Operazione Earnest Will: differenze tra le versioni
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|Tipo=Operazione militare
|Nome del conflitto=Operazione Earnest Will
|Parte_di=della [[guerra Iran-Iraq]]
|Immagine=Earnest Will Gas King.jpg
|Didascalia=La petroliera ''Gas King'' scortata da unità navali statunitensi nel [[Golfo Persico]]
|Data=23 luglio 1987 - 26 settembre 1988
|Luogo=[[Golfo Persico]]
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|Perdite2=
}}
{{Campagnabox Guerra Iran-Iraq}}
'''Operazione Earnest Will''' fu il [[nome in codice]] di un'operazione militare intrapresa dalle forze della [[United States Navy]] nelle acque del [[Golfo Persico]] tra il luglio 1987 e il settembre 1988, parallelamente ai più vasti eventi della [[guerra Iran-Iraq]].
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== Antefatti ==
=== La guerra delle petroliere ===
[[File:Karte Tankerkrieg.jpg|thumb|upright=1.6|Carta del [[Golfo Persico]]. La linea rosa tratteggiata indica la "zona di guerra" proclamata dall'[[Iraq]] nel 1980, la linea arancione tratteggiata la rispettiva zona di esclusione proclamata dall'[[Iran]]; le linee continue indicano le rotte seguite dalle petroliere iraniane (rosa) e neutrali (arancione); le aree ombreggiate indicano le principali zone di attacco degli iracheni (arancione) e degli iraniani (rosa)]]
Dopo settimane di scaramucce militari lungo la contesa zona di confine dello [[Shatt al-'Arab]], il 22 settembre 1980 le forze armate irachene lanciarono un'invasione su vasta scala lungo tutto il confine con l'Iran, facendo degenerare in poco tempo la disputa diplomatica e politica tra i governi di [[Baghdad]] e [[Teheran]] in una [[guerra totale]] senza esclusione di colpi tra le due nazioni. Concepita come una sorta di [[blitzkrieg]] che mettesse rapidamente fuori combattimento l'Iran, ancora prostrato dai postumi della [[Rivoluzione iraniana|rivoluzione del 1978-1979]], l'offensiva irachena fallì davanti alla fanatica resistenza dei reparti iraniani portando ben presto a una fase di stallo nelle operazioni terrestri<ref>{{cita|Karsh|p. 31}}.</ref>; davanti all'opposizione del governo di Teheran a qualunque composizione diplomatica del conflitto, i vertici militari iracheni iniziarono quindi a guardare a nuove forme di azione bellica per convincere gli iraniani a negoziare la pace.
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=== L'intervento degli Stati Uniti ===
[[File:USS Stark.jpg|thumb|left|La USS ''Stark'' poco dopo essere stata colpita da missili iracheni il 17 maggio 1987]]
La presenza di unità da guerra statunitensi nelle acque del Golfo Persico era stata alquanto ridotta durante i primi anni della [[guerra Iran-Iraq]] (nel 1983 la [[Middle East Force]] della US Navy disponeva di sole quattro navi, appoggiate a distanza da una [[portaerei]] che incrociava nell'[[
Una richiesta di protezione per le proprie navi ad opera degli Stati Uniti fu avanzata ufficialmente dal [[Kuwait]] il 23 dicembre 1986. Poiché la legge statunitense vietava formalmente alla US Navy di scortare navi straniere, l'[[Presidenza di Ronald Reagan|amministrazione Reagan]] istruì il governo kuwaitiano perché ri-registrasse le proprie petroliere come navi degli Stati Uniti; nel marzo 1987 undici petroliere kuwaitiane furono quindi registrate come appartenenti alla compagnia di navigazione statunitense Chesapeake Shipping Company Incorporated e alzarono la bandiera degli Stati Uniti, mentre il mese successivo il governo kuwaitiano noleggiò tre nuove petroliere che furono poste sotto bandiera sovietica<ref name=Karsh-54 />. L'intervento nel conflitto in corso del Golfo non era unanimemente apprezzato dagli ambienti politici statunitensi, in particolare per l'estrema pericolosità che la missione lasciava prefigurare<ref>{{cita|Kelley|p. 42}}.</ref>: nel gennaio 1985 il cacciatorpediniere statunitense {{nave|USS|John Hancock|DD-981|6}} era stato preso di mira da un missile iracheno che poi aveva finito con il centrare una nave civile in navigazione poco distante<ref>{{cita|Kelley|p. 38}}.</ref>, mentre il 17 maggio 1987 la [[fregata (nave)|fregata]] {{nave|USS|Stark|FFG-31|6}} in navigazione nel Golfo [[Incidente della USS Stark|era stata colpita e gravemente danneggiata]] da due missili lanciati da un aereo iracheno che l'aveva scambiata per una petroliera iraniana, con la morte di 37 membri dell'equipaggio e il ferimento di altri 21<ref>{{cita|Karsh|p. 57}}.</ref>.
Il pericolo che il rifiuto della richiesta kuwaitiana potesse portare a un maggior coinvolgimento militare dell'Unione Sovietica nel Golfo Persico spinse però l'amministrazione Reagan a insistere con i preparativi per la missione; fu inoltre paventata l'opportunità di sfruttare l'operazione per limitare l'influenza iraniana nel Golfo e allentare la pressione politica e militare di Teheran sugli stati filo-statunitensi del [[Consiglio di cooperazione del Golfo]]<ref>{{cita|Kelley|pp. 42-43}}.</ref>. Il 23 luglio 1987 le missioni di scorta alle petroliere kuwaitiane ebbero quindi inizio sotto la designazione di "operazione Earnest Will" ("Volontà Onesta").
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== L'operazione ==
=== L'incidente della ''Bridgenton'' ===
[[File:Earnest Will map.png|thumb|left|upright=1.2|Le rotte seguite dai convogli dell'operazione Earnest Will nel [[Golfo Persico]]; l'area
Secondo i piani dei comandi statunitensi, i convogli dell'operazione Earnest Will dovevano prendere il via dal porto [[Emirati Arabi Uniti|emiratino]] di [[Khawr Fakkān]] nel golfo dell'Oman, procedere attraverso lo stretto di Hormuz e quindi dirigere lungo una rotta predefinita (Q-route) fino ai porti del Kuwait sotto la protezione di due o tre navi da guerra statunitensi; altre unità sarebbero state dislocate alle due estremità dello stretto di Hormuz e poco sotto il limite meridionale della "zona di guerra" istituita dagli iracheni nella parte nord del Golfo, mentre appoggio aereo sarebbe stato dato dalle portaerei dislocate nell'oceano Indiano e dai velivoli dell'[[Al-Quwwat al-Jawwiyya al-Sa'udiyya|Aeronautica militare saudita]]<ref>{{cita|Kelley|p. 45}}.</ref>.
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Il 19 ottobre sei unità da guerra statunitensi si presentarono davanti a due [[piattaforma petrolifera|piattaforme petrolifere]] del campo di Rashadat, inattive ma impiegate dagli iraniani come centri di comando per gli attacchi dei barchini: dopo aver intimato agli occupanti di abbandonare le strutture, le navi statunitensi cannoneggiarono le piattaforme fin a incendiarle, e una squadra di SEAL provvide poi a installare delle cariche esplosive per completare la loro demolizione. Nessuna vittima fu causata dall'operazione, ma il governo iraniano protestò violentemente per l'accaduto<ref>{{cita|Kelley|pp. 61-62}}.</ref>.
Nonostante attacchi anche violenti continuassero ad avvenire in tutta l'area del Golfo, gli statunitensi portarono a compimento tra il novembre e il dicembre 1987 otto missioni di scorta ai convogli portando felicemente a destinazione 27 mercantili; il totale dei primi sei mesi dell'operazione Earnest Will vide l'esecuzione di 22 convogli con 59 mercantili portati a destinazione. Alcuni incidenti minori continuarono a verificarsi: il 1º novembre la fregata {{nave|USS|Carr|FFG-52|6}} aprì il fuoco su un innocuo [[peschereccio]] che le si era avvicinato troppo durante il transito nello stretto di Hormuz, uccidendo un marinaio [[india]]no; il 12 febbraio 1988, invece, il cacciatorpediniere {{nave|USS|Chandler|DDG-996|6}} fu oggetto del lancio di due missili da parte di un aereo iracheno che finirono però fuori bersaglio<ref name="Kelley">{{cita|Kelley|p. 63}}.</ref>.
=== L'operazione Praying Mantis ===
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[[File:Bild-Prayingmantis5sahand.jpg|thumb|La fregata iraniana ''Sahand'' in fiamme dopo essere stata attaccata dalle forze statunitensi il 18 aprile 1988]]
Con l'inizio del nuovo anno gli iraniani indirizzarono i loro attacchi alle navi che navigavano senza scorta, colpendo numerosi mercantili neutrali in particolare al largo delle coste degli [[Emirati Arabi Uniti]]. Il nuovo comandante delle forze navali statunitensi nel Golfo [[viceammiraglio]] [[Anthony Less]], in comando dal febbraio 1988, decise di seguire una strategia più decisa per proteggere anche il traffico non battente la bandiera degli Stati Uniti, mandando le sue navi da guerra a pedinare e "ombreggiare" le navi iraniane per dissuaderle dallo sferrare attacchi o depositare mine, e arrivando anche a compiere manovre aggressive per intimidire gli iraniani<ref
Il 14 aprile 1988, mentre era in rotta per incontrarsi con la nave rifornimento {{nave|USS|San Jose|AFS-7|6}}, la ''Samuel B. Roberts'' incappò in una mina a un centinaio di chilometri a est del Bahrein: la nave riportò gravi danni oltre a dieci feriti, ma fu tenuta a galla grazie a grossi sforzi da parte dell'equipaggio e grazie all'arrivo di un rimorchiatore fu portata in salvo nel porto di [[Dubai]]. Una forza multinazionale ispezionò il luogo dell'incidente individuando otto mine, e dall'analisi dei numeri di serie risultò che gli ordigni appartenevano alla medesima partita imbarcata sulla ''Iran Ajr'' e sequestrata tempo prima; si scoprì poi che il campo minato era stato posizionato autonomamente dai ''pasdaran'' contro il volere degli stessi comandi della Marina iraniana<ref>{{cita|Kelley|pp. 66-67}}.</ref>.
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[[File:Earnest Will convoy.jpg|thumb|Un convoglio di petroliere in navigazione nel Golfo]]
La violenta battaglia navale del 18 aprile coincise con una fase di forte pressione per l'Iran sul piano militare: mentre l'aviazione irachena lanciava una serie di attacchi contro i principali centri abitati dell'Iran approfittando dello stato pessimo in cui versavano le forze aeree iraniane, sul fronte terrestre una serie di grandi offensive delle forze di Baghdad scacciarono tra aprile e giugno gli iraniani dalla [[penisola di
L'operazione Earnest Will era intanto entrata in una nuova fase, dopo che il 29 aprile gli Stati Uniti avevano dichiarato l'intenzione di estendere la loro protezione militare a tutte le navi civili in navigazione nel Golfo al di fuori della "zona di guerra"; di conseguenza il numero di attacchi iraniani a navi neutrali calò drasticamente nelle settimane seguenti, per quanto le unità di barchini veloci controllate dai ''pasdaran'' continuassero ancora a sferrare occasionali assalti<ref>{{cita|Kelley|p. 73}}.</ref>. L'ultimo e più grave incidente si verificò il 3 luglio 1988 nella zona dello stretto di Hormuz: barchini di ''pasdaran'' aprirono il fuoco contro un elicottero statunitense in ricognizione, causando l'intervento in suo sostegno del moderno incrociatore missilistico statunitense {{nave|USS|Vincennes|CG-49|6}}, da poche settimane giunto in teatro, e della fregata {{nave|USS|Elmer Montgomery|FF-1082|6}}. Nell'inseguire i barchini le due unità sconfinarono nelle [[acque territoriali]] iraniane, ma cosa ben più grave il ''Vincennes'' identificò erroneamente un aereo di linea iraniano che passava nella zona come un caccia in fase d'attacco, e gli sparò contro un missile antiaereo: il [[
Paradossalmente, le pesanti perdite umane occorse nell'incidente del 3 luglio e la continua pressione militare esercitata dagli Stati Uniti nel Golfo Persico furono ben sfruttate dai membri moderati del governo di Teheran per piegare la resistenza degli elementi più intransigenti, che chiedevano la prosecuzione della guerra a ogni costo: davanti alla prospettiva di dover affrontare non solo l'Iraq ma piuttosto una coalizione internazionale di "forze imperialiste" guidata dagli Stati Uniti, il governo iraniano ebbe la copertura morale per accettare, il 17 luglio 1988, quel [[cessate il fuoco]] offerto dagli stremati iracheni prima più volte respinto, ponendo le basi per la conclusione della lunga guerra<ref>{{cita|Karsh|pp. 59-60}}.</ref>.
L'operazione Earnest Will continuò ancora per qualche settimana dopo la formale entrata in vigore dell'armistizio iraniano-iracheno il 20 agosto 1988; tra il gennaio e il settembre 1988 le unità statunitensi avevano scortato 68 distinti convogli navali per un totale di 139 mercantili portati felicemente a destinazione<ref>{{cita|Kelley|p. 65}}.</ref>. La fregata {{nave|USS|Vandegrift|FFG-48|6}} portò a termine l'ultima missione di scorta il 26 settembre, dopo di che l'operazione venne dichiarata ufficialmente conclusa.
== Note ==
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== Bibliografia ==
* {{cita libro|autore=Efraim Karsh|titolo=Iran-Iraq - La lunga guerra|editore=Osprey Publishing/RBA Italia|anno=2011|id=ISSN 2039-1161|cid=Karsh}}
* {{cita libro|autore=Stephen Andrew Kelley|titolo=Better lucky than good: operation Earnest Will as gunboat diplomacy|editore=Naval Postgraduate School|anno=2007|url=http://www.nps.edu/Academics/Centers/CCC/Research/StudentTheses/kelley07.pdf|accesso=13 gennaio 2018|cid=Kelley|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100605155727/http://www.nps.edu/Academics/Centers/CCC/Research/StudentTheses/kelley07.pdf
== Voci correlate ==
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* {{en}} [http://www.navybook.com/no-higher-honor/timeline/operation-earnest-will/ Operation Earnest Will] su navybook.com
{{GuerreUSA}}
{{Controllo di autorità}}
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[[Categoria:Operazioni militari degli Stati Uniti d'America|Earnest Will]]
[[Categoria:United States Navy]]
[[Categoria:Guerra Iran-Iraq]]
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