Teatro Sociale (Crema): differenze tra le versioni
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==Teatro nei cortili e la prima sala==
La prima notizia certa di una [[teatro|rappresentazione teatrale]] a Crema risale all'11 febbraio [[1526]] con una commedia recitata nell'abitazione di Sermone Vimercati<ref name="bombelli-25">{{Cita|Bombelli|p. 25|bombelli}}.</ref>. Da allora le cronache riportano frequenti allestimenti di opere teatrali, per lo più nei cortili dei palazzi nobiliari, ma si ha notizia di recite anche
Nel [[1643]] una sala del palazzo Comunale fu messa a disposizione per la rappresentazione di un dramma musicale con scene dipinte da [[Gian Giacomo Barbelli]]<ref name="bombelli-26">{{Cita|Bombelli|p. 26|bombelli}}.</ref>; tale sala era stata affidata all'Accademia dei Sospinti, un'associazione nata per scopi culturali e letterari<ref name="bombelli-26" />.
Nel [[1681]] con l'acquisto di due abitazioni contigue al palazzo Comunale la sala venne ampliata permettendo l'allestimento di 38 palchetti su due ordini. Il luogo dove fosse collocata dovrebbe essere l'ala del palazzo a destra dell'arco del Torrazzo (guardando il [[duomo di Crema|duomo]])<ref name="bombelli-26" /><ref name="bombelli-27">{{Cita|Bombelli|p. 27|bombelli}}.</ref>.
La sala non durò a lungo: nel [[1716]], dopo un incendio ad un teatro di [[Milano]], le autorità ne decretarono la chiusura per motivi di sicurezza: un eventuale rogo avrebbe facilmente avuto ragione delle abitazioni confinanti e il contiguo archivio<ref name="bombelli-27" />.
==Il nuovo teatro==
[[File:Crema-teatro-sociale-1814.jpg|miniatura|destra|Estratto della "Mappa originale del Comune censuario di Crema città", anno [[1814]], conservata presso l'[[Archivio di Stato di Milano]]; vi si ravvisa la forma del teatro sociale costruito coprendo una parte della roggia Crema e collocato tra il ''Corso di S. Cattarina'' e il ''Corso S. Rocco''.]]Dopo la chiusura della sala allestita nel palazzo Comunale su iniziativa di Cornelia Benzoni (cremasca e moglie del [[Podestà veneti di Crema|podestà]] Camillo Trevisani) il 12 luglio [[1716]] venne votata dal Consiglio Generale (con 38 favorevoli e 18 contrari) la costruzione di un nuovo teatro<ref name="bombelli-27" />.
Il luogo fu individuato in una zona prossima alla roggia Crema (derivata dalla [[Rino (roggia)|roggia Rino]]) e la [[Chiesa di San Rocco (Crema)|chiesetta di San Rocco]]. La posa della prima pietra fu posta durante una cerimonia ufficiale il giorno 28 dello stesso mese. L'inaugurazione del teatro terminato avvenne quattro anni dopo, nel [[1720]]<ref name="bombelli-27" />.
==L'edificio del Piermarini==
===Vicende costruttive dal 1782 al 1929===
[[File:Crema-teatro-sociale-3.jpg|thumb|Esterno del Teatro Sociale di Crema come appariva prima del 1929)]]Nel [[1782]] e, successivamente, nel [[1784]], il Consiglio dei Palchettisti approvò un ingrandimento del teatro. Il progetto venne affidato a [[Giuseppe Piermarini]] e il teatro costò 138.098 lire venete<ref name="bombelli-28">{{Cita|Bombelli|p. 28|bombelli}}.</ref>. Le decorazioni interne furono eseguite da Pietro Gonzaga<ref name="bombelli-28" />. L'inaugurazione avvenne il 29 settembre [[1786]] con la rappresentazione del ''Demofoonte'' di [[Pietro Metastasio]]<ref name="bombelli-28" />.
Lavori stradali con selciatura furono intrapresi attorno al teatro nel [[1821]] per favorirne l'accesso con le carrozze<ref name="bombelli-29">{{Cita|Bombelli|p. 29|bombelli}}.</ref>. L'anno successivo furono rifatti i decori interni ad opera di Gaetano Vaccani il quale dipinse l'erma di Euripide al centro dell'arcivolto; sui parapetti della prima file le effigi di Pietro Metastasio, di [[Vittorio Alfieri]] e di [[Carlo Goldoni]]. Alla seconda fila la Tragedia, la Verità, una Vestale, Arianna, Didone, la Concordia, Minerva, lo Studio, Ifigenia, La Declamazione, la Prudenza e Saffo. Al terzo ordine emblemi della musica; al quarto fu dipinta Tersicore che istruisce dei puttini alla danza. Il teatro fu dotato, inoltre, di quattro nuovi scenari di Sanquirico. Infine, fu allestito un riscaldamento a stufe<ref name="bombelli-29" />.
Altri lavori furono compiuti nel [[1838]] con la sostituzione del quarto ordine di palchi del loggione<ref name="bombelli-29" />.
Risalgono al [[1873]] lavori generali di ripulitura, mentre nel [[1895]] fu rivista l'illuminazione a gas ed eliminata una ringhiera che separava l'orchestra dalla platea<ref name="bombelli-30">{{Cita|Bombelli|p. 30|bombelli}}.</ref>.
===I lavori degli anni 1929/1930===
[[File:Crema-teatro-sociale-2.jpg|thumb|Esterno del Teatro Sociale di Crema dopo i restauri del 1929/1930 (foto scattata il giorno dopo l'incendio)]]I palchettisti, in una riunione tenutasi nell'aprile [[1929]], deliberarono una serie di cambiamenti per venire incontro a nuove esigenze di tecniche teatrali. Il progetto fu dell'ingegner Giovan Battista Donati de' Conti: sopra il palco fu costruita una sorta di torretta per favorire il cambio delle scenografie<ref name="bombelli-31">{{Cita|Bombelli|p. 31|bombelli}}.</ref>. Intervento importante fu compiuto sul portico antistante l'ingresso che fu allargato per coprire tutta la larghezza dell'edificio e innalzato al centro, così da risistemare meglio il vestibolo, la biglietteria, il guardaroba e i servizi igienici. Vennero ridipinti i parapetti e cambiate le tappezzerie dei palchi<ref name="bombelli-31" />.
Furono allestiti termosifoni e l'illuminazione elettrica: al centro del soffitto fu appeso un lampadario in vetro di [[Murano]]<ref name="bombelli-31" />.
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Accorsero i [[Vigile del fuoco|pompieri]] di Crema, poi raggiunti nella notte anche da unità provenienti da [[Lodi]] e [[Cremona]]<ref name="regime">{{cita news|autore=|url=|titolo=Del teatro di Crema non resta che un cumulo di macerie|pubblicazione=Il regime fascista|data=mercoledì 27 gennaio 1937|accesso=|lingua=|formato=}}</ref>, i quali si adoperarono per domare l'incendio che, tuttavia, divampò velocemente distruggendo [[palcoscenico]] e [[tetto]]; solo alle 10 del mattino successivo fu domato<ref name="regime" />. Rimasero integri il ridotto, l'archivio, l'ingresso e parte dei camerini<ref name="provincia1997">{{cita news|autore=Aldo Parati|url=|titolo=Il sogno in fiamme|pubblicazione=La Provincia|data=venerdì 24 gennaio 1997|accesso=|lingua=|formato}}</ref>.
Le circostanze non furono mai chiarite e per questo vi furono immediati sospetti di dolosità: la vendetta di un palchettista, un inserviente licenziato; o forse, più probabilmente, la causa fu un [[cortocircuito]]<ref name="provincia1997" /><ref name="bombelli-32">{{Cita|Bombelli|p. 32|bombelli}}.</ref> e le ampie strutture in legno furono l'innesco per il propagarsi delle fiamme<ref name="provincia1956">{{cita news|autore=|url=|titolo=Prima di abbatterlo esitarono 20 mesi|pubblicazione=La Provincia|data=mercoledì 1º febbraio 1956|accesso=|lingua=|formato=}}</ref>.▼
▲Le circostanze non furono mai chiarite e per questo vi furono immediati sospetti di dolosità: la vendetta di un palchettista, un inserviente licenziato; o forse, più probabilmente, la causa fu un [[cortocircuito]]<ref name="provincia1997" /><ref name="bombelli-32">{{Cita|Bombelli|p. 32|bombelli}}</ref>.
[[File:Crema-ipotesi-nuovo-teatro-sociale-1939.jpg|miniatura|Ipotesi del nuovo Teatro sociale che avrebbe dovuto sostituire l'isolato sud di piazza Duomo, secondo un progetto dell'ingegner Luigi Giglioli (pubblicato sul quotidiano [[La Provincia (di Cremona)|La Provincia]] del 1º febbraio [[1956]]).]]Il 14 febbraio i palchettisti
Alcuni professionisti proposero altri progetti di ricostruzione, come l'impiego dei giardini pubblici di Porta Serio (architetto Sigismondo Martini) oppure in piazza [[Giuseppe Garibaldi]] in luogo del macello pubblico<ref name="provincia1956" />
L'avvento della [[seconda guerra mondiale]] sospese ogni dibattito e nessun progetto fu ripreso al termine del conflitto. Bisognerà attendere il [[1999]] affinché all'interno di una chiesa soppressa venisse allestito il [[Teatro San Domenico]]<ref>{{cita news|autore=Autori vari|url=|titolo=Un teatro per la città|pubblicazione=Inserto speciale del quotidiano La Provincia|data=venerdì 26 novembre 1999|accesso=|lingua=|formato=}}</ref>.▼
Nel [[1939]] venne approvato un progetto dell'impresa dell'ingegner Carmelo Fordini di [[Milano]]<ref name="provincia1956" /> che presentò un progetto firmato dall'ingegner Luigi Giglioli: prevedeva la demolizione delle abitazioni comprese tra piazza Duomo e piazza Trento (l'antica Piazza delle Erbe, dal [[1970]] piazza Istria e Dalmazia<ref>{{Cita|Perolini|p. 72|perolini}}.</ref>) con la conseguente costruzione di un nuovo edificio in [[Razionalismo italiano|stile razionalista]]<ref name="provincia1997" /><ref name="bergami">{{Cita|Bergami|p. 69|bergami}}.</ref>.
Il luogo dove si trovava il teatro (tra le vie san Rocco e santa Caterina), con delibera podestarile datata 9 marzo 1939 prese il nome di piazza [[Guglielmo Marconi]]<ref>{{Cita|Perolini|p. 80|perolini}}</ref>.▼
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▲Il luogo dove si trovava il teatro (tra le vie san Rocco e santa Caterina), con delibera podestarile datata 9 marzo 1939 prese il nome di piazza [[Guglielmo Marconi]]<ref>{{Cita|Perolini|p. 80|perolini}}.</ref>.
== Note ==
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* [http://www.fsfi.it/annulli/2007/annulli4907.htm Federazione fra le Società Filateliche Italiane] Annullo speciale del 2007, n° 1786: “70º Anniversario incendio Teatro Sociale”
{{Portale|architettura|Lombardia|teatro}}
[[Categoria:Teatri di Crema|Sociale, Teatro]]
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