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{{Carica pubblica
|nome = Gilbert Romme
|immagine = Charles-Gilbert Romme.jpgpng
|didascalia = Gilbert Romme.
|carica = [[Presidente]] della [[Convenzione nazionale]] della [[Prima Repubblica francese]]
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|predecessore2 =
|successore2 =
|carica3 = [[Deputato]] all'[[Assemblea Legislativanazionale legislativa]]
|mandatoinizio3 = settembre [[1791]]
|mandatofine3 = settembre [[1792]]
|predecessore3 =
|successore3 =
|partito = Società degli amici della legge <small>(1790)</small><br>[[Club dei Giacobini]] <small>(1790-1794)</small><br>[[Montagnardi dell'anno III]] <small>(1794-1795)</small>
|partito = [[Club dei Giacobini]]
|coalizione = [[Montagnardi]]
|tendenza = [[repubblicanesimo|repubblicano]] [[democrazia|democratico]]
|coalizionecoalizione2 = [[Marais (Rivoluzione francese)|Pianura]], [[Montagnardi]]
|coalizione2 coalizione3= [[MontagnardiGirondini]]
|titolo di studio = [[Laurea]] in [[matematicamedicina]]
|professione = [[Matematico]]
|luogo di sepoltura = [[Cimitero degli Errancis]], [[Catacombe di Parigi]]
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== Biografia ==
Figlio di un procuratore del [[siniscalcato]] dell'[[AuvergneAlvernia]] che morì nel [[1765]] lasciando la vedova e i sei figli in povertà, Gilbert studiò dagli [[Confederazione dell'oratorio di San Filippo Neri|Oratoriani]] di Riom mostrando buone attitudini per la matematica, ma scelse di studiare [[medicina]] a [[Parigi]]. Qui frequentò i circoli [[illuminismo|illuministi]] e conobbe il conte [[StroganoffAleksandr Sergeevič Stroganov|Aleksandr Stroganov]], che lo scelse come precettore del figlio [[Pavel Aleksandrovič Stroganov|Pavel]].<ref>B. Croce, ''La Critica'', Vol. 34, p. 445.</ref> Così, senza aver concluso i suoi studi di medicina, Romme si trasferì nel [[1779]] a [[Pietroburgo]], dove trascorse cinque anni e poi viaggiò, secondo i canoni del "[[Grand Tour]]" pedagogico educativo, con l'allievo in Germania, Svizzera e Italia, ritornando entrambi a Parigi nel febbraio del [[1789]].<ref>J.-R. Suratteau, ''Gilbert Romme'', in A. Soboul, ''Dictionnaire historique de la Révolution française'', 2005, p. 933.</ref>
 
Romme entrò nella vita politica partecipando agli eventi della Rivoluzione francese. Con Pavel Stroganov assistette alle sedute dell'[[Assemblea nazionale costituente]] e accolse con entusiasmo, la notte del 4 agosto 1789, l'abolizione del regime feudale. Nel gennaio del [[1790]] Romme fondò a Parigi, insieme a [[Théroigne de Méricourt]], di cui frequentava il [[salotto letterario|salotto]], la ''Société des amis de la loi'' (Società degli amici della legge), che ebbe una ventina di soci, tra i quali [[Hugues-Bernard Maret|Maret]] e [[Étienne Méjan|Méjan]], ma durò pochi mesi.<ref>Alessandro Galante Garrone, ''Gilbert Romme'', Einaudi, 1959, p. 262 e sgg.</ref>
 
[[File:Stroganov P A.jpg|thumb|upright=0.6|[[George Dawe]], ''Pavel Stroganov'']]
La società era favorevole alla [[Costituzione civile del clero]] e all'eguaglianza dei diritti tra i sessi. Una volta sciolta, Romme e Stroganov aderirono al [[Club dei Giacobini]] e poi, nell'estate del [[1790]], partirono per l'AuvergneAlvernia, ma dalla Russia [[Caterina II di Russia|Caterina II]] impose il rientro di Pavel Stroganov, che fu confinato in campagna fino alla morte della zarina.
 
A Riom Romme, divenuto presidente della ''Société populaire'', che assicurava con la collaborazione della municipalità e i comitati di sorveglianza l'applicazione delle leggi e denunciava i controrivoluzionati, si legò a [[Georges Couthon|Couthon]] e a [[Pierre Aimable Soubrany|Soubrany]]. Come deputato del [[Puy-de-Dôme]], nel settembre del [[1791]] fu eletto alla [[Assemblea Legislativanazionale legislativa]], dove condivise il programma politico dei [[Girondini]] dichiarandosi a favore della guerra, ma occupandosi soprattutto d'istruzione, con un progetto di scuola pubblica obbligatoria e gratuita per i bambini dei due sessi di tutte le classi sociali. Propose anche di creare dei [[Giochi olimpici]] per festeggiare la nascita della [[Prima Repubblica Francese]], che vennero chiamati poi ''[[Olympiade de la République]]'' e si tennero dal 1796 al 1798.
 
Approvò la fine della monarchia e, rieletto 6 settembre [[1792]] alla [[Convenzione Nazionale]], sedette dapprima con i [[Marais (Rivoluzione francese)|deputati della "Palude"]]<ref>Lo storico Marc Vissac nel suo libro ''Romme Le Montagnard''(Editore: Kessinger Publishing 2010)([[1833]]), lo descrisse come basso di statura, goffo e impacciato con un colorito malato e come un oratore noioso, ma anche come piacevole e istruttivo nella conversazione.</ref><ref>A. Galante Garrone, ''Op. cit.'' p. 16.</ref> ma accentuò ben presto la sua evoluzione verso le posizioni radicali dei [[Montagnardi]], votando con loro la condanna a morte di [[Luigi XVI]] e contro la messa in stato d'accusa di [[Jean-Paul Marat|Marat]]. Continuò a occuparsi prevalentemente dell'istruzione, appoggiando il progetto del convenzionale [[Gabriel Bouquier|Bouquier]], approvato il 19 dicembre [[1793]]. Romme fece anche sopprimere l'Istituto femminile di Saint-Cyr, in quanto «covo di aristocratiche», e chiudere l'[[École des Beaux-Arts]].<ref name="J.-R. Suratteau, cit., p. 934">J.-R. Suratteau, cit., p. 934.</ref>
 
Il 14 novembre 1793 fece decretare il trasferimento dei resti di Marat al [[Pantheon (Parigi)|Panthéon]] ed appoggiò il [[culto della dea Ragione]] voluto da [[Pierre Gaspard Chaumette|Chaumette]]. Presidente della Convenzione Nazionale dal 21 novembre al 6 dicembre 1793, Romme partecipò al ''Comité de l'instruction publique'' (Comitato per la Pubblica Istruzione), dove presiedette la commissione scientifica, alla quale parteciparono [[Joseph-Louis Lagrange]], [[Gaspard Monge]], [[Jérôme Lalande|Joseph Jerôme de Lalande]], [[Pierre Simon Laplace]] ed altri, per la progettazione e lo sviluppo del nuovo calendario repubblicano che fu approvato il 5 ottobre 1793.<ref>A. Galante Garrone, ''Op. cit.'' p. 405.</ref> All'[[abbé Grégoire]] che gli chiedeva a cosa servisse il nuovo calendario, Romme rispose: «A sopprimere la domenica».<ref name="J.-R. Suratteau, cit., p. 934"/> Romme dichiarò che il tempo nuovo determinato dalla Rivoluzione doveva «incidere con un nuovo bulino gli annali della Francia rigenerata», rinnegando «l'[[era volgare]], era della crudeltà, della menzogna, della perfidia, della schiavitù; essa è finita con la monarchia, fonte di tutti i nostri mali».<ref>E. Liris, ''Calendrier révolutionnaire'', 2006, pp. 179-180: «L'Era Volgare fu l'Era della crudeltà, della menzogna, della perfidia e della schiavitù; essa è finita con la monarchia, sorgente di tutti i nostri mali (…) la nomenclatura (antica) è un monumento di servitù e d'ignoranza alla quale i popoli hanno successivamente aggiunto il segno del loro avvilimento (…) così l'uguaglianza del giorno e della notte era segnata nel cielo nello stesso momento in cui l'uguaglianza civile e morale viene proclamata dai rappresentanti del popolo francese come il fondamento consacrato del suo nuovo giorno».</ref>
 
L'estremizzazione della repressione [[Giacobini|giacobina]] durante il [[Regime del Terrore|Terrore]]<ref>Del periodo del Terrore, rimase vittima anche [[Fabre d'Églantine]], il letterato ideatore dei nomi dei mesi e dei giorni del nuovo calendario che sopravvisse sino all'inizio del [[1806]] quando venne soppresso da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], che ripristinò il [[Calendario gregoriano]]. Il calendario rivoluzionario tornò temporaneamente ad essere adottato durante la [[Comune di Parigi (1871)|Comune di Parigi]] per datare i decreti emanati a partire dal 5 maggio/15 florile.</ref>, segnata dall'approvazione della maggioranza dei membri del [[Comitato di salute pubblica]] e della [[Convenzione nazionale]] della [[legge del 22 pratile anno II]] (10 giugno [[1794]]) che sanciva la privazione per gli accusati del diritto di difesa e di ricorso in appello nel [[Tribunale rivoluzionario]], fu all'origine del [[Reazione termidoriana|colpo di stato del 9 termidoro dell'anno II]] (27 luglio [[1794]]), che portò alla [[caduta di Robespierre]] e al ritornoall'ascesa dei Girondini[[Termidoriani]], omogeneo di gruppo di moderati, di ex fautori accaniti del Terrore timorosi di essere puniti da Robespierre stesso per i loro eccessi, e anche di "terroristi" che temevano paradossalmente una svolta moderata del gruppo robespierrista.
 
[[File:Bonneville Jean-Marie Goujon.jpg|thumb|left|upright=0.6|François Bonneville, ''Jean-Marie Goujon'']]
Romme si oppose alla legge del 22 pratile ed era assente da Parigi il 9 termidoro, essendo dal 23 febbraio al 25 settembre del 1794 [[Rappresentante in missione|in missione]] nel Sud-Ovest della Francia. Fu probabilmente favorevole al colpo di Stato, ma guardò con preoccupazione alla reazione moderata che ne seguì, e si oppose alla legge del 3 ventoso dell'anno III (21 febbraio [[1795]]) che stabiliva la separazione tra Stato e Chiesa, vedendovi, in assenza di un controllo dello Stato, la possibilità di un ritorno dell'influenza del cattolicesimo nella vita pubblica francese.<ref name="J.-R. Suratteau, cit., p. 934"/> Si avvicinò quindi ai Giacobini più irriducibili, che pure avevano contribuito al Termidoro, quali [[Bertrand Barère]], [[Collot d'Herbois]] e [[Jacques Nicolas Billaud-Varenne]]. Nel novembre [[1794]] i capi Termidoriani [[Paul Barras]] e [[Louis-Marie-Stanislas Fréron]] chiusero a forza il Club dei Giacobini.
===Processo e suicidio===
Il 18 ventoso (8 marzo [[1795]]) sposò la vedova di un patriota con la quale conviveva da tempo e che attendeva un figlio da lui. Quando i [[sanculotti]], già ribellatisi il [[Insurrezione del 12 germinale anno III|12 germinale]] (1º aprile 1795) chiedendo pane e il ripristino della [[Costituzione francese del 1793|costituzione giacobina]], occuparono con la forza la [[Convenzione nazionale]] [[Convenzione termidoriana|termidoriana]] [[Insurrezione del 1º pratile anno III|il 1° pratile dell'anno III]] (20 maggio 1795), decapitando il deputato Féraud, Romme si schierò a favore delle loro richieste e per questo fu arrestato, assieme ad altri dodici [[montagnardi]], su mozione di [[François Louis Bourdon|Bourdon de l'Oise]] e di [[Jean-Lambert Tallien|Tallien]], due ex [[giacobini]] termidoriani.<ref>J.-R. Suratteau, cit., p. 935.</ref>
[[File:Charles Ronot - Les derniers Montagnards.png|thumb|200px|Charles Ronot, ''Gli ultimi montagnardi'', dipinto raffigurante Romme e i suoi compagni.]]
I tredici imputati furono processati il 20 pratile (8 giugno). Nella sua difesa, Romme dichiarò: «Il mio ultimo respiro sarà per la Repubblica una, indivisibile, fondata sull'eguaglianza e la libertà [...] verserò io il mio sangue per la Repubblica ma non darò ai miei nemici la soddisfazione di spargerlo». Così aveva giurato di fare con gli altri imputati. Infatti, il 29 pratile dell'anno III (17 giugno [[1795]]), condannato con [[Jean-Marie Goujon|Goujon]], [[Ernest Dominique Duquesnoy|Duquesnoy]], [[Pierre Bourbotte|Bourbotte]], [[Jean-Michel Duroy|Duroy]] e [[Pierre Aimable Soubrany|Soubrany]] alla [[ghigliottina]], Romme prese il coltello con il quale Goujon si era già colpito e si pugnalò ripetutamente al collo e al petto, lasciando con un ultimo sforzo l'arma a Duquesnoy. Bourbotte, Duroy e Soubrany non ebbero il tempo di uccidersi e furono immediatamente ghigliottinati.<ref>J.-R. Suratteau, cit., p. 935; M. De Paulis, ''Gilbert: nascita e morte di un rivoluzionario'', 1993, p. 246.</ref> «Furono gli ''[[Ultimus Romanorum|Ultimi Romanorum]]''», scrisse [[Thomas Carlyle]].<ref>T. Carlyle, ''The French Revolution: A History'', 1837, p. 310.</ref>
 
Romme venne sepolto in una fossa comune dell'antico [[Cimitero degli Errancis]], insieme ai compagni condannati.
Il 18 ventoso (8 marzo [[1795]]) sposò la vedova di un patriota con la quale conviveva da tempo e che attendeva un figlio da lui. Quando i [[sanculotti]], già ribellatisi il 12 germinale (1º aprile 1795) chiedendo pane e il ripristino della costituzione giacobina, occuparono con la forza la Convenzione il 1° pratile dell'anno III (20 maggio 1795), Romme si schierò a favore delle loro richieste e per questo fu arrestato, assieme ad altri dodici montagnardi, su mozione di [[François Louis Bourdon|Bourdon de l'Oise]] e di [[Jean-Lambert Tallien|Tallien]].<ref>J.-R. Suratteau, cit., p. 935.</ref>
 
== Scritti ==
I tredici imputati furono processati il 20 pratile (8 giugno). Nella sua difesa, Romme dichiarò: «Il mio ultimo respiro sarà per la Repubblica una, indivisibile, fondata sull'eguaglianza e la libertà [...] verserò io il mio sangue per la Repubblica ma non darò ai miei nemici la soddisfazione di spargerlo». Così aveva giurato di fare con gli altri imputati. Infatti, il 29 pratile dell'anno III (17 giugno [[1795]]), condannato con [[Jean-Marie Goujon|Goujon]], [[Ernest Dominique Duquesnoy|Duquesnoy]], [[Pierre Bourbotte|Bourbotte]], [[Jean-Michel Duroy|Duroy]] e [[Pierre Aimable Soubrany|Soubrany]] alla [[ghigliottina]], Romme prese il coltello con il quale Goujon si era già colpito e si pugnalò ripetutamente al collo e al petto, lasciando con un ultimo sforzo l'arma a Duquesnoy. Bourbotte, Duroy e Soubrany non ebbero il tempo di uccidersi e furono immediatamente ghigliottinati.<ref>J.-R. Suratteau, cit., p. 935; M. De Paulis, ''Gilbert: nascita e morte di un rivoluzionario'', 1993, p. 246.</ref> «Furono gli ''Ultimi Romanorum''», scrisse [[Thomas Carlyle]].<ref>T. Carlyle, ''The French Revolution: A History'', 1837, p. 310.</ref>
* ''Correspondance'', 2 voll., Clermont-Ferrand, Presses universitaires Blaise Pascal Clermont-Ferrand II, 2006 ISBN 2-84516-309-6
 
Romme venne sepolto in una fossa comune dell'antico [[Cimitero degli Errancis]], insieme ai compagni condannati.
 
== Note ==
<references/>
 
== Scritti ==
* ''Correspondance'', 2 voll., Clermont-Ferrand, Presses universitaires Blaise Pascal Clermont-Ferrand II, 2006 ISBN 2-84516-309-6
 
== Bibliografia ==
* [[Alessandro Galante Garrone]], ''Gilbert Romme'', Torino, Einaudi, 1959
* Mara De Paulis, ''Gilbert: nascita e morte di un rivoluzionario'', Firenze, Shakespeare Florentina, 1993 ISBN 88-8105-062-5
* Jean-René Suratteau, ''Gilbert Romme'', in Albert Soboul, ''Dictionnaire historique de la Révolution française'', Paris, PUF, 2005, pp.&nbsp;933–935 ISBN 2-13-053605-0
 
==Voci correlate==
* [[Terrore bianco#Il Terrore bianco del 1795|Terrore bianco del 1795]]
* [[Calendario rivoluzionario francese]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|url=http://www.assemblee-nationale.fr/sycomore/fiche.asp?num_dept=12274|titolo=Biografia nel sito dell'Assemblée Nationale Française}}
* {{cita web|http://www.executedtoday.com/images/Romme_Goujon_Duquesnoy_Duroy_Soubrany_Bourbotte.jpg|Il suicidio di Romme, Goujon e Duquesnoy}}
* {{cita web|http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/ahrf_0003-4436_1996_num_304_1_1974|M. Froeschlé, ''À propos du calendrier républicain: Romme et l'astronomie'', in «Annales historiques de la Révolution française», 304, 1996|lingua=fr}}
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