Religione: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Fraenc (discussione | contributi)
Rimossa citazione che c'era già, scusate.
 
(361 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate)
Riga 1:
[[File:ReligijneSymbole.svg|min|Alcuni simboli religiosi. Da sinistra a destra, dall'alto verso il basso:
{{Avvisounicode}}
[[Cristianesimo]], [[ebraismo]], [[induismo]], [[Bahá'í|Fede bahá'í]],
[[File:Collage of major religions.jpg|thumb|Collage di nove simboli che rappresentano alcune delle religioni col maggior numero di fedeli nel mondo: la [[croce cristiana]], il nome di [[Allah]] in [[lingua araba]], il simbolo [[induista]] dell'''[[Oṃ]]'', il simbolo ''lu'' (禄 "prosperità", "stabilità", "generatività") della [[religione popolare cinese| tradizione religiosa cinese]], la ''[[dharmacakra]]'' [[buddhista]], il ''[[khanda (sikhismo)|khanda]]'' del [[sikhismo]], la [[stella di David]], la ''[[Simboli bahai#stella a nove punte|stella bahai]]'' e lo ''[[svastica#Lo_svastika_nella_cultura_religiosa|svastika]]'' [[Giainismo|giainista]].]]
[[Islam]], [[Neopaganesimo]], [[Taoismo]], [[Shintoismo]],
La '''religione''' è quell'insieme di credenze, vissuti, riti che coinvolgono l'essere umano, o una comunità, nell'esperienza di ciò che viene considerato [[sacro]], in modo speciale con la [[divinità]], oppure è quell'insieme di contenuti, riti, rappresentazioni che, nell'insieme, entrano a far parte di un determinato [[culto]] religioso<ref>Cfr. [http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/Religione/ Enciclopedia Treccani]</ref>. Va tenuto presente che «il concetto di religione non è definibile astrattamente, cioè al di fuori di una posizione culturale storicamente determinata e di un riferimento a determinate formazioni storiche».<ref>Cfr. [http://www.treccani.it/enciclopedia/ricerca/Religione/ Enciclopedia Treccani]</ref>
[[Buddismo]], [[Sikhismo]], [[Brahmanesimo]], [[Giainismo]],
[[Ayyavazhi]], [[Wicca]], [[Templari]] e [[Chiesa Nativa Polacca]]]]
[[File:Prevailing_world_religions_map.png|min|Religioni più diffuse nel mondo
{{Colonne}}
{{legend|#B281BF|Cristianesimo [[Chiesa cattolica|cattolico]]}}
{{legend|#72A0E0|Cristianesimo [[Protestantesimo|protestante]]}}
{{legend|#CA818C|Cristianesimo [[Chiesa ortodossa|ortodosso]]}}
{{legend|#007524|Islam [[Sunnismo|sunnita]]}}
{{legend|#00B03B|Islam [[Sciismo|sciita]]}}
{{legend|#8EDE37|Islam [[Ibadismo|ibadista]]}}
{{legend|#DF0029|[[Ebraismo]]}}
{{Colonne spezza}}
{{legend|#DC9831|[[Buddhismo Vajrayāna]]}}
{{legend|#FFDA43|[[Buddhismo Theravada]]}}
{{legend|#DCF377|[[Buddhismo Mahāyāna]]}}
{{legend|#FFB94D|[[Religione tradizionale cinese]]}}
{{legend|#FF701E|[[Induismo]]}}
{{legend|#A0A0A0|Altre religioni}}
{{legend|#483E31|Credenze tribali africane}}
{{Colonne fine}}]]
 
La '''religione''' è un complesso di [[Credenza|credenze]] e [[Rito|riti]] [[Persona (filosofia)|personali]] o [[comunità|comunitari]] diretti al [[culto]] di una [[divinità]], o più in generale all'esperienza del [[sacro]].<ref name="Treccani">{{Treccani|religione|accesso=6 settembre 2020}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Arnaldo Bagnasco|autore2=Marzio Barbagli|autore3=Alessandro Cavalli|titolo=Corso di sociologia|edizione=3|dataoriginale=30 agosto 2012|editore=Il Mulino|p=234|capitolo=La religione|ISBN=978-8815238948}}</ref>
Lo studio delle "religioni" è oggetto della "[[Scienza delle religioni]]" mentre lo sviluppo storico delle religioni è oggetto della "[[Storia delle religioni]]".
 
Lo studio delle religioni è stato affrontato da due prospettive principali: in modo '''[[Scienza|scientifico]]''', attraverso discipline come la '''[[storia delle religioni]]''', l’'''[[antropologia culturale]]''' e la '''[[sociologia]]''', che cercano di individuarne le strutture, le funzioni e i meccanismi comuni; e in modo storico, ricostruendone lo sviluppo nel tempo, dalle origini fino alle forme più recenti.
==Il dibattito sulla nozione di religione==
La nozione di "religione" è [[problema]]tica e [[Dibattito|dibattuta]].
 
Per converso, l'[[ateismo]] è l'atteggiamento che rifiuta l'esistenza delle divinità; alcune filosofie ateiste possono tuttavia prevedere dei principi e valori.<ref>{{Cita web|autore=Istituto della enciclopedia italiana Giovanni Treccani|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/ateismo/|titolo=Ateismo|sito=Enciclopedia Treccani|accesso=29 agosto 2025}}</ref>
Da un punto di vista [[Fenomenologia della religione|fenomenologico-religioso]] il termine "religione" è collegato alla nozione di [[sacro]]:
{{q|Secondo [[Nathan Söderblom]], [[Rudolf Otto]] e [[Mircea Eliade]], la religione è per l'uomo la percezione di un "[[totalmente Altro]]"; ciò ha come conseguenza un'esperienza del [[sacro]] che a sua volta dà luogo a un comportamento ''sui generis''. Questa esperienza, non riconducibile ad altre, caratterizza l<nowiki>'</nowiki>''[[homo religiosus]]'' delle diverse culture storiche dell'umanità. In tale prospettiva, ogni religione è inseparabile dall<nowiki>'</nowiki>''[[homo religiosus]]'', poiché essa sottende e traduce la sua ''[[Weltanschauung]]'' ([[Georges Dumézil]]). La religione elabora una spiegazione del destino umano ([[Geo Widengren]]) e conduce a un comportamento che attraverso miti, riti e simboli attualizza l'esperienza del [[sacro]].|[[Julien Ries]]. ''Le origini, le religioni''. Milano, Jaca Book, 1992, pagg.7-23}}
 
Da un punto di vista [[Storia delle religioni|storico-religioso]] la "nozione" di "religione" è collegata al suo esprimersi storico:
{{q|Ogni tentativo di definire il concetto di "religione", circoscrivendo l'area semantica che esso comprende, non può prescindere dalla constatazione che esso, al pari di altri concetti fondamentali e generali della [[storia delle religioni]] e della [[scienza della religione]], ha una origine storica precisa e suoi peculiari sviluppi, che ne condizionano l'estensione e l'utilizzo. [...] Considerata questa prospettiva, la definizione della "religione" è per sua natura operativa e non reale: essa, cioè, non persegue lo scopo di cogliere la "realtà" della religione, ma di definire in modo provvisorio, come ''work in progress'', che cosa sia "religione" in quelle società e in quelle tradizioni oggetto di indagine e che si differenziano nei loro esiti e nelle loro manifestazioni dai modi a noi abituali.|[[Giovanni Filoramo]]. ''Religione'' in ''Dizionario delle religioni'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Torino, Einaudi, 1993, pag.620}}
 
Da un punto di vista [[Antropologia delle religioni|antropologico-religioso]] la "religione" corrisponde al suo modo peculiare di manifestarsi nella cultura:
{{q|Le concezioni religiose si esprimono in simboli, in miti, in forme rituali e rappresentazioni artistiche che formano sistemi generali di orientamento del pensiero e di spiegazione del mondo, di valori ideali e di modelli di riferimento|[[Enrico Comba]]. ''Antropologia delle religioni. Un'introduzione''. Bari, Laterza, 2008, pag.3}}
Anche se come evidenzia lo stesso [[Enrico Comba]]:
{{q|Non è dunque possibile stabilire un criterio assoluto per distinguere i sistemi religiosi da quelli non religiosi nel vasto repertorio delle culture umane|[[Enrico Comba]]. ''Op.cit.'' pag.28}}
Quindi, come notano [[Carlo Tullio Altan]] e [[Marcello Massenzio]], il fenomeno della religione:
{{q|come forma specifica della cultura umana, ovunque presente nella storia e nella geografia, è un fenomeno estremamente complesso, che va studiato con molteplici procedure, mano a mano che queste ci vengono offerte dal progresso degli studi delle scienze umane, senza pretendere di dire mai in proposito l'ultima parola, come accade per un lavoro che sia costantemente in corso d'opera.|[[Carlo Tullio Altan]] e [[Marcello Massenzio]]. ''Religioni Simboli Società: Sul fondamento dell'esperienza religiosa''. Milano, Feltrinelli, 1998, pagg. 71-2}}
 
== Etimologia ==
[[File:M-T-Cicero.jpg|upright=0.7|leftverticale|thumbmin|[[Marco Tullio Cicerone]] (106 a.C.-43 a.C.), fu il primo autore a proporre un significato [[etimologia|etimologico]], collegato all'attenzione verso ciò che riguardava gli dèi, e una definizione del termine ''religio'' (religione).|alt=]]
[[File:LattanzioLactantius.jpg|upright=0.7verticale|thumbmin|[[Lattanzio]] (250-327), apologeta cristiano, criticò l'etimologia di "religione" proposta da Cicerone, ritenendo che questo termine dovesse essere riferito al "legame" tra l'uomo e la divinità.]]
Il termine ''religione'' deriva dal [[lingua latina|latino]] ''relìgio'', la cui [[etimologia]] non è del tutto chiarita<ref>Sull'etimologia di "religio" si possono vedere gli studi di Huguette Fugier, ''Recherches sur l'expression du sacré dans la langue latine'', Saint-Amand, Ch.A. Bedy, 1963, pp. 172-179 e Godo Lieberg, "Considerazioni sull'etimologia e sul significato di religio", ''Rivista di Filologia Classica'', (102) 1974, pp. 34-57.</ref>. Il verbo religere (dal latino religāre) significa legare, ossia legarsi a principi e/o valori<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/religione/|titolo=Religione (Dizionario Treccani)}}</ref>.
 
Secondo [[Cicerone]] (106 a.C.-43 a.C.), la parola originerebbe dal verbo ''relegere'', ossia "ripercorrere" o "rileggere", intendendo una riconsiderazione diligente di ciò che riguarda il culto degli dèi<ref name=paul>{{Cita libro
Riga 39 ⟶ 47:
{{q|invece coloro che riconsideravano con cura e, per così dire, ripercorrevano tutto ciò che riguarda il culto degli dei furono detti religiosi da ''relegere'', come elegante deriva da ''eligere'' (scegliere), diligente da ''diligere'' (prendersi cura di), intelligente da ''intelligere'' (comprendere)|[[Cicerone]]. ''De natura deorum'' II, 28; traduzione in italiano di [[Cesare Marco Calcante]] in Cicerone. ''La natura divina''. Milano, Rizzoli, 2007, pagg. 214-5 |qui autem omnia quae ad cultum deorum pertinerent diligenter retractarent et tamquam relegerent, sunt dicti religiosi ex relegendo, ut elegantes ex eligendo, diligendo diligentes, ex intelligendo intelligentes|lingua=la}}
 
[[Jean Paulhan]] evidenzia come [[Lucrezio]] fece invece derivare ''religio'' dalla radice di ''re-ligare'', nel significato «dei legami che uniscono gli uomini a certe pratiche»<ref name=paul/> – derivazione che fu poi ritenuta tale anche da Lattanzio e [[Servio Mario Onorato]] (però col significato di «legarsi nei confronti degli dei»<ref name=lat>{{q|«le fait de se lier vis-à-vis des dieux», symbolisé par l'emploi des ''uittæ'' et des ''στέμματα'' dans le culte.|{{Cita libro
|coautori = [[Alfred Ernout]] e [[Antoine Meillet]]
|altri = ristampa della IV edizione, in nuovo formato, aggiornata e corretta da Jacques André (1985)
Riga 53 ⟶ 61:
|p = 569
|ISBN = 2-252-03359-2
}}}}</ref>). Secondo [[Michael von Albrecht]], da essa, poiché verbo contrario all'idea di liberazione, Lucrezio ne derivò il significato negativo, del quale è: «molto grafica l'espressione ''religione refrenatus'' (5, 114), che rispecchia le inibizioni al pensiero filosofico causate dal [[paganesimo]]: l'uomo è trattenuto, impedito, essendo le sue mani letteralmente "legate dietro la schiena"». Inoltre «parla spesso dei “nodi stretti” <small>[...]</small> della ''religio'', dai quali Epicuro avrebbe liberato l'umanità».<ref>{{cita web
|autore=Michael von Albrecht
|url=https://basnico.files.wordpress.com/2011/05/von_albrecht-lucrezio.pdf
Riga 89 ⟶ 97:
{{q|Etimologicamente, ''religio'' non deriva da ''religare'' ('legarsi faccia a faccia con gli dèi'): questa interpretazione, di fonte cristiana (Lattanzio), fu attribuita agli antichi, ma sulla base del nuovo culto monoteistico. |[[Enrico Montanari]]. ''Roma. Il concetto di "religio" a Roma''. In ''Dizionario delle religioni'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Torino, Einaudi, 1993, pag.642}}
 
Quindi, per Enrico Montanari, l'origine del termine "religione" è da ricercarsi nella coppia dei termini ''religere/relegere'' intesi come "raccogliere nuovamente", "rileggere"<ref>Cfr. anche [[Giovanni Filoramo]]. ''Che cos'è la religione''. Torino, Einaudi, 2004, pag.81-2.</ref> osservare "con scrupolo e coscienziosità l'esecuzione di un atto"<ref>[[Giovanni Filoramo]]. ''Op.cit.'' 1993.</ref> e quindi eseguire con attenzione l'"atto religioso". Furono i primi teologi cristiani, nel IV secolo, a rovesciare il significato originario del termine per collegarlo al nuovo credo<ref>[[Giovanni Filoramo]]. ''Op.cit.'' 2004 pag.82 nota 2; ''Op.cit.'' 1993, pag. 624; ''Le scienze delle religioni''. Brescia, Morcelliana, 1997, pag.286</ref>.
 
Allo stesso modo osservò [[Gerardus van der Leeuw]] (1890-1950) che coniando l'espressione ''[[homo religiosus]]'' lo oppose all<nowiki>{{'</nowiki>}}''homo negligens'':
{{q|Possiamo quindi intendere la definizione del giurista [[Masurio Sabino]]: ''religiosum est, quod propter sanctitatem aliquam remotum ac sepositum a nobis est''. Ecco precisamente in che cosa consiste il [[sacro]]. Usargli sempre debiti riguardi: è questo l'elemento principale della relazione fra l'uomo e lo straordinario. L'etimologia più verosimile fa derivare la parola ''religio'' da ''relegere'', osservare, stare attenti; ''homo religiosus'' è il contrario di ''homo negligens''.| [[Gerardus van der Leeuw]]. ''Phanomenologie der Religion'' (1933). In italiano: Gerardus van der Leeuw. ''Fenomenologia della religione''. Torino, Boringhieri, 2002, pag.30}}
=== Occidente ===
==== Grecia antica ====
 
{{Main|Religione dell'antica Grecia}}
== Storia della definizione ==
Il termine che nella [[lingua greca]] moderna indica la "religione" è {{lang|grc|θρησκεία}} (''thrēskeia''). Tale termine è collegato a {{lang|grc|θρησκός}} (''thrēskos''; "pio", "timoroso di Dio"). Quindi anche se nella cultura religiosa greco-antica non esisteva un termine che riassumesse quello che noi intendiamo oggi per "religione"<ref>Cfr., ad esempio, [[Paolo Scarpi]]. ''Grecia (religione)'' in ''Dizionario delle religioni'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Torino, Einaudi, 1993, p. 350.</ref>, ''thrēskeia''<ref>[[Dialetto ionico]].</ref> possedeva tuttavia un ruolo e un significato precisi<ref>Questo tuttavia al di fuori del dialetto attico, cfr. in tal senso e per una più approfondita disamina dei termini [[Walter Burkert]], ''La creazione del sacro'', pp. 491 e sgg.</ref>: indicava la modalità formale con cui andava celebrato il [[culto]] a favore degli dèi<ref>«Tutti questi dati si intrecciano e completano la nozione che la parola ''thrēskeia'' evoca di per sé stessa: quella di 'osservanza, regola della pratica religiosa'. La parola si ricollega a un tema verbale che denota l'attenzione al rito, la preoccupazione di restare fedeli a una regola.» [[Émile Benveniste]]. ''Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee'', voll. II. Torino, Einaudi, 1976, p.487.</ref>. Scopo del culto religioso greco era infatti quello di mantenere la concordia con gli dèi: non celebrare loro il culto significava provocarne l'ira, da qui il "timore della divinità" ({{lang|grc|θρησκός}}) che lo stesso culto provocava in quanto connesso con la dimensione del [[sacro]].
=== Storia della definizione e della nozione di "religione" in [[Civiltà occidentale|Occidente]] ===
==== Definizione e nozione di "religione" nella [[Religione greca|cultura religiosa greca]] ====
Il termine che nella [[lingua greca]] moderna indica la "religione" è {{polytonic|θρησκεία}} (''thrēskeia''). Tale termine è collegato a {{polytonic|θρησκός}} (''thrēskos''; "pio", "timoroso di Dio"). Quindi anche se nella cultura religiosa greco-antica non esisteva un termine che riassumesse quello che noi intendiamo oggi per "religione"<ref>Cfr., ad esempio, [[Paolo Scarpi]]. ''Grecia (religione)'' in ''Dizionario delle religioni'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Torino, Einaudi, 1993, p. 350.</ref>, ''thrēskeia''<ref>[[Dialetto ionico]].</ref> possedeva tuttavia un ruolo e un significato precisi<ref>Questo tuttavia al di fuori del dialetto attico, cfr. in tal senso e per una più approfondita disamina dei termini [[Walter Burkert]], ''La creazione del sacro'', pp. 491 e sgg.</ref>: indicava la modalità formale con cui andava celebrato il [[culto]] a favore degli dèi<ref>«Tutti questi dati si intrecciano e completano la nozione che la parola ''thrēskeia'' evoca di per sé stessa: quella di 'osservanza, regola della pratica religiosa'. La parola si ricollega a un tema verbale che denota l'attenzione al rito, la preoccupazione di restare fedeli a una regola.» [[Émile Benveniste]]. ''Il vocabolario delle istituzioni indoeuropee'', voll. II. Torino, Einaudi, 1976, p.487.</ref>. Scopo del culto religioso greco era infatti quello di mantenere la concordia con gli dèi: non celebrare loro il culto significava provocarne l'ira, da qui il "timore della divinità" ({{polytonic|θρησκός}}) che lo stesso culto provocava in quanto connesso con la dimensione del [[sacro]].
 
==== Roma antica ====
==== Definizione e nozione di "religione" nella [[Religione romana|cultura religiosa romana]] ====
{{Vedi anche|Religione romana}}
[[File:Manicheans.jpg|left|thumb|upright=0.7|Monaci [[Manicheismo|manichei]] intenti a copiare testi sacri, con un'iscrizione in [[Lingua sogdiana|sogdiano]] (manoscritto da [[Khocho]], [[Bacino del Tarim]]). Il [[manicheismo]] fu una religione perseguitata, al pari di altre, nell'[[Impero romano]] in quanto contrastava con il ''[[mos maiorum]]''.]]
[[File:Manicheans.jpg|sinistra|min|verticale|Monaci [[Manicheismo|manichei]] intenti a copiare testi sacri, con un'iscrizione in [[Lingua sogdiana|sogdiano]] (manoscritto da [[Khocho]], [[Bacino del Tarim]]). Il [[manicheismo]] fu una religione perseguitata, al pari di altre, nell'[[Impero romano]] in quanto contrastava con il ''[[mos maiorum]]''.]]
 
La concezione romana di "religione" (''religio'') corrisponde alla cura nei confronti dell'esecuzione del [[rito]] a favore degli dèi, rito che, per tradizione, va ripetuto finché non risulti correttamente eseguito<ref>{{q|Per i Romani ''religio'' stava a indicare una serie di precetti e di proibizioni e, in senso lato, precisione, rigida osservanza, sollecitudine, venerazione e timore degli dèi.|[[Mircea Eliade]]. ''Religione'' in ''Enciclopedia del novecento''. Istituto enciclopedico italiano, 1982, pag.121}}</ref>. In questo senso i romani collegavano al termine di "religione" un senso di timore nei confronti della sfera del [[sacro]], sfera propria del rito e quindi della religione stessa<ref>[[Enrico Montanari]]. ''Dizionario delle religioni'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Torino, Einaudi, 1993, pag. 642-4</ref>.
 
In un ambito più aperto i romani accoglievano comunque tutti i riti che non contrastassero con il ''[[mos maiorum]]'' dei tradizionali riti religiosi, ovvero con il costume degli antenati. Quando nuovi riti, e quindi ''novae religiones'', venivano a contrastare con il ''[[mos maiorum]]'' questi venivano proibiti: fu il caso, ad esempio e di volta in volta, delle religioni [[Ebraismo|ebraica]], [[Cristianesimo|cristiana]], [[Manicheismo|manichea]] e dei riti ''[[bacchanalia]]''<ref>[[Enrico Montanari]]. ''Op.cit.'', pag. 642-4</ref>.
Riga 115 ⟶ 124:
{{q|prima di tutto in quanto grandi cose insegno, e tento di sciogliere l'animo dai nodi stretti della religione|[[Lucrezio]]. ''De rerum natura'' I,932|primum quod magnis doceo de rebus et artis religionum animum nodis exsolvere pergo|lingua=la}}
 
==== Definizione e nozione di "religione" nell'[[Civiltà occidentale|Occidente]] [[Cristianesimo|cristiano]] ====
{{Vedi anche|Cristianesimo}}
[[File:Francois Dubois 001.jpg|upright=0.7|thumb|''Massacre saint Barthelemy'' di [[François Dubois]] (1529–1584) conservato presso il Musée cantonal des Beaux-Arts di [[Losanna]]. A seguito dei massacri provocati dalle [[Guerre di religione]] i pensatori francesi del XVII secolo misero in dubbio la sovrapposizione delle nozioni di [[civiltà]] e religione fino a quel momento in vigore.]]
[[File:Francois Dubois 001.jpg|verticale|min|''Massacre saint Barthelemy'' di [[François Dubois]] (1529–1584) conservato presso il Musée cantonal des Beaux-Arts di [[Losanna]]. A seguito dei massacri provocati dalle [[Guerre di religione]] i pensatori francesi del XVII secolo misero in dubbio la sovrapposizione delle nozioni di [[civiltà]] e religione fino a quel momento in vigore.]]
[[File:Maurycy Gottlieb - Jews Praying in the Synagogue on Yom Kippur.jpg|left|upright=0.7|thumb|Ebrei in preghiera il giorno dello [[Yom Kippur]], opera di [[Maurycy Gottlieb]] (1856–1879). Nell'Occidente cristiano, l'[[Ebraismo]], come l'[[Islām]], verrà indicato come una religione solo a partire dal XVII secolo.]]
[[File:Maurycy Gottlieb - Jews Praying in the Synagogue on Yom Kippur.jpg|sinistra|verticale|min|Ebrei in preghiera il giorno dello [[Yom Kippur]], opera di [[Maurycy Gottlieb]] (1856–1879). Nell'Occidente cristiano, l'[[Ebraismo]], come l'[[Islām]], verrà indicato come una religione solo a partire dal XVII secolo.]]
Le prime comunità cristiane non utilizzarono il termine ''religio'' per indicare le proprie credenze e pratiche religiose<ref>[[Michel Despland]]. ''Religione. Storia dell'idea in Occidente'', in ''Dictionnaire des Religions'' (a cura di [[Jacques Vidal]]). Parigi, Presses universitaires de France, 1984. In italiano: ''Dizionario delle religioni''. Milano, Mondadori, 2007, pagg. 1539 e segg.</ref>. Con il tempo, tuttavia, diffusamente a partire dal IV secolo, il Cristianesimo adottò tale termine nell'accezione indicata da [[Lattanzio]], individuandone l'unicità in quanto la "religione" era l'unica via di [[soteriologia|salvezza]] per l'uomo.
 
Riga 136 ⟶ 146:
{{q|Vive forze nazionali si risvegliano e insorgono contro l'adattamento compiuto dopo le guerre di religione. Da allora la religione è vista come riguardante un'autorità oppressiva, la fede come una credenza poco ragionevole, anzi quasi irragionevole. In Francia, le intelligenze cominciano a preferire la civiltà alla religione. E c'è la tendenza a credere che quanto l'uomo più si civilizzerà tanto meno sarà incline alla religione.|[[Michel Despland]]. ''Op.cit.''}}
 
==== "Razionalità" e "religione" nell'[[Civiltà occidentale|Occidente]] moderno e contemporaneo ====
A partire dal XVII secolo, la [[Modernità]] attribuisce valore supremo alla [[razionalità]] affrontando con questo strumento conoscitivo anche l'alveo della religione che così viene sottoposto al suo esame.
 
Se da una parte autori come [[Gottfried Wilhelm von Leibniz]] (1645-1716) e [[Nicolas Malebranche]] (1638-1715) dopo l'analisi razionale esaltarono i valori religiosi, altri, come ad esempio [[John Locke]] (1632-1704) o [[Jean-Jacques Rousseau]] (1712-1778), utilizzarono la "ragione" per spogliare la "religione" dei suoi contenuti non giustificabili razionalmente.
 
Altri autori, come l'irlandese [[John Toland]] (1670-1722) o il francese [[Voltaire]] (1694-1778) furono propugnatori del [[deismo]], ununa lettura decisamente [[razionalismo|razionalista]] della religione.
 
Con [[David Hume]] (1711-1776) vi fu un rifiuto dei contenuti razionali della religione, nell'insieme considerata un fenomeno del tutto irrazionale, nato dai timori propri dell'uomo nei confronti dell'universo. Partendo dal giudizio di "irrazionalismo" della religione, in Occidente, con ad esempio [[Julien Offray de La Mettrie]] (1709-1751) o [[Claude-Adrien Helvétius]] (1715-1771), si affacciarono le prime critiche radicali alla religione che portarono all'affermazione dell'[[ateismo]].
Riga 148 ⟶ 158:
{{citazione|L'idea di un Dio terribile, raffigurato come un despota, ha dovuto rendere inevitabilmente malvagi i suoi sudditi. La paura non crea che schiavi [...] che credono che tutto divenga lecito quando si tratta o di guadagnarsi la benevolenza del loro Signore, o di sottrarsi ai suoi temuti castighi. La nozione di un Dio-tiranno non può produrre che schiavi meschini, infelici, rissosi, intolleranti.|Holbach, ''Il buon senso'', a cura di S. Timpanaro, Garzanti 1985, p.150}}
 
=== Termini e definizioni di "religione" nelle cultureCulture non [[Civiltà occidentale|occidentali]] ===
Nelle culture non occidentali il termine "religione" viene reso con termini che non hanno la stessa etimologia latina. Così, se in Occidente, fatto salvo la [[lingua greca]], il termine "religione" ha ovunque origine dal latino ''religio'', l'etimologia del termine ebraico origina invece da un termine proprio dell'[[antico persiano]], allo stesso modo l'arabo dove il termine "religione" origina dall'[[avestico]]. Nelle lingue del Subcontinente indiano invece il termine "religione" viene reso con termini di origine [[sanscrita]] e, in [[Estremo Oriente]], con termini di origine cinese.
 
==== Il termine "religione" nelle culture del [[Vicino Oriente|Vicino]] e [[Medio Oriente]] ====
* In [[lingua ebraica]] il termine occidentale "religione" viene reso come דת ([[alfabeto ebraico]]) traslitterato in caratteri latini come ''dath''.
 
Riga 159 ⟶ 169:
In questo verso דת (''dath'') sta per "editto", "legge", "decreto". L'ebraico ''dath'' deriva dall'[[avestico]] e dall'[[antico persiano]] ''dāta''<ref>F. Brown, S. R. Driver, Ch. A. Briggs. ''A Hebrew and English Lexicon of the Old Testament''. Oxford, Clarendon Press, 1968</ref>.
 
Il termine [[avestico]] ''dāta'' possiede in quella lingua sempre il significato di "legge" o di "legge di [[Ahura Mazdā]]"<ref>''Dāta' nella ''[[EncyclopaediaEncyclopædia Iranica]].</ref>, ovvero legge del Dio unico e supremo dello [[Zoroastrismo]].
 
{{q|Con questo zaothra e baresman desidero questo Yasna per il generoso [[Manthra]], il più glorioso e lo desidero per Dāta, la Legge, la più gloriosa, santificata [[Aša]], istituita contro i daēva, e per la legge insegnata da Zarathuštra. Desidero, questo Yasna, per Upayana, l'antica tradizione mazdea, e per Daēna, la santa religione mazdea.|''[[Avestā]]'' II, 13. Traduzione di [[Arnaldo Alberti]], in ''Avestā''. Torino, UTET, 2008, pag.96|ahmya zaothre baresmanaêca mãthrem speñtem ashhvarenanghem âyese ýeshti, dâtem vîdôyûm âyese ýeshti, dâtem zarathushtri âyese ýeshti, darekhãm upayanãm âyese ýeshti, daênãm vanguhîm mâzdayasnîm âyese ýeshti.|lingua=ave}}
Riga 173 ⟶ 183:
{{q|Annuncio e celebro in lode del benefico ed efficace [[Manthra]], ašavan, rivelazione contro i daēva; rivelazione che viene da Zarathuštra, e in lode di Daēna, la buona religione mazdea, che ha un'antica Tradizione|''[[Avestā]]'' I, 13. Traduzione di [[Arnaldo Alberti]], in ''Avestā''. Torino, UTET, 2008, pag.92|nivaêdhayemi hañkârayemi mãthrahe speñtahe ashaonô verezyanguhahe dâtahe vîdaêvahe dâtahe zarathushtrôish darekhayå upayanayå daênayå vanghuyå mâzdayasnôish|lingua=ave}}
 
==== Il termine "religione" nelle culture del [[India|Subcontinente indiano]] ====
[[File:Flag of India.svg|upright=0.7verticale|thumbmin|La [[bandiera dell'India]]. Al centro della bandiera è collocato, raffigurato in blu, il [[Čakra di Aśoka]] ovvero il sigillo che compare negli editti promulgati dall'imperatore indiano [[Aśoka]] (304-232 a.C.) e che rappresenta il ''[[Dharmačakra]]'', la "Ruota del Dharma".]]
Nella [[lingua hindi]], la [[lingua ufficiale]] e più diffusa dell'[[India]], il termine occidentale "religione" viene reso come धर्म ([[alfabeto devanāgarīdevanagari]]) traslitterato in caratteri latini come ''[[Dharma]]''.
 
{{citazione|È abbastanza difficile trovare un'unica parola nell'area dell'Asia meridionale che denoti ciò che in italiano è definito "religione", un termine effettivamente piuttosto vago e dall'ampio raggio semantico. Forse il termine più appropriato potrebbe essere il sanscrito ''dharma'', traducibile in diversi modi, tutti pertinenti alle idee e alle pratiche religiose indiane|[[William K. Mahony]]. ''Induismo'', "Enciclopedia delle Religioni" vol. 9: "Dharma induista". Milano, Jaca Book, 2006, pag.99}}
Riga 189 ⟶ 199:
{{citazione|O guardiani dell'ordine cosmico (''[[Ṛta]]''), o Dei le cui leggi (''Dharma'') sono sempre realizzate, voi salite sul vasto carro del cielo più alto; a chi, Mitra e Varuṇa, mostrate il vostro favore, la pioggia del cielo dona abbondanza di miele|''[[Ṛgveda]]'', V 63,1 a-c|Ṛtasya gopāv adhi tiṣṭhatho rathaṃ satyadharmāṇā parame vyomani<br />yam atra mitrāvaruṇāvatho yuvaṃ tasmai vṛṣṭir madhumat pinvate divaḥ|lingua=sa}}
 
==== Il termine "religione" nelle culture dell'[[Estremo Oriente]] ====
[[File:Confucius Laozi Buddha.jpg|right|thumbmin|三教一教 ''sānjiào yījiào'' Tre religioni (insegnamenti) una religione (insegnamento). [[Confucio]] (孔丘 Kǒng Qiū) e [[Lǎozǐ]] (老子) proteggono il [[Buddha Śākyamuni]] (釋迦牟尼 Shìjiāmóuní) infante. Rotolo dipinto su seta, [[Dinastia Ming]] (1368-1644) conservato presso il [[British Museum]] di [[Londra]].]]
[[File:子-oracle.svg|thumbmin|Scrittura oracolare su ossa, all'origine del [[carattere cinese]] 子 (''zǐ'', bambino). Il [[carattere cinese]] che indica la singola "religione" è 教 (''jiào'') e si compone, oltre del carattere 子 (''zǐ''), del carattere 耂 (''lǎo'', vecchio), il tutto ad indicare l'insegnamento.]]
 
In [[lingua cinese]] il termine occidentale "religione" viene reso come 宗教, traslitterato in caratteri latini in ''zōngjiào'' ([[Wade-Giles]] ''tsung-chiao'').
Riga 210 ⟶ 220:
Le singole religioni vengono indicate dal nome che le caratterizza seguite dal carattere 教 (''jiào''): [[Buddhismo]] 佛教 (''Fójiào'' da 佛 ''Fó'' Buddha), [[Confucianesimo]] 儒教 (''Rújiào'', da 儒 ''Rú'', letterato confuciano), [[Daoismo]] 道教 (''Dàojiào'' da 道 ''Dào'') [[Cristianesimo]] 基督教 (''Jīdūjiāo'' da 基督 ''Jīdū'' Cristo), [[Ebraismo]] 犹太教 ('' Yóutàijiào'' da 犹太 ''Yóutài'' Giuda), [[Islām]] (伊斯兰教 ''Yīsīlánjiāo'' da 伊斯兰 ''Yīsīlán'' Islām).
 
== Descrizione ==
=== Definizione e spiegazione del fenomeno religioso nelle [[scienze delle religioni]] e nella [[filosofia]] ===
==== NaturaIl problematicadibattito dellasulla definizionenozione di "religione" ====
La nozione di "religione" è [[problema]]tica e [[Dibattito|dibattuta]].
[[File:Max Weber 1894.jpg|upright=0.7|left|thumb|[[Max Weber]] (1864-1920) sostenne che la definizione di "religione" si può declinare alla fine della ricerca su di essa.]]
 
[[File:2007.10.23. -Leszek Kolakowski Foto Mariusz Kubik.jpg|upright=0.7|thumb|[[Leszek Kołakowski]] (1927-2009) ha osservato che, come per altri ambiti umanistici, difficilmente si potrà addivenire ad una definizione condivisa del termine "religione".]]
Secondo [[Marco Tullio Cicerone]], il sentimento religioso nasce dal desiderio umano di conoscere le cose future, dalla meraviglia per la bellezza dell'universo e del cielo stellato, dal timore e dal senso di inferiorità per i fenomeni ingovernabili della natura e dalla gratitudine verso la divinità per i benefici ricevuti da quest'ultima. ([[De natura deorum]], [[De divinatione]] 2.148).<ref>{{Cita web|url=https://aulalettere.scuola.zanichelli.it/materie-lettere/latino-greco-lettere/predire-il-futuro-tra-opportunismo-politico-e-ricerca-della-saggezza|titolo=Predire il futuro. Tra opportunismo politico e ricerca della saggezza|sito=Aula di Lettere|accesso=2024-02-25}}</ref>
 
Da un punto di vista [[Fenomenologia della religione|fenomenologico-religioso]] il termine "religione" è collegato alla nozione di [[sacro]]:
{{q|Secondo [[Nathan Söderblom]], [[Rudolf Otto]] e [[Mircea Eliade]], la religione è per l'uomo la percezione di un "[[totalmente Altro]]"; ciò ha come conseguenza un'esperienza del [[sacro]] che a sua volta dà luogo a un comportamento ''sui generis''. Questa esperienza, non riconducibile ad altre, caratterizza l{{'}}''[[homo religiosus]]'' delle diverse culture storiche dell'umanità. In tale prospettiva, ogni religione è inseparabile dall{{'}}''[[homo religiosus]]'', poiché essa sottende e traduce la sua ''[[Weltanschauung]]'' ([[Georges Dumézil]]). La religione elabora una spiegazione del destino umano ([[Geo Widengren]]) e conduce a un comportamento che attraverso miti, riti e simboli attualizza l'esperienza del [[sacro]].|[[Julien Ries]]. ''Le origini, le religioni''. Milano, Jaca Book, 1992, pagg.7-23}}
 
Da un punto di vista [[Storia delle religioni|storico-religioso]] la nozione di "religione" è collegata al suo esprimersi storico:
{{q|Ogni tentativo di definire il concetto di "religione", circoscrivendo l'area semantica che esso comprende, non può prescindere dalla constatazione che esso, al pari di altri concetti fondamentali e generali della [[storia delle religioni]] e della [[scienza della religione]], ha una origine storica precisa e suoi peculiari sviluppi, che ne condizionano l'estensione e l'utilizzo. [...] Considerata questa prospettiva, la definizione della "religione" è per sua natura operativa e non reale: essa, cioè, non persegue lo scopo di cogliere la "realtà" della religione, ma di definire in modo provvisorio, come ''work in progress'', che cosa sia "religione" in quelle società e in quelle tradizioni oggetto di indagine e che si differenziano nei loro esiti e nelle loro manifestazioni dai modi a noi abituali.|[[Giovanni Filoramo]]. ''Religione'' in ''Dizionario delle religioni'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Torino, Einaudi, 1993, pag.620}}
 
Da un punto di vista [[Antropologia delle religioni|antropologico-religioso]] la "religione" corrisponde al suo modo peculiare di manifestarsi nella cultura:
{{q|Le concezioni religiose si esprimono in simboli, in miti, in forme rituali e rappresentazioni artistiche che formano sistemi generali di orientamento del pensiero e di spiegazione del mondo, di valori ideali e di modelli di riferimento|[[Enrico Comba]]. ''Antropologia delle religioni. Un'introduzione''. Bari, Laterza, 2008, pag.3}}
Anche se come evidenzia lo stesso [[Enrico Comba]]:
{{q|Non è dunque possibile stabilire un criterio assoluto per distinguere i sistemi religiosi da quelli non religiosi nel vasto repertorio delle culture umane|[[Enrico Comba]]. ''Op.cit.'' pag.28}}
Quindi, come notano [[Carlo Tullio Altan]] e [[Marcello Massenzio]], il fenomeno della religione:
{{q|come forma specifica della cultura umana, ovunque presente nella storia e nella geografia, è un fenomeno estremamente complesso, che va studiato con molteplici procedure, mano a mano che queste ci vengono offerte dal progresso degli studi delle scienze umane, senza pretendere di dire mai in proposito l'ultima parola, come accade per un lavoro che sia costantemente in corso d'opera.|[[Carlo Tullio Altan]] e [[Marcello Massenzio]]. ''Religioni Simboli Società: Sul fondamento dell'esperienza religiosa''. Milano, Feltrinelli, 1998, pagg. 71-2}}
 
=== Analisi filosofica ===
{{Vedi anche|scienze delle religioni}}
'''Natura problematica della definizione di "religione"'''[[File:Max Weber 1894.jpg|verticale|sinistra|min|[[Max Weber]] (1864-1920) sostenne che la definizione di "religione" si può declinare alla fine della ricerca su di essa.]]
[[File:2007.10.23. -Leszek Kolakowski Foto Mariusz Kubik.jpg|verticale|min|[[Leszek Kołakowski]] (1927-2009) ha osservato che, come per altri ambiti umanistici, difficilmente si potrà addivenire ad una definizione condivisa del termine "religione".]]
 
La definizione moderna del termine "religione" è problematica e controversa:
Riga 224 ⟶ 253:
 
Lo storico polacco [[Leszek Kołakowski]] (1927-2009) rileva invece che:
{{q|Studiando le attività umane nessuno dei concetti di cui disponiamo può essere definito con assoluta precisione, e, sotto questo aspetto, 'religione' non si trova in una situazione peggiore di "arte", "società", "storia", "politica", "scienza", "linguaggio" e innumerevoli altre parole. Ogni definizione della religione deve essere fino ad un certo punto, arbitraria, e, per quanto scrupolosamente tentiamo di far sì che si conformi all'impiego attuale della parola nel linguaggio comune, molte persone riterranno che la nostra definizione comprenda troppo o troppo poco.|[[Leszek Kołakowski]]. ''Se non esiste Dio''. Bologna, Il Mulino, 1997}}'''Le spiegazioni sulla natura e le ragioni dell'esistenza dei credi religiosi'''{{S sezione|religione}}
 
==== Le spiegazioni sulla natura e le ragioni dell'esistenza dei credi religiosi ====
{{S sezione|religione}}
Il filosofo tedesco [[Ludwig Feuerbach]] (1804-1872) sosteneva che:
la religione consiste di idee e valori prodotti dagli esseri umani, erroneamente proiettati su forze e personificazioni divine. Dio sarebbe quindi la costruzione di un Super uomo (uomo potenziato con attribuiti ideali dati dall'uomo stesso). È una forma di Alienazione[[alienazione]] (che non ha lo stesso significato attribuito da Marx), in quanto la religione estranea l'uomo da sé stesso facendogli credere di non essere in prima persona: l'uomo è sottomesso da sé stesso. La religione si trova ad essere dunque un rifugio dell'uomo di fronte alla durezza della realtà quotidiana.
 
[[Karl Marx]] (1818-1883) affermò che:
Riga 235 ⟶ 261:
 
Secondo l'ottica di [[Max Weber]] (1864-1920):
le Religioni mondiali sarebbero capaci di raccogliere vaste masse di credenti e di influenzare il corso della storia universale. Weber non crede che la religione sia una forza conservatrice ([[Karl Marx]]), bensì crede che essa possa provocare enormi trasformazioni sociali: La religione influisce sulla vita sociale ed economica. Il Puritanesimo e il protestantesimo, ad esempio, furono all'origine del modo di pensare capitalistico. Ne ”L” L'etica protestante e lo spirito del capitalismo” Weber discusse ampiamente l'influenza del cristianesimo sulla storia dell'Occidente moderno.
Weber scoprì che effettivamente alcune religioni sono caratterizzate da un ascetismo ultramondano, che privilegia la fuga dai problemi terreni, distogliendo gli sforzi dallo sviluppo economico. Il cristianesimo sarebbe una religione di salvezza per Weber, poiché è incentrata sulla convinzione che gli esseri umani possano essere salvati purché scelgano la fede e seguano le sue prescrizioni morali. Le religioni di salvezza presentano un aspetto rivoluzionario perché sono caratterizzate da un ascetismo intramondano, cioè uno spirito religioso che privilegia la condotta virtuosa in questo mondo. Le religioni asiatiche invece avevano un atteggiamento di passività rispetto all'esistente.
 
Tra le riflessioni contemporanee, particolarmente interessante è la spiegazione del fenomeno religioso proposta da [[Marcel Gauchet]] a iniziare dall'opera del 1985 ''Il Disincanto del mondo'' <ref>(traduzione italiana Einaudi 1992)</ref>: secondo lo storico-filosofo francese, la religione non è né una tensione individuale verso il trascendente, né una costruzione funzionale alla giustificazione del potere. La religione va invece intesa, in una prospettiva storica e antropologica, come maniera particolare di strutturazione dello spazio sociale e umano. In particolare la forma più pura di religione è da rintracciare negli animismi che caratterizzano quelle società che [[Pierre Clastres]] definisce “contro lo Stato”. Nelle società di questo tipo, la legge viene cioè fatta risalire a un tempo e a forze assolutamente altre rispetto al presente e nessun membro della società può quindi rivendicare un rapporto privilegiato con il trascendente. La nascita di un'istanza separata del potere è indisgiungibile da una trasformazione della religione: dopo tali trasformazioni, il mondo terreno e la realtà trascendente entrano in rapporto. La religione, che nella sua forma più pura era un disinnescamento totale dell'instabilità sociale, una rimozione assoluta della divisione attraverso l'assolutizzazione della separazione terreno/trascendente, si apre a quella che Gauchet definisce l'[[uscita dalla religione]].
 
== Alcuni termini classificatori e descrittivi delle religioni ==
[[File:Edward Burnett Tylor.jpg|uprightverticale=0.5|thumbmin|[[Edward Burnett Tylor]] introdusse, nel 1871, la nozione di "[[animismo]]".]]
[[File:PierreViret.jpg|uprightverticale=0.5|thumbmin|Il teologo calvinista svizzero [[Pierre Viret]] (1511-1571) che, nel suo ''Instruction chrétienne'' del 1564 introdusse il termine "[[deismo]]".]]
[[File:FriedrichWilhelmSchelling.jpg|uprightverticale=0.5|thumbmin|[[Friedrich Schelling]] nel 1842 introdusse per primo il termine "[[enoteismo]]" poi ripreso e diffuso dall'indologo [[Friedrich Max Müller]] (1823-1900).]]
[[File:John Toland.jpg|uprightverticale=0.5|thumbmin|[[John Toland]] (1670-1722) nel suo ''Socinianism Truly Stated. By a pantheist'' (1705) utilizzò per primo la nozione di "[[panteismo]]".]]
=== AutismoAnimismo ===
"[[AutismoAnimismo]]" (dall'inglese ''autismanimism'', a sua volta dal latino ''anĭma'') è il termine introdotto nello studio delle religioni primitive dall'antropologo inglese [[Edward Burnett Tylor]] (1832-1917) che, nel 1871 nel suo ''Primitive Culture: Researches into the Development of Mythology, Philosophy, Religion, Language, Art and Custom'', lo utilizzò per indicare quella prima forma di credenza spirituale ("anima" o "forza vitale") che viene riscontrata in oggetti o luoghi. In tal senso la teoria di Tylor si opponeva a quella di [[Herbert Spencer]] (1820-1903) che invece poneva nell'[[ateismo]] le convinzioni degli uomini primitivi<ref>[[Kees W. Bolle]]. ''Animism and Animatism''. ''[[Encyclopedia of Religion]]'' vo.1. NY, Macmillan, 2005 (1987) pagg. 362 e segg.</ref>.
 
La teoria "animistica", già messa in discussione da [[Marcel Mauss]] (1872-1950) e da [[James Frazer]] (1854-1941), è rifiutata oggi dalla maggior parte degli antropologi.
Riga 252 ⟶ 278:
Tuttavia, come nota [[Jacques Vidal]]<ref>''Dictionnaire des Religions'' (a cura di [[Jacques Vidal]]). Parigi, Presses universitaires de France, 1984. In italiano: ''Dizionario delle religioni''. Milano, Mondadori, 2007, pag. 60.</ref> {{q|in mancanza di altre espressioni l'uso del termine rimane frequente.}}
[[Carlo Prandi]]<ref>[[Carlo Prandi]]. ''Dizionario delle religioni'' (a cura di [[Giovanni Filoramo]]). Torino, Einaudi, 1993, pag.37</ref> nota anche come tale termine venga utilizzato per indicare le credenze religiose dell'Africa subsahariana, quelle afrobrasiliane e quelle attinenti alle culture dell'[[Oceania]].
 
=== Ateismo ===
Esistono religioni atee, per considerarle tali prevale la definizione legata al culto piuttosto che al sacro, e l'interpretazione strettamente etimologica su quella abituale di "atteggiamento antireligioso".<ref>Giancarlo Bascone, [https://www.academia.edu/42087345/ ''Manualetto di storia religiosa'']: introduzione</ref>. Nel 1993 durante i lavori del Parlamento Mondiale delle Religioni (PoWR) i buddisti, guidati dal Dalai Lama, protestarono contro l’uso del termine Dio che essi rifiutano, concordando solo su quello di Realtà suprema<ref>Hans Küng, ''Ciò che credo'', Rizzoli: cap. 6</ref>.
 
=== Deismo ===
Il termine "[[Deismo]]" (dal francese ''déisme'', a sua volta dal latino ''deus''<ref>La sua etimologia è del tutto simile a quello di "[[Teismo]]" derivando quest'ultimo dal greco ''théos'' e il primo dal latino ''deus''.</ref>) fu coniato dal teologo calvinista svizzero di lingua francese [[Pierre Viret]] (1511-1571) che nella sua ''Instruction chrétienne'' ((Ginevra, 1564) lo utilizzò per indicare un gruppo che si opponeva agli "ateisti", ma Viret descrisse questo "gruppo" come di coloro che pur credendo in un Dio unico e creatore rigettavano la fede in [[Gesù Cristo]].
 
Il poeta inglese [[John Dryden]] (1631-1700), in ''Religio Laici'' del 1682 definì il "Deismo" come la credenza in un Dio creatore rifiutando qualsivoglia dottrina propugnata dalla tradizione e dalla rivelazione.
Riga 266 ⟶ 295:
# credenza in un Dio, ma rifiuto di tutti gli altri articoli di fede religiosa.
 
Molti filosofi e scienziati, per lo più [[illuministi]] del Settecento, sostennero tali posizioni; varianti istituzionalizzate del "Deismo" sono il [[Culto dell'Essere supremo]] durante la [[Rivoluzione Francesefrancese]] e, la spiritualità della [[Massoneria]] e l'[[Unione Mondiale dei Deisti]] oggi.
 
=== Enoteismo ===
"[[Enoteismo]]" (dal tedesco ''henotheismus'', a sua volta dal greco{{lang-grc|da=si|nopunti=si| εἷς ''|eîs''|testo2= + θεός ''|traslitterazione2=theós'' "|traduzione2=un dio"}}) fu il termine coniato dal [[Friedrich Schelling]] (1775-1854) in ''Philosophie der Mythologie und der Offenbarung'' (1842) per indicare un "monoteismo " rudimentale sorto durante la preistoria della [[coscienza (filosofia)|coscienza]] e precedente al "monoteismo evoluto" e al politeismo. In questo senso il termine si presenta simile a quello di [[Urmonotheismus|Urmonotheimus]] ovvero "monoteismo primordiale" elaborato nel 1912 dall'antropologo e sacerdote [[Wilhelm Schmidt]].
 
Successivamente, l'indologo tedesco [[Friedrich Max Müller]] (1823-1900) utilizzò questo termine<ref>[[Friedrich Max Müller]]. ''Selected Essays on Language, Mythology and Religion'', vol. 2, Londra, 1881.</ref> per indicare una pratica propria del ''[[Ṛgveda]]'' consistente nell'isolare una [[deva|divinità]] rispetto alle altre durante le invocazioni rituali.
Riga 276 ⟶ 305:
 
=== Monoteismo ===
Il termine [[Monoteismo]] (neologismo greco, dal [[Lingua greca{{lang-grc|da=si|nopunti=si|greco]] μόνος, ''|mónos'' =| unico, solo e|testo2= θεός ''|traslitterazione2=theós''|traduzione2 = dio}}) caratterizza quelle religioni che propugnano l'esistenza di una singola [[divinità]].
 
[[André Lalande]] (1867-1963) ha così descritto, nel suo ''Vocabulaire technique et critique de la philosophie, revu par MM. les membres et correspondants de la Société française de philosophie et publié, avec leurs corrections et observations par André Lalande, membre de l'Institut, professeur à la Sorbonne, secrétaire général de la Société'' (2 volumi) Parigi, 1927, il termine "monoteismo":
Riga 286 ⟶ 315:
 
=== Panteismo ===
Il termine [[Panteismo]] (dall'inglese ''pantheism'' a sua volta dal [[Lingua greca{{lang-grc|da=si|nopunti=si|greco]] παν ''|pan'' +|testo2= θεός ''|traslitterazione2=theós'' |traduzione2= tutto Dio}}) letteralmente significa "tutto è Dio". Tale termine fu derivato da analogo termine, ''pantheistic'', utilizzato dal filosofo irlandese [[John Toland]] (1670-1722) nel suo ''Socinianism Truly Stated. By a pantheist'' (1705), ed ebbe larga diffusione in Europa durante le polemiche inerenti al [[Deismo]].
 
Oggi il termine "Panteismo" occorre come termine tecnico-descrittivo per individuare quei credi religiosi, o filosofico-religiosi, che individuano una divinità che abbraccia ogni cosa, ovvero Dio che compenetra ogni aspetto e luogo dell'universo rendendo così [[sacro]] ogni aspetto dell'esistente, anche quello naturale<ref>H. P. Owen. ''Concepts of Deity''. Londra, Macmillan, 1971.</ref>. Sono imparentati ad esso i termini di "panenteismo", termine coniato nel 1828 da Karl Krause per indicare una visione in cui Dio è sia immanente che trascendente. e di "monismo", genericamente ogni dottrina unitaria che presuppone un'unica sostanza, nella fattispecie la concezione di un unico Dio impersonale ed ozioso <ref>Maria Vittoria Cerutti, ''Storia delle religioni'', EDUCatt: 2. 4</ref>.
 
=== Politeismo ===
Il termine "politeismo" è attestato nelle lingue moderne per la prima volta nella lingua francese (''polythéisme'') a partire dal [[XVI secolo]]<ref>[[Paolo Scarpi]], ''Politeismo'' in ''Dizionario delle religioni'', Torino, Einaudi, 1993, p. 573.</ref>. Il termine ''polythéisme'' fu coniato dal giurista e filosofo francese [[Jean Bodin]], e quindi utilizzato per la prima volta nel suo ''De la démonomanie des sorciers'' (Parigi, 1580), per poi finire nei dizionari come il ''Dictionnaire universel françois et latin'' (Nancy 1740), il ''Dictionnaire philosophique'' di Voltaire (Londra 1764) e, l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Encyclopédie'' di D'Alembert e Diredot (seconda metà del XVIII secolo), la cui voce ''polytheisme'' è curata dallo stesso Voltaire. Utilizzato in ambito teologico in opposizione a quello di "[[monoteismo]]"; entra nella lingua italiana nel [[XVIII secolo]]<ref>Alberto Nocentini, ''L'Etimologico'', Firenze, Le Monnier, 2010 edizione elettronica</ref>.
 
Il termine ''polythéisme'', quindi "politeismo", è formato da termini derivati dal greco antico:{{lang-grc|da=si| πολύς (''polys'') + |polýs|t2=θεοί ('|t2'=theoi''}}) ad indicare "molti dèi"; quindi da ''polytheia'', termine coniato dal filosofo giudaico di lingua greca [[Filone di Alessandria]] (20 a.C.-50 d.C.) per indicare la differenza tra l'unicità di Dio nell'Ebraismo rispetto alla nozione pluralistica dello stesso propria delle religioni antiche<ref>[[Gabriella Pironti]]. ''Il "linguaggio" del politeismo'' in ''Grecia: mito e religione'' vol.6 della ''Grande Storia dell'antichità'' (a cura di [[Umberto Eco]]). Milano, Encyclomedia Publishers/RCS, 2011, pag.22.</ref>, tale termine fu poi ripreso dagli scrittori cristiani (ad esempio da [[Origene]] in ''Contra Celsum'').
 
Tale termine indica quelle religioni che ammettono l'esistenza di più dèi a cui destinare i [[culto|culti]]. Non vi rientra pertanto il [[Dualismo]], che nella versione classica del Manicheismo vede il mondo retto da due principi opposti in lotta tra loro, il Male e il Bene, quest'ultimo destinato a trionfare alla fine dei giorni. Il termine Dualismo viene inoltre esteso ad eresie quali gli Gnostici e i Catari, che nell'esaltare la figura del male distinguono nettamente tra spirito e materia, ma trattandosi di Cristiani, per quanto borderline, vanno inclusi tra i Monoteisti.
Tale termine indica quelle religioni che ammettono l'esistenza di più dèi a cui destinare dei [[culto|culti]].
 
== Religioni (in ordine alfabetico) con maggior numero di fedeli ==
=== [[Buddhismo]] ===
[[File:Buddhism percentage by country.png|thumbmin|Il Buddhismo nel mondo]]
Il [[Buddhismo]] è una religione che comprende una varietà di tradizioni, credenze e pratiche, in gran parte basata sugli insegnamenti attribuiti a [[Siddhārtha Gautama]], vissuto nel Nepal intorno al [[VI secolo a.C.]], comunemente appellato come il [[Buddha]], ossia "il Risvegliato".
 
Le numerose scuole dottrinarie afferenti a questa religione si fondano e si differenziano in base alle raccolte scritturali riportareriportate nei [[Canone buddhista|Canoni buddhisti]] e agli insegnamenti tradizionali trasmessi all'interno delle stesse scuole.
 
Le due grandi differenziazioni all'interno del Buddhismo riguardano le correnti [[Buddhismo Theravāda|Theravāda]], presente prevalentemente in [[Sri Lanka]], [[Thailandia]], [[Cambogia]], [[Myanmar]] e [[Laos]], e [[Mahāyāna]], presente invece prevalentemente in [[Cina]], [[Tibet]], [[Giappone]], [[Corea]], [[Vietnam]] e [[Mongolia]].
 
=== [[Cristianesimo]] ===
[[File:Christianity percentage by country.png|leftsinistra|thumbmin|I cristiani nel mondo per nazione]]
Il [[Cristianesimo]] è la religione più diffusa nel mondo, in particolare in Occidente ([[Europa]], [[Americhe]], [[Oceania]]). Le forme storiche del cristianesimo sono molteplici, ma è possibile indicare tre principali suddivisioni: il [[Cattolicesimo]], il [[Protestantesimo]], e l'[[Chiesa ortodossa|Ortodossia]]. Oltre a queste tre suddivisioni, esistono alcuni credi che si riallacciano al Cristianesimo ma non sono classificati nelle trequattro categorie principali, tra cui [[Mormonismo]] e i [[Testimoni di Geova]].
 
Tutte queste tradizioni cristiane riconoscono, seppure con piccole varianti, che il loro fondatore, [[Gesù]] di [[Nazaret]], è il [[Figlio di Dio]], e lo riconoscono come Signore. Credono altresì, a parte i [[Testimoni di Geova]], i Mormoni ede i Protestanti Unitari, che [[Dio]] è uno in tre persone: il [[Dio Padre|Padre]], il [[Gesù|Figlio]] e lo [[Spirito Santo]].
 
Inoltre, tenendo presente che la Bibbia protestante ha 7 libri in meno della Bibbia cattolica, considerano la [[Bibbia]] un testo ispirato da Dio. La [[Bibbia]] dei cristiani è composta dall'[[Antico Testamento]], il quale corrisponde alla [[Septuaginta]], versione e adattamento in lingua greca della ''[[Tanakh|Bibbia ebraica]]'' con l'aggiunta di ulteriori libri<ref>Da tener presente che la Bibbia [[protestantesimo|protestante]] contiene una differente raccolta di libri rispetto a quella, ad esempio, [[Cattolicesimo|cattolica]].</ref>, e dal [[Nuovo Testamento]]: quest'ultimo ruota interamente sulla figura di [[Gesù Cristo]] e del suo "lieto annuncio" ([[Vangelo]]).
 
=== [[Induismo]] ===
[[File:Hinduism percentage by country.png|leftsinistra|thumbmin|Induismo nel mondo]]
L'[[Induismo]] è un insieme di dottrine, credenze e pratiche religiose e filosofico-religiose che hanno avuto origine in [[India]], luogo dove risiede la maggioranza dei suoi fedeli. Secondo la tradizione, questa religione è eterna (''Sanātana dharma'', religione eterna) non avendo né un principio né una fine.
 
L'Induismo fa riferimento ad un insieme di [[testo sacro|testi sacri]] che per tradizione suddivide in ''[[Śruti]]'' e in ''[[Smṛti]]''. Tra questi testi occorre ricordare in particolar modo i ''[[Veda]]'', le ''[[Upaniṣad]]'' e la '' [[Bhagavadgītā]]''.
 
=== [[Islam]] ===
[[File:Islam percentage by country.png|thumbmin|Presenza musulmana nel mondo]]
L'[[Islam]] è la più recente delle tre principali religioni monoteiste originarie del [[Vicino Oriente]]. Ha come principale riferimento il ''[[Corano]]'' considerato [[testi sacri|libro sacro]]. Il testo in [[lingua araba]], una raccolta di predicazioni orali, è relativamente breve rispetto ai testi sacri ebraici o ''[[indù]]''. Il termine Islam significa letteralmente "sottomissione", intesa come fedeltà alla parola di Dio. L'Islam condivide con l'[[Ebraismo]] e il [[Cristianesimo]] gran parte della tradizione dell'[[Antico Testamento]], legittimando il riferimento [[Bibbia|biblico]] secondo cui [[Isacco]]/Israele (progenitore degli ebreiisraeliti) e [[Ismaele]] (progenitore degli [[arabi]]) erano entrambi figli di [[Abramo]]. Riconosce la vita e le opere di [[Gesù]] ritenendolo però un [[profeta]]. La figura di riferimento dell'Islam è ''Muhammad'' ([[Maometto]]), vissuto nel [[VII secolo]] nella penisola arabica, di cui la ''[[Sunna]]'' raccoglie gli aneddoti. Le due suddivisioni principali di questa religione sono l'Islam [[Sunnismo|sunnita]] e l'Islam [[Sciismo|sciita]].
 
=== Altre religioni ===
Riga 329 ⟶ 358:
* [[Bahá'í]]
* [[Confucianesimo]]
* [[Culti sincretici africani]]
* [[Ebraismo]]
* [[Ellenismo (religione moderna)|Ellenismo]]
* [[Ermetismo]]
* [[Ermetismo (filosofia)|Ermetismo]]
* [[Esoterismo]]
* [[Giainismo]]
* [[Gnosticismo]]
* [[Mazdeismo]]
* [[Manicheismo]]
* [[Mitraismo]]
* [[Via romana agli dei|Religione Romana]]
* [[Shintoismo]]
* [[Sikhismo]]
* [[Taoismo]]
* [[Umbanda]]
* [[Zoroastrismo]]
 
=== [[Nuovo movimento religioso|Nuovi movimenti religiosi]] ===
{{Vedi anche|Nuovo movimento religioso}}
* [[Bambini di Dio]]
* [[Chiesa dell'unificazione]]
Riga 359 ⟶ 390:
 
== Note ==
;Annotazioni
<references/>
<references group="nb"/>
;Fonti
<references/>
 
== Bibliografia ==
Riga 372 ⟶ 405:
* {{cita libro|Mircea|Eliade|Trattato di storia delle religioni|1999|Bollati Boringhieri|Torino}}
* {{cita libro|Giovanni|Filoramo|Storia delle religioni|1994|Editori Laterza|Roma-Bari}}
* {{cita libro|curatore=Giovanni Filoramo|curatore2=Maria Chiara Giorda|curatore3=Natale Spineto|titolo=Manuale di Scienze della religione|città=Brescia|editore=Morcelliana|anno=2019}}
 
== Voci correlate ==
{{Div col|cols=2|small=no}}
* [[Ateismo]]
* [[Antropologia delle religioni]]
* [[Credenza religiosa]]
* [[Critiche alla religione]]
* [[Culto]]
* [[Dio]]
* [[Divinità]]
* [[Fanatismo religioso]]
* [[Fenomenologia della religione]]
* [[Filosofia della religione]]
* [[Fede]]
* [[Genere di Dio]]
* ''[[Homo religiosus]]''
* [[Importanza della religione per stato]]
Riga 389 ⟶ 427:
* [[Religione di Stato]]
* [[Religioni maggiori]]
* [[Religione secolare]]
* [[Religioni per nazione]]
* [[Rivelazione]]
Riga 403 ⟶ 442:
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sulla|s_oggetto=una categoria|s_preposizione=sui|s_etichetta=testi religiosi|voy_preposizione=sulle|voy_etichetta=religioni|wikt}}
{{Interprogetto|etichetta=religione
*[[b:Ricerca scientifica in ambito sociale/Statistiche sulla religione|Wikibooks - Statistiche sulla religione]]
|s=:Categoria:Testi_religiosi_in_ordine_alfabetico|s_oggetto=|s_preposizione=di argomento|s_etichetta=religioso|n=portale:religione|n_etichetta=argomenti di religione|q|q_preposizione=sulla|commons=Category:Religion|commons_preposizione=sulla|wikt}}
* [[File:Wikibooks-logo.svg|link=b:|18px|Collabora a Wikibooks]] '''[[b:|Wikibooks]]''' contiene un approfondimento sulla '''''[[b:Le religioni e il sacro/La religione/Storia della nozione in Occidente|storia della nozione di religione]]'''''
* [[File:Wikibooks-logo.svg|link=b:|18px|Collabora a Wikibooks]] '''[[b:|Wikibooks]]''' contiene un libro su '''''[[b:Le religioni e il sacro|Le religioni e il sacro]]'''''
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web |url=http://www.iep.utm.edu/reli-div/| titolo=Theories of Religious Diversity|autore=Dale Tuggu | sito=Internet Encyclopedia of Philosophy}}
* {{SEP|concept-religion|The Concept of Religion|Kevin Schilbrack}}
* {{cita web|url=http://www.cesnur.org|titolo=Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR)}}
* {{cita web |url=https://www.iep.utm.edu/reli-div/| titolo=Theories of Religious Diversity|autore=Dale Tuggu | sito=Internet Encyclopedia of Philosophy}}
* {{Thesaurus BNCF}}
* {{cita web|url=https://www.cesnur.org|titolo=Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR)}}
 
{{Controllo di autorità}}