Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena: differenze tra le versioni
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|nome = Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena
|immagine = Louise Elisabeth Vigée-Lebrun - Marie-Antoinette dit « à la Rose » - Google Art Project.jpg
|legenda = [[Élisabeth Vigée Le Brun]], ''[[Ritratto di Maria Antonietta con la rosa]]'',
|titolo = [[
|stemma =
|inizio regno = 10 maggio [[1774]]
|fine regno = 1º ottobre [[1791]]
|predecessore = [[Maria Leszczyńska]]
|successore = se stessa <small>(come regina dei Francesi)</small><br />[[Maria Giuseppina di Savoia]] <small>(''[[de iure]]'', titolare dal 1795)</small>
|titolo1 = [[
|inizio regno1 = 1º ottobre [[1791]]
|fine regno1 = 21 settembre [[1792]]
|predecessore1 = se stessa <small>(come regina di Francia e di Navarra)</small>
|successore1 = [[Giuseppina di Beauharnais]] <small>(''[[de facto]]'', come imperatrice dei Francesi nel 1804)</small><br />[[Maria Amalia di Borbone-
|nome completo = [[lingua tedesca|tedesco]]: Maria Antonia Josepha Johanna von Habsburg-Lothringen<br />[[lingua italiana|italiano]]: Maria Antonietta Giuseppa Giovanna d'Asburgo-Lorena
|trattamento = [[Sua Maestà]]
|altrititoli = [[Arciduchessa d'Austria]]<br />[[Regno di Boemia|Principessa reale di Boemia]], [[Regno d'Ungheria (1538-1867)|Ungheria]], [[Granducato di Toscana|Toscana]], [[Croazia]] e [[Slavonia]]<br />[[Delfino (onorificenza)#Delfino di Francia|Delfina di Francia]]<br />[[Duchessa di Berry]]
|data di nascita = 2 novembre [[1755]]
|luogo di nascita = [[Hofburg]], [[Vienna]], [[Austria]]
|data di morte = 16 ottobre [[1793]]
|luogo di morte = [[Place de la Concorde]], [[Parigi]], [[Francia]]
|luogo di sepoltura = [[Basilica di Saint-Denis]], [[Necropoli reale della basilica di Saint-Denis|Necropoli reale]], Parigi, [[Francia]]
|data di sepoltura = 21 gennaio [[1815]]
|casa reale = [[Asburgo-Lorena]] per nascita <br /> [[Borbone-Francia]] per matrimonio
|padre = [[Francesco I di Lorena|Francesco Stefano di Lorena]]
|madre = [[Maria Teresa d'Austria
|consorte = [[Luigi XVI di Francia]]
|figli = [[Maria Teresa Carlotta di Borbone-Francia|Maria Teresa]]<br />[[Luigi Giuseppe di Borbone-Francia|Luigi Giuseppe]]<br />[[Luigi XVII di Francia|Luigi Carlo]]<br />[[Sofia Elena Beatrice di Borbone-Francia|Sofia Elena]]
|religione = [[Chiesa cattolica|cattolicesimo]]
|firma = Marie-AntoinetteSignature.png
{{citazione|Il destino l'ha posta simbolica Regina di questo secolo, perché con esso viva la sua vita e muoia la sua morte.|[[Stefan Zweig]], ''[[Maria Antonietta - Una vita involontariamente eroica]]''<ref>{{Cita|Zweig 1948|p. 95}}.</ref>}}
{{Bio
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|GiornoMeseMorte = 16 ottobre
|AnnoMorte = 1793
|Attività =
|Nazionalità =
|Categorie = no
|FineIncipit = è stata [[
}}
La
Durante la [[rivoluzione francese]], ostile a ogni compromesso con le [[Liberalismo|idee liberali]] e accesa sostenitrice del [[diritto divino dei re]], cercò di salvare la [[Assolutismo monarchico|monarchia assoluta]], anche attraverso i continui contatti con gli aristocratici emigrati, e sfruttando alcuni moderati come [[Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau|Mirabeau]] e [[Antoine Barnave|Barnave]]. In seguito alla crescente ostilità popolare, dovuta anche al fallito tentativo di fuga, fu messa in stato di arresto insieme alla famiglia reale. Durante il periodo di prigionia, dopo la caduta della monarchia, dimostrò di essere una madre e una moglie esemplare.<ref>{{Cita|Craveri 2008|pp. 372-373}}.</ref> Processata sommariamente e giudicata colpevole di [[alto tradimento]] dal [[tribunale rivoluzionario]], seppur senza prove tangibili, morì con dignità sulla [[ghigliottina]]. La sua morte segnò la reale fine dell{{'}}''ancien régime''.<ref>Lo storico [[Adriano Prosperi]], parlando del famoso schizzo ''Maria Antonietta condotta al patibolo'' di [[Jacques-Louis David]], dice: «La regina Maria Antonietta, ritratta da David mentre, con le mani legate ma col busto orgogliosamente eretto, si avviava al patibolo, fu l'immagine reale della fine dell'Antico regime e l'antesignana delle figure simboliche che incarnarono la nuova idea di giustizia posta sotto il segno della Nazione e amministrata in nome della [[Prima Repubblica francese|Repubblica]]» ({{cita|Prosperi 2008|p. 221}}).</ref>
== Biografia ==
===
[[File:Maria Antonia of Austria 1762 by Liotard.jpg|thumb|left|Maria Antonietta da bambina. Disegno di [[Jean-Étienne Liotard]] (1762).]]
Maria Antonietta nacque alla [[Hofburg]] di [[Vienna]] il 2 novembre [[1755]], penultima dei sedici figli di [[Maria Teresa d'Austria]] e di [[Francesco I di Lorena|Francesco Stefano di Lorena]], [[imperatore del Sacro Romano Impero]]. [[Battesimo|Battezzata]] Maria Antonia Giuseppa Giovanna, in famiglia e a corte sarebbe stata chiamata ''Antoine''. Sarebbero stati i [[francesi]], in seguito, a chiamarla ''Marie-Antoinette''. All'età di due anni contrasse il [[vaiolo]] in forma lieve, ma riuscì a sopravvivere e a non rimanerne deturpata. Maria Antonia crebbe in una corte dove l'[[Galateo (costume)|etichetta]] e l'educazione, che venivano impartite agli arciduchi e alle arciduchesse, non soffocavano mai la loro spontaneità.<ref name="Lever_2007">{{Cita|Lever 2007|p. 16}}.</ref>
Nonostante l'alto rango, dunque, l'infanzia di Maria Antonietta fu relativamente felice e distesa. La contessa Brandeiss, sua istitutrice, la viziò, concedendole ogni minima cosa, ma soprattutto quell'amore materno che sua madre, l'imperatrice, sempre impegnata negli affari di Stato, non aveva il tempo di darle.<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 42}}.</ref> La contessa le inculcò semplicemente l'educazione di stampo religioso e morale richiesta per ogni arciduchessa e, per compiacere la bambina, ridusse anche le ore di studio sui libri,<ref name="Lever_2007" /> tanto che a dodici anni Maria Antonia non sapeva scrivere e nemmeno parlare correttamente né il [[Lingua francese|francese]] né il [[Lingua tedesca|tedesco]]. L'unica lingua in cui dialogava elegantemente era l'[[Lingua italiana|italiano]], grazie al suo maestro di riguardo [[Pietro Metastasio]].<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 44}}.</ref> Suo maestro di musica fu il compositore [[Christoph Willibald Gluck]], e Philippe Joseph Hinner le insegnò a suonare molto bene l'[[arpa]], ma l'arte in cui la bambina eccelleva era la danza. Maria Antonia muoveva, infatti, il suo corpo con molta grazia e raffinatezza ed ebbe tra i suoi maestri il celebre danzatore, coreografo e riformatore del balletto [[Jean-Georges Noverre]].<ref>{{Cita|Fraser 2003|pp. 29-30}}.</ref>
[[File:Meister der Erzherzoginnen-Porträt - Erzherzogin Maria Antonia.jpg|thumb|180px|Maria Antonietta a 10 anni]]
Il 18 agosto [[1765]], a [[Innsbruck]], durante i festeggiamenti per le nozze dell'arciduca [[Leopoldo II d'Asburgo-Lorena|Pietro Leopoldo]], morì l'imperatore, stroncato da un [[ictus|colpo apoplettico]]. Venne pianto amaramente dai figli, i quali lo amavano teneramente, ma soprattutto dalla moglie, che prese il lutto a vita. Maria Teresa, posto come coreggente il figlio maggiore [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe]], cominciò a incutere sempre più timore ai figli minori, verso i quali, a causa dell'eccessivo lavoro, non aveva mai prestato grande attenzione. Adesso dava loro l'impressione di essere sempre scontenta del loro comportamento.<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 35}}.</ref><ref>Il rapporto con la madre, sempre impegnata negli affari di Stato e che trascurava i figli minori, non era particolarmente profondo, al punto che da adulta Maria Antonietta affermò: «Amo l'imperatrice ma la temo anche a distanza; quando le scrivo non mi sento mai perfettamente a mio agio» ({{Cita|Fraser 2003|p. 32}}).</ref>
Nel [[1767]] i piani matrimoniali progettati dall'imperatrice per ampliare o costruire nuove alleanze vennero quasi completamente distrutti da un'epidemia di vaiolo, che colpì anche la famiglia imperiale (Maria Antonia ne era immune). Per compensare
===
[[File:Marie Antoinette Young3.jpg|thumb|Maria Antonietta a quattordici anni. Pastello di [[Joseph Ducreux]], inviato a Versailles come ritratto ufficiale (1769).]]
Anche Maria Antonia, come pedina politica, venne utilizzata dalla madre per cementare la neo alleanza con la [[Francia]], la secolare acerrima nemica dell'[[Austria]], contro il re [[Federico II di Prussia]], allora il più grande avversario di Maria Teresa e alleato con l'[[Inghilterra]]. Dopo lunghe trattative, si giunse al fidanzamento dell'arciduchessa con [[Luigi XVI di Francia|Luigi Augusto]], [[delfino (onorificenza)#Delfino di Francia|delfino di Francia]]. A contrattare il matrimonio furono il [[Étienne François de Choiseul|duca di Choiseul]] per la Francia e il principe di Starhemberg per l'Austria.<ref>{{Cita|Spinosa e Mastroianni 2008|p. 34}}.</ref>
Nel novembre del [[1768]] l'abate de Vermond partì per Vienna, come precettore di Maria Antonia. L'arciduchessa, seppur dotata di un fisico incantevole, come dimostrato dal pastello di Ducreaux inviato a Parigi nel [[1769]], i cui piccoli difetti vennero rapidamente modificati<ref>L'attaccatura irregolare dei capelli, che le dava una fronte alta e bombata, sciupando così l'ovale del viso, venne ovviata grazie a una nuova e particolare pettinatura, mentre una spalla leggermente più alta dell'altra venne corretta con l'uso del corsetto. I suoi denti storti vennero curati per mezzo di una sorta di apparecchio odontoiatrico, fatto di fili metallici. In tre mesi fu ottenuta la dentatura regolare desiderata ({{Cita|Fraser 2003|pp. 40-41}}).</ref>, e di una spiccata intelligenza, mancava però delle conoscenze necessarie a una futura regina, senza contare che era indolente e capricciosa.<ref name="Craveri, p. 351">{{Cita|Craveri 2008|p. 351}}.</ref> L'abate non si lasciò scoraggiare e impose alla giovane allieva un programma didattico ideato appositamente per lei, dove sostituì lo studio sui libri con lunghe conversazioni, che spaziavano dalla religione, alla storia e alla [[letteratura francese]]. Maria Antonia si rivelò più dotata di quanto avesse dimostrato inizialmente, e Vermond, ormai incantato dalla giovane arciduchessa, ottenne risultati molto buoni.<ref>«Mi comprende quando le presento idee chiare: la sua capacità di giudizio è sempre buona, ma non riesco ad abituarla a sondare le cose, per quanto abbia la sensazione che ne sia capace» scrisse su Maria Antonia l'abate de Vermond. L'imperatrice accolse il precettore della figlia fra i suoi amici più intimi e gli chiese di sorvegliare la giovane arciduchessa, quando sarebbe stata in Francia. Maria Antonietta sarebbe stata all'oscuro del fatto che uno dei suoi più intimi confidenti fosse al servizio della madre. ({{Cita|Lever 2007|pp. 23-24}}.</ref>
Il 13 giugno [[1769]] venne dichiarato ufficialmente il fidanzamento di Maria Antonia. I dettagli per le nozze erano stati elaborati minuziosamente per tre anni e, alla fine, la dote dell'arciduchessa venne fissata per 200.000 corone e un valore medesimo in gioielli.<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 54}}.</ref> Nei pochi mesi precedenti le nozze, Maria Teresa, colta da varie preoccupazioni sul destino della figlia e cercando di recuperare il loro rapporto, divise con Antonia la propria camera, durante le ultime notti prima della partenza dell'arciduchessa per la Francia.<ref>{{Cita|Lever 2007| p. 27}}.</ref> Il 19 aprile [[1770]] vennero celebrate le nozze per procura e, da quel momento, Maria Antonia venne chiamata ufficialmente ''Marie-Antoinette, dauphine de France'' (Maria Antonietta, delfina di Francia).
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Dopo due settimane di viaggio, continuamente elogiata a ogni tappa, la delfina giunse a [[Shüttern]], sulla sponda del [[Reno]] opposta a [[Strasburgo]]. In un padiglione in legno, costruito appositamente per l'occasione, su una piccola isola sul Reno, si svolse la cerimonia della ''remise'', durante la quale Maria Antonietta abbandonò gli abiti austriaci per indossare vesti francesi. La delfina si accomiatò definitivamente dal seguito austriaco e venne accolta da quello francese, capeggiato dalla [[Anne d'Arpajon|contessa de Noailles]], da poco nominata "Gran Maestra della Casa della delfina".
Il corteo riprese la marcia verso [[Compiègne]], dove la delfina era attesa dalla corte francese, fra cui il re [[Luigi XV di Francia|Luigi XV]], il delfino e il duca di Choiseul, che andò incontro alla sposa. Quando Maria Antonietta scese dalla carrozza, fu accolta e scortata dal [[Étienne François de Choiseul|duca di Choiseul]], al quale rivolse queste parole: «Non mi scorderò mai che voi siete responsabile della mia felicità!».<ref name="Fraser 77">{{Cita|Fraser
Le nozze vennero celebrate in forma solenne a Versailles, il 16 maggio. Anche il popolo venne invitato a festeggiare la gioia della famiglia reale. Dopo cena avvenne la cerimonia del ''coucher'' a cui, per etichetta, doveva assistere l'intera corte. La coppia entrò nel letto e l'arcivescovo benedisse il talamo. Alla fine della cerimonia la coppia venne lasciata sola, ma il matrimonio non venne consumato.<ref>{{Cita|Spinosa e Mastroianni 2008|p. 40}}.</ref>
=== Delfina di Francia (1770-1774) ===
[[File:Marie Antoinette in a red hunting habit-1772.jpg|left|thumb|La delfina Maria Antonietta in abito da amazzone. Il ritratto, spedito a Vienna, venne ritenuto molto somigliante. Pastello di Joseph Krantzinger (1771).]]
Maria Antonietta non era vista di buon occhio dalla maggior parte della corte francese, che era stata cresciuta nell'odio verso l'Austria. ''Mesdames Tantes'', le zie paterne di Luigi Augusto, a cui la delfina si era legata su consiglio della madre, furono le prime a chiamarla, alle sue spalle, "l'Austriaca".<ref name="Fraser 58"/><ref>{{Cita|Lever 2007|pp. 48-49}}.</ref> Anche il delfino era stato cresciuto nell'odio verso l'Austria e il suo precettore, il duca de La Vauguyon, alimentava e indirizzava questo disprezzo soprattutto verso le persone che circondavano Maria Antonietta: il ministro Choiseul, l'abate Vermond, la contessa de Noailles e l'ambasciatore austriaco [[Florimond Claude, conte de Mercy-Argenteau|Mercy-Argenteau]], che nutrì sempre per lui un affetto quasi paterno.<ref name="Spinosa 41">{{Cita|Spinosa e Mastroianni 2008|p. 41}}.</ref>
Quando il ministro venne destituito, il 24 dicembre 1770, ''Mesdames'' e il delfino esultarono, mentre Maria Antonietta comprese che Luigi Augusto l'aveva sposata soltanto per obbligo dinastico e l'alleanza franco-austriaca, che l'imperatrice sosteneva strenuamente, non era ben vista da tutti a Versailles.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 51}}.</ref> Probabilmente fu anche a causa dei suoi pregiudizi che Luigi Augusto non aveva ancora sfiorato la delfina, seppur fossero passati molti mesi dal giorno delle nozze. Infatti, egli provava una sorta di incomprensibile avversione nei confronti della sposa, mentre, da un punto di vista fisico, non sembravano esserci problemi di sorta. Secondo un rapporto del primo chirurgo di Luigi XV, il delfino non soffriva di alcuna malformazione né di vera e propria [[disfunzione erettile|impotenza]], ma era inibito da quello che oggi definiremmo un blocco psicologico, dovuto all'educazione bigotta.<ref name="Spinosa 41"/>
La corte di Versailles si chiedeva quando il matrimonio sarebbe stato consumato.<ref>{{Cita|Lever 2007|pp. 44-45}}.</ref> Maria Teresa, cercando di controllare il comportamento della delfina da Vienna, incaricò Mercy di tenerla informata costantemente e in maniera dettagliata in merito alla consumazione delle nozze e al [[ciclo mestruale]] della figlia,<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 45}}.</ref> mentre Maria Antonietta, ignara del fatto che sia l'ambasciatore sia Vermond fossero a servizio dell'imperatrice, confidava loro gli argomenti che tentava di nascondere alla madre.<ref>Gli argomenti che Maria Antonietta trovava sgradevoli nella sua corrispondenza con Maria Teresa concernevano soprattutto il suo infelice rapporto col marito, il disinteresse che nutriva nei suoi confronti, l'avversione per l'etichetta di corte e il suo desiderio di evadere dagli obblighi e dagli oneri che il suo rango comportavano. ({{Cita|Lever 2007|p. 45}}
I mesi passarono e la situazione non cambiò. L'imperatrice cominciò a criticare costantemente la figlia, perché era incapace di suscitare passione nel marito, che raramente dormiva con lei, e di promuovere gli interessi della Casa d'Austria.<ref>Maria Teresa, inoltre, dimenticando il suo passato di sportiva, criticava aspramente le corse a cavallo, che erano causa di [[aborto]] – benché non ce ne fosse il rischio, visto che Maria Antonietta non sarebbe rimasta incinta – ma, paradossalmente, ammirò molto e pose nel suo studio privato un ritratto della figlia, vestita da cavallerizza
Nel frattempo, ''Mesdames'' spinsero gli eredi al trono a un'aperta ostilità nei confronti di [[Marie-Jeanne Bécu, contessa Du Barry|Madame Du Barry]], l'amante del re, artefice della destituzione di Choiseul. Sebbene il disprezzo per la favorita unisse i due giovani sposi, la loro tacita condanna alla vita privata di Luigi XV li estraniava fortemente da lui. Maria Antonietta decise così di non rivolgere la parola alla favorita, seppure la madre le ordinasse di farlo tramite Mercy. Per la prima volta, nonostante il timore che la madre le incuteva, la delfina contravvenne ai suoi ordini.<ref>{{Cita|Craveri
[[File:Fran%C3%A7ois-Hubert Drouais, Madame la Dauphine Marie-Antoinette, en H%C3%A9b%C3%A9 (1773).jpg|thumb|Maria Antonietta in veste di [[Ebe]]. Dipinto di [[François-Hubert Drouais]] (1774).]]
Il comportamento della figlia fece infuriare Maria Teresa, che infine mandò un energico rimprovero alla delfina, che ne rimase molto scossa. Mercy aggiunse che il suo comportamento stava mettendo in crisi l'alleanza franco-austriaca.<ref>L'intento di Maria Teresa era quello di riottenere la benevolenza del sovrano borbonico e la neutralità della Francia, per poter procedere alla [[Spartizioni della Polonia|spartizione della Polonia]], antica alleata della Francia.</ref> Infine, dopo sette mesi, Maria Antonietta capitolò. Il 1º gennaio [[1772]] rivolse a Madame Du Barry queste parole: «C'è molta gente oggi a Versailles».<ref>{{Cita|Zweig 1948|p. 69}}.</ref> La situazione si risolse, ma per la delfina quella fu un'umiliazione. «Le ho parlato una volta, ma sono decisissima a non farne altro e quella donna non udrà più il suono della mia voce» disse al marito.<ref>{{Cita|Castelot 2000|p. 62}}.</ref> Né Mercy né Maria Teresa si sarebbero mai resi conto delle conseguenze che quel comportamento forzato ebbe sul carattere orgoglioso e sulla morale della giovane Maria Antonietta.<ref>{{Cita|Haslip 1999|p. 52}}.</ref>
L'8 giugno [[1773]] una folla entusiasta salutava l'ingresso ufficiale degli eredi al trono di Francia a [[Parigi]]. La festa raggiunse l'apogeo quando il delfino e la delfina si mostrarono, in serata, sul balcone delle [[Palazzo delle Tuileries|Tuileries]]. Il 22 luglio 1773 il delfino presentò a Luigi XV "sua moglie", affermando che quella notte era finalmente riuscito a consumare il matrimonio. Il re abbracciò con gioia i due nipoti. In realtà, dopo vari maldestri amplessi sessuali, il delfino era riuscito solamente a deflorare la moglie, senza riuscire a completare l'atto sessuale.<ref>{{Cita|Craveri 2008|p. 356}}.</ref>
Nella primavera del [[1774]] Maria Antonietta dette con piacere la sua protezione a Gluck, il suo vecchio insegnante di musica, venuto in Francia per portare in scena un'opera da lui composta, l{{'}}''[[Ifigenia in Aulide (Gluck)|Ifigenia in Aulide]]''. Il 19 aprile vi fu la prima, alla quale la delfina aveva condotto l'intera famiglia reale: fu un successo.<ref>{{Cita|Zweig 1948|p. 80}}.</ref> Alcuni giorni dopo la rappresentazione all'[[Opéra national de Paris|Opéra]], Luigi XV si sentì male dopo una partita di caccia: si era ammalato di vaiolo. Nel giro di pochi giorni morì, lasciando il regno nelle mani del delfino Luigi Augusto. A soli diciotto anni, il 10 maggio 1774, Maria Antonietta divenne regina di Francia. Saputa la notizia, Maria Teresa scrisse, in tono materno, all'ambasciatore Mercy: «Il destino di mia figlia non può essere che assolutamente grande o molto disgraziato. Ritengo che i suoi bei giorni siano finiti!».<ref>{{Cita|Castelot 2000|p. 82}}.</ref>
=== Primi anni di regno (1774-1777) ===
In poco tempo, a causa del suo comportamento infantile e della sua mancanza di rispetto nei confronti delle persone più anziane e di rango elevato, Maria Antonietta s'inimicò l'antica nobiltà di corte. Una simile condotta non sarebbe stata tollerata nemmeno da una regina francese e ancor meno se proveniva da un'altezzosa arciduchessa austriaca.<ref>{{cita|Erickson 1997|p. 114}}.</ref> La popolarità della regina stava cominciando lentamente a declinare. Uscirono vari libelli scandalistici, soprattutto pornografici, contro di lei, tanto che ormai alcuni la definivano ''Madame Scandale''.<ref>''Maria Teresa d'Austria - Maria Antonietta di Francia: Il mestiere di regina (Lettere)'', p. 24.</ref><ref>Il primo di questi libelli fu ''Le lever de l'aurore'' ("Lo spuntare dell'alba"). Un giorno, Maria Antonietta e le sue dame si erano recate su una collina, alle tre del mattino, per vedere sorgere il sole: il libello aveva trasformato l'escursione della regina in un'orgia. «La regina è oggetto di attacchi maligni, non c'è fine agli orrori divulgati e alcune persone credono ai racconti più contraddittori» scriveva un testimone imparziale, l'abate Baudau, già il 13 luglio 1774 ({{Cita|Lever 2007|pp. 88-89}}).</ref>
[[File:Marie-Antoinette, 1775 - Musée Antoine Lécuyer2.jpg|thumb|200px|Maria Antonietta nel 1775]]
Maria Antonietta era anche accusata di voler influenzare la politica del marito, ma i ministri scelti da Luigi XVI, [[Jean-Frédéric Phélypeaux de Maurepas|Maurepas]] e [[Charles Gravier|Vergennes]], erano decisamente anti-austriaci e ben intenzionati a non permettere intromissioni della regina e della Casa d'Austria nella politica francese.<ref>{{Cita|Castelot 2000|p. 140}}.</ref> All'interno della sua vita privata, Maria Antonietta era insoddisfatta. Il suo matrimonio, con gran dispiacere dell'imperatrice, non era ancora stato consumato e sfumava lontana la nascita di un erede al trono. Sotto una facciata di frivolezza e allegria, la regina celava la malinconia di una donna frustrata e insoddisfatta.<ref>{{Cita|Haslip 1999|pp. 92-93}}.</ref> In questo periodo sentì la necessità di immergersi ulteriormente in costosi diversivi, quali i carissimi e sfarzosi abiti della modista [[Rose Bertin]], le colossali acconciature di [[Léonard-Alexis Autié|Léonard]], spettacoli teatrali a corte e il [[gioco d'azzardo]].<ref name="Craveri 24"/>
Nella primavera del [[1775]], il programma economico del ministro delle finanze [[Anne Robert Jacques Turgot|Jacques Turgot]], che era stato frainteso e aspramente criticato, provocò gravi agitazioni. In quasi tutta la Francia scoppiò una sommossa, che venne chiamata "[[guerra delle farine]]". Sarebbe stata questa l'occasione in cui a Maria Antonietta venne attribuita, falsamente, la frase: «[[Che mangino brioche!|Se non hanno pane, che mangino brioches!]]».<ref>La frase è stata scritta da [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]] nelle ''Confessioni'', in riferimento a un evento del [[1741]], quando Maria Antonietta non era ancora nata
[[File:Marie Antoinette Young7.jpg|thumb|Maria Antonietta suona l'arpa, circondata da un gruppo di nobili, nella sua camera da letto a Versailles. Dipinto di Jean-Baptiste André Gautier-Dagoty (1777).]]
Nell'estate dello stesso anno Maria Antonietta conobbe [[Yolande de Polastron, duchessa de Polignac|Gabrielle de Polignac]], la quale, divenuta la sua migliore amica, fece entrare la regina nell{{'}}''entourage'' della famiglia Polignac, che avrebbe dominato la corte per anni.<ref>{{Cita|Fraser 2003|pp. 161-162}}.</ref> Il 6 agosto 1775 sua cognata, la [[Maria Teresa di Savoia|contessa d'Artois]], diede alla luce un bambino, il [[Luigi Antonio di Borbone-Francia|duca d'Angoulême]], che divenne [[erede presuntivo]] al trono dopo il re, il conte di Provenza e il proprio padre. Le popolane presenti a corte quel giorno insultarono Maria Antonietta, che, raggiunti i propri appartamenti privati, scoppiò in lacrime.<ref>{{cita|Campan 2006|p. 68}}.</ref> Ciò determinò lo scaturire di una pletora di pamphlet, nei quali erano messe in evidenza l'impotenza del re e la ricerca di piaceri sessuali da parte della regina, sia con uomini sia con donne. Tra gli amanti attribuiti presenziavano i suoi amici più stretti: la [[Maria Teresa Luisa di Savoia-Carignano|principessa de Lamballe]] e il cognato, il conte d'Artois.<ref>{{Cita|Craveri 2006|pp. 25-26}}.</ref>
Ad agosto, il re donò a Maria Antonietta il [[Petit Trianon]], una ''dépendance'' costruita anni prima per [[Madame de Pompadour]], che la regina fece ristrutturare secondo il suo personale gusto neoclassico, in cui prevalevano la semplicità e l'eleganza. Poco dopo la Francia andò incontro a una grave crisi finanziaria. Ai debiti contratti durante la [[Guerra dei sette anni]] si sommarono le spese dovute alla partecipazione alla [[Guerra d'indipendenza americana]]. Nel [[1776]] Turgot fu licenziato e, al suo posto, venne nominato ministro delle finanze il banchiere ginevrino [[Jacques Necker]], che cercò invano di tagliare le eccessive spese della corte.
Il 18 aprile [[1777]] giunse a Parigi l'imperatore [[Giuseppe II d'Asburgo-Lorena|Giuseppe II]], venuto in Francia per capire perché il matrimonio fra la sorella minore e il cognato non fosse stato ancora consumato. Maria Antonietta cominciò subito a confidare al fratello la sua penosa situazione coniugale.<ref>{{Cita|Haslip 1999|pp. 123-124}}.</ref> È stato comunemente creduto che Luigi XVI soffrisse di [[fimosi]] e necessitasse di un intervento chirurgico per compiere l'atto sessuale.<ref>{{Cita|Zweig 1948|p. 37}}.</ref> Tuttavia, dopo aver parlato con il re, Giuseppe arrivò alla conclusione che
Dopo aver chiarito la questione con il re, Giuseppe cominciò a criticare la sorella sulle frivolezze, gli sprechi e le amicizie.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 146}}.</ref> Nonostante tutto, Giuseppe scrisse al fratello Pietro Leopoldo riguardo alla sorella: «È ancora molto infantile ed essenzialmente pura e virtuosa».<ref>{{Cita|Haslip 1999|pp. 127-128}}.</ref> Quando il fratello se ne andò, le lasciò varie raccomandazioni scritte, intenzionalmente esagerate, con lo scopo di far spaventare la sorella e farle adottare uno stile di vita più serio. La regina, angustiata dalla lettera, comprese i suoi errori e promise al fratello di correggere il suo comportamento. Grazie ai consigli dell'imperatore Giuseppe, Maria Antonietta si riavvicinò al re e, il 18 agosto 1777, il matrimonio fu ufficialmente consumato.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 152}}.</ref>
===
[[File:Marie Antoinette Adult.jpg|thumb|left|Maria Antonietta in ''grand habit de cour'' in un ritratto di
Nei primi mesi del [[1778]] scoppiò la guerra di successione bavarese. La regina, subendo numerosi ricatti psicologici da parte della madre e abilmente manipolata dall'ambasciatore Mercy, si adoperò a favorire gli interessi austriaci presso il marito, ma ciò suscitò l'antagonismo dei ministri del re e la sfiducia da parte dei sudditi. Da quel momento tutti cominciarono a chiamarla "l'Austriaca".<ref>L'ambasciatore del [[Regno di Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] scrisse al suo sovrano che la regina stava diventando impopolare, perché incolpata di «non amare il popolo francese».</ref><ref>{{Cita|Lever 2007|pp. 154-156}}.</ref>
Nella primavera di quell'anno, seguendo i consigli di Mercy, la regina riprese la vita coniugale con il marito e ne rimase incinta. La situazione politica non cambiò. Seppure dall'Austria i suoi parenti l'accusassero di essere inutile per gli interessi dell'alleanza, la sovrana, nel periodo di gravidanza, pensò solo al benessere del figlio che aveva in grembo.<ref>{{Cita|Lever 2007|pp. 156-157}}.</ref> Il 19 dicembre 1778 avvenne il parto della sovrana, a cui, secondo le regole dell'etichetta, presenziò la corte. A causa di alcune complicazioni post-partum, Maria Antonietta perse i sensi e venne [[Salasso|salassata]] a freddo. Venne informata solo più tardi che aveva dato alla luce una bambina, subito battezzata [[Maria Teresa Carlotta di Borbone-Francia|Maria Teresa Carlotta]].
In quegli anni finirono i lavori di restauro al Petit Trianon e ai giardini adiacenti. La sovrana, nemica di ogni costrizione, ribadiva la propria indipendenza e, nella convinzione che pure le regine potessero avere una vita privata, viveva al Petit Trianon come ella stessa desiderava, senza la soffocante etichetta di Versailles, causando scandalo nei cortigiani.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 175}}.</ref> Nello stesso periodo l'amicizia con la
[[File:Marie Antoinette with her son Louis Joseph, Dauphin of France and daughter Madame Royale overlooked by a bust of Louis XVI.jpg|thumb|Maria Antonietta con i suoi figli. Dipinto di Charles Le Clercq (1781).]]
A Vienna l'imperatrice era sempre più angosciata nel pensare che la figlia fosse manipolata da una cerchia di "presunti amici", che l'allontanavano dalla vita di corte.<ref>{{Cita|Haslip 1999|pp. 158-159}}.</ref> Cercò di mettere in guardia la figlia con dolcezza, senza adottare nessun tono autoritario, spiegandole che comprendeva le noie delle funzioni di Stato, ma i disagi che derivavano quando non venivano adempiute erano molto peggiori dei piccoli inconvenienti che si avevano nel presentarsi in pubblico.<ref name="Lever 187"/> La regina, però, minimizzò l'influenza che i suoi amici avevano su di lei.<ref name="Lever 187"/> Il 29 novembre 1780 l'imperatrice Maria Teresa morì. Quando Maria Antonietta ne venne informata, svenne dal dolore.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 188}}.</ref> Grata al marito per esserle rimasto vicino in quegli attimi dolorosi, gli si riavvicinò e, già a febbraio, si parlò di un'altra gravidanza.
Nel maggio del [[1781]] Necker dette le dimissioni su esortazione di Maurepas, che sarebbe poi morto nel novembre successivo. Nel luglio dello stesso anno Giuseppe II tornò a far visita alla sorella e fu durante questo soggiorno che sorsero le prime accuse, secondo cui la regina avrebbe passato ingenti somme di denaro, proveniente dalla tesoreria regale, al fratello. Ma non c'era niente di vero.<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 208}}.</ref>
Il 22 ottobre 1781, con gioia del re e della nazione, la regina partorì il tanto sospirato erede al trono: [[Luigi Giuseppe di Borbone-Francia|Luigi Giuseppe]]. Dopo aver dato l'erede allo Stato, Maria Antonietta si poteva considerare legittimamente la regina di Francia.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 195}}.</ref> Anche se la felicità per la nascita dell'erede si era sparsa in tutta la Francia, nello stesso periodo venne pubblicata una nuova ondata di libelli satirici, che mettevano in discussione la paternità del bambino. La reputazione della regina, già minata dalle dicerie suscitate
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[[File:The French Royal Family in 1782 (anonymous artist, Versailles).jpg|thumb|250px|La famiglia reale francese nel 1782]]
Alla fine dell'estate del [[1782]] scoppiò lo scandalo della bancarotta dei Guéménée: la governante dei ''Fils de France'', la [[Victoire Armande Josèphe de Rohan-Soubise|principessa di Guéménée]], presentò così le dimissioni. L'incarico passò nelle mani di Gabrielle de Polignac, la più intima amica della regina. Ciò non fece che aumentare le maldicenze sulle due donne e i dissensi contro la sovrana. Nel frattempo, tra il 1782 e il [[1783]], nei pressi del Petit Trianon, la regina fece cominciare la costruzione di un piccolo villaggio di dodici casette (nove delle quali sono ancora in piedi), sulla base di un quadro del pittore [[Hubert Robert]] e del progetto di [[Richard Mique]]: tutto ciò venne chiamato ''[[Hameau de la Reine|Le Hameau]]''. Questa ricerca di una vita semplice, ispirata al mito dell'[[Arcadia (poesia)|Arcadia]] [[Publio Virgilio Marone|virgiliana]] e [[Teocrito|teocritea]], nonché ad alcune idee sui giardini e la campagna di [[Jean-Jacques Rousseau|Rousseau]], come messe in pratica ad esempio dal marchese [[René-Louis de Girardin|Girardin]], il cui [[Giardino all'inglese|parco]] a [[Ermenonville]] era stato visitato dalla regina,<ref>Pierre Arizzoli-Clémentel, ''L'Album de Marie-Antoinette: Vues et plans du Petit Trianon à Versailles'', Alain de Gourcuff, 2008, pp. 12-13, ISBN 978-2-35340-042-3.</ref>, fu giudicata scandalosa e poco consona a una regina.<ref>Molti nobili nel [[XVIII secolo]] si erano fatti costruire villaggi simili. Era una cosa di moda a quel tempo, e la regina non era insensibile alle mode. Trattandosi, però, di un personaggio pubblico di rilievo, ciò che veniva perdonato a un conte o a un principe, non lo si poteva perdonare a lei ({{Cita|Fraser 2003|p. 231}}).</ref>
[[File:Marie-Antoinette par Elisabeth Vigée-Lebrun - 1783.jpg|thumb|left|Maria Antonietta in gran abito di corte. Dipinto di Élisabeth Vigée Le Brun (1783).]]
In questo periodo Giuseppe II chiese alla sorella di convincere il marito a intervenire, in appoggio all'Austria e alla [[Russia]], per una spartizione dell'[[Impero ottomano]]. Anche in questa occasione Maria Antonietta si schierò dalla parte dell'Austria, cercando di favorirne gli interessi, e si riavvicinò a Luigi XVI, rimanendo incinta, ma pure questa volta senza risultati utili per gli Asburgo.<ref>{{Cita|Lever 2007|pp. 207-208}}.</ref> Il 1º novembre 1783 la regina, ormai molto avanti nella gravidanza, ebbe un [[aborto]] spontaneo, che guastò la sua salute per diversi mesi. Durante questa fase depressiva, dovuta all'aborto, la regina si abbandonò al dominio dei Polignac, che riuscirono a far nominare Controllore generale delle finanze [[Charles Alexandre de Calonne]], la cui politica avrebbe portato la Francia alla completa insolvenza. Maria Antonietta non lo stimava apertamente e, negli anni a seguire, Calonne sarebbe stato uno dei suoi maggiori nemici.
Nel [[1784]] il re vietò la messa in scena de ''
Nello stesso periodo Giuseppe II, che aveva fatto scoppiare la cosiddetta "[[guerra della marmitta]]" contro gli olandesi, interpellò la sorella per far intervenire Luigi XVI in suo favore, ma il re rifiutò. Maria Antonietta, in una lettera, spiegò al fratello che non aveva alcuna influenza sul re riguardo alla politica.<ref>«So che, specialmente in fatto di politica, ho pochissima influenza sul pensiero del re. È forse prudente da parte mia fare scenate con il suo ministro su argomenti per i quali può essere quasi sicuro che il re non mi appoggerebbe? Senza alcuna ostentazione o bugie, ho fatto credere agli altri che ho più influenza di quanto in realtà ne abbia, perché se non gli avessi lasciato credere ciò, ne avrei avuta anche meno»
Mentre la gravidanza continuava, Maria Antonietta riuscì a convincere il re ad acquistare dal [[Luigi Filippo II di Borbone-Orléans|duca di Chartres]] il [[castello di Saint-Cloud]], spendendo una cifra esorbitante, cosa che le valse l'aumento dell'impopolarità.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 223}}.</ref> Inoltre, il palazzo non fu acquistato come bene pubblico dello Stato, ma come proprietà privata della regina di Francia: la cosa era inconsueta e fece clamore. Il 27 marzo [[1785]], nacque il terzo figlio di Maria Antonietta, che venne chiamato [[Luigi XVII di Francia|Luigi Carlo]].
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==== L'affare della collana ====
{{vedi anche|Affare della collana}}
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Nel 1785 la regina, che aveva cominciato a cimentarsi come attrice nel teatro del Petit Trianon, decise di mettere in scena la famosa commedia ''[[Il barbiere di Siviglia (Beaumarchais)|Il barbiere di Siviglia]]'' di Beaumarchais. Il 12 luglio, mentre era impegnata nelle prove, Boehmer, il gioielliere di corte, le mandò un biglietto, in cui la ringraziava per aver comprato una collana e le ricordava l'approssimarsi della prima rata del pagamento. Maria Antonietta, che non comprese quel biglietto, pensò che fosse inutile conservarlo e lo bruciò. Boehmer, da molti anni, stava proponendo alla regina di acquistare un pezzo di grande valore, realizzato inizialmente per Madame Du Barry. Maria Antonietta, che non desiderava comprarlo, gli aveva risposto: «Se ho del denaro da spendere preferisco incrementare le mie proprietà a Saint-Cloud».<ref>{{Cita|Fraser 2003|pp. 252-253}}.</ref>
[[File:Adolf Ulrik Wertm%C3%BCller - Queen Marie Antoinette of France and two of her Children Walking in The Park of Trianon - Google Art Project.jpg|thumb|Maria Antonietta con due dei suoi figli, Maria Teresa Carlotta e Luigi Giuseppe, nel parco di Trianon. Dipinto di [[Adolf Ulrik Wertmüller]] (1785).]]
La verità sulla questione venne alla luce poco dopo. Boehmer era convinto di aver venduto alla regina una collana di diamanti, con in veste di garante il [[Louis-René-Édouard de Rohan-Guéménée|cardinale di Rohan]], uomo particolarmente inviso a Maria Antonietta e a cui la regina non rivolgeva la parola da più di un decennio.<ref>Nel [[1772]], quando Maria Antonietta era ancora delfina, il cardinale di Rohan rivestì la carica di ambasciatore a Vienna e mise in ridicolo l'imperatrice Maria Teresa. In una lettera che circolò a Versailles, il cardinale aveva definito "ipocrite" le lacrime versate dall'imperatrice austriaca per la [[Spartizioni della Polonia#Prima spartizione|spartizione della Polonia]]. La giovane Maria Antonietta, allora, decise di non rivolgergli più la parola ({{Cita|Lever 2007|pp. 86-87}}).</ref> Il 15 agosto 1785, poco prima che si svolgesse la messa per l'[[Assunzione di Maria|Assunzione]], Rohan fu privatamente interrogato sulla vicenda di fronte al re e alla regina, poi fu arrestato davanti ai cortigiani nella Galleria degli Specchi. Prima di essere preso in custodia, Rohan riuscì a far distruggere dai suoi servitori tutte le carte compromettenti, e solo pochi documenti rimasero intatti. Alcuni giorni dopo venne rinchiuso alla [[Bastiglia]]. Dalle indagini fatte svolgere dalla corona risultò che il cardinale, cercando di ottenere i favori di Maria Antonietta, era stato ingannato dalla contessa [[Jeanne de Saint-Rémy de Valois|Jeanne Valois de La Motte]], che fu arrestata e condotta alla Bastiglia. Da tempo la contessa era riuscita a convincere Rohan di essere un'amica intima della regina, grazie a una lunga corrispondenza fasulla e a un incontro, avvenuto di notte nei giardini di Versailles, con una prostituta, [[Nicole d'Oliva]], travestita da Maria Antonietta.<ref>{{Cita|Haslip 1999|p. 195}}.</ref> La contessa de La Motte, venuta a sapere del gioiello di Boehmer, era riuscita a far comprare al cardinale la collana e a farla finire nelle proprie mani. Il monile, smontato in più pezzi, fu venduto a [[Londra]] dal marito della contessa.
Il 25 agosto Maria Antonietta volle che tutta la faccenda fosse giudicata pubblicamente, per dimostrare all'opinione pubblica di essere innocente.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 237}}.</ref> Il processo durò a lungo, sino al 31 maggio [[1786]]. Rohan, pur essendo colpevole di [[lesa maestà]], venne assolto, e tutte le accuse riportate contro di lui vennero dichiarate non sussistenti. Il [[parlamento di Parigi]] mostrò che osava sfidare l'autorità reale.<ref name="Haslip 206">{{Cita|Haslip 1999|pp. 205-206}}.</ref> La contessa de La Motte, invece, fu condannata a essere marchiata pubblicamente come ladra e a essere rinchiusa a vita nel carcere della [[Salpêtrière]].<ref name="Haslip 206"/> L'assoluzione di Rohan non fu gradita dalla corte di Versailles e il re esiliò il cardinale. Maria Antonietta, profondamente scossa, si rese conto di quale immagine avesse di lei l'opinione pubblica: una perfida donna, dilapidatrice delle casse dello Stato, che manipolava il sovrano per gli interessi dell'imperatore austriaco e lo tradiva come marito per soddisfare i suoi istinti lussuriosi.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 245}}.</ref>
Nel frattempo la regina diede un taglio ad alcune delle sue spese e adottò un abbigliamento più sobrio e consono a una sovrana.<ref>{{Cita|Haslip 1999|p. 204}}.</ref> Durante il periodo del processo, Maria Antonietta era rimasta incinta per la quarta volta e, il 9 luglio 1786, partorì prematuramente una bambina, che fu battezzata [[Sofia Elena Beatrice di Borbone-Francia|Sofia Elena Beatrice]], ma che poco dopo morirà.
Fuori da palazzo, intanto, era il soggetto di numerosi libelli pornografici e satirici, scaturiti dopo l'affare della collana.
=== Attività politica (1786-1789) ===
[[File:Louise Elisabeth Vigée-Lebrun - Marie-Antoinette de Lorraine-Habsbourg, reine de France et ses enfants - Google Art Project.jpg|thumb|left|[[Ritratto di Maria Antonietta e i suoi figli|Maria Antonietta con i suoi figli]], Maria Teresa Carlotta, Luigi Carlo e Luigi Giuseppe, che indica la culla vuota di Sofia Elena Beatrice, morta a un anno di vita. Dipinto di Élisabeth Vigée Le Brun (1787), in cui la regina è mostrata nel ruolo di "madre della Francia".]]
La [[Luigi XVI di Francia#La grave crisi finanziaria|grave crisi finanziaria]], iniziatasi nel 1783, si aggravò a tal punto che il re, in accordo col ministro Calonne, decise di richiamare l'[[Assemblée des notables|Assemblea dei notabili]], dopo una pausa di centosessant'anni, nel tentativo di attuare alcune riforme necessarie per alleviare la situazione del paese. Maria Antonietta non fu presente alle riunioni dell'Assemblea e fu accusata di volerne vanificare i propositi. Con o senza la regina, l'Assemblea dei notabili si dimostrò fallimentare e Luigi XVI licenziò Calonne. Maria Antonietta continuò a non intromettersi nella politica interna: accettò passivamente che il re non prendesse in considerazione il candidato filo-austriaco alla carica di Ministro degli Affari Esteri e disse all'ambasciatore Mercy che «non era giusto che la corte viennese nominasse ministri alla corte di Versailles».<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 250}}.</ref>
Il re, però, cadde in uno stato di profonda depressione e Maria Antonietta, che non aveva mai aspirato al potere, si ritrovò a entrare negli affari di Stato, abbandonando i suoi interessi frivoli. La politica di Maria Antonietta si dimostrò anti-austriaca: il suo primario interesse era la stabilità della Francia per il bene dei suoi figli, i ''[[Fils de France]]''. In maggio, per sostituire Calonne come Ministro delle Finanze, fu nominato dal re l'arcivescovo [[Étienne-Charles de Loménie de Brienne|Loménie de Brienne]], alleato politico della regina, che le consigliò di fare enormi tagli alle sue spese e a quelle dei suoi amici. Gli ingenti tagli che la regina attuò non migliorarono la sua popolarità e le alienarono le sue amicizie; il popolo, invece, cominciò a paragonarla a [[Fredegonda]] e [[Isabella di Baviera]], le più terribili e odiate regine di Francia.<ref>Considerava tutto ciò un fardello che doveva sopportare per la debolezza del marito. «I miei giorni felici sono finiti da quando hanno fatto di me una "intrigante"» disse
Brienne non riuscì a ottenere risultati migliori del suo predecessore e, il 25 maggio, l'Assemblea dei notabili fu sciolta. Maria Antonietta, ritenuta responsabile, cercò inutilmente di reagire con la sua propaganda, facendosi raffigurare da [[Élisabeth Vigée Le Brun|Madame Vigée Le Brun]] insieme ai suoi figli, nell'immaginario di madre della Francia.<ref>Il dipinto non ebbe buona sorte, nonostante la grande somiglianza. Infatti, Madame
La politica del re, che esiliò il Parlamento di Parigi l'11 novembre, aumentò il favore di cui godeva suo cugino, il [[Luigi Filippo II di Borbone-Orléans|duca d'Orléans]]. Dal Palais-Royal, la sua residenza a Parigi, partiva un'intensa campagna diffamatoria contro la corona e, in particolar modo, contro la regina, per la quale il duca provava un astio particolare.<ref>{{Cita|Lever 2007|pp. 260-261}}.</ref> I problemi a cui il re e la regina furono sottoposti intaccarono la loro salute: Luigi XVI fu colpito da un grave attacco di [[erisipela]], mentre la sovrana soffrì di disturbi non ben precisati e ingrassò.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 263}}.</ref> Dopo lo scoppio di numerose sommosse, il re, l'8 luglio e l'8 agosto, annunciò la sua intenzione di chiamare a raccolta gli [[Stati generali
[[File:MarieAntoinette1788.jpg|thumb|[[Ritratto di Maria Antonietta con un libro|Maria Antonietta con un libro]]. L'ultimo ritratto ufficiale di corte, eseguito da
La regina non fu direttamente coinvolta nell'esilio del Parlamento, negli editti di maggio e nella chiamata degli Stati generali. La sua principale preoccupazione, verso la fine del [[1787]] e l'inizio del [[1788]], fu la cagionevole salute del delfino, ammalato di una [[tubercolosi]] consuntiva, che gli aveva provocato un curvamento della [[colonna vertebrale]]. Tuttavia, fu lei l'artefice del richiamo di Jacques Necker, come ministro delle finanze, il 26 agosto: una mossa popolare, benché ella sapesse che la nomina dello svizzero si sarebbe rivoltata contro di lei, se Necker non fosse riuscito a riformare le finanze del paese.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 299}}.</ref> La sua previsione si avverò quando il prezzo del pane cominciò a salire a causa del rigido inverno, uno dei più freddi della storia, intercorso tra il 1788 e il [[1789]], e dopo il cattivo raccolto dell'estate precedente. Scoppiarono varie rivolte in tutta la Francia: le panetterie vennero saccheggiate e le truppe, mandate a sedarle, spararono avventatamente sulla folla.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 270}}.</ref>
Il 4 maggio 1789 ebbe luogo la parata d'apertura degli Stati Generali. Maria Antonietta venne pubblicamente presa di mira: al suo passaggio fu gridata la frase «Viva il duca d'Orleans!».<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 276}}.</ref> Il giorno seguente, quando si riunirono i tre Stati a Versailles, la regina fu accolta in sala dal silenzio.<ref>{{Cita|Haslip 1999|p. 233}}.</ref> Gli sviluppi che si verificarono in quei giorni non coinvolsero i sovrani, unicamente occupati a pensare al loro figlio, ormai morente.<ref name="Haslip 234">{{Cita|Haslip 1999|p. 234}}.</ref> La sera del 4 giugno, a [[Meudon]], il delfino Luigi Giuseppe si spense, a nemmeno otto anni di vita, davanti alla madre, che era rimasta al suo capezzale fino all'ultimo istante.<ref name="Haslip 234"/> I sovrani vegliarono tutta la notte il figlio morto, ma, a causa delle regole dell'etichetta, fu negato loro il diritto di presenziare al funerale del delfino a [[Abbazia di Saint-Denis|Saint-Denis]].<ref name="Haslip 234"/> La sua morte, che sarebbe stata normalmente pianta a livello nazionale, fu praticamente ignorata dal popolo francese, che invece pensava alle successive riunioni degli Stati Generali, con la speranza di un miglioramento sociale. «Mio figlio è morto e pare che non importi a nessuno!» esclamò la sovrana.<ref name="Haslip 234"/> Quando il Terzo stato si dichiarò Assemblea nazionale autocostituita nella [[Giuramento della Pallacorda|sala della pallacorda]], e fu sparsa la voce che la regina avrebbe voluto fare il bagno nel loro sangue, Maria Antonietta era in realtà in fase depressiva, a causa del lutto per il figlio.
=== Rivoluzione (1789-1792) ===
{{vedi anche|Rivoluzione francese}}
[[File:Alexander Kucharski, La Reine Marie-Antoinette (années 1790).jpg|thumb|Un ritratto di Maria Antonietta realizzato nel 1791 da [[Alexandre Kucharsky]], nuovo pittore di corte, dopo la fuga all'estero di Élisabeth Vigée Le Brun.]]
La situazione cominciò a evolvere in maniera violenta nei mesi di giugno e luglio, quando l'[[Assemblea nazionale costituente|Assemblea nazionale]] chiese sempre maggiori diritti a Luigi XVI, che cercò invece di limitare e sopprimere il potere del Terzo Stato. La sovrana e i fratelli minori del re chiedevano l'immediato scioglimento degli Stati Generali, preferibilmente con l'arresto dei militanti più in vista del Terzo Stato. Maria Antonietta, che non comprendeva le aspirazioni democratiche del popolo, era convinta che le rivolte fossero istigate da terzi, che sobillavano i sudditi a combattere la corona. Nella sua idea indiscutibile di [[Assolutismo monarchico|monarchia assoluta]] non c'era posto per deputati eletti che esercitassero il [[potere legislativo]].<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 280}}.</ref> L'11 luglio Necker fu licenziato. Quando la notizia fu divulgata, scoppiarono a Parigi dei tumulti, culminati tre giorni dopo nella [[presa della Bastiglia]] del 14 luglio [[1789]].
Nelle settimane che seguirono molti dei maggiori conservatori monarchici, tra i quali il conte d'Artois e la duchessa de Polignac, fuggirono dalla Francia per timore di essere assassinati. Maria Antonietta, pur angosciata dal sapere la sua vita in pericolo, decise di rimanere per aiutare il marito a ristabilire la tranquillità, benché il potere del re fosse stato progressivamente limitato dall'Assemblea costituente, che, ora a capo di Parigi, arruolava uomini per la guardia nazionale.<ref>{{Cita|Fraser 2003|pp. 315-316}}.</ref>
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Nel clima della [[Rivoluzione francese#La Grande Paura nelle campagne francesi e l'abolizione del feudalesimo|Grande Paura]], che sconvolse le campagne tra luglio e agosto, la figura di Maria Antonietta personificava gli orrori di una sanguinosa controrivoluzione.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 290}}.</ref> Il 1º ottobre, al palazzo di Versailles, fu data una cena in onore dei reggimenti di Fiandra, ma a Parigi trapelò la notizia che si fosse svolta un'orgia anti-rivoluzionaria.<ref>{{Cita|Lever 2007|pp. 295-297}}.</ref> Il 5 ottobre 1789 una folla armata, per lo più composta di donne, [[marcia su Versailles|marciò su Versailles]] per chiedere pane al re e presentargli una petizione, con la speranza che la situazione si risolvesse. La mattina del 6 ottobre gli appartamenti reali furono invasi, la regina fu insultata e ci furono dei morti tra la folla e le guardie del corpo. La famiglia reale, allora, fu costretta a trasferirsi a Parigi, nel palazzo delle Tuileries, sotto la vigilanza della [[Guardia nazionale francese|guardia nazionale]].
[[File:Kucharski's Marie Antoinette.jpg|thumb|left|Pastello incompiuto di
Maria Antonietta scrisse ai suoi amici che non aveva intenzione alcuna di impegnare ulteriormente se stessa nella politica francese, perché, se vi avesse partecipato o meno, tutto sarebbe stato inevitabilmente attribuito a lei, che temeva le ripercussioni di un ulteriore coinvolgimento. Nonostante la situazione, Maria Antonietta continuò ad adempiere alle funzioni rappresentative, alle elemosine e alle cerimonie religiose.<ref name="Fraser 336">{{Cita|Fraser 2003|pp. 336-337}}.</ref>
La maggior parte del suo tempo, tuttavia, fu dedicato ancora una volta ai suoi figli.<ref name="Fraser 336"/> Alle Tuileries, la famiglia reale era praticamente agli arresti domiciliari e riceveva spesso insulti, provenienti dall'esterno. La regina si confinò nel palazzo: raramente si mostrava in pubblico e vestiva con semplicità. La sua riservatezza venne però interpretata negativamente e venne considerata fredda e distante.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 315}}.</ref>
Nel febbraio del [[1790]] Luigi XVI era stato costretto ad approvare la Costituzione. In quel periodo cominciarono i contatti tra i sovrani e il [[Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau|conte de Mirabeau]], un nobile simpatizzante della rivoluzione, che decise di aiutare la monarchia, indirizzandola verso un modello costituzionale. Sebbene Maria Antonietta disapprovasse la condotta morale di quell'uomo, accettò di farsi aiutare
In cambio di denaro il deputato avrebbe mandato numerose annotazioni ai sovrani per chiarire la situazione politica, secondo il suo punto di vista.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 318}}.</ref> Mirabeau riuscì a far apporre nella carta costituzionale significativi miglioramenti per la situazione del re, e i sovrani ne furono contenti. Nello stesso tempo, all'esterno, i sovrani erano visti dagli emigrati come dei traditori della causa monarchica; all'interno, invece, i parigini si abituarono a vedere il re come un traditore della nazione, meritevole di essere punito con la morte.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 324}}.</ref> Tutte queste fonti di continue e quotidiane preoccupazioni (ogni giorno si mormorava di un attentato alla regina o si ventilava una sua chiusura in monastero), fecero invecchiare prematuramente la giovane regina, appena trentacinquenne.<ref>Il suo volto era diventato più emaciato, il petto scavato e anche i capelli cominciavano a incanutirsi e a diradarsi, come quelli di una vecchia ({{cita|Erickson 1997|p. 374}}).</ref> Il continuo timore della morte, per sé e per la propria famiglia, la stavano segnando profondamente.<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 386}}.</ref> Il 2 aprile [[1791]] Mirabeau morì.
[[File:Arrest of Louis XVI and his Family, Varennes, 1791.jpg|thumb|upright=1.0|Arresto della famiglia reale a Varennes]]
Il 21 giugno 1791 la famiglia reale tentò la [[Fuga a Varennes|fuga]] verso i [[Paesi Bassi meridionali|Paesi Bassi austriaci]], ma a pochi chilometri dal confine, presso la cittadina di [[Varennes-en-Argonne]], fu riconosciuta, arrestata e riportata a Parigi. Durante il viaggio, i reali furono attaccati e insultati. La fuga finì per demolire l'idea della sacralità della persona del re, già assai scossa. Si incominciò a pensare che un re, che aveva tradito il proprio paese cercando la fuga, non fosse più necessario neppure allo Stato.
Nel frattempo Maria Antonietta cominciò a barcamenarsi tra le forze conservatrici e quelle democratiche. Da una parte riprese i contatti con le corti straniere, da cui si aspettava sostegno, dall'altra, in attesa dell'arrivo delle truppe alleate, avvicinò [[Antoine Barnave]], un giovane moderato conosciuto durante il rientro da Varennes, perché aiutasse la monarchia a uscire dalla situazione in cui si trovava a causa della tentata fuga.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 352}}.</ref> La regina non si rese conto che il giovane non aveva assolutamente lo stesso ascendente che Mirabeau esercitava sull'Assemblea, la quale si trovava sempre più d'accordo con il popolo, infuriato contro i sovrani. Nonostante questo, Barnave scrisse varie missive alla coppia reale, cercando invano di convincerla ad abbandonare il movimento controrivoluzionario e ad accettare la costituzione, i cui principali articoli, per ammissione della stessa sovrana a Mercy, erano una «serie di irrealizzabili assurdità».<ref>{{Cita|Lever
[[File:The Tuilleries, 20th June 1792.jpg|thumb|
Infine, il 14 settembre 1791, il re fu costretto a ratificare la prima costituzione francese. In seguito, spinto dall'Assemblea, Luigi XVI dichiarò guerra all'Austria, ma, nel giugno del [[1792]], oppose il suo potere di [[veto]] alla deportazione dei preti refrattari, ovvero gli ecclesiastici che non avevano giurato fedeltà alla costituzione, e alla formazione di un corpo di soldati provinciali da stanziare fuori Parigi. Il 20 giugno 1792 la folla in armi attaccò per la prima volta il palazzo delle Tuileries: i reali furono nuovamente offesi, ma rimasero composti di fronte a ogni minaccia.<ref>{{Cita|Fraser 2003|pp. 404-405}}.</ref>
[[File:Marie
Gli avvenimenti del 20 giugno erano solo la prova generale di quello che sarebbe accaduto il [[Giornata del 10 agosto 1792|10 agosto]]. Quel giorno avvenne il più cruento assalto al palazzo, che sancì la definitiva caduta della monarchia francese. Nell'assalto alle Tuileries morirono tutte le guardie svizzere del re e molti nobili rimasti a difendere la famiglia reale, la quale aveva cercato rifugio presso l'Assemblea nazionale. Tre giorni dopo, per ordine della Comune, la famiglia reale venne trasferita dentro la [[Torre del Tempio]], un antico monastero dei [[Cavalieri templari|Templari]], allora adibito a carcere. I sovrani, i figli e la sorella minore del re furono dunque rinchiusi nella prigione, mentre a [[Jeanne Louise Henriette Campan|Madame Campan]], prima cameriera della regina, e alla principessa de Lamballe non fu permesso di seguirli. Quest'ultima fu uccisa e fatta a pezzi durante i [[massacri di settembre]]: la sua testa fu portata in corteo sotto le finestre della regina, che svenne dall'orrore.<ref>Maria Antonietta, scrisse la figlia, rimase «impietrita dall'orrore» e svenne. Fu l'unica volta che Maria Teresa vide sua madre perdere la propria compostezza ({{Cita|Fraser 2003|pp. 427-428}}).</ref>
Da lì a pochi mesi cominciò il processo al re, che ne decretò la definitiva condanna alla [[ghigliottina]]: la sentenza fu eseguita il 21 gennaio [[1793]], a [[Parigi]], nell'attuale [[Place de la Concorde]].
=== La vedova Capeto (1793) ===
[[File:Kucharsky Marie Antoinette in the Temple.jpg|thumb|left|Alexandre Kucharsky, dipinto intitolato ''Maria Antonietta alla prigione del Tempio'' (1800), basato in realtà sul [[:File:Marie Antoinette Adult11.jpg|pastello di Sophie Prieur]] che ritrae la regina alla Conciergerie (1793)]]
Dopo la morte del re, la vedova Capeto, come veniva adesso chiamata Maria Antonietta, visse per alcuni mesi in isolamento al Tempio, assieme alla figlia Maria Teresa, alla cognata [[Elisabetta di Borbone-Francia (1764-1794)|Elisabetta]], e al delfino, che dopo la morte del padre era divenuto per i [[Legittimismo|legittimisti]] e le monarchie straniere [[Luigi XVII di Francia|Luigi XVII]], re di Francia e di Navarra. In questo periodo un generale monarchico, il [[François Augustin Reynier de Jarjayes|generale de Jarjayes]], riuscì a entrare nel Tempio e a proporre un piano di fuga alla regina, ma Maria Antonietta non voleva lasciare i suoi figli e rifiutò di scappare.<ref>{{Cita|Haslip 1999|pp. 340-341}}.</ref> Luigi Carlo fu separato dalla famiglia il 3 luglio, su ordine della Convenzione. Maria Antonietta si oppose strenuamente ai municipali e cedette solo quando minacciarono di usare la violenza, come riportò in seguito la figlia.<ref>{{Cita|Castelot 2000|pp. 351-352}}.</ref> L'educazione di Luigi Carlo fu affidata ad [[Antoine Simon]], un ciabattino analfabeta.<ref>{{Cita|Cortesi 2008|p. 24}}.</ref> Il compito dell'uomo fu quello di [[Plagio (psicologia)|plagiare]] il bambino, in modo da metterlo contro la madre e utilizzarlo come arma al processo di Maria Antonietta.<ref>{{Cita|Cortesi 2008|p. 25}}.</ref> Il 6 ottobre Luigi Carlo firmò una dichiarazione in cui accusava la madre di averlo iniziato a pratiche masturbatorie e incestuose.<ref>{{Cita|Cortesi 2008|p. 26}}.</ref>
Maria Antonietta fu trasferita nella prigione della [[Conciergerie]] il 2 agosto 1793. L'ex-regina, molto malata e sofferente a causa di gravi emorragie,<ref name="Lever 389">{{Cita|Lever 2007|pp. 389-390}}.</ref> forse dovute a un [[Leiomioma dell'utero|fibroma uterino]], trovava conforto nella lettura e nelle cure di [[Rosalie Lamorlière]], la cameriera del carceriere, che si occupò di lei. Durante la prigionia alla Conciergerie fu organizzato un nuovo piano di fuga dal cavaliere [[Alexandre Gonsse de Rougeville|de Rougeville]], ma anche questo si rivelò fallimentare.<ref name="Lever 389"/> Alla Convenzione si accumulavano petizioni che chiedevano l'esecuzione capitale dell'ex-regina e, il 5 ottobre, venne pronunciato un discorso contro di lei da parte del deputato [[Jacques Nicolas Billaud-Varenne]]: venne detto che era «la vergogna dell'umanità e del suo sesso».<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 392}}.</ref> In uno degli interrogatori preliminari venne fatta una chiara allusione al suo capo d'accusa: l'[[alto tradimento]]. Le venne chiesto se avesse insegnato lei "l'arte del dissimulare" al consorte, con la quale il re aveva ingannato il popolo di Francia. Maria Antonietta rispose: «Sì, il popolo è stato ingannato, è stato crudelmente ingannato, ma non da mio marito o da me».<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 395}}.</ref> L'ex-regina continuava a credere nei precetti della monarchia assoluta, voluta da [[Dio (cristianesimo)|Dio]], e, secondo questa logica, chiunque osasse ribellarsi a essa era da considerarsi un criminale da mettere a morte. La logica monarchica e quella della rivoluzione erano assolutamente inconciliabili.<ref>{{Cita|Lever 2007|pp. 396-397}}.</ref>
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[[File:Procès de Marie-Antoinette le 15 octobre 1793.jpg|thumb|Il processo di Maria Antonietta. Tra i personaggi si vedono [[Jacques-René Hébert|Hébert]], l'accusatore [[Antoine Quentin Fouquier de Tinville|Fouquier-Tinville]] e l'avvocato [[Claude François Chauveau-Lagarde]].]]
Il 14 ottobre, portata davanti al [[Tribunale rivoluzionario]], venne paragonata alle malvagie regine dell'antichità e del [[Medioevo]], quali [[Valeria Messalina|Messalina]], [[Brunechilde]], [[Fredegonda]] e [[Caterina de' Medici|Caterina]] e [[Maria de' Medici]].<ref>{{Cita|Zweig 1948|p. 441}}.</ref> l'accusa la volle presentare come la responsabile di tutti i mali della Francia, sin dal suo arrivo nel paese.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 398}}.</ref> Le vennero mosse fondamentalmente tre accuse: «esaurimento del tesoro nazionale», «intrattenimento di rapporti e corrispondenza segreti» con il nemico (l'Austria e i filomonarchici) e «cospirazioni contro la sicurezza nazionale ed estera dello Stato». Era evidente che la donna veniva processata per alto tradimento.
[[File:Marie Antoinette being taken to her Execution, 1794.jpg|thumb|left|Maria Antonietta condotta alla ghigliottina, dipinto di [[William Hamilton (pittore)|William Hamilton]] ([[Museo della Rivoluzione francese]]).]]
I testimoni erano quarantuno ed erano stati tutti prodotti dall'accusa perché denigrassero Maria Antonietta, che venne accusata di complotti d'assassinio, falsificazioni di [[Assegnato|assegnati]], proditoria rivelazione di segreti ai nemici francesi.<ref>{{cita|Erickson
[[File:Jacques-Louis David - Marie Antoinette on the Way to the Guillotine.jpg|thumb|upright=0.7|''Maria Antonietta condotta al patibolo''. Schizzo di Jacques-Louis David.]]
Visibilmente agitata, alzandosi in piedi, esclamò:<ref name="Fraser 472">{{Cita|Fraser 2003|p. 472}}.</ref> «Se non ho risposto, è perché la Natura stessa si rifiuta di rispondere a una simile accusa lanciata contro una madre! Mi appello a tutte le madri che sono presenti!». La regina ebbe l'appoggio delle popolane presenti in sala e il processo si fermò per dieci minuti<ref name="Lever 399">{{Cita|Lever 2007|p. 399}}.</ref>. Quando [[Maximilien de Robespierre]] seppe di questo episodio, maledisse Hébert per aver concesso alla regina il suo "ultimo trionfo pubblico".<ref name="Lever 399"/>
Alla fine del processo l'ex-regina sperava di essere estradata nella sua natia [[Austria]], ma la successiva lettura di sentenza di morte infranse ogni sua speranza. Era sicura di non aver commesso i crimini dei quali era stata accusata, poiché aveva solo cercato di salvare la monarchia come l'aveva sempre concepita, ma ciò era considerato alto tradimento per la Repubblica francese.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 401}}.</ref> Tuttavia, il suo era chiaramente un [[processo farsa]]<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 477}}.</ref>, visto che il verdetto era già stato deciso in precedenza e la giuria la condannò all'unanimità alla pena di morte. Maria Antonietta ascoltò la sentenza senza proferire parola.<ref>«Non mostrò alcun segno di paura, indignazione o debolezza» disse uno dei suoi avvocati ({{Cita|Lever 2007|p. 402}}).</ref> Nella cella le vennero date le cose necessarie per scrivere il proprio testamento, una lettera rivolta a Madame Elisabetta.
[[File:Marie-Antoinette assise dans une charrette, à côté de Girard, curé constitutionnel de Saint-Landry (bgw16 0732).jpg|thumb|200px|left|[[Henri Jean-Baptiste Victoire Fradelle]], Maria Antonietta sulla via della ghigliottina]]
La mattina del 16 ottobre, Maria Antonietta, alla quale era stato vietato di vestirsi di nero, indossò un abito bianco: nessuno ricordava che, un tempo, il bianco era il colore del lutto per le regine di Francia.<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 479}}.</ref> Successivamente [[Charles-Henri Sanson]], il boia, dopo averle tagliato i capelli fino alla nuca, le legò le mani dietro la schiena.<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 480}}.</ref> Accompagnata da un prete costituzionale che ignorò fino alla fine, l'ex-regina fu portata fuori dalla prigione e fatta salire sulla carretta dei condannati a morte. Seduta impettita, le mani legate dietro la schiena, i capelli tagliati rozzamente e uno sguardo immobile e iniettato di sangue:<ref>Castelot, p. 427.</ref> così [[Jacques-Louis David]], a quei tempi giacobino e in seguito pittore di corte di [[Napoleone Bonaparte]], ritrasse la regina in uno schizzo.
Arrivata in [[Place de la Concorde|Place de la Révolution]], salì rapidamente i gradini del patibolo.<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 481}}.</ref> Si racconta che involontariamente pestò un piede del boia, al quale disse: «Pardon, Monsieur. Non l'ho fatto apposta».<ref>{{cita|Erickson 1997|p. 442}}.</ref> Alle 12:15 la lama le cadeva sul collo.<ref>{{Cita|Castelot 2000|p. 431}}.</ref> Il boia prese la testa sanguinante e la mostrò al popolo parigino, che gridò «Viva la Repubblica!».<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 405}}.</ref>
== La "regina martire" ==
[[File:Louis XVI et Marie-Antoinette.jpg|thumb|Monumento funebre a baldacchino in onore di Luigi XVI e Maria Antonietta, a Saint-Denis]]
{{citazione|Una donna che non aveva se non gli onori senza il potere; una principessa straniera, il più sacro degli ostaggi; trascinarla dal trono al patibolo, attraverso ogni sorta d'oltraggi... Vi è in ciò qualcosa di peggio del regicidio.|Napoleone a proposito della morte di Maria Antonietta.<ref>{{cita|Giardini 1934|p. 312}}.</ref>}}
Dopo l'esecuzione le spoglie di Maria Antonietta furono sepolte in una fossa comune del non più esistente [[Cimitero della Madeleine]], in rue d'Anjou, accanto a Luigi XVI. I resti dei sovrani, come quelli di altri decapitati, furono cosparsi di [[calce viva]] e sepolti in due vicine fosse separate anziché in una fossa comune.
Quando la notizia della sua morte si sparse in Europa, tutte le corti presero il lutto.<ref>Guido Gerosa, ''Napoleone - Un rivoluzionario alla conquista di un impero'', Oscar storia, Mondadori, pp. 412-413. Maria Antonietta, la splendida e orgogliosa figlia della grande Maria Teresa, seguì nella morte il marito Luigi XVI e rinvigorì così il perenne odio degli austriaci contro i francesi, da secoli nemici che si facevano la guerra.</ref> La regina di [[Regno di Sicilia (1735-1816)|Sicilia]] e [[Regno di Napoli|Napoli]], [[Maria Carolina d'Asburgo-Lorena|Maria Carolina]], soffrì in maniera particolare per la morte della preferita tra le sue sorelle: tentò anche di dimenticare il francese, benché quella lingua le fosse ormai troppo abituale.<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 485}}.</ref> Luigi Carlo, divenuto Luigi XVII per le [[Monarchie dell'Europa|monarchie europee]], il 19 gennaio [[1794]], tre mesi dopo la morte di sua madre, fu murato vivo nella sua prigione.<ref>{{Cita|Cortesi 2008|p. 30}}.</ref> Le sue condizioni di vita divennero disumane: la cella si imputridì e si riempì di topi e parassiti; il bambino si ammalò gravemente.<ref>{{Cita|Cortesi 2008|pp. 31-32}}.</ref> Formalmente liberato quasi un anno dopo la [[caduta di Robespierre]] in seguito ad un accordo con i [[Guerra di Vandea|monarchici vandeani]], Luigi Carlo, in quanto gravemente malato, restò in realtà nella Torre del Tempio, dove si spense l'8 giugno [[1795]], non senza che sorgessero diverse leggende su una possibile fuga tramite sostituzione di persona corrompendo le guardie e con la complicità di alcuni capi rivoluzionari come [[Paul Barras]].
[[File:Tomb of Marie Antoinette of Austria.jpg|thumb|left|Tomba di Maria Antonietta]]
Maria Teresa, invece, fu liberata nel dicembre del 1795, all'età di diciassette anni, grazie a uno scambio di prigionieri avvenuto tra la Francia e l'Austria. Nel [[1799]], sposò il suo primo cugino, il [[Luigi Antonio di Borbone-Francia|duca d'Angoulême]], ma non ebbe figli. La rivoluzione del [[1830]] costrinse nuovamente i Borboni all'esilio: la duchessa morì nel [[1851]] a [[Lanzenkirchen|Frohsdorf]]. Durante l'impero di Napoleone un'altra arciduchessa austriaca ricoprì il ruolo di consorte del sovrano: l'imperatrice [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena]] era, infatti, figlia di [[Francesco II d'Asburgo-Lorena]], nipote di Maria Antonietta. Tuttavia, Maria Luisa non si sentì mai a casa nel paese che le aveva ucciso la prozia.<ref name="Fraser 490">{{Cita|Fraser 2003|pp. 490-493}}.</ref>
[[File:La chapelle expiatoire - façade.jpg|thumb|Cappella espiatoria di Parigi sul luogo della prima sepoltura di Maria Antonietta e Luigi XVI]]
Dopo l'intermezzo napoleonico il [[congresso di Vienna]], nel [[1814]], rimise sul trono di Francia i Borboni e il conte di Provenza poté ascendere al trono come [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]]. Il nuovo re si adoperò affinché suo fratello maggiore e sua cognata avessero degna sepoltura. I loro corpi furono ritrovati grazie a [[Pierre-Louis-Olivier Desclozeaux]], un anziano avvocato ed ex magistrato realista, che viveva in rue d'Anjou e ricordava dov'erano le sepolture. Egli aveva acquistato il terreno e recintato le sepolture del re e della regina con siepi, piantandovi anche due [[salice piangente|salici piangenti]].<ref name="Fraser 488">{{Cita|Fraser 2003|pp. 488-489}}.</ref> Le spoglie della regina furono ritrovate il 18 gennaio [[1815]]: il corpo era ridotto a un mucchietto di ossa, ma vi erano applicate le sue giarrettiere, in perfetto stato di conservazione; la testa, invece, era quasi intatta, cosa che provocò grande sgomento nel poeta [[François-René de Chateaubriand|Chateaubriand]] (presente al ritrovamento), il quale svenne, a seguito del ricordo del "sorriso incantevole"<ref>«Non dimenticherò mai quello sguardo che doveva estinguersi [di lì a] poco. Maria Antonietta, sorridendo, disegnò così bene la forma della sua bocca, che il ricordo di quel sorriso (cosa orrenda) mi fece riconoscere la mascella della figlia del re, quando si scoprì la testa della infelice nelle esumazioni del 1815.» (Chateaubriand, ''Memorie d'oltretomba'')</ref> rivolto a lui per la prima volta a Versailles dalla regina.<ref name="Fraser 488"/> Le spoglie del re furono ritrovate il giorno dopo.
[[File:Convoi funéraire de Louis XVI et de Marie-Antoinette - boulevard des Capucines.JPEG|thumb|left|Funerali solenni di Luigi XVI e Maria Antonietta (21 gennaio 1815)]]
Il 21 gennaio 1815, giorno in cui cadeva il ventiduesimo anniversario dalla morte del re, avvenne una solenne processione sino all'[[abbazia di Saint-Denis]], dove Luigi XVI e Maria Antonietta furono inumati nella [[Necropoli reale della basilica di Saint-Denis|necropoli reale]]; su parte del cimitero della Madeleine Luigi XVIII fece costruire una ''cappella espiatoria'', accanto alla [[Chiesa della Madeleine]]. In Francia si sviluppò quindi il culto della "regina martire", per espiare la colpa del regicidio, e la vita di Maria Antonietta venne idealizzata.<ref name="Lever, p. 409">{{Cita|Lever 2007|p. 409}}.</ref> Sia Luigi XVI, e di riflesso, seppur non ufficialmente, Maria Antonietta, che la cognata della regina, [[Elisabetta di Borbone-Francia (1764-1794)|Madame Elisabeth]], furono, da [[papa Pio VI]], paragonati ai [[Martirio (cristianesimo)|martiri]] in due [[Allocuzione|allocuzioni]].<ref>[http://www.santiebeati.it/dettaglio/97908 Il martirio della Famiglia Reale di Francia - Santi e Beati]</ref>
Questo processo di romanticizzazione della figura di Maria Antonietta era iniziato già nel [[1790]], quando, prevedendone la tragica fine che avverrà tre anni dopo, lo scrittore e politico [[Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda|britannico-irlandese]] [[Edmund Burke]] aveva commentato sdegnato l'irruzione della plebe negli appartamenti della regina e gli oltraggi verbali perpetrati contro di lei, ricordando quando l'aveva incontrata e facendone il simbolo ideale della fine dell'età della [[cavalleria medievale]] da lui rimpianta:{{citazione|Non avrei mai sognato di vivere abbastanza da vedere un disastro del genere abbattersi su di lei in una nazione d'uomini così galanti, in una nazione d'uomini d'onore e di cavalieri. Nella mia immaginazione vedevo diecimila spade levarsi subitamente dalle loro guaine a vendicare foss'anche uno sguardo che la minacciasse d'insulto. Ma l'età della cavalleria è finita. Quella dei sofisti, degli economisti e dei contabili è giunta; e la gloria dell'Europa giace estinta per sempre.|Edmund Burke, ''[[Riflessioni sulla Rivoluzione in Francia]]''}}
[[File:HamiltonApotheose.jpg|thumb|Dipinto celebrativo di [[William Hamilton (pittore)|William Hamilton]], ''L'apoteosi di Luigi XVI'', che mostra il re, la regina (a sinistra con la "corona del martirio") e la famiglia reale ascesi in Paradiso. Luigi XVI siede al centro in atteggiamento di preghiera, Maria Antonietta è in ginocchio a sinistra mentre un angelo le pone la corona sul capo; Madame Elisabeth tiene in braccio Luigi XVII, mentre un angelo consola la superstite Maria Teresa. In alto a destra, [[Minerva]], dea romana della giustizia e della sapienza, sorveglia la scena.]]
La storia di Maria Antonietta attirò a sé anche altre teste coronate. L'imperatrice [[Eugenia de Montijo|Eugenia]], moglie di [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]], diede il via a una moda ispirata a quella di Maria Antonietta e si adoperò per ritrovare gli oggetti personali della regina per la "grande esposizione" dell'autunno del [[1867]].<ref name="Fraser 490"/> [[Ludovico II di Baviera|Ludwig II di Baviera]] sviluppò il culto di Maria Antonietta: a [[Linderhof]] fece erigere una statua della regina e, quando ci passava davanti, le faceva la riverenza e le accarezzava le guance.<ref>{{cita|King 2006|pp. 289-290}}.</ref> [[Aleksandra Fëdorovna Romanova|Alessandra Fëdorovna]]<ref>Alessandra e Maria Antonietta erano lontane parenti: entrambe discendevano dal [[langravio]] [[Giorgio II d'Assia-Darmstadt]], la cui nipote aveva sposato l'imperatore [[Leopoldo I d'Asburgo|Leopoldo I del Sacro Romano Impero]]. In quanto discendente dell'amica di Maria Antonietta, la principessa [[Luisa d'Assia-Darmstadt]], era cugina in quarto grado, quattro generazioni dopo della regina di Francia.</ref>, l'ultima [[zarina]] di Russia (che avrebbe condiviso una sorte simile), teneva un ritratto di Maria Antonietta sulla sua scrivania al [[Palazzo d'Inverno]].<ref name="Fraser 490"/> Nel Palazzo di Alessandro, a [[Carskoe Selo|Tsarskoe Selo]], accanto al suo ritratto, aveva fatto porre un arazzo di Maria Antonietta e ciò era visto come di cattivo auspicio.<ref>{{cita|Erickson 2006|Erickson 2006|p. 152}}.</ref> Nel [[1896]], durante una visita ufficiale in Francia, la zarina aveva dormito nella stanza di Maria Antonietta, a [[Versailles]], e ne era stata felice, mentre il suo seguito trovava anche quel gesto di cattivo augurio.<ref name="Fraser 490"/> Lo scrittore e poeta [[Léon Bloy]] portò all'estremo il culto di Maria Antonietta, nel suo saggio ''La cavaliera della morte'' ([[1891]]), in cui la regina non venne definita "santa", perché ciò avrebbe annullato i suoi tormenti terreni.<ref>{{cita|Bloy 1996|p. 16}}.</ref> Bloy, immedesimandosi nell'avvocato difensore di Maria Antonietta, le chiedeva il suo perdono, a nome della Francia.<ref>{{cita|Bloy 1996|p. 80}}.</ref> In seguito, anche lo scrittore [[austria]]co [[Stefan Zweig]] celebrò la regina nella sua biografia intitolata ''[[Maria Antonietta - Una vita involontariamente eroica]]'' ([[1932]]).
Negli ultimi due secoli la Francia ha ricordato più volte Maria Antonietta. Nel [[1955]], in occasione del bicentenario dalla nascita, fu organizzata un'imponente mostra a Versailles. Nel [[2008]] si è tenuta un'altra grande esposizione di opere e reperti al [[Grand Palais]].<ref>{{Cita web |url=http://www.wuz.it/spettacolo/54260/mostre-vita-maria.html |titolo=Mostre: la vita di Maria Antonietta |accesso=26 maggio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170906035514/http://www.wuz.it/spettacolo/54260/mostre-vita-maria.html |dataarchivio=6 settembre 2017 |urlmorto=no}}</ref>
[[File:Chapelle Expiatoire 4, Paris 2010.jpg|thumb|180px|left|Statua di Maria Antonietta sostenuta dalla Religione (con le fattezze di [[Elisabetta di Borbone-Francia (1764-1794)|Madame Élisabeth]]), Cappella Espiatoria]]
Oggigiorno Maria Antonietta è anche considerata un'[[icona gay]] e, benché si sia ipotizzato che il suo legame con la Polignac e la Lamballe fosse sentimentale e non sessuale, quest'omaggio del mondo [[LGBT]], secondo la storica [[Antonia Fraser]],<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 491}}.</ref> compensa gli insulti volgari dei suoi contemporanei. Protagonista di studi saggistici, film, fumetti e cartoni animati, Maria Antonietta da un lato è amata per la sua vita tragica e romantica,<ref name="Lever, p. 409"/> dall'altro continua ad avere i suoi detrattori.<ref name="Fraser 490"/>
Il 17 luglio 2008, a quasi duecentoquindici anni di distanza dalla morte, il ministro degli Esteri francese [[Bernard Kouchner]], a nome della Francia, si è ufficialmente scusato con l'Austria per l'esecuzione di Maria Antonietta.<ref>{{Cita news|url=https://www1.adnkronos.com/Archivio/AdnAgenzia/2008/07/18/Esteri/FRANCIA-KOUCHNER-CHIEDE-SCUSA-PER-DECAPITAZIONE-MARIA-ANTONIETTA_135824.php|titolo=Kouchner chiede scusa per la decapitazione di Maria Antonietta|giornale=AdnKronos|data=19 luglio 2008|pubblicazione=|accesso=30 ottobre 2022}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.austriantimes.at/index.php?id=7613|titolo=French minister apologises for 200-year-old beheading|data=18 luglio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080804114353/http://www.austriantimes.at/index.php?id=7613|dataarchivio=4 agosto 2008|lingua=en}}<br /></ref> A differenza di quanto avvenuto con i [[Romanov]], riabilitati ufficialmente dalla Corte suprema russa<ref>{{cita web|url=http://www.lastampa.it/2008/10/01/cultura/la-russia-riabilita-lo-zar-nicola-ii-fu-una-vittima-del-bolscevismo-NpJfwxA0mjtWtAzwO8bAZO/pagina.html|titolo=La Russia riabilita lo zar Nicola II. Fu una vittima del bolscevismo|editore=[[La Stampa]]|data=1º ottobre 2008|accesso=12 novembre 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141113010400/http://www.lastampa.it/2008/10/01/cultura/la-russia-riabilita-lo-zar-nicola-ii-fu-una-vittima-del-bolscevismo-NpJfwxA0mjtWtAzwO8bAZO/pagina.html|dataarchivio=13 novembre 2014|urlmorto=no}}</ref> e [[canonizzazione dei Romanov|canonizzati]] dalla Chiesa ortodossa, Maria Antonietta e Luigi XVI non sono mai stati simbolicamente "assolti" dall'accusa di tradimento da parte dei tribunali francesi moderni, sebbene le condanne furono implicitamente annullate già con la restaurazione di Luigi XVIII, che punì con l'[[esilio]] (legge contro i regicidi del 1816, sollecitata dagli [[ultrarealisti]] del conte d'Artois, il futuro [[Carlo X di Francia|Carlo X]]) i membri della Convenzione ancora vivi, molti divenuti importanti sotto Napoleone, tra quelli che votarono la decapitazione del sovrano (tra essi [[Jacques-Louis David]], [[Emmanuel Joseph Sieyès]] e [[Joseph Fouché]], quest'ultimo inizialmente ministro anche sotto Luigi XVIII).<ref>{{Cita web |url=https://siecles.revues.org/1797 |titolo=Regards sur le(s) régicide(s), 1814-1830 |accesso=26 maggio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171028004049/http://siecles.revues.org/1797 |dataarchivio=28 ottobre 2017 |urlmorto=no }}</ref>
== Lo "stile Maria Antonietta" ==
[[File:Gautier-Dagoty - Marie-Antoinette, 1775.jpg|thumb|La regina abbigliata in stile rococò, con una pettinatura piramidale e ''grand habit de cour'' (1775)]]
Maria Antonietta ebbe un ruolo molto importante, al suo tempo, come icona di bellezza, stile e moda. Ammirata dai suoi contemporanei, fu considerata una delle donne più affascinanti del [[XVIII secolo]]. [[Horace Walpole]], in un'occasione, scrisse: «Non si hanno occhi che per la regina. Le [[Ebe]] e le [[Flora (divinità)|Flora]], le [[Elena (mitologia)|Elene]] e le [[Grazie (mitologia)|Grazie]] non sono che [[donne di strada]] in suo confronto. Che segga o che stia in piedi, è la statua della bellezza. Quando si muove è la personificazione della grazia».<ref>{{cita|Yonge|p. 132}}.</ref>
[[File:MA-Lebrun.jpg|thumb|Maria Antonietta in abito di mussola bianca e cappello di paglia. Il ritratto, esposto al ''[[Salon (mostra)|Salon]]'' del 1783, fu aspramente criticato per l'abbigliamento poco consono a una regina, raffigurata in «camicia da notte». Fu presto sostituito dal poi celebre ''ritratto di Maria Antonietta con la rosa''. In seguito la cosiddetta ''chemise'' "alla regina" divenne una moda. Dipinto di Élisabeth Vigée Le Brun (1783).]]
Il suo gusto per gli abiti e le acconciature faceva eco nell'intera Europa e, quando Maria Antonietta seguiva una nuova moda, tutte le altre dame la imitavano. La regina di Francia, che inizialmente si adeguò allo stile rococò della sua epoca, sviluppò in seguito un amore per l'eleganza e la semplicità. Il suo stile personale è definito ''Moyenne'',<ref>''Antiquariato'', nº 324, aprile 2008, Mondadori.</ref> a metà tra il [[rococò]] teresiano e il [[Neoclassicismo]] francese.
Tra il 1774 e il 1778 Maria Antonietta predilesse un gusto tipicamente rococò. Gli abiti di corte erano sontuosi ed estremamente ampi, ricchi di passamaneria, nastri e fronzoli, mentre quelli quotidiani erano più ridotti nelle dimensioni, ma non meno fantasiosi nelle forme (''robe à la polonaise'' e derivati). Le acconciature erano alte, turrite e smisurate in altezza, coronate da boccoli e trecce pendenti, piume, fiocchi, fiori, ''broches'' di diamanti e perle. Dopo la nascita della prima figlia, Maria Antonietta cominciò ad adottare uno stile più semplice: i capelli venivano cotonati e gonfiati lateralmente, mentre il vestiario privato si ridusse alla cosiddetta ''chemise à la reine'', un abito di mussola bianca di taglio [[Neoclassicismo|neoclassico]] che si rifaceva allo stile agreste adottato dalle nobildonne inglesi dell'epoca. Per le occasioni più formali, prese invece il sopravvento la cosiddetta ''robe à l'anglaise''.
In ambito architettonico Maria Antonietta non amava lo stile ricco e pomposo della reggia di Versailles, come quello con cui è realizzata la sua camera da letto. Al [[Petit Trianon]], sua proprietà personale, manifestò la sua predilezione per il [[Neoclassicismo]]: le forme sono semplici, prevalgono i motivi floreali, il bianco e i colori pastello. Di gusto tipicamente classico è il "[[Tempio dell'Amore|Tempietto dell'amore]]", una replica di un tempio pagano a dodici colonne corinzie, al cui centro è posta una statua di [[Eros]]. Alle serre di Luigi XV, Maria Antonietta fece sostituire l'attuale [[giardino all'inglese]], un'artefatta natura selvatica che meglio si adeguava al ritorno alla condizione naturale dell'uomo, una tematica in voga alla sua epoca. Reminiscenze del gusto rococò, ma già intrise di spirito [[romanticismo|romantico]], sopravvivono nello ''[[Hameau de la Reine|Hameau]]'', un finto villaggetto rurale. Il [[castello del Petit Trianon]] è arredato in [[stile Luigi XVI]]. Anche i mobili della regina, non solo gli effetti personali, divennero oggetto di collezionismo dal XIX secolo in poi; l'[[anglista]] e studioso del [[romanticismo]] [[Mario Praz]] scrisse che "l'aver un certo mobile arredato un tempo le stanze di Maria Antonietta può dare un brivido anche a un'anima delicata, oltre che scuotere la grossolana fibra d'un ''parvenu''".
== Il rapporto con Luigi XVI ==
{{vedi anche|Luigi XVI di Francia}}
[[File:Louis16-1775.jpg|thumb|left|Luigi XVI a vent'anni]]
Il matrimonio tra Luigi XVI e Maria Antonietta fu relativamente tranquillo e accomodante, nonostante i due fossero estremamente diversi, sia per temperamento fisico sia per interessi. Infatti, non era possibile che scaturissero tensioni, poiché il re e la regina evitavano ogni attrito tra di loro, il primo per apatia, la seconda per noncuranza.<ref>{{Cita|Zweig 1948|pp. 95-96}}.</ref> L'unico pesante ostacolo alla felicità coniugale dei sovrani di Francia fu rappresentato dalla mancata consumazione delle nozze nei primi sette anni di matrimonio. Ciò che rendeva questa situazione ancora più insopportabile per la giovane coppia era il fatto che, in quanto sovrani, la loro vita era sotto gli occhi di tutta la corte di Versailles, che da dietro le quinte malignava sui loro insuccessi.
L'umiliazione, derivante da questa peculiare circostanza, lasciò una macchia indelebile sulla loro relazione coniugale.<ref>{{Cita|Craveri 2008|p. 358}}.</ref> Dal momento che non poteva soddisfare fisicamente la moglie né metterla nella circostanza di procreare un erede maschio per la Francia, Luigi XVI permise che la regina si desse a divertimenti costosi e sciocchi, per sopperire alle sofferenze del matrimonio e per dimenticare mortificazione e solitudine. Maria Antonietta, tranne che nelle questioni politiche, riusciva a ottenere dal re tutto quello che desiderava, nonostante questi non approvasse i suoi comportamenti, le sue considerevoli spese né apprezzasse le persone di cui si era circondata. Tuttavia, il re cedeva sempre dinanzi alle richieste di Maria Antonietta, come per scusarsi delle proprie colpe, che segretamente facevano soffrire entrambi.<ref>{{Cita|Zweig 1948|p. 41}}.</ref>
[[File:Mme Tussaud museum (2848373010).jpg|thumb|220px|Ricostruzione dell'aspetto dei membri della famiglia reale durante la rivoluzione al [[Museo delle cere]] [[Madame Tussauds]] di Londra: Luigi XVI, Maria Antonietta, Luigi Carlo e Maria Teresa Carlotta]]
L'arrendevolezza di Luigi XVI nei confronti della moglie faceva
== La relazione con il conte Fersen ==
{{vedi anche|Hans Axel von Fersen}}
[[File:Hans Axel von Fersen2.jpg|thumb
Alla regina Maria Antonietta i libelli attribuirono innumerevoli amanti, sia uomini sia donne. L'unica relazione plausibile, platonica o fisica che fosse, fu quella con il conte svedese [[Hans Axel von Fersen]], che non comparve nei famosi ''[[pamphlet]]s'' scandalistici.<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 224}}.</ref> Fersen, secondo figlio di un importante diplomatico svedese, aveva diciotto anni quando conobbe a un ballo in maschera la delfina Maria Antonietta, sua coetanea.<ref>{{Cita|Fraser 2003|p. 129}}.</ref> Da allora il conte Fersen tornò regolarmente a Versailles, dove fu ricevuto con particolare cortesia, ma nel suo diario non citò altre conversazioni con Maria Antonietta, impegnata con l'allestimento dell{{'}}''[[Ifigenia in Aulide (Gluck)|Ifigenia in Aulide]]'' di Gluck.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 69}}.</ref> Il 12 maggio 1774, due giorni dopo la morte di Luigi XV, Fersen partì per l'Inghilterra, interessato a contrarre matrimonio con un'ereditiera. Sfumato questo possibile matrimonio, Fersen decise, nel 1778, di dedicarsi alla vita militare e, dal momento che suo padre era stato a servizio sotto Luigi XV, il conte tentò la fortuna con Luigi XVI.<ref>{{Cita|Lever 2007|p. 165}}.</ref>
Il 25 agosto 1778 Maria Antonietta, tra la folla di gente che le veniva presentata, riconobbe il conte che aveva incontrato quattro anni prima.<ref>{{Cita|Fraser 2003|pp. 184-185}}.</ref> Fersen cominciò a frequentare la corte e l'affetto tra lui e la regina, allora incinta di Madame Royale, divenne evidente e a palazzo cominciarono a spargersi delle maldicenze sull'inclinazione della sovrana per il conte
== Discendenza ==
{| class="wikitable"
|-
!Nome!!Nascita!!Morte!!Note
|-
|[[Maria Teresa Carlotta di Borbone-Francia|Maria Teresa Carlotta]]||19 dicembre [[1778]]||19 ottobre [[1851]]||Durante l'infanzia e l'adolescenza ebbe il titolo di ''Madame Royale''. Fu l'unica superstite della rivoluzione e, nel [[1799]], sposò il suo primo cugino, [[Luigi Antonio di Borbone-Francia|Luigi Antonio, duca di Angoulême]]. Quando il proprio zio paterno, il conte d'Artois, padre di suo marito, salì al trono col nome di [[Carlo X di Francia|Carlo X]], Maria Teresa divenne delfina di Francia. Il 2 agosto [[1830]], fu "regina di Francia e di Navarra" per venti minuti. Dopo la definitiva caduta della monarchia borbonica, visse in esilio col titolo di “Sua maestà la contessa di Marnes". Non ebbe discendenza.
|-
|[[Luigi Giuseppe di Borbone-Francia|Luigi Giuseppe]]||22 ottobre [[1781]]||4 giugno [[1789]]||Ebbe il titolo di delfino di Francia. Si spense a sette anni per [[consunzione]] ([[tubercolosi]]).
|-
|[[Luigi XVII di Francia|Luigi XVII]]||27 marzo [[1785]]||8 giugno [[1795]]||Alla nascita ebbe il titolo di duca di Normandia; alla morte del fratello maggiore ebbe il titolo di delfino di Francia; alla morte del padre divenne re "Luigi XVII". Morì all'età di dieci anni, per i maltrattamenti subiti e le malattie contratte durante la detenzione nella Torre del Tempio.
Riga 277 ⟶ 319:
== Ascendenza ==
{{Asburgo-Lorena (1745-1806)}}<div align="center">
{{Ascendenza
| 1 = Maria Antonietta d'Austria
| 2 = [[Francesco I di Lorena]]
| 4 = [[Leopoldo di Lorena]]
|
|16
|17
| 9 = [[Eleonora Maria Giuseppina d'Austria]]
|18 = [[Ferdinando III d'Asburgo]]
|19 = [[Eleonora Gonzaga-Nevers]]
| 5 = [[Elisabetta Carlotta di Borbone-Orléans|Elisabetta Carlotta d'Orléans]]
|10 = [[Filippo I di Borbone-Orléans|Filippo I, duca d'Orléans]]
|20 = [[Luigi XIII di Francia]]
|21 = [[Anna d'Asburgo (1601-1666)|Anna d'Austria]]
|11 = [[Elisabetta Carlotta del Palatinato]]
|22 = [[Carlo I Luigi del Palatinato]]
|23 = [[Carlotta d'Assia-Kassel]]
| 3 = [[Maria Teresa d'Austria]]
| 6 = [[Carlo VI d'Asburgo]]
|12 = [[Leopoldo I d'Asburgo]]
|24 = [[Ferdinando III d'Asburgo]]
|25 = [[Maria Anna d'Asburgo (1606-1646)|Maria Anna di Spagna]]
|13
|26
|27 = [[Elisabetta Amalia d'Assia-Darmstadt]]
| 7 = [[Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel]]
|14 = [[Luigi Rodolfo di Brunswick-Lüneburg]]
|28 = [[Antonio Ulrico di Brunswick-Lüneburg]]
|29 = [[Elisabetta Giuliana di Schleswig-Holstein-Sonderburg-Norburg]]
|15 = [[Cristina Luisa di Oettingen-Oettingen]]
|30 = [[Alberto Ernesto I di Oettingen-Oettingen]]
|31 = [[Cristina Federica di Württemberg]]
}}
</div>
== Onorificenze ==
{{Onorificenze
|immagine=Ordre de la Croix étoilée autro-hongrois.jpg
Riga 337 ⟶ 361:
|collegamento_onorificenza=Ordine della Croce Stellata
|motivazione=
}}
==
=== Letteratura ===
* ''[[Maria Antonietta (Leopardi)|Maria Antonietta]]'' (1816), tragedia incompiuta di [[Giacomo Leopardi]].
Riga 349 ⟶ 372:
** ''[[Ange Pitou]]'' (1851).
** ''[[La contessa di Charny]]'' (1855).
* ''Storia di Maria Antonietta'' (1858) di [[Edmond de Goncourt|Edmond]] e [[Jules de Goncourt]]
* ''[[Maria Antonietta regina di Francia (Giacometti)|Maria Antonietta regina di Francia]]'', dramma storico di [[Paolo Giacometti]] (1867).
* ''[[Addio mia regina]]'' (2002), romanzo di [[Chantal Thomas]].
* ''[[Il diario segreto di Maria Antonietta]]'' (2005), romanzo di Carolly Erickson.
* ''[[Trilogia di Maria Antonietta]]'' (2011-
* ''[[Il ricamo della regina]]'' (2012, post.), racconto di [[Carlo Del Teglio]].
=== Cinema ===
{| class="wikitable" style="text-align:center"
|-bgcolor=FFD700
! Anno
! Film
Riga 378 ⟶ 398:
|-
| 1915
| ''[[DuBarry]]''
| [[Miss Robinson]]
|
|-
| 1916
| ''[[My Lady's Slipper (film 1916)|My Lady's Slipper]]''
| [[Julia Swayne Gordon]]
|
|-
| 1920
| ''[[Pagine dal libro di Satana]]'' (''Blade af Satans bog'')
| [[Tenna Kraft]]
|
|-
| 1922
| ''[[Maria Antonietta (film 1922)|Maria Antonietta]]'' (''Marie Antoinette - Das Leben einer Königin
| [[Diana Karenne]]
|
Riga 402 ⟶ 422:
| Dal [[Scaramouche (romanzo)|romanzo omonimo]] di [[Rafael Sabatini]]
|-
| ''[[L'enfant roi]]''
| [[Andrée Lionel]]
|
|-
| 1924
| ''[[L'ombra di Washington]]'' (''Janice Meredith'')
| [[Princess Marie De Bourbon]]
|
Riga 417 ⟶ 437:
|-
| 1927
| ''[[Napoleone (film 1927)|Napoleone]]'' (''Napoléon vu par Abel Gance'')
| [[Suzanne Bianchetti]]
|
Riga 426 ⟶ 446:
|
|-
| ''[[La collana della regina (film 1929)|La collana della regina]]'' (''Le collier de la reine'')
| [[Diana Karenne]]
|
|-
| 1930
| ''[[La fanciulla di Saint Cloud]]'' (''Captain of the Guard'')
| [[Evelyn Hall]]
|
|-
| 1934
| ''[[Madame du Barry (film 1934)|Madame du Barry]]''
| [[Anita Louise]]
|
Riga 455 ⟶ 475:
|
|-
| ''[[La marsigliese]]'' (''La Marseillaise'')
| [[Lise Delamare]]
|
|-
| ''[[Maria Antonietta (film 1938)|Maria Antonietta]]'' (''Marie Antoinette'')
| [[Norma Shearer]]
|
Riga 468 ⟶ 488:
|-
| 1942
| ''[[Musica sulle nuvole]]'' (''I Married an Angel'')
| [[Evelyn Atchinson]]
| Il personaggio compare nel film, ma non si tratta di un film storico
|-
| 1946
| ''[[La collana della regina (film 1946)|La collana della regina]]'' (''L'affaire du collier de la reine'')
| [[Marion Dorian]]
|
|-
| 1949
| ''[[Cagliostro (film 1949)|Cagliostro]]'' (''Black Magic'')
| [[Nancy Guild]]
|
|-
| 1951
| ''[[Maria Theresia
| [[Loni von Friedl]]
|
|-
| 1952
| ''[[Scaramouche (film 1952)|Scaramouche]]''
| [[Nina Foch]]
| Dal [[Scaramouche (romanzo)|romanzo omonimo]] di [[Rafael Sabatini]]
|-
|rowspan=3| 1954
| ''[[Versailles (film 1954)|Versailles]]'' (''Si Versailles m'était conté'')
| [[Lana Marconi]]
|
Riga 501 ⟶ 521:
| Dal [[Il cavaliere di Maison-Rouge|romanzo omonimo]] di [[Alexandre Dumas (padre)|Alexandre Dumas]]
|-
| ''[[Madame du Barry (film 1954)|Madame du Barry]]''
| [[Isabelle Pia]]
|
Riga 511 ⟶ 531:
|-
| 1956
| ''[[Maria Antonietta, regina di Francia]]'' (''Marie-Antoinette reine de France'')
| [[Michèle Morgan]]
|
|-
|rowspan=2| 1957
| ''[[L'inferno ci accusa]]'' (''The Story of Mankind'')
| [[Marie Wilson]]
|
|-
| ''[[BBC Sunday-Night Theatre]]'', l'episodio
| [[Vera Fusek]]
|
|-
| 1958
| ''[[La caméra explore le temps]]'', episodio
| [[Annie Ducaux]]
|
|-
| 1959
| ''[[Il grande capitano]]'' (''John Paul Jones'')
| [[Susana Canales]]
|
|-
| 1960
| ''[[La caméra explore le temps]]'', episodio
| [[Eléonore Hirt]]
|
|-
| 1961
| ''[[La Fayette - Una spada per due bandiere]]'' (''La Fayette'')
| [[Liselotte Pulver]]
|
|-
|rowspan=2| 1962
| ''[[La caméra explore le temps]]'', episodio
| [[
|
|-
Riga 554 ⟶ 574:
|-
| 1963
| ''[[Il cavaliere di Maison Rouge (miniserie televisiva)|Il cavaliere di Maison Rouge]]'' (''Le chevalier de Maison Rouge
| [[Annie Ducaux]]
| Miniserie televisiva tratta dal romanzo ''[[Il cavaliere di Maison-Rouge]]'' di [[Alexandre Dumas (padre)]]
Riga 564 ⟶ 584:
|-
|rowspan=2| 1966
| ''[[Kronos - Sfida al passato]]'' (''The Time Tunnel''),
| [[Monique LeMaire]]
| Il personaggio compare nella serie, ma non si tratta di una serie storica
|-
| ''[[Strega per amore]]'' (''I Dream of Jeannie''), episodio
| [[Siri (attrice)|Siri]]
| Il personaggio compare nella serie, ma non si tratta di una serie storica
|-
|rowspan=2| 1970
| ''[[Fate la rivoluzione senza di noi]]'' (''Start the Revolution Without Me'')
| [[Billie Whitelaw]]
|
|-
| ''[[Una coccarda per il re]]''
| [[Anna Miserocchi]]
| Film TV
|-
|rowspan=
| ''[[Los miserables]]''
| [[Norma Jiménez Pons]]
| Miniserie televisiva tratta dal romanzo ''[[I miserabili]]'' di [[Victor Hugo]]
|-
| ''[[Il manichino assassino]]'' (''Terror in the Wax Museum'')
| [[Rickie Weir]]
| Il personaggio compare nel film, ma non si tratta di un film storico
|-
| [[Patricia Lesieur]]
| Miniserie televisiva
|-
|rowspan=1| 1974
| ''[[Un bon patriote]]''
| [[Bernard Faget]]
Riga 620 ⟶ 633:
|-
|rowspan=3| 1976
| ''[[L'ombra degli angeli]]'' (''Schatten der Engel'')
| [[Debria Kalpataru]]
|
|-
| ''[[Novela]]'', episodio
| [[Amparo Pamplona]]
|
Riga 638 ⟶ 651:
|-
| 1978
| ''[[Les grandes conjurations: L'attentat de la rue Nicaise]]''
| [[Didou Kapour]]
| Film televisivo
|-
|rowspan=
| ''[[Lady Oscar (film)|Lady Oscar]]''
| [[Christine Böhm]]
| Dal [[Lady Oscar|manga omonimo]] di [[Riyoko Ikeda]]
Riga 651 ⟶ 664:
| Film televisivo
|-
| ''[[Lady Oscar]]'' (''Berusaiyu no bara'')
| [[Miyuki Ueda]] (voce)
| [[Anime]] tratto dall'[[Lady Oscar|omonimo manga]] di [[Riyoko Ikeda]]
|-
|rowspan=3| 1980
| ''[[Une maison, une histoire]]'', episodio ''Marie-Antoinette''
| [[Blanche Ravalec]]
|
Riga 662 ⟶ 679:
| ''[[Femmine infernali]]''
| [[Anna Maria Panaro]]
|Non si tratta di un film storico ma di un [[film d'exploitation]] dove compare un personaggio secondario di una donna folle che crede di essere Maria Antonietta in prigione
|-
|rowspan=2| 1981
Riga 676 ⟶ 689:
|-
| 1982
| ''[[Il mondo nuovo (film)|Il mondo nuovo]]'' (''La nuit de Varennes'')
| [[Eléonore Hirt]]
|
|-
| 1985
| ''[[La vera storia della rivoluzione francese]]'' (''Liberté, égalité, choucroute
| [[Ursula Andress]]
|
Riga 691 ⟶ 704:
|-
|rowspan=4| 1989
| ''
| [[Emmanuelle Béart]]
|Film televisivo della serie ''[[Il corpo di Marianna - Storie d'amore nella Rivoluzione Francese]]''
|-
| ''[[La rivoluzione francese]]'' (''La révolution française'')
| [[Jane Seymour (attrice)|Jane Seymour]]
| Miniserie televisiva
Riga 708 ⟶ 721:
|-
| 1990
| ''[[L'Autrichienne]]''
| [[Ute Lemper]]
|
Riga 720 ⟶ 733:
| ''[[Mesmer (film)|Mesmer]]''
| [[Beatie Edney]]
|
|-
| 1995
| ''[[Jefferson in Paris]]''
| [[Charlotte de Turckheim]]
|
|-
|rowspan=3| 1996
| ''[[L'insolente]]'' (''Beaumarchais l'insolent'')
| [[Judith Godrèche]]
|
|-
| ''[[Ridicule]]''
| [[Mirabelle Kirkland]]
|
|-
| ''[[Marie Antoinette is niet dood]]''
| [[Antje de Boeck]]
|
|-
| 1998
| ''[[Witness to Yesterday]]'', episodio
| [[Cynthia Dale]]
|
|-
| 1999
Riga 751 ⟶ 764:
|-
| 2001
| ''[[L'intrigo della collana]]'' (''The Affair of the Necklace'')
| [[Joely Richardson]]
|
|-
|rowspan=2| 2005
Riga 765 ⟶ 778:
|-
|rowspan=3| 2006
| ''[[Marie Antoinette]]''
| [[Kirsten Dunst]]
| Film molto liberamente basato sulla vita della sovrana
Riga 773 ⟶ 786:
| Film televisivo
|-
| ''[[Maria Antonietta (film 2006)|Maria Antonietta - La storia vera]]'' (''Marie-Antoinette'')
| [[Karine Vanasse]]
| Film televisivo
Riga 783 ⟶ 796:
|-
| 2009
| ''[[Ce jour là, tout a changé]]'', episodio
| [[Estelle Skornik]]
|
|-
| 2010
Riga 793 ⟶ 806:
|-
|rowspan=4| 2011
| ''[[The Legendary Chevalier De Saint-George]]''
| [[Marie Van Rhijn]]
| Film televisivo
|-
| ''[[De meisjes van Thijs]]'', episodio
| [[Leonoor Koster]]
|
|-
| ''[[Les procès de l'Histoire]]'', episodio
| [[Lorraine de Sagazan]]
|
|-
| ''[[
| [[Raphaëlle Agogué]]
| Film televisivo
Riga 816 ⟶ 829:
| ''[[Les Adieux à la Reine]]''
| [[Diane Kruger]]
| Dal romanzo ''[[Addio mia regina]]'' di [[Chantal Thomas]]
|-
| ''[[Party Like the Queen of France]]''
Riga 824 ⟶ 837:
| ''[[Billets pour Trianon]]''
| [[Elise Maroquin]]
|
|-
| ''[[Des morceaux de moi]]''
| [[Aurelie Lemanceau]]
|
|-
|rowspan=4| 2015
| ''[[Nicolas Le Floch]]'', episodio
| [[Claire Ganaye]]
|
|-
| ''[[Marie Antoinette (film 2015)|Marie Antoinette]]''
| [[Patricia Arthur]]
|
Riga 846 ⟶ 859:
| [[Molly Tomhave]]
|
|-
| 2017
| ''[[Un peuple et son roi]]''
| [[Maëlia Gentil]]
|
|-
|2022
|''[[Maria Antonietta (serie televisiva)|Maria Antonietta]]''
|[[Emilia Schüle]]
|Serie televisiva
|-
|2023
|''[[Napoleon (film 2023)|Napoleon]]''
|[[Catherine Walker]]
|
|}
===Teatro===
*''[[Maria Antonietta (Leopardi)|Maria Antonietta]]'' (1816), tragedia incompiuta di [[Giacomo Leopardi]]
=== Musica ===
Riga 857 ⟶ 883:
* [[Franz Joseph Haydn]] compose, nel [[1785]], sei sinfonie (n. 82-87), delle quali la numero 85 è chiamata ''La Reine'', poiché piacque molto a Maria Antonietta e volle darle il suo nome.
* Il compositore [[Jan Ladislav Dussek]] ha composto un'opera per pianoforte, dedicata alle vicende di Maria Antonietta, il ''Tableau de Marie Antoinette op. 23''.
* Nel [[1974]], il gruppo rock [[Queen]] pubblica il
* Nel 1975 i [[Rush (gruppo musicale)|Rush]] pubblicano l'album ''[[Caress of Steel]]'' che contiene il brano ''Bastille Day'': la frase d'apertura della canzone recita ''"There’s no bread, let them eat cake"'', facendo riferimento alla frasse attribuita a Maria Antonietta.
* [[Roger Waters]], ex-leader dei [[Pink Floyd]], ha composto nel [[2005]] un'opera lirica, intitolata ''[[
*La cantante trap italiana Priestess intitola un suo brano, uscito nel [[2017]], "Maria Antonietta", in cui nel ritornello ricorre all'espressione metaforica "perdere la testa", come la regina fece realmente, per la "Maria", termine con cui nel gergo giovanile si fa riferimento alla marijuana.
*La cantautrice e scrittrice italiana Letizia Cesarini, in arte [[Maria Antonietta (cantante)|Maria Antonietta]], ha scelto il suo pseudonimo in omaggio alla regina.
*Nel videoclip di ''[[I miei rimedi (Noemi)|I miei rimedi]]'' (2017) di [[Noemi (cantante)|Noemi]], la cantante interpreta Maria Antonietta
=== Manga e anime ===
* [[Maria Antonietta (Lady Oscar)|Maria Antonietta]] è la [[protagonista]]
*
* Maria Antonietta è la protagonista del manga ''Maria Antonietta - La gioventù di una regina'', creato da [[Fuyumi Sōryō]].
== Note ==
Riga 873 ⟶ 899:
== Bibliografia ==
* {{cita libro|nome=Léon|cognome=Bloy|titolo=La
* {{cita libro|nome=Madame|cognome=Campan|titolo=La vita segreta di Maria Antonietta (Memorie)|anno=2006|editore=Newton Compton|città=Roma|isbn=88-541-0785-9|cid=Campan 2006}}
* {{cita libro|nome=André|cognome=Castelot|titolo=[[Maria Antonietta (Castelot)|Maria Antonietta - La vera storia di una regina incompresa]]|anno=2000|editore=Fabbri Editori|città=Milano|cid=Castelot 2000}}
* {{cita libro|nome=Paolo|cognome=Cortesi|titolo=Luigi XVII - Il bambino ucciso dal terrore|anno=2008|editore=Foschi|città=Forlì|isbn=88-89325-45-3|cid=Cortesi 2008}}
* {{cita libro|nome=Benedetta|cognome=Craveri|titolo=Maria Antonietta e lo scandalo della collana|anno=2006|editore=Adelphi|città=Milano|isbn=88-459-2105-0|cid=Craveri 2006}}
* {{cita libro|nome=Benedetta|cognome=Craveri|titolo=Amanti e
* {{cita libro|nome=Augusto|cognome=De Angelis|titolo=Maria Antonietta|anno=1934|editore=Edizioni Aurora|città=Milano}}
* {{cita libro|nome=Carolly|cognome=Erickson|titolo=
* {{cita libro|nome=Carolly|cognome=Erickson|titolo=
* {{cita libro|nome=Antonia|cognome=Fraser|titolo=[[Maria Antonietta - La solitudine di una regina]]|anno=2003|editore=Mondadori|città=Milano|isbn=88-04-50677-6|cid=Fraser 2003}}
* {{cita libro|nome=Cesare|cognome=Giardini|titolo=I processi di Luigi XVI e Maria Antonietta (1793)|anno=1934|editore=Mondadori|città=Verona|cid=Giardini 1934}}
* {{cita libro|nome=Joan|cognome=Haslip|titolo=Maria Antonietta|anno=1999|editore=Longanesi|città=Milano|isbn=88-304-0876-X|cid=Haslip 1999}}
* {{cita libro|nome=Greg|cognome=King|titolo
* {{cita libro|nome=Evelyne|cognome=Lever|titolo=[[Maria Antonietta (Lever)|Maria Antonietta - L'ultima regina]]|anno=2007|editore=BUR Biografie|città=Milano|isbn=978-88-17-00940-9|cid=Lever 2007}}
* {{cita libro|autore=Maria Teresa d'Austria|titolo=Maria Antonietta di Francia|Il mestiere di regina (Lettere 1770-1780)|anno=1989|editore=Rossellina Archinto|città=Milano|isbn=88-7768-011-3}}
* {{Cita libro|nome=Alice|cognome= Mortali|titolo = Guida alla Parigi di Maria Antonietta|città = Milano|editore= Ugo Mursia Editore|anno = 2015|ISBN = 978-
* {{cita libro|nome=Adriano|cognome=Prosperi|titolo=Giustizia bendata - Percorsi storici di un'immagine|anno=2008|editore=Einaudi|città=Torino|isbn=88-06-19403-8|cid=Prosperi 2008}}
* {{cita libro|nome=Antonio|cognome=Spinosa|autore2=
* {{cita libro|nome=Élisabeth|cognome=Vigée-Le Brun|titolo=Memorie di una ritrattista|anno=2004|editore=Abscondita|città=Milano|isbn=88-8416-135-5}}
* {{Cita libro|autore = Louis Massignon|capitolo = Un voto e un destino: Maria Antonietta, regina di Francia|annooriginale = 1955|titolo = Parola data|editore = Adelphi|città = Milano|anno = 1995|pp =
* {{cita libro|nome=Charles Duke|cognome=Yonge|titolo=The Life of Marie Antoinette, Queen of France|editore=Large Print Edition||lingua=en|cid=Yonge}}
* {{cita libro|nome=Stefan|cognome=Zweig|titolo=[[Maria Antonietta - Una vita involontariamente eroica]]|anno=1948|editore=Mondadori|città=Verona|cid=Zweig 1948}}
== Voci correlate ==
* [[Rivoluzione francese]]
* [[Luigi XVI di Francia]]
* [[Affare della collana]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{GREC}}
{{Box successione
Riga 915 ⟶ 944:
{{Box successione
|tipologia = precedenza titoli nobiliari
|carica = [[Sovrane di Francia|Regina consorte dei Francesi]]
|immagine = Blason France moderne.svg
|periodo = 1º ottobre [[1791]] - 21 settembre [[1792]]
|precedente = se stessa come "regina di Francia e di Navarra"
|successivo = *[[Giuseppina di Beauharnais]] come "imperatrice dei Francesi"<br /><small>(nel 1804)</small><br />*[[Maria Amalia di Borbone-
}}
{{Sovrane di Francia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|Asburgo|biografie|rivoluzione francese|storia}}
{{vetrina|9|aprile|2009|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena/2|arg=sovrani}}
[[Categoria:Arciduchesse d'Austria]]
[[Categoria:Persone giustiziate sulla ghigliottina durante la Rivoluzione francese]]
[[Categoria:Casa d'Asburgo-Lorena]]
[[Categoria:Coniugi dei sovrani di Francia]]
[[Categoria:Coniugi dei re di Navarra]]
[[Categoria:Sepolti nella
[[Categoria:Dame dell'Ordine della Croce Stellata]]
[[Categoria:Persone giustiziate per tradimento]]
|