Colonna Vendôme: differenze tra le versioni

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[[File:Colonne Vendôme 1.jpg|miniatura|La colonna nel 2022]]
{{F|architettura|arg2=Francia|maggio 2015}}
La cosiddetta '''colonnaColonna Vendôme''' è una [[colonna coclide]] di [[Parigi]] situata al centro delladi [[placepiazza Vendôme]], nel [[I arrondissement di Parigi|I ''arrondissement'']]. Nel corso degli anni assunse diversi nomi: "colonna d'Austerlitz", poie "colonnafatta della Vittoria", prima di diventare "colonna della Grande Armata"erigere (da non confondersi con la [[ColonnaNapoleone della Grande ArmataBonaparte]], erettaper acelebrare la [[Wimille]]Battaglia indi onoreAusterlitz|vittoria di Napoleone). È stata fatta erigereAusterlitz]], sulsu modello della [[Colonna Traiana]] a [[Roma]].
 
==Descrizione==
[[File:P1040411 Paris Ier Colonne Vendôme détail frise rwk.jpgJPG|thumbleft|upright=0.5miniatura|Colonna VendômeDettaglio neldel [[2005fregio]]]]
[[File:Colonna vendome.jpg|thumb|Altra immagine della colonna]]
È una [[colonna]] di [[bronzo]] alta 44 metri e con un diametro medio di circa 3,60 metri, posata su un basamento e sormontata da una statua di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. Il suo fusto, formato da 98 [[tamburo (architettura)|tamburi]] di pietra, è ricoperto da una spirale in bronzo fusa con 1200 [[cannone|cannoni]] presi alle armate [[Russia|russe]] e [[austria]]che (numero senza dubbio propagandistico, gli storici calcolano circa 130 cannoni presi ad [[Battaglia di Austerlitz|Austerlitz]]) e decorata, all'antica maniera, di [[bassorilievo|bassorilievi]] che rappresentano trofei e scene di battaglie. Questa spirale, lunga 280 metri e composta da 425 lastre di bronzo, fu disegnata da [[Pierre Bergeret]] ed eseguita da una squadra di [[scultore|scultori]] composta tra l'altro da [[Louis Boizot]], [[François Joseph Bosio|Bosio]], [[Lorenzo Bartolini|Bartolini]], [[Claude Ramey]], [[François Rude]], [[Corbet|Courbet]], [[Clodion (scultore)|Clodion]] e [[Henri-Joseph Ruxthiel|Ruxthiel]]. Una scala interna permette d'accedere ad una piattaforma situata sotto la statua. Risale al secondo impero la statua visibile attualmente. È opera dello scultore [[Auguste Dumont]] e rappresenta Napoleone in ''Caesar imperator'', drappeggiato in una toga corta e che porta come attributi della sua gloria, il [[gladio (arma)|gladio]], la vittoria alata e la corona imperiale di [[alloro]] I Bronzi della colonna vennero fusi con la tecnica in sabbia da J.B.Launay D'Avranches (la relazione è pubblicata nel "Manuel du fondeur sur tous metaux ecc" manuale Roret, Parigi 1827)
 
=== Colonna ===
La base della colonna Vendôme è in [[porfido]] di [[Algajola]].
La colonna Vendôme raggiunge un'altezza di 44 metri e presenta un [[diametro]] medio di circa 3,60 metri.<ref>{{Cita libro|titolo=La Lettura|volume=1|anno=1901|p=952}}</ref> Realizzata in pietra e rivestita in [[bronzo]], si erge su un [[Basamento (architettura)|basamento]] in [[porfido]] di [[Algajola]]<ref>{{Cita libro|autore=Amédée Burat|titolo=Géologie appliquée ou Traité de la recherche et de l'exploitation des minéraux utiles|anno=1843}}</ref> ed è sormontata da una statua di [[Napoleone]]. L'opera si ispira direttamente alla [[Colonna Traiana]] dei [[Fori Imperiali]] a Roma, realizzata interamente in marmo; un'ispirazione analoga informa anche la [[colonna di Luglio]], collocata in Place de la Bastille.
 
Il suo [[Fusto (architettura)|fusto]] è composto da 98 [[tamburo (architettura)|tamburi]] di pietra<ref>{{Cita web|url=https://comite-vendome.fr/en/the-vendome-column-desired-by-napoleon-1st/|titolo=The Vendôme column, desired by Napoleon 1st|autore=Comité Vendôme|data=2025|accesso=3 ottobre 2025}}
L'iscrizione dedicatoria è la seguente: «Neapolio Imp Aug, Monumentum belli Germanici anno MDCCCV (1805) trimestri spatio ductu suo profligati ex aere capto gloriae exercitus maximi dicavit» (Napoleone Imperatore Augusto, ha dedicato alla gloria della [[Grande Armata]], questa colonna, monumento creato con il bronzo conquistato al nemico durante la guerra di [[Germania]] nel 1805, guerra che, sotto il suo comando, terminò nel giro di tre mesi).
</ref> e contiene al suo interno una scala a chiocciola di 180 gradini, larga 93 centimetri. Il rivestimento bronzeo, secondo la tradizione, sarebbe stato fuso utilizzando il metallo di circa 1200 [[cannone|cannoni]] sottratti alle armate [[Russia|russe]] e [[austria]]che durante la [[Terza coalizione|guerra della terza coalizione]];<ref>{{cita libro|p=588|titolo=Manuale di scienze ed arti, ossia Repertorio metodico di storia universale, usi e costumi, mitologia, archeologia, numismatica, blasone, geografia, storia naturale, fisica, chimica, geometria, belle arti ec. ec|anno=1846|editore=Sapienza - Università di Roma}}</ref> si tratta, tuttavia, di un numero probabilmente propagandistico. La decorazione esterna, in ogni caso, è costituita da bassorilievi in stile classico raffiguranti trofei e scene belliche. Questa sequenza decorativa, lunga complessivamente 280 metri, si avvolge a spirale attorno al fusto con 22 giri e comprende 76 bassorilievi ottenuti da 425 lastre di bronzo. I disegni dei fregi in bassorilievo furono commissionati nel 1806 agli artisti [[Pierre-Nolasque Bergeret]], [[François Mazois]] e [[Benjamin Zix]]. La direzione dei lavori fu affidata a [[Dominique Vivant Denon]], che incaricò della realizzazione plastica dei rilievi un gruppo composto sia da scultori affermati sia da giovani talenti emergenti:<ref>{{cita web|url=https://www.napoleon.org/histoire-des-2-empires/articles/autour-de-la-colonne-de-la-grande-armee/|autore=Jean-Marie Darnis|titolo=Autour de la colonne de la Grande Armée|lingua=fr}}</ref>
{{div col}}
* [[Lorenzo Bartolini]],
* [[Simon-Louis Boquet]],
* [[François-Joseph Bosio]],
* [[Jacques-Antoine Bouilliet]],
* [[Pierre-Charles Bridan]],
* [[Charles Antoine Callamard]],
* [[Pierre Cardelli]],
* [[Julie Charpentier]],
* [[Clodion]],
* [[Charles-Louis Corbet]],
* [[François Delaistre|François-Nicolas Delaistre]],
* [[Louis Pierre Deseine]],
* [[Jacques-Edme Dumont]],
* [[Antoine-Léonard Dupasquier]],
* [[Augustin-Félix Fortin]],
* [[Jean-Joseph Foucou]],
* [[Guillaume Francin]],
* [[Edme Gaulle]],
* [[Antoine-François Gérard]],
* [[Edme-François-Étienne Gois|Edme-Étienne-François Gois fils]],
* [[Jean-François Lorta]],
* [[Jean-Robert-Nicolas Lucas de Montigny|Jean-Robert-Nicolas Lucas]],
* [[Antoine Mouton dit Moutony|Antonio Moutoni]],
* [[Pierre Petitot]],
* [[Joseph-Gaspard Picard]],
* [[Jean-Martin Renaud]],
* [[François Rude]],
* [[Henri-Joseph Rutxhiel]],
* [[Jean-Baptiste Stouf]],
* [[Charles-Auguste Taunay]],
* [[Louis-Simon Boizot]],
* [[Guillaume Boichot]],
* [[Pierre-Nicolas Beauvallet]].
{{div col end}}
[[File:Colonne Vendôme Détails 2.jpg|thumb|Una delle [[aquile]] del basamento. L'[[Aquila (storia romana)|aquila, sin dall'epoca romana]], è simbolo di sovranità e dominio sui popoli]]
La scala interna conduce a una piattaforma posta immediatamente al di sotto della statua sommitale. L'attuale statua, risalente al periodo del [[Secondo Impero francese|Secondo Impero]], è opera dello scultore [[Auguste Dumont]]. Essa raffigura [[Napoleone Bonaparte]] nelle vesti di ''[[imperatore romano|Caesar imperator]]'', drappeggiato in un mantello corto e accompagnato dagli attributi della sua gloria: il [[gladio (arma)|gladio]], la [[Vittoria (divinità)|vittoria alata]] e la corona imperiale di [[alloro]].
 
Sul piedistallo, sopra l'ingresso del lato sud, è riportata la seguente iscrizione:
La colonna Vendôme è un'imitazione della [[colonna di Traiano|colonna Traiana]], interamente in [[marmo]], di [[Roma]] antica. A Parigi, nello stesso stile del monumento, si trova anche la [[colonna di luglio]] (''colonne de Juillet'') in [[place de la Bastille]].
{{citazione|Napoleone Imperatore Augusto consacrò alla gloria della [[Grande Armata]] questa colonna formata dal bronzo conquistato dal nemico durante la guerra di Germania, vinta sotto il suo comando nel 1805 nell'arco di tre mesi||{{maiuscoletto|NEAPOLIO IMP AVG<br /><small>MONVMENTVM BELLI GERMANICI<br />ANNO MDCCCV<br />TRIMESTRI SPATIO DVCTV SVO PROFLIGATI<br />EX AERE CAPTO<br />GLORIAE EXERCITVS MAXIMI DICAVIT</small>}}|lingua=la}}
<gallery caption="Piedistallo e iscrizione" mode="packed">
File:P1040410 Paris Ier colonne Vendôme socle rwk.JPG|Piedistallo.
File:Vendôme dédicace.jpg|Iscrizione.
</gallery>
 
=== Tre statue di Napoleone ===
==Storia della colonna==
[[File:Napoléon Vendôme.jpg|thumb|''Napoléon en César'', statua realizzata da [[Auguste Dumont]] (replica della statua di [[Antoine Denis Chaudet|Chaudet]])]]
La place Vendôme, voluta da [[Luigi XIV di Francia|Luigi XIV]], e disegnata da [[Jules Hardouin Mansart]] e aveva al suo centro una [[statua equestre]] del Re Sole. La piazza era denominata ''piazza Luigi il Grande''. Nel [[1792]] i rivoluzionari distrussero la statua, simbolo del potere reale.
La prima statua di Napoleone in veste di [[imperatore romano]] fu realizzata dallo scultore [[Antoine Denis Chaudet]]: si trattò della più importante commissione pubblica assegnata all’artista, che vi dedicò gli ultimi anni della sua vita prima di morire in condizioni di sfinimento. La scultura fu fusa nel 1808 e collocata sulla sommità della colonna il 5 agosto 1810, pochi giorni prima dell'inaugurazione ufficiale del monumento, avvenuta il 15 agosto dello stesso anno. Rimossa nel 1814, la statua fu successivamente fusa nel 1818; l’unico elemento conservato fu il globo della Vittoria, in seguito riutilizzato nella replica di Dumont nel 1863.
 
Durante la [[Monarchia di Luglio]], una nuova statua di Napoleone, raffigurato in redingote in veste di [[caporale]], venne scolpita da [[Charles Émile Seurre]] e posizionata sulla colonna il 28 luglio 1833, alla presenza del re [[Luigi Filippo]]. L’effigie misura 3,50 metri di altezza e pesa 4,5 tonnellate. Rimossa nel 1863, fu successivamente esposta fino al 1870 all’incrocio di Courbevoie, oggi Place de la Défense, e dal 1911 si trova nel cortile d’onore dell’[[Hôtel des Invalides]].
Nel [[1800]] un decreto prende in considerazione la costruzione di una colonna, nel capoluogo di ogni [[Dipartimenti francesi|dipartimento]], e dedicata ''ai prodi del dipartimento''. A Parigi, il 20 marzo (29 [[Ventoso]] anno VIII) [[Napoleone Bonaparte|Bonaparte]] Primo Console decise di far erigere una ''colonna nazionale'' in [[place de la Concorde]], dedicata alla Nazione e una dipartimentale in place Vendôme. La colonna nazionale non fu mai costruita, per quella progettata per la ''place des Piques'' (o Vendôme) fu posata solo la prima pietra il 14 luglio 1800 (25 [[Messidoro]] Anno VIII) da [[Luciano Bonaparte|Luciano]], fratello di Napoleone Bonaparte e ministro dell'Interno e non fu portata a termine. L'idea fu ripresa nel 1803 dal Primo Console che confermò l'erezione di una colonna in place Vendôme «''come quella innalzata a Roma, in onore di [[Traiano]]''», ornata di 108 simboli dei dipartimenti disposti in spirale e sormontata dalla statua di [[Carlo Magno]]. In un primo tempo dedicata alla ''Gloria del Popolo Francese'', la colonna diventerà ben presto ''alla gloria di Napoleone''. Ma la costruzione fu lenta e bisognò attendere il [[1805]] e la fusione del 1200 cannoni presi al nemico (in totale 180 [[tonnellata|tonnellate]]) perché il progetto, rilanciato da [[Vivant Denon]], procedesse. Compiuta nel [[1810]] e dedicata alla gloria delle armate vittoriose, la colonna fu denominata ''colonna della Grande Armata''. Una statua di Napoleone in ''veste cesarea'' dello scultore [[Antoine-Denis Chaudet]] (1763-1810) fu posta sulla sommità.
 
Nel 1863, su iniziativa di [[Napoleone III]], la statua di Seurre fu sostituita da una nuova scultura realizzata da [[Auguste Dumont]], copia della statua originaria di Chaudet. L’inaugurazione ebbe luogo il 4 novembre dello stesso anno. La statua attualmente visibile sulla colonna è quella di Dumont, restaurata e nuovamente inaugurata il 28 dicembre 1875. Rispetto all’originale, in cui Napoleone teneva il globo della Vittoria nella mano sinistra e la spada nella destra, nella versione di Dumont l’imperatore impugna la spada con la sinistra, mentre nella destra regge il globo, proveniente dalla statua di Chaudet.
Nel [[1814]] la statua fu tolta dalle truppe alleate che occupavano Parigi e sostituita da una bandiera bianca ornata da [[giglio araldico|gigli]] durante la [[Restaurazione]]. Nel [[1818]], la statua fu fusa per realizzare la statua equestre di [[Enrico IV di Francia|Enrico IV]] sul [[Pont Neuf]].
 
==Storia==
Durante la [[monarchia di Luglio]] una nuova statua dell'imperatore, il ''Piccolo Caporale'', opera di [[Charles Émile Seurre]], (oggi agli [[Hôtel des Invalides|Invalides]]), viene collocata sulla sommità della colonna il 21 giugno [[1833]], alla presenza di [[Luigi Filippo di Francia|Luigi Filippo]], preoccupato di procurarsi un po' della gloria dell'[[Primo Impero francese|Impero]]. L'effigie misura 3,50 metri di altezza. [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]], ritenne che questa preziosa statua fosse in pericolo sulla sommità della colonna, la fece togliere e sostituire con una copia della prima statua in imperatore romano di Chaudet, realizzata dallo scultore [[Auguste Dumont]]. È questa statua, ripristinata, che si può vedere oggigiorno. Con la sola differenza che Chaudet aveva rappresentato l'Imperatore che reggeva con la sua mano sinistra il globo della vittoria e la sua spada era impugnata dalla mano destra mentre Dumont ha rappresentato Napoleone che impugna con la sua mano sinistra la spada e il globo della vittoria è sostenuto dalla sua mano destra.
[[File:Statue aux invalides.jpg|thumb|Il ''Napoleone'' di [[Charles Émile Seurre]], oggi agli Invalides, sovrastò la colonna durante la Monarchia di Luglio e la Seconda Repubblica]]
=== Costruzione ===
La Place Vendôme fu voluta da [[Luigi XIV]] e progettata dall’architetto [[Jules Hardouin-Mansart]]. In origine, al centro della piazza si trovava una statua equestre del Re Sole, e l’area fu denominata Place Louis-le-Grand in suo onore. Nel 1792, durante la [[Rivoluzione francese]], la statua fu abbattuta dai rivoluzionari, in quanto simbolo dell'[[assolutismo monarchico]].
 
Nel 1800, un decreto stabilì la costruzione di una colonna commemorativa in ciascun capoluogo di dipartimento, da dedicare «''aux braves du département''» [ai temerari del dipartimento]. A Parigi, il 20 marzo (29 ventoso dell'anno VIII), il [[Primo Console]] [[Napoleone Bonaparte]] dispose l’erezione di due colonne: una nazionale, da collocarsi in [[Place de la Concorde]] e dedicata alla Nazione (mai realizzata), e una dipartimentale, destinata a Place Vendôme, all’epoca denominata Place des Piques. La prima pietra di quest’ultima fu posata il 14 luglio 1800 (25 messidoro dell’anno VIII) da [[Lucien Bonaparte]], ministro dell’Interno e fratello di Napoleone.
===Abbattimento e ricostruzione===
[[File:Colonne vendome.jpg|thumb|upright=1.4|La statua di Napoleone a terra nel 1871]]
[[File:Franck, Colonne Vendôme, 1871.jpg|thumb|upright=1.4|left|La colonna abbattuta, fotografata da Franck]]
L'episodio più drammatico accade nel [[1871]], all'epoca dell'insurrezione della [[Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]]. È il pittore [[Gustave Courbet]] che per primo indirizza una petizione al governo della Difesa nazionale il 14 settembre [[1870]] chiedendo «di demolire la colonna, o che egli stesso voglia prenderne l'iniziativa, dando l'incarico all'amministrazione del Museo dell'artiglieria, e facendo trasportare i materiali all'[[Hôtel des Monnaies (Parigi)|hôtel de la Monnaie]]». Aveva l'intenzione di farla ricostruire agli Invalides. Ma l'insurrezione della Comune di Parigi prende il potere e questa volta gli obiettivi sono altri:
:«La Comune di Parigi considera che la colonna imperiale della place Vendôme sia un monumento di barbarie, un simbolo di forza bruta e di falsa gloria, una affermazione di militarismo, una negazione del diritto internazionale, un insulto permanente dei vincitori ai vinti, un attentato continuo ad uno dei tre grandi principi della Repubblica: la fratellanza!».
 
Il progetto, inizialmente rallentato, fu ripreso nel 1803 dallo stesso Primo Console, che confermò l’intenzione di erigere una colonna in Place Vendôme «sul modello di quella costruita a Roma in onore di Traiano», da ornare con 108 figure rappresentanti i dipartimenti francesi, disposte a spirale, e da sormontare con una statua di [[Carlo Magno]]. In origine dedicata alla «gloria del popolo francese», la colonna fu presto riconsacrata «alla gloria di Napoleone I».
Courbet, trascinato nella bufera non può riformare la propria decisione e, un po' suo malgrado, porterà storicamente la responsabilità della distruzione della colonna.
 
Il 16 maggio [[1871]], la colonna viene abbattuta davanti ad una folla in festa<ref>[http://www.library.northwestern.edu/spec/siege/images/par00788.jpg (Foto: la colonna a terra)]</ref><ref>{{Cita web|url = http://www.raspouteam.org/1871/?p=3028|titolo = La Commune de Paris, 1871 by RaspouTeam » Destruction de la colonne Vendôme|accesso=11 febbraio 2016|sito = www.raspouteam.org|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20160222202422/http://www.raspouteam.org/1871/?p=3028|dataarchivio = 22 febbraio 2016}}</ref>. Dopo la caduta della Comune, le lastre di bronzo vengono recuperate e la colonna è ricostruita come la si vede oggi. Courbet è condannato a pagare i costi di ricostruzione ma muore prima della scadenza della prima rata.
La costruzione procedette lentamente fino al 1805, quando, grazie alla fusione di cannoni catturati principalmente agli eserciti russo e austriaco, il progetto ricevette nuovo slancio sotto l’impulso di [[Dominique Vivant Denon]]. Completata nel 1810, la colonna fu dedicata alla gloria delle armate napoleoniche vittoriose e denominata «Colonne de la Grande Armée». Sulla sommità fu collocata una statua di Napoleone nelle vesti di imperatore romano, scolpita da Antoine Denis Chaudet.
 
[[File:Fier detre francais colonne vendome gravure caroline naudet 1819.png|thumb|left|Caricatura di [[Caroline Naudet]] nel 1819 raffigurante degli ufficiali francesi mentre ammirano la Colonna. In basso vi è l'iscrizione: «''Ah ! qu'on est fier d'être Français, quand on regarde la Colonne''» [Ah! Come siamo fieri di essere francesi quando guardiamo la Colonna] ]]
=== Cambiamenti di statua ===
Nella primavera del 1814, durante l'[[Occupazione della Francia (1815-1818)|occupazione di Parigi da parte delle truppe della coalizione antifrancese]], la statua di Napoleone fu rimossa su iniziativa di [[Jacques Marie Armand Guerry de Beauregard]] e di [[Sosthènes de La Rochefoucauld]]. Durante la [[Restaurazione]], al suo posto fu issata una bandiera bianca ornata di gigli, simbolo della monarchia borbonica. Le sorti del metallo della statua originaria sono oggetto di interpretazioni divergenti: secondo una testimonianza coeva, esso sarebbe stato riutilizzato per la fusione del Monumento a Luigi XIV in [[Place des Victoires]], inaugurato nel 1822;<ref>{{Cita libro|titolo=Mémoires relatifs à la Révolution française. Mémoires de Lombard de Langres, ancien ambassadeur en Hollande|editore=Ladvocat, libraire|anno=1823|volume=II|p=70}}</ref> secondo il [[Musée d’Orsay]], invece, servì alla realizzazione della statua equestre di Enrico IV, collocata nel 1818 sul [[Pont Neuf]].<ref>{{cita web |autore=France Debuisson|titolo=Colonne Vendôme, ou Colonne de la Grande Armée, ou Monument à Napoléon Ier |url=https://anosgrandshommes.musee-orsay.fr/index.php/Detail/objects/5025 |editore=[[musée d'Orsay]] |anno=2020 |accesso=13 giugno 2020}}</ref>
 
Nel medesimo anno, il ''[[Goguette|goguettier]]'' [[Émile Debraux]] compose la canzone ''La Colonne'', in omaggio al monumento e a Napoleone I. Il brano conobbe un immediato successo e contribuì a lanciare la carriera dell’autore, godendo di una lunga popolarità: attualmente, tuttavia, la composizione è caduta nell’oblio.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Gaetano Manfredonia|titolo=La chanson anarchiste en France des origines à 1914|lingua=fr|città=Paris|editore=L'Harmattan|anno=1997|isbn=2-7384-6080-1|p=32}}</ref>
 
[[File:CanellaVendome.jpg|thumb|[[Carlo Canella]], ''Louis-Philippe inaugurant la statue de Napoléon sur la colonne Vendôme'', Parigi, musée Carnavalet.]]
Durante la Monarchia di Luglio, una nuova statua dell’imperatore, raffigurato nelle vesti di [[caporale]], fu realizzata dallo scultore [[Charles Émile Seurre]] e collocata sulla sommità della colonna il 28 luglio 1833, alla presenza del re Luigi Filippo. Il gesto si inseriva in una strategia simbolica volta a richiamare l’eredità dell’Impero e ad appropriarsene politicamente. L’opera è attualmente conservata presso l’Hôtel des Invalides.
 
Nel 1863, Napoleone III, ritenendo che la statua fosse esposta a rischi in ragione della sua posizione elevata, ne ordinò la rimozione. Essa fu sostituita da una nuova scultura, replica della statua originaria di Antoine Denis Chaudet, realizzata da Auguste Dumont. La statua di Seurre venne esposta su un piedistallo presso la rotonda di Courbevoie fino all’assedio di Parigi del 1870, dopodiché fu smontata e messa in sicurezza.<ref name="D1958">{{Cita web|url=http://defense-92.fr/histoire|titolo=Histoire de La Défense|accesso=3 ottobre 2025}}</ref><ref name="HD">{{Cita web|url=http://www.paris-unplugged.fr/1958-histoire-de-la-defense/|titolo=1958 – Histoire de la Défense|accesso=3 ottobre 2025}}</ref>
=== Distruzione durante la Comune ===
{{vedi anche|Comune di Parigi}}
[[Karl Marx]] aveva anticipato profeticamente il crollo della Colonna Vendôme nel suo pamphlet politico ''[[Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte]]'', un’opera fortemente critica nei confronti di [[Napoleone III]]. In chiusura del testo, Marx scriveva: «Ma se il mantello imperiale cadrà finalmente sulle spalle di Luigi Bonaparte, la statua di bronzo di Napoleone cadrà dall'alto della Colonna Vendôme».<ref>{{Cita libro|autore=Karl Marx, Friedrich Engels|titolo=Collection complète de compositions|lingua=fr|ed=2|volume=8|p=217}}</ref> Nel 1871 Marx avrebbe poi visto con i suoi occhi l’avverarsi della sua profezia.
 
[[File:Souvenirs de la Commune de Paris, renversement de la colonne Vendôme, 1871.jpg|thumb|Autore sconosciuto, ''Souvenirs de la Commune de Paris, renversement de la colonne Vendôme'' (1871)]]
In seguito alla proclamazione della [[Terza Repubblica francese]], il 4 settembre 1870, il pittore [[Gustave Courbet]] — figura di rilievo dell’ambiente artistico e politico parigino — indirizzò infatti una petizione al Governo della Difesa Nazionale, datata 14 settembre. In essa proponeva il «trasferimento» della Colonna Vendôme, chiedendo che fosse smantellata sotto la supervisione dell’amministrazione del Museo dell’Artiglieria, e che i materiali fossero depositati presso l’Hôtel de la Monnaie. Courbet auspicava la ricostruzione del monumento agli Invalides, con l’intento di erigere una nuova colonna sormontata da un [[berretto frigio]] e dedicata alla “Repubblica universale”.<ref>{{cita libro|autore=Charles Fegdal|lingua=fr|titolo=Dans notre vieux Paris|città=Paris|editore=Librairie Stock, Delamain, Boutelleau & Cie|anno=1934|p=68}}</ref> Questa proposta rimase priva di esito.
 
Durante l’insurrezione della [[Comune di Parigi]] (marzo–maggio 1871), la distruzione del monumento assunse una connotazione più apertamente radicale e rivoluzionaria. Un decreto ufficiale della Comune, datato 12 aprile 1871, venne pubblicato sul ''Journal officiel de la République française'':<ref>{{Cita web|url=http://classes.bnf.fr/rendezvous/pdf/Revol5_DrapeauR.pdf|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20181029031056/http://classes.bnf.fr/rendezvous/pdf/Revol5_DrapeauR.pdf |autore=Caroline Doridot|titolo=Le drapeau rouge au XIX. Focus sur la Révolution de 1848 et la Commune|editore=[[Bibliothèque nationale de France]], Action pédagogique|p=5}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k2095533h/f1|titolo=Décret du 12 avril 1871, Journal officiel de la République française, n° 103, 14 avril 1871, p. 275|accesso=3 ottobre 2025|dataarchivio=Gallica, Bibliothèque nationale de France}}</ref>
{{citazione|La Comune di Parigi, considerando che la colonna imperiale di Place Vendôme è un monumento alla barbarie, un simbolo di forza bruta e falsa gloria, un'affermazione del militarismo, una negazione del diritto internazionale, un insulto permanente dei vincitori ai vinti, un attacco perpetuo a uno dei tre grandi principi della Repubblica francese, la fraternità, decreta: ''Articolo unico''. La colonna Vendôme sarà demolita.||
La Commune de Paris, considérant que la colonne impériale de la place Vendôme est un monument de barbarie, un symbole de force brute et de fausse gloire, une affirmation du militarisme, une négation du droit international, une insulte permanente des vainqueurs aux vaincus, un attentat perpétuel à l'un des trois grands principes de la République française, la fraternité, décrète : ''Article unique''. La colonne Vendôme sera démolie|lingua=fr}}
 
La demolizione della Colonna Vendôme fu inizialmente programmata per il 5 maggio 1871, in coincidenza con l’anniversario della morte di Napoleone Bonaparte.<ref>{{cita libro|autore=Charles Chassé|titolo=Napoléon par les écrivains|p=174 |città=Paris|editore=Hachette |anno=1921}}</ref> Tuttavia, a causa del deteriorarsi della situazione militare, l’operazione fu rinviata più volte. La cerimonia di abbattimento ebbe infine luogo, malgrado notevoli difficoltà tecniche, il 16 maggio 1871 alle ore 17:30, tra le acclamazioni della folla presente. Le placche in bronzo che rivestivano il fusto furono recuperate, mentre il globo della Vittoria, elemento originario del 1810, andò perduto. L’evento fu documentato dal fotografo [[Bruno Braquehais]], che realizzò una serie di immagini intitolata ''La chute de la colonne Vendôme'' [La caduta della colonna Vendôme]. La distruzione del monumento fu successivamente evocata con rammarico e costernazione da [[Victor Hugo]] nella raccolta ''L’Année terrible''.
<gallery mode="packed" heights="200">
File:L’Année terrible (1874) Illustr. p.157.jpg|Incisione di [[Daniel Vierge]] a illustrazione del capitolo «Mai» [Maggio] de ''L'Année terrible'' di [[Victor Hugo]] (edizione del 1874).
File:Les oeuvres de la Commune, de Lançon.jpg|La colonna immediatamente dopo la sua caduta ripresa da [[Auguste Lançon]].
File:Colonne Vendôme à terre.jpg|[[Bruno Braquehais]], ''Statue de Napoléon I après la chute de la colonne Vendôme'', fotografia datata 1871.
File:Franck, Colonne Vendôme, 1871.jpg|Demolizione della colonna, fotografia scattata il 16 maggio 1871 da [[François Franck]].
</gallery>
 
=== Ricostruzione nel 1873===
[[File:Vendome column reconstruction 1873.jpg|thumb|Ricostruzione della colonna nel 1873]]
 
Dopo la caduta della Comune di Parigi, nel maggio 1873 il nuovo presidente della Repubblica [[Patrice de Mac-Mahon]] decise di procedere alla ricostruzione della Colonna Vendôme, addebitandone le spese a Gustave Courbet, ritenuto responsabile della sua demolizione. L’importo previsto ammontava a 323.091,68 franchi, da corrispondere da parte dell’artista con rate annuali di circa 10.000 franchi per un periodo di trentatré anni. Courbet morì il 31 dicembre 1877, alla vigilia del primo pagamento, a causa di una malattia epatica aggravata da abitudini di vita intemperanti.<ref>{{cita web|url=http://www.luciendescaves.fr/Le-journaliste/Chroniques/Chroniques-historiques/31-Gustave-Courbet-et-la-Colonne-Vendome-10-janvier-1928|lingua=fr|titolo=Chroniques Historiques : Gustave Courbet et la Colonne Vendôme|autore=Lucien Descaves|sito=luciendescaves.fr|data=10 gennaio 1928|accesso=12 ottobre 2015}}</ref>
 
I lavori di ricostruzione, in ogni caso, furono avviati nel 1873 e conclusi nel 1875 sotto la direzione dell’architetto [[Alfred-Nicolas Normand]]. L’impresa incaricata della realizzazione fu la Gaget Gauthier et Cie, con sede al 25 di rue de Chazelles.<ref>{{cita web|url=http://www.carnavalet.paris.fr/fr/collections/reconstruction-de-la-colonne-vendome|titolo=Reconstruction de la Colonne Vendôme|autore=[[Musée Carnavalet]]}}</ref><ref>{{cita web|url=http://lafabriquedeparis.blogspot.fr/2013/04/la-liberte-eclairant-la-rue-de-chazelles.html|titolo=La Liberté éclairant la rue de Chazelles|lingua=fr|autore=Denis Cosnard|sito=lafabriquedeparis.blogspot.fr|data=14 aprile 2013|accesso=12 luglio 2016}}</ref>
 
Il 17 dicembre 1873, l’articolo firmato Chrysale (pseudonimo di [[Albert Blanquet]]) sulla rivista ''La Liberté'' criticò la ricostruzione, sottolineando come questa non avesse tenuto conto dei progetti originali di Jean-Baptiste Lepère e Pierre-Nicolas Gondouin. In risposta, si segnalò che una copia di tali progetti era stata proposta dall’architetto Dusillion, il quale si offrì di dirigere gratuitamente i lavori, proposta tuttavia non accolta.<ref>{{cita pubblicazione|autore=Albert Blanquet|titolo=Hommes et Choses|lingua=fr|editore=La Liberté|data=17 dicembre 1873|p=3|url=https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k4779322t/f3}}</ref>
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==Note==
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==Voci correlate==
*[[Comune di Parigi (1871)]]
*[[Napoleone Bonaparte]]
*[[Gustave Courbet]]
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