Irpinia: differenze tra le versioni
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{{Regione geografica
|nomeTerritorio = Irpinia
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|panorama = Irpinia paesaggio.jpg
|didascalia = Tipico paesaggio irpino
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|stato = ITA
|stato_spec = epoca contemporanea
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|altriStati = <br />[[Lega sannitica]] <small>(in origine)</small>
|territorio = ''geografico:'' [[Appennino campano]] <small>(in larga parte)</small><br />''amministrativo:'' [[provincia di Avellino]] <small>(a grandi linee)</small>
|superficie =
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|lingue = ''ufficiali:'' [[Lingua italiana|italiano]], [[Lingua arbëreshe|arbëreshe]] <small>(nel comune di [[Greci (Italia)|Greci]])</small><br />''non ufficiali:'' [[dialetti irpini]] <small>(incluso l'[[Dialetto arianese|arianese]])</small><br />''estinte:'' [[lingua osca]]
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|nomeAbitanti = [[Irpini]]
|linkMappa = Irpinia in the Italian peninsula.png
|noteMappa = L'Irpinia nell'entroterra [[appennini]]co della [[penisola italiana]], in posizione intermedia tra la [[pianura Campana]] e il [[tavoliere delle Puglie]].
|codiceMappa =
|lat = 41.0094444
|long = 15.0805556
|sito =
}}
L''''Irpinia''' è un distretto storico-geografico dell'[[Italia meridionale]] corrispondente, sia pur con notevole approssimazione, al territorio dell'odierna [[provincia di Avellino]] (già [[Principato Ultra]] fino al 1860).
Il [[coronimo]] "Irpinia", benché di uso esclusivamente moderno<ref>In epoca romana, al tempo delle [[guerre sannitiche]], si adoperava piuttosto la locuzione ''Samnium Hirpinum'' (="Sannio irpino"), anche se in seguito si preferì utilizzare l'etnonimo ''Hirpini'' per indicare tanto la popolazione quanto il suo territorio (ad esempio: ''in Hirpinis'' ="in Irpinia", letteralmente "negli Irpini"). Viceversa, la parola latina ''Hirpinia'' non indicava un'area geografica, ma piuttosto una ''[[gens]]'' romana –benché forse di origini irpine–, da cui anche il ''[[cognomen]]'' ''Hirpinianus''.<br />{{cita libro|titolo=Totius latinitatis onomasticon|anno=1883|p=409|url=https://books.google.it/books?id=fmdNWmJtyY8C&pg=PA409}} </ref>, fa comunque riferimento al territorio occupato anticamente dagli [[Irpini]] (in [[Lingua latina|latino]] ''Hirpini''), una tribù di stirpe [[sanniti]]ca e di [[lingua osca]] stanziata in epoca preromana su vaste zone dell'[[Appennino campano]].
Conosciuta nel suo complesso come "la verde Irpinia"<ref>{{cita libro|titolo=La verde Irpinia: cenni storici, geografici e letterari della provincia di Avellino: con un saggio di canti popolari e di folklore irpino|serie=Collana scolastica delle Provincie d'Italia|autore=Antonio D'Amato|ed=3|editore=Federico & Ardia|anno=1924}}</ref>, l'area dispone di notevoli valenze ambientali e paesaggistiche.
== Geografia ==
=== Territorio ===
[[File:Laceno22.JPG|thumb|left|Montagne nella zona di [[Bagnoli Irpino]]]]
L'Irpinia è situata approssimativamente nel settore centro-orientale della [[Campania]], benché al tempo degli antichi Irpini fosse intimamente legata al [[Sannio]] e in [[epoca imperiale]] fu aggregata per diversi secoli all'[[Regio II Apulia et Calabria|Apulia]]. Non ha (né ha mai avuto) uno sbocco al mare, presentando un territorio essenzialmente montuoso-collinare. I suoi limiti naturali sono costituiti dai [[monti della Daunia]] a nord-est (oltre i quali si estende il [[Tavoliere delle Puglie]]), dal [[monte Vulture|Vulture]] a sud-est (un vulcano spento sito al confine con la [[Lucania]]) e dai [[monti Picentini]]-[[monti del Partenio|Partenio]] a sud-ovest (al di là dei quali si aprono le pianure e le coste della Campania), mentre il margine nord-occidentale è segnato da un complesso sistema fluviale (formato dal [[Calore Irpino|Calore]] e da numerosi suoi affluenti) imperniato su [[Benevento]] e condiviso con il Sannio propriamente detto<ref>
È plausibile che in epoca pre-romana i principali fiumi convergenti nella conca beneventana fungessero da linee di confine tra le diverse tribù del Sannio sud-orientale. In particolare, si presume che il fiume [[Tammaro (fiume)|Tammaro]] separasse gli Irpini dai [[Pentri]], che il fiume [[Sabato (fiume)|Sabato]] separasse gli Irpini dai [[Caudini]] e che lo stesso fiume Calore (a valle di Benevento) separasse Pentri e Caudini tra loro.<br />{{cita libro|titolo=L'Italia dai primordii all'evo antico|autore=Carlo Dotto de' Dauli|vol=1|editore=Tipografia e litografia democratica di A. Danesi|anno=1879|p=587|url=https://books.google.it/books?id=9-EhTQ4wezMC&pg=PA587
}}</ref>.
Il territorio si presenta come un altipiano assai irregolare (il cosiddetto ''Altopiano irpino''<ref>{{Cita libro|autore=Andrea Covino|titolo=Elementi di geografia colle più recenti indicazioni|ed=7|editore=Vaccarino|città=Torino|anno=1871|p=63|url=https://books.google.it/books?id=hsMc47ZkzNsC&pg=PA63}}</ref>), inciso da valli e punteggiato da rilievi, tra i quali serpeggiano numerosi fiumi e torrenti.
=== Idrografia ===
Il principale corso d'acqua è il già citato Calore che, a partire dalle sue sorgenti (situate presso il Colle Finestra, sul versante orientale del [[monte Accellica]]), attraversa il territorio trasversalmente in direzione sud-nord per diverse decine di chilometri. L'[[Ofanto]] nasce, invece, tra [[Nusco]] e [[Torella dei Lombardi]] e percorre per un lungo tratto la parte sud-orientale dell'Irpinia, prima in direzione ovest-est per poi deviare verso nord nei pressi della confluenza con l'Atella a causa dello sbarramento costituito dal Vulture. Il [[Sele]] nasce a [[Caposele]], dal monte Paflagone, contrafforte del Cervialto, e sbocca quindi nell'[[piana del Sele|omonima piana]] del Salernitano.
[[File:Ufita valley - Ariano I.jpeg|thumb|L'ampia [[valle dell'Ufita]] presso [[Ariano Irpino]]]]
Altri corsi d'acqua di rilievo sono il [[Sabato (fiume)|Sabato]], il [[Fredane]] e l'[[Ufita]] (tutti affluenti del Calore) che nascono rispettivamente dal versante occidentale del monte Accellica, dalla [[mefite di Ansanto]] e dal pianoro del [[Formicoso]]; notevole per la sua estensione soprattutto la [[valle dell'Ufita]], a tratti quasi pianeggiante. Poi ancora il fiume [[Miscano]] (affluente dell'Ufita) che sorge nei monti della Daunia e solca l'[[valle del Miscano|omonima vallata]] ricca di eminenze archeologiche e nota per le tipiche [[bolle della Malvizza]] (vulcanetti di fango di natura non vulcanica); quindi il [[Cervaro (fiume)|Cervaro]], un fiume che solca l'Irpinia nord-orientale per alcune decine di chilometri nel suo alto corso per poi discendere nel Tavoliere delle Puglie dopo aver percorso [[valle del Cervaro|l'omonima valle]] boscosa e a tratti impervia; infine il Calaggio, che dalle sue sorgenti, in agro di [[Vallata (Italia)|Vallata]], attraversa per un breve tratto l'Irpinia orientale prima di penetrare a sua volta nel Tavoliere pugliese. I fiumi e i torrenti testimoniano l'abbondanza di risorse idriche nel territorio, le quali vengono sfruttate per "dissetare" le aree circostanti attraverso opere di canalizzazione. È questo il caso, infatti, delle sorgenti del [[Sele]] e degli invasi [[lago di Conza|di Conza]] e [[Lago di San Pietro|di San Pietro]], in gran parte sfruttati dall'[[Acquedotto pugliese]], o del "canale di [[Serino]]" utilizzato già in epoca [[Impero romano|romana]] per portare l'acqua nella piana campana.
Pochi sono invece i laghi naturali, per lo più localizzati in aree montane marginali. I principali sono: il lago di San Giorgio tra [[Casalbore]], [[Montefalcone di Val Fortore|Montefalcone]] e [[San Giorgio La Molara]], dunque sul confine storico con il Sannio [[Pentri|pentro]]; i laghi vulcanici di [[laghi di Monticchio|Monticchio]], al confine storico con la Lucania; il [[lago Laceno]], di origine carsica, nell'Irpinia meridionale (alle pendici dei monti Picentini); infine il laghetto ''Luza Aquafets'', nell'Irpinia settentrionale (alle falde dei monti della Daunia, nelle vicinanze di [[Greci (Italia)|Greci]]), la cui esistenza è documentata fin dal 1466<ref>{{cita libro|autore=Tommaso Vitale|titolo=Storia della regia città di Ariano e sua diocesi|p=408|url=https://books.google.it/books?id=vW2YUtbHbH0C&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|editore=Stamperia Salomoni|anno=1794|città=Roma}}</ref>.
=== Orografia e geologia ===
Le cime più imponenti si innalzano nella zona sud-occidentale. È qui, infatti, che si ergono i monti [[Monte Cervialto|Cervialto]] (la cui cima si trova nel territorio comunale di [[Calabritto]]) e [[Terminio]] (tra [[Serino]] e [[Volturara Irpina]]), massicci di origine [[Carsismo|carsica]] rispettivamente di 1809 e 1806 m [[Livello del mare|s.l.m.]].
Nell'Irpinia centrale le montagne sono invece relativamente meno elevate, mentre le aree di fondovalle sono spesso ricoperte da depositi [[piroclasto|piroclastici]] (notevoli per il loro spessore soprattutto le [[pomici di Avellino]]). Fenomeni vulcanici secondari si evidenziano inoltre nella [[Rocca San Felice#Area archeologica della Valle d'Ansanto|Valle d'Ansanto]], ritenuta dagli antichi Irpini un luogo sacro dedicato alla dea [[Mefite]]; nelle vicinanze, a [[Villamaina]], vi è una sorgente termale. Assai più ampia è invece la diffusione delle [[acqua sulfurea|sorgenti sulfuree]].
Nel settore nord-orientale, infine, la conformazione orografica è decisamente di tipo argilloso-arenaceo (benché la matrice sia comunque calcarea), pertanto i rilievi raggiungono altezze inferiori; nonostante ciò, i centri abitati sorgono a quote mediamente più elevate. Tale territorio è percorso inoltre dalla dorsale spartiacque [[appennini]]ca, che si estende dalla [[sella di Ariano]] a nord (presso [[Ariano Irpino]], il comune montano più popoloso della regione<ref>{{cita web|url=http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni%20montani&menu=684|titolo=Comuni montani|sito=Comuniverso|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190611211104/http://www.comuniverso.it/index.cfm?Comuni%20montani&menu=684|dataarchivio=11 giugno 2019}}</ref>), passando per i rilievi della [[Baronia di Vico]] (ove vi è [[Trevico]], il centro abitato più elevato in regione con i suoi {{M|1090|ul=m slm}}<ref>{{cita web|url=https://www.tuttitalia.it/campania/96-comuni/altitudine/|titolo=Comuni campani per altitudine|sito=Tuttitalia}}</ref>) e per l'altopiano del [[Formicoso]] (avente un'altitudine media di circa 800 {{mslm}}), fino alla [[sella di Conza]], a sud.
=== Sismologia ===
{{vedi anche|Terremoti in Irpinia}}
L'Irpinia costituisce un importante [[distretto sismico]]. L'[[Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia]] vi ha una propria sede a [[Grottaminarda]], nella [[valle dell'Ufita]], con annesso un centro per la sismologia ed ingegneria sismica. Il centro, mediante una sala di monitoraggio sismico, collabora allo sviluppo di una rete sismica nazionale che consente l'immediata localizzazione automatica degli eventi sismici che avvengono nell'ambito del territorio nazionale.<ref>{{cita web|url=http://www.gm.ingv.it/index.php/la-sede-irpinia|titolo=La sede Irpinia|sito=Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia|accesso=10 gennaio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180614221302/http://www.gm.ingv.it/index.php/la-sede-irpinia|dataarchivio=14 giugno 2018|urlmorto=sì}}</ref>
== Storia ==
[[File:Ariano Irpino - La Starza.jpg|thumb|La rupe gessosa de [[La Starza (Ariano Irpino)|La Starza]], nella [[valle del Miscano]], presso cui si rinvengono le vestigia del più antico insediamento della regione]]
Le più antiche tracce umane nell'area risalgono al [[paleolitico]] e sono riferibili a sporadici gruppi di [[cacciatori-raccoglitori]], mentre i primi villaggi agro-pastorali sorsero nel [[neolitico]] in correlazione ad afflussi di genti provenienti dall'area adriatica. A partire dal XII-X secolo a.C. iniziarono poi a giungere, per successive ondate immigratorie, i primi popoli di ceppo [[lingue indoeuropee|indo-europeo]].
Fu però soltanto tra il VI e il IV secolo a.C. che una tribù [[sanniti]]ca di [[lingua osca]], gli [[Irpini]], provenienti da territori più a nord occuparono progressivamente l'intera area. Il loro nome derivava da quello del [[lupo]] (''hirpus'' in lingua osca), forse prescelto quale animale [[totem]]ico. Ad ogni modo gli Irpini, almeno fino al termine delle [[guerre sannitiche]], non furono mai espressamente citati in quanto costituivano parte integrante della [[Lega sannitica]]; essi comparvero per la prima volta col proprio nome soltanto al tempo della spedizione di [[Pirro]], nel 280 a.C.
I centri irpini più importanti furono (da nord a sud): ''[[Vescellium]]'' (presso i [[monti della Daunia]], ai confini con l'[[Apulia]]), ''[[Aequum Tuticum]]'' (Sant'Eleuterio di [[Ariano Irpino]]), inizialmente ''[[Maleventum]]'' ([[Benevento]], colonizzata comunque dai Romani fin dal 268 a.C.), ''[[Trivicum]]'' (Civita Superiore di [[San Sossio Baronia]]), ''[[Aeculanum]]'' (Passo di [[Mirabella Eclano|Mirabella]]), ''[[Aquilonia (città romana)|Aquilonia]]'' ([[Lacedonia]]), ''[[Abellinum]]'' (nei pressi dell'odierna [[Atripalda]], sul fiume Sabato), ''[[Fratuolum]]'' (forse [[Calitri]]), ''[[Compsa]]'' ([[Conza della Campania|Conza]] vecchia).
A seguito di ricerche archeologiche sono inoltre emersi altri insediamenti, ancor più antichi dei precedenti, dei quali però si ignorano i nomi; essi erano situati a Monte Rovitello (presso [[Greci (Italia)|Greci]]), a [[Casalbore]] (ove si rinvengono i resti di un tempio italico, l'unico superstite in tutta l'Irpinia), a [[Monte Castello (Savignano Irpino)]], a La Pezza (presso [[Melito Irpino]]), a [[Castel Baronia]], a [[Carife]] (assai cospicui i reperti rinvenuti nella [[Area archeologica di Carife|locale area archeologica]]), a [[Bisaccia (Italia)|Bisaccia]], a [[Morra De Sanctis]], a Oppido Vetere (presso [[Lioni]] e [[Caposele]]), a [[Castelnuovo di Conza]] (ai confini con la [[Lucania]]).
Ancora all'epoca delle [[guerre puniche]] gli Irpini (diversamente da altre tribù sannitiche) si dimostrarono assai ostili nei confronti dei [[Antichi Romani|Romani]]; costoro riuscirono però ad avere la meglio appropriandosi di vaste fette di territorio. Di origine prettamente romana (nonostante la presenza ''in loco'' di numerosi reperti scritti in [[osco]], la lingua parlata dagli antichi Irpini) è, ad esempio, il ''[[forum (urbanistica)|forum]]'' [[Gaio Sempronio Gracco|graccano]] di Fioccaglie presso [[Flumeri]], il cui nome doveva corrispondere forse a ''[[Forum Aemilii]]'' data la sua collocazione all'incrocio tra la ''[[Via Appia]]'' e la ''[[Via Aemilia in Hirpinis|Via Aemilia]]'' (della quale ultima costituiva il ''caput viae'')<ref>{{cita conferenza|titolo=La Magna Grecia da Pirro ad Annibale|conferenza=Atti del cinquantaduesimo convegno di studi sulla Magna Grecia, Taranto 27-30 settembre 2012|pp=232-236|url=https://www.academia.edu/16478425/La_Via_Appia_a_sud_di_Benevento_e_il_sistema_stradale_in_Puglia_tra_Pirro_e_Annibale_in_Atti_52_Convegno_di_Studi_sulla_Magna_Grecia_Taranto_2012_Napoli_2014_pp_211_245|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20220417123340/https://www.academia.edu/16478425/La_Via_Appia_a_sud_di_Benevento_e_il_sistema_stradale_in_Puglia_tra_Pirro_e_Annibale_in_Atti_52_Convegno_di_Studi_sulla_Magna_Grecia_Taranto_2012_Napoli_2014_pp_211_245}}</ref>. Al termine della sanguinosa [[guerra sociale]] (I secolo a.C.) gli Irpini furono poi costretti a sottomettersi definitivamente, perdendo così la loro cultura e la loro lingua ma ottenendo in compenso la tanto ambita [[cittadinanza romana]].
Numerose [[strade romane]] attraversarono il territorio irpino: le più antiche furono le già citate ''Via Appia'' e ''Via Aemilia'', seguirono poi la ''[[Via Minucia]]'' (successivamente ribattezzata ''[[Via Traiana]]''), la ''[[Via Aurelia Aeclanensis|Via Aurelia]]'' e infine la ''[[Via Herculia]]''. Inoltre alcuni indizi (tragitti degli ''[[itineraria]]'', ruderi di ponti romani sul fiume Calore, frammenti di miliari) fanno presupporre l'esistenza anche di altre strade, delle quali però non si conoscono i nomi.
Fin dall'[[epoca imperiale]] l'Irpinia fu separata dal Sannio (che costituì la ''[[regio IV Samnium|regio IV]]'') e aggregata dapprima alla ''[[regio II Apulia et Calabria]]'' (ossia alla Puglia) dall'imperatore [[Augusto]], per poi passare almeno in parte alla ''[[Campania (provincia romana)|Campania]]'' a seguito della riforma amministrativa operata da [[Adriano]]; tuttavia il settore orientale rimase legato alla provincia di ''[[Apulia et Calabria]]'' (erede della ''Regio II'') ancora per qualche secolo.<ref>{{cita testo|autore=Antonio Canino|titolo=Campania|editore=Touring club italiano|anno=1981|pp=11-12|isbn=9788836500185}}</ref>
In epoca medievale, con l'invasione [[Longobardi|longobarda]], i territori già irpini furono assoggettati fin dal VI secolo al [[ducato di Benevento]], ma in seguito il [[principato di Salerno]] riuscì ad appropriarsene dapprima in parte (settori meridionali, secolo IX) e poi totalmente (a seguito della [[conquista normanna dell'Italia meridionale|conquista normanna]], secolo XI); tuttavia le stesse terre, a partire dall'[[Angioini|epoca angioina]] (secolo XIII), furono distaccate anche da Salerno per costituire un [[giustizierato]] a sé stante (denominato ''Principato Ultra'', o anche ''Principato Ulteriore'') all'interno del neonato [[Regno di Napoli]].
A decorrere dal XV secolo il ''Principato Ultra'' fu elevato a provincia e, a partire dalla fine del secolo successivo, la sua sede fu fissata stabilmente in [[Montefusco]]; fu soltanto dal 1806 che [[Avellino]] divenne capoluogo provinciale. Dopo l'[[unità d'Italia]] la denominazione ''Principato Ultra'' fu abbandonata, ma lo stemma fu mantenuto; i confini provinciali furono comunque ripetutamente modificati nel corso dei secoli.
Nel 1942 [[papa Pio XII]] nominò [[Guglielmo da Vercelli]], fondatore del [[santuario di Montevergine]] e dell'[[abbazia del Goleto]], patrono dell'Irpinia<ref>{{cita web|url=http://www.enrosadira.it/santi/g/guglielmo.htm|titolo=Guglielmo da Vercelli|editore=enrosadira.it}}</ref>.
== Lingue e dialetti ==
La [[lingua osca]], ossia l'idioma [[Lingue indoeuropee|indoeuropeo]] parlato dagli antichi Irpini e dalle altre popolazioni sannitiche e appartenente al gruppo [[Lingue osco-umbre|osco-umbro]], si estinse a seguito della colonizzazione romana; le ultime attestazioni scritte risalgono al I secolo a.C.
Nell'Irpinia moderna si parlano invece la [[lingua italiana]] e i vari [[dialetti irpini]], questi ultimi derivanti dalla sovrapposizione della [[lingua latina]] sul [[sostrato (linguistica)|sostrato]] osco e appartenenti al gruppo dei [[dialetti italiani meridionali]]. Nelle fasce territoriali periferiche i vernacoli locali subiscono comunque diverse influenze; ad esempio, nella città di [[Ariano Irpino]] (ai confini con la [[Puglia]]) è in uso una parlata di transizione con caratteri peculiari, il [[dialetto arianese]].
Un diverso idioma [[Lingue romanze|romanzo]], quello [[Minoranza francoprovenzale in Puglia|francoprovenzale]] penetrato a seguito degli [[Angioini]] o dei [[Valdesi]], oltreché tuttora parlato nell'alta [[Valmaggiore]] (un'area-cuscinetto a cavallo tra Irpinia e [[Daunia]]) era usato un tempo anche da alcune altre comunità vicine dell'Irpinia nord-orientale, ove permangono tracce della sua diffusione<ref>{{cita libro|titolo=Puglia|editore=Touring club italiano|anno=1978|p=62|isbn=978-88-365-0020-8|url=https://books.google.it/books/about/Puglia.html?hsl=ru&id=Dpw8sVVqkmAC&redir_esc=y}}</ref>.
[[File:Greci (Italy) road sign.jpeg|thumb|upright=0.8|Segnaletica bilingue a [[Greci (Italia)|Greci]], isola linguistica ''[[arbëreshë]]'']]
[[Greci (Italia)|Greci]] è invece l'unico paese irpino in cui si parla l'''[[arbëreshë]]'', un idioma antico-[[lingua albanese|albanese]]. Oltre alla lingua, a Greci si sono mantenute intatte nel tempo anche molte tradizioni (ma non il [[rito ortodosso]]). Lo stanziamento ''arbëreshë'' risale al XV secolo, ma il toponimo "Greci" ha origini più antiche (essendo attestato fin dall'XI secolo) ed è piuttosto riferibile ai [[Bizantini]] che nel IX-X secolo occuparono quel territorio. In lingua ''arbëreshë'' Greci è chiamata invece ''Katundi'', letteralmente "il borgo", "il paese".
In passato esistevano ancora altre isole linguistiche: si trattava degli [[schiavoni]], un gruppo etnico di ceppo [[lingue slave|slavo]] stanziato un tempo a Polcarino degli Schiavoni (la moderna [[Villanova del Battista]]), a Montemalo (l'attuale [[Sant'Arcangelo Trimonte]]) e a [[Ginestra degli Schiavoni]], estintosi dopo le estese devastazioni provocate dall'epidemia di [[peste del 1656]].
== Prodotti tipici ==
Il biodistretto d'Irpinia, avente sede nella città di [[Ariano Irpino]], è incluso nel registro nazionale dei distretti biologici<ref>{{Cita web|https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/20837|Registro Nazionale Distretti Biologici|Ministero dell'agricoltura,
della sovranità alimentare e delle foreste|urlmorto=no|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20240416054654/https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/20837}}</ref>. Di particolare rilevanza è la produzione di [[vino]]: tra i più pregiati vi sono il [[greco di Tufo DOCG]], il [[taurasi DOCG]], il [[fiano di Avellino]] e l'[[aglianico]]. Tra i prodotti [[Indicazione geografica protetta (Unione europea)|IGP]] vi è la [[castagna di Montella]], mentre l'olio extravergine d'oliva [[Irpinia - Colline dell'Ufita]], che si caratterizza per i suoi colori intensi e per il sapore fruttato con note di pomodoro<ref>{{cita web|url=http://www.agricoltura.regione.campania.it/tipici/olio_irpinia_ufita.html|titolo=Irpinia Colline dell'Ufita DOP|editore=agricoltura.regione.campania.it}}</ref>, si fregia del marchio [[denominazione di origine protetta|DOP]]. Altri prodotti tipici sono il [[caciocchiato irpino]], la [[castagna di Trevico]] (soprattutto in forma di ''caldarroste''), il [[pane di Calitri]], il [[pane di Montecalvo]], la [[patata di Trevico]], il [[pecorino bagnolese]], il [[pecorino di Carmasciano]], il [[prosciutto di Trevico]], il [[prosciutto di Venticano]] e il tartufo nero di Bagnoli Irpino, tutti riconosciuti quali [[Prodotti agroalimentari tradizionali campani|prodotti agroalimentari tradizionali]] (PAT).
Nei comuni di [[Pietradefusi]] (in particolare la frazione [[Dentecane]]), [[Grottaminarda]] e [[Ospedaletto d'Alpinolo]] sono presenti degli stabilimenti per la produzione del torrone; molto importante è anche la produzione di nocciole. Per quanto riguarda la pasta è diffuso il consumo dei [[Fusilli#Fusilli avellinesi|fusilli avellinesi]]; esclusivi della [[Baronia (Italia)|Baronia]] sono invece i ''trilli'', un particolare tipo di pasta casereccia che si fregia del marchio PAT<ref>{{cita web|url=http://www.viaggioinirpinia.it/prodotti-tipici-irpini/|titolo=Prodotti tipici irpini|sito=Viaggio in Irpinia}}</ref>.
Inoltre l'artigianato ha rivestito da sempre un ruolo importante nell'economia locale; tra le numerose manifatture locali si segnala la [[ceramica arianese]], ben attestata fin dal XIII secolo<ref>{{cita libro|autore=Guido Donatone|titolo=La Maiolica di Ariano Irpino|editore=Edizione Del Delfino, Adriano Gallina|città=Cava dé Tirreni|anno=1980|p=95}}</ref>.
== Luoghi d'interesse ==
[[File:Savignano irpino.jpg|thumb|Veduta di [[Savignano Irpino]]]]
Principali attrattive turistiche sono l'ex comprensorio sciistico del [[Laceno]] con il lago omonimo, il monte [[Terminio]] oltre ad alcuni borghi che fanno parte dell'associazione dei [[borghi più belli d'Italia]], quali [[Frigento]], [[Gesualdo (Italia)|Gesualdo]], [[Monteverde (Italia)|Monteverde]], [[Nusco]], [[Savignano Irpino]] e [[Zungoli]] (questi due ultimi si fregiano inoltre, rispettivamente, della [[bandiera gialla (marchio)|bandiera gialla]] e della [[bandiera arancione]]).
Tra le strutture architettoniche di rilievo storico spicca il [[castello di Ariano]], sede della prima [[contea di Ariano|contea normanna]] in terra italiana, presso cui furono convocate e promulgate le celebri [[assise di Ariano]] del 1140. Notevoli anche il [[complesso monumentale del Monte]] a [[Montella]], il castello di [[San Barbato (Manocalzati)|San Barbato]], costruito in epoca longobarda nell'849, e il castello aragonese di [[Monteverde (Italia)|Monteverde]], sede dal 1532 al 1641 della signoria dei [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]] principi di Monaco. Di rilievo, inoltre, sono il [[Borgo Castello (Calitri)|borgo Castello]] di [[Calitri]]; il centro storico di [[Gesualdo (Italia)|Gesualdo]] con il castello che fu dimora del "principe dei musici" [[Carlo Gesualdo]]; il palazzo Filangieri di [[Lapio]] con i suoi affreschi.
[[File:Santuario di Montevergine. (6818).jpg|thumb|left|upright=0.9|Il santuario di Montevergine]]
Tra le mete religiose si citano il [[santuario di Montevergine]] in territorio di [[Mercogliano]], l'[[abbazia del Goleto]] presso [[Sant'Angelo dei Lombardi]], il [[santuario di San Gerardo Maiella]] a [[Caposele]], il [[convento di San Francesco a Folloni]] a [[Montella]], la [[collegiata di San Michele Arcangelo (Solofra)|collegiata di San Michele]] a [[Solofra]], i due antichi santuari di [[santuario di San Liberatore|San Liberatore]] e della [[santuario della Madonna di Valleluogo|Madonna di Valleluogo]] presso [[Ariano Irpino]], il santuario di [[Carpignano (Grottaminarda)|Carpignano]] nei dintorni di [[Grottaminarda]] e il [[santuario di Santa Felicita]] nelle vicinanze di [[Rocca San Felice]]. Notevoli per la loro imponenza e per le opere d'arte ivi custodite sono inoltre le cattedrali [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Ariano Irpino)|di Ariano Irpino]], [[Cattedrale di Santa Maria Assunta (Avellino)|di Avellino]] e [[Duomo di Sant'Angelo dei Lombardi|di Sant'Angelo dei Lombardi]].
I poli museali più rilevanti sono il [[museo irpino]] e il [[museo d'arte (Avellino)|museo d'arte]] di Avellino, il [[museo della civiltà normanna]] e il [[museo degli argenti (Ariano Irpino)|museo degli argenti]] di Ariano Irpino, nonché due musei della ceramica: [[museo della ceramica (Calitri)|a Calitri]] e ancora [[Museo civico della ceramica|ad Ariano Irpino]].
==Note==
<references/>
== Voci correlate ==
* [[Castelli della provincia di Avellino]]
* [[Dialetti irpini]]
* [[Irpini]]
* [[Irpinia - Colline dell'Ufita]]
* [[Principato Ultra]]
* [[Provincia di Avellino]]
* [[Terremoti in Irpinia]]
== Altri progetti ==
{{interprogetto|preposizione=sull'|voy=Irpinia}}
== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
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