Vittorio Viale: differenze tra le versioni

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Nacque a [[Trino]] dal notaio Carlo, compì gli studi ginnasiali e liceali in collegio a [[Casale Monferrato]], tra il [[1901]] e il [[1909]]. Nello stesso anno si avviò agli studi di [[archeologia]] e storia dell'arte all'[[Sapienza - Università di Roma|Università di Roma]], dove si laureò il 2 luglio [[1914]]. Nell'ottobre dello stesso anno vinse il concorso per la scuola archeologica di [[Roma]] e di [[Atene]], che iniziò a frequentare.
 
Nel maggio [[1915]], all'entrata dell'Italia nella [[prima guerra mondiale]], fu chiamato sotto le armi. Combatté per tre anni e mezzo in trincea, su vari fronti. Fu ufficiale di complemento in una compagnia di mitraglieri. Venne decorato al valor militare per il coraggio dimostrato nella battaglia della Nervesa nel giugno [[1918]]. Nel dopoguerra, venne smobilitato solo dopo esser stato aggregato per alcuni mesi alle truppe di occupazione in [[Austria]]. Si sposò l'11 ottobre [[1920]] con Rosita Neuschüler (1893-1980), figlia dell'oculista viennese (ma trasferitosi a Torino) Massimiliano Neuschüler (†1941) e Mercedes Genesi (†1942). Nel [[1924]] nacque la figlia Mercedes, poi nota storica dell'arte, morta nel [[2019]].
 
Tra il [[1919]] e il 1920 riprese gli studi, con viaggi in [[Grecia]] e in [[Asia Minore]], completando la scuola archeologica di Atene e diplomandosi con lo studio ''[[Stoà di Eumene|Il portico detto di Eumene]]'', pubblicato nell’''Annuario della scuola di Atene''.
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Sempre sulla stessa rassegna pubblicò i risultati della missione archeologica italiana da lui diretta in [[Turchia]], ad [[Antalya|Adalia]] (o Antalya o Attalia), presso la costa meridionale dell'[[Anatolia]], e nell'interno della penisola anatolica (antiche regioni della Pamphilia e della Pisidia) tra luglio e ottobre [[1922]].
 
Tornato in Italia a [[Torino]], insegnò Storia dell'Arte per qualche anno nei licei torinesi ([[Liceo classico statale Vittorio Alfieri|Alfieri]], [[Liceo classico Massimo d'Azeglio|D'Azeglio]], 1923- 1925).
 
Nel [[1927]] fu nominato ispettore presso la sovrintendenza alle antichità delle [[Marche]]. Tra il 1928 e il 1929 sistemò in parte e catalogò i materiali del Museo Leone di [[Vercelli]]. Dei due musei di Vercelli, il Museo Leone e il [[Museo Borgogna]], sarebbe poi stato direttore incaricato tra il [[1931]] e il [[1952]], provvedendo ad arricchirne e a risistemarne le collezioni e allestendo in tale città importanti esposizioni: da ''Vercelli e la sua provincia'' ([[1939]]) alle mostre sul [[Il Sodoma|Sodoma]] ([[1950]]) e su [[Gaudenzio Ferrari]] ([[1956]]).
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Nei primi [[anni 1930|anni trenta]], insieme con l'architetto Ricci si occupò del trasferimento delle raccolte d'arte antica dalla vecchia sede di via Gaudenzio Ferrari all'attuale sede di [[Palazzo Madama e Casaforte degli Acaja|Palazzo Madama]]. In quel periodo iniziò la collaborazione col mecenate svizzero [[Werner Abegg]] che non lesinò doni per il museo, garantendo anche un aiuto finanziario<ref>La Ferla, 2011, 696-705.</ref>.
 
Negli anni successivi, Vittorio Viale ordinò le raccolte con criteri nuovi per l'epoca, che in seguito saranno un modello anche per altri musei. Le collezioni vennero in quegli anni grandemente ampliate, grazie anche alla preziosa collaborazione col noto antiquario torinese [[Pietro Accorsi]]: tra le nuove acquisizioni spiccano il [[Ritratto Trivulzio|''Ritratto di ignotod'uomo'']] di [[Antonello da Messina]] e il codice ''Très belles heures du Duc de Berry'', con pagine miniate da [[Hubert van Eyck|Hubert]] e [[Jan van Eyck]].
 
Per quanto riguarda l'arte contemporanea, nel 1932 Viale risistemò il vecchio padiglione sede della Galleria d'Arte Moderna e ne riordinò le raccolte, organizzando una prima mostra, dedicata ad Antonio Fontanesi.
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Anche l'elenco dei soggetti dei suoi studi storico artistici sarebbe quanto mai lungo: [[Defendente Ferrari]], il [[Sacro Monte di Varallo]], Gaudenzio Ferrari, solo per citare i temi più famosi.
 
Vittorio Viale fu per anni socio della [[Società Piemontese di Archeologia e Belle Arti]] di Torino (S.P.A.B.A.). Quando la S.P.A.B.A. fu soppressa di forza nel 1935 dal regime fascista e incorporata in un altro ente, Viale costituì un Centro di studi archeologici ed artistici del Piemonte che per anni mantenne viva la tradizione e l'attività della società con numerose pubblicazioni, anche nei difficili anni della guerra. Nel 1947, promosse il ripristino della S.P.A.B.A., di cui fu presidente fino al 1953, promuovendo una nuova serie di pubblicazioni.
 
Negli anni della guerra Vittorio Viale si prodigò per mettere in salvo dai bombardamenti aerei le raccolte dei musei di Torino e di Vercelli e altre opere appartenenti ad altri enti, riuscendo a salvare, quando poté, importanti opere artistiche. In seguito ai bombardamenti, fu per qualche tempo sfollato con la famiglia al [[castello di Racconigi]], finché fu possibile andare e venire giornalmente tra la provincia e Torino. In seguito risiedette a Palazzo Madama, sino alla fine del conflitto.
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Tra il 1943 e il 1944, fu commissario all'amministrazione dei beni della Corona in Piemonte e ne salvaguardò gli edifici, le raccolte e i materiali.
 
Nel 1945/1946 riportò nelle sedi le raccolte dei [[musei di Torino]] e di Vercelli e ne iniziò la risistemazione. Nel 1946/1947 diede opera al restauro dei gravi danni subiti da Palazzo Madama e in particolare al ripristino degli stucchi dello scalone juvarriano. Nel 1947 sistemò provvisoriamente parte delle raccolte d'arte moderna e contemporanea, in alcune sale riattate del vecchio padiglione di [[corso Galileo Ferraris]], che era stato in parte distrutto dai [[Bombardamenti di Torino|bombardamenti]].
 
Nel 1949 prospettò e sostenne con forza la necessità di costruire una nuova Galleria d'Arte Moderna. Nel 1950 venne bandito il concorso, vinto nel 1952 dagli architetti [[Carlo Bassi]] e [[Goffredo Boschetti]]. Tra il 1954 e il 1959 Viale seguì i lavori della nuova galleria, che fu inaugurata il 31 ottobre 1959. La Galleria d'Arte Moderna di Torino fu d'esempio per molte altre città: non più un contenitore occasionale di quadri e sculture, ma un edificio progettato appositamente per l'arte moderna e contemporanea, come vero e proprio centro di studi, con annessa biblioteca e fototeca, sala conferenze e convegni, nonché sale per le esposizioni temporanee e via dicendo.
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Dopo il pensionamento, avvenuto nel 1965, Vittorio Viale si occupò ancora di esposizioni (la mostra su Filippo Juvarra a [[Messina]] nel 1966, ad esempio) ma soprattutto poté dedicarsi a tempo pieno ai suoi studi storico-artistici come il già citato ''Corpus Juvarrianum''.
 
Nei primi [[anni 1970|anni settanta]] presiedette la classe di scienze morali dell'[[Accademia delle Scienze di Torino]] di cui era diventato Socio nazionale il 10 aprile 1962.
 
==Note==
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*[[Museo civico d'arte antica]]
 
==Collegamenti esterni==
* {{Collegamenti esterni}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|arte}}
 
[[Categoria:Studenti della Sapienza - Università di Roma]]
[[Categoria:Membri dell'Accademia delle Scienze di Torino]]