Codice Trivulziano 2162: differenze tra le versioni

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|epoca= [[1478]]-[[1493]]
|supporto = carta
|dimensionialtezza = 20,5 x 14 cm
|larghezza = 14
|lingua = italiano rinascimentale
|scrittura =
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== Storia ==
Il manoscritto era tra quelli che furono lasciati in eredità da Leonardo a [[Francesco Melzi]]. Dopo la morte del Melzi (1570 circa), rientrò tra i manoscritti raccolti da [[Pompeo Leoni]] ed ereditati nel 1608 da Polidoro Calchi. Pochi anni dopo fu acquistato dadal nobile e mecenate [[Galeazzo Arconati]].
 
Nel 1637 Arconati donò dodici manoscritti di LeoanrdoLeonardo in suo possesso alla [[Biblioteca Ambrosiana]], compreso questo manoscritto.
 
{{citazione
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{{citazione
|1783, 5 gennaro. Questo codicetto di Leonardo da Vinci era del signor don Gaetano Caccia cavaliere novarese ma domiciliato in Milano, morto l'anno 1752 alli 9 di gennaro sotto la parrocchia di S. Damianino la Scala. Io Carlo Trivulzi l'aquistai dal detto cavaliere intorno l'anno 1750 unitamente a un quinario d'oro di Giulio Majoriano, e a qualche altra cosa che più non mi ricordo, dandoli in cambio un orologio d'argento di ripetizione che io due anni avanti avevo comprato usato per sedici gigliati [...]
|Annotazione inserita nel codice<ref>{{cita web|url=http://graficheincomune.comune.milano.it/GraficheInComune/immagine/Cod.+Triv.+2162,+c.+Ir|titolo=Digitalizzazione|sito=GraficheinComune. Comune di Milano|accesso=26 dicembre 2017|dataarchivio=26 dicembre 2017|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171226182444/http://graficheincomune.comune.milano.it/GraficheInComune/immagine/Cod.+Triv.+2162,+c.+Ir|urlmorto=sì}}</ref>}}
 
Alla sua morte le collezioni passarono al figlio del fratello; attraverso varie generazioni il manoscritto leonardesco giunse fino al principe Luigi Alberico Trivulzio.<ref name=Santoro /> Come parte delle collezioni trivulziane, nel catalogo venne identificato dal numero 2162 (''Leonardo da Vinci. Libro d'annotazioni e memorie'').<ref>{{cita libro|titolo=Trivulziana. Catalogo dei codici manoscritti|curatore=[[Giulio Porro Lambertenghi]]|p=207|url=https://archive.org/stream/catalogodeicodi00famigoog#page/n237/mode/2up}}</ref>
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A parte alcune rare annotazioni e l'intero testo a pagina 46 (secondo la numerazione attuale), il manoscritto è attribuito a Leonardo da Vinci. Vi raccolse alcune ritratti caricaturali o grotteschi, annotazioni per progetti architettonici, di fortificazioni e di macchine belliche. Alcuni disegni, tracciati a punta metallica furono ripassati a inchiostro da mano successiva.
 
Numerose pagine (8-9, 22-26, 50-51, 57-62, 64, 66-68, 70, 72, 81-97, 100-102 secondo la numerazione moderna) sono presentiriportano elenchi di parole su più colonne; si ritiene siano elenchi di forme dotte e latinismi utilizzati da Leonardo per migliorare il proprio lessico.
 
Le pagine da 27 a 58 sono inseritoinserite rovesciate: la numerazione antica delle carte appare in basso a sinistra sul verso attuale e in ordine decrescente.
 
<gallery>
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|titolo=Il codice di Leonardo da Vinci nella biblioteca del principe Trivulzio in Milano|curatore=Luca Beltrami|città=Milano|anno=1891|url=https://archive.org/details/ilcodicedileonar00leonuoft}}
* {{cita libro|autore-capitolo=C. Pedretti|wkautore-capitolo=Carlo Pedretti|autore2autore-capitolo2=M. Cianchi|capitolo=Codice Trivulziano|titolo=Leonardo. I codici|rivista=Art Dossier|data=aprile 1995|numero=100|pp=40-41}}
 
== Voci correlate ==
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{{Portale|Leonardo da Vinci}}
 
[[Categoria:Codici di Leonardo da Vinci|Trivulziano]]
[[Categoria:OpereManoscritti nelnella CastelloBiblioteca SforzescoTrivulziana]]
[[Categoria:Trivulzio]]