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|Attività = poeta
|Attività2 = scrittore
|Attività3 =
|Nazionalità = cubano
|NazionalitàNaturalizzato = francese
}}
==Biografia==
===Infanzia ed educazione===
Severo Felipe Sarduy Aguilar nasce il [[25 febbraio]] [[1937]] a [[Camagüey]], [[Cuba]]. Sul giorno della propria nascita, lo stesso Sarduy scrive:
{{Citazione|Nacqui, dunque, ''annegato''. Una levatrice nera e obesa, Inés María, mi tirò fuori, la poverina come poté: uscii viola e con la bocca aperta, come in quel quadro di Munch, in un grido silenzioso. A forza di sberle e sculacciate riuscì finalmente a trasformare quel grido muto in un grido sonoro. Non appena fui in grado di dare un segno di vita, feci il gesto caratteristico della famiglia Sarduy: aggrottare le sopracciglia in un certo modo. Una santera -
Il padre, Severo Sarduy Ruiz, è un ferroviere proveniente da una famiglia di quattordici fratelli
Quando Severo ha quattro mesi, la famiglia si trasferisce a Colonia María, nella parte centrale dell'isola. Lì vive fino al
Nel
▲Nel [[1956]], Severo Sarduy si trasferisce a [[L'Avana]], per studiare [[medicina]], [[arte]] e [[letteratura]]. Sono gli ultimi anni del governo di [[Fulgencio Batista]] e gli studenti universitari sono continuamente in [[sciopero]] contro il regime fino alla chiusura dell'Università de [[L'Avana]]<ref name=":0" />. Durante gli anni dell'università, Sarduy collabora inoltre con la [[rivista]] ''Ciclón''. Dopo il trionfo della [[Rivoluzione cubana|Rivoluzione]], scrive per ''Diario Libre'', del quale dirige la pagina letteraria, e per ''Lunes de la Revolución'' come critico letterario e d'arte. Nel [[1959]] riceve una borsa di studio per specializzarsi come critico d'arte a [[Madrid]]. Non passa nemmeno un mese che un incidente politico tra [[Cuba]] e la [[Spagna]] gli impedisce di proseguire il suo corso. Decide quindi di recarsi a [[Parigi]], e in seguito ad [[Amsterdam]] e in [[Italia]]<ref name=":7" />, dove incontra François Wahl, che sarà per sempre il suo compagno<ref>{{Cita web|url=http://www.liberation.fr/portrait/2007/02/28/la-fin-de-l-exception-juive_86156|titolo=Libération: La fin de l'exception juive}}</ref>.
===Gli anni parigini===
Nel
Nel settembre del
Fino al settembre del
Scrive Sarduy sull'incontro con [[Roland Barthes]]:
{{Citazione|La prima persona che conobbi in Europa fu François Wahl. Lo conobbi a Roma, nella Cappella Sistina. Fu più di trent'anni fa e, in questo momento, sta leggendo ciò che scrivo, foglio per foglio. Lui, non appena arrivammo a Parigi, mi presentò uno dei suoi migliori amici. Era uno scrittore francese, si definiva un "sociologo". Lo incontrai in rue du Dragon. Articolava il francese molto bene. Gli dissi che il mio non era molto buono, ma che la fonetica poteva funzionare. Rispose: "Sarai molto fonetico, ma non fonologico". E iniziammo a ridere. Ridiamo sempre. Di questo e di tutto. Era Roland Barthes.|Severo Sarduy, ''Para una biografía pulverizada...'', 1991|La primera persona que conocí en Europa fue a François Wahl. Lo conocí en Roma, en la Capilla Sixtina. Hace más de treinta años y en este momento está leyendo hoja por hoja lo que escribo. Él, según llegamos a París, me presentó a uno de sus mejores amigos de entonces. Era un escritor francés, se decía "sociólogo". Lo conocí en la rue du Dragon. Articulaba muy bien el francés. Yo le dije que el mío no era muy bueno, pero que la fonética podía funcionar. Me respondió: "Serás muy fonético, pero no fonológico". Y nos empezamos a reír. Siempre nos reímos. De eso y de todo. Era Roland Barthes<ref>{{Cita libro|curatore=Gustavo Guerrero - François Wahl|titolo=Severo Sarduy. Obra Completa. Tomo I|collana=
Nel
===L'inizio dell'attività letteraria===
Riguardo il proprio processo creativo, Sarduy scrive:
{{Citazione|Scrivo per costituire un'''immagine'', una parola che, prima di tutto, deve essere interpretata nel senso visivo e plastico del termine, e poi in un altro senso che trovo più difficile da definire: qualcosa in cui ci si riconosce, che in un certo modo ci riflette, che allo stesso tempo ci sfugge e ci guarda da un'oscura affinità.|Severo Sarduy, ''Pourquoi le roman?'', 1982|J'écris pour constituer une ''image'', et ce mot doit être lu d'abord au sens plastique et visuel du terme, mais ensuite en un autre sens, plus difficile à définir pour moi: quelque chose en quoi on se reconnaît, qui, en quelque sorte, vous reflète, mais qui en même temps échappe, et qui vous regarde depuis une obscure parenté<ref>{{Cita libro|curatore=Gustavo Guerrero - François Wahl|titolo=Severo Sarduy. Obra Completa. Tomo I|collana=
Nel
Parallelamente, pubblica il
===Il viaggio in India===
Nel
"Siamo in India da 4 giorni. È come se stessimo sognando. Tutto è favoloso, dal paesaggio e dalla gente agli dei. Tutto è bello, letterario. I colori hanno una luminosità unica, i profumi, i fiori e gli uccelli sono magnifici. Sto scrivendo un diario che pubblicherò alla fine di ''Cobra'', il «diario indiano», così vedrete i dettagli."||Febrero 1971, en avión desde Aurangabad hacia Bombay.
“Llevamos 4 días en la India. Estamos como si soñáramos. Todo es fabuloso, desde el paisaje y la gente hasta los dioses. Todo es bello, literario. Los colores tienen un brillo único, los perfumes, las flores y los pájaros son magníficos. Estoy escribiendo un diario que publicaré al final de Cobra, el «diario indio», de modo que ya verán los detalles.”|lingua=es}}Di ritorno dall'
Affascinato dalla cultura orientale e dal [[Buddhismo]], nel
I viaggi in
"Colombo; cari tutti. Ecco un elefante simbolo di fortuna per dirvi quanto sono felice su quest'isola, dove Marco Polo pensava di aver trovato il paradiso. Mille baci a tutti e più ancora a Pedritín. Non vi dimentico. Calore. Sole. Spiagge. Buddhismo. Amore, Severo."||Ceilán, 1 febrero 77:
“Colombo; queridos todos. Ahí va un elefante símbolo de la suerte para decirles lo feliz que soy en esta isla, donde Marco Polo creyó encontrar el paraíso. Mil besos a todos y más a Pedritín. No los olvido. Calor. Sol. Playas. Budismo. Amor, Severo.”|lingua=es}}
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Baci, amore. / Severo."||Kandy, Ceilán, 3 febbraio 77:
"Queridos todos: ¿No se parece a Cuba? Espero mis cuarenta con felicidad. Espero a Maitreya.
Besos, Amor. / Severo."|lingua=es}}Il
===L'attività come pittore===
Durante gli ultimi anni della sua vita, Severo Sarduy si dedica a quella che per lui è una "seconda scrittura", ovvero la pittura.<ref name=":1">{{Cita web|url=http://www.ojosdepapel.com/index.aspx?article=908|titolo=La vacuidad de todo: la pintura de Severo Sarduy|autore=Francisco León|data=24 marzo 2001|lingua=Spagnolo|accesso=30 gennaio 2018}}</ref>. {{Citazione|-Severo, perché dipingi?<br>
-Beh, ti dirò: dipingo perché scrivo.<br>
-C'è una qualche relazione tra le due cose?<br>
-Per me, sono semplicemente la stessa cosa. Lo stesso cane con un collare diverso. Certo, il risultato è diverso. Anche se non così tanto ... Ma comunque, la pittura e la scrittura sono come i due versanti dello stesso tetto, le due facce della stessa moneta, ecc.|Severo Sarduy, ''Severo, ¿por qué pintas?'', 1987|-Severo, ¿por qué pintas?<br>
-Pues te diré: pinto porque escribo.<br>
-¿Hay alguna relación entre las dos cosas?<br>
-Para mí, sencillamente es lo mismo. El mismo perro con distinto collar. Claro está, el resultado es diferente. Aunque no tanto... Pero en fin, la pintura y la escritura son como las dos vertientes de un mismo techo, las dos caras de una misma moneda, etc<ref>{{Cita libro|curatore=Gustavo Guerrero - François Wahl|titolo=Severo Sarduy. Obra Completa. Tomo I|collana=Colección Archivos/ALLCA XX|annooriginale=1999|editore=ALLCA XX/Círculo de Leitores de Portugal|città=Madrid|p=77-78|OCLC=901250262}}</ref>.|lingua=es}}Già a partire dal 1960, anno del suo arrivo a Parigi, la vita intellettuale della capitale francese e l'amicizia e l'influenza di autori come [[Roland Barthes]], gli offrono la possibilità di approfondire i propri interessi artistici e di scoprire l'opera di [[Mark Rothko]] e di [[Josef Albers]]<ref name=":2">{{Cita web|url=http://www.museoreinasofia.es/exposiciones/severo-sarduy|titolo=Severo Sarduy: 13 enero - 30 marzo, 1998|lingua=Spagnolo|accesso=30 gennaio 2018}}</ref>.
Rothko e i suoi campi di colore rosso costituiscono un'importante fonte d'ispirazione per Sarduy, ma anche artisti come [[Cy Twombly]] e in particolare Luis Feito avranno influenza nel suo lavoro. La [[pittura astratta]] e l'eredità dell'[[arte informale]] sopravvivono nell'estetica di Sarduy, ma la presa di consapevolezza dell'importanza nella storia della pittura di artisti come [[Giorgione]], [[Tiziano]], [[Johannes Vermeer]] o [[Pierre Bonnard]], rappresenta una svolta nel suo cammino artistico<ref name=":2" />. L'opera pittorica di Severo Sarduy, alla quale si dedica quasi esclusivamente negli ultimi anni della sua vita, costituisce una "mania ossessiva" per l'autore<ref name=":1" />.
I suoi dipinti sono caratterizzati da un forte eclettismo nell'uso di tecniche e materiali: utilizza supporti diversi, tra cui carta, stoffa, corteccia d'albero e cartone, e materiali che spaziona dall'acrilico, al caffè, zafferano, [[inchiostro di china]] e persino al suo stesso sangue<ref>{{Cita web|url=http://www.lanacion.com.ar/206478-los-cuadros-de-severo-sarduy-lejos-de-la-poesia|titolo=Los cuadros de Severo Sarduy, lejos de la poesía|data=6 marzo 1998|lingua=Spagnolo|accesso=30 gennaio 2018}}</ref>.
Tra il 1981 e il 1982 partecipa a varie esposizioni di gruppo<ref name=":0" />.
=== Gli ultimi anni ===
Negli anni successivi ai suoi viaggi in Asia, Severo Sarduy pubblica altri due romanzi: ''Colibrí'' (1984), una storia di fughe e di vendette, e ''Cocuyo'' (1990), meno avanguardista e più trasparente, anche se ambientato sempre nel caratteristico mondo di Sarduy, privo di qualsiasi inibizione<ref name=":3" />. Entrambi i titoli approfondiscono il lato sperimentale dello stile dell'autore<ref name=":6" />.
Oltre a romanzi, Sarduy pubblica una raccolta di racconti, ''Para la voz'' (1977),e due raccolte di poesie: ''Daiquiri'' (1980) e ''Un testigo fugaz y disfrazado'' (1985). Tra i suoi saggi, vale la pena menzionare ''Escrito sobre un cuerpo'' (1969), ''Barroco'' (1976) e ''Nueva estabilidad'' (1988)<ref name=":6" />.
Nel 1990 la casa editrice francese [[Gallimard]] commissiona a Sarduy il rilancio di ''La Croix du Sud'', la prima collezione specializzata in [[Letteratura latinoamericana|letteratura iberoamericana]] creata da [[Roger Caillois]]<ref name=":8" />.
Durante i suoi ultimi anni, Sarduy si dedica inoltre alla pittura, esponendo diverse volte a Parigi, e partecipa a varie conferenze in Europa e negli [[Stati Uniti d'America]]<ref name=":0" />.
=== La morte ===
Severo Sarduy muore l'8 giugno 1993, all'età di 56 anni, per complicanze dovute all'[[AIDS]]<ref name=":0" />. Viene sepolto nel [[Cimitero parigino di Thiais]]<ref name=":0" />. Nel 1993 viene pubblicato postumo il romanzo ''Pájaros de la playa''<ref name=":3" />.
==La poetica==
=== Il neobarocco ===
Nel 1971 Severo Sarduy pubblica il saggio ''El barroco y el neobarroco''. In esso segnala, senza pretendere di spiegarla in termini storici o ideologici, la marcata presenza dell'[[Barocco|estetica barocca]] in alcune manifestazioni artistiche della [[Letteratura ispanoamericana|cultura ispanoamericana]]<ref name=":5">{{Cita pubblicazione|autore=Ignacio Iriarte|anno=2017|titolo=Severo Sarduy, el neobarroco y las políticas de la literatura|rivista=Alea: Estudos Neolatinos|volume=19|numero=1|pp=91-105|lingua=Spagnolo|url=http://www.scielo.br/pdf/alea/v19n1/1517-106X-alea-19-01-00091.pdf}}</ref> - in particolare in quella letteraria e di origine cubana - e propone di definire formalmente il concetto di "barocco", portando ad esempio autori come [[José Lezama Lima]], [[Alejo Carpentier]] e [[Guillermo Cabrera Infante]]<ref>{{Cita web|url=http://circulodepoesia.com/2012/06/aproximacion-a-la-literatura-neobarroca/|titolo=Aproximación a la literatura neobarroca|autore=Gonzalo Celorio|data=19 giugno 2012|lingua=Spagnolo|accesso=30 gennaio 2018}}</ref>.
Scrive Sarduy:{{Citazione|Al contrario, l'attuale barocco, il neobarocco, riflette strutturalmente l'inarmonia, la rottura dell'omogeneità, il logos come assoluto, la mancanza che costituisce il nostro fondamento epistemico. Neobarroco dello squilibrio, riflesso strutturale di un desiderio che non riesce a raggiungere il suo oggetto, desiderio per il quale il logos non ha organizzato che uno schermo che nasconde la mancanza (...) Neobarroco: riflesso necessariamente polverizzato di una conoscenza che già sa di non essere chiusa «tranquillamente» su se stessa. Arte di detronizzare e discutere.|Severo Sarduy, ''El barroco y el neobarroco'', 1972|Al contrario, el barroco actual, el neobarroco, refleja estructuralmente la inarmonía, la ruptura de la homogeneidad, del logos en tanto absoluto, la carencia que constituye nuestro fundamento epistémico. Neobarroco del desequilibrio, reflejo estructural de un deseo que no puede alcanzar su objeto, deseo para el cual el logos no ha organizado más que una pantalla que esconde la carencia (...) Neobarroco: reflejo necesariamente pulverizado de un saber que sabe ya que no está «apaciblemente» cerrado sobre sí mismo. Arte del destronamiento y la discusión<ref>{{Cita libro|curatore=Gustavo Guerrero - François Wahl|titolo=Severo Sarduy. Obra Completa. Tomo II|collana=Colección Archivos/ALLCA XX|annooriginale=1999|editore=ALLCA XX/Círculo de Leitores de Portugal|città=Madrid|p=1403|OCLC=901250262}}</ref>.|lingua=es}}Nonostante la sua unicità, l'opera di Severo Sarduy si può includere nell'eredità lasciata da [[José Lezama Lima]], e in questo senso può essere considerata la vetta del neobarocco cubano. L'intento principale di Severo Sarduy è quello di aggiornare la letteratura cubana, promuovendone la diffusione a livello internazionale. Il suo contributo si colloca all'interno del cosiddetto ''boom'' narrativo latinoamericano degli anni sessanta e settanta<ref name=":6" />.
Dal barocco europeo del XVII secolo egli riprende l'idea della letteratura come artificio. Per Sarduy diviene un mezzo per allontanarsi dai rigidi canoni estetici tradizionali e per esplorare l'inverosimile, la mitologia e l'illusione<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Pedro Antonio Férez Mora|anno=2014|titolo=La poética de Severo Sarduy: neobarroco de la inmanencia|rivista=Iberoamericana|volume=14|numero=56|pp=71-84|lingua=Spagnolo|url=http://journals.iai.spk-berlin.de/index.php/iberoamericana/article/view/274/809}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=José Javier Díaz Freire|anno=2015|titolo=La experiencia de la modernidad como una experiencia barroca|rivista=Historia Crítica|volume=|numero=56|pp=137-160|lingua=Spagnolo|url=http://www.scielo.org.co/pdf/rhc/n56/n56a07.pdf}}</ref>, abbandonando il discorso lineare e informativo e caricando il testo di una connotazione simbolica. I concetti chiave per l'analisi dell'opera di Sarduy sono l'idea di [[simulacro]], di artificio e di [[parodia]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Samuel Arriarán|titolo=La teoría del neobarroco de Severo Sarduy|rivista=|volume=|numero=|lingua=Spagnolo|url=http://www.iiligeorgetown2010.com/2/pdf/Arriaran.pdf}}</ref>.
La poetica dell'autore è caratterizzata da una [[Letteratura sperimentale|narrativa sperimentale]] e da una grande complessità linguistica, con l'utilizzo di un linguaggio letterario ricco e [[Metafora|metaforico]], e dalla predilezione per argomenti frammentari e personaggi difficilmente analizzati dal punto di vista psicologico<ref name=":9" />. L'origine cubana e l'esperienza dei suoi viaggi in India conferiscono inoltre ai suoi scritti un alone di [[erotismo]] tropicale ed orientale.
=== Lo strutturalismo ===
Nel marzo del 1960, il primo numero di ''Tel Quel'' viene pubblicato in Francia. La rivista riceve immediato riconoscimento da parte degli intellettuali dell'epoca e rappresenta il punto di partenza per una riflessione che si costruisce su aree diverse, tra cui la psicoanalisi, la teoria letteraria, la letteratura e la filosofia. A questo spazio produttivo di dibattito e confronto partecipa anche Severo Sarduy<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Sonia Bertón|anno=2013|titolo=El "espacio Tel Quel" y la configuración de una discursividad vacilante|rivista=Revista Pilquen|volume=16|numero=2|lingua=Spagnolo|url=http://www.scielo.org.ar/pdf/spilquen/v16n2s1/v16n2s1a04.pdf}}</ref>.
Sin dall'inizio della sua carriera come scrittore, Severo Sarduy basa la propria produzione letteraria sulle teorie [[Strutturalismo|strutturaliste]] e [[Post-strutturalismo|post-strutturaliste]] del linguaggio, nate all'interno dello "spazio ''Tel Quel''". L'influenza del cosiddetto "''postboom'' strutturalista" si caratterizza, nell'opera narrativa di Sarduy, attraverso una narrazione costante, ricca di azione e sempre alla ricerca di elementi insoliti, e con l'uso di un linguaggio complesso e articolato che nei romanzi ''Cobra'', ''Maitreya'' e ''Colibrí'' raggiunge un alto livello di sperimentazione lessicale. Ognuna delle opere di Sarduy è solitamente priva di un messaggio preciso nel senso tradizionale del termine, la realtà viene trasformata in [[mito]] e interpretata come un simbolo assoluto<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Gustavo Guerrero|anno=2015|titolo=Severo Sarduy: teoría y práctica de un teatro de la estética|rivista=Alea: Estudos Neolatinos|volume=19|numero=1|pp=139-158|lingua=Spagnolo|url=http://www.scielo.br/pdf/alea/v19n1/1517-106X-alea-19-01-00139.pdf}}</ref>. L'autore stabilisce inoltre contatti con la [[psicoanalisi]] e le [[Filosofia del linguaggio|teorie del linguaggio]] di [[Jacques Lacan]]<ref name=":4" /><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Cristián Montes Capó|anno=2007|titolo="Colibrí" de Severo Sarduy: una expresión neobarroca y psicoanalítica del sujeto|rivista=Revista chilena de literatura|volume=|numero=70|pp=39-56|lingua=Spagnolo|url=https://scielo.conicyt.cl/scielo.php?script=sci_arttext&pid=S0718-22952007000100002}}</ref>.
=== Il corpo ===
Uno dei temi centrali delle opere di Severo Sarduy è il corpo, inteso come strumento di travestimento e di metamorfosi continua dei personaggi. In questo processo di costante trasformazione, i personaggi dei suoi romanzi mettono in evidenza, attraverso frequenti scambi di identità, il desiderio di libertà e di sovvertimento dei rigidi codici morali<ref name=":9">{{Cita pubblicazione|autore=Maria Cristina Chaves Carvalho|anno=2017|titolo=O travestimento do corpo e da escritura em Severo Sarduy|rivista=Alea: Estudos Neolatinos|volume=19|numero=1|lingua=Portoghese|url=http://www.scielo.br/pdf/alea/v19n1/1517-106X-alea-19-01-00106.pdf}}</ref>.
Scrive Sarduy:{{Citazione|Più in là dell'autostrada si trovano gli altri, coloro che l'energia ha abbandonato.|Severo Sarduy, ''Pájaros de la playa'', 1993|Más allá de la autopista se encuentran los otros, los que la energía abandonó<ref>{{Cita libro|curatore=Gustavo Guerrero - François Wahl|titolo=Severo Sarduy. Obra Completa. Tomo I|collana=Colección Archivos/ALLCA XX|annooriginale=1999|editore=ALLCA XX/Círculo de Leitores de Portugal|città=Madrid|p=920|OCLC=901250262}}</ref>.|lingua=es}}Nell'opera di Sarduy il corpo viene rappresentato anche come entità malata, maltrattata, ferita e sezionata, sottoposta a dolore e, infine, soggetta alla morte<ref name=":4" />. Ormai malato, egli concepisce il suo ultimo romanzo, ''Pájaros de la playa'', come testimonianza della sofferenza e del crescente deterioramento del proprio corpo. Tuttavia, come sottolineano alcuni critici e biografi, in questo romanzo dedicato a documentare il processo e lo sviluppo della malattia, il nome che la identifica non viene mai menzionato. ''Pájaros de la playa,'' più che la narrazione dell'agonia dell'autore, è una manifestazione dei sintomi dell'[[AIDS]], incarnati dai personaggi malati protagonisti dell'opera<ref>{{Cita web|url=http://www.letraslibres.com/vuelta/el-cuerpo-escrito-severo-sarduy-la-pasion-del-cuerpo-la-pasion-la-escritura|titolo=El cuerpo escrito de Severo Sarduy: La pasión del cuerpo, La pasión de la escritura|autore=Gustavo Guerrero|data=30 aprile 1998|lingua=Spagnolo|accesso=30 gennaio 2018}}</ref>. Esso è una lunga meditazione, a volte ironica, carnevalesca e disperata, sulla malattia incurabile dall'autore, una [[metafora]] (quella dell'AIDS) che rappresenta all'interno del testo non solo il decadimento e la morte del corpo, ma che simbolizza la fine di tutta l'esistenza sulla Terra: dopo la morte, l'individuo cessa di esistere e così anche l'intera realtà. Se prima il tono dei suoi romanzi era ludico e [[Parodia|parodico]], ora diventa quasi filosofico e metafisico<ref name=":4" />.
=== L'Oriente ===
Scrive Sarduy:
{{Citazione|Il Bosco de l'Avana è il Palazzo d'Estate, e le acque dell'Almendares sono quell dello Yang-Tze (...) Laggiù, lontano, urla la cinese, balla il mambo del Canton (...).|Severo Sarduy, ''De donde son los cantantes'', 1967|El Bosque de La Habana es el del Palacio de Verano, y las aguas del Almendares son las del Yang-Tzé (...) Allá, lejos, chilla la china, baila el mambo de Cantón (...)<ref>{{Cita libro|autore=Severo Sarduy|titolo=De donde son los cantantes|anno=2010|editore=Cátedra|città=Madrid|p=105|OCLC=935927124}}</ref>.|lingua=es}}
L'Oriente narrato, dipinto e fotografato da Severo Sarduy, soprattutto in opere come ''Cobra'' (1972) e ''Maitreya'' (1978), è una terra lontana dagli stereotipi tipicamente occidentali e ha poco a che vedere con la regione mitica spesso studiata e descritta dagli [[Orientalismo|orientalisti]] <ref>{{Cita pubblicazione|autore=Catalina Quesada Gómez|anno=2011|titolo=De la India a las Indias y viceversa: relaciones literarias entre Hispanoamérica y Asia|rivista=Iberoamericana|volume=11|numero=42|pp=43-63|lingua=Spagnolo|url=http://journals.iai.spk-berlin.de/index.php/iberoamericana/article/view/523/207}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|autore=Irina Garbatzky|anno=2016|titolo=Teorías del archivo, formas de la huida. Sobre teoría del alma china de Carlos A. Aguilera|rivista=Acta Literaria|volume=|numero=57|pp=77-93|lingua=Spagnolo|url=https://scielo.conicyt.cl/pdf/actalit/n53/art_06.pdf}}</ref>. Lontano da quella terra esotica e misteriosa ancora oggi considerata opposta all'[[Civiltà occidentale|Occidente]], l'[[Oriente]] descritto da Sarduy viene privato di tutti i suoi riferimenti tradizionali e si fa metafora di un'esperienza d'esilio<ref>{{Cita web|url=http://www.letraslibres.com/mexico/severo-sarduy|titolo=Severo Sarduy por Gustavo Guerrero}}</ref>, terra di frontiera e spazio ideale per traffici e ibridazioni<ref>{{Cita web|url=https://cvc.cervantes.es/literatura/escritores/sarduy/articulos/guerrero.htm|titolo=El Oriente de Severo Sarduy|nome=Gustavo Guerrero|sito=Centro Virtual Cervantes|accesso=30 gennaio 2018}}</ref>.
A differenza degli orientalisti che guardavano verso est con gli occhi di [[Botanica|botanici]] o [[Entomologia|entomologi]], a differenza della maggioranza degli artisti e degli intellettuali occidentali che viaggiavano verso est, Sarduy supera il confine senza pregiudizi e passa più e più volte dall'altra parte dello specchio, portando e scambiando valori, segni e simboli<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Cesar Rodriguez de Sepulveda|anno=1996|titolo=La imagen de oriente en las novelas de Severo Sarduy|rivista=Inti: Revista de literatura hispánica|volume=1|numero=43|pp=135-146|lingua=Spagnolo|url=https://digitalcommons.providence.edu/cgi/viewcontent.cgi?article=1899&context=inti}}</ref>.
==Opere==
=== Romanzi ===
* ''Gestos'' (
:''La bomba dell'Avana'', tr. di A. * ''De dónde son los cantantes'' (
* ''Cobra'' (
:''Cobra'', tr. di Renzo Guidieri, Torino, Einaudi, 1976
* ''Maitreya'' ([[1978]]) - ''Maitreya, il Buddha che deve venire'', tr. di Piero Verni, Milano 1982▼
* ''
▲
* ''Cocuyo'' ([[1990]])▼
* ''Colibrí'' (1984)
* ''Pájaros de la playa'' ([[1993]]). Postuma▼
=== Raccolte di poesie ===
* ''Flamenco'' (
* ''Mood Indigo'' (
* ''Big Bang'' (
* ''Daiquiri'' (
* ''Un testigo fugaz y disfrazado'' (
* ''Un testigo perenne y dilatado'' (
* ''Lusidez'' (
=== Saggi ===
* ''Escrito sobre un cuerpo'' (
* ''Barroco'' (1974)
:''Barocco'', tr. di [[Fulvio Papi]], Milano, Il Saggiatore, 1980
* ''
* ''
* ''
* ''Ensayos generales sobre el barroco'' (1987)
=== Pièces radiofoniche ===
* ''La playa'' (
* ''La caída'' (
* ''Relato'' (
* ''Los matadores de Hormigas'' (
* ''Para la voz'' (
==Note==
Riga 114 ⟶ 167:
==Bibliografia==
*{{cita pubblicazione |nome=Pedro Antonio |cognome=Férez Mora |titolo=La poética de Severo Sarduy: neobarroco de la inmanencia |rivista=Iberoamericana|editore= |città= |volume=14 |numero=56 |anno=2014 |mese= |pp=71-84 |url= |lingua=es}}
*{{Cita libro|autore=Blanche Wiesen Cook|titolo=Women and support networks|anno=1979|editore=Out & Out Books|città=Brooklyn, N.Y.|lingua=inglese|p=|pp=|OCLC=7589769|ISBN=}}▼
*{{Cita libro|autore=
*{{Cita libro|autore=Gustavo Guerrero|titolo=El oriente de Severo Sarduy|anno=2008|editore=Instituto Cervantes: Sociedad Estatal de Conmemoraciones Culturales|città=Madrid|lingua=spagnolo|p=|pp=|OCLC=949644607|ISBN=}}
*{{Cita libro|autore=Gustavo Guerrero|titolo=La estrategia neobarroca: estudio sobre el resurgimiento de la poética barroca en la obra narrativa de Severo Sarduy|anno=1987|editore=Edicions del Mall|città=Barcellona|lingua=spagnolo|p=|pp=|OCLC=568950580|ISBN=}}
*{{
*{{Cita libro|autore=Gustavo Guerrero|autore2=François Wahl|titolo=Severo Sarduy. Obra Completa. Tomos 1-2|anno=1999|editore=ALLCA, Colección Archivos|città=Madrid|lingua=spagnolo|p=|pp=|OCLC=901250262|ISBN=}}
*{{Cita libro|autore=Virgilio López Lemus|titolo=La imagen y el cuerpo: Lezama y Sarduy|anno=1997|editore=Ediciones Unión|città=L'Avana|lingua=spagnolo|p=|pp=|OCLC= 245973584|ISBN=}}
*{{Cita libro|autore=Adriana Méndez Rodenas|titolo=Severo Sarduy: El neobarroco de la trasgresión|anno=1983|editore=Universidad Nacional Autónoma de México|città=Città del Messico|lingua=spagnolo|p=|pp=|OCLC=10985796|ISBN=}}
*{{Cita conferenza|titolo=Una poética fin de siglo: el testamento literario de Severo Sarduy|conferenza=Congreso del Instituto Internacional de Literatura Iberoamericana. XXXIII. 2000. Salamanca|curatore=Françoise Moulin Civil|città=Salamanca|anno=2003|editore=[Atti di Convegno]|lingua=spagnolo}}
*{{Cita libro|autore=Severo Sarduy|titolo=Barroco. Ensayos generales sobre el barroco|anno=1974|editore=Sudamericana|città=Buenos Aires|lingua=spagnolo|p=|pp=|OCLC=255897835|ISBN=}}
*{{Cita libro|autore=Severo Sarduy|titolo=De donde son los cantantes, Edición de Roberto González Echevarría|anno=2010|editore=Cátedra, Letras Hispánicas|città=Madrid|lingua=spagnolo|p=|pp=|OCLC=994750015|ISBN=}}
*{{Cita libro|autore=Severo Sarduy|titolo=El Cristo de la rue Jacob|anno=1987|editore=Ediciones del Mall|città=Barcellona|lingua=spagnolo|p=|pp=|OCLC=911625471|ISBN=}}
▲*{{Cita libro|autore=
==Collegamenti esterni==
* {{es}} [http://www.severo-sarduy-foundation.com/front.htm Severo Sarduy Cultural Foundation]
* {{es}} [http://amediavoz.com/sarduy.htm Poesie di Severo Sarduy], su ''amediavoz.com''.
* {{es}} [https://www.youtube.com/watch?v=hc8ieKHsc6Y Intervista a Severo Sarduy], su [https://www.youtube.com/ YouTube].
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