Assedio di Arpi: differenze tra le versioni

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{{Infobox conflitto
|Tipo=Assedio
|Nome del conflitto=Assedio di Arpi
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|Luogo=[[Argos Hippium|Arpi]] - [[Apulia]], [[Italia]]
|Esito=Vittoria romana
|Schieramento1={{simbolo|Vexilloid of the Roman Empire.svg|25}} [[Repubblica romana]]
|Schieramento2={{simbolo|Carthage standard.svg|15}} [[Cartagine]]
|Comandante1=[[Quinto Fabio Massimo (console 213 a.C.)|Quinto Fabio Massimo]]
|Comandante2=
|Effettivi1=2 [[legione romana|legioni]] e 2 ''[[ala (esercito romano)|alae]]''<br />(circa 20.000{{formatnum:20000}} uomini)<ref>{{cita|Livio|XXIV, 44.1}}.</ref>
|Effettivi2= 5.000{{formatnum:5000}} [[Cartaginesi]]<ref name="Livio24,47.2"/>,<br />3.000{{formatnum:3000}} soldati di Arpi<ref name="Livio24,47.2"/>
|Perdite1=Sconosciuto
|Perdite2=Sconosciuto
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==Contesto storico==
{{Vedi anche|Seconda guerra punica}}
 
Dopo la [[battaglia di Canne|schiacciante vittoria a Canne]] (216 a.C.),<ref>{{cita|Polibio|III, 116, 9}}.</ref> [[Annibale]] raggiunse i primi importanti risultati politico-strategici. Alcuni centri cominciarono a abbandonare i Romani,<ref name="Eutropio3.11">{{cita|Eutropio|''Breviarium ab Urbe condita'', III, 11}}.</ref> come Campani, [[Atella (città antica)|Atellani]], [[Calatia|Calatini]], parte dell'[[Apulia]], i [[Sanniti]] (ad esclusione dei [[Pentri]]), tutti i [[Bruzi]], i [[Lucani]], gli [[Ugento|Uzentini]] e quasi tutto il litorale greco, i [[Taras (Taranto)|Tarentini]], quelli di [[Metaponto]], di [[Crotone]], di [[Locri]]<ref>{{cita|Livio|XXIV, 1-3}}.</ref> e tutti i [[Gallia Cisalpina|Galli cisalpini]],<ref>{{cita|Livio|XXII, 61.11-12}}.</ref> e poi ''[[Compsa]]'', insieme agli [[Irpini]].<ref>{{cita|Livio|XXIII, 1.1-3}}.</ref> Non si arrese invece ''[[Napoli|Neapolis]]'', rimasta fedele a Roma.<ref>{{cita|Livio|XXIII, 1.5-10}}.</ref>
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Negli anni successivi Annibale si recò più volte in ''[[Apulia]]''. Nel [[215 a.C.]], dopo essere stato [[battaglia di Nola (215 a.C.)|sconfitto a Nola]],<ref>{{cita|Livio|XXIII, 44-45}}.</ref> pose gli accampamenti invernali proprio nei pressi di [[Argos Hippium|Arpi]].<ref>{{cita|Livio|XXIII, 46.8; XXIV, 3.16-17}}.</ref> Il console [[Quinto Fabio Massimo Verrucoso]] ordinò allora al console più giovane, [[Tiberio Sempronio Gracco (console 215 a.C.)|Tiberio Sempronio Gracco]], di condurre le sue legioni da ''[[Cuma]]'' a ''[[Lucera]]'' in Apulia, ed inviò il pretore [[Marco Valerio Levino]] a ''[[Brundisium]]'' con l'esercito che aveva con sé in precedenza a ''Lucera'', incaricandolo di difendere le coste dell'agro [[Salento|salentino]] e sorvegliare i movimenti di [[Filippo V di Macedonia]] in vista di una possibile [[prima guerra macedonica|guerra con la Macedonia]].<ref>{{cita|Livio|XXIII, 48.3; XXIV, 3.16-17}}.</ref>
 
L'anno seguente (214 a.C.), Annibale partì da Arpi per tornare in Campania, seguito da Tiberio Gracco, che mosse la sua armata da ''Luceria'' a ''[[Benevento|Beneventum]]''; intanto al il figlio di Fabio Massimo, il pretore [[Quinto Fabio Massimo (console 213 a.C.)|Quinto Fabio]], venne ordinato di partire per l'Apulia e sostituirvi Gracco.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 12.5-8}}.</ref> Annibale dopo aver passato l'inverno ad Arpi ritornò sul monte Tifata nel territorio di Capua,<ref>{{cita|Livio|XXIV, 12.1-3}}.</ref> mentre Annone era schierato nel Bruzio; il condottiero cartaginese ordinò ad [[Annone (figlio di Bomilcare)|Annone]] di risalire a nord e sferrò senza successo [[Battaglia di Nola (214 a.C.)|un terzo attacco a Nola]]; anche il tentativo di prendere [[Puteoli]] venne respinto.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 12-13 e 17}}.</ref><ref>{{cita|Scullard 1992|vol. I, pp. 269-270}}.</ref> Annibale aveva compreso come, di fronte alla prudenza dei comandanti avversari e al numero dei suoi nemici, fosse ormai impossibile raggiungere altre grandi vittorie campali, egli verosimilmente contava sull'aiuto dalla madrepatria e di Filippo V. Annibale continuò peraltro a combattere accanitamente mostrando grande abilità anche in questa nuova fase di guerra prevalentemente difensiva.<ref>{{cita|Mommsen 2001 |vol. I, tomo 2, pp. 789-790}}.</ref> I Romani raggiunsero tuttavia alcuni successi, riconquistarono [[Compulteria]], [[Telesia]], [[Compsa]] nel [[Sannio]], ''[[Aecae]]'' in Apulia.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 20.3-5}}.</ref> Alla fine della quinta stagione della guerra, il comandante cartaginese si diresse alla volta di [[Taras (Taranto)|Taranto]], sperando che almeno questa città tradisse i Romani.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 17.8}}.</ref>
 
===''Casus belli''===
L'anno successivo (213 a.C.) vide, ancora una volta, la guerra contro Annibale affidata ai due consoli dell'anno: [[Quinto Fabio Massimo (console 213 a.C.)|Fabio Massimo]] ebbe l'Apulia, accompagnato dal padre [[Quinto Fabio Massimo Verrucoso]], di cui fu ''[[legatus]]'',<ref>{{cita|Livio|XXIV, 44.10}}.</ref> mentre [[Tiberio Sempronio Gracco (console 215 a.C.)|Sempronio Gracco]], la Lucania.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 43.5, 44.1 e 44.9}}.</ref>
 
Nell'accampmentoaccampamento di ''[[Suessula]]'' dove i due FabiiFabi si erano fermati, pronti a ripartire per l'Apulia, vennero di notte e nascostamentedi nascosto un cittadino di Arpi, Dasio Altinio, con tre dei suoi schiavi. Il cittadino promise al console di consegnarliconsegnargli la città in cambio di un premio. Durante il consiglio di guerra che seguì, alcuni consigliarono a Fabio di batterlo con verghe e di metterlo a morte in quanto disertore, poiché dopo la battaglia di Canne, Dasio era passato dalla parte di Annibale, trascinando Arpi alla ribellione. E ora che Roma sembrava rinascere era disposto a «compensaredare iin traditicontraccambio dia unchi tempoera constato tradito un nuovo tradimento».<ref>{{cita|Livio|XXIV, 45.1-3}}.</ref>
{{Citazione|Alleato infido, nemico degno di disprezzo, egli[...] stava sempre dacon una parte insimpatizzando attesanello distesso daretempo leper suel’altra, simpatiesleale allaalleato, parteincostante avversanemico.|{{cita|Livio|XXIV, 45.3}}.}}
Fabio, padre, riteneva invece che, visto il particolare momento della guerra, fosse necessario considerare Dasio Altinio, non un nemico ma neppure un alleato, tenendolo in libertà vigilata in qualche città fedele, non lontano dagli accampamenti. E solo una volta terminata la guerra, si sarebbe deciso sul da farsi, se punirlo o perdonarlo. Ora era più che mai necessario evitare che Roma fosse abbandonata da altre città, permettendo loro di legarsi ai Cartaginesi.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 45.4-8}}.</ref> Alla fine la sua opinione ricevette l'approvazione di tutti. Altinio venne consegnato agli ambasciatori di ''[[Cales]]'' a cui fu ordinato di conservare per lui una grande quantità di oro che aveva portato con sé. E quando ad Arpi seppero che era stato allontanato forzatamente, molti presi dalla paura mandarono degli ambasciatori ad Annibale.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 45.9-11}}.</ref> Annibale allora, cogliendo l'occasione per appropriarsi delle sostanze di un uomo così ricco, convocò la moglie e i figli di Altinio e dopo aver saputo quanto oro e argento fosse rimasto a casa, li fece ardere vivi.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 45.12-14}}.</ref>
 
==Assedio==
{{Vedi anche|Assedio (storia romana)}}
 
Il console Fabio, partito da ''Suessula'', si accinse ad assalire Arpi. Pose il campo a quasi 500 [[Passo (unità di lunghezza)|passi]] (750 metri) dalle mura della città. Analizzò bene la posizione della città e delle sue fortificazioni, accorgendosi che la parte meglio difesa dalle mura era anche quella meno sorvegliata. Decise pertanto di dare l'assalto proprio in questo punto.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 46.1}}.</ref>
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E quando i Romani si impadronirono della porta, i ''[[cornicines]]'' diedero fiato alle trombe per dare il segnale al console. Fabio allora comandò ai suoi di portare fuori degli accampamenti le insegne e poco prima dell'alba entrò in città attraverso la porta scardinata.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 46.6-7}}.</ref> Gli abitanti di Arpi si svegliarono, ora che la pioggia era cessata e si intravedeva l'alba.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 47.1}}.</ref> In città vi erano circa cinquemila uomini di Annibale di guarnigione, mentre gli abitanti di Arpi ne avevano tremila.<ref name="Livio24,47.2">{{cita|Livio|XXIV, 47.2}}.</ref>
 
I Cartaginesi furono i primi ad andare incontro ai Romani. Inizialmente si combatté al buio delle strette vie. Più tardi i cittadini di Arpi ede i Romani cominciarono a parlare tra loro. Ai primi venne chiesto per qual motivo, loro che erano Italici, avessero preferito allearsi con i Cartaginesi, facendo diventare l'Italia tributaria dell'Africa.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 47.3-5}}.</ref>
{{citazione|Gli[...] abitantiquelli di Arpi si scusarono,giustificavano sostenendodicendo diche nonessi, essereignari adi conoscenzaogni dicosa, nientedai e chemaggiorenti erano stati venduti dai loro capi adal AnnibaleCartaginese.|{{cita|Livio|XXIV, 47.6}}.}}
Alla fine il pretore di Arpi venne condotto davanti al console. Date ai Romani le dovute rassicurazioni di fedeltà, all'improvviso gli abitanti di Arpi volsero le loro armi contro i Cartaginesi, in favore dei Romani. Anche gli Iberi che erano poco meno di 1.000{{formatnum:1000}}, consegnarono a Fabio le loro insegne senza porre alcuna condizione, salvo quella di chiedere ai Romani di far uscire incolume dalla città di Arpi, il presidio cartaginese. Le porte vennero allora aperte e i Cartaginesi poterono raggiungere ''[[Salapia]]'', dove si trovava Annibale.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 47.7-9}}.</ref>
 
==Conseguenze==
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;Fonti antiche:
* {{cita libro |autore=[[Appiano di Alessandria]]|titolo=Historia Romana (Ῥωμαϊκά)|volume=VII e VIII|cid=Appiano|lingua=grc}} Versione in inglese [{{cita testo|url=http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_0.html |titolo=qui]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151120053128/http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_0.html |postscript=nessuno}}.
* {{Cita libro|autore=Polibio|wkautore=Polibio|titolo=[[Storie (Polibio)|Storie (Ἰστορίαι)]]|volume=III-XV|cid=Polibio|lingua=grc}} Versioni in inglese disponibili [{{cita testo|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Polybius/home.html |titolo=qui]|postscript=nessuno}} e [{{cita testo|url=http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.01.0234%3Abook%3D1%3Achapter%3D1 |titolo=qui]|postscript=nessuno}}.
* {{cita libro|autore=Strabone|wkautore=Strabone|titolo=Geografia|volume=V|cid=Strabone|lingua=grc}} Versione in inglese disponibile [{{cita testo|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Strabo/home.html |titolo=qui]|postscript=nessuno}}.
* {{Cita libro|autore=Tito Livio|wkautore=Tito Livio|titolo=Ab Urbe condita libri|url=httphttps://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita|volume=XXI-XXX|cid=Livio|lingua=latinola}} {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}
 
;Fonti storiografiche moderne:
* {{Cita libro|autore=John Briscoe|titolo=The Second Punic War|città=Cambridge|anno=1989|cid=Briscoe 1989|lingua=ingleseen}}
* {{Cita libro|autore=Giovanni Brizzi|wkautore=Giovanni Brizzi|titolo=Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio|anno=1997|editore=Patron|città=Bologna|ISBN=978-88-555-2419-3|cid=Brizzi 1997}}
* {{cita libro|autore=[[Gaetano De Sanctis]]|titolo=L'età delle guerre puniche|collanaopera=Storia dei Romani|città=Firenze|anno=1967|volume=vol.III, parte II|cid=De Sanctis 1967}}
* {{cita libro|autore=Theodor Mommsen|wkautore=Theodor Mommsen|titolo=Storia di Roma antica|volume=vol.II|editore=Sansoni|città=Milano|anno=2001|ISBN=978-88-383-1882-5|cid=Mommsen 2001}}
* {{cita libro|autore=André Piganiol|wkautore=André Piganiol|titolo=Le conquiste dei romani|editore=Il Saggiatore|città=Milano|anno=1989|cid=Piganiol 1989}}