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==Esempi nel mondo dell'arte ==
Il mondo dell’arte ha spesso giocato sul concetto di verità, sulla contrapposizione tra il vero e il falso e su come quest’ultimo possa essere spacciato per verità. Un esempio calzante è fornito da un film del 1997, [[Sesso & potere]], che vede [[Robert De Niro]] e [[Dustin Hoffman]] - rispettivamente nei panni di Conrad Brean, uno [[spin doctor]], e di Stanley Motss, un produttore cinematografico - giocare con la verità: essi architettano un conflitto immaginario contro l’Albania per distrarre l’opinione pubblica da uno scandalo sessuale, che havedeva coinvolto il presidente americano. Grazie alle abilità cinematografiche di Motss, la guerra prende forma, attraverso immagini fittizie diveicolate dai media rappresentanti bombardamenti, villaggi in fiamme, profughi in fuga, veicolate dai media. In questo modo la finzione (la guerra) diventa realtà, solo perché si ha la possibilità di presumere che sia vera. <ref>{{cita web| url= https://en.wikiquote.org/wiki/Wag_the_Dog| titolo= Wag The Dog| sito= [[Wikiquote]]| citazione= The war ain't over til I say it's over. This is my picture.| accesso= 20 novembre 2017}}</ref> .
 
Una situazione analoga si presenta nel primo episodio della serie televisiva britannica [[The Thick of It]], in cui lo spin doctor Malcolm Tucker cerca di convincere l’appena,il elettoneoeletto ministro Hugh Abbot, del fatto che un annuncio mai pronunciato possaavrebbe potuto improvvisamente diventare reale. <ref> {{cita news| autore= Matthew d’Ancona|url= https://www.theguardian.com/books/2017/may/12/post-truth-worst-of-best-donald-trump-sean-spicer-kellyanne-conway |titolo= Ten alternative facts for the post-truth world |pubblicazione= [[The Guardian]] |data= 12 maggio 2017| lingua= inglese |citazione= Yes, well, the announcement that you didn’t make today - you did | accesso= 20 novembre 2017 }} </ref>. E’È lo stesso principio che viene applicato dal cosiddetto [[Ministero della verità]] (in [[neolingua]] '''Miniver''') nel celebre romanzo distopico di [[George Orwell]], [[''1984'']] . Il romanzo può essere considerato uno degli esempi più validi di post-verità: al suo interno, la realtà non è mai definita, ma viene continuamente distorta per soddisfare le esigenze del [[Socing]]. In questo modo, attraverso gli strumenti nelle mani del partito - Ministero della Verità, [[psicopolizia]], [[neolingua]] - una guerra dichiarata all’Eurasia può essere improvvisamente sostituita da una guerra contro l’Estasia, senza che rimanga traccia del presunto conflitto con l’Eurasia. Una tale manipolazione della realtà avviene attraverso la modifica o la distruzione di tracce del passato e di documenti storici, ciò che viene definito [[revisionismo]]. Data l’assenza di fonti attendibili e di prove, risulta quasi impossibile distinguere la verità dalla menzogna: “Tutto«Tutto svaniva nella nebbia. Il passato veniva cancellato, la cancellazione dimenticata, e la menzogna diventava realtà.” »<ref> {{cita libro | titolo= [[1984]] | autore= [[George Orwell]] | traduttore= Stefano Manferlotti | editore= Oscar Mondadori | città= Cles | anno= 2015 | capitolo= cap. VII p.79}} </ref>.
 
Ha scritto [[Daniele Bresciani]] su [[Il Libraio]]: «È la tanto citata ''post-verità'', tirata in ballo per le cantonate dei sondaggi pre-Brexit e pre-Trump (di cui parla anche [[Annamaria Testa]] su ''Internazionale''). In poche parole c’è chi per mestiere diffonde bufale in rete e se oggi quasi la metà della popolazione sceglie di informarsi (attenzione: il punto è tutto qui: non divertirsi, non scambiarsi le foto delle vacanze, ma ''informarsi'') attraverso i social network il problema esiste.» <ref> {{cita web|url= http://www.illibraio.it/post-verita-giornalismo-414703/|titolo= Daniele Bresciani, 2 dicembre 2016, su ''Il Libraio''| accesso= consultato il 21 novembre 2017}}</ref>
 
== La Post-verità nell'era della comunicazione di massa ==
In una società ''mediatizzata'' -caratterizzata cioè da flussi ininterrotti di informazioni, che si accavallano e spesso si contraddicono- la possibilità, per ciascuno, di creare una chiara visione dei fatti servendosi solo di argomenti razionali, è in diminuzione. Cresce, invece, l'interesse per chi inventa e [[Narrativa#Impatto_dei_media|racconta storie]]: la ''post-verità'' sembra essere diventata la chiave per la conquista e per l'esercizio del potere, sia politico sia economico, con una grave ricaduta in termini di abbassamento di livello dell'[[etica dei media]].
 
Nato in senso strettamente politico, il termine si diffonde anche in altri ambiti e si prepara a contagiare la conoscenza di fenomeni sociali che vanno "oltre" la politica, la questione dell’emigrazione, per esempio, o quella della comunicazione scientifica: « èÈ per ragioni identitarie (...) il rifiuto di ogni sapere, filosofico, tecnico, scientifico, perché su quello si baserebbe il [[Establishment|potere delle élite]]. E quindi la negazione di ogni “verità”, e non certo nel senso [[Karl Popper|popperiano]] della sua falsificabilità: per cui tutto può andar bene, le scie chimiche, il finto allunaggio della Nasa, i vaccini e l’autismo.» <ref>[[Franco Debenedetti]], [http://mobile.ilsole24ore.com/solemobile/main/art/commenti-e-idee/2017-03-29/come-si-puo-arginare-populismo-grillo-193917.shtml?uuid=AEdKnfv ''Come si può arginare il populismo di Grillo'', Il Sole 24 ore, 30 marzo 2017].</ref>. L'effetto sulla pubblica credibilità del [[metodo sperimentale]] è dirompente: «sembraSembra che ([...)] i [[verifica dei fatti|fatti accertati]] non esistano mai o che non esista [[Metodologia|metodo]] per accertarli. Ho l’impressione che si sia interrotta la cinghia di trasmissione tra fatti e cittadini, tra fatti e istituzioni, e questo è veramente pericoloso. Come può cambiare un paese che sembra sempre in bilico tra competenze e finzioni?» <ref>[[Elena Cattaneo]], ''L'Italia della scienza'', in [[Mondoperaio]], n. 2/2015, p. 30.</ref>.
 
[[File:EU_referendum_leave_poster,_Belfast,_June_2016_-_geograph.org.uk_-_4990237.jpg|destra|miniatura|250x250px|Un manifesto sulla Brexit, che riporta informazioni false sulle spese del Regno Unito all'interno dell'UE, esempio di politica post-fattuale.<ref name="Wollaston"><cite class="citation news">Ned Simons (8 June 2016).</cite></ref>.]]
 
In politica, “post-verità” descriverebbe opportunamente il tratto principale delle [[propaganda |propagande]], i cui sostenitori continuerebbero a ripetere il proprio punto di vista, nonostante quest'ultimo risultarisulti essere falso, anche dopo le analisi condotte dai [[mass media]] o da esperti indipendenti. La tecnica riscuote interesse ed acquista efficacia soprattutto a ridosso di scadenze elettorali o referendarie, a ridosso cioè di momenti assai delicati, in termini di potenziale influenza sui comportamenti di voto, e nei quali dovrebbe essere massimo l'interesse a preservare anzi la libertà di determinazione dell'elettore.
{{Approfondimento
|allineamento = destra
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Durante la campagna referendaria della primavera [[2016]] sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione Europea, ad esempio, i sostenitori del ''Leave'' affermavano insistentemente che l'appartenenza all'Unione costasse al paese 350 milioni di sterline a settimana, iniziando, verso le fasi finali della campagna, ad usare il dato come un reale ammontare netto di denaro inviato direttamente all'UE. All'esito della vicenda, Micheal Deacon, giornalista del ''[[The Daily Telegraph]]'', ha riassunto il messaggio centrale delle politiche post-fattuali con la fraseː «I fatti sono negativi. I fatti sono pessimisti. I fatti sono antipatriottici»<ref>[http://www.telegraph.co.uk/news/2016/07/09/in-a-world-of-post-truth-politics-andrea-leadsom-will-make-the-p/ Michael Deacon, ''In a world of post-truth politics, Andrea Leadsom will make the perfect PM'', The Telegraph, 9 luglio 2016].</ref>. Inoltre, Deacon ha aggiunto che le politiche post-verità non hanno bisogno di usare la faziosità o strumenti di [[negative campaigning]], dato che chi usa le politiche post-verità può invece spingere per presentare una «campagna positiva», grazie alla quale le confutazioni fattuali possono essere liquidate come diffamazioni e come allarmismo, e l'opposizione può essere definita faziosa.
 
Dopo le [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016|elezioni presidenziali statunitensi]] e dopo la vittoria della [[Brexit]], la frequenza d'uso della parola nel 2016 è salita del 2000% rispetto al 2015<ref name=Crusca />. Nel 2017 il termine ''post-verità'' è stato invocato in seguito alla polemica sull'utilizzo del sintagma "fatti alternativi" utilizzato dalla portavoce presidenziale USA Kellyanne Conway<ref>[http://www.corriere.it/tecnologia/economia-digitale/17_gennaio_25/vittoria-trump-premia-orwell-1984-scala-classifica-amazon-5a411ade-e2f5-11e6-81be-1476478c940f.shtml Alessio Lana, ''La vittoria] ''di Trump premia [[Orwell]]''], [[Corriere della sera]], 25 gennaio 2017.</ref>.
 
[[Matteo Renzi]] - dopo la [[Referendum costituzionale del 2016 in Italia|sconfitta delle riforme costituzionali in Italia]]<ref>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2016/12/05/italia/speciali/referendum-2016/il-testo-integrale-del-discorso-di-matteo-renzi-dopo-la-sconfitta-al-referendum-costituzionale-OVHGkFwXHabc2u1HRMIeBJ/pagina.html|titolo=Il testo integrale del discorso di Matteo Renzi dopo la sconfitta al referendum costituzionale|sito=LaStampa.it|accesso=2017-01-04}}</ref> - nel discorso del 5 dicembre 2016 in cui ha annunciato le sue dimissioni da primo ministro, ringraziando i giornalisti, ha loro ricordato che si versa nell'«era della post-verità».
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== Proposte di gestione del fenomeno ==
Il 15 dicembre 2016 [[Mark Zuckerberg]], fondatore e amministratore delegato di [[Facebook]], espone un progetto per arginare la diffusione di notizie false: link condivisi su Facebook potranno essere indicati dagli utenti come ''forse falsi'', attraverso l'opzione ''segnala post che non dovrebbe essere su Facebook, perché notizia falsa''. Segnalazioni ripetute saranno analizzate con il supporto di parti terze. Se la notizia sarà giudicata falsa, perderà visibilità e non potrà essere sponsorizzata. In questo modo si aggirerà la censura, ma gli utenti saranno almeno avvisati. La presidente della Camera [[Laura Boldrini]] ha anche lanciato un appello a chi desideri agire contro le notizie false, le ''bufale'', la disinformazione.
 
In un'intervista al ''[[Financial Times]]'', pubblicata il 30 dicembre 2016, il presidente dell'[[antitrust]] [[Giovanni Pitruzzella]] ha invitato i Paesi dell'Unione Europea a dotarsi di una rete di agenzie pubbliche per combattere la diffusione delle ''bufale'' sparse ad arte sul web. Pitruzzella ha spiegato che questo impegno dovrebbe riguardare gli Stati e non essere delegato a social media, come Facebook. Ha suggerito, cioè, la creazione di un nuovo network, composto da agenzie indipendenti, coordinate da Bruxelles e ricalcate sulle agenzie antitrust. Questo network avrebbe lo scopo di individuare le ''bufale'', di imporne la cancellazione e perfino di sanzionare chi le ha create e ne ha organizzato la diffusione via Internet. Si tratterebbe, quindi, di un'entità terza rispetto ad ogni governo in grado di provvedere quando l'interesse pubblico è minacciato. «La post-verità - dichiara Pitruzzella - è uno dei motori del [[populismo]], è una minaccia che grava sulle nostre democrazie. Siamo a un bivio: dobbiamo scegliere se vogliamo lasciare Internet così com'è, un Far West, oppure se imporre regole, in cui si tiene conto che la comunicazione è cambiata. Io ritengo che dobbiamo fissare queste regole e che spetti farlo al settore pubblico.» <ref>{{cita web|url= http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-12-30/pitruzzella-antitrust-propone-network-europeo-anti-bufale-grillo-attacca-nuova-inquisizione--174117.shtml?uuid=ADBcUFNC&refresh_ce=1 |titolo= Pitruzzella (Antitrust) propone network europeo «anti-bufale». Grillo attacca: «Nuova Inquisizione», 30 dicembre 2016, ''Il Sole 24 Ore'' |accesso= 21 novembre 2017 }}</ref>.
 
== Note ==
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* {{cita testo |lingua =inglese|autore=Thomas M. Nichols |titolo=The death of expertise: the campaign against established knowledge and why it matters |data=2017 |editore= 1 ed., Oxford University Press |città= }}
*M. THOMPSON, ''La fine del dibattito pubblico. Come la [[retorica]] sta distruggendo la lingua della democrazia'', Feltrinelli, 2017.
* [https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/etica-e-umilt-gli-antidoti-a-postverit-e-fake-news Chiara Giaccardi, ''Etica e umiltà gli antidoti a post-verità e «fake news». Perché le bufale proliferano nell'era dell'arroganza'', in ''[[Avvenire]]'', 5 gennaio 2017]
* Giacomo Costa, ''Orientarsi nell’era della post verità'', in ''[[Aggiornamenti sociali]]'', febbraio 2017 [http://www.aggiornamentisociali.it/articoli/orientarsi-nell-era-della-post-verit/]
*[http://www.mondoperaio.net/wp-content/uploads/2017/04/BENADUSI-Mondoperaio4-2017.pdf Marco Benadusi, ''Il falso nell'epoca della sua riproducibilità tecnica''], [[Mondoperaio]], n. 4/2017, pp. 5-9.
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* [[Bias di conferma]]
* [[Disinformazione]]
* [[Faziosità]]
{{Portale|politica|psicologia|sociologia}}
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[[Categoria:Terminologia della politica]]
[[Categoria:Elezioni]]
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[[Categoria:Sociologia politica]]
[[Categoria:Terminologia giornalistica]]
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