Assedio di Nisibis (68 a.C.): differenze tra le versioni

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{{Infobox conflitto
|Tipo=assedio
|Nome del conflitto=Assedio di Nisibis
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|Data=[[68 a.C.]]
|Esito=Vittoria romana
|Schieramento1 = {{simbolo|Vexilloid of the Roman Empire.svg|25}} [[Repubblica romana]]
|Schieramento2 = {{simbolo|Standard of the Artaxiad dynasty.svg|25}} [[Regno d'Armenia]]
|Comandante1={{simbolo|Vexilloid of the Roman Empire.svg|15}} [[Lucio Licinio Lucullo]]
|Comandante2={{simbolo|Standard of the Artaxiad dynasty.svg|15}} [[Gouras]]<ref name="Dione36.6.1-2"/><br />{{simbolo|Standard of the Artaxiad dynasty.svg|15}} [[Callimaco]]<ref name="PlutarcoLucullo32.4"/>
|Effettivi1= 2 (o +) legioni<br />1.600{{formatnum:1600}} cavalieri
|Effettivi2=
|Perdite1=
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}}
{{Guerre mitridatiche}}
L<nowiki>'</nowiki>'''assedio di [[Nisibis]]''' fu realizzatoportato nel [[68 a.C.]] dai [[Repubblica romana|Romani]] aicomandati danni delda [[regnoLucio d'ArmeniaLicinio Lucullo]] nelcontro le truppe del [[68regno a.C.d'Armenia]], e vide ili comandante romano [[Lucio Licinio Lucullo]],Romani prevalere ed occupare la città.
 
==Contesto storico==
{{Vedi anche|Terza guerra mitridatica}}
 
La vittoria ottenuta da Mitridate su [[Lucio Licinio Murena]] durante la [[seconda guerra mitridatica|seconda fase di guerra]], rafforzò il convincimento nel re asiatico che i Romani non fossero invincibili, e la sua speranza di creare un grande regno asiatico che potesse contrastare la crescente egemonia romana nel [[mar Mediterraneo|bacino del Mediterraneo]]. Da qui il re prese le mosse per una nuova politica espansionistica in chiave anti-romana.
 
Attorno all'[[80 a.C.]] il re del Ponto decise, così, di tornare a sottomettere tutte le popolazioni libere che gravitavano attorno al [[Ponto Eusino]]. Nominato quindi quale generale di questa nuova impresa suo figlio [[Macare]], si spinse alla conquista di quelle [[colonia greca|colonie greche]] che si diceva discendessero dagli [[Achei]], di ritorno dalla [[guerra di Troia]], al di là della [[Colchide]]. La campagna però si rivelò disastrosa, poiché furono perduti due contingenti armati, una parte in battaglia e per la severità del clima, un'altra in seguito ad un'imboscata. Quando fece ritorno nel Ponto, inviò ambasciatori a Roma per firmare una nuova pace.<ref name="AppianoMitridatiche67">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 67.</ref>
Contemporaneamente il re [[Ariobarzane I]], mandò nuovi ambasciatori per lamentarsi che la maggior parte dei territori della Cappadocia, non gli erano stati completamente consegnati da Mitridate, come promesso al termine della [[seconda guerra mitridatica|seconda fase della guerra]]. Poco dopo (nel [[78 a.C.]]) inviò una nuova ambasceria per firmare gli accordi, ma poiché Silla era appena morto e il Senato era impegnato in altre faccenda, i pretori non ammisero i suoi ambasciatori e non se ne fece nulla.<ref name="AppianoMitridatiche67"/> Mitridate, che era venuto a conoscenza della morte del dittatore romano, persuase il genero, [[Tigrane II]] d'[[Regno d'Armenia|Armenia]], ad invadere la [[Regno di Cappadocia|Cappadocia]] come se fosse una sua azione indipendente. Ma questo artificio non riuscì ad ingannare i Romani. Il re armeno invase il paese e trascinò via con sé dalla regione, oltre ad un grosso bottino, anche 300.000{{formatnum:300000}} persone, che poi portò nel suo paese, stabilendole, insieme ad altre, nella nuova capitale, chiamata [[Tigranocerta]] (''città di Tigrane''), dove aveva assunto il diadema di re d'Armenia.<ref name="AppianoMitridatiche67"/>
 
E mentre queste cose avvenivano in [[Asia Minore|Asia]], [[Sertorio]], il [[proconsole|governatore]] della [[Spagna romana|Spagna]], che incitava la provincia e tutte le vicine popolazioni a ribellarsi ai [[Repubblica romana|Romani]] del governo degli ''[[optimates]]'',<ref>[[Giovanni Brizzi]], ''Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio'', p.343.</ref> istituì un nuovo Senato ad imitazione di quella di [[Roma (città antica)|Roma]]. Due dei suoi membri, un certo [[Lucio Magio]] e [[Lucio Fannio]], proposero a [[Mitridate VI|Mitridate]] di allearsi con Sertorio, con la prospettiva comune che una guerra combattuta su due fronti opposti (ad Occidente, Sertorio ed a Oriente, Mitridate) avrebbe portato ad ampliare i loro domini sui paesi confinanti, in Asia come in Spagna.<ref name="AppianoMitridatiche68">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 68.</ref>
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===''Casus belli''===
{{Vedi anche|Battaglia di Artaxata}}
 
All'inizio della primavera del [[74 a.C.]], Mitridate si affrettò a marciare contro la [[Paflagonia]] con i suoi due generali, [[Tassile (generale)|Tassile]] ed [[Ermocrate]],<ref name="AppianoMitridatiche70">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 70.</ref> disponendo poi di invadere anche la [[Bitinia]], divenuta da poco [[Bitinia (provincia romana)|provincia romana]], in seguito alla morte del suo re, [[Nicomede IV]], che aveva lasciato il suo regno in eredità ai [[Repubblica romana|Romani]]. L'allora governatore provinciale, [[Marco Aurelio Cotta (console 74 a.C.)|Marco Aurelio Cotta]], uomo del tutto imbelle, non poté far altro che fuggire a [[Calcedonia]] con quante forze aveva a disposizione.<ref name="AppianoMitridatiche71">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 71.</ref> Mitridate, dopo aver attaccato inutilmente la città e le forze romane,<ref name="PlutarcoLucullo8.2">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 8.2.</ref> si diresse a [[Cizico]] dove, dopo quasi un anno di [[assedio di Cizico (73 a.C.)|inutile assedio]], fu sconfitto più volte dalle accorrenti truppe romane del console [[Lucio Licinio Lucullo]] ([[73 a.C.]]).<ref name="PlutarcoLucullo8-11">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 8-11.</ref><ref name="AppianoMitridatiche72-76">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 72-76.</ref>
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[[File:Roma in Oriente 73-71aC.png|left|thumb|upright=1.4|Gli anni 73-71 a.C. della [[terza guerra mitridatica]]]]
 
Fuggito grazie alla flotta, Mitridate, fu colpito da una terribile tempesta nella quale perse circa 10.000{{formatnum:10000}} uomini e sessanta navi, mentre il resto della flotta fu dispersa tutta intorno per il forte vento. Si racconta che abbandonò la propria nave che stava affondando, per recarsi in una più piccola imbarcazione di pirati, sebbene i suoi amici cercassero di dissuaderlo. I pirati poi lo sbarcarono a [[Sinope]].<ref name="PlutarcoLucullo13.1-3">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 13.1-3; Plutarco a differenza di Appiano, sostiene che i pirati lo sbarcarono ad ''Heracleia '' nel Ponto.</ref> Da quel luogo, raggiunse [[Amiso]], da dove inviò appelli al genero, [[Tigrane II d'Armenia]], ed a suo figlio, [[Macare]], [[Regno del Bosforo Cimmerio|sovrano del Bosforo Cimerio]], affinché si affrettassero ad venirgli in aiuto. Ordinò, infine, a Diocle di prendere una grande quantità di oro e altri regali nei pressi degli [[Sciti]], ma quest'ultimo rubò l'oro e si rifugiò presso il [[Lucio Licinio Lucullo|generale romano]].<ref name="AppianoMitridatiche78">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 78.</ref>
 
Lucullo mosse le sue armate verso il fronte orientale attraverso [[Bitinia]] e [[Galazia]],<ref name="PlutarcoLucullo14.1">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 14.1</ref> sottomettendo i territori precedentemente in mano [[Bitinia (provincia romana)|romana]] e raggiungendo la [[Themiscyra (pianura)|pianura di Themiscyra]] ed il fiume [[Termodonte]].<ref name="PlutarcoLucullo14.2">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 14.2</ref> Poco dopo raggiunse una regione assai ricca di risorse, che non aveva subito le devastazioni della guerra.<ref name="AppianoMitridatiche78"/> Secondo [[Plutarco]], invece, il generale romano fu costretto a chiedere aiuto al vicino ed alleato [[regno di Galazia]], che gli fornì approvvigionamenti di grano grazie a 30.000{{formatnum:30000}} suoi portatori.<ref name="PlutarcoLucullo14.1"/>
 
Lucullo pose quindi sotto [[assedio di Amiso|assedio la città di Amiso]],<ref name="PlutarcoLucullo15.1">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 15.1</ref> riuscendo ad occuparla dopo alcuni anni (nel [[70 a.C.]]),<ref name="PlutarcoLucullo19.2-4">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 19.2-4.</ref><ref name="AppianoMitridatiche83">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 83.</ref> ed a battere ancora una volta le truppe di Mitridate presso [[battaglia di Cabira|Cabira]].<ref name="AppianoMitridatiche80-81">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 80-81.</ref><ref name="PlutarcoLucullo17.1-3">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 17.1-3.</ref><ref name="LivioPeriochae97.5">[[Tito Livio|Livio]], ''Periochae [[ab Urbe condita libri]]'', 97.5.</ref>
 
Portate a termine le operazioni militari (fine del [[70 a.C.]]), lasciò [[Sornazio]] con 6.000{{formatnum:6000}} armati a guardia del [[Ponto]],<ref name="PlutarcoLucullo24.1">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 24.1.</ref> e quindi decise di riorganizzare le province asiatiche ed amministrare la giustizia, oltre a ringraziare gli dèi, per la conclusione positiva della guerra.<ref name="AppianoMitridatiche83"/> Frattanto [[Appio Claudio Pulcro (console 54 a.C.)|Appio Claudio]] era stato inviato da [[Tigrane II]] ad [[Antiochia di Siria|Antiochia]], per chiedere la consegna del suocero, [[Mitridate VI]].<ref name="PlutarcoLucullo21.1-5">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 21.1-5.</ref> Appio tornò da Lucullo, con il responso negativo di Tigrane. Era ormai chiaro che, ancora una volta, la guerra fosse inevitabile.<ref name="PlutarcoLucullo23.2">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 23.2.</ref> Contemporaneamente Mitridate e Tigrane stabilirono di invadere [[Cilicia]] e [[Licaonia]], fino all'Asia, prima che ci fosse una formale dichiarazione di guerra.<ref name="PlutarcoLucullo23.7">Plutarco, ''Vite parallele, Lucullo'', 23.7.</ref>
 
[[File:Roma in Oriente 70-69aC.png|miniatura|upright=1.4|Gli anni 70-69 a.C. della [[terza guerra mitridatica]]]]
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Nel [[69 a.C.]] Lucullo, si diresse con sole due legioni e 500 cavalieri contro Tigrane,<ref name="PlutarcoLucullo24.2">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 24.2.</ref> che si era rifiutato di consegnargli Mitridate. Sembra che i suoi soldati seguirono Lucullo in modo riluttante, mentre i [[tribuno della plebe|tribuni della plebe]] a [[Roma (città antica)|Roma]], sollevavano una protesta contro di lui, accusandolo di cercare una guerra dopo l'altra, per arricchirsi.<ref name="PlutarcoLucullo24.3">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 24.3.</ref> Lucullo attraversò l'[[Eufrate]],<ref name="PlutarcoLucullo24.4-5">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 24.4-5.</ref> poi il [[Tigri]] ai confini dell'[[regno d'Armenia|Armenia]],<ref name="PlutarcoLucullo24.8">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 24.8.</ref> e giunse nei pressi della capitale, [[Tigranocerta]].<ref name="PlutarcoLucullo26.1">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 26.1.</ref>
 
E mentre Sestilio poneva sotto assedio la città<ref name="PlutarcoLucullo25.5-6">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 25.5-6.</ref> Lucullo [[battaglia di Tigranocerta|affrontava in battaglia]] Tigrane e lo batteva, seppure con forze nettamente inferiori.<ref name="PlutarcoLucullo26.4-28.6">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 26.4-28.6.</ref><ref name="AppianoMitridatiche85">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 85.</ref> Plutarco racconta che 100.000{{formatnum:100000}} furono i morti tra gli Armeni, quasi tutti fanti, solo cinque tra i Romani ed un centinaio rimasti feriti.<ref name="PlutarcoLucullo26.4-28.6"/> E sembra che lo stesso [[Tito Livio]] abbia ammesso che mai prima d'ora i Romani erano risultati vincitori con forze pari a solo un ventesimo dei nemici, elogiando così le grandi [[tattiche della fanteria romana|doti tattiche]] di Lucullo, che era riuscito con Mitridate a sconfiggerlo "[[Assedio di Cizico (73 a.C.)|temporeggiando]]", ed invece con Tigrane a batterlo grazie alla rapidità. Due doti apparentemente in antitesi, che Lucullo seppe utilizzare a seconda del nemico affrontato.<ref name="PlutarcoLucullo28.7-8">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 28.7-8.</ref>
 
Quando Mitridate seppe della terribile [[Battaglia di Tigranocerta|sconfitta]] patita dalle truppe di Tigrane, corse incontro al sovrano armeno e lo rincuorò affinché assemblassero insieme una nuova armata;<ref name="PlutarcoLucullo29.1-2">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 29.1-2.</ref> Poi fu la volta della città di Tigranocerta che cadde anch'essa in mano romana.<ref name="Dione36.2.3">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 2.3.</ref><ref name="AppianoMitridatiche86">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 86.</ref><ref name="PlutarcoLucullo29.3">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 29.3.</ref>
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[[File:Roma in Oriente 68aC.png|left|thumb|upright=1.4|L'anno 68 a.C. della [[terza guerra mitridatica]]]]
 
Tigrane non poteva permettersi di lasciare che anche la sua seconda capitale venisse occupata da Lucullo, senza provare neppure a difenderla, e così si accampò di fronte all'armata romana, sulla riva opposta del fiume ''[[Arsania]]'', a protezione della città, da lì non molto distante.<ref name="PlutarcoLucullo31.4">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 31.4.</ref> Fu Lucullo, secondo la versione di Plutarco, a dar battaglia attraversando il fiume con 12 coorti, mentre le restanti rimanevano a protezione dei fianchi. Contro di loro fu lanciata la cavalleria armena, composta da arcieri a cavallo della [[Mardi]]a e da lanceri [[Iberia caucasica|iberici]].<ref name="PlutarcoLucullo31.5">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 31.5.</ref> Tuttavia, questi cavalieri non brillarono nella loro azione, e cedettero all'avanzante fanteria romana, dandosi alla fuga inseguiti dalla cavalleria romana.<ref name="AppianoMitridatiche87"/><ref name="PlutarcoLucullo31.6">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 31.6.</ref><ref name="Dione36.5.1">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 5.1.</ref> AncoraNel unacorso voltadella lavittoriosa [[battaglia di Artaxata|vittoria arrise ai Romani]], i qualiRomani fecero grande strage dei nemici fino a tutta la notte, tanto da essere spossati, non solo per le continue uccisioni del nemico, ma anche del gran numero di prigionieri e bottino raccolto. Livio dice che, se nella prima battaglia contro Tigrane furono uccisi più nemici armeni, in questa seconda furono però uccisi, fatti prigionieri e resi schiavi un numero maggiore di più alti dignitari.<ref name="PlutarcoLucullo31.7-8">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 31.7-8.</ref>
 
Lucullo, incoraggiato da questa vittoria, era deciso ad avanzare ulteriormente verso l'interno e sottomettere l'intero regno armeno. Ma, contrariamente a quanto ci si poteva attendere, il clima di quel paese nel periodo dell'[[equinozio d'autunno]], era già molto rigido, tanto che alcuni territori risultavano già interamente coperti di neve, e anche quando il cielo era limpido si vedevano i campi cosparsi di brina e ghiaccio ovunque. Ciò generava un grande disagio non solo nelle truppe per il freddo pungente, ma anche ai cavalli che avevano difficoltà ad abbeverarsi e nell'attraversare i fiumi ghiacciati.<ref name="PlutarcoLucullo32.1">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 32.1.</ref> Vi è da aggiungere che gran parte di quei territori erano ricoperti da fitte foreste, con gole strette, e zone paludose, tanto che i [[legionario romano|legionari romani]] si trovavano costantemente a disagio per essere quasi sempre o bagnati o coperti di neve, durante tutta la loro marcia, trascorrendo anche le notti in luoghi estremamente umidi. Di conseguenza, cominciarono a lamentarsi delle continue difficoltà che incontravano giornalmente, prima inviando al proconsole delegazioni affinché desistesse da questa nuova impresa militare in un periodo tanto freddo, poi, non ricevendo adeguate risposte, tenendo tumultuose assemblee, fino a ribellarsi apertamente agli ordini del loro comandante.<ref name="PlutarcoLucullo32.2">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 32.2.</ref>
 
==Assedio==
{{Armi d'assedio romane}}
{{Vedi anche|Assedio di Nisibis|assedio (storia romana)}}
 
Lucullo fu così costretto a tornare indietro, sebbene avesse tentato in ogni modo di convincere le sue truppe, anche raccontando loro che si trattava della [[Cartagine]] d'Armenia, proprio perché a suo tempo era stata fondata grazie ai consigli dell'eterno rivale di Roma, [[Annibale]]. E così tornò ad attraversare il ''Taurus'' e, questa volta, discese nel paese chiamato [[Migdonia (Mesopotamia)|Migdonia]], il cui territorio è fertile e soleggiato, e contiene un grande e popolosa città chiamata ''[[Nisibis]]'' (strappata dagli Armeni ai Parti).<ref name="Dione36.6.1-2">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 6.1-2.</ref><ref name="PlutarcoLucullo32.3">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 32.3.</ref> Il sovrano che regnava su quella città si chiamava [[Gouras]], ed era fratello di [[Tigrane II]],<ref name="Dione36.6.1-2"/> mentre il comandante delle sue truppe si chiamava [[Callimaco]], un uomo che a suo tempo aveva dato dei grossi problemi a Lucullo, durante l'[[assedio di Amiso]]. E così il proconsole romano decise di stabilire il proprio accampamento davanti alla città, per iniziarne l'[[assedio (storia romana)|assedio]] con ogni [[armi d'assedio (storia romana)|mezzo a sua disposizione]]. Così la città fu presa d'assalto poco dopo.<ref name="PlutarcoLucullo32.4">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 32.4.</ref>
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La fortuna ed il consenso presso le sue truppe ormai vacillavano da troppo tempo per Lucullo, tanto che certe lamentele sulle recenti campagne militari condotte in [[limes orientale|Oriente]], senza un preventivo appoggio del Senato, giunsero anche a [[Roma (città antica)|Roma]], dove fu deciso di sostituire il proconsole romano nel comando della sua provincia, e di mandare in congedo buona parte dei suoi soldati. Lucullo si trovava così ad essere esonerato, per aver scontentato non solo le sue truppe, ma anche per essersi inimicato la potente fazione di usurai e [[pubblicano|pubblicani]] d'Asia.<ref name="PlutarcoLucullo33">[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'', 33.1-5.</ref>
 
Tigrane provvedette a ritirarsi all'interno del [[Regno d'Armenia|proprio regno]], riconquistandone alcune parti in precedenza perdute ed assediando il ''legato'' romano, [[Lucio Fannio]] (in precedenza alleato di Mitridate, poi tornato dalla parte romana);<ref name="Dione36.8.1-2">[[Cassio Dione Cocceiano]], ''Storia romana'', XXXVI, 8.1-2.</ref> mentre Mitridate si affrettò a tornare a quel poco di territori che gli erano rimasti (anch'egli riconquistando parte del Ponto e dell'[[Armenia minoreMinore]]<ref name="Dione36.8.1-2"/>), portando con sé 4.000{{formatnum:4000}} dei suoi armati ed altri ricevuti da Tigrane. Lucullo lentamente lo seguì, ma fu costretto a tornare indietro per mancanza di approvvigionamenti.<ref name="AppianoMitridatiche88">[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''Guerre mitridatiche'', 88.</ref>
 
== Note ==
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== Bibliografia ==
;Fonti primarie:
*[[Appiano di Alessandria|Appiano]], ''guerreGuerre mitridatiche'' ([{{cita testo|url=http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_mithridatic_17.html QUI la |titolo=versione inglese]|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150227084816/http://www.livius.org/ap-ark/appian/appian_mithridatic_17.html |postscript=nessuno}}).
*[[Tito Livio|Livio]], [[Wikisource:la:Ab Urbe Condita - Periochae|''Periochae'' (testo latino)]] {{simbolo|Wikisource-logo.svg|15}}.
*[[Plutarco]], ''Vita di Lucullo'' [{{cita testo|url=http://penelope.uchicago.edu/Thayer/E/Roman/Texts/Plutarch/Lives/Lucullus*.html QUI la |titolo=versione inglese].}}
 
;Fonti storiografiche moderne:
*[[ Giuseppe Antonelli (giornalista)|G.Antonelli]], ''Mitridate, il nemico mortale di Roma'', in ''Il Giornale - Biblioteca storica'', n.49, Milano 1992.
*[[Giovanni Brizzi|G.Brizzi]], ''Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio'', Bologna 1997.
*[[André Piganiol|A.Piganiol]], ''Le conquiste dei Romani'', Milano 1989.
 
{{portale|Antica Roma|esercito romano|guerra|ellenismo}}