Giovinezza (inno): differenze tra le versioni

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{{Brano musicale
|titolo = Giovinezza
|immagine = Giovinezza.gif
|autore = [[Giuseppe Blanc]], [[[Marcello Manni]], [[Salvator Gotta]]
|didascalia = Spartito
|autore = [[Giuseppe Blanc]], [[[Marcello Manni]], [[Salvator Gotta]]
|artista = Giuseppe Blanc
|anno = 1909
|genere = inno
}}
'''''Giovinezza''''' è un [[inno]] composto da [[Giuseppe Blanc]]. Fu una delle canzoni più diffuse durante il [[ventennio fascista]], nonché inno del [[Partito nazionale fascista|PNF]], al cui nome rimarrà profondamente legata.
[[File:Giovenezza.gif|thumb|upright=1.4|Spartito]]
 
'''''Giovinezza''''' fu una delle canzoni più diffuse durante il [[Ventennio fascista]], al cui clima politico rimase profondamente legata. La sua musica, tuttavia,che era di molto antecedente al regime fascista ed, era stata creata per tutt'altro scopo: era statafu composta, infatti, da [[Giuseppe Blanc]] nel 1909 per accompagnare i versi di un inno [[Goliardia|goliardico]], le cui parole, intrise di gaiezza e nostalgia, erano state scritte da [[Nino Oxilia]] sotto il titolo di ''[[Il commiato]]'' (o ''Inno dei laureandi'')<ref name = "pivato154">Pivato, ''Bella ciao'', 2005, cit., p. 154.</ref>. Con testi ogni volta diversi, il brano musicale costituì dapprima la base per l'inno degli [[Arditi]] durante la [[Grande guerra]] (1917, anonimo-[[Giuseppe Blanc|Blanc]]), poi dell'inno degli [[Squadrismo|Squadristisquadristi]] (1919, [[Marcello Manni|Manni]]-Blanc) e, infine, inno trionfale del [[Partito Nazionale Fascista]] (1925, [[Salvator Gotta|Gotta]]-Blanc), oltre a una versione modificata della versione degli Arditi usata come inno ufficioso della [[Repubblica Sociale Italiana]].
 
La versione del 1925 era di fatto il secondo inno del regno d'Italia (il primo era la [[Marcia reale]]): infatti nelle cerimonie si eseguiva la prima strofa della Marcia reale, seguita dalla prima strofa cantata di Giovinezza.
 
== Storia ==
=== Inno goliardico ===
{{vedi anche|Il commiato}}
La canzone nacque nel [[1909]] con il titolo ''Commiato'', come canto [[Goliardia|goliardico]] di addio agli studi degli universitari di Torino. Autore del testo fu [[Nino Oxilia]], che morì il 18 novembre [[1917]], colpito da una scheggia di granata sul [[Monte Tomba]], durante la [[prima guerra mondiale]]<ref>{{cita web|url=http://freemaninrealworld.altervista.org/poeti-crepuscolari-nino-oxilia/|editore=Freemaninrealworld|titolo=Poeti crepuscolari - Nino Oxilia|accesso=29 luglio-2013|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140103235509/http://freemaninrealworld.altervista.org/poeti-crepuscolari-nino-oxilia/|dataarchivio=3 gennaio 2014|urlmorto=sì}}</ref>, mentre a scrivere la musica fu [[Giuseppe Blanc]]<ref name ="pivato154" pivato154/>, laureando in giurisprudenza e, allora, allievo del Liceo musicale. Nel 1911 venne inserita nell'operetta ''[[Addio giovinezza! (operetta)|Addio giovinezza!]]'', il cui libretto era di [[Sandro Camasio]] e di Oxilia. Le parole dell'Oxilia celebravano la fine dell'età degli studi, ma anche le sue gioie, gli amori, il vigore e la spavalderia dell'aver vent'anni.
Le parole gioiose e malinconiche dell'Oxilia celebravano la fine della spensierata età degli studi, ma anche le sue gioie, gli amori, il vigore e la spavalderia dell'aver vent'anni.
 
{{Citazione|Son finiti i giorni lieti<br />degli studi e degli amori<br />o compagni, in alto i cuori<br />e il passato salutiam.<br />[...]<br/>Giovinezza, giovinezza,<br />primavera di bellezza!<br />Della vita nell'asprezza,<br />il tuo canto squilla e va!<br/>...}}
 
Infine, nell'ultima strofa, un accento patriottico (il secondo verso si riferisce a Trento e Trieste che erano sotto dominazione austriaca):
 
{{Citazione|...<br />Ma se il grido ci giungesse<br />dei compagni non redenti<br />alla morte sorridenti<br />il nemico ci vedrà.}}
 
=== Inno degli Alpini ===
Narra [[Cesare Caravaglios]] che l'anno seguente, 1910, il Blanc, ormai sottotenente di complemento del Genio, partecipò ad un corso sciatori a [[Bardonecchia:]]. unaUna sera eseguì ''Il Commiato'' di fronte ad alpini ed ufficiali:; secondo [[Asvero Gravelli]], costoro si entusiasmarono a tal punto a quelle note, che elessero il pezzo ad ''Inno degli sciatori''. Tornando poi ai rispettivi reparti lo diffusero, tanto che le fanfare dei battaglioni Morbegno e Vestone del [[5º Reggimento Alpini]] l'accolsero in repertorio, eseguendolo in occasione delle gare internazionali di sci a [[Cauterets]] e [[Lionan]], in [[Francia]].
 
Il [[Corpo degli alpini]] lo innalzò quindi a proprio inno ufficiale (1911)<ref name ="pivato154" pivato154/>: il tenente Esposito, Medaglia d'oro al Valor Militare, lo faceva cantare ai suoi allievi ufficiali e il [[3º Reggimento Alpini]] lo fece suonare come ''Inno degli Alpini'' durante la [[campagna di Libia]].
 
Il [[Corpo degli alpini]] lo innalzò quindi a proprio inno ufficiale (1911)<ref name = pivato154/>: il tenente Esposito, Medaglia d'oro al Valor Militare, lo faceva cantare ai suoi allievi ufficiali e il [[3º Reggimento Alpini]] lo fece suonare come ''Inno degli Alpini'' durante la [[campagna di Libia]].
=== Inno degli Arditi ===
In questa forma, durante la Grande Guerra, acquisisceacquisì una certa popolarità e alcuni versi vengonovennero modificati in chiave bellica<ref name ="pivato154" pivato154/>.
 
Passato dunque tra i militari, il canto goliardico finì per traverse vie a noi sconosciute nel canzoniere degli [[Arditi]]: [[Salvator Gotta]] e Cesare Caravaglios raccontano che, durante la Grande Guerra, [[Giuseppe Blanc]], tenente degli sciatori, passando nei pressi di una baracca presso le linee italiane di [[Rovereto]], sentì suonare al flauto le note della sua canzone: spinto dalla curiosità vi entrò e, chiesta ai soldati spiegazione, gli fu mostrato un foglio con le parole e la musica di un ''Inno degli arditi''. [[Mario Palieri]], nel suo volume ''Gli arditiArditi'', racconta che la prima compagnia del II Battaglione d'Assalto, partito da Sdricca per l'[[Altopianoaltopiano della Bainsizza]], l'avrebbe cantato per la prima volta, il 28 settembre [[1917]].
 
{{Citazione|Col pugnale e con le bombe<br />ne la vita del terrore,<br />quando l'obice rimbomba<br />non ci trema in petto il cuore<br /><br />Nostra unica bandiera<br />sei di un unico colore,<br />sei una fiamma tutta nera<br />che divampa in ogni cuor<br /><br />Giovinezza, giovinezza,<br />primavera di bellezza,<br />nel dolore e nell'ebbrezza<br />il tuo canto esulterà!<br /><br />Là sui campi di battaglia<br />con indomito valore<br />quando fischia la mitraglia<br />andreandrem contro l'oppressore.<br /><br />Col pugnale stretto ai denti<br />attacchiamo con furore<br />alla morte sorridenti<br />pria d'andar al disonor.!<br /><br />Giovinezza, giovinezza,<br />... .}}
 
Sulla medesima aria la canzone ebbe nuove parole {{chiarire|per mano di [[Marcello Manni]]|nell'incipit si parla di paroliere anonimo}}, Arditoardito, diventando così l'"Inno ufficiale degli Arditi":
 
{{Citazione|Del pugnal al fiero lampo,<br />della bomba al gran fragore,<br />tutti avanti, tutti al campo:<br />qui si vince oppur si muore!<br /><br />Sono giovine e son forte,<br />non mi trema in petto il cuore:<br />sorridendo vo alla morte<br />pria d'andare al disonore!<br /><br />Giovinezza, giovinezza,<br />... .}}
 
L'inno fu cantato dai reparti d'assalto impegnati sulla [[linea del Piave]] dopo la [[disfatta di Caporetto]].
 
Le differenze tra la versione bellica e quella goliardica non sono tanto ideologiche (un canto "d'amore e di gaiezza" contrapposto ad uno violentemente bellicistico), come vorrebbe ideologicamente far notare tra le righe qualche autore{{cn}}{{chiarire||sembra un commento di parte}}, bensì di sostanza, visto che la base ideale rimane la medesima: [[irredentismo]], [[interventismo]], culto della gioventù e della "[[bella morte]]", anche se con gradi d'importanza diversi. È chiaro come entrambe le due versioni si inserisconoinseriscano nella medesima corrente culturale che dalla [[Belle Époque|Belle époque]] sfociò nella [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]] e da questa passò poi al [[Fascismofascismo]]: d'altronde entrambi gli autori originari furono patrioti e volontari in guerra:; Blanc, in seguito, fu anche autore di alcune delle più diffuse e fortunate [[canzoni fasciste]] e sostenitore del Partito.
 
Dunque, se anche si è sostenuto che i canti degli [[Arditi]] sono sostanzialmente diversi da quelli coevi e precedenti come contenuto, è pur vero che nel caso di ''Giovinezza'', appartenente al corno non popolare dell'innodia patriottica, più che di un radicale rovesciamento di valori (per un esempio di tale trasvalutazione si possono confrontare nuovamente gli stornelli degli [[Arditi]] con quelle dei reparti regolari) si deve parlare di un semplice rimaneggiamento che gli [[Arditi]] operarono, aggiungendo agli elementi ideologici già sopra elencati la violenza crudissima e un testo adeguato alla nuova cornice storica. Dunque non si può parlare di sottrazione indebita da parte degli Arditi, che ne avrebbero snaturato il contenuto, bensì di evoluzione e di mutamento di componenti già presenti in nuce nell'originale. Un mutamento radicale, certamente, ma pur sempre inserito nel flusso storico cui entrambi appartennero. Esistono versioni in lingua straniera: "Hitlerleute" (Germania) e "Voluntarios en la estepa" (Spagna).
Esistono versioni in lingua straniera, Hitlerleute(Germania)voluntarios en la estepa(Spagna)
 
=== Versione fascistaFasci di Combattimento ===
Durante il triennio [[1919]]-[[1921]] comparvero altre versioni di ''Giovinezza''. Lo stesso [[Marcello Manni]] scrisse poi un'ulteriore versione che divenne l'inno delle squadre d'azione fasciste; il ritornello, appena ritoccato, giusto per invocare esplicitamente il movimento Fascista, suonava:.
 
L'analisi del testo di questa versione è interessante, poiché in esso èsono espressoespressi perfettamentealcuni il climatemi del diciannovesimo;programma sono contenuti elementi "di sinistra"Piazza eSan accenniSepolcro; rivoluzionarielementi e populistici, tipici dell'ala sinistrasocialrivoluzionari del nazionalismo interventista. È importante notare come il Socialismo[[socialismo]] sia visto come nemico mortale, non tanto perché sovvertitore, (del resto lo stesso [[Fascismofascismo]] si dichiarava rivoluzionario) quanto, piuttosto, perché nemico della nazione e ingannatore del popolo, che viene "frodato del sudore" dagli "impostori delle asiatiche virtù". Si cerca dunque la delegittimazione degli ideali avversari in quanto antinazionali, non in quanto progressisti, laburisti o altrimenti "di sinistra". Tuttavia la "fratellanza nazionale d'italiana civiltà" della prima strofa fa già pensare a quel superamento della lotta di classe di cui, poi, il [[Fascismo]]fascismo di [[Benito Mussolini|Mussolini]] andrà sempre fiero (si confronti ''Giovinezza'' nella sua versione definitiva), contrapposto a quelle frange della "vecchia guardia" che mai vorranno rassegnarsi alla normalizzazione: d'altronde basta leggere il volume di [[Asvero Gravelli]] (un esempio tra molti) per rendersi conto di come ancora negli anni '30 la polemica contro la borghesia attendista e pavida sia formidabile. Un fuoco che coverà sotto la cenere per poi divampare nuovamente nel tentativo di [[Socializzazione (fascismo)|socializzazione]] dell'epilogo repubblicano.
{{Citazione|...<br /><br />Giovinezza, giovinezza,<br />primavera di bellezza:<br />nel Fascismo è la salvezza<br />della nostra libertà<br /> per [[Benito Mussolini]]<br /> [[Eia! Eia! Eia! Alalà!|eja eja alalà]]<br />... .}}
=== Versione Partito Nazionale Fascista (PNF) ===
L'ultima versione di "Giovinezza" di [[Marcello Manni]] fece da ponte tra quella degli arditiArditi e quella, definitiva, pubblicata nel [[1925]] col nuovo testo di [[Salvator Gotta]] ed approvata, ufficialmente, dal Direttorio del [[Partito Nazionale Fascista]] come "Inno Trionfale del Partito Nazionale Fascista". Il canto diverrà di importanza pari ad un inno nazionale, allorché in tutte le manifestazioni pubbliche esso verrà fatto suonare immediatamente dopo la [[Marcia Realereale]]. Il 14 maggio 1931, [[Arturo Toscanini]] si rifiutò di suonare l'inno prima di un concerto al [[Teatro Comunale di Bologna]] e venne insultato da un gruppo di fascisti, uno dei quali lo schiaffeggiò.<ref>{{Cita web|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/11/05/quando-toscanini-non-esegui-giovinezza.html|titolo=Quando Toscanini non eseguì Giovinezza - la Repubblica.it|sito=Archivio - la Repubblica.it|data=2010-11-05|lingua=it|accesso=2023-05-23}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.huffingtonpost.it/blog/2022/05/18/news/lo_schiaffo_di_toscanini-9416329/|titolo=La verità sullo schiaffo di Toscanini|sito=HuffPost Italia|data=2022-05-18|lingua=it|accesso=2023-05-23}}</ref>
 
Il testo di [[Salvator Gotta]] è gravitante attorno ai concetti di fratellanza nazionale, di superamento della lotta di classe, di fedeltà a [[Benito Mussolini|Mussolini]] (ma non compare mai la parola "duce"), di orgoglio patriottico. Una sola nota polemica (strascico di tanti anni di violenza non solo verbale) è l'accenno di scorno ai tanti "che la patria rinnegar" nella seconda parte della seconda strofa, che rende perfettamente il clima d'euforia e di soddisfazione che doveva regnare negli ambienti fascisti allora che il loro trionfo sui vecchi nemici social-comunisti pareva completo.
L'analisi del testo di questa versione è interessante poiché in esso è espresso perfettamente il clima del diciannovesimo; sono contenuti elementi "di sinistra" e accenni rivoluzionari e populistici, tipici dell'ala sinistra del nazionalismo interventista. È importante notare come il Socialismo sia visto come nemico mortale, non tanto perché sovvertitore, (del resto lo stesso [[Fascismo]] si dichiarava rivoluzionario) quanto, piuttosto, perché nemico della nazione e ingannatore del popolo, che viene "frodato del sudore" dagli "impostori delle asiatiche virtù". Si cerca dunque la delegittimazione degli ideali avversari in quanto antinazionali, non in quanto progressisti, laburisti o altrimenti "di sinistra". Tuttavia la "fratellanza nazionale d'italiana civiltà" della prima strofa fa già pensare a quel superamento della lotta di classe di cui, poi, il [[Fascismo]] di Mussolini andrà sempre fiero (si confronti ''Giovinezza'' nella sua versione definitiva), contrapposto a quelle frange della "vecchia guardia" che mai vorranno rassegnarsi alla normalizzazione: d'altronde basta leggere il volume di [[Asvero Gravelli]] (un esempio tra molti) per rendersi conto di come ancora negli anni '30 la polemica contro la borghesia attendista e pavida sia formidabile. Un fuoco che coverà sotto la cenere per poi divampare nuovamente nel tentativo di [[Socializzazione (fascismo)|socializzazione]] dell'epilogo repubblicano.
 
Dunque nella parabola del canto di [[Giuseppe Blanc]] si può vedere tutta l'evoluzione sociale che ha portato al Regimeregime fascista: dalla canzone goliardica dei giovani studenti interventisti all'inno dei reparti alpini e poi di quelli d'assalto; da questi, poi che il nemico era divenuto interno al posto dell'Austroaustro-tedesco, passa a infondere coraggio e a tenere alto il morale ai [[Fiume (Croazia)|Fiumani]] e alle [[squadre d'azione]] dei primi Fasci, divenendo in breve aun vero e proprio peana della [[rivoluzione fascista]], per terminare con la celebrazione solenne e retorica del Regime e della sua vittoria sui nemici social-comunisti, popolari e liberal-democratici.
Nel [[1924]] avvenne la prima esecuzione per [[Ente Italiano Audizioni Radiofoniche]] di Roma nella versione di Giuseppe Blanc e Salvator Gotta.
 
Nel 1944 venne rivisitato il testo della canzone, apportando alcune modifiche, per volere del [[Partito Fascista Repubblicano]], con lo scopo di renderlo più ardito e di distaccarsi dalla versione precedente legata al [[Partito Nazionale Fascista]] (PNF).
L'ultima versione di "Giovinezza" di [[Marcello Manni]] fece da ponte tra quella degli arditi e quella, definitiva, pubblicata nel [[1925]] col nuovo testo di [[Salvator Gotta]] ed approvata, ufficialmente, dal Direttorio del [[Partito Nazionale Fascista]] come "Inno Trionfale del Partito Nazionale Fascista". Il canto diverrà di importanza pari ad un inno nazionale, allorché in tutte le manifestazioni pubbliche esso verrà fatto suonare immediatamente dopo la [[Marcia Reale]]. Il 14 maggio 1931, [[Arturo Toscanini]] si rifiutò di suonare l'inno prima di un concerto al [[Teatro Comunale di Bologna]] e venne insultato da un gruppo di fascisti, uno dei quali lo schiaffeggiò.
 
== Studi ==
Il testo di [[Salvator Gotta]] è gravitante attorno ai concetti di fratellanza nazionale, di superamento della lotta di classe, di fedeltà a [[Benito Mussolini|Mussolini]] (ma non compare mai la parola "duce") di orgoglio patriottico. Una sola nota polemica (strascico di tanti anni di violenza non solo verbale) è l'accenno di scorno ai tanti "che la patria rinnegar" nella seconda parte della seconda strofa, che rende perfettamente il clima d'euforia e di soddisfazione che doveva regnare negli ambienti fascisti allora che il loro trionfo sui vecchi nemici social-comunisti pareva completo.
Secondo uno studio di Patrizia Deabate <ref>Le origini dell'Inno dei Laureandi Il Commiato, di Patrizia Deabate, "Studi Piemontesi", giugno 2013, vol. XLII, fasc. 1</ref> l'inno, nella versione originale, era stato una risposta di Oxilia ad una poesia di mezzo secolo prima di [[Emilio Praga]], poeta "maledetto", appartenente alla [[Scapigliatura]]. L'Inno inoltre affonderebbe le radici più remote nell'esaltazione della giovinezza da parte della [[Rivoluzione Francesefrancese]], e in un simbolo contenuto nel celebre dipinto ''[[La Libertà che guida il popolo]]'', di [[Eugène Delacroix]], custodito al Louvre di Parigi.
 
Tesi ribadita, con ulteriori riferimenti storici e letterari, nella prefazione di "Canti brevi" di Nino Oxilia, nella riedizione del 2014 curata da Patrizia Deabate per la collana diretta da [[Roberto Rossi Precerutti]], Neos Edizioni di Torino.<ref>{{Cita libro|autore = Nino Oxilia|titolo = Canti brevi|anno = 2014|editore = Neos|città = Torino}}</ref>
Dunque nella parabola del canto di [[Giuseppe Blanc]] si può vedere tutta l'evoluzione sociale che ha portato al Regime fascista: dalla canzone goliardica dei giovani studenti interventisti all'inno dei reparti alpini e poi di quelli d'assalto; da questi, poi che il nemico era divenuto interno al posto dell'Austro-tedesco, passa a infondere coraggio e a tenere alto il morale ai Fiumani e alle [[squadre d'azione]] dei primi Fasci, divenendo in breve a vero e proprio peana della [[rivoluzione fascista]], per terminare con la celebrazione solenne e retorica del Regime e della sua vittoria sui nemici social-comunisti, popolari e liberal-democratici.
 
Dopo il ritrovamento in Giappone e il restauro del film "[[Addio giovinezza! (film 1918)|Addio giovinezza!]]" (1918, regia di [[Augusto Genina]]), presentato al [[Festival del Cinema Ritrovato di Bologna]] nel 2014, sono stati individuati i nessi fra la pellicola e l'inno nella sua trasformazione dalla versione goliardica del 1909 a quella guerresca degli Arditi del 1917.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Patrizia |cognome= Deabate|titolo=Dall'inno goliardico al successo cinematografico. Da "Giovinezza" (1909) ad "Addio giovinezza!" (1918) | nome2 = Maria | cognome2 = Jacobini|rivista=Immagine. Note di storia del cinema|volume=14 | anno = 2016.|numero=}}</ref>
Nel 1944 venne rivisitato il testo della canzone, apportando alcune modifiche, per volere del [[Partito Fascista Repubblicano]], con lo scopo di renderlo più ardito e di distaccarsi dalla versione precedente legata al [[Partito Nazionale Fascista]].
 
== StudiCuriosità ==
[[Cesare Rossi]], nel suo libro ''Mussolini com'era'', riporta che l'inno venne reso "ufficiale" per ordine di Mussolini in seguito ad un incidente avvenuto durante la visita dei reali di Spagna nel novembre del 1923. [[Alfonso XIII di Spagna|Alfonso XIII]], che stava per alzarsi in piedi mentre ''Giovinezza'' veniva suonata in uno spettacolo in suo onore, era stato rimesso a sedere dalla [[Vittoria Eugenia di Battenberg|regina di Spagna]] che lo aveva letteralmente tirato giù prendendolo per i vestiti. Al Duce, contrariato per l'accaduto, era stato spiegato che, per ragioni di protocollo, un Capo di Stato doveva alzarsi solo durante l'esecuzione di un inno ufficiale<ref>Cfr. Cesare Rossi, ''Mussolini com'era'', Roma, Ruffolo, 1947.</ref>.
Secondo uno studio di Patrizia Deabate <ref>Le origini dell'Inno dei Laureandi Il Commiato, di Patrizia Deabate, "Studi Piemontesi", giugno 2013, vol. XLII, fasc. 1</ref> l'inno, nella versione originale, era stato una risposta di Oxilia ad una poesia di mezzo secolo prima di [[Emilio Praga]], poeta "maledetto", appartenente alla [[Scapigliatura]]. L'Inno inoltre affonderebbe le radici più remote nell'esaltazione della giovinezza da parte della [[Rivoluzione Francese]], e in un simbolo contenuto nel celebre dipinto ''[[La Libertà che guida il popolo]]'', di [[Eugène Delacroix]], custodito al Louvre di Parigi.
 
La canzone è presente anche nei film ''[[Pinocchio di Guillermo del Toro]]'' e ne ''[[Il mandolino del capitano Corelli (film)|Il mandolino del capitano Corelli]]''.
Tesi ribadita, con ulteriori riferimenti storici e letterari, nella prefazione di "Canti brevi" di Nino Oxilia, nella riedizione del 2014 curata da Patrizia Deabate per la collana diretta da [[Roberto Rossi Precerutti]], Neos Edizioni di Torino.<ref>{{Cita libro|autore = Nino Oxilia|titolo = Canti brevi|anno = 2014|editore = Neos|città = Torino}}</ref>
 
Dopo il ritrovamento in Giappone e il restauro del film "[[Addio giovinezza! (film 1918)|Addio giovinezza!]]" (1918, regia di [[Augusto Genina]]), presentato al [[Festival del Cinema Ritrovato di Bologna]] nel 2014, sono stati individuati i nessi fra la pellicola e l'inno nella sua trasformazione dalla versione goliardica del 1909 a quella guerresca degli Arditi del 1917.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Patrizia |cognome= Deabate|titolo=Dall'inno goliardico al successo cinematografico. Da "Giovinezza" (1909) ad "Addio giovinezza!" (1918) | nome2 = Maria | cognome2 = Jacobini|rivista=Immagine. Note di storia del cinema|volume=14 | anno = 2016.|numero=}}</ref>
 
==Note==
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* [[Cesare Caravaglios]], ''I canti delle trincee'', Ufficio Storico dello SME, Roma 1935 (Anno XIII)
* [[Asvero Gravelli]], ''I canti della Rivoluzione'', Nuova Europa, Roma 1926 (Anno IV)
* Emanuele Mastrangelo, ''I Canti del Littorio'', Lo Scarabeo, Bologna 2006, ISBN 88-8478-094-2
*[[Stefano Pivato]], ''Bella Ciao - Canto e politica nella storia d'Italia'', ed. Laterza, Roma-Bari, 2005, ISBN 88-420-7586-8
* [[Antonio Virgilio Savona|Virgilio A. Savona]], [[Michele L. Straniero]], ''Canti dell'Italia Fascista'', Garzanti, Milano 1979
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== Collegamenti esterni ==
* {{cita web | url = http://www.barbadillo.it/56006-cultura-la-storia-di-giovinezza-inno-degli-squadristi/ | titolo = Giovinezza storia della canzone }}
*{{YouTube|id=9Bn6UIlrWUs|titolo=Blanc, Giuseppe/Oxilia, Nino: Giovinezza |accesso=27 gennaio 2018}}
* {{cita web | url = httphttps://isegretidellemuse.blogspot.it/2013/04/1789-1909-giovinezza-dalla-rivoluzione.html | titolo = 1789-1909: Giovinezza dalla Rivoluzione Francese all'inno di Oxilia. Attraverso La Libertà che guida il popolo (1830). Intervista di Antonella Saracco a Patrizia Deabate per fareletteratura.it | sito = i Segreti delle Muse
Il blog di Patrizia Deabate. Poesia, Arte & Cinema | giorno = 7 | mese = aprile | anno = 2013 | accesso = 28 gennaio 2018 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20180129080600/http://isegretidellemuse.blogspot.it/2013/04/1789-1909-giovinezza-dalla-rivoluzione.html | dataarchivio = 29 gennaio 2018 | urlmorto = sì }}
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