Civiltà micenea: differenze tra le versioni
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{{torna a|Civiltà egea}} 
{{F|storia antica|agosto 2013}} 
{{Cultura archeologica 
|nome = Civiltà micenea 
|nomi alternativi = Micenei, civiltà elladica o ellenica 
|mappa = Mycenaean World en.png 
|didascalia = Principali siti archeologici micenei 
|orizzonte = [[Storia della Grecia|Civiltà greca]] 
|regione = [[Grecia]] e [[isole egee]] 
|periodo = Tarda [[Età del bronzo#Egeo|età del bronzo]] 
|date = c. 1600 a.C. – c. 1100 a.C. 
|sito tipo = [[Micene (città antica)|Micene]] 
|altri siti = [[Pilo]], [[Tirinto]], [[Midea]], [[Tebe (città greca antica)|Tebe]], [[Orcomeno (Grecia Centrale)|Orcomeno]], [[Iolco]] 
|preceduta da = [[Storia della Grecia#Preistoria e protostoria|Grecia preistorica]], [[civiltà minoica]] (specialmente sull'[[Creta (Grecia)|isola di Creta]]) 
|seguita da = [[Medioevo ellenico]] 
|definita da = [[Heinrich Schliemann]] nel [[1878]] 
}} 
La '''civiltà micenea''' è una civiltà di origine [[Popoli indoeuropei|indoeuropea]]<ref>{{Treccani|civilta-micenea_%28Enciclopedia-dei-ragazzi%29}}</ref>, fiorita nella [[Grecia continentale]] durante la tarda [[età del bronzo]] (1600-1100 a.C.), contraddistinta dalla [[lingua micenea]], la più antica varietà di lingua greca attestata. La civiltà prende il nome dalla città di [[Micene (città antica)|Micene]] e fu coniata da [[Heinrich Schliemann]] nel suo libro ''Mycenae'', del [[1878]]. Successivamente, l'espressione fu adottata dai principali studiosi dell'[[mar Egeo|Egeo]] del Bronzo. 
== Descrizione == 
Tipica di questa civiltà è la scrittura [[Lineare B]], anche se le tavolette non danno alcuna indicazione intorno a come queste popolazioni si chiamassero. Alcune tavolette [[ittiti|ittite]] paiono riferite ad essi come ''Ahhiyawa''.<ref>Jean Pierre Vernant, ''Le origini del pensiero greco'', 1987.</ref> 
Per lungo tempo Micene è stata ritenuta una sorta di capitale della Grecia dell'epoca, mentre al giorno d'oggi si tende a considerarla alla stregua degli altri regni continentali greci e cretesi, spesso in lotta tra loro ma sostanzialmente autonomi<ref>{{cita web |url=http://www.artleo.it/alarte/ee/testi/egizi-greci/12110_la_civilta_egea.pdf |titolo=Copia archiviata |accesso=15 marzo 2013 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131204103033/http://www.artleo.it/alarte/ee/testi/egizi-greci/12110_la_civilta_egea.pdf |dataarchivio=4 dicembre 2013 }}</ref>.  
[[Pilo]] per esempio sembra l'unica che si sia dovuta preparare per un'invasione e che questa difesa sia stata organizzata in maniera autonoma e indipendente dagli altri centri, come evidenziato dalle numerose tavolette in lineare B colà trovate. Detto questo [[Tebe (città greca antica)|Tebe]] è l'unica città menzionata direttamente in tutti gli archivi ([[Cnosso]], Pilo, Micene e la stessa Tebe): sembra quindi che abbia esercitato un ruolo politico molto importante, come peraltro traspare anche dal fatto di essere al centro di numerosi e fondanti miti panellenici (fondata da [[Cadmo]] che fa conoscere la scrittura agli uomini; luogo di nascita di [[Ercole]], [[Dioniso]] e [[Demetra]]; la storia di [[Edipo]] e del ciclo tebano dei [[Sette contro Tebe|Sette e degli Epigoni]]). 
== Caratteristiche == 
[[File:Lions-Gate-Mycenae.jpg| 
Nel Neolitico l'[[Epiro]] era popolato da marinai lungo la costa e da pastori e cacciatori dei Balcani che portavano con sé la lingua proto-greca. Queste persone seppellivano i loro capi in grandi tumuli contenenti tombe a pozzo. Camere funerarie simili furono successivamente utilizzate dalla civiltà micenea, suggerendo che i fondatori di Micene potrebbero provenire dall'Epiro e dall'Albania centrale.  
L'Epiro stesso rimase culturalmente arretrato durante questo periodo, ma resti micenei sono stati trovati in due santuari religiosi di grande antichità nella regione: l'Oracolo dei Morti sul fiume Acheronte, familiare agli eroi dell'Odissea di Omero, e l'Oracolo di Zeus a Dodona, a cui Achille pregò nell'Iliade.<ref>https://www.britannica.com/place/Epirus</ref> 
La civiltà micenea (da Micene, città dell'Argolide che si riteneva avere maggiore rilievo rispetto alle altre città micenee) ebbe origine e si evolse dalle società e dalla cultura dei periodi dell'Antico e Medio elladico nella Grecia continentale. Emerse attorno al 1600 a.C., quando la cultura [[Periodo elladico|elladica]] nella Grecia continentale si trasformò sotto le influenze della [[civiltà minoica]] di [[Creta (Grecia)|Creta]]. 
Non solo i  
I  
Sostanzialmente anche questa civiltà, come quella [[civiltà minoica|minoica]] di Creta, ebbe come centro politico, sociale, religioso ed economico il palazzo, ma a differenza dei palazzi minoici, quello miceneo era cinto da grandi e robuste mura, note come "ciclopiche" per le dimensioni. Ancora oggi è possibile trovare traccia delle fortificazioni nelle città di [[Argo ( 
I manufatti micenei sono stati ritrovati ben oltre i limiti del mondo miceneo:  
== Epoche == 
[[File:Fresco of a Mycenaean woman, circa 1300 BC.jpg|miniatura|Affresco che ritrae una donna micenea, (1300 a.C. circa)]]{{Vedi anche|Periodo elladico}} 
Da una prospettiva cronologica, il periodo del [[tardo elladico]] (TE, 1550-1060 a.C.) fu l'epoca in cui la Grecia micenea fiorì<ref>Wright, J.C., ''Early Mycenaean Greece'', in Shelmerdine, C.W. (ed.), ''The Cambridge Companion to the Aegean Bronze Age'' (New York, 2008), 230–57.</ref>, sotto le nuove influenze minoiche da Creta e dalle Cicladi. Sulle [[Ceramica micenea|ceramiche]] del TE si hanno talvolta iscrizioni in [[Lineare B]]. Il periodo TE è diviso sulla base della datazione dei reperti ceramici in I, II e III;<ref>{{Cita|Cultraro}}.</ref> di cui I e II si sovrappongono al Tardo Minoico e il III lo supera. Il TE III è ulteriormente suddiviso in IIIA, IIIB e IIIC. Di seguito la datazione dei periodi: 
# Tardo elladico antico o epoca palaziale: dal [[1600 a.C.]] al [[1400 a.C.]] 
# Tardo elladico medio o fase neo palaziale: dal [[1400 a.C.]] al [[1200 a.C.]] 
# Tardo elladico avanzato: dal [[1200 a.C.]] al [[1000 a.C.|1000 a.C]]. 
[[File:Vessel late mycenaean octopus AM Naxos 110066.jpg| 
Le [[Ceramica micenea|ceramiche del Tardo Elladico]] in genere contenevano beni quali olio d'oliva e vino. Le merci del TEI raggiunsero [[Santorini]] appena prima dell'[[Eruzione minoica|eruzione di  
Il TEIIIA:1 corrisponde al regno di [[Amenhotep III]] in Egitto, dove si denominavano col termine ti-n3-y (Danai) le città apparentemente sullo stesso piano di d-y-q-e-i-s ([[Tebe ( 
Le merci del periodo TEIIIA:2 furono ritrovate nel [[relitto di  
Durante il periodo TEIIIA:2, i re di ''Ahhiyawa'' cominciarono ad attirare l'attenzione degli Ittiti, possibilmente in quanto sovrani degli Stati “achei”. Nel TEIIIB, essi ascesero fin quasi allo status dei grandi re di [[Egitto]] e [[Assiria]]. Il TEIIIB è anche il periodo in cui la scrittura [[Lineare B]] compare nei palazzi greci; prima di allora, la Lineare B veniva usata principalmente nelle [[Cicladi]] e a [[Creta (Grecia)|Creta]].  
{|border="1" cellpadding="2" cellspacing="0" style="font-size: 85%; border: gray solid 1px; border-collapse: collapse; text-align: center;" 
|- style="background: #cccc99;" 
! colspan="16" style="background: #fa8072; text-align: center;"|<span style="font-size:large">'''La Grecia e l'Egeo fino alla fine della civiltà micenea'''</span> 
|- style="background: #ffcc99;" 
! 
![[Troia]] 
![[Cicladi]] 
![[Creta (Grecia)|Creta]] 
![[Geografia della Grecia|Grecia continentale]] 
|- style="background: #ffcc99;" 
|'''Bronzo<br />antico''' 
|Troia I<br />[[siglo XXX a. C.|2920]] - 2450 a.C. 
Troia II<br />2600 - 2350 a.C. 
Troia III<br />2350 - 2200 a.C. 
|[[Cultura della Grotta-Pilos|Grotta-Pilos]]<br />3200 - 2700 a.C. 
Karos-Siros<br />2700 - 2200 a.C. 
[[Cultura Filacopi|Filacopi I]]<br />2200 - 2000 a.C. 
|Minoico antico (Prepalaziale)<br />2500 - 1850 a.C. 
|Elladico antico<br />2700 - 1850 a.C. 
|- style="background: #ffcc99;" 
|'''Bronzo<br />medio''' 
|Troia IV<br />2200 - 1900 a.C. 
Troia V<br />1900 - 1700 a.C. 
Troia VI<br />1700 - 1300 a.C. 
|Filacopi II<br />2000 - 1800 a.C. 
| 
Minoico medio I-IIIA (Protopalaziale)<br />1850 - 1550 a.C. 
|Elladico Medio<br />1850 - 1580 a.C. 
|- style="background: #ffcc99;" 
|'''Bronzo<br />tardo''' 
|Troia VII-A<br />1300 - 1200 a.C. 
Troia VII-B-1<br />1200 - 1100 a.C. 
| 
|valign="top"|Minoico Medio IIIB - Minoico tardo II (Neopalaziale)<br />1550 - 1400 a.C. 
Minoico tardo III<br />1400 - 1100 a.C. 
|Miceneo I<br />1580 - 1500 a.C. 
Miceneo II<br />1500 - 1425 a.C. 
Miceneo III<br />1425 - 1100 a.C. 
|- 
|} 
== Identità == 
{{Immagine multipla 
|allinea = right 
|direzione =verticale 
|sfondo =  
|larghezza = 200 
|titolo =  
|immagine1 = Two Mycenaean chariot warriors on a fresco from Pylos about 1350 BC.jpg 
|didascalia1 = Due guerrieri micenei su carro in un affresco da [[Pilo]] (1350 a.C. circa) 
|larghezza1 =  
|immagine2 = Fresco of two female charioteers from Tiryns 1200 BC.jpg 
|didascalia2 = Due donne micenee su carro in un affresco da [[Tirinto]] (1200 a.C.) 
|larghezza2 =  
|immagine3 =  
|didascalia3 =  
|larghezza3 =  
|sotto =  
}} 
In seguito alla decifrazione delle tavolette scritte in [[Lineare B]], si pensa che i popoli attualmente chiamati "Micenei" possano corrispondere agli [[Achei]] (in greco Ἀχαιϝοί, da leggere ''Achaiwòi'') o essere stati soggiogati da questi in un secondo momento. Le fonti scritte ritrovate nei siti micenei non rivelano il termine con cui definissero se stessi. Dalla lettura dell{{'}}''[[Iliade]]'', in cui gli abitanti del [[Peloponneso]] e delle isole adiacenti sono spesso chiamati "Achei", e tenendo conto gli accenni ad ''Ahhiyawa'' nelle fonti ittite della tarda [[età del bronzo]], la teoria suggerisce che i Micenei potrebbero essere gli "Achei"<ref>Il primo a suggerire tale ipotesi fu lo studioso svizzero Emil Forrer nel 1924, con ben poco credito; in tempi recenti invece il mondo accademico ha generalmente accettato questa visione, ritenendola acclarata, a partire da Mee nel 1998, e poi altri studiosi tra cui autori del calibro di Kelder, Cline, Bryce, Hawkins e Beckman, ''The Ahhiyawa texts'', pp. 1-6.</ref>. La cosiddetta ''[[Lettera di Tawagalawa]]'' scritta da un re [[Ittiti|ittita]] del XIII secolo a.C. di incerta identificazione ([[Muwatalli II]] o [[Hattušili III]]) al re di ''Ahhiyawa'', in cui questi viene trattato come un pari, suggerisce che [[Mileto (Asia Minore)|Mileto]] (''Millawata'') fosse sotto il suo controllo, e fa riferimento a un precedente “episodio di ''Wilusa''” implicante ostilità da parte degli ''Ahhiyawa'', spalleggiati dal loro agente anatolico [[Piyama-Radu]], verso gli Ittiti. Il termine ''[[Ahhiyawa]] ''è stato così generalmente identificato con gli Achei della [[Guerra di Troia]], e la città di [[Wilusa]] con la leggendaria città di [[Troia]]. Tuttavia, l'esatta relazione tra il termine ''Ahhiyawa ''e gli Achei, al di là della somiglianza nella pronuncia, è dibattuta dagli studiosi, non tanto sulla possibilità ormai acclarata che gli Ahhiyawa siano parte del mondo miceneo, quanto su quale entità essi rappresentassero con esattezza<ref>Molti autori ritengono essenzialmente che con il termine Ahhiyawa gli Ittiti indicassero la città-stato di Micene o una coalizione di stati micenei facenti capo proprio a questa città (tra questi Bryce, Cline e Beckman, ''The Ahhiyawa texts'', pp. 4-6); J. Latacz invece propone come possibile alternativa la città di Tebe: ''Troy and Homer'', pp. 240 e segg.</ref>. 
Un altro termine omerico associato con i Micenei è Danai, da [[Danao]], fratello di Egitto, che regnò su [[Argo (città antica)|Argo]] e fu antenato dei fondatori di Micene. Un termine simile (''Denyan'' o ''Danuna'') è presente nelle iscrizioni di [[Ramses III]] associato alla sua vittoria contro alcuni popoli del mare (tra cui i ''Peleset,'' associati ai [[filistei]] e a [[Creta (Grecia)|Creta]]); ma sono possibili anche altre interpretazioni (il popolo semita di Dan che confluì in quello [[Ebrei|ebraico]], genti illiriche come i [[Dauni]], ma ancora più probabilmente come gli abitanti di [[Adana]], in [[Cilicia]], tesi che oggi incontra il maggior consenso accademico). Con varianti di tale nome compaiono anche in documenti antecedenti, come la lettera trovata ad [[Amarna]] (metà del <abbr>XIV</abbr> secolo <abbr>a.C.</abbr>, lettera <abbr>n.</abbr> 151), databile al regno del faraone [[Amenhotep IV]]. Durante il regno di [[Amenhotep III]] (salito al trono nel 1.388 a.C. circa, e morto dopo 39 anni di regno), come già ricordato si menzionano ancora i Danai, divisi in molte città, tra cui primeggiano (su piano di parità) città i cui nomi ricordano Micene e Tebe, ma in cui grande importanza ha anche il regno di [[Cnosso]] e altri regni minori (liste di Kom el-Heitan). Presso di loro sembrerebbe vi fosse stato uno scambio di ambasciatori e a Micene è stato rinvenuto, in effetti, uno scarabeo e diversi frammenti di ''faience egizia'' con il suo cartiglio reale, probabilmente prodotto dalle botteghe di palazzo. Negli annali di [[Thutmose III]] (ca. 1479-1425 a.C.) invece si fa riferimento all'arrivo di doni e quello che sembrerebbe una missione diplomatica da parte di una popolazione chiamata TNJ ovvero ''Tanaju'' (con suono assimilabile a Danaju) come collegata a Creta, ma anche come monarchia unitaria.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Jorrit|cognome=Kelder|titolo=The Egyptian Interest in Mycenaean Greece|lingua=en|accesso=19 agosto 2017|url=https://www.academia.edu/221955/The_Egyptian_Interest_in_Mycenaean_Greece}}</ref> In pratica oltre ad Achei anche Danai potrebbe essere un termine utilizzato dai contemporanei, almeno per definire una parte della civiltà micenea o un suo regno. 
== Storia == 
Tra il XVII e il XVI secolo a.C. nel Peloponneso e nella Grecia centrale si verificarono significativi cambiamenti, attestati dai ritrovamenti archeologici: si formarono dei piccoli regni indipendenti, ognuno facente capo a una città e dominati da gruppi aristocratici che basavano il proprio potere sull'uso delle armi. Nella Grecia continentale il territorio è montuoso. Lungo il corso dei fiumi si aprono pianure separate tra loro da montagne. Anche le isole sono piccole e poco adatte all'[[agricoltura]]. Il clima si presenta con inverni brevi al sud, e rigidi al nord; in estate invece il clima si presenta caldo e secco, con scarse precipitazioni. Nella Grecia crescono [[Vitis|viti]], [[olivo|olivi]], [[ficus carica|fichi]], in pianura [[frumento]], [[Hordeum vulgare|orzo]], [[mandorlo|mandorli]]. Le condizioni ambientali greche, con la scarsità di terre coltivabili, generarono nell'antichità un alto tasso di conflittualità tra le popolazioni autoctone (tra le quali i [[Pelasgi]]); mentre l'eccessiva concentrazione demografica nelle poche zone coltivabili provocò vasti fenomeni migratori. La situazione orografica creò infine un ostacolo al commercio tradizionale, determinando lo spostamento via mare dei flussi economici. 
La prima civiltà urbana di cui si abbia testimonianza risale al [[XVIII secolo a.C.|1700 a.C.]] ed era di [[Lingue indoeuropee|lingua indoeuropea]], figlia delle popolazioni [[Eoli|eole]] e [[ioni]]che, migrate in Grecia nel [[XIX secolo a.C.]] Essa prese il nome di ''micenea'' dal ritrovamento del sito archeologico di [[Micene]] ad opera di [[Heinrich Schliemann]]. Dopo la clamorosa scoperta del sito di [[Troia]], nella pianura di Hisarlik in [[Anatolia]], avvenuta sulla scorta di una letterale interpretazione dell{{'}}''[[Iliade]]'', l'archeologo tedesco si era infatti spostato nel Peloponneso, alla ricerca di nuove testimonianze volte a confermare il quadro "storico" tessuto nell'epopea [[Omero|omerica]]. Schliemann portò dunque alla luce i centri di Micene e [[Tirinto]]. La vicenda interpretativa subì tuttavia alterne fortune: quando nel [[1900]] l'inglese Sir [[Arthur Evans]] scoprì a [[Creta (Grecia)|Creta]] le rovine di [[Cnosso]], venne formulata l'ipotesi di un'espansione della civiltà minoica nella [[penisola balcanica]]. Ma con la scoperta delle tavolette scritte con il sistema [[sillabario|sillabico]] noto come ''[[lineare B]]'', l'ipotesi di un dominio minoico sulla Grecia venne rovesciata poiché esse testimoniavano l'occupazione di Creta da parte dei Micenei, possibile invece che una integrazione tra le due abbia condotto allo sviluppo della civiltà detta più propriamente "Egea". 
La civiltà micenea non si riferiva a uno Stato unitario, ma a vari centri urbani aventi caratteristiche sociali, culturali ed economiche comuni, con realtà politiche indipendenti e spesso in conflitto tra loro. Molto importante rilevare che nell'antichità i primi Micenei erano dei temibili guerrieri che avevano molta cura della propria armatura; inoltre venivano addestrati sin da fanciulli all'arte della guerra. La [[scrittura]] aveva creato un alto livello di specializzazione nell'amministrazione economica e politica, anche se i Micenei avevano attinto dai Minoici la struttura sociale della ''cultura dei Palazzi''. Nei Micenei si ritrovano comunque molti fattori originali, come gli [[arma]]menti, i [[carro da guerra|carri da guerra]], l'[[architettura funeraria]]. 
[[File:Linear B (Mycenaean Greek) NAMA Tablette 7671.jpg|miniatura|Tavolette micenee incise in [[Lineare B]]]] 
I Micenei conquistarono pure le isole di [[Rodi]], Creta e [[Cipro]]. Ancora più vaste furono le lotte per i commerci, che servivano per reperire [[metallo|metalli]]. Esse furono dirette in [[Spagna]], nel continente [[Europa|europeo]], in Oriente. Ceramiche micenee furono ritrovate anche in [[Italia]], dove nel meridione i mercanti micenei fondarono basi commerciali (vedi [[Thapsos]]). Similmente nel [[Lazio meridionale]] ([[Alatri]], [[Arpino]]) si ritrovano esempi di architettura straordinariamente simili a quelli della cultura micenea. 
Il declino di questa civiltà avvenne, probabilmente, attorno al [[XIII secolo a.C.|1200 a.C.]] (inizio del ''[[Medioevo ellenico]]'') per cause che oggi non siamo in grado di definire con sicurezza. Si sono fatte numerose teorie in base alle testimonianze ritrovate negli scavi archeologici. La più tradizionale è l'[[Invasione dorica|invasione dei Dori]], un [[Popoli indoeuropei|popolo indoeuropeo]] proveniente, secondo alcuni, dal nord della [[penisola balcanica]], nonostante probabilmente fossero già presenti nel Peloponneso in posizione marginale, dato il [[Dialetto dorico|dialetto omonimo]]. Inoltre per i greci classici i dori venivano dalla Doride, una regione tra il Parnaso, la Tessaglia e il golfo di Corinto, a nord del Peloponneso, ma essenzialmente greca, marginale e periferica in epoca micenea, ma non eccessivamente distante. Tuttavia con il ritrovamento di alcune tavolette a [[Pilo di Messenia|Pilo]], scritte in [[Lineare B]] e giunte a noi proprio perché cotte durante un incendio al palazzo reale, si prospetta un'invasione dal mare e vi si descrivono affannosi preparativi militari per salvaguardare le coste da un pericolo imminente. Essendo stata in quel periodo distrutta la civiltà [[Ittiti|ittita]] e messa in difficoltà quella [[Antico Egitto|egiziana]] dai [[Popoli del Mare]], si è pensato che questi fossero gli invasori. Altri studiosi sostengono che il declino della civiltà micenea sarebbe stato provocato da ben più prosaici fattori di carattere economico e demografico o addirittura climatico. 
Il suo splendore e la sua magnifica cultura sono, però, rimaste un modello perenne per la [[Grecia antica|civiltà greca]]. 
== Struttura sociale == 
[[File:Mycenaean armour  
[[File:Orchomenos boar tusk helmets.jpg|miniatura|Due [[elmo a zanne di cinghiale|elmi a zanne di cinghiale]] da [[Orcomeno (Grecia Centrale)|Orcomeno]], circa XIII secolo a.C.]] 
[[File:Tiryns wall-painting fragments with a representation of a procession of women bearing offerings, from the later Tiryns palace, 14-13th century BC, National Archaeological Museum of Athens (14135136503).jpg|miniatura|Frammenti di pittura murale da Tirinto con la rappresentazione di un corteo di donne che portano offerte, provenienti dal palazzo di Tirinto, XIV-XIII secolo a.C., [[Museo archeologico nazionale di Atene]]]] 
L'organizzazione sociale dei Micenei era basata (almeno fino al collasso dei palazzi) sulla centralizzazione, la [[burocrazia|burocratizzazione]] e la ridistribuzione. La società era organizzata [[gerarchia|gerarchicamente]]; al vertice stava (di norma) il [[re]], detto ''[[wanax]]'', (o più spesso ''wa-na-ka'' 𐀷𐀙𐀏 in lineare-B, da cui il greco ἄναξ, -κτος, ὁ), seguito dal ''lawaghetas (𐀨𐀷𐀐𐀲, da cui il greco λᾱγέτης, ου, ὁ)'' che comandava l'[[esercito miceneo|esercito]]. Veniva poi l'alta [[aristocrazia]], divisa in ''heros'' (dotati di carri in battaglia) ed ''hequetas''<ref>{{cita libro|autore=Bruno Currie|titolo=Pindar and the Cult of Heroes|url=http://books.google.com/books?id=WpiRCQeTBIAC&pg=PA65|anno=2005|editore=Oxford University Press|isbn=978-0-19-927724-7|p=65|lingua=en}}.</ref> e i [[clero|sacerdoti]]. Le campagne o ''demi'' erano amministrate dai ''qasirewes'' (𐀣𐀯𐀩𐀄 qasireu, da cui il [[lingua greca antica|greco]] βᾰσῐλεύς, -έως, ὁ), che assegnavano le terre al villaggio e riscuotevano tributi. Al gradino più basso, infine, vi erano i ''doeroi'' (𐀈𐀁𐀫 doero, da cui il greco δοῦλος/δῶλος, -ου, ὁ) o [[schiavitù|schiavi]]. 
[[File:Fotografi på Lejonporten i Mykene, Grekland - Hallwylska museet - 104616.tif|miniatura|Una vecchia foto della porta dei leoni a Micene]] 
Al ''wanax'' e al ''lawaghetas'' spettava il ''[[temenos]] (te-me-no 𐀳𐀕𐀜 in lineare-B, da cui il greco τέμενος, -ους, τό)'', che corrispondeva a un lotto di terreno tratto dalla confisca effettuata nel territorio sottomesso. Il resto della terra veniva dato ai grandi dignitari, dietro pagamento di un tributo. A loro volta i grandi dignitari e il tempio affidavano le terre a dei funzionari minori. Queste terre venivano donate agli aristocratici per i servizi prestati in battaglia, chi riceveva queste terre non poteva né venderle e né tantomeno trasmetterle per via ereditaria. I templi possedevano ampie estensioni di terra. 
Appare probabile che la società  
[[File:Τιρυνθα.jpg|sinistra|miniatura|Le mura di Tirinto]] 
Nella [[mitologia greca]] le dinastie antiche sono spesso attraversate da sanguinose guerre civili (il caso di Micene con le lotte tra [[Atreo]] e il fratello [[Tieste]] e le due dinastie rivali che da loro derivavano, oppure quella di [[Tebe ( 
Sempre con un ruolo apicale negli archivi di [[Pilo 
La struttura sociale indeuropea, da cui deriverebbe anche quella ellenica, era trifunzionale (guerrieri, sacerdoti, lavoratori, con il potere politico in genere associato alla funzione militare), mentre quella preindeuropea ellenica sembra più sfumata, forse quadrifunzionale (guerrieri, sacerdoti, lavoratori agricoli, lavoratori  
I documenti in Lineare-B pervenuti, sia pure in modo frammentario (gli archivi di Pilo sono quelli più completi, ma sembrerebbero rispecchiare un quadro generale diffuso in buona parte del mondo miceneo), ci permettono di riconoscere la presenza di un ceto contadino libero, che ha delle terre in  
Nella città si concentrava il grosso della nobiltà, nota come ''eqeta'' ("compagni" o "seguaci"), probabilmente mantenuta in parte dal palazzo stesso, in parte ricompensata con terre e entrate, in cambio di un servizio di carattere civile e militare. A Pilo ognuno di loro disponeva di almeno un carro, e serviva sotto il comando di un "ispettore" ''ereuter'' (traducibile anche come capitano o tenente-capo plotone), a sua volta controllato da un ufficiale superiore ''men-ua'' (capo guarnigione). Quest'ultimo comandava anche la fanteria che era di tre tipi: ''pediyewe'' (pedoni, fanti professionisti, probabilmente nobili privi di cavalli ''tereta'', o comunque cittadini), i ''kurewe'' (letteralmente uomini di cuoio, reclutati nel contado, hanno l'esenzione da diverse tasse, e probabilmente avevano armature di cuoio) e i ''kekide'' (letteralmente "della spoletta da lino", interpretabile sia come armati con armature di lino, sia come pratici del maneggio delle vele di lino e quindi marinai, anche loro disponevano dell'esenzione di alcune tasse). Gli ufficiali superiori erano sovente reclutati nelle famiglie dell'alta nobiltà detta ''rawaketa'' (titolo che solitamente viene tradotto come duca, così come gli ''eqeta'' 
In città, ma anche in alcuni centri agricoli, vivevano anche gli artigiani e i mercanti. Particolarmente importanti erano i fabbri, in parte dipendenti del palazzo (che ne curava anche i rifornimenti di materie prime e che era uno dei principali consumatori di metalli), in parte indipendenti e persino itineranti (e anche stranieri, con maestranze che si muovevano anche su lunghissime distanze per il [[Mar Mediterraneo|Mediterraneo]]), gli armaioli (''etodomo'') erano distinti dagli altri fabbri (''kakeu'').  
== Economia == 
[[File:Myceneans findings out of Greece.jpg|miniatura|Ritrovamenti micenei al di fuori della Grecia]] 
Il controllo e l'organizzazione delle attività veniva fatto attraverso la burocrazia capillare. Il palazzo controllava la riscossione di tributi, distribuiva le materie prime. L'[[agricoltura]] era solo una delle attività svolte dai Micenei: vi erano l'allevamento [[Ovini|ovino]], la produzione di tessuti di [[lana]], svolti dai ''doeloi'', l'[[oreficeria]], la [[metallurgia]], la produzione di [[olio di oliva|olio]] e profumi, svolta invece dai membri del ''damos'' (da cui il greco ''demos'', popolo), i quali svolgevano attività specialistiche. Grazie a questa organizzazione, i Micenei accumularono molta ricchezza, che veniva ridistribuita agli individui che ne facevano parte. 
Ciò che più colpisce è che tutto questo fosse organizzato dal palazzo, sede di stato. Qui i migliori artigiani appaltavano dal re incarichi a fine bellico, quale la costruzione di armi sontuose e molto costose, adorne dei più preziosi materiali. Erano gli stessi palazzi ad organizzare spedizioni d'oltremare, visto il bisogno di importare materiali di cui la terra ellenica è povera, in cambio di materiali caratteristici di quelle terre. 
== Religione == 
[[File:NAMA Mycènes portrait féminin.jpg| 
Poco o niente è possibile dire sulle credenze religiose micenee. Degli dei è nota unicamente una serie di nomi, somiglianti con quelli degli dei greci di quattro secoli dopo; sconosciute sono invece le caratteristiche associate alle singole divinità. 
I Micenei sono debitori dei Minoici di buona parte del loro patrimonio culturale, ciò si evidenzia a partire dai corredi funebri comprensivi delle maschere d'oro<ref>[[Domenico Musti]]. ''Op. cit.'' p. 50.</ref> fino alla scrittura: la [[Lineare A]] precedentemente usata per una lingua non greca viene ora, con la [[Lineare B]] adattata per rappresentare parole greche<ref>[[Domenico Musti]] ''Op. cit.'' pagg. 50-1.</ref>. Non mancano però le differenze, sia nei nomi che nei ruoli, delle divinità elencate negli archivi in lineare B (che riguardano anche le donazioni e i sacrifici). [[Poseidone]] sembra, infatti, più importante di [[Zeus]], e divinità legata (come anche in epoca classica) a cavalli e terremoti, piuttosto che divinità marina; vi è invece [[Proteo (mitologia)|Proteo]], una divinità marina che forse ne prende il posto (venerato anche in epoca classica, ma non come signore del mare). Manca completamente [[Apollo]] (che potrebbe essere una divinità asiatica, non a caso nell{{'}}''Iliade'' è un protettore dei troiani), ''Paean'' non è un epiteto di Apollo, ma un dio autonomo. [[Ares]] e ''Enyalius'' sono due divinità distinte, mentre il secondo diventerà un epiteto del primo durante l'età classica. ''Drimios'' e ''Marineus'' sono divinità, la prima figlia di Zeus, che non rimangono nella religione classica e di cui conosciamo solo il nome. 
Sphagianeia, Qorasia, Doqeia, Diwia, Qowia, Komawenteia, Pipituna, sono divinità femminili sconosciute, di cui è possibile (ma a livello quasi speculativo) trovare paragoni in divinità della Grecia classica, o dell'Anatolia, mentre Manasa è omonima alla divinità Indù dei serpenti, e quindi è, presumibilmente, una divinità indoeuropea, come alcune di queste divinità sconosciute, che mantengono nomi indoeuropei, mentre altre (e in particolare Pipituna) sono state collegate ad una possibile divinità minoica, ovvero con la classica Britormartis-Dyktynna, a sua volta caduta in omonimia con [[Artemide]] durante l'ellenismo. 
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Mancano riferimenti ad [[Estia]] (la divinità del focolare domestico, protettrice della famiglia e della patria, equivalente alla [[Vesta]] romana), ma, presumibilmente, a questa divinità (che dovrebbe essere presente nel panteon miceneo a logica) si sacrificava una parte di ogni sacrificio, come accadeva in seguito, e quindi non lascia tracce negli archivi in lineare B. 
Inoltre, i riti micenei a volte richiamano quelli propri della religione greca e romana:{{q|Ci sono feste la cui denominazione corrisponde esattamente al tipo greco successivo di nomi di festività: oltre alla "preparazione del letto"<ref>"Pylos Linear B Transliterations" = PY Fr 343.</ref> esisteva anche una festa del "portare il trono qua e là"<ref>"Minoan Linear A & Mycenaean Linear B", Knossos KN Ga Series = KN Ga 1058.</ref> a Pilo e una festa del "trasporto del dio", ''Theophória'' (θεοφορία), a [[Cnosso]]. Una volta vengono destinate a [[Posidone]], o piuttosto ad una sconosciuta divinità ''Pere'' 82<ref>Da leggere come ''Peresa'' o ''Perewsa'' e da intendere come [[columbidae|colomba]] (''Peleia'') o come forma primitiva di [[Persefone]], cfr. [[Giovanni Pugliese Carratelli]] ''Studi classici e orientali'' 7, 1958, pp. 20-26.</ref> -lo scrivano ha corretto- un bue, una pecora e un maiale<ref>PY Un 6+1189+1250.</ref>: si prescrive qui un "sacrificio tipo ''[[suovetaurilia]]'', in seguito diffuso presso Greci e Romani.|[[Walter Burkert]]. ''Op.cit.'', pp. 130-131}}Quindi anche se vi sono «sorprendenti concordanze con i successivi reperti greci» questi ad oggi «convivono con elementi del tutto incomprensibili. La religione greca ha le sue radici nell'epoca minoico-micenea, ma non è equiparabile ad essa»<ref>Walter Burkert ''Op. cit.'' pp. 132-133.</ref>. 
== Cultura materiale == 
{{Vedi anche|Arte minoico-micena|Architettura micenea|Ceramica micenea}} 
[[File:MaskOfAgamemnon.jpg|miniatura|La "[[maschera di Agamennone]]"]] 
Benché sia stata fortemente influenzata dalla civiltà minoica, ovvero quella degli abitanti di Creta, la civiltà micenea presenta notevoli differenze dal punto di vista [[Architettura|architettonico]] ed [[Arte|artistico.]] Quella micenea fu infatti un'arte prevalentemente ispirata dalla [[guerra]]. I fastosi [[palazzo (edificio)|palazzi]] cretesi furono sostituiti da costruzioni robuste, circondate da enormi cinte murarie di [[fortificazione]], realizzate con una serie di blocchi di [[Roccia|pietra]] irregolari e collocate sulla parte elevata della città (''[[acropoli]]''). Le maggiori roccaforti si ebbero nelle città di [[Micene]], [[Tirinto]], Pilo, [[Argo (città)|Argo]] e [[Tebe (città greca antica)|Tebe]]. 
Caratteristico, in questo senso, è certamente il palazzo reale di Tirinto, la cui particolare struttura, impostata essenzialmente sul ''[[mégaron]]'', sembra abbia ispirato la forma del [[tempio greco]] classico. Si tratta infatti di una grande sala al cui centro era disposto un [[camino (edilizia)|camino]] e circondata da [[quattro]] [[colonna|colonne]] disposte a [[Quadrato (geometria)|quadrato]] che sostenevano, probabilmente, il [[tetto]]. L'ambiente era preceduto da due grandi vestiboli, il primo dei quali aperto sul lato anteriore dove erano disposte due grandi colonne. 
L'architettura funeraria prevedeva due tipi di tombe: quelle a fossa costituite da un [[pozzo]] dove vi era la camera sepolcrale, e le tombe a ''[[Thòlos (tomba)|thòlos]]'' formate da una camera con una pseudo [[cupola]], a cui si accedeva attraverso un corridoio chiamato ''dromos''. 
Il campo più produttivo fu certamente quello dell'[[oreficeria|arte orafa]]. Suggestive sono le grandissime [[maschera funeraria|maschere funerarie]] in [[oro]] massiccio, come quella 
Al pari della civiltà minoica (cretese), quella micenea eccelse anche nella lavorazione della [[ceramica]]. Sono stati, infatti, ritrovati numerose statuine di [[idolo|idoli]] e guerrieri. Di particolare interesse sono, poi, i [[Ceramica micenea|vasi]] elegantemente dipinti con temi naturalistici, tra i quali il più ricorrente è certamente la [[piovra]]. 
== Paleogenetica == 
Uno studio archeogenetico del 2017 dell'[[Università di Harvard]] sul [[DNA autosomico]] di resti ossei di individui micenei e minoici pubblicato sulla rivista [[Nature]] ha concluso che i Micenei e i [[Minoici]] erano geneticamente correlati, e che entrambi sono strettamente correlati, ma non identici, alle moderne popolazioni greche. Lo stesso studio ha anche affermato che almeno tre quarti del [[genoma]] (~62–86%) sia dei Micenei che dei Minoici proveniva dai [[primi agricoltori europei|primi agricoltori]] del [[Neolitico]] (ENF) che vivevano in [[Anatolia]] occidentale e nel [[Mar Egeo]], mentre la maggior parte del resto del DNA (~9–32%) proveniva da [[Cacciatori-raccoglitori caucasici|antiche popolazioni]] legate a quelle del [[Caucaso]] e [[Iran]] (CHG). I Micenei sono risultati differenti dai Minoici solo in una porzione minore di DNA (~4–16%) riconducibile ai [[Cacciatori-raccoglitori orientali|cacciatori-raccoglitori dell'Europa orientale]] (EHG) e della [[Siberia]], assente nei Minoici, e introdotta attraverso la migrazione di una popolazione della [[steppa pontico-caspica]] o dell'Armenia e che, si presume, parlasse una [[Lingue indoeuropee|lingua indoeuropea]].<ref name="LazaridisMittnik2017">{{Cita pubblicazione|autore=Iosif Lazaridis|autore2=Alissa Mittnik|autore3=Nick Patterson|autore4=Swapan Mallick|autore5=Nadin Rohland|etal=sì|titolo=Genetic origins of the Minoans and Mycenaeans|rivista=Nature|volume=548|numero=7666|pp=214-218|anno=2017|issn=0028-0836|doi=10.1038/nature23310|pmid=28783727|pmc=5565772|bibcode=2017Natur.548..214L}}</ref><ref>{{Cita pubblicazione|cognome1=Katz|nome1=Brigit|titolo=DNA Analysis Sheds Light on the Mysterious Origins of the Ancient Greeks|rivista=Smithsonian|url=http://www.smithsonianmag.com/smart-news/dna-analysis-sheds-light-mysterious-origins-ancient-greeks-180964314/#k7clzCIDqzeR6oec.99}}</ref> 
== Note == 
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* Leonard Palmer, ''Minoici e Micenei. L'antica civiltà egea dopo la decifrazione della Lineare B''. [[Giulio Einaudi Editore|Einaudi]] 1969. 
* Pierre Demargne, ''Arte egea'', Feltrinelli e Rizzoli, Milano, 1964 e successive riediz. Rizzoli; nuova ediz. con il titolo ''Arte egea: i primordi dell'arte greca'', Corriere della Sera-RCS Quotidiani, Milano, 2005 (introduz. generale alla civiltà micenea) 
* {{cita libro|autore=[[Carlo Brillante]] |titolo=La leggenda eroica e la civiltà micenea |data=1981 |editore=Edizioni dell'Ateneo |città=Roma |SBN =SBL0342825}} 
* {{Cita libro|autore=P. Faure|titolo=La vita quotidiana in Grecia ai tempi della guerra di Troia|editore=Rizzoli|anno=2017|città=Milano|cid=Faure}} 
* William Taylour, ''I Micenei'', Il Saggiatore, Milano, 1966; nuova ediz. aggiornata: Giunti, Firenze, 1987 
* [[Gianfranco Maddoli]] (a cura di), ''La civiltà micenea: guida storica e critica'', Laterza, Roma-Bari, 1977; nuova ediz. ampliata 1992 
* Massimiliano Marazzi (a cura di) , ''La società micenea'', Editori Riuniti, Roma, 1978; nuova ediz. ampliata: Il Bagatto, Roma, 1994 
* [[John Chadwick]], ''Il mondo miceneo'', Mondadori, Milano, 1980 
* Wolf-Dietrich Niemeier, ''Nascita e sviluppo del mondo miceneo'', in: Salvatore Settis (a cura di), ''I Greci: storia, cultura, arte, società. 2.1. Una storia greca: formazione'' Torino, Einaudi, 1996, pp. 77–102 
* Alexander Uchitel, ''Preistoria del greco e archivi di palazzo'', in: Salvatore Settis (a cura di), ''I Greci: storia, cultura, arte, società. 2.1. Una storia greca: formazione'' Torino, Einaudi, 1996, pp. 103–132 
* Lucia Vagnetti, ''Espansione e diffusione dei Micenei''; questo saggio e i due precedenti in (a cura di) [[Salvatore Settis]], ''I Greci: storia, cultura, arte, società'', Einaudi, Torino, 1997 (vol. II, tomo 1); ripubblicata anche come ''Storia Einaudi dei Greci e dei Romani'', Ediz. de "Il Sole 24 Ore", Milano, 2008 (vedi il vol. 3°) 
* [[Louis Godart]], ''Popoli dell'Egeo: civiltà dei palazzi'', Silvana editoriale, Cinisello Balsamo, 2002 
* {{Cita libro|autore=Massimo Cultraro 
* Rodney Castleden, ''I Micenei e le origini dell'Europa'', ECIG, Genova, 2007 
* Louis Godart, ''Da Minosse a Omero. Genesi della prima civiltà europea'', Einaudi, Torino, 2020 
== Voci correlate == 
*[[Micene]] 
*[[Mar Egeo]] 
*[[Heinrich Schliemann]] 
*[[Esercito miceneo]] 
*[[Arte minoico-micena]] 
*[[Architettura micenea]] 
*[[Lineare B]] 
*[[Popoli indoeuropei]] 
*[[Età del bronzo]] 
*[[Periodo elladico|Tardo elladico]] 
*[[Ceramica micenea]] 
== Altri progetti == 
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== Collegamenti esterni == 
* {{ 
{{storia della Grecia}} 
{{Controllo di autorità}} 
{{portale|Antica Grecia|storia}} 
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