Basilica di Santa Croce: differenze tra le versioni

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{{nota disambigua}}
{{Edificio religioso
| NomeEdificioNome = Basilica di Santa Croce
| Immagine = Basílica de la Santa CroceCruz, (Florence)Florencia, Italia, 2022-09-18, DD Facade95.jpg
| Larghezza =
| DidascaliaIndirizzo = Fotografia della facciata principale di[[Piazza Santa Croce]]
|Didascalia = Facciata
| SiglaStato = ITA
|SiglaStato = ITA
| Regione = {{IT-TOS}}
|Regione = [[Toscana]]
| Città = {{simbolo|FlorenceCoA.svg}} [[Firenze]]
|NomeComune = [[Firenze]]
| Religione = [[Chiesa cattolica|Cristiana cattolica]] di [[rito romano]]
|Religione =
| DedicatoA = [[Vera Croce|Santa Croce]]
| AnnoConsacr = [[1443]]
| InizioCostr = [[1294]]
| StileArchitett = [[architettura gotica|gotico]], [[architettura rinascimentale|rinascimentale]], [[architettura neogotica|neogotico]]
| FineCostr = [[1385]]
| WebsiteSito = [http://www.operadisantacroce.it Sito ufficiale]
}}
La '''basilica di Santa Croce''' è una chiesa di [[Firenze]], nell'omonima [[Piazza Santa Croce|piazza]]. È una delle più grandi chiese [[Ordine francescano|francescane]] e una delle massime realizzazioni del [[gotico italiano|gotico]] in [[Italia]]. La basilica possiede il rango di [[basilica minore]]. È [[Monumenti nazionali (Italia)|monumento nazionale italiano]].
 
Santa Croce è un simbolo prestigioso di Firenze, il luogo di incontro dei più grandi artisti, teologi, religiosi, letterati, umanisti e politici, che determinarono, nella buona e cattiva sorte, l'identità della città tardo-medievale e rinascimentale. Al suo interno trovarono inoltre ospitalità celebri personaggi della [[storia della Chiesa]] come [[Bonaventura da Bagnoregio|san Bonaventura]], [[Pietro di Giovanni Olivi]], [[sant'Antonio da Padova]], [[san Bernardino da Siena]], [[san Ludovico d'Angiò]]. Fu anche luogo d'accoglienza per [[papa|pontefici]] come [[Papa Sisto IV|Sisto IV]], [[Papa Eugenio IV|Eugenio IV]], [[Papa Leone X|Leone X]], [[Papa Clemente XIV|Clemente XIV]].
La '''basilica di Santa Croce''' nell'[[Piazza Santa Croce|omonima piazza]] a [[Firenze]], è una delle più grandi chiese [[Ordine francescano|francescane]] e una delle massime realizzazioni del [[gotico italiano|gotico]] in [[Italia]], e possiede il rango di [[basilica minore]]. Essa è il luogo di sepoltura di alcuni dei più illustri personaggi italiani, come [[Michelangelo Buonarroti]], [[Galileo Galilei]], [[Niccolò Machiavelli]], [[Vittorio Alfieri]], [[Ugo Foscolo]], [[Gioacchino Rossini]], ed è per questo nota come il '''Tempio dell'Itale Glorie'''; la definizione risale al carme ''[[Dei Sepolcri]]'' di Foscolo, in un passo in cui l'autore definisce Firenze:
{{Citazione|Ma più beata ché in un tempio accolte / Serbi l'itale glorie, [...]|[[Ugo Foscolo]], ''[[Dei Sepolcri]]'', vv.180-181}}
 
Il grande poeta neoclassico [[Ugo Foscolo]] la elesse nella sua opera ''[[Dei sepolcri]]'' a [[famedio]] nazionale d'Italia. Nella chiesa trovano infatti posto i sepolcri dei geni di più eccelsa raffinatezza che l'Italia abbia dato al mondo: le "urne dei forti", come Foscolo le chiama nel suo carme.
Nonostante sia una [[chiesa cattolica]], vi sono anche sepolture di persone non credenti, tra cui lo stesso Foscolo. La prima illustre personalità qui inumata fu [[Leonardo Bruni]] nella seconda metà del [[XV secolo|Quattrocento]], mentre l'ultima persona sepolta effettivamente in Santa Croce fu [[Giovanni Gentile]] nel [[1944]], ma nel dopoguerra verranno apposte delle targhe commemorative, come quella per [[Enrico Fermi]], la cui tomba si trova negli [[Stati Uniti]] dove morì nel [[1954]].
 
Santa Croce è un simbolo prestigioso di Firenze, il luogo di incontro dei più grandi artisti, teologi, religiosi, letterati, umanisti e politici, che determinarono, nella buona e cattiva sorte, l'identità della città tardo-medievale e rinascimentale. Al suo interno trovarono inoltre ospitalità celebri personaggi della [[storia della Chiesa]] come [[Bonaventura (filosofo)|san Bonaventura]], [[Pietro di Giovanni Olivi]], [[sant'Antonio da Padova]], [[san Bernardino da Siena]], [[san Ludovico d'Angiò]]. Fu anche luogo d'accoglienza per [[papa|pontefici]] come [[Papa Sisto IV|Sisto IV]], [[Papa Eugenio IV|Eugenio IV]], [[Papa Leone X|Leone X]], [[Papa Clemente XIV|Clemente XIV]].
 
== Storia ==
[[File:Calcio fiorentino 1688.jpg|thumb|Piazza Santa Croce nel 1688]]
San [[Francesco d'Assisi]] visitò Firenze già nel [[1211]], percorrendo la [[via Cassia]]. Nel [[1226]]-[[1228]] con un gruppo di suoi seguaci si stabilì in città, scegliendo una zona inospitale subito fuori le mura, al centro di un'isoletta formata da due bracci dell'[[Arno]] che si separavano vicino all'attuale [[Piazza Cesare Beccaria (Firenze)|piazza Beccaria]], per ricongiungersi davanti alle mura che passavano all'altezza di [[via Verdi (Firenze)|via Verdi]]-[[via de' Benci]]. Qui fondarono un oratorio che, al crescere della comunità di frati, fu prima ingrandito e poi, dal [[1252]], completamente ristrutturato.
 
Tali lavori provocarono vivaci controversie tra i frati, tra chi voleva un edificio essenziale e povero, in linea con la [[regola francescana|Regola]], e chi un'architettura più ampia. In ogni caso la nuova chiesa si rese presto inequivocabilmente insufficiente, per cui nel [[1294]] si decise di ricostruire ex-novo l'edificio, con un grandioso progetto elaborato probabilmente da [[Arnolfo di Cambio]], l'architetto impegnato in quegli anni nei più grandiosi progetti del Comune. [[Giovanni Villani]] ricordò come la chiesa venne fondata il 3 maggio di quell'anno, alla presenza di "molti vescovi e prelati e chierici e religiosi e il podestà e il capitano del Popolo e priori e tutta la buona gente di Firenze, uomini e donne, con grande festa e solennità". Si iniziò a lavorare dall'abside, lasciando temporaneamente in uso ai frati la vecchia chiesa, finché fu possibile<ref name="Cappelle">AA.VV., ''Cappelle del Rinascimento a Firenze'', Editrice Giusti, Firenze 1998, p. 45. ISBN 88-8200-017-6</ref>. I resti dell'antico edificio sono stati localizzati nel [[1966]], a seguito del cedimento del pavimento della [[basilica]] dopo l'[[alluvione di Firenze]].
 
Sull'attribuzione ad [[Arnolfo di Cambio]] non abbiamo documenti scritti che lo confermino, ma la critica ha confermato ormai l'attribuzione tradizionale, sia per l'elevato livello qualitativo del complesso, sia per le analogie con altre opere del grande architetto. Fu edificata a spese della popolazione della [[Repubblica fiorentina]]. Alla morte di Arnolfo nel [[1302]] doveva essere completata la parte del coro e del transetto, con le cappelle. Procedendo con speditezza, i lavori nel [[1320]] resero la basilica utilizzabile, ma in seguito, le vicende della [[Crisi del XIV secolo|crisi]], dell'[[alluvione di Firenze del 1333|alluvione]] e della [[peste nera|peste]], ne rallentarono vistosamente il completamento. Non si sa esattamente quando la basilica fu terminata, forse attorno al [[1385]]. Fu comunque consacrata solo durante l'[[epifania]] del [[1443]] dal [[cardinale Bessarione]], alla presenza di [[papa Eugenio IV]]<ref name="Cappelle" />. Durante l'occupazione francese, [[Vivant Denon]] rastrellò il ''San Francesco,'' e ''il Miracolo del moribondo'' dipinto da Pesello Peselli, proveniente dal convento per inviarlo in Francia, oggetto delle [[Furti napoleonici|spoliazioni napoleoniche]]. Il convento nacque praticamente in contemporanea alla basilica. Al nucleo iniziale si aggiunsero presto la sagrestia, il dormitorio, l'infermeria, la foresteria, il refettorio e la biblioteca<ref name="Cappelle" />.
 
A partire dal 1566 e su volontà di Cosimo I de' Medici lo spazio della chiesa venne trasformato in senso controriformato abbattendo il tramezzo ed il coro, le cappelle e i monumenti funebri addossati alle pareti delle navate, che furono occupate da grandi altari lapidei realizzati su disegno del Vasari nei quali furono collocate pale di soggetto cristologico opera di vari artisti.
Il convento nacque praticamente in contemporanea alla basilica. Al nucleo iniziale si aggiunsero presto la sagrestia, il dormitorio, l'infermeria, la foresteria, il refettorio e la biblioteca<ref name=Cappelle/>.
 
[[File:Alluvione di Firenze 08.jpg|thumb|left|La basilica durante l'[[alluvione di Firenze|alluvione]] del 1966]]
La basilica ha continuato ad essere arricchita e modificata nei sette secoli dalla sua fondazione, acquisendo sempre nuovi connotati simbolici: da chiesa francescana a "municipio" religioso per le grandi famiglie e le corporazioni, da laboratorio e bottega artistica a centro [[teologia|teologico]], da "pantheon" delle glorie italiane a luogo di riferimento della storia politica dell'Italia pre e post-[[Unità d'Italia|unitaria]]. Alcune trasformazioni infatti furono conseguenza di precise vicissitudini storiche e politiche, come le trasformazioni compiute dal [[Vasari]] alla metà del [[XVI secolo]] (causate anche dai restauri dopo una disastrosa alluvione) o l'impegno profuso nell'[[XIX secolo|Ottocento]] per trasformare Santa Croce nel grande mausoleo della storia italiana.
 
Sebbene la basilica fosse stata usata come luogo di sepoltura di molti personaggi illustri, al pari di molte altre chiese, è nell'Ottocento che diventò un vero e proprio ''Pantheon'' di personaggi celebri legati all'arte, alla musica e alla letteratura, dopo la definizione che le diede [[Ugo Foscolo]] quale ''Tempio dell'itale glorie''.
Nel [[1966]] l'[[alluvione di Firenze]] inflisse gravissimi danni al complesso della basilica e del convento, situati nella parte più bassa di Firenze, tanto da diventare tristemente nota come simbolo delle perdite artistiche subite dalla città (soprattutto con la distruzione del ''[[Crocifisso di Santa Croce|Crocifisso]]'' di [[Cimabue]]), ma anche della sua rinascita dal fango, attraverso la capillare opera di restauro e di conservazione.
Nel 1871 infatti veniva qui sepolto con una affollatissima cerimonia pubblica lo stesso Foscolo, morto nel 1827 a [[Turnham Green]], secondo il suo stesso desiderio di essere sepolto accanto ad altri grandi personaggi toscani come [[Michelangelo]], [[Nicolò Machiavelli|Machiavelli]], [[Galileo Galilei|Galileo]].
<br>Dopo questo episodio altri personaggi illustri furono traslati e sepolti nella basilica, come [[Gioachino Rossini]] nel 1887. Per Dante fu approntato invece solo un monumentale cenotafio poiché la città di [[Ravenna]] si rifiutò di cedere le spoglie del poeta morto in esilio.
 
Santa Croce arrivò a ospitare quindicimila salme, con una grande mole di richieste da tutta Italia dopo che la sua fama di custode delle ''Urne de' forti'' si era diffusa. Ciascuna richiesta era esaminata da un'apposita commissione e approvata dal [[Granduca]] in persona, il quale stabiliva anche l'entità dell'elargizione di volta in volta<ref>''Per un posto in Santa Croce'', articolo sul Corriere Fiorentino ([[Corriere della Sera]]) del 4 aprile 2008.</ref>.
 
Nel 1966 l'[[alluvione di Firenze]] inflisse gravissimi danni al complesso della basilica e del convento, situati nella parte più bassa di Firenze, tanto da diventare tristemente nota come simbolo delle perdite artistiche subite dalla città (soprattutto con la distruzione del ''[[Crocifisso di Santa Croce|Crocifisso]]'' di [[Cimabue]]), ma anche della sua rinascita dal fango, attraverso la capillare opera di restauro e di conservazione.
 
== Architettura esterna ==
=== La facciata incompiuta originaria ===
[[File:BasilicaStatua Dante Santa Croce Firenze 1.JPGjpg|thumb|LaStatua facciatadi [[Dante Alighieri]] posta fuori dalla basilica|destra]]
Originariamente la facciata, innalzata su otto gradini, era incompiuta, come in molte basiliche fiorentine. La parete di [[pietraforte]] a vista assomigliava molto a quello che ancora si vede a [[basilica di San Lorenzo (Firenze)|San Lorenzo]], sebbene di forma e proporzioni diverse. Nel Quattrocento, la famiglia [[Quaratesi]] si era fatta avanti per finanziare la realizzazione della facciata affidandola a Simone del Pollaiolo detto [[Il Cronaca]]. La condizione era però che lo stemma Quaratesi apparisse bene in vista al centro del fronte principale, ma questa richiesta scoraggiò i frati francescani dall'accettare la proposta e la ricca famiglia decise così di dedicarsi all'abbellimento di un'altra chiesa francescana, [[chiesa di San Salvatore al Monte|San Salvatore al Monte]]. L'aspetto della vecchia facciata incompiuta ci è testimoniato da stampe e dipinti: oltre allo [[stemma di Cristo]] sopra il [[rosone]] (posto nel 1437 durante una grave pestilenza), in una nicchia al centro del semplice portale centrale, come unica decorazione, si trovava la statua di bronzo dorato di ''[[San Ludovico di Tolosa (Donatello)|San Ludovico di Tolosa]]'' di [[Donatello]], qui trasferita da una nicchia di [[Orsanmichele]] e che oggi si può ammirare nel refettorio del convento.
La basilica è rialzata dal suolo di otto gradini.
 
===La facciata di Niccolò Matas===
Nella metà dell'Ottocento, la sensibilità artistica dominante sentiva l'esigenza di completare le grandi opere architettoniche del passato che erano rimaste, per motivi contingenti, incomplete. Per la facciata di Santa Croce esisteva pertanto in quegli anni un acceso dibattito artistico.
In questo contesto, la facciata odierna fu progettata dal 1837 e messa in opera tra il 1853 e il 1863 su progetto dell'architetto [[Niccolò Matas]], che si ispirò alle grandi cattedrali gotiche come il [[duomo di Siena]] e il [[duomo di Orvieto]], rivisti alla luce della sua epoca. I primi due progetti del Matas per Santa Croce erano [[architettura neogotica|neogotici]] ma, nell'intento di armonizzare la nuova facciata con la vicina [[Cappella dei Pazzi]], rinascimentale<ref name=Mariano>Fabio Mariano, ''L'età dell'Eclettismo'', edizioni Nerbini 2004, pagine 20-26</ref>, nel 1854 elaborò un terzo progetto che poi fu quello definitivo. Per esso, Matas dichiarò di essersi ispirato al progetto del [[Simone del Pollaiolo|Cronaca]], architetto a cui nel Quattrocento era stato commissionato il disegno della facciata della chiesa<ref name=Mariano/>. L'opera del Matas, realizzata tra il 1854 e il 1863 segue pertanto quegli stilemi dell'architettura romanica e gotica fiorentina che erano ancora vivi nella Firenze del Quattrocento. Ciò portò alla decisione di dare alla facciata un coronamento a tre [[Cuspide (architettura)|cuspidi]] e all'uso di marmi bianchi e verdi alternati con l'inserimento di intarsi di marmi policromi. Lo stesso Matas spiegò le sue scelte architettoniche nell'opuscolo ''S. Croce a Firenze e la sua facciata'', pubblicato a Firenze nel 1863, e in occasione del discorso inaugurale<ref name=matastreccani/>.
 
Il cantiere fu finanziato in larga parte dal facoltoso protestante inglese sir [[Francis Joseph Sloane]]. Il risultato finale riscosse molti apprezzamenti e valse al Matas, da parte dall'Associazione toscana, l'incarico di redigere un progetto per la facciata di [[Cattedrale di Santa Maria del Fiore|Santa Maria del Fiore]] (1842)<ref name="Mariano"/><ref name=matastreccani>[http://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-matas_(Dizionario-Biografico)/ Voce Niccolò Matas sulla Treccani]</ref>; alcuni studiosi ne evidenziano la semplicità e il carattere umile a confronto con il progetto di [[Emilio De Fabris]], che fu quello poi realizzato<ref>C. Cresti, M. Cozzi, G. Carapelli, ''Il Duomo di Firenze 1822-1887. L'avventura della facciata'', Firenze 1987, pp. 24-26.</ref>.
 
Come altri cantieri del XIX secolo improntati alla “interpretazione ideologica” dei manufatti, si trattò di un cantiere che provocò perdite gravi - ancorché scarsamente studiate dalla storiografia - come la demolizione del palazzo dell’Inquisizione (a destra della facciata) e la conseguente distruzione del relativo cortile, che venne accorpato a ciò che restava del primo chiostro antistante la brunelleschiana Cappella Pazzi, ottenendo un chiostro evidentemente improbabile, anche solo considerandone l’impronta planimetrica che ricorda la lettera “P”; per effetto di quelle demolizioni la stessa Cappella Pazzi si può oggi scorgere dalla piazza - ovvero dall’attuale uscita del percorso di visita al complesso sacro-museale con una prospettiva che nulla ha a che vedere con il pensiero brunelleschiano, ma che forse a suo distorto modo alimenta il mito di Santa Croce in Italia e all'estero<ref name="Marchi, Giacomo Piraz Pirazzoli 2011">Andrea De Marchi, Giacomo Piraz Pirazzoli, ''Santa Croce. Oltre le apparenze'', Gli Ori 2011, in particolare Giacomo Piraz Pirazzoli alle pagine 156-174.</ref>.
Originariamente la facciata era incompiuta, come in molte basiliche fiorentine. La parete di [[pietraforte]] a vista assomigliava molto a quello che ancora si vede a [[basilica di San Lorenzo (Firenze)|San Lorenzo]], sebbene di forma e proporzioni diverse. Nel [[XV secolo|Quattrocento]], la famiglia [[Quaratesi]] si era fatta avanti per finanziare la realizzazione della facciata affidandola a Simone del Pollaiolo detto [[Il Cronaca]]. La condizione era però che lo stemma Quaratesi apparisse bene in vista al centro del fronte principale, ma questa richiesta scoraggiò i frati francescani dall'accettare la proposta e la ricca famiglia decise così di dedicarsi all'abbellimento di un'altra chiesa francescana, [[chiesa di San Salvatore al Monte|San Salvatore al Monte]]. L'aspetto della vecchia facciata incompiuta ci è testimoniato da stampe, dipinti e foto d'epoca: oltre allo [[stemma di Cristo]] sopra il [[rosone]] (posto nel [[1437]] durante una grave pestilenza), in una nicchia al centro del semplice portale centrale, come unica decorazione, si trovava la statua di bronzo dorato di ''San Ludovico di Tolosa'' di [[Donatello]], già in una nicchia di [[Orsanmichele]], che oggi si può ammirare nel refettorio del convento.
[[File:Santa Croce a Firenze.JPG|thumb|upright|left|Veduta notturna della facciata ripresa durante uno spettacolo di [[Roberto Benigni]] (2012).]]
 
La [[stella di Davide]] inserita nel timpano della facciata è stata a volte intesa come un'allusione alla fede religiosa ebraica dell'architetto Matas, ma ciò non è assolutamente provato e si deve ricordare che tale simbolo fa parte anche del repertorio cristiano<ref>Corriere Fiorentino, articolo ''[https://corrierefiorentino.corriere.it/notizie/cultura-e-tempo-libero/22_dicembre_29/giallo-in-santa-croce-la-stella-di-david-giganteggia-sulla-chiesa-perche-de1f104c-4787-46e8-af91-212930033xlk.shtml Giallo in Santa Croce - la stella di David giganteggia sulla chiesa]''</ref>.
La facciata odierna fu realizzata tra il [[1853]] e il [[1863]] ad opera dell'architetto [[Niccolò Matas]], che si ispirò alle grandi cattedrali gotiche come il [[duomo di Siena]] e il [[duomo di Orvieto]], rivisti alla luce della sua epoca. Il risultato finale di stile [[architettura neogotica|neogotico]] riscosse molti apprezzamenti e valse al Matas, da parte dall'Associazione toscana, l'incarico di redigere un progetto per la facciata di [[Cattedrale di Santa Maria del Fiore|Santa Maria del Fiore]] (1842)<ref>Fabio Mariano, ''L'età dell'Eclettismo'', edizioni Nerbini 2004, pagine 20-26</ref><ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-matas_(Dizionario-Biografico)/ Voce Niccolò Matas sulla Treccani]</ref>; {{cn|a tutt'oggi non sempre è giudicato positivamente;}} tuttavia alcuni studiosi ne evidenziano la semplicità e il carattere umile a confronto con il successivo progetto di [[Emilio De Fabris]] per la facciata di [[Cattedrale di Santa Maria del Fiore|Santa Maria del Fiore]].<ref>C. Cresti, M. Cozzi, G. Carapelli, ''Il Duomo di Firenze 1822-1887. L'avventura della facciata'', Firenze 1987, pp. 24-26.</ref> Si trattò tutto sommato di un cantiere che non provocò perdite di antichi manufatti e che coronò grandiosamente la piazza, alimentando il mito di Santa Croce in Italia e all'estero. Il cantiere fu finanziato in larga parte dal facoltoso protestante inglese Sir [[Francis Joseph Sloane]]. {{cn|La [[stella di Davide]] inserita nel timpano della facciata, pur non sconosciuta come simbolo cristiano, viene generalmente intesa come un'allusione alla fede religiosa ebraica dell'architetto Matas.}}
 
Durante la realizzazione, in Matas si valse della collaborazione dello scultore [[Giovanni Duprè]]. Tra le opere d'arte che appaiono sulla facciata spiccano le tre lunette dei portali, che ricordano la leggenda della [[Vera Croce]], alla quale la chiesa è dedicata: da sinistra sono il ''Ritrovamento della Croce'' di [[Tito Sarrocchi]], il ''Trionfo della Croce'' di [[Giovanni Duprè]] e la ''Visione di Costantino'' di [[Emilio Zocchi]] (Santa). Il portale centrale ha le porteante bronzeelignee che fino al [[1903]] erano sul [[duomo di Firenze|Duomo]]. Il Parlamento italiano nel 1886 decise di porre la sepoltura di Matas sotto la soglia d'ingresso della basilica<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-matas_(Dizionario-Biografico)/ Voce N. Matas sulla Treccani] Davanti al portale si trova la sepoltura di Matas</ref>.
 
=== I fianchi ===
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Inconfondibile è il profilo esterno della basilica, coi fianchi ritmati dai nudi [[timpano (architettura)|timpani]] triangolari delle false [[campate]] della navata (la copertura non è infatti a [[volta (architettura)|volta]], secondo lo stile [[architettura paleocristiana|paleocristiano]] che Arnolfo aveva visto a Roma). Su ciascun scomparto si apre un'alta [[bifora]], mentre il paramento è in semplice [[pietraforte]] a vista, decorato solo da [[pluviale|pluviali]] a forma di teste umane o leonine, oggi molto sciupati.
 
Sul fianco sinistro è addossataaddossato alla basilica un porticato trecentesco, detto delle [[Pinzochere]], che venne restaurato e ingrandito a metà dell'Ottocento. Sotto di esso, oltre all'ingresso e la biglietteria per la basilica, si possono vedere numerosi stemmi gentilizi incassati nella parete e due monumenti funebri più consistenti: quello di Alamanno Caviccioli, del [[1337]] circa, e, oltre la porta laterale, quello di [[Francesco de' Pazzi]] di un seguace di [[Tino di Camaino]], con un sarcofago poggiante su cariatidi.
 
Un portico analogo si trova anche sul lato destro, affacciato sul Chiostro Grande.
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=== Il campanile ===
L'esile campanile risale solo al [[1847]]1842-[[1865]]1845<ref>[http://www.ufficiodelturismo.it/italia/Toscana/fi-centroest.shtml Ufficio del Turismo - Firenze]</ref>, opera di [[Gaetano Baccani]]; anche qui, come per la facciata. Le vicende dei campanili per la Basilica erano state molto tribolate nel tempo, una struttura originale, era crollata nel 1521 rovinando sulla Chiesa, le opere successive erano state parziali o incompiute ed anche il progetto quattrocentescotardo cinquecentesco, affidato a [[BaccioFrancesco Bandinelli]]da siSangallo era risoltorimasto inincompiuto, unpresentandosi nientesolo con il basamento, detto dai Fiorentini "il masso di fattoSanta Croce", poi demolito in occasione della realizzazione della nuova facciata. La realizzazione ottocentesca viene giudicata generalmente come abbastanza graziosa per la sua defilata semplicità, anche se la decorazione con la [[Archivolto|ghiera]] sulla [[cuspide (architettura)|cuspide]] rivela l'ispirazione eclettica moderna. La struttura raggiunge un'altezza totale di 78,45&nbsp;m. Al suo interno trovano alloggio 6 grosse campane, fuse dal fonditore pistoiese Terzo Rafanelli nel 1843 (con qualche successiva rifusione).
 
== La statua di DanteInterno ==
[[File:Dante Alighieri-3-Florence.jpg|left|thumb|Monumento a [[Dante Alighieri]]]]
Sulla sinistra del sagrato fu collocato il magniloquente monumento a [[Dante Alighieri|Dante]] di [[Enrico Pazzi]], a conclusione delle celebrazioni dantesche del [[1865]] per il VI centenario della nascita del grande poeta. Alla presenza di [[Re Vittorio Emanuele II]] fu inaugurata al centro della [[Piazza Santa Croce|Piazza]], ma venne in seguito spostata nel [[1968]] per permettere di nuovo le partite del [[calcio in costume]].
 
L'alto piedistallo è decorato da [[Marzocco (simbolo)|leoni marzocchi]] e dagli stemmi delle città italiane.
 
== Architettura interna ==
[[File:Santa croce, interior 00.jpg|thumb|La navata arnolfiana]]
[[File:Santa croce, navata.jpg|thumb|Navata laterale]]
L'interno di Santa Croce è apparentemente semplice e altamente monumentale al tempo stesso, con tre navate divise da due file di grandi pilastri a base ottagonale. L'interno, ampio e solenne, ha una forma di [[croce]] "egizia" (o commissa) cioè a "T", tipico di altre grandi chiese conventuali, con un transetto particolarmente esteso (73,74&nbsp;m) che taglia la chiesa all'altezza dell'abside poligonale. Anticamente il transetto, e dalla quinta campata del corpo longitudinale in poi, eraerano destinato ai soli [[presbiteri]], con un [[tramezzo]] che separava questa area da quella per i fedeli e che venne rimosso, come in moltissime altre chiese, dopo le disposizioni del [[Concilio di Trento]]. Se ne occupò [[Giorgio Vasari]] nel [[1566]], quando predispose sull'incarico di [[Cosimo I]] un ampio progetto di ammodernamento per applicare le direttive della [[Controriforma]]. Andò così distrutto anche il coro davantidei alle paretifrati, e molti affreschi trecenteschi sulle pareti della navata vennero scialbati (come quelli di [[Andrea Orcagna]], dei quali sono stati trovati frammenti oggi esposti nel Museo della basilica), sostituiti da grandi altari laterali di forma classicheggiante.
 
La grandiosa navata centrale (115,43 x 38,23 m) segna una tappa fondamentale nel percorso artistico e ingegneristico che condurrà alla navata di [[Santa Maria del Fiore]]. I muri sottilissimi, sostenuti da archi a sesto acuto su [[pilastri]] [[ottagono|ottagonali]], richiamano le basiliche [[architettura paleocristiana|paleocristiane]] di [[Roma]] dove Arnolfo lavorò a lungo, ma la scala metrica è infinitamente più grande e i problemi strutturali costituirono una vera e propria sfida alle capacità tecniche del tempo. La risoluzione di questi problemi costituì un precedente importante per la grande sfida della costruzione del corpo basilicale della cattedrale cittadina.
 
In particolare il [[ballatoio]] che corona le arcate e cinge la navata centrale non è solo un espediente stilistico per accentuare l'andamento orizzontale della costruzione e frenare il goticismo allora poco gradito a Firenze, ma costituisce un legamento strutturale per tenere assieme le esili membrature e i vasti specchisetti murari.
 
Il soffitto a [[capriata|capriate]], ingannevolmente "francescano", richiese un complicato congegno strutturale data l'enorme luce libera e il peso che rischiava di soverchiare le sottili murature.
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Arnolfo, rispettando in qualche modo lo spirito francescano, disegnò una chiesa con una pianta volutamente spoglia, con ampie aperture destinate all'illuminazione delle pareti sulle quali, come già in altre chiese francescane prima fra tutte [[Basilica di San Francesco d'Assisi|quella]] di [[Assisi]], dovevano essere affrescati grandi cicli figurativi destinati a narrare al popolo analfabeta le [[Sacre scritture]] (la cosiddetta ''Bibbia dei Poveri''). Ma la grande chiesa, costruita con i contributi delle principali famiglie fiorentine, non dispone delle consuete tre cappelle al capocroce, ma ne allinea ben undici, più altre cinque dislocate alle estremità del transetto. Queste cappelle erano destinate alle sepolture dei donatori e ricevettero ricchissime decorazioni murali per mano dei maggiori maestri dell'epoca.
 
Il ruolo della basilica quale importante luogo di sepoltura, che diventerà poi il ''Tempio delle itale glorie'', è subito evidente dalle innumerevoli tombe presenti: sul pavimento sono 276 lastre di marmo con rilievi e stemmi intarsiati oltre ai monumenti funebri che si trovano sulle pareti tra gli altari vasariani (molte di uomini illustri), che rimangono molti nonostante uno sfoltimento avvenuto all'inizio degli anni sessanta, che rimosse gran parte delle tombe aristocratiche ottocentesche, oggi sistemate in un corridoio sotto la loggetta del Chiostro Grande.[[File:Basílica de la Santa Cruz, Florencia, Italia, 2022-09-18, DD 110.jpg|thumb|Tomba di Michelangelo]]
== Le cappelle ==
[[File:FlorentoneBasílica de la Santa CroceCruz, highFlorencia, altarItalia, RB2022-09-18, DD 108.jpg|thumb|L'altareTomba maggioredi Gioacchino Rossini|thumb]]
 
== Controfacciata ==
=== Cappella Maggiore ===
Sulla controfacciata sono posti due monumenti funebri, quello del drammaturgo [[Giovan Battista Niccolini]] (con una personificazione della ''[[Libertà della Poesia]]'' di [[Pio Fedi]] del 1883) e a [[Gino Capponi]], con la figura della ''Fama'' opera di [[Antonio Bortone]] (1884). A destra di quest'ultimo una targa e un busto ricordano il botanico [[Giovanni Targioni Tozzetti]]. Alla destra dell'ingresso, nell'angolo a destra, si trova il ''monumento funebre del numismatico [[Domenico Sestini]]'' (1833). Al di sopra la vetrata del rosone che rappresenta una ''Deposizione'', è stata realizzata tra 1430 e 1435 circa su cartone di [[Giovanni del Ponte]].
La Cappella Maggiore si ispira all'architettura gotica più pura di matrice transalpina, pur mediata dalla sobrietà all'italiana, con un forte slancio verticale, sottolineato dalle nervature ''a ombrello'' nella volta e dalle strette [[bifore]], estremamente lunghe. Gli affreschi che la decorano sono le ''Storie dell'invenzione della vera croce'', un tributo al nome della chiesa, realizzati da [[Agnolo Gaddi]] attorno al [[1380]].
 
== Navata destra ==
Di Agnolo Gaddi sono anche i disegni per le vetrate, tranne gli oculi più alti, che sono più antichi. La croce dipinta è del [[Maestro di Figline]], mentre il polittico dell'altare maggiore è frutto di una ricomposizione: la ''Madonna'' al centro è di [[Niccolò Gerini]], mentre i ''Dottori della Chiesa'' sono di [[Giovanni del Biondo]] e di un altro pittore sconosciuto.
[[File:Santa croce, annunciazione di donatello.jpg|thumb|L{{'}}''[[Annunciazione Cavalcanti|Annunciazione]]'' di Donatello]]
[[File:Bernardo (e forse Antonio) Rossellino, monumento funebre di Leonardo Bruni, 1450, 02.jpg|thumb|Bernardo Rossellino, tomba di [[Leonardo Bruni]]]]
Le pareti delle navate. rischiarate da numerose vetrate, spesso risalenti al Tre e Quattrocento, sono contraddistinte dai quattordici grandi altari lapidei realizzati a partire dal 1566 da [[Francesco da Sangallo]] su disegno del Vasari che accolgono altrettante tele dipinte seguendo un tema comune, quello della ''Passione'', e sono opera di vari artisti, generalmente appartenenti all'[[Accademia delle arti del disegno|Accademia delle Arti del Disegno]].
 
All'inizio della navata destra si trova (in ordine contrario alla lettura delle scene) per prima la ''Crocifissione'' firmata da [[Santi di Tito]] e datata 1588.
Le scene vanno lette dall'alto verso il basso partendo dalla parete destra. Rappresentano:
* ''L'Arcangelo Michele presenta a [[Seth]] un ramo dell'albero della scienza
* ''Seth pianta l'albero sulla tomba di [[Adamo]]
* ''L'albero cresce e se ne fa un ponte dove si inginocchia la [[regina di Saba]], poi [[Re Salomone|Salomone]] fa estrarre e affondare quella trave
* ''Gli Israeliti prendono da una piscina quel legno e ne fanno la Croce
* ''[[Flavia Giulia Elena|Sant'Elena]] fa scavare e ritrova la Santa Croce.
Parete sinistra, dall'alto:
* ''Sant'Elena porta trionfalmente la Croce a [[Gerusalemme]]
* ''[[Cosroe II di Persia|Cosroè]], re dei Persiani, conquistata la città, porta via la Croce e si fa adorare dal suo popolo
* ''Sogno di [[Eraclio I|Eraclio]], imperatore di Bisanzio, vittorioso
* ''Eraclio fa decapitare Cosroè e ritorna a Gerusalemme dove, deposte le vesti regali, entra riportando la Croce.
 
La tomba più famosa custodita nella basilica si trova subito dopo ed è quella di [[Michelangelo Buonarroti]], tra il primo e il secondo altare della navata destra, progettata dal [[Vasari]] dopo che le spoglie del grande artista arrivarono a [[Firenze]] da [[Roma]] (1564). Sopra al sepolcro tre sculture rappresentano le personificazioni della ''Pittura'' (di [[Battista Lorenzi]], autore anche del busto dell'artista) (1568 circa), della ''Scultura'' (di [[Valerio Cioli]]) e dell{{'}}''Architettura'' (riattribuita a [[Battista Lorenzi]], già riferita a [[Giovanni Bandini]]), rattristate per la scomparsa del grande maestro, ma tutto l'insieme del sepolcro è una commistione di pittura, scultura ed architettura. Gli affreschi che lo decorano sono di [[Giovan Battista Naldini]].
=== Cappelle di destra ===
[[File:Giotto di Bondone 060.jpg|thumb|''Morte di San Francesco'', [[Giotto]], Cappella Bardi]]
[[File:Giotto di Bondone 051.jpg|thumb|''Ascensione di San Giovanni'', [[Giotto]], Cappella Peruzzi]]
Ma ben più importanti sono gli affreschi nelle due successive cappelle a destra, la [[Cappella Peruzzi]] e la [[Cappella Bardi (Santa Croce)|Cappella Bardi]], entrambe decorate da [[Giotto]] tra il [[1320]] e il [[1325]]. Nella prima sono raffigurate le ''Storie di San Giovanni Battista'' e quelle di ''San Giovanni Evangelista'', mentre in quella Bardi le ''Storie di san Francesco''. Entrambi i cicli di affreschi furono eseguiti in tarda età dal maestro rinnovatore dell'arte occidentale e rappresentano una ''summa'' della sua opera pittorica e un testamento artistico, che molto influenzerà le generazione successiva dei pittori fiorentini (per esempio [[Domenico Ghirlandaio]] 150 anni dopo si rifece ancora agli schemi della Cappella Bardi per creare le scene francescane della [[Cappella Sassetti]] in [[chiesa di Santa Trinita|Santa Trinita]]). I particolari che rivelano la mano del maestro sono la straordinaria spazialità, resa con grande padronanza della disposizione delle figure nella scena e la resa drammatica della narrazione sottolineata dall'espressività dei personaggi. Per esempio nella scena della ''Morte di San Francesco'' i confratelli del Santo si disperano davanti alla salma distesa, con gesti ed espressioni incredibilmente realistici.
 
Davanti alla tomba di Michelangelo, sul pilastro, è collocato il rilievo della ''Madonna del Latte'' di [[Antonio Rossellino]] (1478) facente parte, insieme all'acquasantiera e alla lastra tombale sottostanti, della ''Tomba di [[Francesco Nori (banchiere)|Francesco Nori]]'', morto per salvare la vita di [[Lorenzo il Magnifico]] durante la cosiddetta [[congiura dei Pazzi]].
La vetrata della cappella Peruzzi, disegnata da [[Jacopo del Casentino]], proviene dalla vicina [[Cappella Giugni]].
 
Il secondo altare custodisce l{{'}}''Andata al Calvario'' del [[Vasari]], del 1572, restaurata tra 2017 e 2018.<ref>{{Cita web|url=https://www.avvenire.it/agora/pagine/calvario-del-vasari-restaurato|titolo=Firenze. Torna a splendere il Calvario del Vasari, realizzato in omaggio a Michelangelo}}</ref>
Le altre tre cappelle di destra sono: la Cappella Giugni, con le tombe di [[Julie Clary]] (opera di [[Luigi Pampaloni]]) e di sua figlia [[Charlotte Napoléone Bonaparte]] (con busto di [[Lorenzo Bartolini]]); la Cappella Riccardi, che conserva il busto-reliquiario in argento della [[Beata Umiliana de' Cerchi]] e affreschi sulla volta e sulle lunette di [[Giovanni da San Giovanni]] e tre tele della fine del Cinquecento/inizio del Seicento: a destra l<nowiki>'</nowiki>''Estasi di San Francesco'' di [[Matteo Rosselli]], sull'altare il ''Ritrovamento della Croce'' di [[Giovanni Bilivert]] e sulla parete sinistra l<nowiki>'</nowiki>''Elemosina di San Lorenzo'' di [[Domenico Passignano]]; la [[Cappella Velluti]], con affreschi trecenteschi di autore ignoto e un polittico sull'altare di [[Giovanni del Biondo]] con [[predella]] di [[Neri di Bicci]].
 
Proseguendo nella navata destra si incontra prima il [[cenotafio]] di [[Dante Alighieri|Dante]], monumento del 1829 nel quale piangono il poeta le figure dell{{'}}''Italia'' e della ''Poesia'' di [[Stefano Ricci (scultore)|Stefano Ricci]], impostate su uno stile neoclassico alla [[Canova]], ma contaminate dallo spirito neomedievale, romantico e celebrativo del tempo. Alla realizzazione di questo cenotafio si ispirò [[Giacomo Leopardi]] nel comporre la canzone ''[[Sopra il monumento di Dante]]''.
Sempre a destra, alla testata del transetto, si trova la [[cappella Baroncelli]], composta da due campate (una ampia la metà dell'altra) e affrescata da [[Taddeo Gaddi]] con ''Storie della Vergine'' ([[1332]]-[[1338]]), dove il grande discepolo di Giotto condusse i suoi studi sulla luce (con la prima raffigurazione pervenutaci di una scena notturna nell'arte occidentale) e autore anche dei disegni per la vetrata, delle quattro profeti all'esterno e forse anche della pala d'altare, da alcuni attribuita a [[Giotto]]. Sulla parete destra si trova una ''Madonna della cintola'', affrescata da [[Sebastiano Mainardi]]. Alla famiglia Baroncelli apparteneva la tomba gotica posta sulla parete esterna, opera di [[Giovanni di Balduccio]] del [[1327]], lo stesso autore delle statuette dell'[[Arcangelo Gabriele]] e dell'Annunziata sui pilastri dell'arcata. La scultura della ''Madonna col bambino'' dentro la cappella è di [[Vincenzo Danti]] ([[1568]])
 
Il terzo altare presenta la pala raffigurante l{{'}}''Ecce Homo'' di [[Jacopo Coppi del Meglio]] (1576). [[File:Stefano Ricci, monumento a dante alighieri, 1829, 01.jpg|miniatura|Cenotafio di Dante.]]
La [[Cappella Castellani]], a doppia campata, invece fu affrescata da suo figlio [[Agnolo Gaddi]] con aiuti e presenta ''Storie dei santi Antonio Abate, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Nicola di Bari''. Il tabernacolo della cappella è opera di [[Mino da Fiesole]], mentre la Croce dipinta è di [[Niccolò Gerini]]. Le statue di scuola [[robbiana]] rappresentano ''San Francesco'' e ''San Domenico'', mentre tra le lastre tombali spicca quella a [[Contessa d'Albany|Luisa Stolberg contessa d'Albany]], opera di gusto neorinascimentale di [[Luigi Giovannozzi]] e [[Emilio Santarelli]] su disegno di [[Charles Percier]] ([[1824]] circa).
Dopo di esso si trova il monumento funebre a [[Vittorio Alfieri]] di [[Antonio Canova]] (1810), con una personificazione dell{{'}}''Italia piangente'' appoggiata a un sarcofago classicheggiante con protomi e ghirlande, e un sobrio ornato con il medaglione col profilo del defunto, corone e [[lira (strumento musicale)|lire]] allegoriche.
 
Sul pilastro di fronte, ancora nella sua posizione originale, poggia il pregevole '''Pulpito''' di [[Benedetto da Maiano]] (databile tra 1481 e 1485 circa e restaurato tra 1998 e 1999), originariamente rivolto verso la zona riservata ai fedeli, prima dello scomparso tramezzo. A base eptagonale, il balcone è concepito come un grande peduccio sospeso, il cui effetto aereo è accentuato dalla collocazione della scala di accesso nello spessore del pilastro, per la quale si pensa ad un intervento del fratello [[Giuliano da Maiano|Giuliano]]. Il pulpito è mirabilmente decorato con inserti di marmo rosso e soprattutto con cinque formelle scolpite a [[bassorilievo]] e dorate (la doratura si è parzialmente conservata) con scene della ''Vita di san Francesco'' a forte effetto di profondità grazie all'uso sapiente della [[prospettiva]]. Sotto ciascuna formella si trovano delle nicchie con statuette delle ''Virtù''. Sotto il pulpito è la ''lastra funeraria di Piero Mellini'', committente del pulpito, realizzata con intarsi marmorei policromi, sorta di 'ribaltamento' geometrico del pulpito stesso, anch'esso attribuibile ai fratelli Da Maiano.<ref>Francesco Caglioti, ''Pulpito: Benedetto da Maiano'', in ''OPD Restauro'', No. 12, Firenze, 2000, pp. 211-215.</ref>
=== Cappelle di sinistra ===
[[File:Crocifisso di donatello, 1406-08 01.JPG|thumb|left|Il [[Crocifisso di Santa Croce (Donatello)|Crocifisso di Donatello]] (fuori sede)]]
Per quanto riguarda le cappelle di sinistra, partendo dalla Cappella Maggiore, si incontrano: la Cappella Spinelli, ridecorata nel [[1837]] da [[Gasparo Martellini]]; la Cappella Capponi, dedicata nel [[1926]] alle madri dei Caduti di guerra e decorata da statue di [[Libero Andreotti]]; la Cappella Ricasoli, che presenta affreschi del primo Ottocento con le ''Storie di sant'Antonio da Padova'', opera di [[Luigi Sabatelli]] e dei suoi figli [[Francesco Sabatelli|Francesco]] e [[Giuseppe Sabatelli|Giuseppe]]; la Cappella Pulci-Berardi, che è affrescata da [[Bernardo Daddi]] con il ''Martirio di san Lorenzo'' e il ''Martirio di santo Stefano'' ([[1330]] circa) e contiene una [[Terracotta invetriata|terracotta policroma invetriata]] di [[Giovanni della Robbia]] sull'altare; l'ultima della serie è la [[Cappella Bardi di Vernio]], affrescata da [[Maso di Banco]] con le ''Storie di san Silvestro'', tra le migliori opere in assoluto della [[scuola di Giotto]] (anche le vetrate sono su disegno di Maso). Sull'altare si trova il trittico di [[Giovanni del Biondo]] con ''San Giovanni Gualberto e storie della sua vita'' e la parete di sinistra presenta due tombe entro nicchioni, affrescati rispettivamente con un ''Giudizio finale con ritratto di Bettino de' Bardi inginocchiato'', opera probabilmente pure di Maso di Banco ([[1367]] circa), e ''Deposizione e ritratto della donatrice'' di [[Taddeo Gaddi]].
 
L'altare seguente, della famiglia Corsi, è invece ornato da una ''Flagellazione'' firmata da [[Alessandro Fei (pittore)|Alessandro Fei]] e datata 1575, che riprende lo schema dell'affresco di [[Sebastiano del Piombo]] in [[Chiesa di San Pietro in Montorio|San Pietro in Montorio]] a cui si aggiungono derivazioni da [[Andrea del Sarto]], mentre più personale appare l'espressività caricata dei personaggi.<ref>Elena Capretti, ''Alessandro del Barbiere, Flagellazione di Cristo'', in ''Il Cinquecento a Firenze. “Maniera moderna” e Controriforma'', catalogo di mostra, Firenze 2017, pagg. 222 - 223.</ref>
Si chiama "dei Bardi di Vernio" anche la cappella alla testa del transetto, dove è conservato il [[Crocifisso di Santa Croce (Donatello)|Crocifisso]] di [[Donatello]] che diede luogo ad una disputa, secondo il [[Vasari]], fra lui e [[Filippo Brunelleschi]]: egli giudicò questo Cristo troppo rozzo e ''contadino'' e realizzò come termine di paragone l'unica sua scultura lignea a noi pervenuta, il ''[[Crocifisso di Brunelleschi|Crocifisso]]'' che ora si trova nella [[Cappella Gondi]] della [[basilica di Santa Maria Novella]]. La cappella ha la cancellata originaria del [[1335]], inoltre vi sono collocati il ciborio e i due angeli in legno dorato che all'epoca di Vasari erano stati creati per decorare l'altare maggiore della chiesa. La parete esterna ospita un sarcofago trecentesco di scuola pisana.
 
A fianco dell'altare è il monumento a [[Niccolò Machiavelli]] di [[Innocenzo Spinazzi]] (1787), una delle migliori opere del neoclassico fiorentino consistente in un sarcofago sul quale è la celebre iscrizione <small>''TANTO NOMINI NULLUM PAR ELOGIUM''</small>, sormontato dalla figura della ''Politica che tiene il ritratto di Niccolò Machiavelli'', col delicato panneggio e una testa "alla greca".
Accanto a questa cappella, sempre alla testa del transetto, si trova la Cappella Niccolini, eretta da [[Giovanni Antonio Dosio]] nel [[1584]], con una cupola affrescata dal [[Volterrano]], statue di [[Pietro Francavilla]] e due pale di [[Alessandro Allori]]. Infine, sul lato ovest del transetto sinistro, si trova la Cappella Machiavelli-Salviati, con la pala d'altare raffigurante il ''Martirio di san Lorenzo'' di [[Jacopo Ligozzi]]; conserva varie tombe all'interno, tra le quali spicca quella della contessa Sofia Zamoyska di [[Lorenzo Bartolini]] ([[1837]]-[[1844]]), in stile neorinascimentale aggiornato con un tocco di realismo nel lenzuolo scomposto.
 
La ''Preghiera nell'orto del Getsemani'' di [[Andrea del Minga]], firmata e databile tra 1574 e 1578, orna il penultimo altare, della famiglia Pazzi. Il dipinto, una delle poche opere certe del pittore e verosimilmente autografo a differenza di quelo che affermava il [[Vincenzo Borghini|Borghini]], è caratterizzato da un morbido impasto pittorico arricchito da preziosismi coloristici fiammingheggianti, specialmente nel paesaggio nello sfondo. L'opera rappresenta un'interessante alternativa stilistica nella Firenze del tardo Cinquecento, distinta dal plasticismo bronzinesco di un [[Alessandro Allori|Allori]] o di un [[Santi di Tito]].<ref>Alessandro Nesi, ''Un disegno di Andrea del Minga per l'Orazione nell'orto in Santa Croce a Firenze'', in ''Bollettino d'Arte'', n. 133-134, Luglio-Dicembre 2005, pagg. 103-114.
Poco avanti, sul pavimento del transetto, resta la lastra tombale di [[Bartolomeo Valori]], opera di [[Lorenzo Ghiberti]] oggi molto consunta ([[1427]] circa).
 
</ref>
=== Cappella Medici ===
[[File:Santa croce, cappella medici 11.jpg|thumb|Cappella Medici]]
Uscendo dalla testa del transetto destro si passa dal portale disegnato da [[Michelozzo]], architetto prediletto della [[famiglia Medici]], con ante intagliate da [[Giovanni Di Michele]] e sormontato da un frammento di affresco con la ''Disputa del Tempio'' di [[Taddeo Gaddi]]. Si giunge così all'androne del Noviziato, che porta alla Sagrestia ed alla Cappella Medici.
 
Dopo quest'ultimo si trova il ''Monumento a [[Luigi Lanzi]]'', di [[Giuseppe Belli (scultore)|Giuseppe Belli]] (1810), e poco dopo l'edicola con l{{'}}''[[Annunciazione Cavalcanti]]'' di [[Donatello]] (1435 circa), capolavoro in [[pietra serena]] con dorature, realizzata con una tecnica inconsueta. Si tratta di un [[altorilievo]] impostato secondo l'anticlassicismo tipico di questa fase dell'opera dello scultore, con contrasto tra la semplicità della materia e la ricchezza della decorazione. I personaggi sono ritratti con una certa inquietudine e una ''contaminatio'' con motivi decorativi antichizzanti.
L'androne e la cappella sono opera di [[Michelozzo]] per i [[Medici]], come testimoniano i numerosi [[stemma Medici|stemmi della famiglia]], su commissione di [[Cosimo il Vecchio]] nel [[1445]] circa. La copertura dell'androne è [[volta a botte|a botte]] e sul lato sinistro ha una panca in pietra che ricorda quella della [[Cappella Pazzi]]. Sulla porta per la cappella si trova una lunetta affrescata con la ''Madonna col Bambino e santi'', attribuita a [[Fra Bartolomeo]]. La parete destra è decorata anche dalla grande pala della ''Deposizione'' di [[Alessandro Allori]]. Il pavimento è composto da lastra tombali di marmo e sulla parete sinistra si trova un monumento a [[Lorenzo Bartolini]] (che è invece sepolto nella Cappella di San Luca nella [[basilica della Santissima Annunziata]]).
 
Oltre la porta per i chiostri si trova il già citato ''[[Monumento funebre di Leonardo Bruni]]'' eseguito da [[Bernardo Rossellino]] tra 1444 e 1445, prototipo di sepoltura rinascimentale ispirato alle indicazioni di [[Leon Battista Alberti]], ad [[arcosolio]] [[Rinascimento|rinascimentale]], cioè con il sepolcro posto dentro una rientranza formata da un gradone e da un [[arco a tutto sesto]] che lo chiude in alto. L'iscrizione fu dettata da [[Carlo Marsuppini]], in seguito sepolto specularmente nella navata sinistra.
La Cappella Medici, o "del Noviziato", ha una decorazione molto semplice ed essenziale, a base rettangolare coperta da volte e con una [[scarsella (architettura)|scarsella]] che racchiude l'altare. La pala principale della cappella è la terracotta invetriata di [[Andrea della Robbia]] con la ''Madonna col Bambino tra angeli e santi'', risalente attorno al [[1480]]. La vetrata è su disegno di [[Alesso Baldovinetti]]. Sulla parete destra si trova il monumento a [[Francesco Lombardi]], composto con più frammenti quattrocenteschi, tra i quali una ''Madonna col Bambino e angeli'' della scuola di [[Donatello]].
 
Seguono la tomba di [[Gioachino Rossini]], di [[Giuseppe Cassioli]] (1900) e, dopo il sesto altare, la tomba di [[Ugo Foscolo]], di [[Antonio Berti]] (1939).
=== Sacrestia ===
[[File:Santa croce, sagrestia 00.jpg|thumb|La sacrestia]]
Da qui si accede anche alla grande sacrestia, un grande ambiente coperto a [[capriata|capriate]] e ricco di affreschi. Gli armadi lignei sono quattrocenteschi, con intarsi di [[Michele di Giovanni da Fiesole]]<ref>Foto [http://www.artandarchitecture.org.uk/images/conway/7285f6ad.html?ixsid=o6nvpcmWFaH 1] e [http://www.artandarchitecture.org.uk/images/conway/2c0ce55d.html?ixsid=o6nvpcmWFaH 2] degli armadi lignei su [http://www.courtauld.ac.uk/ The Courtauld Institute of Art]</ref> ed espongono oggi reliquiari e corali miniati. Più antico è il banco d'angolo, trecentesco, che faceva forse un tutt'uno con l'armadio a sportelli dipinti per reliquie, le cui formelle con [[quadrilobi]] dipinti da [[Taddeo Gaddi]] sono oggi nella [[Galleria dell'Accademia]].
 
Una lapide più in alto ricorda la fondazione della chiesa, mentre alcune lapidi recintate sul pavimento indicano il luogo di sepoltura di alcuni condottieri al soldo della [[Repubblica fiorentina]]: [[Milano d'Asti]], [[Giovanni Acuto]] e, poco oltre, [[Biordo degli Ubertini]].
Sopra la decorazione geometrica della parte inferiore, si dispone sulla parete sud una serie di scene della vita di Cristo eseguite da alcuni dei più importanti pittori della scuola giottesca: [[Niccolò Gerini]] (''Ascensione, Resurrezione''), [[Taddeo Gaddi]] (la ''Crocefissione'') e [[Spinello Aretino]] (''Salita al Calvario''). Sulla sinistra il lavabo in marmo è opera di [[Pagno Portigiani]], mentre il busto in terracotta policroma, raffigurante il Redentore, è opera di [[Giovanni della Robbia]].
 
L'ultimo altare presenta una pala con l{{'}}''Entrata di Cristo in Gerusalemme'', l'ultima ad essere realizzata per la basilica. La tavola fu commissionata el [[Cigoli (pittore)|Cigoli]] da Luigi Serristori e iniziata dal pittore nel 1604, ma la sua esecuzione rimase interrotta per la partenza del pittore per Roma. Trasferito a Roma per il suo completamento, il dipinto rimase di nuovo incompiuto per la morte del Cardi, nel 1613, e fu terminato dal suo allievo [[Giovanni Bilivert]] tra 1615 e 1620.
Sul lato est, in corrispondenza delle vetrate che danno luce alla stanza, si apre la grande Cappella Rinuccini, con gli affreschi eseguiti tra il [[1363]] e il [[1366]] da [[Giovanni da Milano]] (alcuni li attribuivano a Spinello Aretino). La parete destra presenta le ''Storie della Maddalena'' e quella di sinistra le ''Storie della Vergine'', con la parte inferiore completata da [[Matteo di Pacino]]. Benché l'affresco non fosse il tipo di pittura congeniale del grande continuatore della pittura giottesca Giovanni da Milano, in queste opere è comunque significativamente apprezzabile la ricchezza della sua gamma cromatica calda e pallida (a differenza dei pittori contemporanei fiorentini, più fedeli ai forti toni del rosso e del blu), superfici lisce e sfumate delicatamente, scene maestose e composte. Il polittico sull'altare è di [[Giovanni del Biondo]]. La cancellata della cappella è originale e risale al [[1371]].
 
Girato l'angolo, sul limite del transetto destro, si trova il ''Monumento funebre al principe Neri Corsini'', di [[Odoardo Fantacchiotti]] (1859) nel quale la figura dell{{'}}''Italia che detta il nome del defunto alla Fama'' pare riprendere la consimile figura, piangente, della tomba dell'Alfieri di Canova.<ref>''Demetrio Guccerelli,'' Il ''sepolcro di don Neri Corsini'' ''marchese di. Laiatico'' ''nel Tempio di Santa Croce in Firenze'', Firenze 1944.</ref>
== Tombe e opere nelle navate ==
[[File:Michelangelo tomb.JPG|thumb|Tomba di Michelangelo]]
[[File:S. croce, tomba gioacchino rossini.JPG|Tomba di Gioacchino Rossini|thumb]]
=== Santa Croce come ''pantheon'' degli artisti ===
Le navate sono rischiarate da numerose vetrate, spesso risalenti al Tre e Quattrocento.
 
== Le cappelle ==
La basilica custodisce innumerevoli [[tombe]]. Solo sul pavimento sono disseminate 276 lastre di marmo con rilievi e stemmi intarsiati e molti monumenti funebri si trovano sulle pareti tra gli altari vasariani (molte di uomini illustri), nonostante uno sfoltimento avvenuto all'inizio degli anni sessanta, che rimosse gran parte delle tombe aristocratiche ottocentesche, oggi sistemate in un corridoio sotto la loggetta del Chiostro Grande.
[[File:Basílica de la Santa Cruz, Florencia, Italia, 2022-09-18, DD 96-98 HDR.jpg|thumb|L'altare maggiore]]
 
=== Cappella Maggiore ===
Sebbene la basilica fosse stata usata come luogo di sepoltura di molti personaggi illustri, al pari di molte altre chiese, è solo nell'Ottocento che diventò un vero e proprio ''pantheon'' di personaggi celebri legati all'arte, alla musica e alla letteratura. Nel [[1871]] infatti veniva qui sepolto con una affollatissima cerimonia pubblica [[Ugo Foscolo]], morto nel [[1827]] a [[Turnham Green]], secondo il suo stesso desiderio di essere sepolto accanto ad altri grandi personaggi toscani come [[Michelangelo]] e [[Galileo Galilei|Galileo]]. Dopo questo episodio iniziarono ad arrivare altre salme di celebrità decedute anche molti anni prima, come [[Gioachino Rossini]] nel [[1887]], [[Leon Battista Alberti]], [[Vittorio Alfieri]], ecc., per i quali i migliori scultori dell'epoca realizzarono i monumenti che ancora si allineano nella navata. Anche per Dante fu approntato un grande sepolcro, ma la città di [[Ravenna]] si rifiutò strenuamente di consegnare le spoglie del poeta morto in esilio.
La Cappella Maggiore si ispira all'architettura gotica più pura di matrice transalpina, pur mediata dalla sobrietà all'italiana, con un forte slancio verticale, sottolineato dalle nervature ''a ombrello'' nella volta e dalle strette [[bifore]], estremamente lunghe. Gli affreschi che la decorano sono le ''Storie dell'invenzione della Vera Croce'', un tributo al nome della chiesa, realizzati da [[Agnolo Gaddi]] attorno al 1380.
 
Le scene vanno lette dall'alto verso il basso partendo dalla parete destra. Rappresentano:
Santa Croce arrivò ad ospitare quindicimila salme, con una grande mole di richieste da tutta Italia dopo che la sua fama di custode delle ''Urne de' forti'' si era diffusa. Ciascuna richiesta era esaminata da un'apposita commissione e approvata dal [[Granduca]] in persona, il quale stabiliva anche l'entità dell'elargizione di volta in volta<ref>''Per un posto in Santa Croce'', articolo sul Corriere Fiorentino ([[Corriere della Sera]]) del 4 aprile 2008.</ref>.
 
*''L'Arcangelo Michele presenta a [[Set (Bibbia)|Set]] un ramo dell'albero della vita''
Fra i monumenti antichi, quello del primo personaggio di rilievo ad essere qui sepolto è di [[Leonardo Bruni]], per il quale [[Bernardo Rossellino]] ideò una [[Monumento funebre di Leonardo Bruni|tomba]] ad [[arcosolio]] [[Rinascimento|rinascimentale]] ([[1444]]-[[1445|45]]), cioè con il sepolcro posto dentro una rientranza formata da un gradone e da un [[arco a tutto sesto]] che lo chiude in alto. Analogamente fu creata la [[Monumento funebre di Carlo Marsuppini|tomba]] del suo successore [[Carlo Marsuppini]], per mano di [[Desiderio da Settignano]].
*''Set pianta l'albero sulla tomba di [[Adamo]]''
*''L'albero cresce e se ne fa un ponte dove si inginocchia la [[regina di Saba]], poi [[Re Salomone|Salomone]] fa estrarre e affondare quella trave''
*''Gli Israeliti prendono da un fiume quel legno e ne fanno la Croce''
*''[[Flavia Giulia Elena|Sant'Elena]] fa scavare e ritrova la Santa Croce''.
 
Parete sinistra, dall'alto:
=== Controfacciata ===
Sulla controfacciata sono posti i monumenti funebri al drammaturgo [[Giovan Battista Niccolini]] (con una personificazione della ''[[Libertà della Poesia]]'' di [[Pio Fedi]] del [[1883]]) ed a [[Gino Capponi]], con la ''Fama'' di [[Antonio Bortone]] ([[1884]]). A destra di quest'ultimo una targa e un busto ricordano il botanico [[Giovanni Targioni Tozzetti]]. La vetrata del rosone presenta una ''Deposizione'', su cartone di [[Giovanni del Ponte]].
 
*''Sant'Elena porta trionfalmente la Croce a [[Gerusalemme]]''
=== Navata destra ===
*''[[Cosroe II di Persia|Cosroè]], re dei Persiani, conquistata la città, porta via la Croce e si fa adorare dal suo popolo''
[[File:Santa croce, annunciazione di donatello.jpg|thumb|L'''[[Annunciazione Cavalcanti|Annunciazione]]'' di Donatello]]
*''Sogno di [[Eraclio]]'' (chiamato impropriamente sogno, Eraclio in realtà è sveglio, a differenza del Sogno di Costantino nelle Storie della vera Croce ad Arrezzo di Piero della Francesca)
[[File:Bernardo rossellino, tomba bruni 01.JPG|thumb|Bernardo Rossellino, tomba di [[Leonardo Bruni]]]]
*''Eraclio fa decapitare Cosroè e ritorna a Gerusalemme dove, deposte le vesti regali, entra riportando la Croce''
Le tele sugli altari vasariani furono dipinte secondo un tema comune, quello della ''Passione'', e sono opera di vari artisti. Partendo dalla navata destra si trovano (in ordine contrario alla lettura delle scene) la ''Crocifissione'' di [[Santi di Tito]] ([[1568]]), l’''Andata al Calvario'' di [[Vasari]] stesso, l<nowiki>'</nowiki>''Ecce Homo'' di [[Jacopo Coppi dal Meglio]] ([[1576]]), la ''Flagellazione'' di [[Alessandro Fei (pittore)|Alessandro Fei]], la ''Preghiera nell'orto'' di [[Andrea del Minga]] e l<nowiki>'</nowiki>''Entrata di Cristo in Gerusalemme'' del [[Cigoli]] ([[1603]]-[[1604]]).
 
Agnolo Gaddi fornì anche i disegni per le vetrate, mentre quelle degli oculi più alti sono più antiche.
La tomba più famosa è forse quella di [[Michelangelo Buonarroti]], tra il primo e il secondo altare della navata destra, progettata dal [[Vasari]] dopo che le spoglie del grande artista arrivarono a [[Firenze]] da [[Roma]] ([[1564]]). Sopra al sepolcro tre sculture rappresentano le personificazioni della ''Pittura'' (di [[Battista Lorenzi]], autore anche del busto dell'artista) (1568 circa) , della ''Scultura'' (di [[Valerio Cioli]]) e dell<nowiki>'</nowiki>''Architettura'' (riattribuita a [[Battista Lorenzi]], già riferita a [[Giovanni Bandini]]), rattristate per la scomparsa del grande maestro, ma tutto l'insieme del sepolcro è una commistione di pittura, scultura ed architettura. Gli affreschi che lo decorano sono di [[Giovan Battista Naldini]].
 
La croce dipinta che pende al centro è opera del [[Maestro di Figline]], e databile al 1320 circa.
Davanti a Michelangelo, sul pilastro, è collocata la scultura della ''Madonna del Latte'' di [[Antonio Rossellino]] ([[1478]]) collocata sopra la tomba di Francesco Nori, morto per salvare la vita di [[Lorenzo il Magnifico]] durante la cosiddetta [[congiura dei Pazzi]].
[[File:Cenotafio di Dante.jpg|miniatura|Cenotafio di Dante.]]
Proseguendo nella navata destra si incontra prima il [[cenotafio]] di [[Dante Alighieri|Dante]], smisurato monumento del [[1829]]; piangono il poeta le figure dell’''Italia'' e della ''Poesia'' di [[Stefano Ricci (scultore)|Stefano Ricci]], impostate su uno stile neoclassico alla [[Canova]], ma contaminate dallo spirito neomedievale, romantico e celebrativo del tempo. Alla realizzazione di questo cenotafio si ispirò [[Giacomo Leopardi]] nel comporre la canzone ''[[Sopra il monumento di Dante]]''.
 
Il polittico dell'altare maggiore è invece frutto di una ricomposizione: la ''Madonna'' al centro è di [[Niccolò Gerini]], mentre i ''Dottori della Chiesa'' sono di [[Giovanni del Biondo]] e di un altro pittore sconosciuto. Esso sostituisce un polittico di [[Ugolino di Nerio]] a sua volta sostituito da un ciborio progettato da [[Giorgio Vasari]] e intagliato da [[Battista Botticelli]] e [[Dionigi Nigetti]], ed inaugurato nel 1569.<ref>Ludovica Sebregondi, ''Chiese, conventi e confraternite a Firenze nell'età della Controriforma'', in ''Il Cinquecento a Firenze. “Maniera moderna” e Controriforma'', catalogo dia mostra, Firenze 2017, pag. 108.</ref>
Dopo il terzo altare si trova il monumento funebre a [[Vittorio Alfieri]] di [[Antonio Canova]] ([[1810]]), con una personificazione dell<nowiki>'</nowiki>''Italia piangente'' appoggiata a un sarcofago classicheggiante con protomi e ghirlande, e un sobrio ornato con il medaglione col profilo del defunto, corone e [[lira (strumento musicale)|lire]] allegoriche.
 
=== Cappelle di destra ===
Sul pilastro successivo poggia il pregevole pulpito di [[Benedetto da Maiano]] (1481 circa), a base ottagonale, mirabilmente decorato da cinque formelle scolpite a [[bassorilievo]], con scene della ''Vita di San Francesco'' a forte effetto di profondità grazie all'uso sapiente della [[prospettiva]]. Sotto ciascuna formella si trovano delle nicchie con statuette delle ''Virtù''.
[[File:Giotto di Bondone 060.jpg|thumb|''Morte di San Francesco'', [[Giotto]], Cappella Bardi]]
[[File:Giotto di Bondone 051.jpg|thumb|''Ascensione di San Giovanni'', [[Giotto]], Cappella Peruzzi]]
Ma ben più importanti sono gli affreschi nelle due successive cappelle a destra, la [[Cappella Peruzzi]] e la [[Cappella Bardi (Santa Croce)|Cappella Bardi]], entrambe decorate da [[Giotto]] tra il 1320 e il 1325. Nella prima sono raffigurate le ''Storie di san Giovanni Battista'' e quelle di ''san Giovanni Evangelista'', mentre in quella Bardi le ''Storie di san Francesco''. Entrambi i cicli di affreschi furono eseguiti in tarda età dal maestro rinnovatore dell'arte occidentale e rappresentano una ''summa'' della sua opera pittorica e un testamento artistico, che molto influenzerà la generazione successiva di pittori fiorentini (per esempio [[Domenico Ghirlandaio]] 150 anni dopo si rifece ancora agli schemi della Cappella Bardi per creare le scene francescane della [[Cappella Sassetti]] in [[chiesa di Santa Trinita|Santa Trinita]]). I particolari che rivelano la mano del maestro sono la straordinaria spazialità, resa con grande padronanza della disposizione delle figure nella scena e la resa drammatica della narrazione sottolineata dall'espressività dei personaggi. Per esempio nella scena della ''Morte di san Francesco'' i confratelli del santo si disperano davanti alla salma distesa, con gesti ed espressioni incredibilmente realistici.
 
La vetrata della cappella Peruzzi, disegnata da [[Jacopo del Casentino]], proviene dalla vicina [[Cappella Giugni]].
A fianco dell'altare seguente, il quarto, il monumento a [[Niccolò Machiavelli]] di [[Innocenzo Spinazzi]] ([[1787]]), una delle migliori opere del neoclassico fiorentino con la celebre iscrizione <small>''TANTO NOMINI NULLUM PAR ELOGIUM''</small>. Particolarmente elegante è l'urna e la figura della ''Politica'', col delicato panneggio e una testa "alla greca".
 
Le altre tre cappelle di destra sono: la Cappella Giugni, con le tombe di [[Julie Clary]] (opera di [[Luigi Pampaloni]]) e di sua figlia [[Charlotte Napoléone Bonaparte]] (con busto di [[Lorenzo Bartolini]]); la Cappella Riccardi, che conserva il busto-reliquiario in argento della [[beata Umiliana de' Cerchi]] fu ristrutturata, su commissione della famiglia Calderini, da Gherardo Silvani intorno al 1620 ed è decorata da affreschi sulla volta e sulle lunette di [[Giovanni da San Giovanni]] e da tre tele eseguite tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento: alla parete destra è l{{'}}''Estasi di san Francesco'' di [[Matteo Rosselli]], sull'altare il ''Ritrovamento della Croce'' di [[Giovanni Bilivert]] e sulla parete sinistra l{{'}}''Elemosina di san Lorenzo'' di [[Domenico Passignano]]; la [[Cappella Velluti]], con affreschi trecenteschi di autore ignoto e un polittico sull'altare di [[Giovanni del Biondo]] con [[predella]] di [[Neri di Bicci]].
Dopo il quinto altare si trova il monumento allo storico [[Luigi Lanzi]], di [[Giuseppe Belli (scultore)|Giuseppe Belli]] ([[1810]]), e poco dopo l'edicola con l<nowiki>'</nowiki>''[[Annunciazione Cavalcanti]]'' di [[Donatello]] ([[1435]] circa), capolavoro in [[pietra serena]] con dorature, realizzata con una tecnica inconsueta. Si tratta di un [[altorilievo]] impostato secondo l'anticlassicismo tipico di questa fase dell'opera dello scultore, con contrasto tra la semplicità della materia e la ricchezza della decorazione. I personaggi sono ritratti con una certa inquietudine e una ''contaminatio'' con motivi decorativi antichizzanti.
 
Sempre a destra, alla testata del transetto, si trova la [[cappella Baroncelli]], composta da due campate (una ampia la metà dell'altra) e affrescata da [[Taddeo Gaddi]] con ''Storie della Vergine'' (1332-1338), dove il grande discepolo di Giotto condusse i suoi studi sulla luce (con la prima raffigurazione pervenutaci di una scena notturna nell'arte occidentale) e autore anche dei disegni per la vetrata, dei quattro profeti all'esterno e forse anche della pala d'altare, da alcuni attribuita a [[Giotto]], che comunque firma l'opera. Sulla parete destra si trova una ''Madonna della cintola'', affrescata da [[Sebastiano Mainardi]]. Alla famiglia Baroncelli apparteneva la tomba gotica posta sulla parete esterna, opera di [[Giovanni di Balduccio]] del 1327, lo stesso autore delle statuette dell'[[Arcangelo Gabriele]] e dell'[[Vergine Annunziata|Annunziata]] sui pilastri dell'arcata. La scultura della ''Madonna col Bambino'' dentro la cappella è di [[Vincenzo Danti]] (1568)
Oltre la porta per i chiostri si trova il già citato monumento a [[Leonardo Bruni]], di [[Bernardo Rossellino]] ([[1444]]-[[1445]]), prototipo di sepoltura rinascimentale ispirato alle indicazioni di [[Leon Battista Alberti]]. L'iscrizione fu dettata da [[Carlo Marsuppini]], poi sepolto specularmente nella navata sinistra.
 
La [[Cappella Castellani]], a doppia campata, invece fu affrescata da suo figlio [[Agnolo Gaddi]] con aiuti e presenta ''Storie dei santi Antonio Abate, Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Nicola di Bari''. Il tabernacolo della cappella è opera di [[Mino da Fiesole]], mentre la croce dipinta è di [[Niccolò Gerini]]. Le statue di scuola [[robbiana]] rappresentano ''San Francesco'' e ''San Domenico'', mentre tra le lastre tombali spicca quella a [[Contessa d'Albany|Luisa Stolberg contessa d'Albany]], opera di gusto neorinascimentale di [[Luigi Giovannozzi]] e [[Emilio Santarelli]] su disegno di [[Charles Percier]] (1824 circa).
Seguono la tomba di [[Gioachino Rossini]], di [[Giuseppe Cassioli]] ([[1900]]) e, dopo il sesto altare, la tomba di [[Ugo Foscolo]], di [[Antonio Berti]] ([[1939]]). Una lapide più in alto ricorda la fondazione della chiesa, mentre alcune lapidi recintate sul pavimento indicano il luogo di sepoltura di alcuni condottieri al soldo della [[Repubblica fiorentina]]: [[Milano d'Asti]], [[Giovanni Acuto]] e, poco oltre, [[Biordo degli Ubertini]].
 
=== Cappelle di sinistra ===
Girato l'angolo, sul limite del transetto destro, si trova il monumento funebre al principe [[Neri Corsini]], di [[Odoardo Fantacchiotti]] ([[1860]]).
[[File:Crocifisso di donatello, 1406-08 01.JPG|thumb|left|Il [[Crocifisso di Santa Croce (Donatello)|Crocifisso di Donatello]] (fuori sede)]]
[[File:Basílica de la Santa Cruz, Florencia, Italia, 2022-09-18, DD 102-104 HDR.jpg|miniatura|Cappella Spinelli]]
Per quanto riguarda le cappelle di sinistra, partendo dalla Cappella Maggiore, si incontrano: la Cappella Spinelli, ridecorata nel 1837 da [[Gasparo Martellini]]; la Cappella alla Madre Italiana, ex Cappella Capponi, dedicata nel 1926 alle madri dei caduti italiani della [[Prima guerra mondiale]] e decorata da un gruppo scultoreo dello scultore [[Libero Andreotti]] raffigurante la ''Pietà''<ref name=":5">{{Cita web|url=https://www.pietredellamemoria.it/pietre/cappella-votiva-alla-madre-italiana-basilica-di-santa-croce-di-firenze/#:~:text=Nel%20transetto%20sinistro%20della%20basilica,durante%20la%20prima%20guerra%20mondiale.|titolo=Cappella votiva alla Madre Italiana – Basilica di Santa Croce di Firenze|autore=Marco Fanti|sito=Pietre della Memoria|editore=Associazione fra Mutilati ed Invalidi di Guerra|data=7 luglio 2022|accesso=3 dicembre 2023}}</ref>; la Cappella Ricasoli, che presenta affreschi del primo Ottocento con le ''Storie di sant'Antonio da Padova'', opera di [[Luigi Sabatelli]] e dei suoi figli [[Francesco Sabatelli|Francesco]] e [[Giuseppe Sabatelli|Giuseppe]]; la Cappella Pulci-Berardi, che è affrescata da [[Bernardo Daddi]] con il ''Martirio di san Lorenzo'' e il ''Martirio di santo Stefano'' (1330 circa) e contiene una [[Terracotta invetriata|terracotta policroma invetriata]] di [[Giovanni della Robbia]] sull'altare; l'ultima della serie è la [[Cappella Bardi di Vernio]], affrescata da [[Maso di Banco]] con le ''Storie di san Silvestro'', tra le migliori opere in assoluto della [[scuola di Giotto]] (anche le vetrate sono su disegno di Maso). Sull'altare si trova il trittico di [[Giovanni del Biondo]] con ''San Giovanni Gualberto e storie della sua vita'' e la parete di sinistra presenta due tombe entro nicchioni, affrescati rispettivamente con un ''Giudizio Finale con ritratto di Bettino de' Bardi inginocchiato'', opera probabilmente pure di Maso di Banco (1367 circa), e ''Deposizione e ritratto della donatrice'' di [[Taddeo Gaddi]].
 
Si chiama "dei Bardi di Vernio" anche la cappella alla testa del transetto, dove è conservato il [[Crocifisso di Santa Croce (Donatello)|Crocifisso]] di [[Donatello]] che diede luogo a una disputa, secondo il [[Vasari]], fra lui e [[Filippo Brunelleschi]]: egli giudicò questo Cristo troppo rozzo e ''contadino'' e realizzò come termine di paragone l'unica sua scultura lignea a noi pervenuta, il ''[[Crocifisso di Brunelleschi|Crocifisso]]'' che ora si trova nella [[Cappella Gondi]] della [[Basilica di Santa Maria Novella]]. La cappella ha la cancellata originaria del 1335, inoltre vi sono collocati il ciborio e i due angeli in legno dorato che all'epoca di Vasari erano stati creati per decorare l'altare maggiore della chiesa. La parete esterna ospita un sarcofago trecentesco di scuola pisana.
=== Navata sinistra ===
[[File:Tomba di Galileo Galilei Santa Croce.jpg|miniatura|368x368px|Tomba di [[Galileo Galilei]]]]
Vicino allo spigolo con la controfacciata si trova una serie di affreschi di ''Santi'', della prima metà del Quattrocento.
 
Accanto a questa cappella, sempre alla testa del transetto, si trova la Cappella Niccolini, eretta da [[Giovanni Antonio Dosio]] nel 1584, con una cupola affrescata dal [[Volterrano]], statue di [[Pietro Francavilla]] e due pale di [[Alessandro Allori]]. Infine, sul lato ovest del transetto sinistro, si trova la Cappella Machiavelli-Salviati, con la pala d'altare raffigurante il ''Martirio di san Lorenzo'' di [[Jacopo Ligozzi]]; conserva varie tombe all'interno, tra le quali spicca quella della contessa Sofia Zamoyska di [[Lorenzo Bartolini]] (1837-1844), in stile neorinascimentale aggiornato con un tocco di realismo nel lenzuolo scomposto.
Le pale degli altari laterali proseguono la serie di ''Storie della Passione'' iniziate nella navata destra. Il primo altare ha una ''Deposizione'' di [[Giovan Battista Naldini]]; seguono la ''Resurrezione'' al secondo e la ''Cena in Emmaus'' al terzo, entrambe opere di [[Santi di Tito]]; Al quarto altare l<nowiki>'</nowiki>''Incredulità di San Tommaso'' di [[Giorgio Vasari]], poi l<nowiki>'</nowiki>''Ascensione'' di [[Giovanni Stradano]] e la ''Pietà'' di [[Agnolo Bronzino]]; chiude la serie la ''Pentecoste'' di Vasari.
 
Poco avanti, sul pavimento del transetto, resta la lastra tombale di [[Bartolomeo Valori]], opera di [[Lorenzo Ghiberti]] oggi molto consunta (1427 circa).
[[Galileo Galilei]] è sepolto all'inizio della navata sinistra, dopo il primo altare, e nella stessa tomba giacciono il suo discepolo [[Vincenzo Viviani]] e una donna, molto probabilmente sua figlia [[Virginia Galilei|suor Maria Celeste]]. Il sepolcro di Galileo è decorato da un busto di [[Giovan Battista Foggini]] e le personificazioni dell<nowiki>'</nowiki>''Astronomia'' (di [[Vincenzo Foggini]]) e della ''Geometria'' di [[Girolamo Ticciati]]. Gli affreschi di contorno sono resti della decorazione trecentesca della navata, attribuiti a [[Mariotto di Nardo]]. La tomba, posta simmetricamente a quella di Michelangelo, ne ricorda un po' le forme sebbene sia più tarda di un secolo e mezzo.
 
=== Cappella Medici ===
[[File:Desiderio da settignano, tomba di Carlo Marsuppini.JPG|thumb|left|Desiderio da Settignano, tomba di Carlo Marsuppini]]
[[File:Santa croce, cappella medici 11.jpg|thumb|Cappella Medici]]
Tra le targhe commemorative una ricorda [[Antonio Meucci]], inventore del [[telefono]]. Dopo il quarto altare si trovano le tombe dello storico [[Giovanni Lami]], prima opera di [[Innocenzo Spinazzi]] ([[1752]]-[[1755]]), e quella di [[Eugenio Barsanti]], inventore con [[Felice Matteucci]] del [[motore endotermico]], con un busto bronzeo opera di [[Leone Tommasi]]. Davanti al quinto altare si incontra la lastra tombale di [[Lorenzo Ghiberti]] col figlio Vittorio.
Uscendo dalla testa del transetto destro si passa dal portale disegnato da [[Michelozzo]], architetto prediletto della [[famiglia Medici]], con ante intagliate da [[Giovanni Di Michele]] e sormontato da un frammento di affresco con la ''Disputa del Tempio'' di [[Taddeo Gaddi]]. Si giunge così all'androne del Noviziato, che porta alla Sacrestia e alla Cappella Medici.
 
L'androne e la cappella sono opera di [[Michelozzo]] per i [[Medici]], come testimoniano i numerosi [[stemma Medici|stemmi della famiglia]], su commissione di [[Cosimo il Vecchio]] nel 1445 circa. La copertura dell'androne è [[volta a botte|a botte]] e sul lato sinistro ha una panca in pietra che ricorda quella della [[Cappella Pazzi]]. Sulla porta per la cappella si trova una lunetta affrescata con la ''Madonna col Bambino e santi'', attribuita a [[Fra Bartolomeo]]. La parete destra è decorata anche dalla grande pala della ''Deposizione'' di [[Alessandro Allori]]. Il pavimento è composto da lastra tombali di marmo e sulla parete sinistra si trova un monumento a [[Lorenzo Bartolini]] (che è invece sepolto nella Cappella di San Luca nella [[basilica della Santissima Annunziata]]).
Il monumento allo statista [[Vittorio Fossombroni]] è opera di [[Lorenzo Bartolini]] ([[1844]] circa) ed è sormontato da un affresco dell<nowiki>'</nowiki>''Assunzione di Maria'' attribuito ad [[Agnolo Gaddi]].
 
La Cappella Medici, o "del Noviziato", ha una decorazione molto semplice ed essenziale, a base rettangolare coperta da volte e con una [[scarsella (architettura)|scarsella]] che racchiude l'altare. La pala principale della cappella è la terracotta invetriata di [[Andrea della Robbia]] con la ''Madonna col Bambino tra angeli e santi'', risalente attorno al 1480. La vetrata è su disegno di [[Alesso Baldovinetti]]. Sulla parete destra si trova il monumento a [[Francesco Lombardi]], composto con più frammenti quattrocenteschi, tra i quali una ''Madonna col Bambino e angeli'' della scuola di [[Donatello]]. Sulla parete sinistra è esposta la ''Disputa sull'Immacolata Concezione'' di [[Carlo Portelli]]. Nella cappella è anche una tavola con l{{'}}''Annunciazione'', attribuibile a [[Francesco Traballesi]].<ref>Alessandro Nesi, ''Dai dipinti dell'antica iconostasi di San Atanasio dei Greci a Roma, uno spunto critico per le opere toscane di Francesco Traballesi'', in ''Arte Cristiana'', n. 841, Vol. XCV, Luglio - Agosto 2007, pag. 266.</ref>
Tra il quinto e il sesto altare si trova l'entrata laterale sinistra, sormontata dall'organo di [[Onofrio Zefferini]] da [[Cortona]] ([[1579]]), integrato e ampliato nel [[1926]].
 
=== Sacrestia ===
Opera raffinata di [[Desiderio da Settignano]] è il quattrocentesco [[Monumento funebre di Carlo Marsuppini|monumento a Carlo Marsuppini]], posto simmetricamente e con forme simili a [[Monumento funebre di Leonardo Bruni|quello di Leonardo Bruni]] del [[Bernardo Rossellino|Rossellino]]. Il Marsuppini fu il successore di Leonardo Bruni alla cancelleria della [[Repubblica fiorentina]] e il suo monumento riprese la forma ad [[arcosolio]] dell'altro, con eleganti decorazioni tra le quali Desiderio aggiunse alcuni delicati puttini, tipici della sua produzione.
[[File:Santa croce, sagrestia 00.jpg|thumb|La sacrestia]]
Da qui si accede anche alla grande sacrestia, un grande ambiente coperto a [[capriata|capriate]] e ricco di affreschi. Gli armadi lignei sono quattrocenteschi, con intarsi di [[Michele di Giovanni da Fiesole]]<ref>Foto [http://www.artandarchitecture.org.uk/images/conway/7285f6ad.html?ixsid=o6nvpcmWFaH 1] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140529143022/http://www.artandarchitecture.org.uk/images/conway/7285f6ad.html?ixsid=o6nvpcmWFaH |data=29 maggio 2014 }} e [http://www.artandarchitecture.org.uk/images/conway/2c0ce55d.html?ixsid=o6nvpcmWFaH 2] {{Webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140529151449/http://www.artandarchitecture.org.uk/images/conway/2c0ce55d.html?ixsid=o6nvpcmWFaH |data=29 maggio 2014 }} degli armadi lignei su [http://www.courtauld.ac.uk/ The Courtauld Institute of Art]</ref> ed espongono oggi reliquiari e corali miniati. Più antico è il banco d'angolo, trecentesco, che faceva forse un tutt'uno con l'armadio a sportelli dipinti per reliquie, le cui formelle con [[quadrilobi]] dipinti da [[Taddeo Gaddi]] sono oggi nella [[Galleria dell'Accademia]].
 
Sopra la decorazione geometrica della parte inferiore, si dispone sulla parete sud una serie di scene della vita di Cristo eseguite da alcuni dei più importanti pittori della scuola giottesca: [[Niccolò Gerini]] (''Ascensione, Resurrezione''), [[Taddeo Gaddi]] (la ''Crocefissione'') e [[Spinello Aretino]] (''Salita al Calvario''). Sulla sinistra il lavabo in marmo è opera di [[Pagno Portigiani]], mentre il busto in terracotta policroma, raffigurante il Redentore, è opera di [[Giovanni della Robbia]].
Poco più avanti si trovano un monumento ottocentesco e il monumento a [[Leon Battista Alberti]], opera di [[Lorenzo Bartolini]].
 
Sul lato est, in corrispondenza delle vetrate che danno luce alla stanza, si apre la grande Cappella Rinuccini, con gli affreschi eseguiti tra il 1363 e il 1366 da [[Giovanni da Milano]] (alcuni li attribuivano a Spinello Aretino). La parete destra presenta le ''Storie della Maddalena'' e quella di sinistra le ''Storie della Vergine'', con la parte inferiore completata da [[Matteo di Pacino]]. Benché l'affresco non fosse il tipo di pittura congeniale del grande continuatore della pittura giottesca Giovanni da Milano, in queste opere è comunque significativamente apprezzabile la ricchezza della sua gamma cromatica calda e pallida (a differenza dei pittori contemporanei fiorentini, più fedeli ai forti toni del rosso e del blu), superfici lisce e sfumate delicatamente, scene maestose e composte. Il polittico sull'altare è di [[Giovanni del Biondo]]. La cancellata della cappella è originale e risale al 1371.[[File:Desiderio da settignano, tomba di Carlo Marsuppini.JPG|thumb|left|Desiderio da Settignano, tomba di Carlo Marsuppini]]Girato l'angolo, sul limite del transetto destro, si trova il ''Monumento funebre al principe Neri Corsini'', di [[Odoardo Fantacchiotti]] (1860).
Chiudono la navata, quasi all'imbocco del transetto, i monumenti ottocenteschi al musicista [[Luigi Cherubini]] e all'incisore [[Raffaello Morghen (incisore)|Raffaello Morghen]] ([[1854]]), opere entrambe di [[Odoardo Fantacchiotti]] (il secondo è solo un [[cenotafio]] voluto dagli allievi del Morghen, che è invece sepolto nella [[chiesa di San Martino a Montughi]]).
 
== Navata sinistra ==
[[File:Basílica de la Santa Cruz, Florencia, Italia, 2022-09-18, DD 111.jpg|miniatura|368x368px|Tomba di [[Galileo Galilei]]]]
Vicino allo spigolo con la controfacciata si trova una serie di affreschi di ''Santi'', della prima metà del Quattrocento. Quasi all'imbocco del transetto, i monumenti ottocenteschi al musicista [[Luigi Cherubini]] e all'incisore [[Raffaello Morghen (incisore)|Raffaello Morghen]] (1854), opere entrambe di [[Odoardo Fantacchiotti]] (il secondo è solo un [[cenotafio]] voluto dagli allievi del Morghen, che è invece sepolto nella [[chiesa di San Martino a Montughi]]). Segue, in corrispondenza della navata, il ''Monumento a [[Leon Battista Alberti]]'', opera di [[Lorenzo Bartolini]]. Il cenotafio, iniziato nel 1838, ma posto in loco solo nel 1851, rappresenta in forme puriste eredi del neoclassicismo, l'Alberti in una posa protesa verso la divinità, attorniato da un angelo con la fiaccola e dall'angelo custode ai cui piedi sono rappresentati i libri che gli dettero fama.
 
Le pale degli altari laterali proseguono la serie di ''Storie della Passione'' iniziate nella navata destra. Il sesto conserva la ''Pentecoste'' di [[Giorgio Vasari]], la prima pala ad essere eseguita tra quelle previste nella ristrutturazione vasariana della basilica, tra 1567 e 1568 per Agnolo Biffoli, tesoriere di [[Cosimo I de' Medici|Cosimo I de’ Medici]]. L'iconografia varia l'episodio raccontato dagli [[Atti degli Apostoli]] secondo indicazione di [[Vincenzo Borghini]], con l'aggiunta in alto di angeli con attributi e colori differenti che impersonano doni divini all'umanità, secondo un passo biblico del ''Libro di Isaia''.<ref>Alessandro Nesi, ''Una “invenzione” di Vincenzo Borghini e alcune pale d’altare con La Pentecoste. Note d’iconografia e di stile'', in Storia dell’Arte 113/114, Gennaio – Agosto 2006, pagg. 103 - 118.</ref>
 
Opera raffinata di [[Desiderio da Settignano]] è il quattrocentesco [[Monumento funebre di Carlo Marsuppini]], eseguito nel 1453 e posto di fronte a [[Monumento funebre di Leonardo Bruni|quello di Leonardo Bruni]] del [[Bernardo Rossellino|Rossellino]] del quale rappresenta un'evoluzione. Il Marsuppini fu infatti il successore di Leonardo Bruni alla cancelleria della [[Repubblica fiorentina]] e il suo monumento riprese la forma ad [[arcosolio]] dell'altro, con eleganti decorazioni tra le quali Desiderio aggiunse alcuni delicati puttini, tipici della sua produzione.
 
Tra il quinto e il sesto altare si trova l'entrata laterale sinistra, sormontata dall'organo di [[Onofrio Zeffirini]] da [[Cortona]] (1579), integrato e ampliato nel 1926.
 
Il successivo altare, della famiglia Asini, contiene l{{'}}''Ascensione'' di [[Giovanni Stradano]], firmata e datata 1569. Davanti a questo altare si incontra la lastra tombale di [[Lorenzo Ghiberti]] col figlio Vittorio. Alla parete accanto è invece appesa la ''Pietà'' di [[Agnolo Bronzino]], anch'essa firmata e datata 1569 e commissionata da Giovan Battista della Fonte. La tavola tarda del pittore, originariamente appesa al terzo pilastro, mostra la raffinata cura del dettaglio ed il colorismo brillante dei decenni precedenti, uniti ad una drammaticità espressiva consona anche al soggetto, e ad un michelangiolismo interpretato in modo più sfumato, ammorbidendo e affusolando le masse anatomiche.<ref>Antonio Geremicca, ''Bronzino, Pietà'', in ''Il Cinquecento a Firenze. “Maniera moderna” e Controriforma'', catalogo di mostra, Firenze 2017, pagg. 318 - 319.</ref>
 
Dopo il quinto altare si trovano le tombe dello storico [[Giovanni Lami]], prima opera di [[Innocenzo Spinazzi]] (1752-1755), e quella di [[Eugenio Barsanti]], inventore con [[Felice Matteucci]] del [[motore endotermico]], con un busto bronzeo opera di [[Leone Tommasi]]. Tra le altre targhe commemorative una ricorda [[Antonio Meucci]], inventore del [[telefono]]. Il monumento allo statista [[Vittorio Fossombroni]] è opera di [[Lorenzo Bartolini]] (1844 circa) ed è sormontato da un affresco dell{{'}}''Assunzione di Maria'' attribuito ad [[Agnolo Gaddi]].
 
Il quarto altare ospita l{{'}}''Incredulità di san Tommaso'' di [[Giorgio Vasari]], alla quale seguono due altari con opere di [[Santi di Tito]], le prime pubbliche del pittore, da considerarsi manifesti della pittura controriformata a Firenze, dal pittore depurata da molti stilemi manieristi: la ''Cena in Emmaus'' al terzo altare fu commissionata da Antonio Berti ed eseguita nel 1574; la tavola con la ''Resurrezione'' fu dipinta più o meno nello stesso anno per il secondo altare, fondato dal canonico del Duomo, Francesco di Niccolò Medici. Il precedente di uguale soggetto del [[Agnolo Bronzino|Bronzino]] alla [[Basilica della Santissima Annunziata|Santissima Annunziata]] viene sviluppato in direzione naturalistica grazie anche alle esperienza nella bottega di [[Taddeo Zuccari]] e all'esempio del tardo [[Raffaello Sanzio|Raffaello]].<ref>Nadia Bastogi, ''Santi di Tito, Resurrezione'', in ''Il Cinquecento a Firenze. “Maniera moderna” e Controriforma'', catalogo di mostra, Firenze 2017, pagg. 126 - 127.</ref>
 
Il primo altare, dei da Verrazzano, conserva invece una ''Deposizione'' di [[Giovan Battista Naldini]], firmata e datata 1583.
 
[[Galileo Galilei]] è sepolto all'inizio della navata sinistra, dopo il primo altare, e nella stessa tomba giacciono il suo discepolo [[Vincenzo Viviani]] e una donna, molto probabilmente sua figlia [[Virginia Galilei|suor Maria Celeste]]. Il sepolcro di Galileo è decorato da un busto di [[Giovan Battista Foggini]] e le personificazioni dell{{'}}''Astronomia'' (di [[Vincenzo Foggini]]) e della ''Geometria'' di [[Girolamo Ticciati]]. Gli affreschi di contorno sono resti della decorazione trecentesca della navata, attribuiti a [[Mariotto di Nardo]]. La tomba, posta simmetricamente a quella di Michelangelo, ne ricorda un po' le forme sebbene sia più tarda di un secolo e mezzo.
 
=== Organo a canne ===
[[File:S. croce, organo 01.JPG|thumb|La cassa e la cantoria di destra]]
Durante i lavori di restauro condotti da [[Giorgio Vasari]] verso la metà del [[XVI secolo]], furono costruite nella basilica due [[cantoria|cantorie]] marmoree simmetriche contrapposte; quella di destra rimase vuota, mentre quella di sinistra venne dotata di un [[organo a canne]], realizzato dall'[[organaro]] [[Toscana|toscano]] [[Onofrio Zefferini]] tra il [[1575]] e il [[1579]] (e inaugurato il 6 giugno dello stesso anno),<ref>{{Cita|B. Frescucci (a cura di)|p. 66.}}.</ref> con cassa progettata dallo stesso Vasari. Nel [[1929]], lo strumento, che aveva mantenuto le sue caratteristiche originarie quasi invariate, venne demolito e la [[Tamburini|Pontificia Fabbrica d'organi Comm. Giovanni Tamburini]] incaricata di costruire un organo più grande seguendo gli standard stilistici e fonici dell'epoca (''opus 368''). Quindi, sulla cantoria destra, rimasta vuota nel corso dei secoli, venne costruita una cassa per accogliere parte delle canne riproponendo lo schema di quella del Vasari che, riadattata, rimase sulla sua cantoria e accolse parte del nuovo materiale fonico. Durante l'[[alluvione di Firenze del 4 novembre 1966]], la consolle venne irreparabilmente danneggiata come anche furono distrutte le centraline elettroniche; il materiale danneggiato fu sostituito con un importante intervento di restauro, dopo il quale l'organo tornò a suonare. Un altro restauro importante è stato condotto dalla [[Mascioni|ditta Mascioni]] nel [[2009]]-[[2010]].
Attualmente ([[2011]]) l'organo, a [[sistema di trasmissione (organo)|trasmissione elettronica]] revisionata dalla [[Mascioni|ditta Mascioni]], ha quattro [[Tastiera (musica)|tastiere]] di 61 note ciascuna ed una [[pedaliera|pedaliera concavo-radiale]] di 32. Le canne sono collocate in tre corpi distinti:
 
* quelle del ''Grand'Organo'', dell'<nowiki/>''Espressivo'' (rispettivamente II e III tastiera) e di parte del ''Pedale'' sono collocate nella nuova cassa realizzata nel [[1926]] sopra la cantoria di destra;
* quelle del ''Grand'Organo'', dell{{'}}''Espressivo'' (rispettivamente II e III tastiera) e di parte del ''Pedale'' sono collocate nella nuova cassa realizzata nel 1926 sopra la cantoria di destra;
* quelle del ''Positivo espressivo'' (I tastiera) e di parte del ''Pedale'' nella cassa antica sulla cantoria di sinistra;
* quelle del ''Corale espressivo'' (IV tastiera) in una cassa priva di mostra posta dietro la pala dell'[[altare|altar maggiore]].
 
== I chiostri e ilIl Museo ==
{{Museo
| Nome = Basilica, chiostri e museo di Santa Croce
| Immagine = Firenze-santacroce02.jpg
| Larghezza =
| Didascalia = Il ''[[Crocifisso di Santa Croce|Crocifisso]]'' di Cimabue
| Località = [[Firenze]]
| Indirizzo = [[piazza Santa Croce]] 16
| Tipologia = Arte sacra
| Sito = http://www.santacroceopera.it/it/default.aspx
| Wikidata = no
}}
=== Il convento e la storia del museo ===
Alla basilica corrispondeva uno dei più grandi conventi cittadini. Come a [[Santa Maria Novella]] gli ambienti vennero gradualmente secolarizzati a partire dalla fine del Settecento e destinati ad altri usi. Per esempio la [[Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze]] sorge su un terreno che prima faceva parte del convento ede oggi, fra le varie attività che si tengono nell'ex-cenobio si annoverano una scuola elementare ede una scuola per artigiani del [[cuoio]].
 
La parte più monumentale del complesso, costituita dall'ex refettorio con il Cenacolo fu allestita come museo già dal 2 novembre del [[1900]], sotto la direzione di [[Guido Carocci]], dove già esisteva un deposito di opere d'arte, in parte provenienti dalle demolizioni del centro storico del periodo del ''[[Risanamento di Firenze|Risanamento]]'' (frammenti architettonici che oggi si trovano nel lapidario del [[Museo nazionale di San Marco]]). Il museo venne gradualmente ampliato e inaugurato con un nuovo allestimento il 26 marzo [[1959]] come Museo dell'Opera di Santa Croce, con i due chiostri, il refettorio principale e qualche altro ambiente, ma il disastro dell'[[alluvione di Firenze]], con l'acqua che qui arrivò a 4,88 metri, rese necessario un lungo periodo di chiusura per approntare i necessari restauri. Venne riaperto solo nel [[1975]] e un anno dopo, in occasione del decennale dell'alluvione, il martoriato ''[[Crocifisso di Santa Croce|Crocifisso]]'' di [[Cimabue]] veniva riportato nel museo.
 
Dal [[2000]] circa tutto il complesso basilicale fu convertito in un unico grande museo con un unico biglietto a pagamento, che da una parte ha ridotto l'impatto del turismo di massa sui tesori della basilica, dall'altro ha innescato le tipiche polemiche di quando si destina un edificio di culto consacrato ada uso museale, impoverendo il ruolo spirituale di questi ambienti. A fronte di questi cambiamenti oggi non ha più molto senso di parlare di Museo dell'Opera di Santa Croce, essendo tutto il complesso diventato museo.
 
Nel novembre [[2006]], appena dopo le celebrazioni per il quarantennale dell'alluvione, diciannove opere pittoriche di grande pregio sono tornate al loro posto dopo un meticoloso e complesso restauro, oggi esposte in un allestimento apposito nel refettorio.
 
In occasione del cinquantesimo anniversario dell'alluvione, la grandiosa tavola dell<nowiki>{{'</nowiki>}}''[[Ultima Cena (Vasari)|Ultima Cena]]'' di [[Giorgio Vasari]], all'epoca divisa in grandi segmenti e in deposito da quarant'anni, è stata ricollocata dopo che è stato ultimato il restauro dall'[[Opificio delle pietre dure]].
 
Nel [[2008]] il museo è stato visitato da 837.575 persone<ref>[{{Cita web |url=http://static.touring.it/store/document/21_file.pdf |titolo=Touring Club Italiano - Dossier Musei 2009] {{webarchive|urlaccesso=17 ottobre 2009 |urlarchivio=https://wwwweb.webcitationarchive.org/6AsJDV3Pn?url=web/20110409151529/http://static.touring.it/store/document/21_file.pdf |dataurlmorto=22 settembre 2012 }}</ref>.
 
=== I chiostri e la Cappella Pazzi ===
{{vedi anche|Cappella Pazzi}}[[File:Pazzi Chapel Santa Croce Apr 2008 P.JPG|thumb|left|Il Chiostro e la Cappella Pazzi]]
[[File:Santa Croce, Baccio Bandinelli - Dio padre.JPG|thumb|Il ''Dio padre'' di Baccio Bandinelli, chiostro grande]]
Il chiostro trecentesco (ma con sostituzioni e integrazioni degli elementi architettonici nel tempo) si trova sul lato destro della facciata della Basilica e introduce alla [[Cappella Pazzi]]. Era originariamente composto da due chiostri distinti, unoquello rettangolare prospiciente Cappella Pazzi ed uno quadrato (demolito con il palazzo dell’Inquisizione nel 19º secolo, cheal sitempo possonodella individuarefacciata chiaramentedi nell'asimmetricaMatas), oggi uniti nella paradossale pianta attualea forma di “P”<ref name="Marchi, Giacomo Piraz Pirazzoli 2011"/>. Sul lato destro della facciata si trova una rientranza dove una serie didieci cipressi circondacircondano le statue di ''Dio Padre seduto'' (1556), di [[Baccio Bandinelli]], (giàche in origine si trovava nel coro deldella [[Duomocattedrale di Firenze|DuomoSanta Maria del Fiore]]) e che fu posta nell'attuale collocazione nel 1843, e quella del ''Guerriero bronzeo'' di [[Henry Moore]]. Tale spazio costituisce il [[Viale della Rimembranza|Parco della Rimembranza]] che ricorda dieci soldati residenti nel comune di Firenze che sono deceduti durante la [[Prima guerra mondiale]] e che sono stati decorati della [[Medaglia d'oro al valor militare|medaglia d’oro al valore militare]]. Al momento dell'inaugurazione, nel 1923, il parco si trovava in [[piazza Santa Croce]] e fu spostato nella posiziona attuale agli inizi degli anni Cinquanta del XX secolo. Molto probabilmente in quest'occasione fu inserita la lapide ai caduti che si trova sul basamento della statua di ''Dio Padre seduto''.<ref name=":56">{{Cita web|url=https://www.pietredellamemoria.it/pietre/parco-della-rimembranza-a-10-caduti-decorati-di-firenze-nella-grande-guerra/|titolo=Parco della Rimembranza a 10 Caduti decorati di Firenze nella Grande Guerra|autore=Marco Fanti|sito=Pietre della Memoria|editore=Associazione fra Mutilati ed Invalidi di Guerra|data=7 luglio 2022|accesso=3 dicembre 2023}}</ref>
 
La [[Cappella dei Pazzi]] è un capolavoro di [[Filippo Brunelleschi]] e di tutta l'architettura rinascimentale, mirabile esempio di armonia spaziale raggiunta in tutti i suoi elementi strutturali e decorativi. Il portichetto della facciata è da alcuni attribuito alla continuazione di [[Giuliano da Sangallo]], ma altri invece lo fanno risalire ai disegni del maestro. Il fregio con medaglioni e teste di cherubini è di [[Desiderio da Settignano]], mentre la volta a botte è decorata da tondi e rosoncini di [[Luca della Robbia]], autore anche della lunetta sull'ingresso; le porte lignee sono stati intagliati da [[Giuliano da Maiano]] nel 1472. All'interno la decorazione plastica è strettamente subordinata all'architettura, coi dodici grandi medaglioni degli ''Apostoli'', tra le migliori creazioni di [[Luca della Robbia]], il [[fregio]] coi Cherubini e l'[[Agnello pasquale (araldica)|Agnello]], e gli altri 4 tondi policromi con gli ''Evangelisti'', attribuiti a [[Andrea della Robbia]] o al Brunelleschi stesso che ne avrebbe curato il disegno. La vetrata è stata realizzata su disegno di [[Alesso Baldovinetti]].
[[File:Pazzi Chapel Santa Croce Apr 2008 P.JPG|thumb|left|Il Chiostro e la Cappella Pazzi]]
La [[Cappella dei Pazzi]] è un capolavoro di [[Filippo Brunelleschi]] e di tutta l'architettura rinascimentale, mirabile esempio di armonia spaziale raggiunta in tutti i suoi elementi strutturali e decorativi. Il portichetto della facciata è da alcuni attribuito alla continuazione di [[Giuliano da Sangallo]], ma altri invece lo fanno risalire ai disegni del maestro. Il fregio con medaglioni e teste di cherubini è di [[Desiderio da Settignano]], mentre la volta a botte è decorata da tondi e rosoncini di [[Luca della Robbia]], autore anche della lunetta sull'ingresso; le porte lignee sono stati intagliati da [[Giuliano da Maiano]] nel [[1472]]. All'interno la decorazione plastica è strettamente subordinata all'architettura, coi dodici grandi medaglioni degli ''Apostoli'', tra le migliori creazioni di [[Luca della Robbia]], il [[fregio]] coi Cherubini e l'[[Agnello pasquale (araldica)|Agnello]], e gli altri 4 tondi policromi con gli ''Evangelisti'', attribuiti a [[Andrea della Robbia]] o al Brunelleschi stesso che ne avrebbe curato il disegno. La vetrata è stata realizzata su disegno di [[Alesso Baldovinetti]].
 
Accanto alla cappella Pazzi la cripta della Cappella Castellani ospita l'allestimento di una mostra permanente sull'opera dell'incisore [[Pietro Parigi]].
 
Sul lato nord si trova la galleria dei monumenti funebri, soprattutto ottocenteschi, che affollavano il primo chiostro e che furono qui spostati e ricomposti dal [[1964]] al [[1986]]. Il lungo passaggio corre sotto il porticato con loggia del lato nord, ed è lastricato sia sul pavimento che sulle pareti dai monumenti funebri. Tra questi spiccano quello alla cantante [[Virginia de Blasis]] di [[Luigi Pampaloni]] ([[1839]]), quello a [[Giuseppe Sabatelli]] di [[Ulisse Cambi]] ([[1844]]) e quello al musicista [[Giovanni Pacini]] di [[Vincenzo Consani]] (1874). Al piano soprastante, sotto il loggiato, si trova il monumento a Louise de Favreau, capolavoro della scultrice francese [[1874Félicie de Fauveau]] (1856).
 
[[File:Santa croce, chiostro grande 02.jpg|thumb|Il secondo chiostro]]
Sono restati invece in sede sulla parete d'ingresso i monumenti a [[Girolamo Segato]], della scuola di [[Lorenzo Bartolini]], quello a [[Florence Nightingale]] e quello al patriota [[Giuseppe La Farina]] (di [[Michele Auteri Pomar]], [[1877]]).
 
Il secondo chiostro ha partitura quadrata con pozzo centrale, opera del [[1453]] di grande eleganza, da alcuni attribuito al disegno di [[Brunelleschi]], anche se è più probabile l'intervento di [[Bernardo Rossellino]]. È realizzato interamente in [[pietra serena]], con arcate a tutto sesto che reggono una loggetta architravate al primo piano. I [[pennacchio (architettura)|pennacchi]] tra gli archi hanno una raffinata decorazione a graffiti e tondi in rilievo, con stemmi e imprese. Sul secondo chiostro si affaccia la [[Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze]], che usa gli ambienti al primo piano sui lati sud ed est.
 
=== Il refettorio ===
Il percorso espositivo prosegue con la visita dei locali del Refettorio trecentesco dove sono posti importanti esempi di arte sacra tra i quali spicca il ''[[Crocifisso di Santa Croce|Crocifisso]]'' di [[Cimabue]], una delle opere d'arte più importanti di tutti i tempi, chiave nel passaggio dalla pittura [[bizantina]] a quella moderna, diventato tristemente famoso come simbolo della distruzione causata dall'[[alluvione di Firenze|alluvione del 1966]]; nonostante il restauro la superficie pittorica è andata in gran parte perduta e per poterlo ammirare appieno ci restano solo le fotografie precedenti al disastro.
 
[[File:Santa croce, albero della vita.jpg|thumb|Il ''[[Albero della Vita, Ultima cena e storie sacre|Cenacolo]]'' di Taddeo Gaddi]]
[[File:Andrea Orcagna 001.jpg|thumb|Frammento del ''Trionfo della Morte'' dell'Orcagna]]
La parete ovest del refettorio è dominata dalla [[Albero della Vita, Ultima cena e storie sacre|grande serie di affreschi]] di [[Taddeo Gaddi]], che la ricoprono interamente ([[1333]]). Lo schema delle decorazioni diventerà tipico per i cenacoli conventuali, con una ''Crocifissione'', qui rappresentata come ''Albero della Vita'' (iconografia tratta dal ''[[Lignum Vitae]]'' di [[san Bonaventura]]), contornata da alcune scene fra le quali spicca l<nowiki>{{'</nowiki>}}''Ultima cena'' in basso, primo prototipo dei [[Cenacoli di Firenze|cenacoli fiorentini]] che andranno a decorare i refettori dei più prestigiosi conventi e monasteri della città. Le altre scene che compongono l'insieme sono tutti spunti sui quali i monacifrati potevano riflettere durante il pasto:
* ''San Benedetto in solitudine
* ''Gesù a cena dal Fariseo
* ''San Francesco che riceve le stimmate
* ''Storia di San Ludovico di Tolosa
 
*''San Benedetto in solitudine''
Alle pareti sono poi esposti sei frammenti di affreschi di [[Andrea Orcagna]], ritrovati sotto l'intonaco cinquecentesco nella navata destra della chiesa. Probabilmente erano stati gravemente danneggiati dall'alluvione del [[1557]], tanto da costringere il [[Vasari]] (che sicuramente non coprì l'opera antica per solo spirito di rinnovamento stilistico, essendo un estremo ammiratore degli antichi maestri fiorentini) a realizzare nuovi altari in pietra serena su un muro a intonaco bianco. I frammenti ritrovati sono comunque notevoli per la vigorosa e drammatica narrazione nelle scene, con un colorito linguaggio pittorico. Vi si distinguono un ''Trionfo della Morte'', un ''Giudizio universale'' e una parte di ''Inferno''. Altri affreschi tre-quattrocenteschi sono la lunetta mutila del ''Compianto'' di [[Taddeo Gaddi]], già sulla porta della navata sinistra, e la veduta della città di Firenze nella ''Venuta dei Francescani a Firenze'', di [[Giovanni del Biondo]], dove si può riconoscere l'aspetto di [[piazza del Duomo (Firenze)|piazza del Duomo]] verso il [[1380]], con la facciata arnolfiana di [[Santa Maria del Fiore]].
*''Gesù a cena dal Fariseo''
*''San Francesco che riceve le stimmate''
*''Storia di san Ludovico di Tolosa''
 
Alle pareti sono poi esposti sei frammenti di affreschi di [[Andrea Orcagna]], ritrovati sotto l'intonaco cinquecentesco nella navata destra della chiesa. Probabilmente erano stati gravemente danneggiati dall'alluvione del 1557, tanto da costringere il [[Vasari]] (che sicuramente non coprì l'opera antica per solo spirito di rinnovamento stilistico, essendo un estremo ammiratore degli antichi maestri fiorentini) a realizzare nuovi altari in pietra serena su un muro a intonaco bianco. I frammenti ritrovati sono comunque notevoli per la vigorosa e drammatica narrazione nelle scene, con un colorito linguaggio pittorico. Vi si distinguono un ''Trionfo della Morte'', un ''Giudizio Universale'' e una parte di ''Inferno''. Altri affreschi tre-quattrocenteschi sono la lunetta mutila del ''Compianto'' di [[Taddeo Gaddi]], già sulla porta della navata sinistra, e la veduta della città di Firenze nella ''Venuta dei Francescani a Firenze'', di [[Giovanni del Biondo]], dove si può riconoscere l'aspetto di [[piazza del Duomo (Firenze)|piazza del Duomo]] verso il 1380, con la facciata arnolfiana di [[Santa Maria del Fiore]].
La statua di ''[[San Ludovico di Tolosa (Donatello)|San Ludovico di Tolosa]]'' è una poderosa opera di [[Donatello]], una delle pochissime in bronzo dorato del grande scultore fiorentino ([[1423]]-[[1424]]), inizialmente realizzata per una nicchia di [[Orsanmichele]], fu poi spodestata dall<nowiki>'</nowiki>''[[Incredulità di San Tommaso (Verrocchio)|Incredulità di San Tommaso]]'' di [[Verrocchio]] nel [[1487]] e collocata per più di tre secoli e mezzo al centro della facciata incompiuta di Santa Croce. La statua di Donatello fu uno dei primi grandi bronzi fusi dall'epoca dell'antichità, sebbene vennero assemblati più pezzi, per facilitare la doratura. Vibrante è il contrasto tra la testa e la mano, scolpita con delicato realismo, e la pesantezza del panneggio che nasconde tutto il corpo.
 
La statua di ''[[San Ludovico di Tolosa (Donatello)|San Ludovico di Tolosa]]'' è una poderosa opera di [[Donatello]], una delle pochissime in bronzo dorato del grande scultore fiorentino (1423-1424), inizialmente realizzata per una nicchia di [[Orsanmichele]], fu poi spodestata dall{{'}}''[[Incredulità di San Tommaso (Verrocchio)|Incredulità di san Tommaso]]'' di [[Verrocchio]] nel 1487 e collocata per più di tre secoli e mezzo al centro della facciata incompiuta di Santa Croce. La statua di Donatello fu uno dei primi grandi bronzi fusi dall'epoca dell'antichità, sebbene venissero assemblati più pezzi, per facilitare la doratura. Vibrante è il contrasto tra la testa e la mano, scolpita con delicato realismo, e la pesantezza del panneggio che nasconde tutto il corpo.
 
Sempre nel refettorio, vicino alla porta della seconda sala, si trova l'affresco staccato dei ''[[Santi Giovanni Battista e Francesco]]'', frammento di un'opera più ampia, nel tipico stile luminoso di [[Domenico Veneziano]], con influssi di [[Andrea del Castagno]] (al quale era anche stata attribuita). Si trovava originariamente nel coro e poi sulla parete della navata destra della chiesa.
 
Qui sono inoltre state esposte le diciannove pale (dipinti su tavola o su tela) danneggiate durante l'alluvione e ricollocate solo nel [[2006]], al termine di un lungo e capillare lavoro di restauro:
 
* ''Madonna col Bambino e santi'' di [[Nardo di Cione]],
* ''IncoronazioneMadonna col Bambino dellae Verginesanti'' di [[LorenzoNardo di NiccolòCione]],
* ''PolitticoIncoronazione didella san Giovanni GualbertoVergine'' di [[GiovanniLorenzo deldi BiondoNiccolò]],
* ''SanPolittico Jacopodi san Giovanni Gualberto'' di [[LorenzoGiovanni del MonacoBiondo]],
*''San Jacopo'' di [[Lorenzo Monaco]],
*''San Bernardino da Siena'' di [[Rossello di Jacopo Franchi]],
* ''San Bonaventura'' di [[Domenico di Michelino]],
* ''Deposizione dalla Croce'' di [[Francesco Salviati]] (che ha subito un recupero quasi ''miracoloso'', dopo che fu ritrovata dilaniata a pezzi), realizzata nel 1548 per la cappella Dini, già in controfacciata, alla destra del portale principale, dove è oggi la Tomba di Giovan Battista Niccolini.
*''Discesa di Cristo al Limbo'' di [[Agnolo Bronzino]], tavola dipinta nel 1552 per l'altare di Giovanni di Piero Zanchini già nella controfacciata della chiesa alla sinistra del portale principale. La pala, permeata del particolare, morbido michelangiolismo del pittore, fu lodata dai contemporanei per la bellezza dei nudi in pose diversificate, e, come le coeve ''Deposizione'' di [[Francesco Salviati|Salviati]] ed il perduto ''Martirio di San Sigismondo'' di [[Giorgio Vasari|Vasari]], fu al centro di una sfida formale sulla composizione gremita di figure. Più tardi, nel clima controriformato, l'insieme dei nudi fu accusato di distogliere dalla devozione ed il dipinto subì una censura (tanto che solo in seguito al restauro sono stati riscoperti dei dettagli "scabrosi" di demoni). Nella pala sono diversi ritratti, molti di letterati anche amici del pittore. In alto a sinistra, accanto all'effigie del committente nelle vesti del [[Elia|profeta Elia]], il Bronzino si raffigura nelle vesti di [[Davide|re Davide]], poiché era anche poeta, dietro la spalla destra di Cristo è il ritratto di [[Pontormo]], mentre sotto il suo braccio destro si vede il volto del giovane [[Alessandro Allori|Allori]].<ref>Liala Morini, ''Bronzino, Discesa di Cristo al Limbo'', in ''Bronzino pittore e poeta alla corte dei Medici'', catalogo di mostra a cura di C. Falciani, A. Natali, Firenze, 2010, pp. 304 - 305.</ref>
* ''Discesa di Cristo al Limbo'' di [[Agnolo Bronzino]] (in seguito al restauro sono stati scoperti dei dettagli "scabrosi" di demoni, censurati in antico)
* ''Trinità'' del [[Cigoli (pittore)|Cigoli]] (1592).
 
=== Le altre sale ===
[[File:MuseoBaroncelli diPolyptych santac.1334 croce,Baroncelli incoronazioneChapel, dellaSanta vergineCroce, politticoFlorence baroncelli185x323cm..jpg|thumb|Il ''[[Polittico Baroncelli]]'']]
Nelle altre cinque sale sono conservate altre pregevoli opere provenienti dalla chiesa e dal convento.
 
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La terza sala, anticamente Cappella dei [[Cerchi]], ospita affreschi staccati e [[robbiane]], tra le quali una di [[Andrea della Robbia]], due busti di [[Giovanni della Robbia]] e una ''Madonna col Bambino'' di [[Benedetto Buglioni]]. La croce dipinta è di [[Lippo di Benivieni]], mentre gli affreschi staccati, già facenti parte della decorazione originaria della cappella, sono attribuiti a [[Niccolò di Pietro Gerini]] (cornici decorate) e al [[Maestro di San Martino a Mensola]] (''Maestà con santi'').
 
La quarta sala ha affreschi e sinopie del Tre e Quattrocento. La quinta sala mostra la ricostruzione del ''monumento a [[Cassono della Torre|Gastone della Torre]]'' di [[Tino da Camaino]], altre sculture soprattutto trecentesche (tra cui alcune di Tino di Camaiono e due formelle attribuite a [[Giambologna]]) e i modelli in gesso per le statue ottocentesche che decorano la facciata. La sesta e ultima sala presenta alcuni affreschi staccati, tra i quali ne spiccano tre, opera di [[Matteo Rosselli]].
 
== Gli orti ==
Una serie di antichi orti corrispondono al retro della chiesa, ricchi di alberi (con alcuni grandi esemplari di [[bagolari]], [[cedri dell'Atlante]] e dell'Himalaia) sono oggi aree di pertinenza delle scuole [[Scuola-Città Pestalozzi]] e Vittorio Veneto, della [[Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze]] e della Scuola del Cuoio.
 
==Confraternite==
Nella grande basilica e nei suoi annessi (soprattutto negli [[Famedio di Santa Croce|estesi sotterranei]]) si riunirono nel tempo molte Compagnie o [[Confraternita (Chiesa cattolica)|confraternite]]. Tra le più importanti ci furono:
*[[Compagnia di Santa Maria delle Laudi di Santa Croce]]
*[[Compagnia del Gesù o della Disciplina di Santa Croce]]
*[[Compagnia di San Francesco del Martello]]
*[[Compagnia del Bernardino]]
*[[Compagnia di San Francesco e Santa Maria Maddalena]]
*[[Compagnia della Natività di Maria Vergine dei Librai]]
*[[Compagnia di Sant'Antonio Abate dei Macellari]]
*Compagnia di Sant'Antonio dei Rammendatori
*[[Compagnia di San Bonaventura dei Carcerati]]
*[[Compagnia di Santa Maria di Loreto]]
*[[Compagnia di San Filippo Benizi]] "nero"
*Compagnia del Beato Pietro pettinagnolo
 
== Opere già in Santa Croce ==
 
* [[Giotto]] e aiuti, ''[[Polittico Peruzzi]]'', oggi nel [[North Carolina Museum of Art]]
* [[Giotto]] e aiuti, ''[[Eterno ePolittico angeliPeruzzi]]'', oggi nel [[SanNorth DiegoCarolina Museum of Art]]
*[[Giotto]] e aiuti, ''[[Eterno e angeli]]'', oggi nel [[San Diego Museum of Art]]
*[[Taddeo Gaddi]], ''[[Formelle dell'armadio della sacrestia di Santa Croce]]'', oggi alla [[Galleria dell'Accademia]] di Firenze, all'[[Alte Pinakothek]] di Monaco e alla [[Gemäldegalerie di Berlino]]
* [[Filippo Lippi]], ''[[Pala del Noviziato]]'', oggi agli [[Uffizi]]
 
== Personalità sepolte o ricordate in Santa Croce ==
{{vedi categoria|Sepolti nella basilica di Santa Croce}}
La basilica è il luogo di sepoltura di alcuni dei più illustri personaggi italiani, come [[Michelangelo Buonarroti]], [[Galileo Galilei]], [[Niccolò Machiavelli]], [[Vittorio Alfieri]], [[Ugo Foscolo]], [[Gioachino Rossini]].
{{Div col|3}}
 
* [[Leon Battista Alberti]] (cenotafio)
Nonostante sia una [[chiesa cattolica]], vi sono anche sepolture di persone non credenti, tra cui lo stesso Foscolo. La prima illustre personalità qui inumata fu [[Leonardo Bruni]] nella seconda metà del Quattrocento, mentre l'ultima persona sepolta effettivamente in Santa Croce fu [[Giovanni Gentile]] nel 1944. Numerose sono anche le targhe commemorative, come quella per [[Enrico Fermi]], la cui tomba si trova negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] dove morì nel 1954.{{Div col|3}}
* [[Leon Battista Alberti]]
* [[Dante Alighieri]] ([[cenotafio]], il poeta è sepolto a [[Ravenna]])
* [[Giovanni Acuto]] (targa commemorativa)
Riga 317 ⟶ 351:
* [[Michelangelo Buonarroti]]
* [[Rosa Caiet Piattoli]], pittrice
* [[Luigi Canina]]
* [[Gino Capponi]]
* [[Giulia Clary]], moglie di [[Giuseppe Bonaparte]], e la figlia [[Charlotte Napoléone Bonaparte]]
Riga 322 ⟶ 357:
* [[Luigi Cherubini]] (cenotafio)
* [[Bartolomeo Cristofori]], inventore del [[fortepiano]]
* [[Cassono della Torre]], [[arcidiocesi di Milano|arcivescovo di Milano]] e [[patriarca di Aquileia]]
* [[Enrico Fermi]] (targa commemorativa)
* [[Ugo Foscolo]]
Riga 337 ⟶ 372:
* [[Giuseppe Montani]]
* [[Raffaello Morghen (incisore)|Raffaello Morghen]]
* [[Florence Nightingale]] (cenotafio)
* [[Michał Kleofas Ogiński]]
* [[Gioachino Rossini]]
* [[Giuseppe Sabatelli]], pittore
* [[Girolamo Segato]], scienziato
* [[Domenico Sestini]], numismatico
* [[Luisa di Stolberg-Gedern]], contessa d'Albany, moglie di [[Charles Edward Stuart]] (compagna di [[Vittorio Alfieri]])
* [[Fortunata Sulgher]], poetessa
* [[Angelo Tavanti]]
* [[Luigi Canina]]
* [[Florence Nightingale]] (cenotafio)
{{Div col end}}
 
Riga 352 ⟶ 387:
 
== Bibliografia ==
*Moisé F., Santa Croce di Firenze - Illustrazione storico-artistica Con note e copiosi documenti inediti Molini, Piatti, Visseux, Ricordi e Jouhad, Firenze, 1845.
*Bucci M., La Basilica di Santa Croce, Sadea/Sanson, Firenze, 1965.
* {{cita libro|curatore=Bruno Frescucci|titolo=Arte organaria nei secoli XV-XVI-XVII: la scuola cortonese|città=Cortona|editore=Grafiche Calosci|anno=1976|isbn=no|cid=B. Frescucci (a cura di)}}
* Marcia B. Hall, ''Renovation and Counter-Reformation: Vasari and Duke Cosimo in Santa Maria Novella and Santa Croce, 1565-77.'' New York, 1979.
* ''Guida d'Italia, Firenze e provincia'' ("Guida Rossa"), Edizioni Touring Club Italiano, Milano 2007.
*Ruschi P., I campanili di Santa Croce, in Santa Croce nell’800, cura di Pietro Ruschi, Edizioni Alinari, Firenze, 1986.
*{{Cita libro|titolo= Il pantheon di Santa Croce a Firenze |curatore= Luciano Berti|altri= testi di Alessandro Cecchi e altri|editore= Cassa di risparmio di Firenze|città= Firenze |anno= 1993|SBN= PAL0264711}}
*Detti E., Firenze scomparsa, Vallecchi editore, Firenze, 1997.
* Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, ''I tempi dell'arte'', volume 1, Bompiani, Milano 1999 ISBN 88-451-7107-8.
*Verdiani, G. (editor), Firenze delle torri: architetture verticali e loro intorno: i campanili di Santa Maria del Fiore e di Santa Croce, Materia e geometria, Volume 13, Alinea, Firenze, 2005.
*Beatrice Paolozzi Strozzi, ''La Basilica di Santa Croce, Itinerario guida'', Firenze, 2006.
* ''Guida d'Italia, Firenze e provincia'' ("Guida Rossa"), Edizioni Touring Club Italiano, Milano 2007.
* ''Santa Croce. Oltre le apparenze'', a cura di Andrea De Marchi e Giacomo Piraz, Pistoia, Gli Ori, 2011 ISBN 978-88-7336-434-4
* ''Agnolo Gaddi e la Cappella Maggiore di Santa Croce a Firenze. <span>Studi in occasione del restauro</span>''<span>, a cura di Cecilia Frosinini, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2014, </span>ISBN/EAN: <span>978883662948097888366294.</span>
 
== Voci correlate ==
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== Altri progetti ==
{{interprogetto|b=Disposizioni foniche di organi a canne/Europa/Italia/Toscana/Città metropolitana di Firenze/Firenze/Firenze - Basilica di Santa Croce|b_preposizione=sulla|b_etichetta=disposizione fonica dell'organo a canne|commons=Category:Santa Croce (Florence)|commons_preposizione=sulla|commons_etichetta=basilica di Santa Croce a Firenze}}
 
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.operadisantacroce.it|Sito ufficiale dell'Opera di Santa Croce}}
* {{cita web|http://www.italiaunita150.it/monumenti/firenze---dante-alighieri.aspx|Monumento a Dante Alighieri}}
* {{cita web | 1 = http://www.icvbc.cnr.it/bivi/regioni/toscana/firenze.htm#C.%20di%20S.%20Croce | 2 = Le vetrate di Santa Croce | accesso = 22 marzo 2009 | dataarchivio = 24 aprile 2009 | urlarchivio = https://web.archive.org/web/20090424220645/http://www.icvbc.cnr.it/bivi/regioni/toscana/firenze.htm#C.%20di%20S.%20Croce | urlmorto = sì }}
* {{cita web|http://xoomer.virgilio.it/fborsari/arretra/organi/italia33.html|Notizie sull'organo dal sito La pagina dell'organo}}
{{Santa Croce}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|architettura|cattolicesimo|Firenze|musei}}
 
[[Categoria:Basilica di Santa Croce| ]]
[[Categoria:Ugo Foscolo]]
[[Categoria:Architetture di Arnolfo di Cambio]]
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