Battaglia del Little Bighorn: differenze tra le versioni
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{{NN|guerra|novembre 2010}}
{{P|Soprattutto la parte dello svolgimento sembra una lunga ricerca originale, in generale numerose parti POV|guerra|arg2=storia contemporanea|luglio 2015}}
{{
|Tipo = Battaglia
|Nome del conflitto = Battaglia del Little Bighorn
|
|Didascalia = Massacro di Custer a
|Parte_di =
|Data = 25 giugno [[1876]]
|Luogo = [[Little Bighorn]]
|Esito = Decisiva vittoria indiana
|Schieramento1 = [[File:Pine Ridge Flag.svg|20px|border]] [[Lakota]] [[Sioux]]<br />[[File:Flag of Northern Cheyenne.svg|20px|border]] [[Cheyenne]]<br />[[File:Flag of Arapaho Nation.svg|20px|border]] [[Arapaho]]
|Schieramento2 = [[File:
|Comandante1 = {{Simbolo|Pine Ridge Flag.svg}} [[Cavallo Pazzo]]<br />{{Simbolo|Pine Ridge Flag.svg}} [[Toro Seduto]]<br />{{Simbolo|Pine Ridge Flag.svg}} [[Fiele (condottiero hunkpapa)|Fiele]]<br />{{Simbolo|Flag of Northern Cheyenne.svg}} [[Stella del Mattino (capo indiano)|Stella del Mattino]]
|Comandante2 = {{Simbolo|Flag of the United States (1867–1877).svg}} [[George Armstrong Custer]] †<br />{{Simbolo|Flag of the United States (1867–1877).svg}} [[Marcus Reno]]<br />{{Simbolo|Flag of the United States (1867–1877).svg}} [[Frederick Benteen]]
|Unità1 = milizie irregolari
|Unità2 = 7º reggimento di cavalleria
|Effettivi1 = 900 - {{M|2500}} uomini
|Effettivi2 = 647 uomini
|Perdite1 = stimate tra 36 e 136 morti<br />160 feriti
|Perdite2 = 268 morti<br />55 feriti
}}
{{Campagnabox Campagna delle Grandi Pianure del 1876}}
La '''battaglia del Little Bighorn''' ebbe luogo il 25 giugno [[1876]] tra una forza combinata di [[Lakota]] ([[Sioux]]), [[Cheyenne]] e [[Arapaho]] e il [[7th Cavalry Regiment|7º Cavalleria]] dell'esercito degli [[Stati Uniti d'America]] nei pressi del fiume [[Little Bighorn]], nel territorio orientale del [[Montana]].
Fu il più famoso scontro delle [[guerre indiane]] e costituì una schiacciante vittoria per i [[Lakota]] e i loro alleati. Delle dodici compagnie del 7º Reggimento di cavalleria statunitense, cinque, comandate dal famoso tenente colonnello<ref>Nota sui gradi: Durante la Guerra Civile Americana, l'esercito, essendo in rapida espansione, decretò molte promozioni cosiddette "brevet", cioè temporanee e/o onorifiche. Alla fine della guerra, nel 1865, gli ufficiali così promossi riassunsero i loro precedenti gradi. Custer da "brevet" Generale di Divisione fu retrocesso a capitano e successivamente promosso a Tenente Colonnello. A titolo di cortesia e rispetto veniva spesso chiamato ancora Generale. Similarmente Benteen aveva nella guerra il grado "brevet" di tenente colonnello e veniva spesso così appellato. Interessante notare che Reno, che nel 1865 aveva ottenuto il grado "brevet" di Generale di Brigata, appare nella letteratura sempre con il suo grado effettivo di maggiore.</ref> [[George Armstrong Custer]], furono completamente annientate. Le altre rimasero assediate per quasi due giorni e subirono perdite sostanziose.
== Antefatto ==
=== Conflitti sulle Grandi Pianure ===
Il primo scontro della [[Guerre Sioux|prima guerra Sioux]] fu il [[massacro di Grattan]], avvenuto il 19 agosto 1854 nel [[Wyoming]], dove 29 soldati statunitensi furono uccisi da un numeroso gruppo di Lakota. Nel decennio successivo, gli scontri fra tribù native e i nuovi coloni che abitavano gran parte del territorio allora indigeno dell'Ovest statunitense, divennero sempre più frequenti. Per proteggere i propri interessi, il governo degli Stati Uniti d'America iniziò a costituire riserve per contenere i nativi e permettere l'espansione coloniale e istituì agenzie responsabili della fornitura di riserve alimentari e altro materiale.<ref>{{Cita libro|nome=Bryan|cognome=Perrett|titolo=Last Stand: Famous Battles Against The Odds|url=https://books.google.it/books?id=jsMHP1-nBO4C&dq=Last+Stand!+Famous+Battles+Against+the+Odds&hl=it&source=gbs_navlinks_s|accesso=5 maggio 2020|data=11 ottobre 2012|editore=Orion|lingua=en|ISBN=978-1-78022-526-5}}</ref> Questa situazione, che vide numerosi episodi di violenze commesse dall'esercito statunitense e dai coloni ai danni degli indigeni, esacerbò le tensioni fra i nativi delle [[Grandi Pianure]] e il governo statunitense. Oltre ai Sioux, alla resistenza contro l"invasore bianco" si unirono anche le tribù [[Arapaho]], [[Cheyenne]], [[Comanche]] e [[Kiowa]].<ref>{{Cita libro|nome=Carl|cognome=Waldman|nome2=Molly|cognome2=Braun|titolo=Atlas of the North American Indian|url=https://books.google.it/books?id=P2HKD9PgC6wC&dq=carl+waldman+atlas+of+the+north+american+indian&hl=it&source=gbs_navlinks_s|accesso=5 maggio 2020|data=2009|editore=Infobase Publishing|lingua=en|ISBN=978-1-4381-2671-5}}</ref>
=== La Guerra delle Colline Nere ===
La battaglia del Little Bighorn fu parte della guerra sulle [[Black Hills]] (Colline Nere), territorio di grande importanza mistica e culturale per i nativi Sioux (Lakota), oltre che tradizionale terreno di caccia. A sua volta, questa fu una conseguenza della [[guerra di Nuvola Rossa]]. Il secondo trattato di Forte Laramie (1868), che concluse quella guerra, stabilì i confini della Grande Riserva Sioux, dove i nativi erano considerati sotto tutela dello stato, ricevendo razioni, tele per i [[tepee]], ecc. ma lasciò una vastissima area, comprendente parti del [[Wyoming]], [[Montana]], [[Dakota del Nord]] e [[Nebraska]], come terreno "non ceduto", cioè terreno che il governo statunitense non riconosceva come [[riserva indigena|riserva indiana]], ma su cui non pretendeva [[sovranità]].
Era una zona in cui i [[nativi americani]] avevano diritto di muoversi, accamparsi e cacciare, finché c'erano [[bisonti]]. In realtà, nessuna delle due parti firmatarie dell'accordo controllava completamente i suoi uomini. In particolare, gli statunitensi continuavano a credere (erroneamente) che i "capi" dei nativi avessero autorità sui membri della tribù. Negli anni seguenti tutte e due le parti violarono i termini del trattato. Bande Sioux che non accettavano l'accordo tenevano il piede in due staffe, usando le agenzie della Grande Riserva Sioux come base, e continuando le ostilità nei territori non ceduti. Gli statunitensi, a loro volta, fecero emergere un nuovo motivo di tensione nel 1873 con i lavori per la ferrovia Northern Pacific, il cui percorso attraversava un'area che, secondo i [[nativi americani]], apparteneva ai territori non-ceduti. Questi incidenti fornirono al governo statunitense un pretesto per iniziare la guerra delle Colline Nere.
Quando, nel 1874, fu [[Corsa all'oro|scoperto l'oro]] nelle Black Hills, numerosi cercatori entrarono illegalmente nell'area, che era chiaramente parte della Grande Riserva Sioux. L'esercito statunitense inizialmente tentò, senza molto successo, di espellere i cercatori; dopo di che, riaprì le trattative con [[Nuvola Rossa]] e [[Coda Chiazzata]], cercando di comprare o affittare quest'area offrendo sei milioni di dollari (circa 121 milioni di dollari attuali) o ${{M|400000}} l'anno. Tuttavia, non si giunse ad un accordo, sia perché per i capi Sioux l'offerta sembrava irrisoria, sia - e soprattutto - perché bande di [[Sioux]] rifiutavano assolutamente ogni concessione. [[Toro Seduto]] era il leader più influente di queste bande.
Alla fine del 1875, circa {{M|15000}} cercatori d'oro si trovavano abusivamente nelle Colline Nere. Il governo statunitense, frustrato dall'impossibilità di risolvere la situazione pacificamente, decise di usare la situazione caotica nei territori "non-ceduti" per ricorrere alla forza. Ordinò quindi che tutti i nativi nordamericani nei territori non ceduti dovessero recarsi nelle agenzie della Grande Riserva Sioux entro la fine di gennaio 1876, altrimenti sarebbero stati considerati ostili.
Quest'[[ultimatum]] era chiaramente assurdo, sia per le difficoltà di viaggiare durante l'inverno per le tribù nomadi, sia perché molti nativi non ricevettero mai materialmente l'avvertimento. Dopo una deludente campagna invernale, durante la quale il generale [[George Crook]] ebbe una scaramuccia non decisiva con un gruppo di nativi, erroneamente creduti Sioux di [[Cavallo Pazzo]] (in realtà si trattava probabilmente di nativi Cheyennes di Vecchio Orso), il Generale Sheridan ripiegò su una campagna estiva.
Il 30 marzo 1876, il Colonnello [[John Gibbon]] partì da Fort Ellis in Montana. Il 17 maggio il generale di brigata [[Alfred Terry]] lasciò [[Fort Abraham Lincoln]] in North Dakota e dodici giorni dopo il Generale George Crook si mise in marcia da Fort Fetterman in Wyoming. Tutte e tre le colonne si diressero verso la zona a nord-est delle [[Monti Bighorn|Bighorn Mountains]] a sud del [[Yellowstone (fiume)|fiume Yellowstone]]. L'esercito statunitense credeva che ogni colonna fosse da sola in grado di fronteggiare tutti i nativi nordamericani che si trovavano al di fuori della riserva, stimati tra i 500 e gli 800 guerrieri. Il governo degli Stati Uniti d'America credeva che i nativi "ostili" fossero solo le cosiddette bande "nomadi invernali", cioè le bande che non accettavano la riserva, come quelle di Toro Seduto e Cavallo Pazzo, e vivevano nomadicamente tutto l'anno. Però, quando finalmente l'esercito era pronto a scendere in campo si era ormai quasi all'estate e molti nativi cosiddetti "nomadi estivi", dopo aver passato l'inverno nelle agenzie delle riserve, stavano raggiungendo i "nomadi invernali" per cacciare nei territori non-concessi, come credevano fosse loro diritto. Per il governo, dopo l'ultimatum di gennaio, tutti i nativi fuori dalla riserva erano da ritenere ostili. Alla fine di giugno, quando le colonne arrivarono nella zona prefissata, il numero dei nativi da considerare ostili era in realtà salito ad alcune migliaia.
==
'''Esercito degli Stati Uniti - United States Army'''
Tenente Colonnello [[George A. Custer]], comandante del 7º reggimento di cavalleria degli Stati Uniti d'America.
Le dodici compagnie o squadroni furono nominati con le prime dodici lettere dell'alfabeto, saltando la "J" per evitare confusione con la "I".
{| class="wikitable"
! width=25% | 7th United States Cavalry Regiment
! width=25% | Battaglioni
! Squadroni
|-
| rowspan=5 |Tenente Colonnello [[George A. Custer]] [[Killed in action|†]], in comando.<br />
| Battaglione Custer (211 uomini)
<br />
Tenente Colonnello George A. Custer [[Killed in action|†]]
|
* Compagnia C: Capitano [[Thomas Custer]] [[Killed in action|†]]
* Compagnia E: Primo Tenente [[Algernon Smith]] [[Killed in action|†]]
* Compagnia F: Capitano [[George Yates]] [[Killed in action|†]]
* Compagnia I: Capitano [[Myles Keogh]] [[Killed in action|†]]
* Compagnia L: Primo Tenente [[James Calhoun (7th Cavalry)|James Calhoun]] [[Killed in action|†]]
|-
| Battaglione Reno (141 uomini)
<br /> Maggiore [[Marcus Reno]]
|
* Compagnia A: Capitano [[Myles Moylan]]
* Compagnia G: Primo Tenente [[Donald McIntosh]] [[Killed in action|†]]
* Compagnia M: Capitano Thomas French
|-
| Battaglione Benteen (115 uomini)
<br /> Capitano [[Frederick Benteen]]
|
* Compagnia D: Capitano [[Thomas Weir (American soldier)|Thomas Weir]]
* Compagnia H: Capitano Frederick Benteen
* Compagnia K: Primo Tenente [[Edward Settle Godfrey]]
|-
| Convoglio rifornimenti (128 uomini)
<br /> Capitano [[Thomas Mower McDougall|Thomas McDougall]]
|
* Compagnia B: Primo Tenente Edward Gustave Mathey
|-
|}
== Svolgimento della battaglia ==
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=== Piano ===
Il 17 giugno 1876 una colonna di soldati di fanteria e cavalleria, comandata dal generale Crook, fu
Custer dovette letteralmente implorare in ginocchio il Generale Terry per avere il permesso di restare al comando del proprio reggimento, il 7º Cavalleria. Avendo appreso che i nativi si
Custer partì il 22 giugno con l'intesa di arrivare nella valle del Little Bighorn dopo quattro giorni. Invece, ordinando marce forzate, arrivò in vista del villaggio con un giorno d'anticipo. Quando incontrò la pista indiana, invece di proseguire a sud come ordinato, la seguì immediatamente. All'alba del 25 giugno, gli scouts di Custer, indiani Arikara e Corvi, avvistarono dalla cima del picco Crow's Nest un grande accampamento di nativi. Quando Custer salì a sua volta sulla cima, alcune ore dopo, l'accampamento non era più visibile, probabilmente a causa della diversa posizione del sole e limpidezza dell'atmosfera. Pertanto Custer non aveva una chiara idea né della posizione esatta, né della dimensione del villaggio.
Custer raggiunse il suo bivacco e da qui scese verso valle e divise il reggimento. Per comprendere la mossa di Custer, va rilevato un elemento comune a tutte le guerre indiane fino a quel momento: le tribù nomadi, non avendo città o beni immobili da difendere, preferivano fuggire quando le circostanze non erano in loro favore. Custer di questo aveva diretta esperienza, sia negativa che positiva: nella campagna del 1867, al comando del generale Hancock, aveva inseguito inutilmente per quasi tre mesi i Cheyenne, dopo che questi, sentendosi minacciati, avevano abbandonato il loro villaggio sul fiume Pawnee Fork. D'altra parte, il suo grande (e unico) successo nelle guerre indiane era stato ottenuto proprio l'anno successivo, quando aveva circondato ed attaccato di sorpresa il villaggio Cheyenne di
La preoccupazione maggiore di Custer, mentre si avvicinava al villaggio sul Little Bighorn, era che i nativi scoprissero la sua presenza e fuggissero. Il suo obiettivo era probabilmente di ripetere la propria tattica della [[battaglia del Washita]], cioè circondare il villaggio e contenere i nativi, ma alcuni ragazzi nativi trovarono una scatola di gallette caduta da uno dei muli che trasportavano le salmerie del reggimento. Uno dei ragazzi fu ucciso dai soldati, ma un altro riuscì a scappare. Temendo che questi desse l'allarme al villaggio, Custer accelerò imprudentemente la sua azione (per ironia della sorte, il gruppo a cui questo ragazzo apparteneva raggiunse il villaggio quando Custer era già morto).
=== Attuazione ===
Quando era ancora a venticinque km dal villaggio (non esistevano strade o sentieri e una distanza stimata su una mappa era molto più corta del percorso su e giù o intorno alle colline o seguendo i meandri del fiume) Custer divise il reggimento in quattro colonne: lui stesso con cinque squadroni (211 uomini), Benteen e Reno con tre squadroni ciascuno (115 e 141 uomini rispettivamente), e McDougall con 128 uomini per scortare le salmerie. Benteen fu il primo a separarsi. A circa ventuno-ventidue km dal villaggio, Custer gli ordinò di spazzare l'area a sud traversando un crinale dopo l'altro e attaccare qualsiasi nativo avesse incontrato.
Questi ordini erano estremamente vaghi (il capitano, chiamato a testimoniare all'inchiesta che seguì la sconfitta, dichiarò che gli fu ordinato di andare “a caccia di valli ad infinitum”). In effetti, così facendo, Custer tagliò i contatti con il 20% del suo comando. Quando la pista degli indiani raggiunse un ruscello (oggi chiamato Reno Creek) affluente del fiume Little Big Horn, Reno e Custer continuarono ad avanzare in parallelo, Reno sulla riva sinistra e Custer sulla destra. Davanti a loro, un gran polverone indicava che gli indiani erano relativamente vicini, ma nessuno aveva un'idea chiara della posizione e grandezza del villaggio. Custer ordinò a Reno di guadare il fiume, e attaccare il villaggio, con la promessa che sarebbe stato appoggiato da tutto il comando. Reno avanzò al trotto, convinto che Custer l'avrebbe seguito per garantirgli il sostegno promessogli, ma Custer virò sulla destra salendo sulle colline sovrastanti il fiume.
Sia Reno che Benteen testimoniarono che, nella loro opinione, Custer non avesse un piano, ma si può concludere che intendesse aggirare il villaggio ed evitare la temuta fuga dei nativi. C'erano però fondamentali differenze tra il suo comportamento freddo e calcolato al Washita e quello impetuoso ed erratico al Little Big Horn. Al Washita, pianificò con cura l'accerchiamento, comunicò il suo piano ai subordinati e soprattutto prese in considerazione il tempo necessario alle truppe per raggiungere i posti a loro assegnati. Al Little Big Horn, ordinò a Reno e Benteen di eseguire immediatamente i loro ordini. Se il suo piano era di accerchiare il villaggio, avrebbe dovuto ordinare a Reno di aspettare almeno un'ora prima di attaccare,
Dopo
Custer, nel frattempo, divise ancora una volta il suo comando in un'ala sinistra e un'
Martin aveva solo una vaga idea di dove si trovasse Benteen.
Benteen si avviò verso Custer, come ordinato,
Dopo venti minuti Benteen avvistò Reno assediato sulla collina. All'inchiesta
Custer intanto aveva finalmente ingaggiato battaglia con i nativi. I suoi movimenti possono essere solo ricostruiti approssimativamente, sulla base delle testimonianze dei guerrieri nativi (spesso confuse) e dalla posizione dei morti, dei bossoli delle cartucce e dei proiettili trovati durante la ricerca archeologica del campo di battaglia effettuata nel 1984
Preso tra queste due cariche, Custer si fermò,
Quando Reno e Benteen, sempre assediati sulla collina, sentirono i colpi di arma da fuoco provenienti da Custer, effettuarono un tentativo di ricongiungersi con lui, soprattutto perché un ufficiale del comando di Reno (il capitano Weir) prese l'iniziativa, ma senza successo. In effetti, Reno aveva poca scelta, avendo 53 feriti, niente acqua, munizioni limitate e ancora centinaia di nativi che lo assediavano (anche se molti di loro avevano abbandonato l'assedio per partecipare alla battaglia contro Custer). Quando la colonna di McDougall finalmente arrivò con i rifornimenti Custer era già morto.
Grazie anche ai rinforzi di McDougall, Reno e Benteen riuscirono a riorganizzarsi in una solida formazione difensiva, fornendo riparo e cure ai feriti e ai soldati di Reno che erano rimasti nel bosco e successivamente erano riusciti a guadare il fiume.
I tre battaglioni, che avevano subito 57 morti e 55 feriti, erano però incapaci di fuggire e rimasero assediati sulla collina fino al giorno dopo.
== Cronologia della battaglia ==
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* 16:46: Custer si ricongiunge con Yates (evento controverso, basato su ipotesi)
* 16:55: Custer scambia intensa fucileria con i nativi (probabilmente è un segnale per Reno e Benteen)
* 17:05: Il Capitano Weir, di sua iniziativa lascia Reno e Benteen e con la sua
* 17:10: Ultimi colpi sparati dal comando di Custer.
* 17:22; Reno e Benteen si mettono in marcia per
* 17:25: McDougall raggiunge Reno e Benteen. Custer e il suo comando sono già morti da alcuni minuti.
== La battaglia secondo
Il medico Thomas B. Marquis raccolse varie testimonianze dai Cheyenne che parteciparono alla battaglia di Little Bighorn, imparandone la [[lingua dei segni]]. In particolare pubblicò un libro che riportava la vita e le esperienze di Gambe di Legno (Kum-moq-quiv-vi-ok-ta)
== Conseguenze ==
In tutto i caduti della [[battaglia]] furono 268 per il 7º Cavalleria, mentre le perdite dei [[nativi
Lo scontro significò un vero disastro per il settimo Cavalleria: il battaglione Custer (211 uomini) perse il 100% dei soldati.
I restanti tre battaglioni (384 uomini) persero il 30% dei soldati tra morti e feriti.
La sconfitta motivò l'esercito a intensificare la campagna contro i Lakota. La riserva fu posta praticamente sotto [[legge marziale]]. I nativi furono costretti a consegnare armi e cavalli e interdetti dal cacciare nei territori non-ceduti. Le bande di [[nativi nordamericani]] al di fuori della riserva furono inseguite implacabilmente e una ad una si arresero, più che altro perché private dei mezzi di sussistenza (non ci furono grandi battaglie, ma villaggi e provviste furono distrutti). I territori non-ceduti, le [[Black Hills|Colline Nere]] e una striscia al margine occidentale della Grande Riserva Sioux passarono sotto la sovranità degli Stati Uniti d'America. Entro ottobre tutti i Lakota, a eccezione delle bande di Fiele e Toro Seduto, avevano accettato di "sotterrare l'ascia di guerra" e rientrare nelle riserve.
[[Cavallo Pazzo]] rimase alla macchia sulle montagne del Bighorn fino a quando suo zio Coda Maculata lo convinse ad arrendersi: il 5 settembre [[1877]], attirato con un tranello a Fort Robinson, venne ucciso da una sentinella nativa con un colpo di baionetta, dopo che, resosi conto della situazione, aveva tentato di fuggire. Toro Seduto e Fiele si rifugiarono in [[Canada]]. Da qui continuarono a cacciare (i bisonti tendevano a vagare a sud del confine canadese) e a condurre razzie in Montana e North Dakota, creando difficoltà diplomatiche tra i governi canadese e statunitense e causando un continuo stato di ostilità. Infine Fiele e Toro Seduto si rassegnarono a rientrare negli Stati Uniti e accettarono di vivere nella riserva. Fiele visse pacificamente nella riserva di Standing Rock, dove morì il 5 dicembre [[1894]]. Toro Seduto trascorse due anni come prigioniero di guerra, quindi fu assegnato alla stessa riserva. Nel [[1890]] le autorità temettero che volesse organizzare una ribellione e il 15 dicembre lo arrestarono. Ne nacque uno scontro durante il quale venne ucciso da un poliziotto Lakota.
== Il dibattito e l'eredità storica ==
{{P|Sembra una [[wp:RO|ricerca originale]].|guerra|arg2=storia contemporanea|gennaio 2014}}
Il sensazionalismo dei giornali dell'epoca, i numerosi ammiratori di Custer (a partire dalla moglie Libby), la tendenza dell'esercito a serrare i ranghi e il nazionalismo esagerato in tempo di guerra crearono una polemica che continua anche oggi.
=== Custer ===
Dal momento in cui decise di deviare dal piano di Terry, indubbiamente, [[George Armstrong Custer|Custer]] deve assumersi la responsabilità per l'esito della battaglia. Nessuna delle sue supposizioni era fondata: gli abitanti del villaggio dei [[nativi americani]] non avevano nessuna intenzione di fuggire, i nativi che Custer avvistò durante la sua marcia non diedero l'allarme (perlopiù si trattava di gruppi in viaggio per unirsi al villaggio, ed alcuni di essi arrivarono dopo che la battaglia
Chi disobbedì agli ordini? Custer chiaramente non seguì le istruzioni di Terry, però non si può dire che disobbedì. È vero che al momento della partenza Terry gli disse: “Non essere ingordo, aspettaci”. Però gli ordini scritti esprimevano le istruzioni come “desideri”, usando spesso il modo condizionale (“dovrebbe”, invece di “deve”) enfatizzando il rispetto per lo “zelo, energia e abilità” di Custer.
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=== Diatriba sulle armi ===
Il fatto che gli indiani avessero alcuni fucili a ripetizione Henry e Winchester produsse il mito che i nativi fossero armati meglio della cavalleria. In realtà solo circa metà degli Indiani aveva armi da fuoco: soprattutto vecchi moschetti ad avancarica, fucili da caccia, pistole (molte ad [[avancarica]]), Springfields catturati
È vero, però, che data la loro grande superiorità numerica, la piccola percentuale di indiani armati di fucili a ripetizione superava numericamente il numero di soldati. Gli indiani armati di archi e frecce, però, non erano necessariamente in svantaggio: infatti quando l'esercito passò dall'offesa alla difesa, le frecce furono più efficaci delle armi da fuoco. Nascosti tra rocce e anfratti, gli indiani le lanciarono in una traiettoria arcuata per ricadere dall'alto sulle posizioni difensive di Custer e Reno, senza esporsi al fuoco dei soldati
== Gli italiani della battaglia ==
[[File:
[[File:George Armstrong Custer 1876.jpg|thumb|[[George Armstrong Custer]] ritratto con la moglie ed una domestica]]
Le fonti più recenti<ref name="Wagner">Frederic C. Wagner. Participants in the Battle of Little Big Horn - A Biografical Dictonary - McFarland & Company, Inc., Publishers, Jefferson, North Carolina, 2016 - ISBN 9781476664590</ref> indicano i nomi di quattro italiani che parteciparono alla battaglia del Little Bighorn. Tra le truppe di Custer vi erano il tenente conte [[Carlo Di Rudio]] (1832-1910)<ref>Arruolato col nome di Charles Camillus De Rudio, Compagnia "A"</ref> da [[Belluno]], il soldato [[Agostino Luigi Devoto]] (1852-1923) da [[Genova]]<ref>Arruolato col nome di Augustus Louis DeVoto, Compagnia A</ref>, il soldato [[Giovanni Casella]] da [[Roma]] (1848-?)<ref>O Cassella, arruolato col nome di John James, Compagnia "E"</ref> ed il soldato [[Giovanni Martini (militare)|Giovanni Martini]] da [[Sala Consilina]] (1853-1922)<ref>Compagnia "H", aggregato alla colonna Custer come trombettiere nella parte iniziale della battaglia</ref>, tutti sopravvissuti alla battaglia.
Il trombettiere campano<ref>I natali di John Martin/Giovanni Martini sono contesi da diversi comuni italiani.</ref> Giovanni Martini (John Martin) fu l'unico superstite della colonna di Custer. Il giovane emigrato, ex tamburino [[garibaldino]] nella campagna in Trentino del 1866 e a [[Battaglia di Mentana|Mentana]] nel [[1867]], si salvò perché lo stesso Custer gli ordinò di portare una richiesta urgente di aiuto al capitano Benteen, prima che l'intera colonna venisse circondata ed annientata.
Il conte [[Carlo Di Rudio]], che Benteen chiamava con disprezzo "il conte che non conta" e Custer considerava "un conclamato brontolone e un intrigante nato [...] il peggiore tra tutti i tenenti di questo reggimento",<ref name=Wagner/> era un [[Giuseppe Mazzini|mazziniano]] [[Belluno|bellunese]] evaso dal penitenziario francese dell'[[Isola di Ré|Île de Ré]], ove era stato incarcerato per la sua partecipazione ad un fallito attentato contro [[Napoleone III di Francia]]. Durante la ritirata di Reno, rimase intrappolato nel boschetto dove restò per 36 ore, ricongiungendosi con Reno solo quando la battaglia era praticamente finita.
[[Giovanni Casella]] e [[Agostino Luigi Devoto]] erano inquadrati nelle unità di salmerie aggregata alla colonna di Reno.
Altri tre italiani, se pur inquadrati nel 7º Reggimento cavalleria, non presero parte alla battaglia. [[Felice Vinatieri]] da Torino (
== Influenza culturale e reinterpretazioni ==
=== Letteratura ===
* Nel racconto di [[Frederick Forsyth]] ''Vento che sussurra'' viene integralmente rappresentata la battaglia di Little Bighorn, all'interno del quale l'unico sopravvissuto degli squadroni di Custer sarebbe uno scout di frontiera, poi risparmiato da Toro Seduto per aver precedentemente aiutato una squaw a sottrarsi alle violenze dei soldati del settimo cavalleggeri.
* La battaglia del Little Bighorn è narrata nel romanzo "[[Harry Paget Flashman|Flashman and the Redskins"]] di [[George McDonald Fraser]]. Pur arricchita di elementi di fantasia legati al protagonista del romanzo, la narrazione è molto dettagliata dal punto di vista storico e ulteriormente approfondita in appendice da un capitolo storico-militare dedicato interamente alla battaglia.
=== Cinema ===
* ''[[On the Little Big Horn or Custer's Last Stand]]'', regia di Francis Boggs (1909).
* ''[[Custer's Last Fight]]'', regia di Francis Ford (1912), fu uno dei primissimi film dedicati alla figura del generale Custer.
*
* Il [[film muto]] ''[[General Custer at Little Big Horn]]'' (1926) diretto da [[Harry L. Fraser]], narra in maniera romanzata gli eventi della battaglia di Little Bighorn.
* Il film ''[[La storia del generale Custer]]'' (1941), diretto da [[Raoul Walsh]] e interpretato da [[Errol Flynn]], narra la vita del generale Custer.
* Il film ''[[Il massacro di Fort Apache]]'' (1948) di [[John Ford]] è una palese allusione alla battaglia del Little Bighorn.
* Il film ''[[Custer eroe del West]]'' (1968), diretto da [[Robert Siodmak]], narra la vita di G.A. Custer, interpretato da [[Robert Shaw (attore britannico)|Robert Shaw]].
* Nel film ''[[Il piccolo grande uomo (film)|Il piccolo grande uomo]]'' (1970) di [[Arthur Penn]], tratto dall'[[Il piccolo grande uomo (romanzo)|omonimo romanzo]] di [[Thomas Berger]], il protagonista Jack Crabb ([[Dustin Hoffman]]) racconta la sua vita e, tra le vicende narrate, c'è anche la battaglia di Little Big Horn.
* Nel film ''[[Soldato blu]]'' (1970) diretto da [[Ralph Nelson]], che narra il [[massacro di Sand Creek]] (1864), si parla della battaglia del Little Bighorn come già avvenuta, mentre questa prenderà atto ben 12 anni dopo gli eventi narrati.
* Nel film ''[[Non toccare la donna bianca]]'' (1975) il regista italiano [[Marco Ferreri]] traspone la battaglia del Little Bighorn e della sconfitta di Custer riambientandola nella [[Parigi]] moderna.
* Nel film ''[[L'ultimo samurai (film 2003)|L'ultimo samurai]]'' (2003) di [[Edward Zwick]], [[Tom Cruise]] interpreta il Capitano Nathan Algren, ex-membro del settimo cavalleggeri, lacerato dai rimorsi per avere sterminato donne e bambini. All'inizio del film, Algreen evoca per sbaglio le atrocità di Little Big Horn mentre pronuncia, ubriaco, un comizio; nella sequenza successiva, non nasconde il suo stupore quando incontra l'ex commilitone Seb, che gli confida di essere scampato alla battaglia.
=== Fumetto ===
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* Nel numero 32 ''La Leggenda del Generale'' della serie a fumetti [[Ken Parker]], il protagonista, avendo ricevuto degli ordini in ritardo, cerca di raggiungere il tenente colonnello Custer fino ad arrivare a Little Bighorn quando ormai la battaglia è finita. Lungo il racconto, il protagonista Ken ha l'occasione di incontrare varie persone che gli racconteranno la loro opinione del militare, varie versioni, spesso diametralmente opposte, della personalità di Custer, persona mitizzata o disprezzata già a quei tempi.
* Nel quinto capitolo del volume 3 del [[manga]] fantastico ''[[Devilman]]'' dal titolo ''Il diavolo di Little Bighorn'' si specula il fatto che il Generale Custer possa in realtà essere un [[demone]]: esso verrà sconfitto proprio da Devilman non prima di aver però commesso un massacro nei confronti dei Cheyenne arrivato li grazie a un "time slip", un [[viaggio nel tempo]].
* Nell'ottavo volume del manga western [[Red - Living on the Edge]] è presente una ricostruzione degli eventi della Battaglia di Little Bighorn.
=== Musica ===
* Nella canzone ''[[Rimini (Fabrizio De André)#Coda di lupo|Coda di lupo]]'' di [[Fabrizio De André]], nell'album ''[[Rimini (Fabrizio De André)|Rimini]]'' (1978) viene citata la battaglia di Little Big Horn come metafora della "[[cacciata di Lama]]" avvenuta il 17 febbraio 1977 all'[[Università "La Sapienza"]]:
{{citazione|Ed ero già vecchio quando vicino a Roma a Little Big Horn<br />capelli corti generale ci parlò all'università<br />dei fratelli tute blu che seppellirono le asce<br />ma non fumammo con lui non era venuto in pace"}}
* Il gruppo metal [[Slipknot]] ha composto un brano intitolato ''[[Custer (singolo)|Custer]]'', incluso nel loro quinto album [[.5: The Gray Chapter]]
* Il gruppo metal [[Running Wild (gruppo musicale)|Running Wild]] ha composto una canzone dal titolo ''Little Big Horn'' (1992) pubblicata come [[Extended play|EP]].
=== Videogiochi ===
* In [[Age of Empires III: The WarChiefs]], nello scenario finale della campagna, il protagonista si trova a combattere dalla parte dei Sioux nella battaglia del Little Bighorn.
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== Bibliografia ==
[[File:Little Bighorn memorial obelisk.jpg|thumb|Obelisco in onore dei caduti di parte statunitense]]
* Hutley, Robert M, Frontier regulars, University of Nebraska press, Lincoln, NE, 1973
* Hutley, Robert M, Custer and the great controversy, University of Nebraska press, LIncoln NE. 1998
* Hutley, Robert M, The lance and the shield - The life and times of Sitting Bull, Ballantine Books, 1994
* Custer, George Armstrong, La mia vita nelle Pianure. Esperienze personali tra gli indiani Milano, Mursia, 1991 ISBN 88-425-1078-5
* Miller, David Humphreys, La fine del generale Custer, come raccontano gli indiani, Milano, Rizzoli, 1966
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* Grinell, George Bird, The Fighting Cheyennes, JG Press, 1995
* Brown, Dee, Seppellite il Mio Cuore a Wounded Knee, Oscar Mondadori 1972
* Connell, Evan, Son of the Morning Star, North Point Press (
* Nye, Elwood L, Marching with Custer, articolo in "The Veterinary Bulletin, 1935", ristampato in: Brown, Barron, Comanche, JM Carroll & Co, Mattituck, NY, 1973
*
* Brininstool, EA, Troopers with Custer, University of Nebraska Press, Lincoln, NE 1989
* Cronologia della Battaglia adattata e sintetizzata da: Battle of the Little Bighorn Timeline {{Cita web|url=http://littlebighorn.wetpaint.com/page/Little+Bighorn+Battle+Timeline?t=anon|titolo=Little Bighorn Battle Timeline|sito=littlebighorn.wetpaint.com|data=22 novembre 2009|lingua=en|accesso=11 gennaio 2021|urlarchivio=https://archive.is/20130412051807/http://littlebighorn.wetpaint.com/page/Little+Bighorn+Battle+Timeline?t=anon|dataarchivio=12 aprile 2013}}
* Raffaele D'Aniello, Little Big Horn, il popolo dei Sioux contro Custer. Erre Emme edizioni, Roma 1995
== Voci correlate ==
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* [[Guerre indiane]]
* [[Little Big Horn]]
* [[Tex (fumetto)]] n° 490-491-492
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
* {{Collegamenti esterni}}
* {{cita web|http://www.custerwest.org|custerwest.org|lingua=en, fr}}
* {{cita web|url=http://www.farwest.it/?p=257|titolo=La battaglia di Little Bighorn - Farwest.it}}
* {{cita web|http://www.nautilus.tv/9705it/cultura/franz.htm|All'attacco, italiani del 7º Cavalleria}}
* {{cita web |url=http://www.lbhbtt.altervista.org |titolo=La Battaglia del Little Big Horn |accesso=19 novembre 2018 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100831143822/http://www.lbhbtt.altervista.org/# |urlmorto=sì}}
{{EraRicostruzione}}
{{Controllo di autorità}}
{{portale|guerra|Stati Uniti d'America|storia}}
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[[Categoria:Battaglie del West statunitense|Little Bighorn]]
[[Categoria:Battaglie che coinvolgono i nativi americani]]
[[Categoria:Presidenza di Ulysses S. Grant]]
[[Categoria:Era della Ricostruzione]]
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