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{{nd}}
{{nota disambigua|l'olio alimentare|Irpinia - Colline dell'Ufita}}
{{Regione geografica
{{F|Campania|aprile 2016}}
|nomeTerritorio = Irpinia
[[File:Ancient Samnium.png|thumb|upright=1.4|Il [[Sannio]] secondo l<nowiki>'</nowiki>''Historical Atlas''. L'Irpinia era una subregione della cosiddetta ''Regio IV Samnium'']]
|nomeUfficiale =
L’'''Irpinia''' è un distretto storico-geografico dell'[[Italia meridionale]] corrispondente all'incirca al territorio dell'attuale [[provincia di Avellino]]. I confini antichi infatti non coincidevano esattamente con quelli della provincia odierna: l'Irpinia comprendeva anticamente anche [[Principato Ultra#La provincia perde 29 comuni: la fine del Principato Ulteriore del 17 febbraio 1861|alcune terre]] appartenenti ora alle province di [[provincia di Benevento|Benevento]] e [[Provincia di Foggia|Foggia]], mentre non ne facevano parte la [[Valle Caudina]], il [[Baianese]] e il [[Vallo di Lauro]].
|panorama = Irpinia paesaggio.jpg
Nota come "la verde Irpinia", ha importanti valenze paesaggistiche tra cui il [[Parco regionale Monti Picentini|Parco Regionale Monti Picentini]] e l'[[Oasi Lago di Conza|Oasi WWF Lago di Conza]] e l'[[Oasi naturale Valle della Caccia]].
|didascalia = Tipico paesaggio irpino
|linkBandiera =
|paginaBandiera =
|linkStemma =
|paginaStemma =
|stato = ITA
|stato_spec = epoca contemporanea
|stato2 =
|stato2_spec =
|altriStati = <br />[[Lega sannitica]] <small>(in origine)</small>
|territorio = ''geografico:'' [[Appennino campano]] <small>(in larga parte)</small><br />''amministrativo:'' [[provincia di Avellino]] <small>(a grandi linee)</small>
|superficie =
|abitanti =
|anno =
|densità =
|lingue = ''ufficiali:'' [[Lingua italiana|italiano]], [[Lingua arbëreshe|arbëreshe]] <small>(nel comune di [[Greci (Italia)|Greci]])</small><br />''non ufficiali:'' [[dialetti irpini]] <small>(incluso l'[[Dialetto arianese|arianese]])</small><br />''estinte:'' [[lingua osca]]
|fusi =
|nomeAbitanti = [[Irpini]]
|linkMappa = Irpinia in the Italian peninsula.png
|noteMappa = L'Irpinia nell'entroterra [[appennini]]co della [[penisola italiana]], in posizione intermedia tra la [[pianura Campana]] e il [[tavoliere delle Puglie]].
|codiceMappa =
|lat = 41.0094444
|long = 15.0805556
|sito =
}}
 
L''''Irpinia''' è un distretto storico-geografico dell'[[Italia meridionale]] corrispondente, sia pur con notevole approssimazione, al territorio dell'odierna [[provincia di Avellino]] (già [[Principato Ultra]] fino al 1860).
 
Il [[coronimo]] "Irpinia", benché di uso esclusivamente moderno<ref>In epoca romana, al tempo delle [[guerre sannitiche]], si adoperava piuttosto la locuzione ''Samnium Hirpinum'' (="Sannio irpino"), anche se in seguito si preferì utilizzare l'etnonimo ''Hirpini'' per indicare tanto la popolazione quanto il suo territorio (ad esempio: ''in Hirpinis'' ="in Irpinia", letteralmente "negli Irpini"). Viceversa, la parola latina ''Hirpinia'' non indicava un'area geografica, ma piuttosto una ''[[gens]]'' romana –benché forse di origini irpine–, da cui anche il ''[[cognomen]]'' ''Hirpinianus''.<br />{{cita libro|titolo=Totius latinitatis onomasticon|anno=1883|p=409|url=https://books.google.it/books?id=fmdNWmJtyY8C&pg=PA409}} </ref>, fa comunque riferimento al territorio occupato anticamente dagli [[Irpini]] (in [[Lingua latina|latino]] ''Hirpini''), una tribù di stirpe [[sanniti]]ca e di [[lingua osca]] stanziata in epoca preromana su vaste zone dell'[[Appennino campano]].
 
Conosciuta nel suo complesso come "la verde Irpinia"<ref>{{cita libro|titolo=La verde Irpinia: cenni storici, geografici e letterari della provincia di Avellino: con un saggio di canti popolari e di folklore irpino|serie=Collana scolastica delle Provincie d'Italia|autore=Antonio D'Amato|ed=3|editore=Federico & Ardia|anno=1924}}</ref>, l'area dispone di notevoli valenze ambientali e paesaggistiche.
 
== Geografia ==
=== Territorio ===
L'Irpinia si estende sulla parte centro-orientale della [[Campania]], non ha uno sbocco al mare e presenta un territorio prevalentemente montuoso, confinando a [[nord]] con il [[Sannio|Sannio beneventano]], a [[est]] con la [[Daunia]] e il [[Vulture]], a [[sud]] con il [[provincia di Salerno|Salernitano]] e ad [[ovest]] con il [[Area Nolana|Nolano]] e l'[[Agro nocerino sarnese]]. I suoi limiti naturali sono i [[Subappennino Dauno|monti Dauni]] ad nord-est, il [[monte Vulture]] a sud-est, i [[monti Picentini]] a sud-ovest e i [[monti del Sannio]] a nord-ovest.
[[File:Laceno22.JPG|thumb|left|Montagne nella zona di [[Bagnoli Irpino]]]]
L'Irpinia è situata approssimativamente nel settore centro-orientale della [[Campania]], benché al tempo degli antichi Irpini fosse intimamente legata al [[Sannio]] e in [[epoca imperiale]] fu aggregata per diversi secoli all'[[Regio II Apulia et Calabria|Apulia]]. Non ha (né ha mai avuto) uno sbocco al mare, presentando un territorio essenzialmente montuoso-collinare. I suoi limiti naturali sono costituiti dai [[monti della Daunia]] a nord-est (oltre i quali si estende il [[Tavoliere delle Puglie]]), dal [[monte Vulture|Vulture]] a sud-est (un vulcano spento sito al confine con la [[Lucania]]) e dai [[monti Picentini]]-[[monti del Partenio|Partenio]] a sud-ovest (al di là dei quali si aprono le pianure e le coste della Campania), mentre il margine nord-occidentale è segnato da un complesso sistema fluviale (formato dal [[Calore Irpino|Calore]] e da numerosi suoi affluenti) imperniato su [[Benevento]] e condiviso con il Sannio propriamente detto<ref>
È plausibile che in epoca pre-romana i principali fiumi convergenti nella conca beneventana fungessero da linee di confine tra le diverse tribù del Sannio sud-orientale. In particolare, si presume che il fiume [[Tammaro (fiume)|Tammaro]] separasse gli Irpini dai [[Pentri]], che il fiume [[Sabato (fiume)|Sabato]] separasse gli Irpini dai [[Caudini]] e che lo stesso fiume Calore (a valle di Benevento) separasse Pentri e Caudini tra loro.<br />{{cita libro|titolo=L'Italia dai primordii all'evo antico|autore=Carlo Dotto de' Dauli|vol=1|editore=Tipografia e litografia democratica di A. Danesi|anno=1879|p=587|url=https://books.google.it/books?id=9-EhTQ4wezMC&pg=PA587
}}</ref>.
 
Il territorio si presenta come un altipiano assai irregolare (il cosiddetto ''Altopiano irpino''<ref>{{Cita libro|autore=Andrea Covino|titolo=Elementi di geografia colle più recenti indicazioni|ed=7|editore=Vaccarino|città=Torino|anno=1871|p=63|url=https://books.google.it/books?id=hsMc47ZkzNsC&pg=PA63}}</ref>), inciso da valli e punteggiato da rilievi, tra i quali serpeggiano numerosi fiumi e torrenti.
 
=== Idrografia ===
Il principale corso d'acqua è il già citato Calore che, a partire dalle sue sorgenti (situate presso il Colle Finestra, sul versante orientale del [[monte Accellica]]), attraversa il territorio trasversalmente in direzione sud-nord per diverse decine di chilometri. L'[[Ofanto]] nasce, invece, tra [[Nusco]] e [[Torella dei Lombardi]] e percorre per un lungo tratto la parte sud-orientale dell'Irpinia, prima in direzione ovest-est per poi deviare verso nord nei pressi della confluenza con l'Atella a causa dello sbarramento costituito dal Vulture. Il [[Sele]] nasce a [[Caposele]], dal monte Paflagone, contrafforte del Cervialto, e sbocca quindi nell'[[piana del Sele|omonima piana]] del Salernitano.
 
[[File:Ufita valley - Ariano I.jpeg|thumb|L'ampia [[valle dell'Ufita]] presso [[Ariano Irpino]]]]
 
Altri corsi d'acqua di rilievo sono il [[Sabato (fiume)|Sabato]], il [[Fredane]] e l'[[Ufita]] (tutti affluenti del Calore) che nascono rispettivamente dal versante occidentale del monte Accellica, dalla [[mefite di Ansanto]] e dal pianoro del [[Formicoso]]; notevole per la sua estensione soprattutto la [[valle dell'Ufita]], a tratti quasi pianeggiante. Poi ancora il fiume [[Miscano]] (affluente dell'Ufita) che sorge nei monti della Daunia e solca l'[[valle del Miscano|omonima vallata]] ricca di eminenze archeologiche e nota per le tipiche [[bolle della Malvizza]] (vulcanetti di fango di natura non vulcanica); quindi il [[Cervaro (fiume)|Cervaro]], un fiume che solca l'Irpinia nord-orientale per alcune decine di chilometri nel suo alto corso per poi discendere nel Tavoliere delle Puglie dopo aver percorso [[valle del Cervaro|l'omonima valle]] boscosa e a tratti impervia; infine il Calaggio, che dalle sue sorgenti, in agro di [[Vallata (Italia)|Vallata]], attraversa per un breve tratto l'Irpinia orientale prima di penetrare a sua volta nel Tavoliere pugliese. I fiumi e i torrenti testimoniano l'abbondanza di risorse idriche nel territorio, le quali vengono sfruttate per "dissetare" le aree circostanti attraverso opere di canalizzazione. È questo il caso, infatti, delle sorgenti del [[Sele]] e degli invasi [[lago di Conza|di Conza]] e [[Lago di San Pietro|di San Pietro]], in gran parte sfruttati dall'[[Acquedotto pugliese]], o del "canale di [[Serino]]" utilizzato già in epoca [[Impero romano|romana]] per portare l'acqua nella piana campana.
 
Pochi sono invece i laghi naturali, per lo più localizzati in aree montane marginali. I principali sono: il lago di San Giorgio tra [[Casalbore]], [[Montefalcone di Val Fortore|Montefalcone]] e [[San Giorgio La Molara]], dunque sul confine storico con il Sannio [[Pentri|pentro]]; i laghi vulcanici di [[laghi di Monticchio|Monticchio]], al confine storico con la Lucania; il [[lago Laceno]], di origine carsica, nell'Irpinia meridionale (alle pendici dei monti Picentini); infine il laghetto ''Luza Aquafets'', nell'Irpinia settentrionale (alle falde dei monti della Daunia, nelle vicinanze di [[Greci (Italia)|Greci]]), la cui esistenza è documentata fin dal 1466<ref>{{cita libro|autore=Tommaso Vitale|titolo=Storia della regia città di Ariano e sua diocesi|p=408|url=https://books.google.it/books?id=vW2YUtbHbH0C&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|editore=Stamperia Salomoni|anno=1794|città=Roma}}</ref>.
 
=== Orografia e geologia ===
Le cime più imponenti si innalzano nella zona sud-occidentale. È qui, infatti, che si ergono i monti [[Monte Cervialto|Cervialto]] (la cui cima si trova nel territorio comunale di [[Calabritto]]) e [[Terminio]] (tra [[Serino]] e [[Volturara Irpina]]), massicci di origine [[Carsismo|carsica]] rispettivamente di 1809 e 1806 m [[Livello del mare|s.l.m.]].
 
Nell'Irpinia centrale le montagne sono invece relativamente meno elevate, mentre le aree di fondovalle sono spesso ricoperte da depositi [[piroclasto|piroclastici]] (notevoli per il loro spessore soprattutto le [[pomici di Avellino]]). Fenomeni vulcanici secondari si evidenziano inoltre nella [[Rocca San Felice#Area archeologica della Valle d'Ansanto|Valle d'Ansanto]], ritenuta dagli antichi Irpini un luogo sacro dedicato alla dea [[Mefite]]; nelle vicinanze, a [[Villamaina]], vi è una sorgente termale. Assai più ampia è invece la diffusione delle [[acqua sulfurea|sorgenti sulfuree]].
Il territorio si presenta come un altipiano inciso da valli e punteggiato da rilievi, tra i quali serpeggiano numerosi fiumi e torrenti. Tra questi si possono annoverare il [[Calore Irpino]], l'[[Ofanto]] e il [[Sele]]. Il [[Calore Irpino|Calore]] attraversa il territorio trasversalmente in direzione sud-nord per circa 44&nbsp;km (sugli 80&nbsp;km totali del suo corso), dalle sorgenti, che si trovano a [[Montella]] ad una quota superiore ai 1000 m [[Livello del mare|s.l.m.]], fino ad arrivare nel [[Provincia di Benevento|beneventano]] dove confluisce nel [[Volturno]]. L'[[Ofanto]] nasce, invece, tra Nusco e Torella dei Lombardi, e percorre la parte orientale della regione per 68&nbsp;km, prima in direzione ovest-est, formando il [[lago di Conza]], per poi procedere verso nord nei pressi della confluenza con l'Atella, marcando il confine con la [[Basilicata]].[[File:Laceno22.JPG|thumb|Monti nei pressi della stazione sciistica campana [[Laceno]] (AV)]] Il [[Sele]] nasce a [[Caposele]], dal Monte Paflagone, contrafforte del Cervialto, e dopo 64&nbsp;km sfocia nel Golfo di Salerno, a Paestum.
Altri corsi di rilievo sono il [[Sabato (fiume)|Sabato]] e l'[[Ufita]], entrambi affluenti del Calore che nascono rispettivamente dal [[monte Accellica]] e [[Formicoso]]. Poi ancora il [[Miscano]] (affluente dell'Ufita) che solca l'[[valle del Miscano|omonima valle]] ricca di eminenze archeologiche e con i suoi tipici [[vulcani di fango|vulcanelli di fango]], al confine con il Sannio; quindi il [[Cervaro (fiume)|Cervaro]], fiume [[Puglia|pugliese]] che attraversa l'estremo lembo orientale della regione per 34&nbsp;km ca., dando il nome alla [[valle del Cervaro|valle omonima]] in prossimità di [[Savignano Irpino]]; infine il Calaggio, che dalle sue sorgenti, in agro di Vallata, attraversa l'Alta Irpinia per 28&nbsp;km ca. prima di rientrare in territorio pugliese.
I fiumi ed i torrenti testimoniano l'abbondanza di risorse idriche nel territorio, le quali vengono sfruttate per "dissetare" le regioni circostanti attraverso opere di canalizzazione. È questo il caso, infatti, delle sorgenti del [[Sele]] e dell'invaso di [[Conza della Campania]], in parte utilizzati dall'[[Acquedotto pugliese]] o del "Canale di [[Serino]]" utilizzato già in epoca [[Impero romano|romana]] per portare l'acqua nella piana campana.
 
Nel settore nord-orientale, infine, la conformazione orografica è decisamente di tipo argilloso-arenaceo (benché la matrice sia comunque calcarea), pertanto i rilievi raggiungono altezze inferiori; nonostante ciò, i centri abitati sorgono a quote mediamente più elevate. Tale territorio è percorso inoltre dalla dorsale spartiacque [[appennini]]ca, che si estende dalla [[sella di Ariano]] a nord (presso [[Ariano Irpino]], il comune montano più popoloso della regione<ref>{{cita web|url=http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni%20montani&menu=684|titolo=Comuni montani|sito=Comuniverso|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190611211104/http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni%20montani&menu=684|dataarchivio=11 giugno 2019}}</ref>), passando per i rilievi della [[Baronia di Vico]] (ove vi è [[Trevico]], il centro abitato più elevato in regione con i suoi {{M|1090|ul=m slm}}<ref>{{cita web|url=https://www.tuttitalia.it/campania/96-comuni/altitudine/|titolo=Comuni campani per altitudine|sito=Tuttitalia}}</ref>) e per l'altopiano del [[Formicoso]] (avente un'altitudine media di circa 800 {{mslm}}), fino alla [[sella di Conza]], a sud.
Per quanto riguarda l'orografia del territorio, le cime più imponenti si ergono nella zona sud-occidentale. È qui, infatti, che si trovano i monti [[Monte Cervialto|Cervialto]], la cui cima si trova nel Comune di Calabritto, e [[Terminio]], in quello di [[Montella]], massicci di origine [[Carsismo|carsica]] rispettivamente di 1809 e 1806 m [[Livello del mare|s.l.m.]]. Nell'area orientale, invece, la conformazione è di origine argillosa. Per tale ragione i rilievi raggiungono altezze inferiori. Di questo territorio fanno parte la dorsale dell'[[Appennini|Appennino]] dalla [[Sella di Ariano]], passando per i rilievi della Baronia di Vico. La parte sud-orientale della dorsale prende il nome di “Altopiano del Formicoso” ed ha un'altitudine media di circa 800 m s.l.m. Altri complessi montuosi di rilievo sono i [[Monti Picentini]] ed il Partenio.
 
=== Sismologia ===
{{vedi anche|Terremoti in Irpinia}}
L'Irpinia costituisce un importante [[distretto sismico]]. L'[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia]] vi ha una propria sede a [[Grottaminarda]], nella [[valle dell'Ufita]], con annesso un centro per la sismologia ed ingegneria sismica. Il centro, mediante una sala di monitoraggio sismico, collabora allo sviluppo di una rete sismica nazionale che consente l'immediata localizzazione automatica degli eventi sismici che avvengono nell'ambito del territorio nazionale.<ref>{{cita web|url=http://www.gm.ingv.it/index.php/la-sede-irpinia|titolo=La sede Irpinia|sito=Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia|accesso=10 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180614221302/http://www.gm.ingv.it/index.php/la-sede-irpinia|dataarchivio=14 giugno 2018|urlmorto=sì}}</ref>
L'Irpinia costituisce uno dei 175 [[distretti sismici italiani]].
L'[[Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia]] ha in Irpinia una propria sede a [[Grottaminarda]], nella [[valle dell'Ufita]], con annesso un centro per la Sismologia ed Ingegneria sismica. Il centro, mediante una sala di monitoraggio sismico, collabora allo sviluppo di una rete sismica nazionale che consente l'immediata localizzazione automatica degli eventi sismici che avvengono nell'ambito del territorio nazionale.<ref>{{cita web|url=http://www.gm.ingv.it/index.php/la-sede-irpinia|titolo=La sede Irpinia|sito=Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia}}</ref>
 
== Storia ==
[[File:Ariano Irpino - La Starza.jpg|thumb|La rupe gessosa de [[La Starza (Ariano Irpino)|La Starza]], nella [[valle del Miscano]], presso cui si rinvengono le vestigia del più antico insediamento della regione]]
[[File:Castello del Monte.JPG|thumb|upright=1.6|left|Il Castello longobardo di [[Montella]], con le mura di epoca romana, sede del [[gastaldo]]]]Dal XII al X secolo a.C., per successive ondate immigratorie, penetrarono in [[Italia]], dal [[Veneto]], popoli di lingua indo-europea che dettero origine nelle zone del centro-Italia più occidentali ai ''Prischi-[[Latini]]'', e ad est, sulla dorsale appenninica, agli ''Umbro-[[Sabini]]''. Queste tribù si sovrapposero ai più antichi insediamenti di Itali e [[Ausoni]], o [[Enotri]], formando un unico corpo civile. I coloni provenienti dalla [[Grecia]] chiamarono queste popolazioni Opsci, trasformato poi in [[Osci]] o Oschi a significare incolti, estranei alla civiltà greca.<br />
Dal VI secolo a.C. si assistette a successive e massicce migrazioni verso Sud dei Sabini, distaccatisi dagli [[Umbri]], in ossequio al ''ver sacrum'', la primavera sacra, un antichissimo rito dei popoli italici praticato in tempo di pericolo o in caso di elevata densità di popolazione. Sotto la guida di un animale sacro, i Sabini penetrarono lungo la dorsale appenninica dai confini dell'[[Umbria]] sino all'[[Aspromonte]]. I primi "sacrati", secondo la tradizione, erano in settemila guidati da ''Comio Castronio'' e sotto il vessillo del toro occuparono le terre tra il [[Molise]], il [[Matese]] e il fiume Tammaro, dando origine alle genti sannitiche.
 
Le più antiche tracce umane nell'area risalgono al [[paleolitico]] e sono riferibili a sporadici gruppi di [[cacciatori-raccoglitori]], mentre i primi villaggi agro-pastorali sorsero nel [[neolitico]] in correlazione ad afflussi di genti provenienti dall'area adriatica. A partire dal XII-X secolo a.C. iniziarono poi a giungere, per successive ondate immigratorie, i primi popoli di ceppo [[lingue indoeuropee|indo-europeo]].
L'antica e corretta denominazione, in lingua osca, dei [[Sanniti]] è ''Safineis'', come riportato su alcune epigrafi e monete ritrovate in molti scavi archeologici. Il nome latino Samnites sembra essere una degenerazione linguistica di Sabini, da cui Sabnites e quindi Sanniti.
 
Fu però soltanto tra il VI e il IV secolo a.C. che una tribù [[sanniti]]ca di [[lingua osca]], gli [[Irpini]], provenienti da territori più a nord occuparono progressivamente l'intera area. Il loro nome derivava da quello del [[lupo]] (''hirpus'' in lingua osca), forse prescelto quale animale [[totem]]ico. Ad ogni modo gli Irpini, almeno fino al termine delle [[guerre sannitiche]], non furono mai espressamente citati in quanto costituivano parte integrante della [[Lega sannitica]]; essi comparvero per la prima volta col proprio nome soltanto al tempo della spedizione di [[Pirro]], nel 280 a.C.
Un ulteriore insediamento di tribù sabelle occupò la regione compresa tra il fiume [[Sabato (fiume)|Sabato]], l'[[Ufita]] e l'[[Ofanto]]: si chiamarono [[Irpini]], dal nome dell'animale, loro insegna, venerato in onore del dio Marte: ''Hirpus'' che nella lingua osca significava lupo.
Gli Irpini conservarono stabilmente le antiche tradizioni e la [[lingua osca]]. Il ritrovamento fatto a fine Settecento della ''[[Tabula Bantina]]'', ha permesso la comprensione e lo studio di quest'antico idioma italico. La tavola in bronzo, rinvenuta a [[Oppido Lucano]], nel potentino, reca l'iscrizione di una legge della vicina città romana di [[Banzi]] sia in osco sia in latino.
 
I centri irpini più importanti furono (da nord a sud): ''[[Vescellium]]'' (presso i [[monti della Daunia]], ai confini con l'[[Apulia]]), ''[[Aequum Tuticum]]'' (Sant'Eleuterio di [[Ariano Irpino]]), inizialmente ''[[Maleventum]]'' ([[Benevento]], colonizzata comunque dai Romani fin dal 268 a.C.), ''[[Trivicum]]'' (Civita Superiore di [[San Sossio Baronia]]), ''[[Aeculanum]]'' (Passo di [[Mirabella Eclano|Mirabella]]), ''[[Aquilonia (città romana)|Aquilonia]]'' ([[Lacedonia]]), ''[[Abellinum]]'' (nei pressi dell'odierna [[Atripalda]], sul fiume Sabato), ''[[Fratuolum]]'' (forse [[Calitri]]), ''[[Compsa]]'' ([[Conza della Campania|Conza]] vecchia).
Nei tempi più antichi l'Irpinia, propriamente detta, era delimitata ad ovest dai gioghi del monte Partenio, a sud arrivava sino ai monti Picentini, lungo la catena del Terminio ([[monti Lattari]]) sino alle sorgenti del Sele (monte Celica e Cervalto, ovvero Accélica e Cervialto) per continuare lungo il greto dell'Ofanto sino ai confini della [[Peucezia]], oltre Monteverde. Ad est raggiungeva la valle dell'Ufita, affluente del fiume Calore, dove incontrava i territori della Daunia; a nord confinava con la valle Caudina e il Sannio. I centri irpini più importanti furono: ''Maleventum'' ([[Benevento]]), ''Aeclanum'' (Mirabella Eclano), Romulea (Bisaccia), Compsa ([[Conza della Campania|Conza]]), Aletrium ([[Calitri]]), Aquilonia, Lacedonia e Abellinum, sita nei pressi dell'odierna [[Atripalda]] sulle rive del fiume sabato.<br />Per mancanza delle antiche fonti storiche non è accertabile un'età precisa sull'insediamento degli Irpini in queste terre. È certo, però, che prima dell'anno 342 a.C., allorché cominciò la [[Guerre sannitiche#Prima guerra sannitica (343-341 a.C.)|prima guerra tra Sanniti e Romani]], gli Irpini si erano stabiliti, già da tempo, nel territorio cui avevano imposto il loro nome. Essi compaiono, per la prima volta, col proprio nome al tempo della spedizione di [[Pirro]], nel 280 a.C. Abellinum fu conquistata dai romani nel 252 a.C.
[[File:Montesarchio, Italia - Monte Taburno.jpg|thumb|upright=1.4|Vista aerea del Monte Taburno]]
 
A seguito di ricerche archeologiche sono inoltre emersi altri insediamenti, ancor più antichi dei precedenti, dei quali però si ignorano i nomi; essi erano situati a Monte Rovitello (presso [[Greci (Italia)|Greci]]), a [[Casalbore]] (ove si rinvengono i resti di un tempio italico, l'unico superstite in tutta l'Irpinia), a [[Monte Castello (Savignano Irpino)]], a La Pezza (presso [[Melito Irpino]]), a [[Castel Baronia]], a [[Carife]] (assai cospicui i reperti rinvenuti nella [[Area archeologica di Carife|locale area archeologica]]), a [[Bisaccia (Italia)|Bisaccia]], a [[Morra De Sanctis]], a Oppido Vetere (presso [[Lioni]] e [[Caposele]]), a [[Castelnuovo di Conza]] (ai confini con la [[Lucania]]).
Le tribù irpine erano organizzate in pagi, cantoni nei quali erano sparse capanne o casupole e dove esisteva una rocca che offriva un sicuro riparo in caso di guerra e che custodiva le cose sacre della comunità. I Safini, o Sabhini, non costituirono mai uno stato centrale, le singole tribù, "sacrate" a Mamerte (Marte), secondo la divinazione del ver sacrum, formarono ognuno un'entità politico-amministrativa chiamata toutus. I sanniti contarono quattro touti: i [[Pentri]], con Bovianum Vetus ([[Pietrabbondante]]) quale località dove si svolgevano i rituali sacri e le attività sociali e di governo, occuparono l'alto e medio [[Molise]] e l'[[Comunità montana Alto Sangro e altopiano delle Cinquemiglia|alta valle del Sangro]]; i [[Carricini]] con [[Cluviae|Cluviæ]], si stanziarono tra il [[Sangro]] e il [[Trigno]]; i Caudini con Caudium ([[Montesarchio]]), si insediarono nella pianura campana lungo il corso del [[Volturno]]; gli Irpini, con Malies o [[Benevento|Maloenton]], rinominata poi dai Romani Beneventum e con [[Aeclanum]] occuparono le terre tra l'[[Ofanto]] e il Calore. Capo del touto era il Meddis Toutiks. Era eletto democraticamente e affiancato da un collegio costituito dal Meddix Aticus, una sorta di ministro delle finanze, e dai rappresentanti dei vari pagi, guidati dal Meddix Minor.<br />I pagi, autoctoni e autonomi, erano generalmente retti da libere assemblee, alcune con costituzione democratica, sul modello greco, altre governate da oligarchi. Vi si organizzava il reclutamento militare, si approvavano le leggi locali e si eleggevano i rappresentanti al touto. Ogni pagus era, a sua volta, organizzato in vari insediamenti diffusi sul territorio, costituiti dai vici e dagli oppida. Il vicus aveva funzioni prettamente economico-produttive ed era situato in zone piane o pedemontane, l'oppidum era un castello fortificato con un presidio militare posto sulle alture. La sicurezza e l'organizzazione del territorio erano garantite da un forte e capillare controllo esercitato da un'entità governativa che imponeva il rispetto delle leggi locali e del touto.
 
Ancora all'epoca delle [[guerre puniche]] gli Irpini (diversamente da altre tribù sannitiche) si dimostrarono assai ostili nei confronti dei [[Antichi Romani|Romani]]; costoro riuscirono però ad avere la meglio appropriandosi di vaste fette di territorio. Di origine prettamente romana (nonostante la presenza ''in loco'' di numerosi reperti scritti in [[osco]], la lingua parlata dagli antichi Irpini) è, ad esempio, il ''[[forum (urbanistica)|forum]]'' [[Gaio Sempronio Gracco|graccano]] di Fioccaglie presso [[Flumeri]], il cui nome doveva corrispondere forse a ''[[Forum Aemilii]]'' data la sua collocazione all'incrocio tra la ''[[Via Appia]]'' e la ''[[Via Aemilia in Hirpinis|Via Aemilia]]'' (della quale ultima costituiva il ''caput viae'')<ref>{{cita conferenza|titolo=La Magna Grecia da Pirro ad Annibale|conferenza=Atti del cinquantaduesimo convegno di studi sulla Magna Grecia, Taranto 27-30 settembre 2012|pp=232-236|url=https://www.academia.edu/16478425/La_Via_Appia_a_sud_di_Benevento_e_il_sistema_stradale_in_Puglia_tra_Pirro_e_Annibale_in_Atti_52_Convegno_di_Studi_sulla_Magna_Grecia_Taranto_2012_Napoli_2014_pp_211_245|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220417123340/https://www.academia.edu/16478425/La_Via_Appia_a_sud_di_Benevento_e_il_sistema_stradale_in_Puglia_tra_Pirro_e_Annibale_in_Atti_52_Convegno_di_Studi_sulla_Magna_Grecia_Taranto_2012_Napoli_2014_pp_211_245}}</ref>. Al termine della sanguinosa [[guerra sociale]] (I secolo a.C.) gli Irpini furono poi costretti a sottomettersi definitivamente, perdendo così la loro cultura e la loro lingua ma ottenendo in compenso la tanto ambita [[cittadinanza romana]].
A seconda delle circostanze e convenienze i touti si federavano per fronteggiare le minacce alla loro integrità territoriale. Nel V secolo a.C., i Samnites costituirono una sorta di Lega per sottrarre agli [[Civiltà etrusca|Etruschi]] la città di [[Capua antica|Capua]] con l'intera pianura campana fino a [[Stabiae|Stabiæ]]. Successivamente espugnarono ai Greci la città di [[Cuma]] sottraendo loro il controllo della costa tirrenica della Conia. Una testimonianza dei vincoli federativi tra le tribù irpine è documentata da un'antica moneta in bronzo, anteriore per conio alla fine della [[Guerre sannitiche#Terza guerra sannitica .28298-290 a.C..29|terza guerra sannitica]] (275 a.C.), nella quale si accenna ad una lega stretta tra i quattro pagi, i quali traevano la loro origine direttamente dagli dei Tefer, antico dio della guerra italico, e Herentateis, dea della bellezza e dell'amore, e altre sette tribù, costituenti una costellazione politica maggiore quali potevano essere gli Abellinates. A riprova del vincolo federativo delle comunità irpine, ma allo stesso tempo della loro autonomia, vanno citati gli eventi della [[seconda guerra punica]], allorquando [[Annibale]] si presentò ai popoli italici come il liberatore dal giogo di Roma. Gli Irpini, all'appello del duce cartaginese, si mostrarono disuniti, divisi com'erano in due diversi partiti politici: uno aristocratico, fedele, secondo gli antichi patti di un fœdus iniquum, all'alleanza romana, e l'altro democratico, aperto ad ogni novità. Non si riuscì a raggiungere un'intesa tra le tribù irpine neppure all'epoca della [[guerra sociale]], quando i popoli assoggettati a Roma insorsero affinché fossero loro conferiti gli stessi diritti politici degli abitanti dell'Urbe. Gli Irpini si divisero in una parte favorevole al Senato, quella aristocratica, e in una parte popolare che teneva per gli insorti; si ritrovarono quindi a combattere sui due fronti opposti, gli uni contro gli altri. La feroce riconquista delle popolazioni sollevate da parte di [[Lucio Cornelio Silla|Silla]] indusse, anzitempo, gli Irpini insorti a trattare la resa. La volontaria dedizione dei pagi irpini indusse [[Gaio Mario|Mario]] a concedere loro, nell'87 a.C., la cittadinanza. Il favore guadagnato da Mario per i benefici concessi segnò la fine del touto irpino. Infatti, con lo scoppio della guerra civile tra le opposte fazioni dei sostenitori di Mario e di Silla e la definitiva vittoria di quest'ultimo, gli Irpini furono proscritti ed ebbero i beni confiscati. L'uccisione o la riduzione in servitù dell'antica gente, ad eccezione dei partecipanti alla legione irpina, rimasti fedeli a Silla, portò alla cancellazione anche della favorevole condizione giuridica: persero la loro indipendenza e autonomia, furono privati del loro territorio e i possedimenti, sia privati che pubblici, furono distribuiti tra i legionari o avocato alla [[repubblica romana]].
 
Numerose [[strade romane]] attraversarono il territorio irpino: le più antiche furono le già citate ''Via Appia'' e ''Via Aemilia'', seguirono poi la ''[[Via Minucia]]'' (successivamente ribattezzata ''[[Via Traiana]]''), la ''[[Via Aurelia Aeclanensis|Via Aurelia]]'' e infine la ''[[Via Herculia]]''. Inoltre alcuni indizi (tragitti degli ''[[itineraria]]'', ruderi di ponti romani sul fiume Calore, frammenti di miliari) fanno presupporre l'esistenza anche di altre strade, delle quali però non si conoscono i nomi.
L'Irpinia fu separata dal Sannio, che rientrò nella IV regione, e inclusa in gran parte nella ''II Regio'': Apulia e controllata dalla colonia militare di Compsa.
 
Fin dall'[[epoca imperiale]] l'Irpinia fu separata dal Sannio (che costituì la ''[[regio IV Samnium|regio IV]]'') e aggregata dapprima alla ''[[regio II Apulia et Calabria]]'' (ossia alla Puglia) dall'imperatore [[Augusto]], per poi passare almeno in parte alla ''[[Campania (provincia romana)|Campania]]'' a seguito della riforma amministrativa operata da [[Adriano]]; tuttavia il settore orientale rimase legato alla provincia di ''[[Apulia et Calabria]]'' (erede della ''Regio II'') ancora per qualche secolo.<ref>{{cita testo|autore=Antonio Canino|titolo=Campania|editore=Touring club italiano|anno=1981|pp=11-12|isbn=9788836500185}}</ref>
[[File:Castello di Gesualdo ottobre2012.jpg|thumb|Il [[castello di Gesualdo]]]]
 
In epoca medievale, con l'invasione [[Longobardi|longobarda]], i territori già irpini furono assoggettati fin dal VI secolo al [[ducato di Benevento]], ma in seguito il [[principato di Salerno]] riuscì ad appropriarsene dapprima in parte (settori meridionali, secolo IX) e poi totalmente (a seguito della [[conquista normanna dell'Italia meridionale|conquista normanna]], secolo XI); tuttavia le stesse terre, a partire dall'[[Angioini|epoca angioina]] (secolo XIII), furono distaccate anche da Salerno per costituire un [[giustizierato]] a sé stante (denominato ''Principato Ultra'', o anche ''Principato Ulteriore'') all'interno del neonato [[Regno di Napoli]].
Nel 1942 [[Papa Pio XII]] ha nominato [[Guglielmo da Vercelli]] patrono dell'irpinia<ref>{{cita web|url=http://www.enrosadira.it/santi/g/guglielmo.htm|titolo=Guglielmo da Vercelli|editore=enrosadira.it}}</ref>
 
A decorrere dal XV secolo il ''Principato Ultra'' fu elevato a provincia e, a partire dalla fine del secolo successivo, la sua sede fu fissata stabilmente in [[Montefusco]]; fu soltanto dal 1806 che [[Avellino]] divenne capoluogo provinciale. Dopo l'[[unità d'Italia]] la denominazione ''Principato Ultra'' fu abbandonata, ma lo stemma fu mantenuto; i confini provinciali furono comunque ripetutamente modificati nel corso dei secoli.
Il 23 novembre [[1980]] in Irpinia a [[Conza della Campania]] ci fu un [[terremoto dell'Irpinia del 1980|terremoto]] potentissimo, di magnitudo 6.9 della scala Richter che causò circa 280.000 sfollati, 8.848 feriti e 2.914 morti nonché moltissimi danni in [[Campania]] e in [[Basilicata]]. L'Irpinia era già stata colpita dai terremoti [[Terremoto dell'Irpinia e Basilicata del 1694|del 1694]] e del [[Terremoto dell'Irpinia del 1910|1910]], che hanno interessato anche la Basilicata.
 
Nel 1942 [[papa Pio XII]] nominò [[Guglielmo da Vercelli]], fondatore del [[santuario di Montevergine]] e dell'[[abbazia del Goleto]], patrono dell'Irpinia<ref>{{cita web|url=http://www.enrosadira.it/santi/g/guglielmo.htm|titolo=Guglielmo da Vercelli|editore=enrosadira.it}}</ref>.
== Turismo ==
 
== Lingue e dialetti ==
Principali attrattive turistiche sono il comprensorio sciistico del [[Laceno]], con il lago omonimo, il monte [[Terminio]] ed alcuni borghi che fanno parte dell'associazione dei ''Borghi più belli d'Italia'' (ad es. [[Nusco]], [[Monteverde (Italia)|Monteverde]], [[Savignano Irpino]] e [[Zungoli]]).
La [[lingua osca]], ossia l'idioma [[Lingue indoeuropee|indoeuropeo]] parlato dagli antichi Irpini e dalle altre popolazioni sannitiche e appartenente al gruppo [[Lingue osco-umbre|osco-umbro]], si estinse a seguito della colonizzazione romana; le ultime attestazioni scritte risalgono al I secolo a.C.
 
Nell'Irpinia moderna si parlano invece la [[lingua italiana]] e i vari [[dialetti irpini]], questi ultimi derivanti dalla sovrapposizione della [[lingua latina]] sul [[sostrato (linguistica)|sostrato]] osco e appartenenti al gruppo dei [[dialetti italiani meridionali]]. Nelle fasce territoriali periferiche i vernacoli locali subiscono comunque diverse influenze; ad esempio, nella città di [[Ariano Irpino]] (ai confini con la [[Puglia]]) è in uso una parlata di transizione con caratteri peculiari, il [[dialetto arianese]].
[[File:Castello Normanno di Ariano Irpino.jpeg|thumb|Il [[castello di Ariano Irpino]]]]
 
Un diverso idioma [[Lingue romanze|romanzo]], quello [[Minoranza francoprovenzale in Puglia|francoprovenzale]] penetrato a seguito degli [[Angioini]] o dei [[Valdesi]], oltreché tuttora parlato nell'alta [[Valmaggiore]] (un'area-cuscinetto a cavallo tra Irpinia e [[Daunia]]) era usato un tempo anche da alcune altre comunità vicine dell'Irpinia nord-orientale, ove permangono tracce della sua diffusione<ref>{{cita libro|titolo=Puglia|editore=Touring club italiano|anno=1978|p=62|isbn=978-88-365-0020-8|url=https://books.google.it/books/about/Puglia.html?hsl=ru&id=Dpw8sVVqkmAC&redir_esc=y}}</ref>.
Fra le strutture architettoniche spicca il castello di [[Ariano Irpino]], sede della prima [[contea di Ariano|contea]] normanna dell'Italia meridionale ove venne emanato il corpus giuridico delle [[Assise di Ariano]]. Notevole anche il castello aragonese di Monteverde, sede dal 1532 al 1641 della Signoria di Monteverde dei Grimaldi Principi di Monaco. Di rilievo, inoltre, è il centro storico di [[Gesualdo (Italia)|Gesualdo]] con il castello che fu dimora del Principe dei Musici [[Carlo Gesualdo]], [[Rocca San Felice]], [[Calitri]] (particolarmente [[Borgo Castello di Calitri|Borgo Castello]]) e il borgo medievale di Castelvetere.
Importante anche il castello di [[San Barbato (Manocalzati)|San Barbato]], forte costruito in epoca Longobarda nell'849. Le prime notizie sull'esistenza del Castello risalgono a un documento del 1146 in cui compare il nome di Malfrido de Sancto Barbato.
 
[[File:Greci (Italy) road sign.jpeg|thumb|upright=0.8|Segnaletica bilingue a [[Greci (Italia)|Greci]], isola linguistica ''[[arbëreshë]]'']]
Fra le mete religiose il [[Santuario di Montevergine]] a [[Mercogliano]], il [[Santuario di san Gerardo Maiella]] nel comune di [[Caposele]], il Santuario di Carpignano a [[Grottaminarda]] e il Santuario della Madonna del Buon Consiglio a [[Frigento]].
 
[[Greci (Italia)|Greci]] è invece l'unico paese irpino in cui si parla l'''[[arbëreshë]]'', un idioma antico-[[lingua albanese|albanese]]. Oltre alla lingua, a Greci si sono mantenute intatte nel tempo anche molte tradizioni (ma non il [[rito ortodosso]]). Lo stanziamento ''arbëreshë'' risale al XV secolo, ma il toponimo "Greci" ha origini più antiche (essendo attestato fin dall'XI secolo) ed è piuttosto riferibile ai [[Bizantini]] che nel IX-X secolo occuparono quel territorio. In lingua ''arbëreshë'' Greci è chiamata invece ''Katundi'', letteralmente "il borgo", "il paese".
== Gastronomia ==
Di particolare rilevanza è la produzione di [[vino]]. Tra i più pregiati vi sono il [[greco di Tufo DOCG]], il [[taurasi DOCG]], il [[fiano di Avellino]] e l'[[aglianico]]. Tra i prodotti IGP vi è la [[castagna di Montella]] (prodotta nell'area del Terminio-Cervialto e limitata in particolare ai territori dei comuni di [[Montella]], [[Bagnoli Irpino]], [[Cassano Irpino]], [[Nusco]], [[Volturara Irpina]] e contrada Bolifano di [[Montemarano]]) mentre l'olio [[Irpinia - Colline dell'Ufita]], che si caratterizza per i suoi colori intensi e per il sapore fruttato con note di pomodoro<ref>{{cita web|url=http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/olio_irpinia_ufita.html|titolo=Irpinia Colline dell'Ufita DOP|editore=agricoltura.regione.campania.it}}</ref>, è riconosciuto come DOP. Altri prodotti tipici sono il [[pane di Calitri]], il [[pane di Montecalvo]], il [[pecorino bagnolese]], il [[pecorino di Carmasciano]], il [[prosciutto di Venticano]] e il tartufo nero di [[Bagnoli Irpino]], tutti riconosciuti quali [[Prodotti agroalimentari tradizionali campani|prodotti agroalimentari tradizionali]].
 
In passato esistevano ancora altre isole linguistiche: si trattava degli [[schiavoni]], un gruppo etnico di ceppo [[lingue slave|slavo]] stanziato un tempo a Polcarino degli Schiavoni (la moderna [[Villanova del Battista]]), a Montemalo (l'attuale [[Sant'Arcangelo Trimonte]]) e a [[Ginestra degli Schiavoni]], estintosi dopo le estese devastazioni provocate dall'epidemia di [[peste del 1656]].
Nei comuni di [[Pietradefusi]] (in particolare la frazione [[Dentecane]]), [[Grottaminarda]] e [[Ospedaletto d'Alpinolo]] sono presenti degli stabilimenti per la produzione del torrone (molto importante è anche la produzione di nocciole). Per quanto riguarda la pasta è diffuso il consumo dei [[Fusilli#Fusilli avellinesi|fusilli avellinesi]] mentre la [[maccaronara]] è tipica di [[Castelfranci]].
 
== Prodotti tipici ==
== Lingua e minoranze linguistiche ==
Il biodistretto d'Irpinia, avente sede nella città di [[Ariano Irpino]], è incluso nel registro nazionale dei distretti biologici<ref>{{Cita web|https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/20837|Registro Nazionale Distretti Biologici|Ministero dell'agricoltura,
In Irpinia si parla il [[dialetto irpino]] che fa parte dei [[dialetti italiani meridionali]], appartenendo allo stesso gruppo linguistico della [[dialetto napoletano|lingua napoletana]]. Ai confini con le altre province o regioni esso subisce diverse influenze. In particolare, nella città di [[Ariano Irpino]] è in uso una parlata di transizione con caratteri peculiari, il [[dialetto arianese]].
della sovranità alimentare e delle foreste|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240416054654/https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/20837}}</ref>. Di particolare rilevanza è la produzione di [[vino]]: tra i più pregiati vi sono il [[greco di Tufo DOCG]], il [[taurasi DOCG]], il [[fiano di Avellino]] e l'[[aglianico]]. Tra i prodotti [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|IGP]] vi è la [[castagna di Montella]], mentre l'olio extravergine d'oliva [[Irpinia - Colline dell'Ufita]], che si caratterizza per i suoi colori intensi e per il sapore fruttato con note di pomodoro<ref>{{cita web|url=http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/olio_irpinia_ufita.html|titolo=Irpinia Colline dell'Ufita DOP|editore=agricoltura.regione.campania.it}}</ref>, si fregia del marchio [[denominazione di origine protetta|DOP]]. Altri prodotti tipici sono il [[caciocchiato irpino]], la [[castagna di Trevico]] (soprattutto in forma di ''caldarroste''), il [[pane di Calitri]], il [[pane di Montecalvo]], la [[patata di Trevico]], il [[pecorino bagnolese]], il [[pecorino di Carmasciano]], il [[prosciutto di Trevico]], il [[prosciutto di Venticano]] e il tartufo nero di Bagnoli Irpino, tutti riconosciuti quali [[Prodotti agroalimentari tradizionali campani|prodotti agroalimentari tradizionali]] (PAT).
 
Nei comuni di [[Pietradefusi]] (in particolare la frazione [[Dentecane]]), [[Grottaminarda]] e [[Ospedaletto d'Alpinolo]] sono presenti degli stabilimenti per la produzione del torrone; molto importante è anche la produzione di nocciole. Per quanto riguarda la pasta è diffuso il consumo dei [[Fusilli#Fusilli avellinesi|fusilli avellinesi]]; esclusivi della [[Baronia (Italia)|Baronia]] sono invece i ''trilli'', un particolare tipo di pasta casereccia che si fregia del marchio PAT<ref>{{cita web|url=http://www.viaggioinirpinia.it/prodotti-tipici-irpini/|titolo=Prodotti tipici irpini|sito=Viaggio in Irpinia}}</ref>.
[[Greci (Italia)|Greci]] è invece l'unico paese irpino e campano in cui si parla l'[[arbëreshë]], un idioma antico-albanese. Oltre alla lingua, a Greci si sono mantenute intatte nel tempo anche molte tradizioni.
 
Inoltre l'artigianato ha rivestito da sempre un ruolo importante nell'economia locale; tra le numerose manifatture locali si segnala la [[ceramica arianese]], ben attestata fin dal XIII secolo<ref>{{cita libro|autore=Guido Donatone|titolo=La Maiolica di Ariano Irpino|editore=Edizione Del Delfino, Adriano Gallina|città=Cava dé Tirreni|anno=1980|p=95}}</ref>.
 
== Luoghi d'interesse ==
[[File:Savignano irpino.jpg|thumb|Veduta di [[Savignano Irpino]]]]
 
Principali attrattive turistiche sono l'ex comprensorio sciistico del [[Laceno]] con il lago omonimo, il monte [[Terminio]] oltre ad alcuni borghi che fanno parte dell'associazione dei [[borghi più belli d'Italia]], quali [[Frigento]], [[Gesualdo (Italia)|Gesualdo]], [[Monteverde (Italia)|Monteverde]], [[Nusco]], [[Savignano Irpino]] e [[Zungoli]] (questi due ultimi si fregiano inoltre, rispettivamente, della [[bandiera gialla (marchio)|bandiera gialla]] e della [[bandiera arancione]]).
 
Tra le strutture architettoniche di rilievo storico spicca il [[castello di Ariano]], sede della prima [[contea di Ariano|contea normanna]] in terra italiana, presso cui furono convocate e promulgate le celebri [[assise di Ariano]] del 1140. Notevoli anche il [[complesso monumentale del Monte]] a [[Montella]], il castello di [[San Barbato (Manocalzati)|San Barbato]], costruito in epoca longobarda nell'849, e il castello aragonese di [[Monteverde (Italia)|Monteverde]], sede dal 1532 al 1641 della signoria dei [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]] principi di Monaco. Di rilievo, inoltre, sono il [[Borgo Castello (Calitri)|borgo Castello]] di [[Calitri]]; il centro storico di [[Gesualdo (Italia)|Gesualdo]] con il castello che fu dimora del "principe dei musici" [[Carlo Gesualdo]]; il palazzo Filangieri di [[Lapio]] con i suoi affreschi.
 
[[File:Santuario di Montevergine. (6818).jpg|thumb|left|upright=0.9|Il santuario di Montevergine]]
 
Tra le mete religiose si citano il [[santuario di Montevergine]] in territorio di [[Mercogliano]], l'[[abbazia del Goleto]] presso [[Sant'Angelo dei Lombardi]], il [[santuario di San Gerardo Maiella]] a [[Caposele]], il [[convento di San Francesco a Folloni]] a [[Montella]], la [[collegiata di San Michele Arcangelo (Solofra)|collegiata di San Michele]] a [[Solofra]], i due antichi santuari di [[santuario di San Liberatore|San Liberatore]] e della [[santuario della Madonna di Valleluogo|Madonna di Valleluogo]] presso [[Ariano Irpino]], il santuario di [[Carpignano (Grottaminarda)|Carpignano]] nei dintorni di [[Grottaminarda]] e il [[santuario di Santa Felicita]] nelle vicinanze di [[Rocca San Felice]]. Notevoli per la loro imponenza e per le opere d'arte ivi custodite sono inoltre le cattedrali [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)|di Ariano Irpino]], [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Avellino)|di Avellino]] e [[Duomo di Sant'Angelo dei Lombardi|di Sant'Angelo dei Lombardi]].
 
I poli museali più rilevanti sono il [[museo irpino]] e il [[museo d'arte (Avellino)|museo d'arte]] di Avellino, il [[museo della civiltà normanna]] e il [[museo degli argenti (Ariano Irpino)|museo degli argenti]] di Ariano Irpino, nonché due musei della ceramica: [[museo della ceramica (Calitri)|a Calitri]] e ancora [[Museo civico della ceramica|ad Ariano Irpino]].
 
==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Mauro Gargano. ''Candida: in loco eminente et de bona aria''. Napoli, MCM editrice, 2005.
* Rivista "Irpinia ed Irpini" - Associazione Irpinia Nostra
 
== Voci correlate ==
* [[Castelli della provincia di Avellino]]
* [[Dialetti irpini]]
* [[Irpini]]
* [[Irpinia - Colline dell'Ufita]]
* [[Principato Ultra]]
* [[Provincia di Avellino]]
* [[Terremoti in Irpinia]]
* [[Comunità montana Alta Irpinia]]
* [[Comunità montana dell'Ufita]]
* [[Castelli della provincia di Avellino]]
 
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Portale|Campania|Provincia di Avellino}}
 
{{Controllo di autorità}}
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