Monastero di Astino: differenze tra le versioni
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Il '''monastero di Astìno''' si trova nella [[valle di Astino|valle]] omonima, nel territorio del comune di [[Bergamo]], presso il quartiere di [[Longuelo]].
Si tratta di un complesso monastico plurisecolare di origine [[Congregazione
==Valle d'Astino==
L'area in cui sorge il [[monastero]], la piccola [[valle di Astino]], è inserita nel sistema dei [[Parco dei Colli di Bergamo|colli di Bergamo]], strettamente adiacente alla parte [[ovest|occidentale]] della città, ed è caratterizzata e identificata dalla presenza del monastero a cui è stata simbolicamente connessa {{
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La valletta, di grande bellezza paesaggistica, mantiene tuttora, per quanto antropizzata, le caratteristiche di un'[[oasi (area protetta)|oasi]] agricola racchiusa tra i boschi dell'Allegrezza e il colle della Benaglia, che pur separadola dall'anfiteatro su cui campeggia Bergamo Alta ne permette la vista.
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Un reticolo viario, che ha il suo [[fulcro]] nel monastero, percorre la valle collegandola a [[est|oriente]] con la città di Bergamo e a occidente con la [[Valle San Martino]].
La strada che collega la valle, attraverso Borgo Canale, con Città Alta è
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[[
Il monastero di Astino fu fondato attorno al [[1070]] da alcuni [[Congregazione
Non c'è certezza storica sulla sua data di fondazione indicata da alcuni nel [[1107]], come indicato in un atto di vendita rogato dal notaio Arnaldo a favore di Bonifacio orefice di Bergamo, che fece dono di un terreno ad Astino per potervi edificare il convento monastico dei monaci di Vall'ombrosa, detto personaggio si sarebbe poi unito ai monaci e inserito nel registro dei benefattori.<ref>{{cita libro|autore=Giuseppe Ronchetti|titolo=Memorie istoriche della città e chiesa di Bergamo|anno=1805|citazione=Conservatori nell'archivio del Monistero d'Astino una raguardevole carta del 1107 cioè il contratto di compera di un campo nel luogo d'Astino appresso la Città destinato per fabbricarvi il detto ministero, che fu dato ai Monaci dell'ordine di Vall'ombrosa. Chi ne fece la compera fu un Bonifacio orefice della città di Bergamo, che sborzò quindici lire di nuoni denari d'argento […]}}</ref> da altri attorno al [[1070]] mentre è certo che {{
La [[chiesa (architettura)|chiesa]] del Santo Sepolcro in stile [[Architettura romanica|romanico]], e la relativa [[abbazia]] costituirono il primo nucleo
===L'evoluzione===
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Il monastero, dopo una prima breve fase d'incertezza, ebbe, grazie al prestigio di Bertario e dei suoi successori, un periodo continuo di sviluppo in cui donazioni da parte di privati e di enti ne permisero l'ampliamento e il successo economico.
Il comune di Bergamo fu uno dei più importanti donatori, donò fra l'altro {{
Dopo la morte di Bertario, 4 giugno [[1128]], divenne abate Maifredo da Asti, un altro grande personaggio, sotto il cui governo furono istituiti l'Ospedale del Santo Sepolcro di Astino e una istituzione di beneficenza a favore dei poveri e dei carcerati.
Le donazioni continuarono copiose anche con i successori di Maifredo, anche dopo il [[1305]], data in cui l'Ospedale del Santo Sepolcro, unitamente al monastero
===L'epilogo===
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Il monastero di Astino, come tutta la comunità bergamasca, fu coinvolto nella contrapposizione [[XV secolo|quattrocentesca]] tra i [[Visconti]] e [[Repubblica di Venezia|Venezia]] che segnò l'inizio della sua decadenza.
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A inizio 2012 viene annunciato che il complesso di Astino verrà recuperato e ospiterà la scuola di alta specializzazione post universitaria dell'ADAPT (l'"Associazione per gli studi internazionali sul diritto del lavoro e le relazioni industriali"). I lavori vengono terminati nel maggio del 2015<ref>[http://www.ecodibergamo.it/stories/Cultura%20e%20Spettacoli/astino-il-gioiello-torna-a-brillareguarda-il-video-dentro-il-monastero_1120426_11/ Astino, il gioiello torna a brillare]</ref>.
Inoltre i campi che lo circondano verranno dati in affitto a giovani imprenditori agricoli, che li coltiveranno secondo metodo biologico<ref>
==La chiesa del Santo Sepolcro==
Parte del complesso monastico di Astino, documentata nel 1107 e consacrata alla fine del [[1117]],<ref name=Ronanico>{{cita libro|autore=Lorenzo Moris, Alessandro Pellegrini|titolo=Sulle tracce del romanico in provincia di Bergamo |città= Bergamo|editore=Provincia di Bergamo|anno=2003}}</ref> con la dedicazione al Santo Sepolcro e la posa nell'altare maggiore della reliquia del sepolcro alla presenza del vescovo [[Ambrogio III di Mozzo|Ambrogio III]] di Bergamo e Arderico vescovo di Lodi.<ref>{{cita libro|autore=Lorenzo Dentella|titolo=I vescovi di Bergamo (notizie storiche)|editore=Editrice Sant'Alessandro|città=Bergamo|anno=1939|p=28}}</ref> Nel [[XVI secolo]] per volontà dell'abate Silvestro de' Benedictis l'edificio di culto fu ampliato con l'aggiunta della cappella dedicata al Santo Sepolcro.
La sua struttura architettonica si sviluppa secondo una geometria a croce commissa
L'[[altare maggiore]], in posizione leggermente sopraelevata, si trova tra l'altare di [[San Martino]] e quello degli [[Evangelisti]], entrambi anteriori al [[1140]], situati rispettivamente nel braccio di sinistra e di destra del transetto.
Il [[Coro (architettura)|coro]] [[XVIII secolo|settecentesco]] è dominato dall'altare maggiore dietro cui è posto.
Sul lato sinistro della navata si trovano, all'inizio, la cappella del Santo Sepolcro e, subito dopo, quella di san Giovanni Gualberto, fondatore della [[Congregazione
La [[Volta (architettura)|volta]] della navata è a botte mentre quella del transetto è a crociera, anticamente la copertura era a capriate, a testimonianza fono visibili i fori d'imposta e sotto le falde del tetto la presenza di travature sulla navata.
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La facciata della chiesa presenta un [[nartece]] ad archi a tutto sesto, retti da due colonne centrali e da due semicolonne laterali.
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==Bibliografia==
* ''Il monastero restituito. Astino: la storia, il restauro, le opere ritrovate'', a cura di Alessandra Civai, catalogo della mostra, Bergamo 2016.
* Enrico Sartoni, ''Santo Sepolcro di Astino'', in ''I Vallombrosani in Lombardia (XI-XVIII secolo)'', A cura di F. Salvestrini, Milano-Lecco: ERSAF, 2011, pp. 130–157.
* Fulvio Adobati, Moris Lorenzi. ''Astino e la sua valle''. Clusone, Ferrari editrice, 1997.
* Mario Locatelli. ''Bergamo nei suoi monasteri''. Bergamo ed. Il Conventino, 1986.
* Mario Lupo. ''Codex diplomaticus civitatis et ecclesiae Bergomatis''. Bergamo, 1784-1788.
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* {{cita libro|autore=Lorenzo Moris, Alessandro Pellegrini|titolo=Sulle tracce del romanico in provincia di Bergamo|città=Bergamo|editore=Provincia di Bergamo|anno=2003}}
* {{cita libro|autore=Lorenzo Dentella|titolo=I vescovi di Bergamo (notizie storiche)|editore=Editrice Sant'Alessandro|città=Bergamo|anno=1939}}
==Voci correlate==
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==Altri progetti==
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== Collegamenti esterni ==
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