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La terapia occupazionale (TO), definita anche ergoterapia, e in inglese occupational therapy, utilizza la valutazione e il trattamento per sviluppare, recuperare o mantenere le attività significative, o occupazioni, di individui, gruppi o comunità. È una professione sanitaria, nei paesi anglofoni rientra nella categoria delle [https://en.wikipedia.org/wiki/Allied_health_professions allied health professions], eseguita da terapisti occupazionali. I TO spesso lavorano con persone con problemi di salute mentale, disabilità, infortuni o menomazioni<ref> "What is Occupational Therapy". Canadian Association of Occupational Therapists | Association canadienne des ergothérapeutes. Retrieved 2017-05-24.</ref>.
La Terapia Occupazionale (in inglese Occupational Therapy, in francese Ergothérapie e per questo conosciuta anche come Ergoterapia), è una professione sanitaria che pone al centro la persona e promuove la sua salute e il benessere attraverso l’occupazione*.
L'Associazione Americana di Terapia Occupazionale definisce un TO come qualcuno che "aiuta le persone a partecipare a ciò che esse desiderano e devono fare durante il corso della loro vita, attraverso l'uso terapeutico delle attività quotidiane (occupazioni). Di solito gli interventi di terapia occupazionale includono aiutare i bambini con disabilità a partecipare completamente a scuola e nelle situazioni sociali, la riabilitazione delle lesioni, e fornire supporto agli anziani che subiscono cambiamenti fisici e cognitivi<ref> "WFOT | Education | Entry level Educational Programmes WFOT Approved". World Federation of Occupational Therapists. Retrieved 2017-05-24.</ref>.
L’obiettivo principale della terapia occupazionale è quello di rendere le persone capaci, abili e competenti nel partecipare alle attività della vita quotidiana. I terapisti occupazionali (in seguito TO), raggiungono questo risultato lavorando con le persone e le comunità per migliorare le loro capacità di impegnarsi in occupazioni che vogliono fare, che devono fare o ci si aspetta che facciano oppure adattando l’attività e modificando l’ambiente per sostenere al meglio il loro coinvolgimento nelle occupazioni. I TO hanno un’ampia formazione in campo medico, del comportamento sociale, psicologico, psicosociale e nella scienza occupazionale che fornisce loro attitudini, abilità e conoscenze per lavorare in collaborazione con le persone individualmente o in gruppo o con le comunità. I TO possono lavorare con tutte le persone, incluse quelle che hanno una limitazione funzionale, dovute a una condizione di salute o quelle che sperimentano limiti nella partecipazione o quelle che sono socialmente escluse a causa della loro appartenenza a minoranze sociali o culturali. I TO credono che la partecipazione possa essere facilitata oppure ostacolata dalle capacità della persona (es. fisiche, emotive, cognitive, etc…), dalle caratteristiche dell’occupazione (es. strumenti, materiali, attrezzature, sequenze, durata, intensità, compiti e azioni, etc…) o dall’ambiente (es. fisico, sociale, culturale, istituzionale, legislativo, etc…).
In genere, i terapisti occupazionali sono professionisti laureati, istruiti e devono superare un esame di licenza per esercitare la professione<ref> "WFOT | Education | Entry level Educational Programmes WFOT Approved". World Federation of Occupational Therapists. Retrieved 2017-05-24.</ref>. I terapisti occupazionali lavorano spesso a stretto contatto con i professionisti in fisioterapia, logopedia, audiologia, assistenza infermieristica, lavoro sociale, psicologia clinica e medicina.
Pertanto, la pratica della Terapia Occupazionale si focalizza sul rendere le persone in grado di cambiare la condizione attuale della propria persona, dell’occupazione, dell’ambiente o una combinazione di questi per accrescere la propria partecipazione nelle occupazioni. La terapia occupazionale viene praticata in molti ambiti pubblici, privati e di volontariato ad esempio a domicilio, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, presidi sanitari, residenze protette, case di riposo, centri di riabilitazione, ospedali e servizi di medicina legale.
Le persone sono attivamente coinvolte nel processo di Terapia Occupazionale in ogni fase della presa a carico. I risultati sono guidati dalla persona, diversificati e misurati in termini di partecipazione, soddisfazione e/o miglioramento della qualità di svolgimento (anche detto “performance”) delle occupazioni.
La maggioranza degli Stati disciplina la Terapia Occupazionale come una professione sanitaria e richiedono uno specifico percorso di formazione universitaria.
 
 
== Cenni storici ==
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Si può dire che in Italia il metodo moderno di TO abbia avuto origine per l’azione di una suora Americana, Madre Francesca Chiara, diplomata a New York come terapista occupazionale che, venuta in convento a Firenze riuscì ad organizzare nel 1948 nel reparto pediatrico Meyer di Firenze una piccola sezione di TO con il provvidenziale entusiasmo e talento della giovane terapista californiana Ann Nicholson. La Nicholson ebbe il merito di divulgare i concetti di terapia occupazionale in molti ospedali in modo competente e qualificato. Di qui in avanti furono molte e diversificate le esperienze e le correnti che si diffusero in Italia ad opera di professionisti, istituzioni e associazioni.
 
== OggettoAree di studiod'intervento ==
Il terapista occupazionale può lavorare in molti contesti differenti, questo rende difficile classificare le aree d’intervento, soprattutto considerando i diversi sistemi di assistenza sanitaria a livello globale. In base al paradigma sanitario basato sulla [[biomedicina]], i principali ambiti in cui l'intervento è efficace sono: [[neurologia]], [[ortopedia]], [[geriatria]], [[psichiatria]], [[pediatria]], lesioni midollari e [[traumi della colonna vertebrale]]. In accordo con il [[modello biopsicosociale]] introdotto dall'[[organizzazione mondiale della sanità|OMS]] nel 2001 ([[International Classification of Functioning, Disability and Health]]), in questa sezione viene utilizzata la categorizzazione dell’[https://en.wikipedia.org/wiki/American_Occupational_Therapy_Association Associazione Americana di Terapia Occupazionale].
=== Occupazione ===
Con il termine “Occupazione” viene indicato l’insieme delle attività significative per un individuo nel proprio contesto culturale, adeguate all’età e alle scelte, organizzate e svolte da ogni persona per provvedere a sé stessa, provare gioia nel vivere e contribuire alla vita economica nonché sociale della comunità. L’Occupazione coincide con le attività significative in cui una persona si impegna nella vita per soddisfare i propri bisogni, per la propria sopravvivenza, per esprimersi e realizzarsi nel proprio contesto ambientale e nei propri ruoli. Le attività che fanno tipicamente parte della vita quotidiana vengono suddivise in diverse aree dell’occupazione:
* '''ATTIVITA’ del VIVERE QUOTIDIANO (ADL)''': attività mirate alla cura personale del corpo. Queste attività sono fondamentali per vivere in un mondo sociale: assicurano la sopravvivenza di base e il benessere<ref>Christiansen, C. H., & Hammecker, C. L. (2001). Self care. In B. R. Bonder & M. B. Wagner (Eds.), Functional performance in older adults (pp. 155–175). Philadelphia: F. A. Davis.</ref>. Alimentarsi, igiene al lavandino (faccia, mani, denti, capelli), fare il bagno, fare la doccia, utilizzo WC e igiene perineale, vestirsi, camminare e spostarsi, mangiare/deglutire, manutenzione di dispositivi personali (compresi ausili), attività sessuale, riposo…
* '''ATTIVITA’ STRUMENTALI del VIVERE QUOTIDIANO (IADL)''': sono attività che supportano la vita quotidiana all’interno della casa e della comunità che spesso richiedono interazioni più complesse. Gestione del telefono e dei dispositivi, cura della casa, educazione dei figli, fare acquisti e pagamenti, gestione delle finanze, guida e mobilità all’esterno, prendersi cura di altre persone, prendersi cura degli animali, partecipazione ad attività religiose e/o spirituali<ref> Ameri¬can Occupational Therapy Association.(2014).Occupational therapy practice framework: Domain and process (3rd ed.).American Journal of Occupational Therapy, 68(Suppl.1), S1– S48.http://dx.doi.org/10.5014/ajot.2014.682006</ref>.
* '''LAVORO''': include le attività necessarie per svolgere un lavoro remunerato o attività di volontariato<ref>Mosey, A. C. (1996). Applied scientific inquiry in the health pro¬fessions: An epistemological orientation (2nd ed.). Bethesda, MD: American Occupational Therapy Association.</ref>. Le attività produttive forniscono un contributo al tessuto economico e sociale della società (es. impiego lavorativo, faccende domestiche, preparazione ed adattamento alla pensione, volontariato, studio, attività scolastiche e istruzione, aggiornamento, etc…)<ref>Christiansen, C. H., & Townsend, E. A. (2010). Introduction to occupation: The art and science of living (2nd ed.). Cran¬bury, NJ: Pearson Education.</ref>.
* '''TEMPO LIBERO''': attività non obbligatorie motivate Intrinsecamente e svolte durate il tempo libero, ovvero il tempo non dedicato a occupazioni obbligatorie o produttive<ref>Parham, L. D., & Fazio, L. S. (Eds.). (1997). Play in occupa¬tional therapy for children. St. Louis, MO: Mosby.</ref>. Attività di svago e hobby, gioco, sport, bricolage e fai da te, attività artigianali, giardinaggio, musica…
* '''PARTECIPAZIONE SOCIALE''': schemi di comportamento strutturati tipici che ci si aspetta da un individuo o da una data posizione all'interno di un sistema sociale"<ref>Mosey, A. C. (1996). Applied scientific inquiry in the health pro¬fessions: An epistemological orientation (2nd ed.). Bethesda, MD: American Occupational Therapy Association.</ref>. Attività di gruppo, aggregazione, frequentazione interpersonale che richiedono interazione, collaborazione, dialogo, scambio…
 
===In Italia===
== Area d'intervento ==
==== Età evolutiva e adolescenza ====
Il ruolo del terapista occupazionale permette di lavorare in molti contesti differenti. Ad esempio, il trattamento di acuti per la salute fisica o mentale avviene negli ospedali, sub - acuti nei servizi di assistenza, ma anche ambulatori e ambienti comunitari. I principali ambiti in cui è applicata sono:
I terapisti occupazionali lavorano con bambini di ogni età e con le loro famiglie<ref>Brogè F.M. (2016), Il Terapista Occupazionale: una preziosa risorsa per il bambino, ma anche per i genitori e per quanti sono implicati nella sua crescita. Giornale Italiano di Terapia Occupazionale, 12(12), 48-55</ref> nei vari contesti (es. [[scuola]]<ref>Taverna L., Tremolada M., Sabattini F., Tosetto B. (2017). Intervenire a scuola. L’ergoterapia a servizio della scrittura. Analisi preliminari di uno studio in prima primaria. Giornale Italiano di Terapia Occupazionale, 12(19), 102-109.</ref>, ambulatorio, [[ospedale]] e [[casa]])<ref>Gruppo AGIRE (2017). Fare e partecipare: il contributo del Terapista Occupazionale all’interno dell’equipe multisciplinare gruppo AGIRE. Poster presentato al XXVI Congresso Nazionale AIRIPA Conegliano 29-30 settembre 2017. Giornale Italiano di Terapia Occupazionale, 12(19), 116-119.</ref><ref>Case-Smith, J. (2010). Occupational Therapy for Children. Maryland Heights, MO: Mosby/Elsevier.</ref>. I TO aiutano i bambini e i loro caregiver ([[familiare assistente]]) nel sviluppare le abilità che consentano loro la partecipazione e il coinvolgimento in occupazioni ed eventi di vita significativi tra cui: nutrirsi, giocare, scrivere<ref>Stefanello S (2017). Sviluppo dei prerequisiti al grafismo: esiti di un intervento di terapia occupazionale rivolto ai bambini dell’ultimo anno della scuola dell’infanzia. Giornale Italiano di Terapia Occupazionale, 12 (19), 78-81 </ref>, legarsi le scarpe, la [[socializzazione]]<ref>Sessa A., Quadrelli F., Rossini E., De Agostini G. (2016). Il metodo SAS (sviluppo abilità sociali): esperienza pilota con ragazzi autistici in un centro residenziale. Giornale Italiano di Terapia Occupazionale, 12(17), 32-45</ref>, frequentare la scuola, preparare lo zaino, usare le forbici e il righello<ref>Barros, R. M., Silver, E. J., & Stein, R. E. K. (2009). School recess and group classroom behavior. Pediatrics, 123, 431–436. Retrieved March 22, 2011, from http://pediatrics.aappublications.org/cgi/content/abstract/123/2/431</ref><ref>Parham, L. D., & Fazio, L. (2008). Play in occupational therapy for children (2nd ed.) St. Louis, MO: Elsevier</ref>. Clienti con i seguenti disturbi o [[diagnosi]] possono avere beneficio dalla terapia occupazionale: [[disprassia]], [[disordine dello sviluppo della coordinazione]], disturbo della processazione sensoriale <ref>Ayres, A. J. (2005/1976). Sensory integration and the child. Los Angeles: Western Psychological Services.</ref><ref>Smith Roley S., Singer M., Roley A. (2017). Integrazione Sensoriale Ayres® per bambini da 0 a 3 anni. Giornale Italiano di Terapia Occupazionale, 12(19), 54-61.</ref>, [[disturbi specifici di apprendimento]], [[autismo]]<ref>Favaretto S. (2017). L’acquisizione delle abilità sociali nei bambini con disturbi dello spettro autistico: il ruolo della Terapia Occupazionale e l’efficacia degli interventi. Giornale Italiano di Terapia Occupazionale, 12(19), 64-74</ref>, [[disturbo da deficit di attenzione e iperattività]]<ref>Barros, R., Silver, E., & Stein, R. (2009). School recess and group classroom behavior. Pediatrics, 123 (2), 431–436. doi:10.1542/peds.2007-2825</ref><ref>Nakhai S. (2016). Terapia Occupazionale in ADHD: recenti progressi nella ricerca e nella pratica. Giornale Italiano di Terapia Occupazionale. 12(17, 58-63)</ref>.
* [[Neurologia]]. I terapisti occupazionali si occupano di incrementare l'autonomia in attività significative per la persona, appartenenti alla sfera di via quotidiana, ad esempio in attività di cucina, igiene, gestione della casa, ludiche.
* [[Ortopedia]], cerca di riabilitare la persona in seguito a fratture, lesioni ai tendini ed ai nervi, amputazioni, malattie reumatiche e altre patologie che riguardano soprattutto l'arto superiore.
* [[Geriatria]], si occupa di persone anziane affette da patologie d'origine neurologiche ([[Alzheimer]], [[Malattia idiopatica di Parkinson|Parkinson]]) e dell'educazione dei loro caregiver.
* [[Psichiatria]], con persone con schizofrenia, autismo, disturbi bipolari etc
* [[Pediatria]]. I terapisti occupazionali lavorano con bambini, adolescenti e le loro famiglie, aiutandoli a costruire competenze che consentano loro di partecipare alle occupazioni significative. Trattano anche i bisogni psicosociali dei bambini e dei giovani per consentire loro di partecipare a eventi di vita significativi . Queste occupazioni possono includere: normale crescita e sviluppo, alimentazione, gioco, abilità sociali e istruzione. In ambito pediatrico può assumere una varietà di forme.
* Lesioni midollari
 
==== Salute mentale ====
== Modelli di terapia occupazionale ==
Secondo l’[[organizzazione mondiale della sanità]], la disabilità correlata alla salute mentale è una delle forme in più rapida crescita<ref>World Health Organization. “Mental Health Atlas 2011”. Retrieved 19 April 2012.</ref>. La salute mentale e l’era del trattamento morale sono state riconosciute come la radice della terapia occupazionale<ref>Brown, C., & Stoffel, V. (2011). Occupational therapy in mental health: A vision for participation. Philadelphia: F. A. Davis.</ref><ref>Scheinholtz, M. (2010). Occupational therapy in mental health: Considerations for advanced practice. Bethesda, MD: AOTA Press.</ref>.
Un modello è un insieme di teorie e conoscenze che struttura e semplifica il campo d'azione della professione creando un ponte tra teoria e pratica, avvalendosi di strumenti e metodi specifici sia nella valutazione che nel trattamento.
Clienti con le seguenti disabilità psichiatriche possono avere beneficio dalla terapia occupazionale: [[schizofrenia]], [[disturbi del comportamento alimentare]], [[disturbi del sonno]], [[nevrosi]], [[disturbi dell'umore]], [[psicosi]], [[disturbo delirante]], [[disturbi della personalità]], [[disturbo pervasivo dello sviluppo]], [[disturbo del controllo degli impulsi]], [[disturbo ossessivo-compulsivo]], [[alcolismo]]
<ref>Valente D’Anna M (2015). La Terapia Occupazionale nella dipendenza da Alcol. Giornale Italiano di Terapia Occupazionale, 12(15), 115-123</ref><ref>Möller M, Alippi V (2016). Sfida e speranza allo stesso tempo per la terapia occupazionale al Sud delle Alpi: il progetto dell’implementazione di tre servizi di terapia occupazionale in strutture stazionarie psichiatriche del Ticino. Giornale Italiano di Terapia Occupazionale, 4(16), 62-71</ref>.
 
===Negli Stati Uniti===
I modelli più utilizzati in Italia per la pratica di Terapia Occupazionale sono:
Oltre agli ambiti di cui sopra, i Terapisti Occupazionali sono inoltre in grado di intervenire con un [[bambino]] che presenta una condizione di [[ipovisione]] o [[cecità]]<ref>Hall Lueck, A., & Dutton, G. N. (2015). Vision and the brain. New York: American Foundation for the Blind.</ref>.
* MOHO. Il MOHO (''Model Of Human Occupation'') è un modello basato sulle occupazioni e la centralità della persona, riferendosi alla motivazione, alla performance e all'organizzazione del comportamento occupazionale nelle attività di vita quotidiana. Secondo questo modello, il comportamento occupazionale emerge dall'interazione tra tre sottosistemi che compongono la persona e le condizioni dell'ambiente. La persona è vista come un sistema dinamico in continuo divenire e in cambiamento nel tempo, e composta appunto da 3 sottosistemi: la ''volizione''<nowiki>, cioè il bisogno universale di agire che si esprime in maniera unica nel comportamento occupazionale, formato
da valori, causalità personale e interessi; l'</nowiki>''abituazione'', cioè le abitudini e i ruoli, pattern ricorrenti e automatizzati di comportamenti occupazionali che costituiscono la maggior parte della vita quotidiana; capacità di performance, ovvero le capacità che dipendono dalle strutture e dalle funzioni corporee e costituiscono le componenti della performance. L'ambiente fisico e sociale svolgono un ruolo importante, facilitando o limitando la performance. Uno degli strumenti del MOHO è OPHI-II (''Occupational Performance History Interview''), riferendosi alle componenti del modello per conoscere la storia di vita di una persona; OPHI-II è un'intervista volta a dare un'ampia e dettagliata comprensione della storia di vita della persona, andando ad indagare quali sono i ruoli, il setting del comportamento occupazionale, la routine quotidiana e le abitudini, interessi e eventi critici, progettualità.
 
==== Invecchiamento produttivo ====
* CMOP. Il CMOP (''Canadian Model of Occupation Performance'') è un modello incentrato sulle occupazioni e la performance occupazionale, intesa come il risultato della interazione dinamica tra le componenti del modello: la persona, l'occupazione e l'ambiente. La ''persona ''<nowiki>è al centro del modello, composta da una parte fisica, affettiva e cognitiva; nel CMOP trova posto anche la spiritualità, intesa come senso della vita e obiettivo della vita. L'</nowiki>''ambiente'' è il luogo in cui si svolgono le occupazioni, ed influenza sia la persona sia le occupazioni stesse. Le ''occupazioni ''sono divise in cura di sé, tempo libero e produttività e sono considerate il collegamento tra persona e ambiente. Il modello mira a promuovere la pratica ''client-centred'' e pertanto descrive il processo terapeutico dalla prospettiva del cliente. Per quanto riguarda lo strumento relativo al CMOP, è stata utilizzata la COPM (Canidian Occupation Performance Measure). La COPM è una scala valutativa semi-strutturata, individualizzata e client-centred che viene somministrata per evidenziare e rilevare i cambiamenti nel tempo della performance e della percezione di sé unita alla soddisfazione nella performance.
I terapisti occupazionali lavorano con gli anziani per mantenere l’indipendenza e vivere una vita appagante, in sicurezza e con un adeguato impiego delle risorse motorie, di processo e sociali. I terapisti occupazionali possono aiutare gli anziani con: la vita a [[casa]], la guida dell'auto, il processo dell’invecchiamento all'interno della comunità, la [[cecità]] o l’[[ipovisione]], la [[comunicazione]]<ref>Bottini A, Ciol F (2017), "Il terapista occupazionale con la persona con BCC (bisogni di comunicazione complessi)", Giornale Italiano di Terapia Occupazionale, 12(19), 36-43</ref>, la [[demenza]]<ref>Graff, Maud JL, et al. "Community occupational therapy for older patients with dementia and their care givers: cost effectiveness study." Bmj 336.7636 (2008): 134-138.</ref>, la malattia di [[Alzheimer]], l'[[artrite reumatoide]]<ref>Centers for Disease Control and Prevention. (2010). Arthritis: Meeting the challenge: At a glance 2010. Retrieved December 27, 2010, from
* OTIPM. Il modello OTIPM (''Occupational Therapy Intervention Process Model'') è basato sulla persona e sull'occupazione, cioè significa che pone l'occupazione in una posizione centrale, facendo sì che la persona sia impegnata in attività significative riferite alla sua vita quotidiana. Utilizza un approccio definito top-down, che si basa sulle attività per riabilitare la persona, e non tiene in considerazione i fattori limitanti alla performance ma le capacità della persona. L'OTIPM considera ogni persona come unica e la osserva in attività significative, contestualizzate e finalizzate nelle quali la persona ha espresso di avere delle difficoltà. Gli strumenti di questo modello sono AMPS (''Assessment of Motor and Process Skills'') e ESI (''Evaluation of Social Interaction'').
http://www.cdc.gov/chronicdisease/resources/publications/aag/arthritis.htm</ref><ref>Boutaugh, M. L. (2003). Arthritis Foundation community-based physical activity programs: Effectiveness and implementation issues. Arthritis Care and Research, 49(3), 463–470</ref>, l'[[osteoporosi]] o dopo un esito di [[Ictus]]<ref>Scheer, J. (2007). Stroke recovery and OT: Finding and using the evidence to inform practice. OT Practice. 12(5), 23–25</ref><ref>Barth, R., Kaminetzky, A., & Sabari, J. (2004). Stroke survivors share insight into rehabilitation. OT Practice. 9(22), 23–24.</ref>.I TO permettono agli anziani di vivere a [[casa]] in modo indipendente e sicuro, valutando sia i rischi di caduta sia come queste persone sono efficaci nelle loro case mentre svolgono le attività di vita quotidiana e forniscono a loro e ai familiari modifiche specifiche in merito, ad esempio modificando i compiti che le persone svolgono a casa o l’ambiente domiciliare<ref>Warren, M. "Occupational therapy services for persons with visual impairment" (PDF). Retrieved 19 April 2012</ref>.
* MOVI (Modello Vivaio), è un modello più recente rispetto agli altri e fondato a Milano. Applica dei concetti psicoanalitici alla relazione terapeutica che contiene sempre il fare e le attività. Il modello è imperniato sulle emozioni che accompagnano il fare e che vengono espresse all'interno della relazione terapeutica, con il riconoscimento del mondo interiore di una persona, dell'affettività, delle emozioni e dei sentimenti. Nel MOVI, svolgono un ruolo di primaria importanza il setting in cui avviene il fare, la scelta come riconoscimento della soggettività del paziente, la relazione terapeutica, il fare.<ref>{{Cita libro|autore = Julie Cunningham Piergrossi et Alii|titolo = Essere nel Fare, introduzione alla Terapia Occupazionale|anno = 2006|editore = FrancoAngeli|città = }}</ref>
 
==== Riabilitazione degli adulti ====
== Formazione professionale ==
In seguito a un evento traumatico, cui seguono limitazioni o deficit a carico delle funzioni e delle strutture del corpo, i TO collaborano con le persone direttamente interessate e con coloro che vivono con loro. Nell'ambito dell'[[oncologia]] ad esempio, il TO fornisce metodi per ridurre l’ansia e lo stress e suggerendo strategie di gestione della fatica a persone con il [[neoplasia|cancro]]<ref>Radomski, M.V. (2008). Occupational Therapy for Physical Dysfunction (6 ed.). Baltimore, MD: Lippincott Williams & Wilkins</ref><ref>American Cancer Society. (2009). Breast cancer facts & figures 2009-2010. Atlanta: Author. Retrieved February 9, 2012, from http://www.cancer.org/acs/groups/content/@nho/documents/document/f861009final90809pdf.pdf</ref>. La collaborazione con persone che hanno subito un'[[amputazione]], permette ai TO di istruire loro sia su come indossare, togliere e svolgere la manutenzione degli arti artificiali, sia su come utilizzarti nel modo più efficace possibile durante le attività della vita quotidiana<ref>Radomski, M.V. (2008). Occupational Therapy for Physical Dysfunction (6 ed.). Baltimore, MD: Lippincott Williams & Wilkins</ref>. Nel caso dell'[[autismo]] in età adulta<ref>National Institute of Child Health & Human Development. (2010). Autism spectrum disorders. Retrieved January 31, 2011, from
In [[Italia]]<ref>{{cita web|url=http://www.trovanorme.salute.gov.it/dettaglioAtto.spring?id=20750|titolo=Ministero della Sanità - Decreto 17 gennaio 1997, n. 136 - Regolamento concernente la individuazione della figura e relativo profilo professionale del terapista occupazionale|accesso=11 settembre 2011}}</ref>, come del resto in altri paesi dell'[[Unione europea]] e del mondo, la formazione del [[terapista]] occupazionale spetta alle [[università]]; il percorso accademico prevede una laurea di primo livello direttamente abilitante, ed una laurea magistrale di secondo livello conseguibile da tutti coloro che appartengono alla classe della riabilitazione e che permette di acquisire competenze relative al coordinamento, alla didattica e alla ricerca clinica.
http://www.nichd.nih.gov/health/topics/asd.cfm</ref><ref>American Occupational Therapy Association. (2010). The scope of occupational therapy services for individuals with an autism spectrum disorder across the life course. American Journal of Occupational Therapy, 64(Suppl.), S125–S136</ref>, un TO promuove relazioni di successo e la partecipazione delle persone nella comunità in modo efficace attraverso l'istruzione e l'intervento sulle abilità sociali<ref>American Occupational Therapy Association. "Autism in Adults"</ref>. Altre condizioni in cui le persone possono trarre benefici da interventi di TO sono ad esempio i seguenti: intervento alla mano<ref>Custer, M. G., Huebner, R. A., & Howell, D. M. (2014). Factors predicting client satisfaction in occupational therapy and rehabilitation. American Journal of Occupational Therapy, 69, 6901290040p1–6901290040p10. http://dx.doi.org/10.5014/ajot.2015.013094</ref><ref>Hand Therapy Certification Commission. (n.d.). Who is a certified hand therapist? Retrieved from https://www.htcc.org/consumer-information/the-cht-credential/who-is-a-cht</ref>, [[cerebrolesione]], [[trauma cranico]]<ref>Altman, I. M., Swick, S., Parrot, D., & Malec, J. F. (2010). Effectiveness of community-based rehabilitation after traumatic brain injury for 489 program completers compared with those precipitously discharged. Archives of Physical Medicine and Rehabilitation, 91, 1697–1704.</ref><ref>Kim, H., & Colantonio, A. (2010). Effectiveness of rehabilitation in enhancing community integration after acute traumatic brain injury: a systematic review. American Journal of Occupational Therapy, 64, 709–719. http://dx.doi.org/10.5014/ajot.2010.09188</ref>, disabilità cognitiva ([[ritardo mentale]])<ref>American Occupational Therapy Association. (2009). Occupational therapy's commitment to non-discrimination and inclusion. American Journal of Occupational Therapy, 63, 819–820. doi:10.5014/ajot.63.6.819.</ref><ref>Verdonschot, M., deWitte, L., Reichrath, W., Buntinx, W., & Curfs, L. (2009). Community participation of people with an intellectual disability: A review of empirical findings. Journal of Intellectual Disability Research, 53(4), 303–318.</ref>, [[disfagia]]<ref>Avery, W. , DuBose, C. M., Ernst-Nguyen, L., Gibbes, F. W., Holm, S. E., Latella, D., & Meriano, C. (2010.) Dysphagia care and related feeding concerns for adults (2nd ed.). Bethesda MD: AOTA Press</ref>.
 
==== Lavoro ====
In Italia, il corso è presente il 10 università. L'unica università il cui diploma è riconosciuto dalla WFOT (''World Federation Of Occupational Therapy'') è l'[[Università degli Studi di Milano]], che ha superato i minimi standard per una laurea valida in qualunque Paese del mondo.
I TO lavorano con clienti che hanno subito un infortunio e stanno tornando al lavoro, ad esempio simulano le mansioni lavorative per determinare le migliori corrispondenze con una attività di lavoro, le sistemazioni e le modificazioni necessarie da svolgere per il rientro al lavoro. Il condizionamento del lavoro e l'adattamento del lavoro sono approcci usati per ripristinare le abilità lavorative che potrebbero essere cambiate a causa di una malattia o di un infortunio. Prevenire gli eventi di [[infortunio sul lavoro]] attraverso l’[[ergonomia]] e le valutazioni sul lavoro in loco è un ulteriore mansione per il quale vi sono evidenze scientifiche che dimostrano l'efficacia del coinvolgimento di un TO nel [[gruppo di lavoro]]<ref>American Occupational Therapy Association. (2017). Occupational therapy services in facilitating work participation and performance. American Journal of Occupational Therapy, 71 (Suppl. 2).</ref>.
 
==== Salute e benessere ====
== Quadro normativo ==
La connessione tra il benessere e la salute fisica, così come la salute mentale permette di sostenere che il miglioramento della salute fisica e mentale delle persone può portare ad un aumento del benessere generale. Di particolare attenzione e focus per i TO in questa area sono la promozione di pratiche di vita sana, partecipazione sociale e riduzione dell'ingiustizia occupazionale <ref>Brownson, C. A.; Scaffa, M. E. (2001). “Occupational therapy in the promotion of health and the prevention of disease and disability statement”. American Journal of Occupational Therapy. 55 (6): 656–660</ref>.
La figura professionale del terapista occupazionale è stata regolamentata con il Decreto Ministeriale 17 gennaio 1997, n. 136
 
"Regolamento concernente la individuazione della figura e relativo profilo professionale del terapista occupazionale" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 24 maggio 1997, n. 119.
== Formazione professionale ==
In Italia, la formazione del terapista occupazionale spetta alle varie università con i CdL di Terapia Occupazionale della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Materie di base del corso risultano essere la terapia occupazionale nei diversi ambiti di intervento (TO in neurologia, ortopedia, pediatria, psichiatria, geriatria...), scienze socio-psico-pedagogiche (psicologia generale e clinica, pedagogia) e mediche (anatomia, neurologia, medicina interna, medicina fisica e riabilitativa). Il percorso formativo prevede la frequenza obbligatoria ai tirocini che vengono svolti in diverse sedi in base alle disponibilità presenti sul territorio: ospedali, centri riabilitativi, case di cura, centri diurni, RSA.
Il percorso accademico dura tre anni e prevede una laurea di primo livello abilitante, (l’abilitazione viene conseguita mediante esame di stato svolto prima della laurea). La commissione dell'esame di stato è costituita da docenti interni, rappresentante del Ministero della Salute e del MIUR e da due rappresentanti dell'associazione di categoria (AITO) che sono garanti rispettivamente del corretto procedimento e della preparazione del candidato. In Italia attualmente (2017), il corso è presente in 12 università:
* Bolzano (BZ): Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Scuola Provinciale Superiore di Sanità Claudiana;
* Chieti-Pescara (CH): Università degli Studi G. D’annunzio;
* Conegliano (TV): Università degli Studi di Padova;
* L’Aquila (AQ): Università degli Studi dell’Aquila;
* Milano (MI): Università degli Studi di Milano;
* Moncrivello (VC): Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma;
* Pavia (PV): Università degli Studi di Pavia;
* Reggio Emilia (RE): Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia;
* Roma (RM): Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma;
* Roma (RM): Università degli Studi di Roma Sapienza (Policlinico Umberto I);
* Roma (RM): Università degli Studi di Roma Sapienza (Viterbo);
* Roma (RM): Università degli Studi di Roma Sapienza (Guidonia).
 
Sino all’anno 2017, la W.F.O.T. riconosce il titolo rilasciato dalll'Università degli Studi di Milano, che ha superato i [http://www.wfot.org/Store/tabid/61/CategoryID/1/ProductID/55/Default.aspx minimi standard] per una laurea che soddisfa i requisiti per il programma di studio in Terapia Occupazionale. Riguardo ai titoli conseguiti negli altri Atenei invece, lo Stato ospite valuta i programmi e definisce le eventuali integrazioni.
L’accesso ai corsi di laurea in Terapia Occupazionale è a numero programmato (il numero varia per ogni università). Si accede al Cdl mediante una prova d'ammissione<ref>http://www.miur.it/0006Menu_C/0012Docume/0098Normat/2056Norme__cf2.htm</ref> che consiste in un test, 60 quesiti a risposta multipla stabiliti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: 2 di cultura generale, 20 di logica, 18 di biologia, 12 di chimica,8 di fisica e matematica.
I test d’ingresso si svolgono lo stesso giorno, solitamente ai primi di settembre, in tutte le università pubbliche italiane (università private escluse) ed è comune a tutte le professioni sanitarie.
Con la laurea di primo livello è possibile accedere ad una laurea di secondo livello (con titolo Magistrale) previo superamento di un test che si tiene lo stesso giorno in tutto il territorio italiano ma che è preparato da ogni singola università.
La laurea magistrale offre sbocchi professionali in contesti che richiedono competenze nei processi gestionali, organizzativi, formativi e di ricerca nell'ambito pertinente alle professioni proprie della classe.
Per le sedi si rimanda al sito: http://www.universitaly.it/index.php/cercacorsi/universita
Sono disponibili nelle varie università italiane dei Master di I e II livello e corsi di specializzazione e formazione. Con la laurea di primo livello è possibile accedere a Master di I livello e con la laurea magistrale è possibile accedere a Master di II livello e/o Dottorati.
Diverse sono le competenze che formano un terapista occupazionale; in accordo con le direttive W.F.O.T. ed E.N.O.T.H.E. ('''European Network Occupational Therapy Higher Education'''http://enothe.eu/), è possibile ottenere maggiori informazioni circa le competenze generali, specifiche, e tecnico-professionali di un terapista occupazionale consultando il sito web della S.I.T.O.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Giacomo Bazzini, Franco Franchignoni, Marcello Imbriani (a cura di), ''Argomenti di Terapia occupazionale'', Vol. III, Aracne editrice, Roma, 2011, ISBN 978-88-548-4079-9.
* Julie Cunningham Piergrossi (a cura di), ''Essere nel fare. Introduzione alla terapia occupazionale'', Franco Angeli, Milano, 2006, ISBN 88-464-7479-1.
* Graziano D'Intino, Giacomo Ianieri e Stefano Oronzo, ''Terapia occupazionale: una scelta di vita'', Franco Angeli, Milano, 2006, ISBN 88-464-7236-5.
* Gian Maria Greco e Davide Ruggieri, ''Il Fare come Cura. Contributi per una fondazione costruzionista della Terapia Occupazionale'', Lupo Editore, Lecce, 2013, ISBN 88-456-8673-1.
* Marcello Imbriani, Giacomo Bazzini e Franco Franchignoni (a cura di), ''Argomenti di Terapia occupazionale'', Vol. I, Aracne editrice, Roma, 2006, ISBN 88-548-0589-0.
* Marcello Imbriani, Giacomo Bazzini e Franco Franchignoni (a cura di), ''Argomenti di Terapia occupazionale'', Vol. II, Aracne editrice, Roma, 2009, ISBN 978-88-548-2582-6.
* Donatella Saviola e Antonio De Tanti, ''Trauma cranico e terapia occupazionale. Guida all'autonomia nella vita quotidiana'', Franco Angeli, Milano, 2011, ISBN 978-88-568-3371-3.
 
== Voci correlate ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Thesaurus BNCF}}
* http://www.aito.it
* http://www.ergoterapia.ch
* http://www.ergothérapie.ch
* {{cita web|http://www.wfot.org|W.F.O.T. (Federazione Mondiale dei Terapisti Occupazionali)}}
* {{cita web|http://www.cotec-europe.org|COTEC (Consiglio Europeo dei Terapisti Occupazionali)}}
* {{cita web|http://www.enothe.hva.nl|ENOTHE (Network Europeo di Educazione Superiore dei Terapisti Occupazionali)}}
* [http://www.aito.it/aito/codice-deontologico Codice Deontologico]
 
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|medicina}}
 
[[:Categoria:Terapia occupazionale| ]]