Rocca Roveresca (Senigallia): differenze tra le versioni
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La '''Rocca di Senigallia''', conosciuta anche come '''Rocca
Dal dicembre 2014 il [[Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo|Ministero per i beni e le attività culturali]] la gestisce tramite il Polo museale delle Marche, nel dicembre 2019 divenuto [[Musei nazionali italiani#Direzioni regionali Musei|Direzione regionale Musei]].
== Storia ==
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Il monumento risulta articolato in due rocche, l'una inglobata dentro all'altra: il corpo centrale, destinato a residenza signorile, è circondato dalla costruzione destinata alla difesa militare.
Il grande complesso architettonico è frutto di fasi costruttive succedutesi nel corso dei secoli a partire dalla prima torre difensiva di epoca romana; a seguire la rocca voluta dal cardinal Albornoz nel XIV secolo, l'ampliamento dei [[Malatesta]] alla metà del XV secolo e infine l'intervento roveresco degli anni Ottanta del XV secolo. Quest'ultima ristrutturazione [[Rinascimento|rinascimentale]] predomina sulle altre.
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Fin dalla colonizzazione romana avvenuta indicativamente nel 290 A.C. i coloni romani sentirono l'esigenza di fortificare [[Senigallia]], e data la conformazione del luogo decisero di proteggere la città da eventuali pericoli provenienti dal mare, difatti edificarono una torre fortificata tra la città e il mare. La torre infatti sorgeva in un luogo particolarmente protetto tra il fiume Misa e il torrente Penna, oggi interrato.
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Nel 1350 in seguito al cambiamento della residenza papale da [[Avignone]] a [[Roma]] il cardinale spagnolo [[Egidio Albornoz|Albornoz]], legato papale, venne incaricato di consolidare il potere pontificio nell'Italia centrale, allora Stato della Chiesa, edificando numerose fortezze fra le quali la rocchetta di Senigallia.
Quando la famiglia [[Malatesta]] nel 1379 acquisì i territori di Senigallia ripresero i lavori alla rocca già cominciati dall'Albornoz. La rinascita della città fu segnata nel corso del Quattrocento da due momenti di grande rilievo: la signoria di Sigismondo [[Pandolfo I Malatesta|Pandolfo Malatesta]] intorno alla metà del secolo, e quella di [[
Inizierà quindi un'opera di risanamento e bonifica concretizzata solamente nel 1479 con la realizzazione del “fosso grando per seccare l'acqua”, lavoro affidato a Christoforo De Mantua.
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=== La rocca roveresca ===
[[File:
La sua struttura attuale è dovuta alla volontà di Giovanni
La fortuna dei [[Della Rovere]] comincia con l'ascesa al pontificato di Francesco
Il papa concede poi a Giovanni il territorio di Senigallia, oltre che la carica di prefetto di Roma e il ducato di [[Sora (Italia)|Sora]] e di [[Arce (Italia)|Arce]]. Il nuovo signore di Senigallia dovette affrontare numerosi problemi fra i quali il risanamento delle saline e le questioni difensive.
I lavori furono inizialmente affidati a [[Luciano Laurana]], che era al servizio del duca di Urbino. L'architetto nel 1478 progettò la parte residenziale della Rocca e il [[ponte levatoio]] che collega la rocca alla piazza antistante. L'architetto si trovò ad affrontare un problema progettuale: da un lato era vantaggioso costruire una torre fortezza sulle
Dopo la morte di Laurana, viene chiamato [[Baccio Pontelli]], al suo primo progetto autonomo di architettura militare.<ref>{{Cita libro|autore=B. Repetto|titolo=L'architettura militare, in Le Rocche alessandrine e la rocca di Civita Castellana,a cura di M. Chiabò, M. Gargano|anno=2003.|editore=|città=|p=|pp=|ISBN=}}</ref> Il corpo centrale fu circondato con una nuova struttura difensiva, di forma quadrilatera ai cui angoli sono posti quattro massicci torrioni circolari. La realizzazione della splendida rocca avvenne in soli due anni, in quanto la minaccia “del turco” si faceva sempre più reale. All'interno e all'esterno della fortificazione, nelle troniere,
=== Dal XIX secolo ===
[[File:Senigallia-rocca02.jpg|thumb|left|Il cortile interno]]
Venuto meno il saltuario uso residenziale che la rocca ebbe in età ducale, la prevalente utilizzazione a carcere istituita in età pontificia fu continuata anche nel periodo post unitario. Da documenti e fotografie storiche esistenti si evince che la rocca di Senigallia fu accomunata al destino di altre architetture militari o religiose acquisite la demanio dello Stato dopo l'unità d'Italia.
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== Descrizione ==
[[File:Fortresse de senigallia.jpg|thumb
La Rocca Roveresca mostra all'esterno una struttura semplice e regolare dovuta al progetto di Baccio Pontelli che circondò la residenza signorile con una cinta quadrilatera ai cui angoli sono posti quattro bassi torrioni circolari, collegati fra loro e con il corpo centrale, da un organico sistema di comunicazione, verticale e orizzontale. L'apparente irregolarità degli spazi interni e dei percorsi è una caratteristica delle fortificazioni alla "moderna" e quindi cercata dallo stesso Pontelli, con lo scopo di creare un senso di disorientamento.
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Il cortile adempiva al duplice uso di cortile di casermaggio e di cortile di rappresentanza con un pozzetto decentrato tipico del rinascimento ed è funzionalmente elemento di raccordo tra l'ingresso dall'esterno, dal quale si accede attraverso il [[ponte levatoio]] e tra la parte residenziale e quella militare.
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Tale cortile appare tipicamente quattrocentesco; tuttavia conserva chiare tracce delle costruzioni precedenti e consente una lettura delle quattro fasi principali vissute dalla Rocca. Di fronte all'ingresso principale possiamo vedere un muro della torre su cui si leggono tutte le vicende architettoniche della rocca: dalla base romana, alla prosecuzione della Rocchetta trecentesca, dovuta all'opera del cardinal Albornoz intorno al 1350, alla prima rocca quattrocentesca, fatta costruire un secolo dopo da Sigismondo Pandolfo Malatesta, ai segni dell'età roveresca, che consistono nel taglio in alto del maschio presente nelle precedenti costruzioni, in seguito alle nuove esigenze dovute all'introduzione dell'artiglieria. Questa parte della Rocca, frutto di molti cambiamenti succedutesi nel tempo, indica chiaramente che la zona su cui essa sorge è sempre stata considerata punto strategico della città per la costruzione di una fortificazione che costituisse il fulcro delle opere di difesa. Il muro con le arcate che si vede sul lato destro del cortile fa parte della cortina trecentesca, anche se esse furono rafforzate quando si rese necessario l'ampliamento della sezione del muro difensivo per creare piani di spostamento per l'artiglieria, in muratura, che sostituirono i camminamenti di legno. La cisterna della raccolta delle acque, posta accanto al pozzetto quattrocentesco risale al XIV secolo. Essa è circolare con un andamento verticale leggermente a pigna. La sua collocazione di particolare bellezza e funzionalità ci permette di affermare che nei secoli l'attuale cortile fu sempre destinato a spazio libero, più o meno ampio, circondato da mura difensive. Analoga cosa si può dire per l'ingresso: esso in tutte le costruzioni ha mantenuto la stessa posizione, come dimostra l'andamento delle mura difensive delle rocche precedenti.
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Ai vertici della struttura principale si sviluppano quattro torrioni di forma circolare come era tipico del periodo di transizione di fine XV secolo. Le “cronache cittadine” quattrocentesche narrano che il primo torrione ad essere edificato è quello a mare, a nord verso [[Fano]], il secondo, quello a mare ad est verso [[Ancona]], il terzo ad ovest verso l'antistante piazza e l'ultimo a sud. La successione delle costruzioni rivela che i pericoli più minacciosi per Senigallia alla fine del quindicesimo secolo erano considerati quelli che potevano venire dal mare, fatto particolarmente vero nei periodi di costruzione della rocca roveresca, quando le incursioni dei turchi minacciavano tutta la costa adriatica. Ciò è testimoniato anche dalla presenza nel lato nord-est della fortezza, quello a mare, di poche aperture e di un'unica porta apribile esclusivamente dall'interno, costruita successivamente.
I torrioni, nonostante le apparenze sono tutti di dimensioni differenti e, facendo il giro del terrazzo, si può notare come essi fossero costruiti a difesa del corpo centrale della rocca, evidenziando ancora una volta l'originalità di questo monumento che mostra, in effetti, come le rocche siano due, l'una completamente inglobata nell'altra. Attraverso il vetro della struttura posta a difesa dell'opera di restauro, si possono vedere i merli della prima rocca quattrocentesca e le strutture architettoniche che consentivano la mobilità del ponte levatoio. Affacciandosi da uno dei torrioni a mare è possibile immaginare meglio quale fosse la potenzialità difensiva della rocca. La sua massiccia struttura era circondata da un fossato pieno d'acqua, la cui immissione era regolata da un sistema di portelle e contenuta da un muro di cinta, grosso modo circolare, come risulta da antichi disegni. Tutt'attorno al terrazzo sono visibili troniere con la scritta IO DUX –IO PRE e, all'esterno, il grandioso coronamento di [[Beccatello|beccatelli]] in bianca [[pietra d'Istria]] che costituisce un piacevole contrasto con il mattone impiegato per l'intera costruzione.
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Per quanto riguarda la struttura interna, la zona residenziale si sviluppa su tre livelli, serviti da una scala a due rampe, con accesso dal cortile interno. Il livello inferiore era adibito alla guarnigione e all'alloggiamento per gli ufficiali della milizia preposta alla difesa della rocca. In fondo al corridoio terminale di quest'appartamento è ancora possibile una rilettura delle fasi di costruzione e ristrutturazione della rocca: quella trecentesca, malatestiana di cui si può intravedere lo sperone sotto la grata, e roveresca. I locali superiori (tre saloni) erano riservati alla rappresentanza e alla residenza del Duca. La sala posta al piano del terrazzo fa parte della zona destinata da [[Giovanni
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Nei sotterranei sono ubicate, in un locale quadrangolare le celle per i detenuti. Queste anguste prigioni furono ricavate da luoghi probabilmente strutturati in origine per essere cannoniere. Sono vere e proprie celle di morte, come si può rilevare dalle piccole prese d'aria che consentivano, più che la sopravvivenza, una lenta agonia. Non è possibile precisare quando sia avvenuta la trasformazione delle cannoniere in celle, probabilmente quando la rocca fu adibita a carcere. Dal percorso per accedere al piano superiore è visibile l'antica torre difensiva romana costruita con pietra calcarea spugnosa lavorata in grossi blocchi rettangolari bugnati, alcuni dei quali corrosi ma in complesso molto ben conservati, in quanto la torre fu inglobata nelle successive ristrutturazioni che l'hanno protetta dall'azione corrosiva degli agenti atmosferici. Per collegare questi ambienti venne realizzata una bellissima scala a chiocciola tuttavia mai usata. Lo conferma la mancanza dei lavori di protezione che avrebbero dovuto attenuare la pericolosità dei ripidi gradini monolitici. Non sono, infatti, mai state trovate tracce di una ringhiera. Tutta realizzata in pietra bianca d'Istria, essa è sicuramente il pezzo di maggior pregio della struttura sia dal punto di vista stilistico che da quello ingegneristico.
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* {{cita libro|titolo=Emergenze, vuoti, limiti della città storica Senigallia|autore=Giorgio Domenici|autore2=Ettore Guglielmi|autore3=Luciano Lunazzi|autore4=Gianfranco Nardinocchi|autore5=Fausto Pugnaloni|autore6=Silvia Sterlini|autore7=Paolo Taus|autore8=Marcello Agostinelli|editore=CLUA|anno=1989}}
* {{cita libro|titolo=La Rocca Roveresca|autore=Ministero dei beni culturali e ambientali}}
* Fabio Mariano, La tipologia della Rocca. Per conoscere la Rocca di Senigallia, in ‘’I Della Rovere e la Rocca di Senigallia. Tra storia e restauro’’, Mibact, Soprintendenza BB.AA. AA. Marche, 1995.
==Voci correlate==
* [[della Rovere]]
* [[Palazzetto Baviera]]
* [[Palazzo Ducale (Senigallia)]]
* [[Rocca Costanza]]
* [[Rocca Malatestiana (Fano)]]
* [[Rocca Roveresca (Mondavio)]]
== Altri progetti ==
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== Collegamenti esterni ==
*{{Collegamenti esterni}}
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