Carnevale di Venezia: differenze tra le versioni

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{{P|La voce non presenta che scarsissime fonti e potrebbe configurarsi come una gran RO. Da rivedere in base alle fonti.|festività|ottobre 2025}}
{{F|Venezia|ottobre 2025}}
{{Festival
|nome = Carnevale di Venezia
|immagine = Venice Carnival - Masked Lovers (2010).jpg
|nome ufficiale =
|immaginedidascalia = Maschere al Carnevale di Venezia carnevalenel 6.jpg2010
|didascalia = Maschere al Carnevale di Venezia
|luogo = Venezia
|anni = 1296 - 1797, 1979 - oggi
|frequenza = Annualeannuale
|fondatori = [[Repubblica di Venezia|Serenissima]]
|date = gennaio - marzo
|genere = Festa cittadinaCarnevale
|organizzazione = [[Venezia]], Ve.La S.p.A.
|sito = https://carnevale.venezia.it/
|url =
}}
Il '''Carnevale di [[Venezia]]''' è una [[Carnevale in Italia|festa]] [[italia]]na molto cittadinaimportante che si svolge con cadenza annuale nel capoluogo veneto. Si tratta di uno dei più conosciuti e apprezzati [[carnevale|carnevali]] del mondo.<ref>httphttps://edition.cnn.com/2006/SPORT/02/27/closing.ceremony/ the world-famous Carnival of Venice in full swing on the eastern side of northern Italy</ref><ref>http://www.thoroldedition.ca/ArticleDisplay.aspx?e=3323712 the Carnival of Venice, an annual Italian celebration and Venetian tradition most famous for its extravagant masks and costumes.</ref>
 
== LeIl originicarnevale ==
{{Vedi anche|Carnevale}}
Le sue origini sono antichissime: la prima testimonianza risale ad un documento del [[Doge di Venezia|Doge]] [[Vitale Falier]] del [[1094]], dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo [[Carnevale]]"carnevale" viene citato per la prima volta.
 
L'istituzione del Carnevale da parte delle [[oligarchiaPatriziato (Venezia)|oligarchie]] veneziane]] è generalmente attribuita alla necessità della [[Serenissima]], al pari di quanto già avveniva nell'[[Storia romana|antica Roma]] (vedi ''[[panem et circenses]]''), di concedere alla popolazione, e soprattutto ai ceti sociali più umili, un periodo dedicato interamente al divertimento e ai festeggiamenti, durante il quale i veneziani e i forestieri si riversavano in tutta la città a far festa con musiche e balli sfrenati.
 
Attraverso l'anonimato che garantivano [[maschera|maschere]] e [[costume (carnevale)|costumi]], si otteneva una sorta di livellamento di tutte le divisioni sociali ed era autorizzata persino la pubblica derisione delle autorità e dell'[[aristocrazia]]. Tali concessioni erano largamente tollerate e considerate un provvidenziale sfogo alle tensioni e ai malumori che si creavano inevitabilmente all'interno della [[Repubblica di Venezia]], che poneva rigidi limiti ai suoi cittadini su questioni come la morale comune e l'ordine pubblico dei suoi cittadini.
 
== Il Carnevale antico ==
Il primo documento ufficiale che dichiara il Carnevale di Venezia una festa pubblica è un editto del 1296, quando il [[Consiglio dei Pregadi|Senato della Repubblica]] dichiarò festivo il giorno precedente la [[Quaresima]].
 
Il primo documento ufficiale che dichiara il Carnevale di Venezia una festa pubblica è un [[editto]] del [[1296]], quando il [[Consiglio dei Pregadi|Senato della Repubblica]] dichiarò festivo il giorno precedente la [[Quaresima]].
 
In quest'epoca, e per molti secoli che si succedettero, il Carnevale durava sei settimane, dal 26 dicembre al [[Mercoledì delle Ceneri]], anche se i festeggiamenti talvolta venivano fatti cominciare già i primi giorni di ottobre.
 
=== Le maschere ede i costumi ===
{{Vedi anche|Bauta (maschera)|Moretta (maschera)}}
[[File:Pietro Longhi 034.jpg|thumb|left|''La venditrice di essenze'', [[Pietro Longhi]], ca 1756, [[Ca' Rezzonico]] (con raffigurazione di una ''moretta'' e due ''baute'')]]
[[File:Ca' Rezzonico - La venditrice di essenze - Pietro Longhi.jpg|thumb|upright|''La venditrice di essenze'', [[Pietro Longhi]], ca 1756, [[Ca' Rezzonico]] (con raffigurazione di una ''moretta'' e due ''baute'')]]
[[File:Maschere veneziane - Baùta.jpg|thumb|upright=0.7|La ''Larva'', maschera del costume Baùta]]
[[File:Maschere veneziane - Baùta.jpg|thumb|upright|La ''Larva'', maschera del costume [[Bauta (maschera)|Baùta]]]]
 
I cittadini che indossano maschere e costumi, è possibilepossono celare totalmente la propria [[Identità (scienze sociali)|identità]] e si annullaannullano in questo modo ogni forma di appartenenza personale a classi sociali, sesso, religione. Ognuno può stabilire atteggiamenti e comportamenti in base ai nuovi costumi ede alle mutate sembianze. Per questo motivo, il saluto che risuonava di continuo nell'atto di incrociare un nuovo "personaggio" era semplicemente ''Buongiorno signora maschera!''.
 
La partecipazione gioiosa e in incognito a questo rito di travestimento collettivo era, ed è tuttora, l'essenza stessa del Carnevale. Un periodo spensierato di liberazione dalle proprie abitudini quotidiane e da tutti i pregiudizi e maldicenze, anche nei propri confronti. Si faceva tutti parte di un grande palcoscenico mascherato, in cui attori e spettatori si fondevano in un unico ede immenso corteo di figure e colori.
 
Con l'usanza sempre più diffusa dei travestimenti per il Carnevale, a Venezia nacque dal nulla e si sviluppò gradualmente un vero e proprio commercio di maschere e costumi. A partire dal [[1271]], vi sono notizie di produzione di maschere, scuole e tecniche per la loro realizzazione. Cominciarono ad essere prodotti gli strumenti per la lavorazione specifica dei materiali quali [[argilla]], [[cartapesta]], [[gesso (materiale)|gesso]] e [[garza]]. Dopo la fase di fabbricazione dei modelli, si terminava l'opera colorandola e arricchendola di particolari come disegni, ricami, perline, piumaggi e quant'altro.
I cosiddetti ''mascareri'', che divennero veri e propri [[artigiano|artigiani]] realizzando maschere di fogge e fatture sempre più ricche e sofisticate, vennero riconosciuti ufficialmente come mestiere con uno [[statuto]] del 10 aprile 1436, conservato nell'[[Archivio di Stato di Venezia]].
 
Uno dei travestimenti più comuni nel Carnevale antico, soprattutto a partire dal [[XVIII secolo]], rimasto in voga ede indossato anche nel Carnevale moderno, è sicuramente la [[Bauta (maschera)|Baùta]]. Questa figura, prettamente veneziana ede indossata sia dagli uomini che dalle donne, è costituita da una particolare maschera bianca denominata ''larva'' sotto un tricorno nero e completata da un avvolgente mantello scuro, chiamatoil [[Tabarro ''(abbigliamento)|tabarro'']]. La bautabaùta era utilizzata diffusamente durante il periodo del Carnevale, ma anche a [[teatro (architettura)|teatro]], in altre feste, negli incontri galanti ede ogni qualvolta si desiderasse la libertà di corteggiare odo di essere corteggiati, garantendosi reciprocamente il totale anonimato. A questo scopo la particolare forma della maschera sul volto assicurava la possibilità di bere e mangiare senza doverla togliere.
 
Un altro costume tipico di quei tempi era la [[Gnaga]], semplice travestimento da donna per gli uomini, facile da realizzare e d'uso piuttosto comune. Era costituito da indumenti femminili di uso comune e da una maschera con le sembianze da gatta, accompagnati da una cesta al braccio che solitamente conteneva un gattino. Il personaggio si atteggiava da donnina popolana, emettendo suoni striduli e miagolii beffardi. Interpretava talvolta le vesti di balia, accompagnata da altri uomini a loro volta vestiti da bambini.
 
Molte donne invece, indossavano un travestimento chiamato [[Moretta (Mascheramaschera)|Moretta]], costituito da una piccola maschera di velluto scuro, indossata con un delicato cappellino e con degli indumenti e delle velature raffinate. La Moretta era un travestimento muto, poiché la maschera doveva reggersi sul volto tenendo in bocca un bottone interno (e per questo motivo chiamata anche ''servetta muta'').
 
Durante il Carnevale le attività dei veneziani passavano in secondo piano, e concedevano molto del loro tempo a festeggiamenti, burle, divertimenti e spettacoli che venivano allestiti in tutta la città, soprattutto in [[Piazza San Marco]], lungo la [[Riva degli Schiavoni]] e in tutti i maggiori campi di Venezia.
=== Le feste ===
[[File:Pietro Longhi 010.jpg|thumb|upright=1.6|Dettaglio de ''Il rinoceronte'', [[Pietro Longhi]], 1751, [[Ca' Rezzonico]]]]
 
Vi erano attrazioni di ogni genere: giocolieri, acrobati, musicisti, danzatori, spettacoli con animali e varie altre esibizioni, che intrattenevano un variopinto pubblico di ogni età e classe sociale, con i costumi più fantasiosi e disparati. I venditori ambulanti vendevano ogni genere di mercanzia, dalla frutta di stagione ai ricchi tessuti, dalle spezie ai cibi provenienti da paesi lontani. Oltre alle grandi manifestazioni nei luoghi aperti, si diffusero ben presto piccole rappresentazioni e spettacoli di ogni genere (anche molto trasgressivi) presso le case private, nei teatri e nei caffè della città. Nelle dimore dei sontuosi palazzi veneziani si iniziarono ad ospitare grandiose e lunghissime feste con sfarzosi balli in maschera.
Durante il Carnevale le attività e gli affari dei veneziani passavano in secondo piano, ed essi concedevano molto del loro tempo a festeggiamenti, burle, divertimenti e spettacoli che venivano allestiti in tutta la città, soprattutto in [[Piazza San Marco]], lungo la [[Riva degli Schiavoni]] e in tutti i maggiori [[campo (Venezia)|campi]] di Venezia.
 
È comunque nel XVIII secolo che il Carnevale di Venezia raggiunge il suo massimo splendore e riconoscimento internazionale, diventando celeberrimo e prestigioso in tutta l'Europa del tempo, costituendo un'attrazione turistica e una mèta ambita da migliaia di visitatori festanti. Sono di quest'epoca le famigerate avventure che videro protagonista, a Venezia, uno dei più celebri personaggi del tempo: [[Giacomo Casanova]]. Scrittore veneziano molto prolifico, fu tuttavia maggiormente conosciuto come uno dei massimi esponenti dell'aspetto libertino della Venezia di quel tempo. Citato ancora oggi per la sua nomea di seduttore, creò il suo personaggio quasi mitico grazie alle partecipazioni a feste tra le più lussuriose, agli episodi amorosi più piccanti e alle incredibili traversie alle quali andò incontro nella sua vita sregolata, che portarono avventure, scandalo e vivacità ovunque si recasse.
Vi erano attrazioni di ogni genere: giocolieri, acrobati, musicisti, danzatori, spettacoli con animali e varie altre esibizioni, che intrattenevano un variopinto pubblico di ogni età e classe sociale, con i costumi più fantasiosi e disparati. I venditori ambulanti vendevano ogni genere di mercanzia, dalla frutta di stagione ai ricchi tessuti, dalle spezie ai cibi provenienti da paesi lontani, specialmente dall'oriente, con il quale Venezia aveva già intessuto stretti e preziosi legami commerciali sin dai tempi del famoso viaggio di [[Marco Polo]] lungo la [[via della seta]].
 
=== La Festa delle Marie ===
Oltre alle grandi manifestazioni nei luoghi aperti, si diffusero ben presto piccole rappresentazioni e spettacoli di ogni genere (anche molto trasgressivi) presso le case private, nei teatri e nei caffè della città. Nelle dimore dei sontuosi palazzi veneziani si iniziarono ad ospitare grandiose e lunghissime feste con sfarzosi balli in maschera.
{{Vedi anche|Festa delle Marie}}
Questa antichissima festa veneziana, la cui origine è controversa e della quale si hanno notizie solo a partire dal 1039, venne introdotta presumibilmente intorno all'anno 943 e continuata poi all'interno del periodo carnevalesco, quando esso venne istituito.
 
Nel [[Candelora|giorno della purificazione di Maria]], il 2 febbraio, a Venezia era usanza celebrare il giorno della benedizione delle spose, durante il quale venivano benedetti collettivamente, presso la [[Basilica di San Pietro di Castello]], i matrimoni di dodici fanciulle, scelte tra le più povere e belle della città.
È comunque nel [[XVIII secolo]] che il Carnevale di Venezia raggiunge il suo massimo splendore e riconoscimento internazionale, diventando celeberrimo e prestigioso in tutta l'Europa del tempo, costituendo un'attrazione turistica ed una mèta ambita da migliaia di visitatori festanti.
 
[[File:Festa delle Marie.jpg|thumb|upright|Festa delle Marie, edizione del 2012]]
Sono di quest'epoca le famigerate avventure che videro protagonista, a Venezia, uno dei più celebri personaggi del tempo: [[Giacomo Casanova]]. Scrittore veneziano molto prolifico, fu tuttavia maggiormente conosciuto come uno dei massimi esponenti dell'aspetto libertino della Venezia di quel tempo. Citato ancora oggi per la sua nomea di seduttore, creò il suo personaggio quasi mitico grazie alle partecipazioni a feste tra le più lussuriose, agli episodi amorosi più piccanti e alle incredibili traversie alle quali andò incontro nella sua vita sregolata, che portarono avventure, scandalo e vivacità ovunque si recasse.
 
Per contribuire alla costituzione della dote di queste spose, le famiglie patrizie di Venezia erano coinvolte con delle donazioni ed era consuetudine del [[Doge (Venezia)|Doge]] concedere in prestito alle fanciulle gli splendidi gioielli e gli ori provenienti dal tesoro della città. A seguito del sontuoso matrimonio svolto alla presenza del Doge e della nobiltà veneziana, le spose venivano accompagnate in corteo verso Piazza San Marco. Giunte presso il [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], le fanciulle ricevevano gli omaggi dal Doge che le invitava con onore ad un ricco ricevimento a palazzo. Successivamente il corteo si imbarcava sul [[Bucintoro]] che, scortato da piccole e numerose imbarcazioni di concittadini festanti, percorreva il [[Canal Grande]] verso [[Rialto (Venezia)|Rialto]], raggiungendo in seguito la [[Chiesa di Santa Maria Formosa]], dove si svolgevano altre solenni celebrazioni.
=== La Festa delle Marie ===
{{Vedi anche|Festa delle Marie}}
Questa antichissima festa veneziana, la cui origine è controversa e della quale si hanno notizie solo a partire dal [[1039]], venne introdotta presumibilmente intorno all'anno [[943]] e continuata poi all'interno del periodo carnevalesco, quando esso venne istituito.
 
{{cn|Sembra che nel 943, al tempo del dogado di [[Pietro III Candiano]], durante le celebrazioni del matrimonio e tra lo stupore generale, irruppero in chiesa dei pirati [[istria]]ni che rapirono le spose con tutti i gioielli della dote, custoditi da ciascuna di loro in graziose cassette decorate, chiamate ''arcelle''.}}
Nel [[Candelora|giorno della purificazione di Maria]], il 2 febbraio, a Venezia era usanza celebrare il giorno della benedizione delle spose, durante il quale venivano benedetti collettivamente, presso la [[Basilica di San Pietro di Castello]], i matrimoni di dodici fanciulle, scelte tra le più povere e belle della città.
 
Dopo l'iniziale incredulità e la confusione generata dal brutale episodio, dei veneziani valorosi si posero all'inseguimento dei pirati, salpando delle imbarcazioni e organizzando una spedizione, con alla testa il Doge stesso. Riuscirono a raggiungere i pirati presso [[Caorle]], dove li attaccarono e uccisero tutti, liberando le dodici fanciulle e i loro preziosi ori. Il Doge, affinché non vi fosse per nessuno la possibilità di commemorare questi spregevoli individui, dispose che i cadaveri non ricevessero sepoltura e che fossero tutti gettati in mare. Stabilì inoltre che il luogo dove era avvenuto questo cruento episodio si chiamasse Porto delle Donzelle, nome che a tutt'oggi permane. In onore di questa vittoria sui pirati si decise quindi di istituire la Festa delle Marie, da tenersi annualmente per celebrare l'evento.
Per contribuire alla costituzione della [[dote]] di queste spose, le famiglie patrizie di Venezia erano coinvolte con delle donazioni ed era consuetudine del [[Doge (Venezia)|Doge]] concedere in prestito alle fanciulle gli splendidi gioielli e gli ori provenienti dal tesoro della città. A seguito del sontuoso matrimonio svolto alla presenza del Doge e della nobiltà veneziana, le spose venivano accompagnate in corteo verso Piazza San Marco. Giunte presso il [[Palazzo Ducale (Venezia)|Palazzo Ducale]], le fanciulle ricevevano gli omaggi dal Doge che le invitava con onore ad un ricco ricevimento a palazzo.
Successivamente il corteo si imbarcava sul [[Bucintoro]] che, scortato da piccole e numerose imbarcazioni di concittadini festanti, percorreva il [[Canal Grande]] verso [[Rialto (Venezia)|Rialto]], raggiungendo in seguito la [[Chiesa di Santa Maria Formosa]], dove si svolgevano altre solenni celebrazioni.
 
{{Chiarire|Iniziava|Che cosa?}} con la selezione di dodici tra le più belle ragazze di Venezia, scelte in numero di due per ogni sestiere e ribattezzate per l'occasione Marie (forse perché il maggior numero delle ragazze rapite aveva questo nome, oppure dal nome della festa della purificazione di Maria). Venivano poi invitate le famiglie patrizie ad impegnarsi nel fornire alle fanciulle le vesti, gli addobbi e i gioielli per renderle ancor più principesche.
Pare che nel [[943]], al tempo del dogado di [[Pietro III Candiano]], durante le celebrazioni del matrimonio e tra lo stupore generale, irruppero in chiesa dei [[pirata|pirati]] [[istria]]ni che rapirono le spose con tutti i gioielli della dote, custoditi da ciascuna di loro in graziose cassette decorate, chiamate ''arcelle''.
Dopo l'iniziale incredulità e la confusione generata dal brutale episodio, dei veneziani valorosi si posero all'inseguimento dei pirati, salpando delle imbarcazioni ed organizzando una spedizione, con alla testa il Doge stesso. Riuscirono a raggiungere i pirati presso [[Caorle]], dove li attaccarono ed uccisero tutti, liberando le dodici fanciulle e i loro preziosi ori. Il Doge, affinché non vi fosse per nessuno la possibilità di commemorare questi spregevoli individui, dispose che i cadaveri non ricevessero sepoltura e che fossero tutti gettati in mare. Stabilì inoltre che il luogo dove era avvenuto questo cruento episodio si chiamasse Porto delle Donzelle, nome che a tutt'oggi permane.
 
Il corteo delle Marie, sfilando in una processione di barche che attraversava i rii della città, assistevano a funzioni religiose nelle principali [[chiese di Venezia]], partecipando a balli, musiche e rinfreschi organizzati dai cittadini. La possibilità di avvicinarsi alle Marie era considerata di buon auspicio, oltre che un'occasione per veneziani e stranieri di vedere da vicino delle donne meravigliose, con indosso addobbi rari e pregiatissimi.
In onore di questa vittoria sui pirati si decise quindi di istituire la Festa delle Marie, da tenersi annualmente per celebrare l'evento.
Iniziava con la selezione di dodici tra le più belle ragazze di Venezia, scelte in numero di due per ogni [[sestiere (Venezia)|sestiere]] e ribattezzate per l'occasione Marie (forse perché il maggior numero delle ragazze rapite aveva questo nome, oppure dal nome della festa della purificazione di Maria). Venivano poi invitate le famiglie patrizie ad impegnarsi nel fornire alle fanciulle le vesti, gli addobbi e i gioielli per renderle ancor più principesche.
 
La ricorrenza arrivò a durare fino a nove giorni e, nel 1272, il numero delle Marie venne ridotto prima a quattro e poi a tre, soprattutto per moderare gli enormi costi a carico dello Stato e delle famiglie patrizie. Subì nel tempo altri cambiamenti ed evoluzioni, finché una modifica inattesa giunse a comprometterne lo spirito e l'essenza principale: per evitare che la festa fosse troppo caratterizzata dal desiderio di vedere le bellezze femminili (piuttosto che di seguire la tradizione religiosa), le autorità decisero di sostituire le Marie con delle loro sagome in legno. Questa variazione portò inevitabilmente alle proteste dei cittadini, che iniziarono ben presto a bersagliare le figure con sassi e ortaggi, tanto che nel 1349 venne varata una legge che vietava il lancio di oggetti verso di esse. L'espressione di ''Maria de tola'' (Maria di tavola), coniata per l'occasione, è utilizzata ancora oggi a Venezia per indicare con irrisione il tipo di donna fredda e senza seno.
Il corteo delle Marie, sfilando in una processione di barche che attraversava i [[rio (Venezia)|rii]] della città, assistevano a funzioni religiose nelle principali [[chiese di Venezia]], partecipando a balli, musiche e rinfreschi organizzati dai cittadini. La possibilità di avvicinarsi alle Marie era considerata di buon auspicio, oltre che un'occasione per veneziani e stranieri di vedere da vicino delle donne meravigliose, con indosso addobbi rari e pregiatissimi.
 
Negli anni a seguire la Festa delle Marie cadde lentamente in disuso e venne soppressa nel 1379, epoca in cui Venezia era coinvolta nella [[guerra di Chioggia]]. Come cerimonia ufficiale, rimase solo l'annuale visita del Doge alla chiesa di Santa Maria Formosa.
La ricorrenza arrivò a durare fino a nove giorni e, nel [[1272]], il numero delle Marie venne ridotto prima a quattro e poi a tre, soprattutto per moderare gli enormi costi a carico dello Stato e delle famiglie patrizie. Subì nel tempo altri cambiamenti ed evoluzioni, finché una modifica inattesa giunse a comprometterne lo spirito e l'essenza principale: per evitare che la festa fosse troppo caratterizzata dal desiderio di vedere le bellezze femminili (piuttosto che di seguire la tradizione religiosa), le autorità decisero di sostituire le Marie con delle loro sagome in legno. Questa variazione portò inevitabilmente alle proteste dei cittadini, che iniziarono ben presto a bersagliare le figure con sassi ed ortaggi, tanto che nel [[1349]] venne varata una legge che vietava il lancio di oggetti verso di esse. L'espressione di ''Maria de tola'' (Maria di tavola), coniata per l'occasione, è utilizzata ancora oggi a Venezia per indicare con irrisione il tipo di donna fredda e senza seno.
 
Venne ripresa ufficialmente circa seicento anni dopo, nel 1999, anche se realizzata in forma ridotta e apportando alcune varianti.
Negli anni a seguire la Festa delle Marie cadde lentamente in disuso e venne soppressa nel [[1379]], epoca in cui Venezia era coinvolta nella [[guerra di Chioggia]]. Come cerimonia ufficiale, rimase solo l'annuale visita del Doge alla chiesa di Santa Maria Formosa.
 
Venne ripresa ufficialmente circa seicento anni dopo, nel [[1999]], anche se realizzata in forma ridotta ed apportando alcune varianti.
 
=== Il Volo dell'Angelo ===
[[File:Piazza San Marco (dal campanile).jpg|thumb|upright=0.8|La Piazzetta vista dal Campanile]]
 
In un'edizione del Carnevale verso la metà del Cinquecento, tra le varie manifestazioni e spettacoli organizzati in città, fu realizzato un evento straordinario che fece molto scalpore: un giovane acrobata turco riuscì, con il solo ausilio di un [[bilanciere]], ad arrivare alla [[cella campanaria]] del [[campanile di San Marco]] camminando, nel frastuono della folla sottostante in delirio, sopra una lunghissima corda che partiva da una barca ancorata sul molo della Piazzetta. Nella discesa, invece, raggiunse la balconata del Palazzo Ducale, porgendo gli omaggi al Doge.
In un'edizione del Carnevale verso la metà del Cinquecento, tra le varie manifestazioni e spettacoli organizzati in città, fu realizzato un evento straordinario che fece molto scalpore: un giovane acrobata turco riuscì, con il solo ausilio di un bilanciere, ad arrivare alla cella campanaria del [[campanile di San Marco]] camminando, nel frastuono della folla sottostante in delirio, sopra una lunghissima corda che partiva da una barca ancorata sul molo della Piazzetta. Nella discesa, invece, raggiunse la balconata del Palazzo Ducale, porgendo gli omaggi al Doge.
 
Dopo il successo di questa spettacolare impresa, subito denominata ''Svolo del turco'', l'evento, che solitamente si svolgeva il [[Giovedì Grasso]], fu richiesto e programmato come cerimonia ufficiale anche per le successive edizioni, con tecniche simili e con forme che con gli anni subirono numerose varianti.
 
Per molti anni lo spettacolo, mantenendo lo stesso nome, vide esibirsi solo funamboli di professione, finché non si cimentarono nell'impresa anche giovani veneziani, dando prova di abilità e coraggio con varie spericolatezze e variazioni sul tema.
 
Quando queste variazioni portarono a prevedere, per lunghi anni di seguito, un uomo dotato di ali ede appeso con degli anelli alla corda, issato e fatto scendere a gran velocità lungo la fune, si coniò il nuovo termine di ''Volo dell'Angelo''.
Il prescelto, al termine della discesa nel loggione di Palazzo Ducale, riceveva sempre dalle mani del Doge dei doni o delle somme in denaro. Vi furono alcune edizioni che videro gli acrobati utilizzare per i loro spettacoli degli animali, barche e varie altre figure, oltre a rendere l'impresa sempre più difficile con ardite evoluzioni e anche ''svoli'' collettivi.
 
Nel [[1759]], l'esibizione finì in tragedia: ad un certo punto, l'acrobata si schiantò al suolo tra la folla inorridita. Probabilmente a causa di questo grave incidente, l'evento, svolto con queste modalità, fu vietato. Da questo momento il programma si svolse sostituendo l'acrobata con una grande colomba di legno che nel suo tragitto, partendo sempre dal campanile, liberava sulla folla fiori e coriandoli. Dalla prima di queste edizioni, il nome di ''Volo dell'Angelo'' divenne quindi ''Volo della Colombina''.
 
Tale evento, come la maggior parte delle altre ricorrenze e spettacoli, con la fine della storia millenaria della Serenissima si interruppe per un lungo periodo.
 
=== Le maschere della Commedia dell'Arte ===
{{Vedi anche|Commedia dell'arte}}
 
{{citazione|Qui la moglie e là il marito<br /> Ognuno va dove gli par<br /> Ognun corre a qualche invito,<br /> chi a giocar chi a ballar |[[Carlo Goldoni]]}}
 
Il Carnevale diede impulso ad un numero crescente di spettacoli mascherati allestiti nei teatri privati della città. Gli eventi erano spesso allestiti e finanziati da famiglie nobili veneziane, le quali intravidero presto l'esigenza di affidare le rappresentazioni, sempre più elaborate, a grandi artisti e veri professionisti della recitazione.
Questi spettacoli in luoghi privati erano inizialmente riservati ad un ristretto pubblico di famiglie nobili. Verso la metà del Cinquecento, seguendo il grande sviluppo e la richiesta di questo genere artistico, a Venezia aprirono numerosi altri piccoli teatri, rivolti anche ad un pubblico popolare.
 
Verso l'inizio del Seicento, con l'incremento del numero e della qualità delle compagnie teatrali, formate ormai da artisti professionisti ede apprezzate anche fuori città, si svilupparono vere e proprie attività legate al mondo della commedia teatrale, delle arti sceniche e dell'artigianato dei costumi e delle maschere.
 
Emersero numerosi e talentuosi autori teatrali, diventando celebri rappresentando opere sempre più raffinate e complesse.
La definizione di ''commedia dell'arte'' nasce proprio a Venezia e risale al [[1750]], quando il drammaturgo e librettista [[Carlo Goldoni]] lo introduce all'interno della sua commedia ''Il teatro comico''.
 
=== Gli eccessi e le limitazioni ===
[[File:Venezia carnevale 4.jpg|thumb|upright|Maschere al Carnevale di Venezia nel 2004]]
Il Carnevale diede la possibilità, a tutti, di celare completamente la propria identità sotto un costume e ciò portò inevitabilmente a qualche eccesso. Sfruttando i travestimenti, qualche malintenzionato ne approfittò per escogitare e compiere una serie di malefatte, più o meno gravi. Per questo motivo le autorità dovettero introdurre a più riprese e per decreto delle limitazioni, dei divieti e delle pesantissime sanzioni contro l'abuso e l'utilizzo fraudolento o non ortodosso dei travestimenti. In effetti, soprattutto durante le ore notturne, indossando un travestimento e con la complicità del buio, era più facile commettere reati di varia natura, come scippi, ruberie e molestie, senza la minima possibilità di essere riconosciuti. Già a partire dal 22 febbraio 1339 si decreta quindi il divieto notturno di circolare in maschera per la città.
 
Un altro abuso che si rese piuttosto comune riguardava la possibilità degli uomini, travestiti da donne o con indosso abiti religiosi, di approfittare delle loro mentite spoglie per entrare nei luoghi sacri, nelle chiese e nei monasteri, per compiere atti indecenti e libertini anche con le religiose. Con un apposito decreto del 24 gennaio 1458 si proibisce perciò l'ingresso in maschera nei luoghi sacri, al fine di evitare che fossero compiute ''multas inhonestates''.
Per questo motivo le autorità dovettero introdurre a più riprese e per decreto delle limitazioni, dei divieti e delle pesantissime sanzioni contro l'abuso e l'utilizzo fraudolento o non ortodosso dei travestimenti.
 
Un pericolo per la pubblica sicurezza poteva derivare dalla possibilità degli ampi mantelli come i ''tabarri'', molto diffusi e utilizzati in abbinamento a varie maschere, di poter nascondere facilmente armi e oggetti pericolosi, con l'intento di offendere. Vi furono pertanto numerosi atti ufficiali che stabilirono e ribadirono di continuo il divieto assoluto di portare con sé qualunque oggetto di natura pericolosa per l'incolumità altrui. Le pene per questi reati erano molto pesanti, sia pecuniarie, con sanzioni salate, che di reclusione, con la comminazione di diversi anni di galera.
In effetti, soprattutto durante le ore notturne, indossando un travestimento e con la complicità del buio, era più facile commettere [[reato|reati]] di varia natura, come scippi, ruberie e molestie, senza la minima possibilità di essere riconosciuti.
Già a partire dal 22 febbraio [[1339]] si decreta quindi il divieto notturno di circolare in maschera per la città.
 
La professione di prostituta fu da sempre contrastata e allo stesso tempo tollerata all'interno della Repubblica, talvolta addirittura incentivata e richiesta da molti veneziani e stranieri, ma considerata sempre fonte di perdizione e malcostume, nonché origine di pericolose malattie come la [[sifilide]]. Per questi motivi le meretrici dovevano sottostare a numerose limitazioni, rigidamente imposte. Anche le prostitute, però, potevano facilmente confondersi con le maschere ed esercitare la loro professione aggirando i limiti stabiliti. Si arrivò quindi a regolamentare ulteriormente la materia e a stabilire il divieto della prostituzione in maschera, con pene piuttosto severe: oltre ad una multa salata, erano bandite per quattro anni dal territorio della Repubblica, dopo essere state sottoposte, lungo il tragitto da Piazza San Marco a [[Rialto (Venezia)|Rialto]], al supplizio delle frustate e messe alla berlina tra le due colonne della Piazzetta.
Un altro abuso che si rese piuttosto comune riguardava la possibilità degli uomini, travestiti da donne o con indosso abiti religiosi, di approfittare delle loro mentite spoglie per entrare nei luoghi sacri, nelle chiese e nei monasteri, per compiere atti indecenti e libertini anche con le religiose.
Con un apposito decreto del 24 gennaio [[1458]] si proibisce perciò l'ingresso in maschera nei luoghi sacri, al fine di evitare che fossero compiute ''multas inhonestates''.
 
Con la diffusione delle case da gioco si registrarono episodi in cui alcuni giocatori d'azzardo, in maschera, sfruttavano l'anonimato per sfuggire ai creditori. Nel 1703 fu quindi totalmente proibito di recarsi in maschera presso questi luoghi. Più tardi, nel 1776, venne invece proibito alle donne sposate di recarsi a teatro senza maschera, al fine di proteggerne l'onorabilità. Dopo la caduta della Serenissima, avvenuta nel 1797, si arrivò infine alla proibizione definitiva dei mascheramenti, ad eccezione di quelli durante le feste private nei palazzi e del [[Cavalchina|Ballo della Cavalchina]] al [[Teatro la Fenice]]. Come conseguenza, iniziò velocemente una fase di declino dello spirito che aveva animato per secoli questo storico Carnevale e le manifestazioni e feste si spensero gradualmente.
Un pericolo per la [[pubblica sicurezza]] poteva derivare dalla possibilità degli ampi mantelli come i ''tabarri'', molto diffusi ed utilizzati in abbinamento a varie maschere, di poter nascondere facilmente armi e oggetti pericolosi, con l'intento di offendere.
Vi furono pertanto numerosi atti ufficiali che stabilirono e ribadirono di continuo il divieto assoluto di portare con sé qualunque oggetto di natura pericolosa per l'incolumità altrui.
Le pene per questi reati erano molto pesanti, sia pecuniarie, con sanzioni salate, che di reclusione, con la comminazione di diversi anni di galera.
 
== Il Carnevale oggi ==
La professione di [[prostituta]] fu da sempre contrastata e allo stesso tempo tollerata all'interno della Repubblica, talvolta addirittura incentivata e richiesta da molti veneziani e stranieri, ma considerata sempre fonte di perdizione e malcostume, nonché origine di pericolose malattie come la [[sifilide]]. Per questi motivi le meretrici dovevano sottostare a numerose limitazioni, rigidamente imposte. Anche le prostitute, però, potevano facilmente confondersi con le maschere ed esercitare la loro professione aggirando i limiti stabiliti.
[[File:Venezia - Maschera in Piazza San Marco.jpg|thumb|upright|Maschera in Piazza San Marco nel 2012]]
Si arrivò quindi a regolamentare ulteriormente la materia e a stabilire il divieto della prostituzione in maschera, con pene piuttosto severe: oltre ad una multa salata, erano bandite per quattro anni dal territorio della Repubblica, dopo essere state sottoposte, lungo il tragitto da Piazza San Marco a [[Rialto (Venezia)|Rialto]], al supplizio delle frustate e messe alla berlina tra le due colonne della Piazzetta.
 
Nel 1797 con la [[Caduta della Repubblica di Venezia]] e l'occupazione francese di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] e con quella successiva austriaca, nel centro storico la lunghissima tradizione fu interrotta per timore di ribellioni e disordini da parte della popolazione. Solamente nelle isole maggiori della [[Laguna di Venezia]], come [[Burano]] e [[Murano]], i festeggiamenti di Carnevale proseguirono il loro corso, anche se in tono minore, conservando un certo vigore e allegria. Solo nel 1979, quasi due secoli dopo, la secolare tradizione del Carnevale di Venezia risorse ufficialmente dalle sue ceneri, grazie all'iniziativa e all'impegno di alcune associazioni di cittadini e al contributo logistico ed economico del Comune di Venezia, del [[Teatro la Fenice]], della [[Biennale di Venezia]] e degli enti turistici.
Con la diffusione delle [[casa da gioco|case da gioco]] si registrarono episodi in cui alcuni giocatori d'azzardo, in maschera, sfruttavano l'anonimato per sfuggire ai creditori. Nel [[1703]] fu quindi totalmente proibito di recarsi in maschera presso questi luoghi.
 
Nel giro di poche edizioni, grazie anche alla visibilità mediatica riservata all'evento e alla città, il Carnevale di Venezia è tornato a ricalcare con grande successo le orme dell'antica manifestazione, anche se con modalità e atmosfere differenti. Le singole edizioni annuali di questo nuovo Carnevale sono state spesso contraddistinte e dedicate ad un tema di fondo, al quale ispirarsi per le feste e gli eventi culturali di contorno. Alcune edizioni sono state anche caratterizzate da abbinamenti e gemellaggi con altre città italiane ed europee, fornendo in questo modo un ulteriore coinvolgimento dell'evento a livello internazionale.
Più tardi, nel [[1776]], venne invece proibito alle donne sposate di recarsi a teatro senza maschera, al fine di proteggerne l'onorabilità.
 
L'attuale Carnevale di Venezia è diventato un grande e spettacolare evento turistico, che richiama migliaia di visitatori da tutto il mondo che si riversano in città per partecipare a questa festa considerata unica per storia, atmosfere e maschere. I giorni tradizionalmente più importanti del Carnevale veneziano sono il Giovedì grasso e il [[Martedì grasso]], anche se le maggiori affluenze si registrano sicuramente durante i fine settimana dell'evento.
Dopo la caduta della Serenissima, avvenuta nel [[1797]], si arrivò infine alla proibizione definitiva dei mascheramenti, ad eccezione di quelli durante le feste private nei palazzi e del [[Cavalchina|Ballo della Cavalchina]] al [[Teatro la Fenice]]. Come conseguenza, iniziò velocemente una fase di declino dello spirito che aveva animato per secoli questo storico Carnevale e le manifestazioni e feste si spensero gradualmente.
 
=== IlLe Carnevale modernofeste ===
[[File:Venezia carnevale 11VeniceShopWindow.jpg|thumb|leftupright|MascheraNegozio aldi Carnevalemaschere dia Venezia]]
[[File:Venezia - Maschera in Piazza San Marco.jpg|thumb|Venezia, maschera in Piazza San Marco.]]
 
Con la prima edizione del Carnevale recente si istituisce contemporaneamente un programma di eventi e un calendario dettagliato per la nuova grande manifestazione. Si stabilisce la data dell'inizio dei festeggiamenti ufficiali in coincidenza con il sabato precedente al Giovedì Grasso e il termine con il Martedì Grasso, per una durata complessiva di soli undici giorni. A differenza del Carnevale di un tempo, che a lungo ebbe una durata ufficiale di ben sei settimane, quello moderno si svolge con un programma concentrato, ma ricco di singoli appuntamenti.
Nel [[1797]], con l'occupazione francese di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] e con quella successiva austriaca, nel centro storico la lunghissima tradizione fu interrotta per timore di ribellioni e disordini da parte della popolazione.
Solamente nelle isole maggiori della [[Laguna di Venezia]], come [[Burano]] e [[Murano]], i festeggiamenti di Carnevale proseguirono il loro corso, anche se in tono minore, conservando un certo vigore ed allegria.
 
Come in passato, ancora oggi il Carnevale di Venezia rappresenta una grandiosa festa popolare per un vasto pubblico di tutte le età. Feste di piazza ed eventi di ogni tipo animano le giornate delle comitive di maschere e di turisti, che allegramente si disseminano per la città.
Solo nel [[1979]], quasi due secoli dopo, la secolare tradizione del Carnevale di Venezia risorse ufficialmente dalle sue ceneri, grazie all'iniziativa e all'impegno di alcune associazioni di cittadini e al contributo logistico ed economico del Comune di Venezia, del [[Teatro la Fenice]], della [[Biennale di Venezia]] e degli enti turistici.
 
Oltre alle feste ufficiali di piazza tra campi e campielli, ancora oggi come in passato si organizzano svariate feste private e balli in maschera presso i grandi palazzi veneziani. In questi luoghi, ricchi di arredi e atmosfere quasi immutate nel tempo, è possibile rivivere gli antichi splendori e la tradizione del Carnevale di un tempo. Tra gli eventi di carattere internazionale, dal 1994 si svolge ''[[Il Ballo del Doge]]'', che si tiene nel [[Palazzo Pisani Moretta]] del XV secolo, situato sul [[Canal Grande]]. Il nome del ballo deriva dal titolo dei capi eletti ([[doge]]), che governarono Venezia fino alla caduta della [[Repubblica di Venezia]] nel XVIII secolo. Ogni anno al ballo partecipano circa quattrocento invitati in costume d'epoca e mascherati. L'evento è la ricostruzione di un [[ballo in maschera]] del XVIII secolo e prevede un pasto della cucina veneta. Nel corso degli anni l'intrattenimento ha visto esibizioni di cantanti lirici, musicisti, artisti del burlesque e personaggi della [[commedia dell'arte]].
Nel giro di poche edizioni, grazie anche alla visibilità mediatica riservata all'evento e alla città, il Carnevale di Venezia è tornato a ricalcare con grande successo le orme dell'antica manifestazione, anche se con modalità ed atmosfere differenti.
 
=== La Festa delle Marie ===
Le singole edizioni annuali di questo nuovo Carnevale sono state spesso contraddistinte e dedicate ad un tema di fondo, al quale ispirarsi per le feste e gli eventi culturali di contorno. Alcune edizioni sono state anche caratterizzate da abbinamenti e gemellaggi con altre città italiane ed europee, fornendo in questo modo un ulteriore coinvolgimento dell'evento a livello internazionale.
[[File:Carnevale di Venezia 2011 - Festa delle Marie.jpg|thumb|upright|Corteo della Festa delle Marie]]
 
Solo nel 1999 l'antichissima Festa delle Marie è stata finalmente ripristinata, con un'atmosfera che unisce la rievocazione storica dell'antico corteo con le fanciulle ad un più moderno concorso di bellezza in costume. Venne ripresa ufficialmente circa seicento anni dopo, da Bruno Tosi<ref>[http://www.ilgazzettino.it/CARNEVALE/festa_delle_marie_edizione_2013_dedicata_a_bruno_tosi_sul_gazzettino_il_coupon/notizie/243478.shtml Festa delle Marie / Edizione 2013 dedicata a Bruno Tosi]</ref>
L'attuale Carnevale di Venezia è diventato un grande e spettacolare evento turistico, che richiama migliaia di visitatori da tutto il mondo che si riversano in città per partecipare a questa festa considerata unica per storia, atmosfere e maschere.
 
I giorni tradizionalmente più importanti del Carnevale veneziano sono il Giovedì grasso e il [[Martedì grasso]], anche se le maggiori affluenze si registrano sicuramente durante i fine settimana dell'evento.
 
=== Le feste ===
[[File:VeniceShopWindow.jpg|thumb|Negozio di maschere a Venezia]]
Con la prima edizione del Carnevale recente si istituisce contemporaneamente un programma di eventi ed un calendario dettagliato per la nuova grande manifestazione. Si stabilisce la data dell'inizio dei festeggiamenti ufficiali in coincidenza con il sabato precedente al Giovedì Grasso ed il termine con il Martedì Grasso, per una durata complessiva di soli undici giorni differenza del Carnevale di un tempo, che a lungo ebbe una durata ufficiale di ben sei settimane, quello moderno si svolge con un programma concentrato ma ricco di singoli appuntamenti.
 
Come in passato, ancora oggi il Carnevale di Venezia rappresenta una grandiosa festa popolare per un vasto pubblico di tutte le età. Feste di piazza ed eventi di ogni tipo animano le giornate delle comitive di maschere e di turisti, che allegramente si disseminano per la città.
 
Oltre alle feste ufficiali di piazza tra campi e campielli, ancora oggi come in passato si organizzano svariate feste private e balli in maschera presso i grandi palazzi veneziani. In questi luoghi, ricchi di arredi ed atmosfere quasi immutate nel tempo, è possibile rivivere gli antichi splendori e la tradizione del Carnevale di un tempo.
 
=== La Festa delle Marie ===
[[File:Carnevale di Venezia 2011 - Festa delle Marie.jpg|thumb|Corteo della Festa delle Marie]]
Solo nel [[1999]] l'antichissima Festa delle Marie è stata finalmente ripristinata, con un'atmosfera che unisce la rievocazione storica dell'antico corteo con le fanciulle ad un più moderno concorso di bellezza in costume. Venne ripresa ufficialmente circa seicento anni dopo, da Bruno Tosi<ref>[http://www.ilgazzettino.it/CARNEVALE/festa_delle_marie_edizione_2013_dedicata_a_bruno_tosi_sul_gazzettino_il_coupon/notizie/243478.shtml Festa delle Marie / Edizione 2013 dedicata a Bruno Tosi]</ref>
 
Nelle settimane che precedono il Carnevale, si tiene una sorta di selezione tra le giovani bellezze locali per scegliere le dodici Marie destinate a sfilare come protagoniste del corteo, durante la celebrazione.
 
La festa si svolgeinizia generalmente (con un programma che può variare ad ogni edizione) il pomeriggio del primo sabato del Carnevale, quando le dodici Marie, accompagnate da un lungo corteo formato da una processione di damigelle d'onore, sbandieratori, musicisti e centinaia di altri figuranti in costume d'epoca, inizia il suo lento cammino partendo dalla [[chiesa di San Pietro di Castello]] e dirigendosi verso Piazza San Marco, tra le ali di una folla di maschere e di turisti.
 
InLa festa si chiude usualmente a fine Carnevale in Piazza San Marco, il giorno successivo,quando le damigelle sfilano nuovamente in attesa della proclamazione ufficiale della vincitrice dell'edizione, la più bella tra le dodici (la cosiddetta ''Maria dell'anno''), alla quale viene assegnato un consistente premio.
 
=== Il Volo dell'Angelo ===
[[File:Carnevale di Venezia 2010 - Volo dell'Angelo.jpg|thumb|upright|Il Volo dell'Angelo]]
Nel Carnevale moderno si è deciso di ripresentare al pubblico, in una veste simile a quella originale dell'antico Carnevale, la ricorrenza del Volo dell'Angelo, nella sua variante di Volo della Colombina. Mentre in passato questo spettacolo veniva celebrato il giovedì Grasso, nelle edizioni moderne esso viene svolto generalmente a mezzogiorno della prima domenica di festa, come uno degli eventi di apertura che decretano ufficialmente l'inizio del Carnevale stesso.
Sopra una folla festante, con lo sguardo rivolto al Campanile di San Marco, un uccello meccanico dalle sembianze di una colomba effettua, come un tempo, la sua discesa sulla corda verso il Palazzo Ducale. Arrivato circa a metà percorso, viene aperta una botola nella sua parte inferiore, che libera sulla Piazzetta gremita innumerevoli coriandoli e confetti o altri piccoli doni.
 
Nel Carnevale moderno si è deciso di ripresentare al pubblico, in una veste simile a quella originale dell'antico Carnevale, la ricorrenza del Volo dell'Angelo, nella sua variante di Volo della Colombina. Mentre in passato questo spettacolo veniva celebrato il giovedì Grasso, nelle edizioni moderne esso viene svolto generalmente a mezzogiorno della prima domenica di festa, come uno degli eventi di apertura che decretano ufficialmente l'inizio del Carnevale stesso.
Dall'edizione del [[2001]], la prima del millennio, si è passati nuovamente alla vecchia formula del Volo dell'Angelo, sostituendo la Colombina con un artista in carne ed ossa. Il volo del 2001 venne affidato alla Compagnia dei Folli, che prestò una propria artista per l'evento. L'artista, assicurato a un cavo metallico, effettua la sua discesa dalla cella campanaria del campanile scorrendo lentamente verso terra, sospeso nel vuoto, sopra la moltitudine che riempie lo spazio sottostante.
Fino all'edizione del 2000, sopra una folla festante, con lo sguardo rivolto al Campanile di San Marco, un uccello meccanico dalle sembianze di una colomba effettuava, come un tempo, la sua discesa sulla corda verso il Palazzo Ducale. Arrivato circa a metà percorso, veniva aperta una botola nella sua parte inferiore, che liberava sulla Piazzetta gremita innumerevoli coriandoli e confetti o altri piccoli doni.
 
Dall'edizione del 2001, la prima del millennio, si è passati nuovamente alla vecchia formula del Volo dell'Angelo, sostituendo la Colombina con un artista in carne e ossa e facendo terminare la discesa in Piazza San Marco. Il volo del 2001 venne affidato alla Compagnia dei Folli, che prestò una propria artista per l'evento. Per ogni edizione, l'Angelo del Carnevale, assicurato ad un cavo metallico, effettua la sua unica discesa dalla cella campanaria del campanile scorrendo lentamente verso terra, sospeso nel vuoto, sopra la moltitudine che riempie lo spazio sottostante.
Elenco degli ''Angeli'' dalla prima edizione del 2001:
 
==== Elenco degli ''Angeli'' ====
* 2001 – Katiuscia Triberti (artista della Compagnia dei Folli e del Circo Triberti)
* 2002 – [[Antonella Elia]] (attrice e showgirl)
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* 2016 – Irene Rizzi (''Maria dell'anno'' 2015)
* 2017 – Claudia Marchiori (''Maria dell'anno'' 2016)
* 2018 – Elisa Costantini (''Maria dell'anno'' 2017)
* 2019 – Erika Chia (''Maria dell'anno'' 2018)
* 2020 – Linda Pani (''Maria dell'anno'' 2019)
 
=== Volo dell'Aquila ===
Visto il successo del Volo dell'Angelo, dall'edizione del Carnevale [[2012]] è stato introdotto un nuovo evento, il Volo dell'Aquila, che si svolge la settimana successiva al Volo dell'Angelo, di cui ricalca le modalità.
Visto il successo del Volo dell'Angelo, dall'edizione del Carnevale 2012 è stato introdotto un nuovo evento, il Volo dell'Aquila, che si svolge la settimana successiva al Volo dell'Angelo, di cui ricalca le modalità.
 
Elenco delle ''Aquile'' dalla prima edizione del 2012:
 
==== Elenco delle ''Aquile'' ====
* 2012 – [[Fabrizia D'Ottavio]] (Ginnasta)
* 2013 – [[Francesca Piccinini]] (Pallavolista)
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* 2016 – [[Saturnino (musicista)|Saturnino]] (Musicista)
* 2017 – [[Melissa Satta]] (Attrice e Showgirl)
* 2018 – [[Renzo Rosso (imprenditore)|Renzo Rosso]] (Imprenditore)
* 2019 – [[Arianna Fontana]] (Pattinatrice di velocità su ghiaccio)
* 2020 – [[Kristian Ghedina]] (Sciatore alpino)
 
== Edizioni passate alla storia ==
Nel 1571, anno della grande vittoria navale nella [[battaglia di Lepanto]], venne allestita una sfilata di carri allegorici che raffiguravano la "Fede cristiana" nell'atto di schiacciare sotto il proprio piede un drago incatenato, la "Vittoria" che sottometteva i vinti e la "Morte" trionfante con la falce in mano, anch'ella spietata mietitrice nella battaglia.
 
== Galleria di immagini ==
Nel [[1571]], anno della grande vittoria navale nella [[battaglia di Lepanto]], venne allestita una sfilata di [[carro allegorico|carri allegorici]] che raffiguravano la "Fede cristiana" nell'atto di schiacciare sotto il proprio piede un drago incatenato, la "Vittoria" che sottometteva i vinti e la "Morte" trionfante con la falce in mano, anch'ella spietata mietitrice nella battaglia.
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19.18-Carnevale di Venezia, 1980.jpg|Edizione del 1980
Carnival in Venice, February 1987 11.jpg|Edizione del 1987
Venezia, 16 febbraio 1988 60.jpg|Edizione del 1988
Carnelave di Venezia 1989 10.jpg|Edizione del 1989
Venezia, 23 marzo 1993 05.jpg|Edizione del 1993
1995 carneval-venezia 1-520x343.jpg|Edizione del 1995
Karneval in Venedig 02.jpg|Edizione del 1996
Couple of masks in Venice.jpg|Edizione del 2002
Carnival mask Doge's Palace Venice.jpg|Edizione del 2003
Scenes from the 2004 Carnivale in Venice (IMG 4667a) (2764782322).jpg|Edizione del 2004
Venice Carnevale (64566027).jpg|Edizione del 2005
Rosa Maske, Venedig.jpg|Edizione del 2006
Venezia flickr10.jpg|Edizione del 2007
Venice 2008 il Carnevale (1).jpg|Edizione del 2008
Mask in Venice - 2009.jpg|Edizione del 2009
Costumed characters near the Arsenale at the 2010 Carnevale in Venice (IMG 9409a) (4571657300).jpg|Edizione del 2010
Carnival in Venice-31 (5694964594).jpg|Edizione del 2011
Beckoning, Venice, Italy (10107391833).jpg|Edizione del 2012
Beak to beak (8491489911).jpg|Edizione del 2013
Mask (12840327013).jpg|Edizione del 2014
Blackswan (99156963).jpeg|Edizione del 2015
La Maschera Rossa (139327577).jpeg|Edizione del 2016
Karneval, Venedig, Italien.jpg|Edizione del 2017
Venezia - Basilica di Santa Maria della Salute - 2023-10-01 01-21-43 001.JPG|Edizione del 2018
Carnival in Venice, Italy. (46583321454).jpg|Edizione del 2019
Carnival of venice 2020 onderkokturk 03.jpg|Edizione del 2020
Carnival of Venice 2022 24 02 2022 08.jpg|Edizione del 2022
Carnival of Venice 2023 12.jpg|Edizione del 2023
B3A9679.jpg|Edizione del 2024
Carnival of Venice 03.jpg|Edizione del 2025
</gallery>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
* Gilles Bertrand (2013) "''Histoire du carnaval de Venise"'', Parigi, Pygmalion, ISBN 978-2-7564-0837-8 (edizione tascabile: Parigi, Tallandier, 2017; edizione italiana: Gilles Bertrand (2023), ''Storia del carnevale di Venezia'', Verona, Cierre Edizioni, 2023, ISBN 9788855201759)
* Glorieus, F.; Paladini, G. (2004) ''Venezia. Il Carnevale'', Treviso, Vianello Libri, ISBN 978-88-7200-155-4
* Pandini, G.; Zampetti, P. (2006) ''Un Carnevale a Venezia'', Bergamo, Bolis, ISBN 978-88-7827-154-8
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== Voci correlate ==
* [[Ballo in maschera]]
* [[Cavalchina]]
* [[Colombina]]
* [[Maschera (teatro)]]
* [[Storia di Venezia]]
* [[Ballo della Cavalchina]]
* [[Commedia dell'arte]]
* [[Carlo Goldoni]]
* [[Maschera teatrale]]
* [[Pantalone]]
* [[Colombina (maschera)]]
* [[Carnevale di Acireale]]
* [[Carnevale di Cento]]
* [[Carnevale di Fano]]
* [[Carnevale di Follonica]]
* [[Carnevale di Ivrea]]
* [[Carnevale di Putignano]]
* [[Carnevale di Sciacca]]
* [[Carnevale di Viareggio]]
 
== Altri progetti ==
{{interprogetto|commons=Category:Carnival of Venice}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.Carnevale.venezia.it | Sito ufficiale del Carnevale di Venezia}}
* {{citaCita web |httpurl=https://www.carnivalofvenicebauta.comit/ |titolo=La Storiabauta ede archivioil fotograficocarnevale dalantico 1998|di accesso=18-01-2008Venezia}}
* {{cita web|http://www.Carnevalevenezia.com | Storia, maschere, informazioni sull'evento| accesso=18-01-2008}}
* {{cita web|http://www.bauta.it | La bauta, il carnevale, la società a Venezia nel '700 | accesso=01-09-2008}}
 
{{Repubblica di Venezia}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|festività|Venezia}}
 
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