[Carlo Maria Giulini]], le scelte di regia di artisti come [[Giorgio Strehler]], [[Luchino Visconti]], [[Franco Zeffirelli]], [[Pier Luigi Pizzi]] e [[Luca Ronconi]] permisero al pubblico di vedere con occhi nuovi i libretti. Tra i grandi coreografi e ballerini impegnati in quegli anni alla Scala si possono invece ricordare [[Léonide Massine]], [[George Balanchine]], [[Rudol'f Nureev
Nel [[1957]] avviene il successo della prima assoluta di ''[[I dialoghi delle Carmelitane (opera)|I dialoghi delle Carmelitane]]'' di [[Francis Poulenc]] con [[Scipio Colombo]], [[Nicola Filacuridi]], [[Virginia Zeani]], [[Gianna Pederzini]], [[Gigliola Frazzoni]], [[Eugenia Ratti]], [[Leyla Gencer]], [[Fiorenza Cossotto]]
Il 18 febbraio [[1957]] la Scala ricordò Toscanini, scomparso a [[New York]] in gennaio, con un concerto diretto da [[Victor de Sabata|Victor De Sabata]].<ref>Gherardo Casaglia, [http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=18&Mese=02&Anno=1957&Giornata=&Testo=milano&Parola=Stringa "18 febbraio 1957] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160307021126/http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?anno=1957&giornata=&giorno=18&mese=02&parola=stringa&start=0&testo=milano |data=7 marzo 2016 }}, ''Almanacco Amadeus''.</ref>
=== Ente autonomo lirico Teatro alla Scala ===
[[File:1970 La Scala Gala - Maria Callas and Antonio Ghiringhelli.jpg|miniatura|upright=1.3|[[Maria Callas]] e il sovrintendente [[Antonio Ghiringhelli]] alla prima del 7 dicembre 1970]]
Nell'estate [[1967]] viene promulgata una legge che riordina lo status dei principali teatri italiani, riconoscendo alla Scala, "ente autonomo lirico", la [[personalità giuridica]] di diritto pubblico. Da questo momento in poi il presidente del consiglio d'amministrazione del teatro è il sindaco della città, mentre il sovrintendente è proposto dal Consiglio comunale e nominato dal [[Ministeri del governo italiano soppressi o accorpati#Ministero del Turismo e dello Spettacolo|Ministro per il turismo e lo spettacolo]] (la competenza è attualmente trasferita al [[Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo|Ministero per i Beni e le Attività Culturali]]). Al sovrintendente spetta il compito di predisporre i bilanci e, assieme al direttore artistico, nominato dal c.d.a., la stagione scaligera.
Antonio Ghiringhelli, cui va riconosciuto, tra l'altro, il merito di aver risollevato il teatro nella difficile situazione del dopoguerra, fu soprattutto un imprenditore.
Grande influenza ebbe durante la sua gestione la competenza teatrale dei direttori artistici [[Mario Labroca]], [[Victor de Sabata]], [[Francesco Siciliani]], [[Gianandrea Gavazzeni]] e [[Luciano Chailly]].<ref name="Romano112">Eileen Romano (direzione editoriale), ''Teatro alla Scala'', Skira / Corriere della Sera, 200; p. 112.</ref> Nel [[1972]] furono nominati il nuovo sovrintendente, [[Paolo Grassi]], uno dei fondatori del [[Piccolo Teatro (Milano)|Piccolo Teatro]], regista ed editore di collane teatrali e il direttore artistico, il pianista e musicologo [[Massimo Bongianckino]].
Nello stesso anno [[Claudio Abbado]], già da qualche anno direttore musicale dell'orchestra, è nominato direttore musicale del teatro.
Sotto questa gestione si è registrato il periodo di maggior produttività del teatro, che metteva in scena quasi 300 rappresentazioni all'anno.
Riga 201 ⟶ 185:
L'anno successivo si ebbe un nuovo cambio nella gestione: a sostituire Grassi fu chiamato [[Carlo Maria Badini]], già sovrintendente del [[Teatro Comunale (Bologna)|Teatro Comunale di Bologna]], mentre Claudio Abbado prese il posto di [[Francesco Siciliani]], subentrato due anni prima a Bongianckino nella carica di direttore artistico.
Nel 1978 si festeggiò il secondo centenario dalla fondazione del teatro con una stagione in cui spiccarono Verdi (''[[Don Carlo]]'', ''[[Un ballo in maschera]]'', ''[[I masnadieri (Verdi)|I masnadieri]]'', ''[[La forza del destino]]'' e ''[[Il trovatore]]'') e [[Claudio Monteverdi]] (''[[L'Orfeo]]'', ''[[Il ritorno d'Ulisse in patria|Il ritorno di Ulisse in patria]]'' e ''[[L'incoronazione di Poppea]]''). Furono rappresentate anche due novità assolute di [[Luciano Berio]] (''[[La vera storia]]'') e di [[Camillo Togni]] (''[[Blaubart]]''), ''[[L'Heure espagnole|L'heure espagnole]]'' e ''[[L'enfant et les sortilèges]]'' di [[Maurice Ravel]], ''[[Madama Butterfly]]'' e ''[[Manon Lescaut]]'' di Puccini, ''[[Fidelio]]'' di [[Ludwig van Beethoven|Beethoven]], ''[[Pierrot Lunaire (Schönberg)|Pierrot Lunaire]]'' di [[Arnold Schönberg]], ''[[Tristano e Isotta (opera)|Tristan und Isolde]]'' di Wagner, ''[[Il ratto dal serraglio|Die Entführung aus dem Serail]]'' di [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]] e molti balletti, tra cui il ''[[Ballo Excelsior]]''.<ref name="A1978">Gherardo Casaglia, [http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=&Mese=&Anno=1978&Giornata=&Testo=scala&Parola=Stringa "1978"] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140314191632/http://www.amadeusonline.net/almanacco.php?Start=0&Giorno=&Mese=&Anno=1978&Giornata=&Testo=scala&Parola=Stringa |data=14 marzo 2014 }}, ''Almanacco Amadeus''.</ref>
[[File:Claudio Abbado Senato.jpg|miniatura|sinistra|[[Claudio Abbado]]]]
Solo un anno più tardi, nel 1979, Abbado lasciò la direzione artistica, mantenendo però quella musicale.
A sostituire Abbado fu chiamato il maestro napoletano [[Riccardo Muti]], il quale
Con la nuova gestione di [[Carlo Fontana (direttore teatrale)|Carlo Fontana]], nominato sovrintendente nel [[1990]], la Scala ha continuato non solo la tradizionale attività, ma ha puntato sulle ''tournée'' all'estero (ad esempio il ''[[Requiem (Verdi)|Requiem]]'' di Verdi diretto da Abbado prima, da Muti poi, portato, tra l'altro, nella [[Cattedrale di Notre-Dame]] a [[Parigi]], o la versione di ''[[Falstaff]]'' che ha aperto la [[Stagioni liriche del Teatro alla Scala|stagione 1979-80]], regia di [[Giorgio Strehler]], scenografia di [[Ezio Frigerio]]).
=== Fondazione Teatro alla Scala ===
Nel [[1996]] fu costituita per legge<ref>Art. 2, commi 57 e seguenti della Legge 28 dicembre 1995 n. 549 e art. 2 del Decreto Legislativo 29 giugno 1996 n. 367.</ref> dallo [[Italia|Stato italiano]], dalla [[Lombardia|Regione Lombardia]] e dal [[Milano|Comune di Milano]], la Fondazione Teatro alla Scala,<ref>[http://www.teatroallascala.org/includes/doc/statuto.pdf Statuto] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130122041635/http://www.teatroallascala.org/includes/doc/statuto.pdf |data=22 gennaio 2013 }} della Fondazione Teatro alla Scala.</ref> una [[Fondazione (ente)|fondazione di diritto privato]], senza scopo di lucro, con il fine di perseguire la diffusione dell'arte musicale, ''l'educazione musicale della collettività, la formazione professionale dei quadri artistici e tecnici [...] la ricerca e la produzione musicale, anche in funzione di promozione sociale e culturale''.<ref>Statuto, art. 2.1, Fini - Attività.</ref> Ai "fondatori di diritto" può aggiungersi qualsiasi soggetto, pubblico o privato, straniero o italiano, che concorra alla formazione del patrimonio della fondazione con un contributo minimo fissato dallo statuto.<ref>Statuto, art. 3, Concorso alla Fondazione.</ref>
Il nuovo statuto ha anche permesso l'apertura della sala del Piermarini ad attività commerciali e finanziarie.
[[File:Riccardo Muti.jpg|miniatura|verticale|[[Riccardo Muti]]]]
Importanti lavori interessarono l'edificio dal gennaio [[2002]] al dicembre [[2004]] che ha affrontato il più profondo intervento di restauro dell'edificio storico e di modernizzazione del palcoscenico dalla fine della
Dopo poco più di un anno, complesse polemiche videro l'allontanamento di Muti<ref>«Una umiliante votazione assembleare dei dipendenti scaligeri, riuniti all'interno del teatro, sconfessò Muti ''in toto'' [...], costringendolo dopo una resistenza di 15 giorni alle irrevocabili dimissioni», cfr. {{cita web|autore=Enrico Stinchelli|url=http://www.enricostinchelli.it/site/note/82-la-verita-sullaffaire-muti-barcaccia.html|titolo=La verità sull'affaire Muti-Barcaccia|data=12 giugno 2010}}</ref> e la nomina, il 2 maggio
direttore musicale della Scala|data=2013-12-10}}</ref> Nel 2020 [[Dominique Meyer]] diviene il nuovo Sovraintendente del Teatro alla Scala.
Nel 2023 [[Paolo Conte]] è il primo cantautore della storia ad esibirsi alla Scala.<ref>{{Cita web|url=https://tg24.sky.it/spettacolo/musica/2023/02/20/paolo-conte-concerto-scala|titolo=''Paolo Conte, per la prima volta un cantautore sul palco della Scala in un concerto storico''|accesso=28 settembre 2023|data=20 febbraio 2023|autore=Chiara Ribichini}}</ref>
== Architettura ==
{{Citazione|Esco ora dalla Scala […] È per me il primo teatro del mondo, perché è quello che procura dalla musica i maggiori piaceri […] Quanto all'architettura, è impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo|[[Stendhal]], ''Roma, Napoli e Firenze'', in data 26 settembre 1816}}
=== Facciata ===
[[File:Scala4.JPG|
Gli elementi architettonici
Con portico e terrazza aggettanti il teatro è una costruzione funzionale con emiciclo interno per la diffusione dei suoni.
I caratteri stilistici del Piermarini si possono riassumere nella sobrietà della struttura e degli elementi decorativi usati con rapporti modulari.<ref>
La facciata principale è la parte del teatro che ha subito, rispetto al progetto originario, il minor numero di modifiche. L'unica aggiunta è stata quella dei due piccoli corpi laterali sormontati da terrazzi (1835), i quali, se alterano lievemente la visione laterale rompendo la scansione dei tre diversi volumi della facciata, fanno salva la percezione frontale. L'aspetto più innovativo del progetto è sicuramente la galleria che l'architetto antepone agli accessi del teatro. Un tempo era possibile, grazie a questo accorgimento, arrivare a pochi metri dall'ingresso, e al coperto, con la carrozza.
I piani sono scanditi da cornicioni e dal diverso rivestimento murario. Al piano terreno e al [[mezzanino (architettura)|mezzanino]], su un basso [[bugnato]] si aprono sette arcate cieche, intonacate di chiaro come le superfici dei piani superiori. Originariamente le porte di accesso al teatro erano solo due, in corrispondenza delle arcate laterali della galleria. All'interno delle altre cinque aperture si aprivano, invece, altrettante finestre. Oggi, ogni [[fornice]] ospita un portone, sormontato dalle finestrelle arcuate del mezzanino. In corrispondenza dei [[piedritto|piedritti]] delle arcate corre un corso di blocchi più sporgenti. Sporgente è anche il [[Concio (architettura)|concio]].
[[File:Milano - Teatro alla Scala 0187.jpg|miniatura|destra|Particolare del timpano col bassorilievo di [[Giuseppe Franchi]]]]
Sopra alla galleria e ai corpi aggiunti dal Pestagalli, un parapetto a [[parapetto|balaustra]], il cui disegno è ripreso anche come [[Zoccolo (architettura)|zoccolo]] per le semicolonne e le lesene [[ordine corinzio|corinzie]] che scandiscono il ritmo dei diversi volumi al primo piano. In corrispondenza del terrazzo, in mezzo alle quattro coppie di semicolonne, si aprono tre porte [[timpano (architettura)|timpanate]]. Sulla parete del volume intermedio e sui terrazzi laterali si aprono altre quattro luci, sempre decorate da timpani triangolari, due a destra e due a sinistra. In corrispondenza dei capitelli corre un [[fregio]] spezzato a festoni in [[stucco]]. Al di sopra corre un'importante [[trabeazione]] su cui poggiano le basi delle basse lesene e le cornici delle aperture dell'odierno ridotto delle gallerie.
Corona il prospetto, in corrispondenza della galleria delle carrozze, un [[timpano (architettura)|timpano]] decorato, sempre su disegno del Piermarini, a [[bassorilievo]] in stucco da [[Giuseppe Franchi]]. Il soggetto è l'allegoria de ''Il carro del Sole inseguito dalla Notte'' (altrove detto ''Il carro di [[Apollo]]'' o ''di [[Fetonte]]'').<ref>{{cita|Pisaroni|p. 23}}.</ref> Ai due lati una balaustra interrotta, in corrispondenza delle sottostanti lesene, da parapetti ciechi decorati da vasi fiammati.
Per il bugnato fu scelto il [[Granito rosa di Baveno|granito di Baveno]], di color grigio-rosa; per i parapetti, lo zoccolo del primo piano, le lesene, le colonne, la trabeazione che corre su queste, i timpani di tutte le finestre e la cornice del grande timpano triangolare, la [[pietra di Viggiù]], un'[[arenaria]] di colore grigio paglierino, e la [[pietra Gallina]].<ref name="Facciata">AA.VV., ''Teatro alla Scala di Milano - Restauro e manutenzione delle facciate – progetto-realizzazione-stato di conservazione-manutenzione programmata 1999-2002-2004'', Milano 2006. [http://www.milanoneicantieridellarte.it/cms/wp-content/files_flutter/1301581856TeatroScala_storica.pdf Estratto] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131215025823/http://www.milanoneicantieridellarte.it/cms/wp-content/files_flutter/1301581856TeatroScala_storica.pdf |data=15 dicembre 2013 }} disponibile online.</ref><ref name="Offredi">Simonetta Offredi, ''Relazione tecnica'', in AA.VV., ''Teatro alla Scala di Milano - Restauro e manutenzione delle facciate – progetto-realizzazione-stato di conservazione-manutenzione programmata 1999-2002-2004'', Milano 2006. [http://www.milanoneicantieridellarte.it/cms/wp-content/files_flutter/1301581866TeatroScala_tecnica.pdf Estratto] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20131215025819/http://www.milanoneicantieridellarte.it/cms/wp-content/files_flutter/1301581866TeatroScala_tecnica.pdf |data=15 dicembre 2013 }} disponibile online.</ref>
L'architetto concepì la facciata principale per la visione di scorcio, giacché il teatro si trovava in origine in una contrada relativamente stretta.
La visione frontale, e il curioso effetto del timpano sormontato da [[coppo (tegola)|coppi]], si è resa possibile a seguito dell'apertura di [[piazza della Scala]], nel [[1857]].<ref name="Facciata"/><ref>{{cita|Pisaroni|
=== Interno ===
[[File:Teatro della Scala in Milano.jpg|miniatura|upright=0.7|sinistra|La pianta del teatro nell'incisione in rame di Gaetano Mercoli (1789)]]
==== Foyer ====
La decorazione neoclassica e la stessa disposizione degli ambienti al piano terreno non sono quelle previste dal Piermarini. Originariamente, passato uno stretto corridoio parallelo alla facciata, analogo a quello attuale, si accedeva a due ambienti oblunghi. Sul lato esterno di quello di sinistra si trovavano il «camerino dei biglietti», la «camera per gli impresari» con l'attigua «camera per gli accordi», l'alloggio del custode. Sul lato esterno di quello di destra, il locale per il corpo di guardia con il «camerino per l'ufficiale» e la «bottega del caffè» per la platea. Al centro, una sala di transito dove il pubblico attendeva l'arrivo delle carrozze. Percorsi fino al fondo i due corridoi, si entrava nell'atrio, o «vestibolo per la servitù», oblungo e non molto ampio, e finalmente, attraverso tre porte, nella sala. Sempre da qui si accedeva ai palchi, grazie
[[File:Teatro alla scala, foyer.jpg|miniatura|Panoramica del ridotto dei palchi]]
Tra il 1881 e il 1884 furono rinnovate le decorazioni di questi ambienti seguendo i disegni di ornato previsti in un progetto del 1862 degli architetti Savoia e Pirola. Oggi, varcata la soglia di uno dei cinque portoni centrali (i due laterali danno accesso ad altrettanti ambienti minori ricavati nei corpi aggiunti nel [[1835]]) si accede a un ambiente, coperto da una volta a botte, lungo quanto l'originale corpo aggettante della facciata, assai stretto e basso. Da qui altrettante porte introducono nel [[foyer]] della platea e dei palchi. L'ambiente è diviso, parallelamente alla facciata, da una fila di sei alte colonne in marmo. Le pareti sono decorate a stucco con paraste che sorreggono fregi e una ricca trabeazione in parte dorata. Diversi specchi riflettono la luce dei lampadari di cristallo che pendono dalle volte.<ref>L'ingresso prima, durante e dopo gli interventi di restauro del XX secolo, cfr. {{cita web|url=http://www.lombardiabeniculturali.it/archivi/complessi-archivistici/MIBA007F48/?current=1&tab=riproduzioni|titolo=Platea (1934 - 1982)}}</ref>
Sul fondo, l'ampio varco centrale dà accesso, tramite una breve rampa tripartita da due colonne, alla platea. A destra e a sinistra, due coppie di varchi più piccoli conducono tramite alcuni scalini ai corridoi dei palchi (quelli centrali) e ai guardaroba della platea (quelli laterali). Nelle pareti laterali dell'atrio si aprono quattro porte: le prime comunicanti a destra e a sinistra, rispettivamente, con il ''buffet'' degli spettatori della platea, e con il ''bookshop'', mentre le seconde con le "scale degli specchi" che danno diretto accesso ai ridotti dei palchi e delle gallerie.
==== Sala ====
Il Piermarini, nel progettare la Scala, si ispirò al teatro di corte della [[reggia di Caserta]] di [[Luigi Vanvitelli|Vanvitelli]]
Fino al bombardamento del [[1943]] si era conservata la struttura originaria della [[volta (architettura)|volta]], costituita da uno spesso strato di intonaco pressato su "bacchette", strisce larghe circa
[[File:Scala5.JPG|miniatura|upright=1.4|sinistra|"Spaccato per lungo", dal progetto originale (1789)]]
La semplice volta della sala era intonacata, come pure le pareti dei quattro ordini di palchi e le quattro grandi colonne che racchiudono i palchi di proscenio. La sala appariva all'origine in modo molto diverso da quanto si vede oggi: numerosi sono stati gli interventi, tra cui quello curato da [[Luigi Canonica]] ([[1808]]) e quello dello scenografo [[Alessandro Sanquirico]] (1830), ammirabile nel suo complesso ancora oggi.
Il boccascena è di {{M|16|x|12|u=m}} (identico a quello del teatro degli Arcimboldi, il quale è infatti stato costruito in modo tale che le scene possano passare da un teatro all'altro). L'originario sipario in tela dipinta che si apriva a caduta è stato sostituito dall'attuale in velluto cremisi, con apertura all'imperiale, riccamente decorato a ricami in oro. Nella parte superiore troneggia lo stemma del Comune di Milano. Sopra il boccascena, un orologio che indica l'ora (numero romano) e i minuti (numeri arabi, scanditi a intervalli di tempo di cinque minuti) è sorretto da due grandi figure femminili in basso rilievo.
Il palcoscenico, originariamente in assi di pioppo solcato dalle guide per i pannelli mobili delle scene, aveva dimensioni ragguardevoli (oltre {{M|30|u=m}} di lunghezza e quasi ventisei di larghezza) e si prolungava un tempo nella sala fino oltre il proscenio, nello spazio oggi occupato dalla buca d'orchestra. In base al progetto iniziale avrebbe dovuto avere non sei ma sette campate, ridotte in corso d'opera a causa di difficoltà nell'acquistare i terreni necessari. Lunghi ballatoi permettevano ai macchinisti di manovrare le scene.
[[File:Teatro alla Scala interior Milan.jpg|thumb|upright=1.4|Da destra: vista globale della sala, con palchi, platea, fossa e palcoscenico]]
L'orchestra suonava fino agli inizi del [[XX secolo]] allo stesso livello della platea, dalla quale era separata grazie a un'"assata in pendio" che poteva essere rimossa in occasione delle feste da ballo. L'attuale fossa fu costruita all'inizio del Novecento.
I colori dominanti della decorazione attuale sono l'oro e l'avorio. I decori, medaglioni e motivi floreali e zoomorfi, sono realizzati in cartapesta dorata applicata sul legno laccato color avorio dei parapetti. Le colonnine che separano un palco dall'altro sono un po' arretrate e le pareti stesse dei singoli palchi sono direzionate in modo da permettere una migliore visuale anche dai palchi più laterali. Le tappezzerie alle pareti sono state uniformate in damasco cremisi. Del tutto simile è l'aspetto dalla platea delle due gallerie. Anche l'attuale seconda galleria, nel progetto del Piermarini pensata quale unico loggione, si offriva alla vista in modo identico ai cinque ordini di palchi sottostanti, ma aveva in realtà un soffitto a volta.
Riga 281 ⟶ 261:
Dalla volta, decorata a ''[[grisaille]]'', pende il grande lampadario donato dai maestri vetrai di [[Murano]] dopo la seconda guerra mondiale.
==== Palchi e
I sei livelli sono oggi organizzati in quattro ordini di palchi e due gallerie.
I primi tre ordini contano trentasei palchi, diciotto a destra e diciotto a sinistra, numerati in ordine crescente a partire dal proscenio; il quarto ordine ne conta invece trentanove, giacché tre palchi occupano lo spazio che negli ordini sottostanti è riservato al palco reale. Su entrambi i lati del proscenio si affacciano ulteriori quattro palchi di proscenio, corrispondenti ai primi quattro ordini.
[[File:Scala3.JPG|miniatura|upright=1.4|sinistra|Spaccato della sala nell'incisione di Mercoli (1789)]]
I palchi e i retrostanti camerini erano un tempo decorati dai singoli proprietari con tappezzerie di differenti colori, tappeti, mobili, specchi e sedie di loro scelta.
In base
In occasione dei lavori di rinnovo del 1830, fu deciso, su indicazione del Sanquirico, di adottare un nuovo colore
Nel 1844, tutti i panneggi del teatro divennero «cedrone», un verde brillante,
Una tra le importanti trasformazioni che seguirono all'istituzione dell'Ente Autonomo, fu l'uniformazione della decorazione dei palchi. Il compito fu affidato nel 1928 all'architetto Giordani, il quale decise di rivestirli uniformemente con un [[Damasco (tessuto)|damasco]] rosso di seta con decorazioni in [[stile Impero|stile impero]]. I tendaggi tornarono
I seguenti palchi hanno mantenuto la loro decorazione originaria, in modo totale o parziale;
{{
* Primo Ordine:
** Palco di proscenio a sinistra;
** Palco 5 a sinistra.
{{
* Secondo Ordine:
** Palco di proscenio a sinistra;
** Palchi 1, 2, 7, 8, 9, 12, 13, 14, 15, 16 a sinistra;
** Palco 17 a destra
{{
* Terzo Ordine:
** Palco 16 a sinistra.
* Il quarto ordine, gravemente danneggiato dal bombardamento, non conserva alcuna decorazione.
{{
<div align="center">
<gallery>
File:Scala6.JPG|La sala nel 1824
File:Scala7.JPG|La sala nel 1827, scene di [[Alessandro Sanquirico]] per ''[[L'ultimo giorno di Pompei]]'' di [[Giovanni Pacini]]
File:Sommer, Giorgio (1834-1914) - n. 876 - Milano - Teatro della Scala - dated - 1869.jpg|La sala vista dal palcoscenico in una [[stereoscopia|stereografia]] di [[Giorgio Sommer]] del 1869
File:Milano Teatro alla Scala Postkarte 001.jpg|La sala vista dal palcoscenico in una cartolina dei primi anni del Novecento
</gallery>
</div>
Riga 327 ⟶ 305:
La cromia prevalente delle pareti dei corridoi e delle scale è giallo/arancio, mentre le zoccolature sono nere. Sulle pareti delle scale d'accesso al primo ordine, invece, il [[marmorino]] è grigio-verde con la fascia verticale in prossimità del corridoio gialla, in continuità con la tinta delle pareti di quel piano.<ref name="Lonati171">Elisabetta Fabbri, Alessandra Favero, Giancarlo Lazzaretti, Pasquale Mariani Orlandi, ''Intonaci a marmorino'', in {{Cita|Enrico Lonati|p. 171}}.</ref> I pavimenti dei palchi sono oggi in cotto, lo stesso materiale previsto da Piermarini, i corridoi e i pianerottoli delle scale sono invece in [[terrazzo alla veneziana|terrazzo veneziano]].
[[File:0007sala4 011.jpg|miniatura|upright=1.2|sinistra|Una delle sale dell'attiguo [[Museo teatrale alla Scala]]]]
L'originaria unica galleria era collegata al vestibolo per la servitù tramite due scale a chiocciola. Gli spettatori con biglietti di galleria entrano oggi attraverso l'ingresso del [[Museo teatrale alla Scala|Museo teatrale]], in largo Ghiringhelli. Nello spazio occupato nei piani sottostanti dai camerini, si trovano in corrispondenza delle due gallerie i guardaroba, non dissimili da quelli della platea. Differente è invece il disegno delle rampe che collegano i due ultimi piani, ridisegnate nel corso del XX secolo.
==== Ridotti ====
Vi sono oggi due [[
L'attuale decorazione del primo ridotto, intitolato ad [[Arturo Toscanini]], risale all'intervento di [[Luigi Lorenzo Secchi]] ([[1936]]). Il primo ambiente cui si accede dal corridoio del terzo ordine, stretto e assai allungato, funge quasi da anticamera al più vasto salone, corrispondente all'area del corpo aggettante. A dividerli un muro in cui si aprono un grande varco sorretto da quattro colonne marmoree e due varchi minori, a destra e a sinistra, che danno accesso ad altrettanti vani più piccoli, ospitanti i buffet. Le pareti di tutti e quattro gli ambienti sono decorate da specchi, fregi e [[parasta|paraste]] con [[ordine corinzio|capitelli corinzi]] dorati realizzati a [[stucco]]. Sopra questi ultimi corre la trabeazione, assai importante nei due ambienti maggiori, meno appariscente nei due buffet. Tre porte finestre e due finestre si aprono dal salone verso piazza della Scala, una finestra da luce a ciascuno dei due ambienti minori. Tre grandi lampadari di cristallo pendono dalla volta del salone
La disposizione degli ambienti è la medesima anche nel ridotto superiore, cui si accede dalla seconda galleria. Soltanto l'altezza delle volte è minore e più discreta è la decorazione.<ref>
=== Il progetto Botta e i lavori di restauro (2002-2004) ===
[[File:Mailand-266-La Scala-Piazza-1985-gje.jpg|thumb|upright=1.4|Panoramica della Scala e della piazza omonima nel 1985, circa un quindicennio prima della ristrutturazione del teatro]]
Nel maggio del [[2002]] fu presentato il progetto di ristrutturazione,<ref name="Lonati17">Antonio Acerbo, ''Le ragioni dell'intervento'', in {{Cita|Enrico Lonati|p. 17}}.</ref> ormai non più posponibile: anche senza considerare le difficoltà logistiche del retropalco, il teatro funzionava ormai da quasi dieci anni in deroga ai regolamenti di sicurezza in materia di prevenzione incendi e antinfortunistica.<ref>Luigi Berti, ''Le necessità di adeguamento degli impianti alle nuove normative'', in {{Cita|Enrico Lonati|p. 75}}.</ref> Il progetto è, infatti, già prefigurato negli anni 1990,<ref name="Lonati17"/> ma trova concreta realizzazione solo all'inizio del decennio successivo. Due erano le strade percorribili: la semplice messa in regola e il mantenimento della struttura così come restituita dal restauro del [[1947]], oppure la più ambiziosa ricostruzione del palco e degli altri ambienti utilizzati dagli artisti, in modo da garantire un potenziamento della macchina scenica. Si scelse la seconda,<ref>Giuliano Parmegiani, ''Gli obbiettivi del progetto'', in {{Cita|Enrico Lonati|pp. 22-27}}.</ref> e la decisione non fu esente da critiche: un intervento così profondo ha infatti cancellato i segni tangibili che il tempo e le persone passate per quegli ambienti avevano lasciato.
==== La macchina scenica e il progetto architettonico ====
Il progetto della [[macchina scenica teatrale|macchina scenica]] fu affidato a [[Franco Malgrande]],<ref>Franco Malgrande, ''Il rinnovamento della macchina scenica per un teatro moderno'', in {{Cita|Enrico Lonati|pp. 43-47}}.</ref> l'architetto [[Mario Botta]], subentrato a [[Giuliano Parmegiani]], ha invece firmato il progetto della torre scenica, della torre ellittica e degli ambienti di servizio ospitati negli edifici retrostanti il Casino Ricordi, in via Filodrammatici.<ref>Emilio Pizzi, ''Mario Botta: il progetto architettonico esecutivo'', in {{Cita|Enrico Lonati|pp. 28-41}}.</ref>
Sin dall'inizio dei lavori, sorsero alcune difficoltà: la posizione centrale del teatro ha impedito di fare alcun affidamento sullo spazio intorno a esso e ha reso necessari un'attenta pianificazione, particolare coordinamento e monitoraggio della sicurezza.<ref>AA. VV., sezione ''L'organizzazione del cantiere'', in {{Cita|Enrico Lonati|pp. 192-203}}.</ref> I quattrocento operai e i vari tecnici hanno dunque operato all'interno del limitato recinto di lavoro, dal quale sono stati rimossi, in almeno {{m|10000}} viaggi dei mezzi di lavoro, {{M|120000|u=m3}} di macerie.<ref name="Molinari127">Luca Molinari, ''la nuova Scala, storia di un progetto'', in ''Teatro alla Scala'', direzione editoriale Eileen Romano, Skira / Corriere della Sera, 200, p. 127.</ref><ref>Gabriele Salvatoni, Aldo Bottini, Pier Giorgio Malerba, ''Opere di sostegno e demolizione'', in {{Cita|Enrico Lonati|pp. 89-94}}.</ref>
Anche le scelte di Botta sono state oggetto di un acceso dibattito, soprattutto relativamente l'impatto estetico dei due nuovi, massicci volumi: le torri [[Torre scenica|scenica]] ed ellittica.
{{Doppia immagine verticale|left|20110725 Milano La Scala 5507.jpg|Teatro La Scala, Milano - panoramio.jpg|250|Panoramica esterna del teatro dopo la ristrutturazione di [[Mario Botta]] eseguita tra il 2002 e il 2004 (in alto); nel dettaglio, si nota l'aggiunta delle due nuove torri, la [[Torre scenica|scenica]] e l'ellittica (in basso)|}}
La
Oggetto dell'intervento è stato anche l'interno degli edifici ottocenteschi di via dei Filodrammatici, l'antico [[Casino Reale]], ricostruito dalle fondamenta, mantenendo solo le facciate e uniformando le coperture a falde. In luogo delle due precedenti corti, si apre oggi tra il fianco del fabbricato piermariniano e il fianco stradale un unico spazio, su cui si affacciano gli ambienti della sovrintendenza e della direzione artistica.<ref name="Pizzi139"/> La piccola corte, che si sviluppa parallelamente al portico di via Filodrammatici, è dominata dallo sbalzo del corpo ellittico che si eleva cinque piani più in alto. Un'unica apertura verticale si apre sotto lo sbalzo, dando luce agli sbarchi delle scale e degli ascensori che disimpegnano ai piani bassi gli uffici agli spogliatoi degli artisti e del personale.
Parallelamente all'asse del progetto piermariniano, si eleva, infatti, un nuovo volume a [[Ellisse|pianta ellittica]] ospitante i camerini degli artisti. Il notevole arretramento e l'assenza di un vero e proprio fronte sono intesi proprio a sottolineare il distacco dalle facciate storiche del [[Casino Ricordi]] e degli altri edifici.<ref>Emilio Pizzi, Mauro Turrini, ''Le nuove facciate'', in {{Cita|Enrico Lonati|p. 134}}.</ref> La presenza della torre ellittica appare ancora più discreta in virtù del finimento
Botta ha voluto sottolineare che, all'epoca di Piermarini, l'isolato era racchiuso fra vie anguste. La profondità offerta al nostro occhio è dovuta alla demolizione, nel [[1858]], degli edifici prospicienti via Manzoni, condizione urbana sconosciuta all'architetto [[Foligno|folignate]] e che giustifica la costruzione dei nuovi volumi.<ref name="Molinari127"/> Questa profondità permette di cogliere, a detta dell'architetto svizzero, all'interno del più ampio complesso architettonico i differenti linguaggi che spaziano dal Settecento
I lavori hanno dunque ottimizzato gli ambienti di servizio e dato al teatro una macchina scenica tra le più complesse e versatili mai progettate,<ref>Luciano Piaia, ''La macchina di scena superiore e inferiore'', in {{Cita|Enrico Lonati|
==== Il restauro conservativo ====
[[File:Teatro alla Scala lampadario Milan.jpg|
Altrettanto importante è stato l'intervento conservativo che ha riguardato la parte monumentale. Terminati, alla fine degli anni
Primo passo è stata l'acquisizione di tutte le informazioni storiche, materiche e dimensionali necessarie. Sono state riconosciute tre aree di intervento: la sala teatrale (comprendente, oltre alla platea e ai palchi, i corridoi, le scale e i camerini retropalco), il ''foyer'' e i ridotti, e, infine, i locali ospitanti il [[Museo teatrale alla Scala|Museo teatrale]]. Mentre per queste ultime aree si può parlare di "manutenzione straordinaria", più che di "restauro conservativo" (sono stati sfruttati gli impianti già realizzati nel Novecento, opportunamente revisionati, e sostituiti materiali, come pavimentazioni lignee e tappezzerie, ormai logori), l'intervento nella sala teatrale è stato più complesso.<ref>Elisabetta Fabbri, ''Il restauro conservativo'', in {{Cita|Enrico Lonati|p. 48}}.</ref>
Riga 370 ⟶ 349:
È stato in particolare realizzato un nuovo [[cablaggio]] dei palchi, con la revisione degli impianti elettrici e dell'aria condizionata.<ref>Luigi Berti, Cesare Laffi, ''Il recupero degli impianti tecnologici'', in {{Cita|Enrico Lonati|p. 155}}.</ref> Quanto all'adeguamento strutturale, si è proceduto con interventi di [[tirante|tirantatura]] delle travi lignee dei palchi e consolidamenti con iniezioni di resine speciali nelle volte in muratura.<ref>Gabriele Salvatoni, Pier Giorgio Malerba, Roberto Uslenghi, ''Gli interventi strutturali'', in {{Cita|Enrico Lonati|p. 150}}.</ref> Complesso è stato anche l'intervento sui rivestimenti murari. Grazie ad attente rilevazioni è stato parzialmente possibile riportare alla luce l'originario intonaco a finto marmo, ben conservato alle pareti dei primi due ordini. Nei piani superiori e nel sottoplatea si è proceduto realizzando un nuovo [[marmorino]].<ref name="Lonati171"/>
Fino al recente intervento di restauro il pavimento della platea, oltre a quello delle scale e dei corridoi, era rivestito di [[tappeto|moquette]]. Nei palchi era stato posato invece uno strato di [[linoleum]]. La platea è stata ora pavimentata con legno a vista, disposto in strati speciali al fine di migliorare l'acustica.<ref>Higini Arau, Alessandro Cocchi, ''Le attenzioni riservate all'acustica'', in {{Cita|Enrico Lonati|
== Capienza ==
Come si desume dalla pianta ufficiale, oltre ai 676 posti in platea (comprensivi di tre posti per disabili e altrettanti per gli accompagnatori), il teatro può ospitare 195 spettatori nel primo ordine di palchi (95 in quelli di destra, 100 in quelli di sinistra), 191 nel secondo (96 nei palchi di destra, 95 in quelli di sinistra), 20 nel palco d'onore, 194 nel terzo ordine (96 nei palchi di destra, 98 in quelli di sinistra), 200 nel quarto (divisi equamente a destra e a sinistra), 256 spettatori in prima galleria e 275 in seconda galleria, per un totale di {{m|2007}} spettatori.<ref>[http://www.teatroallascala.org/includes/doc/pianta_teatro.pdf Pianta del teatro] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130401201308/http://www.teatroallascala.org/includes/doc/pianta_teatro.pdf |data=1º aprile 2013 }} (dettaglio della platea e delle gallerie), dal sito ufficiale.</ref><ref>[http://www.teatroallascala.org/includes/doc/pianta_dei_palchi.pdf Pianta dei palchi] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20130401201829/http://www.teatroallascala.org/includes/doc/pianta_dei_palchi.pdf |data=1º aprile 2013 }}, dal sito ufficiale.</ref>
Nel provvedimento comunale di agibilità rilasciato tre mesi dopo la riapertura del Teatro nel 2004 i posti sono invece 2 030.<ref name="camcom"/> In realtà il Teatro stesso ha, in diverse occasioni, comunicato cifre ancora differenti.<ref>Sono 1991 i posti nel [https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/424728_10150550837448165_48043459_n.jpg grafico] pubblicato su ''La Repubblica'' il 12 novembre 2011.</ref>
[[File:Teatri d'Italia.jpg|miniatura|upright=0.8|left|''Pianta dei teatri d'Italia'', incisione in rame di Gaetano Mercoli (1789)]]
Di questi posti, in media, secondo i dati disponibili nel 2011, 630 sono occupati dagli abbonati (compresi i circa 10 posti acquistati dalle agenzie di turismo culturale), 50 dall'associazione [[Amici del Loggione del Teatro alla Scala|Amici del Loggione]], 22 alla sovrintendenza e 16 alla direzione artistica, 20 agli sponsor (10 a [[Banca Intesa]], altrettanti ad altri, ma la quota può variare molto a seconda dello spettacolo), 8 a persone con disabilità; 550 sono infine destinati ai dipendenti e all'Ufficio Promozione Culturale.<ref>Un terzo dei biglietti sono infatti per legge gestiti dall'Ufficio Promozione Culturale, fondato da [[Paolo Grassi]] nel [[1978]], che lavora sul territorio a contatto con scuole, università, associazioni culturali.</ref> Mentre questi biglietti vengono venduti a prezzo normale (fanno eccezione i biglietti di promozione culturale e quelli per gli spettatori disabili), ulteriori 115 posti sono resi disponibili gratuitamente alla direzione (33 posti), ai giornalisti (32), alle forze dell'ordine (8), alla [[Società Italiana degli Autori ed Editori|SIAE]] (8), al [[Milano|Comune]] (16), alla [[Provincia di Milano|Provincia]] (6) e alla [[Lombardia|Regione]] (12). I posti venduti online e in biglietteria al pubblico non abbonato sono quindi, in media, 440, cui si aggiungono i 140 «ingressi serali» (i posti di scarsa visibilità) venduti poche ore prima dello spettacolo.<ref>Totale: 1991 posti. Dati apparsi a corredo all'articolo ''[http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/11/12/news/biglietti_per_la_scala_pisapia_dice_basta_con_lo_scandalo-24874733/?ref=search Biglietti per la Scala, Pisapia dice "basta con lo scandalo"]'', pubblicato su ''[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]]'', edizione Milano, il 12 novembre 2011. [https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash4/424728_10150550837448165_48043459_n.jpg Grafico] disponibile tra le immagini della pagina ufficiale [[Facebook]] del Teatro.</ref>
Riga 385 ⟶ 362:
== Acustica ==
Tra gli accorgimenti adottati dal [[Giuseppe Piermarini|Piermarini]]
Ottenne in questo modo, secondo le fonti, un'[[acustica]] pressoché perfetta in ogni punto della sala, considerata tra le migliori dei suoi tempi.<ref>{{cita|Pisaroni|
Secondo uno studio del 1962, firmato Beranek, il Teatro alla Scala ha un'acustica eccellente, comparabile, tra i maggiori teatri europei, alla sola, ma ben più tarda, [[Wiener Staatsoper|Staatsoper]] di [[Vienna]] (1869).<ref>L. L. Beranek, ‘'Music, Acoustics & Architecture'’, 1962.</ref> È stato all'epoca rilevato un tempo iniziale di ritardo (Initial Time Delay Gap) di soli {{M|0
In occasione degli ultimi lavori
A seguito dell'ultimo intervento di restauro, le tappezzerie all'interno dei palchetti sono state modificate per rispondere ai nuovi requisiti di resistenza al fuoco.
== La "Piccola Scala" ==
{{vedi anche|Piccola Scala}}
[[File:Nino Sanzogno alla Piccola Scala di Milano.jpg|miniatura|upright=1.2|Il direttore d'orchestra [[Nino Sanzogno]] all'interno della "Piccola Scala"]]
Al momento della ricostruzione della sala dopo il bombardamento, fu allestito all'interno del [[Casino Reale]], su progetto di [[Piero Portaluppi]] e [[Marcello
La sala fu dedicata ad [[Arturo Toscanini]] in occasione dei venticinque anni dalla scomparsa, il 16 gennaio [[1982]].<ref>
A causa della drastica diminuzione della capienza
== Stagioni scaligere ==
{{vedi anche|Stagioni liriche del Teatro alla Scala|Stagioni di balletto del Teatro alla Scala}}
I prezzi degli abbonamenti per la stagione inaugurale furono così stabiliti: «per la Nobiltà» 6 [[Fiorino|gigliati]], «per la cittadinanza» 3 gigliati, «per le Cappe Nere» (ovvero per i segretari, i cancellieri, i maggiordomi e gli altri dipendenti superiori delle famiglie nobiliari) 20 [[
In realtà, per assistere agli spettacoli bisognava «levare» due biglietti: uno per accedere al teatro, l'altro d'ingresso alla platea. Le «sedie fisse» in platea (dette anche «chiuse» in quanto dotate di chiavi che consentivano di chiudere e aprire la seduta a piacere) costavano ulteriori
La ''Stagione di Quaresima'' fu introdotta nel [[1788]]. Già nel [[1785]] e nel [[1787]] il teatro aveva eccezionalmente aperto in periodo di [[quaresima]]: il primo anno per una [[cantata]] di [[Nicola Antonio Zingarelli]], il secondo per il ''[[Giuseppe riconosciuto]]'' del compositore milanese [[Giovanni Battista Calvi]] e per una ''cantata pastorale a tre voci''.<ref>{{Cita|Romani|pp. 13-16}}.</ref> A partire dal [[1819]] la ''Stagione di Carnevale'' muterà il nome in ''di Carnevale e Quaresima'':<ref>{{Cita|Romani|p. 61}}.</ref> l'attività proseguirà abitualmente, d'ora in avanti, anche durante il periodo quaresimale.
Riga 420 ⟶ 398:
Nel [[1920]] venne abolita la suddivisione in stagioni: l'attività si svolgerà d'ora in poi in continuità da novembre a giugno.
Si può notare come a partire dall'inizio del
=== La "prima" della stagione lirica ===
{{vedi anche|Prime stagionali al Teatro alla Scala}}
{{Citazione|Di tanti palpiti e di tante pene è davvero cosparso il cammino che conduce non a una semplice prima, ma alla Prima per antonomasia<ref name="Prima">''La prima alla Scala'', Rizzoli, 2008.</ref>|[[Plácido Domingo]]}}
[[File:Inauguration of the 2022-2023 opera and ballet season of the Teatro alla Scala (11).jpg|miniatura|Inaugurazione della stagione 2022-2023]]
Tradizionalmente la stagione di Carnevale cominciava il 26 dicembre. L'attuale consuetudine di inaugurare la stagione lirica il 7 dicembre, giorno di [[Sant'Ambrogio]], patrono di Milano, fu introdotta nel [[1940]] e poi, stabilmente, per volere di [[Victor de Sabata]], a partire dal [[1951]].<ref>{{Cita web |url=http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/storia_slide_6.html |titolo=teatroallascala.org |accesso=7 settembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130401213857/http://www.teatroallascala.org/it/scopri/teatro/storia_slide_6.html |dataarchivio=1º aprile 2013 |urlmorto=sì }}</ref> Proprio il 7 dicembre di quell'anno [[Maria Callas]], che aveva debuttato sul palcoscenico meneghino pochi mesi prima, ottenne il suo primo trionfo milanese cantando ne ''[[I vespri siciliani]]'' diretti dallo stesso De Sabata.<ref>[http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=4edceddc559a9 cinquantamila.it]</ref>
Lo spettacolo della sera di Sant'Ambrogio è insieme un evento culturale, istituzionale e mondano profondamente radicato nella vita italiana.<ref name="Prima" />
A partire dal [[2008]] la serata inaugurale è preceduta dall{{'}}''anteprima giovani'', una recita dell'opera inaugurale dedicata al pubblico con meno di trent'anni.<ref>{{Cita web|url=https://st.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2008/05/scala.shtml?uuid=f7b97e5e-2cca-11dd-92a8-00000e251029&DocRulesView=Libero|titolo=Teatro alla Scala: il Don Carlo apre la stagione. Anteprima il 4 dicembre|sito=st.ilsole24ore.com|accesso=2025-03-17}}</ref>
Nel [[2020]], a causa della [[Pandemia di COVID-19 del 2019-2021|pandemia di COVID-19]], la "prima" è stata annullata e sostituita da un concerto a porte chiuse intitolato ''A riveder le stelle''.<ref>{{Cita web |url=https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2020/12/Rai-e-Scala-insieme-A-riveder-le-stelle--c34f6781-12a5-4eae-8f02-cf4b8b91cb93-ssi.html|titolo=Rai e Scala insieme "A riveder le stelle"|sito=Ufficio Stampa [[Rai]]|data=7 dicembre 2020}}</ref>
== Responsabili del teatro ==
{{
;Impresari
* [[Ercole Castelbarco]], [[Giacomo II Fagnani|Giacomo Fagnani]], [[Bartolomeo Calderara]] e [[Antonio Menafoglio]] (1778-1788)
* [[Bartolomeo Calderara]] (1789
* [[Gaetano Maldonati]] (1790
* [[Francesco Benedetto Ricci]] (1799
* [[Gaetano Maldonati]] (1800)<ref name="Petracchi15"/>
* [[Francesco Benedetto Ricci]] (1800
* [[Angelo Petracchi]] (1816
* [[Domenico Barbaja]] (1826
* [[Carlo Visconti di Modrone (1770-1836)|Carlo Visconti di Modrone]] (1833
* [[Bartolomeo Merelli]] (1836
* [[Alberto Mazzucato]] (1855
* [[Ercole Marzi|Ercole]] e [[Luciano Marzi]] (1857
* [[Bartolomeo Merelli]] (1861
* [[Giuseppe Bonola]], [[Giuseppe Brunello]] e [[Moltini]] (1869
* fratelli Corti (1876)
* [[Luigi Piontelli]] (1884
* [[Edoardo Sonzogno]] (1894
;Direttori generali della Società Anonima
* [[Giulio Gatti Casazza]] (1898
* [[Vittorio Mingardi]] (1907
;Direttori generali dell'Ente Autonomo
* [[Angelo Scandiani]] (1921
* [[Anita Colombo]] (1929
;Sovrintendenti
* [[Jenner Mataloni]] (1932
* [[Carlo Gatti]] (1942
* [[Gino Marinuzzi (1882-1945)|Gino Marinuzzi]] (1944
* [[Antonio Ghiringhelli]] (1948
* [[Paolo Grassi]] (1972
* [[Carlo Maria Badini]] (1977
* [[Carlo Fontana (direttore teatrale)|Carlo Fontana]] (1990
* Mauro Meli (2005)
* [[
* [[Alexander Pereira]] (2014-2020)<ref name="Chi siamo">''Chi siamo'' in [http://www.teatroallascala.org/it/fondazione/chi-siamo/chi-siamo.html teatroallascala.org] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120720114950/http://www.teatroallascala.org/it/fondazione/chi-siamo/chi-siamo.html |data=20 luglio 2012 }}.</ref><ref>[http://milano.repubblica.it/cronaca/2013/06/04/news/pereira_da_salisburgo_alla_scala_sar_lui_il_nuovo_sovrintendente-60354563/ Pereira da Salisburgo alla Scala, sarà lui il nuovo sovrintendente], ''La Repubblica'', 4 giugno 2013.</ref>
* [[Dominique Meyer]] (2020-2025)<ref name="Chi siamo" />
* [[Fortunato Ortombina]] (2025-2030)<ref name="teatroallascala.org">[https://www.teatroallascala.org/it/media/la-scala-rivista-del-teatro/il-teatro-d-opera-ha-un-grande-futuro-intervista-fortunato-ortombina.html], ''Teatro alla Scala'', Marzo 2025.</ref>
;Primi violini capo d'orchestra
per l'opera
* [[Luca Felice Roscio]] (1778
* [[Luigi de Baillou]] (1780
* [[Alessandro Rolla]] (1803
per il balletto
* [[Giuseppe Perruccone]] (1780
;Maestri concertatori
* [[Vincenzo Lavigna]] (1802
* [[Giacomo Panizza]] (1833
* [[Alberto Mazzucato]] (1854
* [[Eugenio Terziani]] (1868
* [[Ettore Gelli]] (1871)<ref>''Ad interim''.</ref><ref>{{Cita|Istituto di studi verdiani|vol. 16, p. 189}}.</ref>
* [[Franco Faccio]] (1871
{{
;Direttori musicali
* [[Arturo Toscanini]] (1898
* [[Cleofonte Campanini]] (1903-1905)<ref>{{Cita|Carlo Gatti|pp. 222-29}}.</ref><ref>
* [[Leopoldo Mugnone]] (1905
* [[Arturo Toscanini]] (1906
* [[Edoardo Vitale]] (1907
* [[Tullio Serafin]] (1910
* [[Gino Marinuzzi (1882-1945)|Gino Marinuzzi]] (1914
* [[Tullio Serafin]] (1917
* [[Arturo Toscanini]] (1921
* [[Victor de Sabata]] (1929
* [[Franco Capuana]] (1949
* [[Carlo Maria Giulini]] (1953
* [[Guido Cantelli]] (1956)
* [[Antonino Votto]] (1956
* [[Gianandrea Gavazzeni]] (1965
* [[Claudio Abbado]] (1972
* [[Riccardo Muti]] (1986
* [[Daniel Barenboim]] (2011
* [[Riccardo Chailly]] (2015
* [[Myung-Whun Chung]] (2027-2030)<ref>[https://www.teatroallascala.org/it/myung-whun-chung-prossimo-direttore-musicale-dal-2027.html], ''Teatro alla Scala'',</ref><ref>[https://tg24.sky.it/spettacolo/2025/05/12/myung-whun-chung-direttore-scala], ''Spettacolo Sky tg24'', 12 maggio 2025</ref>
<ref>[https://www.avvenire.it/agora/pagine/chi-e-myung-whun-chung-il-nuovo-direttore-della-scala], ''Avvenire'', 12 maggio 2025</ref>
<ref>[https://www.ilpost.it/2025/05/12/nuovo-direttore-scala-milano-myung-whun/], ''Il Post'', 12 maggio 2025</ref>
;Direttori artistici
* [[Erardo Trentinaglia]] (1931
* [[Mario Rossi (direttore d'orchestra)|Mario Rossi]] (1945)
* [[Tullio Serafin]] (1946
* [[Mario Labroca]] (1947
* [[Victor de Sabata]] (1949
* [[Victor de Sabata]] (1953
* [[Francesco Siciliani]] (1957
* [[Gianandrea Gavazzeni]] (1966
* [[Luciano Chailly]] (1968
* [[Massimo Bogianckino]] (1972
* [[Francesco Siciliani]] (1974
* [[Claudio Abbado]] (1977
* [[Francesco Siciliani]] (1980
* [[Cesare Mazzonis]] (1983
* [[Alberto Zedda]] (1992
* [[Roman Vlad]] (1995
* [[Paolo Arcà]] (1997
* [[Fortunato Ortombina]] (2003
* [[Stéphane Lissner]] (2005
* [[Alexander Pereira]] (2014
* * [[Fortunato Ortombina]] (2025-2030)<ref name="teatroallascala.org"/>
{{Colonne fine}}
== L'Accademia del Teatro alla Scala ==
{{vedi anche|Accademia Teatro alla Scala}}
Dal [[1991]], il Teatro alla Scala si occupa anche di formazione per i professionisti dello spettacolo grazie alla Direzione Scuole Formazione, divenuta, dal [[2001]], Fondazione Accademia d'arti e mestieri dello spettacolo Teatro alla Scala.<ref>
Nel [[2011]], per festeggiare i primi dieci anni di vita dell'Accademia, sono stati inseriti nella stagione, oltre al consueto Progetto Accademia (quell'anno ''[[L'
== Note ==
Riga 782 ⟶ 543:
* {{Cita libro|autore=Giampietro Tintori|titolo=Il Teatro alla Scala nella storia e nell'arte (1778-1963), Cronologia completa degli spettacoli e dei concerti|città=Milano|editore=Ricordi|volume=II|anno=1964}}
* Luigi Lorenzo Secchi, ''1778- 1978. Il Teatro alla Scala: architettura, tradizione, società'', Milano, Electa, 1977.
* [[Remo Giazotto]], ''Le carte della Scala. Storie di impresari e appaltatori (1778-1860)'', Lucca, Akademos e Lim, 1990.
* {{Cita libro|autore=AA. VV. |titolo=Studi verdiani|città=Parma|editore=Istituto di studi verdiani|anno=2002|cid=Istituto di studi verdiani|url=http://books.google.it/books?id=5Yc9yxGbU30C&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false}}
* ''Salieri sulle tracce di Mozart'', Catalogo della Mostra, Milano, Palazzo Reale 2 dicembre 2004-30 gennaio, Bärenreiter, 2004. ISBN 978-3-7618-1833-6.
Riga 806 ⟶ 567:
* Lorenzo Arruga, ''Placido Domingo alla Scala'', Scala, 2001.
* ''Verdi e la Scala'', Rizzoli, 2001.
* [[Vittoria Ottolenghi]], ''Nureyev alla Scala'', Scala, 2002.
* Vittoria Crespi Morbio, ''Usellini alla Scala'', Allemandi, 2003.
* Vittoria Crespi Morbio, ''Picasso alla Scala'', Allemandi, 2004.
Riga 817 ⟶ 578:
== Voci correlate ==
* [[Casino Reale]]
* [[Coro del Teatro alla Scala]]
* [[Coro di voci bianche del Teatro alla Scala]]
* [[Corpo di Ballo del Teatro alla Scala]]
* [[Museo teatrale alla Scala]]
* [[Orchestra del Teatro alla Scala]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.accademialascala.org/|titolo=Accademia del Teatro alla Scala
* {{cita web|titolo=Teatro alla Scala a Milano raccontato da Angelo Foletto|data=9 aprile 2017|accesso=9 gennaio 2022|url=https://www.raiplaysound.it/audio/2017/04/Il-Teatro-alla-Scala-raccontato-da-Angelo-Foletto--Le-Meraviglie-del-09042017-1c1e9a8c-a186-414a-9364-590296e1e76a.html}}
{{Teatro alla Scala}}
{{Storia dell'arte di Milano}}
{{Teatri di Milano}}
{{Monumenti di Milano}}
{{Milano}}
{{Teatri d'Opera in Italia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|architettura|arte|Milano|teatro}}
[[Categoria:Teatro alla Scala| ]]
[[Categoria:Piazza della Scala]]
[[Categoria:Architetture neoclassiche di Milano]]
[[Categoria:Teatri d'opera d'Italia|Scala]]
[[Categoria:Teatri all'italiana]]
[[Categoria:Teatri di Milano|Scala]]
[[Categoria:Musica nel 1778]]
|