Programma Apollo: differenze tra le versioni
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{{Programma spaziale
|nome=Programma Apollo
|immagine = Apollo program.svg
|didascalia = Logo ufficiale del programma Apollo
|primo_lancio = [[SA-1 (Apollo)|SA-1]] (27 ottobre 1961)
|durata_programma = 1961–1972
|scopo = Atterraggio di un uomo sulla [[Luna]]
|paese_origine = {{USA}}
|missioni_compiute = 33
|missioni_fallite = 2 ([[Apollo 1]] e [[Apollo 13|13]])
|missioni_parzialmente_fallite=1 ([[Apollo 6]])
|basi_di_lancio = [[John F. Kennedy Space Center|Kennedy Space Center]]
|tipo_di_veicolo = [[Navicella spaziale Apollo]]
|veicolo_con_equipaggio = [[Apollo Command/Service Module|Apollo CSM]] - [[Modulo lunare Apollo|LM]]
|numero_equipaggio = 3
|vettore = [[Little Joe II]] - [[Saturn I]] - [[Saturn IB]] - [[Saturn V]]
|primo_lancio_con_equipaggio=[[Apollo 7]] (11 ottobre 1968)
|ultimo_lancio=[[Apollo 17]] (19 dicembre 1972)
}}
[[File:Aldrin Apollo 11.jpg|thumb|L'astronauta [[Buzz Aldrin]] sulla [[Luna]] durante la missione [[Apollo 11]]]]
[[File:Apollo 11 Launch2.jpg|thumb|16 luglio 1969: il lancio di Apollo 11]]
[[File:KSC-69P-0856.jpg|thumb|Il centro di controllo di lancio durante la missione [[Apollo 12]]]]
Il '''programma Apollo''' fu un [[programma spaziale]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] che portò allo sbarco dei primi uomini sulla [[Luna]]. Concepito durante la presidenza di [[Dwight D. Eisenhower|Dwight Eisenhower]] e condotto dalla [[NASA]], Apollo iniziò veramente dopo che il presidente [[John Fitzgerald Kennedy|John F. Kennedy]] dichiarò, durante una sessione congiunta al [[Congresso degli Stati Uniti|Congresso]] avvenuta il 25 maggio
Questo obiettivo fu raggiunto durante la missione [[Apollo 11]] quando, il 20 luglio
Il programma Apollo si svolse tra il 1961 e il
Il corso del programma subì due lunghe sospensioni: la prima dopo che nel 1967 un incendio sulla [[rampa di lancio]] di [[Apollo 1]], durante una simulazione, causò la morte degli astronauti [[Gus Grissom]], [[Edward White]] e [[Roger Chaffee]]; la seconda dopo
L'Apollo segnò alcune [[pietra miliare|pietre miliari]] nella storia del volo spaziale umano che fino ad allora si era limitato a missioni in [[
== Motivazioni e lancio del programma ==
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{{vedi anche|Guerra fredda}}
Nel corso degli
=== La corsa allo spazio ===
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{{vedi anche|Corsa allo spazio}}
Parallelamente agli sviluppi militari, l'Unione Sovietica colse anche i primi grandi successi nell'esplorazione dello spazio. Fu sovietico il primo [[satellite artificiale]] della storia, lo [[Sputnik 1]], lanciato il 4 ottobre
Il 12 aprile 1961 l'Unione Sovietica sorprese nuovamente il mondo con il primo uomo nello spazio: il cosmonauta [[Jurij Alekseevič Gagarin|Jurij Gagarin]] che volò a bordo della [[Vostok 1]]. I russi continuano a mietere successi: nel
Nel frattempo gli statunitensi iniziarono ad avvicinarsi alle prestazioni sovietiche, grazie ai
=== Annuncio del programma ===
{{vedi anche|Presidenza di John Fitzgerald Kennedy#Corsa allo spazio|Scegliamo di andare sulla Luna}}
Il programma Apollo fu il terzo progetto di lanci spaziali umani intrapreso dagli Stati Uniti, benché i relativi voli seguissero sia il primo programma ([[Programma Mercury|Mercury]])
{{Citazione|…credo che questo paese debba impegnarsi a realizzare l'obiettivo, prima che finisca questo decennio, di far atterrare un uomo sulla Luna e farlo tornare sano e salvo sulla Terra. Non ci sarà in questo periodo nessun progetto spaziale più impressionante per l'umanità, o più importante nell'esplorazione a lungo raggio dello spazio; e nessuno sarà così difficile e costoso da realizzare…|[[John F. Kennedy]]|…I believe that this nation should commit itself to achieving the goal, before this decade is out, of landing a man on the Moon and returning him safely to the Earth. No single space project in this period will be more impressive to mankind, or more important in the long-range exploration of space; and none will be so difficult or expensive to accomplish…|lingua=en}}
[[File:Kennedy Giving Historic Speech to Congress - GPN-2000-001658.jpg|thumb|Il [[Presidente degli Stati Uniti d'America|Presidente degli Stati Uniti]] [[John F. Kennedy|Kennedy]] annuncia il programma durante una sessione speciale del Congresso.]]
Nel discorso che diede inizio
La proposta del presidente ricevette un immediato ed entusiastico sostegno sia da ogni forza politica sia dall'opinione pubblica, spaventata dai successi dell'astronautica sovietica<ref>{{cita|Xavier Pasco|p .75|XP}}.</ref>. Il primo bilancio del nuovo programma spaziale denominato Apollo (il nome fu scelto da [[Abe Silverstein]] allora direttore dei voli umani<ref>{{cita web|url=http://history.nasa.gov/SP-4407vol7Chap2.pdf|titolo=Exploring the Unknown Project Apollo: Americans to the Moon|p=3|autore= John M. Logsdon (NASA)|accesso=13 ottobre 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090813004421/http://history.nasa.gov/SP-4407vol7Chap2.pdf|urlmorto=sì}}</ref><ref>Abe Silverstein era già stato l'ideatore del nome del [[programma Mercury]] ([[Mercurio (divinità)|Mercurio]] e [[Apollo]] sono entrambi dei della [[mitologia romana]]). Inoltre, a posteriori, è stato trovato che Apollo è l'[[acronimo]] di ''America's Program for Orbital and Lunar Landing Operations''.</ref>) fu votato all'unanimità dal [[Senato degli Stati Uniti|Senato]]. I fondi disponibili per la NASA passarono da 500 milioni di [[dollaro|dollari]] nel 1960 a 5,2 miliardi nel 1965. La capacità di mantenere pressoché costanti i finanziamenti per tutta la durata del programma fu anche merito del direttore della NASA [[James E. Webb|James Webb]], veterano della politica, che riuscì a fornire un sostegno particolarmente forte al presidente [[Lyndon Johnson]], succeduto a Kennedy [[Assassinio di John F. Kennedy|assassinato nel 1963]], e forte sostenitore del programma spaziale.
== Sviluppo del programma ==
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Vennero considerati tre diversi scenari possibili per la missione<ref>{{cita|Roger D. Launius|Gearing Up for Project Apollo|RL}}.</ref>:
* '''Ascesa diretta''':
* '''[[Earth Orbit Rendezvous|Rendezvous in orbita terrestre]]''':
* '''Rendezvous in orbita lunare''' (LOR):
[[File:Ap6-68-HC-191.jpg|thumb|Separazione dell'interstadio del [[Saturn V]], durante la missione [[Apollo 6]]
Il modulo lunare doveva svolgere una funzione di ascesa e di discesa sul suolo lunare. Terminata questa fase, avrebbe dovuto riagganciarsi al modulo di comando-servizio, in orbita lunare, per il ritorno sulla Terra. Il vantaggio offerto da questa soluzione era che il LEM, dopo essersi staccato dal modulo di comando-servizio, era molto leggero e quindi più manovrabile. Inoltre sarebbe stato possibile utilizzare un solo razzo Saturn V per il lancio della missione. Ciononostante, non tutti i tecnici furono concordi sull'adozione del rendezvous in orbita lunare, specialmente per le difficoltà che presentavano i numerosi agganci e sganci che avrebbero dovuto affrontare i moduli.
Anche [[Wernher von Braun]], che dirigeva il team del ''Marshall Space Flight Center'', incaricato di sviluppare il lanciatore
All'inizio dell'estate 1962, i principali funzionari della NASA si erano ormai tutti convinti della necessità dell'adozione del rendezvous in orbita lunare, tuttavia sorse il [[veto]] di Jerome B. Wiesner, consigliere scientifico del presidente Kennedy, che fu però superato nei mesi seguenti. L'architettura della missione fu approvata definitivamente il 7 novembre
=== Un cambio di scala ===
[[File:Apollo Saturn 500F and VAB.jpg|thumb|La poderosa struttura del ''[[Vehicle Assembly Building]]'', presso il [[John F. Kennedy Space Center]]
[[File:Apmisc-MSFC-6870792.jpg|thumb|Il primo stadio del [[Saturn V]] viene ultimato nel centro di produzione
Il 5 maggio 1961, pochi giorni prima dell'avvio del programma Apollo, [[Alan Shepard]] diventò il primo astronauta statunitense a volare nello spazio (missione [[Mercury-Redstone 3]]). In realtà, si trattò solo di un [[volo suborbitale]] e il razzo utilizzato non era in grado di mandare in orbita una [[capsula spaziale]] di peso maggiore di una [[tonnellata]]<ref>La capsula Mercury era lanciata ad un'altitudine di 180 km, prima di fare rientro con una traiettoria balistica.</ref>. Per realizzare il programma lunare risultava invece necessario portare in orbita bassa terrestre almeno 120 tonnellate. Già questo dato può far capire quale sia stato il cambiamento di scala richiesto ai progettisti della NASA che dovettero sviluppare un razzo vettore dalle potenze mai raggiunte fino ad allora. Per centrare l'obiettivo fu necessario sviluppare pertanto nuove e complesse tecnologie, tra cui l'utilizzo dell'[[idrogeno]] liquido come [[combustibile]].
Il personale impiegato nel programma spaziale civile crebbe in proporzione. Tra il 1960 e il 1963, il numero dei dipendenti della NASA passò da 10 000 a 36 000 addetti. Per accogliere il nuovo personale e per sviluppare le adeguate attrezzature dedicate al programma Apollo, la NASA istituì tre nuovi centri:
* Il [[Centro di controllo missione Christopher C. Kraft Jr.|Manned Spacecraft Center]] (MSC)<ref>Rinominato Lyndon B. Johnson Space Center dalla morte del presidente nel 1973</ref>, costruito nel 1962 nei pressi di [[Houston]], in [[Texas]]. Esso fu dedicato alla progettazione e alla verifica del veicolo spaziale (modulo di comando-servizio e modulo lunare), alla formazione degli astronauti e al monitoraggio e gestione del volo. Tra i servizi presenti: il centro di controllo missione, [[simulatore di volo|simulatori di volo]] e svariate attrezzature destinate a simulare le condizioni nello spazio. Il centro era diretto da Robert Gilruth, un ex ingegnere presso la [[National Advisory Committee for Aeronautics|NACA]], che svolse un ruolo di primo piano riguardo alla gestione delle attività correlate al volo spaziale. Questa struttura era già stata allestita per il programma Gemini. Nel 1964 erano qui impiegate 15 000 persone, compresi 10 000 dipendenti di varie società aerospaziali<ref name=centri>{{cita web|url=http://history.nasa.gov/SP-4208/ch1.htm|titolo=SP-4208 Living and working in space: a history of Skylab - From Concept through Decision, 1962-1969|autore=W. David Compton & Charles D. Benson (NASA)|lingua=en|data=1983|accesso=11 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100311142656/http://history.nasa.gov/SP-4208/ch1.htm|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.jsc.nasa.gov/history/jsc40/jsc40_pg1.htm|titolo=JSC Celebrates 40 Years of Human Space Flight|autore=JSC (NASA)|lingua=en|accesso=11 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090716032803/http://www.jsc.nasa.gov/history/jsc40/jsc40_pg1.htm|urlmorto=no}}</ref>.
* Il [[Marshall Space Flight Center]] (MSFC) situato in un vecchio impianto dell'esercito (un arsenale di razzi [[Redstone]]) vicino a [[Huntsville (Alabama)|Huntsville]] in [[Alabama]]. Esso fu assegnato alla NASA a partire dal 1960 insieme alla maggior parte degli specialisti che qui vi lavoravano. In particolare vi era presente la squadra [[Germania|tedesca]] diretta da [[Wernher von Braun]] specializzata in missili balistici. Von Braun rimarrà in carica fino al 1970. Il centro era dedicato alla progettazione e alla validazione della famiglia di veicoli di lancio Saturn. Erano presenti banchi di prova, uffici di progettazione e impianti di assemblaggio. Qui vennero impiegate fino a 20 000 persone<ref name=centri/><ref>{{cita web|url=http://history.msfc.nasa.gov/history_fact_sheet.html|titolo=Marshall Space Flight Center History Office - Historical Facts|editore=MSFC (NASA)|lingua=en|accesso=11 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160603125431/http://history.msfc.nasa.gov/history_fact_sheet.html|urlmorto=}}</ref>.
* Il [[John F. Kennedy Space Center|Kennedy Space Center]] (KSC), situato presso [[Merritt Island]] in [[Florida]], da cui verranno lanciati i giganteschi razzi del programma Apollo. La NASA costruì la sua base di lancio a [[Cape Canaveral]], vicino a quella utilizzata dall'aeronautica militare. Il centro si occupava dell'assemblaggio e controllo finale del razzo vettore nonché delle operazioni relative al suo lancio. Qui, nel 1956, vi erano impiegate 20 000 persone. Il cuore del centro spaziale era costituito dal ''[[Complesso di lancio 39|Launch Complex 39]]'' dotato di due [[rampa di lancio|rampe di lancio]] e di un enorme edificio di assemblaggio: il ''[[Vehicle Assembly Building]]'' (altezza 140 metri), in cui potevano essere assemblati più razzi Saturn V contemporaneamente. Il primo lancio da questo centro è avvenuto per l'[[Apollo 4]] nel 1967<ref name=centri/><ref>{{cita web|url=https://www.nasa.gov/centers/kennedy/about/history/story/ch4.html|titolo=Storia del Kennedy Space Center - Capitolo 4|lingua=en|editore=KSC (NASA)|accesso=11 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091028122933/http://www.nasa.gov/centers/kennedy/about/history/story/ch4.html|urlmorto=no}}</ref>.
Altri centri della NASA ebbero un ruolo marginale o temporaneo sul lavoro svolto per il programma Apollo. Nel [[John C. Stennis Space Center|Centro Spaziale John C. Stennis]], allestito nel 1961 nello
=== Il ruolo dell'industria aeronautica ===
[[File:Apollo 17 The Last Moon Shot.jpg|thumb|Il razzo [[Saturn V]] pronto sulla [[rampa di lancio]] 39-A per la missione [[Apollo 17]]
La realizzazione di un programma così ambizioso rese necessaria una decisiva crescita del settore dell'industria aeronautica, sia per quanto riguarda il personale addetto (la NASA passò da 36
La società californiana [[North American Aviation]], produttrice del famoso [[North American B-25 Mitchell|B-25 Mitchell]] protagonista dei combattimenti aerei della [[seconda guerra mondiale]], distintisi già nel [[North American X-15|programma X-15]], assunse un ruolo di primaria importanza. Dopo aver visto fallire i suoi progetti per il trasporto aereo civile, dedicò tutte le sue risorse al programma Apollo fornendo in pratica tutti i componenti principali del progetto,
La North American realizzò, tramite la sua divisione ''Rocketdyne'', i motori principali del [[razzo]] principale J-2 e F-1 presso l'impianto a [[Canoga Park]], mentre il [[Saturn V]] era prodotto a [[Seal Beach]] e il modulo di comando e di servizio a [[Downey (California)|Downey]].
In seguito all'incendio di [[Apollo 1]] e ad alcuni problemi incontrati nello sviluppo, si fonderà con la [[Rockwell International]] nel
L'azienda [[McDonnell Douglas]] si occupò invece di produrre il terzo stadio del Saturn V presso i suoi stabilimenti di [[Huntington Beach]] in California, mentre il primo stadio era costruito nello stabilimento [[Michoud]] ([[Louisiana]]) dalla [[Chrysler Corporation]]. Tra i principali fornitori di strumenti di laboratorio e di bordo si deve annoverare il
=== Le risorse organizzative e economiche ===
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[[File:Lunar Surface Ultraviolet Camera (9460222206).jpg|thumb|[[George Carruthers]], al centro, discute della ''Lunar Surface Ultraviolet Camera'' con il comandante dell'[[Apollo 16]] [[John Young]], a destra. Da sinistra, il pilota del modulo lunare [[Charles Duke]] e [[Rocco Petrone]], direttore del programma Apollo.]]
Il programma Apollo rappresentò una sfida senza precedenti in termini di tecnologia e capacità organizzative. Una delle parti del progetto che richiese più impegno fu quella relativa allo sviluppo del razzo vettore. Le specifiche della missione richiesero infatti lo sviluppo di motori in grado di fornire una grande potenza per il primo stadio (motori [[F-1]]) e di garantire più accensioni (motori [[PWR J-2|J-2]]) per il secondo e terzo stadio, caratteristica mai implementata fino ad allora<ref>Il motore dell'[[Agena (razzo)|Agena]] poteva essere riavviato.</ref>. Ad aumentare le difficoltà nella progettazione va aggiunta la richiesta di un alto livello di [[affidabilità]] (fu imposta una [[probabilità]] di perdita dell'equipaggio di meno dello 0,1%) e il relativo poco tempo a disposizione (
Nonostante alcune battute di arresto durante le fasi dello sviluppo, grazie anche alle ingenti risorse finanziarie messe a disposizione (con un picco nel
{|class="wikitable" style="text-align:center; width:70%;"
|+ Budget della NASA tra il 1959 e il 1970 <small>(in miliardi di [[dollaro statunitense|dollari]])</small><ref>{{cita news|titolo=Giornale|pubblicazione=[[Le Monde]]|data=16 luglio 1969}}</ref><ref name="budgetnasa">{{cita web|url=http://www.richardb.us/nasa.html#graph|titolo=Putting NASA's Budget in Perspective|lingua=en|autore=Richard Braastad|accesso=5 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303165339/http://www.richardb.us/nasa.html#graph|urlmorto=no}}</ref>
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|1959||1960||1961||1962||1963||1964||1965||1966||1967||1968||1969||1970
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|}
[[File:S-IC engines and Von Braun.jpg|thumb|[[Wernher von Braun]] in posa vicino ai motori [[F-1]] del razzo Saturn V
Lo sviluppo del motore [[F-1]], dotato di un'architettura convenzionale ma di un potere eccezionale (2,5 tonnellate di [[propellente]] bruciato al secondo), richiese molto tempo a causa di problemi di instabilità nella camera di combustione, che furono corretti mediante la combinazione di studi empirici (ad esempio l'utilizzo di piccole [[esplosivo|cariche esplosive]] in camera di combustione) e la pura ricerca<ref>{{cita web|url=http://history.nasa.gov/SP-4206/ch4.htm|titolo=Stages to Saturn ''III. Fire, Smoke, and Thunder: The Engines - The injector and combustion stability''|autore=Roger E. Bilstein (NASA)|lingua=en|accesso=5 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090921082310/http://history.nasa.gov/SP-4206/ch4.htm|urlmorto=no}}</ref>. Le sfide più significative, tuttavia, coinvolsero i due moduli principali del programma: il modulo di comando/servizio e il modulo lunare. Lo sviluppo del modulo lunare avvenne con un anno di ritardo sui tempi previsti a causa di modifiche nello scenario di atterraggio. Il suo motore fu concettualmente nuovo e richiese grandi sforzi progettuali. La massa complessiva, superiore alla previsioni, la difficoltà nello sviluppo del software e la mancanza di esperienza nella realizzazione di motori adatti allo scopo, comportarono ritardi così importanti da mettere, a un certo punto, in pericolo la realizzazione dell'intero programma<ref>{{Cita|Brooks, Grimwood e Swenson|Lunar Module Refinement|CF}}.</ref><ref>{{Cita|Brooks, Grimwood e Swenson|Lunar Module|CF}}.</ref><ref>{{Cita|Brooks, Grimwood e Swenson|The LM: Some Questions, Some Answers|CF}}.</ref><ref>{{Cita|Brooks, Grimwood e Swenson|Worries and Watchdogs|CF}}.</ref>.
I test costituirono una parte importante nel programma, rappresentando quasi il 50% del carico di lavoro totale. Il progresso della tecnologia dell'[[informatica]] permise, per la prima volta in un programma astronautico, di inserire automaticamente una sequenza di test e di salvare le misure di centinaia di parametri (fino a
=== La scelta e il ruolo degli astronauti ===
[[File:Apollo 8 Crewmembers - GPN-2000-001125.jpg|thumb|left|L'equipaggio di [[Apollo 8]] davanti al simulatore presso il [[Kennedy Space Center|KSC]].
Il primo gruppo di sette astronauti selezionati per il [[programma Mercury]] (chiamati [[Mercury Seven]]) era stato scelto tra piloti collaudatori militari, aventi un discreto livello di conoscenza nei settori connessi alla progettazione, con un'età inferiore ai 40 anni e aventi delle caratteristiche che soddisfacevano restrittivi requisiti [[psicologia|psicologici]] e fisici.
Le successive assunzioni, effettuate nel 1962 (nove astronauti del [[NASA Astronaut Group 2|gruppo 2]]),
Durante la loro preparazione, gli astronauti passarono molto tempo nei simulatori del modulo di comando e del modulo lunare, ma si sottoposero anche a delle lezioni di [[astronomia]] per la navigazione celeste, di [[geologia]] per prepararli alla identificazione delle rocce lunari e di [[fotografia]]. Inoltre trascorsero molte ore sul velivolo [[aereo a reazione|jet]] da addestramento [[Northrop T-38 Talon|T-38]] (tre astronauti del gruppo 3 morirono durante questi voli
Gli astronauti furono coinvolti anche nelle primissime fasi della progettazione e sviluppo dei veicoli spaziali<ref>{{cita|W. David Compton|Appendix 7: Crew training and simulation|WDC}}.</ref>.
L'astronauta [[Donald Kent Slayton|Deke Slayton]] (selezionato per il programma Mercury ma successivamente non ritenuto idoneo al volo a causa di un problema [[cuore|cardiaco]]) assunse il ruolo di leader informale ma efficace del corpo astronauti, occupandosi della selezione degli equipaggi per ogni missione e facendo da portavoce negli interessi degli stessi durante lo sviluppo del progetto<ref>{{cita|W. David Compton|Selecting and training the crews: Organizing the Astronaut Corps|WDC}}.</ref>.
La navicella Apollo fu originariamente progettata per dare una piena autonomia di azione all'equipaggio in caso che si fosse verificata una perdita delle comunicazioni con il centro di controllo. Questa autonomia, prevista dai [[software]] del sistema di navigazione e controllo, sarebbe tuttavia stata significativamente ridotta, nel caso si fosse
[[File:Lunar Landing Research Vehicle in Flight - GPN-2000-000215.jpg|thumb|Un astronauta si addestra sul ''[[Lunar Landing Research Vehicle]]'' presso la [[Edwards Air Force Base|base aerea Edwards]].]]
=== La ricerca dell'affidabilità ===
Fin dall'avvio del programma, la NASA dovette dimostrare molta attenzione al problema relativo dell'[[affidabilità]] dei complessi sistemi che si apprestava a progettare. Inviare degli astronauti sul suolo lunare è infatti un'operazione assai più rischiosa di un volo in orbita terrestre dove, in caso di problemi, il rientro verso la Terra può essere attuato in tempi brevi grazie all'accensione dei retrorazzi. Diversamente, una volta che la navetta spaziale ha lasciato l'orbita, la possibilità di far ritorno a Terra è strettamente vincolata al corretto funzionamento di tutti i principali sottosistemi. In maniera empirica, la NASA, stabilì che le missioni avrebbero dovuto avere una probabilità di successo del 99% e che la possibile perdita dell'equipaggio dovesse essere inferiore allo 0,1%<ref>{{cita web|url=http://history.nasa.gov/SP-4223/ch14.htm|titolo=SP-4223 Before This Decade Is Out... - Interview Maxime Faget|editore=NASA|data=19 settembre 2001|accesso=10 ottobre 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20091013223225/http://history.nasa.gov/SP-4223/ch14.htm|urlmorto=no}}</ref><ref>Un membro appartenente alle società di consulenza, ha sottolineato che il tasso di perdita prefissato come obiettivo non era molto diverso da quello della probabilità di morte in un gruppo di tre uomini di 40 anni per un periodo di 2 settimane.</ref>. Questi valori non tennero però conto dei possibili impatti con micrometeoriti e degli effetti dei raggi cosmici (in particolare nell'attraversamento delle [[fasce di van Allen]]), allora poco conosciuti. La progettazione dei sottosistemi e dei componenti di base dei vari veicoli utilizzati per il programma necessitava, pertanto, di raggiungere tali obiettivi.
[[File:Apollo 15 descends to splashdown.jpg|thumb|left|[[Apollo 15]] poco prima dell'[[ammaraggio]]: si noti che un [[paracadute]] non si è dispiegato completamente; tuttavia il corretto funzionamento degli altri due non ha compromesso la sicurezza.]]
Tali requisiti furono raggiunti grazie alle diverse opzioni tecniche che vennero scelte. Ad esempio, uno dei sistemi più critici fu quello relativo ai sistemi di propulsione primari. Se il motore principale (sia del modulo lunare sia del modulo di comando) si fosse reso inutilizzabile, la nave spaziale non avrebbe potuto lasciare la Luna o correggere la rotta verso la Terra, con la conseguente perdita certa dell'equipaggio. Per rendere i motori affidabili, fu scelto di utilizzare [[propellente ipergolico|propellenti ipergolici]] in cui la [[combustione]] avveniva in maniera spontanea quando messi a contatto e non grazie a un sistema di accensione che poteva non funzionare. Inoltre, la pressurizzazione dei combustibili avveniva grazie a dei serbatoi di [[elio]] e questo permetteva di eliminare l'uso di fragili e complesse [[turbopompa|turbopompe]].
Inizialmente la NASA previde inoltre di dare agli astronauti la possibilità di effettuare riparazioni durante la missione. Questa scelta fu però abbandonata nel
[[File:Dsky.jpg|thumb|L'[[Apollo Guidance Computer]], elemento fondamentale per lo svolgimento di una missione
Una strategia che fu adottata per rendere la navetta il più affidabile possibile fu quella di fare largo uso della cosiddetta [[Ridondanza (ingegneria)|ridondanza]]. Infatti furono previsti numerosi sottosistemi di ''[[backup]]'' in grado di sostituire eventuali componenti danneggiati. Ad esempio, il sistema di navigazione (computer e sistema inerziale) del modulo lunare fu raddoppiato da un altro sviluppato da un altro produttore per garantire che non ci fosse lo stesso difetto che potesse rendere entrambi i sistemi inoperativi. I
Non fu, tuttavia, prevista alcuna possibile soluzione nello sfortunato caso di un guasto ai motori principali (sia del modulo lunare che del modulo di servizio/comando): solo dei test approfonditi e realizzati con un massimo di realismo poterono permettere il raggiungimento del livello di affidabilità richiesto.
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=== Il razzo vettore Saturn ===
{{vedi anche|Saturn (famiglia di razzi)|Saturn I|Saturn IB|Saturn V}}
[[File:Apollo 15 launch.jpg|thumb|Il
Uno dei punti centrali nella fase di sviluppo fu quello relativo al razzo vettore. Furono realizzati tre razzi appartenenti alla [[
[[File:J-2 science museum.jpg|left|thumb|Motore [[J-2]] esposto al [[Museo della scienza (Londra)|museo della scienza]] di [[Londra]]
Lo sviluppo dei Saturn iniziò prima ancora del programma e della creazione della NASA. A partire dal
Nel
Quando Kennedy fu eletto alla [[Casa Bianca]] all'inizio del 1961, le configurazioni del veicolo di lancio Saturn erano ancora in definizione. Tuttavia, nel luglio dell'anno successivo, l'azienda Rocketdyne avviò gli studi per il motore
Alla fine del 1961, il progetto per il Saturn V era ormai definito: il primo stadio del vettore sarebbe stato equipaggiato con cinque F-1 (alimentati a ossigeno liquido e [[cherosene]] super raffinato RP1), il secondo con altrettanti motori J-2 e il terzo con un ulteriore J-2, per il quale fu prevista la possibilità di essere riacceso, caratteristica unica per gli [[endoreattore|endoreattori]] dell'epoca. Il lanciatore, nel suo complesso, era in grado di inserire 113 tonnellate in orbita bassa e inviarne 41 in direzione della Luna.
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* C-1B (o Saturn IB), utilizzato per i test della navicella Apollo in orbita terrestre, fu costituito dal primo stadio del C-1 coronato dal terzo stadio del C-5.
Alla fine del 1962 fu scelto lo scenario del rendezvous in orbita lunare (LOR) e fu approvato definitivamente il Saturn V terminando così gli studi di programmi alternativi (come quelli sul [[razzo Nova]])<ref>{{cita web
{| class="wikitable"
|+ Caratteristiche dei lanciatori Saturn
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! [[Saturn V]]
|- align=center
! Carico utile<br /><small>in [[Low earth orbit|orbita bassa]] (LEO)<br />all'[[
| 9 t (LEO)
| 18,6 t (LEO)
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|-
! 1º stadio
| '''S-I''' (spinta 670 t
| '''S-IB''' (spinta 670 t
| '''S-IC''' (spinta 3402 t
|-
! 2º stadio
| '''S-IV''' (spinta 40 t
| '''S-IVB''' (spinta 89 t
| '''S-II''' (spinta 500 t
|-
! 3º stadio
| –
| –
| '''S-IVB''' (spinta 100 t
|-
! Voli
Riga 251 ⟶ 214:
| 13 (1967-1973)<br />missioni lunari<br />lancio dello [[Skylab]]
|}
=== La Navicella spaziale Apollo ===
{{vedi anche|Navicella spaziale Apollo}}
[[File:Apollo CSM lunar orbit.jpg|thumb|Il modulo di comando e servizio, della missione [[Apollo 15]], in [[Orbita selenocentrica|orbita lunare]]
La navicella spaziale Apollo (o Modulo di Comando e Servizio, abbreviato CSM) ebbe il compito di trasportare l'equipaggio sia all'andata
Alla navicella Apollo era data un'architettura simile a quella già utilizzata per le Gemini: un modulo di comando (CM) ospitava l'equipaggio ed era dotato dello [[scudo termico]] necessario al rientro nell'atmosfera; un modulo di servizio (
Al modulo di comando veniva poi agganciato in orbita il [[Modulo
==== Il modulo di comando e di servizio ====
{{vedi anche|Apollo Command/Service Module}}
[[File:Ap8-S68-56531.jpg|thumb|left|L'astronauta Frank Borman all'interno del modulo di comando di [[Apollo 8]]
Il modulo di comando era la sezione della navicella Apollo dove i tre astronauti trovavano alloggio durante la missione, fatta eccezione per il periodo in cui due di loro scendevano sulla Luna con il modulo lunare. Esso aveva un peso di 6,5 tonnellate e una forma [[cono|conica]].
Le pareti del modulo di comando erano costituite da due [[pannello a sandwich|pannelli sandwich]]. quello interno era realizzato con pelli in [[alluminio]] e ''core'' in materiale
Lo spazio pressurizzato rappresenta un volume di {{M|6,5|ul=m3}}. Gli astronauti erano posizionati su tre lati su seggiolini paralleli con il fondo del cono. Di fronte a loro era posto un pannello di 2 metri di larghezza e 1 di altezza con i comandi e gli interruttori principali. Le strumentazioni erano distribuite a seconda del ruolo che l'astronauta aveva nella missione. Sulle pareti erano posti gli strumenti per la navigazione, pannelli di controllo più specifici e le aree per lo stoccaggio degli alimenti e dei rifiuti. Per la navigazione gli astronauti utilizzavano un [[telescopio]] e un [[Apollo Guidance Computer|computer]] che analizzava i dati provenienti da una [[Sistema di navigazione inerziale|piattaforma inerziale]]<ref name="PatrickMaurel">{{cita| Patrick Maurel|pp. 215-217|PMA}}.</ref>.
[[File:Apollo-linedrawing-it.png|thumb|Schema riassuntivo dei principali componenti del modulo di comando e di servizio]]
La navetta disponeva di due portelli, uno situato sulla punta del cono e raggiungibile con un tunnel e utilizzato per trasferire gli astronauti nel modulo lunare quando questo era agganciato e l'altro posto di fianco e utilizzato per entrare e uscire dalla navetta sulla Terra nonché per permettere le [[attività extraveicolare|attività extraveicolari]] nello spazio (per farlo era necessario creare il vuoto in tutta la cabina). Gli astronauti avevano inoltre a disposizione cinque finestrini utilizzati per le osservazioni e per le manovre di [[rendezvous]] con il modulo lunare.
Nonostante il modulo di comando dipendesse da quello di servizio sia per l'energia sia per le manovre importanti<ref name="PatrickMaurel" />, esso possedeva comunque un sistema di controllo [[reaction control system|RCS]] autonomo (comprendente quattro gruppi di piccoli motori [[propellente ipergolico|ipergolici]]) e di un proprio sistema di supporto vitali, entrambi utilizzati quando il modulo di servizio era abbandonato poco prima del rientro.
Il Modulo di Servizio (SM o "Service module" in [[lingua inglese|inglese]]) era un [[cilindro (geometria)|cilindro]] di 5 metri di lunghezza per 3,9 metri di [[diametro]], del peso di 24 tonnellate, non pressurizzato e realizzato in [[alluminio]]. Alla base era presente il motore principale in grado di fornire oltre 9 milioni di [[libbra|libbre]] di spinta. Accoppiato dal lato opposto con il modulo di comando, all'interno conteneva i serbatoi di [[elio]] (utilizzato per pressurizzare i serbatoi dei propellenti), tre [[cella a combustibile|celle a combustibile]], serbatoi di ossigeno e di propellente<ref>{{Cita|Pognant|p. 5}}.</ref>.
Disponeva inoltre di apparecchiature per le comunicazioni, strumenti scientifici (a seconda della missione), un piccolo satellite, macchine fotografiche, un serbatoio di ossigeno supplementare e di [[Raffreddamento a liquido|radiatori]] utilizzati per disperdere il calore in eccesso scaturito dalle apparecchiature elettriche e regolare la temperatura della cabina. Tra le apparecchiature per le comunicazioni, un'antenna in [[banda S]] che garantiva le trasmissioni anche quando la navetta era molto lontana dalla Terra<ref>{{cita|Patrick Maurel|pp. 221-223|PMA}}.</ref>.
Sopra il complesso modulo di servizio/comando era posto, durante il lancio, il [[Launch Escape System]] (LES o torre di salvataggio) che permetteva di separare la cabina (dove vi erano gli astronauti) dal razzo vettore, nella eventualità di problemi durante il lancio. Una volta in orbita, terminata la sua utilità, il LES veniva espulso<ref>{{cita web|url=http://klabs.org/history/apollo_experience_reports/tn-d7083_apollo_launch_escape_propulsion.pdf|titolo=Apollo experience report -Launch escape propulsion subsystem|autore=Neil A, Townsend (NASA MSFC)|data=1973|lingua=en|accesso=6 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090319074701/http://klabs.org/history/apollo_experience_reports/tn-d7083_apollo_launch_escape_propulsion.pdf|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|url=http://klabs.org/history/apollo_experience_reports/tn-d6847_apollo_abort_planning.pdf|titolo=Apollo experience report - Abort planning|autore=Charles T. Hyle? Charles E. Foggatt et Bobbie D, Weber (NASA MSFC)|data=1972|accesso=6 ottobre 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090226232826/http://klabs.org/history/apollo_experience_reports/tn-d6847_apollo_abort_planning.pdf|urlmorto=no}}</ref>.
==== Il modulo lunare ====
{{vedi anche|Modulo
[[File:Apollo16LM.jpg|thumb|Il modulo lunare sulla superficie lunare, durante la missione [[Apollo 16]]
Il modulo lunare Apollo era suddiviso su due stadi: quello inferiore serviva per far atterrare il complesso sulla Luna e come piattaforma di lancio per il secondo stadio che aveva il compito di ospitare i due astronauti e che poi li avrebbe accompagnati nella fase di ascesa verso il modulo di comando al termine della loro permanenza sulla Luna.
La sua struttura era realizzata sostanzialmente in una [[Lega (metallurgia)|lega]] di [[alluminio]], realizzata in due strati separati da materiale isolante, scelta per la sua leggerezza. I pezzi erano per lo più saldati ma in certi casi anche uniti per mezzo di [[rivetto|rivetti]]<ref>{{
===== Stadio di discesa =====
Lo stadio di discesa del modulo lunare pesava oltre 10 tonnellate ed era di forma [[ottagono|ottagonale]] con un diametro di 4,12 metri e un'altezza di 1,65 metri. La sua funzione principale era quella di portare il modulo sulla Luna. Per fare questo, nel pavimento
L'ossidante era costituito da [[tetraossido di diazoto]] (5 tonnellate) e il [[combustibile]] da [[idrazina]] (3 tonnellate), stoccati in quattro serbatoi collocati in scomparti quadrati situati intorno alla struttura. Il vano motore si trovava in posizione centrale<ref name="LMH">{{cita web|url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/LM10HandbookVol1.pdf|titolo=Apollo Operations Handbook, Lunar Module, LM 10 and Subsequent, Volume I, Subsystems Data|autore=Società Gruman|data=1970|accesso=11 ottobre 2009|lingua=en|p=253|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090114082420/http://www.hq.nasa.gov/alsj/LM10HandbookVol1.pdf|urlmorto=no}}</ref>.
[[File:Schema-Lem-IT.png|thumb|Schema riassuntivo dei principali componenti del modulo lunare]]
===== Stadio di ascesa =====
Lo stadio di ascesa pesava circa 4,5 tonnellate. La sua forma era complessa e inusuale per un velivolo, ma essa era studiata per l'ottimizzazione dello spazio occupato e non richiedeva alcuna caratteristica [[aerodinamica]] in quanto era progettato per volare solamente nel vuoto dello spazio. Era composto principalmente da una cabina pressurizzata che ospitava, in un volume di 4,5 m³, i due astronauti e da un motore, utilizzato durante l'ascensione, con i suoi serbatoi di propellente.
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Il pilota aveva, inoltre, sulla propria testa un piccolo oblò che gli consentiva di controllare la manovra di aggancio con il modulo di comando. La parte posteriore della cabina pressurizzata era molto più piccola (1,37 x 1,42 m per 1,52 m di altezza) con le pareti laterali occupate da armadi e con a sinistra il sistema di controllo ambientale. La botola posta sul soffitto era utilizzata per passare nel modulo di comando mediante un breve tunnel (80 cm di diametro, 46 cm di lunghezza). Le forze che si sviluppavano al momento dell'aggancio e che potevano distorcere il tunnel erano smorzate da travi che interessavano l'intera struttura<ref>{{cita|Grumman: Lunar Module News Reference|pp. 21-24|GRU}}.</ref>.
Quando gli astronauti dovevano lasciare il LEM per scendere sulla superficie lunare depressurizzavano la cabina creando il [[Vuoto (fisica)|vuoto]] e, una volta rientrati, la ripressurizzavano mediante le riserve di ossigeno. Questo perché implementare un [[airlock]] avrebbe aggiunto un peso eccessivo. Per scendere sulla Luna si doveva scivolare in una botola che si affacciava su una piccola piattaforma orizzontale che portava alla scaletta<ref>{{cita|Grumman: Lunar Module News Reference|p. 24|GRU}}.</ref>.
=== Strumenti scientifici, veicoli e equipaggiamenti ===
[[File:Ap16 pse.jpg|thumb|L'[[ALSEP]]
Per il programma spaziale Apollo, la NASA aveva sviluppato alcuni strumenti scientifici, attrezzature e veicoli da utilizzare sulla superficie lunare. Alcuni dei principali sono:
* Il [[Rover lunare]], utilizzato a partire dalla missione [[Apollo 15]] era un veicolo a propulsione elettrica, alimentato a [[Batteria (elettrotecnica)|batterie]], in grado di raggiungere la velocità di 14 chilometri all'ora. La sua autonomia gli permetteva di percorrere circa dieci chilometri
* L'[[ALSEP]] era un insieme di strumenti scientifici installati dagli astronauti intorno
* La [[tuta spaziale]] (modello [[Apollo/Skylab A7L|Apollo A7L]]) indossata dagli astronauti aveva un peso di 111 kg compreso il sistema di supporto vitale. Essa era stata appositamente progettata per le lunghe escursioni sul suolo lunare (più di sette ore per gli equipaggi di Apollo 15, 16 e 17) durante le quali gli astronauti si muovevano in un ambiente ostile, con temperature estreme, possibili [[Micrometeorite|micrometeoriti]], presenza di polvere lunare, ecc. e nonostante ciò dovevano compiere molti lavori che richiedevano anche una certa flessibilità<ref>{{cita web|url=http://www.history.nasa.gov/alsj/tnD8093EMUDevelop.pdf|titolo=Apollo experience report development of the extravehicular mobility unit|autore=Charles C. Lutz, ''et al.''|editore=NASA|data=1975|accesso=10 ottobre 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090531225222/http://www.history.nasa.gov/alsj/tnD8093EMUDevelop.pdf|urlmorto=no}}</ref>.
== Svolgimento di una missione lunare ==
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=== Finestra di lancio e sito di allunaggio ===
[[File:Trajectoire-mission-Apollo-it.PNG|left|thumb|Schema dello svolgimento di Apollo 15, una missione lunare tipo
Le sei missioni lunari Apollo furono pianificate in modo tale che gli astronauti tentassero l'allunaggio nelle prime fasi del giorno lunare (che ha una durata di 28 giorni terrestri). Avrebbero così beneficiato di una luce ottimale per individuare il campo di atterraggio (tra 10 e 15 [[Grado d'arco|gradi]] di [[Altezza (astronomia)|elevazione]] sopra l'[[orizzonte]], a seconda della missione) e di temperature relativamente moderate. Per rispettare queste condizioni, la finestra di lancio dalla Terra risultava essere ridotta
I siti prescelti si trovarono sempre sulla [[Faccia visibile della Luna|faccia rivolta verso la Terra]], in modo che non si verificasse l'interruzione delle comunicazioni con il centro di controllo, ma mai troppo lontani dalla fascia equatoriale della Luna al fine di ridurre il consumo di carburante<ref>{{
=== Lancio e inserimento in orbita terrestre ===
[[File:Apollo 12 launch.jpg|thumb|Lancio di [[Apollo 12]]
Il razzo decollava dal [[complesso di lancio 39]] del Kennedy Space Center. Il lancio del razzo di
Il secondo stadio era a sua volta rilasciato
=== Viaggio verso la Luna ===
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<div class="thumbimage">[[File:CSM docking with LM.jpg|220px]]</div>
<div class="thumbimage">[[File:CSM & S-IVB separation.jpg|220px]]</div>
<div class="thumbcaption">
Il modulo di comando ruota di 180°, si aggancia al LEM e lo estrae dal suo alloggiamento </div>
</div>
Raggiunta l'orbita bassa, la navicella Apollo (CSM e LEM) compiva un giro e mezzo intorno alla Terra, ancora agganciata al terzo stadio del razzo; quindi, una nuova accensione del motore ([[manovra di inserzione translunare]]) inseriva il complesso in un'
Durante il viaggio di 70 ore verso la Luna, potevano essere effettuate delle modifiche alla traiettoria al fine di ottimizzare il consumo finale di [[propellente]]. Sul veicolo era immagazzinata una quantità relativamente elevata di combustibile, superiore a quanto fosse necessario per compiere tali manovre. Soltanto il 5% del quantitativo presente a bordo, infatti, era effettivamente impiegato per le correzioni di rotta. La navetta, inoltre, era posta in lenta rotazione intorno al proprio asse longitudinale, in modo da limitare il riscaldamento, riducendo il periodo di esposizione diretta verso il Sole<ref>{{
In prossimità della Luna, veniva acceso il motore del modulo di servizio per frenare la navetta e metterla in orbita lunare. Nel caso che l'accensione non fosse riuscita, la navetta, dopo aver compiuto un'orbita intorno alla Luna, avrebbe ripreso autonomamente la via della Terra, senza dover utilizzare i motori. La scelta di questa traiettoria di sicurezza contribuì alla salvezza della missione Apollo 13. Poco dopo il motore del modulo di comando-servizio veniva azionato ulteriormente per posizionare il complesso su un'orbita circolare a 110 km di altezza<ref>{{cita web
=== Discesa e atterraggio sulla Luna ===
[[File:DiscesaLEM-IT.png|thumb|upright=2|Lo schema rappresenta le ultime fasi della discesa del LEM sulla Luna
La discesa verso la Luna avveniva in gran parte grazie al sistema di guida, navigazione e controllo (PGNCS) controllato dal computer di bordo (LGC). Questo dispositivo era in grado sia di determinare posizione e traiettoria della navetta grazie
==== L'abbassamento dell'orbita ====
In una prima fase la quota del LEM si riduceva da 110 a 15 km dalla superficie lunare, attraverso la trasformazione dell'orbita da circolare
La fase aveva inizio quando due dei tre astronauti dell'equipaggio prendevano posto nel modulo lunare per scendere sulla Luna. Per prima cosa inizializzavano il sistema di navigazione e, una volta fatto, il modulo lunare e il modulo di comando-servizio si separavano. Quando la distanza tra i due avesse raggiunto alcune centinaia di metri, venivano azionati i motori del controllo di assetto del modulo lunare per orientare nella direzione del moto l'ugello del motore principale, che quando acceso, imprimeva una decelerazione che portava il LEM
Dalla missione dell'Apollo 14, al fine di preservare ulteriore propellente del modulo lunare, il modulo di comando accompagnò il LEM nella sua orbita ellittica e lo sganciò appena prima dell'inizio della fase di discesa frenata.
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==== La discesa frenata ====
Raggiunta la quota di 15 km, aveva inizio la fase di discesa frenata, caratterizzata dalla continua azione del motore di discesa del modulo lunare. Essa era ulteriormente decomposta in
===== La fase di frenata =====
[[File:EdwinAldrin big.jpg|thumb|left|Buzz Aldrin nel modulo lunare
La fase di frenata era il momento in cui si cercava di ridurre la velocità della nave spaziale nella maniera più efficace possibile: si passava infatti da 1
===== Fase di avvicinamento =====
La fase di avvicinamento iniziava a 7 km dal sito preventivato di allunaggio, mentre il modulo lunare si trovava
Il modulo lunare veniva, quindi, gradualmente portato in posizione verticale, dando modo al pilota di avere una migliore visione del terreno. Era possibile individuare il punto di atterraggio a seconda del percorso intrapreso, grazie
===== Atterraggio sul suolo lunare =====
[[File:Bean Descends Intrepid - GPN-2000-001317.jpg|thumb|Alan Bean esce dal LEM
Quando il modulo lunare era sceso
==== La permanenza sulla Luna ====
La permanenza sulla Luna era caratterizzata dallo svolgimento di alcune [[attività extraveicolare|attività extraveicolari]]: una sola per la missione Apollo 11 ma fino a tre per le ultime missioni. Prima di ogni uscita dal modulo lunare, i due astronauti presenti a bordo rifornivano d'acqua e ossigeno il loro [[sistema
Gli attrezzi e gli esperimenti scientifici che venivano utilizzati dagli astronauti durante la loro attività extraveicolare erano stivati nel modulo di discesa del LEM e da qui venivano estratti per essere piazzati attorno alla zona di allunaggio. A partire da Apollo 15, gli astronauti disponevano anche di un [[rover lunare]], un veicolo che permise di allontanarsi fino
Prima di lasciare la Luna, i campioni geologici, collocati in contenitori, venivano issati, grazie all'utilizzo di un [[paranco]], sul modulo di salita del LEM. Apparecchiature che non erano più necessarie (sistema portatile di sopravvivenza, telecamere, strumenti geologici, ecc.) venivano abbandonate per alleggerire la navetta durante la fase di risalita<ref>Una dozzina di telecamere [[Hasselblad]] in buone condizioni si trovano (al momento) sparse sulla superficie lunare.</ref><ref>{{cita web
=== L'ascesa e il rendezvous in orbita lunare ===
[[File:Rendezvous-LEM-CSM-IT.png|thumb|Schema di come avveniva il rendezvous tra il LEM e il modulo di comando-servizio
[[File:Apollo 10 Lunar Module Rendezvous.jpg|thumb|Rendezvous, in orbita lunare, del LEM e del CSM nella missione [[Apollo 10]]
Nella fase di ascesa il LEM raggiungeva il modulo di comando che era rimasto ad attenderlo in orbita lunare con a bordo un astronauta. L'
Prima del decollo, al fine di determinare la traiettoria migliore, era inserita nel computer di bordo la posizione precisa del LEM sulla superficie lunare. La base del LEM, ovvero il modulo di discesa, rimaneva sulla Luna e fungeva da [[rampa di lancio]] per il modulo superiore che, con a bordo gli astronauti, decollava. La separazione avveniva grazie a delle piccole cariche pirotecniche che tagliavano i quattro punti in cui i due moduli erano collegati, tranciando anche i cavi e i tubi.
Dopo essere decollato, il modulo di ascesa compiva prima una traiettoria verticale per poi gradualmente inclinarsi al fine di raggiungere un'orbita ellittica di 15×67 km.
Dopo l'aggancio tra le due navette, iniziava il trasferimento delle rocce lunari e degli astronauti dal LEM al modulo di comando-servizio. Dopo che ciò era stato concluso, il LEM
=== Ritorno sulla Terra ===
Per lasciare l'orbita lunare e immettere il veicolo spaziale su una traiettoria di ritorno verso la Terra, il motore principale del modulo di servizio doveva essere acceso per due minuti e mezzo e fornire un [[Delta-v (astrodinamica)|delta-v]] di circa 1
[[File:Apollo 8 Kapselbergung.jpg|left|thumb|Recupero della navetta di Apollo 8 nelle acque dell'[[oceano Pacifico]]]]
Il viaggio di ritorno durava circa tre giorni, durante i quali venivano eseguite alcune correzioni di rotta per ottimizzare l'[[angolo]] di ingresso in [[atmosfera terrestre|atmosfera]] e il punto di [[ammaraggio]].
Il modulo di servizio veniva sganciato e abbandonato poco prima dell'ingresso in atmosfera, portando con sé il motore principale e la maggior parte delle forniture residue di ossigeno ed [[energia elettrica]]. Il rientro avveniva con un angolo ben preciso, fissato a 6,5° con una tolleranza massima di 1°. Se l'angolo di ingresso fosse risultato troppo grande, lo [[scudo termico]], che era progettato per resistere a temperature di 3 000 [[°C]], avrebbe subito un riscaldamento eccessivo e ciò avrebbe condotto al suo cedimento e alla distruzione del veicolo. Se, viceversa, l'angolo fosse stato troppo basso, la navetta sarebbe rimbalzata sull'atmosfera portandosi in una lunga orbita ellittica che avrebbe condannato l'equipaggio a non poter fare più ritorno a Terra.
Entrato in atmosfera, il modulo di comando subiva una decelerazione di 4 [[Accelerazione di gravità|g]], perdendo tutta la sua velocità orizzontale e scendendo con una traiettoria quasi verticale. A 7 000 metri di altitudine, la protezione finale conica della navetta veniva espulsa e due piccoli [[paracadute]] venivano dispiegati per stabilizzarla e ridurre la sua velocità da 480 a 280 km/h. A 3 000 metri, tre piccoli paracadute pilota venivano espulsi lateralmente per permettere di estrarre i tre principali che permettevano di completare dolcemente la discesa. La navetta ammarava nell'[[oceano]] a una velocità di 35 km/h. Subito i paracadute venivano rilasciati e venivano gonfiati tre palloni per impedire che la nave si girasse a portare la punta sotto l'acqua. Nei pressi del punto di ammaraggio stazionavano delle navi da recupero che provviste di elicotteri raggiungevano l'equipaggio e lo trasportavano a bordo. Successivamente veniva recuperato anche il modulo di comando e issato sul ponte di una [[portaerei]]<ref>{{cita|Patrick Maurel|pp. 220-221|PMA}}.</ref><ref>{{cita web|url=http://history.nasa.gov/alsj/a15/a15mrp6.pdf|titolo=Apollo 15 Mission support performance|editore=NASA|p=154|accesso=11 ottobre 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100313212359/http://history.nasa.gov/alsj/a15/a15mrp6.pdf|urlmorto=no }}</ref>.
== Le missioni ==
{{vedi anche|Lista delle missioni Apollo}}
Il programma Apollo incluse undici voli con esseri umani a bordo, quelli tra la missione [[Apollo 7]] e l'[[Apollo 17]], tutti lanciati dalla rampa (PAD) 39A del [[John F. Kennedy Space Center]], in [[Florida]],
[[File:EdWhiteFirstAmericanSpacewalker.1965.ws.jpg|thumb|[[Edward White]] compie la prima [[attività extraveicolare|EVA]] statunitense. È il 3 giugno
=== La preparazione ===
{{Vedi anche|Programma Gemini|Programma Ranger|Programma Surveyor}}
Gli americani iniziarono il loro programma spaziale umano con il [[programma Mercury]]. Il suo obiettivo era però limitato a portare in orbita un uomo e senza aver la possibilità di compiere manovre. Il 12 giugno
* Mettere a punto i sistemi di manovra, localizzazione e [[rendezvous]] nello spazio;
* Realizzare delle [[attività extraveicolare|attività extraveicolari]];
Riga 470 ⟶ 400:
Parallelamente allo sviluppo delle tecniche di volo spaziale umano, si procedette allo studio della Luna grazie a programmi di sonde automatiche. Il primo programma in tal senso fu il [[programma Ranger]]. Esso consistette nel lancio, tra il 1961 e il 1965, di nove sonde senza equipaggio, dotate di strumenti per la ricognizione fotografica della superficie lunare ad alta [[risoluzione (grafica)|risoluzione]].
[[File:LUNAR ORBITER PAGE - Limb of Copernicus Impact Crater.jpg|thumb|Fotografia della superficie lunare scattata durante una missione del [[Programma Lunar Orbiter
Successivamente fu intrapreso il [[programma Surveyor]], che consistette nel lancio di sette ''[[lander]]'' lunari allo scopo di dimostrare la fattibilità di un allunaggio morbido. Il primo allunaggio fu realizzato il 2 giugno
Tra il
=== I primi test ===
I primi test realizzati all'interno del programma Apollo vertevano sul collaudo del [[Saturn I]] e in particolare del suo primo stadio. La prima missione in assoluto è stata la [[SA-1 (Apollo)|SA-1]]. Il 7 novembre
=== La tragedia dell'Apollo 1 ===
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[[File:Apollo1-Crew 01.jpg|thumb|L'equipaggio dell'[[Apollo 1]] davanti al complesso di lancio 34. Da sinistra: [[Gus Grissom]], [[Edward White]] e [[Roger Chaffee]].]]
Il programma subì un brusco rallentamento durante i preparativi della missione [[Apollo 1|AS-204]], che
La NASA decise in seguito di rinominare la missione in Apollo 1, in memoria del volo che gli astronauti avrebbero dovuto svolgere e non fecero mai<ref>{{cita|W. David Compton|1967 Death at the Cape|WDC}}.</ref>.
Riga 491 ⟶ 421:
{{vedi anche|Apollo 4|Apollo 5|Apollo 6}}
Dopo i tragici fatti di Apollo 1, la NASA decise di intraprendere alcune missioni prive di equipaggio. Si iniziò il 9 novembre
=== Voli di preparazione allo sbarco ===
{{vedi anche|Apollo 7|Apollo 8|Apollo 9|Apollo 10}}
La prima missione del programma Apollo a portare in orbita terrestre un equipaggio di astronauti fu l'[[Apollo 7]], lanciato l'11 ottobre
[[File:Apollo 8 crew leaves Manned Spacecraft Operations Building during countdown.jpg|thumb|left|L'equipaggio di [[Apollo 8]] poco prima del lancio
Il 21 dicembre
Il programma originario di Apollo 8 fu svolto da [[Apollo 9]] (lanciata il 3 marzo 1969) che per la prima volta trasportò il modulo lunare e lo testò in condizioni reali, cioè nell'orbita terrestre. Durante la missione vennero eseguite la manovra rendezvous nonché di aggancio tra modulo di comando e modulo lunare. La missione fu un pieno successo e permise di testare ulteriori sottosistemi necessari per l'allunaggio, come ad esempio la [[tuta spaziale]]. Il modulo lunare ''Spider'' venne poi abbandonato in orbita terrestre, dove rimase fino al
La missione successiva, [[Apollo 10]], fu nuovamente una missione che portò l'equipaggio vicino alla Luna. Lanciata il 18 maggio 1969 ebbe lo scopo di ripetere i test di Apollo 9, ma questa volta in orbita lunare. Vennero eseguite manovre di discesa, di risalita, di rendezvous e d'aggancio. Il modulo arrivò fino a 15,6 km dalla superficie lunare. Tutte le manovre previste furono correttamente compiute, anche se si rilevarono alcuni problemi giudicati facilmente risolvibili e che non avrebbero precluso l'allunaggio previsto con la missione successiva<ref>{{cita web|url=http://www.nasm.si.edu/collections/imagery/apollo/AS10/a10.htm|titolo=Apollo 10 (AS-505) Man's Nearest Lunar Approach|autore=Smithsonian Institution: National Air and Space Museum|accesso=28 febbraio 2011|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110402171926/http://www.nasm.si.edu/collections/imagery/apollo/AS10/a10.htm|urlmorto=no}}</ref>.
=== Le missioni lunari ===
{{vedi anche|Apollo 11|Apollo 12|Apollo 13|Apollo 14|Apollo 15|Apollo 16|Apollo 17}}
[[File:Buzz salutes the U.S. Flag.jpg|thumb|L'astronauta [[Buzz Aldrin]] saluta la [[Bandiera degli Stati Uniti d'America|bandiera statunitense]]
Il 16 luglio 1969, decollò la missione che passerà alla storia: [[Apollo 11]]. Quattro giorni dopo il lancio, il modulo lunare, con a bordo il comandante [[Neil Armstrong]] e il pilota [[Buzz Aldrin]] ([[Michael Collins (astronauta)|Michael Collins]] rimase per tutto il tempo nel modulo di comando) atterrò sul suolo lunare. Quasi sette ore più tardi, il 21 luglio, Armstrong uscì dal LEM e divenne il primo essere umano a camminare sulla Luna. Toccò il suolo lunare alle ore 2:56 UTC con lo scarpone sinistro. Prima del contatto pronunciò la celebre frase {{Link audio|Frase de Neil Armstrong.ogg|ascolta}}:
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{{Citazione|Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l'umanità|Neil Armstrong|That's one small step for [a] man, one giant leap for mankind.|lingua=en}}
Oltre che essere la concretizzazione del sogno di [[John F. Kennedy|Kennedy]] di vedere un uomo sulla Luna prima della fine degli
Apollo 11 si concluse senza problemi, con il rientro avvenuto il 24 luglio 1969<ref>{{cita web|url=http://www.nasm.si.edu/collections/imagery/apollo/AS11/a11.htm|titolo=Apollo 11 (AS-506) Lunar Landing Mission|autore=Smithsonian Institution: National Air and Space Museum|accesso=28 febbraio 2011|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110402171904/http://www.nasm.si.edu/collections/imagery/apollo/AS11/a11.htm|urlmorto=no}}</ref>.
[[Apollo 12]], lanciata il 14 novembre 1969, fu la seconda missione del programma ad allunare. Poco dopo il lancio, il razzo Saturn V
[[File:Mission Control Celebrates - GPN-2000-001313.jpg|thumb|left|Il ''Mission Control Center'' di [[Houston]] festeggia dopo l'ammaraggio di [[Apollo 13]]
La missione [[Apollo 13]] fu funestata da un'esplosione che compromise l'obiettivo dell'allunaggio. Decollata l'11 aprile
A seguito della missione di Apollo 13 ci fu una lunga indagine sulle cause dell'incidente che portò a una revisione completa della navicella Apollo.
Fu l'[[Apollo 14]] a riprendere il programma di esplorazione lunare. La missione iniziò non troppo bene quando la delicata manovra di aggancio tra modulo di comando e modulo lunare dovette essere ripetuta sei volte. Il resto della missione si svolse senza particolari problemi e fu possibile effettuare l'allunaggio nei pressi del [[
[[File:Apollo 15 Lunar Rover and Irwin.jpg|thumb|Il [[rover lunare]] di [[Apollo 15]] con a fianco l'astronauta [[James Irwin]]
Il 26 luglio
[[Apollo 16]] fu la prima missione ad atterrare negli altopiani lunari. Durante le tre attività extraveicolari effettuate furono percorsi rispettivamente 4,2 [[Chilometro|km]], 11 km e 11,4 km con il rover lunare che fu portato a una velocità di punta di 17,7 km/h. Vennero raccolti diversi campioni di rocce lunari, di cui uno da 11,3 [[Chilogrammo|kg]], che rappresenta il più pesante campione mai raccolto dagli astronauti dell'Apollo<ref>{{cita web|url=http://www.nasm.si.edu/collections/imagery/apollo/AS16/a16.htm|titolo=Apollo 16 (AS-511) Landing in the Descartes highlands|autore=Smithsonian Institution: National Air and Space Museum|accesso=28 febbraio 2011|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110402171933/http://www.nasm.si.edu/collections/imagery/apollo/AS16/a16.htm|urlmorto=sì}}</ref>.
[[Apollo 17]], lanciato il
== Conclusione del programma e costi ==
{{vedi anche|Missioni Apollo cancellate}}
[[File:Apollo 10 Command Module 1.jpg|left|thumb|Modulo di comando dell'[[Apollo 10]] esposto al museo della scienza di Londra
Originariamente erano state pianificate altre
Già nel
Nulla di tutto ciò fu effettivamente fatto e dei tre razzi Saturn V rimasti dopo Apollo 17, solo uno venne parzialmente riutilizzato<ref>Il 14 maggio
Il progetto
Tra i principali motivi che portarono alla decisione di chiudere il programma Apollo, ci fu sicuramente il calo di interesse da parte dell'opinione pubblica e l'
== Significato del programma Apollo ==
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Il programma Apollo ha stimolato molti settori tecnologici. Il progetto dei [[computer]] di bordo usati negli Apollo fu infatti la forza trainante dietro le prime ricerche sui [[circuito integrato|circuiti integrati]], la [[Pila a combustibile|cella a combustibile]] utilizzata nel programma fu di fatto la prima in assoluto.
Uno dei settori industriali che più ha beneficiato delle ricadute tecnologiche del programma spaziale Apollo è stato quello dell'industria del [[metallo]]. Essa ha dovuto, infatti, soddisfare requisiti sempre più stringenti (leggerezza, resistenza alla [[sublimazione]], alle [[Vibrazione|vibrazioni]], al calore) raggiunti con l'adozione di nuove tecniche di [[saldatura]] al fine di ottenere parti senza difetti. L'uso della [[fresatura]] chimica, che in seguito diventerà un processo essenziale per la fabbricazione di [[Componente elettronico|componenti elettronici]], è stato ampiamente utilizzato. Si sono, inoltre,
Il programma Apollo ha contribuito notevolmente anche allo sviluppo dell'[[informatica]]: i vari gruppi di lavoro, fra i quali la divisione di ingegneria del software del MIT guidata da [[Margaret Hamilton (scienziata)|Margaret Hamilton]], dovettero sviluppare [[linguaggio di programmazione|linguaggi di programmazione]] e [[algoritmo|algoritmi]] dal forte impatto sugli sviluppi successivi dell'informatica. Inoltre, nell'ambito del progetto fu avviato l'uso di [[circuito integrato|circuiti integrati]]: durante lo sviluppo dell'[[Apollo Guidance Computer]] il MIT ne ha utilizzato circa il 60% della disponibilità mondiale<ref>{{cita web|url=https://www.hq.nasa.gov/alsj/apollo-ic.html|titolo=Apollo and the integrated circuit|autore=Phil Parker|lingua=en|accesso=10 ottobre 2009|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090919091338/http://www.hq.nasa.gov/alsj/apollo-ic.html|urlmorto=no}}</ref>.
Il programma è costato agli Stati Uniti d'America miliardi di dollari, ma si stima che le ricadute tecnologiche abbiano prodotto almeno 30
=== Impatto sulla società ===
[[File:The Earth seen from Apollo 17.jpg|thumb|left|La Terra vista dall'[[Apollo 17]], la famosa ''[[Blue Marble]]''
Il programma Apollo è stato motivato, almeno parzialmente, da considerazioni psicopolitiche, in risposta alle percezioni persistenti di inferiorità americana nella corsa allo spazio nei confronti dei [[Unione Sovietica|sovietici]], nel contesto della [[guerra fredda]]. Da questo punto di vista il programma
Molti [[astronauta|astronauti]] e [[cosmonauta|cosmonauti]] hanno commentato come il vedere la Terra dallo spazio abbia avuto su di loro un effetto molto profondo. Una delle eredità più importanti del programma Apollo è stata quella di dare della [[Terra]] una visione (ora comune) di [[pianeta]] fragile e piccolo, impresso nelle fotografie fatte dagli astronauti durante le missioni lunari<ref>{{cita web|url=http://yalepress.yale.edu/yupbooks/excerpts/poole_earthrise.pdf|titolo=Earthrise: How Man First Saw the Earth|autore=Robert Poole|data=2008|ISBN=978-0-300-13766-8|accesso=12 ottobre 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20090624153518/http://yalepress.yale.edu/yupbooks/excerpts/poole_earthrise.pdf|urlmorto=no}}</ref>. La più famosa di queste fotografie è stata scattata dagli astronauti dell'[[Apollo 17]], la cosiddetta ''[[Blue Marble]]'' (biglia blu).
=== Il programma Apollo nei media ===
Il 20 luglio 1969, circa 600 milioni di persone, un quinto della popolazione mondiale dell'epoca, assistettero in diretta televisiva ai primi passi sulla Luna di Neil Armstrong e Buzz Aldrin. Mentre quasi tutti i commentatori sono d'accordo sul fatto che questa è stata una [[pietra miliare]] nella storia dell'umanità, da alcuni sono state sollevate obiezioni sulla sua utilità e sul conseguente sperpero di denaro pubblico, in particolare da parte di alcuni rappresentanti della comunità afro-americana come [[Ralph Abernathy]].<ref>
La frase di Neil Armstrong, "È un piccolo passo...
Anche il [[cinema]] ha celebrato il programma Apollo. Uno dei [[film]]
Fotografie, video e altro materiale relativo al programma sono disponibili in [[pubblico dominio]] sul [[sito web]] ufficiale della NASA<ref>{{cita web|url=
== Campioni lunari riportati ==
[[File:Lunar Sample Processing Facility NASA JSC DSCN0202.JPG|thumb|Il
Il programma Apollo ha riportato a terra 381,7 kg di [[campioni lunari]] (pietre e altro materiale dalla Luna), molti di questi sono conservati al
Grazie alla [[datazione radiometrica]], si è appreso che le rocce raccolte sulla Luna sono molto più vecchie rispetto alle rocce trovate sulla Terra. Si va dall'età di circa 3,2 miliardi di anni per i campioni basaltici prelevati nei [[Mare (esogeologia)|mari lunari]] ai circa 4,6 miliardi per i campioni provenienti dagli altopiani<ref>{{cita pubblicazione|autore=James Papike, Grahm Ryder e Charles Shearer|titolo=Lunar Samples
Un'interessante roccia raccolta durante la missione Apollo 15 è una [[anortosite]] (chiamata ''[[Genesis Rock]]'') composta quasi esclusivamente da [[calcio (elemento chimico)|calcio]] e si crede che sia rappresentativo della superficie degli altopiani.
Quasi tutte le rocce mostrano segni d'impatto. Ad esempio molti campioni sembrano essere stati sbriciolati da micrometeoriti, una cosa mai notata sulla Terra a causa della sua atmosfera spessa. L'analisi della composizione dei campioni lunari ha sostenuto l'ipotesi che la Luna si sia formata in seguito
{{cita libro|cognome=Burrows
<gallery>
File:MoonsplitApollo11.jpg|'''Missione:''' [[Apollo 11]]<br />'''Quantità:''' 22 kg
File:A12_basalt_fs_lg.png|'''Missione:''' [[Apollo 12]]<br />'''Quantità:''' 34 kg
File:
File:Apollo 15 Genesis Rock.jpg|'''Missione:''' [[Apollo 15]]<br />'''Quantità:''' 77 kg
File:Lunar Ferroan Anorthosite 60025.jpg|'''Missione:''' [[Apollo 16]]<br />'''Quantità:''' 95 kg
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{{vedi anche|Apollo Applications Program}}
Dopo il successo del programma Apollo, sia la NASA
== Teorie del complotto ==
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In seguito alla conclusione del programma Apollo, nacquero alcune teorie (dette anche ''Moon Hoax'' in inglese) la cui tesi è che l'uomo non avrebbe mai raggiunto il suolo lunare e che la NASA avrebbe falsificato le prove degli allunaggi, in una cospirazione organizzata assieme al governo degli Stati Uniti, riuscendo a convincere tutto il mondo scientifico, tecnico e giornalistico, nonché il mondo sovietico, all'epoca diretto rivale nella corsa sulla Luna.
[[File:Lroc apollo11 landing site 20091109 zoom.jpg|thumb|left|Immagine del sito di allunaggio di Apollo 11 fotografato dal ''[[Lunar Reconnaissance Orbiter]]''
La teoria del complotto, che gode di una certa popolarità negli Stati Uniti a partire dal
A ulteriore prova a favore del programma, nel [[2008]], la sonda [[SELENE]]
{{clear}}
== I tentativi di ritorno sulla Luna ==
=== Programma Constellation ===
{{vedi anche|Programma Constellation}}
Il 20 luglio 1989, per il 20º anniversario dello sbarco di Apollo 11, il presidente statunitense [[George H. W. Bush]] ha lanciato un ambizioso programma denominato ''Space Exploration Initiative'' (SEI)<ref>{{cita web|url = http://history.nasa.gov/sei.htm|titolo = The Space Exploration Initiative|autore = Steve Garber|editore = NASA History Division|accesso = 19 ottobre 2009|lingua = en|urlarchivio = https://web.archive.org/web/20091004012902/http://history.nasa.gov/sei.htm|urlmorto = no}}</ref>, che avrebbe portato all'installazione di una base permanente sulla Luna. Il suo costo stimato, la mancanza di sostegno nell'opinione pubblica e le forti riserve del [[Congresso degli Stati Uniti|Congresso]] hanno però fatto fallire il progetto. Nel 2004, suo figlio [[George W. Bush]] ha reso pubblici gli obiettivi a lungo termine per il programma spaziale, nel momento che il [[disastro dello Space Shuttle Columbia|disastro del Columbia]] e il prossimo completamento della [[Stazione spaziale internazionale]] imponevano scelte per il futuro. Il progetto, denominato ''[[Vision for Space Exploration]]'' metteva l'esplorazione umana dello spazio come obiettivo principale e preventivava un ritorno sulla Luna nel 2020 per la preparazione di una successiva missione umana su [[Marte (astronomia)|Marte]].<ref>{{cita web|url=http://history.nasa.gov/Bush%20SEP.htm|titolo=President Bush Announces New Vision for Space Exploration Program|autore=George Bush|data=gennaio 2004|accesso=11 ottobre 2009|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041018053912/http://history.nasa.gov/Bush%20SEP.htm|urlmorto=no}}</ref>
[[File:Altair-Lander.jpg|thumb|Rappresentazione artistica del ''lander'' lunare che avrebbe dovuto riportare gli astronauti sulla Luna nel [[2020]].]]
Questa volta il parere del Congresso fu favorevole e tale programma prese il nome di [[programma Constellation|Constellation]]. La mancanza di adeguati finanziamenti e il parere degli esperti tecnici riuniti in una commissione appositamente creata<ref>Il 7 maggio [[2009]] fu istituita una commissione, denominata Commissione Augustine, allo scopo di studiare il futuro del programma spaziale della NASA.</ref>, hanno però portato il presidente [[Barack Obama]], nel febbraio 2010, a cancellare il programma.<ref>{{cita web|url=https://www.nasa.gov/pdf/420994main_2011_Budget_Administrator_Remarks.pdf|titolo=Presentazione del budget della NASA per il 2011 da parte dell'amministratore Charlie Bolden|data=1º febbraio 2010|editore=NASA|accesso=16 aprile 2011|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110416013730/http://www.nasa.gov/pdf/420994main_2011_Budget_Administrator_Remarks.pdf|urlmorto=no}}</ref><ref>{{cita web|url=https://www.nasa.gov/pdf/420990main_FY_201_%20Budget_Overview_1_Feb_2010.pdf|titolo=Sintesi del budget 2011 per la NASA|data=1º febbraio 2010|editore=NASA|accesso=16 aprile 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100315225154/http://www.nasa.gov/pdf/420990main_FY_201_%20Budget_Overview_1_Feb_2010.pdf|urlmorto=no}}</ref>
=== Programma Artemis ===
{{vedi anche|Programma Artemis}}
Il 30 giugno 2017, il presidente [[Donald Trump]] ha firmato un ordine esecutivo per ristabilire il National Space Council, presieduto dal vicepresidente [[Mike Pence]]. La prima richiesta di bilancio dell'amministrazione Trump ha mantenuto i programmi di voli spaziali umani dell'amministrazione Obama: [[Commercial Crew Development|sviluppo dell'equipaggio commerciale]], [[Space Launch System]] e la [[Orion (veicolo spaziale)|capsula dell'equipaggio Orion]] per le missioni nello spazio profondo, riducendo al contempo la ricerca scientifica sulla Terra e chiedendo l'eliminazione dell'ufficio di istruzione della NASA.
L'11 dicembre 2017, il presidente Trump ha firmato la [[direttiva sulla politica spaziale 1]]. Tale politica prevede che l'amministratore della NASA "conduca un programma di esplorazione innovativo e sostenibile con partner commerciali e internazionali per consentire l'espansione umana attraverso il sistema solare e per riportare sulla Terra nuove conoscenze e opportunità". Lo sforzo intende organizzare in modo più efficace il governo, l'industria privata e gli sforzi internazionali verso il ritorno degli umani sulla Luna e gettando le basi per l'eventuale [[Esplorazione di Marte|esplorazione umana di Marte]].
Il 26 marzo 2019, il vicepresidente [[Mike Pence]] ha annunciato che l'obiettivo di sbarco sulla Luna della NASA sarebbe stato accelerato di quattro anni con un atterraggio previsto nel 2024. Il 14 maggio 2019, l'[[amministratore della NASA]] [[Jim Bridenstine]] ha annunciato che il nuovo programma sarebbe stato nominato Artemis da [[Artemide]], la sorella gemella di [[Apollo]] e la dea della Luna nella [[mitologia greca]]. Nonostante i nuovi obiettivi immediati, al 2020 le missioni su Marte entro il 2030 sono ancora previste.<ref>{{Cita web|url=https://www.nasa.gov/specials/moontomars/index.html|titolo=NASA: Moon to Mars|sito=NASA|accesso=2 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190805055135/https://www.nasa.gov/specials/moontomars/index.html|urlmorto=no}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.space.com/nasa-names-moon-landing-program-artemis.html|titolo=NASA Names New Moon Landing Program Artemis After Apollo's Sister|autore=Robert Z. Pearlman 14 May 2019|sito=Space.com|lingua=en|accesso=2 maggio 2020|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20200329194245/https://www.space.com/nasa-names-moon-landing-program-artemis.html|urlmorto=no}}</ref>
== Note ==
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=== Fonti NASA ===
* {{cita libro|lingua=
* {{cita libro|lingua=
* {{cita libro|lingua=
* {{cita libro|lingua=
* {{cita libro|lingua=
* {{cita libro|lingua=
* {{cita libro|lingua=
* {{cita libro|lingua=
* {{cita libro|lingua=
* {{cita libro|lingua=en|cid=GRU|autore=Società Grumman|titolo=NASA Apollo Lunar Module News Reference|anno=1968|url=http://www.cs.indiana.edu/sudoc/image_30000061709352/30000061709352/pdf/techdata.htm|accesso=25 agosto 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100106194632/http://www.cs.indiana.edu/sudoc/image_30000061709352/30000061709352/pdf/techdata.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita
* {{cita conferenza|lingua=
* {{cita
* {{cita libro|lingua=en|cid=CONA|autore=James E. Tomayko|titolo=Computers in Spaceflight The NASA Experience|anno=1988|url=https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/computers/Compspace.html|accesso=3 maggio 2019|dataarchivio=9 luglio 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190709013133/https://www.hq.nasa.gov/office/pao/History/computers/Compspace.html|urlmorto=sì}}
=== Autori vari ===
* {{cita libro|autore=Giovanni F. Bignami|titolo=L'esplorazione dello spazio|città=Bologna|editore=Il Mulino|anno=2006|isbn=88-15-11404-1}}
* {{cita libro|autore=Luigi Pizzimenti
* {{cita libro|autore=Renato Cantore|titolo=La tigre e la luna. Rocco Petrone. Storia di un italiano che non voleva passare alla storia|città=Roma|editore=Rai-Eri|isbn=978-88-397-1481-7}}
* {{cita libro|autore=Walter Cunningham|titolo=I ragazzi della Luna|città=Milano|editore=Mursia|anno=2009|isbn=978-88-425-4256-8}}
* {{cita libro|cid=ADU|autore=Alain Duret|anno=2002|titolo=Conquête spatiale
* {{cita libro|autore=Thomas J. Kelly|titolo=Moon lander : how we developed the Apollo Lunar Module|url=https://archive.org/details/moonlanderhowwed0000kell|anno=2001|editore=Smithsonian Books 2001|lingua=en|cid=MOL|isbn=156098998X}}
* {{cita libro|autore=Stephen B. Johnson|titolo=The Secret of Apollo: Systems Management in American and European Space Programs|editore=Johns Hopkins Univ|anno=2006|lingua=en|isbn=978-0-8018-8542-6}}
* {{cita libro|autore=Kenneth W. Gatland|titolo=L'esplorazione dello spazio: tecnologia dell'astronautica|città=Novara|editore=Istituto geografico De Agostini|anno=1983
* {{cita libro|cid=PAV|autore=David M. Harland|anno=2009|titolo=Paving the way for Apollo 11|url=https://archive.org/details/pavingwayforapol0000harl|editore=Springer|lingua=en|isbn=978-0-387-68131-3}}
* {{cita libro|autore=Antonio Lo Campo|titolo=Storia dell'astronautica|città=Roma|editore=L'Airone|anno=2000|isbn=88-7944-467-0}}
* {{cita libro|cid=PMA|autore=Patrick Maurel|anno=1972|titolo=L'escalade du Cosmos|editore=Bordas|lingua=fr
* {{cita libro|autore=Giancarlo Masini|titolo=La grande avventura dello spazio: la conquista della luna|città=Novara|editore=Istituto Geografico De Agostini|anno=1969
* {{cita libro|cid=DIG|autore=David A. Mindell|anno=2008|titolo=Digital Apollo Human and Machine in Spaceflight|editore=The MIT Press|lingua=en|isbn=978-0-262-13497-2}}
* {{cita libro|cid=MC|autore=Charles Murray|
* {{cita libro|cid=XP|autore=Xavier Pasco|titolo=La politique spatiale des États-Unis 1958-1985 : Technologie, intérêt national et débat public|url=https://archive.org/details/lapolitiquespaci0000xavi|anno=1997|editore=L'Harmattan|lingua=fr|isbn=2-7384-5270-1}}
* {{cita libro|autore=Rocco A. Petrone|wkautore=Rocco Petrone|titolo=Il sistema di lancio delle missioni Apollo
* {{cita web|autore=Paolo Pognant|titolo=La conquista della Luna - Storia delle missioni Apollo|url=http://www.grangeobs.net/apollo.pdf|accesso=13 marzo 2011|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110723135947/http://www.grangeobs.net/apollo.pdf|urlmorto=no|cid=Pognant}}
* {{cita libro|autore=Andrew Smith|titolo=Polvere di Luna. La storia degli uomini che sfidarono lo spazio|editore=Cairo Publishing|anno=2006|isbn=978-88-6052-032-6}}
* {{cita libro|cid=JVI|autore=Jacques Villain|anno=2007|titolo=À la conquête de l'espace : de Spoutnik à l'homme sur Mars|url=https://archive.org/details/laconqutedelespa0000unse|editore=Vuibert Ciel & Espace|lingua=fr|isbn=978-2-7117-2084-2}}
* {{cita libro|cid=HOW|autore=W. David Woods|anno=2008|titolo=How Apollo flew to the moon|editore=Springer|lingua=en|isbn=978-0-387-71675-6}}
* {{cita libro|autore=Guido Weiller|titolo=Missilistica e astronautica
== Voci correlate ==
Riga 786 ⟶ 615:
* [[Allunaggio]]
* [[Lista degli astronauti che hanno camminato sulla Luna]]
*
* [[Missioni Apollo cancellate]]
* [[NASA]]
Riga 792 ⟶ 621:
* [[Saturn V]]
* [[Teoria del complotto lunare]]
*
== Altri progetti ==
{{interprogetto
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|url=http://spaceflight.nasa.gov/history/apollo/index.html|titolo=Sito web ufficiale del Programma Apollo|lingua=en|accesso=28 febbraio 2007|dataarchivio=1º febbraio 2012|urlarchivio=https://www.webcitation.org/657cbaWpY?url=http://spaceflight.nasa.gov/history/apollo/index.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|
* {{cita web|
* {{cita web|http://history.nasa.gov/SP-4029/SP-4029.htm|SP-4029 Apollo by the Numbers: A Statistical Reference by Richard W. Orloff|lingua=en}}
* {{cita web|
* {{cita web|http://www.apolloarchive.com/|Archivio del Progetto Apollo|lingua=en}}
* {{cita web|1=http://science.ksc.nasa.gov/history/apollo/apollo.html|2=Progetto Apollo (Kennedy Space Center)|lingua=en|accesso=29 ottobre 2004|dataarchivio=13 febbraio 2005|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20050213035933/http://science.ksc.nasa.gov/history/apollo/apollo.html|urlmorto=sì}}
* {{cita web|1=http://www.nasm.si.edu/collections/imagery/apollo/apollo.htm|2=Il programma Apollo (National Air and Space Museum)|lingua=en|accesso=29 ottobre 2004|dataarchivio=31 luglio 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20080731231101/http://www.nasm.si.edu/collections/imagery/apollo/apollo.htm|urlmorto=sì}}
* {{cita web|
* {{cita web|
* {{cita web|http://www.astronautix.com/|Enciclopedia Astronautica Astronautix|lingua=en}}
{{CronoUSA}}
{{Navigazione Apollo}}
{{Programmi spaziali USA con equipaggio}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|astronautica}}
{{vetrina|21|4|2011|Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Programma Apollo|arg=astronautica}}
[[Categoria:Esplorazione spaziale]]
[[Categoria:Programma Apollo| ]]
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