Merda d'artista: differenze tra le versioni
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{{Opera d'arte
|immagine =
|grandezza immagine =
|titolo = Merda d'artista
|data = 1961
|opera = scultura
▲| materiale = scaetta di latta, carta stampata, gesso
▲| altezza=4,8
▲| larghezza=6
|ubicazione = [[Museo del Novecento]]; [[Museum of Modern Art]]; [[Centre Georges Pompidou]]; [[Tate Modern]]; [[Klassik Stiftung Weimar]]; [[Herning Kunstmuseum]]; [[Randers Museum of Art]]; [[Moderna Museet]]; [[Casa Moltrasio]]
▲| città=Milano
}}
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== Storia ==
L'artista stabilì il prezzo in 30 grammi di [[oro]] zecchino, attraverso uno scambio diretto che non prevedeva la mediazione del denaro, e stabilendo un legame tra valore e oro affine a quello del [[sistema aureo]]. L'opera suscitò anche un'interrogazione parlamentare da parte di [[Guido Bernardi (politico 1923)|Guido Bernardi]], contrario ad una retrospettiva dell'autore a Roma nel 1971<ref>{{Cita web|url=https://torino.corriere.it/cultura/21_maggio_30/scoperto-cosa-c-barattoli-merda-d-artista-filosofia-04bca0a6-bf8c-11eb-b7a1-7e76296b457a.shtml|titolo=Scoperto cosa c’è nei barattoli della «Merda d’artista»: filosofia|autore=Alessandro Chetta|sito=Corriere della Sera|data=2021-05-30|lingua=it|accesso=2024-04-21}}</ref>. Attualmente i barattoli sono conservati in diverse [[Collezionismo d'arte|collezioni d'arte]] pubbliche in tutto il mondo; ad esempio, l'esemplare n. 01 è esposto presso il [[Museo San Fedele]] di Milano (parte della Nanda Vigo-Private Collection), il n. 04 alla [[Tate Modern]] di [[Londra]], il barattolo n. 80 si trova al [[Museo del Novecento]] di [[Milano]], il [[Centro Georges Pompidou]] di Parigi possiede la scatoletta n. 31 e al [[Museum of Modern Art]] di New York troviamo la n. 14.
A Milano, il 7 dicembre 2016, un collezionista privato si è aggiudicato l'esemplare n. 69 a 275.000 euro, compresi i diritti d'asta, nuovo record mondiale d'asta.
== Analisi ==
Manzoni considera che il vero valore simbolico di un’opera risieda nel rapporto con il corpo dell’artista (è l’artista a essere sacralizzato dal mercato), le cui manifestazioni assumono dunque, nella dimensione del paradosso critico, un valore equivalente a quello delle reliquie: le ''Impronte'' e le firme, il ''Fiato d’artista'', la ''Merda d’artista'' ne sono altrettanti esempi: “in un progetto precedente intendevo produrre fiale di “sangue d’artista””, inoltre “nel ’61 ho cominciato a firmare, per esporle, persone. A queste mie opere, do una "carta di autenticità". Sempre nel gennaio del ’61 ho costruito la prima “base magica”: qualunque persona, qualsiasi oggetto vi fosse sopra era, finché vi restava, un’opera d’arte”, scrive in ''Alcune realizzazioni - Alcuni esperimenti - Alcuni progetti''. il fatto che la società contemporanea attribuisca un grande valore economico alle opere di un artista si estende al valore delle sue reliquie, che è fatto equivalere a quello dell’oro, identificato simbolicamente come la materia cui si attribuisce comunemente il massimo del pregio così da riscattare il dispregio attribuito ordinariamente alle feci.
Non è previsto che il contenuto della scatoletta sia conosciuto dal fruitore, che se ne può accertare solo aprendola, dunque distruggendola e annientandone il valore.
Come già aveva fatto nelle ''Linee'', rotoli di carta tracciati da un segno continuo presentati all’interno di un cilindro sigillato, anche in questo caso il “reliquiario” diventa in se stesso la garanzia di ciò che contiene.
[[Agostino Bonalumi]], amico di Piero Manzoni, ha dichiarato che, in realtà, all'interno delle famose scatole non vi è nient'altro che [[gesso (materiale)|gesso]].
Più precisamente:
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{{Citazione|Posso tranquillamente asserire che si tratta di solo gesso. Qualcuno vuole constatarlo? Faccia pure. Non sarò certo io a rompere le scatole.|[[Corriere della Sera]] di lunedì 11 giugno [[2007]], pagina 30}}
Nel 2008, Bernard Bazile,
[[Cochi Ponzoni]], amico di Piero Manzoni, ha dichiarato che la sorella di Piero Manzoni gli avrebbe riferito che, in realtà, all'interno delle famose scatole non vi è nient'altro che marmellata d'arance.<ref>{{Cita web|autore=Davide Turrini|url= https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/24/cosa-ce-davvero-nelle-scatole-di-merd-di-manzoni-poi-berlusconi-e-la-lario-ipnotizzata-la-biografia-di-cochi-ponzoni-senza-pozzetto/7332940/|titolo=Cosa c’è davvero nelle scatole di merd* di Manzoni, poi Berlusconi e la Lario ipnotizzata: la biografia di Cochi Ponzoni (senza Pozzetto)|sito=[[il Fatto Quotidiano]]|data=24 ottobre 2023|accesso=3 aprile 2025|urlarchivio= https://web.archive.org/web/20231024141241/https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/10/24/cosa-ce-davvero-nelle-scatole-di-merd-di-manzoni-poi-berlusconi-e-la-lario-ipnotizzata-la-biografia-di-cochi-ponzoni-senza-pozzetto/7332940/|dataarchivio=24 ottobre 2023|urlmorto=no}}</ref>
== Significato dell'opera ==
L'opera di Manzoni risulta influenzata dai celebri [[
* l'opera allude per paradosso al culto delle reliquie, che le considera sacre a prescindere dalla loro natura effettiva;
* in senso ironico,
* in particolare si riferisce al fatto che il [[Mercato dell'arte|mercato]] dell'[[arte contemporanea]] è pronto ad accettare letteralmente della [[merda]], purché in
* contemporaneamente, il valore artistico di quest'opera di Manzoni è squisitamente [[Arte concettuale|concettuale]], e perciò accessibile a chiunque senza limitazioni dovute né al costo di acquisto, né al possesso materiale o all'accessibilità fisica, né alla [[L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica|riproducibilità tecnica]]. È dunque, secondo Duchamp, tipicamente “anestetica”.▼
▲* in senso ironico, l'idea che un artista già affermato troverebbe [[mercato]] e consenso della [[critica]] per qualsiasi sua opera che crea, anche le più scadenti e banali,
▲* in particolare che il mercato dell'[[arte contemporanea]] è pronto ad accettare letteralmente della [[merda]], purché in [[edizione limitata|edizione numerata]] e garantita nella sua autenticità ed esclusività da un [[notaio]];
▲* contemporaneamente il valore artistico di quest'opera di Manzoni è [[Arte concettuale|concettuale]], e perciò accessibile a chiunque senza limitazioni dovute né al costo di acquisto, né al possesso materiale o all'accessibilità fisica, né alla [[L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica|riproducibilità tecnica]].
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{Cita libro|autore = Germano Celant|titolo = Piero Manzoni|anno = 1975|editore = Prearo|città = Milano
* {{Cita libro|autore = Dominique Laporte|titolo = Histoire de la merde|anno = 1978|editore = Bourgois|città = Parigi
*''Piero Manzoni. Catalogo generale'', a cura di G. Celant, Skira, Ginevra-Milano, 2004.
*F. Gualdoni, ''Breve storia della “Merda d’artista”'', Skira, Milano, 2014.
*F. Gualdoni, ''Merda d’artista, Manzoni e dopo Manzoni'', in catalogo mostra “AZIMUT/H. Continuità e nuovo”, a cura di L. M. Barbero, Marsilio Editori, Venezia, 2015, pp. 169-175
*P. Manzoni, ''Piero Manzoni. Scritti sull’arte'', a cura di G. L. Marcone, Abscondita, Milano, 2013, pp. 86-88
== Voci correlate ==
* [[Merda]]
▲* [[Piero Manzoni]]
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|1=http://www.poopreport.com/Intellectual/Content/Art/art.html|2=Merda d'Artista, or, You Call That Shit Art?|lingua=en|accesso=10 marzo 2007|urlarchivio=https://www.webcitation.org/65kLrKAC6?url=http://www.poopreport.com/Intellectual/Content/Art/art.html|dataarchivio=26 febbraio 2012|urlmorto=sì}}
* {{cita web|url=
*(ITA-EN) Merda d'artista official website [https://merdadartista.org www.merdadartista.org]
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|arte|Italia}}
[[Categoria:Installazioni artistiche]]
[[Categoria:Astrattismo]]
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