Michael Jordan: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Corretto errori
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Ripristinata versione 147129494 di YogSothoth delle 09:10 del 8 ott 2025) (RipristinoRapido
Etichetta: Ripristino manuale
 
Riga 1:
{{nota disambigua|descrizione=l'attore statunitense|titolo=Michael B. Jordan}}
{{Avvisounicode}}
{{P|Nel dicembre 2009 sono stati mossi dubbi sulla neutralità della voce, ritenuta troppo enfatica; poi il template è stato rimosso, ma senza che la questione fosse risolta pubblicamente. In attesa di verifiche più approfondite, lo reinserisco.|pallacanestro|novembre 2015}}
 
{{Citazione
|Penso sia semplicemente Dio travestito da Michael Jordan.
|[[Larry Bird]], 20 aprile 1986<ref name="nbagod">{{cita web|url=http://www.nba.com/history/jordan63_moments.html|titolo=God Disguised as Michael Jordan|lingua=en|accesso=5 gennaio 2012}}</ref>
|I think it's just God disguised as Michael Jordan.
|lingua=en
|lingua2=it}}
 
{{Sportivo
|Nome = Michael Jordan
|Immagine = Michael Jordan in 2014.jpg
|Didascalia = Michael Jordan nel 2014
|Sesso = M
|CodiceNazione = {{USA}}
|Altezza = 198<ref name="nba.combio"bio>{{cita web|titolo=Michael Jordan|url=httphttps://www.nbabasketball-reference.com/history/players/jordan_bioj/jordami01.html/|lingua=en|titolo=Michael Jordan Bio|accesso=1921 novembre 20152020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20201121113133/https://www.basketball-reference.com/players/j/jordami01.html}}</ref>
|Peso = 98<ref name="nba.combio" />
|Disciplina = Pallacanestro
|Ruolo = [[Guardia (pallacanestro)|Guardiatiratrice]]
|TermineCarriera = 16 aprile 2003<ref>{{cita web|autore=Andrea Grazioli|titolo=L'addio del più grande: 15 anni fa l'ultima di Michael Jordan|url=https://www.gazzetta.it/Nba/17-04-2018/addio-piu-grande-15-anni-fa-l-ultima-michael-jordan-260609116615.shtml|data=17 aprile 2018|accesso=21 novembre 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180418103112/https://www.gazzetta.it/Nba/17-04-2018/addio-piu-grande-15-anni-fa-l-ultima-michael-jordan-260609116615.shtml}}</ref>
|TermineCarriera = 2003
|HallOfFame = {{Hall of Fame sportivo
{{HallofFame
|hall of fame = [[Naismith Memorial Basketball Hall of Fame|Naismith Hall of Fame]]
|anno = 2009
|hall of fame 2 = [[FIBA Hall of Fame]]
|anno 2 = 2015
}}
|SquadreGiovanili = {{Carriera sportivo
|sport = basket|pos = G
{{Carriera sportivo
|1979-1981|{{simbolo|600px Warriors Royal Blue e California Golden Yellow.png}} [[Emsley A. Laney High School|Laney Buccaneers]]|
|1981-1984|{{Basket University of North Carolina at Chapel Hill|G}}|101 (1.788)
}}
|Squadre = {{Carriera sportivo
|sport = basket|pos = G
{{Carriera sportivo
|1984-1993|{{Basket Chicago Bulls|G}}|667 <small>(21.541)</small>
|1995-1998|{{Basket Chicago Bulls|G}}|263 (7.736)
|2001-2003|{{Basket Washington Wizards|G}}|142 (3.015)
}}
|SquadreNazionali = {{Carriera sportivo
|1983-1992|{{Naz|PC|USA|M}}|31 (491)
{{Carriera sportivo
|1981-1992|{{Naz|PC|USA}}|39<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://archive.usab.com/mens/men_alpha_J.html|titolo=All-Time USA Basketball Men's Roster|accesso=12 ottobre 2014}}</ref>
}}
|Palmares = {{Palmarès
|trofeo 1 = [[NBA]]
{{Palmarès
|vittorie 1 = '''6''' vittorie
|trofeo 1 = [[National Basketball Association|NBA]]
|trofeo 2 = [[Campionato di pallacanestro NCAA Division I|NCAA]]
|vittorie 1 = '''6''' vittorie
|vittorie 2 = '''1''' vittoria
|trofeo 2 = [[Campionato di pallacanestro NCAA Division I|NCAA]]
|vittorie 2 = '''1''' vittoria
}}
|Vittorie = {{MedaglieCompetizione|Olimpiadi}}
{{MedaglieCompetizione|Olimpiadi}}
{{MedaglieOro|{{OE|Pallacanestro|1984}}}}
{{MedaglieOro|{{OE|Pallacanestro|1992}}}}
{{MedaglieCompetizione|Campionati Americaniamericani}}
{{MedaglieOro|[[FIBATorneo Americasamericano Championshipmaschile di pallacanestro di qualificazione alle Olimpiadi 1992|Stati UnitiPortland 1992]]}}
{{MedaglieCompetizione|Giochi Panamericanipanamericani}}
{{MedaglieOro|[[Pallacanestro maschile ai IX Giochi panamericani|Caracas 1983]]}}
|Aggiornato = 16 aprile 2003
}}
{{Citazione|Per acclamazione, Michael Jordan è il più grande cestista di tutti i tempi.|Biografia di Jordan sul sito dell'[[NBA]].<ref name=nba>{{cita web|url=https://www.nba.com/news/history-nba-legend-michael-jordan|titolo=Legends profile: Michael Jordan|accesso=4 luglio 2025|lingua=en}}</ref>|By acclamation, Michael Jordan is the greatest basketball player of all time.|lingua=en}}
{{Bio
|Nome = Michael Jeffrey
|Cognome = Jordan
|PostCognomeVirgola = conosciuto anche con le sue iniziali, '''MJ'''<ref>{{cita web|url =http https://www.nbagazzetta.comit/jordanCalcio/Serie-A/Juventus/24-06-2019/cr7-foto-michael-jordan-abbiamo-fatto-storia-340321664807.shtml|titolo=CR7 incontra Michael Jordan: "Abbiamo fatto Careerla Retrospectivestoria"|accesso=2124 novembreluglio 2015|lingua=en2019}}</ref>
|ForzaOrdinamento = Jordan , Michael
|PreData = pronuncia: {{IPA2|[ˈmaikl ˈdʒefri ˈdʒɔːd(ə)n]}}
|Sesso = M
|LuogoNascita = New York
Riga 71 ⟶ 59:
|GiornoMeseMorte =
|AnnoMorte =
|Epoca = 1900
|Attività = ex cestista
|Attività = imprenditore
|Attività2 = ex cestista
|Attività3 = ex giocatore di baseball
|Nazionalità = statunitense
|PostNazionalità =
|PostNazionalità = , oltreché principale azionista e presidente della squadra di pallacanestro degli [[Charlotte Hornets]]
}}
[[File:MichaelJordanSignature.png|miniatura|Firma di Michael Jordan]]
La sua biografia sul sito della [[National Basketball Association]] dichiara: ''"Per acclamazione, Michael Jordan è il più grande giocatore di pallacanestro di tutti i tempi"''.<ref name="nbah">{{cita web|url=http://www.nba.com/history/legends/michael-jordan/index.html|titolo=Legends profile: Michael Jordan|data=4 marzo 2013|accesso=18 novembre 2015|lingua=en}}</ref> Dopo un'iniziale carriera alla [[Università della Carolina del Nord a Chapel Hill]], dove guidò i Tar Heels alla vittoria del campionato nazionale [[National Collegiate Athletic Association|NCAA]] nel 1982, Jordan entrò a far parte della NBA con i Chicago Bulls nel 1984, diventando in breve tempo una delle stelle della lega e contribuendo a diffondere la NBA a livello mondiale negli anni ottanta e novanta.<ref name="lazenby">{{cita|Lazenby}}.</ref><ref name=larrymagic>{{Cita|Bird, Johnson, MacMullan}}.</ref> Le sue qualità atletiche e le sue azioni gli valsero, a partire già dalle prime stagioni disputate tra i professionisti, i soprannomi di ''Air Jordan''<ref name=nbah/> e ''His Airness''.<ref name=nytimes>{{cita web|url=http://www.nytimes.com/2014/06/01/books/review/michael-jordan-the-life-by-roland-lazenby.html|titolo=His Airness|data=29 maggio 2014|accesso=21 novembre 2015|lingua=en}}</ref>
 
Soprannominato ''Air Jordan''<ref name=nba/> e ''His Airness''<ref>{{Cita news|url=http://www.corrieredellosport.it/foto/basket/2017/02/17-21708326/auguri_michael_jordan_his_airness_compie_44_anni/|titolo=Auguri Michael Jordan: His Airness compie 54 anni|pubblicazione=[[Il Corriere dello Sport]]|accesso=24 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190724185302/https://www.corrieredellosport.it/foto/basket/2017/02/17-21708326/auguri_michael_jordan_his_airness_compie_44_anni/}}</ref> per le sue qualità atletiche e tecniche, fu eletto nel 1999 "il più grande atleta nordamericano del XX secolo" dal canale televisivo sportivo [[ESPN]].<ref>{{Cita web|url=https://www.espn.com/sportscentury/athletes.html|titolo=Top N. American athletes of the century|accesso=29 marzo 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190617104615/https://www.espn.com/sportscentury/athletes.html}}</ref> Negli anni ha acquisito molta fama sul campo che lo ha reso un'icona dello sport, facendolo diventare il miglior giocatore di basket di tutti i tempi ed uno dei migliori atleti della storia,<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/hoop_phenomenon.html|titolo=Michael Jordan: Phenomenon|accesso=20 novembre 2015|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100411031336/http://www.nba.com/jordan/hoop_phenomenon.html}}</ref> al punto da spingere la [[Nike (azienda)|Nike]] a dedicargli una linea di scarpe da pallacanestro chiamata ''[[Air Jordan]]'', introdotta nel [[1984]].<ref>{{cita news|lingua=en|autore=Sarah Skidmore|url=https://www.seattletimes.com/business/23-years-later-air-jordans-maintain-mystique/|titolo=23 years later, Air Jordans maintain mystique|pubblicazione=Seattle Times|data=10 gennaio 2008|accesso=12 ottobre 2014}}</ref>
Jordan è stato sei volte [[Larry O'Brien Championship Trophy|Campione NBA]], realizzando coi [[Chicago Bulls]] 2 [[Three-peat]], termine con il quale si indica la vittoria delle [[NBA Finals]] per 3 edizioni annuali di fila (91-92-93 e 96-97-98), impresa riuscita finora solo a lui e a [[Scottie Pippen]], che era in squadra con lui.
 
Giocò per tre anni all'[[Università della Carolina del Nord a Chapel Hill]], dove vinse il [[Campionato di pallacanestro NCAA Division I|campionato nazionale NCAA]] nel [[Torneo di pallacanestro maschile NCAA Division I 1982|1982]]. Fu poi scelto per terzo al [[Draft NBA 1984]] dai [[Chicago Bulls]] e diventò in breve tempo una delle stelle della lega, contribuendo a diffondere la NBA a livello mondiale negli anni '80 e '90.<ref name=larrymagic>{{Cita|Bird, Johnson, MacMullan}}.</ref><ref name=:46/> Nel 1991 vinse il suo primo titolo NBA con i Bulls, per poi ripetersi con altri due successi nel 1992 e nel 1993, aggiudicandosi un ''[[three-peat]]'', dopo il quale si ritirò per intraprendere una carriera nel baseball. Tornò ai Bulls nel 1995 e li condusse alla vittoria di un altro ''three-peat'' (1996, 1997 e 1998). Si ritirò una seconda volta nel 1999, per poi tornare come membro dei [[Washington Wizards]] dal 2001 al 2003, per poi ritirarsi definitivamente. Durante la sua carriera professionistica rappresentò anche la [[nazionale di pallacanestro degli Stati Uniti d'America]], vincendo quattro [[Medaglia olimpica|medaglie d'oro]], tra cui due ai [[Pallacanestro ai Giochi olimpici|Giochi olimpici]] di [[Pallacanestro ai Giochi della XXIII Olimpiade|Los Angeles 1984]] e [[Pallacanestro ai Giochi della XXV Olimpiade|Barcellona 1992]].
Dopo la vittoria del terzo titolo, abbandonò temporaneamente la pallacanestro per intraprendere una carriera nel [[baseball]], con risultati non equiparabili a quelli ottenuti nel basket; tornò ai Bulls nel corso della stagione 1994-1995<ref name=secondavita>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Nba/19-03-2015/nba-jordan-michael-chicago-bulls-indiana-110163120979.shtml|titolo=Nba, Michael Jordan e la seconda vita da His Airness|autore=Valerio Clari|data=19 marzo 2015|accesso=21 novembre 2015}}</ref> e si ritirò una seconda volta dopo aver vinto il suo sesto titolo nel 1998. Nel 2001 riprese l'attività agonistica, questa volta nei [[Washington Wizards]], rimandendovi per due stagioni prima del ritiro definitivo.
 
I riconoscimenti ottenuti a livello individuale includono sei [[Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award|MVP delle finali]],<ref name=:8>{{Cita web|url=http://www.nba.com/history/awards/finals-mvp|titolo=NBA Finals MVP Award Winners|accesso=11 giugno 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190627002943/https://www.nba.com/history/awards/finals-mvp}}</ref> dieci [[Migliori marcatori stagionali della NBA|titoli di miglior marcatore]] (entrambi record), cinque [[NBA Most Valuable Player Award|MVP della regular season]], dieci selezioni [[All-NBA Team|All-NBA First Team]], nove nell'[[NBA All-Defensive Team|All-Defensive First Team]] (record),<ref name="All-Def">Record condiviso con [[Kevin Garnett]], [[Kobe Bryant]] e [[Gary Payton]].</ref> quattordici partecipazioni all'[[NBA All-Star Game]], tre [[NBA All-Star Game Kobe Bryant Most Valuable Player Award|MVP dell'All-Star Game]] e un [[NBA Defensive Player of the Year Award]]. Detiene i record NBA per la media punti più alta nella storia della regular season (30,12 punti a partita) e nella storia dei playoffs (33,45 punti a partita).<ref name=st/>
Nel 1999 è stato nominato come ''"più grande atleta nord-americano del XX secolo"'' dal canale televisivo sportivo [[ESPN]]; scelto per il [[Naismith Memorial Basketball Hall of Fame]] il 6 aprile 2009, vi è stato ufficialmente introdotto l'11 settembre 2009. La fama acquisita sul campo lo ha reso un'icona dello sport,<ref name=phenomenon>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/hoop_phenomenon.html|titolo=Michael Jordan: Phenomenon|accesso=20 novembre 2015|lingua=en}}</ref> al punto da spingere la [[Nike (azienda)|Nike]] a dedicargli una linea di scarpe da pallacanestro chiamata ''[[Air Jordan]]'', introdotta a partire dal [[1985]].<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://seattletimes.com/html/businesstechnology/2004116738_airjordan10.html|titolo=23 years later, Air Jordans maintain mystique|data=10 gennaio 2008|accesso=12 ottobre 2014}}</ref>
 
È stato introdotto due volte nel [[Naismith Memorial Basketball Hall of Fame]]: nel 2009<ref>{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2009/03/sport/basket/basket-varie/jordan-hall-of-fame-12-set/jordan-hall-of-fame-12-set.html|titolo=Jordan nella Hall of Fame ''Nessuno come me''|pubblicazione=la Repubblica|data=12 settembre 2009|accesso=11 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190327091015/http://www.repubblica.it/2009/03/sport/basket/basket-varie/jordan-hall-of-fame-12-set/jordan-hall-of-fame-12-set.html}}</ref> per la sua carriera individuale e nel 2010 come membro del ''[[Nazionale di pallacanestro degli Stati Uniti d'America#1992: il Dream Team|Dream Team]]''.<ref>{{Cita news|url=https://sport.sky.it/sport-usa/2010/08/14/nba_dream_team_hall_of_fame.html|titolo=Nba, è tornato il Dream Team: ora è nella Hall of Fame|pubblicazione=[[Sky Sport]]|data=14 agosto 2010|accesso=11 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200811015256/https://sport.sky.it/sport-usa/2010/08/14/nba_dream_team_hall_of_fame.html}}</ref> Diventò membro della [[FIBA Hall of Fame]] nel 2015.<ref>{{Cita news|autore=Mike Chiari|titolo=Michael Jordan Leads Class of 2015 FIBA Hall of Fame Inductees|data=17 luglio 2015|accesso=11 giugno 2019|lingua=en|url=http://bleacherreport.com/articles/2525244-michael-jordan-leads-class-of-2015-fiba-hall-of-fame-inductees|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160127124054/http://bleacherreport.com/articles/2525244-michael-jordan-leads-class-of-2015-fiba-hall-of-fame-inductees}}</ref> Dal 2010 al 2023 è stato il principale azionista e presidente degli [[Charlotte Hornets]] dell'[[NBA]] ed è attualmente proprietario del team [[23XI Racing]] della [[NASCAR Cup Series]], che ha fondato nel 2021. Il 22 novembre 2016 è stato insignito dal presidente USA [[Barack Obama]] della [[medaglia presidenziale della libertà]], la più alta onorificenza civile statunitense.<ref name="obama">{{Cita web|url=https://www.whitehouse.gov/the-press-office/2016/11/16/president-obama-names-recipients-presidential-medal-freedom|titolo=President Obama Names Recipients of the Presidential Medal of Freedom|lingua=en|data=16 novembre 2016|accesso=23 novembre 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161122031847/https://www.whitehouse.gov/the-press-office/2016/11/16/president-obama-names-recipients-presidential-medal-freedom}}</ref>
Il 22 novembre del 2016 è stato insignito dal presidente USA [[Barack Obama]] della [[Medaglia presidenziale della libertà|Presidential Medal of Freedom]], la più alta onorificenza civile statunitense<ref name=obama>{{Cita web|url=https://www.whitehouse.gov/the-press-office/2016/11/16/president-obama-names-recipients-presidential-medal-freedom|titolo=President Obama Names Recipients of the Presidential Medal of Freedom|data=16 novembre 2016|accesso=23 novembre 2016}}</ref>. Si può anche far testo che Michael abbia avuto un figlio dal nome ancora poco conosciuto si parla di un certo Simone alliata residente e capitano del under 18 regionale di Borgomanero non ché capitano e maglia numero 23.
Alcuni suoi compagni in coro hanno citato:"alliata? Diventerà un gran giocatore di assoluto rilievo sta seguendo le orme del padre e ha sicuramente la sua fame di vittoria"; queste alcune delle belle parole spese dai suoi compagni(+scarsi ovviamente).
Alliata ha origini oltre oceano ed MJ continua a parlarne ai suoi piu stretti amici dicendo che in Italia simone si trova bene ma lo richiamerà per fare il college proprio come lui in California.
Alliata infine oltre a innumerevoli triple doppie a gia sollevato agli dei 1 scudetto 2 vice campione d'Italia e 2 MVP dominando il palcoscenico italiano. Insomma denetevi forte sta per nascere una nuova stella non ha 5 punte bensì a 6.
 
== Biografia ==
=== LeVita origini e la famigliaprivata ===
Michael Jeffrey Jordan nascenacque il 17 febbraio 1963 nel quartiere di [[Brooklyn]], a [[New York]], dove i genitori Deloris, impiegata di [[banca]], e James R. Jordan Sr., meccanico in una [[centrale elettrica]], si erano appena trasferiti. Quarto di cinque figli, ha due fratelli (James R. Jordan Jr. e Larry) e due sorelle (Deloris, detta Sys e Roslyn, più piccola di un anno, ma che si diplomerà assieme a lui e con lui frequenterà la NCU).<ref name=":27">{{Cita|Lazenby|pp. 47-50}}.</ref> Poco dopo la nascita di Michael, la famiglia si trasferisce nuovamente, questa voltatrasferì a [[Wilmington (Carolina del Nord)|Wilmington]], nella [[Carolina del Nord]].<ref name="Alex">{{Cita|Sachare|pp. 172-173}}.</ref>, doveI ilsuoi piccologenitori Michaelebbero cresceun traapproccio l'amoredifferente maternocon elui: l'ostilitàmentre delsua padremadre fu protettiva nei suoi confronti, chesuo padre fu più duro, non perdeva occasione per schernirlo e per lamentarsi di lui; ostilitàquesto cheatteggiamento da parte di suo padre, come diràriconobbe anni dopo lo stesso Michael, contribuiràcontribuì ad alimentare la sua determinazione al miglioramento costante.<ref>{{Cita|Lazenby|p. name="lazenby"52}}.</ref>.
 
Il 2 settembre 1989 si sposò con Juanita Vanoy, più grande di lui di quattro anni. Ebbero tre figli: Jeffrey (nato nel 1988 prima del matrimonio, e che ha giocato a basket in NCAA dal 2007 al 2012, ma non tra i professionisti dopo essere rimasto scartato nel [[Draft NBA 2012|2012]]), Marcus (nato nel 1990, anch'egli ha giocato a basket in NCAA dal 2009 al 2012 e rimase undrafted nel 2013) e Jasmine (nata nel 1992).<ref>{{Cita web|url=https://basketball.realgm.com/player/Marcus-Jordan/Summary/2541|titolo=Marcus Jordan Player Profile|accesso=10 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190510235831/https://basketball.realgm.com/player/Marcus-Jordan/Summary/2541}}</ref> Nel 2006 la coppia ottiene il divorzio.<ref>{{Cita web|url=https://basketball.realgm.com/player/Jeff-Jordan/Summary/2535|titolo=Jeff Jordan Player Profile|lingua=en|accesso=10 maggio 2019}}</ref><ref name=":38">{{Cita news|autore=Alessandro Tommasi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2002/01/09/jordan-ti-lascio-dammi-la-meta.html|titolo=Jordan ti lascio dammi la metà|pubblicazione=la Repubblica|data=9 gennaio 2019|p=47|accesso=11 maggio 2019}}</ref><ref>{{Cita news|url=https://www.iltempo.it/sport/2006/12/31/news/basket-michael-jordan-divorzia-dopo-17-anni-di-matrimonio-563365/|titolo=BASKET Michael Jordan divorzia dopo 17 anni di matrimonio|pubblicazione=Il Tempo|data=31 dicembre 2006|accesso=11 maggio 2019}}</ref>
=== I primi studi e gli anni del liceo ===
Il giovane Michael frequenta la Emsley A. Laney High School, e viene ricordato come un ragazzo molto estroverso e burlone ma pigro, a differenza dei suoi fratelli James R. Jr. e Larry<ref name="lazenby"/>; non eccelle nello studio e, seppur a 13 anni frequenti -su consiglio della madre Deloris- un corso di [[economia domestica]] ("glielo consigliai ''per offrirgli un'opportunità in più''", dirà, anni dopo, la madre<ref name="lazenby"/>) impegna tutte le sue energie nello [[sport]], soprattutto [[baseball]], [[football americano]] e [[pallacanestro]], che inizia a conoscere all'età di 11 anni quando il padre costruisce un campetto nel giardino di casa<ref name="lazenby"/>.
 
Il 27 aprile 2013 sposò la modella cubana Yvette Prieto, di 15 anni più giovane.<ref>{{Cita web|autore=Ben Golliver|url=https://www.si.com/nba/point-forward/2013/04/28/michael-jordan-wedding-photos-yvette-prieto-florida-church-scottie-pippen-patrick-ewing|titolo=Michael Jordan marries Yvette Prieto in Florida wedding|data=27 aprile 2013|lingua=en|accesso=10 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190510235837/https://www.si.com/nba/point-forward/2013/04/28/michael-jordan-wedding-photos-yvette-prieto-florida-church-scottie-pippen-patrick-ewing}}</ref><ref>{{Cita news|autore=Alex Ballentine|url=https://bleacherreport.com/articles/1621319-michael-jordan-wedding-nba-legend-marries-35-year-old-model|titolo=Michael Jordan Wedding: NBA Legend Marries 35-Year-Old Model|pubblicazione=Bleacher Report|data=28 aprile 2013|lingua=en|accesso=11 maggio 2019}}</ref> Nel 2014 la coppia ha avuto due gemelle di nome Victoria e Ysabel.<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Nba/12-02-2014/basket-michael-jordan-diventa-papa-due-gemelle-8050621724.shtml|titolo=Nba, Michael Jordan diventa papà di due gemelle|data=12 febbraio 2014|accesso=11 maggio 2019}}</ref>
Tuttavia è un ragazzino molto gracile, per cui, dopo due anni promettenti come lanciatore della squadra di baseball locale, anni in cui lascia intuire enormi potenzialità, la sua carriera si interrompe bruscamente a causa proprio della sua ridotta stazza fisica, che gli impedisce di lanciare con la dovuta forza ed energia<ref name="lazenby"/>. L'ultimo anno delle medie viene quindi impiegato in altri ruoli all'interno della squadra, ma la sua aura di promessa del baseball svanisce rapidamente, lasciando il giovane Jordan piuttosto deluso. Parallelamente prova anche con la squadra locale di [[football americano]], giocando in difesa, e rendendosi -anche qui- protagonista di diverse prestazioni di rilievo fino a quando un contrasto di gioco piuttosto violento gli causa la lussazione della spalla inducendolo, di nuovo, a dirottare altrove la sua attenzione<ref name="lazenby"/>.
 
=== Gioco d'azzardo ===
Si dedica, dunque, alla [[pallacanestro]], giocando per la Laney High School; dopo due anni spesi -con ottimi risultati- tra le giovanili, prova a entrare in prima squadra, ma l'allenatore, Clifton "Pop" Herring, lo esclude, preferendogli il coetaneo Harvest Leroy Smith Jr. L'episodio, che segnerà indelebilmente la carriera di Herring, darà vita, a posteriori, a uno dei più grossi equivoci della storia dello sport, anche a causa dello stesso Jordan, che -come confesserà anni dopo- utilizzerà "''l'esclusione dalla squadra del liceo''" come stimolo a non cedere mai<ref name="lazenby"/>. È vero, infatti, che MJ era senza dubbio il miglior giocatore delle giovanili (la cosiddetta ''junior varsity'') e avrebbe dunque dovuto entrare, "di diritto", in prima squadra; tuttavia la sua esclusione si spiega -come confermato da chi, al di là dei sensazionalismi postumi (<small>"''MJ è stato tagliato quando era al liceo''</small>") visse quegli anni al fianco di Jordan- con il fatto che la prima squadra, composta, per regolamento, quasi interamente da giocatori del quarto e quinto anno, aveva un'altezza media piuttosto ridotta (su 10 giocatori, otto erano sotto i 185&nbsp;cm) e dunque aveva necessità di elementi alti; per questo Herring sceglie Smith, giocatore mediocre ma alto 201&nbsp;cm, anziché Jordan, che seppur nettamente più forte, misurava -all'epoca- solo 178&nbsp;cm<ref name="lazenby"/>.
Il 27 maggio 1993, nel periodo in cui giocava le finali di conference contro i [[New York Knicks]], venne visto in un [[casinò]] legato a [[Cosa nostra statunitense]]<ref name=":02">{{Cita news|autore=Vittorio Zucconi|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/08/15/dietro-jordan-vizi-mafia.html|titolo=Dietro i Jordan vizi e mafia|pubblicazione=la Repubblica|data=15 agosto 1993|p=20|accesso=29 marzo 2020}}</ref> di [[Atlantic City]];<ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9F0CE0DF1430F934A15756C0A965958260|titolo=Sports of The Times; Jordan's Atlantic City Caper|pubblicazione=The New York Times|data=27 maggio 1993|accesso=29 marzo 2020|urlarchivio=https://archive.is/20120714075658/http://www.nytimes.com/1993/05/27/sports/sports-of-the-times-jordan-s-atlantic-city-caper.html}}</ref> nel 1992, dovette coprire una perdita di 57.000 $ dovuti al [[gioco d'azzardo]].<ref name=":1">{{Cita web|url=https://bleacherreport.com/articles/131997-mjs-1st-retirement-was-it-a-secret-suspension|titolo=Michael Jordan's First Retirement: Was It a Secret Suspension?|autore=Marcel Smith|sito=Bleacher Report|lingua=en|accesso=29 marzo 2020}}</ref> Dopo il suo primo ritiro nel 1993 l'allora commissioner dell'NBA [[David Stern]] negò in più occasioni che quella di Jordan fosse una sospensione dovuta alla sua vita extracampo.<ref name=":1" /><ref>{{Cita web|url=http://www.espn.com/espn/page2/story?page=simmons/stern/060216|titolo=Curious Guy: David Stern|lingua=en|accesso=29 marzo 2020}}</ref>
 
=== Controversie ===
Invece di perdersi d'animo, Michael strumentalizza l'esclusione per motivare sé stesso, allenandosi duramente e senza sosta (e gettando, così, le basi di quella feroce determinazione che contraddistinguerà la sua carriera), anche se l'ossessione per la statura fisica rischia di minare le sue certezze, perché anche se fa, tutti i giorni, esercizi di trazione alla sbarra e prega (nel senso letterale del termine, come confesserà anni dopo la madre<ref name="lazenby"/>) tutte le sere di crescere, la sua statura non aumenta (d'altronde, a 15 anni, è già il più alto della sua famiglia) e lo sconforto rischia di farlo abbandonare; per fortuna -leggenda narra- un pomeriggio incontra un cugino del padre alto quasi due metri<ref name="lazenby"/> sicché la speranza si riaccende; difatti di lì a poco cominceranno i dolori alle ginocchia, preludio di una rapida quanto insperata crescita di 12&nbsp;cm in pochi mesi.
Durante il mese di maggio del 2010, Jordan venne criticato per essere apparso in uno spot pubblicitario della [[Hanes]] mentre portava dei [[baffi a spazzolino]], che vengono spesso associati ad [[Adolf Hitler]].<ref>{{cita web|url=http://www.slurvemag.com/magazine/index.php?option=com_content&view=article&id=478:michael-jordans-hitler-moustache&catid=138:basketball&Itemid=12|titolo=Michael Jordan's Hitler Moustache|accesso=17 settembre 2020|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120425150106/http://www.slurvemag.com/magazine/index.php?option=com_content&view=article&id=478:michael-jordans-hitler-moustache&catid=138:basketball&Itemid=12}}</ref><ref>{{cita news|lingua=en|url=https://www.cbsnews.com/news/how-michael-jordans-hitler-moustache-boosted-sales-at-hanes/|titolo=How Michael Jordan's Hitler Moustache Boosted Sales at Hanes|pubblicazione=CBS News|accesso=17 settembre 2020}}</ref><ref name=Barkley>{{cita web|url=https://sports.yahoo.com/blogs/nba-trey-kerby/charles-barkley-says-were-thinking-mjs-mustache--nba.html|titolo=Charles Barkley says what we're all thinking about MJ's mustache|accesso=17 settembre 2020|lingua=en}}</ref> L'amico [[Charles Barkley]] dichiarò al riguardo:<ref name=Barkley/>{{citazione|Ammetto che non so a cosa stessero pensando lui (Michael Jordan) o la Hanes in quel momento. Mi sembra semplicemente un'idea brutta e stupida.}}
 
== Caratteristiche tecniche ==
Il risultato è che all'inizio del suo quarto anno al liceo, Jordan è alto 190&nbsp;cm; a quel punto non ci sono più ostacoli al suo ingresso in prima squadra, dove indossa, per la prima volta, il numero 23 (che sceglie perché è "''quasi la metà di 45 ''", il numero di canotta di suo fratello Larry) e, diventa, ben presto, leader dentro e fuori dal campo grazie alle sue capacità tecniche e alle sue doti caratteriali. Tuttavia i Laney Buccaneers sono troppo deboli per ambire al titolo statale, anche se concludono l'anno con un record in attivo (13-11) e Jordan chiude la stagione con 24.6 punti e 11.8 rimbalzi a partita. Durante l'estate partecipa al torneo riservato ai migliori prospetti liceali del quarto anno, facendo così conoscere il suo nome a tutti gli osservatori che, causa le difficili opportunità di ''scouting'' dell'epoca (non c'erano i mezzi tecnologici di oggi e l'unica rivista di settore, il celeberrimo Street&Smith's, usciva una volta all'anno, spesso con notizie già superate), ignoravano il suo nome.
[[File:Jordan Lipofsky.jpg|thumb|Jordan nel 1997]]
Jordan giocava come [[guardia tiratrice]], con un'altezza dichiarata di 198&nbsp;cm e con un peso che in carriera è oscillato tra i 90 e i 100&nbsp;kg.<ref name=bio/> Dotato di tecnica offensiva, abile nel ''crossover'' con entrambe le mani e nel gioco spalle al canestro,<ref name=brown>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/hubieonjordan.html|titolo=Hubie Brown on Jordan|accesso=22 novembre 2015|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100411031316/http://www.nba.com/jordan/hubieonjordan.html}}</ref> possedeva un rapido primo passo e doti acrobatiche,<ref name=nba/> che gli consentirono di distinguersi come uno dei più grandi schiacciatori di sempre,<ref>{{cita news|autore=Michele Talamazzi|titolo=Micheal Jordan, 31 anni dal debutto: "Saltava e schiacciava sopra tutti"|data=29 ottobre 2015|accesso=21 novembre 2015|url=http://www.gazzetta.it/Nba/29-10-2015/micheal-jordan-31-anni-debutto-saltava-schiacciava-sopra-tutti-130704204887.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151122103732/http://www.gazzetta.it/Nba/29-10-2015/micheal-jordan-31-anni-debutto-saltava-schiacciava-sopra-tutti-130704204887.shtml}}</ref> come dimostrano le due vittorie all'[[NBA Slam Dunk Contest]].<ref name=:57>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/mjslamdunk.html|titolo=Slam Dunk Highlights|accesso=20 novembre 2015|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151210130132/http://www.nba.com/jordan/mjslamdunk.html}}</ref>
 
Nella fase finale della sua carriera, quando il suo atletismo era diminuito per via dell'età e del periodo di lontananza dalla pallacanestro, Jordan perfezionò il [[Fade-away (pallacanestro)|tiro in allontanamento]], una tecnica che gli consentiva di eludere le braccia protese dei difensori e che divenne un suo marchio di fabbrica tanto quanto le schiacciate che lo contraddistinsero da giovane.<ref name=bleacher>{{cita news|autore=J.M. Poulard|titolo=Is Michael Jordan the Greatest Perimeter Post Player of All Time?|data=29 agosto 2013|accesso=21 novembre 2015|lingua=en|url=http://bleacherreport.com/articles/1749229-is-michael-jordan-the-greatest-perimeter-post-player-of-all-time|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151122032600/http://bleacherreport.com/articles/1749229-is-michael-jordan-the-greatest-perimeter-post-player-of-all-time}}</ref><ref>{{cita news|autore=Whet Moser|titolo=LeBron James Isn't Michael Jordan Yet, But He's Getting There|data=21 giugno 2013|accesso=21 novembre 2015|lingua=en|url=http://www.chicagomag.com/Chicago-Magazine/The-312/June-2013/LeBron-Isnt-Michael-Jordan-Yet-But-Hes-Preparing-to-Be/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151121220812/http://www.chicagomag.com/Chicago-Magazine/The-312/June-2013/LeBron-Isnt-Michael-Jordan-Yet-But-Hes-Preparing-to-Be/}}</ref> Specialista nel tiro dalla media distanza, Jordan non era altrettanto abile nel [[tiro da tre punti]]: le sue percentuali da dietro l'arco sono state altalenanti per buona parte della sua carriera, ad eccezione del periodo compreso tra il 1994 e il 1997, in cui Jordan, favorito anche dal temporaneo abbassamento dell'arco da 7,25 m a 6,75 m,<ref>{{cita news|autore=Zachmo Marsupalami|titolo=Why Michael Jordan Was a Better 3-Point Shooter Than Kobe Bryant|data=13 settembre 2011|accesso=21 novembre 2015|lingua=en|url=http://bleacherreport.com/articles/848406-why-michael-jordan-was-better-at-three-point-shooting-than-kobe-bryant|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151121235545/http://bleacherreport.com/articles/848406-why-michael-jordan-was-better-at-three-point-shooting-than-kobe-bryant}}</ref><ref>{{cita web|url=http://espn.go.com/blog/truehoop/post/_/id/62024/mjs-forgotten-advantage-over-lebron|titolo=Jordan's forgotten advantage over LeBron|data=13 agosto 2013|lingua=en|accesso=21 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151122072825/http://espn.go.com/blog/truehoop/post/_/id/62024/mjs-forgotten-advantage-over-lebron}}</ref> migliorò le proprie percentuali, innalzando la propria media in carriera a 35% (poi sceso a 32,7 dopo le ultime tre stagioni). A corredo delle sue doti da realizzatore, vanno citate l'abilità a [[rimbalzo]], l'efficacia nel [[tiro libero]], la comprensione tattica del gioco e capacità di passatore spesso sottovalutate, retaggio dei primi due anni al liceo, durante i quali mandare a canestro i compagni era opzione non di rado privilegiata rispetto alla realizzazione individuale.<ref name=st>{{cita web|url=http://www.nba.com/history/players/jordan_stats.html|titolo=Michael Jordan Career Stats|accesso=21 novembre 2015|lingua=en|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6E2Auefez?url=http://www.nba.com/history/players/jordan_stats.html}}</ref><ref name=lazenby>{{cita|Lazenby}}.</ref>
Il quinto e ultimo anno di liceo, Jordan aiuta la Laney a migliorare il proprio record, anche se la corsa al titolo si arresta in semifinale play-off contro la New Hanover High School del futuro giocatore NBA [[Kenny Gattison]]; tuttavia Michael, che a quel punto è considerato, da tutti gli addetti ai lavori, il miglior prospetto liceale d'America assieme a Aubrey Sherrod, allo stesso Gattison e a tale [[Patrick Ewing]], incrementa ancora le sue cifre e, a fine anno, viene convocato al McDonald's Invitational Tournament e cioè l'[[All Star Game]] delle [[High School]].<ref>{{cita news|lingua=en|url=http://www.nytimes.com/2001/12/07/sports/plus-basketball-a-mcdonald-s-game-for-girls-too.html|titolo=Plus: Basketball; A McDonald's Game For Girls, Too|data=7 dicembre 2001|pubblicazione=The New York Times}}</ref>. In estate comunica, in una conferenza stampa locale ma ugualmente molto seguita<ref name="lazenby"/>, di aver scelto la prestigiosa [[University of North Carolina]] di [[coach (sport)|coach]] [[Dean Smith]] a discapito di altrettanto prestigiose università (tra le quali [[Università Duke|Duke]] e [[Università di Syracuse|Syracuse]]) ugualmente desiderose di reclutarlo.
 
Michael Jordan è inoltre stato considerato uno dei migliori difensori della NBA,<ref>{{cita news|lingua=en|autore=Ira Berkow|url=https://www.nytimes.com/1991/06/15/sports/sports-of-the-times-air-jordan-and-just-plain-folks.html|titolo=Sports of The Times; Air Jordan And Just Plain Folks|pubblicazione=New York Times|data=15 giugno 1991|p=29|accesso=18 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190404002127/https://www.nytimes.com/1991/06/15/sports/sports-of-the-times-air-jordan-and-just-plain-folks.html}}</ref> capace di formare, assieme a [[Scottie Pippen]], una delle coppie difensive più forti di sempre. Jordan era solito prendere in consegna il ''top scorer'' avversario, marcandolo con efficacia grazie a una combinazione di forza fisica, velocità e riflessi;<ref name=:34>{{cita news|autore=Darko Mihajlovski|titolo=Michael Jordan and the Greatest Lockdown, Man-To-Man Defenders in NBA History|data=4 dicembre 2010|accesso=22 novembre 2015|lingua=en|url=http://bleacherreport.com/articles/519666-lock-down-defensethe-greatest-man-to-man-defenders-in-the-nba-history/page/12|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151122202553/http://bleacherreport.com/articles/519666-lock-down-defensethe-greatest-man-to-man-defenders-in-the-nba-history/page/12}}</ref> abile [[stoppata|stoppatore]], era un difensore pericoloso anche lontano dalla palla, come confermano le medie statistiche in carriera sui recuperi difensivi.<ref name=st/><ref>{{Cita web|url=https://www.dunkest.com/it/nba/notizie/29301/record-palle-rubate-nba|titolo=Record Palle Rubate NBA, la classifica di sempre|lingua=it|accesso=10 marzo 2021}}</ref>
=== Gli anni a UNC ===
[[File:Michael Jordan UNC Jersey cropped.jpg|thumb|Il numero 23 di Jordan appeso al soffitto del [[Dean Smith Center]].]]
 
Oltre che per le doti tecniche e fisiche mostrate sul campo, si è distinto per la sua mentalità vincente e competitiva,<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/hoop_oneforages.html|titolo=Like No Other|accesso=20 novembre 2015|autore=Art Thiel|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150721201826/http://www.nba.com/jordan/hoop_oneforages.html}}</ref> la regolare costanza di rendimento di stagione in stagione e la naturale leadership esercitata sui suoi compagni.<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/is_philonmj.html|titolo=Michael and Me|accesso=20 novembre 2015|autore=[[Phil Jackson]]|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070211230443/http://www.nba.com/jordan/is_philonmj.html}}</ref> Una delle peculiarità più apprezzate è sempre stata la sua abilità nel giocare sotto pressione ed effettuare le giocate decisive delle partite: alcuni esempi sono il tiro con cui decise le NBA Finals del 1998 contro gli [[Utah Jazz]] e i due punti coi quali sconfisse nei [[play-off]] del 1989 i [[Cleveland Cavaliers]]; degna di nota anche la prestazione in gara 1 delle Finals del 1992 contro i [[Portland Trail Blazers]], chiusa con 6/10 da oltre l'arco.<ref name=:36>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/jordan_92_finals.html|titolo=Jordan blazes away from long range|lingua=en|accesso=21 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180331175340/https://www.nba.com/jordan/jordan_92_finals.html}}</ref>
Alla UNC, Jordan deve confrontarsi con un allenatore dalla forte personalità e con il suo sistema di gioco, oltre che con i due giocatori più forti della squadra, situazioni alle quali non è abituato, venendo da una realtà liceale nella quale era stato leader indiscusso. Eppure, contro ogni aspettativa, Michael (che fino ad allora voleva essere chiamato Magic Mike,<ref name=lazenby/>) accetta di farsi guidare da Dean Smith, entrando appieno nel suo sistema di gioco e instaura un'ottima convivenza con [[James Worthy]] e [[Sam Perkins]] (nonostante il suo iniziale eccesso di spavalderia, che lo porterà a provocare continuamente Worthy fino a quando, perse due sfide su tre di uno contro uno, cambierà atteggiamento), dando vita a un'alchimia di squadra perfetta che, a detta di numerosi addetti ai lavori, sarà il vero segreto della fantastica stagione dei Tar Heels. Il primo anno di college è dunque un anno di apprendimento, sebbene, per coincidenze fortunose, Jordan parta in quintetto per tutta la stagione (circostanza del tutto inconcepibile per Dean Smith che era solito relegare i giocatori più giovani in panchina); tiene una media di oltre 15 punti a partita ma senza quei lampi di classe che, anni dopo, avrebbero rappresentato la ''routine ''; il campionato termina, tuttavia, in grande stile, visto che nella finale per il titolo [[National Collegiate Athletic Association|NCAA]] del 1982 contro la Georgetown di [[Patrick Ewing]] -giocata al Superdome di [[New Orleans]] davanti a oltre 61.000 spettatori (cui si aggiunsero i 17 milioni che la videro in Tv)- Michael mette a segno il tiro vincente a 15 secondi dal termine della partita, regalando così alla sua squadra il titolo<ref name="lazenby"/> (sebbene il vero eroe sia [[James Worthy]], che difatti vince il titolo di MVP del torneo). A fine partita, negli spogliatoi, Jordan risponde così all'unico giornalista (<small>della NBC</small>) che lo sta intervistando:"''davvero non ho avvertito alcuna pressione. Era un tiro come un altro''"<ref name="lazenby"/>.
 
== Carriera ==
In realtà, quel tiro gli cambia per sempre la vita, perché UNC aspettava il titolo NCAA da troppo tempo e quando finalmente arriva, i festeggiamenti vanno avanti per settimane e Jordan viene incensato come un re. Se prima di quella finale era considerato, dall'opinione pubblica, come un giocatore molto forte ma comunque al pari di tanti altri, da quel momento diviene un vero e proprio personaggio, seguito ovunque da tifosi e semplici curiosi. Come ricorda lui stesso "''prima il mio nome era Mike, tutti mi chiamavano Mike Jordan, ma dopo il tiro ero diventato Michael Jordan ''".<ref name=lazenby/> Nonostante il nuovo status di star collegiale, durante l'estate si allena intensamente (fedele al suo spirito agonistico) e, grazie alla crescita in altezza di ulteriori 5 centimetri, all'inizio della seconda stagione lascia sbigottiti compagni di squadra e tecnici per le sue migliorate condizioni fisiche e tecniche. E difatti la stagione 1982 è quella della sua definitiva consacrazione cestistica e -se in attacco viene considerato ormai da tutti come il più forte giocatore di college (la media punti sale -complice l'introduzione del tiro da tre punti- a quasi 21 a partita, con 5.8 rimbalzi)- è in difesa che diventa determinante, stupendo gli addetti ai lavori di mezza America (compreso il mitico commentatore Dick Vitale), che a quel punto si convincono di avere di fronte un vero e proprio fenomeno. Ciò nonostante, la stagione di UNC parte in sordina, soprattutto perché non c'è più [[James Worthy]], che, dietro insistenza del suo allenatore, ha lasciato iTar Heels con un anno di anticipo per andare in NBA (ai [[Los Angeles Lakers]] come prima scelta assoluta del Draft 1982) e si conclude anzitempo alle finali regionali contro Georgia; nonostante le sue statistiche, Jordan non vince neppure il trofeo di MVP, assegnato, con merito, al devastante centro di Virginia [[Ralph Sampson]] (che proprio quell'estate verrà selezionato, come prima scelta assoluta, dagli [[Houston Rockets]] dell'Nba).
=== High School ===
[[File:JordanSmithWorthy1.jpg|thumb|left|Jordan con [[James Worthy]] e [[Dean Smith]], rispettivamente compagno di squadra e allenatore al college, nel 2007.]]
Il giovane Michael frequentò la [[Emsley A. Laney High School]], ricordato come un ragazzo estroverso, non eccelleva nello studio.<ref name=":29">{{Cita|Lazenby|pp. 93-102}}.</ref> A 13 anni frequentò un corso di [[economia domestica]] su consiglio della madre,<ref name=:29/> ma impegnò tutte le sue energie nello sport, giocando a [[baseball]], [[football americano]] e [[pallacanestro]], sport che iniziò a conoscere all'età di 11 anni, quando il padre costruì un campetto nel giardino di casa.<ref>{{Cita|Lazenby|p. 60}}.</ref>
 
Era un ragazzino molto gracile, per cui, dopo due anni promettenti come lanciatore della squadra di baseball locale, anni in cui lasciò intuire di avere potenzialità, la sua carriera si interruppe bruscamente a causa della sua ridotta fisicità, che gli impediva di lanciare con la dovuta forza ed energia.<ref name=lazenby/> Venne impiegato in altri ruoli all'interno della squadra e questo lo spinse ad abbandonare.<ref name=":17">{{Cita|Lazenby|pp. 85-89}}.</ref> Parallelamente provò anche con la squadra locale di [[football americano]], giocando in difesa con discreti risultati, fino a quando un contrasto di gioco gli causò la lussazione della spalla inducendolo di nuovo a dirottare altrove la sua attenzione.<ref name=":17" />
In estate partecipa ai giochi Panamericani con la squadra degli Stati Uniti, che -ovviamente (anche se con qualche affanno)- vincono la competizione; assieme a lui molti futuri protagonisti della [[NBA]], tra cui [[Chris Mullin]] e [[Mark Price]], che risulta essere il giocatore più determinante della squadra anche se Jordan sarà il miglior marcatore con 17.3 punti a partita nonostante un'infiammazione al tendine del ginocchio destro ne limiti il rendimento.
 
Si dedicò dunque alla [[pallacanestro]], giocando per i [[Emsley A. Laney High School|Laney High School Buccaneers]]; dopo due anni tra le giovanili, provò a entrare in prima squadra, ma l'allenatore, Clifton "Pop" Herring, lo escluse, nonostante Jordan fosse considerato il miglior giocatore delle giovanili preferendogli Harvest Leroy Smith jr. perché era più alto.<ref name=":17" /><ref>{{Cita news|autore=Bob Cook|titolo=The Reality Behind the Myth of the Coach Who Cut Michael Jordan|data=10 gennaio 2012|accesso=28 marzo 2019|lingua=en|url=https://www.forbes.com/sites/bobcook/2012/01/10/the-reality-behind-the-myth-of-the-coach-who-cut-michael-jordan-in-high-school/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190328201548/https://www.forbes.com/sites/bobcook/2012/01/10/the-reality-behind-the-myth-of-the-coach-who-cut-michael-jordan-in-high-school/}}</ref> L'episodio dell'esclusione dalla prima squadra servì a Michael Jordan per migliorarsi.<ref name=":29" /> La sua esclusione si spiegò, come confermato da chi visse quegli anni al fianco di Jordan, con il fatto che la prima squadra, composta per regolamento quasi interamente da giocatori del quarto e quinto anno, aveva un'altezza media piuttosto ridotta (su 10 giocatori, otto erano sotto i 185&nbsp;cm) e dunque aveva necessità di elementi alti; per questo Herring scelse Smith, giocatore che non ebbe molta fortuna tra i professionisti, anziché Jordan che misurava 178&nbsp;cm.<ref name=":29" />
Il terzo anno sembra iniziare sotto i migliori auspici; Jordan è in forma fisica eccezionale e i Tar Heels sono la squadra da battere: oltre al 23 e a [[Sam Perkins]] (all'ultimo anno), ci sono il secondo anno [[Brad Daugherty (cestista)|Brad Daugherty]] e la matricola al fosforo [[Kenny Smith]] (entrambi futuri giocatori NBA), oltre al gruppo dell'anno precedente, tant'è che, a detta di molti, questa è la miglior formazione allenata da [[Dean Smith]]. E difatti UNC parte come un rullo e arriva agli ottavi del torneo NCAA (tra le cosiddette ''sweet sixteen'') dove incontra gli Indiana Hoosiers di [[Bobby Knight]]. Jordan, pur essendo a tutti gli effetti il miglior prospetto d'America, gioca una stagione sottotono, limitando la propria individualità per adattarsi, ancora una volta (e non senza frustrazione), al "sistema Smith"; in questo senso gli addetti ai lavori parlano di maturazione definitiva di Jordan (la stessa che -anni dopo- lo aiuterà a partecipare appieno al sistema di gioco di [[Tex Winter]] e [[Phil Jackson]]), anche se non mancano di criticare l'allenatore per aver sacrificato Jordan sull'altare delle proprie idee. A queste critiche risponderà, anni dopo, lo stesso Jordan, dicendo:"''non conoscevo il gioco, me lo ha insegnato lui. Dean Smith mi diede la competenza necessaria per segnare trentasette punti a partita, è questo che la gente non capisce''"<ref name="lazenby"/>. Ma proprio il sistema di Dean Smith va in crisi nella partita con Indiana, che da sfavorita, batte UNC 72-68; Jordan, limitato dalle scelte del suo allenatore, chiude con soli 13 punti e un misero 6 su 14 al tiro.
Seguono giorni di dubbi, perché MJ non sa se lasciare, come Worthy, l'università con un anno di anticipo oppure rimanere fino alla fine, assecondando il desiderio della madre Deloris di vedere i suoi due figli più piccoli (Michael e Roslyn) laurearsi insieme alla UNC. È ancora una volta Smith a convincere un suo giocatore al grande salto, cosicché il 5 maggio 1984 Jordan annuncia la propria scelta di passare professionista. Secondo alcune malelingue (su tutti [[Jerry Krause]]), Smith riteneva che Jordan stesse offuscando il suo sistema e dunque spinse per liberarsene<ref name="lazenby"/>, ma la verità è che MJ era pronto per passare ai pro e il suo allenatore l'aveva capito.
 
All'inizio del suo quarto anno al liceo raggiunse i 190&nbsp;cm<ref>{{cita|Lazenby|p. 125}}.</ref> ed entrò in prima squadra dove indossò per la prima volta il numero 23, come omaggio a suo fratello Larry.<ref name=:42/> Michael Jordan chiuse la stagione con 24,6 punti e 11,8 rimbalzi a partita.
Dopo aver vinto il premio [[Naismith College Player of the Year]], il [[John R. Wooden Award]] e l'[[Adolph Rupp Trophy]] nel 1984 decide di lasciare con un anno di anticipo il college per dichiararsi eleggibile al [[Draft NBA 1984]] (tornerà comunque all'università per conseguire la laurea nel 1986)<ref>{{Cita|Morris|p. 67}}.</ref>, dove viene selezionato dai [[Chicago Bulls]] come terza scelta assoluta, dietro [[Hakeem Olajuwon]] e [[Sam Bowie]].
 
Il quinto e ultimo anno di liceo, aiutò la Laney a migliorare il proprio record, anche se la corsa al titolo si arrestò in semifinale playoffs contro la New Hanover High School del futuro giocatore NBA [[Kenny Gattison]].<ref>{{Cita web|lingua=en|autore=Curry Kirkpatrick|url=https://www.si.com/vault/1991/12/23/125668/the-unlikeliest-homeboy-for-all-his-fame-and-fortune-jordan-is-at-heart-just-a-carolina-kid-called-mike|titolo=The Unlikeliest Homeboy: Michael Jordan, 1991 Sportsman of the Year|data=23 dicembre 1991|accesso=11 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511182034/https://www.si.com/vault/1991/12/23/125668/the-unlikeliest-homeboy-for-all-his-fame-and-fortune-jordan-is-at-heart-just-a-carolina-kid-called-mike}}</ref> Jordan, che a quel punto fu considerato dagli addetti ai lavori il liceale d'America più promettente assieme a Aubrey Sherrod, allo stesso Gattison e a [[Patrick Ewing]], incrementò ancora le sue cifre, e a fine anno fu convocato al McDonald's Invitational Tournament.<ref name=":32">{{Cita|Lazenby|pp. 166-169}}.</ref> Realizzò 30 punti (record) con 13 tiri segnati dal campo su 19, 4 su 4 ai tiri liberi, 6 palle rubate e 4 assist,segnando anche nei secondi finali i due tiri liberi che portarono la sfida sul definitivo 96-95; alla buona prestazione non seguì la nomina ad MVP della gara.<ref name=:32/> In estate comunicò, in una conferenza stampa che ebbe luogo nel proprio domicilio,<ref>{{Cita|Lazenby|p. 155}}.</ref> di aver scelto l'[[Università della Carolina del Nord a Chapel Hill]] guidata da [[Dean Smith]] rifiutando altre importanti offerte.<ref>{{Cita web|autore=Darren Rovell|url=http://www.espn.com/mens-college-basketball/story/_/id/10274561|titolo=MJ letters found in storage, up for auction|lingua=en|data=11 gennaio 2014|accesso=31 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190531214251/http://www.espn.com/mens-college-basketball/story/_/id/10274561}}</ref>
=== Olimpiadi 1984: il primo oro ===
 
=== College ===
L'estate del 1984 è quella della [[XXIII Olimpiade]] a [[Los Angeles]] e Michael Jordan viene convocato da coach [[Bob Knight]] nella nazionale statunitense, composta da soli giocatori universitari, assieme a [[Sam Perkins]], [[Patrick Ewing]], [[Chris Mullin]], Wyman Tisdale, Leon Wood, Alvin Robertson, [[Joe Kleine]], John Koncak, [[Jeff Turner]], [[Vern Fleming]] e Steve Alford. Già nelle amichevoli di preparazione contro selezioni di giocatori NBA, Jordan mette in mostra tutto il suo strabordante talento, guadagnandosi la definitiva consacrazione, pur non avendo ancora giocati un minuto di basket professionistico. [[Pat Riley]], allenatore dei Lakers che quell'estate guida una delle selezioni, ammette, nel dopopartita "''è il giocatore più dotato che ho mai visto su un campo da basket''"<ref name="lazenby"/> mentre lo stesso Knight, notoriamente molto restìo a elogiare i propri giocatori, confida a Billy Packer (storico giornalista di college basketball): "''Prima avevo dei dubbi su Michael Jordan, ma ora so che diventerà il più grande giocatore di basket mai esistito ''"<ref name="lazenby"/>. A
[[File:Michael Jordan UNC Jersey cropped.jpg|thumb|left|Il numero 23 di Jordan appeso al soffitto del [[Dean Smith Center]]]]
Los Angeles arriva un oro molto agevole per gli americani, aiutati anche dal boicottaggio sovietico che toglie loro l'avversario più temibile; la squadra vince 8 partite su 8 con un margine di scarto medio di 32 punti. Jordan, seppur imbrigliato dai rigidi schemi offensivi di Knight, è il miglior realizzatore con 17.1 punti a partita e a fine competizione dichiara, a un giornalista estero che gli mostra una rivista secondo cui è il più forte giocatore del mondo:"''finora non ho ancora incontrato qualcuno che mi abbia impedito di fare quello che voglio fare ''<ref name="lazenby"/>.
Alla UNC, Jordan dovette confrontarsi con un allenatore dalla forte personalità e con il suo sistema di gioco, oltre che con i due giocatori più forti della squadra, dividendo così la leadership tecnica.<ref>{{cita|Lazenby|p. 194}}.</ref> Sotto la guida di Dean Smith entrò appieno nel suo sistema di gioco e instaurò una discreta convivenza con [[James Worthy]] e [[Sam Perkins]], formando una buona alchimia collettiva, rivelandosi una strategia vincente per la stagione dei Tar Heels.<ref>{{Cita news|autore=Scott Davis|titolo=WHERE ARE THEY NOW? Michael Jordan's legendary UNC national Championship team|data=19 marzo 2019|accesso=28 marzo 2019|lingua=en|url=https://www.businessinsider.com/michael-jordan-1982-unc-tar-heels-ncaa-champions-2018-3|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190328201548/https://www.businessinsider.com/michael-jordan-1982-unc-tar-heels-ncaa-champions-2018-3}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|url=https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/library/sports/basketball/122683bkn-jordan.html|titolo=Jordan Settles Into Success as a Tar Heel|pubblicazione=[[The New York Times]]|accesso=28 marzo 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190328201548/https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/library/sports/basketball/122683bkn-jordan.html}}</ref> Il primo anno di college fu un anno di apprendimento, sebbene, per coincidenze fortunose, Jordan partì in quintetto per tutta la stagione; tenne una media di oltre 15 punti a partita. Nella finale per il titolo [[National Collegiate Athletic Association|NCAA]] del 1982 contro la Georgetown di [[Patrick Ewing]], giocata al Superdome di [[New Orleans]] davanti a {{formatnum:61612}} spettatori (cui si aggiunsero i 17 milioni che la videro in TV),<ref>{{cita|Lazenby|p. 202}}.</ref> Jordan mise a segno il tiro vincente a 15 secondi dal termine della partita, contribuendo così alla conquista del titolo.<ref>{{cita|Lazenby|p. 205}}.</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.nba.com/history/players/worthy_summary.html|titolo=NBA.com: James Worthy Summary|accesso=29 marzo 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190329205443/https://www.nba.com/history/players/worthy_summary.html}}</ref> A fine partita, negli spogliatoi, Jordan rispose così a un giornalista (della [[NBC]]) che lo stava intervistando: "Davvero non ho avvertito alcuna pressione. Era un tiro come un altro".<ref>{{cita|Lazenby|p. 207}}.</ref>
 
In realtà, quel tiro gli cambiò in positivo la carriera, perché UNC aspettava il titolo NCAA da tanto tempo e quando finalmente arrivò, i festeggiamenti andarono avanti per settimane e Jordan venne molto celebrato dai tifosi. Se prima di quella finale era considerato, dall'opinione pubblica, come un giocatore molto forte ma comunque al pari di tanti altri, da quel momento la percezione che i tifosi avevano di lui cambiò. Come ricorda lui stesso "prima il mio nome era Mike, tutti mi chiamavano Mike Jordan, ma dopo il tiro ero diventato Michael Jordan".<ref name=:48>{{cita|Lazenby|p. 210}}.</ref> Nonostante il nuovo status di star collegiale, durante l'estate si allenò intensamente<ref name=:44/> e, grazie alla crescita in altezza di ulteriori 5 centimetri,<ref name=:44/> all'inizio della seconda stagione sia i compagni di squadra sia i tecnici, poterono constatare i suoi miglioramenti fisici e tecnici. La stagione 1982 fu l'annata della sua definitiva consacrazione cestistica e, se in attacco venne considerato ormai da tutti come il più forte giocatore di college (la media punti salì, complice l'introduzione del tiro da tre punti, a quasi 21 a partita, con 5,8 rimbalzi), fu in difesa che diventò determinante, stupendo gli addetti ai lavori di metà degli USA (compreso il commentatore Dick Vitale), che a quel punto si convinsero di avere di fronte un giocatore dal grande potenziale.<ref name=:49>{{Cita|Porter|p. 14}}.</ref> Ciò nonostante, la stagione di UNC partì in sordina, soprattutto perché non c'era più [[James Worthy]], che, dietro insistenza del suo allenatore, lasciò i Tar Heels con un anno di anticipo per andare in NBA (ai [[Los Angeles Lakers]] come prima scelta assoluta del Draft 1982) e si concluse anzitempo alle finali regionali contro Georgia; nonostante le sue statistiche, Jordan non vinse neppure il trofeo di MVP, assegnato al centro di Virginia [[Ralph Sampson]].<ref name=":44">{{cita|Lazenby|pp. 215-217}}.</ref><ref>{{cita|Lazenby|p. 10}}.</ref>
=== L'arrivo nella NBA e i primi anni ===
[[File:JordanSmithWorthy1.jpg|thumb|Jordan tra [[James Worthy]] e [[Dean Smith]], rispettivamente compagno di squadra e allenatore al college, nel 2007]]
Il 12 settembre 1984 i Bulls annunciano che Jordan ha firmato un contratto di 7 anni per 6 milioni di dollari, il terzo più alto nella storia dell'NBA dopo quello dei due centri di Houston [[Hakeem Olajuwon]] e [[Ralph Sampson]]. Molti analisti e procuratori definiscono azzardata la scelta del giocatore di vincolarsi per così tanti anni proprio in un momento in cui gli stipendi dei giocatori sono in rapida ascesa, ma MJ è molto soddisfatto, anche perché è riuscito a far inserire nell'accordo negoziale la clausola "''love of the game ''", che -in deroga alla regola generale per cui ogni franchigia può risolvere il contratto con i giocatori che si infortunano svolgendo attività diverse da quella della squadra- gli consente di giocare dove e quando vuole senza correre alcun rischio in caso di infortunio. Firmato il contratto, Jordan dichiara ai giornalisti di Chicago:"''non vedo l'ora di integrarmi con i Bulls. Non sarà il Michael Jordan Show: sarò solo un elemento della squadra ''"<ref name="lazenby"/>.
 
In estate partecipò ai giochi Panamericani con la squadra degli Stati Uniti, che, seppur con qualche affanno, vinsero la competizione battendo in finale Porto Rico per 101-85; a fine torneo Jordan fu il miglior marcatore con 17,3 punti a partita nonostante un'infiammazione al tendine del ginocchio destro ne avesse limitato il rendimento. La sua migliore prestazione fu contro il [[Nazionale di pallacanestro del Brasile|Brasile]], partita in cui segnò 27 punti.<ref name=:21>{{cita|Lazenby|p. 234}}.</ref><ref name=":22">{{Cita web|url=https://www.usab.com:443/history/pan-am-mens/ninth-pan-american-games-1983.aspx|titolo=Ninth Pan American Games - 1983|lingua=en|data=3 maggio 2019|accesso=20 novembre 2020}}</ref>
Nello stesso periodo, la [[Nike (azienda)|Nike]], un'azienda di scarpe dell'Oregon con un fatturato annuo di 25 milioni di dollari, sta cercando nuovi canali di espansione e, grazie a un suo lungimirante agente, Sonny Vaccaro, sta colonizzando il mondo del basket, dapprima quello collegiale e poi quello NBA. Ed è proprio Vaccaro a intuire l'enorme potenziale di Jordan e a convincere Nike a scommettere ingenti risorse su un ragazzo che non ha ancora giocato neppure un minuto tra i professionisti (e che, tra l'altro, voleva firmare con la [[Adidas]], come confesserà lui stesso anni dopo <ref name="lazenby"/>). Nasce così la linea [[Air Jordan]] (il nome viene inventato da Peter Moore, designer creativo della Nike, e il logo è uno stemma con ali che cinge un pallone da basket): Michael -che da quel momento acquisirà il soprannome Air- firma un contratto di 2 milioni di dollari in 5 anni oltre a una percentuale su ogni scarpa, un investimento senza precedenti per un atleta non professionista, tanto che la madre Deloris dirà :"''Ci vogliono come soci ''"<ref name="lazenby"/>.
[[File:Michael Jordan - 1985 - Stefanel Trieste.jpg|thumb|Jordan, appena eletto ''[[NBA Rookie of the Year Award|rookie of the year]]'' del campionato [[National Basketball Association 1984-1985|NBA 1984-85]] con i [[Chicago Bulls]], qui in canotta [[Stefanel Trieste|Stefanel]] per un ''match'' esibizione a Trieste nell'estate 1985, nell'ambito del lancio italiano delle scarpe ''[[Air Jordan|Air Jordan I]]''.]]
 
Il terzo anno iniziò sotto i migliori auspici: i Tar Heels erano la squadra da battere, in rosa c'erano [[Sam Perkins]], [[Brad Daugherty (cestista)|Brad Daugherty]] e [[Kenny Smith]], venendo riconosciuta come la migliore formazione allenata da [[Dean Smith]].<ref name=:21/><ref>{{Cita news|autore=Peter Alfano|titolo=Jordan Settles into Success as a Tar Heel|data=26 dicembre 1983|accesso=3 maggio 2019|lingua=en|url=https://www.nytimes.com/1983/12/26/sports/jordan-settles-into-success-as-a-tar-heel.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190503222623/https://www.nytimes.com/1983/12/26/sports/jordan-settles-into-success-as-a-tar-heel.html}}</ref> Difatti UNC partì come un rullo e arrivò agli ottavi del torneo NCAA (tra le cosiddette ''sweet sixteen'') dove incontrò gli Indiana Hoosiers di [[Bob Knight]].<ref name=:23>{{Cita news|autore=Gordon S. White Jr.|titolo=Indianan Stuns Top-Ranked North Carolina in East|data=23 marzo 1984|accesso=2 maggio 2019|lingua=en|url=https://www.nytimes.com/1984/03/23/sports/indianan-stuns-top-ranked-north-carolina-in-east.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190502230754/https://www.nytimes.com/1984/03/23/sports/indianan-stuns-top-ranked-north-carolina-in-east.html}}</ref> Jordan giocò una stagione sottotono, limitando la propria individualità per adattarsi, ancora una volta, al "sistema Smith"; ne conseguì la definitiva maturazione del cestista, anche se non mancarono le critiche verso l'allenatore per avere messo in difficoltà Jordan per via del suo gioco.<ref>{{Cita|Lazenby|p. 174}}.</ref> A queste critiche replicò anni dopo lo stesso Jordan, dicendo:"Non conoscevo il gioco, me lo ha insegnato lui. Dean Smith mi diede la competenza necessaria per segnare trentasette punti a partita, è questo che la gente non capisce". Ma proprio il sistema di Dean Smith andò in crisi nella partita con Indiana, che da sfavorita, batté UNC 72-68 e Jordan chiuse con soli 13 punti e 6 su 14 al tiro.<ref name=:23/> Seguirono giorni di dubbi, perché Jordan non sapeva se lasciare, come Worthy,<ref name=:61/> l'università con un anno di anticipo oppure rimanere fino alla fine, compiacendo così il volere della madre. Il 5 maggio 1984 Jordan annunciò la propria scelta di entrare tra i professionisti.<ref name=":61">{{cita|Lazenby|pp. 242-245}}.</ref>
Quando firma per Chicago, la squadra è disastrata, con un allenatore, [[Kevin Loughery]], piuttosto eclettico, uno spogliatoio molto allegro -grazie alle influenze dell'ex idolo di casa [[Reggie Theus]] (ceduto l'anno prima), che con il soprannome di "Reggie di Rush Street" era diventato il re della movida della ''Windy city ''- e una formazione piena di ragazzi problematici o, addirittura, alla deriva, come i talentuosi Quintin Dailey e [[Orlando Woolridge]], già da tempo nel tunnel dell'alcoolismo e della tossicodipendenza; non stupisce che la stagione precedente si sia conclusa con 27 vittorie e 60 sconfitte. Ciiliegina sulla torta, i Bulls giocano al vecchio Chicago Stadium, un palazzetto mal ridotto che si trova, tra l'altro, in uno dei quartieri più malfamati della città; il risultato è che la media degli spettatori è la più bassa della lega (poco più di 7.000) e che i Bulls sono sostanzialmente la squadra più ignorata della NBA.
 
Dopo aver vinto il premio [[Naismith College Player of the Year]], il [[John R. Wooden Award]] e l'[[Adolph Rupp Trophy]] nel 1984 decide di lasciare con un anno di anticipo il college per dichiararsi eleggibile al [[Draft NBA 1984]] (laureandosi comunque nel 1986),<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Abigail Hess|url=https://www.cnbc.com/2017/09/27/5-superstar-athletes-who-went-back-to-school.html|titolo=5 superstar athletes who went back to school|pubblicazione=CNBC|data=27 settembre 2017|accesso=16 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190716125053/https://www.cnbc.com/2017/09/27/5-superstar-athletes-who-went-back-to-school.html}}</ref> dove venne selezionato dai [[Chicago Bulls]] come terza scelta assoluta, dietro [[Hakeem Olajuwon]] e [[Sam Bowie]].<ref>{{Cita news|autore=Luca Chiabotti|titolo=Nba, 1984: il draft di Jordan, Olajuwon, Barkley e Stockton|data=30 ottobre 2014|accesso=21 marzo 2019|url=https://www.gazzetta.it/Nba/30-10-2014/nba-draft-1984-jordn-olajuwon-barkley-stockton-90892615680.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190421191800/https://www.gazzetta.it/Nba/30-10-2014/nba-draft-1984-jordn-olajuwon-barkley-stockton-90892615680.shtml}}</ref> Ci fu un tentativo dei [[Dallas Mavericks]] di acquisire via trade Jordan cedendo loro in cambio [[Mark Aguirre]],<ref name=:62>{{Cita news|autore=Kwame Fisher-Jones|titolo=Top 11 NBA Trades That Would Have Changed the Game|data=13 marzo 2012|accesso=16 maggio 2019|lingua=en|url=https://bleacherreport.com/articles/1102429-top-11-trades-that-would-have-changed-the-game|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190516183115/https://bleacherreport.com/articles/1102429-top-11-trades-that-would-have-changed-the-game}}</ref> ma i Bulls rifiutarono.<ref>{{Cita web|url=https://www.mavs.com/time-mavericks-almost-got-michael-jordan/|titolo=That time the Mavericks almost got Michael Jordan|lingua=en|data=17 maggio 2016|accesso=17 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190516183121/https://www.mavs.com/time-mavericks-almost-got-michael-jordan/}}</ref><ref>{{cita|Lazenby|p. 254}}.</ref>
Però hanno Jordan, che si porta dietro il clamore mediatico e la classe cristallina, dando, da subito, l'impressione di poter rivoluzionare la franchigia. Il suo esordio in campionato avviene il 26 ottobre 1984 contro i [[Washington Bullets]], partita nella quale segna 16 punti con 5 su 16 dal campo, 7 assist e 6 rimbalzi. Due sere dopo segna 37 punti contro i [[Milwaukee Bucks]], vicendo il duello con la stella avversaria [[Sidney Moncrief]], e da quel momento non si ferma più; diventa il leader offensivo della squadra, anche grazie allo schema "''palla a Jordan''"<ref name="lazenby"/> , e, con le sue giocate spettacolari, attira sempre più spettatori allo Stadium e attenzioni da parte degli addetti ai lavori. Alla nona partita contro [[San Antonio]] segna 45 punti, altrettanti poche settimane dopo contro [[Cleveland]]; poi ne arrivarono 42 contro New York e altri 45 contro Atlanta. La prima tripla doppia (35 punti, 15 assist e 14 rimbalzi) arriva contro Denver, dopodiché, poco prima della pausa per l'All Star Game, Jordan realizza 41 punti contro i campioni in carica dei [[Boston Celtics]]. I tifosi lo votano affinché faccia parte del quintetto base della squadra dell'Est nell'[[NBA All-Star Game]] del febbraio 1985; durante la partita alcuni veterani, tra i quali [[Isiah Thomas]], si rifiutano di passargli la palla, infastiditi dalle troppe attenzioni su MJ, dando così vita al boicottaggio meglio conosciuto come "''freeze-out''"<ref name=larrymagic/> un episodio che Jordan non dimenticherà mai e anzi, rinfaccerà ai diretti interessati in ogni occasione (da ultimo, nel controverso discorso tenuto in occasione dell'assegnazione del Naismith Trophy<ref>{{cita web|url=http://thelongshorttrader.com/2013/02/18/michael-jordans-hall-of-fame-enshrinement-speech-highly-applicable-to-market-participants/|titolo=Michael Jordan's Hall of Fame Enshrinement Speech – highly applicable to market participants|accesso=20 novembre 2015|data=18 febbraio 2013|lingua=en}}</ref>). La prima occasione utile non si fa attendere, perché subito dopo l'All Star Game i [[Detroit Pistons]], squadra di Thomas, vanno a giocare al Chicago Stadium; Jordan segna 49 punti con 15 rimbalzi e i Bulls vincono la partita 139-126 nel tempo supplementare. Grazie alla stagione fenomenale di Jordan, Chicago vince 38 partite in regular season (11 in più dell'anno prima) e si qualifica ai play-off ma la squadra è troppo debole e viene battuta 3-1 al primo turno da Milwaukee. MJ viene comunque premiato come [[NBA Rookie of the Year Award|matricola dell'anno]].
 
=== Il primo oro olimpico e i primi anni nell'NBA ===
Durante l'estate i Bulls vengono acquistati da Jerry Reinsdorf, ricco immobiliarista già proprietario della squadra di baseball dei Chicago [[White Sox]], il quale, per prima cosa, assume come general manager lo scout degli stessi White Sox [[Jerry Krause]]. Quest'ultimo chiama, come responsabile del ''coaching staff'', [[Tex Winter]], un allenatore di college in pensione molto apprezzato per aver creato un brillante schema di gioco offensivo noto come "attacco triangolo"; le basi della dinastia Bulls sono gettate, anche se Krause e Jordan non andranno mai d'accordo e anzi, l'acredine tra loro aumenterà ogni anno di più, fino alla turbolenta rottura.
L'estate del 1984 fu quella dei [[Giochi della XXIII Olimpiade]] a [[Los Angeles]] e Michael Jordan venne convocato da coach [[Bob Knight]] nella nazionale statunitense,<ref name=":50">{{Cita web|url=https://www.usab.com:443/history/national-team-mens/games-of-the-xxiiird-olympiad-1984.aspx|titolo=Games of the XXIIIrd Olympiad - 1984|lingua=en|data=11 maggio 2019|accesso=20 novembre 2020}}</ref> composta da soli giocatori universitari,<ref>Fino al 1988 gli [[Nazionale di pallacanestro degli Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nella disciplina pallacanestro convocavano solamente giocatore proveniente dai vari college degli [[Stati Uniti d'America|USA]]</ref> assieme a [[Sam Perkins]], [[Patrick Ewing]], [[Chris Mullin]], [[Wayman Tisdale]], Leon Wood, Alvin Robertson, [[Joe Kleine]], John Koncak, [[Jeff Turner]], [[Vern Fleming]] e Steve Alford.<ref name=:50/> Nelle amichevoli di preparazione al torneo i dodici atleti giocarono contro selezioni di giocatori NBA, e Jordan mise in mostra il suo talento, guadagnandosi gli apprezzamenti di diversi addetti ai lavori, tra cui l'allenatore dei Lakers [[Pat Riley]], nonostante non avesse ancora esordito tra i professionisti. Nell'ultima di queste amichevoli Jordan segnò 27 punti contribuendo al successo per 84-72 per la selezione, effettuando anche una schiacciata in campo aperto dopo avere superato in accelarazione la stella dei Lakers [[Magic Johnson]].<ref name=":3">{{Cita|Lazenby|pp. 255-260}}.</ref>
 
A [[Los Angeles]] arrivò un oro molto agevole per gli USA, aiutati anche dal boicottaggio sovietico che tolse loro l'avversario più temibile; la squadra vinse 8 partite su 8 con un margine di scarto medio di 32 punti. Jordan, seppur ebbe delle difficoltà per via dei rigidi schemi offensivi di Knight, fu il miglior realizzatore con 17,1 punti a partita e a fine fece la seguente dichiarazione a un giornalista estero che gli mostrò una rivista secondo cui è il più forte giocatore del mondo: "Finora non ho ancora incontrato qualcuno che mi abbia impedito di fare quello che voglio fare".<ref name=:3/><ref>{{Cita news|autore=|titolo=Los Angeles 1984, l'Unione Sovietica boicotta le Olimpiadi|data=1º aprile 2016|accesso=16 maggio 2019|url=https://it.eurosport.com/olimpiadi/los-angeles-1984-l-unione-sovietica-boicotta-le-olimpiadi_sto5417057/story.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511194756/https://it.eurosport.com/olimpiadi/los-angeles-1984-l-unione-sovietica-boicotta-le-olimpiadi_sto5417057/story.shtml}}</ref>
La seconda stagione di Jordan inizia nel peggiore dei modi: il 25 ottobre 1985, durante la partita contro i [[Golden State Warriors]], si frattura l'osso navicolare del tarso del piede sinistro, un infortunio grave che aveva già compromesso la carriera di molti giocatori NBA; impossibilitato a giocare e frustrato dall'immobilità forzata, torna a Chapel Hill, dove si laurea e, secondo voci mai confermate, ricomincia anzitempo a giocare partitelle "segrete" nonostante il veto assoluto dei medici, secondo i quali un rientro anticipato avrebbe potuto causare la fine della sua carriera<ref name="lazenby"/>. Ma come ha detto anni dopo Mark Pfeil, storico preparatore atletico dei Bulls, "''lui era fatto così. Se si convinceva che qualcosa non gli avrebbe fatto male, si concentrava oltre l'ostacolo e scendeva in campo ''". A 18 partite dalla fine della ''regular season'' rientra in campo nonostante l'ennesimo veto della dirigenza dei Bulls, veto motivato, ufficialmente, dalla paura di non rischiarlo inutilmente (vista la stagione ormai compromessa) e, ufficiosamente, dalla volontà di perdere qualche partita in più per ottenere maggiori ''chance'' di scelta al [[draft]] dell'estate seguente. Con lui in campo, la squadra vince 16 delle ultime partite e si qualifica ai play-off, dove incontra, al primo turno, i [[Boston Celtics]]; Chicago perde la serie 3-0, ma in gara due, giocata il 20 aprile 1986 al [[Boston Garden]], Jordan riscrive la storia del basket, segnando 63 punti<ref name=63punti>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Nba/14-09-2015/nba-the-shot-mostra-quella-volta-che-realizzo-63-punti-perse-130118822070.shtml|titolo=Nba, tutto Jordan in mostra: quella volta da 69 punti a Cleveland|autore=Giuseppe Nigro|data=14 settembre 2015|accesso=21 novembre 2015}}</ref> con 5 rimbalzi e 6 assist in una partita memorabile, tanto che [[Larry Bird]] (che, per la cronaca, in quella partita segnò 36 punti, con 12 rimbalzi e 8 assist) pronuncerà la famosa frase "''Penso sia Dio travestito da Michael Jordan"''<ref name="nbagod"/>; resterà la miglior prestazione di sempre quanto a punti segnati in una gara di play-off.
 
Il 12 settembre 1984 i Bulls annunciarono che Jordan aveva firmato un contratto di 7 anni per 6 milioni di dollari, il terzo più alto nella storia dell'NBA dopo quello dei due centri di Houston [[Hakeem Olajuwon]] e [[Ralph Sampson]].<ref name=:30>{{Cita|Lazenby|p. 261}}.</ref>
Il terzo campionato NBA è quello della conferma per Jordan, che per la prima volta vince la classifica marcatori, con 37,1 punti di media a partita<ref name="dbb">{{cita web|lingua=en|url=http://www.databasebasketball.com/players/playerpage.htm?ilkid=JORDAMI01|titolo=Michael Jordan|data=16 gennaio 2007|accesso=12 ottobre 2014|urlmorto=sì|urlarchivio=https://www.webcitation.org/5eW2LL8qO?url=http://www.databasebasketball.com/players/playerpage.htm?ilkid=JORDAMI01|dataarchivio=11 febbraio 2009}}</ref>. Il ruolino di marcia è impressionante: nelle 82 partite della stagione regolare, per 77 volte è il miglior realizzatore della sua squadra, per due volte segna 61 punti, per otto volte supera i 50, per addirittura trentasette volte ne realizza 40 o più. Supera la soglia dei tremila punti in una sola stagione (3041), segnando il 35% dei punti totali della squadra. A questo punto non ci sono più dubbi sul fatto che, almeno a livello offensivo, MJ sia il miglior giocatore della lega, anche se diversi osservatori lo ritengono troppo egoista e nutrono, dunque, forti perplessità sulla sua capacità di essere un uomo squadra. In realtà quest'idea è vera solo in parte, perché se da un lato MJ è portato, per indole, a diffidare dei suoi compagni (gli ci vorranno anni per cambiare mentalità), dall'altro non c'è dubbio che il roster dei Bulls sia, in quel momento, davvero povero di sostanza e dunque gli imponga di ''fare gli straordinari in attacco''.
 
Nello stesso periodo, la [[Nike (azienda)|Nike]], un'azienda di scarpe dell'Oregon con un fatturato annuo di 25 milioni di dollari, stava cercando nuovi canali di espansione e, grazie al suo lungimirante agente [[Sonny Vaccaro]], stava espandendo la propria sfera d'influenza il mondo del basket,<ref name=:51>{{Cita|Lazenby|p. 267}}.</ref> dapprima quello collegiale e poi quello NBA.<ref name=:51/> La società usciva dal suo primo trimestre in perdita e necessitava di nuove idee per recuperare il terreno perso sulla concorrenza<ref>{{cita web|autore=Anthony Costa|autore2=James Rogers|url=https://www.sneakerfreaker.com/articles/what-if-jordan-chose-adidas/|titolo=What If Michael Jordan Chose adidas Instead of Nike?|data=19 maggio 2018|lingua=en|urlarchivio=https://archive.is/20200127214056/https://www.sneakerfreaker.com/articles/what-if-jordan-chose-adidas/|accesso=27 gennaio 2020}}</ref>, fu proprio Vaccaro a intuire l'enorme potenziale di Jordan e a convincere Nike a scommettere ingenti risorse sul giovane talento prima di altre aziende concorrenti.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Jarrel Harris|url=https://www.si.com/nba/2017/04/05/nike-adidas-under-armour-michael-jordan-lebron-james-stephen-curry|titolo=Michael Jordan wearing Adidas? It almost happened|pubblicazione=Sports Illustrated|data=5 aprile 2017|accesso=11 maggio 2019}}</ref> Nacque così la linea [[Air Jordan]] da un'idea di Peter Moore, designer creativo della Nike, e il logo è uno stemma con ali che cinge un pallone da basket<ref>{{Cita web|url=https://www.linkedin.com/pulse/jordan-more-than-just-shoe-brand-marketing-strategy-salil-verma|titolo=Jordan-More than just a shoe brand: Marketing Strategy|lingua=en|accesso=12 luglio 2019}}</ref>): Jordan, soprannominato con l'appellativo ''Air'', firmò un contratto di 2 milioni di dollari in 5 anni oltre a una percentuale su ogni scarpa, un investimento senza precedenti per un atleta non professionista.<ref>{{cita|Lazenby|pp. 271-272}}.</ref>
Eppure è anche un ottimo difensore, tant'è che chiude la stagione con una media di 3.2 palle recuperate a partita e oltre 100 stoppate, vincendo il titolo di [[NBA Defensive Player of the Year Award]], per il 1988; nello stesso anno viene anche inserito nel quintetto difensivo ideale e domina la classifica marcatori, con oltre 35 punti di media a partita, vincendo, per la prima volta, il titolo di MVP sia della stagione regolare che dell'All Star Game, che si gioca proprio a Chicago e nel quale segna 40 punti; nell'occasione vince, per la seconda volta, lo [[Slam Dunk Contest]], la gara delle schiacciate, battendo in finale [[Dominique Wilkins]] con una schiacciata che passerà alla storia, eseguita prendendo la rincorsa da bordo campo e staccando dalla linea del tiro libero.
 
Quando firmò per Chicago, i Bulls erano reduci da una stagione con 27 vittorie e 55 sconfitte, le cui partite casalinghe venivano giocate al vecchio Chicago Stadium, un palazzetto fatiscente situato in una zona poco raccomandabile della città, con una media di {{formatnum:7000}} spettatori, la più bassa della lega.<ref name=:52>{{Cita news|autore=Hank Hersch|titolo=Before Jordan The Bulls played without His Airness for 18 years.|data=7 luglio 1993|accesso=11 maggio 2019|lingua=en|url=https://www.si.com/vault/1993/07/07/128910/before-jordan-the-bulls-played-without-his-airness-for-18-years-most-of-that-time-they-were-pretty-good-the-rest-of-that-time-they-were-very-bad|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511194801/https://www.si.com/vault/1993/07/07/128910/before-jordan-the-bulls-played-without-his-airness-for-18-years-most-of-that-time-they-were-pretty-good-the-rest-of-that-time-they-were-very-bad}}</ref>
Tuttavia il riconoscimento più importante è il primo passaggio, da parte dei Bulls, di un turno di playoff dal 1981: 3-2 contro i [[Cleveland Cavaliers]]. Nelle prime due partite Jordan segna 50 e 55 punti, impresa che non era mai riuscita ad alcuno nella storia della NBA, anche se gara 5 viene decisa dalla giovane matricola da Arkansas University [[Scottie Pippen]], che, partendo in quintetto per la prima volta in stagione, segna 24 punti. In semifinale di Conference Chicago trova i Detroit Pistons, che -grazie al gioco duro e alle "Jordan Rules" (una tattica difensiva elaborata da [[Chuck Daly]] e [[Joe Dumars]] per arginare MJ)- vincono agevolmente la serie 4-1.
 
L'esordio di Jordan avvenne il 26 ottobre 1984 contro i [[Washington Bullets]], partita nella quale segnò 16 punti con 5 su 16 dal campo, 7 assist e 6 rimbalzi.<ref name=:10>{{Cita web|autore=Sam Smith|url=https://www.nba.com/bulls/features/michael-jordans-debut-30-years-ago|lingua=en|titolo=Michael Jordan's debut, 30 years ago|data=26 ottobre 2014|accesso=2 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190502230755/https://www.nba.com/bulls/features/michael-jordans-debut-30-years-ago}}</ref> Due sere dopo segnò 37 punti contro i [[Milwaukee Bucks]], vincendo il duello con la stella avversaria [[Sidney Moncrief]], mostrando la sua leadership offensiva in poco tempo grazie anche al gioco di squadra focalizzato su di lui.<ref name=:10/><ref name=":7">{{cita|Lazenby|pp. 290-291}}.</ref> Alla nona partita contro [[San Antonio]] segnò 45 punti,<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/boxscores/198411130CHI.html|titolo=San Antonio Spurs at Chicago Bulls Box Score, November 13, 1984|accesso=2 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190502230759/https://www.basketball-reference.com/boxscores/198411130CHI.html}}</ref> altrettanti poche settimane dopo contro il [[Cleveland Cavaliers]]; poi ne segnò 42 contro New York<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/boxscores/198501050NYK.html|titolo=Chicago Bulls at New York Knicks Box Score, January 5, 1985|accesso=2 maggio 2019|lingua=en}}</ref> e altri 45 contro Atlanta.<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/boxscores/198501260CHI.html|titolo=Atlanta Hawks at Chicago Bulls Box Score, January 26, 1985|accesso=2 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190502230755/https://www.basketball-reference.com/boxscores/198501260CHI.html}}</ref> La prima tripla doppia (35 punti, 15 assist e 14 rimbalzi) arrivò contro Denver,<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/boxscores/198501140CHI.html|titolo=Denver Nuggets at Chicago Bulls Box Score, January 14, 1985|lingua=en|accesso=16 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180129030850/https://www.basketball-reference.com/boxscores/198501140CHI.html}}</ref> dopodiché, poco prima della pausa per l'All Star Game, Jordan realizza 41 punti contro i campioni in carica dei [[Boston Celtics]].<ref name=":7" /> Nominato dai tifosi per il quintetto base della squadra dell'Est nell'[[NBA All-Star Game]] del febbraio 1985: durante la competizione diversi compagni di squadra, tra cui [[Isiah Thomas]], si rifiutarono di passargli la palla, infastiditi dalle troppe attenzioni su Jordan, dando così vita al boicottaggio meglio conosciuto come ''freeze-out'';<ref name="larrymagic" /> cementandosi in questa maniera degli attriti.<ref>{{cita web|url=http://thelongshorttrader.com/2013/02/18/michael-jordans-hall-of-fame-enshrinement-speech-highly-applicable-to-market-participants/|titolo=Michael Jordan's Hall of Fame Enshrinement Speech – highly applicable to market participants|accesso=20 novembre 2015|data=18 febbraio 2013|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151126023214/http://thelongshorttrader.com/2013/02/18/michael-jordans-hall-of-fame-enshrinement-speech-highly-applicable-to-market-participants/}}</ref> Subito dopo l'All-Star Game, i Chicago Bulls andarono a fare visita ai Pistons, squadra di Thomas: Jordan segnò 49 punti con 15 rimbalzi e i Bulls vinsero la partita 139-126 nel tempo supplementare.<ref>{{Cita web|url=https://basketball.realgm.com/nba/boxscore/1985-02-12/Detroit-at-Chicago/134376|titolo=Feb 12, 1985 - Detroit Pistons 126 at Chicago Bulls 139 - Box Score|accesso=11 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511194800/https://basketball.realgm.com/nba/boxscore/1985-02-12/Detroit-at-Chicago/134376}}</ref> Grazie alle ottime prestazioni di Jordan, la squadra vinse 38 partite in regular season (11 in più dell'anno prima) e si qualificò ai playoffs, venendo sconfitti al primo turno da Milwaukee per 3-1. Jordan venne premiato come [[NBA Rookie of the Year Award|matricola dell'anno]] davanti alla prima scelta [[Hakeem Olajuwon]].<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/awards/awards_1985.html|titolo=1984-85 NBA Awards Voting|accesso=2 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190330224038/https://www.basketball-reference.com/awards/awards_1985.html}}</ref>
Ed è proprio durante quella serie che Donald Sterling, proprietario dei Los Angeles Clippers, sonda il terreno con Krause per acquistare Jordan; il GM dei Bulls è ancora convinto che con Michael in squadra non ci sia alcuna possibilità di vincere il titolo ed è dunque molto propenso ad accettare (tanto più che Sterling offre, in cambio, un paio di scelte tra le prime cinque al draft di quell'anno), ma poi pensa alle conseguenze di una cessione e rifiuta l'offerta<ref name="lazenby"/>. Perché, grazie a MJ, i Chicago Bulls fanno registrare il tutto esaurito a ogni partita e vedono crescere il loro valore da 16 a 120 milioni di dollari i pochi anni, guidando la classifica NBA relativa alle vendite di materiali e gadget ufficiali; più precisamente, come ricorda lo storico vicepresidente dei Bulls Steve Schanwald, circa il 40% del merchandising ufficiale venduto dalla NBA è legato ai Bulls.
[[File:Michael Jordan - 1985 - Stefanel Trieste.jpg|thumb|left|Jordan, appena eletto ''[[NBA Rookie of the Year Award|rookie of the year]]'' del campionato [[National Basketball Association 1984-1985|NBA 1984-85]] con i [[Chicago Bulls]], qui in canotta [[Stefanel Trieste|Stefanel]] per un ''match'' esibizione a Trieste nell'estate 1985, nell'ambito del lancio italiano delle scarpe ''[[Air Jordan|Air Jordan I]]''.<ref>{{cita news|autore=Silvio Maranzana|titolo=Michael Jordan incanta la platea triestina|pubblicazione=[[Il Piccolo]]|data=27 agosto 1985|p=13}}</ref>]]
 
Durante l'estate i Bulls vengono acquistati da Jerry Reinsdorf, ricco immobiliarista già proprietario della squadra di baseball dei [[Chicago White Sox]], il quale, per prima cosa, assunse come general manager lo scout degli stessi White Sox [[Jerry Krause]].<ref>{{cita|Lazenby|p. 315}}.</ref> Quest'ultimo chiamò, come responsabile del ''coaching staff'', [[Tex Winter]], un allenatore di college in pensione molto apprezzato per aver creato un brillante schema di gioco offensivo noto come "[[attacco triangolo]]"; le basi della dinastia Bulls furono gettate, anche se Krause e Jordan non andarono mai d'accordo e l'acredine tra loro aumentò esponenzialmente fino alla turbolenta rottura.<ref>{{Cita web|url=https://heavy.com/sports/2017/03/jerry-krause-michael-jordan-relationship-hatered-dead-death-chicago-bulls-general-manager-gm-nba/|titolo=Jerry Krause & Michael Jordan: 5 Fast Facts You Need to Know|autore=Chris Bucher|data=21 marzo 2017|lingua=en|accesso=16 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190716123437/https://heavy.com/sports/2017/03/jerry-krause-michael-jordan-relationship-hatered-dead-death-chicago-bulls-general-manager-gm-nba/}}</ref>
La stagione si conclude con la notizia che la linea di scarpe Air Jordan ha portato alla Nike un fatturato di $ 120 milioni in un anno, parte dei quali finisce nelle tasche di MJ, che a quel punto guadagna, in sponsorizzazioni, cifre fino ad allora inimmaginabili per uno sportivo, tanto da fargli dire, in risposta a un cronista che gli chiede cosa pensi del fatto che il suo stipendio annuo come giocatore dei Bulls è di soli {{formatnum:700000}} $, "''posso permettermi di giocare senza dovermi preoccupare dello stipendio''"<ref name="lazenby"/>.
[[File:Jordan by Lipofsky 16577.jpg|thumb|left|Jordan salta per una schiacciata nella stagione 1987-88.]]
 
La seconda stagione di Jordan iniziò sotto tono: il 25 ottobre 1985, durante la partita contro i [[Golden State Warriors]], subì un grave infortunio;<ref>{{Cita web|url=https://www.espn.com/nba/story/_/id/8265460/michael-jordan-responds-comparison-derrick-rose-injury|titolo=MJ responds to Rose comparison|autore=Melissa Isaacson|data=13 agosto 2012|lingua=en|accesso=15 giugno 2019}}</ref> impossibilitato a giocare, tornò all'università, dove conseguì la laurea. Tempo dopo confessò di giocare partite segrete nonostante il veto dei medici, secondo i quali un rientro anticipato avrebbe potuto pregiudicare il futuro della sua carriera.<ref name=":33">{{Cita|Lazenby|pp. 325-326}}.</ref> Ma come disse anni dopo Mark Pfeil, storico preparatore atletico dei Bulls: "Lui era fatto così. Se si convinceva che qualcosa non gli avrebbe fatto male, si concentrava oltre l'ostacolo e scendeva in campo".<ref name=:33/> A 18 partite dalla fine della ''regular season'' rientrò in campo nonostante l'ennesimo veto della dirigenza dei Bulls, veto motivato, ufficialmente, dalla paura di non rischiarlo inutilmente (vista la stagione ormai compromessa) e, ufficiosamente, dalla volontà di perdere qualche partita in più per ottenere maggiori ''chance'' di scelta al [[draft]] dell'estate seguente.<ref name=":16">{{Cita news|lingua=en|autore=Melissa Isaacson|url=https://www.espn.com/chicago/nba/story/_/id/8265460|titolo=MJ responds to Reinsdorf's Rose analogy|pubblicazione=[[ESPN]]|data=15 agosto 2012|accesso=15 giugno 2019}}</ref> Con lui in campo, la squadra vinse 16 delle ultime partite e si qualificò ai play-off, dove incontrò, al primo turno, i [[Boston Celtics]];<ref>{{Cita web|url=https://www.nba.com/jordan/mj8586.html|titolo=Michael Jordan Career Retrospective (1985-86)|lingua=en|accesso=4 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190101051614/http://www.nba.com/jordan/mj8586.html}}</ref> Chicago perse la serie 3-0, ma in gara due, giocata il 20 aprile 1986 al [[Boston Garden]], Jordan riscrisse la storia del basket, segnando 63 punti con 5 rimbalzi e 6 assist,<ref name=god/> prestazione che resterà la miglior di sempre quanto a punti segnati in una gara di play-off,<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/leaders/pts_game_p.html|titolo=NBA Single Game Playoff Leaders and Records for Points|accesso=3 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419204445/https://www.basketball-reference.com/leaders/pts_game_p.html}}</ref> tanto da ricevere gli elogi da [[Larry Bird]] (che in quella partita segnò 36 punti con 12 rimbalzi e 8 assist).
A settembre del 1988, comunque, Reinsdorf decide di ricompensare la sua stella rinnovandogli il contratto per otto stagioni a (secondo le voci) $ 25 milioni; e fa bene, perché la squadra inizia la stagione in modo mediocre ed è ancora una volta Jordan a doversela caricare sulle spalle. Questo non fa altro che aumentare le critiche della stampa, da tempo convinta che, a differenza di [[Magic Johnson]] e [[Larry Bird]], MJ sia troppo individualista e incapace di valorizzare i compagni.<ref name=perdente>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Nba/06-12-2014/nba-quando-jordan-era-perdente-non-vincera-mai-100153560864.shtml|titolo=Nba, quando Jordan era un perdente: "Non vincerà mai"|autore=Valerio Clari|data=6 dicembre 2014|accesso=21 novembre 2015}}</ref> Anche per questo motivo l'allenatore [[Doug Collins]] chiede al suo vice [[Phil Jackson]] di catechizzare il suo giocatore sulla necessità del gioco di squadra<ref name="lazenby"/>; il colloquio avviene e -nonostante l'iniziale ritrosia di Jordan<ref name="lazenby"/>- produce i suoi effetti, anche perché, nel frattempo, Collins decide di relegare in panchina il poco convincente playmaker titolare [[Sam Vincent]] e di spostare nel ruolo proprio MJ, che non a caso realizza, dopo il cambiamento, sette triple doppie (<small>cioè la doppia cifra in tre voci statistiche diverse</small>) consecutive (14 in totale tra gennaio e aprile), coinvolgendo molto i compagni di squadra e portando i Bulls a 6 vittorie consecutive, grazie anche alle ottime prestazioni di Pippen e del giovane [[Horace Grant]], che partendo in quintetto con regolarità comincia a garantire prestazioni convincenti<ref name="lazenby"/>.
{{Citazione|Penso sia semplicemente Dio travestito da Michael Jordan.|[[Larry Bird]]<ref name=god>{{cita web|url=http://www.nba.com/history/jordan63_moments.html|titolo=God Disguised as Michael Jordan|lingua=en|accesso=5 gennaio 2012|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6E2BnaQz3?url=http://www.nba.com/history/jordan63_moments.html}}</ref>|I think it's just God disguised as Michael Jordan.|lingua=en|lingua2=it}}
Il terzo campionato NBA fu quello della conferma per Jordan, che per la prima volta vinse la classifica marcatori, con 37,1 punti di media a partita.<ref name=dbb>{{cita web|url=http://www.databasebasketball.com/players/playerpage.htm?ilkid=JORDAMI01|titolo=Michael Jordan|accesso=12 ottobre 2014|urlarchivio=https://www.webcitation.org/5eW2LL8qO?url=http://www.databasebasketball.com/players/playerpage.htm?ilkid=JORDAMI01|data=16 gennaio 2007|lingua=en}}</ref> Il ruolino di marcia fu impressionante: nelle 82 partite della stagione regolare, per 77 volte fu il miglior realizzatore della sua squadra, per 2 volte segnò 61 punti, per 8 volte superò i 50, per addirittura 37 volte ne realizzò 40 o più.<ref>{{Cita web|url=http://www.nba.com/history/season-recap/1986-87|titolo=Season Review: 1986-87|data=23 agosto 2017|lingua=en|accesso=3 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190503222537/https://www.nba.com/history/season-recap/1986-87}}</ref><ref name=:24>{{Cita web|url=https://www.sneakerfiles.com/michael-jordan-1986-1987-season/|titolo=Michael Jordan 1986-1987 Season|accesso=3 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190503222515/https://www.sneakerfiles.com/michael-jordan-1986-1987-season/}}</ref> Superò la soglia dei {{formatnum:3000}} punti in una sola stagione ({{formatnum:3041}}), segnando il 35% dei punti totali della squadra.<ref name=:24/> {{Senza fonte|A questo punto molti ritengono che, almeno a livello offensivo, Jordan sia il miglior giocatore della lega, anche se diversi osservatori lo ritenevano troppo egoista e nutrivano forti perplessità sulla sua capacità di essere un uomo squadra.}} {{non chiaro|In realtà quest'idea era solo in parte, perché se da un lato MJ era portato, per indole, a diffidare dei suoi compagni (gli ci vollero anni per cambiare mentalità).}}
 
Concluse la stagione con una media di 3,2 palle recuperate a partita e oltre 100 stoppate, vincendo il titolo di [[NBA Defensive Player of the Year Award]], per il 1988;<ref name=:34/> nello stesso anno venne anche inserito nel quintetto difensivo ideale e guidò la classifica marcatori, con oltre 35 punti di media a partita, vincendo, per la prima volta, il titolo di MVP sia della stagione regolare che dell'All Star Game, che si giocò proprio a Chicago e nel quale segnò 40 punti; nell'occasione vinse, per la seconda volta, lo [[Slam Dunk Contest]], la gara delle schiacciate, battendo in finale [[Dominique Wilkins]] con una schiacciata che passò alla storia, eseguita prendendo la rincorsa da bordo campo e staccando dalla linea del tiro libero.<ref>{{Cita web|url=http://www.nba.com/history/top-moments/1988-jordan-wilkins-dunk-contest|titolo=Top Moments: Michael Jordan, Dominique Wilkins square off in '88 dunk contest|accesso=25 aprile 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190425233428/https://www.nba.com/history/top-moments/1988-jordan-wilkins-dunk-contest}}</ref>
Il risultato è che, con un record di 47-35 Chicago avanza alla ''post season'' (<small>con il sesto miglior record della Eastern Conference</smalL>), dove al primo turno incontra nuovamente i Cleveland Cavaliers (<small>finiti terzi</small>), con il fattore campo a sfavore: la serie è molto equilibrata e si decide in gara 5, giocata il 7 maggio 1989 in Ohio, quando, a 2 secondi dalla fine della partita, con la squadra sotto di un punto, Michael segna un tiro in sospensione praticamente impossibile (da quel momento universalmente ribattezzato "''the shot''"), dalla linea del tiro libero, in controtempo e con le mani in faccia di [[Craig Ehlo]]. Al secondo turno i Bulls incontrano i [[New York Knicks]] di [[Patrick Ewing]] e dell'ex [[Charles Oakley]], che superano abbastanza agevolmente 4-2 per poi ritrovarsi, in finale di Conference, gli storici nemici dei [[Detroit Pistons]]. In gara 1 Collins decide di mettere Jordan in marcatura su Thomas; la scelta dà i suoi frutti, perché il play dei Pistons, limitato dal maggior atletismo di MJ, non riesce a penetrare né a creare giochi per i compagni ed è costretto a tirare da fuori, ma con percentuali disastrose (3 su 18), sicché i Bulls espugnano il campo di Detroit (che non perdeva in casa da 25 partite) 94-88. In gara 2 Thomas segna 33 punti e Dumars 20 per la vittoria dei Pistons 100-91, mentre gara 3 viene vinta da Chicago 99-97 grazie all'ennesimo tiro allo scadere di Jordan, che segna anche 46 punti. In gara 4 la strepitosa difesa di Dumars costringe Jordan a un misero 5 su 15 che vale la vittoria dei Pistons 86-80: nel dopo partita Collins accusa MJ di essere stato troppo egoista e impreciso. Per ripicca, nella successiva gara 5 il 23 prende solo otto tiri, lasciando a Detroit una facile vittoria per 94-85 e fomentando così la rabbia del suo allenatore, da tempo convinto che i Bulls non avrebbero mai vinto finché ci fosse stato Jordan<ref name="lazenby"/>. Si torna a Chicago per gara 6: la partita è molto tirata ma -nonostante il pubblico scatenato e i 32 punti di Jordan- Detroit riesce a prendere un buon vantaggio nell'ultimo quarto e a vincere 103-94 grazie anche ai 33 punti di Isaiah Thomas; i Pistons vanno così in finale contro i Los Angeles Lakers di Magic Johnson, che batteranno 4-0.
 
Tuttavia il riconoscimento più importante fu il primo passaggio, da parte dei Bulls, di un turno di playoffs dal 1981: 3-2 contro i [[Cleveland Cavaliers]]. Nelle prime due partite Jordan segnò 50 e 55 punti, impresa che non era mai riuscita prima a nessun altro nella storia della NBA, anche se gara-5 venne decisa dalla giovane matricola da Arkansas University [[Scottie Pippen]], che, partendo in quintetto per la prima volta in stagione, segnò 24 punti.<ref>{{Cita web|url=https://www.ultimouomo.com/dalla-parte-di-scottie-pippen/|titolo=Dalla parte di Scottie Pippen|data=2 febbraio 2018|accesso=25 aprile 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190425233423/https://www.ultimouomo.com/dalla-parte-di-scottie-pippen/}}</ref> In semifinale di Conference Chicago trovò i Detroit Pistons che, grazie al gioco duro e alle "Jordan Rules" (una tattica difensiva elaborata da [[Chuck Daly]] e [[Joe Dumars]] per arginare Jordan), vinsero agevolmente la serie 4-1.<ref>{{Cita web|url=http://sportsillustrated.cnn.com/2007/writers/jack_mccallum/05/28/daly.lebron/1.html|lingua=en|titolo='Jordan Rules' revisited (cont.)|data=20 ottobre 2012|accesso=4 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20121020061711/http://sportsillustrated.cnn.com/2007/writers/jack_mccallum/05/28/daly.lebron/1.html}}</ref>
Il 6 luglio 1989 Reinsdorf e Krause licenziano Doug Collins e affidano la squadra al suo vice [[Phil Jackson]], il quale -appena nominato- confida allo stesso Krause:"''Sono sempre stato più orientato alla difesa, sia come giocatore che come allenatore. Lascerò l'attacco a Tex Winter, giocherò con il triplo post ''"<ref name="lazenby"/>.
 
E fu proprio durante quella serie che [[Donald Sterling]], proprietario dei [[Los Angeles Clippers]], sondò il terreno con Krause per acquistare Jordan;<ref name=:62/> il GM dei Bulls era ancora convinto che con Michael in squadra non ci fosse alcuna possibilità di vincere il titolo ed è dunque molto propenso ad accettare (tanto più che Sterling offre, in cambio, un paio di scelte tra le prime cinque al draft di quell'anno), ma poi pensò alle conseguenze di una cessione e rifiutò l'offerta.<ref name=:62/> Perché, grazie a Jordan,<ref name=:39>{{Cita news|autore=Phil Patton|titolo=The Selling of Michael Jordan|data=9 novembre 1986|accesso=11 maggio 2019|lingua=en|url=https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/library/sports/basketball/110986bkn-jordan.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190328201602/https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/library/sports/basketball/110986bkn-jordan.html}}</ref> i tori fecero registrare il tutto esaurito a ogni partita e videro crescere il loro valore da 16 a 120 milioni di dollari i pochi anni, guidando la classifica NBA relativa alle vendite di materiali e gadget ufficiali;<ref name=:39/><ref>{{Cita web|url=https://www.nba.com/bulls/news/steve_schanwald.html|titolo=Steve Schanwald|data=23 gennaio 2001|lingua=en|accesso=11 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190510235832/https://www.nba.com/bulls/news/steve_schanwald.html}}</ref> più precisamente, come ricorda lo storico vicepresidente dei Bulls Steve Schanwald, circa il 40% del merchandising ufficiale venduto dalla NBA è legato ai Bulls.<ref name=:40>{{Cita news|lingua=en|autore=Gregory Meyer|url=https://www.chicagobusiness.com/article/20070507/NEWS07/200024889/playoffs-pay-off-for-bulls|titolo=Playoffs pay off for Bulls|pubblicazione=Chicago Business|data=7 maggio 2007|accesso=11 maggio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190510235831/https://www.chicagobusiness.com/article/20070507/NEWS07/200024889/playoffs-pay-off-for-bulls}}</ref>
Nella prima stagione con il nuovo coach, i Chicago Bulls continuano il loro percorso di crescita, arrivando a un record finale di 55-27, più vicino ai lanciati Detroit Pistons, campioni in carica. Jordan migliora sempre più nel coinvolgimento dei compagni di squadra. In particolare, a beneficiarne sono Horace Grant e Scottie Pippen (quest'ultimo riceverà la sua prima convocazione all'All Star Game). Si arriva così alla fase finale della stagione in cui si capisce che, mentre a Ovest vi sono forti franchigie pronte a sfidare Detroit, a Est il compito è ormai passato riposto a Jordan e ai Bulls, i quali mantengono le aspettative vincendo agevolmente le prime due serie di play-off contro i Milwaukee Bucks (3-1) e i Philadelphia 76ers (4-1) e presentandosi dunque alla Finals di Conference dell'Est al cospetto di Detroit e dei suoi ''Bad Boys'', così chiamati per il loro gioco intenso e aggressivo.<ref name=finals89>{{cita web|url=http://www.nba.com/history/finals/19891990.html|titolo=Born to Be Bad|accesso=8 gennaio 2016|lingua=en}}</ref><ref name=finals90>{{cita web|url=http://www.nba.com/history/finals/19891990.html|titolo=Bad Boys Still the Best|accesso=8 gennaio 2016|lingua=en}}</ref> La serie tra Chicago e Detroit sarà molto tirata, con Jordan autore di grandi prestazioni, soprattutto in gara-4. Il fattore campo è rispettato sempre e si arriverà alla 7ª partita, che si gioca a Detroit per via del miglior record in regular season dei Pistons. Finirà 93-74 per Detroit, che batterà poi Portland in finale. I Bulls dimostrano di non essere ancora pronti al salto definitivo, e Jordan manifesta nervosismo spaccando una sedia negli spogliatoi a seguito di un gesto di stizza.<ref name=perdente/>
 
Grazie alla linea di scarpe [[Air Jordan]] guadagnò, in sponsorizzazioni, cifre fino ad allora inimmaginabili per uno sportivo,<ref name="lazenby" /><ref name=:39/>
=== Il primo three-peat ===
[[File:Jordan by Lipofsky 16577.jpg|thumb|Jordan salta per una schiacciata nella stagione 1987-88]]
In tre anni, nel 1991 contro i Los Angeles Lakers di [[Magic Johnson]] e [[James Worthy]], nel 1992 contro i [[Portland Trail Blazers]] di [[Clyde Drexler]] e nel 1993 contro i [[Phoenix Suns]] di [[Charles Barkley]], [[Kevin Johnson]] e [[Dan Majerle]], i Chicago Bulls vincono tre titoli NBA in fila, realizzando il cosiddetto ''[[three-peat]]'' (gioco di parole traducibile più o meno come tri-petizione che fonde il numero "three" e il termine "repeat") riuscito solo ad altre 2 squadre nella storia della NBA.
A settembre del 1988, comunque, Reinsdorf rinnovò il contratto per otto stagioni; la squadra iniziò male la stagione e fu ancora una volta Jordan a doversela caricare sulle spalle.<ref name=:18>{{Cita news|autore=David Funk|titolo=What If? Michael Jordan's 1988-89 Season|data=|accesso=25 aprile 2019|lingua=en|url=https://bleacherreport.com/articles/80619|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190623185655/https://bleacherreport.com/articles/80619}}</ref> Questo non fece altro che aumentare le critiche della stampa, da tempo convinta che, a differenza di [[Magic Johnson]] e [[Larry Bird]], Jordan fosse troppo individualista e incapace di valorizzare i compagni.<ref name=perdente>{{cita news|autore=Valerio Clari|titolo=Nba, quando Jordan era un perdente: "Non vincerà mai"|data=6 dicembre 2014|accesso=21 novembre 2015|url=http://www.gazzetta.it/Nba/06-12-2014/nba-quando-jordan-era-perdente-non-vincera-mai-100153560864.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151122102914/http://www.gazzetta.it/Nba/06-12-2014/nba-quando-jordan-era-perdente-non-vincera-mai-100153560864.shtml}}</ref> Anche per questo motivo l'allenatore [[Doug Collins]] chiese al suo vice [[Phil Jackson]] di catechizzare il suo giocatore sulla necessità del gioco di squadra;<ref name=":37">{{cita|Lazenby|pp. 391-393}}.</ref> il colloquio avvenne e, nonostante l'iniziale ritrosia di Jordan,<ref name=:37/> produsse i suoi effetti, anche perché, nel frattempo, Collins decise di relegare in panchina il poco convincente playmaker titolare [[Sam Vincent]] e di spostare nel ruolo proprio Jordan,<ref name=":60">{{cita|Lazenby|pp. 396-398}}.</ref> che non a caso realizzò, dopo il cambiamento, sette [[Tripla doppia|triple doppie]] consecutive (14 in totale tra gennaio e aprile),<ref name=:60/> coinvolgendo molto i compagni di squadra e portando i Bulls a 6 vittorie consecutive,<ref name=:60/> grazie anche alle ottime prestazioni di Pippen e del [[sophomore]] [[Horace Grant]],<ref name=:60/> che partendo in quintetto con regolarità cominciò a garantire prestazioni convincenti.<ref name=:60/>
 
Il risultato fu che, con un record di 47-35 i Bulls avanzarono alla ''post season'' col quinto miglior record della [[NBA Eastern Conference|Eastern Conference]],<ref name=:60/> dove al primo turno incontrarono nuovamente i Cavaliers (finiti quarti),<ref name=:60/> con il fattore campo a sfavore: la serie fu molto equilibrata e si decise in gara-5, giocata il 7 maggio 1989 in Ohio, quando, a 2 secondi dalla fine della partita, con la squadra sotto di un punto, Michael segnò un tiro in sospensione praticamente impossibile (da quel momento universalmente ribattezzato ''the shot''), dalla linea del tiro libero, in controtempo e con le mani in faccia di [[Craig Ehlo]].<ref>{{Cita web|url=http://www.nba.com/article/2018/05/03/legendary-moments-history-michael-jordan-shot-cavaliers|titolo=Legendary Moments In NBA History: Michael Jordan hits iconic shot to eliminate Cavaliers|lingua=en|accesso=7 maggio 2019}}</ref> Al secondo turno i Bulls incontrarono i [[New York Knicks]] di [[Patrick Ewing]] e dell'ex [[Charles Oakley]], che superarono abbastanza agevolmente 4-2 per poi ritrovarsi, in finale di Conference, gli storici rivali dei [[Detroit Pistons]]; in gara-1 Collins decise di mettere Jordan in marcatura su Thomas; la scelta diede i suoi frutti, perché il play dei Pistons, limitato dal maggior atletismo di Jordan, non riuscì a penetrare né a creare giochi per i compagni ed è costretto a tirare da fuori, ma con percentuali disastrose (3 su 18), sicché i Bulls espugnarono il campo di Detroit (che non perdeva in casa da 25 partite) 94-88. In gara-2 Thomas segnò 33 punti e Dumars 20 per la vittoria dei Pistons 100-91, mentre gara-3 venne vinta da Chicago 99-97 grazie a un altro tiro allo scadere di Jordan, che segnò anche 46 punti. In gara-4 la strepitosa difesa di Dumars costrinse Jordan a un misero 5 su 15 che valse la vittoria dei Pistons 86-80: nel dopo partita Collins accusò Jordan di essere stato troppo egoista e impreciso.<ref name=perdente/> Per ripicca, nella successiva gara-5 il 23 prese solo otto tiri, lasciando a Detroit una facile vittoria per 94-85 e fomentando così la rabbia del suo allenatore, da tempo convinto che i Bulls non avrebbero mai vinto finché ci fosse stato Jordan.<ref name=perdente/> Si tornò a Chicago per gara 6; la partita fu molto tirata ma, nonostante i 32 punti segnati da Jordan, Detroit riuscì a prendere un buon vantaggio nell'ultimo quarto e a vincere 103-94 grazie anche ai 33 punti di [[Isiah Thomas]].<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/boxscores/198906020CHI.html|titolo=Detroit Pistons at Chicago Bulls Box Score, June 2, 1989|accesso=11 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511182020/https://www.basketball-reference.com/boxscores/198906020CHI.html}}</ref> I Pistons andarono così in finale contro i Los Angeles Lakers di Magic Johnson, che batterono 4-0.
Nei play-off, e in particolare nelle finali, Jordan gioca una grande pallacanestro, facendo registrare diversi record uno dietro l'altro (su tutti quello di più alta media realizzativa di punti in una serie di finale con la strabiliante cifra di 40 punti, stabilito nel 1993 contro i Phoenix Suns), e vincendo anch'egli tre titoli consecutivi di MVP delle finali NBA (cosa, fino ad allora, mai riuscita ad altro giocatore nella storia della NBA; solo in seguito (2000, 2001 e 2002) [[Shaquille O'Neal]] saprà ripetere tale impresa).
[[File:Tex Winter, walton, farmar (3215064464) (cropped).jpg|thumb|left|upright|[[Tex Winter]], l'uomo che si occupò degli schemi offensivi del triangolo]]
 
Il 6 luglio 1989 Reinsdorf e Krause licenziarono [[Doug Collins]] e affidarono la squadra al suo vice [[Phil Jackson]], il quale confidò allo stesso Krause appena dopo la nomina a coach:<ref>{{Cita|Lazenby|p. 409}}.</ref>
==== Stagione 1990-1991 ====
{{Citazione|Sono sempre stato più orientato alla difesa, sia come giocatore che come allenatore. Lascerò l'attacco a Tex Winter, giocherò con il triplo post|[[Phil Jackson]]}}
La stagione 1990-91 ricomincia con il roster dei Chicago Bulls sostanzialmente invariato, almeno nel quintetto base. La politica della franchigia è di lasciar maturare la squadra, non snaturandola. La concorrenza è però molto forte, soprattutto a Ovest, dove, oltre ai Lakers di Magic Johnson, emergono diverse franchigie frutto di una maturazione di una grande generazione di campioni nelle franchigie verso il Pacifico. Su tutte, i Portland Trail Blazers, che stabiliranno il miglior record della regular season con 63-19, davanti proprio ai Bulls con 61-21. I Bulls mostrano un basket completo e senza punti deboli, avendo armonizzato la presenza di una superstar con le dinamiche di squadra, ciò che valse a Jordan il secondo titolo di MVP della Lega. Detroit, pur ancora massimamente competitiva, sembra aver esaurito il suo impeto agonistico tanto che per la prima volta colleziona un record di vittorie in stagione inferiore a quello dei Bulls, accumulando nette sconfitte negli scontri diretti.
Jordan non era inizialmente contento di tale schema.<ref>{{cita|Lazenby|p. 729}}.</ref><ref>{{Cita web|url=https://inews.co.uk/sport/the-last-dance-michael-jordan-documentary-netflix-review-2543188|titolo=Does Jordan come across as a 'horrible guy' in The Last Dance? Yes and no|lingua=en|accesso=1º giugno 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20210128112855/https://inews.co.uk/sport/the-last-dance-michael-jordan-documentary-netflix-review-420028}}</ref> Nella prima stagione con il nuovo coach, i Bulls continuarono il loro percorso di crescita, arrivando a un record finale di 55-27, più vicino ai Pistons, campioni in carica. Jordan migliorò sempre più nel coinvolgimento dei compagni di squadra. In particolare, a beneficiarne furono Horace Grant e Scottie Pippen (quest'ultimo ricevette la sua prima convocazione all'ASG). Il 28 marzo 1990 Jordan fu protagonista della gara con più punti<ref name="63punti">{{cita news|autore=Giuseppe Nigro|titolo=Nba, tutto Jordan in mostra: quella volta da 69 punti a Cleveland|data=14 settembre 2015|accesso=21 novembre 2015|url=http://www.gazzetta.it/Nba/14-09-2015/nba-the-shot-mostra-quella-volta-che-realizzo-63-punti-perse-130118822070.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151122104037/http://www.gazzetta.it/Nba/14-09-2015/nba-the-shot-mostra-quella-volta-che-realizzo-63-punti-perse-130118822070.shtml}}</ref> segnati in carriera: contro i [[Cleveland Cavaliers]] segnò 69 punti, frutto di un 23/37 di tiri dal campo segnati, 6 triple realizzate e 21/23 ai liberi (oltre a 18 rimbalzi, 6 assist e 4 palle rubate).<ref name="63punti" /> I Bulls erano favoriti a Est e mantennero le aspettative vincendo agevolmente le prime due serie di playoffs contro i [[Milwaukee Bucks|Bucks]] (3-1) e i [[Philadelphia 76ers|76ers]] (4-1), presentandosi dunque alla Finals di Conference dell'Est al cospetto di Detroit e dei suoi ''Bad Boys'', così chiamati per il loro gioco intenso e aggressivo.<ref name="finals89">{{cita web|lingua=en|url=http://www.nba.com/history/finals/19891990.html|titolo=Born to Be Bad|accesso=8 gennaio 2016|urlarchivio=https://www.webcitation.org/65cZVQBQO?url=http://www.nba.com/history/finals/19891990.html}}</ref><ref name="finals90">{{cita web|url=http://www.nba.com/history/finals/19891990.html|titolo=Bad Boys Still the Best|accesso=8 gennaio 2016|lingua=en|urlarchivio=https://www.webcitation.org/65cZVQBQO?url=http://www.nba.com/history/finals/19891990.html}}</ref> La serie tra Chicago e Detroit fu molto tirata, con Jordan autore di grandi prestazioni, soprattutto in gara-4. Il fattore campo fu rispettato sempre e si arrivò alla 7ª partita, che si giocò a Detroit per via del miglior record in regular season dei Pistons.<ref name="finals90" /> L'ultima gara della serie terminò con il punteggio di 93-74 per Detroit.<ref>{{Cita web|autore=John Harris|url=https://www.deseret.com/1990/6/4/18864917/pistons-bury-bulls-with-early-flurry-in-93-74-victory|titolo=Pistons Bury Bulls with Early Flurry in 93-74 Victory|data=4 giugno 1990|accesso=13 ottobre 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20191013171403/https://www.deseret.com/1990/6/4/18864917/pistons-bury-bulls-with-early-flurry-in-93-74-victory}}</ref> I Bulls dimostrarono di non essere ancora pronti al salto definitivo, e Jordan manifestò nervosismo spaccando una sedia negli spogliatoi a seguito di un gesto di stizza.<ref name="perdente" />
 
=== Primo three-peat e secondo oro olimpico con il Dream Team ===
I Bulls superano nuovamente in scioltezza i primi due turni di play-off (3-0 ai New York Knicks e nuovamente 4-1 ai Philadelphia 76ers di Charles Barkley) per ritrovarsi per il terzo anno consecutivo nelle Finals dell'Est, sempre contro i Detroit Pistons. Nuovamente affrontata in Finale di Conference, Jordan si prenderà la sua rivincita, trascinando Chicago a un netto 4-0. Alla fine di gara-4, con il risultato ormai guadagnato dai Bulls, i Pistons (con [[Isiah Thomas]] e [[Bill Laimbeer]] in testa) uscirono dal campo diversi secondi prima del termine della partita.<ref>{{cita web|url=http://www.si.com/nba/point-forward/2013/10/04/isiah-thomas-michael-jordan-pistons-bulls-1991-playoffs|titolo=Isiah Thomas regrets handshake snub against Bulls in 1991 playoffs|data=4 ottobre 2013|accesso=8 gennaio 2016|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://bleacherreport.com/articles/158201-the-day-the-bad-boys-walked-out|titolo=The Day the "Bad Boys" Walked Out|data=18 aprile 2009|accesso=8 gennaio 2016|lingua=en}}</ref> {{senza fonte|Jordan, sempre attento anche alle dinamiche motivazionali, evitò di subire passivamente questo atteggiamento dei Pistons e mentre questi uscivano dal campo si rivolse ai suoi compagni congratulandosi con loro.}}
[[File:Lipofsky Pippen.jpg|thumb|[[Scottie Pippen]], fattore determinante con Jordan nei titoli vinti da Chicago]]
La stagione 1990-91 ricominciò con il roster dei Chicago Bulls sostanzialmente invariato, almeno nel quintetto base. La politica della franchigia fu di lasciare maturare la squadra, non snaturandola. A fine anno i [[Portland Trail Blazers]] stabilirono il miglior record della regular season con 63-19, davanti al 61-21 dei Bulls.<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/leagues/NBA_1991.html|titolo=1990-91 NBA Season Summary|accesso=11 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110704063000/http://www.basketball-reference.com/leagues/NBA_1991.html}}</ref> I Bulls mostrarono un gioco completo e senza punti deboli, avendo armonizzato la presenza di una superstar con le dinamiche di squadra, ciò valse a Jordan il secondo titolo di MVP della Lega.
 
I Bulls superarono nuovamente in scioltezza i primi due turni di playoffs (3-0 ai New York Knicks e nuovamente 4-1 ai Philadelphia 76ers di Charles Barkley) per ritrovarsi per il terzo anno consecutivo nelle Finals dell'Est, sempre contro i Detroit Pistons.<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/teams/CHI/1991_games.html|titolo=1990-91 Chicago Bulls Schedule and Results|lingua=en|accesso=26 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200618102437/https://www.basketball-reference.com/teams/CHI/1991_games.html}}</ref> Nuovamente affrontata in Finale di Conference, Jordan si prese la sua rivincita, trascinando Chicago a un netto 4-0. Alla fine di gara-4, con il risultato ormai guadagnato dai Bulls, i Pistons (con [[Isiah Thomas]] e [[Bill Laimbeer]] in testa) uscirono dal campo diversi secondi prima del termine della partita.<ref>{{cita web|url=http://www.si.com/nba/point-forward/2013/10/04/isiah-thomas-michael-jordan-pistons-bulls-1991-playoffs|titolo=Isiah Thomas regrets handshake snub against Bulls in 1991 playoffs|data=4 ottobre 2013|lingua=en|accesso=8 gennaio 2016}}</ref> Jordan evitò di subire passivamente questo atteggiamento dei Pistons e mentre questi uscivano dal campo si rivolse ai suoi compagni congratulandosi con loro.<ref name=:9>{{Cita web|url=https://bleacherreport.com/articles/158201-the-day-the-bad-boys-walked-out|titolo=The Day the "Bad Boys" Walked Out|autore=Greg Eno|lingua=en|accesso=6 aprile 2019}}</ref>
In finale trovarono i Los Angeles Lakers di Magic Johnson. In gara 1 i Bulls vengono sconfitti, con Jordan che sbaglia il tiro del pareggio a pochi secondi dal termine, e i Lakers ribaltano così il fattore campo. La prestazione di Jordan è comunque eccellente: 35 punti, 8 rimbalzi e 12 assist, con 15 punti, 5 assist e 7/10 dal campo nel solo primo quarto. Nelle gare successive i Lakers non riusciranno più a tenere il passo dei Bulls, che si imporranno per 4-1 vincendo il loro primo titolo.
 
In finale trovarono i Los Angeles Lakers di Magic Johnson; in gara-1 i Bulls vennero sconfitti per 93-91, con Jordan che sbagliò il tiro del pareggio a pochi secondi dal termine, e i Lakers ribaltarono così il fattore campo.<ref name=:13>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/boxscores/199106020CHI.html|titolo=Los Angeles Lakers at Chicago Bulls Box Score, June 2, 1991|lingua=en|accesso=19 aprile 2019}}</ref> La prestazione di Jordan fu comunque di rilievo: mise a referto 36 punti, 8 rimbalzi e 12 assist, con 15 punti, 5 assist e 7/10 dal campo nel solo primo quarto.<ref name=:13/> Nelle gare successive i Lakers non riuscirono più a tenere il passo dei Bulls, che si imposero per 4-1 vincendo il loro primo titolo.<ref>{{Cita|Porter|p. 124}}.</ref> Nella serie fu importante anche l'apporto di Scottie Pippen in marcatura su Johnson.<ref>{{Cita web|url=https://www.nba.com/bulls/history/pippen10_1991.html|titolo=Scottie Pippen's Greatest Moments: World champions for the first time in 1991|accesso=11 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511194757/https://www.nba.com/bulls/history/pippen10_1991.html}}</ref>
==== Stagione 1991-1992 ====
[[File:Air Jordan VII (Maillot N°9 de la Dream Team).JPG|thumb|left|Le ''Air Jordan VII'' indossate durante i Giochi olimpici di {{OE|pallacanestro|1992}}]]
Nel 1992 la finale è contro Portland: il suo scontro diretto con Drexler viene deciso fin dalle prime battute: nella gara-1 delle finali andrà a riposo nell'intervallo del primo tempo con 35 punti, con 6 canestri consecutivi da 3 punti. Secondo il telecronista [[Marv Albert]], lo stesso MJ fu sorpreso dalla propria prestazione.<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/encyclopedia/finals/Memory_Lane.html|titolo=A Stroll Down Memory Lane|accesso=11 gennaio 2016|lingua=en}}</ref> Dopo la vittoria dei Bulls in gara-6 Drexler dice: "''All'inizio della serie pensavo che Michael avesse 2000 movimenti diversi. Mi sbagliavo. Ne ha 3000''."<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/2011/news/features/fran_blinebury/08/15/1992-bulls/|titolo='92 Bulls repeat to prove their worth -- but it wasn't easy|data=31 agosto 2011|accesso=8 gennaio 2016|lingua=en}}</ref>
Nel 1992 la finale fu contro Portland: il suo scontro diretto con Drexler venne deciso fin dalle prime battute: nella gara-1 delle finali andò a riposo nell'intervallo del primo tempo con 35 punti, con 6 canestri consecutivi da 3 punti.<ref name=:102>{{cita web|url=http://www.nba.com/encyclopedia/finals/Memory_Lane.html|titolo=A Stroll Down Memory Lane|accesso=11 gennaio 2016|urlarchivio=https://www.webcitation.org/6E2BcCC0s?url=http://www.nba.com/encyclopedia/finals/Memory_Lane.html|lingua=en}}</ref> Secondo il telecronista [[Marv Albert]], lo stesso Jordan fu sorpreso dalla propria prestazione.<ref name=:102/> Dopo la vittoria dei Bulls in gara-6 Drexler disse: "All'inizio della serie pensavo che Michael avesse 2000 movimenti diversi. Mi sbagliavo. Ne ha 3000".<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/2011/news/features/fran_blinebury/08/15/1992-bulls/|titolo=tit'92 Bulls repeat to prove their worth -- but it wasn't easy|accesso=8 gennaio 2016|data=31 agosto 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160307220651/http://www.nba.com/2011/news/features/fran_blinebury/08/15/1992-bulls/|lingua=en}}</ref>
[[File:Cazzaro Jordan.jpg|thumb|Jordan con l'arbitro [[Stefano Cazzaro]] al torneo olimpico di Barcellona]]
Nell'estate del 1992, Jordan, dopo aver vinto il suo secondo titolo, partecipò ai [[Giochi olimpici estivi]] di [[Giochi della XXV Olimpiade|Barcellona 1992]], dove si tenne la prima apparizione di giocatori professionisti della NBA ai Giochi olimpici. Jordan venne nominato capitano della squadra insieme a Magic Johnson e Larry Bird. Jordan fu una delle stelle del ''[[Nazionale di pallacanestro degli Stati Uniti d'America#1992:_il_Dream_Team|Dream Team]]'' originale, considerata da molti esperti come la squadra di pallacanestro più forte di tutti i tempi; accanto a Michael figurarono infatti altri grandi campioni: il compagno di squadra [[Scottie Pippen]], [[Magic Johnson]], [[Larry Bird]], [[Charles Barkley]], [[Clyde Drexler]], [[Patrick Ewing]], [[Karl Malone]], [[David Robinson]], [[John Stockton]], [[Chris Mullin]] e l'universitario [[Christian Laettner]], guidati dal [[Allenatore|coach]] [[Chuck Daly]].<ref name=":4">{{cita web|url=http://www.nba.com/history/dreamT_moments.html|titolo=The Original Dream Team|accesso=5 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://www.webcitation.org/67nojXmST?url=http://www.nba.com/history/dreamT_moments.html}}</ref> Fu il secondo oro olimpico per Jordan, che contribuì attivamente al successo della squadra statunitense, risultando essere il secondo miglior marcatore della squadra con 14,9<ref>{{Cita web|url=http://www.fiba.com/pages/eng/fa/player/p/pid/93471/sid/2943/tid/379/_/1992_Olympic_Games_Tournament_for_Men/index.html|titolo=Michael Jordan profile, Olympic Games : Tournament for Men 1992|accesso=11 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20170811122040/http://www.fiba.com/pages/eng/fa/player/p/pid/93471/sid/2943/tid/379/_/1992_Olympic_Games_Tournament_for_Men/index.html}}</ref> punti di media (dopo [[Charles Barkley]]).<ref>{{Cita web|url=https://archive.fiba.com/pages/eng/fa/team/p/sid/2943/tid/379/_/1992_Olympic_Games_Tournament_for_Men/index.html|titolo=USA - 1992 Olympic Games|lingua=en|data=6 aprile 2019|accesso=6 aprile 2019}}</ref>
 
Nella stagione successiva ebbe una media di 32,6 punti ed arrivò secondo nelle votazioni come [[NBA Defensive Player of the Year Award|DPOY]].<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/awards/awards_1993.html|titolo=1992-93 NBA Awards Voting|lingua=en|accesso=29 marzo 2020}}</ref> Raggiunta la finale dei playoffs si trovarono di fronte ai [[Phoenix Suns]], autori del miglior record stagionale, trascinati da [[Charles Barkley]]. Con i Bulls in vantaggio 3-2, si ritornò in Arizona per le sfide decisive: gara-6 fu molto combattuta e si arrivò all'ultimo possesso con i Bulls palla in mano e sotto di 2 punti. Jordan fu l'autore di tutti i 9 punti effettuati fino a quel momento dai Bulls nell'ultimo quarto ma, invece di tirare, scelse di passare la palla a Scottie Pippen, che vide sotto canestro smarcato [[Horace Grant]], il quale optò per il passaggio a [[John Paxson]], appostato dietro l'arco dei 3 punti, per il tiro che valse non solo il pareggio ma la vittoria della partita e della serie: fu il terzo titolo consecutivo.<ref name=":14">{{Cita web|url=http://www.nba.com/top-nba-finals-moments-john-paxson-jumper-game-6-1993-finals|titolo=Top NBA Finals moments: Paxson's 3-pointer seals three-peat for Bulls|autore=Scott Howard-Cooper|data=4 giugno 2019|lingua=en|accesso=4 giugno 2019}}</ref>
==== Stagione 1992-1993 ====
I Bulls raggiungono nuovamente le finali NBA, nelle quali affrontano i [[Phoenix Suns]], autori del miglior record stagionale, trascinati da [[Charles Barkley]]. Con i Bulls in vantaggio 3-2, si ritorna in Arizona per le sfide decisive: gara-6 sarà al solito molto combattuta e si arriva all'ultimo possesso con i Bulls palla in mano e sotto di 2 punti. Jordan è stato l'autore di tutti i 9 punti finora effettuati dai Bulls nel 4º quarto ma, contro abitudine, non si incarica del tiro; raddoppiato dalla difesa dei Suns lascia gestire la palla a [[Scottie Pippen]], che vede sotto canestro smarcato [[Horace Grant]], il quale potrebbe comodamente appoggiare per il pareggio ma opta per il passaggio a [[John Paxson]], appostato dietro l'arco dei 3 punti, per il tiro che varrà non solo il pareggio ma la vittoria della partita e della serie: è il terzo titolo consecutivo. Jordan dirà: "''Vincere tre titoli di seguito era un mio obiettivo, perché né [[Isiah Thomas|Thomas]], né [[Magic Johnson|Magic]], né [[Larry Bird|Bird]] ce l'hanno fatta. Non sto dicendo di essere più forte di loro, ma il fatto che solo io ci sia riuscito vorrà dire qualcosa''".<ref name=paxson>{{cita web|url=http://www.nba.com/history/finals/19921993.html|titolo=Paxson's Trey Propels Bulls Into NBA History|accesso=11 gennaio 2016|lingua=en}}</ref>
 
Successivamente Jordan commentò il suo three-peat così:<ref>{{Cita web|autore=Marco Letizia, Gaia Piccardi e Flavio Vanetti|url=http://www.corriere.it/sport/cards/da-borg-stoner-tomba-pennetta-fenomeni-che-si-ritirano-top-carriera/flavia-pennetta_principale.shtml|titolo=Da Borg a Stoner, da Tomba alla Pennetta I fenomeni che si ritirano al top della carriera|data=12 febbraio 2016|accesso=6 aprile 2019}}</ref>
=== Olimpiadi 1992: il ''Dream Team'' e il secondo oro ===
{{citazione|Vincere tre titoli di seguito era un mio obiettivo, perché né Thomas, né Magic, né Bird ce l'hanno fatta. Non sto dicendo di essere più forte di loro, ma il fatto che solo io ci sia riuscito vorrà dire qualcosa.|Michael Jordan}} I Chicago Bulls vinsero il terzo titolo NBA di seguito, realizzando il cosiddetto ''[[three-peat]]'',<ref>Gioco di parole traducibile più o meno come tri-petizione che fonde il numero ''three'' e il termine ''repeat''</ref> riuscito solo ad altre 2 squadre nella storia della NBA.<ref name=":53">{{Cita web|url=http://www.nba.com/history/top-moments/2002-lakers-complete-three-peat|titolo=Top Moments: Lakers complete fifth 'three-peat' in NBA history|lingua=en|accesso=11 maggio 2019}}</ref> In queste finali Jordan registrò la più alta media realizzativa di punti in una serie di finale con 41 punti (il massimo in quella serie furono i 55 punti che realizzò in gara-4).<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/playoffs/1993-nba-finals-bulls-vs-suns.html|titolo=1993 NBA Finals - Bulls vs. Suns|lingua=en|accesso=17 febbraio 2021}}</ref> In più vinse il terzo titolo consecutivo di MVP delle finali NBA, prima volta per un cestista a conquistare per tre volte tale riconoscimento.<ref name=":8" />
[[File:Air Jordan VII (Maillot N°9 de la Dream Team).JPG|thumb|Le ''Air Jordan VII'', indossate durante le [[Giochi olimpici|Olimpiadi]] di [[Giochi della XXV Olimpiade|Barcellona 1992]].]]
 
Nel 1992 partecipa al videoclip di [[Jam (singolo)|Jam]] di [[Michael Jackson]], dove il cantante insegna al cestista come ballare e in cambio Jordan insegna a Jackson come giocare a pallacanestro. Jordan e Jackson erano delle figure iconiche di quegli anni e di conseguenza diventò uno dei videoclip più rappresentativi dell'epoca.
Nell'estate del 1992, Jordan, dopo aver vinto il suo secondo titolo, partecipa ai [[Giochi olimpici estivi]] di [[Giochi della XXV Olimpiade|Barcellona 1992]], dove si tiene la prima apparizione di giocatori professionisti della NBA ai Giochi olimpici. Jordan viene incaricato del ruolo di capitano della squadra insieme a Magic Johnson e Larry Bird.
 
Jordan è una delle stelle del ''[[Dream Team]]'' originale, quella che è considerata da tutti gli esperti come la squadra di pallacanestro più forte di tutti i tempi;<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/history/dreamT_moments.html|titolo=The Original Dream Team|accesso=14 gennaio 2016|lingua=en}}</ref> accanto a Michael vi sono infatti altri grandi campioni: il compagno di squadra [[Scottie Pippen]], [[Magic Johnson]], [[Larry Bird]], [[Charles Barkley]], [[Clyde Drexler]], [[Patrick Ewing]], [[Karl Malone]], [[David Robinson]], [[John Stockton]], [[Chris Mullin]] e l'universitario [[Christian Laettner]], guidati dal [[Coach (sport)|coach]] [[Chuck Daly]].
 
È il secondo oro olimpico per MJ, che si dimostra protagonista assoluto della squadra statunitense, risultando il secondo miglior marcatore della squadra (dopo [[Charles Barkley]]).
 
=== La morte del padre e il primo ritiro ===
[[File:United Center.jpg|thumb|Lo [[United Center]] di [[Chicago]], casa dei [[Chicago Bulls|Bulls]] dal 1994, soprannominato ''The house that Michael built'', ovvero "La casa costruita da Michael"]]
Il padre di Jordan, James, venne assassinato nel 1993: di ritorno dal funerale di un amico, decise di fermarsi sul bordo di un'autostrada interstatale nella [[Carolina del Nord]] per riposarsi un po'. Mentre stava dormendo, due criminali locali si fermarono, lo uccisero e rubarono la sua [[Lexus]], che gli era stata regalata proprio da Michael. Gli autori del fatto furono rapidamente rintracciati poiché avevano effettuato alcune chiamate con il telefono cellulare della vittima<ref>{{cita web|url=http://select.nytimes.com/search/restricted/article?res=F00616F93B580C718EDDA10894DB494D81|titolo=THE NATION; "So Many Criminals Trip Themselves Up"|pubblicazione=The New York Times|autore=Alison Mitchell|data=22 agosto 1993|lingua=en}}.</ref>.
Il 22 agosto 1993 il padre di Jordan, James, venne assassinato: di ritorno dal funerale di un amico, decise di fermarsi sul bordo di un'autostrada interstatale nella [[Carolina del Nord]] per riposarsi.<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Michael Jordan dice di non poter più "rimanere in silenzio"|data=25 luglio 2016|accesso=11 maggio 2019|url=https://www.ilpost.it/2016/07/25/michael-jordan-dice-di-non-poter-piu-rimanere-in-silenzio/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511194811/https://www.ilpost.it/2016/07/25/michael-jordan-dice-di-non-poter-piu-rimanere-in-silenzio/}}</ref> Mentre stava dormendo, due criminali locali si fermarono, lo uccisero e rubarono la sua [[Lexus]], che gli era stata regalata proprio da Michael. Gli autori del fatto furono rapidamente rintracciati poiché avevano effettuato alcune chiamate con il telefono cellulare della vittima.<ref name=:56>{{Cita news|autore=Alison Mitchell|titolo=THE NATION; So Many Criminals Trip Themselves Up|data=22 agosto 1993|accesso=11 maggio 2019|lingua=en|url=https://www.nytimes.com/1993/08/22/weekinreview/the-nation-so-many-criminals-trip-themselves-up.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511194757/https://www.nytimes.com/1993/08/22/weekinreview/the-nation-so-many-criminals-trip-themselves-up.html}}</ref> Il 6 ottobre 1993, durante una conferenza stampa, Michael comunicò la decisione di lasciare la pallacanestro, decisione presa anche a seguito della morte improvvisa del padre.<ref name=:11>{{cita news|autore=Ira Berkow|titolo=A Humbled Jordan Learns New Truths|data=11 aprile 1994|accesso=22 giugno 2019|lingua=en|url=http://partners.nytimes.com/library/sports/basketball/041194bkn-jordan.html|urlarchivio=https://www.webcitation.org/64tiIRA33?url=http://partners.nytimes.com/library/sports/basketball/041194bkn-jordan.html}}</ref> Dichiarò di non avere più nulla da dimostrare, avendo già raggiunto l'apice della propria carriera.<ref name=quotes>{{cita web|url=http://www.nba.com/history/Classic_NBA_Quotes_Jordan.html|titolo=Classic NBA Quotes: Michael Jordan|accesso=11 gennaio 2016|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120304021525/http://www.nba.com/history/Classic_NBA_Quotes_Jordan.html}}</ref> Il mondo del basket rimase fortemente colpito da questa decisione ritrovandosi senza il proprio giocatore rappresentante,<ref>{{Cita news|autore=Marcel Smith|titolo=Michael Jordan's First Retirement: Was It a Secret Suspension?|data=|accesso=19 aprile 2019|lingua=en|url=https://bleacherreport.com/articles/131997-mjs-1st-retirement-was-it-a-secret-suspension|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419204434/https://bleacherreport.com/articles/131997-mjs-1st-retirement-was-it-a-secret-suspension}}</ref> in quanto Jordan fu il primo "atleta globale"<ref name=:46>{{Cita web|url=http://movies2.nytimes.com/books/first/l/lafeber-global.html|titolo=Michael Jordan and the New Global Capitalism|accesso=11 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511184101/http://movies2.nytimes.com/books/first/l/lafeber-global.html}}</ref> capace di canalizzare l'attenzione dei tifosi di tutto il mondo.<ref name=:46/><ref>{{Cita news|autore=Doug Merlino|titolo=How Michael Jordan Became the First Modern African-American Superstar Athlete|data=|accesso=11 maggio 2019|lingua=en|url=https://bleacherreport.com/articles/706837-how-michael-jordan-became-the-first-modern-african-american-superstar-athlete|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190511184042/https://bleacherreport.com/articles/706837-how-michael-jordan-became-the-first-modern-african-american-superstar-athlete}}</ref>
 
Il 6 ottobre 1993, in una conferenza stampa sovraffollata di giornalisti, Michael comunica alla Lega e al mondo la sofferta decisione di lasciare la pallacanestro. Le sue parole sono: ''"Ho perso ogni motivazione. Nel gioco del basket non ho più nulla da dimostrare: è il momento migliore per me per smettere. Ho vinto tutto quello che si poteva vincere. Tornare? Forse, ma ora penso alla famiglia."''<ref name=quotes>{{cita web|url=http://www.nba.com/history/Classic_NBA_Quotes_Jordan.html|titolo=Classic NBA Quotes: Michael Jordan|accesso=11 gennaio 2016|lingua=en}}</ref>
 
Insieme alla perdita degli stimoli, è la morte del padre a incidere sulla difficile decisione presa da Michael.<ref>{{cita news|url=http://partners.nytimes.com/library/sports/basketball/041194bkn-jordan.html|titolo=A Humbled Jordan Learns New Truths|pubblicazione=The New York Times|data=11 aprile 1994|autore=Ira Berkow|lingua=en}}</ref> James Jordan era stato un grande appoggio per il figlio, che gli era profondamente affezionato, e lo aveva sempre incitato, anche se avrebbe preferito vederlo giocare a [[baseball]], il suo sport preferito.
[[File:United Center.jpg|thumb|left|Lo [[United Center]] di [[Chicago]], casa dei [[Chicago Bulls|Bulls]] dal 1994, soprannominato ''The house that Michael built'', ovvero "La casa costruita da Michael".]]
 
Il mondo del basket è stravolto da questa decisione, e di colpo si ritrova senza il suo uomo simbolo. Più di tutti, sono i suoi milioni di fan in tutto il mondo a sentirsi all'improvviso orfani di ciò che aveva incarnato i loro sogni e le loro ambizioni, di un giocatore che era qualcosa di più di un giocatore, ''"trasformando la pallacanestro in una forma d'arte"''. Ciò porta anche ad atteggiamenti paradossali fra i più giovani: alcuni si presentano ai campi da gioco con il segno del lutto sulla canottiera. Evitando facili censure, si può concepire come la presa di coscienza che con il suo ritiro moriva tutto ciò che egli aveva incarnato, giacché nessun altro ne avrebbe potuto ripercorrere le gesta. Non era solo un fatto tecnico: Michael Jordan è stato il primo "atleta globale", cioè capace di canalizzare da solo l'attenzione di fans di tutto il mondo superando i confini di nazionalità, cultura, tradizioni sportive locali. Nell'ammirazione delle sue imprese ci si sentiva parte del respiro del mondo.
 
Il 9 settembre 1994, un anno dopo il suo ritiro, gioca un'ultima volta al Chicago Stadium, prossimo alla demolizione, in una partita di beneficenza organizzata da Scottie Pippen, uno dei compagni di squadra "storici" e grande amico. Nel nuovo impianto, lo [[United Center]], viene tenuta qualche giorno dopo la cerimonia ufficiale d'addio del giocatore, con il ritiro della canotta numero 23.
 
Davanti al nuovo stadio viene posta una grande statua di Jordan impegnato in una schiacciata con una targa con le parole: ''"The best there ever was, the best there ever will be"'', ovvero "Il migliore che ci sia mai stato, il migliore che mai ci sarà".
 
Il 9 settembre 1994, un anno dopo il suo ritiro, giocò un'ultima volta al Chicago Stadium, prossimo alla demolizione, in una partita di beneficenza organizzata da Scottie Pippen, uno dei compagni di squadra "storici" e grande amico, segnando 52 punti.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Mike Wise|url=https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/library/sports/basketball/091194bkn-jordan.html|titolo=Jordan Bids Farewell With a Dunk and a Kiss|pubblicazione=New York Times|data=11 settembre 1994|accesso=4 maggio 2019}}</ref> Nel nuovo impianto, lo [[United Center]], venne tenuta qualche giorno dopo la cerimonia ufficiale d'addio del giocatore, con il ritiro della canotta numero 23.<ref>{{Cita news|autore=Harvey Araton|titolo=It's a Glitzy Goodbye to Jordan's No. 23|data=2 novembre 1994|accesso=4 maggio 2019|lingua=en|url=https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/library/sports/basketball/110294bkn-jordan.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190328201614/https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/library/sports/basketball/110294bkn-jordan.html}}</ref> Davanti al nuovo stadio venne eretta una grande statua di Jordan impegnato in una schiacciata con una targa con le parole: "The best there ever was, the best there ever will be", ovvero "Il migliore che ci sia mai stato, il migliore che mai ci sarà".<ref>{{Cita web|url=https://www.nba.com/bulls/history/michael-jordan-statue|titolo=Michael Jordan Statue|accesso=19 aprile 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190419205940/https://www.nba.com/bulls/history/michael-jordan-statue}}</ref>
=== La carriera nel baseball ===
 
=== Carriera nel baseball ===
{{Sportivo
|Nome = Michael Jordan
Riga 207 ⟶ 194:
|Sesso = M
|CodiceNazione = {{USA}}
|PesoAltezza = 98198
|Peso = 92
|Disciplina = Baseball
|Ruolo = [[Esterno (baseball)|Esterno]], [[battitore]]
|TermineCarriera = 1994
|Squadre = {{Carriera sportivo
|1994|[[Birmingham Barons]]|(AA)
{{Carriera sportivo
|1994|Birmingham[[Scottsdale BaronsScorpions]]|(AFL)
}}
|1994|Scottsdale Scorpions|
|RigaVuota = {{Statistiche giocatore di baseball
|Batte = destro
|Tira = destro
}}
}}
 
''"«Voglio dimostrare di poter primeggiare anche in un'altra disciplina"''.»: Concon queste parole, e sempre per la devozione verso il defunto padre, Jordan tentatentò la carriera nel baseball professionistico, sognata fin da ragazzo.<ref>{{Cita news|autore=|titolo=Will Smith produrrà il biopic su Michael Jordan|data=21 dicembre 2017|accesso=4 maggio 2019|url=https://www.rollingstone.it/cinema/news-cinema/will-smith-produrra-il-biopic-su-michael-jordan/396953/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190504183628/https://www.rollingstone.it/cinema/news-cinema/will-smith-produrra-il-biopic-su-michael-jordan/396953/}}</ref> L'amore del padre appena scomparso per questo sport fu probabilmente la motivazione più forte che spinse Jordan a ritirarsi dalla pallacanestro per dedicarsi alla sua nuova carriera.<ref name=jordanlegacyjl>{{cita webnews||url=http://sportsillustrated.cnn.com/basketball/nba/1999/jordan_retires/news/1999/01/12/jordan_legacy/|titolo=The Jordan Legacy|dataarchiviopubblicazione=20[[Sports febbraioIllustrated]]|data=12 gennaio 1999|accesso=22 giugno 20032019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20030220104125/http://sportsillustrated.cnn.com/basketball/nba/1999/jordan_retires/news/1999/01/12/jordan_legacy/|lingua=en}}</ref> Nel febbraio 1994 firmò un contratto da [[free agent]] con i [[Chicago White Sox]]; il 31 marzo venne assegnato ai Birmingham Barons, terza squadra degli White Sox, impegnata nella Doppia-A della [[Minor League Baseball|Minor League]].<ref>{{Cita news|autore=Solomon Crenshaw|titolo=20 years ago today, Michael Jordan signed with White Sox to produce our Summer of Jordan (photos)|data=7 febbraio 2014|accesso=27 marzo 2019|lingua=en|url=https://www.al.com/sports/2014/02/20_years_ago_today_michael_jor.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190327234857/https://www.al.com/sports/2014/02/20_years_ago_today_michael_jor.html}}</ref>
 
Nonostante la grande aspettativa del pubblico nei confronti del campione, Jordan ottenne risultati abbastanza modesti: con i Barons disputò 127 partite e tenne una [[media battuta]] di 202 con 3 [[home run]], 51 [[punti battuti a casa]], 30 [[basi rubate]] (quinto nella [[Southern League (baseball)|Southern League]] a pari merito) e 11 [[Errore (baseball)|errori]].<ref>{{cita news|url=http://sportsillustrated.cnn.com/basketball/nba/news/1999/01/11/jordan_chronology/|titolo=Michael Jordan Chronology|pubblicazione=[[Sports Illustrated]]|data=12 gennaio 1999|accesso=22 giugno 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20010518205857/http://sportsillustrated.cnn.com/basketball/nba/news/1999/01/11/jordan_chronology/}}</ref>
Nel febbraio 1994 firma un contratto da [[free agent]] con i [[Chicago White Sox]]; il 31 marzo viene ingaggiato dai Birmingham Barons, seconda squadra dei Chicago White Sox impegnata nelle [[Minor League Baseball|Minor League]]
 
Le prestazioni poco brillanti fecero salire la pressione di giornalisti e tifosi che, aspettandosi qualcosa in più dall'ex-superstar [[NBA]], iniziarono a criticare Jordan, ipotizzando anche che il suo ingaggio fosse più dovuto a un fattore pubblicitario che ad altro.<ref name=:64>{{Cita news|autore=Aaron Dodson|titolo=That time Michael Jordan left the Bulls, went to baseball's minors, and chased his childhood dream|data=11 luglio 2017|accesso=9 maggio 2019|lingua=en|url=https://theundefeated.com/features/cover-stories-michael-jordan-baseball-america/|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190509201041/https://theundefeated.com/features/cover-stories-michael-jordan-baseball-america/}}</ref> Tra il settembre e il novembre 1994, giocò 35 incontri con gli Scottsdale Scorpions nella [[Arizona Fall League]], lega affiliata alla Major League; chiuse con 252 di media battuta. Non soddisfatto dei risultati, Jordan continuò ad allenarsi con i [[Chicago White Sox]] fino al 2 marzo 1995, giorno in cui dichiarò conclusa la sua carriera di giocatore di baseball.<ref>{{Cita web|url=https://www.infoplease.com/sports/1998-99-season/michael-jordan-stats|titolo=Michael Jordan: The Stats|lingua=en|accesso=3 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190703191016/https://www.infoplease.com/sports/1998-99-season/michael-jordan-stats}}</ref>
Nonostante la grande aspettativa del pubblico nei confronti del campione, Jordan ottiene risultati abbastanza modesti. Con i Barons disputa 127 partite<ref>{{cita web|url=http://sportsillustrated.cnn.com/basketball/nba/news/1999/01/11/jordan_chronology/|titolo=Michael Jordan Chronology|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20010518205857/http://sportsillustrated.cnn.com/basketball/nba/news/1999/01/11/jordan_chronology/|dataarchivio=18 maggio 2001|data=12 gennaio 1999|lingua=en}}</ref> e ottiene una media di battuta di 20,2% con 3 [[home run]], 51 [[punti battuti a casa]], 30 basi rubate (quinto nella Southern League a pari merito) e 11 [[Errore (baseball)|errori]].<ref name=jordanlegacy/>
 
=== Il primo ritorno nell'NBA e secondo three-peat ===
I risultati modesti fecero salire la pressione di giornalisti e tifosi che, aspettandosi qualcosa in più dall'ex-superstar [[National Basketball Association|NBA]], iniziarono a criticare Jordan, ipotizzando anche che il suo ingaggio fosse più dovuto a un fattore pubblicitario che ad altro.
Nei primi mesi del 1995 cominciò a circolare la notizia secondo cui Jordan avesse intenzione di tornare a vestire la casacca dei Bulls; la [[ESPN]] interruppe tutti i programmi per dare la notizia di un suo possibile ritorno. La Nike, sponsor storico di Jordan, inviò 40 paia di scarpe targate [[Air Jordan Retro XII|Air Jordan]] ai Bulls.<ref name=:2>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/Nba/26-11-2015/nba-chicago-bulls-72-vittorie-record-jordan-pippen-phil-rodman-1301084299978.shtml|titolo=Nba: Jordan, Pippen, Phil e... i Chicago Bulls delle 72 vittorie|autore=Michele Talamazzi|data=26 novembre 2015|accesso=28 marzo 2019}}</ref> Il 18 marzo 1995 venne diramato un breve comunicato: "Michael Jordan ha informato i Bulls di aver interrotto il suo volontario ritiro di 17 mesi. Esordirà domenica a [[Indianapolis]] contro gli [[Indiana Pacers]]."<ref name=:2/><ref name=sv>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Nba/19-03-2015/nba-jordan-michael-chicago-bulls-indiana-110163120979.shtml|titolo=Nba, Michael Jordan e la seconda vita da His Airness|autore=Valerio Clari|data=19 marzo 2015|accesso=21 novembre 2015}}</ref> Lo stesso Jordan, tramite il suo manager David B. Falk e l'agenzia che gli curava gli interessi (la "F.A.M.E."), diramò un brevissimo comunicato stampa, che conteneva poche, ma efficaci parole: "I'm back" ("Sono tornato").<ref>{{Cita web|url=https://www.dunkest.com/it/nba/notizie/35410/nba-accadde-oggi-ritorno-michael-jordan|titolo=NBA, Accadde Oggi: il ritorno di Michael Jordan|lingua=it|accesso=6 giugno 2021}}</ref> Come ulteriore segno di cambiamento, Michael scelse di usare al posto del numero 23 sulla canotta il 45, numero che aveva quando giocava a baseball da piccolo, e suo reale numero preferito.<ref name=sv/> Ritornò in seguito a usare il numero 23, inizialmente non utilizzato anche perché ritirato dalla squadra di Chicago.<ref name=sv/>
 
Tornato sotto la guida di coach Jackson, evidenziò delle difficoltà sia a livello fisico sia a livello tecnico a causa del lungo stop a cui si era volontariamente sottoposto.<ref>{{cita|Jozsa|p. 83}}.</ref> Nonostante tutto continuò a mostrare sprazzi del suo talento, ad esempio, nel match giocato contro i [[New York Knicks]] al [[Madison Square Garden]] in cui mise a referto 55 punti.<ref name=hoop>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/hoop_feb96.html|titolo=Can Jordan rule again?|lingua=en|accesso=20 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151116051851/http://www.nba.com/jordan/hoop_feb96.html}}</ref> Lo stesso Jordan ammise in seguito che, benché avesse mantenuto un'ottima preparazione fisica grazie all'avventura nel baseball professionistico, la pallacanestro richiedeva un diverso regime di allenamento.<ref name=hoop/> Al raggiungimento dei play-off la sua media realizzativa era di 26,9 punti in 17 partite disputate, ma venne eliminata ai playoffs da [[Orlando Magic|Orlando]] e, proprio in una gara di playoffs contro i Magic, Jordan commise alcuni errori decisivi, tra cui una palla persa durante l'ultimo minuto di gioco a cui seguì la sconfitta;<ref name=hoop/> il giocatore dei Magic [[Nick Anderson]], in un'intervista, parlò del numero 45 dei Bulls come di un giocatore forte, ma non quanto il 23. Stuzzicato dal rivale e dal coach [[Phil Jackson]], Jordan dalla partita successiva in poi tornò a indossare la canotta numero 23 pagando una multa per ogni partita di playoffs giocata con quel numero visto il divieto della Lega di cambiare la numerazione della propria canotta a stagione in corso.<ref name=n23>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Nba/08-05-2015/nba-jordan-michael-chicago-bulls-orlando-magic-anderson-110735928655.shtml|titolo=Nba history, quando Michael Jordan si riprese il numero 23|autore=Davide Chinellato|data=8 maggio 2015|accesso=21 novembre 2015}}</ref>
Tra il settembre e il novembre 1994 gioca 35 incontri con gli Scottsdale Scorpions in Arizona Fall League; tiene una media di battuta del 25,2%. Continua poi ad allenarsi con i [[Chicago White Sox]] fino al marzo 1995.
 
Dopo essere tornato in forma,<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Clifton Brown|url=https://www.nytimes.com/1995/10/29/sports/nba-95-96-jordan-seeks-to-be-like-the-old-mike.html|titolo=N.B.A. '95-'96; Jordan Seeks To Be Like The Old Mike|pubblicazione=The New York Times|data=29 ottobre 1995|accesso=12 maggio 2019}}</ref> la stagione [[National Basketball Association 1995-1996|1995-1996]] vide Jordan di nuovo protagonista con la conseguente prestazione della squadra: la squadra fece segnare un record assoluto nella NBA: riuscirono nell'impresa di superare la soglia delle 70 vittorie nella ''regular season'', vincendo ben 72 partite su 82, record poi superato solo dai Golden State Warriors nella stagione 2015-2016.<ref>{{Cita news|autore=Gianluca Cordella|url=http://sport.ilmessaggero.it/basket/golden_state_warriors_record_chicago_bulls-1669453.html|titolo=Golden State fa la storia: vittoria n. 73, "cancellati" i Bulls di Michael Jordan|pubblicazione=[[Il Messaggero]]|data=14 aprile 2016|accesso=22 giugno 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20171028042417/http://sport.ilmessaggero.it/basket/golden_state_warriors_record_chicago_bulls-1669453.html}}</ref> Con una ''line-up'' composta da Jordan, [[Ron Harper]], Scottie Pippen, Dennis Rodman e [[Luc Longley]],<ref name=:59>{{Cita web|url=https://www.nba.com/features/bullsbestever_top10.html|titolo=NBA.com - Best Ever? Ten Reasons Why|accesso=12 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190512193640/https://www.nba.com/features/bullsbestever_top10.html}}</ref> nonché probabilmente la miglior panchina della Lega, soprattutto grazie a Steve Kerr e Toni Kukoč,<ref name=:59/> i Bulls migliorarono nettamente rispetto alla stagione precedente, passando da un record di 47-35 a 72-10.<ref>{{Cita web|url=https://www.nba.com/bulls/history/Chicago_Bulls_History-24393-42.html|titolo=Year-by-year history of the Chicago Bulls|accesso=29 marzo 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190329222305/https://www.nba.com/bulls/history/Chicago_Bulls_History-24393-42.html}}</ref> Jordan vinse il suo ottavo titolo di marcatore e Rodman il suo quinto consecutivo da rimbalzista, mentre Kerr guidò la Lega nel tiro da tre punti. Jordan ottenne la cosiddetta ''Triple Crown'', la prestigiosa impresa dei tre premi come MVP: infatti, in questa stessa stagione Michael fu [[NBA All-Star Game|MVP dell'All Star Game]], [[NBA Most Valuable Player Award|della stagione regolare]] e [[Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award|delle finali]],<ref name=bio/> vinte contro i [[Seattle SuperSonics]]. Il manager [[Jerry Krause]] fu il "dirigente dell'anno", Jackson vinse il suo primo premio come [[NBA Coach of the Year Award|allenatore dell'anno]] e Kukoč fu il [[NBA Sixth Man of the Year Award|sesto uomo dell'anno]]. Sia Pippen che Jordan furono parte dell'All-NBA First Team e gli stessi due, insieme a Dennis Rodman, fecero parte anche dell'All-Defensive First Team. La squadra trionfò contro [[Gary Payton]], [[Shawn Kemp]] e i loro Seattle SuperSonics vincendo il quarto titolo in 6 gare.<ref>{{Cita web|url=https://www.nba.com/history/finals/19951996.html|titolo=NBA.com: Bulls' Record-Setting Season Ends in Victory|accesso=4 maggio 2019|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190330145856/https://www.nba.com/history/finals/19951996.html}}</ref>
Tuttavia, i risultati non soddisfano l'orgoglio del campione, che dopo circa un anno e mezzo dichiara conclusa la sua carriera di giocatore di baseball.
[[File:Phil Jackson Lipofsky.JPG|thumb|left|Jordan durante un [[Time out (sport)#Pallacanestro|timeout]] con il suo allenatore [[Phil Jackson]] nel 1997]]
La stagione [[National Basketball Association 1996-1997|1996-1997]] fu ancora una stagione-record: i Bulls ottennero un record di vittorie-sconfitte di 69-13.<ref name=1996-97>{{cita web|url=http://www.databasebasketball.com/teams/teamscores.htm?tm=CHI&yr=1996&lg=n|titolo=Chicago Bulls 1996–97 Game Log and Scores|accesso=22 giugno 2019|lingua=en|data=16 gennaio 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160125082249/http://www.databasebasketball.com/teams/teamscores.htm?tm=CHI&yr=1996&lg=n}}</ref> Nel corso dell'All-Star Game Jordan scrisse nuovamente la storia: con 14 punti, 11 assist e 11 rimbalzi fu il primo giocatore a realizzare una tripla doppia nella manifestazione.<ref>{{Cita web|autore=Russ Bengtson|url=https://www.complex.com/sports/2018/02/michael-jordan-nba-all-star-game-performances-from-worst-to-best|titolo=Ranking Michael Jordan's NBA All-Star Game Performances, From Worst to Best|data=17 febbraio 2018|lingua=en|accesso=12 maggio 2019}}</ref> Ancora una volta i playoffs videro i Bulls protagonisti, e nelle finali arrivò il quinto titolo dopo la vittoria contro gli Utah Jazz di [[Karl Malone]] e [[John Stockton]]. In gara-5 Jordan giocò il famoso ''flu game'' in cui segnò 38 punti (compresa la tripla decisiva a 25 secondi dalla fine) nonostante il giorno prima fosse stato vittima di un'intossicazione alimentare causata da una pizza.<ref>{{Cita|Doeden|pp. 28-29}}.</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.eurosport.it/basket/nba/2018-2019/il-flu-game-quando-michael-jordan-fece-l-impossibile-e-divento-leggenda_sto7136835/story.shtml|titolo=Il "flu game": quando Michael Jordan fece l'impossibile e diventò leggenda|autore=Daniele Fantini|data=17 febbraio 2019|accesso=29 marzo 2019}}</ref>
 
Jordan guidò la squadra durante la stagione [[National Basketball Association 1997-1998|1997-1998]], nella quale vinse il suo ultimo premio di MVP della regular season.<ref name=st/> Dopo una ''regular season'' non all'altezza delle due precedenti, i Chicago Bulls ritrovarono lo smalto nei playoffs e raggiunsero nuovamente le finali, dove incontrarono gli Utah Jazz per il secondo anno consecutivo dopo avere vinto agevolmente la finale di Conference con un secco 4-0 contro i Los Angeles Lakers di Shaquille O'Neal e Kobe Bryant. Arrivò il sesto titolo per Jordan, suggellato da una palla rubata dalle mani di Karl Malone e dal canestro proprio di Jordan a 5,2 secondi dalla fine della sesta gara delle finali, giocata a Salt Lake City, entrato di diritto nella [[storia della pallacanestro]]: fu il secondo ''three-peat'' per Michael e i Chicago Bulls.<ref name=:5>{{Cita web|url=http://www.lastampa.it/2018/06/15/sport/nba-a-anni-da-the-shot-lultima-grande-prodezza-di-jordan-condusse-la-lega-verso-lera-del-web-Zoubwk1jnrHhyRbNf77yDL/pagina.html|titolo=Nba, a 20 anni da "The Shot": l'ultima grande prodezza di Jordan condusse la Lega verso l'era del web|autore=Mirco Melloni|data=15 giugno 2018|accesso=29 marzo 2019}}</ref> Il suo tiro è rimasto noto nell'immaginario collettivo come ''The Shot'' (esattamente come quello contro Cleveland), fissando il punteggio sull'87-86 finale.<ref>{{Cita|Doeden|p. 31}}.</ref>
=== ''"I'm back"'': il ritorno nella NBA ===
 
Il 14 gennaio 1999, al termine del lockout che posticipò l'inizio della stagione 1998-1999 in gennaio, annunciò per la seconda volta il ritiro.<ref>{{Cita web|url=https://www.history.com/this-day-in-history/michael-jordan-retires-for-a-second-time|titolo=Michael Jordan retires for a second time|lingua=en|accesso=12 maggio 2019}}</ref><ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Mike Wise|url=https://archive.nytimes.com/www.nytimes.com/library/sports/basketball/011399bkn-jordan.html|titolo=As Jordan Retires, Legend Swells|pubblicazione=[[The New York Times]]|data=13 gennaio 1999|accesso=12 maggio 2019}}</ref><ref name=:58>{{Cita web|url=http://www.nba.com/article/2018/01/10/week-history-michael-jordan-retires-second-time|titolo=Legendary Moments in NBA History: Michael Jordan retires from NBA for second time|data=13 gennaio 2019|accesso=12 maggio 2019|lingua=en}}</ref> Si dedicò al suo secondo sport preferito, il [[golf]], e alla gestione dei [[Washington Wizards]].<ref>{{cita news|lingua=en|autore=Richard Sandomir|url=http://select.nytimes.com/search/restricted/article?res=F00E15F83E590C738EDDA80894D8404482|titolo=Jordan Sheds Uniform for Suit as a Wizards Owner|pubblicazione=[[The New York Times]]|data=20 gennaio 2000|accesso=22 giugno 2019}}</ref> In merito a un suo eventuale ritorno sui campi da basket, affermò che tale eventualità non fosse da escludere totalmente, sebbene le probabilità fossero molto basse («sono ritirato al 99,9%»).<ref name=quotes/><ref name=:58/><ref>{{Cita web|url=https://sport.sky.it/nba/2017/01/13/nba-non-ci-sara-mai-piu-un-altro-michael-jordan.html|titolo=NBA: "Non ci sarà mai più un altro Michael Jordan"|data=13 gennaio 2017|accesso=12 maggio 2019}}</ref>
Milioni di tifosi in tutto il mondo iniziano a sperare concretamente in un suo ritorno quando viene diffusa la notizia che Jordan si è allenato per due giorni consecutivi con i Bulls. La [[ESPN]], la più importante rete televisiva sportiva statunitense, interrompe tutti i programmi per dare la notizia di un suo possibile ritorno. La Nike, sponsor storico di Jordan, invia 40 paia di scarpe targate Air Jordan ai Bulls.
 
=== Il secondo ritorno con i Washington Wizards ===
È il 18 marzo 1995 quando, alle 11:40, viene diramato un breve comunicato: ''"Michael Jordan ha informato i Bulls di aver interrotto il suo volontario ritiro di 17 mesi. Esordirà domenica a [[Indianapolis]] contro gli [[Indiana Pacers]]."''
[[File:Michael Jordan.jpg|thumb|Jordan nel 2006]]
Il 25 settembre 2001 Jordan decise di tornare in campo, e da proprietario dei Washington Wizards tornò a essere giocatore.<ref name=:19>{{Cita web|url=http://www.nba.com/history/top-moments/2001-jordan-return-wizards|titolo=Top Moments: Michael Jordan returns to NBA at age 38|data=25 aprile 2019|lingua=en|accesso=25 aprile 2019}}</ref> Notevole fu l'interesse mediatico che si produsse intorno al suo ritorno, e i Wizards diventarono in breve una delle squadre più seguite dell'NBA.<ref name=:19/>
 
Durante le due stagioni nella nuova squadra, Jordan percepì un compenso di un milione di dollari, devoluto interamente in beneficenza alle famiglie delle vittime degli [[attentati dell'11 settembre 2001]].<ref>{{cita web|url=https://www.nba.com/wizards/news/WSEedfund_011016.html|titolo=Pollin Establishes Education Fund|lingua=en|data=9 settembre 2002|accesso=12 maggio 2019}}</ref><ref>{{cita news|lingua=en|url=http://select.nytimes.com/search/restricted/article?res=FB0A10FB385E0C758EDDA00894D9404482|titolo=News Summary|pubblicazione=The New York Times|data=26 settembre 2001|accesso=12 maggio 2019}}</ref> Nonostante l'età ormai avanzata e un infortunio che lo tenne fuori per parte della stagione [[National Basketball Association 2001-2002|2001-2002]], partecipò al suo 14º All-Star Game, a [[Filadelfia]].<ref name=:19/> Terminò la sua prima stagione come ''Wizard'' con una media di 22,9 punti a partita.<ref name=nba/>
Bastano queste poche parole per scatenare un delirio tra i tifosi, non solo quelli di Chicago. Il giorno dopo, Michael Jordan si presenta a una conferenza stampa, ancora una volta superaffollata, con poche ma efficaci parole: ''"I'm back"'' ("Sono tornato")<ref name="nbah"/>.
 
Nella stagione [[National Basketball Association 2002-2003|2002-2003]] ottenne una media di 20 punti a partita<ref name=nba/> e partecipò ancora una volta (l'ultima) all'All-Star Game, ad [[Atlanta]], dove l'intera manifestazione venne organizzata per essere un tributo a Jordan.<ref name=":6" /> Le divise della partita delle stelle furono fatte a copia delle divise dell'All-Star Game del 1988 di Chicago, nel quale Jordan fu eletto per la prima volta MVP, e nell'intervallo il tributo al giocatore, si realizzò sulle note di ''Hero'', cantate da [[Mariah Carey]], vestita per l'occasione con un abito che rappresentava insieme la canotta nº 23 dei Washington Wizards e quella dei Chicago Bulls.<ref name=":6">{{Cita|Porter|pp. 140-141}}.</ref> Ripresa la partita, a circa tre secondi dalla fine, riuscì a segnare un tiro in ''[[Fade-away (pallacanestro)|fade-away]]'' che sembrerebbe regalare la competizione alla squadra dell'Est; tuttavia, un fallo su [[Kobe Bryant]] effettuato da [[Jermaine O'Neal]] all'ultimo secondo riuscì a ribaltare la situazione e tutto si concluse in una vittoria di 155 a 145 per l'Ovest, dopo un doppio [[Tempi supplementari|overtime]].<ref name=:6/><ref>{{Cita web|url=http://www.nba.com/history/all-star/2003|titolo=2003 NBA All-Star recap|lingua=en|data=24 agosto 2017|accesso=29 marzo 2019}}</ref>
Come ulteriore segno di cambiamento, Michael sceglie di usare al posto del mitico numero 23 sulla canotta il 45, numero che aveva quando giocava a baseball da piccolo, e suo reale numero preferito. Ritornerà in seguito a usare il numero 23, inizialmente non utilizzato anche perché ritirato dalla squadra di Chicago.
 
Nel corso della stagione 2001-2002, Jordan diventò il giocatore più anziano (38 anni) dell'NBA a segnare più di 40 punti in una partita, mettendone a segno 51 contro gli [[Charlotte Hornets]] il 29 dicembre 2001.<ref name=:19/><ref>{{cita web|url=http://www.basketball-reference.com/boxscores/200112290WAS.html|titolo=Charlotte Hornets at Washington Wizards Box Score, December 29, 2001|lingua=en|accesso=20 novembre 2015}}</ref> e 45 contro i [[New Jersey Nets]] il 31 dicembre 2001<ref>{{cita web|url=http://www.basketball-reference.com/boxscores/200112310WAS.html|titolo=New Jersey Nets at Washington Wizards Box Score, December 31, 2001|accesso=20 novembre 2015|lingua=en}}</ref> Nonostante i suoi sforzi, però, Jordan non riuscì a coinvolgere fino in fondo i compagni e a formare un gruppo valido né nella stagione 2001-02 né in quella seguente, non riuscendo a portare i Washington Wizards ai play-off. Questo a dispetto della presenza di numerosi giovani di talento come [[Richard Hamilton (cestista)|Richard Hamilton]] (scambiato per [[Jerry Stackhouse]] a inizio stagione 2002-03) il quale farà poi fortuna con i Detroit Pistons<ref>{{Cita web|url=https://bleacherreport.com/articles/756338-rip-hamilton-from-beloved-detroit-pistons-team-captain-to-egocentric-libertine|titolo=Rip Hamilton: From Beloved Detroit Pistons Team Captain to Egocentric Libertine|lingua=en|accesso=22 febbraio 2020}}</ref> o come [[Larry Hughes]] finito poi fuori rotazione.
Inizia un nuovo ciclo per i Chicago Bulls, che nei due anni senza Jordan avevano raggiunto risultati deludenti, arrivando comunque ai play-off. Con alcuni giocatori della vecchia squadra, come Scottie Pippen e alcuni nuovi innesti, tra i quali spiccano il croato [[Toni Kukoč]] (già avversario di Pippen e Jordan con la Croazia, ai Giochi olimpici di Barcellona) e [[Dennis Rodman]], sempre sotto la guida di coach [[Phil Jackson]], la squadra riprende la sua "routine" di vittorie nella stagione successiva a quella del ritorno di MJ. La stagione del ritorno dimostra che Michael ha risentito molto dello stop di circa un anno e mezzo: è ancora un grande giocatore, capace di realizzare 55 punti contro i [[New York Knicks]] al [[Madison Square Garden]], ma è arrugginito tecnicamente e fisicamente.<ref name=hoopmagazine>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/hoop_feb96.html|titolo=Can Jordan rule again?|accesso=20 novembre 2015}}</ref> Lo stesso Jordan ammise in seguito che, benché avesse mantenuto un'ottima preparazione fisica grazie all'avventura nel baseball professionistico, la pallacanestro richiedeva un diverso regime di allenamento.<ref name=hoopmagazine/> Chicago viene eliminata ai play-off da [[Orlando Magic|Orlando]] e, proprio in una gara di play-off contro i Magic, Jordan commette alcuni errori decisivi, tra cui una palla persa durante l'ultimo minuto di gioco che causò la sconfitta;<ref name=hoopmagazine/> il giocatore dei Magic [[Nick Anderson]], in un'intervista, parla del numero 45 dei Bulls come di un giocatore forte, ma non quanto il 23, che era paragonabile a Superman. Stuzzicato dal rivale e dal coach [[Phil Jackson]], MJ dalla partita successiva in poi tornerà a indossare la canotta numero 23 (che non abbandonerà più per il resto della carriera) pagando una multa per ogni partita di play-off giocata con quel numero (nella NBA infatti è proibito cambiare numero di canotta a stagione in corso senza richiederne preventivamente l'autorizzazione).<ref name=numero23>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Nba/08-05-2015/nba-jordan-michael-chicago-bulls-orlando-magic-anderson-110735928655.shtml|titolo=Nba history, quando Michael Jordan si riprese il numero 23|autore=Davide Chinellato|data=8 maggio 2015|accesso=21 novembre 2015}}</ref>
 
Il 21 febbraio 2003 realizzò 43 punti contro i [[New Jersey Nets]], divenendo l'unico giocatore con più di 40 anni ad aver realizzato più di 40 punti in un incontro NBA.<ref>{{cita web|autore=Zachmo Marsupalam|url=http://bleacherreport.com/articles/634841-michael-jordans-ten-greatest-games-as-a-40-year-old/page/11|titolo=Michael Jordan's 10 Greatest Games as a 40 Year Old|data=14 marzo 2011|lingua=en|accesso=20 novembre 2015}}</ref> Verso la fine della stagione 2002-03 Jordan venne addirittura isolato da alcuni compagni i quali cominciarono a trovare opprimenti i suoi metodi di allenamento e gestione della squadra.<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=Mike Wise|url=https://www.nytimes.com/2003/05/04/sports/pro-basketball-jordan-s-strained-ties-to-wizards-may-be-cut.html|titolo=PRO BASKETBALL; Jordan's Strained Ties to Wizards May Be Cut|pubblicazione=The New York Times|data=4 maggio 2003|accesso=27 marzo 2019}}</ref> Queste stesse motivazioni furono alla base del suo licenziamento in qualità di presidente da parte del proprietario [[Abe Pollin]].<ref>{{Cita web|url=http://www.espn.com/nba/news/story?id=1644389|titolo=Pollin: 'Bad situation' had to end|data=22 ottobre 2003|lingua=en|accesso=27 marzo 2019}}</ref> Le ultime partite di Jordan in giro per le arene della NBA diventarono momenti per i fan avversari di dare un ultimo saluto al cestista, prima passando dalla sua Chicago, per l'ultima partita nel "suo" United Center,<ref>{{Cita news|lingua=en|autore=John W. Fountain|url=https://www.nytimes.com/2003/01/25/sports/pro-basketball-fans-cheer-for-jordan-finale-in-chicago.html|titolo=PRO BASKETBALL; Fans Cheer For Jordan Finale In Chicago|pubblicazione=The New York Times|data=25 gennaio 2003|accesso=11 maggio 2019}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.espn.com.au/nba/recap?gameId=230124004|titolo=Jordan unable to deliver one last win in Chicago|data=26 gennaio 2003|lingua=en|accesso=11 maggio 2019}}</ref> per arrivare a Filadelfia, da [[Allen Iverson]], alla 82ª partita di stagione regolare, che fu la sua ultima ed ebbe luogo l'ultimo tiro della sua carriera: un tiro libero che gli fece raggiungere quota 20 punti di media in stagione.<ref name=:0>{{cita web|url=http://www.nba.com/games/20030416/WASPHI/recap.html|titolo=Sixers Prevail in Jordan's Final Game|data=16 aprile 2003|lingua=en|accesso=12 gennaio 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20120119024455/http://www.nba.com/games/20030416/WASPHI/recap.html}}</ref>
=== Il secondo three-peat ===
 
Uscendo dalla partita a poco più di un minuto dal termine, si prese una ''standing ovation'' da parte di tutti i presenti, ciò costrinse una sospensione temporanea della partita, mentre dal pubblico avversario si alzò il coro "We Want Mike!".<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2003/04/16/addio-jordan-stavolta-davvero-gli-ultimi-canestri.html|titolo=Addio Jordan, stavolta davvero|autore=Walter Fuochi|pubblicazione=la Repubblica|data=16 aprile 2003|p=53}}</ref> Fu l'ultima apparizione su un parquet di Michael Jordan che, visibilmente emozionato, dopo aver salutato i giocatori avversari e gli amici presenti, si avviò verso gli spogliatoi.<ref name=:0/>
Scottato dalla sconfitta nella precedente serie di playoff, Jordan passa l'estate a prepararsi duramente in vista della nuova stagione.
In quella che seguirà, la stagione [[National Basketball Association 1995-1996|1995-1996]], Jordan è di nuovo protagonista assoluto e i Chicago Bulls ottengono un'altra stagione superlativa.
 
Al termine della stagione [[National Basketball Association 2002-2003|2002-2003]], si ritirò per la terza e ultima volta. Jordan concluse la sua carriera NBA con una media punti per partita di 30,12 nella stagione regolare, la più alta in tutta la storia dell'NBA,<ref name=nba/> superiore di pochi centesimi alla media punti di Wilt Chamberlain (30,06); è [[Migliori marcatori NBA|quinto come numero di punti segnati in carriera]].<ref>{{Cita web|url=https://www.basketball-reference.com/leaders/pts_career.html|titolo=NBA & ABA Career Leaders and Records for Points|lingua=en|accesso=30 aprile 2019}}</ref>
La squadra fa segnare un record assoluto nella NBA: sono la prima formazione nella storia della NBA a superare la soglia delle 70 vittorie nella ''regular season'', vincendo ben 72 partite su 82, record superato solo dai Golden State Warriors nella stagione 2015-2016.<ref>{{Cita web|url=http://sport.ilmessaggero.it/basket/golden_state_warriors_record_chicago_bulls-1669453.html|titolo=Golden State fa la storia: vittoria n. 73, “cancellati” i Bulls di Michael Jordan|autore=Gianluca Cordella|data=14 aprile 2016}}</ref> Con una ''line-up'' composta da Jordan, [[Ron Harper]], Scottie Pippen, Dennis Rodman e [[Luc Longley]], nonché probabilmente la miglior panchina della Lega, soprattutto grazie a Steve Kerr e Toni Kukoč, i Bulls migliorarono nettamente rispetto alla stagione precedente, passando da un record di 47-35 a 72-10. Jordan vinse il suo ottavo titolo di marcatore e Rodman il suo quinto consecutivo da rimbalzista, mentre Kerr guidò la Lega nel tiro da tre punti. Jordan ottenne la cosiddetta ''Triple Crown'', la prestigiosa e quasi impossibile impresa dei tre premi come MVP: infatti, in questa stessa stagione Michael è [[NBA All-Star Game|MVP dell'All Star Game]], [[NBA Most Valuable Player Award|MVP della stagione regolare]] e [[Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award|MVP delle finali]]<ref name="nba.combio" />, vinte contro i [[Seattle SuperSonics]]. Il manager [[Jerry Krause]] fu il "dirigente dell'anno", Jackson vinse il suo primo premio come [[NBA Coach of the Year Award|allenatore dell'anno]] e Kukoč fu il [[NBA Sixth Man of the Year Award|sesto uomo dell'anno]]. Sia Pippen che Jordan furono parte dell'All-NBA First Team e gli stessi due, insieme a Dennis Rodman, fecero parte anche dell'All-Defensive First Team. La squadra trionfò contro [[Gary Payton]], [[Shawn Kemp]] e i loro Seattle SuperSonics vincendo il quarto titolo.
 
=== Dopo il ritiro ===
Per molti critici della pallacanestro si tratta della più forte squadra nella storia NBA; nasce l'idea di un campione e di una squadra invincibili che scatena un fenomeno mediatico senza precedenti: la pressione è tale che i Bulls nelle loro trasferte devono viaggiare scortati e, nella prenotazione degli alberghi, sono costretti a riservarsi l'intero edificio per sfuggire all'assedio dei fans. L'NBA, sempre preoccupata che qualche suo membro catalizzi troppa attenzione rispetto al contesto generale, cerca rimedi e convince [[Magic Johnson]] a fare ritorno sul campo dopo quasi 4 anni dal suo ritiro dal basket avvenuto ai Giochi olimpici di Barcellona e quasi 5 da quelli dai campi NBA. Questo avverrà, ma la non completa competitività dell'ormai anziano Magic non può realizzare appieno le aspettative della dirigenza della Lega professionistica, che sembra ormai secondaria rispetto a una sua parte: i Chicago Bulls, appunto, se non a un suo singolo giocatore.
[[File:MJ golf outing standing.jpg|thumb|left|Jordan nel 2007 durante una partita di [[golf]], uno dei suoi hobby preferiti]]
Il 1º febbraio 2004 fondò il ''Michael Jordan Motorsports'', un team impegnato nelle corse motociclistiche del campionato [[American Motorcyclist Association]] (AMA). Finora la squadra ha sempre gareggiato con motociclette giapponesi, con una certa predilezione per le [[Suzuki GSX-R]].<ref>{{Cita web|url=https://www.omnimoto.it/news/294616/suzuki-gsx-r-1000-michael-air-jordan/|titolo=Suzuki: una GSX-R 1000 dedicata ad "Air" Jordan|lingua=en|accesso=9 maggio 2019}}</ref> L'attività venne sospesa dal 31 ottobre 2013, per valutare la possibilità di gareggiare in [[MotoGP]].<ref>{{cita web|url=http://www.foxsports.com/speed/motogp/motogp-michael-jordan-motorsport-considering-move-to-motogp/|titolo=Michael Jordan Motorsport Considering Move To MotoGP|data=30 ottobre 2013|lingua=en|accesso=21 novembre 2015|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151122123726/http://www.foxsports.com/speed/motogp/motogp-michael-jordan-motorsport-considering-move-to-motogp/}}</ref>
 
Nell'ottobre 2004, [[Giorgio Armani]] contattò Jordan tentando di convincerlo a giocare per l'[[Olimpia Milano]], sponsorizzata dal 2004 proprio dal celebre stilista, ottenendo una risposta negativa.<ref>{{Cita web|url=https://www.gazzetta.it/primi_piani/altri_sport/2004/pp_1.0.562246202.shtml|titolo=Il sogno di Milano: Jordan|accesso=30 aprile 2019}}</ref>
La stagione [[National Basketball Association 1996-1997|1996-1997]] è ancora una stagione-record: i Bulls ottengono un record di vittorie-sconfitte di 69-13<ref name="1996-97">{{cita web|url=http://www.databasebasketball.com/teams/teamscores.htm?tm=CHI&yr=1996&lg=n|titolo=Chicago Bulls 1996–97 Game Log and Scores|lingua=en|data=16 gennaio 2007|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160125082249/http://www.databasebasketball.com/teams/teamscores.htm?tm=CHI&yr=1996&lg=n|dataarchivio=25 gennaio 2016}}</ref>. Ancora una volta, i play-off vedono i Bulls protagonisti, e nelle finali arriva il quinto titolo dopo la vittoria in finale contro gli Utah Jazz di [[Karl Malone]] e John Stockton.
 
Nel 2006 venne nominato general manager degli [[Charlotte Bobcats]] (poi diventati [[Charlotte Hornets]]), squadra della [[Carolina del Nord]] e quattro anni più tardi ne diventò l'unico proprietario,<ref name=:20>{{Cita web|url=https://www.nba.com/hornets/executive-staff|titolo=Executive Staff|lingua=en|accesso=30 aprile 2019}}</ref> prima di cedere le quote di maggioranza nel 2023, rimanendo comunque socio di minoranza.<ref>{{cita web |autore=Adrian Wojnarowski |titolo=Sources: Michael Jordan finalizing sale of Charlotte Hornets |url=https://www.espn.com/nba/story/_/id/37863644/sources-michael-jordan-finalizing-charlotte-hornets-sale |lingua=en |data=16 giugno 2023 |accesso=29 luglio 2023}}</ref>
''Air'' guida la squadra durante la stagione [[National Basketball Association 1997-1998|1997-1998]] che, anche se non emozionante come le precedenti, è comunque abbastanza convincente. Dopo una ''regular season'' non all'altezza delle due precedenti, i Chicago Bulls ritrovano lo smalto nei play-off e raggiungono nuovamente le finali, dove incontrano gli Utah Jazz per il secondo anno consecutivo, uscenti da un'agevole finale di Conference vinta con un secco 4-0 contro i Los Angeles Lakers. Arriva così il sesto titolo per Jordan, suggellato da una palla rubata dalle mani di Karl Malone e dal canestro proprio di MJ a 5,2 secondi dalla fine della sesta gara delle finali, giocata a Salt Lake City, entrato di diritto nella [[storia della pallacanestro]]: è il secondo ''three-peat'' per Michael e i Chicago Bulls.
 
Al termine della stagione annuncia per la seconda volta il ritiro. Si dedica al suo secondo sport preferito, il [[golf]], e alla gestione dei [[Washington Wizards]].<ref>{{cita news|autore=Richard Sandomir|url=http://select.nytimes.com/search/restricted/article?res=F00E15F83E590C738EDDA80894D8404482|titolo=Jordan Sheds Uniform for Suit as a Wizards Owner|data=20 gennaio 2000|lingua=en|pubblicazione=The New York Times}}</ref>
 
=== Il ritorno ai Washington Wizards ===
[[File:Michael Jordan.jpg|thumb|left|Jordan nel 2006]]
 
Nel 2001 Jordan decide di tornare in campo, e da proprietario dei Washington Wizards torna a essere giocatore. Notevole è l'interesse mediatico che si produce intorno al suo ritorno, e i Wizards diventano in breve una delle squadre più seguite dell'NBA.
 
Durante le due stagioni nella nuova squadra, Jordan percepisce un compenso simbolico di un milione di dollari, devoluto interamente in beneficenza alle famiglie delle vittime degli attentati terroristici dell'[[11 settembre 2001]].<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/wizards/news/WSEedfund_011016.html|titolo=Pollin Establishes Education Fund|data=9 settembre 2002|lingua=en}}</ref><ref>{{cita news|url=http://select.nytimes.com/search/restricted/article?res=FB0A10FB385E0C758EDDA00894D9404482|titolo=News Summary|pubblicazione=The New York Times|data=26 settembre 2001}}</ref> Nonostante l'età, 38 anni, e un [[infortunio]] che lo tiene fuori per parte della stagione [[National Basketball Association 2001-2002|2001-2002]], partecipa al suo 14º All-Star Game, a [[Filadelfia]]. Termina la sua prima stagione come ''Wizard'' con una media di 22,9 punti a partita<ref name="nbah"/>.
 
Nella stagione [[National Basketball Association 2002-2003|2002-2003]] ottiene una media di 20 punti a partita<ref name="nbah"/> e partecipa ancora una volta, l'ultima, all'All-Star Game, ad [[Atlanta]], dove l'intera manifestazione viene organizzata per essere un tributo a Jordan. Le divise della partita delle stelle furono fatte a copia delle divise dell'All-Star Game del 1988 di Chicago, nel quale Jordan fu eletto per la prima volta MVP, e nell'intervallo il tributo al giocatore, si realizzò sulle note di ''Hero'', cantate da [[Mariah Carey]], vestita per l'occasione con un abito che rappresentava insieme la canotta nº 23 dei Washington Wizards e quella dei Chicago Bulls. Ripresa la partita, a circa tre secondi dalla fine, riesce a segnare un tiro in ''[[fade-away]]'' che sembrerebbe regalare la competizione alla squadra dell'Est; tuttavia, un fallo su [[Kobe Bryant]] effettuato da [[Jermaine O'Neal]] all'ultimo secondo riesce a ribaltare la situazione e tutto si conclude in una vittoria di 155 a 145 per l'Ovest, dopo un doppio [[Tempi supplementari|overtime]].
 
Nel corso della stagione, Jordan diventa il giocatore più anziano (38 anni) dell'NBA a segnare più di 40 punti in una partita, mettendone a segno 51 contro gli [[Charlotte Hornets]] il 29 dicembre 2001<ref>{{cita web|url=http://www.basketball-reference.com/boxscores/200112290WAS.html|titolo=Charlotte Hornets at Washington Wizards Box Score, December 29, 2001|accesso=20 novembre 2015|lingua=en}}</ref> e 45 contro i [[New Jersey Nets]] il 31 dicembre 2001<ref>{{cita web|url=http://www.basketball-reference.com/boxscores/200112310WAS.html|titolo=New Jersey Nets at Washington Wizards Box Score, December 31, 2001|accesso=20 novembre 2015|lingua=en}}</ref>. Nonostante i suoi sforzi, però, Jordan non riesce a coinvolgere fino in fondo i compagni e a formare un gruppo valido né nella stagione 2001-02 né in quella seguente, non riuscendo a portare i Washington Wizards ai play-off. Questo a dispetto della presenza di numerosi giovani di talento come [[Richard Hamilton (cestista)|Richard Hamilton]] (scambiato per [[Jerry Stackhouse]] a inizio stagione 2002-03) il quale farà poi fortuna con i Detroit Pistons o come [[Larry Hughes]] finito poi fuori rotazione.
 
Il 21 febbraio 2003 realizza 43 punti contro i [[New Jersey Nets]], divenendo l'unico giocatore con più di 40 anni ad aver realizzato più di 40 punti in un incontro NBA<ref>{{cita web|url=http://bleacherreport.com/articles/634841-michael-jordans-ten-greatest-games-as-a-40-year-old/page/11|titolo=Michael Jordan's 10 Greatest Games as a 40 Year Old|data=14 marzo 2011|accesso=20 novembre 2015|lingua=en}}</ref>. {{senza fonte|Verso la fine della stagione 2002-03 Jordan viene addirittura isolato da alcuni compagni i quali cominciano a trovare opprimenti i suoi metodi di allenamento e gestione della squadra. Queste stesse motivazioni saranno alla base del suo licenziamento in qualità di presidente da parte del proprietario [[Abe Pollin]].}}
Le ultime partite di ''Air'' in giro per le arene della NBA diventano momenti per i fan avversari di dare un ultimo grande saluto al Jordan giocatore, prima passando dalla sua Chicago, per l'ultima partita nel "suo" United Center, per arrivare a Filadelfia, da [[Allen Iverson]], alla 82<sup>a</sup> partita di stagione regolare, dove si potrà assistere all'ultima sua schiacciata e all'ultimo tiro della sua carriera: un tiro libero che gli farà raggiungere i 20 punti di media in stagione.
 
Uscendo dalla partita a poco più di un minuto dal termine, avviene una ''standing ovation'' di tifosi, giocatori e addetti ai lavori, che costringe a fermare la partita per diversi minuti, mentre dal pubblico avversario si alza il coro ''"We Want Mike!"''.<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/games/20030416/WASPHI/recap.html|titolo=Sixers Prevail in Jordan's Final Game|data=16 aprile 2003|accesso=12 gennaio 2016|lingua=en}}</ref> È l'ultima apparizione su un parquet di Michael Jordan che, visibilmente emozionato, dopo aver salutato i giocatori avversari e gli amici presenti, si avvia verso gli spogliatoi.
 
Al termine della stagione [[National Basketball Association 2002-2003|2002-2003]], si ritira per la terza e ultima volta. Jordan conclude la sua carriera NBA con una media punti per partita di 30,12 nella stagione regolare, la più alta in tutta la storia dell'NBA,<ref name="nbah"/> superiore di pochi centesimi alla media punti di Wilt Chamberlain (30,06); è [[Migliori marcatori NBA di sempre|quarto come numero di punti segnati in carriera.]]
 
=== La carriera fuori dal parquet ===
[[File:MJ golf outing standing.jpg|thumb|Jordan nel 2007 durante una partita di [[golf]], uno dei suoi hobby preferiti.]]
 
Il 1º febbraio 2004 ha fondato il ''Michael Jordan Motorsports'', un team impegnato nelle corse motociclistiche del campionato [[American Motorcyclist Association]] (AMA). {{senza fonte|Finora la squadra ha sempre gareggiato con motociclette giapponesi, con una certa predilezione per le [[Suzuki GSX-R]]. Le livree delle moto sono sempre legate a squadre o eventi che concernono la carriera sportiva di Jordan: il bianco e l'azzurro sono i colori dell'[[Università della Carolina del Nord a Chapel Hill|Università della Carolina del Nord]]; il bianco e il rosso rappresentano i [[Chicago Bulls]]; la livrea oro celebra gli ori olimpici del 1984 e del 1992.}} L'attività è stata sospesa dal 31 ottobre 2013, per valutare la possibilità di gareggiare in MotoGP.<ref>{{cita web|url=http://www.foxsports.com/speed/motogp/motogp-michael-jordan-motorsport-considering-move-to-motogp/|titolo=Michael Jordan Motorsport Considering Move To MotoGP|data=30 ottobre 2013|accesso=21 novembre 2015|lingua=en}}</ref>
 
Alla fine dell'ottobre 2004, [[Giorgio Armani]] ha contattato MJ per cercare di convincerlo a venire a giocare in [[Italia]], nella squadra dell'[[Olimpia Milano]], sponsorizzata dal 2004 proprio dal celebre stilista, ottenendo, però, un nulla di fatto.<ref>{{cita news|url=http://articles.chicagotribune.com/2004-11-05/sports/0411050325_1_giorgio-armani-washington-wizard-fashion-collections|titolo=Armani courts Jordan|data=5 novembre 2004|pubblicazione=Chicago Tribune|lingua=en}}</ref>
 
Nel 2006 diventa general manager dei [[Charlotte Bobcats]] (oggi [[Charlotte Hornets]]), franchigia della "sua" [[Carolina del Nord]]. Nel 2010 ne diventerà l'unico proprietario.
 
A dicembre 2007, MJ torna sul parquet disputando un allenamento con i suoi Bobcats allo scopo di risollevare il morale della squadra dopo 10 sconfitte in 12 partite. Jordan ha comunque escluso categoricamente la possibilità di un suo ennesimo ritorno in campo.
 
Nell'aprile 2009 è stato eletto nel [[Naismith Memorial Basketball Hall of Fame]] (insieme a [[John Stockton]], [[David Robinson]], [[Jerry Sloan]] e [[C. Vivian Stringer]]), dove è stato introdotto ufficialmente nel settembre dello stesso anno.
 
== Caratteristiche tecniche ==
Jordan giocava come [[guardia tiratrice]], con un'altezza dichiarata di 198&nbsp;cm e con un peso forma di 98&nbsp;kg. Dotato di tecnica offensiva, abile nel ''crossover'' con entrambe le mani<ref name=brown>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/hubieonjordan.html|titolo=Hubie Brown on Jordan|accesso=22 novembre 2015|lingua=en}}</ref> e nel gioco spalle al canestro,<ref name=brown/> possedeva un rapido primo passo e doti acrobatiche,<ref name=nbah/> che gli consentirono di distinguersi come un grande schiacciatore,<ref name=31anni>{{cita web|url=http://www.gazzetta.it/Nba/29-10-2015/micheal-jordan-31-anni-debutto-saltava-schiacciava-sopra-tutti-130704204887.shtml|titolo=Micheal Jordan, 31 anni dal debutto: "Saltava e schiacciava sopra tutti"|autore=Michele Talamazzi|data=29 ottobre 2015|accesso=21 novembre 2015}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/mjslamdunk.html|titolo=Slam Dunk Highlights|accesso=20 novembre 2015|lingua=en}}</ref> come dimostrano le 2 vittorie all'[[NBA Slam Dunk Contest]].
 
Nella fase finale della sua carriera, quando il suo atletismo era diminuito per via dell'età e del periodo di lontananza dalla pallacanestro, Jordan perfezionò il [[fade-away|tiro in allontanamento]], una tecnica che gli consentiva di eludere le braccia protese dei difensori e che divenne un suo marchio di fabbrica tanto quanto le schiacciate che lo contraddistinsero da giovane.<ref name=bleacher>{{cita web|url=http://bleacherreport.com/articles/1749229-is-michael-jordan-the-greatest-perimeter-post-player-of-all-time|titolo=Is Michael Jordan the Greatest Perimeter Post Player of All Time?|data=29 agosto 2013|accesso=21 novembre 2015|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.chicagomag.com/Chicago-Magazine/The-312/June-2013/LeBron-Isnt-Michael-Jordan-Yet-But-Hes-Preparing-to-Be/|titolo=LeBron James Isn't Michael Jordan Yet, But He's Getting There|data=21 giugno 2013|accesso=21 novembre 2015|lingua=en}}</ref> Specialista nel tiro dalla media distanza, Jordan non era altrettanto abile nel [[tiro da tre punti]]: le sue percentuali da dietro l'arco sono state altalenanti per buona parte della sua carriera, ad eccezione delle periodo compreso tra il 1994 e il 1997, in cui Jordan, favorito anche dal temporaneo abbassamento dell'arco da 7,25 m a 6,75 m,<ref>{{cita web|url=http://bleacherreport.com/articles/848406-why-michael-jordan-was-better-at-three-point-shooting-than-kobe-bryant|titolo=Why Michael Jordan Was a Better 3-Point Shooter Than Kobe Bryant|data=13 settembre 2011|accesso=21 novembre 2015|lingua=en}}</ref><ref>{{cita web|url=http://espn.go.com/blog/truehoop/post/_/id/62024/mjs-forgotten-advantage-over-lebron|titolo=Jordan's forgotten advantage over LeBron|data=13 agosto 2013|accesso=21 novembre 2015|lingua=en}}</ref> migliorò le proprie percentuali, innalzando la propria media in carriera a 35% (poi sceso a 32,7 dopo le ultime tre stagioni).<ref name=stats>{{cita web|url=http://www.nba.com/history/players/jordan_stats.html|titolo=Michael Jordan Career Stats|accesso=21 novembre 2015|lingua=en}}</ref> A corredo delle sue doti da realizzatore, vanno citate l'abilità a [[rimbalzo]],<ref name=stats/> l'efficacia nel [[tiro libero]],<ref name=stats/> la comprensione tattica del gioco e le capacità di passatore, retaggio dei primi due anni al liceo, durante i quali, preferiva far andare a canestro i compagni piuttosto che segnare in proprio.<ref name=lazenby/>
 
Michael Jordan è inoltre stato considerato uno dei migliori difensori della NBA,<ref>{{cita news|url=http://www.nytimes.com/1991/06/15/sports/sports-of-the-times-air-jordan-and-just-plain-folks.html|titolo=Sports of The Times; Air Jordan And Just Plain Folks|pubblicazione=The New York Times|data=15 giugno 1991|autore=Ira Berkow|lingua=en}}</ref> capace di formare, assieme a [[Scottie Pippen]], una delle coppie difensive più forti di sempre. Jordan era solito prendere in consegna il ''top scorer'' avversario, marcandolo con efficacia grazie a una combinazione di forza fisica, velocità e riflessi;<ref>{{cita web|url=http://bleacherreport.com/articles/519666-lock-down-defensethe-greatest-man-to-man-defenders-in-the-nba-history/page/12|titolo=Michael Jordan and the Greatest Lockdown, Man-To-Man Defenders in NBA History|data=4 dicembre 2010|accesso=22 novembre 2015|lingua=en}}</ref> abile [[stoppata|stoppatore]], Jordan era un difensore pericoloso anche lontano dalla palla, come confermano le medie statistiche in carriera sui recuperi difensivi.<ref name=stats/>
 
Oltre che per le doti tecniche e fisiche mostrate sul campo, Jordan si è distinto per la sua mentalità vincente e competitiva,<ref name=likenoother>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/hoop_oneforages.html|titolo=Like No Other|accesso=20 novembre 2015|lingua=en}}</ref> la regolare costanza di rendimento di stagione in stagione e la naturale leadership esercitata sui suoi compagni.<ref name=leadership>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/is_philonmj.html|autore=[[Phil Jackson]]|titolo=Michael and Me|accesso=20 novembre 2015|lingua=en}}</ref>
Una delle peculiarità più apprezzate è sempre stata la sua abilità nel giocare sotto pressione ed effettuare le giocate decisive delle partite: alcuni esempi sono il tiro con cui decise le NBA Finals del 1998 contro gli [[Utah Jazz]] e i due punti coi quali sconfisse nei [[play-off]] del 1989 i [[Cleveland Cavaliers]]; degna di nota anche la prestazione in Gara 1 delle Finals del 1992 contro i [[Portland Trail Blazers]], chiusa con 6/10 da oltre l'arco,<ref>{{cita web|url=http://www.nba.com/jordan/jordan_92_finals.html|titolo=Jordan blazes away from long range|accesso=21 novembre 2015|lingua=en}}</ref> nonostante la poca dimestichezza con il tiro da tre.
 
== Riconoscimenti ==
Oltre ai sei titoli NBA vinti con i Bulls, Jordan ha ottenuto numerosi riconoscimenti individuali. È stato 6 volte su 6 [[Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award|MVP delle NBA Finals]] e 5 volte [[NBA Most Valuable Player Award|MVP della regular season]] (come [[Bill Russell]], davanti a loro solo [[Kareem Abdul-Jabbar]]). [[NBA Rookie of the Year Award|Matricola dell'anno]] nel [[National Basketball Association 1984-1985|1984-1985]], ha vinto per ben 10 volte il titolo di [[Lista dei top scorer stagionali della NBA|NBA Scoring Champion]], arrivando a segnare nella stagione [[National Basketball Association 1986-1987|1986-1987]] 37.1 punti a partita. Per 3 volte ha vinto la classifica dei recuperi difensivi e per 2 stagioni consecutive è stato il giocatore con il maggior numero di minuti giocati. Detiene il record NBA per la miglior media punti per partita in carriera con 30,12 per la regular season e 33,4 per i playoff, ed è l'unico atleta NBA, insieme ad [[Hakeem Olajuwon]], ad aver conquistato nella stessa annata sia il premio di [[Most Valuable Player|MVP]] che di difensore dell'anno, nel [[National Basketball Association 1987-1988|1988]].
 
Tra i risultati e i riconoscimenti individuali di Jordan figurano anche 10 presenze nell'[[All-NBA First Team]], 9 nell'[[All-Defensive First Team]] e 14 convocazioni all'[[NBA All-Star Game]] con 3 [[NBA All-Star Game Most Valuable Player Award|All-Star MVP Award]].
 
== Numeri di maglia ==
[[File:Michael Jordan North Carolina.JPG|thumb|left|La canotta numero 23 della [[Università della Carolina del Nord a Chapel Hill|North Carolina]] autografata da Jordan.]]
Michael Jordan ha indossato cinque diversi numeri di canotta nella sua intera carriera: lo storico 23, il 45 al ritorno dal suo primo ritiro, il 9 con la nazionale degli Stati Uniti alle [[Giochi olimpici|Olimpiadi]] del 1984 e del 1992 e ai [[Campionati americani maschili di pallacanestro|Campionati americani]] del 1992, il 5 sempre con la nazionale ai Giochi panamericani di Caracas 1983,<ref>{{Cita web|url=https://www.usab.com/history/national-team-mens/usa-mens-alltime-olympic-numerical-roster.aspx|titolo=USA Men's All-Time Olympic Jersey Numbers|lingua=en|accesso=16 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190716125103/https://www.usab.com/history/national-team-mens/usa-mens-alltime-olympic-numerical-roster.aspx}}</ref> e il 12, indossato il 14 febbraio 1990, come canotta di emergenza, poiché in una gara contro gli [[Orlando Magic]], a Orlando, un tifoso si intrufolò negli spogliatoi e rubò la canotta di Jordan.<ref name=:12/> Questa era del compagno di squadra [[Sam Vincent]], ed essendo una canotta da allenamento era priva di cognome stampato sul retro; Jordan segnò 49 punti nella sconfitta contro i Magic.<ref name=:12>{{cita news|autore=Chris Johnson|titolo=The time Michael Jordan wore No. 12|data=18 febbraio 2015|accesso=18 novembre 2015|lingua=en|url=http://www.si.com/nba/2015/02/18/michael-jordan-bulls-jersey-number-12|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20151120232850/http://www.si.com/nba/2015/02/18/michael-jordan-bulls-jersey-number-12}}</ref>
 
La canotta numero 23 di Jordan è stata ritirata dai Chicago Bulls e dai [[Miami Heat]], anche se Michael non ha mai giocato per quest'ultima.<ref name=:41/> Fu desiderio del coach degli Heat, [[Pat Riley]], fare un tributo a Jordan nella sua ultima gara a Miami nella stagione 2002-2003, innalzando al soffitto un banner raffigurante per una metà la canotta dei Bulls e per l'altra quella dei Wizards.<ref name=":41">{{Cita web|url=http://www.espn.com/chicago/photos/gallery/_/id/8932812/image/3/49-heat-retire-no-23-michael-jordan-50-greatest-moments|titolo=Michael Jordan 50 Greatest Moments|lingua=en|accesso=27 marzo 2019}}</ref>
Michael Jordan ha indossato cinque diversi numeri di canotta nella sua intera carriera: lo storico 23, il 45 al ritorno dal suo primo ritiro, il 9 con la nazionale degli Stati Uniti alle [[Giochi olimpici|Olimpiadi]] del 1984 e del 1992, il 5 sempre con la nazionale ai Giochi Panamericani di Caracas, e il 12, il 14 febbraio 1990, come canotta di emergenza, poiché in una gara contro gli [[Orlando Magic]], a Orlando, un tifoso si intrufolò negli spogliatoi e rubò la canotta di Jordan. Questa era del compagno di squadra [[Sam Vincent]], ed essendo una canotta da allenamento era priva di cognome stampato sul retro. Jordan segnò 49 punti nella sconfitta contro i Magic.<ref>{{cita web|url=http://www.si.com/nba/2015/02/18/michael-jordan-bulls-jersey-number-12|titolo=The time Michael Jordan wore No. 12|data=18 febbraio 2015|accesso=18 novembre 2015|lingua=en}}</ref>
 
Jordan indossò il numero 23 poiché, quando era giovane, ammirava molto il fratello maggiore Larry, che giocava alla [[Emsley A. Laney High School|Laney High School]] (oltre che nel campetto di casa con lui),<ref name=:42/> e indossava il 45,<ref name=":42">{{Cita|Lazenby|pp. 61-62}}.</ref> e aspirava a essere forte la metà di quanto lo fosse lui.<ref name=:65>{{Cita|Porter}}.</ref> Il 23 è la metà del 45 arrotondata per eccesso ed è anche per questo che Jordan ha indossato tale numero.<ref name=:65/>
La canotta numero 23 di Jordan è stata ritirata dai Chicago Bulls e dai [[Miami Heat]], anche se Michael non ha mai giocato per questa squadra. Fu desiderio del coach degli Heat, [[Pat Riley]], fare un tributo a Jordan nella sua ultima gara a Miami nella stagione 2002-2003, innalzando al soffitto un banner raffigurante per una metà la canotta dei Bulls e per l'altra quella dei Wizards.
 
Jordan indossò il numero 23 poiché, quando era giovane, ammirava molto il fratello maggiore Larry, che giocava alla Laney High School, e indossava il 45. Il 23 è la metà del 45 arrotondata per eccesso, poiché Michael sperava di diventare bravo a giocare, almeno la metà di quanto lo era suo fratello.
 
== Merchandising ==
{{Vedi anche|Michael Jordan nella cultura di massa}}
Gli atleti professionisti sono stati a lungo associati nell'opinione comune al ''[[merchandising]]'' e alle promozioni commerciali e Jordan ha dimostrato un grande talento quando si arriva al fattore commerciale.
Oltre che per le sue qualità cestistiche, Michael Jordan ha guadagnato notorietà fuori dal campo per via delle sue apparizioni cinematografiche (su tutte quella in ''[[Space Jam]]'') e per il brand [[Air Jordan]].
 
== Statistiche ==
È celebre per il suo esteso lavoro commerciale per compagnie quali la [[Nike, Inc.|Nike]], con il brand dedicato ''[[Air Jordan]]''. Nato inizialmente per la sola produzione di scarpe, creando un modello nuovo ogni anno, indossato dal giocatore nel corso della stagione, già dal suo primo anno da professionista, grazie all'enorme successo globale e il richiamo generato ha portato nel tempo l'azienda a espandere la linea anche a magliette, felpe, pantaloncini, anche non solo prettamente per il basket, ma anche per la vita di tutti i giorni, dando vita a una vera e propria sottomarca. La linea e il suo successo proseguono tuttora, anche dopo il ritiro di MJ.
{{vedi anche|Statistiche e record di Michael Jordan}}
[[File:Air Jordan.gif|thumb|Il logo della [[Air Jordan]].]]
{{NBA player statistics legend}}
{|class="wikitable"
|-
|style="background:#afe6ba; width:3em;"|†
|Denota le stagioni in cui Jordan ha vinto il titolo
|-
|style="background:#CFECEC; width:1em"|*
|Primo nella lega
|-
|style="background:#E0CEF2; width:3em"|*
|Record
|}
 
=== NCAA ===
È anche apparso in una campagna promozionale dei celebri fast food [[McDonald's]], intitolata "''Nothin' but net''" ("niente eccetto la retina"), che comprendeva anche una serie di [[Pubblicità televisiva|spot televisivi]] che proponevano una sfida amichevole tra Jordan stesso e [[Larry Bird]], suo grande rivale e amico. Oltre a questo, Jordan è apparso in un popolare spot della [[Gatorade]] dei primi anni novanta, con in sottofondo il [[Jingle (musica)|jingle]] "''Be Like Mike''" ("Sii come Mike"). Tra le altre aziende per le quali è stato testimonial figurano [[Coca-Cola]], [[Chevrolet]], Ball Park Franks, Rayovac, Wheaties, Hanes e MCI Communications. Inoltre, gli sono state dedicate le copertine dei videogiochi ''[[NBA 2K11]]'' e ''[[NBA 2K12]]''.
{{NBA player statistics start}}
|-
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[Torneo di pallacanestro maschile NCAA Division I 1982|1981-1982]]†
|align=left|{{Basket University of North Carolina at Chapel Hill}}
|34||34||'''31,7'''||53,4||–||72,2||4,4||1,8||1,2||0,2||13,5
|-
|align=left|[[Torneo di pallacanestro maschile NCAA Division I 1983|1982-1983]]
|align=left|{{Basket University of North Carolina at Chapel Hill}}
|'''36'''||'''36'''||30,9||53,5||'''44,7'''||73,7||'''5,5'''||1,6||'''2,2'''||0,8||'''20,0'''
|-
|align=left|[[Torneo di pallacanestro maschile NCAA Division I 1984|1983-1984]]
|align=left|{{Basket University of North Carolina at Chapel Hill}}
|31||31||29,5||'''55,1'''||–||'''77,9'''||5,3||'''2,1'''||1,6||'''1,1'''||19,6
|- class=sortbottom
|style="text-align:left;" colspan=2|'''Carriera'''
|101||101||30,8||54,0||44,7||74,8||5,0||1,8||1,7||0,7||17,7
|}
 
=== NBA ===
Nel 1992 è coprotagonista del video musicale di ''[[Jam (singolo)|Jam]]'', quinto singolo tratto dall'album ''[[Dangerous (album Michael Jackson)|Dangerous]]'' del suo amico [[Michael Jackson]].
==== Regular season ====
Nel 1996, la [[Warner Bros.]] diede a Jordan un ruolo di protagonista in un film ricco di effetti speciali, ''[[Space Jam]]'', al quale partecipavano anche molti personaggi classici dei cartoni animati Warner Bros. quali [[Bugs Bunny]], [[Daffy Duck]] e altri. Il giudizio della critica sul film fu tiepido, poiché molti lo videro solamente come un lungo spot commerciale in cui Jordan faceva la parte della leggenda del basket, quasi una divinità angelica. Nonostante questo, il film incassò più di 100 milioni di dollari solamente al botteghino, rinsaldando ulteriormente la reputazione di Jordan come figura capace di far guadagnare molto. Nel film compaiono anche grandi attori come [[Bill Murray]] e altri campioni NBA, tra i quali ancora [[Larry Bird]]. Nell'edizione italiana del film Jordan era doppiato da [[Massimo Corvo]]. Nel 2000, il cantautore americano [[Five for Fighting]] ha portato al successo un brano con il suo nome, contenuto nell'album [[America Town]].
{{NBA player statistics start}}
|-
|align=left|[[National Basketball Association 1984-1985|1984-1985]]
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|'''82'''||'''82'''||38,3||51,5||17,3||84,5||6,5||5,9||2,4||0,8||28,2
|-
|align=left|[[National Basketball Association 1985-1986|1985-1986]]
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|18||7||25,1||45,7||16,7||84,0||3,6||2,9||2,1||1,2||22,7
|-
|align=left|[[National Basketball Association 1986-1987|1986-1987]]
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|'''82'''||'''82'''||40,0||48,2||18,2||'''85,7'''||5,2||4,6||2,9||1,5||style="background:#cfecec;"|'''37,1'''*
|-
|align=left|[[National Basketball Association 1987-1988|1987-1988]]
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|'''82'''||'''82'''||bgcolor="CFECEC"|'''40,4'''*||53,5||13,2||84,1||5,5||5,9||bgcolor="CFECEC"|'''3,2'''*||'''1,6'''||style="background:#cfecec;"|35,0*
|-
|align=left|[[National Basketball Association 1988-1989|1988-1989]]
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|81||81||bgcolor="CFECEC"|40,2*||53,8||27,6||85,0||'''8,0'''||'''8,0'''||2,9||0,8||style="background:#cfecec;"|32,5*
|-
|align=left|[[National Basketball Association 1989-1990|1989-1990]]
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|'''82'''||'''82'''||39,0||52,6||37,6||84,8||6,9||6,3||bgcolor="CFECEC"|2,8*||0,7||style="background:#cfecec;"|33,6*
|-
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[National Basketball Association 1990-1991|1990-1991]]†
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|'''82'''||'''82'''||37,0||'''53,9'''||31,2||85,1||6,0||5,5||2,7||1,0||style="background:#cfecec;"|31,5*
|-
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[National Basketball Association 1991-1992|1991-1992]]†
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|80||80||38,8||51,9||27,0||83,2||6,4||6,1||2,3||0,9||style="background:#cfecec;"|30,1*
|-
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[National Basketball Association 1992-1993|1992-1993]]†
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|78||78||39,3||49,5||35,2||83,7||6,7||5,5||bgcolor="CFECEC"|2,8*||0,8||style="background:#cfecec;"|32,6*
|-
|align=left|[[National Basketball Association 1994-1995|1994-1995]]
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|17||17||39,3||41,1||'''50,0'''||80,1||6,9||5,3||1,8||0,8||26,9
|-
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[National Basketball Association 1995-1996|1995-1996]]†
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|'''82'''||'''82'''||37,7||49,5||42,7||83,4||6,6||4,3||2,2||0,5||style="background:#cfecec;"|30,4*
|-
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[National Basketball Association 1996-1997|1996-1997]]†
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|'''82'''||'''82'''||37,9||48,6||37,4||83,3||5,9||4,3||1,7||0,5||style="background:#cfecec;"|29,6*
|-
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[National Basketball Association 1997-1998|1997-1998]]†
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
|'''82'''||'''82'''||38,8||46,5||23,8||78,4||5,8||3,5||1,7||0,5||style="background:#cfecec;"|28,7*
|-
|align=left|[[National Basketball Association 2001-2002|2001-2002]]
|align=left|{{Basket Washington Wizards}}
|60||53||34,9||41,6||18,9||79,0||5,7||5,2||1,4||0,4||22,9
|-
|align=left|[[National Basketball Association 2002-2003|2002-2003]]
|align=left|{{Basket Washington Wizards}}
|'''82'''||67||37,0||44,5||29,1||82,1||6,1||3,8||1,5||0,5||20,0
|- class=sortbottom
|style="text-align:left;" colspan=2|'''Carriera'''
|1072||1039||38,3||49,7||32,7||83,5||6,2||5,3||2,3||0,8||style="background:#E0CEF2; width:3em"|30,1*
|- class=sortbottom
|style="text-align:left;" colspan=2|'''All-Star'''
|13||13||29,4||47,2||27,3||75,0||4,7||4,2||2,8||0,5||20,2
|}
 
==== Playoffs ====
Nel 2002, un film per famiglie intitolato ''[[Il sogno di Calvin]]'' (titolo originale ''Like Mike'', ovvero "Come Mike") trattava di una storia romanzata nella quale un ragazzino di nome Calvin viene casualmente in possesso di un paio di scarpette da basket del grande Michael Jordan. Queste scarpette procurano magicamente al ragazzino un'abilità sovrumana nel gioco del basket, così che egli diviene un atleta professionista prima di aver compiuto 12 anni.
{{NBA player statistics start}}
 
|-
==Statistiche==
|align=left|[[NBA Playoffs 1985|1985]]
===NBA===
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
* Massimo di punti: 69 vs [[Cleveland Cavaliers]] (28 marzo 1990)
|4||4||style="background:#cfecec;"|42,8*||43,6||12,5||82,8||5,8||8,5||style="background:#cfecec;"|'''2,8'''*||1,0||29,3
* Massimo di rimbalzi: 18, due volte
|-
* Massimo di assist: 17 vs [[Portland Trail Blazers]] (24 marzo 1989)
|align=left|[[NBA Playoffs 1986|1986]]
* Massimo di stoppate: 6 vs [[Seattle SuperSonics]] (2 dicembre 1986)
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
* Massimo di palle rubate: 10 vs [[New Jersey Nets]] (16 gennaio 1993))
|3||3||'''45,0'''||50,5||'''100,0'''||87,2||6,3||5,7||2,3||1,3||style="background:#E0CEF2;"|'''43,7'''*
====Stagione regolare====
|-
{{Carriera cestista/inizio}}
|align=left|[[NBA Playoffs 1987|1987]]
{{Carriera cestista|1984-1985|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|82|82|3144|837/1625|9/52|630/746|534|481|196|69|2313|1984-1985||NBA}}
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
{{Carriera cestista|1985-1986|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|18|7 |451 |150/328|3/18|105/135|64|53|37|21|408|1985-1986||NBA}}
|3||3||42,7||41,7||40,0||'''89,7'''||7,0||6,0||2,0||'''2,3'''||style="background:#cfecec;"|35,7*
{{Carriera cestista|1986-1987|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|82|82|3281|1098/2279|12/66|833/972|430|377|236|125|3041|1986-1987||NBA}}
|-
{{Carriera cestista|1987-1988|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|82|82|3311|1069/1998|7/53|723/860|449|485|259|131|2868|1987-1988||NBA}}
|align=left|[[NBA Playoffs 1988|1988]]
{{Carriera cestista|1988-1989|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|81|81|3255|966 /1795|27/98|674/793|652|650|234|65|2633|1988-1989||NBA}}
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
{{Carriera cestista|1989-1990|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|82|82|3197|1034/1964|92/245|593/699|565|519|227|54|2753|1989-1990||NBA}}
|10||10||42,7||'''53,1'''||33,3||86,9||7,1||4,7||2,4||1,1||36,3
{{Carriera cestista|1990-1991|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|82|82|3034|990/1837|29/93|571/671|492|453|223|83|2580|1990-1991||NBA}}
|-
{{Carriera cestista|1991-1992|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|80|80|3102|943/1818|27/100|491/590|511|489|182|75|2404|1991-1992||NBA}}
|align=left|[[NBA Playoffs 1989|1989]]
{{Carriera cestista|1992-1993|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|78|78|3067|992/2003|81/230|476/569|522|428|221|61|2541|1992-1993||NBA}}
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
{{Carriera cestista|1994-1995|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|17|17|668 |166/404|16/32|109/136|117|90|30|13|457|1994-1995||NBA}}
|17||17||42,2||51,0||28,6||79,9||7,0||7,6||2,5||0,8||style="background:#cfecec;"|34,8*
{{Carriera cestista|1995-1996|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|82|82|3090|916/1850|111/260|548/657|543|352|180|42|2491|1995-1996||NBA}}
|-
{{Carriera cestista|1996-1997|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|82|82|3106|920/1892|111/297|480/576|482|352|140|44|2431|1996-1997||NBA}}
|align=left|[[NBA Playoffs 1990|1990]]
{{Carriera cestista|1997-1998|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|82|82|3181|881/1893|30/126|565/721|475|283|141|45|2357|1997-1998||NBA}}
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
{{Carriera cestista|2001-2002|USA|Washington Wizards|National Basketball Association|60|53|2092|551/1324|10/53|263/333|339|310|85|26|1375|2001-2002||NBA}}
|16||16||42,1||51,4||32,0||83,6||7,2||6,8||style="background:#cfecec;"|'''2,8'''*||0,9||style="background:#cfecec;"|36,7*
{{Carriera cestista|2002-2003|USA|Washington Wizards|National Basketball Association|82|67|3031|679/1527|16/55|266/324|497|311|123|39|1640|2002-2003||NBA}}
|-
{{Carriera cestista/fine|1072|1039|41010|12192/24537<br />50,1%|581/1778<br />32,7%|7327/8772<br />83,5%|6672|5633|2514|893|32292|NotaNBA=X}}
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[NBA Playoffs 1991|1991]]†
====Play-off====
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
{{Carriera cestista/inizio}}
|17||17||40,5||52,4||38,5||84,5||6,4||8,4||2,4||1,4||style="background:#cfecec;"|31,1*
{{Carriera cestista|1984-1985|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|4|4|171|34/78|1/8|48/58|23|34|11|4|117|1984-1985||NBA}}
|-
{{Carriera cestista|1985-1986|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|3|3|135|48/95|1/1|34/39|19|17|7|4|131|1985-1986||NBA}}
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[NBA Playoffs 1992|1992]]†
{{Carriera cestista|1986-1987|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|3|3|128|35/84|2/5|35/39|21|18|6|7|107|1986-1987||NBA}}
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
{{Carriera cestista|1987-1988|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|10|10|427|138/260|1/3|86/99|71|47|24|11|363|1987-1988||NBA}}
|'''22'''||'''22'''||41,8||49,9||38,6||85,7||6,2||5,8||2,0||0,7||style="background:#cfecec;"|34,5*
{{Carriera cestista|1988-1989|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|17|17|718|199/390|10/35|183/229|119|130|42|13|591|1988-1989||NBA}}
|-
{{Carriera cestista|1989-1990|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|16|16|674|219/426|16/50|133/159|115|109|45|14|587|1989-1990||NBA}}
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[NBA Playoffs 1993|1993]]†
{{Carriera cestista|1990-1991|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|17|17|689|197/376|10/26|125/148|108|142|40|23|529|1990-1991||NBA}}
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
{{Carriera cestista|1991-1992|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|22|22|920|290/581|17/44|162/189|137|127|44|16|759|1991-1992||NBA}}
|19||19||41,2||47,5||38,9||80,5||6,7||6,0||2,1||0,9||style="background:#cfecec;"|35,1*
{{Carriera cestista|1992-1993|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|19|19|783|251/528|28/72|136/169|128|114|39|17|666|1992-1993||NBA}}
|-
{{Carriera cestista|1994-1995|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|10|10|420|120/248|11/30|64/79|65|45|23|14|315|1994-1995||NBA}}
|align=left|[[NBA Playoffs 1995|1995]]
{{Carriera cestista|1995-1996|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|18|18|733|187/407|25/62|153/187|89|74|33|6|552|1995-1996||NBA}}
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
{{Carriera cestista|1996-1997|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|19|19|804|227/498|13/67|123/148|150|91|30|17|590|1996-1997||NBA}}
|10||10||42,0||48,4||36,7||81,0||6,5||4,5||2,3||1,4||31,5
{{Carriera cestista|1997-1998|USA|Chicago Bulls|National Basketball Association|21|21|872|243/526|13/43|181/223|107|74|32|12|680|1997-1998||NBA}}
|-
{{Carriera cestista/fine|179|179|7474|2188/4497<br />48,7%|148/446<br />33,2%|1463/1766<br />82,8%|1152|1022|376|158|5987|NotaNBA=X}}
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[NBA Playoffs 1996|1996]]†
===NCAA===
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
{{Carriera cestista/inizio}}
|18||18||40,7||45,9||40,3||81,8||4,9||4,1||1,8||0,3||style="background:#cfecec;"|30,7*
{{Carriera cestista|1981-1982|USA|Università della Carolina del Nord a Chapel Hill||34|-|-|191/358|-|78/108|149|61|41|8|460|1981-1982|Tar Heels|[[Campionato di pallacanestro NCAA Division I|NCAA]]}}
|-
{{Carriera cestista|1982-1983|USA|Università della Carolina del Nord a Chapel Hill||36|-|-|282/527|34/76|123/167|197|56|78|28|721|1982-1983|Tar Heels|[[Campionato di pallacanestro NCAA Division I|NCAA]]}}
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[NBA Playoffs 1997|1997]]†
{{Carriera cestista|1983-1984|USA|Università della Carolina del Nord a Chapel Hill||31|-|-|247/448|-|113/145|163|64|50|35|607|1983-1984|Tar Heels|[[Campionato di pallacanestro NCAA Division I|NCAA]]}}
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
{{Carriera cestista/fine|101|-|-|720/1333<br />54%|-|314/420<br />74,8%|509|181|169|71|1788}}
|19||19||42,3||45,6||19,4||83,1||'''7,9'''||4,8||1,6||0,9||style="background:#cfecec;"|31,1*
 
|-
=== Record ===
|style="text-align:left;background:#afe6ba;"|[[NBA Playoffs 1998|1998]]†
{{F|cestisti statunitensi|gennaio 2018}}
|align=left|{{Basket Chicago Bulls}}
* 10 volte [[Lista dei top scorer stagionali della NBA|miglior marcatore]] della [[National Basketball Association|NBA]] (record assoluto): 1987, 1988, 1989, 1990, 1991, 1992, 1993, 1996, 1997, 1998.
|21||21||41,5||46,2||30,2||81,2||5,1||3,5||1,5||0,6||style="background:#cfecec;"|32,4*
* Miglior marcatore della NBA per 7 stagioni consecutive (record assoluto condiviso con [[Wilt Chamberlain]]): dal 1987 al 1993.
|- class=sortbottom
* Punti segnati in una partita di regular season: 69 (contro i [[Cleveland Cavaliers]] il 28 marzo 1990).
|style="text-align:left;" colspan=2|'''Carriera'''
* Più alta media punti nella storia della NBA: 30,12.
|179||179||41,8||48,7||33,2||82,8||6,4||5,7||2,1||0,8||style="background:#E0CEF2; width:3em"|33,4*
* Più alta media punti a partita nei play-off: 33,4.
|}
* Più alta media punti in una serie di finale: 41, nel 1993 contro i [[Phoenix Suns]].
* Partite consecutive a segno in doppia cifra: 842.
* Punti segnati in un tempo di una finale: 35, nel 1992 contro i [[Portland Trail Blazers]].
* Punti segnati in una gara di play-off: 63, nel 1986 contro i [[Boston Celtics]].
* Giocatore più volte nel quintetto difensivo ideale: 9.
* Giocatore più anziano ad aver realizzato più di 50 punti in una partita: 51 contro gli [[Charlotte Hornets]] a 38 anni.
* Primo giocatore a realizzare una "[[tripla doppia]]" all'[[NBA All-Star Game]] (nel 1997).
* Tiri liberi realizzati (20) e tentati (23) in un tempo di una partita (contro i [[Miami Heat]] il 30 dicembre 1992).
* Tiri liberi realizzati (14) e tentati (16) in un quarto di una partita.
* Tiri tentati in un tempo di gara di play-off: 25.
* Tiri decisivi in carriera: 29.
* Tiri tentati, tiri liberi realizzati, percentuale al tiro e recuperi nei play-off.
* Canestri fatti in un tempo di gara di play-off: 24.
 
== Palmarès ==
[[File:Michael Jordan Achievements.jpg|thumb|upright=1.4|Un lato del basamento della statua di Jordan fuori dallo [[United Center]] con tutti i riconoscimenti ottenuti.]]
=== Squadra ===
 
=== Club ===
*{{Basketpalm|Campionato NBA|6}}
:Chicago Bulls: [[NBA Playoffs 1991|1991]], [[NBA Playoffs 1992|1992]], [[NBA Playoffs 1993|1993]], [[NBA Playoffs 1996|1996]], [[NBA Playoffs 1997|1997]], [[NBA Playoffs 1998|1998]]
* Campionato [[National Collegiate Athletic Association|NCAA]]: 1
: University of North Carolina at Chapel Hill: 1982
 
==== NazionaleNBA ====
* {{Basketpalm|Campionato NBA|6}}
:[[Chicago Bulls]]: [[NBA Playoffs 1991|1991]], [[NBA Playoffs 1992|1992]], [[NBA Playoffs 1993|1993]], [[NBA Playoffs 1996|1996]], [[NBA Playoffs 1997|1997]], [[NBA Playoffs 1998|1998]]
 
==== Nazionale ====
* {{simbolo|Gold medal.svg}} [[Giochi olimpici estivi|Oro olimpico]]: 2
* {{simbolo|Gold medal.svg}} [[Pallacanestro ai Giochi olimpici|Oro olimpico]]: 2
: [[Pallacanestro ai Giochi della XXIII Olimpiade|Los Angeles 1984]], [[Pallacanestro ai Giochi della XXV Olimpiade|Barcellona 1992]]
* {{simbolo|Gold medal america.svg}} [[Pallacanestro ai Giochi panamericani|Giochi panamericani]]: 1
: [[Pallacanestro maschile ai IX Giochi panamericani|Caracas 1983]]
* {{simbolo|Gold medal america.svg}} [[Campionati americani maschili di pallacanestro|Campionati americani]]: 1
: [[Torneo americano maschile di pallacanestro di qualificazione alle Olimpiadi 1992|Portland 1992]]
 
==== NCAA ====
* {{simbolo|Gold medal america.svg}} [[Pallacanestro maschile ai Giochi panamericani|Giochi panamericani]]: 1
* [[Campionato di pallacanestro NCAA Division I|Campionato NCAA]]: 1
: [[Pallacanestro maschile ai IX Giochi panamericani|Venezuela 1983]]
: [[Università della Carolina del Nord a Chapel Hill|North Carolina Tar Heels]]: [[Torneo di pallacanestro maschile NCAA Division I 1982|1982]]
 
* {{simbolo|Gold medal america.svg}} [[FIBA Americas Championship]]: 1
: [[FIBA Americas Championship 1992|Stati Uniti d'America 1992]]
 
=== Individuale ===
[[File:Michael Jordan's clothes.jpg|thumb|Memorabilia di Jordan in mostra al Chicago History Museum]]
 
==== Hall of FameNBA ====
[[File:Michael Jordan's clothes.jpg|thumb|Memorabilia di Jordan in mostra al Chicago History Museum.]]
 
* Membro del [[Naismith Memorial Basketball Hall of Fame]] dal 2009
* Incluso tra i [[50 migliori giocatori del cinquantenario della NBA]]
 
==== Premi NBA ====
 
* [[NBA Most Valuable Player Award|MVP della regular season]]: 5
: [[National Basketball Association 1987-1988|1987-881988]], [[National Basketball Association 1990-1991|1990-911991]], [[National Basketball Association 1991-1992|1991-921992]], [[National Basketball Association 1995-1996|1995-961996]], [[National Basketball Association 1997-1998|1997-981998]]
* [[Bill Russell NBA Finals Most Valuable Player Award|MVP delle finali]]: 6 (record)
: [[National Basketball Association 1990-1991|1990-911991]], [[National Basketball Association 1991-1992|1991-921992]], [[National Basketball Association 1992-1993|1992-931993]], [[National Basketball Association 1995-1996|1995-961996]], [[National Basketball Association 1996-1997|1996-971997]], [[National Basketball Association 1997-1998|1997-981998]]
* [[NBA Defensive Player of the Year Award|Difensore dell'anno]]: 1
: [[National Basketball Association 1987-1988|1987-881988]]
* [[NBA Rookie of the Year Award|Rookie dell'anno]]: 1
: [[National Basketball Association 1984-1985|1984-851985]]
* [[ListaMigliori dei top scorermarcatori stagionali della NBA|Miglior marcatore NBA]]: 10 (record)
: [[National Basketball Association 1986-1987|1986-871987]], [[National Basketball Association 1987-1988|1987-881988]], [[National Basketball Association 1988-1989|1988-891989]], [[National Basketball Association 1989-1990|1989-901990]], [[National Basketball Association 1990-1991|1990-911991]], [[National Basketball Association 1991-1992|1991-921992]], [[National Basketball Association 1992-1993|1992-931993]], [[National Basketball Association 1995-1996|1995-961996]], [[National Basketball Association 1996-1997|1996-971997]], [[National Basketball Association 1997-1998|1997-981998]]
* [[Leader stagionali NBA in palle rubate|Migliore nelle palle rubate]]: 3
 
: [[National Basketball Association 1987-1988|1988]], [[National Basketball Association 1989-1990|1990]], [[National Basketball Association 1992-1993|1993]]
==== All-Star Game ====
 
* [[NBA All-Star Game|Partecipazioni all'All-Star Game]]: 14
: [[NBA All-Star Weekend 1985|1985]], [[NBA All-Star Weekend 1986|1986]], [[NBA All-Star Weekend 1987|1987]], [[NBA All-Star Weekend 1988|1988]], [[NBA All-Star Weekend 1989|1989]], [[NBA All-Star Weekend 1990|1990]], [[NBA All-Star Weekend 1991|1991]], [[NBA All-Star Weekend 1992|1992]], [[NBA All-Star Weekend 1993|1993]], [[NBA All-Star Weekend 1996|1996]], [[NBA All-Star Weekend 1997|1997]], [[NBA All-Star Weekend 1998|1998]], [[NBA All-Star Weekend 2002|2002]], [[NBA All-Star Weekend 2003|2003]]
* [[NBA All-Star Game Kobe Bryant Most Valuable Player Award|MVP dell'All-Star Game]]: 3
: [[NBA All-Star Weekend 1988|1988]], [[NBA All-Star Weekend 1996|1996]], [[NBA All-Star Weekend 1998|1998]]
* [[NBA Slam Dunk Contest|Slam Dunk Contest]]: 2
: [[NBA All-Star Weekend 1987|1987]], [[NBA All-Star Weekend 1988|1988]]
* [[All-NBA Team|Squadre All-NBA]]: 11
:First Team: [[National Basketball Association 1986-1987|1987]], [[National Basketball Association 1987-1988|1988]], [[National Basketball Association 1988-1989|1989]], [[National Basketball Association 1989-1990|1990]], [[National Basketball Association 1990-1991|1991]], [[National Basketball Association 1991-1992|1992]], [[National Basketball Association 1992-1993|1993]], [[National Basketball Association 1995-1996|1996]], [[National Basketball Association 1996-1997|1997]], [[National Basketball Association 1997-1998|1998]]
:Second Team: [[National Basketball Association 1984-1985|1985]]
* [[NBA All-Defensive Team|Squadre All-Defensive]]: 9
:First Team: [[National Basketball Association 1987-1988|1988]], [[National Basketball Association 1988-1989|1989]], [[National Basketball Association 1989-1990|1990]], [[National Basketball Association 1990-1991|1991]], [[National Basketball Association 1991-1992|1992]], [[National Basketball Association 1992-1993|1993]], [[National Basketball Association 1995-1996|1996]], [[National Basketball Association 1996-1997|1997]], [[National Basketball Association 1997-1998|1998]] (record)<ref name="All-Def"/>
* [[NBA All-Rookie Team]]: 1
:First Team: [[National Basketball Association 1984-1985|1985]]
 
==== All-NBANazionale ====
* [[USA Basketball Male Athlete of the Year]]: 2
:1983, 1984
 
==== NCAA ====
* [[All-NBA Team|All-NBA First Team]]: 10 selezioni
* [[Naismith College Player of the Year|Giocatore dell'anno Naismith]]: 1
: [[National Basketball Association 1986-1987|1986-1987]], [[National Basketball Association 1987-1988|1987-1988]], [[National Basketball Association 1988-1989|1988-1989]], [[National Basketball Association 1989-1990|1989-1990]], [[National Basketball Association 1990-1991|1990-1991]], [[National Basketball Association 1991-1992|1991-1992]], [[National Basketball Association 1992-1993|1992-1993]], [[National Basketball Association 1995-1996|1995-1996]], [[National Basketball Association 1996-1997|1996-1997]], [[National Basketball Association 1997-1998|1997-1998]]
:1983-1984
* [[All-NBA Team|All-NBA Second Team]]: 1 selezione
* [[Associated Press College Basketball Player of the Year|Giocatore dell'anno Associated Press]]: 1
: [[National Basketball Association 1984-1985|1984-1985]]
* [[NBA All-Defensive Team|NBA All-Defensive First Team]]: 9 selezioni
: [[National Basketball Association 1987-1988|1987-1988]], [[National Basketball Association 1988-1989|1988-1989]], [[National Basketball Association 1989-1990|1989-1990]], [[National Basketball Association 1990-1991|1990-1991]], [[National Basketball Association 1991-1992|1991-1992]], [[National Basketball Association 1992-1993|1992-1993]], [[National Basketball Association 1995-1996|1995-1996]], [[National Basketball Association 1996-1997|1996-1997]], [[National Basketball Association 1997-1998|1997-1998]]
* [[NBA All-Rookie Team]]: 1 selezione
: [[National Basketball Association 1984-1985|1984-1985]]
 
==== College ====
 
* [[Naismith College Player of the Year|Miglior giocatore dell'anno]]: 1
:1983-1984
* [[John R. Wooden Award|Premio John R. Wooden]]: 1
:1983-1984
* [[Oscar Robertson Trophy|Trofeo Oscar Robertson]]: 1
:1983-1984
* [[NABC Player of the Year|Giocatore dell'anno NABC]]: 1
:1983-1984
* [[Sporting News Player of the Year|Giocatore dell'anno ''Sporting News'']]: 2
:1982-1983, 1983-1984
* [[Adolph Rupp Trophy|Trofeo Adolph Rupp]]: 1
:1983-1984
* [[United Press International Player of the Year|Giocatore dell'anno United Press International]]: 1
* [[Oscar Robertson Trophy|Trofeo Oscar Robertson]]: 1
:1983-1984
* [[National Collegiate Athletic Association|NCAA All-Americans First Team]]: 2
* [[Atlantic Coast Conference]] Men's Basketball Player of the Year: 1
:1982-1983, 1983-1984
* [[Atlantic Coast Conference|Atleta dell'anno ACC]]: 1
:1984
* [[Atlantic Coast Conference|Cestista dell'anno ACC]]: 1
:1983-1984
* [[Atlantic Coast Conference|Rookie [[Freshmandell'anno ACC]] of the Year: 1
:1981-1982
 
* Sporting News Men's College Basketball Player of the Year: 2
==== High school ====
:1982-1983, 1983-1984
* [[McDonald's All-American Game]]: 1
:1981
*''[[Parade (periodico)|Parade]]'' All-American First Team: 1
:1981
 
==== Altri riconoscimenti ====
* La maglia n.23 è stata ritirata dai [[Chicago Bulls]]
* La maglia n.23 è stata ritirata dai [[Miami Heat]]
* La maglia n.23 è stata ritirata dai [[Università della Carolina del Nord a Chapel Hill|North Carolina Tar Heels]]
* Membro della [[Naismith Memorial Basketball Hall of Fame]]
:dal 2009 come giocatore; dal 2010 come membro del "Dream Team"
* Membro della [[FIBA Hall of Fame]] dal 2015
:dal 2015 come giocatore; dal 2017 come membro del "Dream Team"
* Incluso tra i [[50 migliori giocatori del cinquantenario della NBA]]
* Inserito nell'NBA 75th Anniversary Team
 
== Onorificenze ==
Riga 478 ⟶ 530:
|collegamento_onorificenza=Medaglia presidenziale della libertà
|motivazione=
|data=22 novembre 2016<ref name=obama/><ref>{{cita video|url=https://www.youtube.com/watch?v=UTWvhpd6Qpo|titolo=Michael Jordan Receives The Presidential Medal of Freedom|data=23 novembre 2016|editore=NBA|sito=youtube|lingua=en}}</ref>
|data=22 novembre 2016<ref name=obama/>
}}
 
== Note ==
{{Note strette}}
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Alex Sachare|titolo=The Chicago Bulls Encyclopedia|url=https://archive.org/details/chicagobullsency0000sach|editore=Contemporary Books|città=Chicago|anno=1999|lingua=en|ISBN=0-8092-2515-8|cid=Sachare}}
* {{cita libro|titolo=Il basket eravamo noi|autore1=[[Larry Bird]]|autore2=[[Magic Johnson|Earvin Magic Johnson]]|autore3=Jackie MacMullan|editore=[[Baldini&Castoldi|Dalai]]|traduttore=Gabriele Zoja|città=Milano|ISBN=978-88-6073-771-7|anno=2014|cid=Bird, Johnson, MacMullan}}
* {{citaCita libro|autore=David L. Porter|titolo=Michael Jordan,: laA vitaBiography|autoreurl=Roland Lazenbyhttps://archive.org/details/michaeljordanbio0000port|traduttoreanno=Giulio2007|editore=Greenwood DiPublishing MartinoGroup|editorelingua=66thand2nden|cittàcid=RomaPorter|ISBN= 978-88-9897003-13-1|anno=2015|illustratore=Guido Scarabottolo|cid=Lazenby33767-3}}
* {{cita libro|titolo=Il basket eravamo noi|autore1=[[Larry Bird]]|autore2=[[Magic Johnson|Earvin Magic Johnson]]|autore3=Jackie MacMullan|editore=[[Baldini&Castoldi|Dalai]]|traduttore=Gabriele Zoja|città=Milano|lingua=en|ISBN=978-88-6073-771-7|anno=2014|cid=Bird, Johnson, MacMullan}}
* {{cita libro|autore=Mike Morris|titolo=Michael Jordan: The Ultimate Career Tribute|città=Bannockburn, Illinois|editore=H&S Media|anno=1999|lingua=en|cid=Morris}}
* {{cita libro|titolo=Michael Jordan, la vita|autore=AlexRoland SachareLazenby|titolotraduttore=TheGiulio ChicagoDi Bulls EncyclopediaMartino|editore=Contemporary Books66thand2nd|città=Chicago|anno=1999Roma|lingua=en|ISBN=0978-809288-251598970-813-1|anno=2015|illustratore=Guido Scarabottolo|cid=SachareLazenby}}
* {{Cita libro|nome=Jozsa, Jr Frank P|titolo=Sports Nation: Contemporary American Professional Organizations|anno=2017|editore=World Scientific|lingua=en|cid=Jozsa|ISBN=978-98-13-22553-4}}
 
* {{Cita libro|autore=Matt Doeden|titolo=The NBA Playoffs: In Pursuit of Basketball Glory|url=https://archive.org/details/nbaplayoffsinpur0000doed|anno=2019|editore=Millbrook Press ™|lingua=en|cid=Doeden|ISBN=978-15-41-55239-5}}
== Filmografia ==
* ''[[Space Jam]]'' (1996) - Nel ruolo di se stesso.
* ''[[He Got Game]]'' (1998) - Nel ruolo di se stesso.
* ''[[Looney Tunes: Back in Action]]'' (2003) - Nel ruolo di se stesso.
 
==Doppiatori Italiani==
 
*[[Massimo Corvo]] in ''Space Jam''
*[[Leslie La Penna]] in ''Looney Tunes: Back in Action''
 
== Voci correlate ==
* [[Air Jordan]]
* [[Nazionale maschile di pallacanestro degli Stati Uniti d'America]]
* [[Dream Team]]
* [[Chicago Bulls]]
* [[The Last Dance (programma televisivo)]]
* [[Washington Wizards]]
* [[Buzzer beater]]
* [[Lista dei cestistiCestisti plurivincitori del campionato NBA]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|q|commons=Category:Michael Jordan}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{en}} Scheda su [https://www.basketball-reference.com/executives/jordami01x.html Michael Jordan] (executive) di [http://www.basketball-reference.com/ Basketball-reference.com]
*{{nbacom|michael_jordan}}
*{{SchedaBSReferences|NCAA|michael-jordan-1}}
 
{{USAStati diUniti pallacanestrod'America aimaschile pallacanestro giochiGiochi panamericani 1983}}
{{USAStati diUniti pallacanestrod'America allemaschile pallacanestro olimpiadi 1984}}
{{USAStati diUniti pallacanestrod'America aimaschile campionatipallacanestro americaniamericano 1992}}
{{USAStati diUniti pallacanestrod'America allemaschile pallacanestro olimpiadi 1992}}
{{Basketball Hall of Fame}}
{{FIBA Hall of Fame}}
{{NBA 50}}
{{NBA 75}}
{{NBA MVP}}
{{NBA Finals MVP}}
Riga 531 ⟶ 576:
{{Top scorer NBA}}
{{Draft NBA 1984}}
{{Chicago Bulls campioni NBA 1990-1991}}
{{Chicago Bulls campioni NBA 1991-1992}}
{{Chicago Bulls campioni NBA 1992-1993}}
{{Chicago Bulls campioni NBA 1995-1996}}
{{Chicago Bulls campioni NBA 1996-1997}}
{{Chicago Bulls campioni NBA 1997-1998}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|pallacanestro}}
 
[[Categoria:Statunitensi vincitoriVincitori di medaglia d'oro olimpica per gli Stati Uniti d'America]]
[[Categoria:Sportivi afroamericani]]
[[Categoria:Membri del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame]]
[[Categoria:Membri del FIBA Hall of Fame]]
[[Categoria:Decorati con la Medaglia presidenziale della libertà]]
[[Categoria:Studenti dell'Università della Carolina del Nord a Chapel Hill]]