Cioccolatiera: differenze tra le versioni

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Il bricco della cioccolatiera è in genere un po' più grande di quello della [[caffettiera]] e un po' panciuto, perché al suo interno la bevanda calda deve essere mescolata, permettendo così alla polvere di [[cacao]] e allo zucchero di sciogliersi nel latte. Sul coperchio la cioccolatiera può avere uno sportellino, per introdurvi una bacchetta - dal manico di osso o di avorio - che serve a mescolare, ottenendo così un prodotto uniforme.
[[File:Porcellana di vienna, 1744-1784 ca. caffettiera o cioccolatiera 01.JPG|thumb|upright=0.7|Porcellana di Vienna, 1744-1784 circa, cioccolatiera, [[Museo delle porcellane]], Firenze]]
La cioccolatiera venne in uso nel Seicento, quando si diffuse la piacevole e calda bevanda della cioccolata calda (probabilmente inventata dalle monache) in cui l'amaro del cacao era corretto dalla gradevolezza del latte e dello [[zucchero di canna]]. Questa bevanda era considerata terapeutica, tonificante ma non eccitante, adatta anche ai bambini. Degustare una cioccolata calda divenne un rito quotidiano che ha ispirato pittori, come [[Jean-EtienneÉtienne Liotard]], che ha dipinto ''La bella cioccolatiera''.
 
Si produssero cioccolatiere soprattutto in Francia, in Austria e in Italia, sia in porcellana dipinta con decori a fiori, a paesaggi, a cineserie, sia in argento con motivi incisi o a rilievo. Le cioccolatiere inglesi assunsero una linea sobria e un po' rigidaː spesso col fondo piatto, avevano un ampio manico ritorto. Le cioccolatiere realizzate dalla manifattura di porcellana di [[Ginori]], a Doccia e dalla [[Manifattura imperiale di porcellane di Vienna]], sono celebri per grazia della forma e preziosità del decoro. Alla cioccolatiera si accompagnavano tazze in porcellana dipinta che in genere erano lievemente più grandi di quelle del tè e a volte avevano due manici.
 
== Bibliografia ==
* {{cita testo |autore= |titolo=Dizionario dell'antiquariato maggiore e minore |data=2002 |editore=Gremese |città=Roma |SBN =IT\ICCU\TO0\1149444TO01149444}} Sotto la direzione di Jean Bedel; edizione italiana a cura di Alcide Giallonardi.
 
== Voci correlate ==