Olocausto in Italia: differenze tra le versioni
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[[File:Holocaustdeathtoll%.png|miniatura|L'Olocausto in Italia nel suo contesto europeo. I diversi colori mostrano la percentuale della popolazione ebraica distrutta partendo da quella prebellica esistente. Gli ebrei abitanti in Germania e nei Paesi dell'est come si nota dal colore più scuro furono i più colpiti con un numero di vittime che rasentò il 90 % della popolazione ebraica precedentemente esistente. In Italia lo storico [[Michele Sarfatti]] calcola che circa {{formatnum:7500}} ebrei italiani persero la vita; ovvero il 13 % dei {{formatnum:58412}} cittadini italiani di "razza ebraica o parzialmente ebraica"]]
L{{'}}'''Olocausto in Italia''' (la [[Shoah]] italiana) si colloca all'interno di un fenomeno di [[genocidio]] di ben più vaste proporzioni che attraverso misure di persecuzione razziale e politica di pulizia etnica, messe in atto dal regime nazista del [[Terzo Reich]] e dai loro [[Potenze dell'Asse|alleati]] tra il 1933 e il 1945, portò alla discriminazione e quindi all'eliminazione fisica di 15-17 [[vittime dell'Olocausto|milioni di vittime]], tra cui 6 milioni di ebrei europei.
Nel suo articolarsi la ''Shoah'' degli ebrei ha avuto in Italia tratti e sviluppi originali, svolgendosi in due fasi distinte. Il periodo tra il settembre 1938 e il 25 luglio 1943 fu il periodo in cui in Italia si attuò la "persecuzione dei diritti degli ebrei" o "persecuzione giuridica degli ebrei" sotto il regime fascista, cui seguì la "persecuzione delle vite degli ebrei" o "persecuzione fisica degli ebrei", dall'[[8 settembre 1943]] al 25 aprile 1945, sotto l’occupazione nazista e la [[Repubblica Sociale Italiana|Repubblica sociale italiana]]. Le persecuzioni riguardarono anche altre minoranze etniche.<ref>{{Cita web |url=https://archivio.pubblica.istruzione.it/shoah/didattica/sarfatti_torino08.pdf |autore=Michele Sarfatti|titolo=La persecuzione degli ebrei in Italia}}</ref> Circa {{formatnum:7500}} ebrei italiani persero la vita; ovvero il 13 % dei {{formatnum:58412}} cittadini italiani di "razza ebraica o parzialmente ebraica" censiti nel 1938.<ref name="ref_A">{{Cita libro |autore=Liliana Picciotto Fargion |titolo=Il libro della memoria: gli ebrei deportati dall'Italia, 1943-1945 |città=Milano |editore=Mursia |anno=2011}}</ref> Grandi rastrellamenti ad opera dell'esercito tedesco avvennero già nei primi mesi di occupazione, come nel caso del [[rastrellamento del ghetto di Roma]] il 16 ottobre 1943.
Nel perseguitare gli ebrei, i nazisti ebbero scarsa collaborazione di funzionari e poliziotti della [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]] su cui, a partire dal 30 novembre 1943, cadde parte della responsabilità degli arresti. I nazisti si occuparono anche della gestione dei trasporti dal [[Campo di concentramento di Fossoli]] (o la [[Risiera di San Sabba]], che svolse anche in proprio funzioni di campo di sterminio<ref name=":0" /><ref name=":1" />) al [[campo di sterminio di Birkenau|campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau]], luogo fisico degli eccidi.
Gli ebrei perseguitati poterono però contare in Italia su una omertà diffusa e sull'attiva solidarietà non solo di singoli individui ma anche di organizzazioni clandestine di resistenza come la [[DELASEM]] e di settori significativi della [[Chiesa cattolica]] e persino di molti fascisti, solidarietà che si dimostrò capace di offrire una protezione efficace a migliaia di ricercati fino alla Liberazione o di favorire la loro emigrazione clandestina in [[Svizzera]]. A questo si deve il fatto che i nazisti non riuscirono ad arrestare la stragrande parte degli ebrei italiani.
== Gli ebrei, la democrazia e l'Unità d'Italia ==
{{Vedi anche|Storia degli ebrei in Italia}}
[[File:Great Synagogue of Rome.jpg|
Gli ebrei in Italia rappresentano l'esempio di una comunità ben integrata da millenni nel tessuto sociale, economico e culturale. Nel periodo precedente all'Unità d'Italia, le comunità ebraiche italiane fecero esperienze di enormi difficoltà e discriminazioni (espulsioni, ghettizzazione, ecc.), ma non mancarono momenti positivi di incontro e di interazione a livello locale, che in epoca moderna favorirono il radicamento delle comunità in molti centri dell'Italia centrale e settentrionale (tra cui Roma, Torino, Venezia, Mantova, Ferrara, Trieste, Firenze, Livorno, e altri).<ref>{{Cita libro|autore=Riccardo Calimani
Gli ebrei italiani sostennero con grande entusiasmo il [[Risorgimento|processo risorgimentale]] che per loro segnò la conquista della piena emancipazione come cittadini e co-fondatori del nuovo Stato nazionale.<ref>{{Cita libro |autore=A.A. Mola
Lo [[Statuto Albertino]] garantiva, almeno sulla carta, ampie libertà democratiche e di espressione e salvaguardava i diritti delle minoranze e delle opposizioni. Nel nuovo stato democratico, fondato sul principio di [[separazione tra Stato e Chiesa]], gli ebrei godettero di una situazione di sostanziale parità di diritti, uscirono dai ghetti, costruirono monumentali sinagoghe ed ebbero ruoli importanti nella politica, nella pubblica amministrazione, nella scuola e nell'
La prima guerra mondiale segnò il momento di maggior identificazione tra l'ebraismo e il nuovo Stato: gli ebrei parteciparono in massa all'esercito e al sostegno dello sforzo bellico, monumenti furono eretti nelle sinagoghe ad onorare i caduti.<ref>{{Cita libro|autore=Caterina Quereni
Il fervore nazionalistico degli ebrei italiani si mantenne
== Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943) ==
{{Vedi anche|Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)|Confino}}
Il regime fascista si caratterizzò subito in senso antidemocratico per la repressione dei propri oppositori e la restrizioni dei diritti delle minoranze e delle opposizioni, fino all'eliminazione fisica di dissidenti, come [[Giacomo Matteotti]], don [[Giovanni Minzoni]], [[Giovanni Amendola]], [[Piero Gobetti]], [[Gastone Sozzi]], i [[Fratelli Rosselli]], e molti altri. Ancor prima delle [[leggi razziali fasciste]] del 1938 le minoranze etniche slovene e croate in Italia, i [[Rom (popolo)|Rom]] (comunemente apostrofati come "zingari")<ref>{{cita web|url=http://www.romsintimemory.it/assets/files/storia_memoria/deportazione/ita1-5.2_italy.pdf|titolo=Project Education of Roma Children in Europe: The Nazi Period in Italy|lingua=en}}</ref> e quindi le popolazioni africane nelle colonie furono sottoposti ad un regime di persecuzione e segregazione.
Strumento principale di repressione del dissenso fu, dal 1926 al suo scioglimento nel 1943, il [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)|Tribunale speciale per la difesa dello Stato]], chiamato a giudicare i reati contro la sicurezza dello Stato e del regime. Il Tribunale speciale ebbe il potere di diffidare, ammonire e condannare gli imputati politici ritenuti pericolosi per l'ordine pubblico e la sicurezza del regime stesso. Le pene commutate ai {{formatnum:4596}} imputati riconosciuti colpevoli (inclusi un centinaio di donne e oltre 500 minori) variarono dal carcere al [[Confino politico|confino]], fino alla pena di morte che fu eseguita in 31 casi.<ref>Tribunale speciale per la difesa dello Stato, ''Decisioni emesse'', Roma: SME- Ufficio Storico, 1981-87.</ref><ref>A. Dal Pont, A. Leonetti, P. Maiello, L. Zocchi, ''Aula IV., Tutti i processi del Tribunale speciale fascista'', Roma, Anppia, 1961.</ref>
Lo strumento del Tribunale speciale, ampiamente usato nella repressione politica degli oppositori e delle minoranze etniche (specie quella slovena e croata), non ebbe all'inizio alcuna specifica connotazione anti-ebraica o "razziale". Dopo l'emanazione delle [[leggi razziali fasciste]] nel 1938, tuttavia, i reati "contro la razza" (inclusa l'[[omosessualità]]) verranno ad essere inclusi tra quelli considerati dal [[Tribunale speciale per la difesa dello Stato (1926-1943)|Tribunale speciale]].
La condanna al [[confino|confino politico]] poteva essere commutata anche in assenza di reato (e senza ricorso al Tribunale speciale) dalla Magistratura ordinaria come forma preventiva nei confronti di individui ritenuti potenzialmente pericolosi per l'ordine pubblico o sospettati di esserlo. Luoghi di confino e domicilio coatto erano perlopiù isole o piccoli paesi delle aree più interne del Meridione (come Pantelleria, Ustica, [[Isola di Ventotene|Ventotene]], Tremiti, Ponza). Lo scopo era di creare una separazione materiale e psicologica tra gli oppositori e il resto del paese. Dal 1931 i confinati erano sottoposti all'obbligo del lavoro e dovevano rispettare orari precisi per l'uscita e il rientro nella propria abitazione ed esisteva per loro il divieto di frequentare luoghi pubblici di ritrovo. Dal 1938 vennero confinate anche persone accusate di omosessualità o reati "contro la razza". Complessivamente, gli inviati al confino tra 1926 e 1943 furono {{formatnum:12330}}. Tra di loro ci sono personaggi illustri come [[Sandro Pertini]], [[Giorgio Amendola]], [[Lelio Basso]], [[Pietro Nenni]], [[Giuseppe Romita]], [[Umberto Terracini]], [[Ferruccio Parri]], [[Randolfo Pacciardi]], [[Amadeo Bordiga]] e molti altri. 177 confinati politici antifascisti, tra cui [[Antonio Gramsci]] e Romolo Tranquilli (fratello di [[Ignazio Silone]]), moriranno durante il periodo di isolamento in carcere.<ref>{{cita web|url=http://www.anpi.it/storia/231/confino-politico|titolo=Confino politico|accesso=14 marzo 2019|dataarchivio=27 marzo 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190327060043/http://www.anpi.it/storia/231/confino-politico|urlmorto=sì}}</ref>
== Patti Lateranensi (1929) ==
{{Vedi anche|Patti Lateranensi|Fascismo e questione ebraica}}
[[File:Sinagoga di genova.jpg|
I Patti Lateranensi furono il primo colpo inferto ai diritti conquistati dagli ebrei con il Risorgimento. Il riconoscimento del cattolicesimo quale religione di Stato in Italia ridusse l'ebraismo a culto ammesso, limitandone la libertà religiosa e introducendo nel curriculum scolastico l'insegnamento della religione cattolica.<ref>{{Cita libro |autore=Giulio Disegni
== Le persecuzioni razziali fasciste (1938-1939) ==
{{Vedi anche|Leggi razziali fasciste}}
[[File:Corriere testata 1938.jpg|
[[File:Leggi razziali fascismo.jpg|
Nel 1938, in seguito alla pubblicazione del [[Manifesto della razza]], dopo la firma del patto Anti Comintern, in Italia furono emanate le [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]]. Presso il Ministero degli Interni fu istituita la [[Direzione generale demografia e razza|Direzione generale Demografia e Razza]], con il compito di coordinare le iniziative di discriminazione, le quali implicarono la creazione di istituzioni statali preposte alla loro applicazione. La divulgazione delle politiche razziali fu affidata alla rivista ''[[La difesa della razza]]'' (1938-1943), rivista stampata dall'[[Tumminelli editore|Editrice Tumminelli]] a Roma.<ref>{{Cita libro|autore=Valentina Pisanty
Il fascismo cercò di "sfumare" alcuni aspetti delle leggi razziali per venire incontro a quei settori della Chiesa cattolica che vedevano favorevolmente la perdita dei diritti civili da parte degli ebrei ma non gli "eccessi" del nazismo, che colpivano indiscriminatamente ebrei osservanti e ebrei battezzati. Si considerano ad esempio "[[Razza ariana|ariani]]" i figli di matrimoni misti, che fossero stati battezzati prima del 1937.<ref>{{Cita libro|autore=Susan Zuccotti
Sia pure con qualche distinguo, le leggi razziali fasciste produssero tuttavia un'effettiva e totalitaria "[[arianizzazione]]" delle società italiana, con conseguenze devastanti. Esse colpirono gli ebrei direttamente in quei settori (pubblica amministrazione, esercito, scuola, Università) in cui con più forza ed entusiasmo gli ebrei italiani si erano impegnati nel periodo post-risorgimentale. Le conseguenze non furono minori dal punto di vista psicologico. Per gli ebrei le leggi razziali furono vissute come un tradimento da parte di uno Stato con cui essi si erano identificati e le cui sorti essi avevano lealmente sostenuto fino dalla sua costituzione. Non mancarono casi eclatanti di suicidio per protesta, come quello dell'editore [[Angelo Fortunato Formiggini]].<ref>{{Cita libro |autore=Nunzia Manicardi
Da parte ebraica si rispose con la formazione di una rete di agenzie (in primo luogo, scuole ebraiche) in grado di gestire autonomamente quei servizi che lo Stato fascista ora non forniva più. Per molti l'emigrazione si prospettò come l'unica via di uscita. Il fascismo immediatamente revocò il permesso di residenza alla maggior parte degli ebrei stranieri. Circa la metà di essi lasciò il paese.<ref>
== La seconda guerra mondiale (I): L'Italia alleata della Germania nazista (1940-1943) ==
{{Vedi anche|Ebrei internati in Italia|Campi per l'internamento civile nell'Italia fascista|Campo di internamento di Ferramonti di Tarsia|Campo di internamento di Campagna|DELASEM|Villa Emma (Nonantola)}}
[[File:Campo di concentramento di Ferramonti - panoramio.jpg|miniatura|Una foto di quanto rimane oggi del più grande campo di internamento fascista in Italia. Per comprendere la grandezza del campo con foto e illustrazioni si rimanda a {{Cita web |url=https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ferramonti-campo-sospeso-concentramento-ebrei-documentario-tarsia-cristian-calabretta-giornata-memoria-regista-9719785e-75f7-4db3-93d2-4712d46325e5.html|titolo=Ferramonti, il campo sospeso (video)|sito=[[Rai News]]}}]]
La prima conseguenza dell'entrata in guerra dell'Italia nel giugno 1940 al fianco della Germania nazista fu l'istituzione di una fitta rete di [[Campi per l'internamento civile nell'Italia fascista|campi per l'internamento civile]] riservati in primo luogo ai profughi ebrei stranieri, ma anche a quegli ebrei italiani ritenuti "pericolosi" perché antifascisti.<ref>{{Cita libro |autore=Carlo Spartaco Capogreco |titolo=I campi del duce. L'internamento civile nell'Italia fascista, 1940-1943 |editore=Einaudi |città=Torino |anno=2004}}</ref> Per la prima volta si verificarono anche episodi di violenza antiebraica, che a [[Ferrara]] (21 settembre 1941) e [[Trieste]] (18 luglio 1942) sfociarono nel saccheggio delle locali [[Sinagoga|sinagoghe]]. La maggior parte dei campi di internamento (e tra loro i più grandi, quelli di [[Campo di internamento di Campagna|Campagna]] e di [[Campo di internamento di Ferramonti di Tarsia|Ferramonti di Tarsia]]) furono situati nel Sud Italia, un elemento questo che nel seguito della guerra si mostrerà decisivo per la salvezza di molti degli internati.
La funzione e organizzazione dei [[campi per l'internamento civile nell'Italia fascista]], operanti tra il 10 giugno 1940 e l'8 settembre 1943, vanno nettamente distinte da quello che alcuni di essi poi diventeranno dopo l'8 settembre 1943, quando divennero parte dalla macchina di morte dell'Olocausto. La vita nei campi prima dell'8 settembre 1943 fu difficile, ma il modello adottato fu piuttosto quello dei campi di confino; agli internati era concessa una certa libertà di movimento e autonomia organizzativa, e la possibilità di ricevere aiuti e assistenza dall'esterno. Il trattamento fu simile a quello di una prigionia, e non fu affiancato da violenze antisemite fisiche o morali aggiuntive. Gli ebrei internati soprattutto non erano soggetti a deportazione nei [[Campo di sterminio|campi di sterminio]].
Non tutti gli ebrei "stranieri" o antifascisti furono imprigionati in campi di internamento, a centinaia di essi fu imposta la condizione di ''internati liberi'', a domicilio coatto, in pratica al confino, in numerosissimi comuni rurali sparsi per tutta la penisola. Il numero complessivo degli [[ebrei internati in Italia]], nei campi o a domicilio coatto tra il 1940 e il 1943, ammonta a circa {{formatnum:10000}} persone.<ref>[http://www.annapizzuti.it/ Ebrei stranieri internati in Italia durante il periodo bellico].</ref>
Gli ebrei italiani si mobilitarono a favore dei loro correligionari internati attraverso la [[DELASEM]] (''Delegazione per l'Assistenza degli Emigranti Ebrei''), una società di assistenza per i profughi che era stata creata dall'[[Unione delle comunità israelitiche in Italia]] il 1º dicembre 1939 con l'assenso del regime.<ref>S. Sorani, L'assistenza ai profughi ebrei in Italia (1933-1947). ''Contributo alla storia della DELASEM'' (Carocci: Roma 1983); Sandro Antonimi, ''DELASEM: Storia della più grande organizzazione ebraica di soccorso durante la seconda guerra mondiale'' (De Ferrari: Genova, 2000).</ref> Durante tutto il primo periodo bellico fino all'[[Proclama Badoglio dell'8 settembre 1943|8 settembre del 1943]] la [[DELASEM]] poté svolgere legalmente un'opera fondamentale nell'assistenza dei profughi ebrei, rendendo meno dure le condizioni di vita nei campi, favorendo l'emigrazione di migliaia di internati e quindi sottraendoli di fatto allo sterminio. Le rete di rapporti stabiliti dalla [[DELASEM]], specialmente con vescovi e ambienti cattolici, sarà decisiva per la continuazione delle sue attività in una condizione di clandestinità dopo l'8 settembre 1943.
Per tutto il primo periodo bellico il regime fascista e l'esercito italiano si attennero alle politiche discriminatorie messe in atto con le [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]], le quali non contemplavano lo sterminio fisico degli ebrei sotto giurisdizione italiana o la loro consegna all'alleato tedesco, favorendo piuttosto soluzioni alternative quali l'emigrazione in paesi neutrali.<ref>{{Cita libro |autore=Michele Sarfatti
Le zone occupate dagli Italiani rimasero quindi relativamente sicure per gli ebrei, tanto che tra il 1941 e il 1943, migliaia di ebrei fuggirono dai territori occupati dai Tedeschi in quelli occupati dagli Italiani in Francia, Grecia e Jugoslavia. Qui furono trasferite nei campi di internamento o a domicilio coatto in vari comuni italiani. Tra di loro anche gruppi di orfani che furono ospitati dalla [[DELASEM]] a [[Villa Emma (Nonantola)]].
Esistono studi e pubblicazioni che hanno raccolto specificatamente le memorie e le esperienze di coloro che tra il 1940 e il 1943 furono prigionieri nei [[campi per l'internamento civile nell'Italia fascista]].<ref>{{Cita libro |autore=Carlo Spartaco Capogreco |titolo=Ferramonti. La vita e gli uomini del più grande campo d'internamento fascista, 1940-1945 |editore=Giuntina |anno=1987}}</ref><ref>{{Cita libro |autore=Elisabeth Bettina |titolo=It Happened in Italy: Untold Stories of How the People of Italy Defied the Horrors of the Holocaust |url=https://archive.org/details/ithappenedinital00bett |città=Nashville |editore=Thomas Nelson |anno=2009}}</ref> Una testimonianza eccezionale è il diario redatto in quegli anni da [[Maria Eisenstein]], una giovane ebrea austriaca giunta in Italia nel 1936, durante la sua prigionia nel campo di internamento di [[Lanciano]]. Il diario fu pubblicato a Roma già nell'autunno del 1944 subito dopo la liberazione della città a guerra non ancora conclusa.<ref>Maria Eisenstein, ''Internata numero 6: donne fra i reticolati del campo di concentramento'', Roma: D. De Luigi, 1944 (rist. Milano: Tranchida, 1994; e Milano: Mimesis, 2014).</ref>
== La seconda guerra mondiale (II): L'occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana (1943-1945) ==
{{Vedi anche|Campi di concentramento della Repubblica Sociale Italiana|Risiera di San Sabba|Campo di Fossoli|Campo di transito di Bolzano|Responsabili dell'Olocausto|Deportati politici italiani|Internati Militari Italiani}}
[[File:Holocaust memorial in Rome Jewish ghetto.jpg|miniatura|sinistra|Lapidi in memoria delle vittime del [[rastrellamento del ghetto di Roma]] il 16 ottobre 1943]]
Il collasso del fronte africano e lo sbarco degli Alleati in Sicilia portarono il [[Caduta del fascismo|25 luglio 1943]] alla caduta di Mussolini e alla sua sostituzione con Badoglio sotto il patrocinio della monarchia. Il nuovo governo negoziò in segreto un armistizio con gli Alleati. Per evitare la resa, l'8 settembre le forze tedesche invasero rapidamente le zone centrali e settentrionali del paese, ponendo Mussolini a capo della [[Repubblica Sociale Italiana]] (RSI) con sede a Salò. Il re e il suo governo si rifugiarono al sud, ora saldamente in mano agli alleati.
Con il paese politicamente spaccato in due, la nuova situazione significò l'immediata liberazione di
[[File:WW2-Holocaust-Europe.png|thumb|La rete dai campi di concentramento e transito nazisti in Europa]]
Una svolta decisiva si ebbe il 14 novembre 1943 quando a Verona nel Manifesto programmatico del nuovo partito fascista repubblicano si affermò che "Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica". Contrariamente a quanto avvenuto nei primi anni di guerra, [[Benito Mussolini]] si allineava ora completamente alle politiche di sterminio naziste, accettando di consegnare alla deportazione gli ebrei italiani, che veniva sacrificati alla rinnovata alleanza tra Italia e Germania. Il 30 novembre 1943, infatti, con «[...] l'emanazione dell'ordine di polizia n. 5 [...] l'Italia radicalizzò la sua politica antiebraica».<ref>{{cita libro|nome=[[Lutz Klinkhammer]], Amedeo Osti Guerrazzi, Sara Berger e altri autori)|titolo=I signori del terrore - Polizia nazista e persecuzione antiebraica in Italia (1943-1945), a cura di Sara Berger, pag.95 |autore=|città=Sommacampagna|editore= Cierre edizioni |anno=2016|isbn=978-88-8314-799-9}}</ref> Le autorità di polizia e le milizie della [[Repubblica Sociale Italiana]] furono mobilitate per l'arresto di tutti gli ebrei e il loro internamento e la confisca dei loro beni. A guidare le operazioni di caccia agli ebrei furono il Ministro degli Interni [[Guido Buffarini Guidi]], personalmente favorevole ad un'interpretazione delle leggi razziali che risparmiasse gli ebrei convertiti e i figli di matrimoni misti, e [[Giovanni Preziosi]], "ispettore generale per la demografia e la razza", rappresentante dell'ala più fanaticamente antisemita del fascismo italiano.<ref>{{Cita libro |autore=Matteo Stafanori |titolo=Ordinaria amministrazione. Gli ebrei e la Repubblica Sociale Italiana |città=Bari, Roma |editore=Laterza |anno=2017}}</ref>
Alle ore 9 del 1 Dicembre [[1943]] fu notificata mediante telegramma cifrato alle prefetture di tutte le provincie italiane, l'ordinanza di polizia del Ministro Guidi, che disponeva «con precedenza assoluta» l'invio di tutti gli ebrei, anche se discriminati, «in campi di concentramento provinciali, in attesa dell'invio in campi di concentramento speciali appositamente attrezzati», e «il sequestro [cautelare] dei beni mobili e immobili in attesa della confisca nell'interesse della Repubblica Sociale Italiana, la quale li avrebbe destinati a beneficio degli indigenti sinistrati dalle incursioni aeree nemiche».<ref>{{cita libro|url=http://www.alterhistory.altervista.org/SecBre/Secb/ONU.php#1989|nome=Mirko|cognome=Riazzoli|titolo=Uomini del regime fascista|anno=2017|editore=Mondadori|città=Milano|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180129140508/http://www.alterhistory.altervista.org/SecBre/Secb/ONU.php#1989}}</ref>
Con il coinvolgimento delle forze repubblichine diminuì l'impegno diretto delle forze tedesche e nel gennaio 1944 [[Theodor Dannecker]] poté lasciare l'Italia per andare a occuparsi delle deportazioni degli ebrei ungheresi.<ref>Steur, ''Theodor Dannecker'', 1997.</ref> Lo sostituisce [[Friedrich Boßhammer]], che pianifica e centralizza le operazioni di sterminio, che si svolgono adesso in pieno coordinamento tra le autorità repubblichine e quelle naziste.<ref>{{cita web|url=https://www.gedenkorte-europa.eu/content/article/907/-/|titolo=Boßhammer, Friedrich (1906–1972)|lingua=de}}</ref> L'arresto degli ebrei è compito primario delle forze di polizia italiane. Dai campi di internamento provinciali gli ebrei arrestati vengono quindi concentrati nel [[campo di concentramento di Fossoli]] vicino a Carpi in Emilia<ref>{{Cita libro |autore=Liliana Picciotto |titolo=L'alba ci colse come un tradimento: gli ebrei nel campo di Fossoli 1943-1944 |città=Milano |editore=Mondadori |anno=2010}}</ref> o alla [[Risiera di San Sabba]] a Trieste,<ref>{{Cita libro |autore=Tristano Matta |titolo=Il Lager di San Sabba. Dall'occupazione nazista al processo di Trieste |città=Trieste |editore=Beit casa editrice |anno=2013 |ISBN=978-88-95324-30-2}}</ref> dove venivano presi in consegna dai tedeschi e condotti ad [[Auschwitz]]. Questi campi svolgono in Italia una funzione analoga a quella assegnata in Francia al [[campo di internamento di Drancy]], in Belgio al [[campo di transito di Malines]] e nei Paesi Bassi al [[campo di concentramento di Westerbork]]. Sono il terminale degli arresti e rastrellamenti di ebrei condotti su tutto il territorio italiano e il punto di partenza per le deportazioni.<ref>{{cita web|url=https://training.ehri-project.eu/transit-camps-western-europe-during-holocaust|titolo=Transit Camps in Western Europe During the Holocaust|lingua=en}}</ref> Sotto il comando di [[Odilo Globočnik]], la risiera di San Sabba svolse anche autonomamente funzioni di campo di sterminio, finalizzato soprattutto alla soppressione sistematica di tutta la popolazione ebraica di Trieste, di partigiani e oppositori politici.<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Chris|cognome=Webb|titolo=The Belzec Death Camp|url=https://books.google.it/books?id=2mpHEAAAQBAJ&pg=PA162&dq=san+sabba+death+camp&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&ved=2ahUKEwjPx66i5YyAAxXZVvEDHc8nCTUQ6AF6BAgHEAI#v=onepage&q=san%20sabba%20death%20camp&f=false|accesso=2023-07-13|data=2016-03-01|editore=BoD – Books on Demand|lingua=en|ISBN=978-3-8382-0826-8}}</ref><ref name=":1">{{Cita web|url=https://www.storicang.it/a/risiera-di-san-sabba-il-lager-di-trieste_15529|titolo=La Risiera di San Sabba, il lager di Trieste|sito=www.storicang.it|data=2022-04-25|accesso=2023-07-13}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://deportati.it/lager/risiera/risierasansabba/|titolo=Risiera di San Sabba|sito=ANED|lingua=it|accesso=2023-07-13}}</ref><ref>{{Cita libro|nome=Susan|cognome=Zuccotti|titolo=L'olocausto in Italia|url=https://books.google.it/books?id=xT6eAAAACAAJ&dq=zuccotti+olocausto&hl=it&newbks=1&newbks_redir=0&sa=X&redir_esc=y|accesso=2023-07-13|data=1995|editore=TEA|ISBN=978-88-7819-674-2}}</ref>
Particolare attenzione fu dedicata alla sistematica confisca dei beni e delle proprietà, appartenenti sia ai privati che alle istituzioni ebraiche. Dal punto di vista culturale la perdita più grave fu quella della [[Biblioteca della Comunità Israelitica di Roma]] e della [[Biblioteca del Collegio Rabbinico Italiano]], di cui nel dopoguerra si ritroveranno solo pochi tra le migliaia di preziosi manoscritti, libri e [[Incunabolo|incunaboli]] ivi contenuti.<ref>{{cita web|url=https://www.lootedart.com/MJ1UB9290391|titolo=Activity Report of the Commission for the Recovery of the Bibliographic Heritage of the Jewish Community in Rome, looted in 1943|lingua=en}}</ref>
In tutto i Tedeschi deportarono {{formatnum:8564}} Ebrei dall'Italia e dalle zone occupate dagli Italiani in Francia e nelle isole di [[Rodi]] e di [[Coo|Kos]]. Tra di essi vi erano anche 776 bambini di età inferiore ai 14 anni.<ref>{{Cita libro |autore=Bruno Maida |titolo=La Shoah dei bambini |città=Torino |editore=Einaudi |anno=2013 |p=25}}</ref> I sopravvissuti furono {{formatnum:1009}}, meno del 15 %, tra cui solo 25 bambini.<ref>{{Cita web |url=https://www.ushmm.org/wlc/it/article.php?ModuleId=10005455 |titolo=L'Italia |sito=Enciclopedia dell'Olocausto}}</ref>
La quasi totalità degli ebrei italiani fu inviata ad [[Auschwitz]]. Dei 506 ebrei inviati in altri campi, il nucleo maggiore era costituito da 396 ebrei con passaporto francese o inglese che furono trasferiti (e sopravvissero) al [[campo di concentramento di Bergen-Belsen]]. Tra di essi vi erano tutti quegli ebrei che dalla Libia erano stati deportati in Italia nel 1942. Più dura fu la condizione di altri piccoli gruppi di ebrei che, classificato come "politici", dall'Italia giunsero a [[Buchenwald]], [[Ravensbrück]] e [[Flossenbürg]].<ref name="encyclopedia.ushmm.org">{{cita web|url=https://encyclopedia.ushmm.org/content/en/article/italy|titolo=Holocaust Encyclopedia: Italy|lingua=en}}</ref>
Oltre 300 ebrei furono uccisi in Italia, in atti di violenza, o al momento della cattura o durante il trasporto a Fossoli. La più grande strage avvenne (sempre ad opera di [[Herbert Kappler]]) il 24 marzo 1944 alle [[Fosse Ardeatine]] dove prigionieri ebrei furono inclusi tra i civili e politici uccisi come rappresaglia per l'attentato compiuto dalle forze di resistenza a Roma contro soldati tedeschi. Almeno 75 tra le 323 vittime furono ebrei. Stragi di ebrei avvennero anche sul [[Olocausto del Lago Maggiore|Lago Maggiore]] (13 settembre - 8 ottobre 1943), a [[Pisa]] (1 agosto 1944), [[Strage della famiglia Einstein|Rignano sull'Arno]] (3 agosto 1944), [[Eccidio dell'aeroporto di Forlì|Forlì]] (5 e 17 settembre 1944), [[Cuneo]] (25 aprile 1945) e in numerose altre località.<ref>[https://www.straginazifasciste.it/?page_id=349 Atlante delle Stragi Naziste e Fasciste in Italia].</ref>
La stessa organizzazione e le stesse strutture attivate per la cattura e lo sterminio degli ebrei servirono anche alla cattura e al trasferimento in Germania dei {{formatnum:23826}} [[deportati politici italiani]] ({{formatnum:22204}} uomini e {{formatnum:1514}} donne), di cui quasi la metà ({{formatnum:10129}}) troveranno la morte nei campi di concentramento e di lavoro nazisti.<ref name="beniculturali.it">{{cita web|url=http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_527201749.html|titolo=Ministero dei Beni Culturali|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180223232402/http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_527201749.html}}</ref> Deportati politici e razziali italiani vivranno fianco fianco l'esperienza dell'arresto, degli interrogatori, della prigionia, dei trasporti ferroviari, della deportazione, della fame, delle malattie, del lavoro coatto, delle selezioni e della morte. Destinati ad esseri sfruttati fino alla morte con il lavoro (e non immediatamente alle camere a gas), la maggioranza dei politici fu internata nei lager di [[Campo di concentramento di Dachau|Dachau]] ({{formatnum:9311}}), [[Campo di concentramento di Mauthausen|Mauthausen]] ({{formatnum:6615}}), [[Campo di concentramento di Buchenwald|Buchenwald]] ({{formatnum:2123}}), [[Campo di concentramento di Flossenbürg|Flossenbürg]] ({{formatnum:1798}}), [[Campo di concentramento di Auschwitz|Auschwitz]] (847), [[Campo di concentramento di Dora-Mittelbau|Dora-Mittelbau]], [[Campo di concentramento di Neuengamme|Neuengamme]], e [[Campo di concentramento di Ravensbrück|Ravensbrück]]. Talora in condizioni non meno disumane, la stessa sorte di sfruttamento è riservata ai {{formatnum:600000}} [[Internati Militari Italiani]], di cui {{formatnum:40000}}-{{formatnum:50000}} saranno le vittime in prigionia.<ref name="storiaxxisecolo.it">{{Cita web|url=http://www.storiaxxisecolo.it/deportazione/deportazione1.htm|titolo=Deportazione}}</ref> Almeno altri {{formatnum:23662}} furono gli uomini, donne e bambini che perirono nelle numerose [[stragi nazifasciste in Italia]].<ref>{{Cita web |url=http://www.straginazifasciste.it/wp-content/uploads/2015/10/Dati-nazionali-al-30-09-2016.pdf |titolo=Atlante delle stragi fasciste e naziste in Italia}}</ref>
=== La resistenza all'Olocausto ===
{{Vedi anche|Resistenza ebraica|DELASEM|Giusti tra le nazioni italiani|Brigata Ebraica}}
[[File:Eugenio Colorni.jpg|miniatura|sinistra|[[Eugenio Colorni]], medaglia d'oro della Resistenza italiana]]
Dietro a ogni ebreo catturato vi fu la delazione di italiani attratti dalla ricompensa offerta e lo zelo di funzionari di polizia italiani. Gli ebrei d'altro lato furono aiutati da una vasta rete di solidarietà, che fu favorita in primo luogo dalla fitta rete di contatti familiari e sociali che gli ebrei italiani avevano con non-ebrei. La [[DELASEM]] prosegue la sua opera nella clandestinità forte del supporto decisivo di non-ebrei che ne tengono in vita le centrali operative a [[Genova]] e [[Roma]].<ref>{{Cita libro |autore=Sandro Antonini |titolo=DELASEM: Storia della più grande organizzazione ebraica di soccorso durante la seconda guerra mondiale |città=Genova |editore=De Ferrari |anno=2000 |ISBN=978-8871723020}}</ref> Per tutta la durata del conflitto la DELASEM garantì un flusso ininterrotto di denaro che dalle organizzazioni ebraiche mondiali giungeva a Genova tramite il nunzio apostolico svizzero e da Genova (grazie all'impegno del card. [[Pietro Boetto]] e del suo segretario don [[Francesco Repetto]]) era distribuito in tutta l'Italia, per aiutare le necessità (per cibo, alloggio, documenti falsi) di coloro che dovevano nascondersi. Tra gli ebrei italiani direttamente impegnati nell'organizzazione si ricordano in particolare: [[Lelio Vittorio Valobra]] e [[Massimo Teglio]] a Genova, [[Giorgio Nissim]] a Lucca, [[Mario Finzi]] a Bologna, [[Nathan Cassuto]], [[Raffaele Cantoni]] e [[Matilde Cassin]] a Firenze, [[Dante Almansi]], [[Settimio Sorani]] e [[Giuseppe Levi]] a Roma, [[Salvatore Jona]] in Piemonte. Tra i non ebrei (oltre a Boetto e Repetto) spiccano i nomi dei cardinali [[Elia Dalla Costa]] a Firenze e [[Giuseppe Placido Nicolini]] a Assisi, coadiuvati da sacerdoti come [[Leto Casini]] e [[Giulio Facibeni]] a Firenze, [[Aldo Brunacci]] e [[Rufino Niccacci]] ad Assisi, [[Arturo Paoli]] a Lucca, [[Raimondo Viale]] a Borgo San Dalmazzo, [[Arrigo Beccari]] a Nonantola, e molti altri. Tra i laici cattolici impegnati nella DELASEM si ricordano [[Angelo De Fiore]], [[Odoardo Focherini]], [[Gino Bartali]], [[Giuseppe Moreali]], e tanti altri.
Privati cittadini, ma anche istituti religiosi, orfanotrofi, parrocchie aprirono le loro porte ai fuggitivi. La geografia dei luoghi di rifugio offre una mappa impressionante delle dimensioni del fenomeno. Grazie anche alle risorse e alle complicità offerte da questa rete di solidarietà. Oltre {{formatnum:5500}} ebrei attraversarono clandestinamente il confine con la Svizzera. Circa 500 ebrei riuscirono ad attraversare il fronte e a raggiungere i territori in mano alleata nel sud Italia. Ma, cosa ancora più importante, {{formatnum:29000}} ebrei (compresi donne, bambini e anziani) sopravvissero nascosti nei territori sotto controllo nazista, vivendo protette da altri perseguitati e da familiari, amici e conoscenti non ebrei. Tra di essi ci sono personalità famose come [[Rita Levi-Montalcini]], [[Giorgio Bassani]], [[Carlo Levi]], [[Franca Valeri]], [[Guido Alberto Fano]], [[Angiolo Orvieto]], e molti altri. Ad oltre 700 italiani l'Istituto [[Yad Vashem]] ha ufficialmente riconosciuto il titolo di [[giusti fra le nazioni]] per aver salvato ebrei durante l'Olocausto.<ref>{{Cita libro |autore=Israel Gutman |autore2=Liliana Picciotto |titolo=Giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-1945 |città=Milano |editore=Mondadori |anno=2006}}</ref>
Numerosissimi (circa {{formatnum:2000}}) furono gli ebrei che parteciparono attivamente alla [[Resistenza italiana|Resistenza]] ({{formatnum:1000}} inquadrati come partigiani e {{formatnum:1000}} in veste di "patrioti"), con la massima concentrazione (circa 700) in Piemonte.<ref>{{Cita libro |autore=Mario Avagliano |autore2=Marco Palmieri |titolo=Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia. Diari e lettere 1938-1945 |città=Torino |editore=Einaudi |anno=2010}}</ref> La percentuale, pari al 4 per cento della popolazione ebraica italiana, è di gran lunga superiore a quella degli italiani nel loro complesso. Circa 100 ebrei caddero in combattimento o, arrestati, furono uccisi nella penisola o in deportazione; otto furono insigniti di medaglia d'oro alla memoria ([[Eugenio Colorni]], [[Eugenio Curiel]], [[Eugenio Calò]], [[Mario Jacchia]], [[Rita Rosani]], [[Sergio Forti]], [[Ildebrando Vivanti]], [[Sergio Kasman]]).<ref>{{Cita web |titolo=Ricerca "Memorie della Salvezza" |autore=Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea - CDEC |url=http://www.anpi.it/donne-e-uomini/cognome/k}}</ref> Tra gli esponenti ebrei di maggior rilievo della Resistenza si annoverano: [[Enzo Sereni]], [[Emilio Sereni]], [[Vittorio Foa]], [[Carlo Levi]], [[Primo Levi]], [[Umberto Terracini]], [[Leo Valiani]], e [[Elio Toaff]]. Fra i caduti, vanno ricordati il bolognese [[Franco Cesana]], il più giovane partigiano d'Italia, i torinesi [[Emanuele Artom]] e [[Ferruccio Valobra]], i triestini [[Eugenio Curiel]] e [[Rita Rosani]], il milanese [[Eugenio Colorni]], il toscano [[Eugenio Calò]], gli emiliani [[Mario Finzi]] e [[Mario Jacchia]], e l'intellettuale [[Leone Ginzburg]].<ref>{{Cita web |url=http://anpi-lissone.over-blog.com/article-gli-ebrei-nella-resistenza-italiana-67497904.html |titolo=ANPI}}</ref> Di cruciale importanza fu infine la presenza della [[Brigata ebraica]] che nel 1944-45 operò sul fronte italiano al seguito delle truppe alleate e alla quale si unirono ebrei italiani dalla Palestina o dalle zone liberate.
== Vittime, sopravvissuti, testimoni ==
[[File:Primo Levi.gif|miniatura|[[Primo Levi]], interprete e testimone autorevole dell'Olocausto in Italia]]
{{Vedi anche|Libri di memorie sull'Olocausto}}
Il [[Centro di documentazione ebraica contemporanea]] ha fatto enormi sforzi per dare un nome e un volto a tutti i deportati ebrei italiani e a preservarne la memoria individuale, oltre che la storia collettiva. I loro nomi e dati biografici essenziali sono oggi
Tra i [[superstiti dell'Olocausto|sopravvissuti dai campi di sterminio]] alcuni si sono distinti come autori di importanti [[libri di memorie sull'Olocausto|libri di memorie]] o per il loro impegno pubblico come testimoni. Sette furono i deportati ebrei autori di racconti autobiografici pubblicati in Italia nei primi anni del dopoguerra: Lazzaro Levi alla fine del 1945,
La [[Titolo di città in Italia|Città]] di [[Assisi]] ([[Provincia di Perugia|PG]]) il 17 giugno [[2021]] [https://www.romasette.it/cittadinanza-onoraria-di-assisi-a-tutti-i-sopravvissuti-italiani-alla-shoah/ ha concesso] la propria [[Cittadinanza onoraria]] a tutti i sopravvissuti italiani della [[Shoah]].
== Il dopoguerra ==
{{Vedi anche|Brigata ebraica|Bambini di Selvino}}
[[File:גלוית ראש השנה.jpg|
Un'azione importante nel corso della [[guerra di liberazione italiana]] e nelle fasi immediatamente successive fu compiuta dalla [[Brigata ebraica]] operante sul fronte italiano.<ref>{{Cita libro |autore=Samuele Rocca
Con la partecipazione ebraica alla nascita della Repubblica Italiana e alla stesura della nuova Costituzione si
La guerra si era conclusa con la morte dei capi della [[Repubblica Sociale Italiana]] e principali responsabili dell'Olocausto in Italia, a partire da [[Benito Mussolini]], [[Guido Buffarini Guidi]] e [[Giovanni Preziosi]]. Poco o niente si fece tuttavia per punire quanti erano stati esecutori e complici attivi di quei crimini e far piena luce su questa pagina oscura della storia italiana. I soli ad essere condannati in Italia, entrambi all'ergastolo, furono due ufficiali SS: [[Herbert Kappler]] nel 1948 per l'[[Eccidio delle Fosse Ardeatine]] (fuggito di carcere nel 1977, morto in Germania nel 1978) e [[Walter Reder]] nel 1951 per la [[Strage di Marzabotto]] (liberato nel 1985, morto in Austria nel 1991). Nonostante le vaste responsabilità di italiani nella caccia agli ebrei, nell'opinione pubblica
L'esperienza della [[DELASEM]] tuttavia lascia un profondo segno con la fondazione anche in Italia, a Firenze, dell'Amicizia Ebraico-Cristiana che per impulso di [[Giorgio La Pira]] spinge per una profonda revisione dei rapporti tra ebraismo e Chiesa cattolica. L'elezione di
Solo a partire dalla metà degli anni '90 le autorità italiane conducono una nuova serie di procedimenti per crimini di guerra, ancora unicamente contro ex-ufficiali tedeschi o ausiliari etnici tedeschi.<ref name="encyclopedia.ushmm.org" /> Nel 1997, un tribunale italiano condanna gli ex ufficiali delle SS [[Karl Hass]] e [[Erich Priebke]] all'ergastolo per il loro ruolo nell'[[eccidio delle Fosse Ardeatine]] (moriranno entrambi agli arresti domiciliari rispettivamente nel 2004 e nel 2013). Più recentemente, nel 2000, le autorità italiane hanno processato e condannato all'ergastolo [[Michael Seifert (militare)|Michael Seifert]], un tedesco etnico dall'Ucraina, con l'accusa di omicidio perpetrato durante il suo servizio nel [[campo di transito di Bolzano]]. Estradato nel febbraio 2008 dal Canada, dove risiedeva, Seifert è deceduto agli arresti in ospedale a Caserta nel 2010.
== La memoria dell'Olocausto in Italia ==
[[File:
[[File:
[[File:Mausoelum Fosse Ardeatine.JPG|miniatura|Mausoleo alle vittime delle Fosse Ardeatine]]
[[File:File Monumento alle vittime del Campo di transito di Bolzano - via Pacinotti 3.jpg|miniatura|Memoriale del [[campo di transito di Bolzano]]]]
[[File:Borgo san dalmazzo memoriale deportazione.jpg|miniatura|Il Memoriale della deportazione presso la [[Stazione di Borgo San Dalmazzo]]]]
[[File:Ingresso principale del Memoriale della Shoah di Milano.JPG|miniatura|Ingresso al [[Memoriale della Shoah]] di Milano]]
Il monumento alle vittime dell'[[Eccidio delle Fosse Ardeatine]] fu inaugurato il 24 marzo 1949. L'eccidio tuttavia non fu collegato dall'opinione pubblica all'Olocausto, quanto alla Resistenza al nazi-fascismo.
Il 23 ottobre 1964 una lapide fu apposta al ghetto di Roma in memoria del [[rastrellamento del ghetto di Roma|rastrellamento del 16 ottobre 1943]].
Con il D.P.R. n. 510 del 15 aprile 1965, il Presidente [[Giuseppe Saragat]] dichiarò la [[Risiera di San Sabba]] Monumento Nazionale, quale "unico esempio di lager nazista in Italia".<ref>{{Cita libro |autore=Massimo Mucci
Nel 1980 viene inaugurato al Blocco 21 del [[campo di concentramento di Auschwitz]] il [[Memoriale italiano di Auschwitz]] in ricordo dei deportati italiani. L'opera d'arte multimediale, voluta dall'[[ANED]] e realizzata come un percorso in cui i visitatori sono condotti come in un tunnel attraverso una spirale formata da tele dipinte da [[Pupino Samonà]] con musica di [[Luigi Nono (compositore)|Luigi Nono]] e testi di [[Primo Levi]], fu pensata non come una mostra della deportazione, ma "un luogo di raccoglimento e di ricordo". Non più conforme ai criteri pedagogico-illustrativi del museo di Auschwitz l'opera è stata smontata nel 2016 e, dopo il restauro, sarà esposta permanentemente a Firenze nel Centro d'arte contemporanea EX3.<ref>{{cita web|url=http://press.comune.fi.it/hcm/hcm5353-10_2_1-A+Firenze+il+Memoriale+italiano+di+Auschwitz+%22sfra.html?cm_id_details=71919&id_padre=4471 |titolo=memeroiale|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180222225752/http://press.comune.fi.it/hcm/hcm5353-10_2_1-A+Firenze+il+Memoriale+italiano+di+Auschwitz+%22sfra.html?cm_id_details=71919&id_padre=4471 }} - Comune di Firenze</ref>
Solo nel 1984 grazie ad una legge speciale, l'area dell'ex campo di Fossoli venne concessa a titolo gratuito al Comune di Carpi che, dopo l'apertura nel 1973 del Museo - monumento al deportato, ne aveva fatto richiesta all'Intendenza di finanza. Il campo di Fossoli aveva continuato ad essere usato nel dopoguerra come campo profughi e orfanotrofio. Se ne riscopriva ora il ruolo di centro principale per le deportazioni. Fino al gennaio 2001 la gestione del Museo e dell'ex campo rimase a cura del Comune di Carpi, che da quella data in poi l'affidò alla Fondazione Fossoli.
Nel 1997 lo straordinario successo del film ''[[
Nel 2000 fu istituito anche in Italia il [[Giorno della Memoria]] (27 gennaio), che è divenuto occasione di numerose iniziative in memoria dell'Olocausto.
Nel 2006 fu inaugurato il "Memoriale della deportazione" presso la [[Stazione di Borgo San Dalmazzo]]. Nel 2013 un analogo progetto, ma di ben più ampie proporzioni, ha portato al recupero dei vasti ambienti sotterranei presso la [[Stazione di Milano Centrale]], da cui partivano i treni dei deportati, e alla loro utilizzazione come [[Memoriale della Shoah]].
Invece nel 2016 fu la volta del "[[Memoriale della Shoah di Bologna]]" presso la [[Stazione di Bologna Centrale|Stazione Centrale di quella città]], finanziato per la maggior parte da donazioni delle varie comunità ebraiche nel mondo. <ref>{{Cita web |url=https://archidiap.com/opera/bologna-shoah-memorial/|titolo=Memoriale della Shoah}}</ref>
Le vicende dell'Olocausto italiano sono ancora oggi scarsamente conosciute a livello internazionale, nonostante alcune pubblicazioni, il rilievo internazionale della figura e dell'opera di [[Primo Levi]] e l'apertura del Centro Primo Levi a New York.<ref>
Il 19 gennaio 2018, anno in cui ricade l'80º anniversario delle [[leggi razziali fasciste]], il presidente della Repubblica italiana [[Sergio Mattarella]], in base all'articolo 59 della [[Costituzione della Repubblica Italiana|Costituzione]], ha nominato [[Senatore a vita (ordinamento italiano)|senatrice a vita]], per altissimi meriti in ambito sociale, [[Liliana Segre]], una dei soli 25 bambini italiani sopravvissuti ad Auschwitz, da anni impegnata come testimone dell'Olocausto in Italia.<ref name=Mattarella>{{Cita web |url=http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=3475 |titolo=Il Presidente Mattarella ha nominato Senatrice a vita la dottoressa Liliana Segre |sito=Presidenza della Repubblica |data=19 gennaio 2018 |accesso=19 gennaio 2018 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20180119204641/http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=3475 |urlmorto = no}}</ref>
== Nella cultura di massa ==
=== Filmografia ===
{{Vedi anche|Film sull'Olocausto}}
* 1949 - ''[[Monastero di Santa Chiara (film)|Monastero di Santa Chiara]]'', regia di [[Mario Sequi]]
* 1960 - ''[[Tutti a casa]]'', regia di [[Luigi Comencini]]
* 1961 - ''[[L'oro di Roma]]'', regia di [[Carlo Lizzani]]
* 1970 - ''[[Il giardino dei Finzi-Contini (film)|Il giardino dei Finzi-Contini]]'', regia di [[Vittorio De Sica]]
* 1973 - ''[[Diario di un italiano]]'', regia di [[Sergio Capogna]]
* 1976 - ''[[La linea del fiume]]'', regia di [[Aldo Scavarda]]
* 1976 - ''[[Pasqualino Settebellezze]]'', regia di [[Lina Wertmüller]]
* 1977 - ''[[Gli ebrei di Fossoli]], regia di'' [[Ruggero Gabbai]]
* 1985 - ''[[Assisi Underground]]'', regia di [[Alexander Ramati]]
* 1997 -
* 1997 - ''[[La
*
* 2000 - ''[[Il cielo cade]]'', regia di [[Andrea Frazzi]]
* 2001 - ''[[Concorrenza sleale (film)|Concorrenza sleale]]'', regia di [[Ettore Scola]]
* 2001 - ''[[Senza confini (miniserie televisiva 2001)|Senza confini
* 2001 - ''[[Perlasca - Un eroe italiano]]'', regia do [[Alberto Negrin]]
* 2003 - ''[[La finestra di fronte]]'', regia di [[Ferzan Özpetek]]
* 2006 - ''[[Volevo solo vivere]]'', regia di [[Mimmo Calopresti]]
* 2007 - ''[[Hotel Meina]]'', regia di [[Carlo Lizzani]]
* 2013 - ''[[Il viaggio più lungo, gli ebrei di Rodi]]'', regia di [
*
* 2016 - ''[[Die Kinder der Villa Emma]]'', regia di [[Nikolaus Leytner]]
* 2018 - ''[[Eravamo italiani]]''; regia di [[Ruggero Gabbai]]
* 2018 - ''[[La Razzia - Roma, 16 ottobre 1943]]''; regia di [[Ruggero Gabbai]]
* 2020 - ''[[Kinderblok. L’ultimo inganno]]''; regia di [[Ruggero Gabbai]]
=== Animazione ===
* 2018 - ''[[La stella di Andra e Tati]]'', regia di Rosalba Vitellaro ed Alessandro Belli. Film dedicato alla deportazione delle sorelline [[Andra e Tatiana Bucci]] e del cugino [[Sergio De Simone]] ad Auschwitz. Il primo [[film di animazione]] europeo sull’[[Olocausto]].<ref>{{cita web|url=https://video.repubblica.it/edizione/palermo/la-shoah-dei-bambini-adesso-diventa-un-cartone/295330/295949|titolo=La Shoah dei bambini adesso diventa un cartone|accesso=2 settembre 2018}}</ref>
== Note ==
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== Bibliografia ==
=== Libri di memorie sull'Olocausto ===
* {{Cita libro |autore=Giancarlo Elia Valori |titolo=Shoah e conflitto di civiltà |editore=Brenner Editore |città=Cosenza |anno=2018 |ISBN=978-8894985-023}}
* {{Cita libro |autore=Luciano Morpurgo |titolo=Caccia all'uomo. Vita sofferenze e beffe. Pagine di diario 1938-1944 |città=Roma |editore=Casa Editrice Dalmatia S.A. di Luciano Morpurgo |anno=1946}}
* {{Cita libro |autore=Leto Casini |titolo=Ricordi di un vecchio prete |città=Firenze |editore=La Giuntina |anno=1986}}
* {{Cita libro |autore=Salim Diamand |titolo=Dottore!: Internment in Italy, 1940-1945 |città=Oakville, New York |editore=Mosaic Press, Riverrun Press |anno=1987}}
* {{Cita libro |autore=Lia Levi |titolo=Una bambina e basta |città=Roma |editore=e/o |anno=1994}}
* {{Cita libro |curatore=Chiara Bricarelli |titolo=Una gioventù offesa. Ebrei genovesi ricordano |città=Firenze |editore=Giuntina |anno=1995 |ISBN=88-8057-021-8}}
* {{Cita libro |autore=Donatella Levi |titolo=Vuole sapere il nome vero o il nome falso? |città=Padova |editore=Il Lichene Edizioni |anno=1995}}
* {{Cita libro |autore=[[Aldo Zargani]] |titolo=Per violino solo. La mia infanzia nell’Aldiqua, 1938-1945 |città=Bologna |editore=Il Mulino |anno=1995}}
* {{Cita libro |autore=Luigi Fleischmann |titolo=Un ragazzo ebreo nelle retrovie |città=Firenze |editore=Giuntina |anno=1999}}
* {{Cita libro |autore=[[Giorgio Nissim]] |titolo=Memorie di un ebreo toscano, 1938-1948 |città=Roma |editore=Carocci |anno=2005}}
* {{Cita libro |autore=Louis Goldman |titolo=Friends for Life: The Story of a Holocaust Survivor and His Rescuers |url=https://archive.org/details/friendsforlifest0000gold |città=New York |editore=Paulist Press |anno=2008}}
* {{Cita libro |curatore=[[Marcello Pezzetti]] |titolo=Il libro della shoah italiana: i racconti di chi è sopravvissuto |città=Torino |editore=Einaudi |anno=2009}}
* {{cita libro |autore= [[Arianna Szörényi]] |titolo=Una bambina ad Auschwitz|url=https://www.amazon.it/dp/8842548669/|curatore=Mario Bernardi|editore=Mursia|anno=2014|città=Milano|ISBN=978-88-425-4866-9|cid=Szörényi}}
* {{Cita libro |autore= [[Liliana Segre]] |titolo=Scolpitelo nel vostro cuore. Dal Binario 21 ad Auschwitz e ritorno: un viaggio nella memoria|editore=Piemme|città =Segrate|anno=2018 |isbn=978-88-566-6754-7}}
* {{Cita libro |autore= Liliana Segre|titolo=Ho scelto la vita - La mia ultima testimonianza pubblica sulla Shoah, a cura di Alessia Rastelli con prefazione di Ferruccio de Bortoli |editore=Corriere della Sera |anno=2020 |issn=2038-0852}}
* {{Cita libro |autore= [[Goti Herskovits Bauer]], [[Liliana Segre]], [[Nedo Fiano]], Yitzhak Katzenelson, Oliver Lusting|titolo= Voci dalla Shoah|città= Udine|editore= Gaspari editore|anno=2020 |isbn=978-88-7541-734-5}}
===
* {{Cita libro |autore=[[Renzo De Felice]] |titolo=[[Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo]] |città=Milano |editore=Mondadori |anno=1977}}
* Meir Michaelis. ''Mussolini and the Jews: German-Italian relations and the Jewish question in Italy, 1922-1945.'' Oxford: Oxford University Press, 1978 (ed. it. ''Mussolini e la questione ebraica''. Milano : Edizioni di Comunità, 1982).
* {{Cita libro |autore=[[Liliana Picciotto]] |titolo=Il libro della memoria: gli ebrei deportati dall'Italia (1943-1945) |città=Milano |editore=Mursia |anno=1991}}
* {{Cita libro |autore=[[Alexander Stille]] |titolo=Benevolence and Betrayal: Five Italian Jewish families under Fascism |url=https://archive.org/details/benevolencebetra00alex |città=New York |editore=Summit Books |anno=1991}}
* {{Cita libro |autore=[[Daniel Carpi]] |titolo=Between Mussolini and Hitler: The Jews and the Italian authorities in France and Tunisia |url=https://archive.org/details/betweenmussolini0000carp |città=Hannover |editore=University Press of New England |anno=1994}}
* [[Susan Zuccotti]], ''L'Olocausto in Italia'', TEA, 1995 (ed. originale: ''The Italians and the Holocaust: persecution, rescue, and survival''. New York: Basic Books, 1987)
* Thomas P. DiNapoli, ed. ''The Italian Jewish Experience''. Stony Brook, NY : Forum Italicum, 2000.
* Maria Ornella Marotti (a cura di). ''Italian women writers from the Renaissance to the present''. University Park, Pa. : Pennsylvania State University Press, 1996.
* [[Susan Zuccotti]], ''Il Vaticano e l'Olocausto in Italia'', Milano: Mondadori, 2001 (ed. originale: ''Under His Very Windows: The Vatican and the Holocaust in Italy''. New Haven: Yale University Press, 2000).
* {{Cita libro |autore=Stanislao G. Pugliese
* {{Cita libro |autore=Joshua D. Zimmerman
* [[Michele Sarfatti]], ''Gli ebrei nell'Italia fascista: vicende, identità, persecuzione''. Torino: G. Einaudi, 2000 (ed. inglese: ''The Jews in Mussolini's Italy: From Equality to Persecution''. Madison: University of Wisconsin Press, 2006.
* {{Cita libro |autore=Israel Gutman
* {{Cita libro |autore=Charles T O'Reilly
* {{Cita libro |autore=[[Elisabeth Bettina]]
* {{Cita libro |autore=[[Liliana Picciotto]]
* {{Cita libro |autore=Emiliano Perra
* {{Cita libro |autore=[[Mario Avagliano]]
* {{Cita libro |autore=Rebecca Clifford
* {{Cita libro |autore=Robert S C Gordon
* {{Cita libro |autore=Alexis Herr
*{{cita libro |nome=Marcello Pezzetti |titolo=16 ottobre 1943 - La razzia | anno=2016 | editore=Gangemi Editore | città=Roma|isbn=978-88-492-3317-9 }}
*{{cita libro |nome=Bruno Maida |titolo= I luoghi della Shoah in Italia| anno=2017 | editore=Edizioni del Capricorno | città=Torino|isbn=978-88-492-3317-9 }}
*{{cita libro |nome=Marcello Pezzetti con Sara Berger | titolo=La razza nemica - La propaganda antisemita nazista e fascista| anno=2017 | editore=Gangemi Editore | città=Roma|isbn=978-88-492-3374-2 }}
*{{cita libro |nome=Marcello Pezzetti con Sara Bergen | titolo=1938 - La storia| anno=2017 | editore=Gangemi Editore<!--|ISBN= 978-88-770-7329-7--> | città=Roma|isbn=978-88-492-3527-2 }}
*{{cita libro |nome=Marcello Pezzetti con Sara Bergen | titolo=1938 - Vite Spezzate| anno=2018 | editore=Gangemi Editore International|città=Roma|isbn=978-88-492-3608-8}}
*{{cita libro |nome=Marcello Pezzetti con Antonella Maniconi | titolo=Razza e inGiustizia - Gli avvocati e i magistrati al tempo delle leggi antiebraiche, del [[Consiglio superiore della magistratura]] e del [[Consiglio Nazionale Forense]]| anno=2018 | editore=Poligrafico e Zecca dello Stato Italiano|città=Roma}}
*{{cita libro |nome=Marcello Pezzetti con Sara Berger | titolo=Solo il dovere oltre il dovere. La diplomazia italiana di fronte alla persecuzione degli ebrei 1938-1943| anno=2019 | editore=Gangemi|città=Roma|isbn=978-88-492-3708-5 }}
*{{cita libro|nome=[[Lutz Klinkhammer]], Amedeo Osti Guerrazzi, Sara Berger e altri autori)|titolo=I signori del terrore - Polizia nazista e persecuzione antiebraica in Italia (1943-1945), a cura di Sara Berger |autore=|città=Sommacampagna|editore= Cierre edizioni |anno=2016|isbn=978-88-8314-799-9}}
== Voci correlate ==
* [[Olocausto]]
* [[DELASEM]]
* [[Deportati politici italiani]]
* [[Fascismo e questione ebraica]]
* [[Campi per l'internamento civile nell'Italia fascista]]
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* [[Antisemitismo]]
* [[Leggi razziali fasciste]]
* [[Censimento degli ebrei]]
* [[Bambini di Selvino]]
* [[Bambini di Auschwitz]]
* [[Campo profughi ebrei di Santa Maria al Bagno]]
* [[Responsabili dell'Olocausto]]
* [[Vittime dell'Olocausto]]
* [[Superstiti dell'Olocausto]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
*
* {{cita web|url=http://www.cdec.it/ebrei_stranieri/|titolo=INDICE GENERALE DEGLI EBREI STRANIERI INTERNATI IN ITALIA 1940-1943|lingua=it, en|accesso=21 ottobre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170928205657/http://www.cdec.it/ebrei_stranieri/|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=http://www.campifascisti.it/|titolo=I CAMPI FASCISTI Dalle guerre in Africa alla Repubblica di Salò}}
* {{cita web|url=http://www.dalrifugioallinganno.it/|titolo=Il Veneto e la deportazione}}
* {{cita video|titolo=[[Memoria (film 1997)|Memoria]]}}, regia di [[Ruggero Gabbai]], Italia, 1997
*{{Cita web |autore=[[Carlo Gentile (storico)|Carlo Gentile]] |titolo=Herbert Kappler |url=https://www.ns-taeter-italien.org/it/perpetratore/herbert-kappler |sito=[https://www.ns-taeter-italien.org/ NS-Täter Italien] |accesso=27 marzo 2025}}
*{{Cita web |autore=[[Carlo Gentile (storico)|Carlo Gentile]] |titolo=L'Aussenkommando della Sicherheitspolizei e dell'SD a Roma |url=https://www.ns-taeter-italien.org/it/taeter/laussenkommando-della-sicherheitspolizei-e-dellsd-roma |sito=[https://www.ns-taeter-italien.org/ NS-Täter Italien] |accesso=27 marzo 2025}}
{{Olocausto in Italia}}
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[[Categoria:Antisemitismo]]
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