Cinema: differenze tra le versioni

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{{cinemaNota disambigua}}
{{NN|storia del cinema|settembre 2014|Ci sono alcune parti senza note, soprattutto riguardo alla tecnologia cinematografica e all'home video.}}
Il '''Cinema''' è una forma d'[[arte]] moderna nata alla fine del [[XIX secolo]], nota anche come la [[settima arte]].
[[File:Chaplin The Kid.jpg|thumb|[[Charlie Chaplin]] e [[Jackie Coogan]] nel film ''[[Il monello|The Kid]]'' uscito nel 1921, lo stesso anno in cui il critico [[Ricciotto Canudo]] definì il cinema come "settima arte"]]
[[File:Eight (film start).jpg|thumb|Uno spezzone della [[pellicola cinematografica]]]]
Il '''cinema''' o '''cinematografia''' ({{greco antico|κίνημα, -τος|kínēma, -tos| movimento| testo2= γραφή|traslitterazione2=graphḗ|traduzione2=scrittura|da=x|nopunti=x|parentesi=x}}) è l'insieme delle [[arte|arti]], delle tecniche e delle attività industriali e distributive che producono come risultato commerciale un [[film]]. Nella sua accezione più ampia la cinematografia è l'insieme dei film che, nel loro complesso, rappresentano un'espressione artistica che spazia dalla [[fantasia]], all'[[informazione]], alla [[Divulgazione scientifica|divulgazione]] del sapere.
 
La cinematografia viene anche definita come la ''settima arte'', secondo la definizione coniata dal critico [[Ricciotto Canudo]] nel 1921,<ref name="Sadoul">Riportata in [[Georges Sadoul]], ''Storia del cinema mondiale. Dalle origini ai nostri giorni'', Ernest Flammarion, Parigi (1949), trad. it. di Mariella Mammalella, Edizioni [[Feltrinelli]], Milano (1964).</ref> quando pubblicò il manifesto ''La nascita della settima arte'', prevedendo che la cinematografia avrebbe unito in sintesi l'estensione dello spazio e la dimensione del tempo. Fin dalle origini, la cinematografia ha abbracciato il filone della [[narrativa]], diventando la forma più diffusa e seguita di racconto.
La rapida successione di immagini che contengono una ripresa frazionata della medesima azione è alla base di quella illusione ottica che noi conosciamo come cinema.
 
Fernando Puma, nel suo libro ''7 arts'', preferisce lasciare, in modo classico, il Teatro quale forma d'[[belle arti|arte]] legata alle [[Muse (divinità)|Muse]] dell'[[Antica Grecia]] al posto del collegamento [[XX secolo|moderno]] con il Cinema.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Fernando Puma (Selected and edited by)|anno=1953|titolo=7 arts. Painting, Sculpture, Music, Dance, Theatre, Literature, Architecture.|editore=Permabooks. Doubleday & Company, Inc.|città=New York|lingua=en}}</ref>. [[Béla Balázs]] focalizza ancora il linguaggio cinematografico: «sotto i nostri occhi (...) si è formata una nuova tecnica del vedere e del mostrare, (...) importantissima anche per il solo fatto che essa, per la prima volta nella storia, non è monopolio di "élites"».<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Béla|cognome=Balázs|anno=1964|titolo=Il film. Evoluzione ed essenza di un'arte nuova|editore=Einaudi|città=Torino|volume=Paul Rotha e Richard Griffith, Storia del cinema, Presentazione e di [[Guido Aristarco]]}}</ref>
== Movimento come illusione ==
Sulla mitizzazione di certi film, che invece necessiterebbero di una revisione continua, è stato scritto che «lo stesso [[Cesare Pavese|Pavese]], così legato alle suggestioni del mito, ammoniva tuttavia che non bisogna conservarlo nella bambagia».<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Paul Rotha e Richard Griffith|anno=1964|titolo=Storia del cinema. Presentazione di Guido Aristarco|editore=Giulio Einaudi Editore|città=Torino|pp=XV-XXI}}</ref>
È molto diffusa la convinzione che il fenomeno della persistenza delle immagini sulla retina consenta allo spettatore di avere l'illusione del movimento. Questa affermazione è sbagliata. Il fenomeno ora descritto consente all'occhio di percepire come un fascio di luce continuo ciò che, al contrario, è una rapida sequenza di lampi (nel cinema professionale 48 al secondo, pari a 24 fotogrammi al secondo: ogni fotogramma viene illuminato due volte); l'illusione del movimento è invece opera del cervello il quale, secondo meccanismi non ancora del tutto chiariti, "assembla" la raffica di immagini che gli vengono trasmesse in modo unitario e, ciò che più conta, in movimento.
 
== Storia del cinema ==
Secondo alcuni studi la percezione del movimento si ha già con sole sei immagini al secondo, anche, se, ovviamente, la fluidità dell'azione risulta molto scarsa. I primi film muti venivano girati a circa sedici fotogrammi al secondo; lo standard dei 24 fotogrammi fu codificato solo con l'avvento del cinema sonoro onde ottenere una velocità lineare della pellicola sufficiente per una dignitosa resa sonora della traccia.
{{Vedi anche|Storia del cinema}}
 
=== La nascita del cinema ===
Per ulteriori informazioni, si consideri [[Persistenza della visione]].
{{Vedi anche|Cinema delle attrazioni}}
[[File:Fratelli Lumiere.jpg|thumb|left|I [[Fratelli Lumière|fratelli Louis e Auguste Lumière]]]]
L'invenzione della [[pellicola cinematografica]] risale al 1895 ad opera di [[George Eastman (imprenditore)|George Eastman]], mentre la prima ripresa cinematografica è ritenuta essere ''[[Man Walking Around a Corner]]'', [[cortometraggio]] di 3 secondi, realizzato il 18 agosto 1887 da [[Louis Aimé Augustin Le Prince]].
 
La cinematografia in senso stretto, intesa come proiezione in sala di una pellicola stampata di fronte ad un pubblico pagante, nasce invece il 28 dicembre [[1895]], grazie ad un'invenzione dei fratelli [[Fratelli Lumière|Louis e Auguste Lumière]], i quali mostrarono per la prima volta, al pubblico del [[Salon indien du Grand Café]] del Boulevard de Capucines a [[Parigi]], un apparecchio da loro brevettato, chiamato ''cinématographe''. Tale apparecchio era in grado di proiettare su uno schermo bianco una sequenza di immagini distinte, impresse su una pellicola stampata con un processo fotografico, in modo da creare l'effetto del movimento.
==Proiezione==
Le [[pellicola cinematografica | pellicole cinematografiche]]
vengono proiettate in apposite sale dette appunto cinematografiche o [[Cinematografo|cinematografi]], per lo più teatri, adattati ad ospitare uno schermo al posto del palco e un [[proiettore cinematografico|proiettore]] in fondo alla sala; oggi, visto il numero e la specializzazione in [[Generi cinematografici|generi]] del cinema, la tendenza è di riunire più sale cinematografiche di varia capienza in una sola struttura creata appositamente, i ''[[cinema multisala]]'' o più semplicemente multisale.
 
Già nel 1889 [[Thomas Edison]] aveva realizzato una [[cinepresa]] (detta Kinetograph) ed una macchina da visione ([[Kinetoscopio]]): la prima era destinata a scattare in rapida successione una serie di fotografie su una pellicola [[35 millimetri (pellicola cinematografica)|35 millimetri]]; la seconda consentiva, ad un solo spettatore per volta, di osservare tramite un visore l'alternanza delle immagini impresse sulla pellicola. Ma è ai fratelli Lumière che si deve l'idea di proiettare la pellicola, così da consentire la visione dello spettacolo ad una moltitudine di spettatori.
===I cinematografi===
[[Image:Abe.jpg|thumb|right|Chip utilizzato in un moderno proiettore digitale]]
I primi luoghi ad ospitare delle proiezioni cinematografiche furono dei [[teatro|teatri]] adattati per l'occasione con uno schermo. Inizialmente, infatti, essendo i [[film muto|film muti]], non servivano apparecchiature per la riproduzione del sonoro, e una qualsiasi stanza si adattava alle esigenze. Spesso, i proprietari dei locali ingaggiavano dei musicisti, in genere un pianista, per accompagnare musicalmente lo spettacolo.
 
Essi tuttavia non intuirono il potenziale di questo strumento come mezzo per fare spettacolo, considerandolo esclusivamente a fini documentaristici. La locazione delle apparecchiature determinò la nascita di molte imitazioni. Nello stesso periodo, Edison (negli [[Stati Uniti d'America|USA]]) iniziò un'aspra battaglia giudiziaria per impedire l'uso, sul territorio americano, degli apparecchi francesi, rivendicando il diritto esclusivo all'uso dell'invenzione.
Con l'avvento del sonoro, anche i cinematografi dovettero adattarsi alle nuove esigenze di quello che stava comiciando a diventare un ricco [[business]], e nacquero le prime sale cinematografiche vere e proprie, dedicate esclusivamente alla proiezione di film.
 
Dopo circa 500 cause in tribunale, il mercato sarà comunque liberalizzato. Nel 1900 i fratelli Lumière cedettero i diritti di sfruttamento della loro invenzione a [[Charles Pathé]]. Il cinematografo si diffuse così immediatamente in [[Europa]] e poi nel resto del mondo.
Cominciò così la prima età dell'oro del cinema, e le sale si diffusero rapidamente in tutto il mondo.
 
Nel frattempo il cinema registrò alcuni clamorosi successi di pubblico: ''[[The Great Train Robbery (film 1903)|The Great Train Robbery]]'' (1903) dell'americano [[Edwin Porter]] spopolò in tutti gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], mentre il ''[[Viaggio nella luna]]'' (1902) del francese [[Georges Méliès]], padre del cinema di finzione, ebbe un successo planetario (compresi i primi problemi con la [[Pirateria cinematografica|pirateria]]). Vennero sperimentati i primi [[effetti speciali]] prettamente "cinematografici", cioè i trucchi di montaggio (da [[Méliès]], che faceva apparire e sparire personaggi, oggetti e sfondi), le sovrimpressioni (dai registi della [[scuola di Brighton]], ripreso dalla fotografia), lo scatto singolo (dallo spagnolo [[Segundo de Chomón]], per animare i semplici oggetti), ecc. Si delinearono inoltre le prime tecniche rudimentali del linguaggio cinematografico: la [[soggettiva]] ([[George Albert Smith]]), il montaggio lineare ([[James Williamson (regista)|James Williamson]]), il [[raccordo sull'asse]], i movimenti di camera.
Oggi ormai le sale uniche sono una rarità, e si sono sempre più diffusi i cinema multisala, che sfruttano il richiamo di più pellicole e sale più piccole per ottimizzare i ricavi, secondo la logica ormai diffusa dello ''show-business''.
 
===I Drive-In=Descrizione ==
[[File:Interno di un sala da cinema.JPG|thumb|L'interno di una [[sala cinematografica]] mentre sullo [[schermo]] scorrono i titoli di coda del film]]
I [[Drive-In]], ''Guida-Dentro'' tradotto letteralmente, sono una forma di cinema particolare che si diffuse soprattutto negli [[Stati Uniti]] nel corso degli [[anni 1950|anni '50]] e [[anni 1960|'60]], che consisteva in proiezioni cinematografiche all'aperto, dove ci si poteva recare a vedere il film in automobile, sistemandosi nelle apposite piazzole allestite di fronte allo schermo, con a lato gli altoparlanti per l'audio (in alcuni casi era trasmesso su frequenze radio su cui ci si poteva sintonizzare con l'impianto stereo della macchina).
[[File:Digital Micromirror Device - Chip.jpg|thumb|Un dispositivo elettronico del tipo [[Digital Light Processing]] del 2003 utilizzato nei proiettori digitali]]
L'arte del cinema è caratterizzata da uno [[spettacolo]] proposto al pubblico sotto la forma di un [[film]], vale a dire la registrazione di una recita di finzione, denominata film a [[Soggetto (cinema)|soggetto]], il quale secondo la sua durata può essere suddiviso in [[cortometraggio]] (di durata fino a 30 minuti), [[mediometraggio]] (di durata superiore a 30, ma inferiore a 60 minuti) e il più diffuso [[lungometraggio]] (di durata pari o superiore all'ora di proiezione) in forma di [[commedia]] o [[dramma]], del tutto identica alla [[rappresentazione teatrale]] ma girata, in parte o interamente, in uno [[studio cinematografico]] oppure in [[esterni]] (definiti anche "___location" secondo il termine moderno); oppure il film [[documentario]], basato sull'osservazione della [[realtà]].
 
Entrambi sono veicolati da un tramite, che può essere la [[Pellicola cinematografica|pellicola]] flessibile (formata dapprima dalla [[celluloide]], poi dal [[triacetato di cellulosa]] e infine dal [[polietilene tereftalato]]), quindi dal nastro a [[banda magnetica]] e infine, con l'avvento del [[cinema digitale]], del processo della [[digitalizzazione]], attraverso il quale immagini e suoni del film vengono convertiti in [[dati]] [[informatici]] da diffondere in contenuti [[Digitale (informatica)|digitali]] su un [[supporto di memoria|supporto fisico]] oppure, attraverso [[internet]], su quello [[Virtualizzazione|virtuale]]. Tutti questi sistemi hanno come fine ultimo quello di venire letti e codificati da un meccanismo continuo e intermittente, più o meno sofisticato, che crea l'[[illusione ottica]] di un'[[immagine cinematografica|immagine in movimento]].
===Il cinema a casa===
====Betamax e VHS====
Nel [[1975]] la [[Sony]] lanciò sul mercato un videoregistratore compatto: il [[Betamax]]. Era il primo apparecchio che consentiva di registrare un segnale televisivo a costi contenuti: nasceva così il concetto di ''home video''. L'anno successivo fu il turno della [[JVC]], la quale propose al mercato un altro sistema per la registrazione video amatoriale: il [[VHS]] (acronimo di [[Video Home System]]). A detta di molti il Betamax era di qualità superiore al VHS, ma la JVC riusci ad imporre il suo [[standard]] grazie ad un' intelligente mossa di mercato: consentì anche ad altre case di produrre cassette e videoregistratori nel formato VHS; insomma qualcosa di molto simile a quanto, qualche anno più tardi, avrebbe fatto la [[IBM]] con i suoi [[PC]].
 
La divulgazione al pubblico di tale spettacolo registrato, che si differenzia perciò da tutte le altre arti performative, in origine era costituita da un'[[illuminazione]] attraverso un [[supporto ottico]], dapprima rudimentale e poi sempre più perfezionato: giochi di [[Specchio|specchi]], [[Lente|lenti]] ottiche, proiezione di fasci luminosi su schermi trasparenti od opachi, arrivando fino alla diffusione del segnale digitale sui televisori di ultima generazione, senza lo [[schermo a tubo catodico]], dotati di [[schermo al plasma]] o dal [[display a cristalli liquidi]], fino al recente televisore che supporta la visione tridimensionale, che però deve ancora esprimere compiutamente tutta la sua potenzialità, essendo tale tecnologia ancora agli inizi e piuttosto costosa.
Nel [[1979]] anche la [[Philips]] mette a punto un suo proprio formato: il [[Video 2000]]. Il maggior vantaggio di questo sistema era rappresentato dalla possibilità di registrare la videocassetta da entrambi i lati (come avviene per una normale [[musicassetta]]). Il Video 2000 era dunque un temibile antagonista del VHS. Perché dunque, la Philips lo abbandonò nella seconda metà degli [[anni 1980|anni ’80]] (oggi non si producono più neppure le cassette di questo formato)? Secondo alcuni ciò fu la conseguenza di un accordo tra le aziende interessate al mercato degli apparecchi audio e video del settore "consumer". La Philips acconsentì a rinunciare al suo Video 2000 ed in cambio le altre aziende abbandonarono i loro sistemi di registrazione digitale: in questo modo l'azienda olandese ha potuto imporre sul mercato lo standard audio "[[CD]]".
 
Il fenomeno della [[Persistenza della visione|persistenza delle immagini sulla retina]] consente allo spettatore di avere l'illusione ottica delle immagini in movimento. Tale fenomeno consente all'occhio di percepire come un fascio luminoso continuo ciò che, al contrario, è una rapida sequenza di lampi. Nel cinema professionale attuale sono 48 al secondo, pari a 24 fotogrammi al secondo, vale a dire che [[Frequenza dei fotogrammi|ogni fotogramma viene illuminato due volte]]. L'illusione del movimento è invece opera del cervello il quale, secondo meccanismi non ancora del tutto chiariti, riesce ad assemblare la molteplicità delle immagini che vengono trasmesse in modo unitario, creando da sé medesimo l'illusione che tali immagini siano in movimento. Secondo alcuni studi, la percezione del movimento si avrebbe già con sole sei immagini al secondo, anche se la fluidità dell'azione risulta molto scarsa. I primi film durante l'era del [[cinema muto]] venivano girati a circa 16 fotogrammi al secondo<ref>Si veda, sotto questo aspetto, lo studio in lingua inglese di [[Kevin Brownlow]] [https://web.archive.org/web/20110724032550/http://www.cinemaweb.com/silentfilm/bookshelf/18_kb_2.htm ''Silent films: What was the right speed?'' (1980)] tratto dal sito cinemaweb.com.</ref>; lo standard dei 24 fotogrammi fu codificato solo con l'avvento del [[cinema sonoro]], onde ottenere una velocità lineare della pellicola sufficiente per una dignitosa resa sonora della traccia.
====Il DVD e il futuro: Hd-DVD e Blue-Ray====
Il sistema VHS è ancora in uso ai giorni nostri, ma è ormai avviato sul viale del tramonto. La videoregistrazione digitale si sta imponendo per gli innegabili vantaggi che reca con sé: maggiore qualità delle immagini e dell'audio, "lavorabilità" del girato mediante computer; maggiore resistenza del supporto, il [[DVD]] (originariamente ''[[Digital Video Disk]]'', poi modificato in ''[[Digital Versatile Disk]]'').
Oggi l'appassionato può attrezzare nella propria abitazione una vera e propria sala cinematografica anche se di ridotte dimensioni, ove proiettare o film di edizioni compressi in un DVD, oppure opere da lui stesso girate e montate.
 
Nel senso originale, il cinema è la proiezione al pubblico di un film su uno schermo qualsiasi. Sin dalle origini, avveniva attraverso il [[proiettore cinematografico|proiettore]] in una [[sala cinematografica]] appositamente attrezzata, al chiuso durante le stagioni invernali e all'aperto durante le sessioni estive, nei nostrani Politeama, che avevano posti a sedere regolamentari, oppure nei ''[[Drive-in]]'', diffusi negli [[Stati Uniti d'America]] dal 1921, ma diventati largamente popolari sin dagli anni cinquanta. Tali particolari sale all'aperto (il termine ''Drive-In'', tradotto letteralmente, significa "Guida-Dentro") consistevano in proiezioni di film dove si assisteva seduti nell'[[automobile]], sistemandosi su apposite piazzole allestite di fronte allo schermo, con a lato gli [[Altoparlante|altoparlanti]] per l'audio: in alcuni casi la colonna sonora del film veniva trasmessa su frequenze radiofoniche in [[modulazione di frequenza]], su cui ci si poteva sintonizzare con l'impianto stereofonico della vettura. Con il declino della sala cinematografica, la fruizione del film viene veicolata da supporti [[analogico|analogici]] (la [[videocassetta]] nei formati [[Betamax]] e [[VHS]], utilizzata dal 1975 al 1998) o [[digitale (informatica)|digitali]] (il [[DVD]], commercializzato dal 1999, e il [[Blu-Ray Disc]], commercializzato dal 2009) sullo schermo [[televisione|televisivo]].
Il processo non sembra, però, ancora giunto alla sua fine, ed anche il [[DVD]] si prepara a diventare un supporto ''obsoleto'', e soprattutto si profila una nuova "battaglia" tra case di produzione per la scelta del prossimo standard ''home video'': [[Hd-DVD]] o [[Blue-Ray]]. Dalla parte di quest'ultimo, sviluppato e promosso dalla [[Sony]], si sono attualmente schierati dei colossi della [[tecnologia]] come [[Dell]], [[Hewlett-Packard]], [[LG Electronics]], [[Thomson]], [[Philips]], [[Matsushita Electric]], oltre alla [[20th Century Fox]]. L'[[Hd-DVD]], invece, è sostenuto dalla [[Nec]], [[Toshiba]] e [[Sanyo]].
 
Molto presto, a partire da [[Charles-Émile Reynaud]] nel 1892, i creatori dei film compresero che lo spettacolo proiettato migliorava sensibilmente aggiungendo come accompagnamento una [[musica]] suonata dal vivo, composta appositamente per costruire l'atmosfera della storia narrata, mettendo in evidenza ogni azione rappresentata. Si aggiungono molto rapidamente dei rumori di scena, causati da un assistente nel corso di ogni proiezione, e quindi un commento alle azioni che si svolgono sullo schermo da parte di un imbonitore presente in sala. Dalla sua invenzione, il cinema è diventato nel corso del tempo una [[Cultura di massa|cultura popolare]], un [[intrattenimento]], un'[[industria]], un [[mezzo di comunicazione di massa]] e [[arte|un mezzo di espressione artistica]]. Può essere inoltre utilizzato a fini [[pubblicità|pubblicitari]], [[propaganda|propagandistici]], [[pedagogia|pedagogici]] oppure per la [[ricerca scientifica]].
====Film a passo ridotto====
Se da un lato l'home video digitale appare, dunque, destinato a saturare il mercato, dall'altro sopravvive, come prodotto di nicchia, ancora il tradizionale cinema a passo ridotto: [[16 mm]] e [[super 8 mm]]. Molti appassionati continuano a preferire l'immagine chimica (cioè ottenuta per mezzo di emulsioni [[fotografia (cinema)|fotografiche]]) rispetto a quella digitale. Invero, dopo più di una decina d'anni di oblìo, il cinema a passo ridotto sembra conoscere una seconda giovinezza: in questi ultimi anni la [[Kodak]] ha visto una ripresa delle domanda di pellicole a passo ridotto, tanto da aver messo a disposizione degli operatori non solo le tradizionali emulsioni invertibili (destinate preferibilmente all'amatore), ma anche pellicole negative eguali a quelle commercializzate in [[35 mm]].
Le ragioni della scelta della pellicola [[super 8 mm]] e [[16 mm]] sono legate, soprattutto, ad una maggiore naturalezza e definizione dell'immagine, nonché ad una maggiore somiglianza del prodotto finito col "vero" cinema. Gli utilizzatori di questi formati rimproverano, infatti, all'immagine elettronica di non riuscire ad affrancarsi da quel "look" televisivo che segna (o dovrebbe segnare) lo spartiacque tra un prodotto di pregio ed uno di minor valore. Proprio per queste ragioni da parte di alcuni si adotta una tecnica "mista": le immagini vengono riprese su pellicola negativa, poi vengono riversate in un segnale video digitale ed infine montate al computer e videoproiettate.
Da ultimo v'è da segnalare che alcuni piccoli laboratori indipendenti continuano a stampare in [[super 8 mm]] o [[16 mm]], per i collezionisti, anche i film d'edizione di maggior successo.
Si stima che in Italia i cultori del cinema a passo ridotto siano circa 15.000.
 
Il termine originale francese, Cinéma, è l'[[apocope]] di Cinématographe (dal [[greco antico]] κίνημα / ''kínēma'', "movimento" e γράφειν / ''gráphein'', "scrivere" dunque "scrivere in movimento"), il nome dato da [[Léon Bouly]] nel 1892 al suo apparecchio di proiezione, un "dispositivo reversibile della fotografia e ottica per l'analisi e la sintesi delle proposte", del quale depositò il brevetto, ma che non riuscì mai a far funzionare. I [[Auguste e Louis Lumière|fratelli Lumière]] ripresero questo appellativo. Il padre, [[Antoine Lumière]], avrebbe preferito che l'apparecchio inventato dai suoi figli venisse denominato ''Domitor'', ma Louis e Auguste preferirono utilizzare il termine ''Cinématographe'' per definire con più efficacia la dinamica legata alle immagini da loro realizzate. Tuttavia, il termine di Antoine ritornò in auge nel 1985, quando in Francia l'"Associazione Internazionale per lo sviluppo e la ricerca sul cinema delle origini" venne soprannominata con un po' di umorismo ''Domitor''. La parola cinema è [[polisemia|polisemica]]: può designare l'arte filmica o le tecniche di ripresa dei filmati animati e la loro presentazione al pubblico; o ancora, per [[metonimia]], la [[sala cinematografica|sala]] nella quale i film vengono mostrati. È in quest'ultimo senso che il termine viene solitamente abbreviato a livello mondiale come "Cine".
==Storia del cinema==
:'''''Articolo principale: [[Storia del cinema]]'''''
 
Il riferimento allo schermo di proiezione ha suggerito agli spettatori diverse espressioni legate al linguaggio cinematografico: quelle oggettive, come ad esempio la "[[messa in quadro]]" per la ripresa di oggetti e persone in movimento; e, alla stessa maniera, soggettive, come "per fare il suo cinema" (sognare di essere un realizzatore di film mentre lo si guarda può apparire un po' troppo ottimista o addirittura patologico), "questo è il cinema" (affermazione che può apparire esagerata o menzognera) poiché sempre diverse sono le reazioni che il pubblico prova nel guardare una pellicola, a riprova della grande forza evocatrice di un film. In ogni caso, va ricordato che l'illusione ottica di un'immagine in movimento non va confusa con il fenomeno più complesso dell'[[illusione filmica]], vale a dire quell'esperienza particolare per cui «mentre sappiamo che stiamo vedendo solo un film, tuttavia sperimentiamo quel film come un mondo pienamente realizzato»<ref>Richard Allen, ''Projective Illusion. Film Spectatorship and the Impression of Reality'', Cambridge University Press, 1995, pag. 4.</ref>.
I primi rudimentali esempi di cinematografia erano semplici sviluppi della [[lanterna magica]] e strumenti ottici simili, che potevano essere usati per proiettare immagini ferme per fare in modo che l'occhio umano percepisse il movimento tramite la loro successione rapida. Naturalmente, le immagini usate per simili strumenti dovevano essere scelte e preparate con cura per raggiungere l'effetto desiderato. Usando immagini simili tra loro, ma con lievi differenze, si poteva trasmettere alla percezione del pubblico l'effetto del movimento. Il principio è ancora oggi quello applicato nel campo dell'[[animazione]].
 
Se i film che si propongono di rappresentare specifiche [[società (sociologia)|società]] diverse volte non ne riflettono perfettamente la fedeltà<ref>Marc Ferro, "Histoire des sociétés et lecture de films", ''Le Monde diplomatique'', marzo 1977</ref>, la loro diffusione è praticamente universale, le storie che vengono raccontate sono basate il più delle volte sui grandi sentimenti a beneficio di tutta l'umanità. Il moltiplicarsi delle sale cinematografiche, favorite dall'introduzione dei sottotitoli o dal doppiaggio dei dialoghi, è oggi diventata secondaria rispetto al livello [[commercio|commerciale]]; le vendite dei diritti di diffusione sui canali televisivi sono innumerevoli e la loro messa a disposizione nei diversi formati domestici sono diventati le principali fonti di entrate per il cinema, con risorse che si sono rivelate colossali.
Con lo sviluppo della [[fotografia]], e in particolare della [[pellicola cinematografica]] ''([[film]])'' di [[celluloide]], divenne possibile registrare le immagini. L'uso della pellicola, inoltre, era decisamente più comodo per un sistema di proiezione delle immagini ad un pubblico, quando all'epoca si usavano strumenti che potevano essere utilizzati da una persona per volta, che doveva guardare all'interno dell'oggetto.
 
Secondo uno studio effettuato dalla [[ABN AMRO]] nel 2000, circa il 26% delle entrate provenivano dalla vendita dei biglietti nelle sale, il 28% provenivano dalla diffusione domestica, e il 46% invece provenivano dalle vendite nei formati domestici<ref>Come si può evincere dal [http://www.pbs.org/wgbh/pages/frontline/shows/hollywood/business/windows.html sito PBS Frontline, in lingua inglese] che riprende i risultati dello studio ''Filmspace:Behind the scenes'' pubblicato dalla ABN AMRO il 12 settembre 2000.</ref>. Oggi, in assenza di statistiche, si può affermare che la parte riguardante l'[[Home video]] abbia largamente superato il 50% a livello mondiale: il che significa che attualmente la maggior parte della distribuzione dei film avviene in prevalenza in ambito privato domestico, mentre la visione collettiva del film nelle sale è diventata minoritaria, nonostante una specializzazione sempre più minuziosa dei [[generi cinematografici]], che ha portato di conseguenza la tendenza di riunire più sale di varia capienza in una sola struttura creata appositamente, definita [[cinema multisala]], che in realtà fece la loro prima comparsa a livello quasi sperimentale in Canada nel 1957<ref>Si veda, a tal proposito, [http://www.histori.ca/minutes/minute.do?id=10229 il filmato sul sito Historical Canada Minutes] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110927040846/http://www.histori.ca/minutes/minute.do?id=10229|data=27 settembre 2011}} in lingua inglese.</ref>, al quale si aggiunge un rispolvero, ulteriormente perfezionato, del [[cinema tridimensionale]].
Il [[28 dicembre]] [[1895]] i [[fratelli Lumiere]] proiettarono al ''Grand Cafè'' di [[Parigi]] dieci [[film]] di circa un minuto l'uno, tra i quali un primo piano di uno dei fratelli e sua moglie che davano da mangiare a loro figlio e ''Arroseur et arrose'' (''Innaffiatore e innaffiato'').
 
=== Teorie del cinema ===
Il cinema fu inizialmente pura [[arte]] visiva. Comunque, quando un [[film]] veniva proiettato in un [[cinamatografo]], per lo più [[teatro|teatri]] adattati alle esigenze, i proprietari dei locali ingaggiavano dei musicisti per accompagnare la proiezione con della [[musica]]. I musicisti, solitamente un pianista, dovevano dunque adattarsi ed accompagnare l'umore del film nei vari passaggi.
{{Vedi anche|Filmologia}}
[[File:Ferdinand de Saussure.jpg|thumb|upright=0.8|Il lavoro del linguista [[Ferdinand de Saussure]] ha stabilito l'inizio di qualsiasi analisi strutturale della narrazione cinematografica]]
I teorici del cinema cercarono di sviluppare alcuni concetti e studiare il cinema come un'[[arte]]<ref>{{Cita web|lingua=fr|autore=Encyclopædia Universalis|url=https://www.universalis.fr/encyclopedie/cinema-aspects-generaux-les-theories-du-cinema/|titolo=CINÉMA (Aspects généraux) - Les théories du cinéma|sito=Encyclopædia Universalis|accesso=2025-06-08}}</ref>. Derivato dalle tecnologie dell'epoca, pur essendo un sintomo o una causa di tale modernità riferita all'epoca nella quale nacque, i suoi principi tecnici, come il montaggio o le riprese, hanno rivoluzionato le modalità di rappresentazione nelle [[arti figurative]] e della [[letteratura]]. Per formare e comprendere questa nuova rappresentazione artistica, il cinema aveva bisogno di teorie.
 
In ''Materia e memoria'' (''Matiére et mèmoire''), nel 1896, il filosofo francese [[Henri Bergson|Henri-Louis Bergson]] anticipa lo sviluppo teorico in un'epoca nella quale il cinema era visto soprattutto come opera visionaria<ref name="Bergson">''Matèrie et Mémoire'' (1896), trad. it. di Adriano Pessina, ''Materia e memoria'', Laterza Edizioni, Bari-Roma, 1996 (ISBN 88-420-4894-1)</ref>. Esprime anche la necessità di riflettere sull'idea del movimento, e quindi inventò il termine «immagine in movimento» e «immagine-tempo»<ref name="Bergson" />. Tuttavia, nel 1907, nel suo saggio ''L'illusion cinématographique'', contenuto in ''L'Évolution créatrice'', egli rifiuta il cinema come esempio di [[spiritualismo]]<ref>Henri-Louis Bergson, ''L'Évolution créatrice'' (1907), trad. it. di Umberto Segre, Athena, Milano, 1925 e Corbaccio-Dall'Oglio, Milano, 1965 (ISBN 88-7718-454-X); trad. it. di [[Paolo Serini]], Mondadori, Milano, 1938 e 1949; trad. it. di Armando Vedaldi, Sansoni, Firenze, 1951; trad. it. di Giancarlo Penati, La scuola, Brescia, 1961 (ISBN 88-350-7378-2); trad. it. di Leonella Alano, Fabbri, Milano, 1966; trad. it. di Fabio Polidori, Raffaello Cortina, Milano, 2002 (ISBN 88-7078-780-X), trad. it. di Marinella Acerra, Bur, Milano, 2012 e 2013 (ISBN 978-88-17-05495-9)</ref>. Molto più tardi, in ''[[L'immagine-movimento. Cinema 1|L'immagine movimento. Cinema 1]]'' (1983) e ''[[L'immagine-tempo. Cinema 2|L'immagine tempo. Cinema 2]]'' (1983) il filosofo [[Gilles Deleuze]] citerà ''Matérie et Mémoire'' come base della sua filosofia del cinema riesaminando i concetti di Bergson unendoli con la [[semiotica]] di [[Charles Sanders Peirce|Charles Peirce]]<ref>Gilles Deleuze, ''L'immagine-movimento. Cinema 1'', trad. it. di Jean-Paul Manganaro, Ubulibri, Milano, 1984, e ''L'immagine-tempo. Cinema 2'', trad. it. di Liliana Rampello, Ubulibri, Milano, 1989.</ref>.
Più tardi, lo sviluppo tecnologico permise di creare una [[colonna sonora]] sincronizzata con le immagini sullo schermo, e che poteva essere registrata a parte dalle riprese del film. I film sonori vennero inizialmente conosciuti come "film parlanti".
 
È nel 1911, in ''La nascita della sesta arte'' che il critico [[Ricciotto Canudo]] (che dieci anni dopo ridefinirà il cinema come ''settima arte'') delinea le prime teorie<ref name="Canudo">''La nascita di una sesta arte'' in ''[[Cinema Nuovo]]'', n. 225, settembre-ottobre 1973, pp. 361-71; poi in [[Alberto Barbera]] e [[Roberto Turigliatto]] (a cura di), ''Leggere il cinema'', [[Oscar Mondadori]], Milano 1978, pp. 13-24.</ref><ref>{{Cita libro|lingua=en|nome=Philip|cognome=Simpson|nome2=Andrew|cognome2=Utterson|nome3=Karen J.|cognome3=Shepherdson|titolo=Film Theory: Critical Concepts in Media and Cultural Studies|url=https://books.google.fr/books?id=u9DvW4A59ywC&pg=PA25&lpg=PA25&dq=the+birth+of+the+sixth+art+Ricciotto+Canudo&source=web&ots=8caC5HPalB&sig=l47coWioCagq05fAlqLk2E8L6Bk&hl=fr|accesso=2025-06-08|data=2004|editore=Taylor & Francis|ISBN=978-0-415-25972-9}}</ref> tirandosi dietro quella che definì "l'era del silenzio" e concentrandosi principalmente a definire gli elementi cardine<ref>[[Francesco Casetti]], ''Teorie del cinema. 1945-1990'', Milano, Bompiani, 1993.</ref>. Il lavoro e le innovazioni continue dei realizzatori di films favorirono il vantaggio per riflessioni più approfondite. [[Louis Delluc]] coniò il termine ''[[Fotogenia]]''. [[Germaine Dulac]] e [[Jean Epstein]], i quali ritengono che il cinema sia un mezzo per soddisfare e riunire il corpo con lo spirito, sono i principali artefici dell'avanguardia francese, seguite a ruota dalle teorie tedesche le quali, influenzate dalla corrente dell'[[Cinema espressionista|Espressionismo]], rivolgono le loro attenzioni verso l'immagine. Va notato il parallelo con la [[Psicologia della Gestalt]], che nacque e si sviluppò tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo sotto l'egida di [[Ernst Mach]]<ref>Cfr. A. Gurwitsch, ''Développement historique de la Gestalt-Psychologie'', Edizioni Thalès, 1935, pagg. 167-176.</ref>.
L'ultimo decisivo gradino che ha portato il cinema alla concezione moderna fu l'introduzione del colore, che venne adottato più gradualmente rispetto al sonoro. Come la tecnologia si sviluppò, sempre più film si avvalsero del colore, ed è oggi ormai una pratica universale, diversamente dalla fotografia, dove il bianco e nero è sopravvissuto per vari motivi. In rare eccezioni, comunque, come nel film di [[Steven Spielberg]] ''"[[Schindler's List]]"'', la scelta del B/N ha a che fare con ragioni artistiche.
 
Dalla parte sovietica, teorici e cineasti ritengono il [[montaggio]] come l'essenza del cinema. Il tema privilegiato di [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn]] è la creazione sotto tutti i suoi aspetti di una teoria generale del montaggio sotto la quale si possa prendere in considerazione la nascita di un linguaggio di concetto-immagine, rivelatrici sia l'uno che l'altro delle loro identità e del pensiero. Dal canto suo, [[Dziga Vertov]] si farà portavoce delle novità del [[futurismo]]. La sua teoria, corrispondente al montaggio di frammenti con piccole unità di senso, prevede la distruzione di tutta la tradizione narrativa per sostituirla con una "fabbrica di fatti", una concezione radicale per il cinema di allora. Il montaggio narrativo tipico americano, messo in teoria da [[Vsevolod Illarionovič Pudovkin]], alla fine prevarrà in tutto il cinema a livello mondiale.
==La produzione cinematografica==
:'''''Articolo principale: [[Produzione cinematografica]]'''''
 
La teoria formalista del cinema, promulgata da [[Rudolf Arnheim]], [[Béla Balázs]] e [[Siegfried Kracauer]], sottolinea il fatto che l'opera filmica è diversa dalla realtà, e va considerata come un'opera d'arte vera e propria<ref>{{Cita web|autore=Frederic Gimello|url=http://fgimello.free.fr/enseignements/metz/textes_theoriques/COURS_textes_theoriques_cinema.htm|titolo=théorie du cinéma|sito=fgimello.free.fr|accesso=2025-06-08}}</ref>. Anche [[Lev Vladimirovič Kulešov]] e [[Paul Rotha]] sostengono che il film è un'opera d'arte. Dopo la seconda guerra mondiale, il critico e teorico [[André Bazin]] si schiera contro questa tesi sostenendo che l'essenza del cinema risiede nella sua capacità di riprodurre meccanicamente la realtà e non nella differenza tra il vissuto reale e la realtà filmica, ossia l'illusione filmica. Bazin formulò così la sua teoria del cinema realistico virando verso un approccio [[ontologia|ontologico]] del cinema. Se l'immagine fotografica ha il suo fine nel catturare l'essenza di un singolo momento, l'immagine cinematografica ha il suo scopo nel perseguire l'oggettività dell'immagine fotografica, catturando l'essenza di momenti diversi. Troviamo questa teoria in diverse occasioni e con svariate varianti, come in ''Le temps scelle'' del regista [[Andrej Tarkovskij]] o combinandolo con l'[[ermeneutica]] filosofica di [[Hans-Georg Gadamer]] e nel saggio ''La tentation pornographique'' di [[Matthieu Dubosc]]. Al contrario di Bazin e dei suoi discepoli, [[Jean Mitry]] sviluppa la prima teoria del segno e significato del cinema, senza voler assimilare anche per analogia, l'immagine visiva e le strutture filmiche con il linguaggio verbale, così come la tentazione di confrontarlo con la semiotica quando, a partire dagli anni sessanta e settanta, le teorie del cinema vennero discusse da importanti accademici universitari. I concetti di discipline già affermate come la [[psicanalisi]], lo studio dei generi, l'[[antropologia]], la teoria letteraria, la [[semiotica]] e la [[linguistica]], oltre al formalismo russo, la filosofia decostruttiva, la narratologia, la storia, ecc., convergono tutte nell'analisi testuale, dove si iniziano ad esaminare i dettagli delle strutture operative del film.
Se la proiezione di un [[film]] è una cosa tutto sommato semplice ed economica, la sua creazione invece è una vera e propria impresa che richiede la coordinazione di una [[troupe]] di centinaia di persone, l'impiego di macchinari e attrezzature molto costose, la pianificazione di molte attività diverse, a volte contemporanee, e l'investimento di grosse somme di denaro: girare (creare) un film in modo professionale, anche in economia, costa comunque cifre dell'ordine del milione di euro. A fronte di questi costi e di queste difficoltà un film riuscito, che ha successo, può rendere cifre straordinarie. D'altra parte, se il film non piace, la perdita è molto grave.
 
L'importanza di questi studi provoca, a partire dagli anni sessanta, una frattura profonda tra i teorici e i realizzatori delle pellicole. Questa autonomia tanto desiderata resterà comunque allo Stato embrionale: quando, nel 1966, [[Christian Metz]] propugna la teoria della «grande sintassi del film narrativo», una formalizzazione dei molteplici codici presenti nel linguaggio cinematografico, [[Jean-Luc Godard]] provvede a decostruire tali codici all'interno delle sue opere.
In generale, le fasi della produzione sono: lo sviluppo del progetto, la [[pre-produzione]], la [[lavorazione (cinema)|lavorazione]] e la [[post-produzione]].
[[File:Nanni Moretti.jpg|thumb|upright=1.2|[[Nanni Moretti]] è uno dei cineasti fortemente influenzati dalle teorie sul cinema mentale]]
 
Gli anni ottanta mettono termine alla "guerra fredda" tra teorici e realizzatori. Nascono allora altre riflessioni, in particolare quelle orientate sulla narratologia, nonché una serie di teorie per la riscoperta del cinema delle origini, nelle quali gli studi del canadese [[André Gaudreault]] e dello statunitense [[Tom Gunning]] sono particolarmente esemplari. Nel corso degli anni novanta, la rivoluzione tecnologica portata dal sistema digitale avrà diversi impatti sui teorici del cinema. Da un punto di vista psicanalitico, dopo il concetto sul reale di [[Jacques Lacan]], [[Slavoj Žižek]] offre nuovi orizzonti di riflessione per un'analisi del cinema contemporaneo. C'è stata anche una rivalutazione storica delle modalità di proiezione (il cinema non più proiettato soltanto in una sala buia su un grande schermo alla presenza di un pubblico, ma anche quello presentato in televisione, tramite Internet o in qualsiasi altro luogo, come predetto da [[Cesare Zavattini]] negli anni cinquanta; un film resta tale indipendentemente dal luogo in cui se ne usufruisce<ref>Cfr. Roberto Poppi, ''I registi dal 1930 ai giorni nostri'', Gremese Editore, Roma, prefazione alla prima edizione 1993</ref>), nonché atteggiamenti e pratiche comuni del pubblico cinematografico, analizzato, oltre da Tom Gunning, anche da [[Miriam Hansen]], [[Maria Koleva]] e [[Yuri Tsivian]].
==Gli aspetti più importanti==
===Regia===
:'''''Articolo principale: [[Regia cinematografica]]'''''
 
Nel cinema moderno, il corpo viene lungamente filmato molto prima che passi all'azione, ripreso come un corpo che resiste. Per questi cineasti, propugnatori del [[cinema mentale]], è il [[cervello]] che va in scena; la violenza estrema viene ancora controllata mentalmente: i primi film di [[Benoît Jacquot]] sono fortemente impregnati da queste teorie. I personaggi del film ripiegano su se stessi, senza approfondimenti psicologici. Jacquot dichiarerà nel 1990, a proposito di ''[[La désenchantée]]'': «Faccio film per essere vicino a chi i film li fa, gli attori. A volte alcuni giovani registi avrebbero costruito gli attori attorno al loro mondo. Non sto cercando di mostrare il mio mondo. Cerco di avvantaggiarmi guardando il mondo del cinema. È una sciocchezza sostenere che l'attore entra nella pelle del suo personaggio. Al contrario, sono i personaggi a entrare nella pelle dell'attore». Altri cineasti di fama internazionale, come [[André Téchiné]], [[Alain Resnais]], [[Nanni Moretti]], [[Takeshi Kitano]] e [[Tim Burton]] sono stati influenzati dal cinema mentale.
===Soggetto e Sceneggiatura===
:'''''Articoli principali: [[Soggetto (cinema)|Soggetto]] e [[Sceneggiatura]]'''''
 
=== Movimenti e scuole cinematografiche ===
La [[produzione cinematografica|produzione]] di un [[film]] parte generalmente da un'idea. Lo sviluppo di questa idea porta alla stesura del [[soggetto (cinema)|soggetto]], una prima bozza di quello che potrebbe diventare il copione di un film. Il soggetto, contenente solo lo svolgimento della vicenda in linea di massima, è presentato a uno o più produttori. Se ci sono i presupposti per uno sviluppo del progetto, il soggetto viene tramutato in [[sceneggiatura]]. Questo secondo processo è decisamente più lungo e delicato del precedente, e richiede delle buone conoscenze tecniche: una buona sceneggiatura, infatti, getta le basi per una buona riuscita del prodotto finale. Lo svolgimento dell'azione narrato nel soggetto viene elaborato e raffinato, creando il copione finale del film, che comprende la suddivisione in scene, i dialoghi, le ambientazioni, indicazioni sulle azioni dei personaggi e sulle loro personalità, tutto quello che, insomma, può servire al regista per sviluppare le riprese. Il regista, se già coinvolto nel progetto durante questa fase (spesso il regista viene scelto a sceneggiatura ultimata), può fornire il suo apporto nella stesura del testo. In seguito, avrà comunque la possibilità di cambiarlo e modificarlo ''in itinere'' durante le riprese.
{{Vedi anche|Movimenti cinematografici}}
[[File:CABINETOFDRCALIGARI-poster.jpg|thumb|upright=0.5|Il manifesto del film ''[[Il gabinetto del dottor Caligari]]'' (1920) considerato simbolo del [[cinema espressionista]]]]
Un movimento, raggruppato in una corrente, può essere inteso come un modo di classificare l'opera cinematografica. [[Heinrich Wölfflin]] inizialmente li definisce «sconvolgimenti del sentimento creativo». [[Gilles Deleuze]] rimarca nel suo saggio ''L'immagine in movimento'' come i movimenti cinematografici procedano di pari passo con i movimenti pittorici. Il cinema classico aveva lo scopo di rendere chiare le relazioni tra azione e reazione conseguente, ma nello stesso istante nascono nuovi movimenti.
 
All'inizio degli anni venti l'[[espressionismo]], in pittura, deforma linee e colori per esprimere i sentimenti. Al cinema si esprime principalmente attraverso il metodo recitativo degli attori e con l'opposizione tra ombra e luce nell'immagine. Il [[cinema espressionista]] mette a confronto il bene e il male, come avviene nel film ''[[Il gabinetto del dottor Caligari]]'' diretto nel 1920 da [[Robert Wiene]], uno dei primi film di questa corrente. Questo movimento si sviluppò in [[Germania]], quando il paese si stava rimettendo faticosamente in piedi dopo la prima guerra mondiale, ma non riuscì a competere con il cinema hollywoodiano. Allora alcuni realizzatori degli studi cinematografici [[UFA (azienda)|UFA]], tentano di sviluppare un metodo per compensare la mancanza di appeal commerciale con l'adozione del [[simbolismo]] nell'impostazione scenica. Il lato astratto delle scenografie proviene, in primo luogo, dalla mancanza di risorse: le tematiche principali riguardano la follia, tradimenti e altre questioni spirituali, differenziandosi così dallo stile romantico e avventuroso propugnato dal [[cinema statunitense]]. Tuttavia, la corrente espressionista scomparve gradualmente, ma verrà ripresa in diversi [[film polizieschi]] degli anni quaranta e influenzerà in maniera decisiva dal secondo dopoguerra il [[noir]] e l'horror.
===Fotografia===
:'''''Articoli principali: [[Fotografia (cinema)|Fotografia cinematografica]] e [[Direttore della fotografia]]'''''
 
Poi arriva l'astrazione lirica, che a differenza dell'espressionismo, fonde il bianco con la luce senza alcun conflitto e propone un'alternativa che ispirerà in maniera decisiva i cineasti: l'[[estetica]] [[melodramma]]tica di [[Josef von Sternberg]] e [[Douglas Sirk]], l'[[etica]] di [[Carl Theodor Dreyer]] e [[Philippe Garrel]], le tematiche religiose e spirituali di [[Robert Bresson]] che confluiscono tutte nell'opera di [[Ingmar Bergman]]. Secondo l'astrazione lirica, il mondo intero viene osservato tramite uno sguardo, un volto attraverso il quale s'instaura un gioco a intermittenza dei movimenti di luci che mettono in evidenza le caratteristiche dei personaggi, i quali con questo stratagemma ci conducono nel loro universo personale. Sternberg, in ''[[I misteri di Shanghai]]'' (1941) dice: «Tutto può accadere in qualsiasi momento. Tutto è possibile. L'effetto è costituito da due componenti: la valorizzazione dello spazio bianco unito al potenziale intenso di quello che deve accadere lì».
La fotografia cinematografica ha un ruolo fondamentale nella produzione di un [[film]], essendo la responsabile principale dell'aspetto estetico finale del prodotto. Il direttore della fotografia è uno dei collaboratori più stretti ed importanti del regista. Insieme decidono la composizione ed il taglio dell'[[Fotografia (cinema)#Inquadratura|inquadratura]], a che distanza inquadrare un soggetto, con quale angolo di ripresa, etc. In base alla scena che si vuole riprendere, si deciderà, ad esempio, se effettuare una [[carrellata (cinema)|carrellata]], una [[panoramica (cinema)|panoramica]], un [[piano (fotografia)|primo piano]], un [[campo (fotografia)|campo lungo]], etc. La vicinanza o meno della macchina da presa può influire, infatti, sulla carica emotiva della scena. Ad esempio, inquadrando il volto di un attore, lo spettatore è coinvolto maggiormente rispetto ad un'inquadratura più ampia comprendente tutto l'ambiente circostante. Oppure, in una scena di guerra, utilizzando una [[steadicam]] ed adottando il punto di vista di un soldato, si proietta lo spettatore nel vivo dell'azione. In questo contesto, possiamo affermare che la fotografia è l'arte di "raccontare per immagini", ed è parte integrante di quello che è definito come "il linguaggio cinematografico": le immagini non sono altro che le ''parole'' (o i ''segni'') del linguaggio, ed il [[montaggio]] ne è la ''grammatica'' (o la ''sintassi'').
[[File:Roma città aperta corsaPina.jpg|thumb|left|La scena più celebre di ''[[Roma città aperta]]'' di [[Roberto Rossellini]] (1945), film simbolo del [[neorealismo (cinema)|neorealismo]]]]
 
Durante gli anni cinquanta, il cinema scopre una nuova architettura dell'immagine, nella quale avviene una dissociazione tra immagine pura e azione rappresentata. Nasce la disarticolazione degli oggetti e dei corpi a partire dal dopoguerra immediato<ref>Cfr. Alain Reinaud, ''La nouvelle Architecture de l'Image'', da ''Cahiers du Cinéma'' n. 583, ottobre 2003</ref> opponendosi alle convenzioni stabilite in precedenza. Il cinema di quell'epoca inizia a dare importanza alla semplice visione: l'immagine non è più costretta a ricercare significati occulti e scopi sui quali reggersi, diventando libera. In ''[[L'ora del lupo (film 1968)|L'ora del lupo]]'' di Ingmar Bergman (1966) il personaggio di Johan Borg, interpretato da [[Max von Sydow]], pronuncia: «Adesso lo specchio è rotto. È tempo che i pezzi comincino a riflettere», frase emblematica sia per la condizione del protagonista, che vive isolato in un mondo tutto suo privato, sia per il cinema stesso e la sua rottura definitiva con la rappresentazione classica dello spazio, facendo nascere una nuova idea formalista.
===Montaggio===
:'''''Articolo principale: [[Montaggio]]'''''
 
In [[Italia]], tra il 1943 e il 1955, si sviluppò il [[neorealismo (cinema)|neorealismo]]: introdotto da [[Luchino Visconti]] (''[[Ossessione (film 1943)|Ossessione]]'') e [[Vittorio De Sica]] (''[[I bambini ci guardano]]''), venne suggellato da [[Roberto Rossellini]] (''[[Roma città aperta]]'' e ''[[Paisà]]'') e idealmente chiuso dallo stesso De Sica (''[[Il tetto]]'') che firmò uno dopo l'altro quattro capolavori assoluti di questa corrente, scritti in collaborazione con Cesare Zavattini: ''[[Sciuscià (film)|Sciuscià]]'', ''[[Ladri di biciclette]]'', ''[[Miracolo a Milano]]'' e ''[[Umberto D.]]''. Il cinema neorealista per la prima volta abbandona i teatri di posa per scendere a contatto con la gente comune in mezzo alle strade, accentuando grandemente la sensazione di [[realtà]] documentaria. Le persone filmate sovente sono attori non professionisti, anche a causa della scarsità dei mezzi di finanziamento; il regista punta maggiormente l'attenzione sulle persone più che sui personaggi, valorizzandole nel loro contesto sociale e nel loro insieme. Piuttosto che mostrare qualcosa, si preferisce la narrazione che spesso avviene in maniera cruda e spigolosa, ma poetica nel suo complesso. [[André Bazin]] si mostra subito entusiasta di questo movimento: il neorealismo appare come una sorta di liberazione, non solo per quanto riguarda il puro contesto storico, ma anche come liberazione dei vincoli cinematografici: si spingerà infatti ad affermare, a proposito di ''Ladri di biciclette'', «Niente più attori, niente più storia, niente più messa in scena; cioè finalmente, nell'illusione estetica perfetta della realtà, niente più cinema»<ref>Cfr. André Bazin, recensione di ''Ladri di biciclette'' di Vittorio De Sica, in ''L'ecran français'' n. 187, 25 gennaio 1949.</ref>. Di contro, [[Gilles Deleuze]] vede nel neorealismo una delimitazione tra immagine come movimento e immagine come tempo.
Il montaggio è solitamente considerato l'anima del cinema e parte essenziale della [[messa in scena]] operata dal [[regista]]. Il primo a rendere evidenti le potenzialità del montaggio fu [[David Wark Griffith|David W. Griffith]] nel film ''[[La nascita di una nazione]]'', ove teorizzò gli elementi alla base del "linguaggio cinematografico": inquadratura, scena e sequenza.
 
Durante gli anni cinquanta in Francia si sviluppò la ''[[Nouvelle Vague]]'', termine coniato sul quotidiano ''[[L'Express]]'' da [[Françoise Giroud]]. Questa corrente si differenzia dalle precedenti per la vitalità delle intenzioni di rinnovamento del cinema francese. La Nouvelle Vague cerca di inserire la tematica del lirismo nella vita quotidiana rifiutando la bellezza fine a se stessa dell'immagine. Con la Nouvelle Vague, tecnologie più perfezionate permettono una diversa maniera di produrre e girare film: arriva sul mercato la camera [[Éclair]] che utilizza il formato a 16 millimetri di pellicola, più leggera e silenziosa, che permette riprese in esterno più aderenti alla realtà soprattutto grazie al miglioramento della resa sonora. [[Jean-Luc Godard]] è il principale esponente del movimento, ma il punto massimo di rottura tra il film girato nei teatri di posa e il film girato totalmente in esterni si verifica nel 1973 con ''[[Effetto notte (film)|Effetto notte]]'' (''Nuit americaine'') di [[François Truffaut]]. Il movimento della Nouvelle Vague trasgredisce persino alcune convenzioni universalmente standardizzate come la continuità, ad esempio in ''[[Fino all'ultimo respiro (film)|Fino all'ultimo respiro]]'' (''Á bout de souffle'') di Godard o ancora lo sguardo in macchina, un tempo interdetto. Entro tale ottica, i cineasti erano destinati a evidenziare il realismo: i ricordi dei personaggi si presentano interrotti e sovente frammentati, mai ordinati o netti.
Grande attenzione al montaggio venne riservata dai registi sovietici degli [[anni 1920|anni '20]].
[[Kulesov]] ed [[Ejzenstejn]] furono i principali teorici del montaggio. Kulesov dimostrò l'importanza del montaggio nella percezione del film attraverso un famoso esperimento. Facendo seguire sempre lo stesso primo piano dell'attore Mozzuchin di volta in volta ad un piatto di minestra, un cadavere o un bambino, rese evidente che lo spettatore avrebbe letto nel volto fame, tristezza o gioia. Questo prende il nome di "Effetto Kulesov". Ejzenstejn invece teorizzò il "Montaggio delle attrazioni". Nel [[1923]] pubblicò un saggio in cui anticipava la pratica che avrebbe usato poi nelle sue pellicole. Nei suoi lavori, come ''[[Sciopero]]'' (1925) o ''[[La corazzata Potemkin]]'' (1925), il regista inserì varie immagini non diegetiche, cioè estranee al testo filmico rappresentato, ma che per la loro capacità di esemplificazione potevano essere associate alle scene. Ad esempio, in ''Sciopero'', la soppressione della rivolta viene mostrata attraverso lo sgozzamento di un bue. Praticò un'estrema frammentazione delle inquadrature, per cui un unico gesto viene mostrato da più angolazioni. Questo metodo di Montaggio si contrapponeva al montaggio classico o invisibile. Hollywood infatti attraverso i campo-controcampo o i raccordi sullo sguardo cercava di rendere il montaggio il più fluente possibile.
 
In seguito, compare un nuovo movimento, che mette in evidenza la resistenza del corpo. In comparazione con le correnti precedenti, ciò che cambia sono le riprese cinematografiche del corpo, che viene filmato molto prima che entri in azione, come un corpo in resistenza. Qui il corpo non è più un ostacolo che separa il pensiero in sé; al contrario, acquista una nuova forza proprio nell'attesa del raggiungimento di nuovi traguardi. In qualche maniera, il corpo non attende; costringe il personaggio a una reazione che non avviene subito, ma viene dilatata nel tempo, oppure nei casi più estremi può non avvenire mai. Gilles Deleuze dichiarerà: «Noi non conosciamo esattamente cosa un corpo può fare: durante il sonno, in stato di ubriachezza, in tutti i suoi sforzi e resistenze, il corpo non è mai presente, può contenere apprensioni, attese, fatiche, persino disperazione. La fatica, l'attenzione e la disperazione fanno parte degli atteggiamenti del corpo».
Il [[montatore]] segue le indicazioni del regista, che supervisiona il lavoro, e procede a visionare il [[girato]] tagliando le [[inquadratura|inquadrature]] utili ed unendole tra loro. Tutte le [[scena (cinema)|scene]], girate in un ordine casuale, sono poi montate nell'ordine previsto dalla [[sceneggiatura]]. Il montaggio detta, quindi, il ritmo del film ed il suo stile narrativo.
 
La resistenza dei corpi si manifesta in maniera rimarcabile nell'intera opera di un esponente del movimento di rottura delle convenzioni e stilemi della Hollywood classica, [[John Cassavetes]] della [[New Hollywood]]. La macchina da presa è sempre in movimento, scorrendo parallela alle azioni degli attori. Attraverso l'immagine, lo spettatore ricerca lo sguardo del corpo in sequenze lunghissime. Analogamente, il [[ritmo]] diventa più frenetico al punto che comincia a non andare più di pari passo alle capacità visive degli spettatori. Esso risponde, così come l'[[arte informale]] alla costituzione di uno spazio che si può quasi toccare con mano, oltre che esplorarlo. Nel cinema di [[Maurice Pialat]] i suoi personaggi cercano di mostrare l'essenziale, deprivato di qualsiasi [[estetica]] per esibire la loro verità intima. Affermerà: «Il cinema rappresenta la verità nel momento in cui si effettuano le riprese». Per contro, i dialoghi restano onnipresenti, e ai giorni nostri restano una voce importante nell'economia del film. Tuttavia i dialoghi non spiegano i sentimenti dei personaggi ma sono funzionali all'azione pura, non sviluppano i loro pensieri dentro l'azione stessa.
===Colonna sonora===
:'''''Articolo principale: [[Colonna sonora]]'''''
 
All'inizio degli anni ottanta, Maria Koleva introduce il concetto del film libro. Nel 1995 i danesi [[Lars von Trier]] e [[Thomas Vinterberg]] lanciano attraverso un manifesto di dieci punti il movimento [[Dogma 95]] in reazione alle [[Blockbuster (intrattenimento)|superproduzioni]] e all'abuso degli [[effetti speciali]]. In esso, definiscono i vincoli per realizzare film all'interno del movimento, con alcune innovazioni radicali come l'abolizione della [[colonna sonora]] e l'adozione esclusiva della cinepresa a mano; accetta esclusivamente ciò che si svolge sullo schermo. Il movimento viene dichiarato sciolto nel 2005, dopo aver realizzato 35 film (o Dogmi)<ref>Tra questi ci sono anche due lungometraggi italiani, ''[[Diapason (film)|Diapason]]'' (2001) e ''[[Così per caso]]'' (2004)</ref>.
Con il termine [[colonna sonora]] ci si riferisce solitamente alle [[musica|musiche]] di un [[film]], ma il termine comprende l'audio completo (con dialoghi e effetti sonori). Dal punto di vista "fisico", la colonna sonora è l'area della pellicola cinematografica (il vero ''film'') dedicata alla registrazione dell'audio.
 
Il [[cinema indiano]] costituisce un caso a sé stante: oltre a detenere il primato di industria cinematografica più prolifica del mondo, incluso il famoso "[[Bollywood]]", sviluppa un cinema principalmente musicale e cantato, dove il fatto recitativo passa in secondo piano, e una sorta di neoromanticismo occupa un posto di rilievo come pretesto per numeri cantati da solista o in duetto. La musica è perlopiù preregistrata, e mimata dagli attori, attraverso il procedimento del [[playback]]. Molti cantanti indiani giungono al professionismo e si occupano anche di doppiaggio. Più recentemente i cantanti e attori riescono a diventare essi stessi registi dei loro film, come Aamir Khan in ''Ghulam'' (1998) e Hrithik Roshan di ''Guzaarish'' (2010).
La colonna sonora di un film accompagna e sottolinea lo svolgimento della pellicola, e le musiche possono essere "originali" e non (due categorie premiate distintamente, per esempio, agli [[Premio Oscar|Oscar]]).
 
=== Critica cinematografica ===
===Effetti speciali===
{{Vedi anche|Critica cinematografica}}
:'''''Articolo principale: [[Effetti speciali]]'''''
Un critico cinematografico, detto anche recensore, è una persona che esprime la sua opinione sul film attraverso un [[mass media]] come il giornale (quotidiano o settimanale), una rivista specializzata, in radio, nella televisione e su Internet. I critici più popolari e influenti hanno sovente determinato il successo di una pellicola, anche se sovente pubblico e critica non sono sempre andate d'accordo nel decretare il fallimento o meno di un film. Alcuni di loro hanno dato il nome a dei riconoscimenti, come il francese [[Louis Delluc]] e gli italiani [[Francesco Pasinetti]], [[Filippo Sacchi]], Pietro Bianchi, [[Guglielmo Biraghi]] e [[Domenico Meccoli]]; esistono inoltre diverse associazioni di critici che permettono l'assegnazione dei premi.
[[File:Siege Figaro.jpg|thumb|left|La sede del quotidiano ''[[Le Figaro]]'', uno dei primi giornali a ospitare critiche cinematografiche]]
 
Il mestiere del critico cinematografico è da sempre stato piuttosto controverso: alcuni recensori potevano vedere gratis le pellicole prima della loro uscita nelle sale, nonché ricevere un compenso per scrivere un articolo. Tuttavia, quando il critico esprime un parere sul film, esprime soltanto un suo parere personale: deve (o dovrebbe) tenere conto di un eventuale successo ottenuto presso il pubblico anche nel caso in cui non venga incontro al suo personale gradimento, poiché ciascun film - e ciascun genere cinematografico - ha la sua fascia privilegiata di spettatori. In aggiunta, il recensore deve (o dovrebbe) essere in grado di indirizzare il lettore alla scelta del film da vedere, sia commerciale che artistico, mettendo in evidenza le caratteristiche di ciascuna pellicola, come il metodo della fotografia o la tecnica del montaggio, particolarità scenografiche o tecniche di ripresa, ponendo in rilievo le differenze riscontrate tra autori diversi e, a volte, antitetici tra loro.
Gli effetti speciali sono una delle caratteristiche peculiari del cinema fin dai tempi del regista [[Francia|francese]] [[Georges Méliès]], inventore dei primi rudimentali effetti visivi, ottenuti tramite un sapiente [[montaggio]] e lunghe sperimentazioni. Gli effetti sono stati poi progressivamente perfezionati grazie all'introduzione di nuove tecnologie, passando attraverso diverse fasi di sviluppo, fino ad approdare ai moderni effetti basati sulla [[computer grafica]], la quale ha rivoluzionato l'industria cinematografica liberando la fantasia di [[sceneggiatore|sceneggiatori]] e [[regista|registi]]. Nonostante questo, molti degli effetti dipendono ancora oggi dall'estro di coreografi, [[controfigure]], truccatori, disegnatori, etc.
 
La critica cinematografica ebbe inizio sin dalla nascita stessa del cinema, dal 28 dicembre 1895, quando le prime proiezioni organizzate dai fratelli Lumière iniziano a interessare la stampa, dapprima blandamente, poi con un interesse sempre maggiore. Fino agli inizi del XX secolo, la critica al film riguarda soltanto il lato tecnico, ospitata perlopiù sulle riviste di fotografia poiché all'epoca il film non era considerato un'arte importante e influente come il teatro. Nel 1912, sul quotidiano francese ''[[Le Figaro]]'' venne condotto il primo sondaggio sulla concorrenza sempre più spietata che il cinema opera in rapporto all'arte del palcoscenico. Fino ad allora, le critiche consistevano in aneddoti sulla lavorazione del film più o meno coloriti compiuti a scopo pubblicitario: del film si scrive unicamente per invogliare gli spettatori a entrare nelle sale cinematografiche.
Gli effetti speciali sono realizzabili sia durante le riprese sia in [[post-produzione]], e sono classificabili in "visivi" e "sonori", ed anche in "effetti fisici" ed "effetti digitali".
 
Nel 1915, [[Louis Delluc]] visiona ''[[I prevaricatori]]'' (''The Cheat'') diretto da [[Cecil B. De Mille]] e rimane colpito dalla bellezza delle sue immagini. Decide di abbandonare la sua attività di poeta e romanziere per dedicarsi a quella che considera già una vera e propria arte: scrisse la sua prima recensione sulla rivista ''Film'' il 25 giugno 1917. Quindi convinse l'editore di ''[[Paris-Midi]]'' a dedicare al cinema lo spazio che meritava, dicendo: «Stiamo assistendo alla nascita di un'arte straordinaria». In seguito, i principali quotidiani francesi sviluppano rubriche interamente dedicate al cinema, come ''[[Le Petit Journal]]'' nell'autunno del 1921. Adesso la critica non riguarda più la pubblicità al film e la sua vendita, ma la sua analisi strutturale. In Italia fu uno studente diciottenne, [[Pietro Bianchi (critico cinematografico)|Pietro Bianchi]], il primo a scrivere su un film considerandolo un fatto artistico, con la pubblicazione della recensione del film ''[[Il circo (film 1928)|Il circo]]'' di Charlie Chaplin, sulla ''[[Gazzetta di Parma]]'' del 28 aprile 1928, precedendo di un anno Filippo Sacchi<ref>{{Cita news|autore=Filiberto Molossi|url=http://www.gazzettadiparma.it/news/cultura/20737/Pietrino--il-cinema-nella-penna.html|titolo=Pietrino, il cinema nella penna|pubblicazione=Gazzetta di Parma|accesso=26 aprile 2014|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20140426234108/http://www.gazzettadiparma.it/news/cultura/20737/Pietrino--il-cinema-nella-penna.html|urlmorto=sì|giorno=11|mese=luglio|anno=2009}}</ref>.
===Tecnologie e figure professionali===
[[File:Le Petit Journal 7 Oct 1906.jpg|thumb|Una prima pagina del 1906 del quotidiano ''[[Le Petit Journal]]'', primo giornale a dedicare una sezione alla critica cinematografica]]
 
Dopo la [[prima guerra mondiale]], il cinema riesce a sopravanzare artisticamente il teatro. Tutti i quotidiani hanno uno spazio dedicato alla critica e vengono create le prime riviste specializzate, come ''[[Cinémagazine]]'' o ''[[Cinemonde]]'', interessando inoltre il mondo accademico: si comincia ad esplorare il campo del cinema con studi, teorie e analisi sempre più approfonditi su approcci, metodi e discipline diverse, come compie il ''Journal of Film Studies''. Nel dicembre 1943 André Bazin attaccò duramente il carattere del cinema dell'epoca, ancora culturalmente limitato, che dava ancora priorità al lato commerciale a scapito di quello artistico. Nel 1951 [[Joseph-Marie Lo Duca]] e [[Jacques Doniol-Valcroze]] fondano la rivista ''[[Cahiers du cinéma]]'' alla quale Bazin passa quasi subito a collaborare. Attraverso le loro critiche dichiarano di poter fare a meno delle altre riviste che tollerano tutti i film, anche quelli di scarsa qualità. L'influenza esercitata dalla rivista in Francia sarà enorme e svolgerà inoltre un ruolo determinante nella nascita del movimento della Nouvelle Vague, così come in Italia diversi collaboratori della rivista ''[[Cinema (rivista)|Cinema]]'', promuovendo la realizzazione del film ''Ossessione'' di Luchino Visconti, pongono le basi per la nascita del neorealismo.
La [[storia del cinema]] è costellata di piccole e grandi invenzioni tecniche. Il progresso tecnologico non si è mai arrestato, ed ha visto anche alcune svolte epocali, come il passaggio dal muto al sonoro, dal bianco e nero al colore, e dall'[[analogico]] al [[digitale]] (quest'ultimo è tuttora in corso). Come conseguenza dello sviluppo tecnologico, è aumentato il grado di specializzazione delle [[maestranza|maestranze]] impegnate sul [[set (cinema)|set]], e sono state create nuove figure professionali. Le grandi [[produzione cinematografica|produzioni]] sono popolate da un vero e proprio esercito di [[assistente (cinema)|assistenti]], [[attrezzista (cinema)|attrezzisti]], direttori di reparti, disegnatori, progettisti, truccatori, controfigure, e così via. Le attrezzature utilizzate sono sempre più complesse, e permettono evoluzioni della [[macchina da presa]] controllate al millimetro. Anche la [[proiettore cinematografico|proiezione]] si è evoluta, specialmente con l'introduzione dei grandi [[formati cinematografici|formati]] panoramici. Per non parlare del mondo degli [[effetti speciali]], del [[montaggio]], dei [[Dvd]], etc. Nel complesso, sono ormai migliaia i termini tecnici e gli acronimi oggi utilizzati dagli "addetti ai lavori".
 
Data la popolarità sempre più crescente dei ''Cahiers'', nascono altre riviste. La più importante fu ''[[Positif]]'' fondata a Lione nel 1952 da [[Bernard Chardère]]. ''Positif'', per differenziarsi dalle altre riviste, non effettua soltanto la critica cinematografica ma sviluppa anche argomenti di storia del cinema. Tra i due periodici ben presto si svilupperà una forte rivalità, accentuata dal fatto di preferenza di un autore rispetto a un altro; un regista che piaceva ai recensori di una rivista era inviso ai collaboratori dell'altra. Nei casi di concomitanza delle preferenze su un singolo autore, si troveranno a discutere ferocemente per stabilire chi lo ammira per primo. Durante questo periodo viene creata la definizione di [[politica degli autori]]. Sempre nel 1952 in Italia, un collaboratore della rivista ''Cinema'', [[Guido Aristarco]], lasciò i compagni per fondare una sua rivista, ''[[Cinema Nuovo]]'' che diventerà il periodico principale della critica nostrana e influenzerà in maniera decisiva tutte le correnti critiche che verranno.
Per un elenco approssimativo dei termini più utilizzati consultare il [[Glossario cinematografico]].
 
Parallelamente, in Canada nel 1955 il professore [[Leo Bonneville]] fondò a [[Montréal]] il periodico ''[[Séquences]]'', tuttora in attività, che si distingue per la sua ottica pluralista e che rimane a tutt'oggi la più antica rivista in lingua francese edita nel Nord America. Nel 1962, nel corso del Festival di Cannes nasce la [[Settimana internazionale della critica (Cannes)|Settimana internazionale della critica]]: i recensori e gli storici del cinema stanno diventando sempre più popolari presso i cinefili, i quali apprezzano la disapprovazione contro alcune decisioni della censura francese. Nel 1980, con l'affermazione della televisione e il declino della sala cinematografica, anche la critica segna il passo e diverse riviste sono costrette a chiudere per mancanza di fondi. Ai nostri giorni un recensore, sia esso professionista o dilettante, può pubblicare la sua critica su Internet, sia a pagamento che gratuita. Anche se col tempo il loro lavoro ha perso molta dell'importanza di cui godeva, la figura del critico mantiene una certa influenza e può contribuire a creare o distruggere la reputazione di un film. Nel frattempo vengono organizzate [[associazioni di critici]] che premiano annualmente i film più meritevoli in occasione di diversi Festival. Citiamo in particolare le statunitensi [[New York Film Critics Circle Awards]] e la National Society of Film Critics, la britannica [[London Critics Circle Film Awards]], la francese [[Fédération internationale de la presse cinématographique|FIPRESCI]] e l'italiano [[Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani|SNGCI]].
==Film==
*[[Film]]
*[[Elenco di film]]
*[[:Categoria:Film]]
 
=== Cinefilia ===
==Scuole e movimenti cinematografici==
[[File:Berlinale2007.jpg|thumb|left|Folla di spettatori al Festival di Berlino del 2007]]
*[[Dogma 95]] ([[Danimarca]], [[1995]]-[[2005]])
La cinefilia è un termine il cui significato comune è «amore per il cinema». Ai nostri giorni, l'espressione di questa passione per il cinema può essere molteplice; in ogni caso, il termine è stato utilizzato originariamente per descrivere un movimento culturale e intellettuale francese che si è sviluppato tra la metà degli anni quaranta e la fine degli anni sessanta. Comunemente, si definisce cinefilo la persona che dedica una parte importante del suo tempo a guardare film e a studiare l'arte cinematografica. Inoltre, un appassionato di cinema può anche fare raccolta e collezionare manifesti, locandine, riviste inerenti al cinema e altri oggetti collaterali. In ragione del suo carattere potenzialmente coinvolgente, la cinefilia è paragonata da [[André Habib]] a «una vera e propria malattia, ferocemente infettiva, della quale non si può sbarazzarsi facilmente».
*[[Espressionismo (cinema)|Espressionismo]] ([[Germania]], [[1910]]-[[1924]])
*[[Neorealismo (cinema)|Neorealismo]] ([[Italia]], [[1943]]-[[1952]])
*[[Nouvelle Vague]] ([[Francia]], [[anni 1960|anni '60]])
 
L'evoluzione del fenomeno della cinefilia è andato di pari passo con l'evoluzione del cinema. C'è stato un tempo in cui, una volta completato il processo distributivo nelle sale cinematografiche una pellicola, inizialmente composta di materiale infiammabile, scompariva dalla circolazione. Una volta usciti, i film non erano più in grado di essere visti, a meno di voler condurre ricerche capillari attraverso diverse cineteche. Per il cinefilo, quindi, risultava difficile osservare l'evoluzione degli stili cinematografici. Oggi, salvo alcune eccezioni, per la maggior parte dei film il problema di un loro recupero non si presenta in quanto vengono presentati sul piccolo schermo oppure pubblicati in DVD o Blu-Ray Disc. Tuttavia, nonostante gli sforzi compiuti, ancora una percentuale significativa della cinematografia risulta di difficile accesso; gli spettatori e i cinefili possono dunque attendere persino diversi anni per poter vedere un film raro, il più delle volte restaurato da qualche Cineteca, in qualche Festival del Cinema o nelle ristampe sui supporti digitali sopra citati, spesso arricchiti di materiale supplementare a volte di assoluto interesse. La [[lista di film ritrovati]] e quella dei film da recuperare - per tacere di quelli che [[lista di film considerati perduti|si possono considerare definitivamente perduti]] - è molto lunga e certamente non esauriente.
==Cinematografie nazionali==
[[File:Comoedia-Lyon.JPG|thumb|upright|L'ingresso del cinema Comoedia, frequentato dai cinefili [[lione]]si]]
*[[Cinema britannico]]
*[[Cinema cinese]]
*[[Cinema coreano]]
*[[Cinema francese]]
*[[Cinema giapponese]]
*[[Cinema indiano]]
*[[Cinema italiano]]
*[[Cinema russo]]
*[[Cinema spagnolo]]
*[[Cinema statunitense]]
*[[Cinema tedesco]]
 
L'accademico e storico francese [[Jean Tulard]] dice: «Per il vecchio appassionato di cinema era raro vedere un film in commercio, in quanto una pellicola, una volta esaurito il ciclo di proiezioni, scompariva. Non c'erano, come adesso, 40 canali televisivi dedicati al cinema. Non esistevano neppure le videocassette o i DVD. Un film che per una lunga serie di motivi mancava l'appuntamento con la distribuzione era un film difficile da vedere. Ciò significava, per i cinefili, sobbarcarsi sforzi economici per recarsi a vedere il film in qualche cineteca che spesso era in un'altra nazione, e ciò spiega perché i cinefili più anziani si definiscono figli della Cinémathéque, vale a dire figli di [[Henri Langlois]], più precisamente quelli che persero la visione di molti di questi film». D'altra parte, fino a un certo punto per un cinefilo è stato possibile vedere la gran parte del patrimonio cinematografico mondiale. Questo è stato il caso con molti spettatori francesi tra gli anni quaranta e gli anni sessanta. Al giorno d'oggi, tenuto conto della crescita quasi esponenziale della produzione dei film dalla data di nascita del cinema, anche dedicandoci una vita intera gli spettatori possono vederne soltanto una piccola parte. Per gli spettatori contemporanei la scelta dei film da vedere avviene tra un approccio qualitativo (visionare soltanto i film che hanno avuto un riconoscimento, un premio, oppure attraverso altri criteri soggettivi) oppure l'approccio quantitativo, ossia cercare di visionare il maggior numero di film prodotti; in quest'ultimo caso si può parlare di cinefagia.
==Premi cinematografici==
*[[Premi cinematografici]]
**[[Premio Oscar]]
**[[Leone d'Oro]]
**[[Palma d'Oro]]
**[[Orso d'Oro]]
**[[David di Donatello]]
 
Il fenomeno della cinefilia ha avuto molte altre influenze: la più importante fu la nascita dei cineclub sviluppati appositamente per riunire gli appassionati del cinema: allo studio e discussione sulla storia e le tecniche cinematografiche si accompagnò generalmente la visione di un film. Diversi membri di un cineclub hanno gli stessi interessi e programmano le proprie discussioni, dibattiti o proiezioni. Nel corso del tempo, il concetto di cineclub si è evoluto e si è ampliato anche ad altre attività sociali e culturali. Si è adattato bene anche a programmi educativi, come i "Ciné-gouters", attraverso obiettivi culturali come i "Ciné-philo" che lega il cinema alla filosofia, o ancora attraverso l'organizzazione di eventi non a scopo di lucro, serate tematiche denominate "Ciné-party".
==Festival cinematografici==
 
*[[Lista dei festival cinematografici|Festival cinematografici]]
Passata la seconda metà del XX secolo, l'arrivo dei nuovi media sconvolgerà le abitudini un tempo consolidate dei cinefili. Il televisore, il videoregistratore, il DVD, il Blu-Ray Disc e Internet diventeranno presto popolari anche per il cinefilo più esigente; in Italia in particolare, il primo media sopra citato godrà del picco di diffusione proprio nel momento di massima espansione dei cineclub. La loro crescente popolarità avrà serie ripercussioni sulla frequentazione delle sale cinematografiche, che inizierà a diminuire costantemente. Come si può notare dalla seguente tabella, in Italia avrà un crollo verticale dalla metà degli anni ottanta, mentre negli altri paesi in cui il cinema gioca un ruolo significativo la brusca diminuzione avverrà venti anni prima.
**[[Mostra del Cinema di Venezia|Venezia]]
 
**[[Festival di Cannes|Cannes]]
{| class="wikitable centre"
**[[Festival di Berlino|Berlino]]
|+ Numero medio di presenze in sala per abitante e per anno
! scope=col |Nazione
! scope=col |1950
! scope=col |1955
! scope=col |1965
! scope=col |1975
! scope=col |1985
! scope=col |1995
! scope=col |2000
! scope=col |2005
|-
! scope=row |[[Germania]]<ref name="Freq2">Fonte: CNC (citato da René Bonell su ''La 25e image'', Edizione Gallimard)</ref>
|10,2
|15,1
|5,1
|2,3
|1,8
|1,5
|1,9
|1,54
|-
! scope=row |[[Stati Uniti d'America]]<ref name="Freq2" />
|20,5
|14,2
|6,6
|4,6
|5,1
|4,8
|5,2
|4,7
|-
! scope=row |[[Francia]]<ref name="Freq2" />
|8,9
|9,1
|5,3
|3,5
|3,2
|2,3
|2,9
|2,98
|-
! scope=row |[[Italia]]<ref name="Freq2" />
|14,2
|16,7
|12,5
|8,9
|2,2
|1,6
|1,6
|1,86
|-
! scope=row |[[Giappone]]<ref name="Freq2" />
|13,9
|13,6
|3,9
|1,7
|1,2
|1,0
|1,1
|0,9
|-
! scope=row |[[Gran Bretagna]]<ref name="Freq2" />
|29
|26
|6,7
|2,1
|1,3
|2,0
|2,4
|2,73
|}
 
=== La produzione cinematografica ===
{{Vedi anche|Produzione cinematografica}}
[[File:Warsaw Bracka Film.jpg|thumb|La realizzazione di un film nelle strade di [[Varsavia]]]]
Se la proiezione di un [[film]] è una cosa tutto sommato semplice ed economica, la sua creazione invece è una vera e propria impresa che in generale richiede la coordinazione di una [[troupe]] di centinaia di persone, l'impiego di macchinari e attrezzature molto costose, la pianificazione di molte attività diverse, a volte contemporanee, e l'investimento di grosse somme di denaro: girare (creare) un film in modo professionale, anche in economia, costa comunque cifre dell'ordine del milione di euro. A fronte di questi costi e di queste difficoltà un film riuscito, che ha successo, può rendere cifre straordinarie. D'altra parte, se il film non piace, la perdita è molto grave. Bisogna dire che con l'avvento del digitale però l'abbattimento dei costi di realizzazione dei film è notevole, ed è possibile girare film con piccole troupe, a volte anche composte da sei o sette persone.
 
In generale, le fasi della produzione sono: lo sviluppo del progetto, la [[pre-produzione]], la [[Produzione cinematografica|lavorazione]] e la [[post-produzione]].
 
== Gli aspetti più importanti del cinema ==
=== Regia ===
{{Vedi anche|Regia cinematografica}}
La [[regia cinematografica]] è quella fase di lavorazione attraverso la quale si passa dalla sceneggiatura al film vero e proprio, ossia "dalla carta allo schermo". Questa fase include particolarmente le scelte artistiche della narrazione, l'organizzazione e la durata delle inquadrature. All'inizio di questa fase viene realizzato lo ''[[storyboard]]'' che permette di visualizzare con una serie di disegni l'idea della regia del futuro film.
 
=== Soggetto e sceneggiatura ===
{{Vedi anche|Soggetto (cinema)|Sceneggiatura}}
La [[produzione cinematografica|produzione]] di un [[film]] parte generalmente da un'idea. Lo sviluppo di questa idea porta alla stesura del [[soggetto (cinema)|soggetto]], una prima bozza di quello che potrebbe diventare il copione di un film. Il soggetto, contenente solo lo svolgimento della vicenda in linea di massima, è presentato a uno o più produttori. Se ci sono i presupposti per uno sviluppo del progetto, il soggetto viene tramutato in [[sceneggiatura]]. Questo secondo processo è decisamente più lungo e delicato del precedente, e richiede delle buone conoscenze tecniche: una buona sceneggiatura, infatti, getta le basi per una buona riuscita del prodotto finale. Lo svolgimento dell'azione narrato nel soggetto viene elaborato e raffinato, creando il copione finale del film.
 
=== Fotografia ===
{{Vedi anche|Fotografia (cinema)|Direttore della fotografia}}
La fotografia cinematografica ha un ruolo fondamentale nella produzione di un [[film]], essendo la responsabile principale dell'aspetto estetico finale del prodotto. Il [[direttore della fotografia]] è uno dei collaboratori più stretti e importanti del regista. Insieme decidono la composizione e il taglio dell'[[Fotografia (cinema)#Inquadratura|inquadratura]], a che distanza inquadrare un soggetto, con quale angolo di ripresa, ecc. In base alla scena che si vuole riprendere, si deciderà, ad esempio, se effettuare una [[carrellata]], una [[panoramica (cinema)|panoramica]], un [[piano (fotografia)|primo piano]], un [[campo (fotografia)|campo lungo]], ecc. La vicinanza o meno della macchina da presa può influire, infatti, sulla carica emotiva della scena: ad esempio, inquadrando il volto di un attore o una scena di guerra. In questo contesto, possiamo affermare che la fotografia è l'arte di "raccontare per immagini", ed è parte integrante di quello che è definito come "il linguaggio cinematografico".
 
=== Montaggio ===
Il montaggio è solitamente considerato l'anima del cinema e parte essenziale della messa in scena operata dal [[regista]]. Il primo a rendere evidenti le potenzialità del montaggio fu [[David Wark Griffith|David W. Griffith]] nel film ''[[La nascita di una nazione]]'', ove teorizzò gli elementi alla base del "linguaggio cinematografico": inquadratura, scena e sequenza.
 
Grande attenzione al montaggio venne riservata dai registi sovietici degli anni venti.
[[Lev Vladimirovič Kulešov]] e [[Sergej Michajlovič Ėjzenštejn]] furono i principali teorici del montaggio. Kulešov dimostrò l'importanza del montaggio nella percezione del film attraverso un famoso esperimento. Facendo seguire sempre lo stesso primo piano dell'attore [[Ivan Il'ič Mosjoukine]] di volta in volta a un piatto di minestra, un cadavere o un bambino, rese evidente che lo spettatore avrebbe letto nel volto fame, tristezza o gioia. Questo prende il nome di ''[[Cinema russo d'avanguardia#L'effetto Kulešov|Effetto Kulešov]]''. Ejzenštejn invece teorizzò il "Montaggio delle attrazioni". Nel 1923 pubblicò un saggio in cui anticipava la pratica che avrebbe usato poi nelle sue pellicole. Nei suoi lavori, come ''[[Sciopero!]]'' (1925) o ''[[La corazzata Potëmkin]]'' (1925), il regista inserì varie immagini non diegetiche, cioè estranee al testo filmico rappresentato, ma che per la loro capacità di esemplificazione potevano essere associate alle scene. Ad esempio, in ''Sciopero!'', la soppressione della rivolta viene mostrata attraverso lo sgozzamento di un bue. Praticò un'estrema frammentazione delle inquadrature, per cui un unico gesto viene mostrato da più angolazioni. Questo metodo di Montaggio si contrapponeva al montaggio classico o invisibile. Hollywood infatti attraverso i campo-controcampo o i raccordi sullo sguardo cercava di rendere il montaggio il più fluente possibile.
 
Il [[montatore]] segue le indicazioni del regista, che supervisiona il lavoro, e procede a visionare il [[girato]] tagliando le [[inquadratura|inquadrature]] utili e unendole tra loro. Tutte le [[scena (cinema)|scene]], girate secondo le esigenze della produzione, sono poi montate nell'ordine previsto dalla [[sceneggiatura]], o in altro ordine che emerge secondo le necessità della narrazione. Non sono rari casi di film completamente rivoluzionati in fase di montaggio, rispetto a come erano stati scritti (ad esempio ''[[Il paziente inglese]]'', scritto e diretto da [[Anthony Minghella]], montato da [[Walter Murch]], autore, fra l'altro, di un importantissimo testo di teoria del montaggio, ''[[In un batter d'occhi]]'').
 
=== Colonna sonora ===
Con il termine [[colonna sonora]] ci si riferisce solitamente alle musiche di un [[film]], ma il termine comprende l'audio completo (con dialoghi e effetti sonori). Dal punto di vista "fisico", la colonna sonora è l'area della pellicola cinematografica (il vero ''film'') dedicata alla registrazione dell'audio rappresentata (nella lettura ottica) da una fascia sulla quale viene impressa una variazione continua della densità dei grigi oppure una doppia linea spezzata, visibile come un fitto zigzag. Nel caso di lettura magnetica, la fascia (o pista) su cui è inciso il "sonoro" non è parte integrante della pellicola, ma è ad essa incollata ed è costituita da una sottile banda di nastro magnetico. Mentre la banda ottica è - una volta registrata - fissa e immutabile, la banda magnetica si presta a manipolazioni, re-registrazioni, cancellazioni, sovrapposizioni. La banda ottica subisce gli stessi processi di degrado di tutta la pellicola, compresi graffi e macchie, e ne segue in definitiva la "vita". La pista magnetica, invece, è molto più delicata: è suscettibile di smagnetizzarsi, con la conseguente cancellazione del suo contenuto, ma anche di scollarsi dal supporto; in questo caso il reincollaggio è praticamente impossibile. Ne consegue che la pista ottica è di gran lunga la più usata, mentre la pista magnetica rimane prerogativa dei film a passo ridotto di tipo familiare (Super8). La colonna sonora di un film accompagna e sottolinea lo svolgimento della pellicola, e le musiche possono essere "originali" e non (due categorie premiate distintamente).
 
=== Effetti speciali ===
{{Vedi anche|Effetti speciali}}
Gli effetti speciali sono una delle caratteristiche peculiari del cinema fin dai tempi del regista [[Francia|francese]] [[Georges Méliès]], inventore dei primi rudimentali effetti visivi, ottenuti tramite un sapiente [[montaggio]] e lunghe sperimentazioni. Gli effetti sono stati poi progressivamente perfezionati grazie all'introduzione di nuove tecnologie, passando attraverso diverse fasi di sviluppo, fino ad approdare ai moderni effetti basati sulla [[grafica computerizzata]], la quale ha rivoluzionato l'industria cinematografica liberando la fantasia di [[sceneggiatore|sceneggiatori]] e [[regista|registi]]. Nonostante questo, molti degli effetti dipendono ancora oggi dall'estro di coreografi, [[controfigura|controfigure]], truccatori, disegnatori, ecc.
 
Gli effetti speciali sono realizzabili sia durante le riprese sia in [[post-produzione]], e sono classificabili in "visivi" e "sonori", e anche in "effetti fisici" ed "effetti digitali".
 
== Cinematografie nazionali ==
{{Div col|3}}
* [[Cinema argentino]]
* [[Cinema britannico]]
* [[Cinema cileno]]
* [[Cinema cinese]]
* [[Cinema coreano]]
* [[Cinema francese]]
* [[Cinema giapponese]]
* [[Cinema indiano]]
* [[Cinema iraniano]]
* [[Cinema italiano]]
* [[Cinema messicano]]
* [[Cinema russo]]
* [[Cinema spagnolo]]
* [[Cinema statunitense]]
* [[Cinema svedese]]
* [[Cinema tedesco]]
* [[Cinema sovietico]]
{{Div col end}}
 
== Premi cinematografici ==
{{Vedi anche|Premi cinematografici}}
{{Div col|3}}
* [[Premio Oscar]]
* [[Leone d'Oro]]
* [[Palma d'oro]]
* [[Orso d'Oro]]
* [[David di Donatello (premio)|David di Donatello]]
* [[Screen Actors Guild Awards]]
* [[Golden Globe]]
* [[British Academy of Film and Television Arts|BAFTA]]
* [[Premio Emmy]]
* [[Tony Award]]
* [[Grammy Award]]
* [[MTV Movie Award]]
{{Div col end}}
 
== Festival cinematografici ==
{{Vedi anche|Festival cinematografici}}
* [[Festival di Cannes]]
* [[Festival internazionale del cinema di Berlino]]
* [[Mostra internazionale d'arte cinematografica|Mostra del Cinema di Venezia]]
* [[Festa del Cinema di Roma]]
* [[Festival del film Locarno]]
 
== Scuole di cinema statali ==
* [[Centro Sperimentale di Cinematografia]]
* [[Istituto statale di istruzione superiore Roberto Rossellini|Istituto Cine-TV Roberto Rossellini]]<ref>{{Cita web|url=http://www.cine-tv.edu.it/|titolo=Istituto Cine-TV Roberto Rossellini – Roma|accesso=9 marzo 2019}}</ref>
 
==Scuole di cinema private==
* Roma Film Academy<ref>{{Cita web|url=https://academy.romafilm.it/|titolo=Accademia di Cinema e Televisione - Scuola di Cinema|sito=Roma Film Academy|accesso=9 marzo 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20190311113929/http://academy.romafilm.it/|dataarchivio=11 marzo 2019|urlmorto=sì}}</ref>
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
; Enciclopedie
* {{Cita libro|autore=Gian Piero Brunetta|titolo=Storia del cinema mondiale|data=1999|volume=5 volumi (7 tomi)|editore=Einaudi (collana Grandi Opere)|citazione=volumi: I. L'Europa, Miti, luoghi, divi; II*. Gli Stati Uniti; II**. Gli Stati Uniti; III. L'Europa. Le cinematografie nazionali (in 2 tomi); IV. Americhe, Asia, Oceania. Le cinematografie nazionali; V. Teorie, strumenti|url=http://www.einaudibologna.it/94-approfondimenti/480-storia-del-cinema-mondiale.html|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180519134033/http://www.einaudibologna.it/94-approfondimenti/480-storia-del-cinema-mondiale.html|urlmorto=sì}}
 
; Monografie
* {{Cita libro|nome=Alberto|cognome=Angelini|titolo=Psicologia del cinema|anno=1992|editore=Liguori|città=Napoli}}
* Federico di Chio, ''American Storytelling. Le forme del racconto nel cinema e nelle serie tv'', Carocci, 2016.
* {{Cita libro|nome=Amedeo|cognome=Benedetti|wkautore=Amedeo Benedetti|titolo=Bibliografia ragionata della cultura delle immagini|anno=2005|editore=Erga|città=Genova|ISBN=8881634155}}
* {{Cita libro|nome=Sandro|cognome=Bernardi|titolo=L'avventura del cinematografo|anno=2007|editore=Marsilio Editori|città=Venezia|ISBN=978-88-317-9297-4}}
* {{Cita libro|nome=Francesco|cognome=Casetti|nome2=Federico|cognome2=di Chio|titolo=Analisi del film|anno=1990|editore=Bompiani|città=Milano|ISBN=8845215466}}
* [[Mark Cousins]] - [[The Story of Film: An Odyssey]] (documentario sulla storia del cinema) 2011, 915 minuti
* {{Cita video|autore=Maurizio Ferraris|titolo=Zettel - La filosofia in movimento|url=http://www.filosofia.rai.it/articoli/zettel-2-cinema/19808/default.aspx|accesso=17 gennaio 2016|data=|editore=Rai Educational}}
 
== Voci correlate ==
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*La relativa categoria di articoli: [[:Categoria:Cinema|Cinema]]
* [[Censura]]
* [[Critica cinematografica]]
* [[Filmologia]]
* [[Formati cinematografici]]
* [[Generi cinematografici]]
* [[Glossario cinematografico]]
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* [[Messa in quadro]]
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* [[Persistenza della visione]]
* [[Produzione cinematografica]]
* [[Proiettore cinematografico]]
* [[Storia del cinema]]
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*[[Generi cinematografici]]
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*[[Registi celebri]]
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*[[Glossario cinematografico]]
*[[Museo nazionale del Cinema]] a [[Torino]]
 
== Collegamenti esterni ==
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* {{Treccani|sala-cinematografica_(Enciclopedia-del-Cinema)|Sala cinematografica|autore=Gian Piero Brunetta}}
*[http://www.ioma.it/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=61 Lista di siti sul cinema]
* {{Cita web|url=http://digilander.libero.it/racoz/racoz131011mirogorii.HTM|titolo=''Il cinema in Romagna. Le origini del cinema a Forlì''}}
 
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