Primavera araba: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m rb |
Lettera maiuscola Etichette: Modifica visuale Modifica da mobile Modifica da web per mobile |
||
(197 versioni intermedie di oltre 100 utenti non mostrate) | |||
Riga 1:
{{
|Tipo =
|Nome del conflitto = Primavera araba
|Parte_di =
|
|Didascalia = {{legend|#00112b|Allontanamento o morte del capo di stato}} {{legend|#004a80|Conflitti armati e cambiamento nel governo}} {{legend|#00bff3|Cambiamento del primo ministro}} {{legend|#d64400|Proteste maggiori}} {{legend|#eac27c|Proteste minori}}{{legend|#797979|Proteste collegate}} {{legend|#801000|Guerra civile}} {{legend|#B9B9B9|Assenza di proteste}}
|Data =
|Luogo = {{bandiera|Lega Araba}} [[Mondo arabo]], [[Africa Occidentale]]
|Casus = [[Corruzione]], [[povertà]], [[fame]], assenza di [[libertà individuali]], violazione di [[diritti umani]], [[disoccupazione]], aumento del prezzo dei generi alimentari, malcontento popolare, desiderio di rinnovamento del regime politico, interferenze straniere
|Mutamenti_territoriali =
|Esito =
|Schieramento1 = Forze governative di:<br />{{EGY}}<br />{{SYR 1980-2024}}<br />
|Schieramento2 = {{Bandiera|LBY}} [[Consiglio nazionale di transizione|Ribelli libici]]<br />
|Comandante1 =
|Comandante2 =
|Effettivi1 = {{formatnum:2000000}} soldati<br />{{formatnum:35000}} mercenari<br />{{formatnum:3000}} carri armati<br />{{formatnum:5000}} cannoni<br />
|Effettivi2 = {{formatnum:20000000}} dimostranti<br />{{formatnum:1200}} carri armati<br />{{formatnum:2400}} cannoni<br />{{formatnum:1300}} aerei<br />500 aerei NATO (solo in Libia)
|Perdite3 = {{formatnum:140000}} morti in totale
|note =
}}
[[File:Arab
Con '''
{{Cita news|url = http://www.asca.it/news-RIVOLTE_M_O__E_NORDAFRICA__DALLA_CADUTA_DI_BEN_ALI_ALL_IRAN_%28SERVIZIO%29-990506-ORA-.html|titolo = RIVOLTE M.O. E NORDAFRICA: DALLA CADUTA DI BEN ALI ALL'IRAN (SERVIZIO)|pubblicazione = ASCA|giorno = 15|mese = 02|anno = 2011|accesso = 20 febbraio 2011|urlmorto = sì|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110217042035/http://www.asca.it/news-RIVOLTE_M_O__E_NORDAFRICA__DALLA_CADUTA_DI_BEN_ALI_ALL_IRAN_(SERVIZIO)-990506-ORA-.html}}
</ref><ref name="mapproterai">{{Cita news|url = http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=15025217-01-2011-1231257.php|titolo = La mappa della protesta|pubblicazione = RaiNews24|giorno = 19|mese = 02|anno = 2011|accesso = 21 febbraio 2011|urlmorto = sì}}</ref> Le vicende sono tuttora in corso nelle regioni del [[Medio Oriente]], del [[Vicino Oriente]] e del [[Nord-Africa|Nord Africa]].<ref>[http://www.tracce.it/?id=376&id_n=21310&pagina=1 La "primavera araba" fra autoritarismo e islamismo - SAMIR KHALIL SAMIR<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.presseurop.eu/it/content/topic/509151-l-europa-e-la-primavera-araba |titolo=L'Europa e la primavera araba {{!}} Presseurop (italiano)<!-- Titolo generato automaticamente --> |accesso=22 ottobre 2011 |dataarchivio=27 ottobre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111027185432/http://www.presseurop.eu/it/content/topic/509151-l-europa-e-la-primavera-araba |urlmorto=sì }}</ref>
== Storia ==
La rivolta iniziò il 17 dicembre [[2010]], in seguito alla protesta estrema del tunisino [[Mohamed Bouazizi]], il quale si diede fuoco in seguito a maltrattamenti subiti da parte della polizia, il cui gesto innescò l'intero moto di rivolta tramutatosi nella cosiddetta [[Rivoluzione dei Gelsomini]].<ref>{{Cita news|lingua = en |autore = Yasmine Ryan |url =http://english.aljazeera.net/indepth/features/2011/01/201111684242518839.html |titolo =The tragic life of a street vendor |pubblicazione = Al Jazeera |giorno = 20 |mese = 01 |anno = 2011 |accesso = 20 febbraio 2011}}</ref><ref>{{Cita news |lingua = en |autore = KAREEM FAHIM |url =https://www.nytimes.com/2011/01/22/world/africa/22sidi.html?pagewanted=1 |titolo =https://www.nytimes.com/2011/01/22/world/africa/22sidi.html?pagewanted=1 |pubblicazione =New York Times |giorno = 21 |mese = 01 |anno = 2011 |accesso = 20 febbraio 2011}}</ref> Per le stesse ragioni, un effetto domino si propagò ad altri Paesi del mondo arabo e della regione del Nord Africa. In molti casi i giorni più accesi, o quelli dai quali prese avvio la rivolta, sono stati chiamati giorni della rabbia o con nomi simili.<ref>{{Cita news |url = http://it.euronews.net/2011/02/18/gheddafi-con-i-sostenitori-contro-la-giornata-della-collera/ |titolo = Gheddafi con i sostenitori contro la "Giornata della collera" |pubblicazione = Euronews |giorno = 18 |mese = 02 |anno = 2011 |accesso = 20 febbraio 2011 |dataarchivio = 21 febbraio 2011 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110221114105/http://it.euronews.net/2011/02/18/gheddafi-con-i-sostenitori-contro-la-giornata-della-collera/ |urlmorto = sì }}</ref><ref>{{Cita news |url = http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=36442&sez=HOME_NELMONDO&npl=&desc_sez= |titolo = Giornata della rabbia in Bahrein: scontri e feriti |pubblicazione = Il Messaggero |giorno = 14 |mese = 02 |anno = 2011 |accesso = 20 febbraio 2011 |urlmorto = sì |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110219185257/http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=36442&sez=HOME_NELMONDO&npl=&desc_sez= }}</ref>
Nel [[2011]], quattro capi di Stato furono costretti alle [[dimissioni]], alla fuga e in alcuni casi portati alla morte: in Tunisia [[Zine El-Abidine Ben Ali]] (14 gennaio 2011), in Egitto [[Hosni Mubarak]] (11 febbraio 2011), in Libia [[
I sommovimenti in Tunisia portarono il presidente [[Zine El-Abidine Ben Ali|Ben Ali]], dopo venticinque anni, alla fuga in [[Arabia Saudita]]. In Egitto, le imponenti proteste iniziate il 25 gennaio 2011, dopo diciotto giorni di continue dimostrazioni, accompagnate da vari episodi di violenza, costrinsero alle dimissioni (complici anche le pressioni esercitate da [[Stati Uniti|Washington]]) il presidente Mubarak dopo trent'anni di potere.<ref name="parisihavintobama">{{Cita news |autore = [[Vittorio Emanuele Parsi]] |url = http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=8401&ID_sezione=&sezione= |titolo = Alla fine ha vinto Obama |pubblicazione = La Stampa |giorno = 12 |mese = 02 |anno = 2011 |accesso = 12 febbraio 2011 |urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110216074442/http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=8401&ID_sezione=&sezione= |urlmorto = sì }}</ref> Nello stesso periodo, il re di Giordania [[Abd Allah II di Giordania|ʿAbd Allāh]] attuò un rimpasto ministeriale e nominò un nuovo [[primo ministro]], con l'incarico di preparare un piano di "vere riforme politiche".<ref>{{Cita news |url =http://www.asianews.it/notizie-it/Re-Abdullah-di-Giordania-cambia-governo,-e-ordina-vere-riforme-politiche-20662.html |titolo =Re Abdullah di Giordania cambia governo, e ordina vere riforme politiche |pubblicazione = ASIANews |giorno = 02 |mese = 02 |anno = 2011 |accesso = 20 febbraio 2011}}</ref>
Sia l'instabilità portata dalle proteste nella regione mediorientale e nordafricana, sia le loro profonde implicazioni [[Geopolitica|geopolitiche]], attirarono grande attenzione e preoccupazione in tutto il mondo.<ref>{{Cita news|autore =Mattia Toaldo|url =http://temi.repubblica.it/limes/il-dittatore-se-ne-andato-e-ora/20173|titolo= Il dittatore se n’è andato. E ora? |pubblicazione = Limes|giorno = 11|mese = 02|anno = 2011|accesso = 12 febbraio 2011}}</ref>
== I fattori scatenanti ==
Le proteste hanno colpito non solo [[paesi arabi]], ma anche alcuni Stati non arabi, come nel caso della [[Repubblica Islamica dell'Iran]], che ha in un certo senso anticipato la primavera araba con le proteste post-elettorali del 2009-2010; i due casi hanno in comune l'uso di tecniche di resistenza civile, come scioperi, manifestazioni, marce e cortei e talvolta anche atti estremi come suicidi, divenuti noti tra i media come [[
I fattori che hanno portato alle proteste iniziali sono numerosi e comprendono la [[corruzione]], l'assenza di [[libertà individuali]], la violazione dei [[diritti umani]] e la mancanza di interesse per le condizioni di vita, molto dure, che in molti casi rasentano la [[povertà]] estrema.<ref>[[Andrey Korotayev|Korotayev]] A., Zinkina J. [http://cliodynamics.ru/index.php?option=com_content&task=view&id=276&Itemid=70 Egyptian Revolution: A Demographic Structural Analysis. ''Entelequia. Revista Interdisciplinar'' 13 (2011): 139–65.]</ref> Delle rivolte hanno poi cercato di approfittarne movimenti estremisti e terroristici di matrice islamica, come i [[Fratelli Musulmani]] che con trucchi, intimidazioni e corruzioni, sono riusciti anche a prendere il potere in alcuni
== Stati coinvolti ==
Riga 69 ⟶ 42:
{{Vedi anche|Sommosse popolari in Tunisia del 2010-2011}}
[[File:Zine El Abidine Ben Ali.jpg|thumb|left|[[Zine El-Abidine Ben Ali]], ex presidente della [[Tunisia]]|class=mw-halign-upright]]
[[File:Caravane de la libération 4.jpg|thumb
Le proteste
Nonostante un rimpasto di governo il 29 dicembre, le rivolte nel paese non si placarono.<ref name=rivoltunissky /> Il 13 gennaio il presidente tunisino [[Zine El-Abidine Ben Ali|Ben Ali]], in un intervento trasmesso dalla televisione nazionale, si impegnò a lasciare il potere nel [[2014]] e promise che avrebbe garantito la libertà di stampa. Il suo discorso però non calmò gli animi e le manifestazioni continuarono.<ref name=rivoltunissky /> Meno di un'ora dopo, venne decretato lo stato d'emergenza e imposto il coprifuoco in tutto il Paese.<ref name=rivoltunissky /> Poco dopo, il primo ministro [[Mohamed Ghannouchi|Mohamed Ghannushi]] dichiarò di aver assunto la carica di presidente ''[[ad interim]]'' fino alle elezioni anticipate.<ref>{{Cita news|autore =|url =http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/01/14/visualizza_new.html_1640305490.html|titolo=Tunisia: Ben Ali, destituito governo|pubblicazione =ANSA|giorno = 14|mese = 01|anno = 2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref> In serata venne dato l'annuncio che Ben Ali, dopo ventiquattro anni al potere, aveva lasciato il Paese.<ref>{{Cita news|autore =|url =http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/01/14/visualizza_new.html_1640296869.html|titolo=Tunisia: Ben Ali lascia il Paese|pubblicazione =ANSA|giorno = 14|mese = 01|anno = 2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref>
A fine febbraio alcune decine di migliaia di manifestanti si radunarono nel centro di Tunisi per chiedere le dimissioni del governo provvisorio, insediatosi dopo la cacciata di Ben Ali.<ref>{{Cita news|autore =|url =http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Tunisia-decine-di-migliaia-in-piazza-chiedono-dimissioni-governo_311726500081.html|titolo=Tunisia: decine di migliaia in piazza, chiedono dimissioni governo|pubblicazione =Adnkronos/Aki|giorno = 25|mese = 02|anno = 2011|accesso=26 febbraio 2011}}</ref>
=== Egitto ===
{{Vedi anche|Rivoluzione egiziana del 2011|Tamarod|Golpe egiziano del 2013}}
[[File:NDP HQ on fire.jpg|thumb|left|Il quartier generale del Partito Nazionale Democratico di [[Mubarak]] messo a fuoco il 28 gennaio]]
Il 25 gennaio 2011, in seguito ai diversi casi di protesta estrema, in cui diverse persone si erano date fuoco, violenti scontri si svilupparono al centro del [[Cairo]], con feriti ed arresti, durante le manifestazioni della giornata della collera, convocata da opposizione e società civile contro la carenza di lavoro e le misure repressive.<ref>{{Cita news|autore =|url =http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/01/25/visualizza_new.html_1616318125.html|titolo= Egitto, scontri al centro del Cairo|pubblicazione = ANSA|giorno = 25|mese = 01|anno = 2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref> Il fulcro delle manifestazioni è [[piazza Tahrir]], che si trova al centro della metropoli e rappresenta un punto nevralgico della capitale egiziana, ospitando importanti edifici amministrativi, hotel di lusso, l'università americana (AUC) e il [[Museo egizio (Il Cairo)|Museo delle antichità egizie]]. {{Senza fonte|I manifestanti contrari al regime di Mubarak invocano la liberazione dei detenuti politici, la liberalizzazione dei media, e sostengono la rivolta contro la corruzione e i privilegi dell'oligarchia.}}
Il 29 gennaio il presidente [[Hosni Mubarak]] licenziò il governo e nominò come suo vice l'ex capo dell'intelligence, [[Omar Suleiman|ʿOmar Sulaymān]]. Tuttavia gli scontri e le manifestazioni continuarono nelle città egiziane.<ref>{{Cita news|autore =Redazione|url =http://www.ilgiornale.it/egitto/le_tappe_rivolta/egitto-mubarak-fratelli_musulmani-islam-integralismo-rivolta-guerra_civile-dimissioni-esercito-manifestazioni/11-02-2011/articolo-id=505348-page=0-comments=1|titolo= Le tappe della rivolta|pubblicazione = ilGiornale|giorno = 11|mese = 02|anno = 2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref> Il 5 febbraio intanto si dimise l'esecutivo del [[Partito Nazionale Democratico (Egitto)|Partito nazionale democratico]] di Mubarak, mentre il [[Raʾīs|rais]] alcuni giorni dopo delegò tutti i suoi poteri a Sulaymān.<ref>{{Cita news|autore =Redazione|url =http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/02/11/egitto-le-tappe-della-protesta/91492/|titolo= Egitto, le tappe della protesta|pubblicazione = IlFattoQuotidiano|giorno = 11|mese = 02|anno = 2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref> L'11 febbraio il vice presidente annunciò le dimissioni di Mubarak mentre oltre un milione di persone continuavano a manifestare nel Paese.<ref>{{Cita news|autore =Redazione online|url =http://www.corriere.it/esteri/11_febbraio_11/egitto-timori-colpo-stato-consiglio-supremo-forze-armate-ahmadinejad_cea8292a-35be-11e0-9a90-00144f486ba6.shtml|titolo= Mubarak si è dimesso, la piazza in festa|pubblicazione = Corriere della Sera|giorno = 11|mese = 02|anno = 2011|accesso=11 febbraio 2011}}</ref> L'Egitto fu lasciato nelle mani di una giunta militare, presieduta dal feldmaresciallo [[Mohamed Hussein Tantawi]], in attesa che venisse emendata la costituzione e che fosse predisposta la convocazione di nuove elezioni.<ref>{{Cita news|autore =|url =http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/13/visualizza_new.html_1588611343.html|titolo= Egitto: militari, gestione per sei mesi|pubblicazione = ANSA|giorno = 13|mese = 02|anno = 2011|accesso=16 febbraio 2011}}</ref><ref>{{Cita news|autore =Niccolò Locatelli|url =http://temi.repubblica.it/limes/egitto-anno-zero/20218|titolo= Egitto anno zero|pubblicazione = Limes|giorno = 14|mese = 02|anno = 2011|accesso=16 febbraio 2011}}</ref> Le [[Elezioni presidenziali in Egitto del 2012|elezioni presidenziali del 2012]] furono vinte da [[Mohamed Morsi]], sostenuto dal movimento [[islamista]] dei [[Fratelli Musulmani]], il quale, a sua volta, venne rovesciato dal [[Colpo di Stato in Egitto del 2013|colpo di Stato del generale]] [[Abdel Fattah al-Sisi|al-Sisi]] l'anno successivo.
=== Libia ===
Riga 141 ⟶ 61:
[[File:Muammar al-Gaddafi at the AU summit.jpg|thumb|left|Il dittatore libico [[Muammar Gheddafi|Mu'ammar Gheddafi]], ucciso dal [[Consiglio nazionale di transizione|CNT]] il 20 ottobre [[2011]].|class=mw-halign-upright]]
[[File:Flag of Libya.svg|thumb|La vecchia bandiera del [[Regno Unito di Libia|regno libico]] usata durante le manifestazioni dalle forze di opposizione]]
Il 16
</ref>
Il 17 febbraio si registrarono numerosi morti in accesi conflitti a Bengasi, città simbolo della rivolta libica che intendeva cacciare Gheddafi, al potere da oltre quarant'anni. Testimoni vicini ai ribelli riferirono inoltre che sarebbero avvenute vere e proprie esecuzioni da parte delle forze di polizia.<ref>{{Cita news|autore =|url = http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/17/visualizza_new.html_1586679700.html|titolo =Libia: al Jazira, 6 morti in scontri|pubblicazione = ANSA|giorno = 17|mese = 02|anno = 2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref> Nella data del 17 febbraio, proclamata la giornata della collera, milizie giunte da Tripoli a [[Beida]], nell'est della Libia, attaccarono i manifestanti, causando morti e numerosi feriti.<ref>{{Cita news|autore =|url = http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2011/02/17/visualizza_new.html_1586643372.html|titolo =Libia: ong, 15 morti a Beida|pubblicazione = ANSA|giorno = 17|mese = 02|anno = 2011|accesso=18 febbraio 2011}}</ref>
Molti dei decessi registrati in Libia risultarono concentrati nella sola città di Bengasi, località tradizionalmente poco fedele al leader libico e più influenzata dalla cultura [[Islamismo|islamista]].<ref name="caraccolnellab">{{Cita news|autore = Lucio Caracciolo|url = http://rassegna.governo.it/testo.asp?d=56434412|titolo =IL COLONNELLO NEL LABIRINTO|pubblicazione = Governo Italiano Rassegna stampa|giorno = 19|mese = 02|anno = 2011|accesso=19 febbraio 2011}}</ref> Il 20 febbraio il numero delle vittime si avvicinava ai 300 morti.<ref name="300morlib">{{Cita news|autore =|url = http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/E-strage-in-Libia-quasi-300-morti_311706475631.html|titolo =È strage in Libia: quasi 300 morti|pubblicazione = Adnkronos/Aki/Ign|giorno = 20|mese = 02|anno = 2011|accesso=20 febbraio 2011}}</ref> Il sito informativo libico Libya al-Youm denunciò che ''i militari inviati dal regime libico per reprimere i manifestanti di Bengasi stanno usando in queste ore armi pesanti contro le persone riunite davanti al tribunale cittadino'', come [[RPG (lanciarazzi)|razzi Rpg]] e armi anticarro.<ref name=300morlib />
Il 21 febbraio la rivolta si allargò anche alla capitale [[Tripoli]], dove i contestatori diedero fuoco a edifici pubblici.<ref>{{Cita news|autore =|url = http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Libia-in-fiamme-sede-del-governo-a-Tripoli-A-Bengasi-polizia-si-unisce-ai-manifestanti_311708881935.html|titolo =Libia, in fiamme sede del governo a Tripoli A Bengasi polizia si unisce ai manifestanti|pubblicazione = Adnkronos/Aki/Ign|giorno = 21|mese = 02|anno = 2011|accesso=21 febbraio 2011}}</ref> Nella stessa giornata a Tripoli si fece ricorso a [[raid]] dell'aviazione sui manifestanti per soffocare la protesta.<ref>{{Cita news|autore = |url = http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2011/02/21/libia_scontri_morti_voci_fuga_muammar_gheddafi_guerra_civile.html|titolo = Bombardamenti sulla folla a Tripoli|pubblicazione = Skytg24|giorno = 21|mese = 02|anno = 2011|accesso = 21 febbraio 2011|dataarchivio = 24 febbraio 2011|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20110224224139/http://tg24.sky.it/tg24/mondo/2011/02/21/libia_scontri_morti_voci_fuga_muammar_gheddafi_guerra_civile.html|urlmorto = sì}}</ref> Il 21 febbraio cominciarono le defezioni dei politici libici: la delegazione libica all'[[Onu|ONU]] prese nettamente le distanze dal leader Muʿammar Gheddafi. Il vice-ambasciatore libico, Ibrahim Dabbashi, a capo della squadra diplomatica libica, accusò il Colonnello di essere colpevole di ''genocidio'' e di aver praticato ''crimini contro l'umanità''<ref>{{Cita news|autore =|url =http://www.blitzquotidiano.it/politica-mondiale/caos-libia-onu-gheddafi-genocida-758751/|titolo =Caos Libia, la delegazione Onu volta le spalle a Gheddafi: “Genocida”|pubblicazione = Blitzquotidiano|giorno = 21|mese = 02|anno = 2011|accesso=23 febbraio 2011}}</ref>. Il 20 ottobre 2011 Gheddafi venne catturato e ucciso vicino a Sirte. Il suo cadavere fu poi sepolto nel deserto vicino a [[Misurata]].
=== Siria ===
{{Vedi anche|Guerra civile siriana}}
[[File:Syria.BasharAlAssad.jpg|thumb|left|Il presidente siriano [[Bashar al-Assad]]]]
[[File:Flag of Syria 2011, observed.svg|
=== Iraq ===
Riga 336 ⟶ 118:
*John L. Esposito, Tamara Sonn, John O. Voll. ''Islam and Democracy after the Arab Spring'' [1 ed.], 0195147987, 9780195147988, Oxford University Press, 2016.
* GAUSE III, F. G. (2011), Why Middle East Studies Missed the Arab Spring: The Myth of Authoritarian Stability, in Foreign Affairs, July/August
* GOLDSTONE, J. A. (2011), Understanding the Revolutions of 2011. Weakness and
* LONGO, P. & SCALEA, D. (2011), Capire le rivolte arabe. Alle origini del fenomeno rivoluzionario, Avatar-IsAG, Dublin-Roma.
* LY MAMADOU, RENZI DARIO (2014), Dall'Egitto alla Siria. Il principio di una rivoluzione umana e i suoi antefatti, Prospettiva edizioni, Pontassieve (Fi).
Riga 352 ⟶ 134:
==Voci correlate==
* [[Inverno arabo]]
* [[Prima guerra civile in Libia]]
* [[Guerra civile siriana]]
Riga 365 ⟶ 148:
== Collegamenti esterni ==
* {{Cita pubblicazione|cognome=Hamzawy |nome=Amr |cognome2=Ottaway |nome2=Marina |anno=2011 |mese=gennaio |titolo=Protest Movements and Political Change in the Arab World |serie=Carnegie Endowment for International Peace: Policy Outlook |url=http://carnegieendowment.org/files/OttawayHamzawy_Outlook_Jan11_ProtestMovements.pdf |lingua=en }}
* {{en}} [
* {{en}} Nada Bakri: [
* {{en}} [[Slavoj Žižek]]: [http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2011/feb/01/egypt-tunisia-revolt Why fear the Arab revolutionary spirit?], [[The Guardian|guardian.co.uk]], 1º febbraio 2011.
* [http://www.nelmerito.com/index.php?option=com_content&task=view&id=1319&Itemid=142, Andrea Villa, Mare nostrum in movimento?, nelMerito.com 04/03/2011] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20160306135740/http://nelmerito.com/index.php?id=1319&itemid=142,&option=com_content&task=view |date=6 marzo 2016 }}.
{{Primavera araba}}
|